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Tiki

Fui scelto per i miei modi distaccati.


Sapevo che era bene ubbidire, e che fare quello che mi si diceva di fare era giusto per il bene di tutti,
anche se ero contrario.

Non ero di certo il pi forte della cucciolata, non mi distinguevo per la bravura nei lavori di artigianato
e tanto meno per la mia resistenza fisica. Tuttavia non fui lasciato indietro o scelto per la mansione di
guardia, anche perch loro sono quelli che di solito muoiono prima. Sebbene fossi molto accorto e
dotato di uno spirito d'osservazione ben sviluppato, non mi chiesero nemmeno di fare il raccoglitore.

No, il mio compito non era nulla di tutto ci, infatti per la maggior parte del tempo mentre i miei
compagni e coetanei faticavano e si spaccavano la schiena a cacciare o a portare acqua e provviste al
nostro campo, io bighellonavo per lo pi assorto nei miei pensieri.
Nessuno voleva avere a che fare con me, nemmeno coloro che potevano sembrare aver bisogno di aiuto,
ad esempio per trasportare dei vasi di terracotta o recuperare del pollame in fuga.
Ci che mi veniva detto era sempre <<Vattene o mi rovinerai la salute, vattene o mi darai gli incubi!>>
non potevo capire il significato di tutto quel parlare sottovoce mentre passeggiavo e fissavo i miei
parenti o gli altri Halfling del campo.

Solo dopo un po' di tempo, quando fui abbastanza alto, lo Sciamano del nostro villaggio mi chiam alla
sua tenda e mi chiese cosa volevo fare della mia vita.

Tiki <<Beh vorrei tanto capire perch tutti mi evitano prima di poter scegliere.>>

S.<<Loro non importano! Loro non vedono! Loro sono stupidi! Cosa vuoi fare? Te ne vai o vuoi fare
qualcosa di buono?>>

Tiki<<Vorrei essere utile, anche perch mi sembra di approfittarne.>>

S.<<Bene. Allora dimmi che cosa ho fatto stamattina.>>

La domanda mi lasciava sbigottito. Lo Sciamano non usciva mai dalla sua tenda a meno che non fosse
per qualcosa di importante come qualcuno che si era ferito gravemente, oppure una nascita. Non potevo
saperlo, e soprattutto cosa poteva centrare quella domanda con il fatto che nessuno mi volesse stare
vicino?
Mi sentivo decisamente confuso e disorientato, quando all'improvviso qualcosa cattur la mia
attenzione... il vaso con l'acqua del fiume aveva cominciato ad emanare fumo. Dopo pochi istanti mi resi
conto che per il fumo non proveniva da esso ma era il riflesso di un leggero strato di fumo. Alzando gli
occhi notai un grande viso rugoso che mi fissava, ridente e trasparente, per la paura afferrai il mio
coltello e glielo lanciai diritto in mezzo agli occhi, senza per produrre alcun risultato tranne quello di
far incastrare la lama nelle frasche che componevamo il tetto della piccola capanna.
Urlando corsi via per lo spavento. Ritornai solo pi tardi al calar del sole, mentre le guardie stavano
montando la ronda e tutti cominciavano a coricarsi per dormire.

Al mio ritorno fui colpito da una guardia alle spalle e persi i sensi. Mi risvegliai solo pi tardi legato
nella capanna dello sciamano, c'era un odore orribile e qualcosa che cucinava su fuoco. L'odore di quella
brodaglia ricordava tremendamente il fetore di un carcassa di cacciagione appesa per perdere il sangue
di troppo. Dopo avermi calmato mi spieg che quello che avevo visto il pomeriggio era lo spirito di un
suo trisavolo, infatti avendogli parlato nel giorno della mia nascita, lo spirito mi aveva indicato come
possibile successore. Alla fine della mia iniziazione allo sciamanesimo avrei dovuto occupare il posto
che mi era stato assegnato di diritto e uccidere lo sciamano precedente che avrebbe vegliato come
spirito su di me negli anni avvenire, all'interno della mia casa come imponeva la tradizione.

Lo spirito ed io comunicammo e alla fine potei rispondere alla domanda che mi fu posta quello stesso
giorno. <<Hai predisposto le cose che dovranno essere fatte nel giorno della tua dipartita. Xxxx sar
promosso a guardia, xxxx dovr diventare un cacciatore mentre xxxx, xxxx e xxxx diventeranno le mie
spose perch io possa consumare il mio spirito lussurioso e pian piano perdere il legame con il mondo
materiale che mi lega agli istinti primordiali, rendendomi lucido e capace di pensare con calma>>.

S.<<Esatto, comincerai domani. Buonanotte>>

Non mi sleg nemmeno, probabilmente aveva paura che io scappassi di nuovo o mi sottrassi in una
qualche articolata maniera per evitare ci che mi era stato preposto di fare per il bene della mia gente.
Notai che mentre mi diceva che avrei dovuto ucciderlo era calmo, assente e quasi del tutto in pace con
se stesso, in effetti la sua calma mi lasci pi turbato che sollevato, in fondo morire non una cosa che si
fa tutti i giorni.

Imparai come medicare una ferita, come fare un'offerta di pace agli spiriti, come poter parlare con gli
animali della foresta e come sopravvivere all'interno di essa senza troppi pericoli o rischi. Mi venne
assegnato un animale che rappresentava la mia natura e mi fu tatuato il suo simbolo sopra le scapole,
l'aquila era diventato il mio simbolo... fiera, distante, illuminata, capace di volare al di sopra di molti e
tuttavia impassibile a ci che la circonda.

Il periodo peggiore che ricordi era quello con poca acqua a disposizione, ci trovammo costretti a
spostarci pi a nord vicino ad un torrente anche se la presenza di animali selvatici era pi alta.
La marcescenza delle acque e l'intossicazione del terreno portarono alla morte id un terzo del nostro
clan.

Quando venne il giorno di dover succedere a quello che era diventato il mio mentore egli mi disse che
entro la giornata avrei dovuto ucciderlo, usando almeno uno dei metodi che avevo imparato da lui per
poter portare sollievo al dolore della mia gente.
Lo avvelenai, proprio mentre parlavamo.

Lo feci a malincuore, ma sapevo che era quello che lui desiderava, in fondo era molto vecchio e malato,
infatti portava con se da svariato tempo una marcescenza alla gamba dovuta al periodo in cui aveva
tentato di trovare una cura per quel male che aveva cos ironicamente segnato la sua fine.
Sapevo per certo che la mia mistura lo avrebbe prima fatto dormire e poi cullato senza sofferenze nel
freddo abbraccio della morte, come poi mi conferm lui stesso.
Il fatto che quello spirito continu ad insegnarmi diverse cose anche dopo aver privato il suo corpo
della vita trova in me ancora un ricordo terrificante, seppure continuai a rispettarlo anche dopo che
part alla volta della trama celeste.

Dopo aver conquistato finalmente il mio posto all'interno del mio popolo, cerco di portare sollievo e
protezione a loro, cos ignari e cos fortunati da non dover portare questo grave peso.

A volte i nostri cacciatori portano spoglie di viaggiatori attaccati da bestie feroci e raccolgono quello che
rimane del loro corpo insieme a parte degli averi che non sono andati distrutti nello scontro, ricordo
come ero sempre solito pensare che non ci potesse essere un'altra vita al di fuori di questa che
conduciamo qui, in tranquillit tra i boschi, ma non si pu essere al sicuro per sempre. Solitamente
diamo loro un rito di purificazione dello spirito e li seppelliamo poco lontano dal villaggio in un luogo
che chiamiamo il campo delle ossa. Non parlo mai con gli stranieri, anche perch non sono soliti a
volermi parlare nemmeno loro.

Ho sognato una cosa inquietante...la luna blu diventata presagio di sventura, sento una chiamata verso
un luogo a me sconosciuto e capisco che devo recarmi lontano per mettere le cose a posto. Lo spirito del
mio vecchio maestro non era pi con me ma so che avrebbe annuito e mi avrebbe incoraggiato a seguire
l'istinto.

Dopo aver dato istruzioni e insegnamenti minimi per permettere alla mia gente di sopravvivere in mia
assenza, sono partito al seguito di una sola destinazione, lo scompiglio provocato nella trama.
<<Ceputz, seguimi! Devi accompagnarmi in un posto, e portati dietro anche la tua coscienza!>>

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