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La lettera
La stanza era incredibilmente buia, non avrei saputo dire con esattezza se fosse stata
ammobiliata o nuda e cruda come mi immaginavo.
Lentamente i miei occhi si abituavano a quella oscurit, cos accomodante, quasi
emanante un leggero torpore.
Non mi era stato detto precisamente cosa dovessi fare o che cosa avrei dovuto
attendere in quella stanza, sapevo soltanto che mi era stato chiesto di fare cos dal
rettore dell'istituto Jonas Feldrihm, il signor Patrick Fommel.
Autoritario e quasi intimidatorio dall'alto della sua mansione mi aveva convocato
urgentemente tramite una lettera alla quale non diedi subito importanza, non
potendomi rendere conto di cosa avrebbe significato allo stadio attuale della mia vita.
Era una fredda mattina autunnale quando ricevetti quella condanna cartacea e oltre al
televisore che mi faceva compagnia all'altro capo della cucina nulla mi distoglieva dal
godermi quel tiepido primo sole e la mia solita calda tazza di the al mandarino con la
quale ero avvezza fare colazione nei periodi freddi accompagnata da qualche biscotto
casalingo vanigliato.
Infatti Paul, il postino del mio quartiere, era solito lasciarmi la posta sulla soglia di casa
avendo imparato a sue spese cosa significasse infastidirmi prima delle dieci e venti
minuti, soprattutto di luned, il giorno che sparito dal calendario almeno a mio avviso
nessuno reclamerebbe, nemmeno i parenti pi stretti.
Era dunque in vestaglia e pantofole a coniglietto che mi preparavo a ricevere le notizie
dal mondo, molte delle quali spesso erano sgradite come una doccia gelata. Bollette e
solleciti, pubblicit o un paio di cartoline ogni tanto, ma le peggiori ai primi posti
secondo la mia top ten erano sicuramente i saldi bancari e le lettere di convocazione
dei vecchi compagni di universit, cos insistenti e petulanti, per non parlare poi dei
compagni di universit.
Fu cos che a priori scartai tutto quella che mi sembrava un inutile spreco di cellulosa
e vidi in un marcato blu oltremare un indirizzo a me noto non per abitudine ma per
fama. Il Jonas Feldrihm Institute mi spediva una lettera ? Forse un amico spavaldo in
carriera ? Uno sbaglio ? Un colpo di fortuna ? La aprii senza esitazioni, sperando di
aver potuto ottenere dopo molti sforzi qualche particolare riconoscimento o targa o
premio per le mie doti di dottoressa.
Il luogo era molto noto per le diverse pubblicazioni farmaceutiche sempre
all'avanguardia, per l'ottimo livello di personale e di prestazioni mediche di
riabilitazione gestite all'interno di quel piccolo paradiso docto-farmaceutico, il quale
costituiva una buona parte degli scoop di ogni giornale che osi anche solo avere una
striscia comica sulla medicina.
Mi sudavano le mani ma al pensiero di poter rovinare quella raffinata carta intestata
ingoiai il rospo che mi stava per fuoriuscire dalla bocca per le mille fantasticherie che
gi invadevano a fiotte la mia mente da qualche tempo.
La busta si era subito aperta con un taglio netto ma notai solo dopo che il suo bordo
era stato pefettamente adattato per iltagliacarte. Eh si certa gente sapeva veramente
come dare una buona impressione a tutti i suoi delegati e azionisti.
La lettera riportava quanto qui di seguito:
Tutto ci in s non era di certo cos strano in fondo, a parte il fatto che per
davvero non conoscevo questa persona, ma era perfettamente plausibile che un
dottore volesse un consulto da un collega.
In quel momento misi a tacere la mia curiosit visto che una settimana prima mi
prestai per un servizio a scopo di intervista sul mensile "Salute oggi", molto
probabilmente avendomi vista su quella rivista e reputandomi all'altezza di
potergli essere utile avr pensato di potermi contattare cercando aiuto.
Tutto ci alla fine era molto lusinghiero tralasciando il fatto che io stessa non mi
reputavo all'altezza della figura di me che magari traspariva da quelle
dichiarazioni e da quella foto che mi mettevano pi in luce di quanto
effettivamente volessi.
Certamente esistevano molti pi dottori e dottoresse qualificate o famose di me,
ma effettivamente contattare queste personalit medico-farmaceutiche a volte
pu essere veramente dispendioso anche per un consulto che molti colleghi
Sheila
17/ottobre/2014
Per un momento feci mente locale e come sospettavo non conoscevo nessuno con
quel nome nella mia zona o tra i miei pazienti n nella citt natale, parenti compresi.