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PERU’ FAI DATE – TURISTI PER CASO

Cambio
La valuta del Perù è il Nuevo Sol (PEN)
 1 Eu = 3.68 PEN, 1 PEN = 0.26 Eu

Trasporti
Voli: Iberia, Costo 1109 Eu tasse comprese
 Andata 8/8 Torino-Madrid IB 8817, Madrid-Lima IB 6651, Lima-Santa Cruz TA 925
 Ritorno 8/9 Lima-Madrid IB 7758. Madrid-Torino IB8822
Acquistato tramite it.lastminute.com perché costava 300 Eu in meno rispetto al sito web della compagnia
aerea.
Non so se sia peggio Iberia, che mi ha cambiato due volte i voli di andata, e sempre all’andata mi ha perso i
bagagli, costringendomi a rimanere 2 notti a Santa Cruz o Lastminute, i cui addetti sono completamente
storditi, e mi hanno fatto attendere una settimana per una riprotezione, che soltanto per pietà, nel frattempo,
mentre loro dormivano, mi ha fatto un'impiegata della Iberia, nonostante non fosse tenuta.
Sedili stretti, per fortuna per il volo lungo all’andata sono riuscita a prenotarmi il posto accanto all’uscita di
sicurezza. Nessuna lamentela sul cibo, e sulla puntualità

Avianca: Costo 138 USD


 Andata 6/9 Cuzco-Lima TA 836 orario 9.40-11.05
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Acquistato on line un paio di giorni prima della partenza. Acquistando con molto anticipo avrei risparmiato
almeno 50 USD, ma non ero sicura sino all’ultimo di ciò che avrei fatto, e quindi pazienza.

Spostamenti interni
Treno: Inca Rail
 2/9 Ollantaytambo – Aguascalientes 16.36 – costo 50 USD
 3/9 Aguascalientes – Ollantaytambo 19.00 – costo 53 USD
La ferrovia più cara del mondo, 1 dollaro a km.

Bus: Cruz del Sur è carissima, ci sono compagnie altrettanto comode, ad esempio Civa, Julsa, che costano
molto meno. L’importante, se si vuole viaggiare in modo confortevole, è scegliere i posti denominati
“cama”, in pratica una poltroncina che si reclina quasi completamente. I “semi-cama” sono sedili normali dei
nostri extraurbani. I viaggi notturni fanno risparmiare soldi e soprattutto tempo, ma, se ci si sposta in luglio
ed agosto, è meglio informarsi sulle condizioni meteo, per evitare di rimanere bloccati dal ghiaccio durante
la notte, nel mezzo del nulla, al freddo, a 4000 mt di altezza, come è successo a me (vedere sezione
Arequipa). Prendere con le molle ogni informazione che riguardi la durata dei trasferimenti che provenga dal
personale delle varie compagnie, i bus sono sempre in ritardo! Per quanto possibile, servirsi di quelli che
fanno meno fermate. La Perùbus, del gruppo Soyuz, che segue la tratta Lima-Paracas, a contrario di quanto
viene detto nei forum non è affatto male. Il terminal Soyuz di Lima è frequentato da gente perbene, ci sono
stata di notte. Certo che di delinquenti ce ne sono ovunque, ma da come si legge in internet pare che questi
bus siano infestati da lestofanti, cosa che non è. Ovvio che un po’ di accortezza ci vuole, ma niente paranoie!
:). Tutti i bus a lunga distanza che ho preso avevano sempre due autisti, non mi è parso che fossero
spericolati alla guida.

Clima
Agosto è poco piovoso, ma è freddo. Servono scarponi, giacca a vento, cappello di lana. Io avevo anche il
sacco a pelo (più che altro me l’ero portato appresso per il Salar de Uyuni), ma l’ho usato anche in Perù, in
quanto alcuni alberghi erano davvero freddi. Attenzione, può nevicare! A me è successo a Juliaca, nei pressi,
e poi ancora a Chivay.

Alberghi
A Lima ho fatto fatica a trovare, ed idem a Cuzco arrivando di sera. Si può contrattare. Ho avuto la conferma
che prenotando in anticipo si paga di più. La Posada Misti di Arequipa via email mi ha chiesto un prezzo più
alto di quello che mi è stato proposto quando mi sono presentata alla loro porta.

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Comunicazioni
Ho preso una Sim Movistar, 15 PEN, poi ricaricata un paio di volte (20 PEN a botta) ma non funzionava
bene

Cibo
Niente di che, i ristoranti economici frequentati da peruviani, ed anche i menu turistici, offrono sempre la
solita roba. E’ possibile pranzare ai mercati, (in genere alle 17 chiudono). E’ economico, ma l’igiene è
davvero poca e di certo non bisogna essere schizzinosi. Vista l’altitudine, è bene non appesantirsi troppo. Io
ho mangiato tante zuppe di origine inca a base di tuberi e cereali. A volte qualche pezzo animale galleggia in
superficie, più ossa o grasso che carne vera e propria. Ottima e nutriente la zuppa di quinoa, un cereale molto
proteico. Si dice che la cucina moderna peruviana sia una delle migliori al mondo, e che ci siano ristoranti di
ottimo livello in parecchie città da me visitate, tuttavia, pur essendo meno cari di quelli europei io non ho
voluto comunque spenderci soldi, è una mia scelta personale.

Shopping
Un paradiso. Per chi visita anche la Bolivia, è meglio acquistare lì, tanto ci sono le stesse cose, e costa meno.
Ad esempio, il classico maglione di lana con motivi geometrici andini a Lima l’ho pagato 45 PEN (11.45
Eu), a Potosì in Bolivia costava 70 BOB (7.2 Eu), a Sucre 100 BOB (10.28 Eu). Per non appesantirmi
troppo, ho fatto tutti gli acquisti a Lima, a fine viaggio, nei mercati della Avenida Petit Thouars. Non c’è solo
il Mercado Indio, conosciuto da tutti, ma molti altri. La cosa che più mi ha colpito sono stati magnifici
gioielli di fattura inca, in oro, esposti nelle gioiellierie di Plaza de Armas a Cuzco, e delle maschere d'oro.
Non sono neanche entrata a chiedere il prezzo :)
Vale la pena andarci? Claro que sì!

Fregature/ Criminalità
Sono partita molto prevenuta. Le guide sono sicuramente molto allarmistiche, ma perfino alcuni peruviani
che vivono qui si erano premurati di informarmi che assolutamente dovevo fare molta attenzione e non
prendere sottogamba la faccenda. Di fatto, sono andata in giro vestita come una barbona, pantaloni e piumino
di moda negli anni 90, marche sconosciute a livello internazionale, con soldi nella pancera ed in alcuni casi
(il famigerato terminal Soyuz ed i taxi di notte a Lima) addirittura arrotolati attorno ai polpacci nei calzini
e…non mi è successo nulla. Mai sentita lontanamente in pericolo. Ho conosciuto un ragazzo coreano che è
stato scippato della borsa a tracolla che conteneva più di 2000 USD.. io non li avrei tenuti in una borsa a
tracolla.. In due parole, credo convenga non mostrare ricchezza, ed essere accorti, seguendo le normali
regole dettate dal buon senso.

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DIARIO
Puno
E' una città piuttosto deludente ed insignificante. La parte boliviana del Titicaca è molto meglio, per cui
consiglio di privilegiarla, e poi, valicato il confine, fermarsi quel tanto che basta per vedere Sillustani e le
isole galleggianti, che mancano dall’altro lato della frontiera, o meglio, ci sono, ma sono usate soltanto per
allevamento ittico e non sono abitate. Come struttura la città è molto simile a La Paz, una colata di edifici
grezzi color mattone che inonda a cascata le rive del lago, lontana anni luce dalle atmosfere bucoliche di
Copacabana e Isla del Sol, in Bolivia.
Arrivo a Puno appunto da Copacabana. Parto alle 9 del mattino con bus della Titicaca Tours (30 BOB). Il
passaggio alla frontiera scorre liscio come l’olio, nessun problema, basta fare attenzione alle targhe e salire
sul medesimo bus da cui si è scesi. Sono seduta accanto ad uno spagnolo che bazzica spesso da queste parti,
mi intrattiene con una conferenza sui danni del colonialismo perpetrato dai suoi connazionali nell’era post
colombiana. 9 milioni di vittime fra Messico, Perù e Bolivia, 6 milioni in questi ultimi, un olocausto su cui
nessuno ha mai pensato di produrre film, forse è passato troppo tempo?
Giunti al bus terminal, con 5 PEN in taxi si raggiunge la Plaza de Armas. Una guida turistica che dice di
lavorare per Avventure nel mondo mi si incolla cercando di vendermi l’impossibile, gentilmente declino le
sue offerte spiegando che sono benissimo in grado di arrangiarmi anche da sola. Perlustro il centro alla
ricerca di una pensione economica, che non trovo. Nella via pedonale piena di agenzie, negozi e ristoranti
visito un ostello che vuole 20 PEN per una camera allucinante, e senza bagno. Per il resto, sono alberghi con
prezzi in dollari. Ovunque, nelle reception, a disposizione di chi ne senta il bisogno ci sono foglie di coca
e termos di acqua calda. Dall’ufficio turistico mi indirizzano in Calle Cajamarca, dove finalmente trovo il
Tumi Inn II 30 PEN. Poso i bagagli e mi fiondo in strada, sono le 13, devo mangiare e trovare qualcuno che
mi porti a Sillustani, non raggiungibile coi mezzi. Le proposte delle agenzie sono una clone dell’altra, stessi
prezzi, 35 PEN, stessa ora di partenza, 14.00. Scelgo a caso. Il tempo non è granchè, vento freddo e nuvoloni
color grigio Islanda.
Appena arrivati a Sillustani inizia anche a piovere. Indosso piumino e sopra una mantellina tipo cerata da
pescatore. Molti hanno freddo. Il sito in sé è molto interessante, affacciato sul lago Umayo. Avevo visto
riprese splendide in tv, riflessi di cirri candidi sulle acque increspate, oggi purtroppo è tutto incolore.
Si tratta di un luogo cimiteriale preincaico, le tombe, a forma di torre, alcune incomplete altre depredate,
custodiscono resti dell’élite locale dei Qolla, una popolazione aymarà. Al rientro ci fermiamo presso una
famiglia, che ci illustra usi e costumi quotidiani, ed in cambio vende qualche manufatto.
Un microcosmo recintato da un muretto, camelidi locali pascolano legati ad un mattone. Molto simpatico, e
morbidissimo, il guanaco. La sua lana è la più pregiata e costosa fra quelle prodotte sulle Ande. La
consistenza è simile al miglior cashmere, il prezzo pure. Mi sembrava che fossero molto difficili da
addomesticare, invece questo è mansueto, e non sputa neanche! :)
Altri animali all’interno, caviette (cuy) scorazzano in una gabbia da conigli, e proprio come i conigli da noi
in questa parte di mondo forniscono proteine. Non le ho assaggiate, non perché impressionata, ma perché nei

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ristoranti economici non la propongono. Ho letto che le loro interiora vengono scrutate dagli indovini per
predire il futuro, mah… Cena al Restaurante Hacienda, menù turistico fra i meno cari, 18 PEN, allietata da
un’orchestrina che si cimenta in canzoni tipiche.
La Cattedrale è chiusa.
Il giorno seguente, visito le isole galleggianti. Non è assolutamente necessario appoggiarsi ad una agenzia.
Basta prendere in discesa una delle vie centrali ed arrivare al porto. Si attraversa anche un interessantissimo
mercato di frutta e verdura, frequentato da gente del posto. Giornata tetra anche oggi, dopo il sole accecante
della Bolivia tutto sembra strano, monocorda. I Peruviani di questa zona prendono in giro i loro dirimpettai
perché sono più poveri, e meno organizzati. Criticano tanto, ma poi chi può la spesa la va a fare a
Copacabana per risparmiare. A parte questi dettagli, da quando sono qui il tempo fa schifo, mentre abbiamo
avuto due settimane di sole in Bolivia, qui le rive del lago sono sporche e l’acqua melmosa, mentre di là la
situazione era molto migliore..
Il traghetto per Uros Chulluni costa 10 PEN, più altri 8 all’approdo, come tassa. Durante la navigazione le
nubi si diradano un po’, il lago è solcato da lance, bambini che vanno a scuola, e poi chi si muove per le
incombenze quotidiane. Ci sono anche curiose imbarcazioni simili a gondole, costruite con la totora,
utilizzata anche per le case e pavimentazioni. Queste comunità riescono a mantenere le loro tradizioni
soltanto grazie al turismo, unica alternativa smontare tutto e trasferirsi a Puno. Camminare su questi fascioni
di canne produce un curioso scricchiolio. Le popolazioni locali vendono manufatti, mi sento in dovere di
comprare qualcosa senza neanche contrattare soltanto per volontà di permettere loro di resistere alla
modernità, tramandare le loro usanze, vivere nella maniera in cui vogliono, penso sia un loro diritto. In nome
della civiltà e del progresso si sta smantellando ogni cosa. L’atmosfera è serena, visi sorridenti, denti candidi,
gote rosse dal freddo, costumi vivaci, colori accesi. I bambini mi sembrano ben tenuti, sono contenta di dare
il mio contributo, accetto persino di fare un giro in gondola, 7 PEN, che traghetta me e parte del gruppo su
un’altra isola, più grande ed incasinata, dove hanno eretto persino un bar. All’ora di pranzo rientro sulla
terraferma, e mi concedo l’almuerzo meno costoso del Perù, 3.5 PEN, minestrone di riso, puré di patate,
carne al sugo e ancora riso, in una specie di comedor molto semplice, il Restaurante Los Salarios, sulla
Avenida Titicaca. Arriva addirittura una comitiva che festeggia un matrimonio, solo i parenti stretti e gli
sposi, si vede che sono poveri, eppure sfoggiano una grande eleganza, le loro giacche e cravatte stonano un
po’ con l’ambiente. Sarei curiosa, ma non parlano spagnolo. Acquisto in centro una SIM Movistar per
parlare a casa con Lorenzo, e poi 3 PEN in un bar elegante del centro spesi per un thè, stesso prezzo quasi
del pranzo. Due parole sulla Tumi Inn II : tanto carina era la signora che ci ha accolto ieri all’arrivo, quanto
antipatico il tizio che invece è di turno oggi.
Stamattina a colazione voleva rifilarmi gli avanzi di un altro, ed all’ora della partenza pretende dei soldi per
la custodia bagagli, al mio rifiuto mi dice di arrangiarmi a chiamare un taxi, che non è compito suo.
Le stanze sono semplici, ma almeno non fredde, l’acqua calda ci mette una vita ad arrivare, per 30 PEN non
credo si possa pretendere l’Hilton..

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Nessun problema a reperire un taxi in strada, e raggiungere il terminal terrestre. Il bus Julsa (40 PEN per un
posto cama, biglietto comprato ieri al banco) per Arequipa parte in orario alle 18, ed arriva con 15 ore di
ritardo, ma questa è un’altra storia, che racconto dopo.. tanto per incuriosire .. bloccati tutta la notte al freddo
per via del ghiaccio, a più di 4000 mt di altezza... :(

Arequipa
Arequipa è una città bellissima ed accogliente. Bellissima credo sia un dato di fatto, il colpo d’occhio sulla
elegante piazza bordata da bianchi edifici coloniali, l’imponente cattedrale, e i coni dei vulcani in lontananza
è suggestivo. Accogliente è una mia opinione, prima di tutto nel senso che facilita molto a noi forestieri l’arte
del muoversi. Soprattutto per chi arriva da Puno e la Bolivia. Siamo qui a 2500 mt, senza fiatone, senza
vestiti pesanti, c’è perfino un supermercato pieno di ogni ben di Dio (vende anche piatti pronti che sono
comodissimi per le escursioni) nella Plaza de Armas.
Il centro si gira comodamente a piedi. Con i microbus pubblici si va ovunque. 1.80 Sol costa la tratta
andata/ritorno da Plaza de Armas al terminal dei bus.
Secondariamente, è accogliente per via dello straordinario fascino dei suoi monumenti, e di alcune sue strade
acciottolate, per i suoi numerosi bar, per la musica e le luci. La permanenza qui è stata più breve del previsto,
per colpa del maltempo. Sarei dovuta arrivare a mezzanotte, ed invece ho ritardato sino alle 15 del giorno
successivo, causa ondata di freddo polare. Credo che sia utile aprire una parentesi in merito al fine di
avvisare tutti coloro che intendano viaggiare da queste parti ad agosto affinchè prendano particolari
precauzioni nella pianificazione del viaggio. Il collegamento per Arequipa, sia in direzione Cuzco che in
direzione Puno passa attraverso lo snodo di Juliaca, che può essere, a luglio ed agosto, colpito dal maltempo,
il che implica nevicate e gelate. Guardate dunque le previsioni del tempo, ed evitate di mettervi in viaggio la
sera, o purtroppo sarete oggetto della stessa disavventura che è capitata a me.
Partita da Puno con un bus cama (poltrone larghe tipo salotto che si reclinano a 180 gradi diventando difatto
quasi come un letto) della compagnia Julsa giungo a Juliaca al terminal. Dopo una sosta più lunga del solito,
una signorina sale a bordo dicendo che, per colpa di neve e ghiaccio (guardo fuori e non nevica) è pericoloso
percorrere la strada con un bus così grosso, e così saremo tutti trasbordati su un bus “normale”, che è meno
rischioso. Quest’ultimo non è un sostitutivo pronto per l’occasione, bensì un normale bus di linea che è stato
fatto attendere apposta, per cui saliamo incontrando le occhiate inferocite degli altri passeggeri, e ci
sistemiamo alla bell’e meglio dove possibile. Appena usciti dalla città mi accorgo che il fondo stradale è
ghiacciato. Tento di dormire, ma mi accorgo che ogni tanto si slitta. Ad un certo punto ci fermiamo.
Rimaniamo lì almeno 6 ore.
Non c’è verso di proseguire, la strada è bloccata da un camion che si è ribaltato. L’autista per lunghi tratti
spegne il motore, per risparmiare carburante, e quindi non c’è riscaldamento. Non c’è neppure il bagno, e
quindi tutti si arrangiano come possono. Siamo fermi ad oltre 4mila mt, e fuori fa un freddo becco, idem sul
bus, visto che siamo immobilizzati sui nostri sedili. Io sono imbacuccata come un esquimese, e quindi più di
tanto non soffro, anche se rimpiango di aver lasciato nel bagagliaio da stiva il sacco a pelo da alta montagna

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in piuma d’oca. All’arrivo del sole, fare pipì diventa un problema perché non c’è nessun riparo, e la fila di
auto ferme è impressionante. Nessuno è venuto a rimuovere il camion. Così funziona qui.
L’autista ha intenzione dapprima di attendere che il sole scaldi abbastanza da sciogliere un po’ di ghiaccio,
ma poi per fortuna, forse anche influenzato dall’esasperazione della gente, fa scendere tutti, ci fa camminare
oltre il camion, e poi, pattinando, lo supera inclinandosi dal bordo della strada. Questa è un lastrone di
ghiaccio, già camminarci con gli scarponi da montagna è una impresa, figuriamoci con le gomme che hanno
loro. Ripartiamo, ma le difficoltà non sono terminate! Dapprima, nonostante l’enorme ritardo, l’autista si
ferma per oltre mezz’ora in una trattoria per colazione, in un paesino disperso nel nulla, dopodichè
rimaniamo bloccati in un enorme ingorgo sulla statale. Non ci sono altri camion ribaltati, è solo che i mezzi
pesanti procedono lentamente, e non si riesce a superarli, soprattutto noi col bus, perché anche nell’altro
senso c’è la medesima coda!
Insomma, un incubo! Scendendo, vorrei baciare la terra come Colombo :)
In taxi andiamo dal terminal del bus alla Plaza de Armas. Si sta comodamente in maniche corte, non mi
sembra vero. Scendo ad un angolo e mi incammino in lato contrario alla piazza, senza smettere di girarmi per
guardare i tre coni dei vulcani che svettano dietro la cattedrale, nella luce calda e bassa del pomeriggio
d’inverno, che un po’ mi acceca.
Inizia la fase di ricerca pensione. Sono sulla Calle Alvarez. Scartatane una alla prima quadra, troppo topaia
per il prezzo che chiede, arrivo alla Misti House, il cui proprietario, interpellato due giorni prima via internet,
pretenderebbe una caparra tramite bonifico!? Ma quando mai? A parte che sono di corsissima, col cavolo che
in vacanza vado a perdere tempo in una banca, con le file che ci sono e la lentezza degli impiegati. Vado
comunque a curiosare, ed il prezzo che mi chiedono è di 10 PEN inferiore a quello richiesto via email, la
conferma ulteriore, se mai ancora ce ne fosse bisogno, che non conviene MAI prenotare prima, almeno in
questi posti. Materializzarsi all’improvviso, e contrattare, questo è il mio motto. Nel frattempo, noto un
ristorante tipico, di quelli a menu fisso, prezzi bassi, e frequentato da abitanti del luogo, la Casona del Sabor,
che frequenterò nei prossimi giorni.
Quasi davanti c’è un hotel che sembra troppo bello per il mio budget, l’Hotel Arequipa Center, ed invece mi
offrono una singola a 55 PEN, carina e piena di luce, e me la aggiudico dopo aver mercanteggiato un po’.
Credo che il prezzo sia 60 PEN. Dalla terrazza si gode di una vista magnifica.
Cena al Ristorante Inkari, 20 PEN, nella bellissima via pedonale proprio dietro la Cattedrale. Menù turistico
non malvagio. L’indomani mattina, sotto un sole splendente visito il Monastero di Santa Catalina, ingresso
35 PEN. Alcune guide propongono i loro servigi, ma poiché ci sono cartelli esplicativi sparsi nei luoghi
principali, alcuni pure in italiano, non mi sembrano indispensabili. I muri sono imbiancati di colori
vivacissimi, e vivacissimo è l’azzurro del cielo.
Credo sia il più bel monastero mai visitato. Dai torrioni si gode una magnifica vista sui tetti della città e sulle
catene montuose circostanti. Pranzo con vaschette da asporto acquistate al supermercato della Plaza de
Armas (12 PEN).

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Dopo pranzo passeggiata nel quartiere Yanahuara, meno turistico (più che altro devo far controllare la SIM
che fa le bizze), all’andata la faccio a piedi, al ritorno prendo al volo un bus. In seguito, passeggio a caso per
le vie della città, ammirando chiese e monumenti, prendo informazioni sulle escursioni al Canyon del Colca,
e sulle linee di bus in partenza per Cuzco. Le previsioni per i prossimi giorni ancora non sono fra le migliori,
racconto la mia disavventura notturna e mi sento dire che quanto a me occorso non è poi così inusuale in
questa stagione. Purtroppo però loro vendono prevalentemente tratte notturne e diurne delle compagnie più
costose, tipo Cruz del Sur, Ormeno, ecc. e le altre non le conoscono
Decido quindi di andare alla stazione dei bus, micro. Qui scopro che le compagnie che servono Cuzco sono
innumerevoli. Scelgo CIVA, 40 PEN per un servizio cama, ottimo prezzo. Notare che Cruz del Sur di PEN
per la stessa tratta ne vuole 135 (!), ed una compagnia minore, la San Martin, con sedili normali, 40/50. Con
Julsa sarebbero 60 PEN ma visti i precedenti la scarto a priori. Che poi, tutto sommato, non è nemmeno
colpa loro se siamo rimasti bloccati una notte al gelo, ma l'attitudine dell'autista che nonostante i ritardi si è
fermato più di mezz'ora a rimpinzarsi a colazione mi sembra imperdonabile.
Cena a La Casona del Sabor, 6 PEN, una bella sala con volta a botte rivestita di lose, televisione a schermo
piatto che trasmette programmi ebeti, vallette seminude ed ammiccanti proprio come da noi, comida tipica
locale, quella povera, qui non fanno cheviche e cucina fusion.
Ristoranti alla moda pullulano in questa città, ed alcuni di essi hanno chef di grido, ma mi sembra uno spreco
spendere per mangiare più di ciò che spendo per dormire. Dopo una parentesi di 2 giorni/ 1 notte al Colca,
rientro ad Arequipa verso le 17 del 28/8, cena nuovamente alla Cason del Sabor, sempre 6 PEN, e questa
volta, dopo la zuppa, è la volta di un bistek alla chorilla.
Mattina dopo, 7 PEN in taxi per la stazione bus. Parto alle 8, in orario, il bus CIVA è comodissimo.

Canyon del Colca


A parte i condor, non mi ha fatto impazzire. Avrei potuto andare alla Cruz del Condor direttamente in
giornata, ma è un po’ una tirata, si parte da Arequipa alle 3 del mattino e si rientra la sera stessa.
Ci sono vari tipi di escursione, io ho scelto quella “comoda”, in pulmino, perché l’alternativa è quella dove
invece si deve fare trekking per ore. I prezzi sono più o meno gli stessi in tutte le agenzie attorno alla Plaza
de Armas, dipende però dall’albergo che si sceglie.
Io ho detto che volevo spendere il meno possibile, e quindi mi hanno sistemato nella fascia più “basic”.
Attenzione: a Chivay molti alberghi non hanno il riscaldamento, quindi, piuttosto che chiedere all’agenzia,
che potrebbe anche raccontare balle, è meglio verificare le recensioni on line.
Io ho scelto, direi a caso, Wayra Travel Expedition, costo 75 PEN. La cifra menzionata non comprende il
boleto turistico (70 PENl), l’ingresso ai bagni termali nei dintorni di Chivay, ed i pasti. Non mi hanno
applicato nessun supplemento singola.
Oltre al freddo, altro aspetto potenzialmente negativo con cui bisognerà forse fare i conti è l’altura. Si parte
da Arequipa a 2500 mt, e si raggiunge Chivay che è a quota 3600, passando per un punto panoramico che
sfiora i 4900. Io arrivando da Puno e dalla Bolivia non ho avuto problemi. Già poco dopo Arequipa la guida

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consiglia a tutti di comprare foglie di coca, ma devo rilevare che comunque alcuni sono stati male lo stesso
(mal di testa, vomito, sangue dal naso, addirittura un ragazzo è rimasto bloccato in albergo e non è rientrato
con noi). La nostra guida, Patricia, si rivela essere competente, e molto disponibile a soddisfare le nostre
curiosità. Poco dopo essere partiti, ci fermiamo in un negozietto, di proprietà di suoi amici, immagino, dove
chi vuole acquista coca. Chi non lo fa, ne è comunque gentilmente omaggiato da Patricia che dà fondo alla
sua dose personale, spiegando a tutti quanto se ne usa (5 foglie), come si arrotolano (inserendo una pietruzza
che dà un sapore leggermente addolcente), e come si tengono in bocca (senza masticarle, e semplicemente
deglutendo il succo). Alcuni comunque, come dicevo, sono stati molto male lo stesso. Ripresa la nostra via,
tutti sono invitati ad usare la coca, in modo da poterne sentire gli effetti al raggiungimento dei 4900 mt.
Prima di ciò, tuttavia, effettuiamo altre due tappe, una alla Riserva di Aguada Blanca dove incrociamo delle
vigogne, e poi ad un ristorantino sperso nel nulla dove si beve mate (di coca, ovviamente), e trimate (coca,
muña e chachacoma), costo 4 PEN. Provo il trimate, più per curiosità che per necessità. A dire il vero ero
anche assetata…
Anche la muña fa bene per il soroche, ma più di tutto ne sono ghiotta perché ha un profumo ed un sapore
buonissimi, a metà fra menta, origano, e timo. La coca invece non saprei descrivere, comunque sa di poco,
tipo fieno, e infusa nell'acqua calda non mi ha procurato mai nessun effetto strano…
La terza sosta è ad un mirador da dove si possono vedere diversi vulcani (Ampata 6288 mt, Sabancaya 5976
mt, Hualca Hualca 6025 mt). Siamo a 4900 mt, e fa un freddo becco.
La discesa verso Chivay è spettacolare. Il Canyon del Colca è il secondo al mondo per profondità. Purtroppo
il bus non fa soste, e la strada è molto dissestata, per cui è difficile fotografare.

Arriviamo a Chivay, non seguo il gruppo che fa un pranzo a buffet, e divoro una zuppa di formaggio e
quinoa in un comedor nei paraggi, ma mi fa pagare 18 PEN ed è un furto. Colpa mia che non mi sono
informata prima di ordinare.. La mia camera si trova nello stesso hotel che ha organizzato il buffet. E’
fredda, e non molto pulita. Per fortuna ci devo stare poco perché dopo poco il pulmino passa di nuovo a
prendermi per andare alle sorgenti termali di Tambo. Perdiamo un sacco di tempo a raccogliere tutti i
partecipanti ai vari hotel, e raggiungiamo i bagni che sono già le 16.
Zero voglia di spogliarmi e mettermi nell’acqua. Tira vento e l’aria è pungente. Pago comunque l’ingresso (5
PEN) e vago nei dintorni, mentre alcuni dei miei compagni si immergono nelle pozze calde. La cosa più
divertente è stata attraversare, rigorosamente uno alla volta, un traballante ponte di corda, a metà strada inizia
a dondolare e provoca una sensazione di vertigine. I sentieri sono interrotti da piccoli rigagnoli di acqua
fumante, il paesaggio è piuttosto ameno, rischiarato anche, finalmente, da alcuni raggi di sole ormai
prossimo al tramonto. La parte medio bassa della vallata è ricoperta di terrazzamenti coltivati, bordati da
montagne dai rilievi aspri. Scavalco alcuni cartelli di divieto e capito nel curatissimo giardino di un hotel
extra lusso, il Colca Lodge Spa & Hot Springs. Hanno delle vasche naturali private, e non c’è nessuno.

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Rientriamo in hotel e per fortuna l’acqua della doccia è molto calda, per cui riesco a lavarmi, ma spogliarsi e
rivestirsi è una impresa tragica! Aspetto l’ora di cena avvolta nel mio sacco a pelo da alta montagna. Il pasto
serale non è compreso, ma, memore dell’esperienza del mezzogiorno, mi accodo di buon grado al gruppo,
che ha prenotato presso “El Horno”, un locale dove si organizzano le cosiddette peñas, ossia spettacoli di
canti e balli tipici, tra cui il Wititi, eseguiti da ballerini vestiti tradizionalmente. Si possono scegliere vari tipi
di menù, il mio costa 20 PEN, con bevande a parte. Credo che quasi tutti i gruppi organizzati siano radunati
qui, stasera.
Alcuni miei compagni di viaggio sono provati dal soroche, e mangiano pochissimo. Una signora americana
ed il figlio adolescente, colpito da vomito ed emorragie al naso, sono rimasti in albergo.
La serata è divertente. Rientriamo verso le 23. Per l’ennesima volta sono grata a me stessa per essermi fatta
prestare un sacco a pelo come Dio comanda. Il mattino dopo la sveglia è fissata molto presto. Nevischia. La
guida non è sicura che riusciremo a vedere i condor, per via del tempo. Arriviamo verso le 7.30 a Yanque, il
paese che già ieri avevamo attraversato per arrivare ai bagni termali. Ha una graziosa piazza centrale, ed una
imponente chiesa, che visitiamo.
La successiva sosta è un altro villaggio, Maca, il tempo sta migliorando e incrociamo le dita. Dopo alcuni
belvedere, giungiamo alla Cruz del Condor, già affollatissima. Un pallido sole fa capolino. I condor si fanno
vedere, per fortuna, facendosi sollevare dalle correnti d’aria calda si librano sulle nostre teste e poi planano
maestosamente. Uno di essi si libra poco sopra la mia testa togliendomi luce, e spaventandomi un po’, la
sensazione è quella di avere un aliante a pochi palmi dalla testa. E’ impossibile trattenere un “oohh” .
Stupore, ammirazione, sensazione di piccolezza ed inadeguatezza a cospetto di questo fiero abitante dei cieli,
adorato dagli Inca e considerato messaggero degli dei.

Il rientro ad Arequipa è una scommessa: riuscirà il nostro pulmino a sfidare la fitta neve, ed anticipare il
congelamento del manto stradale? Molti dei turisti sudamericani sono entusiasti, ed al passo di 4900 mt
impongono una sosta per scendere, fotografarsi, e toccarla. Anche la guida si lascia contagiare
dall’atmosfera. Evidentemente, non hanno mai passato una notte in un bus bloccato dal ghiaccio, come è
successo a me qualche giorno fa sulla strada Puno-Arequipa, senza bagno, senza riscaldamento, senza
dormire e senza cibo!! Fortunatamente riusciamo a raggiungere Arequipa all’orario convenuto. La ciudad
blanca, con il suo clima mite, gli edifici bianchi e la splendida piazza piena di gente mi abbraccia, mi dà il
bentornato. Come avrei voluto andare direttamente dai condor, e passare qui un giorno in più….

Valle Sacra
Tutte le escursioni sono state effettuate con Ayni Tours a Cusco, porta 177 Plaza de Armas, lato frontale alla
Cattedrale. I prezzi e i servizi offerti sono simili in tutte le agenzie.

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City tour
Sacsayhuaman, Qenqo, Pukapukara, Tambomachay
Pomeriggio dalle 14.00 alle 19.30, Costo 20 PEN

Valle Sacra, Pisac (rovine e mercato in alcuni giorni), Ollantaytambo, Chinchero


Costo 13 USD, dalle 9.00 alle 19.30

Saline di Maras e Moray


Costo 30 Sol - Dalle 9.00 alle 14.30, 7 PEN ingresso a Maras

Tutte le tariffe di ingresso ai luoghi indicati, eccetto Maras, sono comprese nel boleto turistico. Il lato
negativo di queste escursioni è che si va tutti intruppati come pecore, e ci sono notevoli limitazioni temporali
nelle permanenze ai vari siti, mentre invece nessuna fretta durante le soste all’esposizione artigianale di
turno. Il lato positivo è che, seppur velocemente, si riesce a vedere tutto. Se si dovesse andare coi mezzi
propri, a meno che non sia un costoso taxi, si perderebbe un sacco di tempo coi colectivos, senza contare che
essi, ad esempio, non portano sino alla rovine a Pisac, ma tocca scarpinare per parecchi km.
Il pranzo non è compreso, ci si ferma in un luogo convenzionato, dove si mangia a buffet con un costo sui
20/25 PEN. Il tempo disposizione è sempre molto ristretto e quindi, andando in altri ristoranti, si rischia di
ritardare, per cui se non ci si vuole uniformare al gruppo è meglio portarsi dietro le proprie cibarie.

31 agostoMaras e Moray

Il pulmino si ferma dapprima a Chinchero, in un centro tessile, dove ci vengono offerti mate di coca ed una
dimostrazione su come si fabbricano tappeti usando un telaio tradizionale. Le donne indossano i vestiti tipici,
con il curioso cappellino tondo e piatto. Penso che, seppur suggestivi e colorati, quelli visti in Oriente mi
sembrano molto più eleganti, se non altro perché queste gonne di stoffa pesante ed arricciata ingoffano molto
e di certo non slanciano le figure. Si procede, e si arriva a Moray.
Compro qui il mio boleto turistico, mentre altri che già lo posseggono se lo fanno soltanto timbrare.
Moray è un sito inca a forma di anfiteatro, costruito tuttavia per scopi agricoli, e non per l’intrattenimento.
La particolare composizione del terreno ha permesso la coltivazione di piante che altrimenti patirebbero il
freddo a queste altezze. Fra il primo e l’ultimo cerchio, inoltre, si registra una differenza di ben 15 gradi!
Tenendoci tutti per mano, recitiamo una formula propiziatoria affinché Pachamama, la dea terra madre, ci
protegga. All’uscita del sito, camminando lungo i bordi superiori del catino, si ammira un bellissimo
paesaggio montuoso. Ultima tappa sono le saline di Maras, raggiunte zigzagando fra i tornanti di una
stradina spettacolare che costeggia uno strapiombo pauroso, all’interno di una specie di gola. I contrasti fra
colori sono stupefacenti, tuttavia ci vengono lasciati soltanto 10 minuti di libertà per foto e passeggiare.

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Trascorsi questi, ubbidiente, seppur a malincuore, ritorno docile al pulman, seguendo il richiamo della guida
che si sta sgolando per radunare tutti. Inizio a sperimentare che la fama di ritardatario di cui gode il popolo
sudamericano, di cui sinora avevo soltanto sentito parlare fra battute e libri di Sepulveda, è proprio un dato di
fatto.
Nelle varie escursioni ho notato che gli italiani sono sempre raggruppati con spagnoli e sudamericani,
principalmente cileni, argentini, e brasiliani. Penso per un problema di lingua. Gli argentini girano con
thermos e coppa tradizionale di legno e peltro per sorseggiare ovunque il loro mate. E’ molto difficile trovare
sudamericani in Asia, dove bazzico di solito, e quindi non mi era quasi mai capitato prima di parlarci. Mi
piacciono tantissimo, sono estroversi ed affettuosi, ma perennemente in ritardo! Infatti, mentre sto già lì da
un pezzo, ed ho avuto tempo di mangiare e andare in bagno, questi tranquilli come pasque se ne arrivano, e
la guida non li cazzia nemmeno. Ah sì?? Bene, allora prossimamente farò come loro. A dire il vero mi era
già venuto in mente di disubbidire, ma temevo di essere abbandonata a me stessa. Visto che questo non
succede, allora mi accoderò a loro per farmi gli affari miei.

1/9 Valle Sacra


Partenza teorica alle 9.00 ma non rispettata perché ci sono ritardatari. Di che nazionalità? Indovinate un po’!!
Dapprima ci fermiamo in una specie di mercato in mezzo al nulla, non si tratta di un mercato tradizionale,
come pensavo, bensì di un’accozzaglia di bancarelle di souvenirs , separate da pareti di lamiera. I prezzi
comunque sono più convenienti che a Cusco.
Giungiamo quindi a Pisac, dove veniamo dapprima trattenuti in un laboratorio dove si lavora l’argento.
Vorrei squagliarmi già da subito, visto che ho capito dove si trova il mercato per cui la città va famosa, ma
rimango, un po’ per educazione ed un po’ perché incuriosita dalla spiegazione su come fare a distinguere
l’argento vero da quello falso.
Per esplorare questo mercato ci viene lasciata mezz’ora, il pulman non aspetterà i ritardatari, che recupererà
al ritorno dalle rovine. Anche qui ci sono molti souvenirs, ma quelli neanche li guardo, e subito mi fiondo
nella zona dove fa acquisti la gente del luogo.
La giornata è limpida, ed una luce eccezionale illumina i coloratissimi cumuli di frutta e verdura, ed i
contenitori di pigmenti usati per tingere le stoffe.
Molte donne indossano il caratteristico copricapo, una specie di fazzoletto adagiato sulla testa.
La visita alle rovine, che si trovano sulla sommità di una collina divise in vari settori, è un tour de force.
Dopo la spiegazione che la guida ci dà all'ingresso raccontando dettagli sulle origini del sito, ci viene
generosamente concessa una mezz’ora per salire in cima, al tempio del sole, guardando nel frattempo anche
tutto il resto. E’ ovvio che uno potrebbe anche non andarci, e starsene beato al sole, però io come la maggior
parte della gente voglio vedere il più possibile, ed insomma…. considerando anche il percorso un po’
labirintico è un po’ una corsa…Anche qui i fianchi della collina sono lavorati a terrazze, come a Moray.
Il cielo è meraviglioso!

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Si pranza a Urubamba. Io mi sono portata dei panini. Ollantaytambo è il luogo di maggior richiamo, le sue
attrattive giustificano un pernottamento, ed infatti vi sono parecchi bed and breakfast. Visitiamo di corsa le
rovine, arrancando dietro alla nostra guida sui terrazzamenti sino al tempio del sole, una serie di monoliti
disposti in verticale. Scorgo sulla montagna di fronte delle costruzioni particolari, sono depositi di granaglie.
Accanto ad essi, uno spuntone di roccia prende sembianze umane.
Rientro a malincuore, ma non troppo, visto che domani ho in programma di ritornare qui.
La visita a Chinchero si svolge che è già notte. La piazza è illuminata, e ci dedichiamo soprattutto agli interni
della chiesa, ma sono un po’ dispiaciuta di tutta questa fretta.

2/9
Ritorno a Ollantaytambo in minivan (45 Sol andata/ritorno), oggi pomeriggio alle 16.39 ho il treno per
Aguascalientes.
Il minivan mi lascia alle biglietterie ferroviarie. Perù Rail la fa da padrone, ha una biglietteria degna di
questo nome, rimessa per i bagagli, panche per l’attesa. Inca Rail è soltanto un gabbiotto, e nessuno dentro.
Dopo un po’ se ne arriva l’impiegato, che era a pranzo, e mi permette di lasciare il bagaglio nell’ufficio sino
alla partenza del treno. Sono così libera di girare senza pesi (il grosso l’ho già comunque lasciato in albergo a
Cusco). La strada accanto al fiume è costeggiata da aiuole con bellissimi fiori
Consiglio di visitare le rovine verso l’ora di pranzo, perché c’è pochissima gente. Io non posso più rientrare,
perché ormai il mio boleto è stato timbrato, quindi mi accontento di sbirciare e fare qualche foto.
Mi faccio poi un giro per le viuzze dove non c’è nessuno, a parte bimbi che giocano, e mi fermo a pranzo al
Ristorante Sumac Mijuna Wasi, 7 PEN. Piena come un uovo, sotto un sole cocente, chiedo informazioni su
dove sia il sentiero per salire ai granai di Pinkujlluna, che sono quelle costruzioni che avevo adocchiato ieri.
Un cartello all’imbocco avvisa che si tratta di una salita pericolosa.
E’ gratis, ma dopo qualche gradino incontro un tizio che si spaccia per guida, mi chiede soldi, e visto il mio
rifiuto, mi mette in guardia avvisandomi di stare attenta a dove metto i piedi. In effetti, mi rendo conto che il
cartello non esagerava. Arrivo al primo gruppo di costruzioni, indicato nella foto dalla freccia nera, vedo che
la via più diretta è stretta, ripidissima, senza argini o altro cui appigliarsi. Tenendo conto che sono sola,
penso che sia meglio non strafare. Decido quindi di raggiungere altre costruzioni dalla parte opposta (freccia
rossa). Sono sola, che bello! Queste meraviglie sono tutte per me!
Mentre mi riposo, scorgo alcune donne che scendono dai granai seguendo una via più lunga e più agevole da
un altro versante, che dove ero prima non si vedeva (freccia verde). Credo che però sia troppo tardi, e non
voglio perdere il treno. Scendo quindi in paese, faccio un giro nella piazza. Poi con calma vado a recuperare i
bagagli, e mi accomodo in stazione in attesa del treno. Credo proprio che valga la pena pernottare ad
Ollataytambo, e lo consiglio caldamente! La stazione ha due bar e due ampi bagni, che sono i più belli e
puliti che abbia mai visto in una stazione ferroviaria. Il treno arriva e parte puntuale, e ci mancherebbe, con
quello che costa. A bordo vengono offerte bevande calde. C’è gente che si porta dietro di tutto, quindi le
rastrelliere poste ad inizio vagone non sono sufficienti, e l’eccedente viene sistemato come si può sotto i

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sedili. Anche le sedute sono abbastanza ristrette. Per Aguascalientes e Machu Picchu vedere la seziona
apposita

5/9 Sacsayhuaman Tambomachay Pukapukara Qenqo


Il tour comprenderebbe anche il Corichanka, ma poiché già l’ho visitato per conto mio il giorno prima
(ingresso 10 PEN, andateci ne vale veramente la pena, come già ho detto nella sezione dedicata a Cusco), lo
salto e mi unisco dopo al resto del gruppo. Guida e turisti sono i più allegri e simpatici che sinora siano
capitati.
L’assistente di Ayni Tours aspetta con me il bus per assicurarsi che mi raccolga, e nel frattempo parliamo del
più e del meno, lei è molto interessata alla crisi che sta attanagliando la UE. Mi deprimo un po’ tuttavia non
appena salgo a bordo del pulman il morale si risolleva. Peccato solo per il tempo, uno splendido primo
pomeriggio soleggiato a poco a poco si annuvola, e quando giungiamo a Sacsayhuaman, che è poco fuori
città, sono grata a me stessa per aver pensato di portarmi dietro il piumino. Il sito è molto esteso, ma la nostra
visita è veloce come un lampo.
Sacsayhuaman era principalmente un centro cerimoniale, anche se i conquistadores pensarono che fosse una
fortezza per via delle imponenti mura. I massi che le costituiscono sono giganteschi, e perfettamente
combacianti uno con l’altro, tanto che neppure una lamina di coltello potrebbe infilarsi. Proseguiamo per
Tambomachay, una serie di fonti e canali d’acqua che scorrono da un terrazzamento all’altro. Puka Pukara è
una specie di fortezza da dove vedo un bel tramonto, ed infine Qenqo, che era un luogo dedicato alle
mummificazioni. Camminiamo in passaggi angusti in mezzo ad alti monoliti e ci infiliamo in una grotta, il
percorso è breve e non riesco a vedere nulla perché c’è buio ed una calca enorme.
Solita sosta ad un centro artigianale dove, anziché fare compere, mi intrattengo con un simpaticissimo
ragazzo coreano che sta facendo il giro dell’America del sud, e che mi racconta di essere stato derubato di
tutto in Bolivia, paese in cui invece io non mi sono mai sentita neanche lontanamente in pericolo..Rientriamo
a Cusco verso le 19.30. Il coreano, prima di scendere, mi regala una spilletta con la bandiera del suo paese.
Vado a cena con alcune persone conosciute nell’escursione. Domani purtroppo ho l'aereo per Lima

Cuzco
La cosa che più mi ha colpito di Cusco è la magnifica luce, l’aria tersa, il cielo azzurro, per causa
dell’altitudine cui la città si trova, 3360 metri sul livello del mare. All’arrivo il soroche non rappresenta più
un problema per me, perché sono praticamente tre settimane che giro a queste altitudini, e anche peggio. Il
fiatone tuttavia è una costante, con tutte quelle scale e salite, e di notte ogni tanto ancora mi manca
l’ossigeno. Sensazione difficile da spiegare, a chi non l’abbia provata. Immaginatevi mentre state
mangiando, con il naso chiuso per il raffreddore. Reso l’idea? Questa è una delle sensazioni regalate dal mal
di altura, una di quelle leggere, perché poi capita di peggio, mal di testa (a me) e se si è sfortunati anche
nausea e vomito. La differenza di pressione, ad alcuni particolarmente sfigati, può causare anche la rottura di
alcuni capillari nel naso.

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Quasi tutti gli ostelli ed alberghi anche qui come a Puno mettono a disposizione acqua calda e foglie di coca.
Serve? Io l’ho provato nella salita da Arequipa a Chivay (si passa da 2000 mt a 3600, transitando per un
passo a 4900 mt) dopo aver già trascorso due settimane in Bolivia, e non mi ha fatto nessun effetto, neppure
di euforia. Neanche altri che arrivavano da Lima hanno sentito effetti, neppure di euforia, e sono stati
malissimo. Tutti gli altri effetti collaterali legati alla permanenza in questa città sono invece molto piacevoli.
Trascorro qui 8 giorni, dal 29/8 sera al 6/9 mattina, compresa una notte a Aguascalientes.
Partecipo ad escursioni comprate nelle agenzie della Plaza de Armas per visitare i dintorni, visito i musei, le
chiese, gli edifici più importanti, e mi perdo a volte per le sue viuzze, col naso all’insù a guardare il cielo
infinitamente azzurro, le soffici nuvole, i balconi di legno dello stesso colore del cielo, i muri bianchi delle
case dello stesso colore delle nuvole. I colori vivaci di alcune donne vestite in modo tradizionale mi
riportano di tanto in tanto lo sguardo a livello orizzontale. L’idea originale era di trascorrere molto meno
tempo a Cuzco per dormire anche a Ollantaytambo e altre località della Valle Sacra. Una volta giunta in loco
ritengo molto più comodo tenere Cuzco come base. La capitale dell’impero Inca è ben consapevole del
proprio fascino e fa pagare a caro prezzo le sue attrattive. Segnalo comunque un paio di posticini che è
possibile visitare gratuitamente. Uno è l’edificio Scotiabank, in Calle Maruri, che ha acquistato e restaurato
un palazzo inca, e ne ha fatto la sua sede principale. Tuttavia sono presenti anche un museo Puca Marca, ed
una esposizione fotografica di Martin Chambi, famoso fotografo cusqueno.
L’altro è la Direccion Regional de Cultura Cusco, in calle Arequipa angolo Calle Maruri, dove è possibile
vedere delle rovine ed alcuni reperti. Per tutto il resto c’è il boleto turistico, 130 PEN, validità 9 giorni, 16
siti, oppure 70 PEN, validità due giorni, 8 siti. Vale la pena spendere 130 PEN? Forse alcuni dei musei non
sono imperdibili, ed alcuni presentano la stessa tipologia di reperti, ma penso che, dal momento che si è
arrivati sin qui, non sia il caso di fare i tirchi inutilmente, al limite si può cercare di risparmiare su altro
(l'albergo). I musei comunque sono interessanti perchè espongono manufatti delle epoche pre ed incaiche, ed
i cartelli danno un minimo di nozioni sui popoli che hanno abitato queste terre. Al museo del sitio di
Corikancha ci sono interessanti pannelli che spiegano la differenza tra la visione religiosa e filosofica del
mondo fra gli inca ed i cristiani. Esiste anche un boleto religioso, per le chiese, tuttavia decido di pagarmi di
volta in volta quelle che mi interessano, a dire il vero per i nostri standard dentro non sono nulla di
eccezionale. La cosa buffa è che è assolutamente proibito fare fotografie agli interni, e non è permesso
nemmeno pagando una sovratassa. Gli arredi sono molto barocchi, e la scuola cusquena di pittura è famosa.
Scorgo un gatto che dorme beatamente acciambellato sull’altare della chiesa della Compagnia di Gesù
(ingresso 10 PEN). Che carino! La vista che si gode dalle torri campanarie sulla Plaza de Armas è notevole
(e qui faccio le foto). Ecco, questa è l’unica chiesa in cui sono entrata a Cusco dietro pagamento. L'unica
chiesa invece dove sono riuscita a entrare senza pagare è stata quella accanto al Museo di Santa Catalina ma
anche qui, nonostante l'assenza di cartelli, mi è stato vietato di fare fotografie. Poi mi sono intrufolata nella
Cattedrale durante una funzione dando una sbirciatina.

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Tutto il centro storico è meraviglioso, segnalo le cose che mi hanno colpito di più. La salita a San Blas, le
botteghe degli artisti, La Plaza de Armas, ovviamente, alcune vie che si diramano da essa, la Plazoleta
Nazarena e le vie pedonali che portano alla Plaza de Armas, il Corikancha, un tempio inca (traboccante oro,
all’arrivo degli spagnoli) sui cui resti è stato costruito il convento di Santo Domingo. Il mercato centrale di
San Pedro offre commestibili vari, souvenirs e pasti economici, anche se l’igiene a volte lascia a desiderare,
e si sentono strani odorini. Qui un thè costa 1 PEN, una zuppa di patate e cereali di ricetta inca 2.5 PEN, un
frullato di frutta fresco 3 PEN, 2 PEN una golosissima torta alla bancarella di Yoni, molto frequentata. A
fianco, il mercato Cascaparo. I ristoranti sono abbastanza costosi, tuttavia molto di giorno propongono il
cosiddetto “almuerzo” a 8/9 PEN. Io ho provato Ego’s, vicino a Santa Catalina (9 PEN), frequentato solo da
peruviani. Per quanto riguarda la sera è un po’ più difficile risparmiare, ad ogni modo Haylly, in calle
Plateros fa il menù turistico a 12 PEN, Pachamama in Calle Maruri 15 PEN ed è meglio, poi c’è un buffet
self service al Ristorante Indiano Maykana in Avenida del Sol (15 PEN)
Segnalo inoltre un locale, vicinissimo alla Plaza de Armas, dove un un thè costa solo 1.8 PEN, è il Cafè
Extra, credo sia nella pittoresca Calle Espaderos.

Dormire a Cusco
E’ stato problematico trovare un posto dove dormire la prima sera a Cusco, in quanto sono arrivata verso le
20.30, ho girato un sacco, ed alla fine mi sono accontentata di una stanza all’Andean Dream Hotel, fredda e
brutta, per 70 PEN dopo un po’ di contrattazione. Nell’albergo ce ne sono di migliori, infatti le recensioni in
rete sono positive, forse sono stata sfortunata. Ottima la colazione, con succhi di frutta freschi. Mi sono
quindi spostata, dopo aver girato un po’, all’Hotel Casona Real, veramente ad uno sputo da Plaza de Armas,
con un ottimo rapporto qualità prezzo (vedere la mia recensione su tripadvisor). Me l’hanno offerta per 80
PEN, e dopo essermi accertata di aver capito bene di che valuta stavamo parlando (temevo infatti fossero
dollari), mi sono aggiudicata la splendida stanza nr. 102 per 60 PEN. Per chi viaggia in economia, segnalo
come sia difficile trovare stanze riscaldate, ed acqua calda nelle docce nelle sistemazioni più modeste.

Arrivare e partire
Ho raggiunto Cusco da Arequipa con un bus diurno della Civa, 40 PEN, un cama comodissimo. Ha la stessa
qualità di Cruz del Sur, e costa molto meno. Non lo vendono le agenzie, l’ho prenotato direttamente alla
stazione dei bus di Arequipa. Partita alle 8 e arrivata alle 20, dicono che ci impiega 10 ore, ce ne ha messe
12, ma in Perù è normale. Perché ho viaggiato di giorno, sprecando di fatto un’intera giornata da dedicare a
Arequipa? Perché nello spostamento precedente, da Puno a Arequipa, nei pressi di Juliaca sono rimasta
ferma un’intera notte su un bus per via della strada bloccata da un camion, rovesciatosi per colpa del
ghiaccio. Nessuno è venuto a sgombrare la strada, infatti. Poiché un pezzo di strada è lo stesso, ho ritenuto
saggio evitare di viaggiare di notte. La mia prudenza è stata premiata, in quanto ho saputo in seguito che
anche i bus notturni da Arequipa a Cusco erano stati bloccati di notte. Il volo aereo Arequipa Cusco, troppo
caro, non l’ho neppure considerato

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Ho dovuto invece sganciare 140 USD per il volo da Cuzco a Lima, (TACA Aviance, comprato on line)
perché sinceramente non avevo voglia di sciropparmi 24 ore di bus, non per la sfacchinata in sé, quanto
piuttosto per evitare perdite di tempo, ed eventuali altri blocchi per il maltempo. Se avessi prenotato il volo
in anticipo sarei, forse, riuscita a spuntare 80 USD più tasse, quindi sui 115 in totale.
Avevo però paura che mi spostassero l’intercontinentale (all’andata è successo un paio di volte) e quindi non
volevo rischiare di perdere i soldi. Le varie agenzie di Cuzco reclamizzano voli a costi strabilianti, quando
poi entri dentro e chiedi info per le date che interessano a te, questi prezzi lievitano paurosamente. Il check in
on line lo può fare l’agenzia ufficiale che si trova in Avenida del Sol. Taxi da terminal dei bus a Plaza de
Armas 7 PEN - Taxi da Plaza de Armas a aeroporto 8 PEN

Machu Picchu
Se ancora non ci si è stati probabilmente non si può capire cosa intendo… ho avuto una sensazione analoga
quando ho visitato i templi di Angkor in Cambogia, ma probabilmente a mio parere MP è migliore.
L’escursione nel suo complesso è molto costosa, ma vale ogni centesimo speso. E’ qualcosa che non può
mancare nella vita di un viaggiatore.

Alcune informazioni pratiche


Mi sono auto-organizzata al 100%. A Cuzco ci sono un sacco di agenzie che reclamizzano MP a prezzi
strabassi. 100 USD in auto, 130 USD il pacchetto completo con treno. In realtà non riesco a capire come si
possa raggiungere MP in auto dal momento che con vi è nessuna strada, probabilmente significa che lasciano
da qualche parte e poi si cammina seguendo i binari della ferrovia. 130 USD è certamente un buon affare.
Secondo la mia esperienza, però, (ho comprato escursioni giornaliere a Cuzco per andare alla Valle Sacra,
Moray, Maras, Sacsayhuaman, ecc ecc) in questi tour ci si precipita da un posto all'altro con pochissimi
minuti per contemplare la bellezze di fronte a voi. Esempio, 10 minuti a Maras, mezz’ora al mercato di
Pisac. Certamente, seguendo questo andazzo, non avrei gradito trascorrere solo 3 ore in MP!!
C’è anche da dire che a Cuzco è pieno di agenzie che reclamizzano in vetrina il volo su Lima a 40 USD, e
poi quando vai dentro a chiedere preventivi dando date precise la cifra lievita a 120 USD…. Quindi chissà se
si riesce davvero a comprare il pacchetto a 130 USD.. Ho comprato i biglietti del treno da Inca Rail su
internet (50 + 52 dollari andata/ritorno da Ollantaytambo). http://incarail.com/
Una volta a Cuzco, bisogna cambiare il voucher con un biglietto nell'ufficio che si trova in Plaza de Armas
(oppure in uno degli altri luoghi indicati sul voucher). Il bus da Cuzco a Ollantaytambo mi è costato 45 PEN
a/r. E' un minivan per turisti, ma c'è anche un Cruz del Sur di linea (28 PEN solo andata, idem per il ritorno).
Attende i passeggeri nel parcheggio vicino all'ingresso della stazione di Ollanta, dove vi sono le biglietterie
di Perù Rail e Inca Rail.
Ho comprato il biglietto d'ingresso per MP sul sito web http://www.machupicchu.gob.pe/, (seguire le
indicazioni del sito versione spagnola, in quello inglese dopo un pò si inceppa) e ho prenotato senza versare
nulla in anticipo una notte all'Hostal Los Caminantes in Aguascalientes (40 PEN una dignitosissima camera

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singola). Il bus da Aguascalientes a MP costa 18,50 USD (andata e ritorno), è meglio acquistare il biglietto la
sera prima di partire, specialmente se si desidera partire alle 5.30 per andare a vedere l'alba. L'addetta alla
biglietteria è particolarmente pignola sull'aspetto dei dollari, credo che in pratica vorrebbe soltanto banconote
nuove di pacca. Mi ha rifiutato un paio di 20 in perfette condizioni, ha smesso di intestardirsi soltanto
quando mi sono chiaramente seccata e le ho detto che non avevo altro.
Ci sono lunghe code già a quell’ora, in ogni caso, contando anche l’attesa all’ingresso del sito, si riesce
comunque ad arrivare in tempo.
Sul biglietto di ingresso per MP è chiaramente indicato che non è possibile introdurre cibi e bottiglie nel sito.
Solo le borracce sono permesse. Tuttavia, nessuno controlla, ed ho visto nelle tasche degli zaini bottiglie di
tutte le dimensioni. Io ho la mia borraccia, (1 litro, peraltro insufficiente). Basta stare attenti a non lasciare
cartacce e rifiuti in giro. Io mi sono portata anche un panino e degli snack, per non rimanere digiuna (il
ristorante all’ingresso fa parte di un hotel di lusso, ed i prezzi sono inaccessibili). Vi sono bagni soltanto
all'ingresso, in caso di bisogno bisogna quindi tornare indietro. Io mi sono prenotata la salita alla Montaña,
perché la Lonely Planet affermava che la vista da lassù è migliore che dal Wayna Picchu.
Fino a qualche tempo fa la salita era gratuita, adesso invece non più. La Montaña si trova ad una altezza
decisamente superiore al Wayna Picchu (3082 mt vs. 2700 circa). La salita è tutta a gradini, molto irregolari,
è faticosa, ma nulla di particolarmente pericoloso o difficile. Ne vale assolutamente la pena.
Secondo me è opportuno trascorrere il giorno intero a Machu Picchu. D’altro canto, arrivando alle 6.45,
visitando El Puente del Inca, poi la Montaña o Wayna Picchu, e poi tutta la parte centrale con calma
assolutamente ci si impiega l'intera giornata! Sperando che sia soleggiata!
Nei giorni di pioggia in ogni caso non si sale al Wayna Picchu perché 1 è pericoloso, 2 non c’è nessun
panorama da vedere. La salita alla Montaña invece sfuma per il solo punto 2.
In realtà pensavo di trovare molta più ressa. Certo è quasi impossibile riuscire a scattare foto senza avere altri
fra i piedi, tuttavia dopo 15,30 il flusso cala drasticamente, è possibile sentire silenzio, interrotto dal canto
dei grilli e delle cicale, ed è meraviglioso. Davvero, non avevo voglia di uscire.
Pensando alla lista delle 7 nuove meraviglie del mondo, avendone viste 5, sicuramente MP è meglio di
Colosseo, Chichen Itza, Taj Mahal. Petra un pelino sotto, la Grande Muraglia non credo lo insidi, Cristo
Redentore in sé neppure, ma certo il contesto naturale in cui è inserito è eccezionale e dovrei verificare di
persona non essendoci mai stata….

Due parole su Aguascalientes, ovvero Machu Picchu Pueblo. Non avrebbe ragione di essere, turisticamente
parlando, al di fuori della fiumana di visitatori che ci transita per il breve tempo necessario a scendere dal
treno, prendere un bus, mangiare qualcosa e magari comprare qualche souvenir in attesa di rientrare.

Prevale quindi la logica dello “spremere come un limone” finchè si può.

Per quelli che decidono di pernottarvi vale la stesso concetto.

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I prezzi sono quindi decisamente più alti della media. L’hostal Los Caminantes, 40 PEN, non molto ben
recensito, l’ho scelto in ogni caso perché era molto meno caro della media degli hotel che riscuotono
consensi su Tripadvisor.

La reception è tetra, e c’è odore di muffa, tuttavia le camere non sono male, spartane ma pulite. Il punto
“contro” più rilevante è la posizione, davanti alle rotaie, dove gruppi di uomini non smettono di
caricare/scaricare merce se non nel pieno della notte. Dovendo però alzarsi alle 5, questo non rappresenta un
grosso problema. Più complesso risulta invece riuscire a chiudere occhio alle 8 se uno volesse andare a letto
con le galline. Fortunatamente, c’è pieno di bar (alcuni anche molto belli) per tirare a più tardi.

E’ buona norma avvisare la reception se uno dovesse lasciare l’albergo molto presto la mattina. Nonostante
io mi sia premurata di farlo, alle 5.15 mi trovo bloccata dentro nel buio più pesto, e mi tocca cercare a tentoni
la stanza dove dormono i gestori

I ristoranti sono stra-cari. Procedendo nella Avenida Pachacutec in salita i prezzi diminuiscono a poco a
poco, ma è meglio verificare prima che non ci siano costi nascosti tipo la percentuale relativa al servizio (che
normalmente in Perù nessuno applica, per lo meno nei ristoranti economici che ho frequentato io)

Nulla in particolare da segnalare su Inca Rail, il treno parte ed arriva puntuale, e ci mancherebbe, con quello
che costa! Spazio bagagli insufficiente.

Rientro a Aguascalientes affaticata, indolenzita, impolverata, assetata, affamata, ustionata. Di sicuro non mi
sono risparmiata. Felice.

Paracas e Isole Ballestas

Non chiamatele “Galapagos dei poveri”, non lo meritano assolutamente! “sorelle minori” può andare meglio.

Per chi, come me, viaggia in fai da te, alcuni consigli per raggiungerle da Lima, premettendo che è molto più
comodo dormire a Paracas.

Prima il dettaglio costi:

10 PEN per taxi da Av. Larco Miraflores al terminal dei bus Soyuz

74 PEN andata e ritorno bus Vip Perùbus

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20 PEN taxi da Pisco Cruz (sulla Panamericana) a Paracas

50 PEN escursione alle Isole Ballestas e visita alla penisola di Paracas

10 PEN taxi da Pisco Centro a Pisco Cruz

10 PEN taxi da terminal bus Soyuz a Miraflores Av. Larco

Totale: 174 PEN, ossia 45 Euro

Il pernotto a Paracas è semplicissimo organizzarlo per chi, ad inizio viaggio, atterra a Lima, ed è diretto
verso sud, ma per me che arrivo dall’opposta direzione, dopo aver visitato Bolivia e Perù, non ci sono
alternative a quanto scelto, se non saltare Lima, perdere un giorno e muovermi con tutti i bagagli appresso,
cosa che non ho voglia di fare (nell’ultimo giorno di permanenza a Lima devo concentrare lo shopping di un
mese sempre rimandato per non appesantire il bagaglio).

I luoghi turistici peruviani, siti naturali ed archeologici, sono facilissimi da raggiungere con escursioni
guidate, molto economiche, organizzate dalle agenzie locali. Pulmini e minibus raccolgono e raggruppano
turisti dai vari alberghi portandoli quasi ovunque, è sufficiente prenotare la sera prima.

Arrivata a Lima e dopo aver consultato un paio di agenzie in zona Miraflores, subito mi rendo conto che le
Ballestas sono una eccezione. Nessuna gita organizzata, solo macchine private e botte da più di 250 dollari.

L’unica alternativa offerta dalle agenzie è la prenotazione della corsa delle 3.15 delle compagnie Cruz del
Sur e Ormeño.

Se Cruz del Sur ed Ormeño non hanno più posti, e volete partire il giorno dopo, beh, è un casino. Ma non
impossibile!!

Il primo intoppo è che io non ho una guida tipo Lonely Planet, cosa comunque non gravissima visto che ho
appurato che spesso anche l’ultimissima versione che ho acquistato a capitoli pdf per altre città peruviane
non riporta informazioni aggiornate.

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Il secondo è che ogni compagnia di bus ha il proprio terminal, e quindi si tratta di capire a priori quali
raggiungano Paracas. Il terzo è che in agenzia putroppo mi danno anche informazioni sbagliate sulle
compagnie che effettivamente seguano questa tratta.

Il pomeriggio del giorno 6 settembre, l’unico che potrei dedicare alla visita della capitale, è impegnato alla
ricerca di un qualcosa che riesca a trasportarmi a Paracas in tempo utile (8 di mattina) per riuscire ad
aggregarmi alle lance in partenza. Le escursioni sono limitate alla prima mattinata, più tardi il vento si leva
ed il mare si ingrossa, ostacolando e rendendo pericolose le uscite.

Con un taxi raggiungo dapprima Civa, ma desolata scopro che non fanno servizio diretto a Paracas. Qui mi
dicono che l’unica compagnia che effettua questo trasporto è Soyuz, e la sua consociata Perùbus, quindi
raggiungo il loro terminal che per fortuna non è distante. Attenzione, conviene comprare i biglietti il giorno
prima

Io non lo faccio, e seriamente rischio di restare a piedi. Non so se sia sempre così, ma quando arrivo al
terminal alla 1.30 di notte c’è una piccola folla in attesa. La partita Perù – Uruguay valida per la
qualificazione ai Mondiali è terminata, ed un sacco di tifosi, con bandiere, trombette, ecc stanno cercando di
rientrare a casa, bivaccando ovunque. La coda agli sportelli è lunga.

Non è vero, almeno per quanto riguarda la notte, che ci siano partenze ogni 5 minuti, come affermano gli
striscioni pubblicitari. Appena arriva il mio turno scopro che riuscirei a comprare un biglietto per la corsa
delle 4, il che significa arrivare troppo tardi. Miracolosamente, allo sportello Perùbus saltano fuori biglietti
invenduti sulla corsa delle 3.30. Perùbus ha i bus della linea vip, del tipo semi-cama, molto comodi e
reclinabili, ed impiega un’ora in meno rispetto a Soyuz per arrivare a Paracas.

C’è la toilette a bordo, la televisione, e danno perfino da mangiare. Il bus parte ed arriva in orario perfetto,
cosa quasi mai successa in questo viaggio. La fermata è sulla Panamericana, in prossimità della città di Pisco
denominata Cruzero.

Un taxista conduce me e la mia compagna di viaggio al molo di Paracas

Il taxista si propone subito di accompagnarci alla scoperta del Parco Nazionale, insistendo anche, ma viene
ignorato.

I prezzi per l’escursione sono i medesimi in tutte le agenzie. Per quello che ho modo di vedere, anche le
barche sono più o meno le stesse.

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Purtroppo la giornata è grigia, ma per il momento non piove. La cittadina, casette bianche col tetto piatto,
molte pensioni, un lungomare animato da turisti e pellicani, sembra un po’ triste.

Nonostante l’atmosfera cupa, i colori delle scogliere che costeggiamo una volta preso il largo sono
straordinariamente vividi, e variegati.

Io non ho problemi, ma per fortuna oggi il mare è calmo (mi infastidisce vedere gli altri vomitare).
Giungiamo al Candelabro, una grande struttura geroglifica che ricorda le linee di Nazca.

Sopra di noi migliaia di uccelli in volo, sule, gabbiani, cormorani, pellicani di varie specie. Altrettanti a riva.

Dopo un breve tratto di mare, arriviamo alle Ballestas. Qui troviamo anche pinguini di Humboldt, e leoni
marini.

Transitare sotto una la folla di pennuti in volo è molto rischioso, non c’è alcun membro della spedizione che
sia riuscito ad evitare i loro ricordini, quando capita a me sono così presa ad osservare la fauna che neppure
me ne accorgo.

Le barche si avvicinano molto agli scogli, ed è possibile vedere la fauna, soprattutto i leoni marini da molto
vicino.

Da quale lato sedersi? In teoria imparzialmente il pilota si accosta alternativamente in modo da favorire sia
destra che sinistra, ma io, seduta a sinistra ho notato che molto più spesso degli altri mi sono trovata faccia a
faccia con i simpatici otaridi, non so se è la regola oppure è stato un caso…

Di rientro a Paracas (l’escursione non credo duri più di un’ora e mezza) viene lasciato circa 45 minuti di
tempo per fare colazione nei vari ristoranti del lungomare che nel frattempo hanno aperto i battenti, ed
intorno alle 11 si parte in pulmino (devo dire che il mio è piuttosto scassato, in ogni caso non mi ha lasciato a
piedi) alla volta del Parco Nazionale di Paracas.

La nostra guida ci trascina al ritmo di “Adelante! Adelante! Rapido! Rapido” in un interessante e piccolo
museo dove ci sono informazioni sugli animali che popolano la zona e la formazione geologica.

Non riesco assolutamente a fermarmi tutto il tempo che vorrei!

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Dopo è la volta della Catedral, che ricorda vagamente i 12 apostoli australiani, il posto è bellissimo

Infine alcune spiagge, fra cui la Playa Roja.

Consumiamo il pasto alle Lagunillas, ove vi sono ristoranti tipici che propongono pesce fresco.

Considerando che per rientrare a Lima ci vogliono 4 ore, ho fissato la corsa di Perùbus delle 16.30. Dato che
i tour finiscono verso le 15.30, come orario mi pare perfetto.

Ritengo questa escursione assolutamente impedibile, visto anche l’ottimo rapporto qualità/prezzo.

Conclusioni
Vale la pena di andarci? Claro que sì! Non è esattamente un viaggio economico, in quanto non è possibile
risparmiare più di tanto a Cuzco, Aguascalientes, e Machu Picchu dove lo straniero viene stangato senza
pietà. Vedere l’alba a Machu Picchu tuttavia non ha prezzo :) ed i 36 Eu del biglietto li vale tutti.. Quello che
trovo un po’ scandaloso è il trenino, l’assoluta mancanza di concorrenza fra Inca Rail e Perù Rail, e di
sistemi di trasporto alternativi, se non fare un giro allucinante in micro e percorrere dei km a piedi lungo una
rotaia.. Non so se siano solo leggende metropolitane, eppure in rete voci imprecisate sussurrano che la strada
per arrivare ad Aguascalientes c’è…
Un posto che mi ha sorpreso, di gran lunga meglio di cosa mi aspettassi, è la riserva di Paracas e le Isole
Ballestas, davvero meravigliosi. Tenuto conto delle asperità atmosferiche, a me è capitata la neve, immagino
che a febbraio si tratti di frane, è comunque un paese dove è facile muoversi, collegamenti facili. Il resto del
paese è relativamente economico.
Le città coloniali sono straordinarie, il patrimonio culturale è immenso, i paesaggi mi hanno un po’ deluso,
soprattutto il Titicaca, molto meglio la Bolivia dal lato naturale.

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PERU’-BOLIVIA-CILE “CAMINO REAL” – VIAGGI AVVENTURE NEL MONDO

Perù, Bolivia, l’altopiano andino, culla di antiche civiltà la cui origine ancora oggi è avvolta nel mistero,
nelle scenario impareggiabile delle innevate e scintillanti vette andine questo vi propone il Camino Real. Su
una superficie pari a quattro volte quella dell'Italia, si passa dalla grandiosità delle grandi Cordigliere del
nord, alla grandiosità della Cordillera Real boliviana, alle distese desertiche; dagli immensi altopiani,
all’unicità del Lago Titicaca, il più alto del mondo, ai Salares e alle lagune boliviane; dagli spettacolari siti
archeologici delle tante civiltà susseguitesi nel corso della Storia, alle coste dalle molteplici forme, dai
profondissimi cañon, alla sterminata regione amazzonica. Particolari anche i centri abitati: la convulsa e
contraddittoria Lima, la meravigliosa Cusco, l'affascinante Arequipa e La Paz con i suoi 4000 m via via fino
alle cittadine, i paesini, i villaggi, i minuscoli gruppi di case nei luoghi più sperduti. Incredibili la fauna e la
flora, estremamente differenziate proprio per l'infinita varietà degli ambienti e degli habitat naturali: uccelli
marini sulle coste (addirittura i pinguini di Humboldt alle Isole Ballestas, i più vicini all'equatore del mondo),
i maestosi condor nella regione dei cañon, i camelidi dalle lane pregiate sugli altopiani: il lama, il guanaco,
l'alpaca, la preziosa vigogna. E poi c'è la gente: i campesinos delle zone rurali, che seguono i ritmi del sole
lavorando sodo all'aperto dall'alba al tramonto e la folla di venditori e acquirenti degli onnipresenti e
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variopinti mercati. Per tutti questi motivi, il Perù e la Bolivia rappresentano i due paesi più colorati che un
viaggiatore possa visitare.

Arriviamo a Lima, visitiamo il museo etnologico, le piazze, le chiese, le strade e stradine per avviarci poi,
verso i grandi centri archeologici del Perù. La visita al museo risulterà una introduzione fondamentale per
comprendere il patrimonio storico, artistico ed etnologico delle aree che visita. Lungo la panamericana per
Pisco, Paracas e l’isola del guano, poi a Nazca dagli enormi disegni realizzati direttamente sul terreno e
parlanti di misteriosi avvenimenti. Continuando lungo il mare raggiungeremo infine Arequipa, la seconda
città dei Perú, con il suo delizioso insieme urbano ed i suoi caratteristici conventi. Da qui, se ce ne sarà il
tempo, partirà l'escursione al Colca Canyon, con i suoi terrazzamenti ed il suo famoso “Mirador dei Condor”.
Da Arequipa saliremo per le ardite strade verso la Cordiliera, per giungere direttamente a Puno, sul Lago
Titicaca, e via verso il confine boliviano di Desaguadero. Quando a sera giungeremo a La Paz, ci sembrerà
che un manto di stelle sia stato posato al suolo, lì dove dovrebbe sorgere la città, sdraiata alle pendici dell'
Illimani: la capitale della Bolivia, con i suoi quattro livelli, con i suoi mercatini ininterrotti, tra i quali il
famoso Mercato delle Streghe (dove è possibile acquistare incredibili pozioni e simpatici amuleti) accoglie
così i suoi visitatori serali. L’escursione al mondo magico dei Salares di Uyuni comporta una notte di
viaggio e dai 3 ai 4 giorni ma i paesaggi inimmaginabili delle distrese di sale, i colori dell’alba e del
tramontio, le islas ricoperte di cactus giganti meritano ogni sacrificio.
Entrati a La Paz ci stupiranno le rovine di Tiawanaco, sito archeologico (Unesco) che nasconde il mistero
della sua civiltà. Potremo visitare Copacabana, città santuario da cui è possibile effettuare escursioni alle
Isole del Sole e della Luna, o percorrere la riva dei gigantesco lago, rientrando in Perù, per provare il fascino
incontaminato dell'Isola di Amantani, dove si dorme ospiti delle famiglie locali, o per acquistare i prodotti
artigianali creati dagli abitanti di Taquile o da quelli delle isole galleggianti, le Isole degli Uros. Le
escursioni a queste isole partono tutte da Puno. Nelle vicinanze di Puno non dimenticheremo comunque la
visita alle tombe monumentali di Sillustani, o il coreografico Tempio della fertilità. Rientrati a Puno
l’indomani di buon mattino proveremo il fascino dei pittoresco trenino che lentamente sale al Passo La Raya
(4500 m.) (in alternativa potremo prendere il moderno bus se segue lo stesso itinerario del treno) per
ridiscendere nella valle di Cuzco, la capitale dell'impero, città inca fino ad un metro e mezzo da terra, con le
poderose murature incaiche sulle quali gli spagnoli costruirono le loro favolose residenze. Visiteremo chiese,
musei, mercati, effettueremo il giro delle fortezze poste a difesa della città di Cuzco, Tambomachay, Kenko,
Pukapukara e la megalitica di Saqsaywaman (dove il 24 giugno ha luogo il pittoresco rito di Inti Raimi, la
Festa dei Sole), non dimenticheremo neppure i dintorni: Pisac, con il caratteristico mercato che si svolge
ogni giovedì e domenica, la Valle Sagrada (in quanto fertile) dove scorre l' Urubamba, il fiume sacro, che poi
confluirà nel Rio delle Amazzoni, fino ad Ollaintaytambo, che chiude la valle. E tutto questo servirà come
introduzione al gioiello dei viaggio: la visita alla città perduta di Machu Picchu. Potremo arrivare
direttamente con il treno fino ad Aguas Calientes (km 104), eventualmente la sera prima, e da qui di buon
mattino prendere un bus navetta (salire a piedi) su per i tornanti che portano all’ingresso del complesso

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archeologico ancora deserto. Dal Mirador uno sguardo d’insieme alla città, quindi ci perdiamo fra le rovine,
arriviamo al Ponte dell’Inca e proprio quando le folle di turisti stanno per arrivare, inizieremo la nostra
ascensione al Huayna Picchu la montagna che domina l’antica fortezza, poi di nuovo in treno per rientrare a
Cuzco per perderci nella sua stupenda realtà, nelle sue affascinati viuzze, epilogo che chiude la nostra
stupenda avventura nella Terra degli Inca. Il volo per Lima e la partenza per l’Italia.

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PERU’ E BOLIVIA “UN VIAGGIO RIMASTO NEL CUORE” – TURISTI PER CASO
L'idea del viaggio in Perù e Bolivia è nata più di un anno fa, affascinati da tempo da queste zone del Sud
America e convinti definitivamente dopo aver ascoltato i racconti entusiasti di una coppia di amici che ha
fatto il viaggio la scorsa estate.
Prima di entrare nel dettaglio, qualche consiglio generale che speriamo possa essere utile a chi volesse
visitare questi due magnifici paesi:
 come nostra abitudine, abbiamo organizzato il tutto in completa autonomia, prenotando la maggior
parte delle cose via internet con largo anticipo (in loco abbiamo prenotato solamente alcune
escursioni), si può fare senza difficoltà;
 mal d'altura: abbiamo pianificato il viaggio per acclimatarci all'altitudine in maniera graduale (2 notti
ad Arequipa prima di salire oltre i 3000 mt) e avevamo comunque portato con noi dei diuretici (tipo
Diamox). A parte qualche leggero mal di testa non abbiamo sofferto per niente, nemmeno quando
abbiamo dormito a 4600 mt;
 tutti gli spostamenti in autobus in Perù li abbiamo fatti con Cruz del Sur in posti cama (sedili
reclinabili), ci siamo trovati molto bene anche negli spostamenti notturni. In Bolivia, invece, i bus
sono più spartani e abbiamo preferito viaggiare solamente di giorno (compagnia Emperador);
 capitolo vaccinazioni: le opinioni sull'obbligatorietà del vaccino contro la febbre gialla per accedere
alla Bolivia provenendo dal Perù erano contrastanti, noi abbiamo deciso di rischiare e non l'abbiamo
fatto...c'è andata bene, in aeroporto alla dogana nessuno ci ha chiesto nulla... gran sospiro di
sollievo!!!
Itinerario in sintesi:
 01/08: Venezia - Lima, notte a Lima (3B Barranco, buono)
 02/08: mattina visita di Lima, pomeriggio trasferimento a Paracas in autobus, notte a Paracas (Gran
Palma, discreto)
 03/08: isole Ballestas e riserva di Paracas, bus notturno da Paracas ad Arequipa con cambio ad Ica
 04/08: visita Arequipa, notte ad Arequipa (La Casa de Melgar, buono)
 05/08: visita Arequipa, notte ad Arequipa (La Casa de Melgar, buono)
 06/08: tour Canyon del Colca, notte a Chivay (Pozo del Cielo, ottimo)
 07/08: tour Canyon del Colca, nel pomeriggio trasferimento a Puno, notte a Puno (Tierra Viva,
ottimo)
 08/08: visita Puno e Sillustani, notte a Puno (Tierra Viva, ottimo)
 09/08: visita isole Uros e Taquile, bus notturno da Puno a Cuzco
 10/08: visita Cuzco (Tierra Viva Plaza, ottimo)
 11/08: visita Valle Sagrado (Tierra Viva Plaza, ottimo)
 12/08: visita Valle Sagrado, trasferimento ad Aguas Calientes (Adelas Hostal, sufficiente. Buono per
pulizia e servizio, pessimo per la posizione fronte strada/ferrovia, sembrava che il treno passasse in
camera)
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 13/08: il giorno del Macchupicchu (Tierra Viva Plaza, ottimo)
 14/08: volo Cuzco - La Paz e visita di La Paz (Casa de Piedra, ottimo)
 15/08: volo La Paz - Uyuni e primo giorno di tour del Salar (Luna Salada, ottimo)
 16/08: secondo giorno di tour (Tayka de Sal, non buono, sporco e trasandato)
 17/08: terzo giorno di tour (Tayka de Desierto, buono)
 18/08: quarto giorno di tour e rientro ad Uyuni (Jardines de Uyuni, buono)
 19/08: trasferimento a Potosi e visita della città (Tukos La Casa Real, discreto)
 20/08: trasferimento a Sucre e visita della città (De Su Merced, eccellente, l'hotel migliore del
viaggio)
 21/08: visita della città e viaggio di rientro in Italia (lunghissimo, arrivo previsto per il 23/08
mattina)

Ed eccoci al dettaglio del nostro viaggio


 01/08: volo Airfrance da Venezia a Lima con scalo a Parigi, siamo arrivati attorno alle 19.30, taxi e
hotel per una notte di riposo
 02/08: ci siamo alzati presto per dedicare l'intera mattinata alla visita di Lima, in realtà abbiamo
trovato la città piuttosto anonima e di scarso interesse. Ad onor del vero, non siamo tipi da visite a
musei, quindi considerate il nostro giudizio legato semplicemente all'aspetto architettonico e
paesaggistico della città. Dopo un pranzo veloce, abbiamo preso un taxi verso la stazione dei bus,
dove avevamo prenotato il trasferimento verso Paracas (circa 3 ore di viaggio). Una volta arrivati,
abbiamo fatto un giro delle diverse agenzie per organizzare la giornata seguente, quando avevamo
previsto di visitare le isole Ballestas e la riserva nazionale di Paracas (non avrete difficoltà a
prenotare le gite sul posto).
 03/08: trasferimento al porto e partenza per le isole Ballestas. Il tour, comprensivo degli spostamenti
in barca, è durato più o meno un paio d'ore, e sinceramente non è stato niente di eccezionale.
Paesaggi sicuramente interessanti e qualche foto simpatica ai leoni marini, ma niente di più. Al
rientro, siamo ripartiti alla volta della riserva di Paracas, che abbiamo invece trovato interessante sia
dal punto di vista culturale sia per l'aspetto naturalistico. Dopo un pranzo caratteristico in un piccolo
villaggio di pescatori, siamo rientrati in città attorno alle 15.30, fatto un giretto nei mercatini lungo il
porto, prima di recarci alla stazione dove ci aspettava il bus notturno per Ica e successivamente
quello per Arequipa (12 ore, però sui posti cama si riesce tranquillmente a riposare). Col senno di
poi, eviteremmo questa giornata a Paracas dedicando un giorno in più ad altri posti di gran lunga più
interessanti.
 04/08: arrivati ad Arequipa verso le 9, abbiamo lasciato i bagagli in hotel e siamo subito usciti alla
scoperta della città, trovandola decisamente più affascinante e caratteristica rispetto alla capitale.
Arequipa è chiamata la città bianca per la grande quantità di edifici di questo colore costruiti con una
pietra vulcanica locale. Abbiamo passato la mattinata a gironzolare per le viuzze del centro, tra
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splendidi scorci delle corti interne degli edifici e la vivacità di Plaza de Armas. Nel pomeriggio
abbiamo fatto una visita approfondita del bellissimo monastero di Santa Caterina, realmente una città
nella città, cominciando con una visita guidata molto coinvolgente sulla storia del monastero e sulla
vita delle suore che tuttora lo abitano (offerta libera, noi abbiamo lasciato 30 soles), proseguendo poi
in autonomia per ritornare negli angoli più caratteristici e scattare qualche foto. Quindi siamo
rientrati in hotel per un paio d'ore di relax nello splendido giardino interno.
 05/08: secondo giorno alla scoperta di Arequipa. Abbiamo visitato alcune chiese, tra cui ci è piaciuta
particolarmente l'Iglesia de la Compania, per poi recarci al Museo Santuarios Andinos, dove è
custodito il corpo di Juanita, la fanciulla dei ghiacci sacrificata sul vulcano Nevada Ampato e il cui
corpo si è incredibilmente conservato fino al suo ritrovamento nel 1995. Visita molto interessante e
consigliata. Pomeriggio ancora a gironzolare per la città.
Un consiglio: Arequipa si può tranquillamente visitare in un giorno pieno, noi ci siamo fermati 2
giorni semplicemente per acclimatarci all'altitudine e sinceramente ne è valsa la pena, considerando
tra l'altro che la città è molto piacevol
 06/08: partenza al mattino presto per il tour del Canyon del Colca, che avevamo organizzato via mail
con l'agenzia Colca Tours (ci siamo trovati molto bene, consigliata). Nel giro di un paio d'ore, si sale
dal centro di Arequipa fino a raggiungere il picco a 4910 metri nella Reserva Nacional Salinas y
Aguada Blanca, facendo diverse tappe intermedie per le foto di rito e per acclimatarsi gradualmente
all'altitudine. I paesaggi sono mozzafiato, sembra davvero di essere in un altro pianeta, con alpaca e
vigogne che vagano libere in queste distese di terra e pietre. Splendido il panorama dal Mirador de
los Volcanes, da cui si possono ammirare ben 8 vulcani. Per pranzo siamo scesi a Chivay, dove si
trovano anche la maggior parte degli hotel per passare la notte. Per il pomeriggio era prevista una
gita alle piscine termali, a cui noi purtroppo non abbiamo partecipato perché Martina era un po'
influenzata
 07/08: pick-up in hotel aĺle 6, oggi è la giornata del canyon e dei condor. Il tragitto che conduce alla
Cruz del Condor è davvero una meraviglia, la strada costeggia infatti il canyon del Colca offrendo
delle vedute spettacolari sui terrazzamenti inca. Dopo alcune tappe intermedie nei diversi punti di
interesse, dove chiaramente abbiamo scattato miriadi di foto, siamo arrivati al mirador attorno alle
8.30 e ci siamo accodati alle decine di turisti in religiosa attesa... attesa ampiamente ripagata nel giro
di pochi istanti, quando un gruppo di condor ha cominciato a planare al di sopra delle nostre teste.
Sono degli animali affascinanti, con un'apertura alare attorno ai 3 metri. Siamo rimasti per un'oretta
con il naso all'insù ad ammirare quello spettacolo eccezionale e a scattare decine di foto, dopodiché
la guida ha ricompattato il gruppo e siamo partiti per una bellissima passeggiata lungo il canyon.
Rientrati a Chivay per il pranzo, siamo quindi saliti sul bus che in circa 5 ore ci ha condotto a Puno.
Anche questo tragitto ci ha riservato paesaggi incredibili, compresa una splendida laguna popolata di
fenicotteri.

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 08/08: di prima mattina abbiamo organizzato le visite per il pomeriggio a Sillustani e per il giorno
seguente alle isole del lago Titicaca, dopodiché abbiamo fatto un giretto in centro. La città non è
niente di che, ma il mercato locale e quello nella zona del porto meritano senza dubbio una visita,
soprattutto il primo è davvero molto caratteristico. Alle 14.30 siamo partiti con una guida privata per
Sillustani (130 soles complessivi, 80 per il taxi, 20 per i due ingressi e 30 per la guida), un tour molto
interessante all'interno di questa cittadella dove si trovano i resti di numerose torri funerarie sulle
sponde del lago Umayo. La guida ci ha fornito informazioni dettagliate sulle abitudini delle
popolazioni locali e sulle modalità in cui queste torri furono erette.
 09/08: per visitare le isole del lago Titicaca, siamo andati alla ricerca di qualcosa di non turistico,
visto che avevamo sentito da più parti che spesso la grande quantità di turisti rischia di togliere
autenticità a questi splendidi luoghi. Alla fine abbiamo optato per l'agenzia Edgar Adventures, che
proponeva un tour nella parte meno turistica di Taquile, un pranzo tipico con una famiglia locale
nella penisola di Llachon ed infine una visita delle Uros Titino (anziché le più conosciute ed
inflazionate Uros). Viaggio in barca veloce, che permette di comprimere notevolmente i tempi degli
spostamenti. La giornata è stata fantastica, eravamo in un gruppo di 11 persone e in tutto il tragitto
abbiamo incontrato praticamente solo una coppia di altri turisti. Taquile è un'isola meravigliosa, con
degli scorci paesaggistici bellissimi e una natura incontaminata, ci abbiamo trascorso buona parte
della mattinata. Il pranzo con la famiglia locale neĺla penisola di Llachon è stata davvero
un'esperienza autentica, con il cibo cucinato come da loro tradizione all'interno di un rudimentale
'forno' di pietre sotto terra. Molto interessante anche la visita all'isola flottante nel pomeriggio, con la
popolazione locale che ci ha spiegato come vivono nelle isole e come vengono costruite. Al rientro a
Puno, dopo qualche ora di attesa in hotel, siamo andati alla stazione degli autobus per il
trasferimento notturno da Puno a Cuzco.
 10/08: Cuzco è davvero una città splendida, ricca di vita e di storia, di cultura e tradizione. Abbiamo
dedicato la giornata per girala in lungo e in largo, dall'autentico mercato San Pedro, caratteristico
soprattutto per la parte gastronomica, alle splendide viuzze di San Blas. Plaza de Armas poi, su cui
spicca l'imponente cattedrale, è il degno centro di gravità del magnifico centro storico. Tra i diversi
siti di rovine inca, noi abbiamo visitato quelli di Qoricancha e Sacsayhuaman, trovandoli entrambi
molto suggestivi. Il secondo, appena fuori la città, lo abbiamo raggiunto a piedi con una bella (ma
impegnativa) camminata che parte da San Blas
 11/08: oggi avevamo in programma la visita di una prima parte di Valle Sacra, siamo partiti attorno
alle 7 dall'hotel con un taxi privato e, dopo poco più di un'ora di viaggio, abbiamo raggiunto le saline
di Maras. Complice un magnifico sole, il luogo era di una bellezza indescrivibile, abbiamo passato
più di un'ora tra foto e sguardi estasiati. Consigliamo vivamente di visitarle di prima mattina, la luce
è splendida e non c'è davvero anima viva. Posto stupendo. Tappa successiva Moray, un sito costruito
dagli inca per coltivare quinoa, frumento e molti altri prodotti vegetali. Si tratta di una serie di
terrazzamenti che formano delle specie di anfiteatri. Abbiamo trovato anche questo posto davvero

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spettacolare, da non perdere, considerate almeno un'ora per la vista, visto che tutta la zona si può
percorrere dall'alto in basso attraverso un'articolata rete di camminamenti. Rientrando verso Cuzco
abbiamo fatto un'ultima tappa a Chincero, famosa soprattutto per il suo mercato domenicale (oggi
purtroppo era lunedì), le cui rovine sono sicuramente più modeste rispetto a quelle di Moray, ma
comunque interessanti. All'interno di un'abitazione/negozio, abbiamo inoltre assistito ad una
bellissima dimostrazione di come viene lavorata la lana di alpaca, partendo dal lavaggio della lana
grezza fino ad arrivare alla tessitura, passando per la tintura del filo con colori ricavati da prodotti
naturali (cocciniglia, pietre vulcaniche...). Dopo una mattinata davvero fantastica, il taxi ci ha
riportato felici e soddisfatti in albergo attorno alle 14 (costo del servizio 120 soles). Dopo un pranzo
veloce, abbiamo fatto una visita alla splendida cattedrale, prima di tornare in hotel per qualche ora di
relax.
 12/08: oggi il programma è intenso! Partenza alle ore 7 per Pisaq con il taxista Cecilio. Dopo
un'oretta di taxi siamo stati tra i primi a salire alle rovine, composte da terrazzamenti enormi su ogni
lato della montagna, sembra che questo sito avesse un'area centrale dedicata alla misurazione
dell'ora. Sembra impossibile vista l'imponenza dell'area, ma gli inca comunicavano a voce da un lato
all'altro della montagna grazie all'eco. Dopo una camminata di un paio d'ore, impegnati a scattare
mille foto, ci siamo avvicinati verso l'uscita e siamo scesi in città per una visita al mercato, molto
caratteristico e conosciuto. Tra tutti i mercatini visitati durante il viaggio, ci è sembrato senza dubbio
quello con l'offerta migliore. Ci siamo quindi diretti ad Ollantaytambo, dove abbiamo mangiato
velocemente per poi dedicarci alla visita delle rovine. Abbiamo trovato anche questa cittadella
estremamente affascinante, ennesima prova di quanto geniale sia stata questa popolazione del
passato. Attorno alle 15 siamo andati in stazione, dove abbiamo preso il treno per Aguas Calientes
(Vistadome, prenotato da casa con Perurail). Cena con Fabio ed Ilaria, una coppia di ragazzi molto
simpatici conosciuti in treno, e a letto presto per la levataccia del giorno successivo.
 13/08: è arrivato forse il giorno più atteso del viaggio, oggi ci aspetta il Machu Picchu, sveglia alle
4.30 e alle 5 eravamo in fila per l'autobus (biglietti acquistati la sera prima), fila che peraltro era già
considerevole. Alle 5.30 i bus hanno cominciato a caricare gente e attorno alle 6.30 siamo finalmente
entrati nella cittadella. Emozionante, meravigliosa, si potrebbero trovare tanti aggettivi per
descriverla, ma senza renderle giustizia, così come le tantissime foto scattate. Siamo corsi subito
verso la capanna del custode per scattare le classiche foto prima che ci fosse l'invasione dei turisti,
quindi ci siamo diretti verso la Montaña per la scalata. Avevamo prenotato da casa la salita alla
montagna, che di fatto rappresenta l'alternativa al Wayna Pichu, consigliati da amici che ci avevano
detto che c'è molta meno gente e che il panorama è forse migliore rispetto al Wayna. Alle 7 in punto
hanno aperto il cancello ed è cominciata la nostra scalata. Devo dire che è stata davvero
impegnativa, non siamo grandi sportivi ma il percorso è senz'altro impegnativo soprattutto perché a
quell'altitudine il fiato è molto corto. Ci abbiamo impiegato circa 1 ora e mezzo per salire, ma ne è
valsa davvero la pena: vista sul Macchupichu da brividi e distesa di montagne innevate ad

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incorniciare questi paesaggi da sogno. Siamo rimasti una mezz'ora sulla cima a goderci questi
panorami meravigliosi e poi con calma siamo ritornati alle rovine. Dopo un po' di riposo, ci siamo
aggregati ad un'interessante visita guidata della cittadella. Nel pomeriggio siamo rientrati prima ad
Aguas Calientes, poi treno fino ad Ollantaytambo e taxi per Cuzco
 14/08: preparati i bagagli, ci siamo diretti in taxi all'aeroporto di Cuzco, dove alle 12 avevamo il volo
per La Paz (Amaszonas). Arrivati in Bolivia, abbiamo dedicato il pomeriggio alla visita di La Paz.
Così come Lima, la città non ci è piaciuta, l'abbiamo trovata grigia e piuttosto anonima. Poco male,
per noi La Paz era comunque solo una tappa di passaggio.
 15/08: sveglia prestissimo e taxi fino all'aeroporto, dove alle 6.30 ci attendeva il nostro volo per
Uyuni (Amaszonas). Atterrati puntuali all'aeroporto più in mezzo al nulla che avessimo mai visto, ci
attendeva un tassista dell'agenzia Ruta Verde. Colazione abbondante, un paio d'ore di attesa e
finalmente alle 10 siamo partiti. Il tour operator con cui avevamo prenotato il giro del Salar ci era
stato consigliato da una coppia di amici che aveva fatto il nostro stesso viaggio l'anno prima e con
cui si erano trovati molto bene. Rispetto ai tour standard di 3 giorni, abbiamo optato per uno di 4
giorni che permettesse di visitare più posti e seguisse un itinerario diverso da quelli tradizionali, per
poter godere dei diversi paesaggi in orari 'non canonici' e senza quindi la consueta folla di turisti.
Inoltre, sapendo che le condizioni climatiche sarebbero state impegnative, abbiamo preferito avere
un tour privato e dormire nelle migliori strutture possibili. Chiaramente così facendo la spesa per il
giro è salita di molto (circa 600 euro a testa), ma col senno di poi lo rifaremmo con le stesse
modalità. Detto questo, i dettagli... partiti attorno alle 10 dal centro di Uyuni con il nostro autista
Fabio, abbiamo fatto una breve tappa al Cementerio de Trenes (niente di che), di fatto niente più che
un deposito di vagoni in disuso, per poi dirigerci verso un laboratorio per la lavorazione del sale a
Colchani (turistico). Ma il protagonista della giornata è stato ovviamente il salar, dove avremmo
passato tutto il resto della giornata. Che dire del Salar? Impressionante, una magnifica distesa di sale,
di un bianco accecante, in mezzo a cui perdersi, per godere di un silenzio assoluto e del nulla più
totale intorno. Abbiamo scattato una miriade di foto, da quelle paesaggistiche alle classiche e
divertentissime foto di prospettiva. La giornata era limpidissima e il nostro primo pic-nic preparato
dall'autista è stato splendido... noi tre, con le nostre seggioline in mezzo ad un deserto bianco. La
giornata è passata veloce ed è stata magnifica, nel tardo pomeriggio siamo arrivati in hotel, costruito
completamente in sale (wifi, riscaldamento per tutta la notte e acqua calda ad ogni ora). Prima di
cena, abbiamo assistito ad uno splendido tramonto dalla terrazza dell'hotel.
 16/08: partenza soft attorno alle 9.30 e prima tappa verso l'isola di Incahuasi, una collina rocciosa nel
mezzo del salar, popolata da oltre 4000 cactus giganti. Ci abbiamo passato circa un paio d'ore, è
davvero affascinante ed estremamenete particolare, ci sono dei sentieri che permettono di percorrerla
interamente, facendoti scoprire mano a mano le diverse angolature dell'isola. I contrasti di colore tra
il cielo blu, il bianco del salar e il verde di questi enormi cactus crea delle immagini talmente belle
da non riuscire a descriverle. Proseguendo, ci siamo diretti in direzione del vulcano di Tunupa, alle

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cui pendici si trova una piccola laguna dove abbiamo visto i nostri primi fenicotteri boliviani. Altro
pranzo in un'ambientazione da sogno, per poi dirigerci verso la piccola comunità di Coquesa, dove
una ragazza del posto ci ha fatto da guida verso una caverna dove sono incredibilmente conservati
degli scheletri umani (Momias de Coquesa) appartenenti a civiltà pre-incaiche. Sulla via verso
l'hotel, abbiamo fatto un'ultima tappa al piccolo ma caratteristico Museo de Chantani, dove un
membro della comunità ci ha mostrato fieramente i ritrovamenti di ceramiche ed utensili vari
appartenenti a civiltà passate, prima di condurci ad un giardino dove espone le sue sculture e rocce
naturali che hanno sembianze di persone ed animali.
 17/08: la prima tappa è stata la Gruta de las Galaxias, un'interessante grotta con dei cunicoli lungo
cui si possono ammirare alghe e coralli pietrificati, che testimoniamo come il salar fosse un tempo
ricoperto d'acqua. Tappa successiva San Juan, dedito alla coltivazione della quinoa, dove una signora
della comunità locale ci ha accompagnato all'interno di un'interessantissima necropoli, dove sono
ancora ben conservati nelle chullpas i resti di quelle che erano le persone più importanti della
comunità passate. Il nostro pic-nic si è svolto anche oggi in un punto spettacolare, tra enormi rocce
rosse e con una serie di vulcani dormienti (a parte l'Ollagüe) a fare da sfondo. Il pomeriggio è stato
dedicato alla visita di 4 splendide lagune, Cañapa, Hedionda, Chiarkota e Honda... bellissime e poco
frequentate, con tantissimi fenicotteri che si cibano a pochi metri da riva, le montagne che si
riflettono sulle acque cristalline, abbiamo passato delle ore magnifiche
 18/08: quarto e ultimo giorno del tour, che sarà anche il più denso. Siamo partiti dall'hotel alle 6.30,
dalla jeep abbiamo assistito ad una splendida alba, le prime foto della giornata sono state per l'Árbol
de Piedra (albero di pietra), poi il nostro programma prevedeva come prima tappa la Laguna
Colorada. Ci siamo però resi conto che di prima mattina i famosi colori non risaltano come avviene
invece da fine mattinata in avanti, quindi abbiamo parlato con l'autista convincendolo a modificare il
giro per la giornata per tornare nella più famosa delle lagune più tardi. Inizialmente non era così
convinto, perché così facendo avremmo allungato il giro e saremmo rientrati più tardi ad Uyuni, poi
però, vista la nostra insistenza, ci ha dato l'ok. A questo punto siamo ripartiti spediti verso Sol de
Mañana, un bellissimo bacino di geyser fumanti dove risaltano dei meravigliosi colori. Un passaggio
veloce alle Termas de Polques, dove non ce la siamo sentiti di immergerci causa freddo, quindi con
la jeep abbiamo attraversato il deserto di Salvador Dalí con la sua Valle de las Damas, un complesso
di formazioni rocciose che ricordano la forma di donne vestite con ampie gonne. Dopo un passaggio
veloce alla Laguna Blanca, l'ultima tappa prima di pranzo è stata la meravigliosa Laguna Verde, il
cui colore intenso contrasta con la terra rossa tutto intorno.... a fare da sfondo, l'altissimo vulvano
Lucancabur. Ci siamo quindi rimessi in macchina in direzione della Laguna Colorada, sulle cui rive
abbiamo fatto il nostro ultimo pic-nic... quando si dice chiudere in bellezza. La discussione mattutina
con l'autista è valsa decisamente la pena, la laguna si è presentata di un rosso meraviglioso e
luccicante, in contrasto con il bianco del litorale e il cielo blu, con centinaia di fenicotteri che ne
popolavano la superficie... uno spettacolo unico e degna conclusione del nostro splendido tour, da

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qui in poi ci siamo incamminati sulla lunga strada del ritorno, che non ha mancato comunque di
riservarci ancora splendidi panorami e qualche tappa degna di nota, come la Mina Capina, un
incredibile insieme di formazioni rocciose di un rosso intenso che si estendono per chilometri. Se
fossero nello Utah minimo sarebbe uno dei parchi nazionali più frequentati, qui non abbiamo visto
praticamente nessuno. Siamo arrivati ad Uyuni attorno alle 19.30 e abbiamo acquistato i biglietti per
il primo bus disponibile per Potosi del giorno successivo.
 19/08: siamo partiti da Uyuni alle 10 con la compagnia Emperador, che ci hanno detto essere una
delle migliori, in effetti il viaggio non è stato male, alle 14 circa eravamo già in stazione a Potosi,
quindi diretti in albergo con un taxi. Quello che rimaneva della giornata, lo abbiamo speso
gironzolando per il centro. La città non si può dire che sia brutta, ma non l'abbiamo nemmeno trovata
affascinante. Per chi, come noi, non fosse interessato a visitare le miniere, a nostro avviso si può
tranquillamente saltarla.
 20/08: avevamo riservato tramite l'hotel un taxi condiviso per Sucre (200 bs per 4 persone, col
vantaggio di pick-up e drop off in hotel), ci sembrava una soluzione economica e veloce (il bus di
boliviani ne costa 17, ma parte e arriva dalle stazioni e si ha quindi bisogno di altre corse in taxi).
Col senno di poi, sono state due ore abbastanza tese, qui in Bolivia guidano davvero come dei pazzi,
l'arrivo in hotel è stato un vero sollievo. Capitolo Sucre: città semplicemente splendida (più di Cuzco
a nostro avviso), degna conclusione di questo viaggio. Eravamo molto stanchi, soprattutto dopo il
tour del salar, quindi abbiamo deciso di passare questo ultimo giorno semplicemente andando a
spasso per la città, senza macchina fotografica e senza ingressi a musei (qui peraltro ce ne sono
davvero molti). È stata una giornata piacevolissima e molto rilassante, Sucre ha un clima splendido e
la città è vivace, pulitissima, con una notevole architettura coloniale, ci ha dato l'impressione di
passeggiare in un centro europeo senza perdere però i caratteri tipici delle città boliviane.
Consigliatissima per ricaricare le pile dopo un viaggio bellissimo ma impegnativo
 21/08: il giorno della partenza. Un'ultima passeggiata in città e alle 12.40 abbiamo preso il primo
volo da Sucre a Santa Cruz, dove all'una di notte ci aspettava la prima tratta del rientro (Santa Cruz -
Buenos Aires).
 22/08: volo Buenos Aires – Roma
 23/08: volo Roma - Venezia, dove siamo atterrati alle 9.30
È stato un viaggio bellissimo ed emozionante, seppur impegnativo dal punto di vista fisico per via dei
continui spostamenti e delle sensibili escursioni termiche. Il Perù ci ha affascinati soprattutto per la sua
storia e la sua cultura, poter ammirare siti archeologici così maestosi e ben conservati è stata una grande
emozione. La Bolivia è stata un'esperienza indelebile, natura selvaggia allo stato puro, paesaggi che
sembrano appartenere ad un altro pianeta. In entrambi i paesi, abbiamo avuto la fortuna di conoscete persone
disponibili e cordiali, sempre molto dignitose, fortemente attaccate alle loro tradizioni e devote alla natura e
alle sue leggi.

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