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ROSELLE

Roselle, il centro della citt


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IL TERRITORIO
In antico i fiumi costituivano fondamentali vie di comunicazione: ne sono una conferma i numerosi
ritrovamenti archeologici lungo le vie fluviali.
LOmbrone caratterizza idromorfologicamente le Province di Siena e Grosseto e, grazie ai suoi affluenti Arbia,
Merse ed Orcia, aumenta durante il percorso la sua portata idrica. Probabilmente in antico era atto alla
navigazione per parte del suo corso, tanto che Plinio il Vecchio lo definisce, nel III libro della Naturalis Historia,
navigiorum capax (navigabile), mentre il poeta latino Rutilio Namaziano, che costeggia la zona nel 417 d.C. circa,
lo ricorda come non ignobile flumen (un fiume non trascurabile).
Parlando della valle dellOmbrone, necessario considerare anche la diversa conformazione geografica della
costa maremmana; la pianura grossetana non esisteva, al suo posto era situato un seno di mare che andato
lentamente interrandosi: il lago Prile. La presenza del golfo e poi della laguna condizionarono positivamente le
citt, che in et etrusca si affacciavano su questo specchio di mare: Roselle e Vetulonia.
Il processo, che porter nel corso dei secoli alla scomparsa del seno marino e alla formazione dellattuale
pianura maremmana, si deve alladdensamento dei detriti portati dallOmbrone e dal Bruna, nonch alle correnti
marine che trasformarono il lago Prile prima in una laguna e, solo molto pi tardi (a partire probabilmente dallet
tardo-antica o alto-medievale), in palude, bonificata in tempi recentissimi sotto il dominio dei Lorena (XVIII-
XIX secc.).

LE FASI PI ANTICHE
Antichi ritrovamenti testimoniano che la valle dellOmbrone fu frequentata da gruppi umani fin dallEt
Preistorica. Reperti pertinenti al Paleolitico sono stati rinvenuti presso la grotta La Fabbrica, che si apre sul
versante occidentale dei Monti dellUccellina, e a Poggio Calvello, presso Grosseto.
Di recente, nellarea di Poggetti Vecchi stato indagato un importante sito preistorico con pi livelli di
frequentazione umana, gli ultimi dei quali riferibili al Paleolitico medio, con abbondanti strumenti in pietra
(industria litica), reperti lignei, resti di elephas antiquus e di altre specie animali. Si tratta di un sito caratterizzato gi
in antico dalla presenza di acque termali, come indica la natura dei sedimenti indagati in cui ricorrono depositi di
tipo travertinoso. E probabile che larea indagata corrispondesse ad unantica linea di riva di un bacino fluvio-
lacustre, dove gli uomini preistorici si erano insediati in momenti successivi, creando anche - in alcune fasi
doccupazione - delle specie di strutture di bonifica, probabilmente per svolgere le occupazioni connesse con
lattivit venatoria, rivolta in particolare allelephas antiquus, di cui sono stati scavati numerosi resti riferibili a pi
individui. Oltre ai resti di grandi mammiferi, molto abbondante stato il ritrovamento di microfauna e di
malacofauna, oltre che di resti botanici, reperti tutti di grande importanza per definire lhabitat naturale dellepoca
e fornire un inquadramento cronologico delle diverse fase di frequentazione del sito.
Lindustria abbondante in tutti i livelli indagati, in massima parte realizzata su materia prima locale, con
strumentario sia di grandi che di piccole dimensioni.
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Interessante la conservazione nel livello antropico inferiore di molti resti lignei - ancora in fase di restauro -,
alcuni dei quali sembrano recare tracce di lavorazione.

Poggetti Vecchi: il rinvenimento di una zanna di elefante

Il Neolitico compare, invece, nellarea di Roselle, dove sono state rinvenute asce di pietra levigata.
LEt del Rame attestata nei pressi di Montepescali (Grotta del Fontino) e vicino a Sticciano (Grotta Lattaia).
In Et Protostorica, il territorio circostante Roselle appare occupato da una serie di piccoli insediamenti: si
conoscono, relativamente allEt del Bronzo Finale, labitato sul Poggio di Moscona e Poggio Diaccialone, nei
pressi di Nomadelfia, da porre forse in rapporto con labitato del vicino Colle delle Macinaie, oltre
allinsediamento di Poggio Calvello, presso Grosseto.
Non abbiamo ancora notizie sufficienti per ricostruire un quadro organico del popolamento, in et
protostorica, nellarea dove sorger Roselle. Sembra comunque che, nellEt del Ferro, larea fosse occupata da
insediamenti di piccole dimensioni, probabilmente abitati per periodi relativamente brevi.

ROSELLE: STORIA DI UNA CITTA ETRUSCA E ROMANA


Roselle era situata in una posizione geografica particolarmente interessante: dominava il versante sud/orientale
del lago Prile, via naturale di comunicazione con il mare e le citt costiere, mentre il fiume Ombrone, presso la
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cui foce Roselle sorgeva, rendeva possibile il commercio con la Val dOrcia e le citt dellEtruria interna.

La collina di Roselle vista dallalto

Anche se sono attestate tracce di frequentazione di et preistorica e protostorica, Roselle venne organicamente
abitata dalla prima met del VII sec. a.C., probabilmente a seguito di un fenomeno di sinecismo, che interess i
gruppi umani che abitavano i villaggi posti sulle alture circostanti. Le motivazioni, che portarono nel VII sec. a.C.
alla scelta di questarea per un insediamento urbano, possono individuarsi nellampio e fertile entroterra adatto
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alla coltivazione, nella possibilit di controllare determinate vie di comunicazione e nella naturale possibilit di
difesa del luogo.
Nellambito delle fonti letterarie su Roselle, ci sembra particolarmente importante ricordare Dionigi di
Alicarnasso, che la nomina insieme a Chiusi, Arezzo e Volterra per aver promesso aiuti ai Latini contro Tarquinio
Prisco alla fine del VII sec. a.C.. La notizia pu con probabilit suggerire che Roselle fosse gi organizzata come
citt in et orientalizzante, dal momento che era in grado di fornire forze militari al pari di altri centri etruschi
ricchi, prosperosi e di antica fondazione. Strutture archeologiche lo confermano: al VII sec. a.C. risalgono, infatti,
i resti di importanti muri di terrazzamento con alzato in mattoni crudi nellarea della collina Nord, in prossimit
della pi recente cinta muraria. Di epoca orientalizzante anche ledificio con recinto, recentemente
interpretato come luogo di culto o sede del potere, localizzato nella valletta fra le due colline, ove in et romana
sorger il foro.
Nel VI sec. a.C. la citt ebbe un notevole sviluppo, come dimostra la maggiore importazione di ceramica attica,
che aument progressivamente dallultimo quarto del VI secolo, rivelando come Roselle fosse ormai un
importante centro urbano, collegato a circuiti commerciali e culturali ampi e strategici.
Al VI sec. a.C. risale inoltre il principale complesso monumentale etrusco rosellano: la cinta muraria, lunga pi
di tre chilometri, costruita con enormi blocchi litici commessi a secco (c.d. opera poligonale di II tipo), ancora
oggi visibile e fruibile per lunghi tratti, che si snoda recingendo ambedue le colline, creando gli opportuni
collegamenti con il territorio circostante attraverso le porte urbiche e la relativa viabilit.
In questo periodo, le due colline e la valletta intermedia erano ampiamente urbanizzate, pur conservando per
quanto si pu dedurre dalle indagini archeologiche effettuate finora una fisionomia fra loro diversa: sulla collina
settentrionale furono realizzati per lo pi edifici privati (c.d. casa dellimpluvium); su quella meridionale si
concentrarono, invece, strutture di tipo artigianale (forni).
La vita continua a Roselle anche in et classica ed ellenistica, sia sulla collina sud che sulla collina nord, dove -
nonostante la profonda alterazione operata nel I sec. d.C. per la costruzione dellanfiteatro - si riscontrano
allineamenti di strutture pertinenti a epoche diverse (et arcaica, classica, ellenistica) e si pu pertanto ipotizzare
continuit e coerenza nello schema urbanistico adottato. Nellarea del fondovalle, le strutture relative ad un
edificio templare e reperti di importazione costituiscono una ulteriore conferma dellutilizzazione dellarea
durante il V e IV sec. a.C..
Livio ricorda che nel 294 a.C. Roselle viene conquistata da Roma, ad opera del console Lucio Postumio
Megello. Larcheologia non documenta questa data e le testimonianze dei primi due secoli dopo la conquista
sono scarse. Uno strato derivante da un incendio, datato ai primi decenni del I sec. a.C., fa ritenere che anche
Roselle sia stata coinvolta nelle distruzioni operate da Silla nel corso della lotta contro Mario, cos come era
accaduto ad altre citt etrusche (Talamone, Vetulonia, Populonia, Volterra e Fiesole).
Con la Lex Iulia e con la Lex Plautia-Papiria, gli abitanti di Roselle, sottomessi da Roma, furono inseriti nella
trib Arnensis e divennero a tutti gli effetti cittadini romani. Lo strumento principale della romanizzazione dei
territori conquistati era la colonizzazione, che aveva due scopi: controllare il territorio conquistato e respingere gli
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attacchi esterni. A sud di Roselle la colonia di Cosa costituisce un esempio di come la colonizzazione investisse,
oltre al centro urbano, lintero territorio, con infrastrutture quali ponti, strade, porti e con la centuriazione agraria.
In et romano-imperiale Roselle fu interessata da unintensa attivit edilizia e monumentale, prodotto della
protezione augustea e dellevergetismo di potenti famiglie locali (i Vicirii, i Bassi).
Alla citt conquistata venne attribuito il titolo, ormai puramente onorifico, di colonia, testimoniato sia da fonti
letterarie (Plinio il Vecchio, Nat. Hist., III 51) che da attestazioni epigrafiche, quali liscrizione
Pub.(lica)Col(onia)Rus(ellana stampata su condutture in piombo per lacqua poste nel centro cittadino. Ad et
imperiale risale dunque la maggiore monumentalizzazione della citt, contestualmente ad una ripresa economica
favorita dalla politica imperiale: sono riferibili a questepoca lanfiteatro, il monumentale complesso forense, le
basiliche sul lato settentrionale della piazza, le terme.
Nella tarda et imperiale, Roselle fu soggetta alla decadenza che invest progressivamente tutte le citt romane:
in questo periodo i complessi architettonici furono per lo pi riutilizzati, alterandone conseguentemente laspetto
e modificandone la funzione originaria.

Nel V sec. d.C. Roselle fu sede vescovile e doveva comprendere una vasta diocesi: il primo vescovo noto
Vitaliano, nel 499 d.C.. Fra la fine del VI sec. d.C. e i primi decenni del VII d.C. la citt fu interessata dalla
conquista longobarda (castrum).
Nel 787 Carlo Magno don i territori di Populonia, Roselle e Sovana a Papa Adriano, ma tale donazione fu
eseguita limitatamente a Sovana, poich il controllo del Sacro Romano Impero continu nei confronti di Roselle
mediante il fedele episcopato di Lucca che ne era proprietario fin dal periodo longobardo. Nellanno 862 il
vescovo di Lucca, della famiglia degli Aldobrandeschi, permut alcuni beni - e fra questi Roselle - con altri pi
vicini e quindi pi facili di amministrare, appartenenti al fratello. Da questo momento la storia di Roselle
strettamente legata alle vicende della potente famiglia degli Aldobrandeschi.
In et medievale, Roselle era comunque ridotta ad un piccolo centro e non occupava certamente larea di quella
che era stata la citt romana imperiale. Nel 1138 una bolla di Papa Innocenzo II (1130-43) sanc il trasferimento
della diocesi nel vicino centro di Grosseto, la cui esistenza testimoniata fin dallinizio del IX secolo. Il decreto
determin la fine della civitas di Roselle, che da allora, nominata come castrum, fu progressivamente
abbandonata.
Il territorio di Roselle segu le sorti dellintera Maremma: nel 1243 Siena, per la fedelt dimostrata ai Ghibellini,
ottenne dallImperatore Federico II di Svevia (1220-50) linvestitura dei territori degli Aldobrandeschi. Fu questo
il precedente che rese giuridicamente legittime le mire espansionistiche di Siena, che progressivamente si sostitu
alla potente famiglia nel controllo della Maremma. Roselle, nonostante sporadiche frequentazioni persistenti fino
al XVII secolo, abbandonata dai pochi abitanti rimasti, si ridusse ad una solitudine selvaggia di pietre e di
cespugli spinosi tana della volpe e del cinghiale, del serpe e della lucertola visitata solo dal mandriano e dal
pastore.. Cos la vide George Dennis, diplomatico ed erudito inglese del XIX secolo, in occasione di una
visita in Maremma.
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ITINERARIO
Le necropoli Le necropoli, collocate in unampia area circostante la citt antica, allesterno del perimetro
murario, furono in uso per un lungo periodo di tempo, dallet etrusca orientalizzante allepoca romana.
A Roselle, per quanto riguarda il periodo etrusco, abbiamo sostanzialmente attestazioni di tre tipi di tombe: a
camera, a pozzetto, a fossa. Lungo la fascia ovest delle mura di cinta si possono notare sepolture del tipo a
camera, ma scavate nella roccia, per le quali si pu pensare ad una datazione in et ellenistica.
Tombe alla cappuccina sono invece riferibili alla fase romano-imperiale.

Necropoli del Serpaio, tomba a camera con tumulo

La necropoli del Serpaio situata lungo la strada carrozzabile che conduce alla citt antica e che
approssimativamente ricalca un antico tracciato: si conserva una tomba a tumulo, costituita da un alto tamburo
che circoscrive un rilievo emisferico, al centro del quale si apre una fossa rettangolare che racchiude le strutture
perimetrali di una piccola camera sepolcrale. Sulla medesima strada si affacciano resti di tombe a camera di
piccole dimensioni, del tipo diffuso a Roselle: si tratta di ipogei con ununica camera a pianta quadrangolare, un
drmos per accedervi e copertura a lastre in aggetto. Il tipo attestato alla fine del VII - inizi VI sec. a.C., ma
nota la loro utilizzazione fino allet ellenistica.
La cinta muraria La cinta muraria si snoda per pi di 3 km lungo le pendici delle due colline, adeguandosi sia
alle asperit del terreno che alle esigenze di tipo strategico. Laltezza massima che si conserva nella fascia nord
di 5 metri. Nelledificazione delle mura sono stati utilizzati blocchi di pietra provenienti da cave locali.
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Il materiale da costruzione varia da zona a zona, secondo la disponibilit della roccia presente nellarea retrostante
il tratto di mura in edificazione.

Il percorso lungo le mura di cinta

La costruzione in opera poligonale fondata sulla viva roccia. I paramenti esterni sono costituiti da grossi
blocchi rozzamente sbozzati, mentre il drenaggio interno consta di una fodera di pietre pi piccole miste a terra.
Di queste notevoli mura di cinta rimaste in uso per molti secoli si conservano lunghi tratti ad est, a nord, a
nord-ovest; in base alle indagini archeologiche, questa antica cinta muraria databile al VI sec. a.C.
Nelle zone a ovest e sud-ovest, le mura si caratterizzano per la presenza di blocchi di minori dimensioni, di
forma pressoch parallelepipeda, che tendono a disporsi su filari orizzontali. Si tratta di un rifacimento di et
ellenistica (IV sec. a.C.), poich il pendio della collina, in quel punto particolarmente accentuato, e la pressione
del riempimento interno di terra, avevano provocato dissesti.
Lungo il circuito murario si aprivano almeno 7 porte, ipotizzate sulla base di foto aeree, ma solo quattro sono
state messe in luce: due, a nord e a nord-est, sono caratterizzate da un accesso a camera, mentre le altre due, che
si aprono rispettivamente sui lati est ed ovest, sono del tipo porta scea.
Una parte significativa della cinta muraria aperta nel tratto: Ingresso Scavi Anfiteatro. Una volta percorso il
tracciato delle mura, si arriva alla cosiddetta casa dellimpluvium, un edificio domestico di fine VII-V sec., che
costituisce un esempio particolarmente significativo di casa etrusca con pozzo.
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Larea centrale Il piano di calpestio della piazza forense di et romana fu ottenuto con una colmata artificiale,
che rialz il livello duso attenuando i pendii delle due colline, originariamente pi scoscesi ed uniti in uno stretto
fondo valle.
Si pu osservare, infatti, la differenza di quota tra la pavimentazione del fro e i livelli su cui sorgono le adiacenti
costruzioni etrusche orientalizzanti e arcaiche.

Le mura di cinta, larea centrale e la collina settentrionale viste dallalto

Questarea particolarmente importante, poich gli scavi, con stratigrafie che talora raggiungono i 6 metri di
profondit, hanno messo in luce testimonianze ininterrotte di vita dal VII sec. a.C., per tutta let etrusca e fino
allet romana e oltre. E infatti in questa valletta, compresa fra le due colline, che sembrano collocati, nel corso
dei secoli, gli edifici di maggior prestigio e con funzione pubblica. Nella parte settentrionale della piazza, dove le
lastre pavimentali del fro mancano (perch oggetto di spoliazioni), stato possibile raggiungere i livelli pi
antichi e metterne in luce le strutture. Qui si pu incentrare lattenzione sul cosiddetto edificio con recinto,
nonch su quello a due vani, adiacenti fra loro e protetti da tettoia.
Ledificio con recinto un monumento del periodo etrusco orientalizzante, costituito da un vano
internamente ovale ed esternamente rettangolare, con due recinti, uno nella parte meridionale, laltro in quella
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settentrionale. La struttura, realizzata con mattoni in argilla cruda seccati al sole aveva il pavimento in argilla
battuta ed il tetto in strame. Il vano ovale, al momento dello scavo, fu interpretato come una casa; lipotesi
sembrava convalidata dai reperti provenienti dal recinto, in gran parte riferibili al lavoro domestico: pesi da telaio,
vasi da mensa e da dispensa, ecc.. Il medesimo edificio, recentemente, stato reinterpretato come luogo di culto,
in base a motivazioni architettoniche, urbanistiche e di contesto.
Ledificio a due vani, datato al VI secolo a.C., costituito da due ampie stanze rettangolari, divise da un
tramezzo. I muri perimetrali sono formati da pietre collegate fra loro e rivestite con argilla; il muro divisorio, in
mattoni crudi, ricoperto da intonaco. Resti di tegole e coppi, trovati sul pavimento, fanno supporre che il tetto
fosse stato realizzato in laterizi. Ledificio stato interpretato come abitazione, ma lampiezza della costruzione
farebbe pensare, anche in questo caso, ad una probabile funzione pubblica; lubicazione nellarea centrale della
citt potrebbe costituirne una conferma. In et augustea si deline una ripresa dellattivit edilizia, concentrata
particolarmente nellarea centrale, al di sopra di una grande colmata artificiale, che costitu la base su cui venne
edificato il foro, modesto in origine ma soggetto a progressivi ampliamenti.

Larea del Foro e le botteghe lungo il decumano viste dallalto

Il fro, quale giunto fino a noi, risale al I sec. d.C. ed ha un aspetto pi monumentale rispetto a quello
precedente. La piazza forense pavimentata con grandi lastre in travertino. Il lato orientale delimitato dal cardo
maximus, che secondo uninconsueta soluzione termina nel punto dincontro con il decumanus, formando con
questo un angolo retto. Con tale variante sintendevano probabilmente rispettare preesistenze urbanistiche od
adeguarsi alle asperit del luogo. Nel lato occidentale, invece, la piazza si affaccia scenograficamente sulla pianura.
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Nellarea nord-occidentale del Fro situato un edificio rettangolare con abside aperta sul lato corto, mentre
sui lati lunghi delledificio sono ricavate tre nicchie, un tempo destinate, come labside, ad ospitare statue
marmoree.
Un altro edificio si affianca al primo ed costituito da due vani rettangolari; accanto a questo altri due edifici -
sempre destinati a culti sono stati recentemente oggetto di scavo. Gli ambienti non si affacciavano direttamente
sul fro, ma comunicavano con questo mediante un grande portico.

La Basilica dei Bassi sul lato settentrionale del Foro

Particolarmente importante appare ledificio con abside, entro il quale sono state trovate statue di marmo,
alcune delle quali presentano le iscrizioni Bassus, Bassus Avos, dalle quali deriva la denominazione corrente di
Basilica dei Bassi. La costruzione delledificio risale al I sec. d.C. e si presume che abbia avuto in un primo tempo
una destinazione pubblica, forse collegata al culto imperiale. In seguito (forse nel II-III sec. d.C.) fu
probabilmente sottratto alla sua originaria funzione pubblica e riutilizzato da una potente famiglia locale come
ambiente di rappresentanza, che alloggiava una galleria di statue riproducenti personaggi dello stesso gruppo
familiare dei Bassi.
Ad est del fro si erge la basilica romana, uno dei fulcri della vita pubblica, a pianta rettangolare con
colonnato interno. Mediante una scaletta si accede al tribunal sopraelevato. Lalzato caratterizzato da una
complessit di tecniche murarie: opus reticulatum ed opus vittatum con ricorsi in laterizio, di cui resta come esempio
visibile una limitata porzione di parete.
Nel lato meridionale si situa la sede del Collegio dei Flamines Augustales, costituita da unaula rettangolare con
abside. Sulle pareti si aprivano alcune nicchie che ospitavano statue raffiguranti componenti della famiglia Giulio-
Claudia, mentre due basamenti presso labside sorreggevano le statue dellimperatore Claudio e di Livia, oggetto
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di un culto. Nelledificio sono state rinvenute dediche firmate da Vicirio Prculo, notabile locale, membro della
potente famiglia rosellana dei Vicirii. Questo elemento riflette una precisa politica degli imperatori della dinastia
Giulio-Claudia che, per mantenere il controllo di determinate colonie, si appoggiavano a potenti famiglie locali.
Le iscrizioni firmate da Vicirio Prculo e le statue rinvenute sono attualmente conservate presso il Museo di
Grosseto.
Accanto a questo edificio sorgeva un piccolo tempio (c.d. tempietto italico) su basso podio, in antis, con una
coppia di colonne sulla fronte, ai lati di una scala centrale. La struttura probabilmente pertinente allet claudia.

Il tempietto italico nellarea del Foro


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Nellarea sud del Fro, con entrata sul cardo maximus, si apre la domus dei mosaici, che costituisce un esempio
tipico di abitazione romana. La prima fase edilizia risale allet tardo-repubblicana, ma ledificio fu soggetto a
restauri e rifacimenti in epoche successive. Lingresso si apre ad oriente, sulla strada lastricata, da dove, mediante
il vestibolo, ci si immette nellatrium dotato di impluvium centrale. A destra ed a sinistra si aprono vani laterali (alae)
ed in fondo il tablinum. Nella parte posteriore della domus si apre il peristilio, che si affaccia scenograficamente
sulla vallata.
Successivamente, in et tiberiano-claudia, furono aggiunte piccole terme nella parte meridionale della domus;
possiamo distinguere, nella seguente successione, le stanze adibite a frigidarium, tepidarium, calidarium e laconicum,
oltre ad ambienti di servizio.
Interessante la tecnica edilizia, che si avvalse delluso di calce come legante delle murature, tecnica costruttiva
quasi assente nelle costruzioni rosellane di et precedente. Le pavimentazioni sono di vario tipo: a mosaici con
tessere bianche e nere, in opus sectile, mentre in uno degli ambienti caldi delle terme restano mattoni bipedali.
Nel III-IV sec. d.C. si install nella domus lofficina di un fabbro.

La Domus dei Mosaici vista dallalto

La collina nord La collina nord dominata dallanfiteatro, che ha forma ellittica, dimensioni piuttosto modeste
ed dotato di quattro accessi, due scoperti e due con volta a botte. Al centro, sullasse maggiore, possibile
individuare quattro blocchi in pietra posti a distanza regolare, che avevano la funzione di sorreggere il velarium.
La tecnica muraria usata lopus reticolatum, che suggerisce una datazione nel I sec.d.C. In et medioevale
lanfiteatro fu riutilizzato come edificio fortificato, probabilmente per lo spessore delle murature e per la
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posizione elevata. Resti dei muri medioevali che lo inglobano sono visibili sul lato ovest, a ridosso dellingresso
maggiore, che si apre in quel punto. Una frequentazione in et pi recente, fino al XVI-XVII sec, testimoniata
infine da frammenti ceramici.
Le strutture dellanfiteatro, sempre emergenti, attirarono lattenzione degli studiosi gi nel 700 e furono oggetto
dei primi scavi condotti a Roselle ( nel 1774), in seguito pubblicati da Leonardo Ximenes, noto ingegnere
idraulico e gesuita, che si occupava del problema del degrado della Maremma, nel quadro dei progetti di bonifica
voluti dai lungimiranti granduchi Lorena.
Lanfiteatro fu impostato su edifici preesistenti, con la conseguente distruzione di parte di essi.
Alla destra dellingresso meridionale sono stati messi in luce resti di una casa etrusca della fine del VII sec. a.C.,
che documenta loccupazione urbanistica dellarea fin dalle origini della citt.

Lanfiteatro sulla collina settentrionale

Loccupazione in et ellenistica invece testimoniata dai resti di una casa posta sulla sommit della collina, le cui
strutture sono in parte coperte dallanfiteatro stesso. La planimetria dellabitazione quella caratteristica delle
domus di et romana: latrium al centro, ai lati le alae, in fondo il tablinum, mentre lingresso si apriva probabilmente
a sud. Le strutture sono a secco con scaglie di pietra irregolare, coperte da spesso strato dintonaco; i pavimenti in
calce e coccio pesto sono preceduti da una preparazione di pietrisco e terra battuta. Si trattava presumibilmente di
una lussuosa abitazione, costruita tra la seconda met del III e il II sec. a.C., come farebbero pensare gli affreschi
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alle pareti, nonch le modanature sullintonaco, in corrispondenza del pavimento, ed i sostegni in lastre
marmoree.
La collina sud Questarea caratterizzata da un quartiere di abitazioni di et ellenistica sovrapposto ad un altro
di et arcaico-classica. Delle strutture arcaiche sono interessanti, in particolare, una abitazione di due vani ed
alcuni forni per la cottura della ceramica, realizzati mediante piccole pietre, con rivestimento interno di argilla.
Probabilmente, in questarea, in et arcaica aveva sede un quartiere artigianale, tenuto conto anche del fatto che il
luogo, particolarmente ventilato data la disposizione a settentrione, favoriva tale utilizzazione.
In epoca ellenistica la zona era occupata da abitazioni private, distribuite lungo una strada acciottolata e disposte
su terrazze, costruite tagliando la roccia. I muri sono costruiti a secco con rivestimenti ad intonaco; i pavimenti
sono in cocciopesto e in opus signinum. Tutto labitato era attraversato da una fitta rete di canalizzazioni
idrauliche.
Monumentale una grande cisterna di et romana, totalmente scavata nella roccia con volte ad opus incertum ed
interamente rivestitea di malta idraulica.

La doppia cisterna sulla collina meridionale


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Larea delle terme Questarea occupata da un complesso architettonico di et romana, coperto da pesanti
stratificazioni alto-medievali, relative a costruzioni che si susseguirono nel tempo sopra il primo impianto.
Caratteristica una grande natatio, che probabilmente svolgeva le funzioni di un secondo frigidarium; contigua
unala ad elle, munita di una serie di ambienti in cui possibile distinguere, partendo da oriente, un frigidarium
con vasca a cui si accede tramite scalette, un tepidarium, un laconicum ed infine il calidarium con abside.
Recentemente, di fronte alla natatio stata messa alla luce anche la palestra.
La tecnica costruttiva lopus mixtum che induce a supporre una datazione agli inizi del II sec.d.C.

Il complesso delle terme adrianee riutilizzato come chiesa in et altomedievale

Le terme erano pavimentate con mosaici bianchi e neri composti in temi marini, di cui restano soltanto
fotografie effettuate in occasione degli scavi degli anni Quaranta. In et alto-medievale, una chiesa venne
impostata sopra i resti delledificio termale, sfruttando le strutture preesistenti. La vasca centrale fu colmata e il
tutto fu ricoperto da un pavimento. Allesterno della chiesa, a stretto contatto con essa, sorse un ampio cimitero
strutturato a terrazze, che rimase in uso per secoli.
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