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Chang
i fondamenti dello
studio del pianoforte
UN LIBRO DI
ALGG@K<I
:FEJLCK@E>
PUBLISHING COMPANY
I Fondamenti dello Studio del Pianoforte
di Chuan C. Chang
Giammai nessuna parte del presente libro potr essere riprodotta, memorizzata in un sistema che ne permetta
lelaborazione, n trasmessa, in qualsivoglia forma e con qualsivoglia mezzo elettronico o meccanico, n potr
essere fotocopiata, registrata o riprodotta in altro modo, senza previo consenso scritto dellEditore, tranne nel
caso di brevissime citazioni contenute in articoli o recensioni.
PREFAZIONE
Hanon, scritta da nessun altro che Hanon stesso (si veda la Sezione
III.7H del Capitolo Uno). Se si dovesse fare un sondaggio dei metodi di
studio raccomandati da un gran numero di insegnanti di pianoforte, che
non hanno letto questo libro, molti sarebbero in contraddizione e sa-
premmo subito che non possono essere tutti giusti. Inoltre, siccome non
ci sono libri di testo, non avremmo idea di cosa contenga un ragionevo-
le e completo insieme di istruzioni. Nella pedagogia del pianoforte lo
strumento pi essenziale per lo studente un insieme di istruzioni ele-
mentari su come studiare stato fondamentalmente inesistente fino
alla scrittura di questo libro.
Non realizzai quanto fossero rivoluzionari questi metodi fin quando
non terminai la prima edizione. Inizialmente sapevo solo che essi erano
migliori di quelli che avevo usato precedentemente: avevo ottenuto ri-
sultati buoni, ma non notevoli. Ho fatto esperienza del mio primo ri-
sveglio dopo aver finito il libro: fu allora che lo lessi veramente ed ap-
plicai sistematicamente i metodi, sperimentandone lincredibile efficien-
za. Quale fu, quindi, la differenza tra il solo sapere le parti del metodo e
leggerle? Nello scrivere il libro dovetti prendere le varie parti e siste-
marle in una struttura organizzata che soddisfacesse uno scopo specifico
e che non mancasse di componenti essenziali. Come scienziato qualifi-
cato sapevo che organizzare il materiale in una struttura logica era
lunico modo per scrivere un manuale utile (si veda la Sezione 2 del Ca-
pitolo Tre). ben noto, nella scienza, che la maggior parte delle scoper-
te vengono fatte scrivendo i rapporti di ricerca, non conducendola. Fu
come se avessi avuto tutti i pezzi di una automobile, ma senza un mec-
canico che li montasse correttamente e li regolasse non sarebbero stati
molto utili come mezzo di trasporto. Qualunque fossero le ragioni esat-
te dellefficacia del libro, mi convinsi del suo potenziale di rivoluzionare
linsegnamento del pianoforte (si veda la Sezione Testimonianze) e deci-
si di scrivere la seconda edizione. La prima non era neanche un libro
onesto: non aveva n un indice n una bibliografia, lavevo scritto in
fretta in quattro mesi nel tempo libero tra i vari lavori. Dovetti chiara-
mente condurre una ricerca pi approfondita per riempire qualsiasi la-
cuna e per passare accuratamente in rivista la letteratura. Dovevo, ad
esempio, soddisfare i requisiti di un vero approccio scientifico allo stu-
dio del pianoforte (si veda il Capitolo Tre). Decisi anche di scrivere
questo libro sul mio sito web, in modo che potesse essere caricato men-
tre la ricerca procedeva e qualsiasi cosa venisse scritta fosse immediata-
mente disponibile al pubblico. Come ormai tutti sappiamo, un libro su
internet ha molti altri vantaggi, uno di questi che non c bisogno di
un indice analitico perch si pu fare una ricerca per parola. Ne venu-
PREFAZIONE 5
to fuori che questo libro sta diventando uno impegno pionieristico nel
fornire istruzione gratuita attraverso internet.
Perch questi metodi di studio sono cos rivoluzionari? Per avere ri-
sposte dettagliate si deve leggere il libro e li si devono provare. Nei pa-
ragrafi seguenti cercher di presentare una visione dinsieme di come
vengano raggiunti questi risultati miracolosi e di spiegare brevemente
perch funzionano.
Iniziamo con lo specificare che nessuna delle idee fondamentali di que-
sto libro nasce da me: sono state inventate e re-inventate da qualsiasi
pianista di successo, non so quante volte, negli ultimi duecento anni.
o
Linfrastruttura stata costruita usando gli insegnamenti del M Yvonne
Combe, linsegnante delle nostre due figlie che sono diventate abili pia-
niste (hanno vinto molti primi premi in competizioni per pianoforte, en-
trambe hanno orecchio assoluto e passano un sacco del loro tempo libe-
ro a comporre musica). Altre parti sono state raccolte dalla letteratura e
dalle mie ricerche usando internet. Il mio contributo quello di aver
messo insieme le idee, averle organizzate in una struttura e aver fornito
alcune spiegazioni del perch funzionano. Questa comprensione criti-
ca affinch il metodo abbia successo. Il pianoforte stato spesso inse-
gnato come una religione si doveva aver fede che se si fosse seguita
una certa procedura, suggerita da un maestro insegnante, avrebbe
funzionato. Un tipico esempio il modo in cui insegnava la Whiteside
(si veda nei Riferimenti). Questo libro diverso: unidea non accetta-
bile finch lo studente non capisce il perch funziona. Trovare la giusta
spiegazione non facile perch non la si pu semplicemente tirar fuori
dal nulla (sarebbe sbagliato) per arrivare alla spiegazione corretta si
deve avere sufficiente esperienza in quel particolare campo del sapere.
Fornire una spiegazione scientifica corretta filtra via automaticamente i
metodi sbagliati. Questo potrebbe spiegare il perch gli insegnanti di
pianoforte esperti, la cui cultura strettamente concentrata sulla musica,
possano essere in difficolt nel fornire la spiegazione giusta e le loro de-
lucidazioni siano spesso sbagliate anche per metodi di studio corretti.
Ci pu fare pi male che bene perch non solo crea confusione, ma
uno studente intelligente concluderebbe che il metodo non possa fun-
zionare; anche un modo veloce per linsegnante di perdere tutta la
credibilit. A questo proposito stata preziosa, nello scrivere questo li-
bro, la mia carriera/cultura di fondo nel risolvere problemi industriali,
nelle scienze dei materiali (semiconduttori, ottica, acustica), nella fisica,
nellingegneria meccanica, nellelettronica, nella biologia, nella chimica,
nella matematica, nei rapporti scientifici (ho pubblicato oltre 100 articoli
nelle maggiori riviste scientifiche), eccetera.
6 PREFAZIONE
Quali sono quindi alcune di queste idee magiche che si suppone rivo-
luzionino linsegnamento del pianoforte? Iniziamo con il fatto che
quando si guarda lesecuzione di un famoso pianista questi pu suonare
cose incredibilmente difficili, ma le fa sempre sembrare facili. Come fa?
Il fatto che per lui sono facili! Molti dei trucchi per imparare trattati
qui sono quindi metodi per rendere facili le cose difficili. Non solo faci-
li, ma spesso banalmente semplici. Questo si ottiene esercitando le due
mani separatamente ed esercitandosi su segmenti brevi, a volte fino an-
che a solo una o due note. Non si possono rendere le cose pi semplici
di cos! I pianisti esperti riescono anche a suonare in modo incredibil-
mente veloce come ci si esercita per riuscire a suonare velocemente?
Semplice! Usando lattacco ad accordo un modo, anche per pianisti
principianti, di muovere tutte le dita simultaneamente facendo si che,
per certe combinazioni di note, possano suonare infinitamente veloce.
Non c sicuramente bisogno di alcuna velocit pi alta di infinitamente
veloce! Si veda Insiemi Paralleli nella Sezione II.11 del Capitolo Uno.
Il termine insieme parallelo, sebbene labbia coniato qui, solo uno
strano sinonimo di accordo (uso accordo in senso lato per indicare
pi note suonate contemporaneamente). Tuttavia accordo non era
una scelta buona quanto insiemi paralleli perch avevo bisogno di un
termine che descrivesse meglio il movimento delle dita (la connotazione
che le dita si muovono in parallelo) e tra i musicisti accordo ha un
significato definito pi strettamente. Ci vuole sicuramente esercizio per
riuscire ad unire degli insiemi paralleli veloci e produrre musica, ma al-
meno ora abbiamo una solida procedura bio-fisica per sviluppare le con-
figurazioni neuro-muscolari necessarie a suonare velocemente. In que-
sto libro ho elevato gli esercizi per gli insiemi paralleli ad un livello mol-
to speciale perch possono essere usati sia come strumento diagnostico
per scoprire le debolezze tecniche sia come un modo per risolverle. In
pratica gli esercizi per gli insiemi paralleli possono fornire soluzioni pra-
ticamente istantanee alla maggior parte delle insufficienze tecniche.
Questi non sono esercizi per le dita nel senso di Hanon o Czerny, ma, al
contrario, sono il pi potente insieme singolo di strumenti per una rapi-
da acquisizione della tecnica.
Anche con i metodi qui descritti potrebbe sorgere la necessit di stu-
diare passaggi difficili centinaia di volte, qualche volta fino a diecimila,
prima di riuscire a suonarli con facilit. Ora, se si dovesse studiare una
tipica sonata di Beethoven a diciamo met tempo (la si sta solo im-
parando), ci vorrebbe circa un ora per suonarla tutta. Ripeterla diecimi-
la volte richiederebbe quindi trentanni, o met di una vita, se si avesse
diciamo unora al giorno per esercitarsi e se si studiasse solo questa
PREFAZIONE 7
I.1 - Obiettivo
Lobiettivo di questo libro presentare i metodi migliori per studiare
pianoforte. Questi metodi sono talmente efficaci che se tutti li usassero
il numero di pianisti preparati sarebbe pi del doppio e di conseguenza
la domanda di pianoforti, insegnanti ed accordatori sarebbe maggiore.
Imparare questi metodi significa, per gli studenti di pianoforte, dimi-
nuire il tempo dedicato allo studio del pezzo, che consiste in una buona
parte della loro vita pianistica, ed aumentare il tempo disponibile a fare
musica invece di lottare con i problemi tecnici. Molti studenti passano
il 100% del loro tempo ad imparare nuovi pezzi e, siccome si tratta di
un processo lungo, non rimane tempo per imparare larte di fare musi-
ca. Questa triste situazione di grande impiccio nello sviluppo della
tecnica perch essa si sviluppa suonando pezzi finiti. Il nostro obiettivo
rendere il processo di apprendimento talmente veloce che miriamo a
dedicare il 10% del tempo di studio ad imparare il pezzo ed il 90% a fa-
re musica, massimizzando al tempo stesso lo sviluppo della tecnica.
Gli studenti che hanno studiato pianoforte nei conservatori e negli i-
stituti musicali dovrebbero trovare familiare la maggior parte del mate-
riale contenuto in questo libro. Sfortunatamente sono relativamente
18 I - I NTRODUZIONE
forza o della resistenza atletica. Molti studenti pensano allo studio del
pianoforte come ad ore di maratone delle dita perch nessuno gli ha
mai insegnato la definizione giusta di tecnica.
La precedente definizione ci dice che una volta imparato qualcosa (co-
me una scala), suonarla e risuonarla non migliora materialmente la
tecnica ed uno dei processi di apprendimento pi errati. Dobbiamo
capire la nostra anatomia ed imparare, con luso degli strumenti trattati
qui, come scoprire ed acquisire la tecnica giusta. Questo risulta essere
un compito praticamente impossibile per il cervello umano medio, a
meno che non venga dedicato ad esso lintera vita sin dallinfanzia.
Anche in questo modo la maggioranza non riuscir. Molti studenti di
pianoforte non hanno la pi vaga idea della complessit dei movimenti
delle dita, delle mani e delle braccia. I principianti vedono solo i polpa-
strelli davanti a loro ed qui che iniziano i loro problemi. Fortunata-
mente i tanti geni venuti prima di noi hanno fatto le scoperte pi im-
portanti (altrimenti non sarebbero stati degli esecutori cos grandi). Per
questo gli studenti dei conservatori apprendono la tecnica velocemente
queste istituzioni hanno una storia di dimestichezza con questi metodi.
Sorprendentemente questo libro la prima raccolta piuttosto completa
delle regole fondamentali.
Unaltra idea sbagliata riguardo alla tecnica quella per cui una volta
che le dita diventano abbastanza abili si pu suonare qualunque cosa.
Quasi ogni passaggio diverso una nuova avventura: deve essere im-
parato da zero. I pianisti esperti sembrano capaci di suonare praticamen-
te di tutto perch: (1) hanno studiato praticamente di tutto e (2) sanno
come imparare velocemente cose nuove. Acquisire la tecnica potrebbe
quindi sembrare, allinizio, un compito arduo per via del numero quasi
infinito di passaggi diversi come si fa ad impararli tutti? Questo pro-
blema stato in larga misura risolto: ci sono ampie classi di passaggi
(come le scale) che compaiono spesso, sapere come suonarli coprir
una gran parte dei passaggi delle composizioni.
Una delle prime cose di cui parleremo nel seguito sono degli strata-
gemmi per imparare cos potenti da permettere di acquisire la tecnica u-
sando dei procedimenti generalizzati da applicare a praticamente ogni
passaggio. Questi stratagemmi garantiscono la via pi veloce verso la
scoperta dei movimenti ottimali (di dita, mani, braccia) per suonare il
passaggio. Ci sono due motivi per cui necessario fare le scoperte per
conto proprio: primo, ci sono talmente tanti passaggi diversi che non si
possono elencare tutti i modi di suonarli; secondo, i bisogni di ognuno
sono diversi. Linsieme di regole di questo libro deve perci servire so-
I.3 - TECNICA VS. MUSICA 21
sedersi) dovrebbe essere tale per cui i gomiti, se spinti in dentro, non
tocchino il corpo. Non ci si sieda al centro, ma sul bordo anteriore.
Laltezza e la posizione dello sgabello sono pi critiche quando si suo-
nano accordi forti. Si pu, di conseguenza, provare la correttezza della
posizione suonando pi forte possibile due accordi sui tasti neri. Gli
accordi sono Do2#-Sol2#-Do3# (5,2,1) per la mano sinistra e Do5#-
Sol5#-Do6# (1,2,5) per la destra. Si prema forte, con tutto il peso delle
braccia e delle spalle, inclinandosi leggermente in avanti per produrre
un suono risonante ed autoritario. Ci si assicuri che le spalle siano
completamente coinvolte: i suoni forti e solenni non si possono produr-
re con solo mani e avambracci, la forza deve arrivare dalle spalle e dal
corpo. Se si comodi allora lo sgabello e la posizione dovrebbero esse-
re corretti.
pezzo (125 misure); altre 6 misure vengono ripetute 4 volte, quindi im-
parare solo 10 misure ci permette di suonare il 70% del pezzo. Usando
i metodi di questo libro il 70% di questo pezzo pu essere memorizzato
in meno di mezzora perch queste misure sono piuttosto facili. Lap-
plicazione di questo metodo fissa automaticamente nella memoria le se-
zioni che si studiano. Tra queste misure ripetute ci sono due interru-
zioni non semplici, quando si riusciranno a suonare in maniera soddi-
sfacente, usando i metodi descritti pi avanti, si uniranno alle ripetizio-
ni e voila! si sa suonare e si memorizzato lintero pezzo. Indubbia-
mente la chiave per impararlo avere la padronanza dei due difficili in-
termezzi, affronteremo la questione nelle sezioni successive. Uno stu-
dente con due anni di lezioni dovrebbe essere in grado di imparare le
50 diverse misure richieste da questo pezzo in 25 giorni e riuscire a
suonarlo per intero a velocit ed a memoria. A questo punto
linsegnante pronto a lavorare sul contenuto musicale della composi-
zione, quanto ci vorr dipender dal livello musicale dello studente. In
termini di musicalit non si finisce mai veramente nessun pezzo.
Qui terminano i preliminari: siamo ora pronti ad iniziare le lezioni ve-
ramente eccitanti. Il segreto di acquisire velocemente la tecnica sta nel
conoscere alcuni trucchi per ridurre i passaggi da difficili ed impossibili
non solo a suonabili, ma anche a banalmente semplici. Ci imbarche-
remo nel magico viaggio nel cervello dei geni che scoprirono modi in-
credibilmente efficaci di esercitarsi al pianoforte!
che questi metodi possono essere mille volte pi veloci di quelli in-
tuitivi.
(3) Tutti noi sappiamo quanto sia dannoso suonare un passaggio pi
velocemente di quanto la propria tecnica permetta. Tuttavia, pi
piccolo il segmento che si sceglie, pi velocemente lo si pu suonare
senza effetti deleteri. Inizialmente i segmenti brevi pi comuni che
si sceglieranno saranno di una misura o meno, spesso solo due note.
Scegliendo segmenti cos brevi si pu portare a velocit in soli pochi
minuti praticamente qualsiasi combinazione difficile di note. Si
pu studiare perci per la maggior parte del tempo alla o oltre la velo-
cit finale, cio nella situazione ideale perch fa risparmiare cos tan-
to tempo. Nel metodo intuitivo ci si esercita per la maggior parte
del tempo a bassa velocit.
misura 9 (dito 2) che la stessa della prima nota della misura 8, perci
usando il Do come congiunzione, si pu ripetere ciclicamente la misura
8 per un buon allenamento che eviti perdite di tempo. Questa misura
si dice essere auto-ciclica (si veda Ciclicit, Sezione III.2, per altri
dettagli sulla ciclicit). Le misure 9 e 10 come unit sono anchesse au-
to-cicliche. Siccome tutte le sezioni difficili sono nella destra, si trovi
del materiale per esercitare la sinistra, anche da un pezzo diverso, in
modo da dargli un riposo periodico quando si scambiano le mani.
allaccelerare la discesa del tasto. Il metodo del peso del braccio assicu-
ra che si sfrutti laccelerazione di gravit per controllare il tono.
Lefficacia della meccanica accelerata controversa perch ci sono
eccellenti pianoforti senza questa caratteristica. Ovviamente pi im-
portante che il pianista sappia controllare questa accelerazione.
Il dito deve essere sistemato al momento dellimpatto in modo da
premere il tasto e decelerare la caduta, ci richiede una breve applica-
zione di forza. Questa va tolta non appena il tasto raggiunge la fine
della sua discesa ed necessario rilassarsi completamente in modo da
sentire la forza di gravit tirare il braccio verso il basso. Si appoggi la
mano sui tasti con la sola forza di gravit che li tiene premuti. Ci che
si appena fatto stato di premere i tasti con il minor sforzo possibile,
questa lessenza del rilassamento.
I principianti suoneranno gli accordi con troppe forze non necessarie
e non controllabili con precisione. Luso della forza di gravit per far
scendere la mano permette di eliminare tutte le forze o tensioni respon-
sabili di far atterrare alcune dita prima di altre. Potrebbe sembrare
una curiosa coincidenza che la forza di gravit sia proprio la forza giu-
sta per suonare il pianoforte. Non una coincidenza. Gli esseri umani si
sono evoluti sotto linfluenza della forza di gravit, le nostre forze per
camminare, sollevare, eccetera, si sono evolute per coincidere esattamen-
te con essa. Il pianoforte, evidentemente, venne costruito per pareggia-
re queste forze. Si ricordi che la quantit di forza necessaria a suonare
gli accordi grossomodo uguale a quella fornita dalla gravit non si
sbattano quegli accordi irrigidendo le mani, molte cose andrebbero fuo-
ri controllo! Sarebbe una buona idea se i principianti, o chi avesse svi-
luppato labitudine di irrigidire le mani nel suonare gli accordi, si eser-
citassero un po alle cadute per diverse settimane, o anche mesi, ogni
volta che studiano; dovr senza altro essere inserito nella pratica quoti-
diana. Tutto questo significa che si riuscir a sentire leffetto della gra-
vit sulle mani, mentre si suona, solo quando si sar veramente rilassa-
ti. Alcuni insegnanti enfatizzeranno il rilassamento al punto da negare
tutto il resto finch non viene raggiunto un rilassamento totale, que-
sto forse un po esagerato riuscire a sentire la forza di gravit un
criterio necessario e sufficiente per il rilassamento.
Le cadute eliminano anche il bisogno di bilanciare la quantit di moto
(si veda la Sezione IV.6). Quando la mano suona il pianoforte, la
quantit di moto del tasto verso il basso fornita da quella della mano
stessa. Questo slancio verso il basso deve essere compensato dal resto
del meccanismo umano che sta suonando, che dovrebbe fornirne uno
II.11 - GLI INSIEMI PARALLELI 37
Sar necessario leggere la Sezione III.7 per apprendere come usare gli
insiemi paralleli per acquisire rapidamente la tecnica. Lintroduzione di
cui sopra sul suonare parallelo parte di una breve descrizione e di fat-
to un po fuorviante. Il suonare parallelo descritto prima quello
detto a fase bloccata ed il modo pi facile per iniziare, ma non
lobiettivo ultimo. Per poter acquisire la tecnica necessaria la comple-
ta indipendenza delle dita, non le dita a fase bloccata. Suonare dito per
dito del tutto indipendentemente detto suonare serie. Il nostro obiet-
tivo, quindi, suonare serie velocemente. Nel metodo intuitivo si ini-
zia suonando serie lentamente e si cerca di aumentarne la velocit.
Suonare parallelo non un obiettivo in s, ma la via pi rapida verso
il suonare serie velocemente. Queste questioni sono spiegate nella Se-
zione Esercizi per gli insiemi paralleli. Lidea di questi esercizi quel-
la di controllare prima se si riesce a suonare infinitamente veloce, si
rimarr sorpresi nello scoprire che non si pu sempre fare, anche solo
due note, e di fornire un modo di esercitare solo quegli insiemi di cui si
ha bisogno per quella particolare tecnica. Questultima sar acquisita
quando si riuscir a suonare linsieme parallelo controllando ogni nota
a qualsiasi velocit.
Certamente suonare parallelo con dimestichezza non garantisce in s
il suonare correttamente. Ci si arriva giusto pi velocemente, almeno
si sale a velocit in modo da avere meno passi da compiere per poter
arrivare ai movimenti corretti. Vale a dire, anche suonando parallelo
con successo ci sar ancora bisogno di effettuare un po di altri esperi-
menti per poter gestire lintero passaggio. Siccome il metodo qui de-
scritto permette di fare centinaia di prove in pochi minuti, questa spe-
rimentazione pu essere condotta relativamente in fretta. Applicando il
metodo misura-per-misura, ognuna impiegher meno di un secondo a
velocit: in cinque minuti ci si pu quindi esercitare trecento volte!
Questo il motivo per cui non si pu fare a meno di un buon inse-
gnante: pu indirizzare rapidamente verso i movimenti giusti e saltare
gran parte della sperimentazione. Avere un insegnante non significa
per che si smetter di sperimentare, ma solo che la sperimentazione
sar pi efficiente. Fare esperimenti dovrebbe essere una parte fissa di
ogni seduta di studio unaltra ragione del perch studiare a mani se-
parate ha cos valore. Sperimentare abbastanza difficile a mani sepa-
rate ed praticamente impossibile a mani unite!
Suonare parallelo non risolve tutti i problemi, risolve principalmente
quelli del materiale contenente volate, arpeggi e accordi arpeggiati.
II.12 - IMPARARE E MEMORIZZARE 41
Gli studenti che suonano con un sacco di stress si accorgeranno che es-
so non c pi quando, allimprovviso, suonare a velocit diverr facile.
Quelli a cui non stato insegnato ad eliminare lo stress pensano che sia
questo il punto in cui hanno acquisito nuova tecnica. In realt la loro
tecnica lentamente migliorata fino al punto in cui hanno iniziato a ri-
lassarsi. Il rilassamento ha permesso alla tecnica di migliorare di pi ed
il miglioramento ha permesso un ulteriore rilassamento. Questo ciclo a
retroazione ci che ha permesso una tale magica trasformazione. La
trasformazione stessa stata quindi indotta principalmente dal rilas-
samento, perci ovviamente meglio iniziare senza stress. Allora,
quindi, come ci si rilassa?
Ci sono numerosi esempi in questo libro, cos come in molti altri, che
istruiscono a coinvolgere lintero corpo senza altri suggerimenti su
come fare. Una parte di questo coinvolgimento, a volte la pi grossa,
deve essere il rilassamento. Il cervello umano in molti modi uno
sprecone: usa generalmente la maggior parte dei muscoli del corpo an-
che per i compiti pi semplici. Quando il compito difficile il cervello
tende a bloccare il corpo in una massa di muscoli tesi. Per potersi rilas-
sare bisogna fare un tentativo consapevole (che coinvolge lintero cor-
po) di spegnere i muscoli non necessari. Non facile perch va contro
la tendenza naturale del cervello e bisogna esercitarsi a farlo proprio
come si fa nel muovere le dita per premere i tasti. Rilassarsi non signi-
fica quindi lasciar andare tutti i muscoli, significa che quelli non ne-
cessari sono rilassati anche quando quelli necessari stanno lavorando a
pieno regime. Per raggiungere questa capacit necessaria molta prati-
ca.
Non si dimentichi di rilassare le varie funzioni del corpo, come respi-
rare e deglutire periodicamente. Alcuni studenti interrompono il respi-
ro quando suonano passaggi impegnativi perch i muscoli per suonare
sono ancorati al petto. La Sezione 21 pi avanti spiega come usare il
diaframma per respirare correttamente. Se la gola secca dopo una
dura seduta di studio, significa che ci si dimenticati di deglutire. Tutti
sintomi di stress.
Il metodo delle cadute spiegato sopra un eccellente modo di eserci-
tarsi al rilassamento. Si studino le cadute con un solo dito, scegliendo
dita diverse ogni volta. Usando il pollice il polso deve essere basso (ma
non troppo perch necessario suonare con la punta); usando il migno-
lo il polso dovrebbe essere leggermente pi alto; una via di mezzo u-
sando le altre dita. Il polso leggermente pi alto d al mignolo pi po-
tenza, meno stress e diminuisce il bisogno di alzare il quarto dito. Non
II.14 - COME RILASSARSI 45
gliato in quello che si sta facendo, ora di smettere e lasciare che il mi-
glioramento post studio prenda in mano la cosa.
Ci sono molti tipi di miglioramento post studio a seconda di cosa non
permette di avanzare. Uno dei modi in cui questi si manifestano nella
durata, che varia da giorni a mesi. I tempi pi brevi sono associati al
condizionamento, come luso di movimenti o muscoli prima non usati,
o a problemi di memoria. Tempi medi, di diverse settimane, possono
essere associati alla crescita di nuovi nervi o nuove connessioni tra ner-
vi, come nel suonare a mani unite. Se si sono sviluppate brutte abitu-
dini potrebbe essere necessario smettere di suonare quel pezzo per mesi
finch non si sar persa quella brutta abitudine, unaltra forma di mi-
glioramento post studio. In molti casi simili non possibile identificare
il colpevole, la miglior cosa da fare perci non suonare il pezzo ed
impararne di nuovi perch far questo il modo migliore di cancellare le
brutte abitudini.
Si deve fare tutto correttamente per massimizzare il miglioramento
post studio. Molti studenti non conoscono le regole e possono di fatto
negarlo, con il risultato che quando provano a suonare il giorno dopo il
pezzo viene peggio. Molti di questi errori hanno origine nelluso sbaglia-
to dello studio lento e veloce: nelle sezioni seguenti parleremo delle re-
gole sulla scelta della corretta velocit di studio. Chiaramente ci sar
bisogno, per incoraggiare il miglioramento post studio, di ripetere il
movimento qualche centinaio di volte durante ogni esercitazione e que-
ste ripetizioni devono essere corrette, qualsiasi movimento non neces-
sario o stress miner al miglioramento. Lerrore pi comune, commes-
so dagli studenti, suonare velocemente prima di finire la seduta.
Lultima cosa da fare prima di terminarla dovrebbe essere il pi giusto
e miglior esempio di ci che si vuole ottenere, altrimenti il migliora-
mento post studio risulta confuso e viene negato. I metodi di questo
libro sono ideali per questo tipo di miglioramento principalmente per-
ch enfatizzano lo studio delle sole note che non si riescono a suonare.
Suonare a mani unite lentamente e aumentare la velocit per grandi se-
zioni non solo condiziona il miglioramento post studio in modo insuffi-
ciente, ma lo confonde del tutto. Una volta che un certo modello viene
sufficientemente condizionato si pu passare ad altri modelli e tutti in-
sieme subiranno un miglioramento post studio contemporaneo.
Fare uso del miglioramento post studio unarte a s. Nello studiare
giorno per giorno si deve quindi fare attenzione a quali tipi di pratica
portano al migliore possibile. Se c una sezione che non migliora in
modo rilevante durante lo studio, si sapr che sar necessario dipende-
50 II - PROCEDURE E SSENZIALI PER STUDIARE PIANOFORTE
chiaro che una persona che aumenta la velocit sta avendo a che fa-
re con una sconcertante fila di andature intermedie (e movimenti
dannosi) prima di arrivare allunico movimento finale. Inoltre lo stu-
dente pu aver bisogno di disimparare i lenti metodi precedenti per poter
essere in grado di studiare quelli nuovi. Questo specialmente vero se
le due mani sono state bloccate insieme da un lungo studio a mani uni-
te. Cercare di disimparare uno dei compiti pi frustranti, stressanti e
perditempo che ci siano nello studio del pianoforte.
Un errore comune labitudine a sostenere o alzare la mano. Suo-
nando molto lentamente la mano potrebbe venire sollevata nellinter-
vallo di tempo tra le note quando il suo peso non necessario. Au-
mentando la velocit questo sollevare coincide con il momento in cui
si deve premere il tasto successivo: queste azioni si elidono risultando
in una nota mancata. Un altro errore comune agitare le dita libere:
mentre suona con le dita 1 e 2, lo studente potrebbe agitare in aria di-
verse volte le dita 4 e 5. Questo non presenta alcuna difficolt finch il
movimento non viene accelerato a tal punto da non esserci pi il tempo
di farlo. In questa situazione, a velocit pi elevate, le dita libere non
smettono automaticamente di agitarsi perch i movimenti sono stati ra-
dicati da centinaia o anche migliaia di ripetizioni. Il problema che
molti studenti che usano lo studio lento in genere non si rendono conto
di queste brutte abitudini. Sapendo come suonare velocemente non si
corrono rischi a suonare lentamente, in caso contrario bisogna stare at-
tenti a non imparare le brutte abitudini del suonare lentamente o si fi-
nir per sprecare un enorme quantit di tempo. Questo spreco dovu-
to al fatto che per ogni passata ci vuole cos tanto. I metodi di questo
libro evitano tutti questi svantaggi.
II.18 - La Diteggiatura
Usando la diteggiatura indicata sulla musica di solito non si sbaglier.
Non seguendo la diteggiatura indicata probabilmente ci si procurer
pi facilmente un sacco di problemi. La diteggiatura elementare di
solito ovvia e non viene indicata sugli spartiti, tranne nei libri per prin-
cipianti. Alcune diteggiature segnate potranno sembrare scomode
allinizio, ma sono l per un motivo che spesso non ovvio finch non
si arriva a velocit o non si suona a mani unite. Seguire la diteggiatura
indicata , per i principianti, unesperienza di apprendimento per impa-
rare quelle pi comuni. Un altro vantaggio di usare la diteggiatura
indicata che si user sempre la stessa. Non avere una diteggiatura
fissa rallenter di gran lunga il processo di apprendimento e dar pro-
blemi dopo, anche quando si imparato il pezzo. Se si dovesse cam-
biare diteggiatura ci si assicuri di usare sempre quella nuova. una
buona idea segnare la modifica sulla musica, pu essere molto frustran-
te tornarci mesi dopo e non ricordare quella bella diteggiatura che si
era trovata.
Comunque non tutte le diteggiature suggerite sugli spartiti sono ade-
guate per tutti: si potrebbero avere mani grandi o piccole, si potrebbe
essere abituati a diteggiature diverse per il modo in cui si imparato, si
potrebbe avere un diverso insieme di abilit tecniche, si potrebbe essere
uno di quelli che eseguono i trilli meglio usando 1,3 piuttosto che 2,3.
La musica dei diversi editori pu avere diteggiature diverse.
La diteggiatura pu avere, per gli esecutori di livello avanzato, una
profonda influenza sulleffetto musicale che si vuole proiettare. Fortu-
natamente i metodi qui descritti si adattano bene al rapido cambio della
diteggiatura. Si facciano tali modifiche prima di iniziare a studiare a
mani unite perch una volta incorporate diventano molto difficili da
cambiare. Di converso, alcune diteggiature sono facili a mani separate,
ma diventano difficili a mani unite. Si faccia quindi attenzione a con-
trollarle a mani unite prima di accettare definitivamente qualsiasi cam-
biamento.
56 II - PROCEDURE E SSENZIALI PER STUDIARE PIANOFORTE
Labuso di questi pedali pu aiutare solo uno studente la cui tecnica sia
gravemente carente.
Balbettare dovuto allo studio a singhiozzo nel quale lo studente si
ferma e suona da capo una sezione ogni volta che commette un errore.
Se si commettesse un errore si continui sempre a suonare, non ci si fer-
mi per correggerlo. Si prenda semplicemente nota mentalmente di dove
era e si suoni la sezione successiva per vedere se si ripete. In questo ca-
so si scelga un segmento breve che lo contiene e vi si lavori sopra. Una
volta presa labitudine di suonare attraverso gli errori si pu progredire
verso il livello successivo in cui vengono anticipati (si sentono arrivare
prima che accadano) e si prendono provvedimenti per evitarli come ral-
lentare, semplificare la sezione o solo mantenere il ritmo. Se il ritmo
non viene spezzato la maggior parte degli ascoltatori non ci fa caso e di
solito non li sente neanche.
La cosa peggiore delle brutte abitudini che richiedono cos tanto
tempo per essere eliminate, specialmente se sono a mani unite. Pertanto
niente accelera il tasso di apprendimento quanto conoscerle tutte e pre-
venirle prima che siano radicate. Ad esempio, il momento per preveni-
re il balbettio linizio delle lezioni di pianoforte. Se si insegna a que-
sto punto a suonare attraverso gli errori, diventa naturale farlo ed
molto facile. Insegnarlo ad uno studente che balbetta un compito
molto difficile.
Unaltra brutta abitudine quella di sbattere sul pianoforte senza ri-
guardo alla musicalit. Accade spesso perch lo studente talmente
assorto nello studio che dimentica di ascoltare i suoni che escono dallo
strumento. Questo si pu prevenire coltivando labitudine di ascoltarsi
sempre quando si suona. Ascoltarsi pi difficile di quanto molti rea-
lizzino perch molti studenti spendono le loro fatiche nel suonare non
lasciando nulla per ascoltare. Ci sono poi quelli con le dita deboli, una
cosa pi comune tra i principianti e che si corregge pi facilmente di chi
sbatte troppo forte.
Una brutta abitudine quella di suonare sempre alla velocit sbaglia-
ta: troppo velocemente o troppo lentamente. La velocit giusta de-
terminata da tanti fattori, inclusa la difficolt del pezzo rispetto allabili-
t tecnica, le aspettative del pubblico, le condizioni del pianoforte, quale
pezzo precedeva o seguir, eccetera. Alcuni studenti potrebbero tende-
re ad eseguire pezzi troppo velocemente per il loro livello di abilit,
mentre altri sono timidi e suonano troppo lentamente. Questo non va-
le solo per le esecuzioni in pubblico, ma anche per lo studio: suonare
64 II - PROCEDURE E SSENZIALI PER STUDIARE PIANOFORTE
gnifico cambio di tono del pedale del piano. Nella maggior parte dei
casi le propriet originarie del martello si possono facilmente ripristina-
re con una semplice intonazione (pettinatura e punzonatura).
Le insicurezze riguardanti le condizioni dei martelli sono in parte re-
sponsabili del motivo per cui luso del pedale del piano sia cos dibattu-
to, dato che molti pianisti concertisti lo usano solo per suonare delica-
tamente. Come mostrato nella Sezione su LIntonazione dei Martelli,
il trasferimento di energia dal martello alla corda pi efficiente quan-
do il movimento della corda ancora piccolo. Un martello compatto
trasferisce la maggior parte della sua energia in questo raggio, per que-
sto si possono trovare cos tanti vecchi grandi pianoforti a coda leggeri
come piume. Martelli soffici (sullo stesso pianoforte, senza cambiare
nientaltro) renderebbero la meccanica molto pi pesante. Il motivo
che, con un punto di impatto pi soffice, la corda si alza molto di pi,
rispetto alla sua posizione originaria, prima che lenergia inizi a trasfe-
rirsi. In questa posizione il trasferimento di energia meno efficiente
ed il pianista deve spingere pi forte per produrre un qualche suono. Il
peso effettivo del tasto ovviamente controllato solo parzialmente dalla
forza richiesta per premerlo in quanto dipende anche da quella richiesta
per produrre una certa quantit di suono. In altre parole il tecnico del
pianoforte deve trovare un compromesso tra rendere il feltro del mar-
tello sufficientemente soffice da produrre un tono piacevole e sufficien-
temente duro da produrre un suono adeguato. In tutti i pianoforti,
tranne quelli di alta qualit, il feltro del martello deve essere un po du-
ro in modo da produrre suono a sufficienza e da rendere la meccanica
agile, questo rende difficile suonare delicatamente e pu, a sua volta,
giustificare luso del pedale del piano dove altrimenti non andrebbe u-
sato.
Nella maggior parte dei pianoforti verticali il pedale del piano provo-
ca lo spostamento dei martelli (pi vicini alle corde) restringendone co-
s il movimento e diminuendo il volume di suono. Diversamente dai
pianoforti a coda, in quelli verticali non si possono produrre suoni forti
quando il pedale del piano abbassato. Un vantaggio di questi piano-
forti la possibilit di una pressione parziale di questo pedale, ci sono
pochi verticali in cui funziona in modo analogo a quello dei coda.
Nei pianoforti a coda moderni il pedale del piano fa spostare lintera
meccanica verso destra di met della distanza tra le corde (della stessa
nota nella sezione a tre corde). Questo fa s che il martello colpisca so-
lo due delle tre note provocando una fortuita trasformazione nel carat-
tere del suono. Il movimento orizzontale non deve essere della distan-
68 II - PROCEDURE E SSENZIALI PER STUDIARE PIANOFORTE
do quindi il timbro del suono. Quando vengono colpite tre corde ci sa-
r di conseguenza un suono immediato percussivo accompagnato da un
pi delicato suono a seguire.
Si noti che il suono immediato ha due componenti: il rumore iniziale
associato al rumore bianco del colpo del martello, che produce un gran
numero di onde non stazionarie e vibrazioni non armoniche, ed il suc-
cessivo suono immediato creato principalmente dai modi normali. Pro-
babilmente questo picco di suono iniziale ad essere il pi dannoso alle
orecchie perch il volume istantaneo del suono di questo impatto pu
essere piuttosto alto, specialmente con martelli usurati che rilasciano la
maggior parte della propria energia durante limpatto iniziale. Si veda
LIntonazione dei Martelli nella Sezione 7 del Capitolo Due per i
dettagli sullinterazione tra martelli usurati e corde. Nei pianoforti con
tali martelli pu essere saggio chiudere il coperchio (come la maggior
parte dei loro proprietari probabilmente gi fa a causa degli effetti
dolorosi alle orecchie). Certamente niente supera una corretta intona-
zione dei martelli.
Le spiegazioni precedenti sono ovviamente di gran lunga semplificate.
Anche larticolo di Scientific American indicato nei Riferimenti del
tutto inadeguato a spiegare il vero funzionamento di un sistema a tre
corde. Larticolo tratta principalmente i movimenti di una corda e ana-
lizza linterazione tra due corde nei casi semplificati ideali. Un vero si-
stema a tre corde non viene analizzato. La maggior parte delle analisi
delle corde vibranti si preoccupa dei movimenti trasversali perch sono
i pi visibili e spiegano lesistenza della fondamentale e delle armoni-
che. Sebbene i nodi non trasmettano movimenti trasversali, lo fanno le
forze di tensione. Lanalisi nella Sezione LIntonazione dei Martelli
rende chiaro che le forze di tensione non si possono ignorare perch
sono molto pi grandi di quelle trasversali e possono ben dominare
lacustica del pianoforte. Inoltre la conclusione tratta sopra sui modi
normali dipende in gran parte dalla costante di accoppiamento: con co-
stanti di accoppiamento piccole il sistema diventa una sovrapposizione
di movimenti accoppiati e disaccoppiati che permettono molti pi modi.
Lanalisi di cui sopra fa perci assaporare solo qualitativamente quello
che potrebbe accadere e non d una descrizione n quantitativa n
meccanicamente corretta di un vero pianoforte.
Questo tipo di comprensione dellacustica del pianoforte ci aiuta a tro-
vare il modo corretto di usare il pedale. Abbassandolo prima di
suonare una nota il rumore bianco iniziale ecciter tutte le corde cre-
ando un soffice roboare di sottofondo. Mettendo il dito su una qual-
II.24 - IL PEDALE DEL PIANO, IL TIMBRO E I MODI NORMALI DELLE CORDE VIBRANTI 71
preciso a mani unite a bassa velocit, che pu sempre essere fatto an-
che prima che la parte a mani separate sia pronta. La cosa importante
qui che si facciano solo degli esperimenti e non ci si abitui ai movi-
menti a mani unite fin quando non si sicuri di avere tutta la tecnica
necessaria a mani separate. Ad esempio, la precisione degli accordi e
dei salti si pu sviluppare meglio a mani separate. Studiare volate ve-
loci, accordi o salti a mani unite minacciosamente difficile e non c
bisogno di crearsi tali difficolt.
Ecco allora un suggerimento di procedura per imparare a mani unite.
Si supponga che la velocit finale sia 100. Prima si memorizzi e si im-
pari a mani separate ad 80 o anche a 100 (tutto il pezzo, o una sezione
grande di almeno diverse pagine; a questo punto non necessario che
sia perfetta), potr richiedere due o tre giorni. Si inizi poi a mani unite
tra 30 e 50. Gli obiettivi a mani unite sono: memorizzare e assicurarsi
che diteggiatura, posizioni delle mani, ecc. funzionino. Tutto questo
potr richiedere un altro giorno o due. Sar in generale necessario fare
qualche modifica come quando le mani si scontrano o quando una de-
ve passare sopra/sotto laltra, eccetera. Si lavori successivamente a ma-
ni separate sulle sezioni difficili fino a velocit oltre 100. Quando si
riuscir a suonare a proprio agio tra 120 e 150 si sar pronti per inizia-
re studiare seriamente a mani unite. La velocit di studio a mani unite
deve essere variata; non appena ci si inizia a confondere, si ripulisca la
confusione suonando a mani separate. In generale si alterner tra mani
unite e separate per giorni, se non settimane, con lo studio a mani unite
che prende progressivamente il sopravvento. Nel migliorare a mani
unite si mantenga sempre lo studio a mani separate ben al di sopra per-
ch questo il miglior modo.
Possiamo ora capire il motivo per cui alcuni studenti hanno problemi
quando provano a imparare pezzi troppo difficili studiando principal-
mente a mani unite. Il risultato un pezzo non suonabile, pieno di
stress, di muri di velocit e di brutte abitudini che bloccano completa-
mente qualsiasi miglioramento perch i movimenti problematici sono
radicati. Quando accade questo, nessuna quantit di studio sar
daiuto. Per contro, usando i metodi di questo libro non c niente di
troppo difficile (ragionevolmente). Nonostante ci, non ugualmente
una buona idea affrontare pezzi troppo al di sopra del proprio livello di
abilit, a causa della tremenda quantit di studio a mani separate che
sarebbe necessaria prima di poter iniziare lo studio a mani unite. Molte
persone sarebbero impazienti e inizierebbero a mani unite o abbando-
nerebbero le mani separate prematuramente finendo per procurarsi
problemi in ogni caso.
II.25 - LE MANI UNITE: FANTAISIE IMPROMPTU DI CHOPIN 77
II.26 - Riassunto
Con questo si conclude la sezione base. Si ha ora lessenziale per con-
cepire procedure che permettano di imparare praticamente qualsiasi
nuovo pezzo. Questo linsieme minimo di istruzioni di cui si ha biso-
gno per incominciare. Si noti che la semplicit di ciascun argomento
nasconde tuttavia le infinite possibilit che essi presentano. impor-
tante capire che ogni procedura pu avere miriadi di usi, che necessa-
rio imparare continuamente queste nuove applicazioni quando le si in-
contra e che si devono tenere gli occhi aperti alle nuove possibilit. Si
prenda come esempio lo studio a mani separate: non giusto un meto-
do per imparare rapidamente, ma uno strumento utile per esercitarsi
duramente quanto si vuole senza rischiare di farsi male; per sostituire
la memoria di mano con una memoria pi stabile su cui poter dipende-
re per recuperare dai vuoti di memoria; per aiutare ad analizzare una
composizione ed i concetti sottostanti che la semplificano; per bilancia-
re le mani in modo che una non sia pi debole dellaltra; eccetera. Nel-
la Sezione III esploreremo ulteriori usi dei passi elementari ed introdur-
remo altre idee su come risolvere alcuni problemi comuni.
III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO
DEL PIANOFORTE
B) Cos Il Ritmo?
Il ritmo linfrastruttura (ripetitiva) del tempismo della musica.
Quando si legge del ritmo (si veda Whiteside) esso sembra un aspetto
misterioso della musica che solo i talenti nati sono in grado di espri-
mere o che forse sia necessario esercitarlo tutta la vita come i batteristi.
Pi spesso, invece, il ritmo giusto semplicemente una questione di
contare con precisione e di leggere correttamente la musica, specialmen-
te le indicazioni di tempo. Non cos facile come sembra: le difficolt
spesso sorgono perch la maggior parte delle indicazioni sul ritmo non
vengono scritte esplicitamente in ogni punto dello spartito, ma una
delle cose che appaiono solo una volta allinizio (ci sono troppe di que-
ste cose per elencarle qui, come ad esempio le differenze tra walzer e
mazurca). In molti casi la musica viene di fatto creata manipolando
queste variazioni ritmiche in modo che il ritmo sia uno degli elementi
pi importanti. In breve, gran parte delle difficolt ritmiche nasce dal
non leggere la musica correttamente. Accade spesso quando si cerca di
leggere a mani unite: ci sono semplicemente troppe informazioni da e-
laborare ed il cervello non pu pensare anche al ritmo, specialmente se
la musica richiede abilit tecnica. Quellerrore di lettura iniziale diven-
ta poi parte della musica che si studia.
Se il ritmo cos importante, quale guida si deve seguire per poterlo
sviluppare? Ovviamente si deve trattare il ritmo come un argomento di
studio separato, per iniziare quindi necessario un programma specia-
le. Durante lo studio iniziale di un pezzo, quindi, si riservi un po di
tempo per lavorare sul ritmo. Un metronomo, specialmente uno con
caratteristiche avanzate, pu essere daiuto nel farlo. Si deve prima
controllare due volte che il proprio ritmo sia coerente con lindicazione
di tempo. Questo non pu essere fatto mentalmente neanche dopo che
si riuscir a suonare il pezzo si deve rivedere lo spartito e controllare
ogni nota. Troppi studenti suonano un pezzo in un certo modo sem-
plicemente perch suona bene: non si pu fare cos. Si deve control-
III.1 - IL TONO, IL RITMO E LO STACCATO 89
lare sullo spartito che ciascuna nota abbia laccento giusto ed attenersi
rigorosamente allindicazione di tempo. Solo allora si potr decidere
quale interpretazione ritmica la migliore per suonare e dove il compo-
sitore ha inserito violazioni alle regole fondamentali (molto raro); pi
spesso il ritmo dato dallindicazione di tempo strettamente corretto,
ma suona contro-intuitivo. Un esempio di questo il misterioso ar-
peggio allinizio della Appassionata di Beethoven, Op. 57. Un arpeg-
gio normale (come Do Mi Sol) inizierebbe con la prima nota accentata
(Do, in battere). Beethoven, tuttavia, inizia ogni misura con la terza
nota dellarpeggio (la prima misura incompleta e contiene le prime
due note dellarpeggio); questo forza ad accentare la terza nota, non
la prima, se si segue lindicazione di tempo correttamente. Quando
viene introdotto il tema principale nella misura 35, scopriamo il motivo
di questo strano arpeggio: semplicemente una forma invertita e
schematizzata (semplificata) del tema. Beethoven ci ha preparati psico-
logicamente al tema dandoci solo il ritmo! questo il motivo per cui lo
ripete dopo averlo alzato di un curioso intervallo ha semplicemente
voluto essere sicuro che riconoscessimo linsolito ritmo. Un altro e-
sempio nella Fantaisie Impromptu di Chopin: la prima nota della de-
stra (misura 5) deve essere pi delicata della seconda, si riesce a trovare
almeno un perch? Sebbene questo pezzo sia in tempo doppio, potreb-
be essere istruttivo studiare la destra come un 4/4 per assicurarsi che
non vengano enfatizzate la note sbagliate.
Quando si inizia a mani separate si controlli attentamente il ritmo.
Lo si controlli di nuovo quando si inizia a mani unite. Se il ritmo
sbagliato di solito la musica diventa impossibile da suonare a velocit.
Quando si hanno difficolt insolite nellarrivare a velocit quindi
una buona idea controllare il ritmo. Di fatto linterpretazione sbaglia-
ta del ritmo una delle ragioni pi comuni dei muri di velocit e del
perch si hanno problemi a mani unite. Se si commettono errori ritmici
nessuna quantit di studio permetter di arrivare a velocit. Questa
una delle ragioni per cui il delineare funziona: semplifica il compito di
leggere correttamente il ritmo, quando si delinea ci si concentri sul rit-
mo. Inoltre, quando si comincia a mani unite per la prima volta, si po-
trebbe avere pi successo esagerando il ritmo. Il ritmo unaltra ra-
gione per cui non si dovrebbero provare pezzi troppo difficili. Se non
si ha la tecnica sufficiente non si riuscir a controllarlo e la mancanza di
tecnica imporr un ritmo sbagliato creando perci un muro di velocit.
Si vada poi in cerca dei segni speciali per il ritmo come sf o i segni di
accento. Infine ci sono situazioni in cui la musica priva di indicazioni
e si deve semplicemente sapere cosa fare o ascoltare una registrazione
90 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
C) Lo Staccato
Lo staccato definito come il modo di suonare in cui il dito viene rapi-
damente fatto rimbalzare via dal tasto in modo da produrre un breve
suono senza sostenimento. in qualche modo sbalorditivo come la
maggior parte dei libri sullimparare il pianoforte parli di staccato senza
mai definirlo! Questo paragrafo ne d una definizione abbastanza
completa. Suonando staccato il paramartello non viene coinvolto e gli
smorzatori silenziano il suono immediatamente dopo che la nota viene
suonata. Ci sono due notazioni per lo staccato: quello normale (punti-
no) e quello duro (triangolo). Nello staccato normale lo spingitore vie-
ne di solito rilasciato, in quello duro il dito del pianista si sposta gi e
su pi velocemente e generalmente lascia il tasto prima. Nello staccato
normale, quindi, la discesa del tasto pu essere a circa met corsa, ma
in quello duro di solito meno della met. In questo modo lo smorza-
tore ritorna sulla corda pi velocemente ottenendo una nota di durata
minore. Siccome il paramartello non viene coinvolto il martello pu
rimbalzare rendendo complicate le ripetizioni ad una certa velocit.
Se quindi si dovessero avere problemi negli staccato ripetuti rapida-
mente non se ne prenda subito la colpa potrebbe essere proprio la
frequenza alla quale il martello rimbalza nel modo sbagliato. Cam-
biando velocit, quantit di discesa del tasto, ecc. si potrebbe riuscire
ad eliminare il problema. Per poter suonare bene lo staccato chiara-
mente utile sapere come funziona il pianoforte.
Lo staccato si divide generalmente in tre tipi a seconda di come viene
suonato: (1) di dito, (2) di polso, (3) di braccio. Il tipo 1 viene suonato
principalmente tenendo la mano ed il braccio fermi con il dito che ese-
gue un movimento di trazione; il tipo 2 neutro (n trazione n spinta)
e viene suonato principalmente con il polso; il tipo 3 viene di solito
suonato meglio con una spinta in cui latto di suonare ha origine nel
braccio. Nel passare da 1 a 3 si aggiunge pi massa alle dita: quindi 1
fornisce lo staccato pi leggero ed utile per note singole e delicate, 3
fornisce la sensazione pi pesante ed utile nei passaggi forte e negli
accordi con molte note e 2 una via di mezzo. In pratica la maggior
parte di noi usa una combinazione di tutti i tre. Alcuni insegnanti non
approvano luso dello staccato di polso preferendo principalmente lo
staccato di braccio; tuttavia probabilmente meglio avere una scelta tra
92 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
nei passaggi molto veloci perch unisce i vantaggi delle posizioni ricur-
va e distesa.
Lutilit di queste varie posizioni rende necessario espandere la defini-
zione di suonare a dita distese: la posizione distesa dritta solo un
caso estremo, ci sono numerose varianti tra la posizione totalmente
piatta che abbiamo definito allinizio di questa sezione e la posizione ri-
curva. Oltre alla posizione a piramide si possono piegare le dita alla
prima articolazione dopo la nocca. Questa verr chiamata la posizione
a ragno. Il punto importante qui che lultima articolazione (la pi
vicina allunghia) deve essere completamente rilassata e deve esserle
permesso di raddrizzarsi quando si premono i tasti. La definizione ge-
neralizzata di suonare a dita distese perci che la terza falange sia
completamente rilassata e dritta. Falangi il nome delle piccole ossa
dopo la nocca, sono numerate da uno a tre (il pollice solo uno e due) e
la terza falange la falange dellunghia. Chiameremo posizioni a
dita distese sia quella a piramide sia quella a ragno perch tutte e tre
condividono due importanti propriet: la terza falange non mai ricur-
va ( sempre rilassata) e si pu suonare con il polpastrello. Da qui in
poi useremo questa definizione pi ampia di dita distese. Anche se in
molte di queste posizioni le dita siano piegate, le chiameremo cos per
distinguerle chiaramente dalla posizione ricurva. Gran parte della para-
lisi da curvatura deriva dal piegare la terza falange. Questo pu essere
dimostrato piegando solo questultima (se si riesce) e provando a muo-
vere rapidamente il dito. Faccio notare che ora il completo rilassamen-
to della terza falange parte della definizione della posizione a dita di-
stese. Questa posizione semplifica i calcoli al cervello perch vengono
quasi del tutto ignorati i muscoli flessori. Ci significa dieci muscoli in
meno da controllare e questi sono particolarmente scomodi e lenti; i-
gnorarli aumenta quindi la velocit del dito. Siamo arrivati a realizzare
che la posizione ricurva del tutto sbagliata per suonare materiale di
livello avanzato. La posizione generalizzata a dita distese necessaria
per poter suonare alle velocit richieste ai pianisti di livello avanzato.
Tuttavia, come descritto pi avanti, ci sono alcune situazioni nelle quali
necessario curvare rapidamente certe dita singole per raggiungere al-
cuni tasti bianchi ed evitare di colpire il coperchio tastiera con le un-
ghie. Limportanza della posizione generalizzata a dita distese non pu
essere enfatizzata troppo perch uno degli elementi chiave del rilas-
samento (che viene spesso completamente ignorato).
La posizione a dita distese fornisce molto pi controllo perch il pol-
pastrello la parte pi sensibile del dito. Unaltra ragione per cui il
controllo aumenta che una terza falange rilassata fa da ammortizzato-
112 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
dita distese questi muscoli non utilizzati vengono rilassati e non eserci-
tati e di fatto i loro tendini si stirano rendendo le dita pi flessibili.
La posizione a dita distese superiore a quella ricurva nella maggio-
ranza delle situazioni specialmente per la velocit, il legato, il pianissi-
mo, il fortissimo, il rilassamento, la sensibilit e la precisione. La per-
cezione errata che questa posizione faccia male alla tecnica nasce dal
fatto che potrebbe portare a brutte abitudini legate alluso sbagliato de-
gli insiemi paralleli. Ci accade perch suonare a dita distese una
semplice questione di tenere le dita dritte e sbatterle gi sul pianoforte
suonando insiemi paralleli mascherati da volate veloci ed ottenendo
come risultato la mancanza di uniformit. Gli studenti principianti po-
trebbero usarla come un modo di suonare velocemente senza sviluppa-
re la tecnica. Possiamo evitare questo problema imparando prima la
posizione ricurva ed usando correttamente gli insiemi paralleli. Nelle
mie numerose comunicazioni con gli insegnanti ho notato che i migliori
di essi hanno dimestichezza con lutilit delle posizioni a dita distese.
Questo specialmente vero nel gruppo di insegnanti la cui linea di in-
segnamento riporta a F. Liszt e suggerisce che lui stesso fosse a favore
di queste posizioni. La possibilit che Liszt insegnasse la posizione a
dita distese uno dei pochi casi documentati di Liszt che parla di detta-
gli tecnici. Di fatto difficile immaginare lesistenza di pianisti di livello
avanzato che non sappiano usare queste posizioni. Come dimostrazio-
ne, la prossima volta che si andr ad un concerto, o si vedr un video,
si faccia attenzione e si cerchino di individuare queste posizioni a dita
distese (completamente piatte, a piramide, a ragno e con la terza falange
completamente rilassata) si scoprir che ogni pianista formato le usa
estensivamente.
ora abbondantemente chiaro che dobbiamo imparare a trarre van-
taggio da pi posizioni delle dita possibile. Una domanda naturale da
porre : Qual lordine di importanza di tutte queste posizioni? Qual
la posizione convenzionale da usare pi spesso? La pi importante
la posizione a ragno. Il regno degli insetti non ha adottato questa po-
sizione senza una buona ragione: ha scoperto, dopo centinaia di milioni
di anni di ricerca, che quella che funziona meglio. Si noti che la diffe-
renza tra la posizione a ragno e quella ricurva pu essere sottile, molti
pianisti che pensano di usare questultima possono di fatto usare qual-
cosa che si avvicina ad una posizione a dita distese. La seconda posi-
zione pi importante quella piatta perch necessaria per suonare gli
accordi ampi e gli arpeggi. La terza posizione pi importante quella
ricurva, quella a piramide la quarta. Questultima usa un solo musco-
III.4 - I MOVIMENTI DELLE MANI E DEL CORPO PER LA TECNICA 117
lo flessore per dito, quella a ragno due e quella ricurva li usa tutti pi
lestensore durante la discesa del tasto.
La precedente analisi sulle posizioni a dita ricurve sostanziale, ma
non per niente completa. In una trattazione pi dettagliata dovrem-
mo parlare di come applicare la posizione a dita distese ad abilit speci-
fiche come il legato o come suonare due note con un dito controllan-
done ciascuna individualmente. Il legato di Chopin stato documen-
tato come particolarmente speciale, cos come il suo staccato. Que-
stultimo collegato alla posizione a dita distese? Si noti che in tutte
queste posizioni si pu trarre vantaggio dalleffetto elastico di una terza
falange rilassata, cosa che potrebbe tornare utile nel suonare staccato.
Abbiamo chiaramente bisogno di pi ricerca per imparare come usare
le posizioni a dita distese. In particolare, c controversia sul fatto che
si debba suonare principalmente con la posizione ricurva ed aggiunger-
le quando necessario, come insegnato da gran parte degli insegnanti,
oppure vice versa, come faceva Horowitz e come consigliato qui. La
posizione a dita distese legata anche allaltezza dello sgabello: pi
facile suonare con le dita distese se viene abbassato. Ci sono numerosi
resoconti di pianisti che scoprivano di poter suonare molto meglio con
sgabelli bassi (Horowitz e Glen Gould ne sono esempi). Sostenevano
di ottenere miglior controllo specialmente per i pianissimo e la velocit,
ma nessuno ha fornito una spiegazione del perch sia cos. La mia
spiegazione che una minore altezza dello sgabello ha permesso loro di
usare pi posizioni a dita distese. Tuttavia non sembra esserci una
buona ragione di sedersi troppo in basso, come faceva Glen Gould,
perch si pu sempre abbassare il polso per ottenere lo stesso effetto.
Riassumendo, Horowitz aveva delle buone ragioni per suonare a dita
distese e lanalisi di cui sopra suggerisce che una parte del suo elevato
livello tecnico possa essere stata raggiunta usando pi posizioni a dita
distese rispetto agli altri. Il messaggio singolo pi importante di questa
sezione che dobbiamo imparare a rilassare la terza falange del dito ed
a suonare con la parte della punta sensibile al tocco. Lavversione, o
addirittura la proibizione, di alcuni insegnanti alluso delle posizioni a
dita distese si scopre essere un errore: qualsiasi quantit di curvatura
inviter infatti un qualche grado di paralisi. I principianti devono tut-
tavia imparare prima la posizione ricurva perch necessaria per suo-
nare sui tasti bianchi ed pi difficile. Se gli studenti imparassero pri-
ma il pi facile metodo a dita distese, potrebbero non imparare mai a-
deguatamente la posizione ricurva, che pi difficile. La posizione a
dita distese una abilit necessaria per sviluppare la tecnica: utile per
la velocit, per aumentare lestensione della mano, per suonare pi note
118 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
con lo stesso dito, per evitare infortuni, per sentire i tasti, per il lega-
to, per il rilassamento, per suonare pianissimo o fortissimo e per ag-
giungere colore. Sebbene la posizione ricurva sia necessaria, lafferma-
zione per suonare materiale tecnicamente difficile la posizione ricurva
necessaria un mito fuorviante. Suonare con le dita distese ci per-
mette di usare molte posizioni delle dita utili e versatili. Ora sappiamo
come suonare tutti quei tasti neri e non mancare una singola nota!
o
Grazie, Signor Horowitz e M Combe.
pre sopra per passare. Questo rende pi facile suonare a mani unite
perch tutte le dita di entrambe le mani vengono rinnovate. Oltre a
questo, il pollice pu ora suonare i tasti neri. grazie al gran numero
di semplificazioni, alleliminazione dello stress causato da un pollice pa-
ralizzato e ad altri vantaggi trattati pi avanti che vengono ridotti i po-
tenziali errori e diventa possibile suonare arbitrariamente veloce. Ci
sono certamente delle eccezioni: i passaggi lenti e legati, alcune scale
contenenti tasti neri, ecc. vengono eseguiti pi comodamente con un
movimento simile al pollice sotto. Acquisire la tecnica necessaria al
metodo pollice sopra non automatico: richieder un certo minimo di
studio, altrimenti allinizio porter a scale incespicanti. Infatti molti
studenti che sono cresciuti usando solo il metodo pollice sotto passe-
ranno inizialmente un brutto periodo nel provare a capire come qual-
cuno possa suonare qualsiasi cosa pollice sopra. Questo il pi chiaro
indice del danno fatto dal non impararlo; per questi studenti il pollice
non libero nel senso spiegato pi avanti. Vedremo che un pollice
libero un dito molto versatile. Non ci si disperi, comunque, perch si
scoprir che tutti gli studenti del metodo pollice sotto sanno gi come
suonare pollice sopra solo che non se ne rendono conto.
Con la sinistra si ha lopposto della destra: il metodo pollice sopra
viene usato nella scala discendente. Se la destra fosse pi abile della si-
nistra si facciano le esplorazioni necessarie per trovare le maggiori ve-
locit pollice sopra usando la destra finch non si decide esattamente
cosa fare e si usino poi quei movimenti nella sinistra. In questo modo
si potr risparmiare un sacco di tempo. Prendere labitudine di usare la
mano migliore per insegnare allaltra una buona idea. Naturalmente
se la sinistra fosse pi debole della destra sar necessario, alla fine, e-
sercitarla di pi per farla stare al passo. La sinistra deve essere pi for-
te della destra perch i martelli al basso sono pi grandi e le corde sono
pi massicce: questo rende la meccanica pi pesante a velocit maggio-
ri.
Analizzeremo ora delle procedure per studiare scale veloci con il me-
todo pollice sopra. La scala ascendente di Do Maggiore con la destra
consiste negli insiemi paralleli 123 e 1234. Gli insiemi paralleli (si veda
la Sezione IV.2) sono gruppi di note che si possono suonare come un
accordo (tutte insieme). Si usi prima lattacco ad accordo (si veda la
Sezione II.9) o gli esercizi per gli insiemi paralleli (Sezione III.7) per
raggiungere un veloce 123, con 1 sul Do4; poi si studi 1231 con il polli-
ce che va su e gi dietro al 3 che viene spostato via rapidamente non
appena il pollice scende. Gran parte del movimento laterale del pollice
si ottiene spostando la mano. Lultimo 1 in 1231 la congiunzione ne-
III.5 - SUONARE (VELOCEMENTE) LE SCALE E GLI ARPEGGI 127
cessaria della regola di continuit (si veda la Sezione I.8). Si ripeta con
1234, con 1 sul Fa4, e poi 12341 rinnovando lultimo 1 appena dietro al
4 e facendolo atterrare sul Do5. Ci si assicuri di suonare queste due
combinazioni molto rapidamente e scorrevolmente, completamente ri-
lassati. Si suonino le dita 234 vicine ai tasti neri per poter dare al polli-
ce pi spazio per atterrare. Si colleghino poi i due insiemi paralleli per
completare lottava. Dopo essere riusciti a farne una, se ne facciano
due, eccetera.
Quando si suonano scale molto veloci i movimenti della mano/braccio
sono simili (ma non identici) a quelli di un glissando. Si noti che il
pollice pu essere portato molto vicino al dito da passare (3 o 4) se vie-
ne tenuto appena dietro alle altre dita (quasi come nel pollice sotto). Il
movimento tipo glissando permette di portare il pollice anche pi vici-
no al dito appena passato perch tutte le dita da 2 a 5 sono leggermente
rivolte allindietro. Si dovrebbe riuscire a suonare in questo modo
unottava veloce (circa 1 ottava/secondo, non ci si preoccupi ancora
delluniformit!) dopo qualche minuto di esercizio. Si pratichi il rilas-
samento al punto da sentire il peso del braccio. Una volta abili con il
pollice sopra si dovrebbe scoprire che le scale lunghe non sono pi dif-
ficili di quelle corte e che suonare a mani unite non cos difficile come
con il pollice sotto. Questo avviene principalmente perch con il polli-
ce sotto le contorsioni (del gomito, ecc.) sono pi difficili allinizio ed
alla fine delle scale lunghe (ci sono molte altre ragioni). importante
sottolineare che non c mai un vero bisogno di studiare le scale a mani
unite e lo studio a mani unite fa pi male che bene, finch non si diven-
ta piuttosto abili, principalmente perch a questo punto si perde un sac-
co di tempo nel farlo. C cos tanto materiale urgente da studiare im-
mediatamente a mani separate che dovrebbe rimanere poco tempo per
lo studio a mani unite. Inoltre se ci si chiede: Cosa ottengo studiando
a mani unite? la risposta Quasi nulla. Gli insegnanti pi avanzati
(Gieseking) considerano lo studio delle scale a mani unite una perdita
di tempo. La capacit di suonare scale grandiose a mani separate tut-
tavia una necessit.
Quando si suonano gli insiemi 123 o 1234 si sollevi il polso (anche
leggermente) per poter controllare con precisione langolo di fase
dellinsieme parallelo. Si passi poi al successivo abbassandolo per suo-
nare pollice sopra. Questi movimenti del polso sono estremamente pic-
coli, quasi impercettibili allocchio non allenato, e diventano anche pi
piccoli allaumentare della velocit. Si pu ottenere la stessa cosa ruo-
tando il polso in senso orario quando si suonano gli insiemi paralleli e
in senso antiorario quando si abbassa il pollice. Il movimento su e gi
128 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
diesis saranno sul Fa e sul Do, tre diesis su Fa, Do, Sol e cos via. I
bemolli aumentano nellordine inverso in confronto ai diesis. Si veda
la tabella pi avanti per le restanti scale maggiori ascendenti (si inverta
la diteggiatura per le scale discendenti).
B) Gli Arpeggi
Suonare correttamente gli arpeggi tecnicamente molto complesso.
Questo li rende particolarmente adatti ad imparare alcuni importanti
movimenti della mano come la spinta, la trazione ed il movimento a
ruota. Il termine arpeggio, come viene usato qui, include gli accordi
arpeggiati e le combinazioni di passaggi brevi in arpeggio. Illustreremo
questi concetti usando la Sonata al Chiaro di Luna di Beethoven
(Terzo Movimento) per spinta e trazione e la Fantaisie Impromptu di
Chopin per il movimento a ruota. Si ricordi che la flessibilit delle
mani, specialmente al polso, critica nel suonare gli arpeggi. La
complessit tecnica sorge dal fatto che nella maggior parte dei casi
questa flessibilit deve essere combinata con tutto il resto: spinta,
trazione, movimento a ruota, pollice sotto e pollice sopra. Una nota di
attenzione: la Sonata al Chiaro di Luna difficile a causa della velocit
richiesta. Molte composizioni di Beethoven non possono essere
rallentate perch sono intimamente legate al ritmo. Questo movimento
richiede inoltre di prendere comodamente almeno una nona. Chi ha
mani pi piccole avr molta pi difficolt ad imparare questo pezzo
rispetto a chi ha unestensione adeguata.
Il Metodo del Movimento a Ruota
(Fantaisie Impromptu di Chopin)
Per poter capire questo movimento si metta il palmo sinistro sui tasti
del pianoforte, con le dita allargate il pi possibile (come i raggi di una
ruota). Si noti che le punte delle dita dal mignolo al pollice si dispon-
gono pi o meno a semicerchio. Ora si metta il mignolo sul Do3 paral-
lelamente ad esso, si dovr ruotare la mano in modo che il pollice stia
vicino al corpo. Si sposti poi la mano verso il coperchio tastiera in mo-
do che il mignolo lo tocchi e ci si assicuri che sia sempre rigidamente
aperta. Se lanulare troppo lungo e tocca prima si ruoti la mano a
sufficienza affinch il mignolo tocchi, ma lo si mantenga pi parallelo
possibile al Do3. Ora si faccia girare la mano come una ruota in senso
136 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
Si inizi a studiare a mani unite dopo aver risolto tutti questi problemi
tecnici a mani separate. Non c bisogno di studiare usando il pedale
finch non si inizia a mani unite. Si noti che le misure 163-164 vanno
suonate senza di esso. Lapplicazione del pedale alle misure 165-166,
dar loro significato. C la tendenza a studiare troppo ad alto volume
a causa del ritmo veloce. Non solo musicalmente sbagliato, ma tecni-
camente dannoso. Studiare troppo forte pu portare a stanchezza ed a
muri di velocit: la chiave per la velocit il rilassamento. Sono le se-
zioni p che creano la maggior parte delleccitazione. Il ff della misura
33, ad esempio, solo una preparazione al seguente p e di fatto ci sono
molto pochi ff in tutto il movimento. Lintera sezione dalla misura 43
alla 48 viene suonata p portando ad una sola misura, la 50, suonata f.
Laddove lobiettivo durante lo studio a mani separate era di arrivare
rapidamente a velocit (o pi veloce), studiare lentamente diventa di
capitale importanza quando si suona a mani unite. Si studi sempre a
mani unite leggermente pi lentamente della propria velocit massima,
tranne quando si cicla. Si faranno progressi pi veloci studiando ad
una velocit alla quale le proprie dita vogliono andare pi veloci piut-
tosto che forzandole a suonare pi rapidamente di quanto non riescano.
La scelta della velocit di studio a mani separate ed a mani unite
quindi diametralmente opposta: lobiettivo la velocit a mani separate
e la precisione a mani unite. Non c bisogno di spingere per la veloci-
t a mani unite perch (dopo aver studiato correttamente) questa gi
stata raggiunta a mani separate. In questo modo la velocit a mani uni-
te verr automaticamente non appena le due mani si coordineranno.
Nello studio a mani unite si lavora per la coordinazione, non per la ve-
locit.
Infine, dopo aver studiato correttamente, si dovrebbero provare alcu-
ne velocit alle quali pi facile suonare velocemente che lentamente.
Questo del tutto naturale allinizio ed uno dei migliori segni che la
lezione di questo libro stata imparata bene. Certamente, una volta
diventati tecnicamente esperti, si dovrebbe poter suonare a qualunque
velocit con ugual facilit.
Il Pollice: Il Dito pi Versatile
Un Esempio di Procedimento di Studio di Scale/Arpeggi
Il pollice il dito pi versatile: ci permette di suonare le scale, gli ar-
peggi e gli accordi ampi (se non lo si crede si provi a suonare una scala
senza il pollice!) La maggior parte degli studenti non impara ad usare
correttamente il pollice fino allo studio delle scale: quindi importante
esercitarsi ad esse prima possibile. Ripetere la scala di Do Maggiore
III.5 - SUONARE (VELOCEMENTE) LE SCALE E GLI ARPEGGI 143
III.6 - Memorizzare
A) Perch Memorizzare?
Le ragioni per imparare a memoria sono cos convincenti che sembra
stupido provare a giustificare la memorizzazione, ma mi si lasci citare
solo qualche esempio. I pianisti di livello avanzato devono suonare a
memoria a causa dellalto livello di abilit tecnica che ci si aspetta da
loro. Praticamente tutti gli studenti (incluso chi non si considera un
memorizzatore) suonano a memoria i passaggi pi difficili. I non-
memorizzatori possono aver bisogno dello spartito di fronte come sup-
porto psicologico e per avere piccoli indizi qua e l, ma di fatto suona-
no i passaggi difficili praticamente completamente dalla memoria di
mano (se stanno suonando bene, si veda pi avanti). A causa di que-
sto bisogno di suonare a memoria, memorizzare si sviluppato in una
procedura scientifica che si intrecciata inseparabilmente con il proces-
so di studio del pianoforte. Memorizzare non solo un ripetere qual-
cosa finch non si in grado di suonarlo senza vedere lo spartito, ma
un processo complesso di creazione, nel cervello, di associazioni con
cose che gi si conoscono.
Memorizzare un modo per imparare rapidamente nuovi pezzi. A
lungo andare i pezzi tecnicamente significativi si imparano molto pi
velocemente memorizzando che usando lo spartito. Imparare a memo-
ria permette al pianista di iniziare ovunque nel mezzo di un pezzo: un
metodo per recuperare dai blackout e dalle stecche ed aiuta a sviluppa-
re una migliore comprensione della composizione. Permette anche di
suonare frammenti (suonare piccoli estratti da una composizione),
una capacit molto utile nelle esecuzioni occasionali, nellinsegnamento
e per imparare ad eseguire in pubblico. Una volta memorizzate dieci
ore di repertorio, cosa prontamente fattibile, ci si render conto dei
vantaggi di non doversi portare dietro tutta quella musica e di dover
cercare in essa il pezzo o il frammento. Se si volesse saltare da fram-
mento a frammento, cercare nella pila di spartiti sarebbe poco pratico.
Nei pianoforti a coda il leggio della musica interferirebbe con il suono
146 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
essere buoni memorizzatori. Credo che sia dannoso per il cervello per-
ch come dire che meno muscoli si usano e pi forti si diventa perch
avanza pi energia. Il cervello ha una capacit di memoria maggiore di
quanto chiunque possa riempirlo in una vita, ma se non si impara come
usarla non si trarranno mai benefici dal suo pieno potenziale. Ho sof-
ferto molto per il mio errore precedente: avevo paura di andare a gio-
care a bowling perch non riuscivo a tenere i punti a mente come tutti
gli altri. Da quando ho cambiato la mia filosofia in quella di provare a
memorizzare tutto, la mia vita migliorata in modo spettacolare. Ora
provo a memorizzare anche la pendenza ed il tipo di rimbalzo della pal-
la di tutti i campi da golf su cui gioco. Questo pu avere un grande ef-
fetto sul punteggio. Inutile dire che i corrispondenti vantaggi nella mia
carriera al pianoforte sono stati oltre il descrivibile.
La memoria una funzione associativa del cervello. quindi prati-
camente diametralmente opposta allanalogia con la memoria del com-
puter: pi si memorizza pi diventa facile memorizzare di pi. I buoni
memorizzatori non sembrano saturare mai la loro memoria fino a che
i danni dellet non riscuotono il loro pedaggio. Mettendo pi materia-
le in memoria, il numero di associazioni aumenta geometricamente e
questo dovrebbe migliorare la memoria stessa. Cos tutto quello che
sappiamo sulla memoria ci dice che memorizzare pu solo essere un
vantaggio.
con lulteriore requisito che tutto quello che si fa durante queste proce-
dure di apprendimento sia fatto a memoria. Ad esempio, mentre si
impara un accompagnamento della sinistra misura per misura si memo-
rizzi quella misura. Siccome una misura lunga tipicamente da 6 a 12
note memorizzarla banale. Sar poi necessario ripetere questi seg-
menti dieci, cento o anche oltre mille volte, in base alla difficolt, prima
di saper suonare il pezzo molte pi ripetizioni di quelle necessarie per
memorizzare. Non si pu far altro che impararle a memoria!
Abbiamo visto, nelle sezioni I e II, che la chiave per imparare rapida-
mente la tecnica ridurre la musica a sottoinsiemi banalmente semplici;
queste stesse procedure rendono banale memorizzare questi sottoinsie-
mi. Memorizzare pu far risparmiare una tremenda quantit di tempo
di studio: non necessario guardare la musica ogni volta e si pu stu-
diare un segmento della destra di una sonata di Beethoven e una sezio-
ne della sinistra di uno scherzo di Chopin a mani separate e saltare da
segmento a segmento come si desidera. Ci si pu concentrare sullim-
parare la tecnica senza la distrazione di doversi riferire sempre alla mu-
sica. La cosa migliore di tutte che le numerose ripetizioni necessarie
per studiare il pezzo lo fisseranno nella memoria, senza costi aggiuntivi,
in un modo che nessuna altra procedura di memorizzazione potr mai
fare. Queste sono alcune delle ragioni per cui memorizzare prima di
imparare lunico modo. Chiaramente andrebbe memorizzata qualsia-
si cosa valga la pena essere suonata.
C) Memorizzare e Mantenere
Un repertorio memorizzato richiede due investimenti di tempo: il primo
per memorizzare il pezzo allinizio ed il secondo una componente di
mantenimento per impiantarlo nella memoria in modo permanente e
per imparare di nuovo qualunque sezione sia stata dimenticata. La se-
conda componente dovrebbe essere di gran lunga la pi ampia durante
la vita di un pianista. Una qualunque analisi sulla memorizzazione sa-
rebbe quindi incompleta senza parlare del mantenimento. Esso, ad e-
sempio, limita lampiezza del repertorio perch dopo aver memorizzato
diciamo da cinque a dieci ora di musica, le esigenze di mantenimento
potrebbero precludere, in base alla persona, la memorizzazione di altri
pezzi. Ci sono diversi modi di estendere il repertorio oltre il limite di
mantenimento. Un modo ovvio quello di abbandonare i pezzi me-
morizzati e di memorizzarli di nuovo dopo se necessario. Si scopre che
i pezzi memorizzati sufficientemente bene possono essere richiamati e ri-
puliti molto rapidamente anche se non li si suonati per anni. Quasi
come andare in bicicletta: una volta imparato ad andarci ragionevol-
III.6 - MEMORIZZARE 149
D) Memoria di Mano
Una grossa componente della memoria iniziale la memoria di mano
che viene dallo studio ripetuto. La mano va semplicemente avanti a
suonare senza che si ricordi veramente ogni nota. Sebbene parleremo
nel seguito di tutti i tipi di memoria conosciuti, inizieremo ad analizzare
prima la memoria di mano perch chiunque ne fa esperienza ed il pro-
cesso di memorizzazione diventa un processo di diversificazione degli
altri metodi di memoria. La memoria di mano ha due componenti:
un movimento di riflesso della mano proveniente dal toccare i tasti e
un riflesso nel cervello dovuto al suono del pianoforte. Entrambi ser-
vono come indizi alla mano per muoversi in modo pre-programmato.
Li uniremo, per semplicit, chiamandoli memoria di mano. Mostre-
remo pi avanti che questa non la forma di memoria che si vorr u-
sare alla fine, ma utile perch aiuta a memorizzare quando si studia il
pezzo. Non c quindi bisogno di evitare consciamente di usarla quan-
do si inizia a memorizzare un pezzo nuovo. Una volta acquisita non la
si perder mai e pi avanti vedremo come usarla per recuperare dai
blackout.
Il meccanismo biologico con il quale le mani acquisiscono la memoria
di mano non del tutto compreso, ma la mia ipotesi che vengano
coinvolte le cellule nervose al di fuori del cervello conscio, come ad e-
sempio quelle della colonna vertebrale. Il numero di cellule nervose
esterne al cervello probabilmente confrontabile con il numero di quel-
le allinterno. Sebbene i comandi per suonare il pianoforte debbano
avere origine nel cervello piuttosto probabile che i riflessi per suonare
rapidamente non percorrano tutta la strada fino a quello conscio. La
memoria di mano dovrebbe perci essere un tipo di riflesso che coinvol-
ge molte tipologie diverse di cellule nervose. In risposta al suono della
prima nota il riflesso suona la seconda che stimola la terza, eccetera.
Questo spiega il perch quando ci si blocca la memoria di mano non
aiuta a ripartire a meno di non tornare indietro alla prima nota. Di fat-
III.6 - MEMORIZZARE 151
F) Rinforzare La Memoria
Uno degli espedienti pi utili per ricordare il rinforzo. Quando un
ricordo dimenticato viene richiamato sempre ricordato meglio. Molte
persone si preoccupano di dimenticare. Il trucco rigirare questa av-
versit in vantaggio. La maggior parte delle persone ha bisogno di di-
menticare e memorizzare di nuovo tre o quattro volte prima che qual-
cosa venga memorizzato permanentemente. Per riuscire ad eliminare le
frustrazioni dovute al dimenticare e per rinforzare la memoria si provi
156 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
G) Studiare a Freddo
Si esercitino a freddo (senza scaldare le mani) i pezzi memorizzati;
questo ovviamente pi difficile rispetto a studiare con le mani gi cal-
de, ma esercitarsi sotto condizioni avverse lunico modo per rinforza-
re la propria capacit di suonare il pezzo. Questa capacit di sedersi
semplicemente e suonare a freddo con un pianoforte e in un ambiente
non familiari, o solo diverse volte al giorno quando si ha qualche minu-
to aggiuntivo, uno dei vantaggi pi utili di aver memorizzato i pezzi.
Lo si pu fare dovunque lontano da casa quando lo spartito potrebbe
non essere disponibile. Si perderebbe un sacco di tempo se si dovesse
tutte le volte cercare la musica stampata da suonare a freddo. Eserci-
tarsi a freddo prepara a suonare occasionalmente (nei ritrovi, ecc.) sen-
za dover suonare lHanon per un quarto dora prima di poter eseguire
in pubblico. Suonare a freddo unabilit sorprendentemente facile da
coltivare ed un buon momento per provare quei passaggi troppo dif-
ficili da suonare con le mani fredde e per studiare come rallentare o
semplificare sezioni difficili. Se si commettesse un errore, o si avesse
un blackout, non ci si fermi per tornare indietro, ma si provi a suonare
attraverso di esso o almeno a tenere il ritmo o la melodia.
Le prime poche misure, anche dei pezzi pi semplici, sono spesso diffi-
cili da iniziare a freddo e richiederanno un esercizio aggiuntivo, anche
se sono state memorizzate bene. Gli inizi tecnicamente difficili sono
spesso i pi facili da iniziare a freddo, non ci si faccia perci trovare
impreparati da quella che sembra musica facile. chiaramente impor-
tante studiare a freddo linizio di tutti i pezzi. Ovviamente non si parta
sempre dallinizio: un altro vantaggio di memorizzare che si possono
suonare piccoli frammenti ovunque nel pezzo e ci si dovrebbe sempre
esercitare a suonarne alcuni (si veda la Sezione III.14 su Prepararsi Al-
le Esecuzioni in Pubblico ed Ai Saggi).
H) Suonare Lentamente
Il modo singolo pi importante per rinforzare la memoria suonare
lentamente, molto lentamente, meno di met della velocit finale. La
bassa velocit viene anche usata per ridurre la dipendenza dalla memo-
ria di mano e per sostituirla con la vera memoria (ne parleremo pi
avanti). Quando si suona lentamente lo stimolo per richiamare la me-
moria di mano viene modificato e ridotto e quello del suono del piano-
forte viene anche materialmente alterato. Il pi grande svantaggio di
suonare lentamente limpiego di un sacco del tempo di studio: se si
potesse suonare al doppio della velocit si studierebbe il pezzo due vol-
te pi spesso nello stesso tempo, quindi perch suonare lentamente?
158 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
I) Tempismo Mentale
Quando si suona a memoria necessario essere sempre mentalmente
avanti rispetto a ci che si sta suonando in modo da poter pianificare
prima, avere il completo controllo, anticipare le difficolt e regolarsi
rispetto alle mutevoli condizioni. Ad esempio, si vedr spesso arrivare
una stecca e la si potr aggirare usando uno dei trucchi trattati in que-
sto libro (si veda la Sezione III.9 sul ripulire un pezzo). Se non si pensa
avanti non si riuscir a vedere un errore in arrivo. Un modo di eserci-
tarsi a farlo suonare velocemente e poi rallentare. Suonando veloce-
mente si forza il cervello a pensare pi rapidamente e, in questo modo,
quando si rallenta si automaticamente avanti nella musica. Non si
pu pensare avanti finch la musica non ben memorizzata e quindi
provare a farlo migliora e controlla veramente la memoria.
Il modo migliore per suonare molto velocemente, ovviamente, a
mani separate. Questo un altro suo valido sottoprodotto e si rester
sorpresi allinizio da quello che suonare veramente veloce pu fare al
cervello: una esperienza completamente nuova. Siccome si deve an-
dare veramente veloce per poter battere il cervello, queste velocit non
si possono raggiungere facilmente a mani unite. In generale si coltivi la
capacit di distaccarsi mentalmente dalle note che si stanno suonando e
di vagare mentalmente in giro dovunque nella musica mentre si suona
una data sezione.
necessario, infine, disfarsi della dipendenza dalla memoria di mano.
Ogni pianista di livello avanzato ha una procedura di memorizzazione
specificamente ritagliata su misura per lui. Questa potrebbe coinvol-
gere metodi di studio speciali (come trasporre un pezzo o anche scam-
biare le parti delle mani). Ci possono essere procedure specifiche per
ciascun compositore (si potrebbe suonare Mozart lentamente e Bach
delicatamente) e forse anche per ciascun pezzo; queste vengono dette
regole particolari. La maggior parte degli studenti di pianoforte non
passa abbastanza tempo a studiare e ad esercitarsi in questi metodi per
poter conoscere i dettagli delle procedure di memorizzazione avanzate o
delle regole particolari. Essi hanno bisogno di iniziare con alcune rego-
le generali, che ora esamineremo.
K) Il Mantenimento
Molti dei metodi usati per ripulire un pezzo finito sono applicabili al
mantenimento della memoria. Una delle attivit noiose del manteni-
mento il recupero delle sezioni dimenticate. Se si dimenticasse una se-
zione ci si potrebbe esercitare usando la memoria di mano per recupe-
rarla e per vedere se questo metodo (luso della memoria di mano) fun-
ziona. Si suoni ad alto volume e leggermente pi velocemente per in-
164 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
La cosa importante per avere una buona memoria che non si do-
vrebbe smettere di suonare mentalmente dopo aver memorizzato com-
pletamente il pezzo. C solo bisogno di farlo ogni tanto per mantener-
lo, quindi non dovrebbe essere una gran perdita di tempo.
Una eccellente verifica della vera memoria provare a suonare il pez-
zo iniziando in un punto arbitrario. La maggior parte dei pianisti non
sar in grado di iniziare semplicemente ovunque, come a met di una
frase. Si dovrebbero provare a scoprire pi punti di inizio possibile.
Questi sono di solito gli inizi dei segmenti brevi usati per imparare il
pezzo. Dopo aver spezzato una composizione in queste frasi, si provi a
suonarlo al contrario iniziando dallultima frase e andando verso lini-
zio. Spesso nel far questo si scopriranno molte interessanti relazioni
strutturali che prima non erano state notate.
Spero che il lettore afferri il messaggio che memorizzare e suonare un
repertorio sostanziale (da cinque a dieci ore) molto pi gratificante di
perdere tempo negli esercizi per le dita come lHanon. Se coloro che
studiano un sacco di esercizi usassero lo stesso tempo per mettere su un
repertorio, potrebbero alla fine averne uno piuttosto esteso e migliorare
anche la tecnica e la capacit di eseguire in pubblico.
Il mantenimento necessario anche dopo aver memorizzato un nuovo
pezzo, perch memorizzare nuovi pezzi fa dimenticare quelli vecchi.
Ovvero, dopo aver messo unaltra tacca sulla cintura con un nuovo
pezzo, si torni indietro a quelli vecchi per vedere se sono ancora a po-
sto. Si possono identificare in questo modo quelle composizioni, come
le musiche di Bach o di Mozart, che potrebbero richiedere pi mante-
nimento di altre. Questa consapevolezza pu alleviare un sacco di fru-
strazione e senza di essa una persona che notasse di aver dimenticato
alcuni vecchi pezzi, dopo averne memorizzati di nuovi, potrebbe chie-
dersi se sia accaduto qualcosa alla memoria. Non si preoccupi questo
un fenomeno comune e naturale.
Si dovrebbe scoprire che le composizioni memorizzate usando i meto-
di di questo libro sono memorizzate molto meglio di quelle studiate u-
sando i metodi intuitivi, non importa da quanti anni si suonino. Se si
vuole migliorare la qualit della memoria di questi vecchi pezzi (studiati
usando i metodi intuitivi) si dovr tornare indietro ed impararli di
nuovo a mani separate, eccetera. Questo piuttosto gratificante dal
punto di vista di scoprire gli errori, di migliorare la tecnica e di miglio-
rare la memoria. Per le composizioni difficili non c altra scelta che
imparare di nuovo entrambe le mani separatamente, ma per i pezzi pi
166 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
Giorno Quattro. Non c molto che si possa fare per velocizzare tec-
nicamente il primo pezzo dopo due o tre giorni. Si inizi, per diversi
giorni, studiando il N.8 a mani separate, poi a mani unite, a diverse ve-
locit a seconda del capriccio del momento. Non appena ci si sente
pronti si suoni a mani unite, ma si ritorni a separarle se si iniziano a fa-
re errori, ad avere vuoti di memoria o se si hanno problemi tecnici con
laumentare della velocit. Ci si eserciti a suonare il pezzo in segmenti
a mani unite. Si provi a partire dallultimo segmento piccolo ed a pro-
cedere allindietro verso linizio.
Alcune parti saranno pi facili mentre altre daranno problemi. Si iso-
lino i punti problematici e li si studino separatamente. Dovrebbe essere
facile perch si studiato originariamente in segmenti. La maggior par-
te delle persone ha la sinistra debole, cos portarla a due volte la veloci-
t finale potrebbe presentare dei problemi. Ad esempio, le ultime quat-
tro note della sinistra nella misura 4: 4234(5), dove (5) la congiunzio-
ne, potrebbero essere difficili da suonare velocemente. In questo caso
si dividano in tre insiemi paralleli (ci sono molti altri modi di farlo): 42,
423 e 2345 e si studino usando gli esercizi per gli insiemi paralleli. Si
portino prima a velocit praticamente infinita (quasi un accordo) e poi
si impari a rilassarsi a questa velocit suonando in rapide quartine (si
veda la Sezione III.7B). 423 non un insieme parallelo perci potrebbe
essere necessario suonarlo pi lentamente degli altri. Si rallenti gra-
dualmente per sviluppare lindipendenza delle dita. Si uniscano succes-
sivamente a coppie gli insiemi paralleli e infine si uniscano tutti insie-
me. Con questo, di fatto, si migliora la tecnica e perci non accadr da
un giorno allaltro. Si potrebbero vedere pochi miglioramenti durante
lesercizio, ma si dovrebbe notare un miglioramento riconoscibile il
giorno dopo e molto miglioramento dopo qualche settimana. Il primo
giorno di miglioramento della tecnica le uniche cose su cui si pu ve-
ramente lavorare sono il rilassamento e gli esercizi molto veloci per gli
insiemi paralleli.
Non appena si riesce a suonare lintero pezzo a mani separate im-
portante iniziare a suonarlo mentalmente, almeno a mani separate, lon-
tano dal pianoforte. Quando si riuscir, si potrebbe provare a mani u-
nite, ma sufficiente solo essere in grado di suonarlo a mani separate.
Non ci si fermi fin quando non si riuscir a suonare mentalmente
lintero pezzo a mani separate. Questo dovrebbe richiedere un giorno
o due. Molte persone se non completano questo compito ora non lo
faranno mai. Se si riesce potrebbe per diventare uno strumento molto
potente per la memorizzazione. Si dovrebbe riuscire ad imparare in
modo molto rapido a suonare molto velocemente mentalmente. Que-
174 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
sere suonati come tre tempi e non due (tre duine invece che due terzi-
ne). Questa indicazione di tempo scaturisce dalle tre note ripetute (ce
ne sono due nella misura 3) con valore tematico che marciano lungo la
tastiera nella caratteristica maniera di Bach. Quando le due mani si
scontrano alla misura 28, si sollevi la destra e si faccia scorrere la sini-
stra sotto di essa, entrambe suonino tutte le note. Se la collisione del
pollice dovesse dare problemi si potrebbe eliminare quello della destra
e suonare solo con quello della sinistra. Alla misura 36 ci si assicuri di
usare la diteggiatura corretta della mano destra: (5), (2,3), (1,4), (3,5),
(1,4), (2,3).
Parliamo infine dellultimo passo necessario per memorizzare: analiz-
zare la struttura o la storia che c dietro alla musica. Il processo di
memorizzazione sarebbe incompleto senza capire la storia che sta dietro
al pezzo. Useremo linvenzione N.8. Le prime 11 misure contengono
lesposizione. Qui la destra e la sinistra suonano fondamentalmente
la stessa cosa (con la sinistra ritardata di una misura) e viene introdotto
il tema principale. Il corpo consiste nelle misure da 12 a 28 dove i
ruoli delle due mani vengono inizialmente invertiti e la sinistra guida la
destra, il tutto seguito da alcuni intriganti sviluppi. Il finale inizia alla
misura 29 e porta il pezzo ad una fine ordinata con la destra che ri-
prende il suo ruolo originario. Si noti come il finale sia lo stesso della
fine dellesposizione. Questo stratagemma stato sviluppato ulterior-
mente da Beethoven che finisce diverse volte un pezzo e lo eleva a livel-
li incredibili.
Una volta completata questa struttura fondamentale si pu iniziare ad
aggiungere delle rifiniture. Ad esempio, la maggior parte delle misure
richiede lo staccato in una mano e il legato nellaltra. Una volta analiz-
zate queste strutture ci si eserciti a suonarne ciascuna componente se-
paratamente. Se ne studi poi mentalmente ognuna inserendo pi rifini-
ture e procedendo a memorizzare pi dettagli.
Presentiamo ora alcune spiegazioni del perch sviluppare una tale
storia sia il migliore, e forse unico, modo affidabile di memorizzare in
modo permanente una composizione. Credo che questo sia il modo in
cui praticamente ogni grande musicista memorizzi la musica.
svegliato alla 5.30 con i miei 3 fratelli e 1 nonna, let dei miei fratelli
sono 7, 9 e 13, e mia nonna ha 89 anni e siamo andati tutti a letto alle
6.34 Questo un algoritmo che si basa su unesperienza di vita e su
numeri casuali significativi. La cosa intrigante che lalgoritmo con-
tiene 38 parole molto pi facili da ricordare dei 14 numeri. Di fatto si
sono appena memorizzate 132 lettere e numeri con pi facilit rispetto
a 14 numeri! Lo si pu facilmente verificare da s. Si memorizzino
prima entrambi i 14 numeri (se si riesce, non facile per me) e poi
lalgoritmo di cui sopra. Dopo ventiquattro ore si provino a scrivere i
numeri dalla memoria e dallalgoritmo, si scoprir che lalgoritmo
molto pi facile e preciso. I buoni memorizzatori hanno tutti escogitato
algoritmi incredibilmente efficienti ed hanno coltivato labitudine di tra-
sferire rapidamente su di essi qualsiasi cosa da memorizzare. Si pu fa-
re una cosa simile con la musica per pianoforte analizzando la storia
strutturale della composizione.
Si potr ora capire come i memorizzatori possano memorizzare tante
pagine di numeri telefonici. Finiscono semplicemente per avere una
storia invece che una singola frase. Si noti che un vecchio di no-
vantanni potrebbe non essere in grado di memorizzare un numero di
dieci cifre, ma si pu sedere a raccontare storie per ore o anche giorni.
Non deve essere uno specialista di qualche tipo per farlo.
Allora, cosa c quindi nelle associazioni che ci permette di fatto di fa-
re qualcosa che altrimenti non potremmo fare? Forse il modo pi sem-
plice di descrivere questa cosa dire che le associazioni ci permettono di
capire la materia che si memorizza. Questa una definizione molto u-
tile perch pu aiutare chiunque ad andare meglio a scuola o riuscire
meglio in qualsiasi tentativo di imparare. Se si capisce veramente la fi-
sica, la matematica o la chimica non necessario memorizzarla perch
non la si dimenticher. Questo potrebbe sembrare non aver senso per-
ch abbiamo solo spostato la domanda da Cos la memoria? a
Cos lassociazione? e poi a Cos la comprensione? Se riuscissi-
mo a definire la comprensione non sarebbe privo di senso. La compren-
sione un processo mentale di associazione di un oggetto nuovo ad al-
tri oggetti gi familiari (pi sono e meglio ). Ossia, il nuovo oggetto
ora significativo. Questo spiega il perch la conoscenza della teoria
musicale il miglior modo di memorizzare. La teoria musicale lalgo-
ritmo perfetto a questo scopo perch aiuta a capire la musica.
Riusciamo anche a spiegare perch funziona la memoria di tastiera:
associa la musica ai particolari movimenti ed ai tasti che devono essere
suonati per creare la musica. Tutto ci ci dice anche come ottimizzarla.
182 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
O) Riassunto
Per memorizzare si usino semplicemente le regole dellapprendimento,
con lulteriore condizione di memorizzare tutto prima di iniziare a stu-
diare il pezzo. In questo modo si viene forzati a studiare dalla memo-
ria. questo ripetere durante lo studio ad imprimere automaticamente
la memoria con poco impegno aggiuntivo rispetto a quello necessario
per imparare il pezzo. Lelemento pi importante la memorizzazione
a mani separate. Quando si memorizza qualcosa al di l di un certo
punto non lo si dimenticher praticamente quasi mai pi. Di converso
se non si arriva a quel punto non ha alcun senso memorizzare perch
alla fine lo si dimenticher. Lunico modo di ritenere un pezzo memo-
rizzato di non tornare mai indietro a suonarlo a vista. Anche suonare
a mani separate un elemento cardinale nel mantenimento della me-
moria. Si dovrebbero avere due repertori: uno memorizzato e un altro
da leggere. La memorizzazione corretta porta con se un intero nuovo
mondo di abilit musicali (come suonare un pezzo partendo dovunque
nel mezzo o suonarlo mentalmente). Memorizzare necessario per im-
parare rapidamente e bene, per suonare con espressivit, per acquisire
tecnica difficile, per eseguire in pubblico, eccetera. Un repertorio me-
morizzato dar la sicurezza di essere un vero pianista. Molte di quel-
le imprese miracolose che Mozart si favoleggia abbia eseguito in pub-
blico sono in realt alla portata della maggior parte di noi.
III.7 - Esercizi
A) Introduzione
La maggior parte degli esercizi pubblicati in letteratura non utile a
causa di un opprimente numero di svantaggi (si veda la Sezione H).
Unobiezione che fanno perdere un sacco di tempo. Se ci si esercita
per poter suonare i pezzi difficili, perch non usare quel tempo per e-
sercitarsi sui pezzi stessi invece che sugli esercizi? Unaltra obiezione
che la maggior parte degli esercizi troppo ripetitiva e non richiede
musicalit, in questo modo si pu spegnere il cervello musicale e que-
sto, secondo qualunque insegnante competente, il modo peggiore di
studiare pianoforte. Studiare senza prestare attenzione dannoso per-
ch si suppone che gli esercizi aumentino la resistenza, tuttavia, siccome
la maggior parte di noi ha un sacco di resistenza fisica per suonare, ma
III.7 - ESERCIZI 185
lelo e sono essenziali per acquisire rapidamente labilit tecnica con gli
insiemi paralleli, come spiegato ulteriormente nella Sezione C pi avan-
ti. Le ripetizioni veloci sono ci che permette di studiare rapidamente
gli insiemi paralleli perdendo meno tempo possibile. Lesercizio N.1
non perci solo un esercizio in s, ma qualcosa di cui si avr bi-
sogno in quelli che seguono.
Se si incontrassero delle difficolt negli esercizi dal N.1 al N.4 queste
dovrebbero essere facili da risolvere con i metodi delle sezioni da I a
III. Si dovrebbe riuscire a passarli in poche settimane di studio. Sic-
come si pu lavorare su un certo numero di essi alla volta, lintero in-
sieme degli esercizi dal N.1 al N.4 non dovrebbe richiedere pi di qual-
che mese per essere portato a velocit, sebbene questo dipenda natu-
ralmente dal proprio livello di abilit tecnica. Come detto prima, non
si provi a studiarli tutti prima di averli passati perch ce ne sono
troppi e si avranno parecchie opportunit di studiarli nellimparare
nuove composizioni. Il rilassamento, il controllo ed il tono sono pi
importanti della velocit. Si provi a produrre il miglior suono di piano-
forte che si riesce un suono che far dire a qualcuno che passa: Que-
sto il suono di un pianoforte!
Ovviamente il pianoforte deve essere capace di produrre un tale suo-
no e deve essere adeguatamente intonato, come spiegato nella Sezione
III.14 (Prepararsi alle Esecuzioni in Pubblico ed Ai Saggi) e nella Sezio-
ne 7 del Capitolo Due. Lintonazione del pianoforte decisiva per una
corretta esecuzione di questi esercizi: sia per acquisire pi rapidamente
nuove abilit tecniche sia per evitare di suonare in modo non musicale.
Questo perch impossibile produrre toni musicali delicati (o potenti o
profondi) con martelli usurati che hanno bisogno di essere intonati.
Esercizio N.2
Insiemi paralleli di due dita. Si suoni 12 (pollice e indice della destra
su Do e Re) pi veloce possibile, come note di passaggio. Lidea di
suonarle rapidamente, ma sotto completo controllo. Ovviamente qui
saranno necessari i metodi delle Sezioni I e II. Ad esempio, se la destra
riesce ad eseguire facilmente un esercizio, ma uno correlato difficile
per la sinistra si usi la destra per insegnare alla sinistra. Si studi con il
battere sull1 cos come sul 2. Quando questo sar soddisfacente, si
suoni una quartina come nellesercizio N.1: 12, 12, 12, 12. Anche qui
si porti la quartina a velocit, circa una al secondo. Si leghino poi quat-
tro quartine in successione. Si ripeta lintero esercizio per ognuno degli
insiemi: 23, 34 e 45. Poi a scendere: 54, 43, eccetera. Sono valide tutte
le osservazioni su come studiare lesercizio N.1. Se, ad esempio, si in-
192 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
to. Molti di questi incroci senza il pollice sono tuttavia di valore discu-
tibile perch sono raramente necessari.
Gli insiemi paralleli collegati sono i principali elementi di studio delle
Invenzioni a Due Voci di Bach. Si cerchi quindi in queste per trovarne
alcuni dei pi inventivi e tecnicamente importanti. Spesso, come spie-
gato nella Sezione III.19C, per molti studenti impossibile memorizzare
alcune composizioni di Bach e suonarle oltre una certa velocit. Que-
sto ha limitato la popolarit di suonare Bach e luso di questa risorsa di
grande valore per acquisire la tecnica. Quando vengono tuttavia tratta-
te in termini di insiemi paralleli e studiate seguendo i metodi di questo
libro, tali composizioni diventano di solito abbastanza semplici da im-
parare. Questo libro dovrebbe perci aumentare enormemente la po-
polarit di suonare Bach. Si veda la Sezione III.19C per altre spiegazio-
ni su come studiarlo.
Il numero praticamente infinito di esercizi necessari dimostra come
quelli vecchi (come lHanon, che user qui come rappresentativo di
quello che viene considerato il tipo sbagliato di esercizi) siano disa-
strosamente inadeguati. C un vantaggio, comunque, negli esercizi
Hanon consistente nel fatto che iniziano con le diteggiature e gli esercizi
pi facili che si incontrano pi spesso; sono, cio, ben ordinati. Le pos-
sibilit che siano di poco aiuto quando si incontra un passaggio difficile
in un pezzo arbitrario sono comunque quasi il 100%. Il concetto di in-
sieme parallelo ci permette di identificare la serie di esercizi pi sempli-
ce possibile tale da formare un insieme completo da applicare pratica-
mente a tutto quello che si potrebbe incontrare. Non appena questi e-
sercizi divengono leggermente complessi il loro numero diventa grande
in maniera inimmaginabile. Quando si raggiunge la complessit anche
del pi semplice degli esercizi Hanon, il numero di possibili esercizi per
gli insiemi paralleli diventa intrattabile. Anche Hanon ha riconosciuto
questa inadeguatezza ed ha suggerito variazioni (come studiare gli eser-
cizi in tutte le possibili trasposizioni). Questo sicuramente utile, ma
carente di categorie intere come gli Esercizi N.1 e N.2 (i pi elementari
ed utili) o le velocit incredibili che si possono raggiungere prontamen-
te con gli altri. Si noti che gli esercizi dal N.1 al N.4 formano un in-
sieme completo di esercizi puramente paralleli (senza congiunzioni).
Non manca nulla. Intervalli pi grandi di quanto uno possa raggiun-
gere con un accordo mancano nellelenco degli insiemi paralleli descritti
qui perch non si possono suonare infinitamente veloce e devono esse-
re classificati come salti. I metodi per studiare i salti sono trattati nella
Sezione F, pi avanti.
196 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
vera piuttosto che su esercizi di musica. Gli esercizi per gli insiemi
paralleli sono stati introdotti perch non noto alcun metodo pi velo-
ce per acquisire la tecnica. I pezzi tecnici come gli studi di Liszt, Cho-
pin o le Invenzioni di Bach non sono esercizi di musica in questo
senso. Gli esercizi per gli insiemi paralleli si devono usare nel seguente
modo:
(1) A scopo diagnostico: facendoli tutti sistematicamente si possono
scoprire le proprie forze e debolezze. Con il senno di poi sembra
ovvio che se si intende migliorare qualche aspetto tecnico neces-
sario un buon strumento diagnostico, altrimenti sarebbe come an-
dare allospedale per unoperazione senza sapere che malattia si ha.
Secondo questa analogia medica esercitarsi con lHanon come
andare allospedale e sottoporsi a tutte le operazioni pi comuni a
prescindere dallaverne bisogno o meno. La capacit diagnostica
pi utile quando si studia un passaggio difficile: aiuta ad indivi-
duare quale dito debole, lento, scoordinato, eccetera.
(2) Per acquisire la tecnica: le debolezze trovate in (1) possono ora es-
sere corrette usando precisamente gli stessi esercizi che le hanno
diagnosticate. Si lavora semplicemente sugli esercizi che hanno ri-
velato i problemi. In linea di principio questi esercizi non finiscono
mai perch il limite superiore della velocit e aperto. In pratica,
tuttavia, finiscono alla velocit di circa una quartina al secondo
perch poca musica, se alcuna, richiede velocit maggiori. Nella
maggior parte dei casi una volta aggiunta anche una sola congiun-
zione non si possono usare queste elevate velocit. Questo dimo-
stra la bellezza di questi esercizi, che permettono di esercitarsi a ve-
locit pi alta di quella che sar necessaria, dando cos un margine
aggiuntivo di sicurezza e di controllo. Questi esercizi si dovrebbero
usare maggiormente nello studio a mani separate nel portare a ve-
locit oltre quella finale.
Le procedure (1) e (2) sono tutto ci di cui si ha bisogno per risolvere
i problemi nel suonare materiale difficile. Una volta applicati a diverse
situazioni, prima impossibili, si otterr la sicurezza che, ragionevol-
mente, niente irraggiungibile.
A titolo di esempio si consideri uno dei passaggi pi difficili del terzo
movimento della Appassionata di Beethoven, misura 63: laccompa-
gnamento della sinistra alla volata culminante della destra ed i passaggi
simili che seguono. Ascoltando attentamente le registrazioni si scopre
che anche i pianisti pi famosi hanno delle difficolt con la sinistra e
tendono a partire lentamente per poi accelerare. Questo accompagna-
198 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
mento consiste negli insiemi paralleli composti (2.3, 1.5) e (1.5, 2.3) do-
ve 1.5 unottava. Acquisire la tecnica necessaria si riduce semplice-
mente al perfezionare questi insiemi paralleli ed a collegarli. Provare
ad impararlo semplicemente suonandolo lentamente per poi accelerare
richiederebbe molto pi tempo. Di fatto la semplice ripetizione non ga-
rantisce che alla fine si riesca perch provando ad accelerare diventa
una gara tra riuscirci e sviluppare un muro di velocit. Questo perch,
in questo esempio difficile imparare anche un singolo insieme paralle-
lo ed unirli lo anche di pi. Quando perci ne vengono uniti diversi,
lo studio della loro combinazione pu impiegare una quantit di tempo
indefinita. Senza insiemi paralleli c una elevata probabilit di svilup-
pare abitudini stressanti e di creare muri di velocit ed una volta eretti
si pu studiare una vita senza migliorare.
Riassumendo, gli esercizi per gli insiemi paralleli sono uno dei pila-
stri principali dei metodi di questo libro. Sono una delle ragioni della
rivendicazione secondo la quale non c niente di troppo difficile da
suonare, se si sa come studiarlo. Servono sia come strumento diagno-
stico sia come strumento di sviluppo della tecnica. Praticamente tutta
la tecnica dovrebbe essere acquisita durante lo studio a mani separate
usando gli insiemi paralleli per alzare la velocit e per guadagnare con-
trollo. Essi formano un insieme completo ed in questo modo si sa di
avere gli strumenti necessari. Si possono applicare immediatamente,
diversamente dallHanon, per aiutare quando si incontra un qualsiasi
passaggio difficile e permettono di esercitarsi a qualunque velocit, in-
cluse quelle molto pi alte di cui si avr mai bisogno. Sono ideali per
esercitarsi a suonare senza stress controllando il tono. In particolare
importante prendere labitudine di far scivolare le dita sui tasti senten-
doli prima di suonarli, farle scivolare permette di controllare il tono e
sentire i tasti migliora la precisione. Passiamo ora a diversi altri esercizi
utili.
F) Esercitarsi ai Salti
Molti studenti vedono i pianisti famosi fare quei grandi e rapidi salti e
si domandano come mai non riescano a farli, indipendentemente da
quanto si esercitino. Questi grandi pianisti sembra saltino senza sforzo
e suonino note o accordi in modo fluido da posizione a posizione non
III.7 - ESERCIZI 203
te tutte le abilit tecniche qui elencate ci sar un sacco di tempo per far-
lo anche alla velocit finale. Ci sono alcuni casi in cui non c tempo e
queste poche volte i salti si possono suonare con precisione se nella
maggior parte degli altri i tasti sono stati accuratamente trovati toccan-
doli.
La quarta componente dei salti il distacco. Si prenda labitudine di
effettuare distacchi rapidi indipendentemente dalla velocit del salto.
Non c nulla di sbagliato nellarrivare in anticipo. Anche quando si
studia lentamente ci si dovrebbe esercitare nei distacchi molto rapidi in
modo che questa capacit ci sia quando si accelera. Si inizi il distacco
con un piccolo scatto del polso in basso e di lato. Sebbene sia necessa-
rio arrivare gi dritti per suonare le note, non c bisogno di andare
dritti nel distacco. Ovviamente lintera procedura di salto progettata
per far arrivare rapidamente la mano a destinazione, con precisione ed
in modo riproducibile affinch ci sia un sacco di tempo per suonare gi
dritti e sentire i tasti.
Lelemento pi importante su cui esercitarsi, una volta note le compo-
nenti di un salto, accelerare il movimento orizzontale. Si rester sor-
presi da quanto velocemente si possa spostare la mano in orizzontale se
ci si concentra solo su questo movimento. Si rester anche meravigliati
da quanto la si riuscir a muovere velocemente in soli pochi giorni di
esercizio qualcosa che alcuni studenti non riescono mai ad ottenere in
una vita perch nessuno glielo ha mai insegnato. Questa velocit ci
che fornisce il tempo aggiuntivo necessario per assicurare una precisio-
ne del 100% e per includere senza sforzo le altre componenti del salto
specialmente il sentire i tasti. Si eserciti questa abilit quando possibile
in modo che diventi naturale e che non sia necessario guardare le mani.
Una volta fluidamente incorporata nel proprio modo di suonare, gran
parte delle persone che guarderanno non noter nemmeno che lo si sta
facendo perch lo si far in una piccola frazione di secondo. Le mani si
muoveranno pi velocemente di quanto locchio possa vedere, come fa
un mago esperto. Le posizioni a dita distese sono importanti nel far
questo perch con esse si pu usare (per sentire i tasti) la parte pi sen-
sibile delle dita e perch aumentano la precisione nel premerli, special-
mente quelli neri.
Ora che si conoscono le componenti di un salto le si ricerchino guar-
dando le esecuzioni dei pianisti concertisti. Si dovrebbe riuscire ad i-
dentificare ciascuna componente e si potrebbe restare sorpresi da quan-
to spesso sentano i tasti prima di suonarli e da come possano eseguire
queste componenti in un batter docchio. Queste abilit tecniche per-
III.7 - ESERCIZI 205
G) Altri Esercizi
Sono utili molti esercizi di stiramento dei grandi muscoli del corpo (si
veda Bruser). Un esercizio di stiramento dei muscoli che muovono le
dita pu essere eseguito come segue. Si spingano le dita di una mano,
con il palmo dellaltra, verso lavambraccio. Le persone hanno gradi di
flessibilit molto diversi ed alcuni saranno in grado di spingere le dita
completamente allindietro fino a toccare lavambraccio con le unghie
(180 gradi dalla posizione dritta normale!), altri riusciranno a spingere
solo circa 90 gradi (le dita indicano verso lalto con il braccio orizzonta-
le). Questo esercizio stira i muscoli flessori. La loro capacit di stirarsi
diminuisce con let: quindi una buona idea stirarli spesso durante la
propria vita per preservarne la flessibilit. Si pieghino le dita verso
lavambraccio per stirare i muscoli estensori. Si possono eseguire que-
sti esercizi prima di suonare a freddo.
Nel Sandor e nel Fink (si veda la Sezione Riferimenti) ci sono molti
esercizi interessanti perch ognuno scelto per dimostrare un particola-
re movimento della mano. Inoltre i movimenti vengono spesso illustra-
ti usando passaggi tratti da composizioni classiche di famosi composito-
ri.
freddo. Poche persone hanno problemi patologici tali da poter aver bi-
sogno di assistenza medica, nella maggior parte dei casi la naturale
reazione del corpo allipotermia. In questo caso il corpo ritira il sangue
principalmente dalle estremit verso il centro per mantenersi caldo. Le
dita sono le pi soggette al raffreddamento, seguite dalle mani e dei
piedi.
In questi casi la soluzione , in linea di principio, semplice: c solo bi-
sogno di alzare la temperatura corporea. In pratica, per, non sempre
cos facile: in una stanza fredda anche alzare la temperatura corporea
molto in alto (con vestiti aggiuntivi), in modo da avere caldo, non sem-
pre elimina il problema. Chiaramente qualunque metodo per conser-
vare il calore pu essere daiuto, sebbene potrebbe non risolvere com-
pletamente il problema. Sicuramente la cosa migliore da fare alzare la
temperatura della stanza, altrimenti degli ausili comuni possono essere:
(1) immergere le mani in acqua tiepida, (2) usare un calorifero come
quelli portatili (da circa 1kW) che si possono puntare direttamente sul
corpo, (3) usare calze spesse, maglioncini, intimo termico e (4) usare
guanti senza dita (cos da poter suonare il pianoforte indossandoli). Le
manopole sono probabilmente meglio dei guanti se si vogliono solo
mantenere le mani calde prima di suonare. Molti asciugacapelli non
hanno abbastanza potenza, non sono stati progettati per essere usati per
pi di dieci minuti (senza pericolosi surriscaldamenti) e sono troppo
rumorosi per i nostri scopi.
Non chiaro se sia meglio rimanere caldi sempre o solo quando si
studia pianoforte. Se si resta caldi tutto il tempo (ad esempio indos-
sando abbigliamento termico) il corpo potrebbe non rilevare lipotermia
e quindi mantenere il flusso di sangue. Daltra parte il corpo potrebbe
diventare pi sensibile al freddo ed alla fine iniziare a reagire anche da
caldo, se la stanza fredda. Ad esempio, indossando sempre guanti
senza dita le mani si potrebbero abituare a questo caldo e sentire molto
il freddo quando vengono tolti. Leffetto riscaldante di questi guanti
potrebbe scomparire quando le mani si abituano, quindi probabil-
mente meglio indossarli solo quando si studia o appena prima di stu-
diare. Un argomento contrario che indossarli sempre consenta di
suonare sempre il pianoforte senza riscaldamento o senza dover im-
mergere le mani nellacqua calda. Ovviamente sar necessario fare de-
gli esperimenti per vedere cosa funziona meglio nelle circostanze speci-
fiche.
Dita fredde di questo tipo sono chiaramente la reazione del corpo alle
basse temperature. Molte persone hanno scoperto che utile immerge-
III.10 - LE MANI FREDDE, LE MALATTIE, GLI INFORTUNI, I DANNI ALLORECCHIO 221
B) Le Malattie
Alcune persone potrebbero pensare che uninnocua malattia, come un
raffreddore, possa permettere di studiare lo stesso al pianoforte. Di so-
lito non cos. particolarmente importante per i genitori capire che
studiare pianoforte comporta un notevole impegno, specialmente per il
cervello, e, quando si ammalati, di non trattare lo studio come un
passatempo rilassante. I pi giovani non dovrebbero perci studiare
pianoforte neanche con leggeri raffreddori, a meno che non lo vogliano
fare di spontanea volont. Studiare pianoforte con la febbre potrebbe
far rischiare danni cerebrali. Fortunatamente la maggior parte delle
persone perde la voglia di farlo quando anche leggermente malata.
Se si possa suonare il pianoforte da malati anche una questione in-
dividuale. Suonare o meno abbastanza chiaro al pianista; la maggior
parte delle persone sente lo stress di suonare anche prima che i sintomi
della malattia si palesino. Lasciare al pianista la decisione di suonare o
meno quindi probabilmente pi sicuro. Torna utile sapere che sentire
unimprovvisa stanchezza, o altri sintomi che rendono difficile suonare,
potrebbe essere unindicazione che si sta incubando qualche malattia.
Il problema di non suonare durante una malattia che se questa dura
pi di una settimana le mani perdono una quantit considerevole di
tecnica. Forse gli esercizi che non sforzano il cervello (come le scale, gli
arpeggi e quelli tipo Hanon potrebbero essere opportuni in tali situa-
zioni).
222 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
D) I Danni AllOrecchio
I danni allorecchio di solito avvengono in funzione dellet: possono
esordire presto come a quarantanni ed entro i settanta gran parte delle
persone ha perso un po di udito. La perdita delludito pu accadere
per sovraesposizione a suoni intensi e pu anche essere provocata da
infezioni o altre patologie. La persona pu diventare sorda alle basse o
alle alte frequenze. Questo spesso accompagnato da acufeni (fischi
risuonanti nellorecchio). Le persone sorde alle basse frequenze tendo-
no a sentire un acufene basso, roboante, pulsante e quelle sorde alle al-
te frequenze tendono a sentire un gemito acuto. Lacufene pu essere
causato da uno scatto incontrollato dei nervi di ascolto nella parte dan-
neggiata dellorecchio; tuttavia ci possono essere molte altre cause. Si
veda nei Riferimenti per informazioni su internet riguardo alla perdita
delludito.
Sebbene la perdita delludito sia facilmente diagnosticata da un audio-
logo, le sue cause e la prevenzione dei danni non sono ben compresi.
224 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
A) La Registrazione Audio
La registrazione audio della musica del pianoforte uno dei compiti
pi impegnativi. Cose come i registratori a cassette per la voce non
funzioneranno perch il volume e la gamma di frequenze del pianoforte
va oltre la capacit della maggior parte dei sistemi di registrazione eco-
nomici sotto i mille dollari. Le attrezzature moderne sono sufficienti a
riprendere la maggior parte della gamma delle frequenze e qualunque
III.13 - VIDEOREGISTRARSI E REGISTRARSI 233
B) Le Videocamere
Le videocamere digitali sono migliori delle vecchie analogiche perch si
possono effettuare copie senza degradazione, forniscono pi opzioni per
la modifica e si possono copiare direttamente su CD o DVD. Una vol-
ta iniziato a registrare si potrebbe voler mandare la registrazione ad al-
tre persone! Le videocamere analogiche sono comunque pi a buon
mercato e vanno abbastanza bene. Il problema pi grosso delle video-
camere che hanno tutte dei motorini che fanno un rumore che viene
ripreso dal microfono interno. Si cerchi un modello che abbia un mi-
crofono esterno di buona qualit oppure un ingresso per microfono e
se ne compri uno di qualit a parte, produrr risultati migliori rispetto a
quello interno. Ci si assicuri inoltre che lAGC (controllo automatico
del guadagno) si possa disattivare. Si vuole registrare lintera gamma
dinamica di ci che si suona, specialmente della musica classica. Alcuni
AGC delle videocamere di fascia alta fanno un cos buon lavoro che lo
si nota a malapena, ma si dovrebbe fare di tutto per disattivarlo perch
la gamma dinamica una caratteristica cos importante del pianoforte.
La maggior parte delle videocamere ha spinotti per collegarla alla tiv,
questo rende semplice la riproduzione. Sar anche necessario un trep-
piede piuttosto stabile, uno leggero potrebbe scuotersi se si pesta vera-
mente al pianoforte.
III.14 - PREPARARSI ALLE ESECUZIONI IN PUBBLICO ED AI SAGGI 235
C) Preparare I Concerti
Anche le esecuzioni occasionali richiedono preparazione e studio. I
concerti richiedono di solito una rigorosa procedura abituale di prepa-
razione. Inizieremo a parlare delle esecuzioni informali e descriveremo
poi le procedure per i concerti perch il modo di affrontare le une o gli
altri pu essere piuttosto diverso. Ci sono almeno due stadi nel pro-
238 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
E) Le Esecuzioni Occasionali
Parliamo ora delle esecuzioni occasionali: sono tipiche quelle nei negozi
di musica per provare i pianoforti, alle feste di amici, eccetera. Sono
diverse dai pi formali concerti per via della maggiore libert. Di solito
non c un programma fisso, si sceglie semplicemente ci che sembra
appropriato al momento e di fatto potrebbe anche essere unesecuzione
piena di cambiamenti ed interruzioni a met strada. Il nervosismo non
neanche un problema, ma allinizio non facile, nonostante questi fat-
tori allevianti. Una cosa che si pu fare per cominciare facilmente
suonare piccoli frammenti (segmenti brevi) dai vari pezzi che si cono-
scono. Si potrebbe iniziare con quelli facili e scegliere solo le sezioni
che suonano meglio. Se il frammento scelto non viene bene se ne co-
minci un altro, si faccia lo stesso se ci si blocca. Si pu iniziare e smet-
tere in qualunque momento. Questo un bel modo di fare esperimenti
242 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
G) Durante Il Concerto
Il nervosismo di solito peggiore appena prima di cominciare a suona-
re, una volta partiti si sar talmente presi dallesecuzione che verr di
solito dimenticato e da l in poi le cose miglioreranno. La consapevo-
lezza di questo pu essere piuttosto rassicurante. Non c quindi nulla
di sbagliato nel cominciare a suonare appena ci si siede al pianoforte
per il concerto. Alcune persone ritardano la partenza aggiustando lo
sgabello o i vestiti in modo da avere il tempo di controllare il tempo i-
niziale, eccetera; anche questa procedura accettabile perch rassicura
il pubblico che non si troppo nervosi e non si ha nessuna fretta di ini-
ziare. Esercitarsi alle partenze diversi giorni prima del concerto una
buona idea: si finga di essere al momento del concerto e si suonino le
prime misure ogniqualvolta se ne ha il tempo. Ci si eserciti in partico-
lare nelle prime linee pi di ogni altra cosa. La maggior parte delle
persone si innervosisce pi di quanto dovrebbe perch il livello di ner-
vosismo appena prima di suonare pu essere cos alto da aver paura
che un suo aumento impedirebbe di eseguire. Sapere che il nervosismo
diminuisce non appena si comincia a suonare eviter che ci accada.
Non si pu assumere che non si faranno errori perch una tale assun-
zione provocherebbe pi problemi. Si stia pronti a reagire correttamen-
te ad ogni errore, oppure, pi importante, ad evitare gli errori immi-
nenti. sbalorditivo quanto spesso si possa sentire un errore prima
che arrivi. Questo accade perch probabile che sia gi stato commes-
so molte volte prima. La cosa peggiore che fa la maggior parte degli
studenti quando commette errori, e quando ne sente arrivare uno,
spaventarsi ed iniziare a suonare pi lentamente e pi delicatamente.
Una cosa del genere pu portare al disastro. A questo punto del concer-
to si pu ricevere aiuto da ovunque esso possa arrivare: sebbene la
memoria di dita non sia una cosa da cui si vuole dipendere, questo il
momento di trarne vantaggio. La memoria di dita dipende da abitudi-
ne e stimolo abitudine ad essersi esercitati molte volte e stimolo delle
note precedenti che portano alle successive. Per poter migliorare luso
III.14 - PREPARARSI ALLE ESECUZIONI IN PUBBLICO ED AI SAGGI 249
I) Dopo Il Concerto
Si rivedano i risultati e si valutino i propri punti di forza e di debolezza
in modo da poter migliorare la procedura di preparazione. In aggiunta
alla propria valutazione necessario il riscontro dellinsegnante, del
pubblico, eccetera. Tutti devono sviluppare una procedura di prepa-
razione ai concerti perch questo il segreto delle buone esecuzioni in
pubblico. Pochi studenti saranno in grado di suonare in maniera consi-
III.15 - LORIGINE ED IL CONTROLLO DEL NERVOSISMO 251
stente senza errori udibili, la maggior parte degli altri far diversi errori
ogni volta che suona. Alcuni tenderanno a sbattere sul pianoforte,
mentre altri saranno troppo timidi. C una cura ad ogni problema: chi
commette errori probabilmente non ha ancora imparato a suonare ab-
bastanza musicalmente, gli si diano dei pezzi facili da eseguire, non per-
ch pi facili tecnicamente, ma perch permetteranno di lavorare sulla
musicalit nel suonare e di uscire dalla tendenza alle stecche. Dovran-
no certamente imparare pezzi difficili, oltre a quelli facili, per sviluppare
la tecnica.
Come fatto notare altrove, suonare diversi concerti in fila la cosa
pi difficile da fare, ma se si dovesse proprio allora sar necessario
condizionare i pezzi del concerto immediatamente dopo di esso. Si
suonino con poca o senza espressivit, a velocit media e poi lentamen-
te. Se, durante il concerto, certi pezzi o sezioni non fossero venuti fuori
in modo soddisfacente, si potrebbe lavorare su di essi, ma solo per
segmenti brevi. Volendo lavorare sullespressivit a piena velocit lo si
faccia per segmenti brevi. Gli insegnanti esperti conoscono la difficolt
di suonare di seguito e lo faranno fare di proposito organizzando saggi
in giorni consecutivi per rinforzare la capacit degli studenti di eseguire
in pubblico. Io sono tuttavia del parere che sia pi importante allenare
lo studente a gustarsi lesecuzione in pubblico piuttosto che dargli trop-
pi compiti difficili. La gioia di eseguire in pubblico non dovrebbe enfa-
tizzare il mettere in mostra le abilit tecniche suonando pezzi difficili,
ma si dovrebbe concentrare sul fare musica.
III.16 - Insegnare
Insegnare pianoforte una professione difficile perch praticamente tut-
to ci che si prova a fare contraddice qualcosaltro che dovrebbe essere
fatto. Se si insegna soltanto a leggere, lo studente finir per non riusci-
re a memorizzare. Se si insegna a suonare lentamente e con precisione,
lo studente potrebbe non acquisire tecnica sufficiente in nessuna ragio-
nevole quantit di tempo. Se li si spinge troppo potrebbero dimenticare
tutto sul rilassamento. Se ci si concentra sulla tecnica lo studente po-
trebbe perdere la capacit di suonare in modo musicale. Si deve escogi-
tare un sistema che navighi tra tutti questi tipi di esigenze contradditto-
rie e che soddisfi lo stesso i desideri ed i bisogni individuali di ogni stu-
dente. Insegnare pianoforte un compito erculeo non adatto a chi
debole di cuore.
Gli insegnanti appartengono di solito ad almeno tre categorie in base
al tipo di studenti: ci sono insegnanti per principianti, per studenti di
livello intermedio e per quelli di livello avanzato. Questo rende diffici-
le per ciascuno di loro insegnare con successo indipendentemente dagli
altri. Lapproccio che ha pi successo coinvolge un gruppo di inse-
gnanti composto da tutte e tre le categorie: gli insegnanti sono coordi-
nati in modo tale che i loro insegnamenti siano mutuamente compatibili
e gli studenti vengano mandati dagli insegnanti appropriati. Oggigior-
no raggruppare insegnanti diversi necessario perch i metodi di inse-
gnamento non sono convenzionali. Molti insegnanti per il livello avan-
zato si rifiutano di prendere studenti provenienti da certi altri perch
III.16 - INSEGNARE 257
quelli dei livelli pi alti non appena pronti. Certamente la maggior par-
te degli insegnanti prover a tenersi i migliori e ad insegnare a pi stu-
denti possibile. Un modo di risolvere questo problema unirsi in
gruppi costituiti da insegnanti di diverse specialit in modo da formare
una scuola abbastanza completa. Questo aiuta anche linsegnante per-
ch rende molto pi facile trovare gli studenti. Chi cercasse un inse-
gnante dovrebbe aver chiaro, da queste considerazioni, che meglio
cercare gruppi di insegnanti piuttosto che insegnanti che operano indi-
vidualmente.
Gli insegnanti agli inizi hanno spesso difficolt a trovare i loro primi
studenti. Unirsi ad un gruppo un buon modo di incominciare. Inol-
tre molti insegnanti consolidati devono spesso rifiutare degli studenti
per mancanza di tempo, specialmente se hanno una buona reputazione
nella loro zona. Questi insegnanti sono una buona fonte di studenti.
Un modo di aumentare il bacino di potenziali studenti offrirsi di an-
dare a casa loro ad insegnare. Quando un nuovo insegnante inizia,
questo potrebbe essere un buon approccio, almeno per i primi anni.
(6-2 [1,88 m]) ai limiti ed il B (6-10 [2,08 m]), il C (7-5 [2,26 m])
ed il D (9 [2,74 m]) sono veri gran coda. Un problema nel valutare gli
Steinway che la qualit allinterno di ciascun modello molto variabi-
le, tuttavia c in media un significativo miglioramento nella qualit del
suono allaumentare delle dimensioni.
Uno dei maggiori vantaggi dei pianoforti a coda luso della gravit
come forza di ritorno dei martelli, nei verticali la forza di recupero vie-
ne fornita dalle molle di ripetizione. La forza di gravit sempre co-
stante ed uniforme sullintera tastiera laddove disomogeneit nelle mol-
le di ripetizione e lattrito possono provocare una non uniformit nel
tocco dei tasti dei verticali. Questa una delle propriet pi importanti
dei pianoforti di qualit ben intonati. Molti studenti sono intimoriti, ai
concerti ed alle competizioni, dallaspetto degli enormi gran coda, ma
questi sono in verit pi facili da suonare dei verticali. Una delle paure
che hanno che la loro meccanica possa essere pi pesante. Il peso del
tasto per qualcosa che viene regolato dal tecnico che registra il pia-
noforte e pu essere fissato a qualunque valore, indipendentemente dal
fatto che il pianoforte sia verticale o a coda. Gli studenti di livello a-
vanzato troveranno di certo pi facile suonare pezzi impegnativi sui
coda, piuttosto che sui verticali, principalmente per la meccanica pi
veloce e la maggior uniformit. Di conseguenza i coda possono far ri-
sparmiare un sacco di tempo quando si cerca di acquisire abilit di li-
vello avanzato. La ragione principale di ci la maggior facilit nello
sviluppo di brutte abitudini quando sui verticali si lotta con materiale
difficile. Questo materiale impegnativo ancora pi difficile sui piano-
forti elettronici (impossibile sui modelli privi di tasti pesati) perch non
hanno la robustezza e la reattivit al tocco necessarie alle alte velocit.
Solo pochi pianoforti di marca mantengono il loro valore anche dopo
tanti anni. Mantenere il valore significa che il valore di rivendita sta-
r dietro allinflazione, non significa che non si possano vendere per
guadagnarci. Se perci un pianoforte stato comprato per mille dollari
e lo si venduto per diecimila trentanni dopo non si tratto profitto se
linflazione durante questi anni stata di dieci volte. Inoltre ci saranno
i costi di accordatura e manutenzione. Costa molto meno, ad esempio,
comprare uno Yamaha a coda da sette piedi nuovo di zecca ogni cin-
quantanni che comprare uno Steinway e ripristinarlo completamente
sempre ogni cinquantanni. A parte pochissime eccezioni, i pianoforti
non sono dei buoni investimenti, bisogna essere dei tecnici di pianofor-
te esperti per poter trovare degli affari nel mercato dei pianoforti usati e
per poterli rivendere guadagnandoci. Anche se si trovasse un affare del
genere, vendere pianoforti un compito impegnativo che richiede tem-
270 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
po. Si consulti il libro di Larry Fine per ulteriori dettagli su come com-
prare un pianoforte. Anche per le marche pi famose un pianoforte
appena comperato perde con la consegna il 2030% del suo prezzo
dacquisto e nel giro di cinque anni si dimezza a met del prezzo di uno
equivalente. Tutti i pianoforti si possono classificare, per quanto ri-
guarda il prezzo, in base al fatto se valga la pena o meno ricostruirli.
Quelli che vale la pena ricostruire costano circa il doppio. Praticamen-
te tutti i verticali e tutti i coda prodotti in massa (Yamaha, Kawai, ecc.)
non vengano mai ricostruiti perch costerebbe tanto quanto acquistarne
uno nuovo dello stesso modello. Ricostruire pianoforti del genere
spesso impossibile perch il mercato ed i pezzi di ricambio non esisto-
no. I pianoforti che vale la pena ricostruire sono: Steinway, Bosendor-
fer, Bechstein, Mason e Hamlin, qualche Knabe e pochi altri. Parlando
grossolanamente, ricostruire un pianoforte costa circa un quarto di
comprarne uno nuovo ed il valore di vendita circa la met; per que-
sto motivo ricostruire questi pianoforti pu essere conveniente sia per
chi ricostruisce che per chi acquista.
Comprare un pianoforte pu essere unesperienza provante per i non
iniziati, che comprino nuovo o usato. Se si riesce a trovare un vendito-
re dalla buona reputazione certamente pi sicuro comprare nuovo,
ma anche allora il deprezzamento iniziale sar grande. Molti negozi af-
fittano pianoforti con un accordo secondo cui le rate verranno stornate
dal prezzo se si decide di tenerlo. In questo caso ci si assicuri di nego-
ziare il miglior prezzo prima di discutere i canoni daffitto, si avr poco
potere contrattuale. Si finir con un prezzo iniziale maggiore e quindi,
anche dopo aver sottratto le rate, il prezzo finale non sar un affare.
Molti venditori trovano costoso mantenere pronti ed intonati anche i
pianoforti pi costosi, da questi difficile provare il pianoforte suonan-
dolo. Comprare un pianoforte quindi spesso una cosa o la v o la
spacca. Nel caso di pianoforti prodotti in massa, come Yamaha o
Kawai, la qualit di quelli nuovi tende ad essere uniforme, perci si co-
nosce abbastanza ci che si otterr. La qualit del suono dei pianoforti
pi costosi fatti a mano pu variare notevolmente, perci pi diffi-
cile comprarne uno buono.
Tutti i pianoforti nuovi hanno bisogno, dopo lacquisto, di un anno di
attenzioni particolari e di una accordatura speciale per far s che le cor-
de smettano di stirarsi e la meccanica ed i martelli si bilancino. La
maggior parte dei rivenditori prover a minimizzare questi costi di ser-
vizio dei pianoforti nuovi dopo la consegna. Questo assumendo che il
pianoforte sia stato preparato in modo appropriato prima di essa. Mol-
ti rivenditori posticipano a dopo la consegna molta della preparazione
III.17 - I VANTAGGI E GLI SVANTAGGI DEI VERTICALI E DEI CODA 271
e, se il cliente non lo sa, omettono del tutto alcuni passi. A questo ri-
guardo i modelli meno costosi come Yamaha, Kawai, Petroff e pochi
altri possono essere pi facili da comprare perch gran parte della pre-
parazione viene fatta in fabbrica. Un pianoforte nuovo avr bisogno di
almeno quattro accordature il primo anno per poter stabilizzare lo sti-
ramento delle corde.
I buoni pianoforti usati sono difficili da trovare nei negozi perch
quelli suonabili vengono venduti per primi ed i magazzini rimangono
con un eccesso di quelli non suonabili. Ovviamente i migliori affari si
trovano tra le vendite private e i non iniziati avranno bisogno di assu-
mere un tecnico/accordatore che li aiuti nel mercato privato. Sar an-
che necessaria un sacco di pazienza perch le buone occasioni private
non sono sempre presenti quando se ne ha bisogno. C una continua
domanda di buoni pianoforti ad un prezzo ragionevole, questo significa
che non facile trovare affari nei posti ampiamente accessibili, come i
mercati di pianoforti su internet, perch quelli buoni vengono venduti
in fretta. Questi posti, al contrario, sono eccellenti per vendere. Il mi-
glior luogo per trovare buoni affari la sezione apposita sui giornali,
specialmente nelle grandi zone metropolitane. La maggioranza degli
annunci esce il venerd, il sabato e la domenica.
Tutti i pianoforti richiedono la manutenzione oltre alle regolari ac-
cordature. In generale, pi alta la qualit del pianoforte pi facile
notare il normale deterioramento da logorio e strappo ed quindi pi
richiesta la manutenzione. I pianoforti pi costosi sono quindi pi co-
stosi da mantenere. Le tipiche incombenze della manutenzione sono: il
livellamento dei tasti, la riduzione dellattrito (ad esempio ripulendo i
piloti), leliminazione dei suoni estranei, lintonazione e la pettinatura
dei martelli, il controllo degli innumerevoli fori, eccetera. Intonare i
martelli probabilmente la procedura di manutenzione pi trascurata.
Martelli consumati e duri possono provocare la rottura delle corde, la
perdita del controllo musicale (non fa bene allo sviluppo della tecnica) e
difficolt nel suonare delicatamente. Rovinano anche la qualit com-
plessiva del pianoforte rendendolo stridulo e spiacevole da ascoltare.
Se la meccanica sufficientemente logora potrebbe essere necessario un
lavoro generale di regolazione, il che vuol dire ripristinare tutti i pezzi
secondo le specifiche originali.
Nei vecchi pianoforti con corde visibilmente arrugginite il suono pu
essere a volte migliorato in modo significativo sostituendole. Nel caso
le corde basse fasciate fossero molto arrugginite potrebbero svigorire le
relative note. Se queste note basse fossero deboli e senza suono soste-
272 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
A) Imparare Le Regole
La prima procedura che si dovrebbe usare quindi quella di seguire
il Capitolo Uno cominciando dallinizio ed applicando i concetti ad una
composizione che si vuole suonare. Lobiettivo di avere dimestichez-
za con tutti i metodi di studio disponibili. Si pu scegliere un pezzo mai
suonato prima, ma la scelta migliore probabilmente una composizione
gi studiata un po, in modo da focalizzarsi di pi sullimparare i meto-
di di studio piuttosto che la composizione. Si scelga un pezzo non
troppo lungo e non troppo difficile. Si legga rapidamente una volta
lintero Capitolo Uno (o lintero libro) prima di cominciare al pianofor-
te. Non si provi nemmeno ad imparare qualcosa la prima volta perch
questo libro contiene cos tante idee e vengono descritte cos concisa-
mente che la maggior parte delle persone ha bisogno di leggerlo diverse
volte. Si rimarr sorpresi da come le idee chiave resteranno ben im-
presse nel cervello quando si legge qualcosa senza provare a memoriz-
zarne tutto il contenuto. Lo si legga la prima volta come se si stesse
leggendo un romanzo o qualche storia divertente e si saltino le sezioni
che si pensa abbiano troppi dettagli; dopo aver fatto passare una volta
per il cervello le idee principali sar molto pi facile capire linizio an-
che se non si ricorda la gran parte di quello che si letto prima. Si a-
vr anche una buona idea della struttura del libro e di come organiz-
zato: tutti i fondamentali vengono presentati nella Sezione II del Capi-
tolo Uno ed i concetti pi avanzati vengono trattati nella Sezione III.
Non c bisogno di studiare ciascun metodo fin quando non si diventa
bravi prima di passare al successivo. Lidea di provarne ognuno di-
verse volte, capirne lo scopo ed avere unidea grossolana di come ven-
gono raggiunti gli obiettivi. Ci si potr sicuramente divertire nellap-
plicarli e finire per passare un sacco di tempo su qualche metodo parti-
colarmente gratificante. Non c niente di male nel farlo!
Una volta ottenuta un po di dimestichezza con la maggior parte dei
metodi saremo pronti a mettere a punto le procedure di studio. Per po-
terne progettare di generalmente utili assumiamo che sia passato un
anno di studio serio del pianoforte. Il nostro obiettivo imparare
lInvenzione N.4 di Bach.
gione principale per cui molti studenti finiscono per suonare cos pochi
pezzi di Bach.
Le Invenzioni sono degli eccellenti pezzi tecnici da lezione. Hanon,
Czerny, ecc. hanno provato ad ottenere lo stesso fine usando quello
che pensavano fosse un approccio pi semplice e sistematico, ma hanno
fallito perch hanno provato a semplificare qualcosa di infinitamente
complesso. Bach, al contrario, ha ficcato pi lezioni possibile in ogni
misura, come dimostrato sopra. Hanon, Czerny, ecc. devono essersi
resi conto della difficolt di imparare Bach, ma non erano a conoscenza
di buoni metodi di studio ed hanno provato a trovare metodi pi sem-
plici per acquisire la tecnica seguendo il loro istinto intuitivo. Questo
uno dei migliori esempi storici dei tranelli dellapproccio intuitivo.
Le Invenzioni possono sembrare innaturali perch furono composte
per insegnare abilit specifiche. Nonostante questi vincoli i pezzi da le-
zione di Bach contengono pi musica di praticamente qualsiasi altra co-
sa mai composta e ce ne sono a sufficienza per soddisfare le necessit
degli studenti di ogni livello, inclusi i principianti. Se le Invenzioni fos-
sero troppo difficili, si consideri lo studio di un gran numero di delizio-
si (e considerevolmente eseguibili) pezzi da lezione pi semplici compo-
sti da Bach. La maggior parte di essi si pu trovare nel Libro per ta-
stiera di Anna Magdalena Bach (la sua seconda moglie). La maggior
parte dei libri ne conterr solo una piccola selezione perch ce ne sono
talmente tanti. Siccome le Invenzioni sono pezzi da lezione, quasi tutte
le edizioni indicano la diteggiatura nei punti critici. Scoprire la diteg-
giatura, cosa estremamente importante, non dovrebbe quindi essere un
problema.
Le invenzioni furono composte assemblando segmenti ben definiti
lunghi di solito qualche misura. Questo li rende ideali per luso dello
studio segmentato a mani separate, un altro elemento chiave dei metodi
di questo libro. Questa e molte altre propriet delle composizioni di
Bach le rende la musica ideale da imparare usando questi metodi ed
piuttosto probabile che furono composte con essi in mente. Bach po-
trebbe essere stato consapevole della maggior parte del materiale di
questo libro!
Unaltra lezione importante delle Invenzioni di Bach sono gli insiemi
paralleli. La lezione tecnica principale di questa Invenzione N.4
linsieme parallelo 12345, linsieme elementare necessario per suonare
le scale e le volate. Bach, tuttavia, sapeva che un insieme parallelo sin-
golo pericoloso, da un punto di vista tecnico, perch si pu imbro-
gliare bloccando la fase senza acquisire alcuna tecnica. Per poter preve-
284 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
cessaria, perch se non si arriva a quella velocit si perde una della sue
lezioni pi importanti.
Un pianista di livello intermedio dovrebbe essere in grado di conqui-
stare le difficolt tecniche di questa Invenzione in una settimana circa.
Ora siamo pronti ad esercitarci a suonarlo come pezzo di musica! Si
ascoltino diverse registrazioni per poter avere unidea di cosa pu esse-
re fatto e di cosa si vuole fare. Si provino diverse velocit e si decida la
propria velocit finale. Ci si videoregistri mentre si suona e si veda se
il risultato visivamente e musicalmente soddisfacente: di solito non lo
e si scoprir di voler apportare molti miglioramenti. Si potrebbe non
essere mai completamente soddisfatti anche dopo aver studiato questo
pezzo tutta la vita.
Per poter suonare in modo musicale si deve toccare ciascuna nota
prima di suonarla, anche se solo per una frazione di secondo. Far que-
sto non solo dar pi controllo ed eliminer gli errori, ma permetter
anche di accelerare di continuo durante la discesa del tasto in modo che
lo stiletto del martello si fletta, quando viene colpita la nota, giusto del-
la quantit esatta. Si faccia finta che il tasto non abbia fondo e si lasci
che sia lui a fermare il movimento. Lo si pu fare continuando a suo-
nare delicatamente. Questo viene chiamato suonare in profondit nel
pianoforte. Non si pu alzare alto il dito e sbatterlo gi, come con-
sigliato da Hanon, ed aspettarsi di fare musica. Un tale movimento fa-
r oscillare lo stiletto invece che farlo flettere e produrr un suono im-
prevedibile e sgradevole. Quando si studia a mani separate si studi
quindi anche la musicalit. Si usi la posizione a dita distese della se-
zione III.4B. Si unisca a questo un polso flessibile. Si suoni il pi pos-
sibile con i polpastrelli (parte opposta alle unghie), non con la punta os-
suta delle dita. Se ci si video-registra, la posizione a dita distese sem-
brer da bambini e da dilettanti. Non si pu suonare in modo rilassato
finch non si rilassano completamente i muscoli estensori delle prime
due o tre falangi delle dita da 2 a 5. Questo rilassamento lessenza
delle posizioni a dita distese. Allinizio si riuscir ad includere tutte
queste considerazioni solo a bassa velocit, ma non appena si sviluppe-
r la calma nelle mani si guadagner labilit di includerla a velocit pi
alte. Di fatto, siccome queste posizioni delle dita permettono un com-
pleto rilassamento e controllo, si riuscir a suonare a velocit molto pi
elevate. Questa una delle (molte) ragioni per cui la calma nelle mani
cos importante. Se non si prestata attenzione al suonare con musi-
calit si dovrebbe sentire un cambiamento immediato della tonalit del-
la propria musica quando si adottano questi principi, anche a basse ve-
locit.
III.19 - LA PROCEDURA DI STUDIO IDEALE 287
Il tono ed il colore non hanno limiti, nel senso che una volta riusciti
diventa facile aggiungerne altro e la musica diventa veramente pi faci-
le da suonare. Dimprovviso si potrebbe scoprire di riuscire a suonare
lintera composizione senza neanche un errore udibile. Questa pro-
babilmente la pi chiara dimostrazione dellaffermazione che non si
pu separare la musica dalla tecnica. Latto di produrre buona musica
rende veramente migliori pianisti e questo fornisce una delle spiegazio-
ni del perch si hanno giorni belli e giorni brutti quando lumore
mentale ed il condizionamento delle dita sono proprio giusti da poter
controllare tono e colore, si avr un giorno bello. Tutto ci ci insegna
che nei giorni brutti si potrebbe riuscire a recuperare provando a ri-
cordare i fondamentali di come si controllano tono e colore.
Qui finisce lanalisi dellInvenzione N.4, torniamo ora alla procedura
di studio.
Si sta studiando da oltre unora e le dita volano: il momento in cui
si pu veramente fare musica! Si deve fare ogni sforzo per esercitarsi a
fare musica durante lultima mezzora del tempo dedicato allo studio.
Una volta messo su un repertorio abbastanza ampio si dovrebbe pro-
vare ad aumentare il momento della musica dal 50% al 90% del tem-
po. Si deve quindi consciamente dedicare alla musica questa porzione
della seduta di studio. Si suoni con tutto il cuore, il sentimento e
lespressivit che si riesce a mettere insieme. Trovare lespressivit mu-
sicale molto difficile ed estenuante; inizialmente, quindi, richieder
molto pi condizionamento ed impegno di qualsiasi cosa si possa fare
con gli esercizi Hanon. Senza un insegnante gli unici modi conosciuti
per imparare la musicalit sono ascoltare le registrazioni ed assistere ai
concerti. Se stato programmato di eseguire una particolare compo-
sizione nel prossimo futuro, la si suoni una volta lentamente o almeno
ad una velocit a cui ci si senta a proprio agio e si abbia il pieno con-
trollo, prima di passare a qualcosa di diverso. Lespressivit non im-
portante quando si suona lentamente prima di passare a qualcosaltro.
Imparare Bach molto enfatizzato in questo libro. Perch? Perch la
musica di Bach scritta per lo sviluppo della tecnica unica, nella pe-
dagogia del pianoforte, nel suo sano, completo, efficiente e corretto ap-
proccio allacquisizione della tecnica non c niente come lei. Ogni
insegnante esperto assegner qualche pezzo di Bach da studiare. Come
accennato prima lunica ragione per cui gli studenti non imparano pi i
pezzi di Bach che senza i metodi di studio giusti sembrano cos diffici-
li. Si possono dimostrare a se stessi i benefici delle lezioni di Bach im-
parando cinque delle sue composizioni tecniche ed esercitandosi ad esse
III.19 - LA PROCEDURA DI STUDIO IDEALE 289
sia questa logica. La maggior parte della teoria oggi una semplice
raccolta di varie propriet di vera musica originale esistente. Non for-
nisce una teoria elementare sufficiente da permetterci di crearne, seb-
bene ci permetta di evitare trabocchetti e di estendere/completare una
composizione una volta che venga creato un motivo passabile. Sembra
quindi che la teoria musicale di oggi sia ancora molto incompleta. Spe-
riamo che analizzando ulteriormente la musica dei grandi maestri si
possa, lentamente, passo dopo passo, raggiungere lobiettivo di svilup-
parne una migliore comprensione.
Infine chiaro che le Invenzioni furono realizzate per sviluppare la
tecnica. La musica di Bach, tuttavia, non stata usata in passato quan-
to avrebbe dovuto esserlo a causa della difficolt di imparare a suonar-
la da parte degli studenti con poca dimestichezza con metodi di studio
efficienti. I metodi di questo libro dovrebbero eliminare queste difficol-
t e permetterne un uso pi diffuso, per una sana acquisizione della tec-
nica, di questa risorsa di grande valore. Spero che questa sezione abbia
illustrato la sinergia tra gli insegnamenti di Bach ed i metodi di questo
libro; essa permetter a pi studenti di trarre beneficio dalla musica pi
grandiosa al mondo composta dal pi grande insegnante al mondo.
IV. TEORIA M ATEMATICA
SULLESECUZIONE AL PIANOFORTE
La fase la misura di dove si trova il dito rispetto alle altre dita. Sup-
poniamo di usare una funzione trigonometrica (seno, coseno, ecc.) per
descrivere il movimento del dito. Allora nella sua posizione di riposo il
dito , diciamo, a zero gradi nello spazio di fase. Siccome sappiamo
come si suona il pianoforte, metteremo un po della nostra conoscenza
nella definizione di fase. Sollevare le dita dai tasti non in generale il
modo giusto di suonare perci definiamo lo zero della fase come la
posizione di riposo superiore. La posizione di fase zero dei tasti neri
sar perci pi alta, della loro altezza, rispetto a quella di quelli bianchi.
Assumiamo inoltre che sollevando le dita dai tasti il movimento in pi
non conti rispetto alla fase. Queste convenzioni si accordano con la
buona tecnica e semplificano anche la matematica. La fase di questi
movimenti si pu quindi definire come: dito che preme a met verso il
basso = 90 gradi; fino in fondo = 180 gradi; a met risalendo = 270
gradi; e tornando in su alla posizione originaria = 360 gradi che
anche di nuovo zero gradi. Ora, nel suonare parallelo se il secondo di-
to inizia a muoversi quando il primo a 90 gradi ed il terzo quando il
primo a 180 gradi allora si suoneranno le note quattro volte pi velo-
cemente rispetto al suonarle serie alla stessa velocit delle dita. In que-
sto caso la differenza di fase tra le dita di 90 gradi. Se questa venisse
ridotta a 9 gradi le note verrebbero suonate quaranta volte pi veloce-
mente. Questesempio illustra la potenza del suonare parallelo per au-
mentare la velocit. In un accordo la differenza di fase zero.
Suonare serie si pu definire come un suonare parallelo in cui la diffe-
renza di fase tra dita successive circa 360 gradi o in cui le fasi non so-
no in relazione tra loro. Il movimento della mano aiuta entrambi il
suonare serie e parallelo, ma in modo diverso. Aiuta a suonare serie
aggiungendo ampiezza, ma aiuta a suonare parallelo in maniera pi ap-
prezzabile aiutando a controllare la fase. Possiamo cominciare a gene-
rare risultati utili usando queste semplici definizioni.
B) I Muri di Velocit
Assumiamo che una persona cominci a studiare un pezzo di musica
suonando allinizio lentamente e principalmente serie perch il modo
pi facile (per ora ignoriamo gli accordi). Al graduale aumentare della
velocit delle dita incontrer naturalmente un muro di velocit perch
le dita umane si possono muovere solo fino ad una certa velocit. Ab-
biamo cos scoperto matematicamente un muro di velocit, ovvero
quello del suonare serie. Come abbattiamo questo muro? Abbiamo
bisogno di trovare un modo di suonare che non abbia limiti di velocit
e questo il suonare parallelo: aumentiamo la velocit diminuendo la
IV.2 - LA TEORIA DEL MOVIMENTO DEL DITO NEL PIANOFORTE 299
riuscire a suonare con precisione gli accordi. Questo significa che ap-
plicando lattacco ad accordo si deve riuscire a suonare laccordo con
precisione prima di fare il passo successivo.
chiaro che ci sono molti altri muri di velocit e ciascuno di essi, ed
il metodo per scalarlo, dipender dal tipo di movimento del dito o della
mano. Si potrebbe, ad esempio, ottenere una velocit infinita suonan-
do parallelo solo avendo un numero infinito di dita (diciamo per una
lunga volata). Sfortunatamente abbiamo solo dieci dita e spesso solo
cinque sono disponibili per un particolare passaggio perch le altre so-
no richieste per suonare altre parti della musica. Con una grossolana
approssimazione, se suonare serie permette di suonare ad una velocit
massima M allora si pu suonare serie a 2M usando due dita, 3M con
tre, eccetera. La velocit massima limitata da quanto si riescano a ri-
ciclare rapidamente queste dita. In realt non del tutto vero a causa
della conservazione della quantit di moto (permette di suonare pi ve-
locemente) che sar trattata separatamente pi avanti. Ciascuno nume-
ro di dita disponibili dar perci un diverso nuovo muro di velocit.
Siamo quindi arrivati a due nuovi risultati utili: (1) ci pu essere un
qualsiasi numero di muri di velocit e (2) si pu cambiare muro di ve-
locit cambiando diteggiatura. In generale pi dita si possono usare in
parallelo prima di doverle riciclare e pi veloce si pu suonare. Met-
tendola diversamente: la maggior parte delle congiunzioni porta con s
i suoi muri di velocit.
C) Aumentare La Velocit
Questi risultati ci forniscono anche la base matematica per spiegare il
ben noto trucco di alternare le dita quando si suona pi volte la stessa
nota. Uno potrebbe a prima vista pensare che usare un solo dito sia
pi facile e offra pi controllo, ma quella nota si pu suonare ripetuta-
mente pi velocemente suonando parallelo e usando pi dita possibile
in quella situazione, piuttosto che suonando serie.
La necessit di suonare parallelo fa distinguere i trilli come partico-
larmente difficili da suonare velocemente perch in generale devono es-
sere eseguiti con sole due dita. Se si provasse un trillo con un solo dito
si incontrerebbe un muro di velocit diciamo alla velocit M; se lo si
eseguisse con due dita il muro di velocit sarebbe a 2M (di nuovo igno-
rando la conservazione della quantit di moto). La matematica ci sug-
gerisce qualche altro modo di raggiungere velocit ancora pi alte? S:
mediante il troncamento di fase.
Ci che si pu fare abbassare il dito per suonare la nota e sollevarlo,
prima di suonare la nota successiva, solo quanto basta a ripristinare il
IV.2 - LA TEORIA DEL MOVIMENTO DEL DITO NEL PIANOFORTE 301
perch troppo brevi per essere riconosciuti. Per questo motivo nor-
malmente non li notiamo, ma sono quasi certamente una costruzione
consapevole da parte del compositore. Il tema veniva poi modificato
due o tre volte e ripetuto di nuovo per produrre quello che il pubblico
avrebbe percepito come una melodia continua. Le modifiche consiste-
vano nelluso di varie simmetrie matematiche e musicali come inver-
sioni, capovolgimenti, modifiche armoniche, furbo posizionamento de-
gli abbellimenti, eccetera. Le ripetizioni venivano aggregate a formare
una sezione e lintera sezione veniva ripetuta. La prima ripetizione for-
nisce un fattore due, le altre modifiche un altro fattore da due a sei (o
pi) e la ripetizione finale dellintera sezione un altro fattore due, ovve-
ro 2x2x2 = 8, come minimo. In questo modo Mozart era in grado di
scrivere enormi composizioni con un minimo di materiale tematico.
Inoltre le sue modifiche al tema originario seguivano un ordine partico-
lare in modo da sistemare, in ogni composizione, certi umori o colori
della musica nella stessa sequenza.
A causa di questa struttura preordinata egli era in grado di trascrivere
le sue composizioni da dovunque nel mezzo o una voce alla volta per-
ch sapeva gi dove sarebbe andata ogni parte. Non doveva scrivere
lintera cosa fino a quando lultimo pezzo del puzzle non fosse stato
composto. Poteva anche comporre diversi pezzi contemporaneamente
perch avevano tutti la stessa struttura. Questa formula lo faceva sem-
brare molto pi un genio di quanto in realt fosse. Tutto ci porta na-
turalmente alla domanda: quanto del suo presunto genio era sempli-
cemente unillusione dovuta a queste macchinazioni? Non per dubitare
del suo genio a questo ci pensa la musica! Tuttavia, molte delle ma-
gnifiche cose che fecero questi geni furono il risultato di stratagemmi
relativamente semplici e possiamo trarne vantaggio scoprendone i det-
tagli. Conoscere la formula di Mozart, ad esempio, rende pi facile se-
zionare e memorizzare le sue composizioni. Il primo passo verso la
comprensione della sua formula quello di riuscire ad analizzare le sue
ripetizioni, che non sono semplici repliche. Mozart us il suo genio per
modificarle e camuffarle in modo che producessero musica e, cosa pi
importante, in modo che non venissero riconosciute come tali.
Esaminiamo, come esempio di ripetizione, la famosa melodia dellAl-
legro del suo Eine Kleine Nachtmusik. La melodia quella che suo-
nava Salieri e che il pastore riconobbe allinizio del film Amadeus.
Questa melodia una ripetizione posta come domanda e risposta. La
domanda una voce maschile che chiede: Ehi, stai venendo? La ri-
sposta una voce femminile: Ok, ok, sto venendo! Laffermazione
maschile viene fatta usando solo due note a distanza di una quarta do-
IV.4 - LA FORMULA DI MOZART, BEETHOVEN E LA TEORIA DEI GRUPPI 307
minante, ripetuta tre volte (sei note) e la domanda viene creata aggiun-
gendo alla fine tre note a salire (questo sembra essere universale nella
maggior parte dei linguaggi: le domande vengono poste sollevando il
tono della voce alla fine). La prima parte perci costituita da nove
note. La ripetizione una risposta in voce femminile perch laltezza
maggiore, viene realizzata di nuovo con due note e questa volta ad una
pi dolce terza minore di distanza, ripetuta (indovinato!) tre volte (sei
note); una risposta perch le ultime tre note si muovono dallalto ver-
so il basso. Il totale di nuovo nove note. Lefficienza con cui cre
questo costrutto sorprendente. La cosa ancora pi incredibile come
dissimuli le ripetizioni in modo da non far pensare di che si tratta
quando si ascolta lintera cosa. Praticamente tutta la sua musica pu
essere analizzata in questo modo, essenzialmente per ripetizioni. Se
non si ancora convinti, si prenda una sua qualsiasi musica, la si ana-
lizzi e si scoprir questo modello.
Vediamo un altro esempio: la Sonata N.16 in La, K300 (o K331, quel-
la con il finale Alla Turca). Lunit base del tema iniziale una nota da
un quarto seguita da una da un ottavo. La prima introduzione di que-
sta unit camuffata dallaggiunta della nota da un sedicesimo, seguita
dallunit base. Viene quindi ripetuta due volte nella prima misura.
Dopo, nella seconda misura, viene traslata (in altezza) tutta la doppia
unit della prima. La terza misura giusto lunit base ripetuta due
volte. Nella quarta la prima unit viene nascosta di nuovo usando i
sedicesimi. Le misure 1-4 vengono poi ripetute nelle misure 5-8 con
modifiche minori. Da un punto di vista strutturale queste 8 misure
producono due lunghe melodie con lo stesso inizio, ma con finali diver-
si. Siccome vengono ripetute tutte le otto misure, Mozart ha fonda-
mentalmente moltiplicato per 16 la sua idea iniziale della prima misura!
Pensando in termini di unit base lha moltiplicata per 32. Va poi a-
vanti creando incredibili variazioni di questa unit base per produrre
lintera sonata: il fattore moltiplicativo quindi anche pi grande.
Questo ci che si intende col dire che usa ripetizioni di ripetizioni: al-
lineando le ripetizioni delle unit modificate crea una musica finale che
suona come una lunga melodia a meno che non la si spezzi nelle sue
componenti.
Nella seconda met di questa esposizione introduce poi delle modifi-
che allunit base. Alla misura 10 aggiunge prima un abbellimento con
valore melodico, per camuffare la ripetizione, e poi introduce unaltra
modifica suonando lunit base come terzina. Una volta introdotta
viene ripetuta due volte nella misura 11. La 12 simile alla 4, una ri-
petizione dellunit base, ma strutturata in modo tale da fare da con-
308 IV. TEORIA MATEMATICA S ULLESECUZIONE AL PIANOFORTE
Sappiamo tutti che Beethoven non aveva mai veramente studiato ma-
tematica avanzata, ma nonostante ci ne incorpora nella sua musica
una sorprendente quantit a livelli molto alti. Linizio della Quinta Sin-
fonia un caso esemplare, ma di esempi come questo ce ne sono una
marea. Compose questa famosa sinfonia usando concetti come la
Teoria dei Gruppi e di fatto ha usato quello che i cristallografi chiama-
no Gruppo Spaziale delle trasformazioni simmetriche! Questo gruppo
regge molte tecnologie avanzate (come la meccanica quantistica, la fisi-
ca nucleare e la cristallografia) che sono alla base della rivoluzione tec-
nologica dei giorni nostri. A questo livello di astrazione un cristallo di
diamante e la Quinta Sinfonia di Beethoven sono la stessa cosa! Spiegher nel
seguito questa notevole osservazione.
Il Gruppo Spaziale che us Beethoven (lo chiamava sicuramente in
modo diverso) stato applicato per caratterizzare cristalli come il silicio
ed il diamante. Sono le propriet del gruppo stesso a permettere loro
di crescere senza difetti e per questo alla base della loro esistenza.
Siccome i cristalli sono caratterizzati da questo gruppo, una sua com-
prensione fornisce una comprensione elementare dei cristalli stessi.
Questo fu perfetto per gli scienziati dei materiali che lavoravano a ri-
solvere problemi di comunicazione perch il Gruppo Spaziale forn
linfrastruttura dalla quale partire con i loro studi. Come quando i fisi-
ci dovevano guidare da New York a San Francisco ed i matematici die-
dero loro la cartina! cos che perfezionammo il transistor al silicio e
questo port ai circuiti integrati ed alla rivoluzione dei computer.
Cos quindi il Gruppo Spaziale? Perch fu cos utile nel comporre
questa sinfonia?
I gruppi vengono definiti da un insieme di propriet. I matematici
scoprirono che i gruppi definiti in questo modo possono essere manipo-
lati matematicamente ed i fisici li trovarono utili: questi gruppi partico-
lari che interessarono i matematici e gli scienziati forniscono un percor-
so verso la realt. Una delle propriet dei gruppi quella di consistere
in Membri ed Operazioni. Unaltra propriet che effettuando una
Operazione su un Membro si ottiene un altro Membro dello stesso
gruppo. Un noto gruppo quello degli interi: -1, 0, 1, 2, ecc. Una
Operazione per questo gruppo laddizione: 2 + 3 = 5. Si noti che
lapplicazione dellOperazione + ai numeri 2 e 3 porta ad un altro
Membro del gruppo: 5. Siccome le Operazioni trasformano un Mem-
bro nellaltro sono anche dette Trasformazioni. Un Membro del
Gruppo Spaziale pu essere qualsiasi cosa in qualsiasi spazio: un ato-
mo, una rana, una nota in una dimensione spaziale musicale come al-
tezza, velocit o intensit. Le Operazioni del Gruppo Spaziale relative
IV.4 - LA FORMULA DI MOZART, BEETHOVEN E LA TEORIA DEI GRUPPI 311
riormente lidea che doveva avere una comprensione intuitiva della te-
oria dei gruppi e distingueva consapevolmente tra gli spazi. Sembra
matematicamente impossibile che tutte queste concordanze dei suoi co-
strutti con la teoria dei gruppi siano capitate per caso ed una dimo-
strazione virtuale che, in qualche modo, stesse giocando con questi con-
cetti.
Perch questo costrutto era cos utile in questa introduzione? Forni-
sce certamente una piattaforma uniforme su cui mettere la sua musica.
Semplicit ed uniformit permettono al pubblico di concentrarsi solo
sulla musica senza distrarsi ed ha anche un effetto assuefante. Queste
ripetizioni subliminali (non si suppone che il pubblico sia a conoscenza
di questi trucchi) possono produrre un grande effetto emotivo. come
nei trucchi magici hanno un effetto molto pi grande se non sappia-
mo come il mago li esegue, un modo di controllare il pubblico senza
che lo sappia. Proprio come Beethoven aveva una comprensione intui-
tiva di questo concetto di gruppo possiamo tutti sentire che esiste un
qualche tipo di modello senza riconoscerlo esplicitamente. Mozart ot-
tenne un effetto simile usando le ripetizioni.
La conoscenza di trucchi come i gruppi molto utile per suonare la
sua musica perch ci dice esattamente cosa si dovrebbe o non dovrebbe
fare. Un altro esempio lo si pu trovare nel terzo movimento della sua
sonata Waldstein, dove lintero movimento si basa su un tema di tre
note rappresentato da 155 (i primi Do Sol Sol, allinizio). Fa la stessa
cosa con larpeggio iniziale del primo movimento dellAppassionata con
un tema rappresentato da 531 (i primi Do Lab Fa). In entrambi i casi
se non si mantiene il battere sullultima nota la musica perde struttura,
profondit ed incitamento. Questo particolarmente interessante nel-
lAppassionata perch in un arpeggio di solito si mette il battere sulla
prima nota e molti studenti fanno davvero questo errore. Come nella
Waldstein, questo tema iniziale viene ripetuto in tutto il movimento e
viene reso sempre pi ovvio con il suo progredire, ma per allora il pub-
blico ne assuefatto e non si accorge neanche che sta dominando la
musica. Chi fosse interessato potrebbe guardare verso la fine del primo
movimento dellAppassionata dove Beethoven trasforma il tema in 315
e lo eleva ad un livello estremo, e quasi ridicolo, alla misura 240. No-
nostante ci, la maggior parte del pubblico non avr idea di quale truc-
co egli stia usando, tranne il gustarsi il clima selvaggio che ovviamen-
te estremo in maniera irragionevole, ma ormai porta con s una miste-
riosa familiarit perch il costrutto lo stesso e lo si sentito centinaia
di volte. Si noti che questo clima perde molto del suo effetto se il pia-
314 IV. TEORIA MATEMATICA S ULLESECUZIONE AL PIANOFORTE
nista non tira fuori il tema (introdotto nella prima misura!) e non enfa-
tizza le note in battere.
Beethoven ci dice il motivo dellinspiegabile arpeggio 531 allinizio
dellAppassionata quando questo si trasforma nel tema principale del
movimento alla misura 35, quando cio scopriamo che larpeggio
allinizio una forma invertita e schematica del tema principale ed il
motivo per cui il battere dove si trova. Linizio di questo pezzo, fino
alla misura 35, quindi una preparazione psicologica ad uno dei temi
pi belli che compose. Ha voluto impiantare nel nostro cervello lidea
del tema prima che lo ascoltassimo! Questa potrebbe essere una spie-
gazione del perch questo strano arpeggio viene ripetuto due volte
allinizio usando una progressione illogica di accordi. Mediante una-
nalisi di questo tipo la struttura dellintero primo movimento risulta
chiara e questo ci aiuta a memorizzare, interpretare e suonare corretta-
mente il pezzo.
Luso di concetti tipici della teoria dei gruppi potrebbe essere giusto
unaltra dimensione che Beethoven intrecci nella sua musica, forse per
farci sapere quanto fosse intelligente, nel caso non avessimo ancora col-
to il messaggio. Potrebbe, come non potrebbe, essere il meccanismo
con cui gener la sua musica. Lanalisi di cui sopra ci d perci solo un
piccolo barlume dei processi mentali che la ispirarono. Il semplice uso
di questi trucchi scaturisce in musica oppure ci stiamo avvicinando a
qualcosa che Beethoven sapeva, ma non disse a nessuno?
A = kT (Eq. 1.1)
F) Cosa La Musica?
La struttura della coclea vs. le scale e gli accordi musicali. Parametri:
tempismo (ritmo), altezza, modelli (linguaggio, emozioni), volume, ve-
locit. Elaborazione dellinformazione musicale nel cervello.
I) Il Futuro dellIstruzione
Internet sta ovviamente cambiando la natura dellistruzione. Uno dei
miei obiettivi nello scrivere questo libro sul Web di esplorare la pos-
sibilit di rendere listruzione molto pi a basso costo di quanto non sia
stata finora. Guardando indietro ai giorni dellistruzione primaria e del
college, mi meraviglio dellefficienza dei processi educativi che ho at-
traversato. Nonostante ci, la promessa di unefficienza di gran lunga
maggiore, attraverso internet, sbalorditiva in confronto. La mia espe-
rienza fin qui stata molto educativa. Ecco alcuni dei vantaggi
delleducazione basata su internet:
1) Nessuna pi attesa per gli scuolabus o corse da lezione a lezione, di
fatto nessun altro costo per edifici scolastici e strutture correlate.
326 IV. TEORIA MATEMATICA S ULLESECUZIONE AL PIANOFORTE
A) Trattazione Matematica
Nella tabella 2.2a vengono mostrate tre ottave della scala cromatica. I
tasti neri sul pianoforte sono mostrati come diesis, ad esempio il diesis
dopo il Do rappresenta il Do#, ecc. e vengono mostrati solo nellottava
pi alta. Ogni cambiamento di frequenza nella scala cromatica detto
semitono ed una ottava ha 12 semitoni. Gli accordi maggiori e gli interi
che rappresentano i loro rapporti di frequenza vengono mostrati rispet-
tivamente sopra e sotto la scala cromatica. La parola accordo viene qui
usata per rappresentare due note il cui rapporto delle frequenze un
intero piccolo. Gli interi pi grandi di dieci, tranne i multipli di quelli
fondamentali, producono accordi che non sono prontamente riconosci-
bili dallorecchio. In riferimento alla Tabella 2.2a laccordo pi ele-
mentare lottava, nel quale la frequenza della nota pi alta doppia di
quella pi bassa. Lintervallo tra Do e Sol detto una quinta e le fre-
quenze di Do e Sol sono in rapporto di 2/3. La terza maggiore ha quat-
tro semitoni e la terza minore ne ha tre. Il numero associato ad ogni
accordo, ad esempio quattro nella quarta, il numero dei tasti bianchi,
compresi i due agli estremi, nella scala di Do Maggiore e non ha altri
significati matematici. Si noti che la parola scala in scala cromati-
ca, scala maggiore e in scala logaritmica o di frequenze (si veda
pi avanti) ha un significato completamente diverso, la seconda un
sottoinsieme della prima.
Gli errori nelle terze sono i peggiori, oltre cinque volte lerrore degli
altri accordi, ma sempre solo circa l1%. Nonostante questo sono
prontamente udibili ed alcuni aficionados del pianoforte le hanno gene-
rosamente battezzate le terze rotolanti, mentre in realt sono disso-
nanze inaccettabili. Se vogliamo adottare la scala Equamente Tempera-
ta un difetto con cui dobbiamo imparare a convivere. Gli errori nelle
quarte e nelle quinte producono battimenti di circa 1 Hz al Do Centra-
le, cosa scarsamente udibile nella maggior parte dei pezzi; la frequenza
dei battimenti tuttavia raddoppia ad ogni ottava superiore.
336 ACCORDARE IL PROPRIO PIANOFORTE
B) Temperamento e Musica
Lapproccio matematico di prima non il modo in cui fu sviluppata la
scala cromatica. I musicisti iniziarono con gli accordi e provarono a
trovare una scala musicale con un numero minimo di note che li pro-
ducessero. La richiesta di un numero di note minimo ovviamente de-
siderabile perch determina il numero di tasti, corde, buchi, ecc. neces-
sari a costruire lo strumento musicale. Gli accordi sono necessari per-
ch se si vuole suonare pi di una nota alla volta le note creerebbero
delle dissonanze spiacevoli allorecchio a meno di non formare accordi
armoniosi. La ragione per cui le dissonanze sono cos spiacevoli
allorecchio pu avere qualcosa a che fare con la difficolt del cervello
ad elaborare informazioni dissonanti. certamente pi facile, in ter-
mini di memoria e comprensione, avere a che fare con accordi armo-
niosi piuttosto che con dissonanze. Alcune di esse sono quasi impossi-
2 - LA SCALA C ROMATICA ED I L TEMPERAMENTO 339
bili da risolvere per molti cervelli se le due note vengono suonate con-
temporaneamente.
Se il cervello sovraccaricato dal compito di cercare di risolvere dis-
sonanze complesse, diventa impossibile rilassarsi e gustarsi la musica o
seguire lidea musicale. Chiaramente qualsiasi scala deve produrre
buoni accordi se dobbiamo comporre musica complessa ed avanzata
che richiede pi di una nota alla volta.
Abbiamo visto prima che il numero ottimale di note in una scala ri-
sultato essere 12. Sfortunatamente non c nessuna scala di 12 note che
riesca a produrre accordi esatti ovunque. La musica suonerebbe meglio
se si potesse trovare una scala con accordi perfetti ovunque. Sono stati
fatti molti tentativi del genere, principalmente aumentando il numero
di note per ottava, specialmente usando chitarre ed organi, ma nessuna
di queste scale stata accettata. Aumentare il numero di note per otta-
va con uno strumento come la chitarra relativamente facile perch
tutto ci che si deve fare aggiungere corde e capotasti. Gli ultimi
schemi oggi concepiti comportano scale generate al computer nelle qua-
li ad ogni trasposizione vengono corrette le frequenze: questo schema
detto accordatura adattiva (Sethares).
Il concetto pi elementare necessario a capire i temperamenti il ciclo
delle quinte. Per percorrere un ciclo di quinte si prenda una qualunque
ottava, si parta dalla nota pi bassa e si salga in quinte. Dopo due
quinte si uscir dallottava, quando ci accade si scenda di un ottava e
si continui a salire in quinte stando sempre nella stessa ottava. Si faccia
questo per dodici quinte e si finir sulla nota pi alta del ottava! Ovve-
ro, se si parte dal Do4 si finir sul Do5 ed questo il motivo per cui
viene chiamato ciclo. Non solo, ma ogni nota che si tocca quando si
suona una quinta una nota diversa, ci significa che il ciclo delle
quinte tocca ogni nota una e una sola volta, una propriet chiaramente
utile per accordare la scala e per studiarla matematicamente.
Gli sviluppi storici sono un argomento centrale nelle discussioni sul
temperamento perch la musica di un periodo legata al temperamento
di quel periodo. Si d credito a Pitagora di aver inventato, nel 550
AD, il Temperamento Pitagorico nel quale la scala cromatica viene
generata dallaccordatura in quinte perfette usando il ciclo delle quinte.
Le dodici quinte perfette del ciclo delle quinte non portano ad un fatto-
re due esatto: la nota finale che si ottiene non perci esattamente
lottava, ma troppo alta in frequenza di una quantit detta Comma
Pitagorica che di circa 23 cent (un cent un centesimo di semitono).
Siccome una quarta pi una quinta fa unottava, il temperamento Pita-
340 ACCORDARE IL PROPRIO PIANOFORTE
gorico risulta in una scala con quinte e quarte perfette tranne alla fine
dove si ottiene una dissonanza molto brutta. Viene fuori che accordare
per quinte perfette lascia le terze in brutto stato, un altro svantaggio del
temperamento di Pitagora. Se ora dovessimo accordare contraendo le
quinte di 23/12 di cent, finiremo con lavere unottava. Questo uno
dei modi di accordare una scala Equamente Temperata. Useremo in-
fatti proprio un tale metodo nella sezione sullaccordatura. La scala
Equamente Temperata era gi nota circa cento anni dopo linvenzione
del temperamento Pitagorico, non quindi un temperamento moderno.
Dopo lintroduzione del Temperamento Pitagorico tutti quelli nuovi
sono stati tentativi di migliorarlo. Il primo metodo fu di distribuire la
Comma Pitagora tra le ultime due quinte. Un grosso sviluppo fu il
Temperamento Mesotonico in cui erano le terze ad essere giuste invece
delle quinte. Musicalmente le terze giocano un ruolo pi importante
rispetto alle quinte perci il Mesotonico aveva senso specialmente du-
rante lera in cui la musica faceva un maggior uso di terze. Sfortuna-
tamente il Mesotonico ha una nota del lupo peggiore del Pitagorico.
La successiva pietra miliare rappresentata dal Clavicembalo Ben
Temperato di Bach in cui fu scritta musica per vari Ben Temperamen-
ti: si trattava di temperamenti di compromesso tra Mesotonico e Pita-
gorico. Questo concetto funzion perch laccordatura Pitagorica fini-
va con note troppo crescenti e la Mesotonica troppo calanti. Inoltre il
Ben Temperato presentava la possibilit non solo di buona terze, ma
anche di buone quinte. Il pi semplice Ben Temperato fu escogitato da
Kirnberger, uno studente di Bach. Il suo pi grande vantaggio la
semplicit. Tra i Ben Temperati i migliori furono inventati da Wer-
kmeister e Young. Se classificassimo grossolanamente le accordature
come Mesotoniche, Ben Temperate e Pitagoriche, allora il Tempera-
mento Equabile un Ben Temperato perch non ne crescente ne ca-
lante. Non c registrazione di quale temperamento usasse Bach, pos-
siamo solo indovinare i temperamenti dalle armonie delle sue composi-
zioni, specialmente il suo Clavicembalo Ben Temperato. Questi stu-
di indicano che essenzialmente tutti i dettagli sul temperamento erano
gi stati risolti ai tempi di Bach (prima del 1700) e che lui usava tempe-
ramenti non molto diversi da quelli di Werkmeister.
Il violino pare abbia sfruttato il suo progetto unico per aggirare effica-
cemente i problemi di temperamento. Le corde libere sono ad interval-
li di quinta luna dallaltra, cos il violino si accorda naturalmente Pita-
gorico. Siccome le terze possono sempre essere suonate giuste, ha tutti
2 - LA SCALA C ROMATICA ED I L TEMPERAMENTO 341
4 - La Preparazione
Ci si prepari ad accordare togliendo il leggio in modo che le caviglie
siano accessibili (pianoforte a coda). La prossima sezione non richiede
ulteriore preparazione. necessario silenziare tutte le corde laterali
delle corde triple dello scomparto, per poterlo creare, usando la
striscia silenziante in modo tale che quando si suona una qualsiasi nota
di questa ottava vibri solo la corda centrale. Si dovranno probabilmen-
te silenziare quasi due ottave in base allalgoritmo di accordatura. Si
provi prima lintero algoritmo per determinare la nota pi bassa e quel-
la pi alta da silenziare. Si silenzino poi tutte le note in mezzo. Si usi la
344 ACCORDARE IL PROPRIO PIANOFORTE
parte finale arrotondata del manico della sordina, nei verticali, per
premere il feltro negli spazi tra le corde esterne delle note adiacenti.
5 - Cominciare
Senza uninsegnante non ci si pu tuffare ad accordare. Si perder ra-
pidamente lo scomparto e non si avr idea di come tornare indietro.
Perci si devono prima imparare/studiare alcune procedure di accorda-
tura in modo da non finire con un pianoforte non suonabile che non si
riesce a ripristinare. Questa sezione un tentativo di arrivare al livello
in cui si potrebbe tentare una vera accordatura senza incappare in diffi-
colt di questo tipo.
La prima cosa da imparare cosa non fare per evitare di danneggia-
re il pianoforte, cosa non difficile. Se si tira troppo una corda questa
si spezza. Le istruzioni iniziali sono pensate per minimizzare la rottura
delle corde dovuta a mosse da dilettanti, per cui si legga attentamente.
Si pianifichi per tempo in modo da sapere cosa fare in caso una corda si
rompesse. Una corda spezzata di per s non un disastro in un piano-
forte, anche per lunghi periodi di tempo. probabilmente saggio, co-
munque, condurre le prime prove appena prima di chiamare il proprio
accordatore. Una volta a conoscenza di come si accordano, la rottura
delle corde un problema raro tranne nei pianoforti molto vecchi e u-
surati. Le caviglie vengono girate di quantit talmente piccole che le
corde non si rompono quasi mai. Un errore comune, fatto dai princi-
pianti, di mettere la chiave nella caviglia sbagliata. Siccome girandola
non sentono alcun cambiamento, continuano a girarla finch la corda si
spezza. Un modo per evitarlo iniziare sempre ad accordare calante,
come suggerito pi avanti, e di non girare mai la caviglia senza ascolta-
re il suono.
La considerazione pi importante per un accordatore alle prime armi
di preservare la condizione del somiere. La pressione di questultimo
sulle caviglie enorme. Ora, non si deve mai fare, ma se ipoteticamen-
te si girasse la caviglia rapidamente di 180 gradi il calore generato
nellinterfaccia tra la caviglia e il somiere sarebbe sufficiente a cuocere il
legno ed alterarne la struttura molecolare. Chiaramente tutte le rota-
zioni delle caviglie devono essere condotte per incrementi piccoli e len-
ti. Se fosse necessario togliere una caviglia svitandola, la si ruoti solo di
un quarto di giro (antiorario) e si aspetti un momento per far dissipare
il calore dallinterfaccia; si ripeta poi la procedura in modo da evitare di
danneggiare il somiere.
5 - COMINCIARE 345
B) Impostare La Caviglia
Affinch laccordatura regga importante impostare la caviglia cor-
rettamente. Guardando la caviglia dallalto, la corda arriva da destra
(nei coda da sinistra nei verticali) e si arrotola intorno. Se quindi la si
ruota in senso orario si accorder a crescere e viceversa. La tensione
della corda cerca sempre di farla ruotare in senso antiorario (calante).
Un pianoforte normalmente si scorda calante nel suonarlo. Siccome
348 ACCORDARE IL PROPRIO PIANOFORTE
I) LAccordatura Armonica
Una volta soddisfatti della propria abilit di accordare gli unisoni si ini-
zi ad esercitarsi ad accordare in ottava. Se ne prenda una qualunque
vicino al Do Centrale e si silenzino le due note laterali superiori di cia-
scuna nota inserendo un cuneo tra di esse. Si accordi la superiore a
quella unottava sotto e viceversa. Come con gli unisoni si cominci vi-
cino al Do Centrale e si prosegua verso gli alti e poi verso i bassi. Si
ripeta lo stesso esercizio con le quinte, le quarte e le terze maggiori.
Dopo essere riusciti ad accordare armoniche perfette si provi a scor-
dare per vedere se si riesce a sentire la frequenza crescente dei batti-
menti nel deviare leggermente dallaccordatura perfetta. Si provino ad
identificare le varie frequenze di battimento specialmente di una e dieci
pulsazioni al secondo. Essere in grado di farlo torner utile dopo.
L) Cos Lo Stiramento?
Laccordatura armonica sempre associata ad un fenomeno detto sti-
ramento. Le armoniche nelle corde del pianoforte non sono esatte per-
ch le corde reali attaccate ad estremit reali non si comportano mai
come le corde ideali matematiche. La propriet di avere armoniche i-
nesatte detta inarmonicit. La differenza tra la frequenza armonica
reale e quella teorica detta stiramento. Sperimentalmente si scopre
che la maggioranza delle armoniche crescente rispetto al valore teori-
co ideale, sebbene ce ne possano essere alcune calanti.
356 ACCORDARE IL PROPRIO PIANOFORTE
B) Kirnberger II
Si silenzino tutte le corde laterali dal Fa3 al Fa4. Si accordi il Do4 (Do
Centrale) al diapason.
6 - LE PROCEDURE DI ACCORDATURA E DI TEMPERAMENTO 361
Tutte le accordature fin qui sono giuste. Si accordi ora il La3 in mo-
do che Fa3-La3 e La3-Re4 abbiano le stesse frequenze di battimento.
Si accordi in ottave giuste fino alle note pi alte e poi gi verso le note
basse iniziando dallo scomparto. In tutte queste accordature si accordi
solo una corda allottava, silenziando le altre, e poi si accordino queste
allunisono con quella appena accordata.
Questo un caso in cui violare la regola si accordi una sola nota solo
ad unaltra. Se la nota di riferimento ad esempio una corda da tre
(accordata) la si usi cos com senza silenziare nulla. Questo servir
come verifica della qualit della propria accordatura. Se si dovessero
avere delle difficolt nellusarla per accordare una nuova corda singola,
allora laccordatura allunisono della nota di riferimento potrebbe non
essere abbastanza precisa e si deve tornare indietro a ripulirla. Certa-
mente se, dopo sforzi considerevoli, non si riescono ad accordare tre
contro una, non si avr scelta che silenziarne due delle tre per poter
avanzare. Si star tuttavia compromettendo grossolanamente la qualit
dellaccordatura. Quando tutte le note alte e basse saranno state ac-
cordate, le uniche corde stonate rimanenti saranno quelle silenziate per
creare lo scomparto. Si accordino queste allunisono con le loro corde
centrali iniziando dalle note pi basse e tirando via il feltro unasola alla
volta.
C) Il Temperamento Equabile
Presento qui lo schema pi facile e approssimativo per il Temperamen-
to Equabile. Degli algoritmi pi precisi si possono trovare in letteratu-
ra (Reblitz, Jorgensen). Nessun accordatore che si rispetti userebbe
questo schema, tuttavia quando si diventa bravi con esso si possono
produrre dei temperamenti equabili decenti. Uno schema pi completo
e preciso non darebbe necessariamente risultati migliori ai principianti.
Con i metodi pi complessi un principiante potrebbe confondersi rapi-
362 ACCORDARE IL PROPRIO PIANOFORTE
damente senza avere idea di cosa abbia sbagliato, con il metodo qui il-
lustrato si pu sviluppare rapidamente labilit di scoprirlo.
Si silenzino le corde laterali dal Sol3 al Do#5. Si accordi il La4 al
diapason La 440. Si accordi il La3 al La4. Si accordi in quinte contrat-
te dal La3 fino alle note non silenziate, si accordi poi unottava sotto e
si ripeta questo su in quinte, gi di unottava fino ad arrivare al La4.
Si partir, ad esempio, con la quinta La3-Mi4 contratta, poi Mi4-Si4
contratta. La quinta successiva porterebbe oltre la nota silenziata pi
alta, Do#4, perci si accordi unottava sotto Si4-Si3. Tutte le ottave
sono ovviamente giuste. Le quinte contratte devono avere dei batti-
menti un po sotto 1 Hz allinizio (in basso) delle corde silenziate e circa
1.5 Hz alla fine (in alto). Le frequenze di battimento delle quinte tra
queste note pi basse e pi alte dovrebbe aumentare dolcemente
allaumentare dellaltezza.
Una quinta contratta si crea accordando calante dal giusto quando si
sale per quinte. Si pu perci iniziare dal giusto e poi accordare in ca-
lare per poter aumentare la frequenza dei battimenti fino al valore de-
siderato e simultaneamente creare lo scomparto correttamente. Facen-
do tutto perfettamente lultima quinta Re4-La4 dovrebbe essere una
quinta contratta con la frequenza di battimenti di 1 Hz senza alcuna ac-
cordatura. Allora si avr finito. Si appena fatto un ciclo di quinte.
Il miracolo del ciclo delle quinte che accorda ciascuna nota una volta,
senza saltarne nessuna nellottava La3-La4!
Se la quinta finale Re4-La4 non fosse corretta si commesso qualche
errore da qualche parte. In questo caso si inverta la procedura inizian-
do dal La4 scendendo per quinte contratte e salendo per ottave. Finch
non si raggiunge il La3, dove La3-Mi4 finale dovrebbe essere una quin-
ta contratta con una frequenza di battimento leggermente sotto 1 Hz.
Per scendere in quinte si crei una quinta contratta accordando in cre-
scendo dalla giusta. Questa manovra tuttavia non imposta la caviglia,
per poterlo fare correttamente si deve quindi stare troppo crescenti
allinizio e poi diminuire la frequenza di battimento al valore desidera-
to. Scendere in quinte perci unoperazione pi difficile rispetto a sa-
lire in quinte.
Un metodo alternativo iniziare dal La ed accordare fino al Do sa-
lendo in quinte e controllando questo Do con un diapason. Se il Do
crescente le quinte non erano abbastanza contratte e viceversa.
Unaltra variante accordare in su dal La3 per quinte fino a poco oltre
met e poi accordare in gi dal La4 sino allultima nota accordata sa-
7 - FARE PICCOLE RIPARAZIONI 363
B) Pulire I Piloti
Pulire i piloti pu essere una procedura di manutenzione gratificante.
Possono avere bisogno di essere puliti se non lo si fatto da dieci anni,
alle volte anche prima. Si premano lentamente i tasti per vedere se si
sente dellattrito nella meccanica. Una meccanica senza attrito sembre-
r come far scorrere un dito unto su un vetro liscio. Quando c attrito
sembrer il movimento di un dito pulito su un vetro pulitissimo. Per
7 - FARE PICCOLE RIPARAZIONI 367
2 - LApproccio Scientifico
Questo libro stato scritto con il miglior approccio scientifico che sono
riuscito a mettere insieme usando ci che ho imparato durante i miei
trentuno anni di carriera da scienziato. Sono stato coinvolto non sono
nella ricerca di base (ho ottenuto sei brevetti), ma anche nelle scienze
materiali (matematica, fisica, chimica, biologia, ingegneria meccanica,
elettronica, ottica, acustica, metalli, semiconduttori, isolatori), nella so-
luzione di problemi industriali (meccanismi di fallimento, affidabilit,
produzione) e nelle pubblicazioni scientifiche (ho pubblicato oltre cento
articoli nella maggior parte delle maggiori riviste scientifiche). Anche
dopo aver ottenuto il mio Dottorato in Fisica dalla Cornell University,
i miei datori di lavoro hanno dovuto spendere oltre un milione di dol-
lari per far avanzare la mia cultura durante la mia carriera. Riguar-
dando indietro tutta questa formazione scientifica stata indispensabile
per scrivere questo libro. Questo bisogno di capire il metodo scientifi-
co suggerisce che la maggior parte dei pianisti avrebbe avuto delle diffi-
colt se avesse provato a replicare i miei sforzi. Spiegher ulteriormen-
te pi avanti che i risultati degli sforzi scientifici sono utili a tutti, non
solo agli scienziati. Quindi il fatto che questo libro sia stato scritto da
uno scienziato significa che tutti dovrebbero essere in grado di capirlo
pi facilmente rispetto ad un libro simile scritto da un non-scienziato.
Un obiettivo di questa sezione spiegare questo messaggio
Imparare il pianoforte, lalgebra, la scultura, il golf, la fisica, la biolo-
gia, la meccanica quantistica, la muratura, la cosmologia, la medicina,
la politica, leconomia, ecc. che cosa hanno in comune tutte queste
cose? Sono tutte discipline scientifiche e perci condividono un gran
numero di principi fondamentali. Nella sezione seguente spiegher
molti degli importanti principi del metodo scientifico e mostrer come
siano necessari per poter produrre qualcosa di utile, come un manuale
per imparare il pianoforte. Questi requisiti per un tale manuale non
sono diversi da quelli necessari per scrivere un libro di testo avanzato
sulla meccanica quantistica: sono simili, sebbene i contenuti siano due
mondi a parte. Inizier con la definizione di metodo scientifico perch
cos spesso mal compresa dalla gente. Descriver poi i suoi contributi
nello scrivere questo libro. In questo processo indicher dove storica-
mente linsegnamento del pianoforte stato scientifico o meno. Nelle
ultime centinaia di anni abbiamo avuto enorme successo nellapplicare
il metodo scientifico a praticamente tutte le discipline, non il momen-
to di fare lo stesso con lapprendimento/insegnamento del pianoforte?
2 - LAPPROCCIO SCIENTIFICO 373
A) La Ricerca
Un manuale sul suonare il pianoforte essenzialmente un elenco di
scoperte fatte da qualcuno per risolvere alcuni problemi tecnici: un
prodotto della ricerca. Nella ricerca scientifica si eseguono esperimenti,
si raccolgono dati e si scrivono i risultati in modo tale che altri possano
capire cosa stato fatto e riprodurlo. Insegnare pianoforte non diver-
so: si devono prima ricercare i vari metodi di studio, raccoglierne i ri-
sultati e scriverli in modo che altri possano trarne vantaggio. Sembra
banalmente semplice, ma se ci si guarda intorno questo non ci che
accaduto nellinsegnamento del pianoforte. Liszt non ha mai scritto i
suoi metodi di studio. Il metodo intuitivo (come descritto in questo
libro) non richiede ricerca, il metodo di studio meno informato.
Questo il motivo per cui il libro della Whiteside ebbe cos successo
condusse della ricerca e ne registr i risultati. Sfortunatamente non a-
veva formazione scientifica e fece un pasticcio con aspetti importanti
come una scrittura chiara coincisa (specialmente le definizioni) e lorga-
nizzazione (classificazioni e relazioni). Chiaramente se potessimo cor-
reggere questa mancanza avremmo allora qualche speranza di applicare
metodi scientifici allinsegnamento del pianoforte. Ovviamente stata
condotta una tremenda quantit di ricerca da parte di tutti i grandi pia-
nisti, sfortunatamente ne stata documentata molto poca, cadendo vit-
time dellapproccio non scientifico alla pedagogia del pianoforte.
B) La Documentazione e La Comunicazione
Lobiettivo di primo piano della documentazione la registrazione di
tutta la conoscenza nel campo una perdita incalcolabile che Bach,
Chopin, Liszt, ecc. non abbiano scritto i loro metodi di studio.
Unaltra funzione della documentazione scientifica leliminazione de-
gli errori. Chiaramente unidea corretta, anche enunciata da un grande
maestro, che venga tramandata oralmente dallinsegnante agli studenti
suscettibile agli errori e del tutto non scientifica. Una volta scritta, ne
possiamo controllare laccuratezza, togliere gli errori e aggiungere nuo-
ve scoperte. Ovvero la documentazione crea una via a senso unico nel-
la quale lidea pu solo migliorare in precisione col passare del tempo.
378 IL METODO SCIENTIFICO, LA TEORIA DELLAPPRENDIMENTO ED IL CERVELLO
Una scoperta che ha sorpreso anche gli scienziati che circa la met
delle nuove scoperte non viene fatta durante la ricerca, ma quando se
ne scrivono i risultati. Per questa ragione la scrittura scientifica si e-
voluta in un campo con requisiti specifici progettati non solo per mini-
mizzare gli errori, ma anche per massimizzare il processo di scoperta.
stato durante la scrittura di questo libro che ho scoperto la spiegazio-
ne dei muri di velocit: dovevo affrontare il fatto di scrivere qualcosa
su di essi ed ho iniziato in modo naturale a chiedermi cosa fossero e co-
sa li provocasse. ben noto che una volta poste le domande giuste si
sulla strada di trovare le risposte. In modo simile il concetto di insieme
parallelo stato sviluppato per lo pi durante la scrittura che durante la
ricerca (lettura di libri, conversazioni con insegnanti, uso di internet) e
la sperimentazione personale al pianoforte. Questo concetto era neces-
sario ogni volta che qualche procedura di studio dava problemi, diven-
ne perci indispensabile verificarlo con precisione per poterlo usare ri-
petutamente in cos tanti punti.
importante comunicare con tutti gli altri scienziati che stanno af-
frontando un lavoro simile, per discutere apertamente qualsiasi nuovo
risultato. Il mondo del pianoforte stato, a questo riguardo, comple-
tamente non scientifico. La maggior parte dei libri sul suonare il piano-
forte non ha neanche i riferimenti (compresa la prima edizione del mio
libro, perch scritto in un lasso di tempo limitato questa lacuna stata
colmata in questa seconda edizione) e raramente si basa sul lavoro pre-
cedente di altri. Gli insegnanti delle maggiori istituzioni musicali fanno
un lavoro migliore nel comunicare, rispetto agli insegnanti privati, per-
ch sono confinati in una situazione per cui non possono evitare di in-
contrarsi. La pedagogia del pianoforte in queste istituzioni di conse-
guenza superiore a quella della maggior parte degli insegnanti privati.
Troppi insegnanti di pianoforte sono inflessibili riguardo alladottare o
ricercare metodi di insegnamento migliori e sono spesso critici di qua-
lunque cosa si allontani dai loro metodi. Questa una situazione molto
non scientifica.
Esempi di comunicazione aperta nel mio libro sono lintrecciarsi di
concetti da: metodi del peso del braccio e del rilassamento (approccio
tipo Taubman), idee dai libri della Whiteside (critica degli esercizi tipo
Hanon e del metodo del pollice sotto), inclusione di vari movimenti
della mano descritti da Sandor, eccetera. Siccome internet la forma
ultima di comunicazione aperta, il suo avvento pu essere lelemento
singolo pi importante che permetter alla pedagogia del pianoforte di
essere condotta scientificamente e di questo non c miglior esempio
che questo libro.
3 - COS I L M ETODO SCIENTIFICO? 379
C) Le Verifiche di Auto-Coerenza
Molte scoperte scientifiche vengono fatte come risultato della verifica di
auto-coerenza. Questi controlli funzionano come segue. Si supponga
di conoscere dieci fatti riguardo al proprio esperimento e di scoprire un
undicesimo fatto. Si ha ora la possibilit di verificare questo nuovo ri-
sultato con i vecchi e spesso questo controllo porter ad una nuova
scoperta. In effetti una singola scoperta pu potenzialmente portare a
dieci altri risultati senza ulteriore sperimentazione. I nuovi metodi di
questo libro, ad esempio, hanno portato ad un apprendimento molto
pi veloce e questo ha suggerito che il metodo intuitivo debba contene-
re procedimenti di studio che in realt lo frenano. Sapendo questo
stato semplicemente una questione di trovare gli aspetti che rallentano i
progressi. Questa rivelazione delle debolezze del metodo intuitivo sa-
rebbe stata quasi impossibile se fosse stato lunico noto. Si tratta di una
verifica di auto-coerenza perch se entrambi i metodi fossero stati cor-
retti sarebbero dovuti essere ugualmente efficaci. Un tale processo
mentale di verifica automatica dellauto-coerenza di tutto ci che si in-
contra pu non essere naturale a tutti; come scienziato, tuttavia, lho
fatto consapevolmente per pura necessit durante tutta la mia carriera.
Le verifiche di auto-coerenza sono il modo pi economico e rapido di
trovare gli errori e di fare nuove scoperte perch si ottengono risultati
senza fare altri esperimenti. Costa poco di pi, tranne il tempo. Si pu
ora vedere perch il processo di documentazione pu essere cos pro-
duttivo: tutte le volte che viene introdotto un nuovo concetto pu esse-
re verificato rispetto a tutti gli altri conosciuti per ottenere potenzial-
mente nuovi risultati. Il metodo potente grazie al gran numero di fat-
ti gi noti. Assumiamo di poter contare queste verit note e che siano,
diciamo, mille. Una nuova scoperta significa allora che si possono veri-
ficare in modo incrociato mille nuove possibilit per altre scoperte!
Le verifiche di auto-coerenza sono importanti per eliminare gli errori
e sono state usate in questo libro per minimizzarli. Studiare lentamente
3 - COS I L M ETODO SCIENTIFICO? 381
D) La Teoria di Base
I risultati scientifici devono sempre basarsi su qualche teoria o principio
verificabile da altri. Molti pochi concetti stanno da soli indipendente-
mente da qualsiasi altra cosa. In altre parole qualsiasi cosa qualcuno
rivendichi funzionare meglio abbia una buona spiegazione del perch,
altrimenti sospetta. Spiegazioni come con me ha funzionato oppure
la ho insegnata per trentanni o anche questo come faceva Liszt,
semplicemente non sono abbastanza buone. Se un insegnante ha inse-
gnato un procedimento per trentanni dovrebbe aver avuto un sacco di
tempo per scoprire il perch funziona. Le spiegazioni sono spesso pi
importanti dei procedimenti che spiegano. Ad esempio lo studio a ma-
ni separate funziona perch semplifica un compito difficile. Una volta
stabilito questo principio di semplificazione si possono iniziare a cercare
pi cose simili come accorciare i passaggi difficili o delineare. Un e-
sempio di spiegazione elementare la correlazione tra la forza di gravi-
t, il metodo del peso del braccio e la sua relazione col peso del tasto.
Entrambi la pesante mano del lottatore di sumo e quella leggera del ra-
gazzetto (si veda Capitolo Uno, Sezione II.10) devono ad esempio pro-
durre un suono di uguale intensit quando le mani vengono lasciate
cadere dalla stessa altezza in una caduta corretta. Questo ovviamente
pi difficile per il lottatore di sumo a causa della sua tendenza ad incli-
narsi sul pianoforte per poter fermare la pesante mano. La caduta cor-
retta quindi per lui pi difficile da eseguire. Capire questi sottili det-
tagli basati sulla teoria ci che porta alla corretta esecuzione di una
vera caduta. In altre parole, in una caduta corretta non ci si pu incli-
nare sul pianoforte per fermare la mano se non dopo aver completato
la discesa del tasto; per realizzare questo gesto necessario un polso
molto flessibile.
Ci sono sempre sicuramente alcuni concetti che resistono ad una
spiegazione ed estremamente importante classificarli chiaramente co-
me principi validi senza spiegazione. In questi casi chi siamo noi per
382 IL METODO SCIENTIFICO, LA TEORIA DELLAPPRENDIMENTO ED IL CERVELLO
dire che sono validi? Possono essere considerati validi dopo aver stabi-
lito una registrazione inconfutabile di verifica sperimentale. Etichettarli
chiaramente importante perch le procedure senza spiegazione sono
pi difficili da applicare e sono soggette a modifiche se apprendiamo di
pi e le capiamo meglio. La cosa pi bella dei metodi che hanno buone
spiegazioni che non necessario farsi dire ogni dettaglio di come ese-
guire la procedura possiamo spesso ricavarla da soli dalla compren-
sione del metodo.
Sfortunatamente la storia della pedagogia del pianoforte piena di
procedure per acquisire la tecnica che non hanno supporto teorico di
base e che, nonostante ci, hanno ottenuto ampia accettazione. Gli e-
sercizi Hanon ne sono un esempio illustre. Gran parte delle istruzioni
senza spiegazione del perch funzionano hanno poco valore in un ap-
proccio scientifico. Questo non solo per lalta probabilit che queste
procedure possano essere sbagliate, ma anche perch la spiegazione
che aiuta ad usare correttamente la procedura. Siccome non ci sono
basi teoriche dietro gli esercizi Hanon, quando ci esorta ad alzare in
alto le dita ed a studiare unora al giorno non abbiamo nessun modo
di sapere se questi procedimenti possono davvero aiutarci. In qualsiasi
procedura della vita reale quasi impossibile a chiunque scrivere tutti i
passi necessari in tutte le circostanze, la comprensione del perch fun-
ziona a permettere a ciascuno di modificarla per soddisfare i bisogni
specifici di situazioni individuali e mutevoli.
Gli insegnanti che usano il metodo intuitivo raccomanderanno ad e-
sempio di iniziare con precisione lentamente e di aumentare gradual-
mente la velocit, altri scoraggeranno il pi possibile lo studio lento
perch un tale spreco di tempo. Nessuno degli estremi ottimizzato:
suonare lentamente nellapproccio intuitivo non desiderabile perch si
potrebbero congelare movimenti che interferiscono con il suonare pi
veloce; daltro canto suonare lentamente, una volta in grado di farlo
velocemente, molto utile per memorizzare e per praticare il rilassa-
mento e la precisione. Lunico modo di scegliere la velocit di studio
giusta quindi capire in dettaglio il perch si sta scegliendo quella velo-
cit. In questa era di tecnologie dellinformazione e di internet non do-
vrebbe praticamente esserci pi spazio per la fede cieca.
Questo non significa che non esistano regole senza spiegazione, dopo-
tutto ci sono ancora molte cose a questo mondo che non comprendia-
mo. Nel pianoforte la regola di suonare lentamente prima di smettere
ne un esempio: ci deve essere una buona spiegazione, ma non ne ho
ancora sentita alcuna che considero soddisfacente. Il principio di esclu-
3 - COS I L M ETODO SCIENTIFICO? 383
sione di Pauli (due fermioni non possono occupare lo stesso stato quan-
tico) e il principio di indeterminazione di Heisemberg sono, nella scien-
za, esempi di regole che non si possono derivare da principi pi pro-
fondi. Cos ugualmente importante capire qualcosa proprio come sa-
pere cosa non capiamo. I professori di fisica pi colti sono quelli che
sanno citare tutte le cose che ancora non comprendiamo.
E) I Dogmi e LInsegnamento
Tutti noi sappiamo che non si possono violare le regole che ci pare e
suonare ancora con musicalit, a meno di non avere le iniziali LVB. I
metodi di insegnamento dogmatici, cos prevalenti nella pedagogia del
pianoforte, si sono evoluti in questo ambiente ristretto dalle difficolt di
guidare gli studenti a produrre musica. Lapproccio dogmatico , per
metterla cinicamente, un modo conveniente di nascondere lignoranza
dellinsegnante spazzando tutto sotto il tappeto del dogma. Tutte le
grandi lezioni che ho sentito da artisti famosi sono piene di spiegazioni
scientifiche sul perch si dovrebbe o meno eseguire in un certo modo.
Non tutti i grandi esecutori sono tuttavia dei buoni insegnanti e non
tutti sono in grado di spiegare ci che fanno. La lezione per lo studente
che in generale non dovrebbe accettare nulla che non capisce e questo
tender ad alzare il livello di istruzione che riceve. Sono convinto che
anche linterpretazione della musica, con il tempo, diverr pi scientifi-
ca proprio come lalchimia alla fine si evoluta nella chimica.
Sfortunatamente un approccio dogmatico allinsegnamento non sem-
pre segno di un insegnante peggiore. Di fatto la tendenza sembra esser
opposta, probabilmente per ragioni storiche. Fortunatamente molti
bravi giovani insegnanti, specialmente quelli nelle grandi istituzioni, so-
no meno dogmatici sanno spiegare. Col divenire pi colti gli inse-
gnanti dovrebbero essere in grado di sostituire pi dogmi con una com-
prensione pi profonda dei principi sottostanti. Questo dovrebbe
migliorare significativamente lefficienza e la facilit di apprendimento
degli studenti.
La maggior parte delle persone si rende conto che gli scienziati devo-
no studiare tutta la vita e non solo quando sono al college per prendere
la laurea. I pi, tuttavia, non si rendono conto fino a che punto essi
dedicano il loro tempo allistruzione, non solo imparando, ma anche
insegnando a tutti gli altri, specialmente ai loro compagni scienziati. Di
fatto, per poter massimizzare le scoperte, listruzione deve diventare
una passione quotidiana, travolgente. Uno scienziato diventa quindi
spesso pi, diciamo, di un insegnante di pianoforte o di scuola a causa
del pi ampio spettro di studenti che incontra, cos come del pi am-
384 IL METODO SCIENTIFICO, LA TEORIA DELLAPPRENDIMENTO ED IL CERVELLO
pio respiro delle materie che deve coprire. Quanto si debba sapere per
fare anche solo una piccola nuova scoperta veramente sbalorditivo.
Una parte necessaria della documentazione scientifica deve perci in-
cludere le pi alte capacit di insegnamento. Un rapporto di ricerca
scientifica non tanto la documentazione di ci che stato fatto, quan-
to un manuale di insegnamento su come riprodurre lesperimento e su
come capire i principi sottostanti. Il metodo scientifico quindi ideal-
mente progettato per insegnare ed un metodo di insegnamento dia-
metralmente opposto a quello dogmatico.
F) Conclusioni
Lapproccio scientifico pi di un modo preciso di documentare i risul-
tati di un esperimento: un processo progettato per eliminare gli errori
e generare scoperte ed , soprattutto, fondamentalmente un mezzo per
conferite potere alluomo. Se fosse stato adottato prima, la pedagogia
del pianoforte sarebbe oggi certamente diversa. Internet accelerer si-
curamente ladozione di approcci pi scientifici allapprendimento del
pianoforte.
4 - La Teoria DellApprendimento
Non strano che quando andiamo al college scopriamo che Fonda-
menti dellApprendimento non sia un corso obbligatorio (se esiste)? I
college e le universit si suppone siano i centri dellapprendimento. I
dipartimenti di psicologia hanno spesso corsi ad-hoc sulle abitudini di
studio, ecc., ma si penserebbe che la scienza dellapprendimento sia una
delle cose primarie in ogni centro di apprendimento. Ho scoperto, nel-
lo scrivere questo libro, la necessit di pensare ad un processo di ap-
prendimento per derivare unequazione, per quanto approssimata, del
tasso di apprendimento.
[sezione incompleta]
A) Il Sogno di Cadere
In questo sogno sto cadendo, non da un posto specifico verso un punto
particolare, ma decisamente cadendo in modo spaventoso. Sono del
tutto impotente nel fermare la caduta. Invariabilmente quando atterro
non mi faccio male. Non c dolore. Infatti, sebbene abbia colpito il
fondo, sembra come un atterraggio morbido. Il sogno termina non ap-
pena atterro. Latterraggio morbido particolarmente curioso perch
in qualsiasi caduta su quasi tutte le superfici in genere si finisce con
qualche tipo di disastro. Cosa potrebbe spiegare tutti i dettagli di que-
sto sogno? Ne ho scoperto la causa fisica quando un giorno mi sono
svegliato immediatamente dopo e mi sono reso conto che le ginocchia
erano cadute. Stavo dormendo sulla schiena con le ginocchia sollevate
e nel raddrizzare le gambe il peso delle coperte e delle gambe stesse ha
provocato lo slittamento dei piedi e la caduta delle ginocchia. La cadu-
ta delle ginocchia ha fatto creare al cervello il sogno di cadere!
Allinizio questa era solo una spiegazione ipotetica ed anche una pale-
semente stupida: perch il cervello non sarebbe riuscito a capire che le
ginocchia stavano cadendo? Una volta formulata lipotesi sono per
riuscito a verificarla tutte le volte che avevo il sogno (nellarco di diver-
si anni) e lho fatto con successo diverse volte. Al risveglio potevo di-
stintamente ricordare che le ginocchia erano appena cadute. Il fatto
che cadano su un soffice letto spiega latterraggio morbido e, siccome
dopo non accadde nulla, il sogno termina. Perch sono impotente nel
386 IL METODO SCIENTIFICO, LA TEORIA DELLAPPRENDIMENTO ED IL CERVELLO
B) Impossibilit a Correre
Questo un sogno molto frustrante. Voglio correre, ma non ci riesco.
Non ha importanza se qualcuno mi stia inseguendo o se voglio sempli-
cemente andare da qualche parte velocemente, non riesco a correre.
Quando si corre necessario inclinarsi in avanti e quindi nel sogno cer-
co di farlo, ma senza riuscirci. Qualcosa quasi mi spinge allindietro.
In sogno ho anche fatto il ragionamento che se non riesco a correre in-
clinandomi in avanti allora perch non inclinarmi e correre allindietro?
In questo modo almeno potrei muovermi. Ci che accade che non
riesco neanche ad inclinarmi allindietro, i piedi sono immobilizzati e
non faccio molti progressi n in avanti n allindietro. Quando si corre
necessario anche portare le ginocchia in avanti e in alto, in modo da
spingere indietro, ma non riesco a fare neanche questo. Cosa potrebbe
provocare una tale situazione mentre dormo? Ho scoperto la causa di
questo sogno dopo aver risolto quello della caduta perci la spiegazione
stata pi facile da scoprire. La spiegazione arrivata di nuovo appe-
na mi sono svegliato immediatamente dopo il sogno e mi sono ritrova-
to a pancia in gi, sullo stomaco. Eureka! Quando si sta a pancia in
gi non si pu cambiare langolo del corpo rispetto al letto, non ci si
pu inclinare in avanti. Non si possono neanche sollevare le ginocchia
perch c il letto di mezzo. Non ci si pu inclinare allindietro perch
la forza di gravit spinge in gi. Questo dimostra di nuovo che quando
si dorme non si ha molto controllo dei muscoli perch se si fosse svegli
sollevare le ginocchia non sarebbe cos difficile, anche a pancia in gi.
Dopo aver trovato la spiegazione fui di nuovo in grado di verificarla
diverse volte: quando mi svegliavo ero a pancia in gi. A questo punto
ho iniziato a rendermi conto che forse la maggior parte dei miei sogni
aveva una spiegazione fisica. Tutta la cosa non ha tuttavia molto senso
perch il cervello non avrebbe saputo che le ginocchia stavano ca-
dendo o che dormivo a pancia in gi? Come poteva fare un sogno cos
complesso e ciononostante non essere in grado di capire cose cos sem-
plici? Ed ancora, il cervello aveva escogitato una situazione falsa ed era
riuscito a farmela credere mentre dormivo.
5 - LA CAUSA DEI SOGNI ED I M ETODI PER CONTROLLARLI 387
E) Controllare I Sogni
La cosa sbalorditiva dello spiegare questi sogni stato lo sviluppo di un
qualche controllo su di essi. Dopo essermi pienamente convinto che
ogni spiegazione era corretta questi sogni sono scomparsi! Non potevo
pi prendermi gioco di me stesso. Pensare che le ginocchia che cadono
equivalga a cadere da un tetto o da un burrone chiaramente un pren-
dersi in giro. Una volta capito il meccanismo, il cervello non si lascia
ingannare, sebbene sia abbastanza spento da farlo durante il sonno, ha
ancora abbastanza capacit di riconoscere la verit una volta risolto il
meccanismo.
Ingannare me stesso mi sembrava ancora in qualche modo inverosi-
mile. Dovevo trovare un esempio nella vita reale per potermi convin-
cere che questo tipo di inganno fosse possibile. Fortunatamente ne ho
trovato uno: quello che fanno i maghi quando si guarda un trucco
5 - LA CAUSA DEI SOGNI ED I M ETODI PER CONTROLLARLI 389
A) Le Emozioni
Il subconscio controlla le emozioni in almeno due modi. Il primo una
reazione rapida combatti o fuggi una generazione istantanea di rab-
bia o paura. Quando sorge una situazione del genere si deve reagire
pi velocemente di quanto si possa pensare, cos la mente conscia deve
6 - U SARE I L C ERVELLO S UBCONSCIO 391