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Ressenyes
«Questi lavori di Svevo potranno essere con cui Marta Guitart e Miquel Edo
deboli teatralmente, forse, ma non può hanno squarciato, anche in territorio ca-
darsi che in essi non ci sia niente. Non talano, il silenzio nel quale è rimasta in-
può darsi che non ci sia nulla in una cosa giustamente avvolta, per quasi un secolo,
scritta da Svevo». Così ribatté candida- una parte rilevantissima dell’opera dello
mente Albert Camus a chi lo informava scrittore triestino.
della presunta modestia di quelle com- È noto che «il caso Svevo», scoppiato
medie a lui ancora sconosciute. Nello nel ’26 all’indomani delle recensioni di
scrittore francese era sorta un’immediata Montale e di Crémieux, si protrasse per
curiosità verso queste creazioni del genio alcuni decenni. Si trattò della faticosa
letterario di Ettore Schimtz e, dopo aver metabolizzazione di un autore che, rima-
letto alcuni testi, pensò immediatamente sto per lungo tempo indigesto agli italici
di farli allestire nel suo Paese, presagendo appetiti, si affermava, finalmente, come
che il loro valore si sarebbe rivelato sulla un classico della narrativa. Meno noto il
scena. Solo la morte improvvisa in un fatto che, dopo il primo, si fosse prodot-
incidente d’auto —a sottolineare un tra- to un «nuovo caso Svevo», relativo, que-
gico parallelismo di destini— impedì a sta volta, alla sua produzione dramma-
Camus di concretizzare il suo progetto, turgica. È emblematico il fatto che nel
ritardando l’assunzione di Svevo nel no- sintetico memoriale stilato da Ettore nel
vero dei grandi drammaturghi europei settembre 1927, base del suo Profilo au-
del Novecento. tobiografico, manchi qualsiasi riferimento
Con lo stesso entusiasmo che anima- al teatro. L’inattesa scomparsa di Svevo,
va Camus, accogliamo la traduzione di l’11 settembre 1928, fece ricadere su
questa manciata di commedie (La verità, questa singolare autobiografia in terza
Le teorie del conte Alberto, Prima del ballo, persona un valore testamentario, contri-
Terzetto spezzato), lodando l’iniziativa buendo a relegare nell’ombra non solo le
Ressenyes Quaderns d'Italià 16, 2011 237
serie umane. Il salotto borghese diviene ture tanto ad attori professionisti quanto
un simulacro, un contenitore vuoto nel ad aspiranti e dilettanti, con il risultato
quale si innesta una sensibilità già pro- di un involontario effetto di straniamen-
pria del xx Secolo. to, derivato dall’inevitabile divario tecni-
Per quel che concerne la traduzione, co fra gli interpreti.
preme dire che sarebbe stato facile, appog- Ma non sarebbe, forse, stato più coe-
giandosi, per di più, all’autorevole stronca- rente con lo spirito della proposta, nonché
tura di Montale, cedere alla tentazione di molto più interessante, azzardare una let-
spianare il linguaggio di Svevo, semplifican- tura delle commedie nella loro nuova
dolo e sciogliendolo. La trasposizione, inve- veste catalana, anziché in italiano? Per as-
ce, rispetta coraggiosamente il ritmo e la saporare il testo tradotto nella sua pienez-
musicalità contaminata della lingua del trie- za espressiva ci toccherà, dunque, aspetta-
stino. I due curatori si sono limitati a cor- re la prova del palcoscenico, luogo per
reggere i dettagli incongruenti e a rendere, eccellenza magico, dove il dialogo prende
in certi passaggi, più naturale il discorso lad- le forme della vita, dove l’azione può con-
dove rischiava di apparire oscuro, enigma- traddire la parola, dove il silenzio e la
tico o ingiustificatamente contraddittorio. pausa creano il conflitto o fanno scattare
È, dunque, un peccato che, probabilmente l’ilarità, sottolineano un’indecisione, par-
per scelte di carattere editoriale, manchi, toriscono la tensione o generano l’emozio-
proprio nell’edizione a stampa, il testo a ne, danno consistenza ad un pensiero
fronte in italiano, che avrebbe permesso al sotterraneo o tradiscono una paura, crean-
lettore di apprezzare appieno pregi e diver- do quell’alchimia che determina il funzio-
genze di una resa accurata e puntuale. namento di opere che il drammaturgo
Certo, al volume è allegato un cd in Svevo aveva da sempre concepito, con
cui troviamo il testo a fronte, nonché la buona pace della critica più ostinata, per
versione sonora in italiano. Sebbene sia essere non solo lette ma, soprattutto, agite.
lodevole e meritoria l’idea di arricchire
l’edizione con un supporto acustico, più Nausicaa Vaccaro
discutibile appare la decisione di affidare
parti tanto complesse e ricche di sfuma-
Come ben riassume il titolo, questo libro Il libro propone due saggi, sulla
mette in relazione Sanguineti intellettuale, drammaturgia e sulla produzione come
ovvero il chierico di inspirazione grams critico, e tre «letture», ovvero tre analisi,
ciana, con la scena teatrale. L’intenzione che ripercorrono le connessioni fra l’au-
non é di elaborare un bilancio ma di inter- tore genovese e i registi Besson e Libero-
rogarsi su alcuni tratti specifici della sua vici; infine, si chiude con un’intervista,
complessa e vasta produzione teatrale. avvenuta nel 1988 e giá pubblicata, e una
Dunque, non una monografia quanto scheda teatrografica.
piuttosto degli «(as)saggi» su alcuni aspetti L’attenzione si centra soprattutto sui
della sua drammaturgia e sugli scritti critici. testi; pertanto non si analizzano nello spe-