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FISARMONICA: teoria, storia

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Un po’ di TEORIA
SCALE
Scala cromatica
La scala cromatica è composta da tutti i dodici semitoni (intervallo minimo tra due note) e cioè Do,
Do#,Re,Re#,Mi,Fa,Fa#,Sol,Sol#,La,La#,Si. I 12 suoni sono equidistanti fra loro.
Scala diatonica
La scala diatonica è formata da sette delle dodici note che compongono la scala cromatica, le
alterazioni non si considerano. I sette intervalli che la compongono sono cinque toni e due
semitoni.
ACCORDO
Tre o più suoni prodotti simultaneamente creano l’accordo.
I suoni vanno letti dal grave all’acuto, il suono più grave si dice fondamentale e dà il nome alla
triade.

Ad esempio, sovrapponendo i tre suoni DO-


MI-SOL si crea una triade, chiamata triade di DO, la cui fondamentale è DO, il MI costituisce la
terza e il SOL la quinta.
Gli accordi maggiori sono formati da una triade composta da una terza maggiore (DO-MI) e una
minore (MI-SOL).
Per indicare un accordo maggiore si può scrivere: M, +, Ь (russa) o addirittura tralasciare
l’indicazione.
Gli accordi minori sono formati da una triade composta da una terza minore (DO-MIb) e una
maggiore (MIb-SOL).
Per indicare un accordo minore si può scrivere: m, min, –, M (nella scrittura russa).

Le triadi maggiori e
minori hanno un carattere espressivo molto diverso.
Gli accordi diminuiti sono formati da terze minori (DO-MIb-SOLb).
Per indicare un accordo diminuito si può scrivere: d, dim, ver o v (in tedesco che sta per
vermindert), Y (nella scrittura russa) o anche un pallino ‘°’ (scrittura più jazzistica).

Gli accordi di settima sono formati sovrapponendo


all’accordo base, degli intervalli armonici di terza.
Questi accordi sono detti di
settima, dall’intervallo che separa il fondamentale dal suono più acuto.
Per indicare un accordo di settima si scrive 7.
Costruendo le triadi sulle note di una scala bisogna tener conto delle alterazioni.
Scrittura sul pentagramma
Il modo più semplice di scrittura consiste nel segnare solamente una nota, ad un’ ottava più acuta
di quella dei bassi, che indica la fondamentale dell’accordo.

Il secondo modo è quello di scrivere tutti e tre i


suoni che formano l’accordo. In questo caso a volte si può evitare di scrivere con sigle di che
accordo si tratta.

Spesso nella musica popolare si omette la scrittura


della mano sinistra, si pone una sigla sulla melodia e sta al musicista arrangiarsi a scegliere ed
eseguire la giusta formula ritmica.
QUINTE
Il circolo o ciclo delle quinte è un grafico utilizzato nella teoria musicale per mostrare le
relazioni tra le dodici note che compongono la scala cromatica.

Per esempio partendo dal Do maggiore, che non ha


alterazioni in chiave, ci spostiamo sul Sol che ha un diesis in chiave (Fa♯), il Re maggiore ha due
diesis (Fa♯ e Do♯) e così via. Si deve tener conto che gli intervalli devono essere T T S T T T S
(T=Tono, S=Semitono)
MELODIA ed ARMONIA
Melodia
Successione di suoni secondo un determinato ritmo, che nel contesto esprimono un’idea musicale.
Armonia
Più accordi che si succedono creano l’armonia.
CHIAVE
Segno musicale posto all’inizio del rigo o pentagramma per definire graficamente l’altezza delle
note. Le chiavi sono sette; quelle usate più comunemente sono quelle di violino (figura sopra) e
di basso.
TIMBRO
Il timbro è l’impronta che un certo strumento dà al suono. E’ quindi quella caratteristica che ci
permette di distinguere, per esempio, il suono di un violoncello da quello di un corno.
SUONO dell’ANCIA
Nella fisarmonica i suoni vengono prodotti da ance metalliche che vibrano stimolate da un flusso
d’aria prodotto dal movimento del mantice.

Il suono di un’ancia dipende dalla frequenza (f) con cui vibra. f = frequenza
naturale o frequenza propria che si manifesta in ogni sistema in vibrazione
k = costante di proporzionalità, rappresenta la rigidezza dell’ancia
m = massa
Ad esempio un’ancia pesante, cioè lunga o spessa, vibrerà lentamente e di conseguenza produrrà
un suono grave; viceversa un’ancia rigida o corta o leggera produrrà un suono acuto.
VOCI
Voce: significa una serie di ance accordate sulla stessa nota fondamentale, omogenea per timbro;
quindi una fisarmonica può essere a 2 – 3 – 4 voci a seconda del numero di ance che suonano
assieme selezionando il registro mastro o master.
Esse vengono contrassegnate con due numeri romani che indicano il numero di voci, prima della
mano destra, poi di quella sinistra. Le fisarmoniche da studio e da repertorio popolare, in genere
sono III – III o III – II; i fisarmonicisti tendono a preferire le fisarmoniche in III – IV o III – V o IV
– V.
Le voci possono essere contrassegnate con dei pallini.
REGISTRI
Le ance della fisarmonica sono organizzate in diversi “registri” che consentono di ottenere timbri
differenti; questi rappresentano la voce o l’insieme di voci che il musicista sceglie di utilizzare in un
brano (Es. soprano, fagotto, clarinetto, flauto, ecc. come da figura sopra).
Non bisogna mai confondere il nome delle combinazioni con il, a volte identico, nome delle voci.
La numerazione in piedi inglesi nella fisarmonica, è simile a quella delle canne dell’ organo che
determinano le altezze dei registri. Quindi un registro da 8′ suonerà un’ ottava sopra al registro da
16′ e un’ ottava sotto ad un registro da 4′.
STORIA
Nel 1829 a Vienna Cyrill Demian e figli brevettarono uno strumento musicale con il nome
di accordeon.

Questa fisarmonica assomiglia poco


a quelle moderne; ha solo una pulsantiera per la mano sinistra, mentre la destra aziona
semplicemente il mantice. Una delle caratteristiche di questo strumento, fu la possibilità di
suonare un intero accordo e due diversi accordi, uno per ogni direzione del mantice,
semplicemente premendo un tasto.
Nello stesso anno in Inghilterra, Charles Wheatstone, inventa il symphonium, un ad ance libere,
in varie forme, una delle quali divenne la concertina .
Il Symphonium è simile all’armonica a bocca: il suono si genera soffiando su canne di metallo
sottile, attraverso un solo foro e trovando le singole note premendo i bottoni posizionati sui lati.

In Italia la fisarmonica viene riprodotta per la


prima volta a Castelfidardo(provincia di Ancona), “patria” incontrastata di questo strumento, per
merito di Paolo Soprani nel 1864.
Nel 1876 Mariano Dallapé crea a Stradella, (provincia di Pavia), la prima fisarmonica polifonica
dalla quale “discendono” tutte le fisarmoniche attuali.
Questo strumento fu apprezzato nei salotti della borghesia della metà del XIX secolo, si trasformò
in strumento popolare solo alcuni decenni più tardi grazie al suo modesto costo.
Link:
FISARMONICA: cromatica – pianoforte – diatonica
FISARMONICA: Tipi

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