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Prospettiva:
La prospettiva è un sistema convenzionale di rappresentazione dello spazio. La prospettiva classica esprime la
tridimensionalità nel piano. Esempi di rappresentazione prospettica sono presenti anche nell’antichità, ma non sono
sorretti da alcuna teoria rigorosa. Nel ‘400 lo studio di tale rappresentazione viene intensificato nelle Fiandre e in
Italia. Brunelleschi scopre, verso il 1420 la regola che permette di rappresentare prospettivamente la realtà. Leon
Battista Alberti codifica invece la superficie pittorica come un piano che taglia la piramide dei raggi visivi. In questo
modo si riproduce la profondità dello spazio. I pittori fiamminghi, quasi in contemporanea, raggiunsero soluzioni
diverse, con regole logiche di osservazione. Questi sistemi comunque non consentono una visione coincidente con
quella naturale, perché l’occhio non vede secondo le regole prospettiche. La prospettiva atmosferica Invece rende la
profondità con i degradare delle luci e dei colori, con contorni meno chiari e netti. La prospettiva a volo d’uccello è la
rappresentazione prospettica con una veduta aerea.
Il ritratto e l’interesse per l’individualità:
lo sviluppo della prospettiva portò l’applicazione di questa sul ritratto. Questo era trattato senza dar rilievo alla
singolarità, bensì, attraverso alcuni stereotipi, si faceva capire se il personaggio era un santo o un imperatore. Dal ‘400
in poi vi è un’accurata analisi individuale, che rappresenta la nuova dimensione, dando una profondità, non solo
spaziale, ma anche caratteriale. E questo tanto per i personaggi sacri quanto per quelli laici e profani. Un decisivo
passo poi si è compiuto quando ci si dedicò al ritratto individuale laico. In questo periodo si sviluppò anche la
“biografia dell’uomo illustre”, che, a differenza delle biografie del medioevo presentano l’interesse per l’individualità e
mancano degli stereotipi.
La stampa e il libro