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Chiara Bedon
6. SISTEMI DI PROTEZIONE
SISMICA AVANZATI
6.1 Introduzione
Oggi giorno il meccanismo che origina i terremoti è ormai noto, anche se l’idea più spontanea
che viene in mente alla maggioranza dei professionisti che si occupano di ingegneria sismica è
quella di interpretare i terremoti in termini di forze e deformazioni prodotte nelle strutture. Di
conseguenza, si è indotti a concludere che per assicurare un’adeguata protezione a queste ultime,
è necessario e sufficiente aumentare la loro resistenza.
In verità, forze e deformazioni sono solo delle manifestazioni degli eventi sismici e non
rappresentano affatto la loro essenza.
I terremoti sono essenzialmente fenomeni energetici, nei quali enormi quantità di energia
meccanica, accumulata nelle rocce per decenni e talvolta secoli, vengono rilasciate in tempi
brevissimi. Pertanto, per risultare efficaci, le strategie progettuali di difesa devono esser
organizzate tenendo in debito conto la natura del fenomeno distruttivo.
Tenendo conto di questa precisazione, l’obiettivo della progettazione antisismica delle strutture
consiste nel rispettare la disequazione:
CAPACITA' t DOMANDA
dove la domanda è legata al sisma, mentre la capacità alle caratteristiche di rigidezza, resistenza
e duttilità della struttura. L’isolamento sismico e la dissipazione di energia costituiscono,
attualmente, gli strumenti più efficaci disponibili nella progettazione di strutture in zona simica.
Approccio energetico
Si considerino il sistema ad un grado di libertà riportato in figura e la sua equazione del moto:
³ mv dv ³ cvdv ³ f dv
t s 0,
dove:
m vt
2
dvt
³ mv dv ³ mv dv
t t t dv g ³ m dt dvt ³ mvt dv g 2
³ mvt dv g E k Ei ,
2
³ cvdv ³ cv dt E[ ,
f s 2
³ f s dv E s Eh
2k
Eh ,
Un altro approccio progettuale, basato sulla riduzione dell’energia trasmessa alla struttura,
prende il nome di isolamento sismico e consiste sostanzialmente nel disaccoppiare la massa della
struttura dalle fondazioni.
Gli accoppiatori idraulici sono dispositivi che consentono i movimenti lenti della struttura
(movimenti di origine termica,…), mentre impediscono quelli rapidi (movimenti di origine
sismica o dovuti a carichi di servizio, come le frenate,…) senza subire apprezzabili deformazioni.
Ammortizzatori isteretici
1) ammortizzatori ad attrito
2) ammortizzatori idraulici
Intervengono con una forza di reazione proporzionale alla velocità impressa, e non all’entità
dello spostamento subito.
Tra la sovrastruttura e la fondazione viene introdotto uno strato a bassa rigidezza laterale, che
aumenta significativamente il periodo fondamentale della struttura isolata rispetto a quello
della struttura su base fissa.
Come risulta dallo spettro elastico riportato in figura, tale aumento di periodo:
Gli isolatori a scorrimento o quelli a rotolamento sono costituiti, per esempio, da appoggi a
scorrimento (acciaio - teflon) o a rotolamento (su rulli o sfere), caratterizzati da bassi valori
delle resistenze di attrito. Possono essere unidirezionali o multidirezionali (preferibili negli
edifici, al fine di ottenere un comportamento isotropo).
Inoltre:
a) elemento di base
b) superficie sferica (superficie primaria) rivestita in acciaio inox
c) materiale ad attrito controllato
d) elemento intermedio a forma lenticolare, cromato superiormente (o rivestito in
acciaio inox)
e) elemento superiore
f) materiale scorrevole autolubrificante (superficie secondaria)
Gli appoggi scorrevoli ad attrito (Friction Flat Sliders, FFS) possono invece essere idealmente
assimilati a convenzionali apparecchi di appoggio, con attrito particolarmente elevato, oppure a
casi limite di Friction Pendulum (con R = ).
Si tratta infatti di appoggi a scorrimento a superficie piana, pertanto devono essere muniti di
particolari elementi elastici che ne assicurino la capacità di ricentraggio (garantita invece nei
pendoli a scorrimento dalla gravità e dalla particolare configurazione della superficie di
scorrimento).
Corso di Ingegneria Sismica - a.a. 2009/10 - Pag. 6.18 -
Sistemi di protezione sismica avanzati
- Gli isolatori sono dispositivi con la funzione di sostegno dei carichi gravitazionali,
caratterizzati da elevata rigidezza in direzione verticale ed elevata deformabilità (o bassa
resistenza) in direzione orizzontale. A tale funzione possono essere associate o meno quelle
di dissipazione dell’energia, di vincolo laterale sotto i carichi orizzontali di servizio
(vento,...), di ricentraggio della struttura al termine del sisma.
Gli isolatori attualmente in uso sono:
o isolatori in materiale elastomerico ed acciaio, basati sull’elevata deformabilità della
gomma,
o isolatori a scorrimento, basati sulla bassa resistenza di attrito che si sviluppa tra le
superfici di alcuni materiali opportunamente trattati.
- I dispositivi ausiliari hanno la funzione di dissipare energia e/o di ricentraggio del sistema
e/o di vincolo laterale sotto carichi orizzontali di servizio non sismici (vento,...).
Tra essi si distinguono:
- oppure solo da isolatori a scorrimento che inglobano funzioni dissipative e/o ricentranti,
- oppure da un’ opportuna combinazione di isolatori e dispositivi ausiliari, questi ultimi con
funzione dissipativa, ricentrante e/o di vincolo.
Isolatori elastomerici
I dispositivi più semplici in grado di fungere da isolatore sono sicuramente gli isolatori in gomma
armata.
Impiegati fin dagli albori dell’ingegneria sismica moderna, essi sono realizzati alternando strati
di elastomero dello spessore di 5 – 20 mm con lamierini di acciaio dello spessore di 2 – 3 mm
(collegati tramite vulcanizzazione). Questi ultimi esercitano un’azione di confinamento
sull’elastomero, che ne limita la deformabilità verticale (così da contenere in 1 – 3 mm
l’abbassamento del dispositivo sotto i carichi verticali di esercizio), incrementandone la portanza
ai carichi verticali, senza influenzare la deformabilità a taglio dell’isolatore in direzione
orizzontale.
Alcune varianti possono essere ottenute con l’inserimento di elementi atti ad aumentarne le
capacità dissipative.
Gli isolatori elastomerici ad alta dissipazione sono del tutto simili a quelli già presentati, ma
realizzati con una mescola dotata di elevate capacità dissipative. Essi rappresentano quindi
la forma più semplice ed economica di isolatore sismico, in quanto le funzioni fondamentali
di tali dispositivi vengono assicurate da un unico componente (elastomero additivato).
Nella categoria degli “isolatori dissipativi” rientrano tutti i dispositivi di tipo (ordinati per
crescente capacità di dissipare energia):
3) isolatori in gomma armata con nucleo di piombo (Lead Rubber Bearing, LRB)
Inventati del 1977 dal neozelandese W.H. Robinson, sono stati introdotti nel commercio
statunitense verso la metà degli anni ’80.
Si tratta di isolatori elastomerici nei quali la gomma armata assolve alle funzioni di
trasmissione dei carichi verticali, flessibilità laterale, ricentraggio, mentre appositi inserti
cilindrici (uno o più nuclei) in piombo garantiscono la necessaria rigidezza ai carichi
orizzontali di servizio (vento, forze di frenatura nei ponti,...), unitamente a un’elevata
capacità dissipativa sotto sisma.
Le prime intuizioni risalgono ad antiche civiltà, come quella cinese, greca e degli Incas.
Cina
Nella provincia di Sanxi, nel 313, è stato costruito un monastero isolato alla base, che ha
superato numerosi terremoti, tra i quali uno di magnitudo 8.2.
Un debole accoppiamento terreno - struttura è certo responsabile della protezione di numerose
pagode e di edifici sacri in legno, con pesanti tetti, costruiti in Cina nel IX secolo.
Grecia
Plinio il vecchio scrive nella sua “Naturalis Historia” che il tempio di Diana ad Efeso, ricostruito
dopo un incendio nel 400 a.C., era stato realizzato per resistere al sisma proteggendo le sue
fondamenta con uno strato di frammenti di carbone ed uno di velli di lana (isolamento sismico a
scorrimento).
Inoltre:
Risale invece al 1909 un brevetto del medico inglese J.A. Calentarients che suggerisce
l’utilizzazione di strati di talco fra strutture e fondazioni per disaccoppiare il moto della struttura
da quello del terreno sotto sismi violenti o tempeste di vento.
Mancano, nel brevetto, gli elementi dissipativi, atti a contenere lo spostamento di base entro
valori accettabili.
Giappone Cina
USA Italia
Si consideri l’edificio monopiano riportato in figura, nella configurazione a base fissa (a) ed
isolata (b).
k 2 S c
Zf Tf [f
m, Zf , 2 m Z f .
Immaginiamo ora che lo stesso edificio sia montato su una base rigida di massa mb, a sua volta
supportata da un sistema di isolamento avente rigidezza laterale kb e coefficiente di smorzamento
viscoso lineare cb.
I parametri dinamici introdotti per caratterizzare il sistema di isolamento (e quindi l’edificio
isolato) sono in tal caso:
kb 2 S cb
Zb , Tb , [b
m mb Zb 2 m m b Z b ,
Evidentemente, affinché l’isolamento alla base possa essere considerato efficace nel ridurre le
forze sismiche sull’edificio (cioè l’energia sismica trasmessa all’edificio) deve essere:
Tb !!! T f .
Si osserva inoltre che l’edificio monopiano isolato alla base può inoltre essere trattato come un
sistema a due gradi di libertà (2-DOF system), con matrici di massa, smorzamento e rigidezza:
ªmb 0º ªk b k kº
M «0 C DK , K
¬ m »¼ , « k
¬ k »¼ .
L’approssimazione del telaio a struttura rigida costituisce un modo per stimare l’efficacia
dell’isolamento di base e la deformazione del sistema di isolamento.
Con riferimento all’edificio monopiano in esame, il taglio alla base Vb e la deformazione ub del
sistema di isolamento possono essere determinati approssimativamente mediante una semplice
analisi, trattando l’edificio come rigido. In tale ipotesi, il sistema isolato ha infatti un solo grado
di libertà (SDOF system).
Tale sistema, caratterizzato da un periodo proprio Tb e da un rapporto di smorzamento [b,
risulterà quindi soggetto ad una pseudo - accelerazione Sa e ad uno spostamento spettrale Sd,
definiti, in funzione di Tb e [b, tramite il corrispondente spettro di progetto.
Corso di Ingegneria Sismica - a.a. 2009/10 - Pag. 6.36 -
Sistemi di protezione sismica avanzati
Vb m S a Tb , [ b ,
ub S d Tb , [ b .
Di conseguenza, l’effetto benefico del sistema di isolamento (in termini di riduzione delle forze
sismiche agenti sulla struttura) può essere definito come rapporto tra il taglio alla base Vb
assorbito dalla struttura isolata (Tb, [b) ed il taglio alla base Vf ricevuto dallo stesso edificio a
base fissa (Tf, [f):
Vb S a Tb , [ b
Vf S a T f , [ f .
Tali risultati, sebbene approssimati, sono sufficientemente accurati per l’analisi della risposta
sotto sisma di sistemi isolati solo se è rispettata la condizione Tb !!! T f .
L’efficacia dell’isolamento di base nel ridurre le forze sismiche sulla struttura è infatti
strettamente legata al rapporto Tb/Tf , che dovrebbe essere il più grande possibile.
La riduzione delle forze per effetto dello shift del periodo di vibrazione, in particolare, dipende
dal periodo della struttura non isolata Tf e dalla forma dello spettro di risposta.
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Da notare che esistono situazioni in cui l’isolamento alla base comporta un notevole aggravio di
sollecitazione nella struttura:
Esempio
Per comprendere più approfonditamente come l’isolamento alla base sia in grado di intervenire
beneficamente nella risposta dinamica di un edificio, consideriamo ora un telaio monopiano a
base fissa caratterizzato da un periodo proprio ed uno smorzamento rispettivamente pari a:
2 S c
Tf 0 .4 s , [f 2% .
Zf 2 m Z f
Vogliamo isolare alla base l’edificio, inserendovi una serie di dispositivi a comportamento
2
elastico-lineare di caratteristiche tali che, assumendo per la base rigida una massa mb m , il
3
periodo di vibrazione Tb ed il rapporto di smorzamento [b della struttura isolata risultino pari a:
2 S cb
Tb 2s, [b 10% .
Zb 2 m mb Z b
- il secondo modo di vibrare (T2 = 0.250 s) è detto structural mode, in quanto gli spostamenti
strutturali sono più accentuati (e discordi).
Vedremo (sovrapposizione modale) che questo modo contribuisce poco alle forze indotte
sulla struttura. Il periodo associato al secondo modo di vibrare (T2 = 0.250 s) è
significativamente più piccolo di quello della struttura su base fissa (Tf = 0.400 s).
- i periodi naturali del sistema combinato sono più separati (2.024 - 0.250 = 1.774 s) rispetto
al rapporto Tb - Tf (2.000 - 0.400 = 1.600 s) definito in fase di progetto.
Passiamo ora alla dinamica di un sistema isolato a più gradi di libertà (MDOF), analizzando la
risposta del telaio shera-type a cinque piani (N = 5) riportato in figura. Vedremo, in particolare,
che i concetti precedentemente illustrati riguardo la dinamica del sistema SDOF isolato alla base
restano ancora validi.
Con riferimento alla struttura a base fissa, in particolare, si osserva che:
le matrici Mf, Kf, Cf (di dimensioni 5x5, cioè NxN) sono note.
Immaginiamo che l’edificio ad N = 5 piani sia invece montato su una piastra rigida di base, di
massa mb, sostenuta da un sistema di isolamento caratterizzato da:
kb 2 S cb
Zb Tb [b
M mb , Zb , 2 M mb Z b ,
con M ¦m
i 1
i mb massa totale del sistema isolato (nota), si ipotizza che i dispositivi di
2 S cb
Tb 0 .2 s , [b 10% .
Zb 2 M mb Z b
Come nel caso del sistema SDOF, si osserva infatti che Tb e [b possono essere considerati
parametri caratteristici:
L’edificio ad N piani isolato alla base costituisce inoltre un sistema ad (N + 1) gradi di libertà
((N+1)-DOF), con smorzamento non classico.
Le matrici Mb, Kb, Cb hanno, di conseguenza, dimensioni 6x6, cioè (N+1)x(N+1):
ªmb 0 0 0 0 0º ª k b k1 k1 0 0 0 0º
«0 0 »» « k
« m1 0 0 0
« 1 k1 k 2 ... 0 0 0 »»
«0 0 m2 0 0 0» « 0 ... ... ... 0 0»
Mb « » Kb « »
«0 0 0 m3 0 0 », « 0 0 ... ... ... 0» , Cb DKb.
«0 0 0 0 m4 0» « 0 0 0 ... ... ...»
« » « »
¬« 0 0 0 0 0 m5 ¼» ¬« 0 0 0 0 ... ...¼»
Analizziamo quindi le risposte del sistema su base fissa e del sistema isolato, in termini di taglio
alla base e spostamento di base del sistema isolato (deformazione degli isolatori).
Si possono infatti stimare, nota l’ordinata An, in termini di pseudo - accelerazione, dello spettro di
progetto (valutata in corrispondenza di un periodo di vibrazione Tn e di un rapporto di
smorzamento modale [n), il taglio di base Vb e la massima deformazione ub come combinazione
(SRSS) dei massimi effetti Vb,n ed ub,n associati a ciascuno degli n modi di vibrare.
Di conseguenza, come già osservato nel caso di un telaio monopiano, l’effetto benefico del
sistema di isolamento (in termini di riduzione delle forze sismiche agenti sulla struttura) può
essere definito come rapporto tra il taglio alla base Vb assorbito dalla struttura isolata (Tb, [b) ed il
taglio alla base Vf ricevuto dallo stesso edificio a base fissa (Tf, [f):
Vb S a Tb , [ b
Vf S a T f , [ f .
Esempio
Ipotizziamo, per meglio comprendere quali siano gli effetti connessi all’isolamento alla base di
un edificio multipiano (MDOF system), che il telaio shear-type a cinque piani (N = 5) a base
fissa ora considerato sia caratterizzato da:
e che venga isolato alla base mediante dispositivi elastomerici di rigidezza laterale kb e
coefficiente di smorzamento viscoso lineare cb tali da garantire:
Tb = 0.200 s, [b = 10%,
N
Definita la pseudo - accelerazione sulla base dello spettro di progetto, esaminiamo quindi il
comportamento sotto sisma del telaio shear-type a base fissa e dello stesso telaio isolato alla
base, analizzando le proprietà dinamiche dei sistemi a base fissa ed isolato (periodi propri, modi
di vibrare e rapporti di smorzamento modali).
Periodi propri
Si osserva che i valori del periodo fondamentale T1,b e del rapporto di smorzamento modale [1,b
associati al primo modo di vibrare della struttura isolata (isolation mode), determinati mediante
l’analisi modale, sono prossimi ai valori Tb e [b definiti in fase di progetto del sistema di
isolamento.
Risulta infatti:
Forme modali
Come illustrato in figura, la forma modale associata al primo modo di vibrare della struttura
isolata è:
1.049 ½
°1.046 °
° °
°°1.039 °°
) b(1) ® ¾ | 1.029 | costante
°1.029 ° .
°1.016 °
° °
¯°1.000 ¿°
- lo spostamento di tutti i piani è pressoché costante ed uguale a quello subito dal sistema di
isolamento (struttura rigida),
- il periodo fondamentale della struttura isolata (considerata rigida) T1,b è
approssimativamente coincidente con il periodo Tb del sistema di isolamento.
I modi di vibrare superiori al primo (structural modes) sono caratterizzati, oltre che da periodi di
vibrazione significativamente inferiori rispetto a quello fondamentale (e prossimi ai
corrispondenti periodi di vibrazione della struttura a base fissa), da spostamenti di piano discordi
(attraversamenti dell’asse verticale), di ampiezza non uniforme e via via minore.
Corso di Ingegneria Sismica - a.a. 2009/10 - Pag. 6.50 -
Sistemi di protezione sismica avanzati
Con riferimento al sistema su base fissa, si osserva che i rapporti di smorzamento modali
diminuiscono linearmente con il periodo di vibrazione. Ciò consegue dall’aver assunto la matrice
di smorzamento (non classico) proporzionale alla rigidezza ( C f D K f ).
Per quanto riguarda invece il sistema isolato, si può notare come per il primo modo di vibrare
risulti:
Per i modi di vibrare superiori al primo, i rapporti di smorzamento modali relativi alla struttura
isolata sono invece pressoché coincidenti con quelli valutati per il telaio a base fissa. Questo
perché l’effetto benefico del sistema di isolamento, come già osservato in precedenza, si esplica
principalmente nel primo modo di vibrare dell’edificio, dal quale dipende la risposta dinamica
della struttura.
Si osserva come sia il taglio alla base Vb che la massima deformazione ub subita dal sistema di
isolamento avrebbero potuto essere stimati in modo accurato senza condurre un’analisi dinamica
della struttura isolata. Assumendo infatti che la struttura sia rigida, se è rispettata la condizione:
Tb !!! T1, f ,
Vb M ATb , [ b , ub D Tb , [ b ,
con:
ATb , [ b 0.359 g , D Tb , [ b 14.036 in .
Sia il taglio di base Vb che la massima deformazione ub subita dal sistema di isolamento, stimati
tramite relazioni semplificate, sono quindi pressoché coincidenti con i valori di Vb e di ub ottenuti
tramite l’analisi modale della struttura isolata (isolation mode).
I risultati dell’analisi modale confermano inoltre che l’isolation mode è predominante nella
risposta dinamica della struttura, mentre i modi di vibrare superiori al primo (structural modes)
intervengono in quantità trascurabile nel definire il comportamento dell’edificio sotto sisma.
Conclusioni
- il primo modo di vibrare del sistema isolato è detto isolation mode, in quanto il sistema di
isolamento si deforma, mentre la struttura resta rigida,
- il periodo naturale T1,b = 2.030 s indica che il periodo del sistema di isolamento, Tb = 2 s,
risente in quantità trascurabile della struttura sovrastante, in quanto è modificato solo
debolmente dalla flessibilità della struttura,
- la struttura isolata può essere assimilata ad un sistema rigido ad 1 g.d.l. (SDOF), di periodo
fondamentale T1,b e rapporto di smorzamento modale [1,b pari approssimativamente a:
2 S 2 S cb
T1,b | [ 1,b
kb Zb , 2 M Zb ,
M
dove kb e cb rappresentano la rigidezza ed il coefficiente di smorzamento viscoso del sistema
di isolamento (definiti in fase di progettazione),
- i modi di vibrare superiori al primo (structural modes) comportano una deformazione sia
della struttura che del sistema di isolamento. Si tratta di modi hanno scarsa influenza sulla
risposta strutturale,
Corso di Ingegneria Sismica - a.a. 2009/10 - Pag. 6.57 -
- l’efficacia dell’isolamento alla base (drastica riduzione delle forze sismiche ed abbattimento
della domanda sismica) è dovuta principalmente al fatto che il periodo di vibrazione T1,b
associato all’isolation mode è molto più grande del periodo fondamentale T1,f della struttura
a base fissa,