HEINLEIN
(Edizione Integrale)
Titolo originale: Stranger in a Strange Land
1961 by Robert A. Heinlein; renewed in 1989 by Virginia
1991 by Virginia Heinlein
Traduzione di Marco Pinna
su licenza della casa editrice Arnoldo Mondadori s.p.a.
2005 by Fanucci Editore
via delle Fornaci 66, 00165 Roma
tel. 06.39366384 fax 06.6382998
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Propriet letteraria e artistica riservata
Stampato in Italia Printed in Italy
Tutti i diritti riservati
Progetto grafico: Grafica Effe
ROBERT A. HEINLEIN
Straniero in terra straniera
Indice
Prefazione
di Virginia Heinlein
Parte prima
Le sue impure origini
Parte seconda
La sua assurda eredit
Parte terza
La sua eccentrica educazione
Parte quarta
La sua scandalosa carriera
Parte quinta
Il suo felice destino
Prefazione
C'era una volta, quando il mondo era giovane, un marziano di nome Va-
lentine Michael Smith.
I componenti della prima spedizione umana su Marte erano stati selezio-
nati in base al postulato che il pi grande pericolo che l'uomo potesse incon-
trare nello spazio fosse l'uomo stesso. A quei tempi, a soli otto anni terrestri
dalla fondazione della prima colonia terrestre sulla Luna, qualsiasi viaggio
interplanetario compiuto da esseri umani doveva essere effettuato necessa-
riamente attraverso pericolose orbite semiellittiche a doppia tangente in ca-
duta libera.
Il viaggio dalla Terra a Marte durava 258 giorni, e lo stesso valeva per il
ritorno, al quale bisognava per aggiungere altri 455 giorni di attesa su Mar-
te, affinch i due pianeti giungessero nuovamente nelle rispettive posizioni
che avrebbero permesso la formazione dell'orbita a doppia tangente. In con-
clusione, il viaggio di andata e ritorno richiedeva un tempo complessivo
equivalente a quasi tre anni terrestri.
Oltre a essere terribilmente lungo, il viaggio in questione era anche molto
rischioso. La primitiva bara volante che venne usata, la Envoy, era infatti in
grado di compiere il percorso solo grazie a un rifornimento supplementare
di carburante da effettuarsi presso una stazione spaziale, in seguito al quale
era costretta a tornare indietro fino ai margini dell'atmosfera terrestre prima
di poter ottenere una spinta sufficiente per il balzo fino a Marte. Una volta
giunta a destinazione, aveva anche l'autonomia per tornare indietro sem-
pre ammesso che non si fosse schiantata in fase di atterraggio, che sul pia-
neta fosse disponibile un quantitativo di acqua sufficiente a riempire i suoi
serbatoi di massa-reazione, e qualche genere di nutrimento per il suo equi-
paggio, oltre all'eventualit che andassero storte un altro migliaio di variabi-
li.
Ma il pericolo fisico era considerato molto meno pericoloso del potenzia-
le stress psicologico. Otto esseri umani destinati a rimanere accalcati assie-
me come scimmie in un'astronave per quasi tre anni terrestri dovevano an-
dare d'accordo fra loro molto pi di quanto non facessero normalmente gli
esseri umani. Grazie ad alcune lezioni apprese in precedenza, venne esclusa
a priori la possibilit di inviare un equipaggio interamente maschile, consi-
derato poco salubre nonch socialmente instabile. Venne quindi ritenuto ot-
timale un equipaggio composto da quattro coppie sposate, sempre che in
una simile combinazione fosse possibile trovare tutte le specializzazioni ri-
chieste.
L'universit di Edimburgo, titolare principale dell'appalto della spedizio-
ne, decise di affidare la selezione dell'equipaggio all'Istituto per gli Studi
Sociali. Dopo aver scartato la maggior parte dei volontari, ritenuti non ido-
nei per questioni di et, salute, mentalit, addestramento o temperamento,
l'Istituto si ritrov a dover scegliere il suo equipaggio fra pi di novemila
candidati potenziali, ognuno dei quali perfettamente sano dal punto di vista
fisico e mentale e dotato di almeno uno dei particolari requisiti professionali
richiesti. Ci si aspettava quindi che l'Istituto producesse diverse possibili
combinazioni di equipaggi composti da quattro coppie.
Invece non ne produsse neanche una. Le competenze richieste erano
quelle di astronavigatore, medico, cuoco, macchinista, comandante di va-
scello, esperto in semantica, ingegnere chimico, ingegnere elettronico, fisi-
co, geologo, biochimico, biologo, ingegnere atomico, fotografo, esperto in
coltura idroponica, ingegnere in motoristica spaziale. Ogni singolo membro
dell'equipaggio doveva possedere pi di uno dei suddetti requisiti, o per lo
meno essere in grado di apprendere altre abilit professionali in tempo debi-
to.
Esistevano centinaia di possibili combinazioni di otto persone aventi tali
abilit, e alla fine vennero fuori ben tre combinazioni di quattro differenti
coppie dotate dei requisiti necessari, oltre a quelli di salute e intelligenza
Solo che, in tutti e tre i casi, gli studiosi di dinamica di gruppo chiamati a
valutare i fattori di temperamento per la compatibilit rimasero letteralmen-
te scandalizzati alla vista dei risultati degli esami.
A quel punto, il titolare principale dell'appalto sugger di abbassare i va-
lori ottimali di compatibilit. Nel frattempo, un programmatore il cui nome
non venne reso noto sguinzagli i suoi computer alla ricerca di equipaggi di
rincalzo composti da sole tre coppie. Trov diverse dozzine di combinazioni
compatibili, ognuna delle quali definiva in base alle sue stesse caratteristi-
che la coppia necessaria per il completamento dell'equipaggio. Contempora-
neamente, i calcolatori continuavano a rivedere i dati in continuo mutamen-
to per via dei decessi, dei ritiri, della comparsa di nuovi volontari, e cos via.
Molto probabilmente il capitano Michael Brant, dottore in Scienze, Co-
mandante Decorato, pilota con licenza illimitata e veterano a trent'anni della
spedizione lunare, aveva qualche conoscenza all'interno dell'Istituto. Qual-
cuno che era disposto a cercare per lui i nomi delle volontarie che avrebbero
potuto (assieme a lui stesso) completare l'equipaggio, e che era disposto an-
che a darsi da fare per accoppiarvi il suo nome e sottoporre le varie combi-
nazioni ai computer per determinare le loro compatibilit. Questa supposi-
zione potrebbe infatti spiegare il fatto che il capitano Brant si rec in Au-
stralia poco prima della selezione per proporsi in matrimonio a una certa
dottoressa Winifred Coburn, una zitella dal volto equino, studiosa di seman-
tica, nove anni pi anziana di lui. Le foto rinvenute negli archivi anagrafici
di Carlsbad raffigurano la donna in questione con un'espressione bonaria ma
del tutto priva di ulteriori attrattive.
Pu anche darsi che Brant abbia agito di sua personale iniziativa, senza
avere alcun genere di informazione privilegiata, affidandosi esclusivamente
a quelle caratteristiche di intuito e di audacia che sono le prerogative pi
adatte per il comando di una missione esplorativa. A ogni modo, le lucine si
accesero, le schede perforate vennero sputate fuori e l'equipaggio della En-
voy venne finalmente formato:
capitano Michael Brant, 32 anni, comandante, pilota, astronavigatore,
cuoco di riserva, fotografo di riserva, ingegnere in motoristica spaziale;
dottoressa Winifred Coburn Brant, 41 anni, esperta in semantica, infer-
miera, ufficiale archivista, storica;
Francis X. Seeney, 28 anni, ufficiale esecutivo, secondo pilota, astronavi-
gatore, astrofisico, fotografo;
dottoressa Olga Kovalic Seeney, 29 anni, cuoca, biochimica, esperta in
coltura idroponica;
dottor Ward Smith, 45 anni, medico e chirurgo, biologo;
dottoressa Mary Jane Lyle Smith, 26 anni, ingegnere atomico, tecnico
elettronico ed energetico;
Sergei Rimsky, 35 anni, ingegnere elettronico, ingegnere chimico, mac-
chinista ed esperto in strumentazioni, enologo;
Eleanora Alvarez Rimsky, 32 anni, geologa, selenologa, esperta in coltu-
ra idroponica.
L'equipaggio prescelto possedeva tutte le specifiche richieste, distribuite
in maniera ottimale, sebbene molti dei requisiti tecnici secondari fossero
stati raggiunti attraverso metodi di apprendimento intensivo nel corso del-
l'ultima settimana antecedente la partenza. Il fattore pi importante, per,
era che il temperamento di ogni singolo individuo era mutualmente compa-
tibile con quello degli altri.
Fin troppo compatibile, forse.
La Envoy decoll in perfetto orario, senza alcun imprevisto. Nel corso
della prima parte del viaggio, i suoi rapporti vennero trasmessi regolarmente
e captati con grande chiarezza anche da ascoltatori privati. Quando l'astro-
nave si allontan oltre, i segnali, non pi recepibili, vennero amplificati dai
satelliti radio terrestri. L'equipaggio sembrava essere soddisfatto e in ottima
salute. L'evento pi grave del quale fu costretto a occuparsi il dottor Smith
fu una piccola epidemia di tigna. Tutti si adattarono assai rapidamente agli
effetti della caduta libera, tanto che nel giro di una settimana poterono aboli-
re l'assunzione di farmaci antinausea. Se il capitano Brant ebbe a che fare
con qualche problema di ordine disciplinare, la cosa non venne menzionata
nei suoi rapporti.
La Envoy rimase, nell'orbita di Phobos per due settimane, effettuando ri-
lievi fotografici. Il successivo messaggio radio del capitano Brant rifer:
Tenteremo l'atterraggio alle ore 1200 GST di domani in un punto a sud di
Lacus Soli. Fu l'ultimo messaggio mai ricevuto.
2
Il capitano Willem van Tromp era dotato di grande umanit e buon senso.
Mand un messaggio radio: Il mio passeggero non deve essere, ripeto, non
deve essere soggetto alla tensione di un'accoglienza pubblica. Prego provve-
dere alla presenza di navetta a bassa gravit interna, servizio barella e am-
bulanza, nonch guardia armata.
Il capitano affid al chirurgo della nave, il dottor Nelson, il compito di
far s che Valentine Michael Smith venisse ricoverato in una camera singola
presso il Bethesda Medicai Center, trasferito con grande cautela su un letto
idraulico e protetto da qualsiasi genere di contatto esterno da una scorta di
guardie dei marines. Lo stesso van Tromp si rec a una seduta straordinaria
dell'Alto Consiglio della Federazione.
Nel momento in cui Valentine Michael Smith veniva adagiato sul suo let-
to, l'Alto Ministro delle Scienze dichiarava in tono irritato: Capitano, seb-
bene la sua autorit di comandante militare di quella che, peraltro, stata
una spedizione intesa per scopi fondamentalmente scientifici, le permetta di
ordinare delle misure mediche straordinarie per la protezione di una persona
temporaneamente sotto la sua tutela, non capisco per quale motivo lei insi-
sta nell'interferire con le legittime funzioni del mio dipartimento. infatti
indubbio che quel signor Smith sia un vero e proprio scrigno di informazio-
ni scientifiche!
Sissignore, immagino che lo sia.
Allora vuole spiegarmi per quale motivo Il ministro delle Scienze si
interruppe per rivolgersi verso l'Alto Ministro per la Pace e la Sicurezza Mi-
litare. David? evidente che la faccenda rientra ora sotto la mia giurisdi-
zione. Puoi cortesemente trasmettere le informazioni del caso a chi di dove-
re? Dopotutto, non possiamo mica lasciare che personaggi del calibro del
professor Kennedy o del dottor Okayajima, giusto per citarne due, rimanga-
no a scaldare le loro sedie all'infinito. Non credo che lo accetteranno.
Il ministro della Pace non rispose, limitandosi a rivolgere uno sguardo in-
terrogativo verso il capitano van Tromp.
Il capitano scosse il capo. No, signore.
Ma perch no? domand con enfasi il ministro delle Scienze. Ha ap-
pena ammesso lei stesso che non malato.
Pierre, lascia che il capitano fornisca la sua spiegazione consigli il
ministro della Pace. Ebbene, capitano?
Smith non malato, signore, disse il capitano van Tromp al ministro
della Pace ma non si pu nemmeno dire che sia in perfetta salute. Non
mai stato in un campo a gravit-uno in tutta la sua vita. Al momento pesa ol-
tre due volte e mezzo in pi rispetto al peso a cui abituato e di conseguen-
za i suoi muscoli non sono in grado di sorreggerlo. Non assolutamente
abituato a nulla di quanto si trova qui sulla Terra ed possibile che la ten-
sione sia per lui eccessiva. Signori, io stesso mi sento piuttosto affaticato dal
cambiamento di gravit, e vi assicuro che su questo pianeta sono nato e ho
vissuto per gran parte della mia vita.
Il ministro delle Scienze assunse un'espressione sprezzante. Se ci che
la preoccupa l'affaticamento da accelerazione, mio caro capitano, lasci al-
lora che la rassicuri, poich si tratta di un fattore che avevamo previsto con
ampio margine. La respirazione e il battito cardiaco del paziente saranno
monitorati adeguatamente e in maniera costante. Non siamo del tutto privi
di immaginazione o di capacit di previsione. Dopotutto, anch'io sono stato
l fuori, e so come ci si sente. Quest'uomo, Smith, deve
Il capitano van Tromp decise che era giunto il momento di manifestare la
sua collera. Avrebbe comunque avuto come scusante la stanchezza (una
stanchezza pi che reale, poich si sentiva come se fosse appena atterrato su
Giove), e inoltre era perfettamente consapevole del fatto che nemmeno un
alto ministro poteva permettersi di essere troppo scortese con il comandante
della prima spedizione sul pianeta Marte che aveva avuto successo.
Cos interruppe il discorso del ministro con uno sbuffo disgustato.
Umpf! Quest'uomo, Smith. Quest'uomo! Possibile che non riesca a capi-
re che non si tratta affatto di un uomo? Eh?
Ripeto: Smith non un uomo. Cosa? La prego di spiegarsi
meglio, capitano. Smith non un uomo. Si tratta di una creatura intelli-
gente dotata di geni e ascendenza umana, ma di fatto non un uomo. mol-
to pi marziano che umano. Prima che arrivassimo noi, non aveva mai nem-
meno visto un altro essere umano. Pensa come un marziano e si comporta
come un marziano. stato allevato da una razza che non ha nulla a che ve-
dere con la nostra. assurdo, tanto per dirne una. Smith non ha mai visto
una donna in vita sua, a tutt'oggi, sempre ammesso che i miei ordini siano
stati rispettati. Dal punto di vista genealogico un uomo, ma dal punto di
vista ambientale un marziano. Ora, se vuole farlo diventare completamen-
te pazzo e sprecare quel che lei stesso ha definito uno scrigno di informa-
zioni scientifiche, mandi pure i suoi professori cervelloni a tormentarlo.
Faccia pure, non gli dia nemmeno la possibilit di riprendersi, di rafforzarsi
e di abituarsi a questo pianeta che gli del tutto estraneo. Lo sprema come
un'arancia, su! Tanto non sono pi affari miei, il mio compito l'ho gi svol-
to!
Il silenzio che segu venne interrotto in maniera delicata dal Segretario
generale Douglas in persona. E l'ha svolto in maniera ottimale, capitano.
Le assicuro che i suoi consigli verranno valutati con attenzione e le garanti-
sco che non intraprenderemo nessun passo affrettato. Se quest'uomo, o
uomo-marziano, Smith, ha bisogno di qualche giorno di adattamento, sono
certo che la scienza potr attendere quindi cerca di tranquillizzarti, Pete.
Propongo di rinviare la discussione su questo punto e di passare ad altre
questioni all'ordine del giorno. Il capitano van Tromp piuttosto stanco.
C' una cosa che non pu aspettare, per intervenne il ministro della
Pubblica informazione.
E sarebbe, Jock?
Se non mostriamo l'Uomo di Marte in stereovisione entro breve, signor
Segretario, temo che potrebbero verificarsi dei tumulti popolari.
Hmm Forse stai esagerando un po', Jock. Naturalmente le notizie da
Marte avranno ampia risonanza in tutti i notiziari. Mostreremo immagini di
me che appunto medaglie sui petti dell'equipaggio meglio domani, direi.
E il capitano van Tromp racconter le sue esperienze naturalmente, dopo
una buona notte di sonno, capitano.
Il ministro scosse il capo.
Non va bene, Jock?
Il pubblico si aspettava che la spedizione portasse sulla Terra almeno un
marziano in carne e ossa davanti al quale poter spalancare le bocche. Dato
che non l'hanno portato, abbiamo bisogno di Smith. Al pi presto.
Marziani in carne e ossa? Il Segretario generale Douglas si rivolse al
capitano van Tromp. Avete filmato i marziani, non vero, capitano?
Abbiamo migliaia di metri di pellicola.
Ecco la soluzione del tuo problema, Jock. E quando inizia a scarseggia-
re il materiale, manda qualche film sui marziani. La gente ne andr pazza.
Ora, capitano, vorrei entrare nel merito della questione extraterritorialit; ha
detto che i marziani non avevano nulla in contrario?
Be', in effetti no, signore. Ma non erano nemmeno a favore.
Temo di non capire
Il capitano van Tromp si mordicchi il labbro. Non so esattamente come
spiegarglielo, signore. Parlare con un marziano un po' come parlare con
un'eco. Non discutono mai ci che gli si dice, ma allo stesso modo non si
riesce mai a ottenere da loro alcuna risposta.
Difficolt linguistiche? Forse avrebbe fatto meglio a portare con lei co-
mesichiama, il suo esperto in semantica. O sta forse aspettando fuori?
Si riferisce al dottor Mahmoud, signore. No, Mahmoud non sta bene.
Ha sofferto di un leggero esaurimento nervoso, signore. Van Tromp de-
cise che il fatto di essere ubriaco fradicio potesse essere considerato come
l'equivalente morale di un esaurimento.
Postumi spaziali?
Pu darsi, un pochino.
Be', cercate di recuperarlo, quando si riprende. Immagino che questo
giovane Smith possa essere d'aiuto come interprete.
Pu darsi disse van Tromp in tono dubbioso.
Smith si era reso conto della visita dei dottori, ma aveva subito grokkato
che le loro intenzioni non erano malvagie; non era quindi necessario che la
gran parte del suo essere venisse strappata dal luogo in cui si trovava.
A quell'ora del mattino, in cui le infermiere umane schiaffeggiano i loro
pazienti con asciugamani freddi e bagnati con la scusa di lavarli, Smith tor-
n dal suo viaggio. Acceler il battito cardiaco, aument la respirazione e
ancora una volta prese atto dell'ambiente che lo circondava, osservandolo
con serenit. Guard attentamente tutta la stanza, notando con approvazione
e senza discriminazioni ogni suo dettaglio, compresi quelli meno importan-
ti. Di fatto, era come se la vedesse per la prima volta; il giorno prima, quan-
do lo avevano portato in quel luogo, non era stato in grado di comprenderlo.
Quella normalissima stanza non era affatto normale per lui; su Marte non
esisteva nulla di simile, e non assomigliava nemmeno ai compartimenti me-
tallici a forma di cuneo della Champion. Tuttavia, avendo rivissuto gli even-
ti che collegavano il suo nido a quel luogo, era pronto ad accettarlo, a lodar-
lo e, seppure entro certi limiti, a serbarlo nell'animo.
Avverti che vi era un altro essere vivente nella stanza assieme a lui. Un
vecchio ragno stava facendosi strada dal soffitto, filando la sua tela mentre
scendeva. Smith lo osserv deliziato e si domand se non si trattasse di una
forma di cucciolo di uomo.
Il dottor Archer Frame, il medico che aveva sostituito Thaddeus, entr
nella sua stanza in quel momento. Buon giorno disse. Come si sente?
Smith tradusse la domanda nella sua mente. Riconobbe la prima frase
come un suono formale, un suono al quale non era necessario dare una ri-
sposta ma che si poteva ripetere, a propria discrezione. In quanto alla secon-
da frase, sapeva che esistevano diverse possibili traduzioni. Se veniva usata
dal dottor Nelson si trattava di una domanda ben precisa, mentre se la usava
il capitano van Tromp rientrava nella categoria dei suoni formali, ai quali
non era necessario rispondere.
Prov quel senso di costernazione che spesso lo assaliva quando cercava
di comunicare con quelle creature; una sensazione spaventosa, che non ave-
va mai conosciuto prima di entrare in contatto con la razza umana. Tuttavia
costrinse il suo corpo a rimanere calmo e arrischi una risposta: Sento
bene.
Bene! ribatt la creatura. Il dottor Nelson sar qui fra un minuto. Se
la sente di fare colazione?
Smith conosceva tutti i simboli della domanda che gli era stata posta, ma
non riusciva a credere di aver sentito correttamente. Sapeva di essere cibo,
ma non si sentiva di fare da cibo. E tantomeno era stato avvertito in pre-
cedenza che lo avrebbero selezionato per un simile onore. Non sapeva che
le riserve di cibo fossero tanto scarse da dover ridurre il gruppo degli esseri
corporei. Venne sopraffatto da una sensazione di leggero rammarico, in
quanto vi era ancora molto da grokkare per lui in rapporto a questi nuovi
eventi, ma non prov alcuna riluttanza.
Lo sforzo di tradurre la risposta fu interrotto dall'ingresso del dottor Nel-
son. Il medico della navicella aveva riposato pochissimo e dormito ancor
meno; dunque non perse tempo in chiacchiere, limitandosi a esaminare si-
lenziosamente Smith e gli strumenti dietro di lui.
Poi si rivolse al paziente. Movimento intestinale? domand, secco.
Smith cap ci che voleva dire; il dottor Nelson glielo domandava sem-
pre. No, non ancora.
Ora ci pensiamo noi. Ma prima mangia qualcosa. Dottore, porti dentro
quel vassoio.
Nelson imbocc Smith per i primi due o tre bocconi, quindi pretese che
prendesse in mano il cucchiaio e si cibasse da solo. Smith trov il compito
molto faticoso, ma allo stesso tempo ne ottenne una sensazione di felicit e
di trionfo, poich si trattava della prima azione non assistita che compiva da
quando era entrato in quel luogo stranamente distorto. Ripul la scodella, e
alla fine ricord di domandare Chi questo? in modo da poter lodare il
suo benefattore.
Che cosa questo, vorrai dire ribatt Nelson. Si tratta di una gelatina
alimentare sintetica, a base di amminoacidi e ora ne sai ancor meno di
prima. Finito? Okay, allora scendi da quel letto.
Prego? Si trattava di un simbolo di attenzione che aveva imparato a
usare quando la comunicazione non era comprensibile.
Ho detto scendi di l. Mettiti a sedere, poi alzati in piedi. Puoi farlo, si-
curo. Certo, sei debole come un uccellino, ma non riuscirai mai a mettere su
muscoli se rimani sdraiato a letto. Nelson apr una valvola posta sulla testa
del letto, dalla quale cominci a fuoriuscire l'acqua. Smith trattenne una
sensazione di profonda insicurezza, poich sapeva che Nelson gli voleva
bene. Il letto si sgonfi e poco dopo si ritrov per terra, con la coperta sta-
gna arricciata attorno al corpo. Dottor Frame, disse Nelson lo prenda per
l'altro braccio. Dobbiamo aiutarlo ad alzarsi.
Con il dottor Nelson che lo incoraggiava e con l'aiuto dell'altro medico,
Smith riusc ad alzarsi in piedi e a scavalcare goffamente il bordo del letto.
Attento. Ora prova a rimanere in piedi da solo lo diresse Nelson. Non
aver paura. Se cadi ti prenderemo al volo.
Smith si sforz e rimase in equilibrio; era un giovanotto esile dai muscoli
sottosviluppati e il torace molto ampio. Sulla Champion gli avevano tagliato
i capelli e i baffi. Il suo tratto pi singolare era il volto; mite, inespressivo,
pressoch infantile con due occhi che avrebbero potuto benissimo essere
quelli di un uomo di novant'anni.
Rimase in piedi per un momento, tremando leggermente, quindi tent un
passo in avanti. Riusc a farne ben tre, seppure incerti, quindi si produsse in
un sorriso solare, infantile. Bravo ragazzo! lo lod Nelson.
Tent un altro passo, ma prese a tremare violentemente, poi croll. Riu-
scirono ad afferrarlo appena in tempo. Maledizione! sbott Nelson.
entrato nuovamente in quel suo stato. Mi aiuti a rimetterlo sul letto. No; pri-
ma lo riempia di nuovo.
Frame lo riempi, arrestando il flusso d'acqua quando il materasso fu alto
circa quindici centimetri. Issarono Smith sul letto, a fatica, poich si era rat-
trappito in posizione fetale. Gli metta un cuscino dietro la schiena ordin
Nelson e mi chiami quando ne uscito. No, anzi, mi lasci dormire, ne ho
veramente bisogno. A meno che non succeda qualcosa di preoccupante. Nel
pomeriggio tenteremo nuovamente di farlo camminare, e da domani inizie-
remo degli esercizi sistematici. Nel giro di tre mesi balzer da un albero al-
l'altro come una scimmia. Fondamentalmente, si tratta di un individuo
sano.
S, dottore fece Frame in tono dubbioso.
Ah, gi, quando si riprende gli insegni a usare il bagno. E si faccia aiu-
tare dall'infermiere, non voglio che cada.
S, signore. Uh, devo usare qualche metodo particolare voglio dire,
come
Ma glielo mostri, naturalmente! Faccia una dimostrazione. Probabil-
mente non capir la gran parte di quel che lei gli dir, ma un individuo
piuttosto sveglio. Vedr che nel giro di una settimana avr imparato a lavarsi
da solo.
Smith pranz senza bisogno di aiuto. Dopo un po', un infermiere entr a
ritirare il suo vassoio. L'uomo si guard attorno, quindi si avvicin al letto e
si chin su di lui. Senti, disse a bassa voce ho una proposta succulenta
per te.
Prego?
Una proposta, un affare, un modo per fare un sacco di soldi senza sforzo
in breve tempo.
Soldi? Cosa sono i soldi?
Lascia perdere la filosofia, tutti hanno bisogno di soldi. Ora ascoltami
bene, devo parlare in fretta perch non posso rimanere qui a lungo fra pa-
rentesi, ci ho messo un sacco di tempo per riuscire a entrare qui. Io rappre-
sento la Peerless Features. Siamo disposti a darti sessantamila per l'esclusi-
va sulla tua storia, e non ti coster nessuna fatica abbiamo i migliori
schiavi del settore. Basta che tu risponda alle domande; a scrivere il libro
ci penseranno loro. Tir fuori un foglio di carta. Basta che tu legga questo
e lo firmi. Ho gi l'anticipo qui con me.
Smith accett il foglio, fissandolo con attenzione, ma alla rovescia. L'uo-
mo lo scrut e soffoc un'imprecazione. Cavolo! Ma non sai leggere?
Smith cap la frase quanto bastava per fornire una risposta. No.
Be' allora te lo leggo io, poi tu metti la tua impronta digitale in quel
quadratino e io faccio da testimone. Allora: Io sottoscritto, Valentine Mi-
chael Smith, meglio conosciuto come L'Uomo di Marte, cedo e assegno alla
Peerless Features Limited ogni diritto esclusivo sulla mia biografia dal titolo
Prigioniero su Marte, in cambio di
Infermiere!
Il dottor Frame era in piedi sulla porta della stanza. Il foglio scomparve
in un attimo fra i vestiti dell'infermiere. Eccomi, signore. Stavo solo pren-
dendo quel vassoio.
Cosa stava leggendo?
Nulla.
L'ho vista. Esca di l alla svelta. Il paziente non deve essere disturbato.
L'uomo obbed e il dottor Frame chiuse la porta alle sue spalle. Smith rima-
se immobile per mezz'ora; per quanto ci provasse, non riusciva assoluta-
mente a grokkare quella faccenda.
4
Jill sgran gli occhi. Credo proprio di aver bevuto un po' troppi martini,
Ben. Giurerei di averti sentito dire che quel paziente proprietario del pia-
neta Marte.
Lo . Ha occupato il territorio, senza alcuna assistenza, per tutto il tem-
po richiesto. Smith il pianeta Marte; ne il re, il presidente, l'unico titola-
re, quello che vuoi. Se il capitano della Champion non avesse lasciato della
gente lass, i diritti di propriet di Smith sarebbero decaduti. Ma di fatto ne
ha lasciata, e di conseguenza l'occupazione del territorio di Marte continua
anche se Smith tornato sulla Terra. Inoltre Smith non ha nemmeno biso-
gno di dividere la sua eredit con i nuovi colonizzatori; finch non concede
loro la cittadinanza marziana, non sono altro che semplici immigrati.
Incredibile!
Indubbiamente. Ed perfino legale. Mia cara, ora capisci perch tanta
gente vuole sapere chi Smith e da dove viene fuori? E perch il Governo
tanto interessato a tenerlo nascosto? Ci che stanno facendo non legittimo;
per nascita, Smith anche cittadino degli Stati Uniti e della Federazione;
possiede una doppia cittadinanza, senza alcun genere di conflitto. Tenere un
cittadino segregato, anche se si tratta di un criminale condannato, illegale
in tutto il territorio della Federazione. Si tratta di una delle normative decise
alla fine della Terza Guerra Mondiale. Ma dubito fortemente che Smith co-
nosca i suoi diritti. Inoltre, la storia ci insegna che tenere segregato un mo-
narca in visita con intenzioni puramente amichevoli, quale lui , senza per-
mettergli di vedere nessuno, soprattutto la stampa, ovvero me, viene consi-
derato un gesto a dir poco oltraggioso. Sei ancora contraria a farmi entrare
come falso elettricista?
Eh? Semmai mi hai spaventata ancor di pi. Ben, se mi avessero becca-
ta stamattina, che cosa credi che mi avrebbero fatto?
Mmm nulla di violento. Ti avrebbero semplicemente rinchiusa in una
cella imbottita, con una prescrizione firmata da tre medici, e ti avrebbero
permesso di ricevere posta ogni due anni bisestili. No, non ce l'hanno con
te. Mi domando invece che cosa faranno a lui.
Perch, che cosa possono fare?
Be', potrebbe capitargli di morire diciamo per sovraffaticamento da
gravit. Sarebbe un gran colpo per l'amministrazione.
Vuoi dire che potrebbero assassinarlo?
Non usare queste brutte parole. Non credo proprio che lo farebbero. In-
nanzitutto una miniera di informazioni; persino la gente comune se ne ren-
de conto. Potrebbe valere pi di Newton, Einstein e altri cinque o sei geni
messi assieme. Non credo che oserebbero toccarlo finch non ne sono sicu-
ri. E in secondo luogo, lo si pu considerare come una sorta di ponte, un
ambasciatore, un interprete unico fra la razza umana e l'unica altra razza ci-
vilizzata che abbiamo incontrato finora sulla nostra strada. Hai mai letto La
guerra dei mondi di H.G. Wells?
Un sacco di tempo fa, a scuola.
Allora prendi in considerazione l'idea che i marziani possano decidere
di dichiarare guerra alla Terra, e che vincano. Potrebbe accadere, e non ab-
biamo assolutamente idea del loro potenziale militare. Il nostro ragazzo,
Smith, potrebbe essere l'unico in grado di impedire la prima grande guerra
interplanetaria. E anche se si tratta di una possibilit remota, l'amministra-
zione non pu permettersi di ignorarla finch non si sa per certo come stan-
no le cose. La scoperta dell'esistenza di vita intelligente sul pianeta Marte
qualcosa che non siamo ancora riusciti a inquadrare, dal punto di vista poli-
tico.
Allora credi che sia al sicuro?
Probabilmente, per il momento. Il Segretario generale deve tirare a in-
dovinare, e non pu permettersi di sbagliare. Come ben sai, la sua ammini-
strazione gi traballante.
Non mi occupo di politica.
Be', dovresti farlo. solo un pochino meno importante del tuo battito
cardiaco.
Non faccio caso nemmeno a quello.
Non interrompermi mentre disquisisco. La maggioranza capeggiata da-
gli Stati Uniti potrebbe crollare nottetempo. Ci sarebbe sicuramente un voto
di sfiducia, nuove elezioni, e l'onorevole Segretario generale Douglas sareb-
be costretto a tornare al suo studio legale da quattro soldi. Il suo destino di-
pende dall'Uomo di Marte. Allora, mi fai entrare in quella camera o no?
Assolutamente no. Ho intenzione di entrare in convento. C' del caff?
Vado a vedere.
Si alzarono in piedi entrambi. Jill si stiracchi. Oh, le mie vecchie
ossa! disse. E guarda che ore sono! Lascia stare il caff, Ben. Domani mi
aspetta una giornata dura, dovr cercare di essere gentile con i pazienti anti-
patici e di tenermi alla larga dai medici. Accompagnami a casa, ti spiace?
Anzi, chiamami un taxi, pi sicuro.
Okay, anche se la notte ancora giovane. Ben si diresse in camera da
letto, da dove usc tenendo in mano un oggetto rettangolare delle dimensioni
di un piccolo accendino. Sei sicura di non avere intenzione di farmi entra-
re? Cavolo, Ben mi piacerebbe, ma
Non fa niente. Non te lo lascerei fare comunque; veramente pericolo-
so, e non solo per la tua carriera. Era solo per convincerti ad accettare que-
sto le mostr l'oggettino metallico. Ti spiacerebbe mettergli addosso que-
sto affarino?
Che cos'?
La pi grande manna mai caduta sulle teste degli avvocati divorzisti e
delle spie dai tempi in cui furono inventati i cocktail drogati. Un microregi-
stratore che non pu essere individuato dai rilevatori. Dentro ci sono solo
transistor, resistenze, condensatori e cose del genere, il tutto imbottito in
plastica, in modo da resistere agli urti. L'alimentazione ha lo stesso quantita-
tivo di radioattivit che potresti trovare sul quadrante di un orologio, solo
che tutto schermato. Funziona per ventiquattro ore di registrazione, dopo-
dich basta sostituire il nastro.
Pu esplodere? domand lei in tono nervoso.
Potresti cuocerlo in una torta.
Ma Ben, dopo tutto quello che mi hai detto, ho un po' paura a tornare
nella sua stanza.
Non necessario. Puoi entrare nella stanza accanto, no?
Be', s.
Basta che lo fissi sul muro dalla parte comunicante con la camera di
Smith, magari con del nastro chirurgico, e capter tutto quello che si dice
nella stanza accanto. C' forse un armadietto, o qualcosa del genere?
Jill riflett. Se entro ed esco da l troppo spesso finiranno per notarmi;
in effetti fa parte della sua stanza privata. Magari potrebbero anche iniziare
ad usarla. Senti, Ben, quella stanza ha una terza parete in comune con un'al-
tra stanza che d su un altro corridoio. Va bene lo stesso?
Va benissimo. Lo farai?
Ummm Ci penser su e vedr di sondare il terreno.
Caxton lucid il piccolo apparecchio con il suo fazzoletto. Mettiti i
guanti disse.
Perch?
Perch il possesso di questo oggetto leggermente illegale dicono
che vale una piccola vacanza dietro le sbarre.
Usa sempre i guanti quando lo adoperi, anche quando cambi la bobina
e non farti beccare.
Ma che pensiero carino!
Vuoi che lasciamo perdere?
Jill emise un lungo sospiro. No. Ho sempre desiderato essere una crimi-
nale. Mi insegnerai anche il gergo dei gangster? Voglio essere degna di te.
Brava ragazza! Si accese una luce sopra la porta dell'appartamento.
Ben alz lo sguardo. Deve essere il tuo taxi. L'ho chiamato mentre andavo
a prendere questo affare.
Oh. Trovami le scarpe, ti spiace? E non mi accompagnare sul terrazzo.
Meno ci vedono insieme da questo momento in poi, meglio .
Come desideri.
Dopo averle infilato le scarpe, Ben torn in posizione eretta; Jill gli prese
la testa fra le mani e lo baci. Caro Ben! Non credo che ne verr fuori nul-
la di buono, e non mi ero mai resa conto che tu fossi un criminale ma sei
un buon cuoco, finch programmo io la combinazione e magari, se riesco
nuovamente a spingerti a fare quella proposta, potrei anche sposarti.
L'offerta sempre valida.
Ma i gangster sposano le loro pupe? Mah, vedremo Se ne and di
tutta fretta.
L'articolo proseguiva, sempre sullo stesso tono. Jill cap che Ben stava
volutamente provocando l'amministrazione, cercando di spingerli a mostra-
re Smith al pubblico. A cosa avrebbe potuto portare tutto ci, non ne aveva
la minima idea, dato che il suo universo non comprendeva l'alta politica e
l'alta finanza. Pi che altro, percepiva che sfidando a quel modo le autorit
Caxton stava correndo dei grossi rischi; tuttavia, Jill non aveva alcuna idea
della misura del pericolo, e tantomeno della forma che avrebbe potuto assu-
mere.
Sfogli il resto del giornale; vi erano parecchi articoli sul ritorno della
Champion, con una foto del Segretario generale Douglas che appuntava me-
daglie sul petto degli uomini dell'equipaggio, interviste al capitano van
Tromp e ad altri membri di quella valorosa spedizione, foto di marziani e di
citt marziane. Riguardo a Smith vi era ben poco, a parte uno scarno bollet-
tino medico secondo il quale si stava riprendendo lentamente, seppure in
maniera soddisfacente, dagli effetti del lungo viaggio.
Ben entr in salotto e le appoggi in grembo alcuni fogli di carta velina.
Dai un'occhiata anche a questo giornale le disse, quindi usc nuovamente.
Jill cap subito che il secondo giornale non era altro che una trascrizio-
ne di quanto registrato dalla sua prima bobina. All'inizio di ogni frase era
scritto prima voce o seconda voce. Ben per aveva corretto le diciture a
matita nei punti in cui era riuscito a individuare le fonti sicure delle voci in
questione. Sulla testata aveva aggiunto: Tutte le voci, identificate o meno,
sono maschili.
La maggior parte delle frasi trascritte erano prive di interesse. Dimostra-
vano semplicemente che Smith era stato nutrito, o lavato, o massaggiato, e
che era stato obbligato a compiere una serie di esercizi ogni pomeriggio sot-
to la supervisione di una voce che era stata identificata come quella del
dottor Nelson e di una seconda definita semplicemente secondo dottore.
Jill pens che doveva trattarsi del dottor Thaddeus.
Ma vi era anche un passaggio piuttosto lungo che non aveva nulla a che
vedere con le cure somministrate al paziente. Jill lo lesse e lo rilesse:
Dottor Nelson: Come ti senti, figliolo? Sei abbastanza in forma per parla-
re un poco?
Smith: S.
Dott. Nelson: C' un uomo qui che ti vuole parlare.
Smith: (pausa) Chi?
Jill lesse: Nuova voce. Caxton aveva cancellato la scritta, inserendo a ma-
tita: Segretario generale Douglas!!!
Nonostante avesse fatto tardi, il mattino seguente Jill arriv con dieci mi-
nuti di anticipo per dare il cambio all'infermiera che faceva il turno di notte.
Intendeva ubbidire agli ordini di Ben, non intromettendosi nel suo tentativo
di intervistare l'Uomo di Marte, ma allo stesso tempo aveva intenzione di
trovarsi casualmente l vicino quando il fatto sarebbe accaduto. Ben avrebbe
potuto avere bisogno di rinforzi.
In corsia non vi erano pi i marines di guardia. Le colazioni, le medica-
zioni e due pazienti da preparare per la sala operatoria mantennero Jill occu-
pata per le prime due ore; ebbe giusto il tempo per provare a girare la mani-
glia della stanza K-12. La porta era chiusa a chiave, come del resto quella
della saletta d'attesa comunicante. Anche la porta della stanza dei dottori era
chiusa. Pens che avrebbe potuto entrare di soppiatto nella stanzetta accanto
per vedere se Smith ci fosse ancora, visto che non c'erano pi le guardie, ma
decise di rimandare. Aveva troppe cose da fare. Ci nonostante, riusc a te-
nere d'occhio tutti quelli che entravano e uscivano dal reparto.
Ben non si fece vedere, e grazie ad alcune domande discrete poste nel
modo giusto alla sua assistente presso la segreteria, Jill apprese che n lui n
nessun altro era andato a fare visita all'Uomo di Marte mentre lei era occu-
pata a svolgere i suoi compiti. Questo fatto la lasci piuttosto perplessa; an-
che se Ben non aveva indicato un orario preciso, pensava che intendesse
sferrare il suo attacco il pi presto possibile, nel corso della mattinata.
Senti l'esigenza di curiosare un poco. Sfrutt quindi un momento di pau-
sa per bussare alla porta della stanza dei dottori accanto a quella di Smith.
Infil dentro la testa e finse un'espressione sorpresa. Oh! Buon giorno, dot-
tore. Pensavo di trovare il dottor Frame.
Il dottore seduto alla scrivania appariva piuttosto strano agli occhi di Jill.
Alz lo sguardo dai dati che stava scrutando sullo schermo, la osserv dalla
testa ai piedi e sorrise. No, signorina, non ho visto il dottor Frame. Io sono
il dottor Brush, posso esserle d'aiuto?
Davanti alla tipica reazione maschile, Jill si rilass. Nulla di speciale. A
dire il vero ero solo curiosa. Come sta il nostro Uomo di Marte?
Cosa?
Sorrise e gli fece l'occhiolino. Non certo un segreto per il personale,
dottore. Sto parlando del suo paziente Fece un cenno in direzione della
porta interna.
Sul serio? Il dottore assunse un'espressione stupita. Lo tenevano in
questa stanza?
Ma come, non pi qui?
Direi proprio di no. Qui abbiamo la signora Rose Bankerson, paziente
del dottor Garner. L'hanno portata qui stamattina presto.
Davvero? E che ne stato dell'Uomo di Marte? Dove l'hanno portato?
Non ne ho idea. Caspita, mi sono veramente perso il signor Valentine
Smith per cos poco?
So che ieri era qui. Non posso dirle altro.
E se ne occupava il dottor Frame? Certa gente ha tutte le fortune
Guardi un po' cosa mi tocca fare Accese lo schermo sopra la sua scriva-
nia. Jill vide l'immagine di un letto ad acqua ripreso dall'alto nel quale gal-
leggiava una vecchietta. Sembrava essere addormentata.Che cos'ha?
Mmm cara signorina, se non avesse tutti i soldi che ha, si potrebbe
considerare un tipico caso di demenza senile. Vista la situazione, per, la
stiamo trattenendo per un controllo e un periodo di riposo.
Jill chiacchier del pi e del meno per qualche minuto ancora, quindi
fece finta di aver visto accendersi una luce di chiamata. Torn alla sua scri-
vania, tir fuori il registro notturno e cerc la pratica del trasferimento.
V.M. Smith, stanza K-12, trasferito. Sotto si leggeva: signora Rose Ban-
kerson, stanza K-12 (dieta a cura del dottor Garner nessun ordine specifi-
co responsabilit nostro reparto, nessuna).
Constatando che la facoltosa vecchietta non rientrava nelle sue responsa-
bilit, Jill si concentr su Valentine Smith. C'era qualcosa di strano nel caso
della signora Bankerson, ma non riusc a capire di che cosa si trattasse: cos
smise di pensarci e si concentr su ci che realmente le interessava. Perch
avevano trasferito Smith nel cuore della notte? Di certo per evitare qualsiasi
possibile contatto con elementi esterni. Ma dove lo avevano portato? Per un
caso normale, sarebbe bastata una semplice telefonata alla reception e
avrebbe saputo tutto, ma le parole di Ben, assieme alla falsa intervista della
sera prima, l'avevano messa sul chi vive, e non aveva intenzione di dimo-
strare eccessiva curiosit; decise di attendere l'ora del pranzo per captare
qualcosa dai pettegolezzi giornalieri.
Prima per si rec alla cabina del telefono per chiamare Ben. Scopri che
aveva appena lasciato la citt, e che sarebbe rientrato nel giro di qualche
giorno. Jill rimase senza parole nell'apprendere la notizia, ma riusc a ricom-
porsi quanto bastava per lasciare detto a Ben di chiamarla.
Abbass il ricevitore e prov a chiamarlo a casa. Non lo trov neanche l,
cos lasci lo stesso messaggio sulla segreteria.
Ben Caxton non aveva perso tempo nel preparare il suo tentativo di irru-
zione nella stanza di Valentine Michael Smith.
Fu molto fortunato nel riuscire a ottenere come Testimone Leale il signor
James Oliver Cavendish. Sarebbe bastato un Testimone Leale qualunque,
ma il prestigio del signor Cavendish era tale da rendere pressoch inutile la
presenza di un avvocato; l'anziano gentiluomo aveva testimoniato diverse
volte davanti all'Alta Corte della Federazione, e si diceva che a lui fossero
affidati testamenti per un valore di centinaia di miliardi. Cavendish era stato
addestrato dal grande dottor Samuel Renshaw in persona, e la sua istruzione
ipnotica professionale gli era stata impartita in veste di membro della Rhine
Foundation. La sua tariffa per una giornata o una frazione di giornata equi-
valeva a ben pi di quanto non guadagnasse Ben in una settimana intera, ma
lui contava di mettere il tutto sul conto spese del Post e, in ogni caso, aveva
deciso che per il suo lavoro voleva il meglio in assoluto. Caxton port con
s il pi giovane dei Frisby dello studio legale Biddle, Frisby, Frisby, Bidd-
le e Reed, poich era lo studio che rappresentava il suo giornale, e insieme
andarono a prendere l'anziano Cavendish. La sua sagoma lunga e sparuta,
avvolta dal mento alle caviglie nella tonaca bianca della sua professione, ri-
cord a Ben l'immagine della Statua della libert e di fatto dava nell'oc-
chio almeno altrettanto. Ben aveva gi spiegato a Mark Frisby ci che inten-
deva fare (e Frisby gli aveva gi spiegato che non possedeva n lo status
giuridico n il diritto di fare una cosa del genere) prima ancora che chiamas-
sero Cavendish. Una volta in presenza del Testimone Leale, si attennero al
protocollo e non parlarono pi di ci che quest'ultimo avrebbe potuto vedere
o sentire.
Il taxi li moll sul tetto del Centro Bethesda, da dove scesero fino all'uffi-
cio del direttore. Ben present il suo biglietto da visita e disse che voleva
vedere il direttore.
Una donna dall'aria imperiosa gli domand in tono assai formale se aves-
se un appuntamento. Ben fu costretto ad ammettere che non ne aveva.
In questo caso, temo che le vostre possibilit di vedere il dottor Broe-
mer siano alquanto esigue. Le dispiace illustrare il motivo della visita?
Gli dica disse Caxton ad alta voce, affinch sentissero anche tutti quel-
li che si trovavano nella sala d'attesa che c' qui Ben Caxton del Nido del
Corvo con un Testimone Leale e un avvocato, e vuole intervistare Valentine
Michael Smith, l'Uomo di Marte.
La donna rimase talmente sconvolta da questa dichiarazione che perse
quasi la sua altezzosit professionale. Tuttavia, si ricompose immediatamen-
te. Lo informer disse quindi in tono algido. Volete accomodarvi nel
frattempo, per cortesia?
Grazie. Aspetto qui.
Aspettarono. Frisby si accese un sigaro, mentre Cavendish attese con la
calma e la pazienza di chi ha visto ogni genere di bene e di male e li consi-
dera ormai come la stessa cosa. Caxton era nervosissimo, e fece di tutto per
non mordersi le unghie. Infine, la regina dei ghiacci dietro la scrivania an-
nunci: Sarete ricevuti dal signor Berquist.
Berquist? Gil Berquist?
S, il signor Gilbert Berquist.
Caxton ci pens su. Gil Berquist faceva parte della squadra dei tirapiedi
personali, o assistenti esecutivi del Segretario Douglas. Era specializzato
nell'ostacolare i visitatori ufficiali. Non voglio vedere lui, voglio il diretto-
re.
Ma Berquist era gi apparso nella sala, con la mano protesa e un sorriso
benevolo stampato sul volto. Benny Caxton! Come va, vecchio mio? una
vita che non ci si vede. Ti occupi sempre delle solite balle? Rivolse una ra-
pida occhiata al Testimone Leale, ma il suo sguardo non trad nulla.
Ben gli strinse la mano. Certo, sempre le solite balle. E tu che ci fai qui,
Gil?
Se riuscir mai a uscire dalla politica mi far dare anch'io una rubrica
come la tua. Nulla da fare tranne raccontare pettegolezzi al telefono ogni
giorno per poi passare il resto della giornata in panciolle. Ti invidio, Ben.
Ti ho chiesto che cosa ci fai qui, Gil. Io voglio vedere il direttore, poi
voglio un'intervista di cinque minuti con l'Uomo di Marte. Non sono certo
venuto qui per ricevere le tue altolocate scuse.
Oh, Ben, non metterla su questo piano. Sono qui perch voi della stam-
pa avete fatto ammattire il dottor Broemer, cos il Segretario generale mi ha
mandato a togliergli un po' di peso dalle spalle.
Okay. Voglio vedere Smith.
Ben, vecchio mio, non ti rendi conto che ogni singolo cronista, corri-
spondente speciale, commentatore e giornalista freelance di questo paese
desidera la stessa cosa? Voi tre non siete che un reparto di un intero esercito.
Se dovessimo accontentarvi tutti, uccidereste quel poveraccio a suon di do-
mande nel giro di ventiquattr'ore. Polly Peepers stata qui meno di venti
minuti fa. Voleva intervistarlo sull'amore fra i marziani. Berquist sollev
entrambe le mani e assunse un'espressione disperata.
Voglio vedere Smith. Me lo fai vedere o no?
Ben, troviamoci un posticino tranquillo dove possiamo parlare davanti a
un bel bicchiere. Puoi chiedermi tutto quel che vuoi.
Non ho nulla da chiedere a te; voglio solo vedere Smith. A proposito,
questo il mio avvocato, il dottor Mark Frisby della Biddle e Frisby.
Come d'abitudine, Ben non present il Testimone Leale; fecero tutti finta
che non fosse presente.
Conosco Frisby disse Berquist. Come sta tuo padre, Mark? Le sue
condizioni sono migliorate?
pi o meno stazionario.
il maledetto clima di Washington. Va bene, seguimi, Ben. Anche tu,
Mark.
Un attimo intervenne Caxton. Non voglio intervistare te, Gil. Voglio
vedere Valentine Michael Smith. Sono qui in quanto membro della stampa,
rappresentante del Post e di oltre 200 milioni di lettori. Posso vederlo o no?
Se me lo vieti, dillo ad alta voce ed esponimi l'autorit legale per la quale mi
presenti il tuo rifiuto.
Berquist sospir. Mark, puoi spiegare tu a questo storico da quattro sol-
di che non pu irrompere nella camera di un uomo malato solo perch ti-
tolare di una rubrica? Valentine Michael Smith apparso per la prima volta
in pubblico ieri sera potrei aggiungere contrariamente al parere dei medi-
ci. Quell'uomo ha diritto a un periodo di pace e tranquillit in cui rafforzarsi
e orientarsi. L'intervista di ieri sera stata gi fin troppo per lui.
Secondo alcune voci disse Caxton con una certa cautela l'uomo che
apparso sugli schermi ieri sera non era affatto Smith. Il sorriso di Berquist
scomparve immediatamente. Frisby, disse in tono freddo ti spiacerebbe
informare il tuo cliente a proposito della legge sulla diffamazione e la calun-
nia?
Calmati, Ben fece Mark.
Conosco benissimo quella legge, Gil. Visto il mestiere che faccio, la
devo conoscere per forza. Il problema : chi sto diffamando? L'Uomo di
Marte? O qualcun altro? Fammi un nome. Ripeto, quindi continu, alzan-
do la voce che ho sentito dire che quello apparso alla tv ieri sera non era
l'Uomo di Marte. Dunque voglio vederlo di persona per domandarglielo.
La sala d'aspetto in cui si trovavano era molto silenziosa, poich tutti i
presenti stavano cercando di captare qualcosa della discussione. Berquist ri-
volse un'altra rapida occhiata al Testimone Leale, quindi riprese il controllo
della propria espressione e sorrise a Caxton. Ben, possibile che tu sia ap-
pena riuscito a procurarti l'intervista che volevi. Assieme a una bella querela
per diffamazione. Aspetta un attimo.
Scomparve nell'ufficio interno, dal quale torn in un tempo relativamente
breve. Okay, ti ho organizzato l'intervista disse Dio sa il perch. Vera-
mente, Ben, non te la meriti. Ma puoi entrare solo tu. Mi dispiace, Mark, ma
non il caso di portare dentro una folla. In fondo si tratta di una persona
malata.
No si oppose Caxton.
Prego?
O tutti e tre, oppure nessuno. Scegli tu.
Ben, non fare lo stupido. Ti stiamo concedendo un privilegio molto par-
ticolare. Facciamo cos; Mark pu venire e aspettare fuori dalla porta, ma
certamente non avrai bisogno di lui. Berquist rivolse un'occhiata a Caven-
dish; il Testimone sembr non averlo nemmeno sentito.
Pu anche darsi che non ne abbia bisogno, ma ho pagato la sua tariffa
per averlo con me, e nel mio articolo di stasera sar scritto che l'amministra-
zione ha impedito a un Testimone Leale di vedere l'Uomo di Marte.
Berquist scroll le spalle. Va bene, allora. Comunque, spero che questa
causa ti distrugga.
Usarono l'ascensore riservato ai pazienti invece che il tubo a rimbalzo per
rispetto della veneranda et di Cavendish, quindi salirono su un nastro mo-
bile che li port per un lungo tragitto, attraversando laboratori, sale terapeu-
tiche, solarium e numerosi reparti. A un certo punto vennero fermati da una
guardia, che fece una telefonata prima di lasciarli passare. Infine furono in-
trodotti in una sala di rilevazione dei dati fisiologici, usata per controllare
pazienti in situazione critica. Questo il dottor Tanner annunci Berquist.
Dottore, questi sono il signor Caxton e il dottor Frisby. Naturalmente, non
present Cavendish.
Tanner aveva un'espressione preoccupata. Signori, vi concedo questa in-
tervista contro il mio stesso parere professionale solo per via delle insisten-
ze del direttore. Ci tengo per a dirvi una cosa; non fate o dite assolutamen-
te nulla che possa agitare il mio paziente. Si trova in una condizione nervosa
estrema e pu cadere con estrema facilit in uno stato di coma patologico
o in trance, se preferite usare questo termine.
Epilessia? domand Ben.
Un profano potrebbe facilmente diagnosticare quel male. Ma in realt si
tratta di qualcosa di pi simile a uno stato catalettico. Tuttavia la prego di
non citare queste mie parole nel suo articolo: non esistono precedenti di sor-
ta.
Lei uno specialista, dottore? In psichiatria, magari? Tanner rivolse
un'occhiata a Berquist. S ammise.
Dove ha ricevuto la sua specializzazione?
Senti, Ben, intervenne Berquist vediamo questo paziente e facciamo-
la finita. Potrai intervistare il dottore in seguito.
Okay.
Tanner scrut i suoi indicatori e i grafici, poi premette un tasto e fiss
uno schermo. Si alz in piedi, apr la porta e li condusse nella stanza adia-
cente, voltandosi con un dito sulle labbra per intimare il silenzio. Gli altri lo
seguirono. Caxton si sentiva come se lo stessero conducendo a visionare
dei resti e soffoc una risata nervosa.
La stanza era piuttosto buia. La teniamo nella semioscurit perch i suoi
occhi non sono ancora abituati ai nostri livelli di luce spieg Tanner a bas-
sa voce. Si volt verso il letto idraulico, sistemato al centro della stanza.
Mike, ho portato degli amici che vorrebbero parlarti.
Caxton si avvicin. Sprofondato nel letto, il corpo quasi completamente
celato dall'involucro di plastica contenente acqua nel quale era adagiato e
ulteriormente coperto da un lenzuolo, vi era un giovanotto. Li guard, ma
non disse nulla. Il suo viso liscio e rotondo era privo di espressione.
Per quel che riusc a capire Ben, si trattava dello stesso uomo che aveva
visto in stereovisione la sera precedente. Ebbe l'improvvisa e nauseante sen-
sazione che la piccola Jill, in completa buona fede, gli avesse lanciato una
bomba a mano con la sicura staccata che si sarebbe trasformata in una
causa per diffamazione che avrebbe potuto benissimo ridurlo sul lastrico.
Lei Valentine Michael Smith? domand.
S.
L'Uomo di Marte?
S.
stato in stereovisione ieri sera?
L'uomo nel letto idraulico non rispose. Non credo che conosca questa
parola intervenne Tanner. Mi lasci provare. Mike, ti ricordi quello che hai
fatto con il signor Douglas ieri sera?
Mike fece una smorfia. Luce forte. Male.
S, le luci ti hanno fatto male agli occhi. Il signor Douglas ti ha chiesto
di salutare la gente.
Il paziente si produsse in un debole sorriso. Lungo viaggio con sedia.
Okay assenti Caxton. Ho capito. Mike, ti piace il modo in cui ti trat-
tano qui?
S.
Ma tu non devi rimanere qui per forza. Riesci a camminare?
Senta un po', signor Caxton intervenne nuovamente il dottor Tanner.
Berquist gli appoggi una mano sul braccio, e il dottore tacque.
Posso camminare poco. Stanco.
Ti far avere una sedia a rotelle, se vuoi. Mike, se non vuoi stare qui, io
ti aiuter a uscire dal letto e ti porter ovunque tu desideri.
A quel punto Tanner si scroll di dosso la mano di Berquist. Non posso
permetterle di interferire a questo modo con il mio paziente! sbott.
un uomo libero, non vero? insist Caxton. O viene forse tenuto
prigioniero?
Fu Berquist a rispondere: Ma certo che un uomo libero! Stia zitto, dot-
tore, lasci che questo imbecille si scavi la fossa da solo.
Grazie, Gil. Quindi, libero di andarsene quando meglio crede. Hai
sentito quel che ha detto, Mike? Non devi rimanere qui per forza. Puoi an-
dare dove vuoi, e io ti aiuter.
Il paziente rivolse un'occhiata carica di terrore verso Tanner. No! No,
no, no!
Okay, va bene disse Ben.
Signor Berquist! esplose Tanner. Mi sembra che ci siamo spinti fin
troppo in l! Il mio paziente ora rimarr in stato confusionale per il resto
della giornata!
Va bene, dottore. Ben, ora di andare a casa. Mi sembra che tu abbia
avuto abbastanza informazioni.
Uh solo un'altra domanda. Caxton pens intensamente, cercando di
decidere cosa chiedere. Evidentemente Jill si era sbagliata eppure non si
era sbagliata! o per lo meno cos gli era sembrato la sera prima. C'era qual-
cosa che non calzava, anche se non riusciva a capire di che cosa si trattasse.
Che sia l'ultima concesse Berquist.
Grazie. Mike, ieri sera il signor Douglas ti ha posto alcune domande. Il
paziente lo osserv, ma non fece alcun commento. Vediamo un po', mi
sembra che ti abbia chiesto che cosa pensavi delle ragazze terrestri, non
vero?
Il paziente si produsse in un ampio sorriso. Caspita!
S. Mike quando e dove hai visto queste ragazze?
Il sorriso scomparve improvvisamente. Il paziente rivolse lo sguardo ver-
so Tanner, poi si irrigid, chiuse gli occhi e si rannicchi in posizione fetale,
con le ginocchia sollevate, la testa china e le braccia ripiegate sul petto.
Fuori di qui! grid Tanner. Quindi si avvicin rapidamente al letto del
paziente e gli tast il polso.
Hai oltrepassato il limite, Caxton! esclam in tono infuriato Berquist.
Ora esci subito di qui, o preferisci che faccia chiamare le guardie per but-
tarti fuori?
Oh s, stiamo uscendo, stiamo uscendo assenti Caxton. Uscirono tutti
tranne Tanner, e Berquist chiuse la porta alle sue spalle.
Un solo particolare, Gil insist Caxton. Dato che lo tenete l inscato-
lato tutto il tempo dove cavolo le ha viste queste ragazze?
Non essere sciocco. Ha visto un sacco di ragazze. Infermiere, tecnici di
laboratorio lo sai, no?
No che non lo so. Anzi, per quel che ne so aveva solo infermieri maschi
e le visite di sesso femminile erano assolutamente proibite.
Cosa? Non essere pi ridicolo e irragionevole di quanto non ti sia gi
dimostrato. Berquist assunse un'espressione seccata, poi sul suo volto ap-
parve un ampio sorriso. C'era un'infermiera con lui anche in stereovisione,
ieri sera.
Gi, vero. Caxton chiuse il becco e lasci che lo scortassero fuori.
I tre non parlarono finch non si trovarono in volo, diretti verso l'abita-
zione di Cavendish. Ben inizi Frisby non credo che il Segretario gene-
rale si abbassi fino al punto di farti causa, dato che non hai fatto stampare
quella tua dichiarazione. Tuttavia, se quella voce ha effettivamente una fon-
te, faremo meglio a pescare le prove, altrimenti avrai ben poche speranze.
Scordatelo Mark, non mi far causa. Ben fiss con rabbia il pavimento
del taxi. Chi ci assicura che quello fosse effettivamente l'Uomo di Marte?
Ma smettila, Ben.
Chi ce lo assicura? Abbiamo visto un uomo pi o meno della giusta et
sdraiato in un letto di ospedale. L'unica garanzia che abbiamo la parola di
Berquist, e sappiamo che la sua carriera politica costellata di affermazioni
e smentite. Ci che dice non ha alcun valore. Inoltre abbiamo visto un per-
fetto sconosciuto, che dovrebbe essere uno psichiatra solo che quando gli
ho chiesto dove avesse studiato sono stato letteralmente assalito. Chi pu
darci una garanzia? Signor Cavendish, ha per caso visto o sentito qualcosa
che l'ha convinta che quel tipo fosse effettivamente l'Uomo di Marte?
Cavendish rispose con grande cautela: Formulare un'opinione non rien-
tra nelle mie funzioni professionali. Mi limito a osservare e ascoltare.
Oh, scusi.
A proposito, avete ancora bisogno di me in veste professionale?
Oh, no, abbiamo finito. Grazie, signor Cavendish.
Grazie a lei, signore. stato un caso piuttosto interessante. L'anziano
gentiluomo si tolse la tonaca che lo differenziava dai comuni mortali, la pie-
g accuratamente e l'appoggi al sedile. Emise un sospiro, si rilass, e i suoi
lineamenti persero il loro distacco professionale; assunse un'espressione
amichevole e beata, tir fuori dei sigari e li offri. Frisby ne accett uno, che
accesero insieme. Io non fumo disse Cavendish in mezzo a una densa
nube quando sono in servizio. Interferisce con il funzionamento ottimale
dei sensi.
Se avessi portato con me un membro dell'equipaggio della Champion
insist Caxton sarei riuscito a provare quel che volevo. Solo che avevo
pensato di essere in grado di capirlo da solo.
Devo ammettere intervenne Cavendish che sono rimasto piuttosto
sorpreso dal fatto che lei non abbia effettuato un controllo.
Cosa? E che tipo di controllo potevo fare?
I calli.
I calli?
Certamente. Dai calli di un uomo si pu capire la storia della sua vita.
Ho anche scritto una monografia sui calli, pubblicata sul Periodico dei testi-
moni, come la famosa monografia di Sherlock Holmes sulla cenere del ta-
bacco. E questo giovanotto di Marte, non avendo mai indossato le scarpe
che indossiamo noi e avendo vissuto per tutta la vita con una forza di gravi-
t inferiore alla nostra di circa due terzi, dovrebbe avere dei calli consoni al-
l'ambiente in cui ha vissuto finora. Inoltre, si sarebbero potute anche notare
le tracce del suo recente viaggio spaziale. Un caso molto interessante.
Maledizione! Signor Cavendish, perch non me lo ha suggerito prima?
Signore? Il vecchio gentiluomo si raddrizz a sedere, dilatando le nari.
Sarebbe stato un atto contrario alla mia etica professionale. Io sono un Te-
stimone Leale, non una parte in causa. La mia associazione professionale mi
sospenderebbe immediatamente per molto meno. Sono certo che lei a co-
noscenza delle nostre regole
Mi dispiace. Me n'ero dimenticato. Caxton fece una smorfia.
Okay, facciamo inversione e torniamo indietro. Andremo a guardargli i
piedi altrimenti user la testona di Berquist come ariete e lo sfonder,
quel maledetto posto!
Temo che sar costretto a trovarsi un altro Testimone per via della
mia indiscrezione avvenuta nel corso di questa discussione, per quanto ab-
bia seguito il fatto stesso.
In effetti Caxton fece una smorfia.
Faresti meglio a tranquillizzarti, Ben consigli Frisby. Hai gi corso
pericoli a sufficienza. Personalmente, credo che si trattasse proprio dell'Uo-
mo di Marte. Non so perch, solo che mi sembra logico.
Caxton lasci gli altri due alle rispettive abitazioni, quindi mantenne il
taxi in stallo mentre rifletteva. Dopo un po', premette i tasti per dirigere il
mezzo verso il Centro Medico Bethesda.
Era quasi a met strada quando si rese conto che il viaggio era pressoch
inutile. Cosa avrebbe potuto ottenere? Sarebbe arrivato al massimo fino a
Berquist, di certo non pi in l. Era riuscito a entrare una volta; chiedere di
vedere l'Uomo di Marte due volte nella stessa mattinata sarebbe stato assur-
do. E dato che si trattava di un gesto evidentemente sconsiderato, non
avrebbe potuto nemmeno utilizzare la vicenda nella sua rubrica.
Non era riuscito a conquistarsi quello spazio sul giornale facendosi met-
tere i piedi in testa. Doveva per forza entrare.
Ma in che modo? Be', almeno sapeva dove veniva tenuto il sedicente
Uomo di Marte. Travestirsi da elettricista? Da idraulico? Troppo sempli-
ce. Non sarebbe nemmeno riuscito a superare le guardie o arrivare al dottor
Tanner.
Il fatto stesso che Tanner potesse effettivamente essere un dottore gli pa-
reva improbabile. I medici, anche i peggiori, tendevano a rifuggire certi gio-
chetti contrari al loro codice professionale. Il chirurgo dell'astronave, a
esempio, quel Nelson; lui aveva abbandonato il caso semplicemente
perch
Un attimo! Nelson poteva capire se quel paziente era l'Uomo di Marte o
meno, a colpo d'occhio, senza controllargli i calli, senza fargli nemmeno
una domanda. Caxton allung una mano verso i tasti, fece salire il taxi fino
al livello parcheggio e lo mise in attesa, quindi tent di chiamare il dottor
Nelson. Per farlo, per, dovette passare prima al suo ufficio, dove il suo as-
sistente Osbert Kilgallen lo mise in comunicazione con lui.
Ma non servi a nulla. Nelson non aveva visto l'intervista in stereovisione.
Ne aveva sentito parlare, ma non aveva nessun motivo per supporre che fos-
se stata una messa in scena. Non sapeva che era stato fatto un tentativo per
costringere Valentine Smith a cedere i suoi diritti su Marte, ottenuti grazie
alla Sentenza Larkin e anche se fosse stato vero, la cosa non lo interessa-
va assolutamente; per lui era del tutto assurda la sola idea che qualcuno po-
tesse possedere Marte. Marte apparteneva ai marziani. Ben stava tentando
di porgli un'ultima domanda, quando il dottore fece scomparire la propria
immagine dallo schermo.
Caxton tent di richiamarlo, ma ricevette in risposta solo una voce regi-
strata che dichiar in tono mellifluo: L'utente ha temporaneamente sospeso
il servizio di sua volont. Se desiderate registrare un messaggio Caxton
interruppe la comunicazione, commentando l'evento con una sciocca dichia-
razione riguardante la madre del dottor Nelson. Ma ci che fece subito dopo
fu ancora pi sciocco: chiam il Palazzo Esecutivo, pretendendo di parlare
con il Segretario generale, Douglas.
Fu un gesto istintivo. Nel corso della sua lunga carriera di giornalista,
aveva imparato che spesso si possono svelare segreti ben celati agendo in
modo diretto e rendendosi insopportabilmente sgradevoli. Comprendendo la
psicopatologia del potere almeno quanto la ignorava Jill Boardman, sapeva
anche che essere provocatori in quel modo poteva risultare piuttosto perico-
loso; tuttavia, si era sempre sentito relativamente al sicuro, grazie alla sua
posizione di gestore di un altro tipo di potere, quasi sempre temuto e rispet-
tato dai veri potenti.
Ci che dimentic fu che, nel chiamare il Palazzo dal taxi, stava effet-
tuando una semplice chiamata privata.
Cos non ottenne di parlare con il Segretario generale, cosa che del resto
non si era nemmeno aspettata. Ebbe invece modo di parlare con una mezza
dozzina di suoi scagnozzi, divenendo sempre pi aggressivo con ognuno.
Era talmente infervorato nel suo compito che non si accorse nemmeno
quando il taxi abbandon la sua posizione di stallo e lasci il livello di par-
cheggio.
Quando lo not, era ormai troppo tardi. Il taxi si rifiutava di ubbidire ai
comandi che lui tentava di impartire. Caxton si rese conto con amarezza che
si era lasciato intrappolare in un modo decisamente ingenuo; avevano rin-
tracciato la sua chiamata, individuato il suo veicolo e messo lo stupido ro-
botautista sotto gli ordini di una frequenza prioritaria di polizia. In pratica
stavano usando il suo stesso taxi per arrestarlo, senza clamore e senza alcun
ostacolo.
Desider ardentemente di aver tenuto con s il Testimone Leale Cavendi-
sh. Ma non perse tempo con quel pensiero futile e cerc subito di chiamare
il suo avvocato, Mark Frisby.
Non aveva ancora effettuato la chiamata quando il taxi atterr sulla piat-
taforma di atterraggio di un cortile interno, dove le mura interruppero ogni
possibilit di comunicazione. Tent allora di uscire dal veicolo, scoprendo
che la porta era chiusa e non si stup pi di tanto quando si rese conto che
cominciava a sentire la testa molto leggera e che stava rapidamente perden-
do conoscenza
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Jill tent di convincersi che Ben stava inseguendo qualche altra pista e
che non aveva avuto il tempo di avvertirla, ma non riusciva a crederci. Ben,
per quanto sempre preso dai suoi impegni, doveva gran parte del suo suc-
cesso, sia professionale che sociale, alla meticolosa attenzione che riservava
ai dettagli umani. Ricordava sempre tutti i compleanni e preferiva dimenti-
carsi di pagare un debito di gioco piuttosto che di scrivere un biglietto d'au-
guri. A prescindere da dove si fosse recato e da quanto urgente avrebbe po-
tuto essere il suo compito del momento, avrebbe benissimo potuto e lo
avrebbe senz'altro fatto! perdere un minutino per lasciarle un messaggio
rassicurante sulla segreteria di casa sua o anche all'ospedale. Jill ricord a se
stessa che questa era una caratteristica invariabile della personalit di Ben,
una di quelle che lo rendevano una persona amabile nonostante tutti i suoi
difetti.
Doveva averle lasciato qualche genere di messaggio! Durante la pausa di
mezzogiorno, Jill chiam ancora la redazione del Post, e parl con il ricer-
catore e segretario capo di Ben, Osbert Kilgallen. Quest'ultimo le giur so-
lennemente che Ben non aveva lasciato alcun messaggio per lei.
Nell'immagine proiettata sullo schermo, Jill not che c'erano altre perso-
ne nell'ufficio; cos decise che non era il momento adatto per menzionare
l'Uomo di Marte. Le ha per caso detto dove andava? O quando sarebbe tor-
nato?
No. Ma non insolito per lui. Abbiamo sempre un paio di articoli di
scorta per riempire i buchi quando accadono queste cose.
Be' ma da dove vi ha chiamati? O sono forse un po' troppo curiosa?
Niente affatto, signorina Boardman. Non ha chiamato; stato mandato
un messaggio in statprint; se non ricordo male, veniva dalla stazione di
Paoli Flat, a Filadelfia.
Jill dovette accontentarsi. Pranz nella sala mensa degli infermieri, ten-
tando di interessarsi al cibo. In effetti, si disse, non era accaduto nulla di
strano e certamente non era innamorata di lui
Ehi! Boardman! Scendi dalle nuvole, ti ho fatto una domanda.
Jill alz lo sguardo, trovandosi davanti Molly Wheelwright, dietologa,
che la fissava dall'alto. Scusami, ero sovrappensiero.
Ti ho chiesto: da quando in qua il tuo reparto mette i pazienti delle ope-
re di carit nelle stanze private di lusso?
Non sapevo che avessimo fatto una cosa del genere.
La K-12 non nel tuo reparto? O ti hanno trasferita?
La K-12? Certo che lo . Ma non si tratta di un paziente delle opere di
carit; una vecchietta ricchissima, tanto ricca che pu permettersi di paga-
re un dottore che controlli ogni suo respiro.
Humph! Se ricca, deve aver avuto un colpo di fortuna nei giorni scor-
si. ricoverata nel reparto assistiti dell'ala geriatrica da ormai 17 mesi
l'ho riconosciuta.
Forse c' un errore.
Certo non da parte mia. Nella mia cucina dietetica non si ammettono er-
rori. Quel vassoio in particolare molto speciale, e lo controllo io di perso-
na. Dieta priva di grassi (le hanno tolto la cistifellea), una lista lunghissima
di cibi a cui allergica, pi somministrazione di farmaci nel cibo stesso.
Credimi, cara, una dieta pu essere riconoscibile quanto un'impronta digita-
le. Si alz in piedi. Be', devo scappare. Come vorrei che mi lasciassero
seguire per un po' questa cucina qui!
Cos'aveva da blaterare Molly? domand un'altra infermiera.
Nulla, era solo un po' confusa. Ma Jill continu a pensarci sopra. Le
venne in mente che avrebbe potuto individuare l'Uomo di Marte chiedendo
informazioni presso le cucine. Scart immediatamente l'idea; avrebbe im-
piegato una giornata intera per visitare le cucine di tutti i reparti. Il Centro
Bethesda era stato fondato come ospedale navale ai tempi in cui le guerre si
combattevano sugli oceani, e gi allora si trattava di un complesso enorme.
In seguito era stato ceduto al ministero della Salute e Educazione, e si era
espanso ulteriormente. Ora invece apparteneva alla Federazione, ed era an-
cora pi grande, come una piccola citt.
Ma c'era qualcosa di strano nel caso della signora Bankerson. L'ospedale
accettava ogni genere di paziente; privato, mutuato o governativo, e nel re-
parto dove lavorava Jill venivano ricoverati solo pazienti aventi a che fare
con il Governo; in particolare, nelle stanze singole di lusso erano alloggiati
solo senatori della Federazione o loro ospiti ufficiali. Era piuttosto insolito
che un paziente privato ottenesse una stanza di lusso in quel reparto.
Naturalmente, poteva anche darsi che non avessero spazi letto disponibili
nei reparti in cui venivano alloggiati i pazienti non paganti e che l'avessero
quindi mandata da loro per questo motivo. S, doveva essere per forza cos.
Dopo pranzo, comunque, non ebbe il tempo per pensarci, poich fu trop-
po occupata con una serie di nuovi pazienti. Avvenne che un degente aveva
bisogno di un letto motorizzato. Di norma Jill avrebbe dovuto telefonare al
deposito materiali per farsene mandare uno, ma ci sarebbe voluto del tempo
e lei aveva bisogno del letto immediatamente. Ricord allora di averne visto
uno che normalmente avrebbe dovuto trovarsi nella stanza K-12 parcheg-
giato nella stanzetta d'attesa adiacente. Aveva anche rimproverato un marine
che vi si era seduto sopra. A quanto pareva lo avevano lasciato l quando era
stato sostituito dal letto idraulico assegnato a Smith.
Era quindi assai probabile che fosse ancora l, inutilizzato, e tuttora asse-
gnato al suo reparto. Decise di andare a controllare.
La porta della saletta d'attesa era ancora chiusa a chiave, e scopri con un
certo stupore che il suo passepartout non l'apriva pi. Annotando mental-
mente che avrebbe dovuto riferire agli addetti alla manutenzione di riparare
la serratura, Jill si rec alla stanza da cui veniva controllata la signora Ban-
kerson con l'intenzione di domandare al dottore di servizio se sapesse qual-
cosa di quel letto.
Il medico di guardia era lo stesso che aveva conosciuto in mattinata, il
dottor Brush. Da quanto Jill aveva appreso da lui, non si trattava n di un ti-
rocinante n di un medico, ma era stato assegnato dal dottor Garner apposi-
tamente alla sorveglianza di quella paziente. Quando infil la testa nella
stanza, Brush alz immediatamente lo sguardo. Signorina Boardman! Pro-
prio la persona che desideravo vedere!
Perch non ha chiamato? Come sta la sua paziente?
Ah, sta bene disse, alzando lo sguardo verso lo schermo. Ma io sto
decisamente male.
Problemi?
Qualche problemino. Inconvenienti la cui soluzione non si trova all'in-
terno di questa stanza. Infermiera, sarebbe disposta a rimanere qui mentre
mi allontano per qualche istante? E a tenere la bocca chiusa sull'accaduto?
Credo di s. Ho detto alla mia assistente che sarei stata via per qualche
minuto. Se mi lascia usare il suo telefono, le dir che sono qui.
No! fece il dottore in tono concitato. Basta che si limiti a chiudere a
chiave la porta quando esco e a non aprire a nessuno finch non mi sente
bussare tre volte. Su, sia brava
Va bene disse Jill, dubbiosa. Devo fare qualcosa per la sua paziente?
No, no, basta che rimanga l seduta e la guardi attraverso lo schermo.
Non c' bisogno che faccia alcunch. Non la disturbi.
Se succede qualcosa dove la trovo, nella mensa dottori?
No, non cos lontano; devo solo andare un attimo al gabinetto degli uo-
mini, in fondo al corridoio. Ora la prego, mi lasci andare si tratta di una
questione urgente.
Usc, e Jill esegui il suo ordine chiudendo la porta a chiave alle sue spal-
le. Diede un'occhiata alla paziente attraverso il visore e scrut i grafici e le
rilevazioni degli strumenti. L'anziana donna si era nuovamente addormenta-
ta, e gli strumenti indicavano pulsazioni forti e costanti e un respiro pi che
regolare. Jill si domand per quale motivo il dottor Garner ritenesse neces-
saria quella veglia costante.
Poi ricord il motivo per il quale era l e decise che poteva controllare se
il letto si trovava ancora nella stanza d'attesa adiacente a quella della signora
senza nemmeno disturbare il dottor Brusii. Anche se la cosa non era confor-
me alle istruzioni che le erano state date, non avrebbe certamente disturbato
la sua paziente. Inoltre, aveva imparato molti anni addietro che i dottori non
potevano essere danneggiati da ci che non sapevano. Apri la porta con
grande cautela ed entr nella stanza.
Un rapido sguardo la rassicur sul fatto che la signora Bankerson fosse
sprofondata nel sonno profondo caratteristico dell'et senile. Camminando
silenziosamente, attravers la stanza fino alla porta della sala d'attesa. Era
chiusa a chiave, ma il suo passepartout le permise di entrare.
Constat subito con piacere che il letto si trovava ancora l. Poi not an-
che che la stanza era occupata Seduto su una poltrona con un libro di im-
magini tra le mani, vi era niente di meno che l'Uomo di Marte.
Smith alz lo sguardo e le rivolse il sorriso radioso di un bimbo felice.
Jill ebbe una sensazione di capogiro, come se l'avessero appena strappata
a un sonno profondo. Una miriade di pensieri le invase la mente. Valentine
Smith, l? Non poteva essere: lo avevano trasferito, o almeno questo era sta-
to scritto nel registro. Eppure era davanti a lei.
Poi, d'improvviso, tutte le terribili implicazioni e possibilit le apparvero
chiare il finto Uomo di Marte in stereovisione la vecchietta nell'altra
stanza in attesa di morire che copriva il fatto che vi fosse un altro paziente
nella sala d'attesa la porta che non si apriva e, infine, un'orribile visio-
ne: la barella che portava all'obitorio il corpo esanime dell'anziana, coperto
da un ampio lenzuolo che avrebbe celato anche il cadavere di Smith.
Quando quest'ultima immagine da incubo le venne alla mente, port con
s una gelida ventata di terrore; Jill si rese improvvisamente conto che que-
sto segreto aveva messo in grave pericolo anche la sua stessa incolumit.
Smith si alz goffamente dalla poltrona, protese entrambe le mani e, con-
tinuando a sorridere, esclam. Fratello d'acqua!
Ciao. Uh come stai?
Io sto bene. Io sto felice. Aggiunse qualcosa in una strana parlantina
gracchiante, quindi si corresse e disse con cura: Tu sei qui, mio fratello. Tu
eri via. Ora tu sei qui. Io bevo profondamente della tua presenza.
Jill era disperatamente divisa fra due emozioni; da una parte si sentiva
scigliere il cuore, e allo stesso tempo aveva una gran paura di essere sco-
perta l. Smith non sembr rendersene conto. Vedi? disse invece. Io
cammino! Io divento forte! Le diede una dimostrazione facendo qualche
passo su e gi per la stanza, quindi si ferm davanti a lei, sorridente, affati-
cato ma con un'espressione di trionfo dipinta sul volto.
Jill si costrinse a sorridere. Stiamo facendo grandi progressi, non
vero? Rafforzarsi, questo lo spirito giusto! Ma ora devo scappare mi di-
spiace, sono solo entrata un attimo per salutarti.
L'espressione di Smith mut improvvisamente in una smorfia di dispera-
zione. Non andare!
Purtroppo devo.
Il volto di Michael rimase triste, poi lui aggiunse con tragica certezza:
Io ti ho fatto male. Non sapevo.
Fatto male a me? Oh no, niente affatto! Ma ora devo andare, e di
corsa!
Il volto di Smith era privo di espressione. Portami con te, fratello. Si
trattava di un'affermazione, non di una domanda.
Cosa? Oh, non posso. E devo andare, subito. Ascoltami bene: non devi
dire a nessuno che sono passata di qui, ti prego.
Non dire che mio fratello d'acqua stato qui?
Esatto. Non devi dirlo a nessuno. Io cercher di tornare, davvero, ci
prover. Nel frattempo tu fai il bravo e non dirlo a nessuno.
Smith comprese e assunse nuovamente un'espressione serena. Io aspet-
ter. Io non dir.
Bravo! Jill si domand come sarebbe stato possibile entrare di nuovo
in quella stanza di certo non avrebbe potuto contare sul fatto che al dottor
Brush capitasse un altro urgente bisogno fisiologico. I suoi occhi fissarono
la porta che dava sul corridoio, e d'un tratto Jill si rese conto che la serratura
guasta non era affatto guasta. Ora capiva perch la sua chiave non aveva
funzionato; all'interno della porta era stato fissato un catenaccio a mano,
rendendo inservibile qualsiasi tipo di chiave dall'esterno. Come sempre ac-
cade negli ospedali, le porte dei gabinetti e delle altre stanze che potevano
essere chiuse dall'interno potevano essere sempre aperte anche dall'esterno,
in modo che i pazienti indisciplinati non si potessero chiudere dentro e nel
caso che qualcuno si sentisse male. Ma Smith era stato chiuso in quella
stanza, e l'aggiunta di un catenaccio del genere serviva a tenere fuori anche
il personale non autorizzato.
Jill si avvicin alla porta e stacc il catenaccio. Aspettami disse. Tor-
ner.
Io aspetto.
Quando torn nella sala di controllo, senti che Brush stava ripetendo le
tre bussate prescritte con un certo nervosismo. Corse ad aprire.
Il dottore irruppe nella stanza, esclamando: Dove diavolo era, infermie-
ra? Ho ripetuto la bussata ben tre volte. Rivolse un'occhiata sospettosa alla
porta interna.
Ho visto che la sua paziente si agitava nel sonno disse Jill di tutta fret-
ta. Cos, sono entrata a sistemarle il cuscino.
Maledizione, le avevo detto di rimanere l seduta alla scrivania!
Jill si rese improvvisamente conto che quell'uomo era ancor pi spaven-
tato di lei e a ragione. Decise quindi di sferrare il suo contrattacco: Dot-
tore, io le ho fatto un favore disse in tono freddo. Tanto per iniziare, la
sua paziente non di responsabilit di questo reparto. Tuttavia, dato che me
l'ha affidata, sono stata costretta a fare ci che ritenevo necessario in sua as-
senza. Dato che lei ha messo in dubbio le mie capacit, lasciamo che sia il
sovrintendente del reparto a sistemare la faccenda.
Cosa? No, no, non fa niente.
No, signore. Non gradisco che le mie azioni professionali vengano mes-
se in dubbio senza motivo. Come sapr, un paziente di quell'et pu rimane-
re soffocato in un letto idraulico; ho fatto ci che ritenevo necessario. Ci
sono infermiere che accettano qualsiasi critica dai dottori, ma nel mio caso
non cos. Quindi, chiamiamo il sovrintendente.
Senta, signorina Boardman, faccia finta che io non abbia detto nulla.
Ero un po' su di giri e ho parlato senza pensare. La prego di accettare le mie
scuse.
Va bene, dottore rispose Jill con freddezza. Ha bisogno di qualcos'al-
tro o posso andare?
No, grazie. La ringrazio per avermi sostituito. Solo be', le dispiace-
rebbe non menzionare l'accaduto, per cortesia?
Non lo menzioner. Ci puoi scommettere la vita che non lo menzione-
r, aggiunse fra s. Ma ora che cosa faccio? Oh, come vorrei che Ben fosse
in citt! Torn alla sua scrivania, fece un cenno di saluto alla sua assistente,
quindi fece finta di controllare dei documenti. Dopo un po' si ricord di ri-
chiedere quel letto motorizzato per cui era incappata in tutta quella faccen-
da. Mand la sua assistente a controllare il paziente che lo aspettava (che
era stato temporaneamente sistemato in un letto normale) e cerc di riflette-
re.
Dove poteva essere Ben? Se solo avesse saputo dove recuperarlo, si sa-
rebbe presa dieci minuti di pausa, lo avrebbe chiamato e avrebbe scaricato
le sue preoccupazioni sulle sue ampie spalle. Invece quel maledetto era in
giro a ciondolare da qualche parte, e aveva lasciato a lei tutta la responsabi-
lit. O no?
Un terribile sospetto che aveva covato nel suo subconscio per tutto il
giorno affior finalmente in superficie e questa volta dovette affrontarlo.
Ben Caxton non se ne sarebbe mai andato senza farle sapere il risultato del
suo tentativo di intervistare l'Uomo di Marte. Essendo sua compagna di co-
spirazione, lei aveva tutto il diritto di conoscerne l'esito, e Ben giocava sem-
pre pulito sempre.
Le pass allora per la mente una frase che Ben le aveva detto mentre tor-
navano in taxi da Hagerstown: se qualcosa dovesse andare storto, tu sei
il mio asso nella manica Dolcezza, se non senti pi mie notizie, rimani
solo tu
Sulle prime non ci aveva riflettuto, poich era convinta che non potesse
accadere nulla a Ben. Adesso invece doveva riflettere su quella possibilit,
mentre allo stesso tempo tentava di concentrarsi sul lavoro. Vi un momen-
to nella vita di ciascun essere umano in cui occorre decidere di rischiare la
vita, la fortuna e il sacro onore per un risultato niente affatto garantito. Co-
loro che si lasciano intimidire da una simile sfida non potranno mai crescere
come persone. Jill Boardman incontr la sua sfida personale, e la raccolse,
alle 15:47 di quel pomeriggio, mentre cercava di convincere un visitatore
che non poteva introdurre un cane nel reparto, anche se era riuscito a farlo
passare inosservato alla reception e anche se il paziente che andava a visita-
re aveva assoluto bisogno di vederlo.
Quando Jill ebbe lasciato la sua stanza, l'Uomo di Marte torn a sedersi.
Non raccolse il libro di immagini che gli avevano dato, limitandosi ad atten-
dere in un modo che un essere umano, incapace di esprimere gesti ed emo-
zioni tipicamente marziani, potrebbe descrivere come paziente. Rimase
semplicemente l seduto in silenziosa felicit, poich suo fratello gli aveva
detto che sarebbe tornato. Era pronto a stare l ad aspettarla, senza fare nulla
e senza muoversi, anche per diversi anni, se necessario.
Non aveva idea di quanto tempo fosse passato dal momento in cui aveva
condiviso l'acqua con quel fratello; non solo trovava quel luogo stranamente
distorto dal punto di vista spazio-temporale, ricco di sequenze di immagini e
di suoni e di esperienze nuove non ancora grokkate, ma la cultura del suo
nido considerava il tempo in maniera assai differente rispetto a quella degli
esseri umani. La differenza fondamentale non stava tanto nel fatto che i
marziani vivessero molto pi a lungo rispetto agli standard terrestri, quanto
in un atteggiamento di base rispetto al tempo completamente diverso.
Smith attese.
Entr Brush, che lo osserv per qualche istante. Smith non si mosse, e
Brush se ne and.
Quando Smith senti girare la chiave nella serratura della porta che dava
sul corridoio, ricord che era lo stesso suono che aveva sentito poco prima
della visita del suo fratello d'acqua, quindi prepar il suo metabolismo a rea-
gire nel caso che si ripetesse la stessa sequenza. Quando la porta si apr ed
entr Jill, rimase piuttosto stupito, poich non si era reso conto che la porta
esterna fosse una porta. Ci nonostante grokk immediatamente quel fatto e
si lasci andare alla gioiosa sensazione di pienezza che si prova solo in pre-
senza dei propri compagni di nido, dei propri fratelli d'acqua prescelti e (in
alcune circostanze) in presenza degli Anziani.
La sua gioia venne per in parte soffocata dalla immediata consapevolez-
za del fatto che il suo fratello non la condividesse interamente di fatto,
sembrava essere agitata quanto una persona in procinto di scorporarsi per
qualche grave o vergognosa mancanza o fallimento.
Ma Smith aveva ormai imparato che le creature terrestri, tanto simili a lui
per certi aspetti, potevano resistere a sensazioni ed emozioni terribili anche
solo da contemplare, senza morirne. Il suo fratello Mahmoud soffriva di
agonia spirituale cinque volte al giorno, e non solo rimaneva in vita, ma ad-
dirittura considerava quella sensazione quasi necessaria. Il suo fratello capi-
tano van Tromp soffriva di terribili e imprevedibili spasimi, ognuno dei qua-
li avrebbe dovuto, per gli standard di Smith, portare alla scorporazione im-
mediata, unico modo per porre fine al conflitto interiore. Ci nonostante,
per quel che ne sapeva, egli era ancora vivo e in buona salute.
Cos decise di ignorare lo stato di agitazione di Jill.
Jill gli mise in mano un fagotto. Tieni, infilati questi. Presto!
Smith accett il pacco di vestiti e rimase in attesa. Jill lo guard. Oh,
Dio! esclam. Va bene, spogliati. Ti aiuter io.
Fu costretta a fare ben pi che aiutarlo; dovette praticamente spogliarlo e
rivestirlo completamente. Smith indossava un pigiama dell'ospedale, un ac-
cappatoio e un paio di ciabatte, non perch desiderasse essere vestito a quel
modo ma semplicemente perch gli era stato detto di indossare quegli abiti.
Era ormai in grado di metterseli e toglierli da solo, ma non abbastanza velo-
cemente per le esigenze del momento di Jill. Lo spogli rapidamente; dato
che lei era un'infermiera e lui non aveva mai sentito nemmeno parlare di pu-
dore, le operazioni non vennero rallentate da inutili amenit; le uniche diffi-
colt furono di natura puramente meccanica. Smith fu deliziato e sorpreso
dalle lunghe pelli finte che Jill gli infil sulle gambe, ma lei non gli diede il
tempo di goderne, fissando le calze da donna alle sue cosce con dello scot-
ch. L'uniforme da infermiera che gli infil subito dopo non era la sua: l'ave-
va chiesta a un'infermiera molto pi grossa di lei con la scusa di prestarla a
un suo cugino per una festa in maschera. Gli agganci attorno al collo un
mantelletto da infermiera, pensando che il drappo avrebbe coperto gran par-
te delle caratteristiche sessuali primarie e secondarie o almeno cos spera-
va. Le scarpe risultarono il particolare pi difficile, poich non erano esatta-
mente della sua misura e per Smith era ancora piuttosto difficile camminare
e stare in piedi con quella gravit, anche a piedi nudi.
Ma alla fine.riusc a vestirlo e ad appuntargli sulla testa un cappellone da
infermiera. I tuoi capelli non sono molto lunghi disse in tono ansioso ma
ormai quasi tutte le ragazze li portano cos, quindi deve andare bene per for-
za. Smith non rispose, non comprendendo molto di quel commento. Cerc
di immaginare i suoi capelli pi lunghi, ma presto cap che ci avrebbe messo
un bel po' di tempo.
Ora disse Jill ascoltami attentamente. Qualsiasi cosa accada, non dire
una parola. Ci penser io a parlare. Hai capito bene?
Non parlare. Io non parler.
Limitati a seguirmi, ti terr per mano. E non dire una parola. Ma se co-
nosci qualche preghiera, prega!
Prega?
Lascia stare. Seguimi e rimani in silenzio. Apri la porta, diede una ra-
pida occhiata fuori, poi lo prese per mano e lo condusse nel corridoio.
Nessuno prest loro particolare attenzione. Smith trov sconvolgenti le
molte strane configurazioni che gli si pararono davanti; si senti come assali-
to da immagini che non riusciva a mettere a fuoco. Arranc alla cieca strin-
gendo la mano di Jill, con gli occhi e gli altri sensi quasi del tutto annullati
per proteggersi dal caos.
Lei lo condusse fino alla fine del corridoio, dove salirono su un tappeto
mobile. Smith perse l'equilibrio, e sarebbe piombato a terra se Jill non lo
avesse afferrato al volo. Un'addetta alle pulizie li scrut con aria curiosa e
Jill imprec sottovoce. Quando scesero dal tappeto, us maggiore cautela.
Per salire sul tetto presero un ascensore, poich Jill era certa che non sareb-
be riuscita a guidarlo su per il tubo a rimbalzo.
Una volta sul terrazzo, dovettero affrontare una situazione di crisi, anche
se Smith non se ne rese assolutamente conto. Era letteralmente deliziato dal-
la vista del cielo, dato che in vita sua aveva visto solo quello di Marte. Per
lui quel cielo era incredibilmente luminoso, colorato e gioioso, sebbene fos-
se la tipica giornata grigia e autunnale di Washington. Nel frattempo, Jill si
mise alla ricerca di un taxi. Il terrazzo era pressoch deserto, cosa sulla qua-
le Jill aveva contato, dato che la maggior parte delle infermiere staccavano
alla sua stessa ora ed erano gi andate via da almeno quindici minuti, e le
visite pomeridiane erano finite da un pezzo. Ma, naturalmente, anche i taxi
erano gi andati via tutti. Non poteva rischiare di prendere un aerobus, an-
che se entro pochi minuti ne sarebbe passato uno che andava nella sua dire-
zione.
Stava per chiamare un taxi quando ne vide discendere uno. Chiam l'ad-
detto alla supervisione del terrazzo. Jack! Quel taxi libero? Me ne serve
uno.
Probabilmente quello che ho chiamato per il dottor Phipps.
Oh, cavolo! Jack, puoi trovarmene un altro alla svelta? Questa qui mia
cugina Madge, che lavora nell'ala sud. Ha una laringite terribile e vorrei
portarla via da questo vento al pi presto.
L'uomo rivolse un'occhiata dubbiosa verso il telefono nella sua cabina e
si gratt la testa. Va bene, signorina Boardman, visto che lei, ne chiamer
un altro per il dottor Phipps. Che gliene pare?
Oh, Jack, sei fantastico! Non dire nulla, Madge, lo ringrazio io per te.
La poverina non ha pi nemmeno un filo di voce. Ora la porto subito a casa
e la curo a rum.
Dovrebbe servire allo scopo. I rimedi all'antica sono sempre i migliori:
cos diceva sempre mia madre. L'uomo infil una mano nel taxi e inser la
combinazione di casa di Jill dalla memoria, quindi li aiut a salire. Jill riusc
a mettersi in mezzo e a coprire la goffaggine di Smith per quella particolare
procedura. Grazie, Jack disse infine. Grazie mille.
Il taxi decoll, e Jill pot finalmente tirare un sospiro di sollievo. Puoi
parlare, ora.
Cosa devo dire?
Nulla. Qualsiasi cosa. Quel che ti va di dire.
Smith riflett. Era evidente che un simile invito richiedeva una risposta
valida, degna di un rapporto fra fratelli. Gli vennero alla mente diverse idee,
che scart perch non sapeva come tradurle, quindi opt per una che pensa-
va di essere in grado di esprimere in maniera accettabile e che forse poteva
trasmettere, seppure in quella lingua strana e piatta, almeno un accenno del
caloroso avvicinarsi di cui dovevano godere i fratelli d'acqua. Che le no-
stre uova condividano lo stesso nido disse.
Jill assunse un'espressione perplessa. Come? Che cosa hai detto?
Smith si disper per questa mancanza di comprensione, che interpretava
come un fallimento da parte sua. Si rese conto con tristezza che, ogni volta
che aveva desiderato creare unit con quelle creature, era invece solo riusci-
to a produrre agitazione. Prov di nuovo, riarrangiando il suo scarso voca-
bolario per esprimere quel suo pensiero in maniera differente. Il mio nido
il tuo e il tuo nido il mio disse.
Questa volta Jill si produsse in un sorriso. Ma che carino! Mio caro, non
sono del tutto certa di averti capito, ma se cos, devo dirti che si trattato
dell'offerta pi gentile che abbia ricevuto da un sacco di tempo a questa par-
te. Solo che al momento siamo nei guai fino al collo, quindi propongo di ri-
mandare di un poco, che ne dici?
Smith cap ci che aveva detto Jill non pi di quanto lei avesse capito la
sua frase, ma percep ugualmente l'atteggiamento compiaciuto del suo fra-
tello d'acqua e cap che gli aveva suggerito di attendere. Attendere era una
cosa che faceva senza alcuno sforzo, quindi si appoggi allo schienale, feli-
ce del fatto che tutto andasse bene fra lui e il suo fratello, e si god il pano-
rama. Era la prima volta che volava sulla citt, e vi erano molte cose nuove
che doveva cercare di grokkare. Gli venne in mente che il metodo che usa-
vano a casa per spostarsi da un punto all'altro non permetteva quella delizio-
sa vista di quanto stava in mezzo. Questo pensiero lo port quasi a fare un
paragone fra metodi marziani e metodi terrestri non graditi dagli Anziani,
ma la sua mente si ritrasse automaticamente da quell'eresia.
Anche Jill era silenziosa, mentre cercava di riordinare i suoi pensieri. Al-
l'improvviso, si rese conto che il taxi stava imboccando l'ultimo canale di
traffico prima del suo appartamento e cap altrettanto velocemente che
casa sua era l'ultimo luogo in cui avrebbe dovuto andare, dato che sarebbe
stato il primo in cui avrebbero cercato Smith non appena scoperto che era
fuggito e chi lo aveva aiutato a farlo. Non ingann se stessa pensando di
aver coperto le proprie tracce; pur non sapendo nulla dei metodi usati dalla
polizia, immaginava di aver lasciato abbondanti impronte digitali nella stan-
za in cui l'Uomo di Marte era ricoverato, e in molti li avevano visti uscire.
Era persino possibile (lo aveva sentito dire) che un tecnico decifrasse il na-
stro di viaggio computerizzato del taxi e risalisse a tutti i viaggi compiuti da
quel determinato veicolo nel corso della giornata, con tanto di orario, luogo
di partenza e destinazione di ogni singola corsa.
Allung quindi una mano, annullando sulla tastiera l'ordine di dirigersi a
casa sua. Non sapeva se questo avrebbe cancellato o meno l'ordine dal na-
stro, ma non aveva certamente intenzione di recarsi in un luogo dove la po-
lizia poteva essere gi ad aspettarla.
Il taxi rallent, si sollev dalla corsia di traffico e rimase in attesa. Dove
poteva andare? Dove, in quella enorme citt, si poteva nascondere un uomo
che non era nemmeno in grado di vestirsi da solo? La persona pi ricercata
di tutto il globo? Se solo ci fosse stato Ben l con lei Ben, dove diavolo
sei?
Allung nuovamente la mano, prese il telefono e, senza alcuna speranza,
digit il numero di Ben, aspettandosi la voce distaccata di un messaggio re-
gistrato. Trasal quando senti rispondere da una voce maschile ma poi fu
assalita da un senso di delusione quando si rese conto che non si trattava di
Ben: era il suo assistente, Osbert Kilgallen. Oh, scusi, signor Kilgallen.
Sono Jill Boardman. Credevo di aver chiamato la residenza del signor Cax-
ton.
Infatti. Ma quando si assenta per pi di ventiquattr'ore, faccio sempre
passare direttamente qui le chiamate dirette alla sua abitazione.
Quindi ancora fuori citt?
Temo di s. Posso fare qualcosa per lei?
Uh, no. Ma senta, signor Kilgallen, non le pare strano che Ben sia
scomparso cos, all'improvviso? Lei non preoccupato?
E perch mai dovrei esserlo? Il suo messaggio diceva che non sapeva
per quanto tempo si sarebbe assentato.
E non trova che gi questo fatto sia strano di per s?
Non quando si fa un lavoro come quello del signor Caxton, signorina.
Be', io invece penso che ci sia qualcosa di molto strano nel fatto che sia
scomparso cos, almeno in questa occasione! Credo che lei dovrebbe denun-
ciare la cosa. Credo che dovrebbe comunicarlo a tutte le agenzie di stampa
del paese del mondo intero!
Sebbene il telefono di quel taxi non fosse dotato di visore, Jill cap che
Osbert Kilgallen si raddrizzava sulla sua poltrona. Mi dispiace, signorina
Boardman, ma temo che dovr interpretare le istruzioni del mio datore di la-
voro a modo mio.
Inoltre se non le secca che lo dica ogni volta che il signor Caxton la-
scia la citt, c' sempre qualche buona amica che lo cerca disperata-
mente.
Qualche sgualdrina che vuole mettergli una catena alle caviglie, pens
Jill con rabbia e questo Osbert pensa che io sia quella del momento. Quel
commento la fece recedere dal proposito, che aveva avuto in un primo mo-
mento, di chiedere aiuto a Kilgallen; interruppe la comunicazione un attimo
dopo.
Dove poteva andare? Improvvisamente, le balz alla mente la soluzione
pi ovvia. Se Ben era scomparso, e se nella sua scomparsa c'era lo zampino
del Governo, l'ultimo luogo in cui sarebbero andati a cercare Valentine Smi-
th sarebbe stato proprio l'appartamento di Ben. Sempre che, pens, capisse-
ro che lei lo conosceva.
A casa di Caxton sarebbe stato possibile prendere dei vestiti per Michael
e reperire del cibo sfruttando la dispensa. Quest'ultimo pensiero la convinse.
Digit la combinazione per l'appartamento di Ben. Il taxi entr nella nuova
corsia e riparti.
Giunti davanti alla porta dell'appartamento, Jill avvicin la bocca al cito-
fono e disse con enfasi: Carthago delenda est!
Non accadde nulla. Oh, maledizione! disse fra s; ha cambiato la combi-
nazione! Rimase l impalata, con le ginocchia che le cedevano, cercando di
non incrociare lo sguardo di Smith. Si rivolse nuovamente verso il microfo-
no. Si trattava di una serratura Raytheon, che usava lo stesso circuito vocale
sia per azionare la serratura che per annunciare i visitatori. Decise di annun-
ciare se stessa nella vana speranza che Ben fosse tornato. Ben, sono Jill.
La serratura scatt.
Entrarono, e la porta si chiuse alle loro spalle. Per un attimo Jill pens
che fosse stato Ben a farli entrare, poi si rese conto che aveva indovinato
per puro caso la sua nuova combinazione vocale un simpatico compli-
mento da parte di Ben, ma anche parte di una sua tattica da lupo. Pens che
avrebbe fatto volentieri a meno del complimento se fosse servito a evitarle
la terribile sensazione di panico che aveva provato quando la porta non si
era aperta al primo comando.
Smith rimase in piedi, in silenzio, ai margini del lussureggiante prato ver-
de, guardandosi attorno. Ancora una volta si trovava in un luogo talmente
nuovo che non riusciva a grokkarlo immediatamente, ma nonostante ci tro-
v che fosse piuttosto piacevole. Era meno emozionante del luogo mobile
che avevano appena lasciato, ma per molti versi la sua essenza era pi adat-
ta a lui. Osserv con un certo interesse la finestra panoramica in fondo alla
stanza, pur non riconoscendola come tale; la scambi infatti per un quadro
vivente come quelli che era abituato a vedere a casa sua. La stanza in cui lo
avevano tenuto in ospedale non aveva finestre e fino a quel momento Smith
non aveva ancora visto nulla che gli suggerisse il concetto stesso di fine-
stra.
Not con una certa approvazione che la simulazione di profondit e mo-
vimento del quadro era perfetta; doveva essere stato creato da qualche
grande artista del luogo. Fino a quel momento non aveva visto nulla che gli
suggerisse che quella gente possedesse il concetto di arte; questa nuova
esperienza lo port a grokkare gli umani ulteriormente, infondendogli una
sensazione di calore.
Poi un movimento attir il suo sguardo; si volt, e vide che suo fratello si
stava togliendo dalle gambe le finte pelli e le scarpe.
Jill emise un sospiro e sprofond le dita dei piedi nell'erba. Caspita,
come mi fanno male i piedi disse. Alz lo sguardo, e not che Smith la sta-
va fissando con quella sua aria da bambino stranamente inquietante. Fai
anche tu come me gli disse. Vedrai che ti piacer.
Smith sbatt le palpebre. Come fare?
Ah, scusa, mi ero dimenticata. Vieni qui, ti aiuto. Gli tolse le scarpe,
strapp il nastro adesivo e gli sfil le calze. Ecco: non ti senti molto me-
glio?
Smith agit le dita nell'erbetta fresca. Ma questo vive? domand poi ti-
midamente.
Certo, vive. erba vera, erba viva. Ben ha pagato un sacco di soldi per
averla. Solo l'illuminazione speciale che serve per tenerla in vita costa pi di
quanto io non guadagni in un mese. Quindi cammina pure e lascia che i tuoi
piedi godano della sensazione.
Smith non cap la gran parte di quanto gli era stato detto, ma capt che
quell'erba era composta di esseri viventi e che era stato invitato a camminar-
ci sopra. Camminare su esseri vivi? domand con incredulo orrore.
E perch no? Non fa certo male all'erba. Tanto pi che si tratta di una
variet sviluppata specificamente per tappeti interni.
Smith fu costretto a ricordare che un fratello d'acqua non poteva condurlo
in un'azione errata. Con un certo timore, fece qualche passo e scopri ben
presto che si trattava di una sensazione piacevole e che le creature viventi
non protestavano affatto. Amplific al massimo la sua sensibilit nei loro
confronti; suo fratello aveva ragione, farsi camminare sopra era la loro giu-
sta funzione. Decise di accettarlo e di goderne; lo sforzo che fu costretto a
fare fu simile a quello cui avrebbe dovuto sottoporsi un uomo che cercasse
di apprezzare i meriti del cannibalismo usanza che lui invece trovava per-
fettamente normale.
Jill sospir. Be', sar meglio smetterla di giocare. Non so per quanto
tempo saremo al sicuro, qui.
Sicuro?
Non possiamo rimanere qui troppo a lungo. Pu darsi che gi adesso
stiano controllando ogni singolo veicolo partito dal complesso ospedaliero.
Fece una smorfia e riflett. Casa sua non andava bene, quella di Ben nem-
meno e lui aveva accennato di volerlo portare da Jubal Harshaw. Solo che
lei non conosceva Harshaw; non sapeva nemmeno dove abitasse Da qual-
che parte nei Poconos, le aveva detto lui. Be', avrebbe dovuto scoprire dove
abitava e chiamarlo. Non aveva altre alternative.
Perch non sei felice, mio fratello?
Jill usc di colpo dal suo stato contemplativo e fiss Smith. Quel povero
bambino non si rendeva nemmeno conto che erano nei guai! Fece uno sfor-
zo per vedere la situazione dal suo punto di vista. Non ci riusc, ma compre-
se che lui non aveva assolutamente idea che stessero fuggendo da da
cosa? Dagli sbirri? Dalle autorit ospedaliere? Non sapeva nemmeno se e
quali leggi avesse infranto. Aveva solo la sensazione di essersi messa contro
la gente che contava, i boss, quelli che prendevano tutte le decisioni impor-
tanti.
Come poteva spiegare all'Uomo di Marte contro chi stavano combatten-
do, se non lo sapeva nemmeno lei? Su Marte esisteva la polizia? La met
delle volte che gli parlava, aveva l'impressione di rivolgersi a un muro
Non ti preoccupare gli disse in tono convinto. Limitati a fare quel che
ti dico di fare.
S.
La sua era un'accettazione costante, illimitata, un eterno assenso. Jill ven-
ne improvvisamente colta dalla sensazione che Smith si sarebbe buttato dal-
la finestra senza un attimo di esitazione se lei glielo avesse ordinato e in
questo non si sbagliava affatto; si sarebbe buttato eccome, avrebbe goduto
di ogni singolo istante del volo di venti piani e avrebbe accettato senza la
minima sorpresa o rabbia l'impatto e la scorporazione. E sarebbe stato pi
che consapevole che quel volo lo avrebbe ucciso; la paura della morte era
un concetto che non lo sfiorava nemmeno. Se un fratello d'acqua lo avesse
scelto per una scorporazione in quella strana maniera, ne avrebbe goduto e
avrebbe cercato di grokkare.
Be', inutile che rimaniamo qui a tenere i piedi nell'erba. Ora preparo
qualcosa da mangiare, ti procuro degli abiti decenti e poi ce ne andremo.
Spogliati. Lasci la stanza per andare a rovistare nel guardaroba di Ben.
Scelse per Smith un completo da viaggio piuttosto anonimo, un berretto,
una camicia, un paio di mutande, un paio di scarpe, quindi torn in salotto.
Smith era ingarbugliato come un gattino in un gomitolo di lana; aveva tenta-
to di obbedire al suo ordine, ma ora aveva un braccio imprigionato nell'uni-
forme da infermiera e il viso avvolto nella gonna. Non si era nemmeno tolto
il mantelletto prima di cercare di sfilarsi il vestito.
Oh, caro! esclam Jill, e corse ad aiutarlo.
Lo liber dagli abiti, li guard, quindi decise di gettarli
nell'inceneritore avrebbe risarcito Etta Schere: al momento la cosa pi
importante era che i poliziotti non li trovassero l. Prima di metterti addos-
so i vestiti puliti, mio caro, ti faccio fare un bel bagno disse. Ti hanno tra-
scurato in ospedale. Vieni con me. Come infermiera, era ormai immune ai
cattivi odori. Allo stesso tempo, per, (proprio perch era un'infermiera) era
una fanatica dell'acqua e sapone e aveva la netta impressione che nessuno
si fosse occupato di lavare quel paziente. Pur non essendo sgradevole, l'odo-
re di Smith aveva un che di animalesco. Un'abbondante cura a base di acqua
e sapone era decisamente indicata.
Smith la osserv deliziato mentre riempiva la vasca. Anche nel bagno
della stanza in cui si trovava prima vi era stata una vasca, ma non si era reso
conto che servisse a contenere acqua; gli unici bagni che aveva fatto erano
stati a letto, e anche questi non erano certo stati molti; le sue continue trance
avevano interferito negativamente nel processo.
Jill controll la temperatura dell'acqua. Va bene, entra dentro.
Smith non si mosse. Assunse invece un'espressione perplessa.
Sbrigati! disse seccamente Jill. Entra nell'acqua.
Le parole che aveva usato avevano un significato inequivocabile nel vo-
cabolario umano, quindi Smith fece quanto gli era stato ordinato, pur tre-
mando per l'emozione. Questo fratello voleva che immergesse tutto il suo
corpo nell'acqua della vita. Mai gli era stato concesso un simile onore; per
quel che ne sapeva lui, un simile sacro privilegio non era mai stato offerto a
nessuno. Tuttavia, Smith iniziava anche a capire che questi esseri avevano
una maggiore dimestichezza con la sostanza della vita un fatto che non
aveva ancora grokkato ma che non poteva fare a meno di accettare.
Infil un piede tremante nell'acqua, poi l'altro e scivol lentamente
nella vasca finch l'acqua non lo ricopri completamente.
Ehi! esclam Jill, afferrandogli le spalle e trascinandogli la testa fuori
dall'acqua. Con grande terrore, si rese conto che aveva per le mani un corpo
inerte. Non poteva affogare, non in quelle circostanze! Si spavent e prese a
scuoterlo con vigore. Smith! Svegliati! Riprenditi!
Smith senti suo fratello che lo chiamava da lontano e ritorn. I suoi occhi
ripresero la loro trasparenza, il cuore acceler i battiti e i polmoni tornarono
a respirare. Tutto bene? domand Jill.
Tutto bene. Io sono molto felice mio fratello.
Mi hai fatto prendere un bello spavento. Sentimi bene, ora: non devi pi
andare sott'acqua con la testa. Rimani l seduto come sei.
S, mio fratello. Smith aggiunse diverse altre parole usando dei suoni
gracchianti e gutturali incomprensibili per Jill, un le mani a coppa, le riem-
pi d'acqua e, tenendo il liquido come fosse una manciata di gemme prezio-
se, se lo port alle labbra. Fece un piccolo sorso, quindi offri le sue mani
piene a Jill.
Ehi, non bere l'acqua della vasca! No, neanch'io la voglio.
Non bevi?
Il suo atteggiamento indifeso e ferito risult talmente commovente che
Jill si ritrov nuovamente a non sapere cosa fare. Ebbe un attimo di esitazio-
ne, poi pieg il capo e appoggi per un istante le labbra all'acqua tenuta fra
le sue mani. Grazie.
Che tu possa dissetarti sempre!
Spero che anche tu possa fare altrettanto, ma ora smettila. Se vuoi bere
dell'acqua, te ne porto un bicchiere. Questa non si beve.
Smith apparve soddisfatto e rimase seduto in silenzio. Jill fu costretta a
convincersi che Smith non aveva mai fatto un bagno in vita sua, e che non
aveva idea di cosa ci si aspettasse da lui. Esamin il problema. Certamente
avrebbe potuto insegnargli come fare ma stavano gi perdendo un sacco
di tempo prezioso. Forse avrebbe fatto meglio a lasciarlo sporco.
In fondo non era certo peggio che badare a un paziente difficile in un re-
parto psichiatrico, decise infine. Ormai si era bagnata la camicia quasi com-
pletamente nel tentativo di trascinare la testa di Smith fuori dall'acqua, quin-
di se la tolse e la appese ad asciugare. Prima di uscire dall'ospedale si era
vestita in borghese; indossava una piccola gonna pieghettata che le fruscia-
va attorno alle ginocchia e, sebbene fosse in tessuto impermeabile, le sem-
brava un peccato bagnarla. Scroll le spalle e se la sfil, rimanendo in mu-
tande e reggiseno.
Rivolse un'occhiata a Smith. L'Uomo di Marte la stava fissando con gli
occhi innocenti e interessati di un bambino. Jill si sorprese, ritrovandosi ad
arrossire per la vergogna; non sapeva di poter provare una sensazione simi-
le. Si considerava libera da forme morbose di modestia e non aveva nulla in
contrario alla nudit, sempre, beninteso, che fosse nei luoghi e nei momenti
giusti. Ricord che aveva partecipato alla sua prima festa con tanto di bagno
nudo all'et di 15 anni. Ci nonostante, quello sguardo infantile negli occhi
di un uomo adulto la metteva a disagio; decise quindi di sopportare la scoc-
ciatura degli indumenti intimi bagnati piuttosto che fare la cosa pi logica.
Copri il proprio imbarazzo con un poco di vigore professionale.
Okay, diamoci da fare. Si inginocchi accanto alla vasca, gli spruzz
addosso il sapone e inizi a strofinarlo, creando abbondante schiuma.
Dopo un po', Smith allung una mano e le tocc il capezzolo destro. Jill
si ritrasse di scatto, facendo quasi cadere lo spruzzatore.
Ehi! Non scherziamo!
Smith assunse l'espressione di un bimbo che ha appena ricevuto uno
schiaffo. Non? domand con aria tragica.
Non conferm lei con fermezza. Poi lo guard negli occhi e aggiunse
con dolcezza: Non fa niente. Ma non distrarmi con certe cose mentre sono
occupata.
Smith si astenne dal prendersi altre libert, e Jill tagli corto con il ba-
gno, facendolo alzare in piedi mentre gli sciacquava di dosso il sapone con
il getto della doccia. Si rivesti con un certo sollievo mentre Smith si asciu-
gava con l'aria calda. All'inizio la cosa lo spavent, facendolo tremare tutto,
ma lei gli disse che non c'era nulla da temere e gli ordin di tenersi alla
sbarra della vasca e rimanere l ad asciugarsi mentre lei si vestiva.
Poi lo aiut a uscire dalla vasca. Ecco qui; hai un odore decisamente
migliore, e scommetto che ti senti anche molto meglio.
Sento bene.
Ottimo. Ora vediamo di vestirti. Lo condusse fino alla camera da letto
di Ben, dove aveva lasciato gli abiti che aveva scelto per lui. Ma prima an-
cora che riuscisse a spiegare o assisterlo nell'indossare la biancheria, si ri-
trov improvvisamente con il cuore in gola.
Aprite la porta, l dentro!
Jill lasci cadere gli indumenti a terra. Era talmente spaventata che non
riusciva quasi a ragionare; prov la stessa sensazione di panico che provava
quando la respirazione di un paziente si arrestava o la pressione sanguigna
calava di colpo nel mezzo di un intervento. Ma venne assistita proprio dalla
disciplina che aveva appreso in sala operatoria. Era possibile che sapessero
con certezza che vi era qualcuno nell'appartamento? S, dovevano saperlo
per forza, altrimenti non sarebbero mai venuti l. Quel maledetto robotaxi
doveva averla tradita.
Cosa doveva fare, rispondere o giocare a nascondino?
L'urlo amplificato dall'altoparlante del citofono venne ripetuto. Rimani
qui! sussurr a Smith, quindi si rec in salotto. Chi ? domand, sfor-
zandosi di mantenere un tono di voce normale.
Aprite, nel nome della legge!
Aprite nel nome di che legge? Non scherziamo. Ditemi chi siete e che
cosa volete, altrimenti chiamo la polizia.
La polizia siamo noi. Lei Gillian Boardman?
Io? Certo che no. Mi chiamo Phillis O'Toole e sto aspettando il signor
Caxton. Ora farete meglio ad andarvene, altrimenti chiamer la polizia per
denunciare una violazione di propriet privata.
Signorina Boardman, ho qui un mandato d'arresto per lei. Le conviene
aprire, altrimenti dovremo farlo noi con la forza.
Non sono affatto la signorina Boardman, e ora chiamo la polizia!
La voce non rispose. Jill rimase in attesa, deglutendo. Dopo un po', co-
minci a sentire un certo calore al viso. Una zona ristretta attorno alla serra-
tura della porta divenne gradualmente sempre pi rossa, poi bianca. Si ud
uno schianto, e la porta si apri. Apparvero due uomini. Uno dei due sorrise a
Jill. La pupa questa, ci puoi giurare disse. Johnson, cercalo e trovalo.
Okay, signor Berquist.
Jill tent di opporsi all'irruzione. L'uomo di nome Johnson, che era gros-
so circa il doppio di lei, le appoggi una mano sulla spalla e la spazz via,
continuando nella sua corsa verso la camera da letto. Fatemi vedere il
mandato! esclam Jill con voce stridula. Fatemi vedere le vostre creden-
ziali! Questo un abuso!
Non fare la difficile, dolcezza disse Berquist in tono gentile. Non sei
tu quella che vogliamo, lui. Comportati bene, e forse non saremo tanto
duri con te.
Jill cerc di colpirlo un calcio sullo stinco nonostante fosse scalza, ma lui
si ritrasse con agilit. Cattivella, cattivella la irrise Berquist. Johnson!
Lo hai trovato?
Eccolo qui, signor Berquist, nudo come un verme. Chiss che cosa sta-
vano combinando
Non importa. Portalo qui.
Johnson riapparve, spingendo Smith davanti a s e tenendolo per un
braccio girato dietro la schiena. Non voleva venire.
Verr, verr!
Jill schiv Berquist e si lanci su Johnson, che la spazz via con una ma-
nata. Basta con questi giochini, piccola sgualdrina!
Johnson avrebbe fatto molto meglio a non colpirla. Non l'aveva colpita
con forza, non quanto usava colpire sua moglie prima che lei se ne tornasse
dai suoi genitori, e decisamente meno forte di quanto non facesse con i pri-
gionieri che non erano disposti a parlare. Fino a quel momento, Smith non
aveva mutato espressione e non aveva parlato; si era semplicemente lasciato
spingere nell'altra stanza con resistenza futile e passiva. Non aveva capito
nulla di quanto stava accadendo e non aveva tentato in alcun modo di con-
trastare gli eventi.
Ma quando vide che il suo fratello d'acqua era stato colpito da quell'uo-
mo, in un attimo si divincol dalla sua presa e si protese con un gesto in-
consueto verso Johnson.
Johnson non era pi l.
Non era da nessuna parte. La stanza non lo conteneva pi. L'unica traccia
della sua presenza erano i fili d'erba che ora si stavano raddrizzando nel
punto in cui aveva appoggiato i piedi. Jill fiss il luogo in cui l'uomo si era
trovato fino a un attimo prima e si senti mancare.
Berquist boccheggi. Che cosa ne hai fatto? domand con voce roca,
rivolgendosi a Jill, piuttosto che a Smith.
Io? Io non ho fatto nulla!
Niente balle. Qual il trucco? Avete una botola nascosta, o qualcosa del
genere?
Ma dove andato a finire? fece Jill, quasi tra s.
Berquist si morse le labbra. Non lo so. Tir fuori una pistola da sotto la
giacca. Ma non tentate i vostri trucchetti con me. Rimani qui; Smith verr
con me.
Smith era tornato nel suo atteggiamento di attesa passiva. Non compren-
dendo cosa succedesse, si era limitato ad agire il meno possibile. Aveva gi
visto pistole, nelle mani degli uomini che erano sbarcati su Marte, e l'e-
spressione che assunse il volto di Jill quando gliene venne puntata addosso
una non gli piacque affatto. Grokk che si trattava di un momento critico
nella crescita di un individuo in cui la contemplazione doveva portare alla
giusta azione onde permettere un'ulteriore crescita. Ag di conseguenza.
Gli Anziani gli avevano insegnato bene. Fece un passo verso Berquist,
che punt la pistola su di lui. A quel punto Mike fece quello strano gesto
e Berquist scomparve.
Jill si copr la bocca con la mano, gridando.
Fino a quel momento, l'espressione di Smith era rimasta pressoch neu-
tra. Rendendosi conto che doveva aver scelto l'azione sbagliata nel momen-
to critico, assunse un'espressione tragicamente sconsolata. Rivolse uno
sguardo implorante a Jill e prese a tremare. I suoi occhi si velarono, scivol
lentamente sull'erba e si racchiuse in posizione fetale, rimanendo immobile.
L'isterismo di Jill venne annullato di colpo, in un repentino cambiamento
di umore dovuto a un riflesso condizionato: ora c'era un paziente che aveva
bisogno della sua assistenza, e non c'era pi tempo per pensare alle emozio-
ni, e nemmeno per preoccuparsi o domandarsi dove fossero andati a finire
quei due uomini. Si inginocchi ed esamin Smith.
Non rilev alcun segno di respirazione, n riusc a sentire il polso. Si pro-
tese in avanti e gli appoggi un orecchio al petto. All'inizio ebbe l'impres-
sione che il suo battito cardiaco si fosse arrestato del tutto; poi, dopo un bel
po', riusc a captare un pigro pulsare, seguito da un altro dopo quattro o cin-
que secondi.
Quella condizione le ricord un caso di coma schizoide, anche se non
aveva mai visto una trance cos profonda, nemmeno nelle dimostrazioni
universitarie di ipnoanestesia. Aveva sentito dire che certi fachiri dell'India
erano in grado di entrare in uno stato di morte apparente, ma non aveva mai
creduto fino in fondo a quelle dicerie.
In condizioni normali non avrebbe mai tentato di scuotere un paziente in
un simile stato, ma sarebbe corsa a cercare un dottore. Ma quella non era
una circostanza normale. Piuttosto che indebolire la sua determinazione, gli
eventi degli ultimi minuti l'avevano convinta pi che mai che Smith non do-
vesse in nessun modo cadere nelle mani dell'autorit. Tuttavia, dopo dieci
minuti di disperati tentativi, si rese conto che non poteva far uscire quel pa-
ziente dal suo stato con i mezzi a disposizione senza rischiare di fargli del
male e forse non ci sarebbe riuscita nemmeno in quel modo. Non ottenne
alcuna reazione nemmeno colpendo il nervo sensibile ed esposto situato sul
gomito.
Torn nella camera da letto, dove trov un vecchio valigione da viaggio.
Lo apr, e vi trov dentro una macchina da scrivere vocale, un ncessaire da
bagno, un vestito maschile completo e tutto ci di cui avrebbe potuto aver
bisogno un cronista se lo avessero chiamato improvvisamente per un viag-
gio; c'era persino un connettore audio che permetteva di inserirsi sulle linee
telefoniche di qualsiasi luogo del mondo. Jill pens che la sola presenza di
quella valigia fosse sufficiente a capire che l'assenza di Ben non era dovuta
ai motivi addotti da Kilgallen, ma non perse tempo a rifletterci sopra. Si li-
mit a svuotare il valigione e a trascinarlo in salotto.
Smith era pi pesante di lei, ma grazie ai muscoli sviluppati a furia di
maneggiare pazienti riusc a infilarlo dentro. Poi dovette ripiegarlo su se
stesso per riuscire a chiudere il tutto. I muscoli di Smith si opponevano
spontaneamente, ma grazie a piccole pressioni graduali riusc infine a farlo
entrare. Prima di chiudere, imbotti gli angoli del valigione con alcuni capi di
vestiario di Ben. Cerc anche di perforare la superficie per far passare l'aria,
ma purtroppo si trattava di laminato di vetro, difficilissimo da lacerare. De-
cise infine che, con la respirazione a quei livelli e il metabolismo cos lento,
difficilmente Smith sarebbe morto soffocato.
Riusc a malapena a sollevare il borsone con entrambe le mani, e si rese
subito conto di non essere in grado di trasportarlo. Tuttavia, la valigia era
dotata di rotelle a sfera, che scavarono due profonde scie nell'erba di Ben
prima che Jill riuscisse a portarla sul liscio parquet del pianerottolo.
Non sal sul terrazzo, poich non voleva correre ancora rischi con un
taxi, ma usc dalla porta di servizio del seminterrato. L'unica persona che in-
contr fu un giovanotto addetto al controllo delle entrate alimentari delle
cucine. Il ragazzo si scost da un lato, permettendole di passare con il suo
borsone a rotelle. Salve, sorella. Cosa abbiamo in quel fagottone?
Un cadavere ribatt lei prontamente.
Il ragazzo scroll le spalle. A domanda stupida, risposta stupida com-
ment. Si vede che non ho ancora imparato.
Parte seconda
La sua assurda eredit
9
Il terzo pianeta del sistema Sol girava come al solito. Oggi aveva
230.000 anime in pi di ieri, ma per una popolazione terrestre di oltre cin-
que miliardi un incremento del genere era pressoch irrilevante. Il regno del
Sud Africa, membro associato della Federazione, era stato nuovamente cita-
to davanti all'Alta Corte con l'accusa di persecuzione nei confronti della sua
minoranza bianca. I signori della moda, radunati in conclave solenne in quel
di Rio, avevano decretato ufficialmente che gli orli delle gonne si sarebbero
abbassati e che gli ombelichi andavano nuovamente coperti. I tre satelliti di
difesa della Federazione orbitavano silenziosi nel cielo con la loro minaccia
di morte istantanea per chiunque decidesse di disturbare la pace planetaria.
Le stazioni spaziali commerciali oscillavano non altrettanto silenziose, di-
sturbando il pianeta con il loro incessante clamore sulle virt delle infinite
marche di prodotti che pubblicizzavano. Sulle coste della baia di Hudson
erano state erette cinquecentomila case prefabbricate in pi rispetto alla
stessa data dell'anno precedente, la Cintura del Riso cinese era stata di-
chiarata zona ad alto rischio di malnutrizione dall'Assemblea della Federa-
zione e Cynthia Duchess, conosciuta come la ragazza pi ricca del mondo,
aveva congedato e pagato il suo sesto marito. Insomma, tutto procedeva re-
golarmente.
Il reverendo dottore Daniel Digby, Vescovo supremo della Chiesa della
Nuova Rivelazione dei fosteriti, annunci la nomina dell'angelo Azarel
come guida per il senatore federale Thomas Boone e attendeva la conferma
divina della sua scelta da un momento all'altro; tutte le agenzie di stampa
davano questa notizia come dato di fatto; in passato, i fosteriti avevano
creato grandi problemi a pi di una redazione. Il signor Harrison Campbell
VI e signora, in vacanza in Per, ricevettero notizia della nascita del loro fi-
glio ed erede da parte della madreospite nell'Ospedale di Ostetricia di Cin-
cinnati. Il dottor Horace Quackenbush, Professore di Arti di Svago presso la
Vale Divinity School, fece un appello commovente per il ritorno alla fede e
la coltivazione dei valori spirituali; oltre la met dei professionisti titolari
della squadra di football di West Point, allenatore compreso, vennero coin-
volti in uno scandalo-scommesse; tre chimici che si occupavano di tecniche
di guerra batteriologica vennero sospesi dal servizio per presunta instabilit
psichica, e tutti e tre annunciarono la loro intenzione di portare il caso, se
necessario, fino all'Alta Corte della Federazione.
L'Alta Corte stessa aveva appena bocciato una decisione della Corte Su-
prema degli Stati Uniti per la rieleggibilit di alcuni deputati dell'Assemblea
Federale a riguardo del caso Reinsberg contro lo Stato del Missouri.
Sua Eccellenza l'onorevole Joseph E. Douglas, Segretario generale della
Federazione Mondiale degli Stati Liberi, infil la forchetta nella sua omelet-
te e si domand con stizza per quale motivo un uomo non potesse avere un
caff decente di quei tempi. Il giornale del mattino, preparato durante il tur-
no di notte dal suo staff informativo, scorreva davanti ai suoi occhi a veloci-
t ottimale su uno schermo professionale a feedback costruito su misura dal-
la Sperry. Le parole continuavano a scorrere finch guardava in quella dire-
zione; se distoglieva lo sguardo, l'apparecchio rilevava il movimento e si ar-
restava all'istante.
In quel momento per, anche se stava guardando in quella direzione, in
realt Douglas non stava leggendo. Stava semplicemente cercando di evitare
lo sguardo del suo capo, seduto dalla parte opposta del tavolo. La signora
Douglas, invece, non leggeva i giornali; aveva altri metodi per sapere ci
che aveva bisogno di sapere.
Joseph alz lo sguardo, e l'apparecchio si arrest. S, cara?
C' qualcosa che ti frulla per la testa.
Che cosa te lo fa pensare, cara?
Joseph! Credi forse che ti abbia curato, accudito, che abbia lavato i tuoi
calzini e ti abbia tenuto lontano dai guai per 35 anni per nulla? So benissimo
quando c' qualcosa che ti tormenta.
Il brutto , ammise a se stesso il Segretario generale, che lo sa davvero.
Continu a fissarla, domandandosi come fosse stato possibile che si fosse
lasciato convincere a legarsi a vita a quella donna. In origine lei era stata
solo la sua segretaria, ai tempi (che ormai considerava i bei tempi andati)
in cui era ancora un parlamentare statale a caccia di voti. Il loro primo con-
tratto era stato un semplice accordo di coabitazione di 90 giorni, imbastito
teoricamente per economizzare sui fondi della campagna elettorale rispar-
miando sulle camere d'albergo. Si erano accordati sul fatto che si trattasse di
una semplice questione di interesse economico, nella quale la parola coabi-
tazione consisteva nel semplice fatto di vivere sotto lo stesso tetto e
nemmeno allora gli lavava i calzini!
Tent di ricordare come e dove fosse cambiata la situazione fra loro. Se-
condo la biografia ufficiale della signora Douglas, All'ombra della grandez-
za: Storia di una donna, si era dichiarato a lei durante il ballottaggio della
sua prima elezione e si era trattato di una situazione talmente romantica
che l'unica soluzione possibile era stata un matrimonio all'antica, del tipo
finch morte non ci separi.
Lui non la ricordava esattamente a quel modo, ma sapeva bene che era
inutile discutere la versione ufficiale.
Joseph! Ti ho fatto una domanda!
Non nulla, cara, ho solo avuto una notte un po' agitata.
Lo so benissimo. Pensi che non me ne accorga, quando ti svegli nel
cuore della notte?
Douglas riflett sul fatto che la sua stanza si trovava a circa cinquanta
metri di distanza da quella di sua moglie. E come fai a saperlo, mia cara?
Intuizione femminile, naturalmente. Che diceva il messaggio che ti ha
portato Bradley?
Per favore, cara, devo finire di leggere le notizie prima di assistere alla
riunione del Consiglio.
Joseph Edgerton Douglas, non cercare di sfuggirmi. Douglas sospir.
Il fatto che abbiamo perso di vista quel mendicante di Smith.
Smith? Vuoi dire l'Uomo di Marte? Che cosa intendi con abbiamo per-
so di vista? ridicolo!
Pu darsi, cara, ma sta di fatto che sparito. scomparso dalla sua
stanza d'ospedale nel tardo pomeriggio di ieri.
Assurdo! E come avrebbe fatto?
Travestito da infermiera, a quanto pare. Ma non ne siamo certi.
Ma va bene, non importa. Ci che conta che se n' andato. E quali
stupidi provvedimenti avete preso per ritrovarlo?
Be', abbiamo assegnato la ricerca alla nostra gente. Gente fidata, natu-
ralmente. Berquist
Berquist! Quell'idiota! Dovresti farlo cercare da tutti gli agenti di poli-
zia a disposizione, dai federali agli stradali, e invece chi mandi? Berquist!
Ma cara, forse non comprendi a fondo la situazione. Non possiamo sca-
tenare una caccia. Per l'opinione pubblica non lo abbiamo perso affatto.
Vedi, abbiamo ancora l'altro tipo. L'Uomo di Marte ufficiale.
Oh La donna tamburell le dita sul tavolo. Te l'avevo detto che l'i-
dea della sostituzione ci avrebbe causato dei guai.
Ma cara, l'hai suggerita tu stessa.
Niente affatto. E non contraddirmi. Fai venire qui Berquist. Devo par-
largli immediatamente.
Berquist ancora a caccia. Non ha ancora fatto rapporto.
Cosa? A quest'ora sar ormai dalle parti di Zanzibar. Si sar fatto cor-
rompere; non mi sono mai fidata di quell'uomo. Te l'avevo detto quando
l'hai assunto
Quando io l'ho assunto?
Non mi interrompere. Ti avevo detto che un uomo che prende soldi da
due parti pu benissimo prenderli anche da tre. Fece una smorfia. Joseph,
dietro questa faccenda c' la Coalizione Orientale. Sicuro, logico. Puoi
aspettarti una mossa di voto di sfiducia in giornata.
Che dici? Non ne vedo il motivo. Non lo sa ancora nessuno.
Oh, per l'amor di Dio! Lo sapranno tutti entro pochissimo, ci penser la
Coalizione Orientale a diffondere la notizia. Ora stai zitto e lasciami pensa-
re.
Douglas tacque e torn al suo giornale. Il Consiglio della citt e della
contea di Los Angeles aveva votato una petizione nei confronti della Fede-
razione per la risoluzione del loro problema di inquinamento, poich il mi-
nistero della Salute non aveva provveduto con alcuna misura bisognava
per forza averli come alleati, perch Charlie avrebbe fatto una certa fatica a
farsi rieleggere con i fosteriti che presentavano il loro candidato, e lui aveva
bisogno di Charlie La Lunar Enterprises era sotto di due punti alla chiu-
sura dei mercati, probabilmente, pens, per via di
Joseph.
S, cara?
Il nostro Uomo di Marte l'unico esistente. Quello che tireranno fuori
quelli della Coalizione Orientale fasullo. Deve essere per forza cos.
Ma cara, non pu reggere.
Come sarebbe non pu reggere? La situazione questa, quindi deve
reggere per forza.
Ma non possiamo. Gli scienziati si renderebbero immediatamente conto
della sostituzione. Ho fatto una fatica d'inferno per tenerli lontani da lui fino
a ora
Gli scienziati!
Loro sono in grado di accorgersene, lo sai.
Non so nulla del genere. Scienziati! Per met tirano a indovinare, per
l'altra met si basano su pure superstizioni. Dovrebbero essere rinchiusi; do-
vrebbero essere vietati dalla legge. Joseph, te l'ho gi detto mille volte; l'u-
nica scienza valida l'astrologia.
Be', non saprei, cara. Bada bene, non ho nulla contro l'astrologia, ma
Ci mancherebbe altro, dopo tutto quel che ha fatto per te.
Ma bisogna tenere in considerazione che alcuni di questi scienziati
professori sono elementi piuttosto brillanti. Proprio qualche giorno fa uno di
loro mi diceva che c' una stella che pesa seimila volte pi del piombo. O
erano sessantamila? Vediamo un po'
Sciocchezze! Come potrebbero sapere una cosa del genere? Per favore,
Joseph, stai zitto e lasciami finire. Noi non ammettiamo nulla. Il loro uomo
fasullo. Ma nel frattempo sfruttiamo al massimo le nostre Squadre Specia-
li e ce lo riprendiamo, se possibile, prima che la Coalizione Orientale renda
pubblica la cosa. Se poi risulta necessario usare metodi duri e questo Smith
viene ucciso per sbaglio nel corso dell'arresto o qualcosa del genere, be',
sar un gran peccato, ma non sar certo io a rimpiangerlo. Fin dal momento
in cui arrivato qui, ha rappresentato solo una gran scocciatura.
Agnes! Ti rendi conto di cosa stai suggerendo?
Non sto suggerendo proprio nulla. Capita tutti i giorni che qualcuno si
faccia del male. Questa faccenda va sistemata, Joseph, per il bene di tutti.
Il maggior bene per il maggior numero possibile di persone, come spesso
citi tu stesso.
Ma io non voglio che venga fatto del male a quel ragazzo.
Chi ha mai detto che bisogna fargli del male? Ci nonostante, Joseph,
devi prendere delle misure severe; tuo dovere. La storia ti giustificher.
Cos' pi importante, far vivere tranquille cinque miliardi di persone o spre-
carsi in inutili sentimentalismi per un uomo che non nemmeno cittadino
della Federazione?
Douglas non rispose. La signora Douglas si alz in piedi. Be', non posso
sprecare tutta la mattinata a discutere di astrazioni con te, Joseph. Devo
chiamare al pi presto Madame Vesant per farle elaborare un nuovo orosco-
po per questa situazione d'emergenza. Per ti dico una cosa; non ho certo
buttato via i migliori anni della mia vita per metterti nella posizione in cui
sei per poi vederti buttare tutto al vento a causa della tua mancanza di spina
dorsale. E pulisciti il mento, sporco d'uovo. Con questo si volt e lasci
la stanza.
Il capo esecutivo del pianeta rimase al tavolo e bevve altre due tazze di
caff prima di sentirsela di recarsi alla Camera di Consiglio. Povera vecchia
Agnes!
Era cos ambiziosa. Probabilmente lui era stato una grande delusione per
lei e senza dubbio quel cambiamento di vita non le stava rendendo le cose
pi facili. Be', per lo meno era leale, questo era certo e probabilmente an-
che lei non ne poteva pi di lui, allo stesso modo in cui lui non sopportava
pi lei Anche su questo, non aveva alcuna incertezza.
Raddrizz la schiena. Decise che non avrebbe permesso a nessuno di
trattare duramente quel giovane. Aveva portato solo guai, ma era anche un
bravo ragazzo, e piuttosto gradevole in quei suoi modi tardi e nel suo appa-
rire sempre spaesato. Se Agnes avesse visto la facilit con cui si spaventava,
poi forse non avrebbe pi parlato a quel modo. Smith avrebbe indubbiamen-
te fatto leva sul suo senso materno.
Ma pensandoci meglio, non era poi tanto sicuro che Agnes possedesse un
senso materno. Certo, quando parlava a quel modo era difficile scorgerlo
in lei. Ma no, tutte le donne avevano un istinto materno; era provato scienti-
ficamente. O forse no?
In ogni caso non le avrebbe certo permesso di mettergli i piedi in testa.
Agnes continuava a ricordargli che era stata lei a fargli guadagnare la posi-
zione che aveva ottenuto in tutti quegli anni, ma lui sapeva bene che non era
cos e sapeva anche che la responsabilit era tutta sulle sue spalle. Si alz
in piedi, raddrizz la schiena e le spalle, tir in dentro la pancia e si avvi
verso la Camera di Consiglio.
Per tutta la durata della sessione si aspett che qualcuno parlasse della
scomparsa di Smith. Ma non accadde, e non arriv neanche nessun assisten-
te a portargli messaggi. Fu quindi costretto a concludere, per quanto appa-
risse improbabile, che la notizia era effettivamente rimasta fra gli uomini
del suo staff personale.
Il Segretario generale non desiderava altro che chiudere gli occhi e spera-
re che tutto quel pasticcio finisse, ma gli eventi non glielo permettevano. E
nemmeno sua moglie glielo avrebbe permesso.
Il santo protettore personale di Agnes Douglas, che lei stessa aveva scel-
to, era Evita Peron, alla quale pensava anche di assomigliare. La sua imma-
gine, la maschera che mostrava al mondo, era quella di aiutante e satellite di
quel grande uomo che aveva il privilegio di chiamare marito. E questa inter-
pretazione ingannava anche lei stessa, poich era capace di credere in tutto
ci che desiderava. Ci nonostante, la sua personale filosofia politica poteva
essere racchiusa in un semplice motto: gli uomini dovevano dirigere il mon-
do e le donne dovevano dirigere gli uomini.
Il fatto che tutte le sue azioni avessero origine dalla rabbia cieca nei con-
fronti del destino che l'aveva fatta nascere donna era un pensiero che non la
sfiorava nemmeno e tantomeno avrebbe mai creduto possibile un collega-
mento fra il proprio comportamento e il fatto che suo padre avesse desidera-
to un figlio maschio o con la gelosia che lei stessa provava nei confronti
di sua madre. Simili pensieri malvagi non avevano accesso alla sua mente.
Voleva bene ai suoi genitori; amava suo marito e lo dichiarava spesso anche
in pubblico; era fiera della sua femminilit e non perdeva occasione di ren-
derlo noto a dir la verit, le capitava abbastanza frequentemente di unire
entrambe le dichiarazioni.
Agnes Douglas non attese che suo marito prendesse una decisione riguar-
do alla faccenda dell'Uomo di Marte. Tutti gli uomini dello staff personale
di Joseph prendevano ordini da lei con la stessa sollecitudine con cui li
prendevano da lui. Fece chiamare l'assistente capo esecutivo per l'informa-
zione civile, come veniva chiamato il capo dell'ufficio stampa del signor
Douglas, quindi rivolse interamente la sua attenzione alla misura di emer-
genza pi urgente di tutte, ovvero ottenere un oroscopo fresco. Nella sua ca-
mera aveva a disposizione una linea privata, riservata e schermata, collegata
direttamente con lo studio di Madame Vesant. I lineamenti dolci e tondeg-
gianti e gli occhi acuti dell'astrologa apparvero sullo schermo quasi imme-
diatamente. Agnes? Che cosa c', cara? Sono con un cliente.
Hai azionato la schermatura del circuito?
Naturalmente.
Liberati al pi presto del cliente. un'emergenza.
Madame Alexandra Vesant si morse il labbro, ma per il resto la sua
espressione non mut; la sua voce risult priva di qualsiasi emozione. Cer-
to. Un attimo solo. L'immagine del suo volto si dissolse per lasciare il po-
sto al segnale di attesa. In quel momento un uomo entr nella stanza della
signora Douglas, fermandosi in piedi accanto alla scrivania. Lei si volt.
Vide che si trattava di James Sanforth, l'uomo che aveva fatto chiamare.
Avete notizie di Berquist? domand senza preamboli.
Non me ne sto occupando io. Sono affari di McCrary. La signora Dou-
glas consider del tutto irrilevante questo commento. Dovete screditarlo
prima che si metta a parlare.
Crede che Berquist ci abbia venduti?
Non faccia l'ingenuo. Avreste dovuto consultarvi con me prima di usar-
lo.
Ma era McCrary il responsabile di questa faccenda.
Voi dovreste essere a conoscenza di quanto accade. Io In quel mo-
mento, riapparve sullo schermo il volto di Madame Vesant. Si sieda l dis-
se la signora Douglas a Sanforth. Aspetti. Si rivolse allo schermo. Allie,
cara, voglio degli oroscopi freschi per me e per mio marito, il pi veloce-
mente possibile.
Benissimo. L'astrologa ebbe un attimo di esitazione. Cara, potrei es-
serti di maggiore aiuto se tu potessi dirmi qualcosa a proposito della natura
dell'emergenza in questione.
La signora Douglas tamburell con le dita sul piano della scrivania. Ma
non devi saperlo per forza, vero?
Certo che no. Chiunque possegga il necessario rigoroso addestramento,
le abilit di calcolo e una certa conoscenza degli astri in grado di realizza-
re un oroscopo. Basta conoscere l'ora e il luogo esatti di nascita del sogget-
to; questo lo sai bene anche tu, cara. Potresti imparare a farli da sola se
non fossi sempre cos occupata. Ma ricorda, le stelle consigliano, non co-
stringono. Ognuno gode del suo libero arbitrio. Se devo compiere l'analisi
estremamente difficile e dettagliata necessaria per darti consiglio in una cri-
si, devo sapere in che campo andare a cercare. Devo sapere, a esempio, se la
questione rientra sotto l'influenza di Venere, o magari di Marte? O se la
Rientra sotto l'influenza di Marte decise improvvisamente la signora
Douglas, interrompendo la sua astrologa. E Allie, voglio anche che tu mi
prepari un terzo oroscopo.
D'accordo. Di chi?
Be' Allie, mi posso fidare di te?
Madame Vesant assunse un'aria offesa. Agnes, se non ti fidi di me, fare-
sti meglio a non consultarmi. Vi sono altri esperti che possono fornirti lettu-
re scientifiche; non sono l'unica studiosa dell'antico sapere. Mi dicono che il
professor von Krausmeyer, a esempio, sia molto in gamba, anche se alle
volte pare che Lasci cadere l la frase.
Ma per carit! Certo che mi fido di te! Non mi sognerei nemmeno lonta-
namente di farmi fare l'oroscopo da qualcun altro. Ora ascoltami attenta-
mente. Non c' nessuno che pu sentire dalla tua parte?
Stai tranquilla, mia cara.
Voglio che mi prepari l'oroscopo di Valentine Michael Smith.
Valentine Mich L'Uomo di Marte?
S, Allie. stato rapito. Dobbiamo assolutamente trovarlo.
Circa due ore dopo, Madame Alexandre Vesant si alz dal suo tavolo di
lavoro ed emise un sospiro. Aveva ordinato alla sua segretaria di cancellare
tutti gli appuntamenti della giornata, e aveva lavorato a lungo. Davanti a lei
erano sparsi diversi fogli di carta, coperti di diagrammi e cifre, assieme a un
vecchio e consunto almanacco nautico a testimoniare i suoi sforzi. Alexan-
dre Vesant si differenziava da molti astrologhi praticanti per il fatto che ten-
tava realmente di calcolare le influenze dei corpi celesti, con l'assistenza
di un libro in edizione economica intitolato La scienza arcana dell'astrolo-
gia e la chiave alla Pietra di Salomone, che le era stato lasciato dal suo de-
funto marito, il professor Simon Magus, noto mentalista, ipnotizzatore e il-
lusionista, nonch studioso di arti occulte.
Si fidava di quel libro allo stesso modo in cui si era fidata di suo marito;
nessuno era in grado di preparare un oroscopo come faceva Simon quando
era sobrio; per met dei calcoli non aveva nemmeno bisogno di fare riferi-
mento al libro, dato che lo conosceva pressoch a memoria. Sapeva bene
che non sarebbe mai arrivata a quel livello di abilit, quindi faceva sempre
riferimento all'almanacco o al manuale. I suoi calcoli a volte risultavano un
po' imprecisi; Becky Vesey (come la chiamavano da bambina) non aveva
mai imparato le tabelline, ed era portata a confondere i sette con i nove.
Ci nonostante, i suoi oroscopi erano sempre soddisfacenti; la signora
Douglas non era la sola cliente di prestigio.
Ma in questo caso, quando la moglie del Segretario generale le aveva
chiesto di calcolare l'oroscopo dell'Uomo di Marte, Madame Vesant si era
subito resa conto di trovarsi in una situazione assai complicata.
Aveva quindi deciso di chiedere ad Agnes l'ora, la data e il luogo esatti di
nascita dell'Uomo di Marte, poich era quasi sicura che quei dati fossero
impossibili da recuperare.
Invece i dati le erano stati forniti, dopo qualche istante di attesa, e con
grande precisione, poich venivano direttamente dal giornale di bordo della
Envoy. A quel punto il panico l'aveva abbandonata; accett le informazioni
senza scomporsi e promise di richiamare non appena fossero stati pronti gli
oroscopi.
Dopo due ore di calcoli spossanti, per, pur avendo completato gli oro-
scopi del Segretario generale e signora, Madame Vesant non aveva fatto an-
cora alcun progresso riguardo a quello di Smith. Il problema era molto sem-
plice e pressoch insuperabile. Smith non era nato sulla Terra.
Nella sua bibbia astrologica non era prevista l'idea di un essere umano
nato in un luogo che non fosse la Terra; il suo autore anonimo era nato e
morto ben prima che la Luna fosse raggiunta dai terrestri. Si era sforzata
enormemente di trovare una via d'uscita logica a quel dilemma, assumendo
che nel suo manuale fossero inclusi tutti i principi della scienza e che vi do-
vesse essere per forza un modo per correggere il fattorespazio. Ma si era ri-
trovata dispersa in un mare di relazioni sconosciute, non era nemmeno sicu-
ra che i segni dello zodiaco fossero gli stessi visti da Marte e che cosa po-
teva interpretare senza i segni dello zodiaco?
Estrasse dall'ultimo cassetto della scrivania un tonico che teneva a porta-
ta di mano per i momenti difficili. Ne prese rapidamente una dose, aspett
un attimo, quindi pens a come si sarebbe comportato Simon. Dopo un po',
le parve di sentire la sua voce, morbida ed equilibrata: Fiducia, ragazza
mia, fiducia! Abbi fiducia in te stessa, e vedrai che i creduloni avranno fidu-
cia in te. Glielo devi.
Si senti meglio. Inizi a mettere per iscritto i risultati degli oroscopi dei
coniugi Douglas. Una volta che ebbe finito, le risult pi facile mettere gi
quello di Smith. Trov anche, come le accadeva quasi sempre, che le parole
che aveva scritto apparissero davvero reali. Aveva quasi ultimato il suo la-
voro, quando Agnes Douglas la richiam. Allie? Non hai ancora finito?
Ho appena finito rispose Madame Vesant in tono allegro e sicuro di s.
Ti renderai conto, spero, che l'oroscopo del giovane Smith presenta un pro-
blema inusuale e difficile per la nostra scienza. Poich nato su un altro
pianeta, ho dovuto ricalcolare ogni aspetto e congiunzione. L'influenza del
Sole, a esempio, minore, e quella di Diana pressoch inesistente. In
quanto a Giove, in un aspetto che definirei unico, come potrai compren-
dere. Per questo motivo stato necessario calcolare
Allie! Lascia perdere. Sai le risposte?
Naturalmente.
Oh, grazie a Dio! Pensavo che stessi cercando di dirmi che era troppo
complicato per te.
Madame Vesant accus il colpo. Mia cara, la scienza non si altera mai;
solo le configurazioni cambiano. Gli stessi strumenti che hanno predetto il
luogo e l'istante esatto della nascita di Cristo o che hanno riferito a Cesare il
momento e la modalit esatta della sua morte non possono fallire proprio
ora. La verit verit, ed immutabile.
S, certo.
Sei pronta per le letture?
Aspetta che inserisco la registrazione okay, comincia pure.
Benissimo. Agnes, questo un periodo molto critico della tua vita; in
sole due occasioni prima d'ora le volte celesti si sono radunate in una confi-
gurazione di simile forza. quindi fondamentale che tu rimanga calma, che
non prenda decisioni affrettate e che rifletta bene su ogni tua azione. Nel
complesso, gli astri ti sono favorevoli sempre ammesso che tu non li con-
trasti e che eviti azioni sconsiderate. Non lasciare che la tua mente venga in-
fluenzata dalle apparenze And avanti su questo tono per un bel po',
snocciolando ottimi consigli. Becky Vesey ne dava sempre, e con grande
convinzione, soprattutto perch era certa della loro validit. Aveva imparato
da Simon che, anche quando le stelle sembravano cupe, c'era sempre un
modo per rendere la notizia meno traumatica, qualche aspetto che il cliente
poteva usare per alimentare la sua felicit sempre ammesso che lei riu-
scisse a trovarlo e a sottolinearlo. Il volto teso sullo schermo davanti a lei
inizi a rilassarsi e ad annuire man mano che lei enunciava i suoi punti.
Quindi, come vedi, concluse la semplice assenza temporanea del giova-
ne Smith in questo momento non da considerarsi del tutto negativa, bens
una necessit, derivata dalle influenze combinate dei vostri tre oroscopi. Ti
consiglio quindi di non preoccupartene pi di tanto e di non intimorirti; lui
torner, o si far sentire, entro breve. La cosa pi importante che non
prendiate provvedimenti drastici o irrevocabili prima di quel momento. Stai
tranquilla.
S, capisco.
C' solo un altro punto da considerare. L'aspetto di Venere estrema-
mente favorevole e potenzialmente dominante rispetto a quello di Marte. In
questo caso, naturalmente, Venere rappresenta la tua persona, mentre Marte
rappresenta sia tuo marito che il giovane Smith date le circostanze pres-
soch uniche della sua nascita. Questo getta sulle tue spalle un doppio far-
dello, e tu dovrai accettare la sfida, dimostrando quelle qualit di calma e di
saggezza che sono caratteristiche della tua femminilit. Dovrai sostenere tuo
marito, guidarlo attraverso la crisi ed essere accondiscendente nei suoi con-
fronti. Dovrai fornire i tranquilli pozzi di saggezza della madre Terra. Que-
sto il tuo speciale genio, ed venuto il momento di utilizzarlo.
La signora Douglas sospir. Oh, Allie, sei fantastica! Non so come rin-
graziarti.
Non devi ringraziare me, ma gli antichi maestri di cui sono umile allie-
va.
Dato che non li posso ringraziare, ringrazio te. Questa consultazione
non coperta dal tuo onorario, Allie, quindi ti mander un regalo.
Non affatto necessario, Agnes. Servirti un mio privilegio.
E apprezzare il tuo servizio un privilegio mio. No, Allie, non dire pi
una parola!
Madame Vesant si lasci persuadere dai modi gentili della signora, quin-
di chiuse il contatto, sentendosi soddisfatta di aver fornito una lettura che
sapeva essere giusta. Povera Agnes! Cos buona eppure tormentata da de-
sideri contrastanti. Per lei era un onore renderle la vita pi agevole, allegge-
rirle un po' il peso che portava sulle spalle. Aiutare Agnes la faceva sentire
bene, cos come il fatto di essere trattata alla pari dalla moglie del Segretario
generale.
Rimase l seduta ancora un po', godendo del tiepido bagliore, del sollievo
dalla tensione e di un altro sorsetto di tonico, mentre la sua mente abile e sa-
gace rimescolava i frammenti che aveva raccolto. Dopo un po', senza avere
ancora preso una decisione conscia, chiam il suo agente di cambio e gli or-
din di vendere i titoli della Lunar Enterprises.
L'uomo sbuff. Allie, tu sei impazzita. La dieta che stai facendo ti sta
dando alla testa.
Dammi retta, Ed. Quando scende di dieci punti, coprimi, anche se conti-
nua a scivolare gi. Aspetta che giri. Quando si riprende di tre punti, compra
di nuovo poi rivendi quando arriviamo in chiusura.
Segui un lungo silenzio. L'uomo la fiss. Allie, tu sai qualcosa. Dillo
allo zio Ed.
Sono le stelle che mi consigliano, Ed.
Ed sugger un'ipotesi astronomicamente impossibile, quindi aggiunse:
Va bene, quando si in ballo bisogna ballare. Mmmm non sono mai sta-
to abbastanza prudente da rimanere fuori da un gioco sporco. Ti dispiace se
mi unisco alla sorpresa?
Niente affatto, basta che non esageri, e non ti fai notare. Si tratta di una
situazione molto delicata e speciale, con Saturno in equilibrio precario fra la
Vergine e il Leone.
Come vuoi, Allie.
AUTONOLEGGIO READING
Veicoli da Terra Permapotenziati di Ogni Genere
Fate Affari con l'Olandese!
Sul terzo pianeta, Valentine Michael Smith non era affatto interessato a
questa faccenda, che aveva sollevato tanto scalpore su Marte; non ne aveva
mai nemmeno sentito parlare. Il suo custode marziano e i fratelli d'acqua del
custode avevano preferito non tormentarlo con eventi che non era in grado
di afferrare. Smith sapeva della distruzione del quinto pianeta e percepiva la
sua importanza emotiva, allo stesso modo in cui un qualunque scolaretto
umano imparava della battaglia di Troia o dei sette Re di Roma, ma non era
mai stato esposto all'arte che non era in grado di grokkare. La sua educazio-
ne era stata unica, molto pi vasta rispetto a quella dei suoi compagni di
nido, ma allo stesso tempo di gran lunga inferiore a quella di un adulto mar-
ziano. Il suo custode e i consiglieri Anziani del suo custode avevano dedica-
to un notevole, per quanto effimero, interesse nello stabilire quanto fosse in
grado di apprendere quel piccolo alieno. I risultati avevano insegnato loro
sulle potenzialit della razza umana molto pi di quanto quella stessa razza
avesse imparato di se stessa: Smith aveva grokkato molto prontamente inse-
gnamenti che nessun altro essere umano era mai stato in grado di apprende-
re.
Attualmente, per, Smith stava godendo di una sensazione di felicit e
spensieratezza che non provava da molti anni. Aveva trovato in Jubal un
nuovo fratello d'acqua, aveva conosciuto nuovi amici e stava vivendo espe-
rienze nuove e deliziose in una quantit tale da non avere nemmeno il tem-
po di grokkarle; non poteva far altro che archiviarle nella sua mente per poi
esaminarle in seguito, in tutta tranquillit.
Jubal gli aveva assicurato che, se avesse imparato a leggere, sarebbe stato
in grado di grokkare quel luogo strano e meraviglioso molto pi velocemen-
te; cos, Smith aveva deciso di dedicare un'intera giornata a imparare a leg-
gere rapidamente e bene, con l'assistenza di Jill che gli indicava le parole e
le pronunciava per lui ad alta voce. Dedicare una giornata intera alla lettura
per significava rimanere fuori dalla piscina per tutto il giorno, e questo per
lui era un grande sacrificio. Da quando erano riusciti a convincerlo che nuo-
tare era una cosa permessa, Smith aveva scoperto che non era solo un atto
eccitante e sensuale, ma addirittura affine a un'irrefrenabile estasi religiosa.
Se Jill e Jubal non glielo avessero impedito, una volta entrato non sarebbe
mai pi uscito dall'acqua.
Dato che non gli permettevano di nuotare per tutta la notte, Smith pass
l'intera notte a leggere. Stava letteralmente sfrecciando attraverso l'Enciclo-
pedia Britannica, ma diede anche un'occhiata ai libri di medicina e di legge
di Jubal. In una particolare occasione, suo fratello Jubal lo aveva visto sfo-
gliare rapidamente uno di quei libri e lo aveva fermato, chiedendogli che
cosa avesse letto. Smith aveva risposto con grande attenzione, poich quella
domanda gli aveva ricordato uno di quei test ai quali lo avevano occasional-
mente sottoposto gli Anziani su Marte. Suo fratello gli era parso leggermen-
te deluso dalle risposte, tanto che Smith trov necessario entrare in contem-
plazione per un'ora per riflettere sull'accaduto; era pressoch certo di avergli
risposto con tutte le parole contenute nel libro, sebbene non le avesse grok-
kate affatto.
Ma preferiva di gran lunga la piscina ai libri, soprattutto quando Jill, Mi-
riam, Larry, Anne e tutti gli altri erano dentro a sguazzare e a spruzzarsi a
vicenda. Non aveva imparato subito a nuotare come nuotavano loro, ma
aveva scoperto gi fin dalla prima volta di essere in grado di fare qualcosa
che loro non potevano fare. Era semplicemente sceso sul fondo e si era sdra-
iato, immerso in una silenziosa beatitudine finch non lo avevano tirato
fuori con una tale concitazione e premura che era stato quasi costretto a riti-
rarsi in se stesso, cosa che avrebbe senz'altro fatto se non si fosse reso conto
che erano preoccupati per il suo benessere.
Pi tardi, quello stesso giorno, mostr quella sua abilit a Jubal, rimanen-
do sul fondo per un lasso di tempo delizioso. Cerc di insegnarlo anche a
suo fratello Jill solo che lei ne apparve alquanto disturbata, tanto che de-
sistette subito dall'insegnamento. Fu allora che comprese per la prima volta
che poteva fare cose che questi suoi nuovi amici non erano in grado di fare.
Ci riflett a lungo, tentando di grokkare quella scoperta in tutta la sua pie-
nezza.
Smith era felice; Harshaw no. Le sue giornate procedevano come al soli-
to all'insegna dell'ozio, intercalato solo da casuali osservazioni non pro-
grammate sul suo animale da laboratorio, l'Uomo di Marte. Non defin al-
cun orario per Smith, nessun programma di studio, nessuna analisi fisica re-
golare. Gli permetteva semplicemente di fare ci che desiderava, di correre
liberamente in giro come un giovane cavallo in un ranch. L'unica persona
che tentava di badare alle azioni di Smith era Gillian ed esagerava, secon-
do l'opinione di Jubal: non vedeva con grande favore il fatto che un uomo
venisse educato da una donna.
Tuttavia, Gillian Boardman non faceva altro che spiegare a Valentine
Smith i rudimenti del comportamento sociale umano e in verit lui neces-
sitava di ben poche spiegazioni. Ormai mangiava a tavola con tutti gli altri e
si vestiva anche da solo. Si era conformato in maniera pi che accettabile
agli usi alquanto liberi e informali della casa e sembrava in grado di far
fronte a quasi tutte le nuove esperienze cui era sottoposto, basandosi su un
sistema di imitazione di quanto facevano gli altri. Nel corso del suo primo
pasto a tavola, cerc di mangiare usando il solo cucchiaio, e Jill dovette ta-
gliargli la carne. Ma dopo pochi minuti tentava gi di imitare gli altri, e nel
corso del pasto successivo poterono constatare che il suo comportamento a
tavola era una copia precisa di quello di Jill, compresi tutti gli elementi su-
perflui.
Nemmeno la duplice scoperta che Smith avesse imparato da solo a legge-
re alla velocit di una macchina di lettura elettronica e possedesse una me-
moria totale e immediata del testo indusse Jubal Harshaw a tentare di fare di
Smith un progetto con tanto di controlli costanti, misurazioni scientifiche
e curve di progresso. Harshaw possedeva l'arrogante umilt di chi consa-
pevole della propria ignoranza, e non vedeva alcuna utilit nel compiere
delle misurazioni quando non sapeva nemmeno che cosa stesse misuran-
do. Si limit a prendere qualche appunto in privato, senza la bench minima
intenzione di pubblicare le osservazioni che andava annotando.
Ma nonostante Harshaw godesse nell'osservare questo animale unico che
si sviluppava trasformandosi in un essere umano, non riusciva in alcun
modo a essere felice.
Come il Segretario generale Douglas, anche Harshaw attendeva la mossa
successiva della controparte.
E attendeva con crescente tensione Poich era stato costretto ad agire
aspettandosi azioni nei suoi confronti da parte del Governo, il fatto che non
fosse ancora accaduto nulla lo esasperava. Era mai possibile che gli sbirri
della Federazione fossero cos stupidi da non essere capaci di seguire le
tracce di una ragazzina ingenua che si era trascinata un uomo incosciente
per tutto il paese? O forse (e questa ipotesi gli sembrava assai pi realistica)
l'avevano seguita e ora stavano tenendo d'assedio la sua propriet? Quest'ul-
timo pensiero lo faceva letteralmente infuriare. La sola idea che il Governo
potesse spiare la sua casa, il suo castello, era ripugnante almeno quanto l'i-
dea che aprissero la sua posta.
E poteva benissimo darsi che stessero facendo anche quello! Il Governo!
Tre quarti di parassiti e un quarto di idioti che brancolano nel buio. Certo,
non poteva fare a meno di ammettere che una forma di governo fosse neces-
saria all'uomo. Ma questo non significava certo che la cosa lo rendesse feli-
ce. Il fatto che un male fosse inevitabile non contribuiva certo a renderlo un
bene. Se fosse dipeso da lui, il Governo poteva anche andare a farsi benedi-
re!
Ma era indubbiamente possibile, o addirittura probabile, che quelli del-
l'amministrazione sapessero benissimo dove si nascondeva l'Uomo di Mar-
te e che, per qualche motivo, preferissero lasciarlo l dov'era mentre pre-
paravano che cosa?
E se le cose stavano cos, per quanto tempo sarebbe andata avanti quella
situazione? E per quanto sarebbe riuscito a difendersi?
E inoltre, dove diavolo si era cacciato quel giovane e avventato idiota di
Ben Caxton?
Pochi minuti dopo, Jill si present nello studio di Jubal. Anne era gi l,
seduta in poltrona e avvolta nella lunga tonaca bianca della sua gilda. Rivol-
se un'occhiata a Jill, ma non disse nulla. Jill si trov una sedia e rimase in
silenzio, mentre Jubal era seduto alla sua scrivania e stava dettando qualco-
sa a Dorcas. Non parve notare il suo arrivo, e continu a scandire:
da sotto il corpo riverso, inzuppando un angolo del tappeto e allar-
gandosi lentamente sul pavimento piastrellato in una pozza color rosso scu-
ro, dove attir l'attenzione di due mosche disoccupate. Miss Simpson si co-
pr la bocca con una mano. Mio Dio! esclam con una vocina sconvolta.
Il tappeto preferito di pap! e quello pap, se non erro. Okay, fine del
capitolo, Dorcas, e fine della prima parte. Spediscila pure.
Dorcas si alz e usc, portandosi dietro la sua macchinetta stenografica e
sorridendo a Jill. Dov' Mike? chiese Jubal.
In camera sua disse Jill. Si sta vestendo, adesso arriva.
Si sta vestendo? ripet Jubal stizzito. Non ho mai detto che si trattas-
se di un'occasione formale.
Ma si dovr pur vestire.
E perch mai? Per me non fa alcuna differenza se voi ragazzi indossate
solo la vostra pelle o un soprabito con il collo di castoro. Tra parentesi, oggi
fa molto caldo. Vallo a prendere.
Per favore, Jubal, dovr pur imparare come comportarsi, prima o poi.
Sto facendo sforzi enormi per insegnargli
Hmmmph! Stai cercando semplicemente di imporgli la tua arretrata mo-
ralit ristretta da borghese cattolica. Non credere che mi sia sfuggito.
Niente affatto! Non mi sono mai interessata all'aspetto morale; sto sem-
plicemente tentando di insegnargli gli usi e i costumi necessari per vivere in
questa societ.
Costumi, morali, dove sta la differenza? Ti rendi conto di ci che stai
facendo? Per grazia di Dio, abbiamo la fortuna di trovarci davanti a una per-
sonalit che non mai stata inquinata dai tab psicotici della nostra specie,
e tu che cosa vuoi fare? Trasformarlo in un tipico conformista di quarta ca-
tegoria che popola queste lande! Perch non vai fino in fondo, allora? Pro-
curagli una valigetta ventiquattr'ore e fagliela portare con s ovunque vada;
fagli provare vergogna ogni volta che non ce l'ha!
Non sto facendo nulla del genere! Sto solo cercando di evitargli dei pro-
blemi. per il suo bene.
Jubal grugni. la stessa scusa che hanno presentato al gatto prima di
operarlo.
Oh! Jill si trattenne, dando l'impressione di star contando fino a dieci.
Poi parl in tono freddo e formale. Siamo in casa sua, dottor Harshaw, e
per questo siamo in debito con lei. Se mi vuole quindi scusare, mi recher
immediatamente a prendere Michael. Si alz in piedi.
Fermati, Jill.
Prego?
Torna a sederti, e per l'amor di Dio smettila di sforzarti di essere sgrade-
vole quanto me; ti mancano un bel po' di anni di esperienza nel campo. Ora,
mettiamo bene in chiaro una cosa; tu non sei in debito con me. Non puoi es-
serlo. impossibile, perch io non faccio mai qualcosa che non mi va di
fare. In effetti cos per tutti, ma nel mio caso ne sono sempre consapevole.
Quindi ti prego di non inventarti un debito che non esiste, altrimenti senza
nemmeno accorgertene inizierai a provare un senso di gratitudine e que-
sto il primo passo per sprofondare verso il totale degrado morale. Grokki?
O non grokki?
Jill si morse il labbro, poi si produsse in un timido sorriso. Non sono
ben sicura del significato del verbo grokkare.
Nemmeno io. Ma ho intenzione di continuare a prendere lezioni da
Mike finch non lo capir. Comunque, stavo parlando seriamente. Gratitu-
dine non altro che un eufemismo per risentimento. Il fatto che la mag-
gior parte della gente provi questo sentimento nei miei confronti non mi da
alcun fastidio, ma da parte di una ragazzina carina non lo posso accettare.
Jubal, io non sono affatto risentita nei tuoi confronti che cosa stupi-
da.
Lo spero davvero ma so anche che presto succeder, se non ti togli da
quella testolina l'assurda idea di poter essere in debito con me. I giapponesi
hanno diversi modi per dire grazie, e ognuno di questi pu essere tradotto
letteralmente come una diversa forma di risentimento. Sarebbe bello se an-
che l'inglese avesse la stessa onest per quanto riguarda certi termini! Inve-
ce, la nostra lingua in grado di definire dei sentimenti che il nostro sistema
nervoso non pu provare. Uno di questi proprio la gratitudine.
Jubal, sei un vecchio cinico. Io mi sento grata nei tuoi confronti, e ti as-
sicuro che continuer a esserlo.
E tu sei una ragazza sentimentale. Siamo una coppia complementare.
Hmmm perch non facciamo un salto ad Atlantic City per un weekend di
perversione illecita, solo io e te?
Jubal!
Ecco il limite della tua gratitudine.
Oh, va bene, sono pronta. Quando si parte?
Hummmph! Avremmo dovuto farlo pi o meno quarant'anni fa. Chiudi
il becco. Il secondo punto che volevo mettere in rilievo che hai ragione; il
ragazzo deve imparare gli usi e i costumi umani. Bisogna insegnargli a to-
gliersi le scarpe quando entra in una moschea, a mettersi il cappello quando
entra in sinagoga e a coprire le sue nudit quando i tab lo richiedono, altri-
menti i nostri sciamani tribali lo metteranno al rogo accusandolo di devia-
zionismo. Per, figlia mia, cerca di non sottoporlo a un lavaggio del cervel-
lo. Fai in modo di instillargli una certa dose di cinismo su ogni singolo
aspetto.
Non sono ben sicura su come fare Jubal, a me sembra che Mike sia
una persona del tutto priva di cinismo.
In effetti be', ci penser io. Ma come mai ci sta mettendo cos tanto?
Non dovrebbe essere gi vestito, ormai?
Vado a vedere.
Aspetta un attimo. Jill, prima ti ho spiegato per quale motivo non ero af-
fatto ansioso di accusare chicchessia di aver rapito Ben eppure i rapporti
che ho ricevuto da allora sostengono la concreta possibilit che sia una deci-
sione tatticamente corretta. Se Ben viene detenuto illegalmente (per usare
un eufemismo), per lo meno non abbiamo fatto pressione sulla controparte e
non li abbiamo costretti a liberarsi delle prove, ovverosia dello stesso Ben.
Quindi credo che, sempre ammesso che sia ancora vivo, abbia buone possi-
bilit di rimanere in vita. Ma ho preso delle altre misure la prima notte che
siete arrivati qui. Conosci la Bibbia?
Non molto bene.
Be', merita di essere studiata; contiene un sacco di ottimi consigli per la
gran parte delle emergenze. Chiunque infatti fa il male, odia la luce: Van-
gelo secondo Giovanni, Ges che parla a Nicodemo. da quando sei arriva-
ta che mi aspetto da un momento all'altro un tentativo di toglierci Mike, per-
ch non sono mai stato convinto che tu abbia cancellato completamente le
tue tracce. Ebbene, se ci provassero davvero? Questo un luogo piuttosto
isolato, e non abbiamo pezzi di artiglieria pesante. Ma abbiamo a disposi-
zione un'arma che potrebbe risultare vincente: la luce. Il faro abbagliante
della pubblicit. Non una piccola pubblicit che l'amministrazione potrebbe
mettere a tacere, ma una pubblicit totale, a livello internazionale e imme-
diata. I dettagli non hanno importanza (intendo dove e come sono state
montate le telecamere e quali collegamenti sono stati effettuati); per ti assi-
curo che se scoppia una battaglia da queste parti, non solo verr registrata
da ben tre network: nello stesso momento, verranno anche inoltrati a una se-
rie di personaggi noti che non vedono l'ora di beccare il nostro onorevole
Segretario generale con i pantaloni abbassati.
Harshaw fece una smorfia. L'unico punto debole di questo sistema di di-
fesa che non posso mantenerlo operativo a tempo indeterminato. A dir la
verit, quando ho deciso di imbastirlo ero molto preoccupato di non riuscir-
ci in tempo utile mi aspettavo che, qualunque cosa dovesse accadere, tut-
to si sarebbe svolto nel giro di ventiquattr'ore. Ora per la mia preoccupa-
zione diametralmente opposta, e penso che forse dovremmo forzare un po'
la situazione per fare in modo che ci sia un po' di azione entro breve, finch
riesco a mantenere i fari puntati su di noi.
Che genere di azione, Jubal?
Non lo so. Sono tre giorni che ci sto riflettendo in modo talmente inten-
so che non riesco pi nemmeno ad assaporare i pasti. Per, quando mi hai
raccontato quell'interessantissima storia su quanto accaduto quando hanno
tentato di portarvi via dall'appartamento di Ben, mi hai fatto venire in mente
un nuovo possibile approccio.
Mi dispiace di non avertelo detto prima, Jubal, ma ero convinta che non
mi avrebbe creduto nessuno. Ora che so che mi credi mi sento molto me-
glio.
Non ho mai detto che ti credevo.
Cosa? Ma
Penso che tu stessi dicendo la verit, Jill. Ma anche un sogno un tipo
di esperienza reale, e altrettanto vale per un'illusione ipnotica. Ci che acca-
dr in questa stanza nella prossima mezz'ora verr registrato non solo dagli
occhi di un Testimone Leale, ma anche dagli obiettivi di alcune telecamere
che si protese in avanti e premette un tasto sono state avviate in questo
preciso istante. Non credo che Anne possa essere ipnotizzata mentre in
servizio, e sono piuttosto sicuro che la stessa cosa valga anche per le teleca-
mere. Entro breve scopriremo con quale tipo di verit abbiamo a che fare,
dopodich penso che dovremmo decidere quale corso d'azione prendere per
costringere i poteri costituiti a venire allo scoperto magari trovando allo
stesso tempo un modo per aiutare Ben. Vai a chiamare Mike.
Nel paese di Lilliput, come racconta Lemuel Gulliver nel suo diario I
viaggi di Gulliver, nessun personaggio importante parlava o ascoltava senza
l'aiuto di un servo. Questi servi erano conosciuti con il nome dimenale in
lillipuziano, o battitori nell'approssimativa traduzione, poich il loro unico
compito consisteva nel percuotere le orecchie e la bocca del loro padrone
ogniqualvolta, secondo la loro personale opinione, risultasse utile o deside-
rabile che questi parlasse o ascoltasse.
Senza il consenso del suo battitore, risultava assolutamente impossibile
guadagnare l'attenzione di qualunque abitante di Laputa di ceto superiore.
Normalmente, il diario di Gulliver viene considerato dai terrestri come
un ammasso di menzogne messe assieme da un ecclesiastico amareggiato.
Tuttavia, non vi possono essere dubbi sul fatto che, al giorno d'oggi, il siste-
ma dei battitori sia assai diffuso fra i potenti della Terra; anzi, stato ad-
dirittura esteso, raffinato e ingigantito al punto che nemmeno un abitante di
Lilliput lo saprebbe riconoscere, se non forse nello spirito.
In tempi pi semplici e lontani, uno dei doveri principali di qualunque
sovrano terrestre era rendersi disponibile al popolo di frequente, permetten-
do cos anche al pi umile fra i suoi sudditi di rivolgersi a lui direttamente,
senza intermediari di sorta, per richiedere il suo giudizio o il suo intervento.
Tracce di questo tipo di sovranit primitiva hanno continuato a persistere a
lungo, anche quando i re sono diventati assai rari e pressoch privi di pote-
re.
Gli inglesi, per esempio, mantennero a lungo il loro diritto di appellarsi
al re, sebbene fossero in pochi a saperlo e nessuno lo facesse. I capi politici
cittadini di un certo rilievo lasciavano i tribunali aperti per quasi tutto il
ventesimo secolo, con le porte sempre spalancate e prestando ascolto a qual-
siasi barbone o straniero che passasse da quelle parti.
Il principio stesso non fu mai abolito, dato che era racchiuso negli articoli
I e IX degli Emendamenti alla Costituzione degli Stati Uniti d'America (il
che lo rendeva legge nominale per la gran parte degli esseri umani). Solo
che il documento originale era stato ormai quasi soppiantato, nella pratica,
dagli Articoli di Legge della Federazione Mondiale.
A ogni modo, nel periodo in cui l'Astronave Federale Champion torn
sulla Terra dal suo viaggio su Marte, il sistema dei battitori era ormai in
uso da oltre un secolo, e aveva raggiunto un livello di intricatezza tale che
vi erano un gran numero di persone impiegate esclusivamente nel portare a
termine i suoi rituali. L'importanza di un personaggio pubblico poteva esse-
re valutata con una certa precisione in base al numero di addetti che lo sepa-
ravano dal colloquio con la massa dei plebei. Naturalmente, costoro aveva-
no una variet di nomi diversi: assistenti esecutivi, segretari privati, segreta-
ri dei segretari privati, capi ufficio stampa, addetti alla reception, addetti
agli appuntamenti, eccetera. Di fatto, i titoli non avevano alcuna importan-
za, tanto che gli uomini pi efficienti non ne avevano; ci nonostante, pote-
vano essere identificati tutti come battitori per via della loro funzione:
ognuno possedeva un veto arbitrario e concatenato su ogni tentativo di co-
municazione dal mondo esterno verso il Grande Uomo, che era il suo su-
periore nominale.
Questa ragnatela di intermediari ufficiali che circondava ogni singolo vip
port naturalmente alla formazione di una nuova classe di intermediari uffi-
ciosi, il cui compito consisteva nel percuotere le orecchie del Grande Uomo
senza il permesso dei flagellatori ufficiali, cosa che avveniva (il pi delle
volte) in occasioni sociali o pseudosociali, oppure (nei casi di maggiore suc-
cesso) attraverso vie d'accesso privilegiate o numeri di telefono non regi-
strati. Solitamente, questi personaggi venivano chiamati con un'incredibile
variet di titoli: compagno di golf, stipettaio, lobbista, anziano stati-
sta, uomo cinque-per-cento, e cos via. Queste persone coesistevano in
benigna simbiosi con la schiera dei battitori ufficiali, poich era ormai rico-
nosciuto pressoch universalmente che pi era rigido il sistema, pi si profi-
lava la necessit di una valvola di scarico.
Gli intermediari non ufficiali di maggiore successo si costruivano spesso
a loro volta delle ragnatele di battitori personali, al punto da divenire diffici-
li da raggiungere quasi quanto l'uomo di cui rappresentavano il contatto uf-
ficioso e in tal caso saltavano sempre fuori le seconde file di ufficiosi per
insidiare quelli dell'intermediario ufficioso primario. Nel caso di un perso-
naggio di suprema importanza politica quale il Segretario generale della Fe-
derazione Mondiale degli Stati Liberi, il labirinto di collegamenti fra gli in-
termediari ufficiosi poteva essere complesso quanto le falangi di ufficiali
che circondavano un personaggio di importanza minore.
Alcuni studiosi terrestri avevano suggerito che gli abitanti di Lilliput po-
tessero essere stati, in effetti, una comitiva di marziani in visita, non solo
per la loro ossessione ultraterrena nei confronti della vita contemplativa, ma
anche per due motivi pi concreti: anzitutto, si diceva che i lillipuziani fos-
sero a conoscenza del fatto che Marte aveva due lune almeno un secolo e
mezzo prima che esse venissero osservate dagli astronomi terrestri; in se-
condo luogo, la stessa Lilliput veniva descritta come un luogo avente le di-
mensioni, la forma e la propulsione di qualcosa che in termini moderni tro-
va una descrizione nell'espressione disco volante. Tuttavia, questa teoria
pu essere facilmente confutata poich il sistema dei battitori, che rappre-
sentava una delle basi della societ lillipuziana, di fatto era del tutto scono-
sciuto sul pianeta rosso. Gli Anziani di Marte, infatti, non essendo limitati
da corpi fisici soggetti a fattori spazio-temporali, li avrebbero trovati utili
pi o meno quanto un serpente potrebbe trovare utile un paio di scarpe. I
marziani ancora corporei, invece, avrebbero potuto servirsene, ma di fatto
non lo facevano; il concetto stesso era contrario al loro stile di vita.
Quando un marziano sentiva il bisogno di concedersi qualche minuto o
qualche anno di contemplazione, si limitava a farlo. E se nel frattempo un
altro marziano desiderava parlargli, non faceva altro che aspettare, per tutto
il tempo necessario. Poich avevano a disposizione tutta l'eternit, non pote-
vano sussistere motivi per avere fretta. Di fatto, la fretta era un concetto
estraneo al linguaggio marziano; dunque era impensabile. Velocit, simulta-
neit, accelerazione e altre astrazioni matematiche che implicavano il con-
cetto di eternit erano contemplate dalla matematica marziana, ma non rien-
travano certo nella sfera emotiva degli stessi marziani. Al contrario, la fretta
incessante e la confusione, tipiche dell'esistenza umana, non erano dovute a
necessit temporali matematiche bens alla frenetica urgenza implicita nella
bipolarit sessuale degli umani.
Il dottor Jubal Harshaw, clown professionista, sovversivo dilettante e pa-
rassita per scelta, tentava ormai da tempo di eliminare il concetto di fretta,
con tutte le sue sensazioni implicite, dal proprio schema di vita. Consapevo-
le del fatto che non gli rimanevano molti anni da vivere, e non possedendo
n una fede di tipo marziano n una fede del tipo attestato nel Kansas ri-
guardante la vita eterna dopo la morte, intendeva vivere ogni dorato mo-
mento della sua esistenza come se si trattasse dell'eternit; senza paure, sen-
za speranze, ma con un certo gusto sibaritico. Per il raggiungimento di que-
sto fine, aveva scoperto che gli occorreva qualcosa di pi grande della botte
di Diogene, ma allo stesso tempo pi piccolo del Tempio del Piacere di Ku-
blai, con i suoi chilometri quadrati di terreno fertile e la sua recinzione di
mura e torrette; il regno di Jubal Harshaw era piccolo e semplice, composto
da qualche acro di terreno la cui intimit veniva garantita da una rete elettri-
ficata, da una casa di circa quattordici stanze, da una serie di segretarie a sua
completa disposizione e da tutte le altre amenit moderne di cui sentisse l'e-
sigenza. Al fine di mantenere quel suo nido arredato, nonch il suo scarno
personale, Harshaw si produceva in sforzi minimi per ottenere guadagni
massimi, semplicemente perch gli risultava pi facile essere ricco che esse-
re povero; Harshaw non desiderava altro che vivere esattamente come gli
andava, facendo ci che gli sembrava meglio per s.
Di conseguenza, si sentiva piuttosto afflitto dal fatto che le circostanze lo
avessero costretto ad agire in maniera frettolosa, e allo stesso tempo non era
disposto ad ammettere che si stava divertendo come non gli accadeva da
anni.
Quel mattino in particolare, Jubal si svegli sentendo l'esigenza di confe-
rire con il capo esecutivo del terzo pianeta. Era pienamente consapevole del
fatto che il sistema dei battitori rendesse pressoch impossibile per un cit-
tadino normale mettersi in contatto con il capo supremo del Governo, anche
se lui stesso non avrebbe mai sopportato l'idea di circondarsi di paracolpi
umani degni della sua carica; Harshaw rispondeva sempre personalmente al
suo telefono quando lo aveva a portata di mano, poich ogni chiamata gli
poteva offrire delle buone possibilit di comportarsi in maniera scortese
(cosa assai gratificante) con qualche sconosciuto che aveva osato invadere
la sua intimit senza un motivo da ritenersi valido ovviamente secondo il
suo personale giudizio.
Jubal sapeva bene che la situazione sarebbe stata diversa, se avesse chia-
mato il Palazzo Esecutivo; era infatti al di l di ogni dubbio che il Segretario
generale non avrebbe mai risposto al telefono di persona. Ma Harshaw ave-
va molti anni di esperienza nel piegare ai suoi fini gli usi e i costumi umani;
affront la cosa con spirito allegro, subito dopo la colazione.
Qualche ora dopo, si senti stanco e decisamente frustrato. Grazie al suo
nome, era riuscito a superare ben tre strati della difesa ufficiale, e dato che
era un personaggio piuttosto in vista, non era stato mai mandato a quel pae-
se in maniera brutale. Lo sballottarono invece da un segretario all'altro, fino
a metterlo in contatto audiovisivo con un giovanotto di bella presenza dai
modi molto urbani che sembrava disposto a discutere con lui all'infinito sen-
za ostentare alcun segno di irritazione a prescindere da ci che gli dicesse,
ma che allo stesso tempo non aveva alcuna intenzione di metterlo in contat-
to con l'onorevole Douglas in persona.
Harshaw sapeva che avrebbe ottenuto qualcosa di pi menzionando l'Uo-
mo di Marte, e sapeva altrettanto bene che l'avrebbe ottenuta con la massi-
ma solerzia nel caso che avesse dichiarato di averlo l con lui, ma allo stesso
tempo non era del tutto certo che con una simile dichiarazione avrebbe rag-
giunto lo scopo di mettersi in contatto con Douglas personalmente. Al con-
trario, era convinto che qualsiasi riferimento a Smith gli avrebbe tolto ogni
possibilit di parlare con il Segretario generale, scatenando invece una rea-
zione violenta da parte dei suoi subordinati il che non era esattamente ci
che voleva ottenere. Grazie all'esperienza maturata nella sua lunga vita, sa-
peva che era sempre molto pi facile trattare direttamente con il capo. E
dato che, molto probabilmente, c'era in ballo la vita di Ben Caxton, Har-
shaw non poteva rischiare di fallire per mancanza di autorit o per eccesso
di ambizione di un subordinato.
Ma questo ragazzino dai modi tanto cortesi stava mettendo a dura prova
la sua pazienza. Giovanotto sbott infine se lei non possiede l'autorit
sufficiente, almeno mi lasci parlare con qualcuno che ne sia in possesso! Mi
faccia parlare con il signor Berquist.
Il sorriso stampato sul volto del tirapiedi scomparve all'istante. Jubal si
rallegr di averlo punto nel vivo. Decise di sfruttare il suo vantaggio. Allo-
ra? Non stia l impalato! Chiami Gil sulla linea interna e gli dica che sta fa-
cendo aspettare Jubal Harshaw. E gli dica anche da quanto tempo lo sta fa-
cendo aspettare. Harshaw ripesc dalla sua ottima memoria tutto ci che
aveva riferito il Testimone Leale Cavendish a proposito dello scomparso
Berquist, oltre al rapporto fornitogli in proposito dall'agenzia investigativa.
S, pens con gioia, quel giovanotto doveva essere almeno tre livelli sotto
rispetto a Berquist, quindi tanto valeva dargli uno scossone salendo con-
temporaneamente di almeno un paio.
Non esiste nessun signor Berquist qui disse il volto sullo schermo in
tono glaciale.
Non mi importa dove si trovi. Gli voglio parlare adesso! E se non cono-
sce il signor Berquist di persona, chieda al suo capo. Il signor Gilbert Ber-
quist, assistente personale del signor Douglas. Se gira per il palazzo da al-
meno un paio di settimane, avr visto il signor Berquist, almeno da lontano;
ha 35 anni, alto circa un metro e ottanta, peser una settantina di chili, ha i
capelli brizzolati un po' radi, sempre sorridente e ha una dentatura perfet-
ta. Lo avr visto di sicuro. E se non osa disturbarlo di persona, scarichi la
faccenda al suo capo. Basta che la smetta di mordersi le unghie, e che faccia
qualcosa. Comincio a seccarmi.
Rimanga in linea, per favore disse il giovanotto senza mutare espres-
sione. Vedr quel che posso fare.
Rimarr senz'altro in linea. Mi faccia parlare con Gil. L'immagine sul-
lo schermo venne sostituita da uno schema geometrico astratto in movimen-
to, accompagnato da una piacevole voce femminile: Vi preghiamo di atten-
dere; la vostra chiamata stata inoltrata. Questo periodo di attesa non vi
verr addebitato. Vi preghiamo di attendere La voce venne coperta da
una gradevole musichetta. Jubal si appoggi allo schienale della poltrona e
si guard attorno. Anne era seduta, stava leggendo, e non poteva n vedere
n essere vista dallo schermo. Era presente anche l'Uomo di Marte, seduto a
sua volta, che guardava un programma in stereovisione con le cuffie che gli
coprivano le orecchie. Anche lui era tagliato fuori dalla visuale dello scher-
mo.
Jubal pens che doveva assolutamente ricordarsi di far rimettere quell'o-
sceno apparecchio parlante al suo posto, in cantina, non appena fosse finita
quell'emergenza. Che stai guardando, figliolo? domand a Smith, proten-
dendosi nella sua direzione e alzando l'audio dello stereovisore.
Non lo so, Jubal rispose Mike.
L'audio conferm quanto aveva sospettato Jubal dalla sua prima occhiata
allo schermo; Smith stava seguendo un servizio teletrasmesso della Chiesa
dei fosteriti. Il pastore raffigurato sullo schermo non stava predicando, ma
apparentemente leggeva al pubblico degli appunti della Chiesa: la nostra
squadra giovanile Spirito in Azione dar una dimostrazione prima della
cena, quindi accorrete per veder volare un po' di botte! L'allenatore della no-
stra squadra, fratello Hornsby, mi ha chiesto di dire ai ragazzi della squadra
di portare solo i caschi, i guanti e i bastoni; questa volta non si va a caccia di
peccatori. Ci nonostante, i Piccoli Cherubini saranno comunque a portata
di mano in caso di eccessi di zelo. Il pastore si produsse in un ampio sorri-
so. E ora ho qui per voi un'ottima notizia, figlioli miei! Un messaggio del-
l'angelo Ramzai per il fratello Arthur Renwick e la sua buona moglie Doro-
thy. La vostra preghiera stata accolta, e vi recherete in Paradiso all'alba di
gioved mattina! Alzati in piedi, Art! Alzati in piedi, Dottie! Fate un bell'in-
chino!
La telecamera ruot, mostrando la congregazione e facendo una carrella-
ta sui coniugi Renwick. Fratello Renwick rispose agli applausi selvaggi e
alle grida di Alleluia! sollevando le mani unite in un saluto da pugile,
mentre sua moglie, che era avvampata, sorrise e si asciug le lacrime con un
fazzoletto.
L'immagine torn sul pastore, che stava sollevando una mano per intima-
re il silenzio. La festa di buon viaggio per i Renwick continu inizier
alla mezzanotte puntuale, e a quell'ora le porte saranno gi chiuse da un
po' quindi vi consiglio di venire presto, e vedrete che faremo una baldoria
fra le pi allegre che si siano mai viste da queste parti, perch siamo tutti
fieri di Art e Dottie. I funerali si terranno trenta minuti dopo l'alba, e saran-
no seguiti da un'abbondante colazione per tutti coloro che devono andare a
lavorare. Il pastore assunse improvvisamente un'espressione seria; la tele-
camera si avvicin finch lo schermo non fu riempito interamente dal suo
volto. In seguito alla nostra ultima festa di buon viaggio, il sagrestano ha
trovato una bottiglia vuota in una delle stanze della felicit una bottiglia
di una marca distillata da peccatori. Ormai un fatto superato, in quanto il
fratello che ha commesso il peccato si confessato e ha pagato abbondante-
mente la sua penitenza, arrivando addirittura a rifiutare il solito sconto in
contanti, quindi sono sicuro che almeno lui ha imparato la lezione. Ma vi
chiedo di fermarvi un attimo a pensare, figli miei; vale forse la pena di ri-
schiare di compromettere la propria felicit eterna per risparmiare qualche
spicciolo su un articolo di merce terrena? Vi consiglio quindi di cercare
sempre l'allegro e santo sigillo di approvazione con impresso il volto sorri-
dente del Vescovo Digby. Non lasciatevi plagiare dai peccatori che vogliono
vendervi un prodotto altrettanto buono. I nostri sponsor ci sostengono, e
si meritano un sostegno da parte vostra. Fratello Art, mi dispiace molto di
essere stato costretto a parlare di una cosa del genere
Non c' problema, pastore! Continui cos!
in un momento di simile felicit. Ma non dobbiamo mai dimenticarci
che Jubal allung una mano e spense nuovamente l'audio.
Mike, non hai bisogno di vedere questa robaccia.
Non?
Uh Jubal ci riflett sopra. Che cavolo, in fondo il ragazzo avrebbe
dovuto conoscere l'esistenza di certe cose, prima o poi. Va bene, guarda
pure. Ma poi vieni da me che ne parliamo.
S, Jubal.
Harshaw stava per aggiungere qualche consiglio per ovviare alla tenden-
za di Mike a prendere alla lettera tutto ci che vedeva e sentiva, quando la
musichetta suadente dell'attesa telefonica si interruppe e lo schermo venne
invaso dall'immagine di un uomo sulla quarantina che Jubal etichett imme-
diatamente nella sua mente come sbirro.
Lei non Gil Berquist disse subito Jubal in tono aggressivo.
Perch le interessa vedere Gil Berquist? rispose seccamente l'uomo.
Jubal rispose mantenendo a stento la pazienza. Desidero parlargli. Sen-
ta, buon uomo, lei un funzionario pubblico?
L'uomo esit una frazione di secondo. S. Deve
Io non devo niente! Sono un cittadino rispettabile e pago le tasse an-
che per il suo stipendio. tutta la mattinata che cerco di effettuare una sem-
plice telefonata, e voi non fate altro che farmi girare da un bovino con il cer-
vello da farfalla all'altro, ognuno dei quali mangia dal trogolo pubblico. Ne
sono arcistufo, e non ho alcuna intenzione di sopportare ancora a lungo que-
sta situazione. In quanto a lei, mi dia il suo nome, il suo titolo e il suo nume-
ro di matricola. Poi parler con il signor Berquist.
Non ha ancora risposto alla mia domanda.
Io non devo rispondere alle sue domande; sono un privato cittadino. Lei
invece non lo , e la domanda che le ho appena fatto pu essere posta a pie-
no diritto da qualsiasi cittadino a qualsiasi funzionario pubblico. Sentenza
O'Kelly contro lo Stato della California, 1972. Pretendo quindi la sua identi-
ficazione; nome, mansione e numero.
L'uomo rispose in tono neutro. Lei il dottor Jubal Harshaw. Sta chia-
mando da
per questo che ci avete messo cos tanto? Per rintracciare l'origine
della telefonata. Be', devo dire che stato un gesto alquanto stupido da parte
vostra, poich mi trovo a casa mia e il mio indirizzo pu essere ottenuto da
qualsiasi biblioteca pubblica, ufficio postale o servizio informativo telefoni-
co. E in quanto a me, lo sanno tutti chi sono. Tutti quelli che sanno leggere,
cio. Lei sa leggere?
Dottor Harshaw continu l'uomo sono un agente di polizia, e ho biso-
gno della sua collaborazione. Qual il motivo della sua
Al diavolo, signore! Sono un avvocato. Un privato cittadino ha l'obbligo
di collaborare con la polizia solo in determinate situazioni specifiche. Per
esempio, nel caso di un inseguimento, ma anche allora l'agente in questione
dovr mostrare le sue credenziali. Siamo forse nel corso di un inseguimento,
agente? Sta forse per buttarsi attraverso questo maledetto apparecchio? In
secondo luogo, un cittadino ha l'obbligo di collaborare con la polizia, entro
limiti ragionevoli stabiliti dalla legge, nel corso di un'indagine di polizia
Questa un'indagine.
Di che, signore? Prima di richiedere la mia collaborazione per un'inda-
gine, deve innanzitutto identificarsi, poi dimostrarmi la sua buona fede, cita-
re il suo scopo e inoltre, sempre che io lo richieda, citare il codice specifico
e dimostrare che esiste una ragionevole necessit. Ebbene, lei non ha fatto
nulla di tutto ci. Desidero parlare con il signor Berquist.
I muscoli della mascella dell'uomo si contrassero, ma riusc ugualmente a
rispondere in tono calmo. Dottor Harshaw, sono il capitano Heinrich del-
l'ufficio s.s. della Federazione. Il solo fatto che lei sia entrato in contatto con
me chiamando il Palazzo Esecutivo dovrebbe essere per lei una prova suffi-
ciente del fatto che sono chi affermo di essere. Ci nonostante Tir fuori
il portafoglio, lo apr e lo avvicin al ricevitore del suo schermo. L'immagi-
ne si appann, quindi torn rapidamente a fuoco. Harshaw diede un'occhiata
alla tessera, che per quel poco che gli importava poteva anche essere auten-
tica.
Benissimo, capitano grugni. Ora sarebbe cos cortese da spiegarmi
per quale motivo non vuole farmi parlare con il signor Berquist?
Il signor Berquist non disponibile.
E perch non me lo ha detto prima? In questo caso, trasferisca la mia
chiamata a qualcuno dello stesso grado di Berquist. Intendo una della mezza
dozzina di persone che, come Gil, lavorano a contatto diretto con il Segreta-
rio generale. E non voglio che mi passi un altro giovane assistente imbecille
che non possiede nemmeno l'autorit per soffiarsi il naso! Se Gil non c' e
non si pu occupare della faccenda, per l'amor di Dio, mi passi qualcuno di
pari grado che possa farlo!
Lei ha tentato di telefonare al Segretario generale.
Esattamente.
Benissimo. Pu spiegare a me che cosa vuole dal Segretario generale.
E potrei anche non farlo. Lei per caso un assistente confidenziale del
Segretario generale? a conoscenza dei suoi segreti?
Non questo il punto
Invece proprio questo il punto. Come agente di polizia, dovrebbe sa-
perlo. Io spiegher quel che ho da spiegare solo a una persona della quale
conosca esattamente il grado di confidenza che ha con il signor Douglas,
quanto basta per assicurarmi che il Segretario generale divenga improvvisa-
mente ansioso di parlarmi. sicuro che il signor Berquist non ci sia?
Sicurissimo.
Peccato, lui se ne sarebbe occupato in maniera tempestiva. Allora mi
passi qualcun altro dello stesso livello, per favore.
Se si tratta di un segreto, non avrebbe dovuto usare una linea pubblica.
Mio buon capitano! Non sono nato ieri e nemmeno lei. Dato che ave-
te rintracciato la chiamata, sarete consapevoli del fatto che il mio apparec-
chio predisposto per ricevere una chiamata di ritorno con schermatura di
massima sicurezza.
L'ufficiale delle Squadre Speciali non forni una risposta diretta.
Dottore, disse mi esprimer in maniera sintetica, per non farle perdere
tempo. Finch non mi spiega che cosa vuole, non la metter in contatto con
nessuno. Se riattacca e richiama il Palazzo, la sua chiamata verr inoltrata
direttamente a questo ufficio. Pu provare cento volte, o anche fra un mese.
Avr sempre la stessa risposta, finch non si decide a collaborare.
Jubal si produsse in un sorriso beato. Non pi necessario ormai, poi-
ch lei si lasciato scappare in maniera involontaria, o forse intenzionale,
il dato di cui avevamo bisogno prima di agire. Sempre ammesso che agia-
mo. Posso tenerli a bada per il resto della giornata ma la parola d'ordine
non pi Berquist.
Che diavolo sta dicendo?
Mio caro capitano, la prego! Non su un circuito a trasmissione in chia-
ro, per favore! Lei sa, o dovrebbe sapere, che sono un anziano filosofuncolo
in servizio attivo.
Prego?
Caspita, ma cosa insegnano nelle scuole di questi tempi? Torni pure alla
sua partita a carte; non ho bisogno di lei. Jubal interruppe la comunicazio-
ne e programm il telefono per un rifiuto categorico di dieci minuti. Veni-
te, ragazzi disse, e torn al suo punto preferito accanto alla piscina. Avverti
Anne di tenere la sua tonaca da Testimone a portata di mano giorno e notte,
disse a Mike di essere sempre pronto a raggiungerlo e diede a Miriam le
istruzioni del caso riguardo al telefono. Dopodich, si rilass.
Non era del tutto deluso dai suoi sforzi. Non si era aspettato di entrare su-
bito in contatto con il Segretario generale attraverso i canali ufficiali. Decise
che la ricognizione di quella mattina era servita quantomeno a individuare
un punto debole nelle mura che circondavano il Segretario generale e si
aspettava, o almeno sperava, che l'animata discussione con il capitano Hein-
rich di poco prima avrebbe portato a una chiamata da un livello pi alto.
O qualcosa del genere.
In caso contrario, quello scambio di complimenti con lo sbirro dell'uffi-
cio S.S. era stato abbastanza gratificante di per s, e che aveva lasciato in lui
il luminoso tepore della fruttificazione artistica. Harshaw era convinto che
certi piedi fossero fatti apposta per essere calpestati, in modo da migliorare
la stirpe, promuovere il benessere generale e minimizzare l'atavica insolenza
dei funzionari.
Tuttavia, se non accadeva nulla, si domand quanto tempo avrebbe potu-
to resistere ancora A parte il fatto che la sua bomba a orologeria non
poteva rimanere innescata ancora a lungo, e tralasciando anche il fatto che
aveva promesso a Jill che avrebbe fatto qualcosa per Ben Caxton (come mai
quella ragazza non riusciva a mettersi in testa che molto probabilmente Ben
non poteva essere aiutato, che quasi certamente loro non potevano aiutarlo,
e che qualsiasi azione diretta o affrettata avrebbe diminuito le possibilit di
Mike di mantenere la propria libert?). Oltre a questi due fattori, poi c'era
un altro problema che iniziava solo ora a profilarsi nella sua mente: Duke
era sparito.
Se fosse andato via per un giorno o per sempre, non poteva saperlo. Duke
aveva cenato con loro la sera precedente, ma quella mattina non si era fatto
vedere a colazione. Tuttavia, vista la grande libert di costumi che si respi-
rava in casa Harshaw, nessuno di questi eventi era degno di nota, tanto pi
che nessuno sembrava sentire la sua mancanza. Lo stesso Jubal normalmen-
te non lo avrebbe notato, se non avesse avuto bisogno di chiamarlo. Ma quel
mattino Jubal aveva notato eccome la sua assenza, e si era gi trattenuto un
paio di volte dall'urlare il nome di Duke in occasioni in cui avrebbe avuto
bisogno di lui.
Alz lo sguardo verso la piscina con espressione preoccupata, osserv
Mike che tentava di fare un tuffo esattamente allo stesso modo in cui lo ave-
va fatto Dorcas, e fu costretto ad ammettere a se stesso che c'era un motivo
ben preciso per il quale non aveva chiamato Duke. La verit era che la ri-
sposta gli pareva pi che ovvia.
Be', c'era sempre un ottimo modo per affrontare simili debolezze. Mike!
Vieni qui.
S, Jubal. L'Uomo di Marte usc dalla piscina e gli si avvicin come un
cagnolino fedele, ponendosi in attesa al suo fianco. Harshaw gli rivolse una
lunga occhiata, decidendo infine che doveva essere aumentato di almeno
quindici chili da quando era arrivato e a quanto pareva quei chili si erano
trasformati tutti in muscoli. Mike, sai per caso dove si trova Duke?
No, Jubal.
In questo caso non ci potevano essere dubbi; il ragazzo non sapeva men-
tire. Ma un attimo Jubal ricord improvvisamente l'abitudine di Mike di
rispondere letteralmente a qualsiasi domanda gli venisse posta e che il
giovane non aveva saputo rispondere, il giorno prima, quando gli aveva
chiesto dove fosse andata a finire la scatola scomparsa. Mike, quando lo
hai visto l'ultima volta?
Ho visto Duke salire di sopra questa mattina, quando io e Jill siamo sce-
si a fare colazione. Io ho aiutato a cucinare aggiunse con gioia.
Quella stata l'ultima volta che hai visto Duke?
Io non visto Duke da allora. Ho bruciato il toast con orgoglio.
Non ho dubbi. Ti consiglio di stare attento, altrimenti potresti diventare
un ottimo marito per qualche donna.
Oh, l'ho bruciato con molta attenzione.
Jubal intervenne Anne.
S?
Duke ha fatto colazione prima di tutti e se n' andato in paese. Credevo
lo sapessi.
Be' prese tempo Jubal in effetti aveva detto qualcosa del genere. Ma
credevo che volesse uscire dopo pranzo. Ma non importa, ne faccio anche a
meno. Jubal si rese improvvisamente conto di essersi tolto un grosso peso
dalla coscienza. Non che Duke significasse molto per lui, a parte il fatto che
era un ottimo assistente tecnico in fondo erano ormai parecchi anni che
faceva in modo che nessun essere umano divenisse troppo importante per
lui; tuttavia, doveva ammettere che la cosa lo aveva preoccupato, un poco.
Quali leggi si violavano, nel caso che se ne fossero violate, nel far sparire
un uomo nel nulla?
Non lo si poteva considerare un omicidio, almeno finch il ragazzo usava
le sue doti per autodifesa o per proteggere qualcun altro, come Jill. Era forse
possibile che fossero applicabili le assurde e obsolete leggi della Pennsylva-
nia sulla stregoneria ma sarebbe stato quantomeno interessante vedere
come se la sarebbe cavata il Pubblico Ministero nel formulare l'accusa.
Il fatto di ospitare l'Uomo di Marte poteva forse rientrare sotto la norma-
tiva contro il mantenimento di un elemento di turbativa pubblica? Possibi-
le. Ma era molto pi probabile che dovessero invece essere emanate leggi
del tutto nuove. Mike aveva gi ribaltato completamente le basi della medi-
cina e della fisica, anche se gli studiosi non conoscevano ancora la rivolu-
zione che stava arrivando con lui.
Harshaw scav nella sua memoria e ricord la grande tragedia personale
che aveva rappresentato per molti blasonati scienziati la teoria della relativi-
t. Incapaci di digerire le nuove teorie per via della loro abitudine consoli-
data alle vecchie, si erano rifugiati in una furia cieca nei confronti di Ein-
stein e di tutti coloro che lo prendevano sul serio. Ma il loro rifugio si era ri-
velato un vicolo cieco; quell'inflessibile vecchia guardia alla fine non aveva
potuto far altro che morire e cedere il posto a nuovi, giovani scienziati dalla
mente pi elastica.
Harshaw ricord anche che suo nonno gli aveva raccontato come fosse
accaduta pi o meno la stessa cosa nel campo della medicina quando era ve-
nuta fuori la teoria dei germi; molti fra i medici pi anziani erano arrivati
alla tomba accusando Pasteur di essere un bugiardo, senza nemmeno esami-
nare le prove che, secondo la loro ideologia, erano assolutamente impossibi-
li persino da prendere in considerazione.
Indubbiamente Mike avrebbe messo in subbuglio il mondo della scienza
molto pi di quanto non avessero fatto Einstein e Pasteur messi assieme. Il
che gli ricord Larry! Dov' Larry?
Qui, boss rispose l'altoparlante sotto il cornicione alle sue spalle.
Sono in officina.
Hai con te il bottone del panico?
Certo, capo. Mi hai detto di dormirci anche, tenendomelo vicino, e io ci
ho dormito veramente.
Bene. Ora fai un salto qui di sopra e portamelo. Anzi no, dallo ad Anne.
Anne, tienilo con la tua tonaca.
Anne annui. Va bene, Capo rispose la voce di Larry. Inizia il conto
alla rovescia?
Tu portalo su e basta. Jubal alz lo sguardo e scopri non senza un certo
stupore che l'Uomo di Marte era ancora in piedi davanti a lui, immobile e si-
lenzioso come una statua umana. Non ho bisogno di altro, Mike. Grazie.
S, Jubal.
Ma Mike non si mosse. C' qualcosa che non va, figliolo? gli domand
Jubal.
Si tratta di ci che ho visto in quella scatola delle cazzate. Tu hai detto
va bene, fa' pure. Ma dopo vieni da me che ne parliamo.
Oh. Harshaw ricord la trasmissione della Chiesa della Nuova Rivela-
zione che stava guardando Mike poco prima e trasal. S, adesso ne parlia-
mo. Ma non chiamare quella cosa la scatola delle cazzate. Si chiama stereo-
visore; chiamala cos.
Mike assunse un'espressione perplessa. Non una scatola delle cazzate?
Non ti ho sentito giustamente?
No, mi hai sentito giustamente, e si tratta effettivamente di una scatola
piena di cazzate. Me la sentirai chiamare cos anche in altre occasioni, o an-
che in altri modi. Ma tu devi chiamarlo stereovisore.
Io lo chiamer stereovisore. Ma per quale motivo, Jubal? Io non grok-
ko.
Harshaw emise un sospiro, provando la sensazione di essersi arrampicato
troppe volte per le stesse scale. Ogni conversazione che aveva con Smith
metteva in rilievo almeno un esempio di comportamento umano che non po-
teva essere giustificato con la logica, o almeno non in termini comprensibili
a Smith, e i suoi tentativi di spiegargli certe cose erano sempre infinitamente
laboriosi. Nemmeno io grokko, Mike ammise ma Jill vuole che tu lo
chiami cos.
Io lo chiamer cos, Jubal. Jill lo vuole.
Ora raccontami ci che hai visto e sentito nello stereovisore, e che cosa
ne hai grokkato.
La conversazione che segu fu ancora pi lunga, confusa e sconnessa del-
le solite chiacchierate con Smith. Mike ricordava con la massima precisione
ogni singola parola e azione che aveva visto e sentito nella scatola delle
cazzate, compresa la pubblicit. Avendo quasi finito l'enciclopedia, aveva
gi avuto modo di leggere le definizioni riguardanti la parola Religione,
nonch Cristianesimo, Buddismo, Islamismo, Giudaismo, Confu-
cianesimo, e moltissimi altri termini relativi a concetti religiosi. Tuttavia,
non ne era riuscito a grokkare nessuno.
Alla fine, Jubal giunse a una serie di conclusioni: Mike non sapeva che il
rito dei fosteriti fosse un rito religioso; ricordava tutto ci che aveva letto a
proposito di religione, ma aveva messo da parte tutti i dati relativi riservan-
dosi di contemplarli in futuro, poich non era ancora in grado di compren-
dere l'idea stessa; di fatto, Mike aveva un'idea alquanto confusa del signifi-
cato del termine religione, sebbene fosse in grado di citare tutte e nove le
definizioni della parola cos com'erano elencate nel dizionario; la lingua
marziana non comprendeva nessuna parola (e nessun concetto) che Mike
potesse mettere in relazione o paragonare con almeno una delle nove defini-
zioni che aveva letto; i costumi che Jubal aveva descritto a Duke conside-
randoli cerimonie religiose marziane per Mike non erano affatto tali: face-
vano parte della normale esistenza quotidiana come poteva esserlo un nego-
zio di alimentari per Jubal; nella lingua marziana, era impossibile esprimere
come concetti separati le parole umane religione, filosofia e scienza.
Di conseguenza, poich Mike pensava ancora in marziano pur parlando
fluentemente l'inglese, non era possibile per lui distinguere tra loro quei
concetti. Tutti questi per lui non erano altro che insegnamenti che veniva-
no dagli Anziani. Non aveva mai sentito parlare del dubbio, e considerava
inutile la ricerca (non esisteva alcuna parola marziana per nessuna di queste
due idee); la risposta a qualsiasi domanda andava semplicemente ottenuta
dagli Anziani, che erano onniscienti e infallibili, a prescindere dal fatto che
si domandasse loro come sarebbe stato il tempo domani o gli si ponesse un
problema di teologia cosmica. Mike aveva visto le previsioni del tempo nel-
la scatola maledetta, e l'aveva interpretato senza ombra di dubbio come un
messaggio degli Anziani umani che veniva mandato in onda a beneficio
di tutti coloro che erano ancora in stato corporeo. In seguito, Jubal scopri
che Mike aveva pensato la stessa cosa riguardo agli autori dell'Enciclopedia
Britannica.
Infine, ed era la cosa peggiore dal punto di vista di Jubal, Mike aveva ap-
parentemente grokkato che il servizio religioso dei fosteriti comprendesse
l'annuncio di una prossima scorporazione di due esseri umani che erano in
procinto di unirsi agli Anziani umani, il che lo aveva emozionato a livelli
impensabili. Aveva forse grokkato giustamente? Mike sapeva che la sua
comprensione dell'inglese non era ancora perfetta; continuava a fare errori a
causa della propria ignoranza, non essendo che un uovo. Tuttavia, aveva
grokkato correttamente almeno questo particolare? Era da molto che atten-
deva di incontrare gli Anziani umani, poich aveva molte domande da
porre loro. Che questa potesse rappresentare un'opportunit? O era necessa-
rio che prima apprendesse altre cose dai suoi fratelli d'acqua?
Jubal venne salvato dal gong. Arriv infatti Dorcas con un vassoio di tra-
mezzini e il caff, secondo l'usanza della casa di pranzare all'aperto. Jubal
mangi in silenzio, cosa che non disturb affatto Mike, poich gli era stato
insegnato che il pasto era un momento di contemplazione; in altre occasioni,
anzi, Mike aveva trovato piuttosto fastidioso il baccano che veniva prodotto
a tavola.
Dopo aver mangiato, Jubal si stiracchi riflettendo sulle risposte da dare
a Mike e si maledisse per la folle idea di avergli permesso di guardare lo
stereovisore. Certo, prima o poi il ragazzo avrebbe dovuto per forza affron-
tare la questione delle religioni umane; era inevitabile se aveva intenzione
di passare il resto della sua vita su quell'assurdo pianeta. Tuttavia, sarebbe
stato decisamente meglio aspettare che Mike si abituasse agli schemi menta-
li umani prima di affrontare quell'argomento tanto delicato e in ogni caso,
non lo avrebbe certamente mai sottoposto ai bombardamenti teologici dei
fosteriti come prima esperienza religiosa!
Essendo un devoto agnostico, Jubal considerava alla stessa stregua tutte
le religioni, dall'animismo dei popoli del Kalahari alle pi sobrie e intellet-
tualizzate fedi occidentali. Tuttavia, a livello emotivo, ve ne erano alcune
che trovava pi odiose di altre e la forma di religione proposta dalla Chie-
sa della Nuova Rivelazione era una di queste. La pretesa di gnosi assoluta
dei fosteriti, che sostenevano si ottenesse attraverso un contatto diretto con
il Paradiso, la loro arrogante intolleranza, alimentata dalla persecuzione alla
luce del sole di qualsiasi altra religione, il gusto sudaticcio da partita di foot-
ball e da mercato del pesce delle loro funzioni religiose tutti questi aspetti
lo infastidivano non poco. Se la gente doveva proprio andare in chiesa, per-
ch diavolo non potevano farlo con un minimo di dignit, come i cattolici, i
cristiani scientisti o i quaccheri?
Se Dio esisteva (questione riguardo alla quale Jubal manteneva una rigo-
rosa neutralit intellettuale) e se desiderava effettivamente essere adorato
(cosa che Jubal trovava intrinsecamente improbabile ma concepibilmente
possibile alla debole luce della sua personale ignoranza), Harshaw trovava
comunque poco plausibile che un essere tanto potente da foggiare intere ga-
lassie potesse essere sollecitato o influenzato dalle ridicole sciocchezze che
gli offrivano in adorazione i fosteriti.
Tuttavia, Jubal era costretto ad ammettere a se stesso che l'universo (o
meglio, la parte di esso che aveva avuto modo di vedere) poteva rappresen-
tare, nel suo complesso, un esempio di dimostrazione per assurdo. E in quel
caso, poteva anche darsi che i fosteriti possedessero effettivamente la Verit,
l'esatta Verit e null'altro che la Verit. L'universo era un luogo assai
strano ma la spiegazione meno probabile per la sua esistenza era proprio
la non-spiegazione della casualit, il concetto che qualche cosa astratta fos-
se semplicemente e casualmente diventata una serie di atomi che si erano
casualmente radunati in alcune configurazioni che casualmente assomi-
gliavano a delle leggi costituenti, e che due di esse erano casualmente di-
ventate l'Uomo di Marte e un vecchio idiota dalla testa pelata con Jubal den-
tro.
No, Jubal non era disposto a prendere per buona la teoria della casuali-
t, per quanto fosse popolare fra quegli uomini che venivano chiamati
scienziati. Il caso non rappresentava una spiegazione sufficiente per l'esi-
stenza di un intero universo; di fatto, la casualit non era nemmeno suffi-
ciente a spiegare se stessa.
Ma c'era forse qualche motivo particolare per preferire un'ipotesi a un'al-
tra, quando in realt nessuno ci capiva niente? No! Jubal fu costretto ad am-
mettere che, nonostante i lunghi anni di vita e di esperienza che aveva tra-
scorso, non aveva mai realmente compreso i problemi basilari riguardanti
l'universo.
Ne conseguiva che i fosteriti potevano anche avere ragione; perlomeno,
Jubal non poteva provare che avessero torto.
Ci nonostante, ricord a se stesso con rabbia, gli rimanevano ancora due
cose valide: il suo gusto personale e il suo orgoglio. Se i fosteriti possedeva-
no effettivamente il monopolio sulla Verit (come dichiaravano apertamen-
te) e se, di conseguenza, l'accesso al Paradiso era riservato ai seguaci di
quella specifica fede, in quel caso lui, Jubal Harshaw, gentiluomo e libero
cittadino, preferiva quell'eternit di dannazione e dolori promessa a tutti i
peccatori che rifiutavano la Nuova Rivelazione. Forse lui non era in grado
di vedere il vero volto di Dio ma la sua vista era abbastanza buona da in-
dividuare i suoi equivalenti sociali, ed era pi che mai convinto che quei fo-
steriti non rientrassero in quella categoria!
Tuttavia, capiva perfettamente il modo in cui si era lasciato influenzare
Mike; il costume fosterita di andare in paradiso in un momento e in un
luogo prescelti assomigliava effettivamente parecchio alla scorporazione
volontaria e programmata che pareva essere la pratica normale e accettata
sul pianeta Marte.
Jubal aveva l'angosciante sospetto che quella particolare usanza fosterita
potesse essere meglio definita con il termine omicidio, ma ci non era
mai stato provato e raramente vi si accennava pubblicamente, nemmeno
quando il culto dei fosteriti era ancora relativamente poco diffuso e poco
potente. Lo stesso Foster era stato il primo ad andare in paradiso in perfet-
to orario, decedendo pubblicamente in un momento che lui stesso aveva
profetizzato. E fin dal giorno di quel primo esempio, la cosa aveva sempre
rappresentato una specie di marchio di una particolare grazia che era esclu-
siva dei fosteriti Ormai erano anni che nessun magistrato o giudice parti-
colarmente temerario osava aprire indagini su quei decessi misteriosi.
Ma, in fondo, a Jubal non importava assolutamente se quelle morti fosse-
ro spontanee o indotte in qualche modo. Per lui il miglior fosterita era quel-
lo morto.
Ma non sarebbe stato affatto semplice spiegare tutto ci a Mike.
Prendere tempo era inutile, e un'altra tazza di caff non avrebbe migliora-
to la situazione. Mike esordi Jubal chi ha creato il mondo?
Prego?
Guardati attorno. Tutto quello che vedi, anche Marte. Le stelle. Tutto
quanto. Io, te e tutti gli altri. Gli Anziani ti hanno per caso spiegato di chi
opera tutto ci?
Mike assunse un'espressione a dir poco perplessa. No, Jubal.
Be', ma non te lo sei mai chiesto, per caso? Da dove viene il sole? Chi
ha messo le stelle nel cielo? Chi ha dato inizio a tutto ci? Intendo tutto, il
mondo intero, l'universo stesso il motivo per cui io e te adesso siamo qui
e ci stiamo parlando. Jubal si ferm, stupito dalle proprie parole. Aveva co-
minciato il suo discorso con il solito approccio agnostico e si era ritrovato
invece a seguire i suoi insegnamenti legali, essendo in fondo un onesto av-
vocato, tentando addirittura di sostenere una convinzione religiosa nella
quale lui stesso non credeva a differenza della maggior parte degli esseri
umani. Si ritrov cos improvvisamente a interpretare il ruolo dell'avvocato
delle ortodossie della sua stessa razza contro non sapeva nemmeno bene
cosa. Un punto di vista inumano, forse. Come rispondono i vostri Anziani
a simili domande?
Jubal, io non grokko che queste sono domande. Mi dispiace.
Eh? Io non grokko la tua risposta.
Mike esit a lungo. Io prover. Ma le parole non sono non sono giu-
ste. Non mettere. Non creare ora. Il mondo . Il mondo era. Il
mondo sar. Adesso.
Com'era in principio, cos ora e cos sempre sar, mondo senza
fine
Mike si produsse in un ampio sorriso. Tu grokki!
Io non grokko affatto ribatt Jubal seccato. Stavo solo citando una
frase detta da be', da un Anziano. Decise di tentare un nuovo approc-
cio; a quanto pareva Dio come creatore non era esattamente l'aspetto pi
semplice della divinit da tentare di spiegare a Mike come inizio visto
che Mike sembrava non riuscire ad afferrare l'idea stessa della Creazione. In
effetti, Jubal stesso non era tanto sicuro di averla capita molti anni prima
aveva deciso che avrebbe postulato un universo fatto di creazione nei giorni
pari, e un universo che si mangiava la coda, eterno e non-creato, nei giorni
dispari (entrambe le ipotesi, per quanto egualmente paradossali di per s,
evitavano i paradossi dell'altra); con l'aggiunta, naturalmente, di un giorno
libero ogni anno bisestile da dedicare al puro solipsismo. Avendo quindi sta-
bilito che si trattava di una domanda senza risposta, non vi aveva pensato
per oltre una generazione.
Jubal decise di tentare di spiegare l'idea di religione nel suo senso pi
ampio, per affrontare in seguito la nozione di Dio con tutti i suoi aspetti cor-
relati.
Mike assenti prontamente sul fatto che gli insegnamenti erano di varie di-
mensioni, da quelli piccoli grokkabili anche dai fanciulli fino ai grandi inse-
gnamenti che solo un Anziano poteva grokkare nella perfetta pienezza. Tut-
tavia, il tentativo di Jubal di distinguere fra i grandi e i piccoli insegnamenti,
ove i grandi insegnamenti avevano il significato umano di domande reli-
giose, non ebbe affatto successo, poich molte delle domande religiose non
sembravano avere alcun significato per Mike (come quella riguardante la
Creazione) e molte altre erano invece per lui delle semplici piccole do-
mande le cui risposte erano cos ovvie da poter essere date persino dai pic-
coli del nido, come quella sulla vita dopo la morte.
Jubal si trov costretto a non insistere su quel punto e decise di passare
alla questione della molteplicit delle religioni umane. Spieg a Mike (o
perlomeno tent di farlo) che gli umani avevano centinaia di maniere diver-
se per imparare i grandi insegnamenti, ognuna con le sue risposte specifi-
che e la pretesa di verit assoluta.
Che cos' la verit? domand Mike.
Dici la verit quando parli giustamente, Mike. Quante mani ho?
Due mani. Io vedo due mani si corresse Mike. Anne alz lo sguardo
dal suo lavoro a maglia. In sei settimane potrei trasformarlo in un Testimo-
ne comment.
Non ti intromettere, Anne. Sto facendo gi abbastanza fatica senza biso-
gno del tuo aiuto. Mike, hai parlato giustamente; io ho due mani. La tua ri-
sposta corrisponde a verit. E se per esempio tu avessi detto che io ho sette
mani?
Mike assunse un'espressione preoccupata. Non grokko come potrei dire
una cosa del genere.
No, non credo che potresti dirla. Se tu lo avessi fatto, non avresti parlato
giustamente; la tua risposta non sarebbe stata vera. Per, Mike, e ora ascol-
tami attentamente, ogni religione dichiara di essere in possesso dell'unica
verit, di parlare giustamente. Eppure le loro risposte alle stesse domande
sono estremamente diverse. I fosteriti dicono una cosa, i buddisti ne dicono
un'altra, i mussulmani ne dicono un'altra ancora insomma, tutti fornisco-
no molte risposte, ma sono risposte diverse.
Mike sembr fare un grande sforzo per comprendere. Parlano tutti giu-
stamente? Jubal, io non grokko questo.
Io nemmeno.
L'Uomo di Marte apparve molto preoccupato da quella risposta, poi d'un
tratto sorrise. Chieder ai fosteriti di domandarlo agli Anziani, e poi lo sa-
premo entrambi, fratello mio. Come posso fare questo?
Qualche minuto dopo Jubal scopri, con suo grande disgusto, di aver pro-
messo a Mike un colloquio con qualche gran bacchettone fosterita o Mike
sembrava aver capito cos, il che era pi o meno la stessa cosa. Come se non
bastasse, Jubal non era riuscito a fare niente di pi che intaccare leggermen-
te la convinzione di Mike che i fosteriti fossero davvero in contatto con gli
Anziani del genere umano. A quanto pareva, la difficolt di Mike nel
comprendere il concetto di verit stava proprio nel fatto che egli non riu-
sciva ad afferrare l'idea del termine menzogna. Le definizioni del vocabo-
lario riguardo a parole come menzogna o falsit erano state archiviate
nella sua mente senza alcun tentativo di grokkarle. Secondo lui, una persona
poteva parlare sbagliatamente solo per errore o per incomprensione. Di
conseguenza, aveva preso tutto quanto aveva visto e sentito del servizio te-
levisivo dei fosteriti come verit assoluta.
Jubal tent di spiegargli come tutte le religioni umane, senza eccezioni,
dichiarassero di essere in contatto con gli Anziani in un modo o nell'altro,
pur fornendo risposte decisamente diverse l'una dall'altra.
Mike apparve preoccupato e spazientito allo stesso tempo. Jubal, fratel-
lo mio, io provo, ma non riesco a grokkare queste parole. Fra la mia gen-
te, gli Anziani parlano sempre giustamente. Fra la tua gente
Fermati un attimo, Mike.
Prego?
Quando hai parlato della tua gente, ti riferivi ai marziani. Mike, tu
non sei un marziano, tu sei un uomo.
Che cosa un uomo?
Jubal si mise le mani fra i capelli. Era certo che Mike fosse in grado di
citare l'intera lista delle definizioni del vocabolario. Tuttavia, il ragazzo non
poneva mai una domanda semplicemente per porla; era assetato di informa-
zioni, e si aspettava che il suo fratello d'acqua Jubal placasse questa sua
sete. Io sono un uomo, tu sei un uomo, Larry un uomo.
E Anne non un uomo?
Uh s, Anne un uomo. Un uomo femmina. Una donna rispose,
mentre Anne lo ringraziava per la concessione con un risolino.
Un beb un uomo? Io non ho mai visto un beb, ma ne ho viste le im-
magini nella scatola delle ca nello stereovisore. Un beb non fatto come
Anne e Anne non fatta come te e tu non sei fatto come me. Ma un
beb forse un piccolo di nido di uomo?
Uh s, un beb un uomo.
Jubal io credo di grokkare che la mia gente, i marziani sono uomi-
ni. Non conta la forma. La forma non l'uomo. L'uomo grokkare. Parlo
giustamente?
Jubal decise in quel momento di dimettersi dalla Societ dei Filosofi e di
dedicarsi ai merletti. Che cosa significava grokkare? Lui stesso aveva co-
minciato a usare quel termine da almeno una settimana ormai, e non lo ave-
va ancora grokkato. Ma che cos'era in effetti un uomo? Un bipede privo
di piumaggio? L'immagine di Dio? O il semplice risultato fortuito della so-
pravvivenza dei pi idonei, in una definizione circolare e tautologica? Gli
eredi della morte e delle tasse? I marziani sembravano aver sconfitto la mor-
te, e Jubal aveva appreso in precedenza che non possedevano nulla di simile
al denaro, alla propriet o al Governo inteso nel senso umano, quindi era del
tutto improbabile che avessero le tasse.
Ci nonostante, il ragazzo non aveva tutti i torti; la forma era un fattore
irrilevante nel definire ci che era l'uomo, tanto quanto la bottiglia che
contiene il vino.
Ma in che modo, dal punto di vista del tutto privo di pregiudizi di un
marziano, poteva essere definita la differenza dell'uomo rispetto agli altri
animali della Terra? Una razza in grado di levitare (e di fare Dio solo sa
quali altre cose) poteva forse essere sorpresa, per esempio, da un'opera di
ingegneria? E anche in caso affermativo, sarebbero stati pi colpiti dalla
diga di Assuan o da migliaia di chilometri di barriera corallina? O magari
dall'autocoscienza dell'uomo? In ogni caso, si trattava di pure speculazioni.
Vi era per un campo nel quale l'uomo non aveva sicuramente alcun riva-
le; la razza umana aveva infatti dimostrato nel corso dei millenni un inge-
gno pressoch illimitato nel trovare metodi sempre pi vasti ed efficaci per
uccidere, schiavizzare, tormentare e rendere la vita insopportabile ai propri
simili. L'uomo era di per s la pi terribile barzelletta sulla sua specie mai
inventata. La base stessa dell'umorismo era proprio
L'uomo l'animale che ride rispose infine Jubal. Mike ci pens su con
espressione molto seria. Allora io non sono un uomo.
Eh?
Io non rido. Ho sentito ridere, e mi sono spaventato. In seguito, ho grok-
kato che non si trattava di una cosa dolorosa. Ho tentato di imparare
Mike gett indietro la testa ed emise un suono rauco e gracchiarne, un suo-
no che colpiva i nervi almeno quanto il richiamo del kookaburra.
Jubal si copr le orecchie. Basta! Smettila!
Hai sentito? disse Mike in tono triste. Io non lo so fare giustamente.
Quindi, non sono un uomo.
Aspetta un attimo, figliolo. Non ti arrendere cos in fretta. solo che
non hai ancora imparato a ridere e non credo che imparerai mai, se conti-
nui a provarci a quel modo. Ma sono sicuro che ce la farai. Se vivrai fra noi
abbastanza a lungo, un giorno ti renderai conto di quanto siamo buffi, e allo-
ra riderai.
Rider?
Riderai. Non te ne preoccupare e non tentare di grokkarlo; lascia che
venga da solo. Diamine, sono convinto che anche un marziano riderebbe di
noi, una volta che ci avesse grokkati.
Io aspetter assenti Mike con serenit.
E intanto che aspetti, non mettere mai in dubbio il fatto di essere un
uomo. Lo sei, eccome. Un uomo nato da una donna per affrontare i proble-
mi della vita e un giorno grokkerai la cosa nella sua pienezza e riderai
perch l'uomo l'animale che ride di se stesso. In quanto ai tuoi amici mar-
ziani, non saprei cosa dirti. Non li ho mai incontrati e non li grokko. Ma
grokko che potrebbero effettivamente essere uomini.
S, Jubal.
A quel punto Harshaw pens che il discorso fosse terminato e si lasci
andare a un sospiro di sollievo. Non aveva mai provato un simile imbarazzo
fin dal giorno ormai lontanissimo in cui suo padre si era deciso a spiegargli
degli uccelli e delle api e dei fiori decisamente in ritardo.
Ma per l'Uomo di Marte il discorso non era affatto concluso. Jubal, fra-
tello mio, prima hai chiesto chi ha fatto il mondo?, e io non avevo le paro-
le per dirlo perch non la grokkavo giustamente come domanda. Ho pensato
alle parole.
Ebbene?
Tu hai detto Dio ha fatto il mondo.
No, no! si affrett a precisare Harshaw. Ti ho solo detto che, nono-
stante il fatto che le molte religioni dicano tutte cose diverse, la maggior
parte di esse sostengono che Dio ha fatto il mondo. Ti ho spiegato che io
stesso non grokkavo la cosa nella sua pienezza ma che la parola usata era
appunto Dio.
S, Jubal assenti Mike. La parola Dio. Tu grokki.
No, devo ammettere che non grokko.
Tu grokki ripet Mike con fermezza. Io spiego. Non avevo le parole.
Tu grokki. Anne grokka. Io grokko. L'erba sotto i miei piedi grokka in beata
bellezza. Ma non avevo la parola. La parola Dio.
Jubal scosse il capo per schiarirsi le idee. Continua.
Mike punt l'indice verso Jubal con aria trionfante. Tu sei Dio!
Jubal si port una mano alla fronte. Oh, Cristo. Che cosa ho fatto? Sen-
ti, Mike, calmati un attimo. Forse non ci siamo capiti. Mi dispiace. Mi di-
spiace molto. Dimentica tutto quel che abbiamo detto, affronteremo la que-
stione con pi calma un altro giorno. Ma
Tu sei Dio ripet Mike felice. Ci che grokka. Anne Dio. Io sono
Dio. L'erba felice Dio. Jill grokka sempre in bellezza, Jill Dio. Tutto fog-
gia, fa e crea assieme Gracchi qualcosa in marziano e sorrise.
Va bene, Mike. Ma non esserne subito cos convinto. Anne, hai ascolta-
to tutto questo discorso?
Ci puoi scommettere, capo!
Fammene un nastro, allora. Non posso assolutamente lasciare le cose a
questo modo. Devo Jubal alz lo sguardo. Oh, mio Dio! Allarme gene-
rale, tutti quanti! Anne! Regola il bottone del panico sulla posizione morto
e, per l'amor di Dio, tienici un dito sopra; pu anche darsi che non stiano ve-
nendo qui. Alz nuovamente lo sguardo verso i due grossi velivoli che si
avvicinavano da sud. Ma temo proprio che abbiano intenzione di venirci a
fare visita. Mike! Nasconditi in piscina! Ricorda quel che ti ho detto, mettiti
nel punto pi profondo, rimani l immobile e non venire su finch non man-
do Jill a prenderti.
S, Jubal.
Subito, Mike! Muoviti!
S, Jubal. Mike corse verso la piscina, si tuff e scomparve nell'acqua,
ricordandosi di tenere le ginocchia tese, le dita dei piedi diritte e le gambe
unite.
Jill! chiam Jubal. Tuffati in piscina ed esci fuori subito. Anche tu,
Larry. Se per caso hanno visto il tuffo di Mike, voglio che siano confusi su
quanta gente sta effettivamente usando la piscina. Dorcas, esci fuori e tuffati
di nuovo. Anne no, tu hai il bottone del panico, non puoi.
Posso prendere la mia tonaca e avvicinarmi al bordo della piscina.
Capo, vuoi un ritardo sul telecomando?
Uh, s, di trenta secondi. Se atterrano qui, infilati immediatamente la tua
tonaca da Testimone e tieni il pollice sul bottone. Quando ti dir di venire
da me, premilo. Ma non voglio urlare subito al lupo finch Si scherm
gli occhi con una mano. Uno sta per atterrare di sicuro e sembra proprio
della polizia. Oh, cavolo, speravo che almeno parlamentassero un po' prima
di scendere.
Il primo velivolo rimase immobile a mezz'aria per un attimo, quindi sce-
se in verticale per atterrare nell'aiuola accanto alla piscina. Il secondo prese
a girare lentamente attorno alla casa, mantenendosi a bassa quota. Le aero-
mobili erano completamente nere, delle dimensioni di un mezzo militare per
trasporto truppe, con una sola piccola effigie poco vistosa sulla fiancata: il
globo stilizzato della Federazione.
Anne mise a terra il telecomando che avrebbe fatto scattare la bomba a
orologeria di Jubal, si infil rapidamente la divisa professionale, riprese in
mano il telecomando e appoggi il pollice sul tasto. Il portello del primo
mezzo si apr subito dopo l'atterraggio; Jubal lo aggred con l'impudente
belligeranza di un cane pechinese. Togliete quel maledetto catorcio dai
miei cespugli di rosa! grid mentre un uomo saltava gi dal portello aper-
to.
Jubal Harshaw? disse l'uomo.
Non faccia finta di non sentire! Dica all'imbecille che si trova alla guida
di questo aggeggio di toglierlo subito dall'aiuola e di metterlo sull'erba pi
in l! Anne!
Arrivo, capo.
Jubal Harshaw, ho qui un mandato per
Non mi importa di che mandato avete! Prima di tutto, togliete quel ca-
torcio dai miei fiori. E poi vi far causa per Jubal osserv l'uomo che era
sceso dal veicolo come se lo vedesse solo allora. Oh, lei disse con di-
sprezzo. per caso nato stupido, Heinrich, o ha dovuto studiare per diven-
tarlo? E chi diavolo ha insegnato a guidare a quell'idiota che avete l al vo-
lante? forse stato lei stamattina dopo avermi parlato?
La prego di esaminare questo mandato disse il capitano Heinrich pa-
zientemente. Poi
Le consiglio di togliere immediatamente quell'attrezzo dalla mia aiuola,
altrimenti le far una causa per violazione dei diritti civili che le coster la
pensione!
Heinrich esit. Subito! sbott Jubal. E dica a quegli altri imbecilli che
stanno uscendo di badare a dove mettono i piedi! Quell'idiota con l'apparec-
chio ai denti saltato su una Elizabeth M. Hewitt premiata!
Heinrich si volt dalla parte opposta. Ragazzi, attenti ai fiori. Paskin, ci
sei proprio sopra. Rogers! Solleva il veicolo e spostalo indietro di una venti-
na di metri, fuori dall'aiuola. Torn a rivolgersi a Harshaw. soddisfatto,
ora?
Lo sar quando l'avr spostata. Ma mi pagherete comunque i danni. Ora
tiri fuori le sue credenziali le mostri al Testimone Leale e dichiari ad alta
voce il suo nome, grado, organizzazione e numero di matricola.
Sa benissimo chi sono. Ho qui un mandato per
E io ho un mandato concessomi dalla legge vigente che mi permette di
bucarla con un fucile a pallini se non fa le cose in maniera legale! Io non so
chi lei. Assomiglia decisamente a una camicia imbottita che ho visto oggi
sullo schermo del mio telefono, ma questa non una prova e io non l'ho
identificata. lei che deve dichiarare la sua identit secondo la prassi lega-
le; Codice Mondiale, paragrafo 1.602, comma II. E questo vale anche per
tutti gli altri scimmioni al suo seguito, compreso quel parassita pitecantropo
al volante.
Sono tutti agenti di polizia ai miei ordini.
Ah, s? Be', per quel che mi riguarda, potreste benissimo aver affittato
quei costumi da clown che avete da qualche negozio di uniformi. Deve ri-
spettare la legge, mio caro signore. lei che ha invaso il mio castello. Lei
dice di essere un agente di polizia, e di avere un mandato che giustifica que-
sta intrusione. Per me invece siete dei semplici intrusi, almeno finch non
mi provate il contrario il che significa che posso usufruire di tutti i miei
diritti sovrani, usando qualsiasi mezzo che ritenga necessario per buttarvi
fuori di qui, cosa che inizier a fare esattamente fra tre secondi.
Glielo sconsiglio vivamente.
Chi lei per parlare cos? Se dovessi farmi del male nel tentativo di far
valere i miei diritti, la vostra azione si trasformerebbe in un vero e proprio
assalto illegale con tanto di armi da fuoco mortali, ammesso che ci che
hanno addosso quei muli siano fucili, come del resto parrebbe evidente. Ab-
biamo quindi sia un reato civile che un reato penale il che significa, ami-
co mio, che alla fine potrei usare la sua povera carcassa martoriata come
tappetino per l'ingresso di casa mia! Jubal sollev un esile braccio e chiuse
la mano in un pugno ossuto. Fuori dalla mia propriet!
Un attimo, dottore. Faremo come dice lei. Heinrich era divenuto com-
pletamente paonazzo in volto, ma riusc a controllare il tono della voce. Pre-
sent il tesserino d'identificazione, al quale Jubal diede una rapida occhiata
prima di restituirlo affinch venisse mostrato ad Anne. Heinrich dichiar
quindi il proprio nome ad alta voce, disse di essere un capitano di polizia
delle Squadre Speciali della Federazione e recit il suo numero di matricola.
Poi, uno per uno, i sei uomini che erano scesi dal mezzo, seguiti dall'autista,
fecero la stessa cosa a loro volta davanti al volto impassibile di Heinrich.
Quando ebbero finito, Jubal domand in tono cortese: E ora, capitano
Heinrich, in che cosa posso esserle utile?
Ho qui un mandato di comparizione per Gilbert Berquist. Suddetto
mandato comprende un permesso di perquisizione nei confronti della pro-
priet intera con tutti gli edifici annessi.
Lo mostri a me, poi al Testimone.
Lo far. Ma prima, ho un altro mandato, simile al primo per caratteristi-
che, nei confronti di Gillian Boardman.
Chi?
Gillian Boardman. L'accusa sequestro di persona.
Oh, cielo!
Poi ne ho un altro per Hector C. Johnson uno per Valentine Michael
Smith e uno per lei, Jubal Harshaw.
Per me? Ancora problemi con il fisco?
No. Legga. Complicit in questo e quello e testimone materiale per
altri reati e le assicuro che se il presente mandato non lo rendesse super-
fluo, la porterei al fresco io stesso per tentata ostruzione nel corso di un'a-
zione di polizia.
Suvvia, capitano! Non pu negare che, dal momento in cui si identifi-
cato e ha iniziato a comportarsi in maniera legale, io abbia collaborato ap-
pieno. E continuer a farlo. Naturalmente, far lo stesso causa a tutti voi, e
anche ai suoi diretti superiori e al Governo stesso per le azioni illegali che
avete compiuto prima di quel momento ed inutile dire che non ho nes-
suna intenzione di rinunciare ai miei diritti riguardo a ci che far chiunque
di voi da questo momento in avanti. Hmm una bella lista di vittime. Ora
capisco perch vi siete portati un carro in pi. Ma accidenti! C' qualcosa
di strano qui. Questa, uh, signorina Boardman? Vedo che l'accusa nei suoi
confronti di rapimento di questo tale Smith solo che in quest'altro man-
dato nei confronti di Smith pare che lui sia accusato di evasione da una si-
tuazione di custodia. Ci mi confonde alquanto.
Valgono entrambe le accuse. Lui evaso, e lei lo ha rapito.
Non una cosa un po' contraddittoria? Intendo, far valere entrambe
queste accuse? Inoltre, non si specifica il motivo per cui Smith era tenuto in
custodia; qual era?
Che diavolo vuole che ne sappia? evaso, tutto qui. Pertanto, consi-
derato un fuggitivo.
Per giove! Temo che dovr offrire a entrambi la mia assistenza legale.
Un caso davvero interessante. Se stato fatto un errore, o pi di un errore,
la vicenda potrebbe portare ad altre accuse.
Heinrich si produsse in un sorriso algido. Non le risulter molto facile,
dato che anche lei fa parte della combriccola.
Oh, ma non per molto, immagino. Jubal alz il tono di voce pi del ne-
cessario e rivolse la testa verso la casa. In effetti conosco anche un altro
avvocato. Penso piuttosto che, se il giudice Holland ci stesse ascoltando in
questo momento, troverebbe senz'altro gli estremi per una richiesta di ha-
beas corpus per tutti noi. E nel caso che l'Associated Press avesse uno dei
suoi veicoli parcheggiato nelle vicinanze, non si perderebbe nemmeno del
tempo per sapere dove notificare tali ordinanze.
Il solito azzeccagarbugli, vero Harshaw? Questa diffamazione, mio
caro signore. Prender nota. Per quel che le servir Tanto qui ci siamo
solo noi. Lei crede?
15
Jubal Harshaw non aspett che Gillian tirasse fuori il fanciullo dalla pi-
scina; diede istruzioni affinch venisse somministrato un sedativo a Dorcas
e si affrett verso il suo studio, lasciando ad Anne il compito di spiegare (o
di non spiegare) quanto era accaduto negli ultimi dieci minuti. Sotto a chi
tocca! grid dietro una spalla mentre si allontanava.
Miriam si gir e lo raggiunse. Immagino di essere io di turno disse, a
corto di fiato. Ma capo, che diavolo
Non una parola, ragazza.
Ma, capo
Silenzio, ho detto. Miriam, fra circa una settimana, ci siederemo tutti
davanti a un tavolo e ci faremo spiegare da Anne ci che abbiamo veramen-
te visto. Ma in questo preciso istante tutto il mondo star telefonando qui,
entro breve salteranno fuori giornalisti da tutti gli alberi, e prima devo fare
un paio di chiamate. Mi serve aiuto. Per caso fai parte anche tu di quel ge-
nere di donne che diventano inutili quando si ha veramente bisogno di loro?
A proposito, ricordami di togliere dalla busta paga di Dorcas il tempo che ha
passato in stato di isterismo.
Miriam spalanc la bocca. Capo! Prova solo a fare una cosa del genere
e ti ritroverai senza nessuna di noi!
Sciocchezze.
Sto dicendo sul serio. Smettila di infierire su Dorcas. Sarei diventata
isterica io stessa, se non mi avesse battuta sul tempo. Anzi, credo che mi
succeder adesso.
Harshaw sorrise. Se ci provi, sar costretto a sculacciarti. Va bene, Dor-
cas ricever un premio per compiti straordinari pericolosi. Anzi, metti un
premio per tutti. Soprattutto per me. Me lo sono meritato.
Va bene. Ma chi che paga il tuo?
I contribuenti, naturalmente. Troveremo un modo per Maledizione!
Erano giunti alla porta del suo studio, e il telefono stava gi squillando. Har-
shaw si sedette sulla sua poltrona e rispose alla chiamata. Qui Harshaw.
Chi diavolo ?
Lascia perdere i convenevoli, Doc rispose un volto con espressione al-
legra. Non mi hai mai fatto paura, in tutti questi anni. Come vanno le
cose?
Harshaw riconobbe subito Thomas Mackenzie, il capoproduzione della
New World Networks; il suo tono si ammorbidi. Va abbastanza bene, Tom.
Ma ho una fretta incredibile, quindi
Tu hai fretta? Vieni qui a provare la mia giornata di 48 ore. Comunque
sar breve. Credi ancora di avere qualcosa per noi? Non per le spese del
materiale che mi hai fatto installare, da quel punto di vista non ci sono pro-
blemi. Ma gli affari sono affari, e sto pagando ben tre squadre di tecnici solo
per stare l ad aspettare un tuo segnale. Regole sindacali sai com', no? Io
ti farei qualsiasi favore; abbiamo usato un sacco di tuoi lavori in passato e
contiamo di usarne ancora ma sto iniziando a chiedermi che cosa dir al
nostro direttore amministrativo.
Harshaw lo fiss. E pensi che le immagini esclusive che ti ho appena
dato non bastino a coprire quelle spesucole?
Quali immagini?
Pochi minuti dopo, Harshaw salut e interruppe la comunicazione, con-
vinto del fatto che la New World Networks non avesse visto nulla di quanto
era avvenuto poco prima nel giardino di casa sua. Decise di glissare sulle
domande di Mackenzie in proposito; se gli avesse descritto quanto aveva vi-
sto, lui avrebbe senz'altro pensato che il povero Harshaw era impazzito del
tutto. E lo stesso Jubal non se la sarebbe sentita di dargli tutti i torti.
Decisero invece che, nel caso non fosse accaduto nulla che valeva la
pena di riprendere nel giro delle ventiquattro ore seguenti, la New World
avrebbe rinunciato al collegamento, portando via le telecamere e il resto del
materiale che avevano piazzato.
Trovami Larry disse Harshaw quando lo schermo fu nuovamente vuo-
to. Digli di prendere il telecomando; probabilmente ce l'ha Anne. Poi si
dedic a una nuova telefonata, quindi pass a una terza. Quando arriv Lar-
ry, Harshaw era ormai convinto che nessuna rete televisiva avesse assistito
al tentativo di invasione delle sue propriet da parte delle Squadre Speciali.
Non gli fu nemmeno necessario controllare se almeno qualcuno della venti-
na di messaggi preregistrati che aveva preparato fossero stati trasmessi, poi-
ch anch'essi dipendevano dallo stesso segnale; se non erano stati avvertiti i
network, non erano partiti nemmeno i messaggi.
Si scost dallo schermo del telefono. Larry gli porse il bottone del pani-
co che doveva azionare il collegamento radio. Volevi questo, capo?
Gi. Non c' un modo per controllare questo aggeggio, per vedere se
funziona o meno? Intendo senza mettere improvvisamente in allerta tre reti
televisive?
Certo. I tecnici hanno sistemato la centralina gi in laboratorio; ha un
pulsante che serve esattamente a questo scopo. Basta spingerlo e azionare il
telecomando e si accende una lucina. Per portare a termine la prova, basta
chiamarli dalla centralina stessa e chiedere un controllo sulle telecamere e
sulle stazioni monitor.
E se poi il controllo dimostra che il contatto non c'? Se il problema
qui da noi, riusciresti a individuare di che si tratta?
Pu darsi disse Larry in tono dubbioso se si trattasse di qualcosa di
semplice come un contatto. Ma il genio dell'elettronica da queste parti
Duke; io sono pi intellettuale.
Lo so, figliolo. Nemmeno io sono molto brillante per quanto riguarda le
questioni tecniche. Be', fai del tuo meglio, e fammi sapere qualcosa al pi
presto.
Nient'altro, Jubal?
S, se per caso incontri l'uomo che ha inventato la ruota, mandamelo su;
avrei un paio di cosine da dirgli.
Jubal pass i minuti successivi in contemplazione. Esamin la possibilit
che Duke avesse sabotato il telecomando, ma la scart subito; era una perdi-
ta di tempo, e in pi era piuttosto meschina. Si chiese solo per un attimo
cosa fosse davvero accaduto in giardino poco prima, e come avesse potuto
quel ragazzo fare una cosa del genere da tre metri sott'acqua dato che non
aveva alcun dubbio che vi fosse lo zampino dell'Uomo di Marte dietro a
quegli assurdi avvenimenti.
Quanto aveva visto appena il giorno prima nel suo studio era stupefacen-
te dal punto di vista intellettuale almeno quanto gli eventi cui aveva assistito
poco prima solo che l'impatto emotivo era stato differente.
Vedere una scatola vuota di semplice cartone che spariva a mezz'aria im-
plicava, per logica, la possibilit che anche un veicolo della polizia pieno di
uomini potesse sparire allo stesso modo. Solo che il secondo fatto era assai
pi sconvolgente.
Non avrebbe comunque sprecato lacrime per quegli sbirri. Jubal non ave-
va nulla contro i poliziotti in generale; ne aveva conosciuti molti onesti in
vita sua ed era convinto che nemmeno lo sceriffo di paese in odore di
mazzette andasse stroncato di netto.
Ma per diventare un membro delle S.S., un uomo doveva avere tanto
odio nel cuore quanto sadismo nell'animo. Si trattava di una sorta di Gesta-
po. Truppe d'assalto al servizio di qualsiasi politico fosse in quel momento
al potere. Jubal rimpiangeva i bei vecchi tempi in cui un avvocato poteva
appellarsi alla Legge sui Diritti Civili e non farsi fregare sempre da qualche
trucchetto legale della Federazione.
Che cosa sarebbe accaduto ora? Di certo la squadra di Heinrich si trova-
va in contatto radio con la sua base. Ergo, la sua scomparsa doveva essere
stata per forza notata, se non altro per il silenzio. Il che significava che entro
breve sarebbero arrivati altri militari a cercare i loro compari anzi, proba-
bilmente erano gi diretti l, nel caso che il contatto con il secondo velivolo
fosse stato interrotto durante una comunicazione. Miriam
S, capo?
Voglio qui Mike, Anne e Jill al pi presto. E trova anche Larry, proba-
bilmente sar gi in laboratorio, e porta in casa anche lui. Chiudete tutte le
finestre e sbarrate tutte le porte.
Prevedi altri guai?
Datti una mossa, sorella.
Se quegli scimmioni delle S.S. si facevano rivedere, (o meglio, quando si
sarebbero fatti rivedere) era assai probabile che non avrebbero avuto dupli-
cati dei mandati. E se il loro capo fosse stato tanto stupido da presentarsi a
casa sua senza mandati be', in quel caso forse Jubal sarebbe stato costret-
to a sguinzagliargli contro Mike. Solo che continuare con quella pazzesca e
cieca guerra di attrito era assurdo dunque l'unica cosa da fare era di met-
tersi in contatto al pi presto con il Segretario generale.
Ma come?
Chiamando nuovamente il Palazzo Esecutivo? Era probabile che Heinri-
ch avesse detto la verit sul fatto che ogni suo nuovo tentativo di chiamata
sarebbe stato intercettato dallo stesso Heinrich o da qualche alto ufficiale
delle S.S. che ora scaldava la poltrona di cui lui non avrebbe mai pi avuto
bisogno. E allora? Lo stesso Heinrich sarebbe rimasto piuttosto sorpreso nel
trovarsi faccia a faccia con l'uomo che aveva appena cercato di arrestare
poteva anche rimanerne talmente sconvolto da passargli il suo capo, il co-
mandante comesichiama, quel tipo con la faccia da furetto ingrassato, Twit-
chell. Ed era certo che l'ufficiale in comando delle S.S. avesse una linea di-
retta con il capo in persona.
No, non andava bene. Bisogna sempre trovare il metodo giusto. Spiegare
a un uomo che crede nelle armi da fuoco che hai qualcosa di molto meglio
delle pistole e che non potr mai arrestarti era come parlare a un muro.
Twitchell avrebbe continuato a scagliargli addosso uomini e armi fino all'e-
saurimento delle sue scorte piuttosto che ammettere di non riuscire ad arre-
stare un uomo di cui conosceva persino il domicilio.
Maledizione, se solo avesse avuto con lui Ben Caxton Ben avrebbe
senz'altro usato le sue conoscenze politiche per risolvere il problema.
Ma era stata proprio la scomparsa di Ben a dare inizio a tutta quella ridi-
cola storia. E dato che non poteva chiederlo a Ben, chi altri avrebbe potuto
conoscere le persone giuste?
Ma che diavolo, stava parlando con uno di loro fino a un attimo prima!
Jubal torn al telefono e tent di ripescare Tom Mackenzie, incontrando
solo tre strati di interferenza prima di arrivarvi, ognuno dei quali lo riconob-
be e lo lasci andare avanti piuttosto velocemente. Mentre era occupato a
telefonare, entrarono nel suo studio le persone che aveva convocato. Jubal li
ignor mentre si accomodavano. Miriam si ferm accanto a lui e gli scrisse
su un foglietto: Porte e finestre sbarrate .
Jubal annui e scrisse sotto: Larry telecomando? Poi si rivolse allo
schermo. Tom? Scusa se ti disturbo di nuovo.
sempre un piacere, Jubal.
Tom, se tu volessi parlare con il Segretario generale Douglas, come fa-
resti?
Chiamerei il suo addetto stampa, Jim Sanforth. O magari Jock Dum-
mont, a seconda di che cosa mi serve. Ma non credo proprio che riuscirei a
raggiungere il Segretario generale in persona; Jim farebbe da
intermediario.
E se invece tu volessi parlargli proprio di persona?
Be', penso che lo direi a Jim e lascerei a lui il compito di organizzare
l'incontro. Tuttavia, farei molto prima se spiegassi a Jim il mio problema, al-
trimenti la cosa potrebbe andare per le lunghe e anche in quel caso, non
detto che non accada. Insomma, Jubal, la nostra rete piuttosto utile all'am-
ministrazione, lo sanno loro e lo sappiamo anche noi. Ci nonostante, non
cerchiamo mai di sfruttare la nostra posizione per scopi inutili.
Tom fai conto che lo scopo non sia affatto inutile. Fai conto che tu
debba per forza parlare con il Segretario generale. Immediatamente. Non la
settimana prossima, ma nei prossimi dieci minuti.
Mackenzie sollev le sopracciglia. Be', se dovessi proprio farlo per for-
za, spiegherei a Jim il motivo di una simile urgenza
No.
Suvvia, sii ragionevole
Non posso esserlo. Immagina di aver visto Jim Sanforth che rubava l'ar-
genteria; in quel caso non potresti spiegare a lui di che si tratta, ma allo stes-
so tempo avresti un bisogno assoluto di parlare subito con Douglas.
Mackenzie emise un sospiro. Immagino che gli direi semplicemente che
ho bisogno di parlare con il capo e che se non me lo passa all'istante, la
sua amministrazione non avr mai pi nemmeno un briciolo di sostegno da
parte della mia rete. Naturalmente, glielo direi in maniera cortese. Ma fa-
cendogli capire che parlo sul serio. Sanforth non uno sciocco; non servi-
rebbe mai la sua stessa testa su un piatto d'argento.
Okay, Tom. Fallo.
Eh?
Lascia questa chiamata in attesa. Chiama il Palazzo su un altro apparec-
chio e tieniti pronto a inserirmi non appena riesci a metterti in contatto con
il Segretario generale. Ho bisogno di parlargli, subito!
Mackenzie assunse un'espressione addolorata. Jubal, vecchio amico
mio
Significa che non lo farai?
Significa che non posso. Ti sei inventato una situazione ipotetica in cui
il direttore esecutivo di una rete di comunicazione internazionale riesce a
parlare con il Segretario generale in condizioni di estrema urgenza, ma non
certo una vicenda in cui mi posso compromettere. Senti, Jubal, io ti rispet-
to moltissimo. Sei molto probabilmente fra i primi sei migliori scrittori vi-
venti. La nostra rete sarebbe dispiaciutissima di perderti, e siamo altrettanto
amareggiati di non essere mai riusciti a legarti con un contratto esclusivo.
Ma non posso fare ci che mi chiedi, nemmeno per farti un favore. Ti devi
rendere conto che una persona non pu chiamare al telefono il capo del Go-
verno mondiale a meno che non sia lui a voler parlare con te.
E se ti firmassi un contratto esclusivo di sette anni?
Mackenzie assunse un'espressione addolorata, come se fosse stato colto
da un improvviso mal di denti. Non lo farei comunque. Io perderei il lavo-
ro, e tu dovresti comunque rispettare il contratto.
Jubal prese in considerazione l'idea di chiamare Mike e di mostrarlo in
video al suo interlocutore, ma la scart immediatamente. Le false interviste
al falso Uomo di Marte erano state trasmesse proprio dalla rete di Macken-
zie, e questo poteva significare solo che lui stesso era a conoscenza dei fatti
e faceva parte della congiura oppure era in buona fede, cosa di cui Jubal era
convinto, e che quindi non avrebbe mai creduto di essere stato preso in giro
a quel modo.
Okay, Tom, non voglio spingere troppo. Ma tu sai barcamenarti nelle
usanze governative molto meglio di me. Dimmi almeno chi che pu chia-
mare Douglas quando vuole e riuscire a parlargli a parte Sanforth, inten-
do.
Nessuno.
Che diavolo, nessun uomo vive nel nulla! Devono per forza esserci al-
meno una dozzina di persone che possono chiamarlo senza essere interroga-
te dai suoi segretari
Quelli del suo staff, immagino. E nemmeno tutti.
Non ne conosco nessuno; da un po' che sono fuori da certe faccende.
Ma non sto parlando di politici. Chi che lo conosce tanto bene da poterlo
chiamare su una linea privata per invitarlo a fare un pokerino?
Uhm ti accontenti di poco, eh? Be', ci sarebbe Jake Allenby. Quello
del petrolio.
Lo conosco. Non gli piaccio. Anche lui non mi piace, e lo sa.
Douglas non ha molti amici intimi. Sua moglie tende a scoraggiare quel
genere di Ehi, Jubal, che ne pensi dell'astrologia?
Mai toccata quella roba. Preferisco il brandy.
Be', questione di gusti. Per sentimi bene, Jubal; se racconti a qual-
cuno quel che ti sto per dire, giuro che ti taglier la gola io stesso con uno
dei tuoi manoscritti.
Registrato. Assentito. Prego procedere.
Be' si d il caso che Agnes Douglas vada pazza per quella roba e si
d anche il caso che io sappia dove se la procuri. C' un'astrologa che pu
chiamare la signora Douglas quando le pare e piace, e mi devi credere quan-
do ti dico che la signora Douglas, se vuole, vale almeno quanto il Segretario
generale stesso. Se vuoi posso darti il numero di questa astrologa e poi te
la sbrighi da solo.
Non mi sembra di ricordare astrologhe sulla mia lista di auguri natalizi
rispose Jubal, dubbioso. Come si chiama?. Madame Alexandra Vesant,
Washington. E diciamo che non immune al fascino del denaro. Vesant, V-
e-s-a-n-t.
Afferrato disse Jubal in tono allegro. Tom, mi sei stato di grandissimo
aiuto!
Lo spero. Allora, non hai nulla per noi?
Aspetta un attimo. Jubal abbass lo sguardo su un altro fogliettino che
Miriam gli aveva appoggiato accanto al gomito poco prima. Larry dice che
la centralina non trasmette e non sa perch. La trasmissione di prima
non riuscita per via di un guasto alla centralina qui continu Jubal. E
non ho nessuno che sia in grado di ripararla.
Ti mando qualcuno.
Grazie. Grazie due volte.
Jubal riagganci e fece subito un'altra chiamata, chiedendo alla centrali-
nista di effettuarla in circuito riservato e schermato nel caso che l'apparec-
chio dell'utente interessato fosse dotato di tale servizio. Lo era, cosa che non
sorprese affatto Jubal. I lineamenti dignitosi di Madame Vesant apparvero
sullo schermo quasi immediatamente. Jubal sorrise. Ehi, bellezza!
La donna assunse un'espressione perplessa, poi guard meglio. Ma
Doc Harshaw! Vecchio brigante, come va? Che piacere vederti! Dove ti sei
nascosto fino a ora?
Hai proprio ragione, Becky. Ero nascosto. I clown mi stanno dando la
caccia.
Lei non domand il perch; rispose immediatamente. Cosa posso fare
per aiutarti? Hai bisogno di soldi?
No, Becky; ti ringrazio molto, di soldi ne ho a sufficienza. I miei guai
sono ben peggiori, e temo che l'unico che possa aiutarmi sia il Segretario
generale in persona, il signor Douglas. Ho bisogno di parlargli al pi presto.
Ora, subito, o anche prima.
L'espressione dell'astrologa rimase neutra. una bella richiesta, Doc.
Me ne rendo perfettamente conto, Becky soprattutto perch ci sto
provando da una settimana. Ma non voglio che ti immischi nella faccenda,
tesoro, perch ti assicuro che si tratta di una storia a dir poco scottante. Pen-
savo che forse puoi darmi una mano magari un numero di telefono. Ma
ripeto, non voglio coinvolgerti, perch potrebbe farti molto male, e poi non
riuscirei pi a guardare in faccia il Professore nel caso dovessi incontrar-
lo, pace all'anima sua.
So benissimo cosa vorrebbe che facessi il Professore, quindi smettila
con le cazzate! ribatt seccamente Madame Vesant. Ha sempre giurato
che tu eri l'unico in grado di fare a fettine la gente con classe. Non si mai
dimenticato di quella volta a Elkton.
Suvvia Becky, non rivanghiamo certe cose. In fondo sono stato pagato.
Ma gli hai salvato la vita.
Niente affatto. stato tutto merito del suo fisico robusto e delle tue
cure amorevoli.
Uh Doc, forse stiamo perdendo tempo. Quanto urgente la tua
causa?
Be', abbastanza, direi. C' un mandato con il mio nome sopra un
mandato federale. Sanno dove sono e non posso scappare. Verranno a pren-
dermi da un momento all'altro, e l'unica persona che mi pu salvare l'ono-
revole Douglas.
Ce la faremo. Questo te lo posso garantire.
Becky sono sicuro che sei in grado di farlo, ma potresti metterci di-
verse ore. che ho paura della camera della tortura. Sono troppo vecchio
per sostenere una sessione del genere.
Ma oh, cavolo! Doc, non puoi darmi qualche dettaglio in pi? Dovrei
farti un oroscopo, cos saprei veramente cosa devo fare. Tu sei Mercurio,
naturalmente, dato che fai il dottore. Ma se sapessi in quale casa guardare
per risolvere il tuo problema, potrei fare di meglio.
Figlia mia, non c' tempo per una cosa del genere. Ti ringrazio comun-
que. I pensieri di Jubal vorticarono freneticamente. Di chi si poteva fidare?
Becky, il solo fatto di saperlo potrebbe metterti in guai ancora peggiori dei
miei a meno che io non riesca a convincere il signor Douglas.
A me puoi dirlo, Doc. So cavarmela e tu lo sai.
E va bene. Okay, io sono Mercurio, ma il problema dipende da Mar-
te.
L'espressione della donna divenne improvvisamente seria. In che
senso?
Hai letto i giornali, no? Sai che l'Uomo di Marte dovrebbe trovarsi da
qualche parte nelle Ande. Be', io invece ti dico che non affatto l; si tratta
di uno specchietto per le allodole.
Becky apparve stupita, ma non quanto si sarebbe immaginato Jubal. E
tu cosa c'entri in tutto questo, Doc?
Becky, questo triste pianeta pieno di gente che vuole mettere le mani
su quel ragazzo. Lo vogliono sfruttare, e farlo lavorare per loro. Solo che si
d il caso che il ragazzo sia un mio cliente, e che io non abbia alcuna inten-
zione di cedere, a meno che non vi sia costretto. E l'unica possibilit che mi
rimane a questo punto parlare con il signor Douglas, faccia a faccia.
L'Uomo di Marte un tuo cliente? Sai dove si trova?
S, ma lo so solo per il signor Douglas. Mi capisci, vero? Il capo pu
anche essere una brava persona, gentile con i bambini e gli animali, ma non
deve per forza sapere ci che fanno i suoi sgherri. Soprattutto quando pren-
dono un uomo e lo portano nella sala delle torture.
Madame Vesant annui. Anch'io ho avuto i miei problemi con gli sbirri.
per questo che vorrei fare una chiacchieratina con il signor Douglas
prima che mi arrestino.
Vuoi solo parlargli per telefono?
S, se ci riesci Tieni, ora ti do il mio numero. Io sar qui ad aspettare
la chiamata, finch non vengono a prelevarmi. Se invece non ci riesci Be',
Becky, grazie lo stesso. So che ci proverai.
Non riagganciare! esclam lei.
Eh?
Tienti in linea, Doc, mentre ci provo. Se ho fortuna, ti metto in contatto
direttamente senza perdere tempo. Resta in linea. Madame Vesant lasci lo
schermo senza salutare e si mise in contatto con Agnes Douglas attraverso
un altro apparecchio. Parl in tono calmo e sicuro, facendo notare ad Agnes
che era proprio questo lo sviluppo predetto dalle stelle e che era avvenuto
in perfetto orario, secondo le previsioni. Era quindi sopraggiunto il momen-
to critico in cui Agnes doveva guidare e sostenere suo marito, sfruttando tut-
te le sue doti femminili per far s che agisse saggiamente e con tempestivit.
Agnes cara, questa configurazione astrale capita una volta ogni mille anni;
Marte, Mercurio e Venere sono in congiunzione perfetta, con Venere domi-
nante non appena raggiunge il meridiano, il che significa
Allie, ma che cosa dovrei fare secondo le stelle? Lo sai che non capisco
la parte scientifica
Quest'ultima affermazione non sorprese affatto Madame Vesant, poich
la situazione astrale che aveva appena descritto era stata inventata di sana
pianta. Non avendo avuto il tempo di elaborare un nuovo oroscopo, era stata
costretta a improvvisare. Ma la cosa non la preoccupava affatto; in fondo le
stava dando una verit astrale, fornendo un buon consiglio e aiutando i
suoi amici. L'idea di poter aiutare due amici allo stesso tempo la rendeva
particolarmente felice. Ma cara, lo capisci perfettamente; come ti ho gi
detto, hai un talento naturale per l'astrologia. Tu sei Venere, come sempre, e
l'aspetto di Marte particolarmente rinforzato, in quanto rappresenta sia tuo
marito che quel giovanotto Smith per tutta la durata della crisi in atto. Mer-
curio invece rappresenta il dottor Harshaw. Quindi, per riequilibrare lo sbi-
lanciamento causato dal rinforzamento di Marte, Venere dovr sostenere
Mercurio finch la crisi non sar finita. Ma hai poco tempo per agire; l'in-
fluenza di Venere infatti scema velocemente al raggiungimento del meridia-
no, vale a dire fra circa sette minuti. Da quel momento in avanti la tua in-
fluenza sar molto minore, quindi ti consiglio di agire subito.
Avresti dovuto avvertirmi prima.
Mia cara, tutto il giorno che sono qui davanti al telefono, pronta ad
agire. Le stelle ci dicono la natura di ogni crisi, ma non ci forniscono mai i
dettagli. Ma abbiamo ancora tempo. Ho qui il dottor Harshaw in attesa sul-
l'altro telefono; basterebbe portarli faccia a faccia, lui e tuo marito, possibil-
mente prima che Venere raggiunga il meridiano.
Mmm va bene, Allie. Mi toccher strappare Joseph a qualche stupida
conferenza, ma credo che ci riuscir. Non chiudere il contatto. E dammi il
numero del telefono sul quale hai questo dottore o puoi far trasferire la
chiamata direttamente?
Posso trasferirla qui. Ma vai a chiamare il signor Douglas, cara. Fai in
fretta, mi raccomando.
Vado subito.
Quando il volto di Agnes Douglas scomparve dallo schermo, Becky fece
una chiamata da un altro apparecchio. La sua professione richiedeva un am-
pio uso del telefono; si trattava infatti della voce di spesa pi importante nel
suo bilancio. Fischiettando allegramente fra s, chiam il suo agente di
cambio.
17
Infine, si rese conto che non poteva considerare Mike come un rivale; in
fondo, per Jill era semplicemente un paziente. E a quel punto dovette accet-
tare il fatto che un uomo che sposa un'infermiera deve sapere che le infer-
miere provano spesso un senso materno nei confronti dei loro assistiti e
deve accettare questo modo di fare, poich se Gillian non avesse avuto quel-
la personalit che la rendeva un'infermiera, non gli sarebbe piaciuta cos
tanto.
Dunque, sarebbe stato indispensabile abituarsi a essere messo in secondo
piano di tanto in tanto rispetto a pazienti che avevano bisogno di essere se-
guiti in maniera particolare (a meno che non lasciasse il lavoro, naturalmen-
te, e conoscendo Jill, anche in quel caso non era del tutto sicuro che le cose
sarebbero cambiate molto). Di conseguenza, non aveva certo intenzione di
iniziare nel peggiore dei modi provando gelosia per il suo paziente attuale!
Mike era veramente un bravo ragazzo; ingenuo, innocente e semplice pro-
prio come gliel'aveva descritto Jill.
Tra parentesi, non stava certo offrendo a Jill un letto di rose. Essere la
moglie di un giornalista non era affatto facile. Lui avrebbe sicuramente do-
vuto assentarsi spesso per intere settimane, e in pi i suoi orari non sarebbe-
ro mai stati regolari. E non gli sarebbe piaciuto sentirsi rimproverare da Jill
per questo. Ma Jill non lo avrebbe fatto. Non lei.
Avendo fatto questo ragionamento, Ben accett la cerimonia dell'acqua
di Mike con tutto il cuore.
Jubal invece sfrutt il giorno in pi per pianificare una tattica. Ben,
quando mi hai buttato fra le mani questa patata bollente, ho detto a Gillian
che non avrei alzato nemmeno un dito per far ottenere a questo ragazzo i
suoi cosiddetti diritti. Ma ora ho cambiato idea. Non ho nessuna intenzio-
ne di darla vinta al Governo tanto facilmente.
Certo non a questo Governo!
A nessun Governo, poich sono certo che il prossimo sar anche peg-
giore. Ben, tu sottovaluti Joe Douglas.
un politico cortigiano da quattro soldi, e dal punto di vista morale ha
pi o meno lo stesso valore.
Vero. Inoltre di un'ignoranza abissale. Ci nonostante un capo ese-
cutivo mondiale piuttosto abile e quasi sempre coscienzioso; meglio di
quel che ci si potrebbe aspettare, ed anche pi di quanto non ci meritiamo.
Non mi dispiacerebbe fare una partitina a poker con lui; non barerebbe, non
farebbe storie e pagherebbe subito con un bel sorriso sulla faccia. Oh, un
gran figlio di puttana, ma questo si pu anche intendere in senso positivo. In
fondo non malaccio.
Jubal, che io sia dannato se riesco a capirti. Ieri hai detto che eri quasi
sicuro che Douglas mi avesse fatto uccidere e credimi, ci sono andati
piuttosto vicino! Hai detto che hai dovuto fare i salti mortali per scovarmi,
senza mai avere la certezza che fossi ancora vivo e alla fine risei riuscito,
e te ne sono immensamente grato ma non aspettarti che mi dimentichi che
a monte di tutto c'era proprio Douglas. Non certo merito suo se sono so-
pravvissuto. Lui preferirebbe vedermi morto.
Immagino di s. Ma ti consiglio proprio di dimenticartene.
Che io sia dannato se lo faccio!
Sei un folle se non lo fai. Anzitutto, non puoi provare proprio nulla. In
secondo luogo, non hai nessun motivo per essermi grato e non ti permetter
di gettarmi addosso questo peso. Non l'ho fatto per te.
Che vuoi dire?
L'ho fatto per una ragazzina che stava per uscire a cercarti, rischiando di
farsi ammazzare pi o meno allo stesso modo a meno che non intervenis-
si io. L'ho fatto perch era mia ospite e perch agivo temporaneamente in
loco parentis per lei. L'ho fatto perch ho capito che aveva coraggio e deter-
minazione ma era troppo ingenua per combattere contro un sistema ben pi
grande di lei. Tu invece, mio caro amico cinico e tutt'altro che innocente, sai
tutto a proposito di simili guai. Se per sciocca avventatezza ti sei cacciato in
questo pasticcio, perch mai dovrei interferire nel tuo karma? Te lo sei volu-
to.
Mmm capisco quel che vuoi dire. Okay, Jubal, ti mander all'inferno
per aver interferito con il mio karma sempre ammesso che l'abbia, un kar-
ma.
Un punto discutibile, senza dubbio. In ogni caso, per quel che mi riguar-
da non provo nessun desiderio di disturbare un uomo che dorme in un fosso;
finch non viene provato il contrario, assumo che quello sia il posto miglio-
re per lui. Cercare di fare del bene alla gente mi fa sempre pensare all'emo-
filia; l'unica cura possibile per chi ne affetto di lasciarlo morire dissan-
guato, affinch non procrei altri emofiliaci.
Si possono sempre sterilizzare.
Vuoi forse metterti a giocare a essere Dio? Comunque ci stiamo allonta-
nando troppo dall'argomento principale. Douglas non ha tentato di assassi-
narti.
Chi lo dice?
Lo dice l'infallibile Jubal Harshaw. Ascoltami bene, figliolo; quando un
vicesceriffo di contea picchia a morte un prigioniero, puoi scommettere
qualsiasi cifra che i commissari della contea non hanno ordinato il pestag-
gio, non ne sapevano nulla e lo avrebbero impedito, se ne fossero stati a co-
noscenza. Al massimo chiudono un occhio, dopo, per non avere problemi.
Ma l'omicidio una politica che non mai stata accettata dai vertici di que-
sto paese.
Mi piacerebbe farti vedere i dettagli di una serie di morti sulle quali ho
avuto modo di indagare.
Jubal sbuff. Ho solo detto che non una politica accettata. Gli omicidi
politici ci sono sempre stati; da storie che hanno fatto scalpore come quella
di Huey Long a gente che stata picchiata a morte davanti all'ingresso della
propria casa, e la loro scomparsa magari non nemmeno stata menzionata
sui giornali. Ma da queste parti non mai stata una politica accettata, e se in
questo momento tu sei ancora qui a parlare con me, solo perch non fa
parte nemmeno della politica di Joe Douglas. Pensaci su. Ti hanno preso in
maniera pulita, senza pubblicit, senza indagini, senza che lo notasse nessu-
no. Ti hanno estorto tutte le informazioni di cui avevano bisogno, dopodich
avrebbero potuto liberarsi di te senza alcun clamore. Eppure non lo hanno
fatto. Perch? Perch sapevano che il loro capo non avrebbe gradito un gio-
co tanto duro e che se li avesse scoperti, ci avrebbero rimesso il posto, se
non addirittura il collo.
Jubal si prese una pausa, poi aggiunse: Rifletti. Quegli scagnozzi delle
S.S. non sono che uno strumento; non sono ancora diventati una guardia
pretoriana che sceglie il nuovo Cesare. E poi, in ogni caso, chi vorresti
come nuovo Cesare? Joe il cortigiano, il cui indottrinamento di base risale
ai tempi in cui questo paese era ancora una nazione e non una satrapia in un
impero poliglotta dalle molte tradizioni e il cui stomaco non in grado di
reggere l'omicidio? O magari preferisci portarlo alle dimissioni (potremmo
farlo benissimo domani, sai, semplicemente fregandolo sull'accordo che ab-
biamo fatto), buttarlo fuori e mettere al suo posto un nuovo Segretario gene-
rale che viene da un paese dove la vita sempre stata a buon mercato e l'o-
micidio politico una tradizione venerabile? Se facciamo questo, Ben, poi
verrai a raccontarmi che cosa accadr al prossimo giornalista troppo zelante,
tanto sconsiderato da incamminarsi da solo in un vicolo buio?
Caxton non rispose.
Come ho gi detto, le S.S. non sono che uno strumento. Ci sono sempre
molti uomini disponibili a cui piacciono i lavori sporchi. Non credi che quei
lavori diventerebbero pi sporchi, se riuscissimo a togliere a Douglas la sua
maggioranza?
Jubal, mi stai forse dicendo che non dovrei criticare l'amministrazione?
Anche se hanno torto? Anche se sono sicuro che hanno torto?
Niente affatto. I seccatori come te sono pressoch indispensabili. E non
sono nemmeno contrario a cacciare via i cattivi; di solito la regola pi
sicura della politica. Ma prima di correre il rischio di cacciarli via bisogna
sempre considerare quali saranno i nuovi cattivi che entreranno al posto
di quelli vecchi. La democrazia non sar mai niente pi che un mediocre si-
stema di governo, a voler essere generosi; l'unica cosa che si pu sostenere
a suo favore che rappresenta di gran lunga il miglior sistema di governo
mai escogitato finora dalla razza umana. Il peggior difetto della democrazia
che molto probabile che i suoi leader riflettano i difetti e le virt dei loro
elettori un livello purtroppo bassissimo, ma del resto che cosa ci si pu
aspettare? Quindi da' un'occhiata a Douglas e ti renderai conto che, nella sua
ignoranza stupida ed egoista, molto simile ai suoi compatrioti americani,
compresi noi due e che, anzi, addirittura un livello o due sopra la media.
Poi dai un'occhiata all'uomo che lo verr a sostituire nel caso che il suo go-
verno crolli.
La scelta non quel che si dice ampia.
C' sempre una scelta! In questo caso fra male e peggio una
differenza molto pi sottile che non quella fra bene e meglio.
E allora, Jubal? Che cosa ti aspetti che faccia?
Ben poco rispose Harshaw. Perch sono io quello che porter avanti
lo spettacolo. Mi aspetto che tu ti trattenga dal martellare Joe Douglas sulla
tua rubrichetta giornaliera, almeno riguardo all'accordo che stiamo per sti-
pulare. Magari potresti anche lodarlo un po' per il suo riserbo professiona-
le
Mi fai vomitare!
Non nell'erba, ti prego. Usa il cappello, semmai. Ti dir in anticipo ci
che far, e perch, e ti spiegher il motivo per il quale Joe Douglas sar
d'accordo. Il principio fondamentale da conoscere nel cavalcare una tigre
di tenersi saldamente aggrappati alle orecchie.
Smettila di fare l'ampolloso. Che cosa hai in mente?
Smettila di fare l'ottuso e stai a sentire. Se questo nostro ragazzo fosse
uno squattrinato qualunque, non ci sarebbe alcun problema. Invece, il ragaz-
zo ha la sfortuna di possedere una ricchezza davanti alla quale lo stesso Cre-
so si sarebbe sentito un miserabile oltre a diritti molto discutibili su una
fetta di potere ancor maggiore grazie a un precedente politico-giudiziario
senza paragoni, se non nel caso del Segretario Fall che venne giudicato col-
pevole per aver ricevuto una mazzetta da Doheny, a sua volta assolto dal-
l'accusa di averla data.
S, ma
Non mi interrompere. Come ho gi detto a Jill, non ho alcun interesse in
sciocchezze del tipo chi il vero principe.
E tantomeno considero tutta quella ricchezza come sua di diritto; in
fondo, lui non ne ha prodotto nemmeno un centesimo. E anche se l'avesse
guadagnata da solo (cosa pressoch impossibile per uno della sua et), il
concetto di propriet non poi tanto ovvio cos come portata a pensare
la maggior parte della gente.
Cio?
La propriet, se non altro, un'astrazione estremamente sofisticata. Gi
i nostri studiosi di teoria legale la rendono un mistero piuttosto complicato;
ma non avevo mai capito quanto la cosa fosse sottile finch non ho iniziato
a vederla dal punto di vista marziano. I marziani non posseggono il concetto
di propriet. Non posseggono nulla nemmeno i loro stessi corpi.
Aspetta un attimo, Jubal. Anche gli animali delimitano le loro propriet.
E i marziani non sono certo animali; sono una civilt sviluppata, con grandi
citt e tutto il resto.
S. Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli dell'aria hanno i nidi. E
nessuno capisce il concetto di propriet e di confini meglio di un cane da
guardia. Ma i marziani sono diversi. A meno che tu non consideri come
propriet il possesso comune e non distribuito di tutto il pianeta da parte
di diversi milioni o miliardi di cittadini anziani per te, amico mio, si tratta
di fantasmi.
A proposito, Jubal, che mi dici di questi Anziani di cui parla sempre
Mike?
Vuoi la versione ufficiale o la mia opinione personale?
La tua opinione. Ci che pensi realmente in proposito.
Te la dir, ma tientela per te. Credo che si tratti di una venerabile cazza-
ta, buona per concimare le aiuole. Una superstizione che stata impiantata
nel cervello del ragazzo in tenera et, tanto che non ha pi nessuna possibi-
lit di sfuggirle.
A sentire Jill, si direbbe che ci creda.
In altre occasioni, sentirai parlare anche me come se ci credessi real-
mente. Si tratta di normale cortesia. Una delle mie amiche pi care crede
nell'astrologia, e non mi sognerei nemmeno lontanamente di offenderla di-
cendole ci che penso realmente della sua scienza. La capacit della men-
te umana di credere in ci che appare improbabile, anche se si parla della
superiorit dei propri figli rispetto a quelli degli altri, enorme e non mai
stata contrastata. A mio parere, la fede non che una forma di pigrizia intel-
lettuale, ma non ho alcuna intenzione di mettermi a discuterla, soprattutto
perch non posso provare che sia sbagliata. Le prove in negativo sono quasi
sempre impossibili. La fede di Mike nei confronti dei suoi Anziani non
pi irrazionale della convinzione che le dinamiche dell'universo possano es-
sere scavalcate da una preghiera in favore della pioggia. Inoltre, ha dalla sua
parte il peso della verit; lui c' stato, io no.
Mmm Jubal, ti devo confessare che ho sempre avuto il sospetto che
l'immortalit esista ma sono contento che il fantasma di mio nonno non
continui a esercitare la sua influenza su di me. Era un vecchiaccio insoppor-
tabile.
Anche il mio. Come me, del resto. Ma esiste un buon motivo per toglie-
re il diritto di voto a un uomo solo perch morto? Anzi, ora che ci penso, il
distretto in cui sono cresciuto aveva un sacco di elettori defunti una quan-
tit quasi marziana. Ci nonostante, era un paese in cui non si viveva affatto
male. Comunque sia, il nostro giovane Mike non pu possedere nulla, per-
ch tutto gi di propriet degli Anziani. Capisci quindi per quale motivo
faccio tanta fatica a spiegargli che titolare di oltre un milione di azioni del-
la Lunar Enterprises, pi i diritti sul Lyle Drive e diversi altri beni e titoli? E
non mi aiuta il fatto che i proprietari originali siano morti; anzi, questo peg-
giora ulteriormente le cose, poich lui li considera Anziani, e non si so-
gnerebbe mai di ficcare il naso nei loro affari.
Uh maledizione, incapace di agire dal punto di vista legale.
Certo che lo . Non pu gestire i suoi beni perch non crede nel concet-
to stesso di propriet; non pi di quanto io possa credere nei fantasmi. Ben,
l'unica cosa che Mike possegga al momento uno spazzolino da denti che
gli ho dato io e non sa nemmeno che suo. Se tu glielo dovessi sottrarre,
non farebbe alcuna obiezione, e non me ne accennerebbe nemmeno; conclu-
derebbe semplicemente che gli Anziani hanno autorizzato lo scambio.
Jubal sospir. Quindi incapace, anche se in grado di citare a memo-
ria tutte le normative esistenti sulla propriet. E dato che cos, devo fare in
modo che i suoi diritti non vengano messi in dubbio, anzi, che non vengano
nemmeno menzionati. Chiss quale tutore gli verrebbe affidato?
Oh! Douglas, senza dubbio. O meglio ancora, uno dei suoi tirapiedi.
Ne sei proprio sicuro, Ben? Considera l'attuale composizione dell'Alta
Corte. Non credi forse che l'eventuale tutore si potrebbe anche chiamare
Savvonavong? O Nadi? O Kee?
Uh pu darsi che tu abbia ragione.
E in quel caso il ragazzo potrebbe anche non rimanere in vita molto a
lungo. Oppure potrebbe arrivare alla vecchiaia in una piacevole prigione
monoposto con giardino, dalla quale sarebbe molto pi difficile fuggire che
non dall'ospedale Bethesda.
Cosa intendi fare?
Il potere nominale posseduto dal ragazzo decisamente troppo perico-
loso e ingombrante perch lo possa gestire. Quindi, ne facciamo a meno.
E come diavolo si fa a dar via tutti quei soldi?
Non si fa. impossibile. Il solo atto di darli via rappresenterebbe un
esercizio del loro potere latente; cambierebbe l'equilibrio dei poteri e porte-
rebbe inevitabilmente a un esame delle competenze del ragazzo. Quindi, l'u-
nica alternativa rimane quella di cavalcare la tigre mentre corre all'impazza-
ta, tenendosi aggrappati alle sue orecchie il pi forte possibile. Ben, lascia
che ti delinei il discorso che ho intenzione di presentare a Douglas poi fai
del tuo meglio per trovarne i punti deboli. Non ti preoccupare della parte le-
gale; quella verr redatta dallo staff di Douglas e ci penser io a controllare
che non vi siano trappole. La mia idea di dare a Douglas un piano che non
vorr affatto sabotare, perch gli piacer un sacco. Voglio solo che tu mi
dica che cosa ne pensi dal punto di vista della sua attuabilit politica; se ti
sembra fattibile o meno. Dunque
19
Jubal aveva preso in considerazione l'idea di far rimanere seduto Mike al-
l'ingresso del Segretario generale, ma l'aveva subito scartata. Non era nelle
sue intenzioni porre Mike al di sopra di Douglas; voleva semplicemente
chiarire che si trattava di un incontro fra pari. Cos, quando si alz in piedi,
fece cenno a Mike di fare altrettanto. Le grandi porte doppie in fondo alla
sala si erano spalancate sulle prime note di Ode alla Pace Sovrana. Douglas
entr e si accomod al suo posto.
Jubal segnal immediatamente a Mike di sedersi, ottenendo che il Segre-
tario e Mike si sedessero nello stesso preciso istante che fu seguito da una
lunga e rispettosa pausa di diversi secondi nel corso della quale rimasero
tutti in piedi.
Jubal trattenne il fiato. LaRue aveva ubbidito alla sua richiesta o no? In
effetti non gli aveva promesso nulla
Improvvisamente, lo scampanellare in fortissimo dell'inizio del movi-
mento di Marte invase la sala; il tema del Dio della Guerra era in grado
di sconvolgere anche un pubblico che lo conosceva bene e se lo aspettava.
Con gli occhi fissati su Douglas, che gli restitu lo sguardo in maniera in-
flessibile, Jubal scatt nuovamente in piedi come un soldatino che scatta
sull'attenti.
Douglas si alz tempestivamente in piedi a sua volta.
Mike per non si mosse; Jubal non gli aveva segnalato nulla. Rimase se-
duto in silenzio, impassibile, per niente imbarazzato dal fatto che tutti gli al-
tri si fossero alzati nuovamente in piedi. Non capiva nulla di tutto ci che
stava avvenendo, ed era soddisfatto di fare ci che il suo fratello d'acqua gli
diceva di fare.
Jubal aveva riflettuto su quel particolare dopo aver richiesto l'inno mar-
ziano. Se la richiesta veniva soddisfatta, come si sarebbe dovuto comportare
Mike durante l'esecuzione? Era un punto alquanto interessante, e la soluzio-
ne dipendeva dal ruolo che avrebbe dovuto interpretare Mike in quella com-
media
La musica si ferm. Obbedendo ai segnali di Jubal, Mike si alz in piedi,
fece un rapido inchino e torn a sedersi pi o meno all'unisono con il Segre-
tario generale e tutti gli altri. Questa volta erano tornati tutti a sedersi rapi-
damente, poich nessuno poteva aver ignorato il fatto che Mike fosse rima-
sto seduto per tutto il suo inno.
Jubal emise un sospiro di sollievo. Era riuscito a scamparla. Molti anni
prima, aveva assistito a una parata in onore di un componente della trib in
estinzione dei regnanti nobili (una regina in carica), e aveva notato che la
sua reale signoria si era inchinata solo dopo che era stato suonato il suo inno
nazionale, come per riconoscere il saluto offerto alla sua persona.
Ma il capo politico di uno Stato democratico deve alzarsi in piedi e to-
gliersi il cappello davanti all'inno nazionale del suo paese come qualsiasi al-
tro cittadino, poich non un sovrano.
Tuttavia, come Jubal aveva gi fatto notare a LaRue, non si potevano
avere tutt'e due le cose assieme. O Mike andava considerato come un sem-
plice cittadino, oppure, secondo l'assurda teoria legale inerente alla Senten-
za Larkin, il ragazzo non era niente di meno che un vero e proprio sovrano.
Jubal prov il desiderio di offrire a LaRue una sniffata di tabacco. Be',
perlomeno vi era almeno una persona che aveva colto le implicazioni del
caso; il Nunzio Papale manteneva un'espressione impassibile, ma i suoi oc-
chi brillavano.
Douglas esordi quasi subito: Signor Smith, un grande onore e una
grande gioia averla qui con noi oggi. Speriamo vivamente che vorr consi-
derare il pianeta Terra come casa sua allo stesso modo in cui considera il
suo pianeta d'origine, il nostro vicino il nostro buon vicino, Marte. Con-
tinu per un po' su questo tono, usando frasi attente, ben studiate ed estre-
mamente cortesi, dal significato pratico pressoch nullo. Mike era il benve-
nuto, ma Jubal not che era impossibile stabilire in base alle parole di Dou-
glas se lo fosse in veste di sovrano, turista o cittadino che ritorna a casa.
Jubal osserv attentamente Douglas, tentando di carpire qualche movi-
mento dei suoi occhi, qualche cenno o espressione che lasciasse trasparire
cosa pensasse della lettera che gli aveva fatto consegnare a mano appena ar-
rivato. Ma Douglas non incroci mai il suo sguardo. Poco dopo il discorso
d'apertura si concluse, non avendo detto praticamente nulla, ma avendolo
detto molto bene.
Ora, Mike disse Jubal a bassa voce.
Smith si rivolse al Segretario generale in marziano.
Ma si interruppe prima che la costernazione generale divenisse troppo
grande. Signor Segretario generale della Federazione delle Nazioni Libere
del Pianeta Terra disse, quindi prosegui in marziano.
Poi di nuovo: la ringraziamo per il benvenuto che ci ha offerto. Por-
tiamo alla gente della Terra i saluti degli Antichi di Marte quindi pass
nuovamente al marziano.
Jubal pens che quello degli Antichi era stato un ottimo tocco; era
molto pi efficace di Anziani, e Mike non aveva avuto nulla da obiettare
sul cambiamento di terminologia. Di fatto, sebbene Mike avesse insistito sul
parlare giustamente, il discorso preparato da Jubal non aveva richiesto
molte correzioni. L'idea di alternare per ogni frase una versione inglese e
una versione in marziano era stata di Jill, e Jubal dovette ammettere con un
certo piacere che quel piccolo stratagemma aveva trasformato un enunciato
privo di contenuti come quello di una campagna elettorale in qualcosa di so-
lenne ed efficace quanto un'opera wagneriana. E altrettanto difficile da capi-
re, pens Jubal.
Per Mike non cambiava nulla. Era in grado di inserire la versione in mar-
ziano con la stessa facilit con la quale era in grado di memorizzare e recita-
re la versione inglese, ovverosia senza alcuno sforzo. Se i suoi fratelli d'ac-
qua erano felici che lui dicesse quelle cose, anche lui lo era.
Qualcuno si avvicin a Jubal, gli tocc una spalla, gli infil una busta in
mano e sussurr: Da parte del Segretario generale. Jubal alz lo sguardo e
vide che si trattava di Bradley, che gi si stava allontanando con passi felpa-
ti. Apr la busta sulle ginocchia e lesse quanto era scritto sul foglio al suo in-
terno.
Sul foglio vi era una sola parola: S; l'appunto era firmato dalle iniziali
J.E.D., con il famoso inchiostro verde usato dal Segretario.
Jubal alz lo sguardo e scopri che ora Douglas lo stava guardando; annui
con un cenno del capo quasi impercettibile, e Douglas distolse lo sguardo.
La conferenza era ormai finita; non restava altro da fare se non lasciare che
anche il resto del mondo vi assistesse.
Mike concluse le nullit sonore che gli erano state insegnate; Jubal senti
le sue stesse parole: avvicinamento, con benefici per entrambi i nostri
mondi e ogni razza secondo la sua natura ma non le ascolt.
Quando Mike ebbe finito, Douglas lo ringrazi in maniera rapida ma caloro-
sa. Segui una pausa.
Jubal si alz in piedi. Onorevole Segretario generale
S, dottor Harshaw?
Come ben sa, Smith oggi si trova qui in una doppia veste. Come un
principe viaggiatore della storia passata della nostra grande razza, attraver-
sando con carovane e navigando per vastit sconosciute verso un regno di-
stante, egli ha portato alla Terra i buoni auspici degli Antichi Poteri di Mar-
te. Ma allo stesso tempo egli anche un essere umano, un cittadino della
Federazione e degli Stati Uniti d'America. E in quanto tale, possiede dei di-
ritti, dei doveri e delle propriet. Jubal scosse il capo. E di natura piutto-
sto seccante, sono costretto ad aggiungere. In veste di suo avvocato, nella
sua capacit di cittadino e di essere umano, in questi ultimi tempi ho tentato
di occuparmi dei suoi affari, ma devo ammettere che non sono nemmeno
riuscito a compilare una lista completa di ci che possiede, e tantomeno a
decidere che cosa dire all'ufficio imposte.
Jubal si ferm per riprendere fiato. Oramai sono un uomo anziano, e po-
trei anche non rimanere in vita abbastanza a lungo da portare a termine que-
sto compito. Sapete tutti che il mio cliente non possiede alcuna esperienza
per quanto riguarda gli affari, intesi nel senso umano; i marziani hanno
usanze molto differenti. Tuttavia, ho potuto constatare che un giovanotto
assai brillante; d'altra parte tutto il mondo sa gi che i suoi genitori erano
due geni. Non ho quindi alcun dubbio sul fatto che fra qualche anno, se lo
desiderasse, sarebbe perfettamente in grado di cavarsela da solo, senza l'aiu-
to di un vecchio avvocato in pensione. Ci nonostante, i suoi affari richiedo-
no attenzione oggi stesso: non possono aspettare.
Risulta peraltro evidente che egli molto pi entusiasta di imparare la
storia, le arti e gli stili di vita della gente di questa sua seconda casa che non
di immergersi in obbligazioni, listini di borsa e diritti di propriet. In questo
senso, trovo che il suo comportamento possa essere considerato molto sag-
gio. Pur non possedendo alcuna esperienza nel campo degli affari, il signor
Smith possiede una forma di saggezza tanto semplice e diretta da portarmi
tuttora a stupirmene, come del resto accade inevitabilmente a chiunque ab-
bia a che fare con lui. Quando gli ho spiegato i problemi che dovevamo af-
frontare, lui mi ha semplicemente guardato con quel suo sguardo limpido e
sereno e mi ha detto: Jubal, non affatto un problema; ci rivolgeremo al si-
gnor Douglas. Jubal fece una pausa, quindi prosegui, rivolgendosi a Dou-
glas. Signor Segretario, penso che il resto rientri nella categoria degli affari
personali. Pensa che sia forse il caso di parlarne in privato? Lasciando anda-
re a casa tutti i signori presenti?
Vada pure avanti, dottor Harshaw disse Douglas. Da questo momento
in avanti, il protocollo abolito. Chiunque desideri andarsene si ritenga li-
bero di farlo.
Nessuno si mosse. Va bene continu Jubal. Posso riassumere tutto in
una sola frase. Il signor Smith desidera nominarla suo procuratore di fatto,
con pieni poteri di controllo per quanto riguarda la gestione dei suoi beni.
Tutto qui.
Douglas riusc ad assumere un'espressione stupefatta. Non mi sta certo
chiedendo una cosa da nulla, dottore.
Lo so, signore. Ho fatto notare al mio cliente che si trattava di un'impo-
sizione, che lei l'uomo pi indaffarato del pianeta e che non ha il tempo
materiale per certe cose. Jubal scosse il capo e sorrise. Ma temo che la
cosa non lo abbia impressionato pi di tanto. A quanto pare, sul pianeta
Marte la gente pi occupata anche quella pi affidabile. Il signor Smith mi
ha detto semplicemente, chiediamoglielo; dunque lo sto facendo. Natural-
mente non ci aspettiamo una risposta immediata: questo un altro aspetto
tipicamente marziano, poich i marziani non vanno mai di fretta. E non
sono portati a complicare eccessivamente le cose. Nessun vincolo, nessuna
verifica, nulla di tutto ci; se lo vuole, le faremo preparare un documento
firmato che le concede i poteri di procuratore oggi stesso. Ma per lui nem-
meno questo ha importanza; lo farebbe anche oralmente, seduta stante, in
stile cinese. Questa un'altra caratteristica tipicamente marziana: se si fida
di lei, lo fa completamente. Non si sogna nemmeno di venire a controllare
se ha mantenuto la sua parola. Ah, e vorrei aggiungere che il signor Smith
non sta facendo questa richiesta al Segretario generale della Federazione;
sta chiedendo un favore personale al signor Joseph Edgerton Douglas. Ono-
revole, se lei dovesse per caso ritirarsi dalla scena politica, non farebbe al-
cuna differenza. Il suo eventuale successore, chiunque potr essere, non fi-
gura nel contratto. Smith ha deciso di fidarsi di lei, e non di chiunque capiti
in futuro nell'Ufficio Ottagonale di questo Palazzo.
Douglas annui. A prescindere da quella che sar la mia risposta, sono
estremamente onorato.
Poich se decider di non accettare, o se per qualsiasi motivo non potr
farlo, o se vorr assumersi questo compito per poi abbandonarlo in seguito,
il signor Smith ha gi fatto la sua seconda scelta il signor Ben Caxton.
Ben, alzati in piedi un secondo; lascia che la gente ti veda. E se n lei n
Caxton vorrete e potrete assumervi questo incarico, abbiamo anche una ter-
za scelta, il cui nome non riteniamo necessario svelare, almeno per il mo-
mento. Le basti sapere che vi sono altre scelte. Uhm, vediamo un po' Ju-
bal assunse un atteggiamento confuso. Non sono pi abituato a parlare in
piedi. Miriam, dov' quel foglietto con l'elenco?
Jubal accett un foglio di carta da Miriam. Forse meglio che tu mi dia
anche le altre copie. La ragazza gli pass uno spesso pacco di fogli. Que-
sto un piccolo promemoria che abbiamo preparato per lei, signore o per
Caxton, se dovr essere questo il caso. Mmm vediamo un po' oh, s, il
curatore dovr pagare a se stesso una cifra che ritiene adeguata, non inferio-
re a Be', una cifra considerevole, diciamo, ma non sono affari di nessuno,
in effetti. Il curatore dovr versare una certa cifra in un conto intestato alla
prima parte in causa per le sue spese personali di sostentamento oh, s, ho
pensato che magari sarebbe il caso di usare la Bank of Shangai come suo
depositario e diciamo i Lloyd's come suo agente commerciale o magari
l'opposto, giusto per proteggere il suo nome e la sua fama. Comunque sia, il
signor Smith non vuole nemmeno sentir parlare di istruzioni fissate e presta-
bilite; si tratter di una concessione di potere illimitata, revocabile da en-
trambe le parti a loro piacimento. Non star qui a leggere tutto questo con-
tratto; proprio per questo che l'ho scritto. Jubal si volt e si guard attor-
no con aria disorientata. Uh, Miriam, fammi il piacere, portalo al Segreta-
rio generale. Brava ragazza. Lascer qui queste altre copie. Pu distribuirle
agli astanti, o tenersele lei, come preferisce. Oh, e penso che sar il caso di
darne una anche al signor Caxton; ecco qui, Ben.
Jubal si guard attorno con fare ansioso. Penso di non avere altro da
dire, signor Segretario. Lei ha qualcosa da aggiungere, per caso?
Un attimo solo. Signor Smith?
S, signor Douglas?
veramente questo che vuole? Vuole che io faccia ci che scritto su
questo foglio di carta?
Jubal trattenne il fiato, evitando di incrociare lo sguardo con il suo clien-
te. Mike era stato preparato a una domanda del genere ma non era stato
possibile prevedere in che modo e in che forma sarebbe stata posta, n vi
era modo di prevedere in che modo le interpretazioni letterali di Mike potes-
sero influire sulla sua risposta.
S, signor Douglas. La voce di Mike risuon chiara e ben scandita nel-
la grande sala oltre che in miliardi di case di tutto il pianeta.
Vuole che mi occupi io dei suoi affari?
La prego di farlo, signor Douglas. Sarebbe un grande bene. Io la ringra-
zio.
Douglas sbatt le palpebre. Be', mi sembra piuttosto chiaro, dottore. Per
il momento mi riservo dal rispondere, ma avr una risposta entro breve.
La ringrazio, signore. Per il mio cliente, e anche per me stesso.
Douglas fece per alzarsi, ma venne interrotto seccamente dalla voce del
deputato Kung. Un attimo! Che mi dite della Sentenza Larkin?
Jubal la prese al volo prima che Douglas potesse rispondere. Ah, s, la
Sentenza Larkin. Ho sentito un sacco di sciocchezze a proposito della Sen-
tenza Larkin, ma venivano quasi tutte da persone irresponsabili. Signor
Kung, lei che mi dice della Sentenza Larkin?
Lo sto chiedendo io a lei. O al suo cliente. O al Segretario generale.
Devo rispondere io, Segretario? domand Jubal in tono cortese.
Prego.
Benissimo. Jubal estrasse lentamente un grosso fazzoletto dalla tasca e
si soffi il naso in maniera rumorosa e prolungata. Poi fiss Kung negli oc-
chi e disse in tono solenne: Molto tempo fa, quando ero ancora un ragazzi-
no, fondai un club assieme a un mio amico giovane e sciocco quanto me. I
membri eravamo solo noi due. E dato che avevamo fondato un club, dove-
vamo avere delle regole. Ebbene, la prima regola che decidemmo di instau-
rare, con decisione unanime, fu che da quel giorno in poi avremmo chiama-
to le nostre madri rompiscatole. Un'idea sciocca, naturalmente, ma erava-
mo molto giovani. Signor Kung, riesce a immaginare a che cosa port quel-
la nostra regola?
Non riesco proprio a indovinare, signor Harshaw.
Ebbene, io tentai di metterla in pratica una sola volta, e servi a impedire
al mio compagno di fare lo stesso errore. L'unico vantaggio che ne trassi fu
che mi venne scaldato il sederino con un ramo di pesco. Questa fu la fine
della nostra regola delle rompiscatole.
Quel che voglio dire che immaginando che qualcuno avrebbe solleva-
to questa questione inesistente, ho tentato di spiegare la Sentenza Larkin al
mio cliente. Dapprincipio ha dimostrato una certa fatica nel comprendere
come qualcuno potesse anche solo pensare di applicare una simile astrazio-
ne legale al caso di Marte. In fondo, un pianeta abitato, abitato da una raz-
za molto antica e saggia molto pi antica della sua, signore, e con ogni
probabilit anche pi saggia. Ma quando, infine, il mio cliente riuscito a
comprendere di che cosa si trattasse, devo dire che rimasto piuttosto diver-
tito. Niente di pi, onorevole, semplicemente divertito, in un senso assai tol-
lerante. A me capitato una volta, una sola volta, di sottovalutare il potere
di mia madre nel punire l'impudenza di un ragazzino. Fu per me una lezione
a buon mercato, un vero e proprio affare. Ma le assicuro che questo pianeta
non pu permettersi una simile lezione su scala planetaria. Prima di avanza-
re dei diritti su un corpo celeste che non ci appartiene, faremo bene a valuta-
re con esattezza che genere di rami di pesco sono appesi nella cucina dei
marziani.
Kung assunse un'espressione severa e poco convinta. Dottor Harshaw,
se la Sentenza Larkin non altro che una sciocchezza da ragazzini per
quale motivo sono stati resi al signor Smith gli onori di un capo di Stato?
Jubal scroll le spalle. Questa una domanda che dovrebbe porre al Go-
verno e non a me. Tuttavia, posso darle la mia interpretazione: per me si
trattato di una cortesia elementare nei confronti degli Antichi di Marte.
Prego?
Signor Kung, quegli onori non erano certo vacui echi della Sentenza
Larkin. In un senso che va molto al di l dell'esperienza umana, il signor
Smith il pianeta Marte!
Kung non batt ciglio. Continui.
O meglio, l'intera razza marziana. Attraverso la persona di Smith, gli
Antichi di Marte ci stanno facendo visita. Gli onori che gli abbiamo conces-
so sono stati in realt concessi a loro e qualsiasi tentativo di danneggiarlo
si ripercuoterebbe contro di loro. Ci vero in un senso molto letterale, ma
allo stesso tempo molto poco umano. Onorare i nostri vicini oggi stato
molto saggio e prudente ma questa saggezza non ha nulla a che vedere
con la Sentenza Larkin. Nessuna persona responsabile ha mai avuto la sfac-
ciataggine di dichiarare che essa potesse essere applicabile a un pianeta abi-
tato e oserei aggiungere che nessuno lo far nemmeno in futuro. Jubal
fece una pausa e alz lo sguardo, come per chiedere assistenza al cielo. Le
assicuro, signor Kung, che gli antichi patriarchi di Marte apprezzeranno il
modo in cui abbiamo trattato il loro ambasciatore. Gli onori che gli sono
stati concessi rappresentano un simbolo di rispetto, e sono certo che il Go-
verno di questo pianeta ha dato una dimostrazione di grande saggezza con-
cedendoglieli. Col tempo, imparer anche lei che si trattata di una mossa
molto saggia.
Dottore, rispose Kung in tono piatto se aveva intenzione di spaventar-
mi, le comunico che non ci riuscito.
Non ne avevo alcuna intenzione. Tuttavia, per grande fortuna del benes-
sere di questo pianeta, non la sua opinione quella che conta. Jubal torn a
rivolgersi a Douglas. Signor Segretario, questa la pi lunga apparizione
pubblica che io abbia tenuto da anni e scopro ora di essere piuttosto affa-
ticato. Possiamo aggiornare la seduta, in attesa della sua decisione?
21
Una volta aggiornata la seduta, gli sforzi di Jubal per portare il suo grup-
petto fuori dal Palazzo incontrarono la resistenza del Presidente americano e
del senatore Boone. Entrambi infatti desideravano trattenersi a chiacchierare
con Mike; essendo uomini politici di vecchia data, comprendevano pi che
bene il valore che poteva avere l'essere visti in amichevole compagnia del-
l'Uomo di Marte inutile dire che entrambi sapevano altrettanto bene il fat-
to che gli occhi di tutto il mondo, via stereovisione, erano ancora puntati su
di loro.
In breve, altri politici assetati di pubblicit cominciarono ad avvicinarsi
al gruppetto.
Signor Presidente, senatore, disse subito Jubal stiamo andando a fare
colazione. Volete unirvi a noi? Aveva deciso che era molto pi facile avere
a che fare con due politici in privato che non con una dozzina in pubblico
e doveva assolutamente portar via Mike da quel posto prima che qualcosa
andasse storto.
Con grande sollievo, scopri che entrambi gli interessati avevano impegni
urgenti altrove. Tuttavia, Jubal si ritrov a promettere non solo di accompa-
gnare Mike a quell'osceno servizio religioso fosterita, ma anche di portarlo
in visita alla Casa bianca. Be' il ragazzo poteva sempre darsi malato, se
fosse stato necessario. Ragazze, ai vostri posti!
Nuovamente circondato dalla sua scorta, Mike venne portato fino al ter-
razzo. Anne fece strada (era l'unica che ricordasse perfettamente il
percorso), e la sua altezza, la bellezza da bionda valchiria e la suggestiva to-
naca da Testimone Leale fecero s che tutti coloro che incontravano si pro-
ducessero in profondi inchini. Jubal, Ben e i tre ufficiali della Champion
formarono il drappello di coda. Larry li stava aspettando sul tetto con il
pullman Greyhound. Pochi minuti dopo, l'autista li deposit sul tetto dell'al-
bergo New Mayflower. Naturalmente furono subito raggiunti da uno stuolo
di giornalisti, ma le ragazze scortarono con successo Mike fino all'apparta-
mento prenotato da Duke. Stavano diventando piuttosto brave a fare la scor-
ta e, a dir la verit, si divertivano anche. Miriam e Dorcas, in particolare, ne
fecero un gioco, tenendo un punteggio per vedere chi fosse stata la migliore.
Qualsiasi giornalista si avvicinasse troppo rischiava di farsi perforare un
piede da un tacco a spillo.
Scoprirono che il corridoio sul quale si trovava la porta del loro apparta-
mento era pattugliato da agenti delle S.S., due dei quali si erano piazzati ai
lati della porta stessa.
Jubal trasal per un istante, ma poi si rese conto (o meglio, sper) che
la loro presenza significava che Douglas stava adempiendo appieno alla sua
parte dell'accordo. Nella lettera che aveva fatto pervenire a Douglas prima
della conferenza spiegandogli ci che avrebbe fatto e detto e specificandone
il motivo, Jubal aveva anche incluso la richiesta di usare il potere e l'in-
fluenza del Segretario per proteggere la privacy di Mike da quel momento
in avanti, affinch il ragazzo potesse gradualmente condurre una vita nor-
male. Sempre ammesso che una vita normale fosse una cosa possibile per
Mike, si corresse nuovamente Jubal.
Jill, disse poi tieni Mike sotto controllo. tutto a posto.
Va bene, capo.
E cos fu. L'agente davanti alla porta si limit a salutare. Jubal lo fiss.
Ma bene! Salve, maggiore! Ha buttato gi qualche altra porta, ultimamen-
te?
Il maggiore Bloch si fece paonazzo in viso, ma mantenne lo sguardo fis-
so e non rispose. Jubal si domand se gli avessero assegnato quel compito
per punizione. No, probabilmente si trattava di una semplice coincidenza:
non dovevano esserci molti ufficiali di rango fra le file delle s.s. di quella
zona.
Duke li stava aspettando all'interno. Accomodatevi, signori disse Ju-
bal. Che mi dici, Duke?
L'uomo scroll le spalle. Chi pu saperlo? Posso solo garantirti che nes-
suno ha installato microfoni in questa stanza da quando ci sono entrato. Ho
rifiutato il primo appartamento che ci hanno offerto, come mi avevi consi-
gliato, e ho scelto questo perch ha il soffitto massiccio; abbiamo la sala da
ballo sopra le nostre teste. Da allora ho passato tutto il tempo a frugare in
giro. Per, capo, ne so abbastanza di elettronica per poter dire che in qua-
lunque luogo al mondo possono essere installati dei microfoni che non si
possono individuare se non buttando gi l'intero edificio.
Va bene, va bene. Non credo che abbiano messo microfoni in tutte le
stanze di un albergo cos grande solo perch pensavano che avremmo potuto
prendere una stanza noi. O perlomeno lo spero. Comunque, quel che inten-
devo era che mi dici delle provviste?. Ho fame, ragazzo, ho molta sete, e
ci sono tre ospiti in pi a pranzo.
Oh, quello. stato scaricato davanti ai miei occhi, portato su e deposita-
to appena dentro la porta. Ho messo tutto in dispensa. Hai una natura un po'
sospettosa, non vero, capo?
Ci puoi scommettere e conviene anche a te averla, se vuoi vivere a
lungo come me. Jubal aveva appena affidato a Douglas una fortuna equi-
valente a un debito nazionale di medie dimensioni, ma non per questo aveva
dato per scontato che gli zelanti luogotenenti dello stesso Douglas non adul-
terassero i cibi e le bevande. Cos, per evitare di dover assumere un assag-
giatore, aveva fatto portare dalla sua villa nei Poconos molte cibarie, moltis-
simi alcolici e un pochino d'acqua. E, naturalmente, cubetti di ghiaccio.
Non ci tengo a vivere cos tanto rispose Duke.
Questione di gusti. Devo dire che mi sono divertito abbastanza nella
mia vita, se l'analizzo nel suo complesso. Ragazze, al lavoro. Anne, togliti la
tonaca e renditi utile. La prima che mi porta da bere salta il turno. Dopo
aver servito i nostri ospiti, naturalmente. Vi prego, signori, accomodatevi.
Sven, qual il tuo veleno preferito? Akvavit, immagino. Larry, fai un giro
gi, trova un negozio di liquori e prendine un paio di bottiglie. E anche del
gin Bols per il capitano.
Lascia perdere, Jubal disse Nelson in tono deciso. Non bevo mai l'ak-
vavit a meno che non sia stata messa sotto ghiaccio per una notte intera e
comunque preferisco uno scotch.
Anch'io assenti van Tromp.
Come volete. Di quello ce n' abbastanza da affogare un cavallo. E lei,
dottor Mahmoud? Se preferisce bevande analcoliche, sono sicuro che le ra-
gazze avranno portato qui qualcosa del genere.
Mahmoud assunse un un'aria malinconica. Non dovrei lasciarmi tentare
dalle bevande forti.
Non ve ne assolutamente bisogno. Lasci che le faccia una prescrizione
in veste di medico. Jubal lo scrut attentamente. Figliolo, a giudicare dal
suo aspetto, si direbbe che lei sia stato sottoposto a un considerevole stress
nervoso. Si potrebbe ovviare alla cosa con la somministrazione di metabro-
mato, ma dato che non ne abbiamo qui a portata di mano, sar costretto a
sostituire la cura con due once di etanolo al 90 per cento, da ripetere fino al-
l'ottenimento di risultati apprezzabili. Preferisce qualche aroma in particola-
re per rendere gradevole il sapore del medicinale? E con o senza bollicine?
Mahmoud sorrise; ora non sembrava affatto un inglese. La ringrazio,
dottore, ma se devo peccare preferisco farlo con gli occhi aperti. Gin, prego,
con un poco d'acqua a parte. Oppure vodka. O qualsiasi cosa abbiate.
O alcol medicinale aggiunse Nelson. Non lasciarti ingannare, Jubal.
Stinky beve tutto quello che gli capita a tiro e poi se ne pente sempre.
Me ne pento ribatt Mahmoud con seriet perch so che un pecca-
to.
Allora non stuzzicarlo troppo, Sven intervenne bruscamente Jubal. Io
ho smesso di pentirmi durante la crisi del '29 e non ci sono mai pi riuscito
da allora e sono affari miei. Che mi dici del cibo, Stinky? probabile che
Anne abbia messo del prosciutto in qualcuno di quei panieri e potrebbero
esserci anche altre vivande impure non altrettanto facilmente riconoscibili.
Vuoi che controlli?
Mahmoud scosse il capo. Non sono un tradizionalista, Jubal. Quella re-
gola stata imposta molti anni fa, e rispondeva alle esigenze di quei tempi.
Ora le cose sono molto diverse.
Jubal assunse improvvisamente un'espressione triste. Vero. Ma saranno
poi cambiate in meglio? Mangia quello che vuoi, fratello; Dio perdona la
necessit.
Grazie. Tuttavia, a dire il vero non mangio quasi mai a mezzogiorno.
Ti conviene mangiare, altrimenti l'etanolo che ti ho prescritto far pi
che rilassarti. Fra l'altro, queste ragazze che lavorano per me alle volte fan-
no errori di ortografia, ma sono delle ottime cuoche.
Miriam arriv alle spalle di Jubal con un vassoio su cui erano poggiati
quattro bicchieri pieni: gli ordini di Jubal erano stati eseguiti immediata-
mente mentre lui chiacchierava. Capo intervenne la ragazza ti ho sentito,
sai? Sei disposto a metterlo per iscritto?
Cosa? Jubal si volt di scatto e la fiss con sguardo truce. Origliavi!
Rimarrai qui in classe a scrivere mille volte non ascolter mai pi una con-
versazione privata. Rimani in classe finch non avrai finito.
Va bene, capo. Questo per lei, capitano per lei, dottor Nelson e
questo suo, dottor Mahmoud. Con acqua a parte, ha detto?
S, Miriam. Grazie.
Il solito servizio da casa Harshaw; approssimativo ma rapido. Ecco
capo, questo il tuo.
Ci avete aggiunto l'acqua!
Ordini di Anne. Dice che sei troppo stanco per fartelo col ghiaccio e ba-
sta.
Jubal assunse un'espressione sofferente. Vedete che cosa mi tocca sop-
portare, signori? Miriam, quella frase che devi scrivere mille volte, scrivila
in sanscrito.
S, capo, non appena avr il tempo di impararlo. Gli diede un colpetto
sulla testa. Su, caro, fatti il tuo drinkino; te lo sei meritato. Siamo tutti fieri
di te.
Torna in cucina, donna. Aspetta avete avuto tutti il vostro drink? Do-
v' il drink di Ben? Dov' Ben?
Ben sta chiamando il giornale, e il suo drink ce l'ha accanto al gomito
rispose Miriam.
Molto bene. Puoi uscire silenziosamente, senza ulteriori formalit e
mandaci Mike. Signori! Me ka aloha pau ole! Alla salute. Bevve, seguito
dagli altri.
Mike sta aiutando in cucina. disse Miriam. Gli piace dare una mano
in cucina. Penso che da grande far il cameriere.
Sei ancora qui? Mandalo qui comunque; il dottor Nelson vuole sotto-
porlo a un esame fisico generale.
Non c' fretta intervenne il chirurgo della nave. Jubal, questo scotch
ottimo. Ma a cosa brindiamo?
Scusami, era polinesiano. Che la nostra amicizia duri in eterno. Pos-
siamo considerarlo come l'epilogo della cerimonia dell'acqua di stamattina.
A proposito, signori, vi informo che sia Duke che Larry sono fratelli d'acqua
di Mike, ma non preoccupatevi troppo per questo. Non sono un granch in
cucina per sono ottimi elementi da avere al proprio fianco in un vicolo
buio.
Se garantisci tu per loro, disse van Tromp ci fidiamo. Ma visto che
siamo soli, facciamo un brindisi alle ragazze. Sven, com' quel tuo brindisi
in proposito?
Vuoi dire quello a tutte le belle ragazze del mondo? No, brindiamo solo
per le quattro che sono qui. Bevvero alla salute delle loro sorelle d'acqua.
Jubal, dove diavolo le hai trovate? continu Nelson.
Le allevo nella mia cantina personale. Solo che quando riesco finalmen-
te ad addestrarle nella maniera giusta e iniziano a diventare realmente utili,
salta sempre fuori qualche bel tipo di citt che se le sposa. un gioco per-
duto in partenza.
Comprendo la tua sofferenza disse Nelson in modo cameratesco.
Mi fa piacere. Spero che voi signori siate tutti gi sposati. Due lo era-
no. Mahmoud era scapolo. Jubal lo fiss con aria truce.
Mi faresti il piacere di scorporarti? Dopo mangiato, naturalmente. Non
vorrei mai che tu lo facessi a stomaco vuoto.
Non ti preoccupare, io sono uno scapolo a vita.
Suvvia! Ho visto benissimo che Dorcas ti faceva gli occhi dolci e tu
facevi le fusa.
Ti assicuro, non rappresento alcuna minaccia. Mahmoud pens di dire
a Jubal che non avrebbe mai sposato una donna che seguiva una religione
diversa dalla sua, poi decise che forse un pagano avrebbe potuto offendersi
per questo, perfino un personaggio di vedute elastiche come Jubal. Cambi
argomento. Comunque, Jubal, non dare mai un consiglio del genere a
Mike. Non credo proprio che grokkerebbe che si tratta di uno scherzo e
potresti ritrovarti un cadavere fra le mani. Non so non so se Mike sia ef-
fettivamente in grado di morire a comando. Ma so che ci proverebbe e se
fosse davvero un marziano, gli riuscirebbe anche.
Sono convinto che sia davvero in grado di farlo intervenne Nelson in
tono deciso. Jubal, non hai notato nulla di strano nel metabolismo di
Mike?
Uh, mettiamola cos. Diciamo che non c' nulla nel suo metabolismo
che non possa essere considerato strano. Estremamente strano.
Esatto.
Jubal si rivolse nuovamente a Mahmoud. Ma non ti preoccupare, non
inviterei mai Mike a suicidarsi. Ho imparato presto a non scherzare in pro-
posito con lui. Ho grokkato che non grokka gli scherzi e le battute. Jubal
sbatt le palpebre con aria pensierosa. Ma non credo di aver grokkato per-
fettamente la parola grok. Stinky, tu parli il marziano.
Un poco.
Lo parli in maniera fluente. Ti ho sentito benissimo, prima. Hai grokka-
to grok?
Mahmoud assunse un'espressione pensosa. No. In verit no. Grok la
parola pi importante della lingua marziana credo che passer i prossimi
quarant'anni a cercare di capirla e che user qualche milione di parole stam-
pate per tentare di spiegarla. Ma non sono affatto convinto che vi riuscir.
Per grokkare la parola grok bisogna pensare in marziano. Mike lo fa
ma io no. Avete notato come Mike affronta in maniera ambigua anche i con-
cetti umani pi semplici?
Se l'ho notato? Mi fa ancora male la testa!
Anche a me.
mestruali (N.d.r.).
Chiesa. Sono stati fatti anche dei tentativi per distinguere fra religioni
vere, che hanno quindi diritto a tutte queste immunit, e stte. Tuttavia,
si capito ben presto che una distinzione del genere pressoch impossibile
da attuare, a meno che non si crei una religione di Stato uffciale il che
sarebbe come passare dalla padella alla brace. Ormai le cose stanno cos, e
sia per quel che rimane della vecchia Costituzione degli Stati Uniti che per
il nuovo Trattato della Federazione, tutte le confessioni sono uguali e ugual-
mente immuni soprattutto se hanno in mano una larga fetta di elettorato.
Se Mike viene convertito al fosterismo se fa un testamento a favore della
Chiesa stessa e se poi se ne va in paradiso qualche bel mattino, la cosa
sarebbe, per usare la terminologia pi corretta, legale come andare in chie-
sa la domenica.
Ma come! Pensavo che fossimo finalmente riusciti a metterlo al
sicuro!
Non vi sicurezza, da questa parte della tomba. Be' e che cosa
avresti intenzione di fare, Jubal? Nulla. Mi limito a preoccuparmi, tutto
qui. Mike archivi la loro conversazione senza fare alcuno sforzo per grok-
karla. Riconobbe l'argomento, che esprimeva un concetto assai semplice da
esprimere nella sua lingua ma fin troppo complesso in inglese. Da quando
aveva fallito, persino con suo fratello Mahmoud, nell'ottenimento di un reci-
proco grokkare su questo soggetto per colpa della sua traduzione effettiva-
mente imperfetta del concetto onnicomprensivo marziano tu sei Dio, si
era limitato ad attendere che il grokkare divenisse possibile. Sapeva che l'at-
tesa avrebbe dato i suoi frutti; il suo fratello d'acqua Jill stava imparando la
sua lingua, e presto Mike sarebbe stato in grado di spiegarle cosa intendeva.
Allora avrebbero grokkato assieme.
Nel frattempo, il panorama che scorreva sotto di loro rappresentava per
lui una delizia infinita, e non vedeva l'ora di provare l'esperienza che avreb-
be vissuto tra breve. Finalmente, o almeno cos sperava, avrebbe conosciuto
un Anziano umano.
Il senatore Boone li stava aspettando alla piattaforma di atterraggio. Sal-
ve, gente! Che il buon Dio vi benedica in questo giorno santo! Signor Smi-
th, felice di rivederla. Anche lei, dottore. Si tolse il sigaro di bocca e scrut
Jill. E questa donnina non l'ho per caso gi vista al Palazzo?
S, senatore. Sono Gillian Boardman.
Lo immaginavo, cara. gi stata salvata?
Be', penso di no, senatore.
Non mai troppo tardi. Saremo felicissimi di permetterle di partecipare
alla funzione per i cercatori nel nostro Tabernacolo esterno trover subito
un guardiano per scortarla. Il signor Smith e il dottore verranno al Santuario
con me, naturalmente. Il senatore si guard attorno.
Senatore
Cosa c', dottore?
Se la signorina Boardman non pu entrare nel Santuario, penso che fa-
remo meglio a partecipare tutti alla funzione per i cercatori. l'infermiera e
la traduttrice del signor Smith.
Boone sembr turbato. Perch, malato? Non mi sembra. E poi per
quale motivo avrebbe bisogno di un traduttore? L'ho sentito parlare in otti-
mo inglese.
Jubal scroll le spalle. Essendo un dottore, preferisco avere un'infermie-
ra al mio fianco perch mi assista in caso di necessit. Il signor Smith non si
ancora adattato del tutto alle condizioni di questo pianeta. In effetti un in-
terprete potrebbe anche non risultare necessario. Ma perch non lo domanda
a lui? Mike, vuoi che Jill ti accompagni?
S, Jubal.
Ma benissimo, signor Smith. Boone si tolse nuovamente il sigaro
dalla bocca, si infil due dita fra le labbra e fischi.
Cherubino!
Un adolescente si avvicin di corsa. Indossava una corta tonaca, una cal-
zamaglia, un paio di ciabatte e qualcosa di simile ad ali di piccione fissate
sulla schiena in posizione aperta. Forse erano veramente ali di piccione.
Aveva una chioma di riccioli dorati e un sorriso solare.
Vola su all'ufficio del sacrario e di' al custode di servizio che ho bisogno
di un altro stemma per pellegrini al cancello del Santuario ordin Boone al
ragazzo. La parola d'ordine Marte.
Marte ripet il ragazzo. Rivolse a Boone un saluto, si gir di scatto e
fece un incredibile balzo di venti metri sopra le teste della folla. Jill si rese
conto solo allora del motivo per il quale la tonaca del ragazzo le era apparsa
cos goffa; sotto vi era nascosta una bardatura da salto personalizzata.
Bisogna stare attenti con quegli stemmi comment Boone. Vi sorpren-
dereste nel sapere quanti peccatori vorrebbero entrare l dentro a provare la
gioia di Dio senza essersi prima ripuliti dai loro peccati. Facciamo un giret-
to turistico, mentre aspettiamo il terzo stemma. Sono contento che siate arri-
vati in anticipo.
Si fecero strada attraverso la folla ed entrarono nell'enorme edificio, ri-
trovandosi subito in un lungo corridoio dal soffitto altissimo. Boone si fer-
m. Voglio farvi notare una cosa disse. L'economia dappertutto, anche
nell'opera del Signore. Qualsiasi turista che venga qui da noi, a prescindere
dal fatto che prenda parte alle funzioni per i cercatori o meno, e ci tengo a
precisare che le funzioni vanno avanti 24 ore al giorno, deve entrare per for-
za da questa parte. E che cosa vede appena entrato? Queste gioiose possibi-
lit. Boone indic una serie di slot machine allineate su entrambe le pareti.
In fondo al corridoio ci sono il bar e la tavola calda, cos non possibile
nemmeno entrare anche solo per bere un bicchiere d'acqua senza passare at-
traverso questo corridoio. E lasciate che ve lo dica; sono ben pochi i pecca-
tori che riescono ad arrivare fin l senza spendere qualche spicciolo nelle
macchinette.
Ma non ci prendiamo certo i loro soldi per nulla. Guardate un po'.
Boone si fece strada e appoggi una mano sulla spalla di una donna intenta
al gioco. Per favore, figliola.
La donna, che indossava un rosario fosterita attorno al collo, alz lo
sguardo. La sua espressione seccata si trasform subito in un sorriso. Ma
certo, Eminenza.
Che Dio ti benedica. Noterete continu Boone infilando un quarto di
dollaro nella macchina che a prescindere dal fatto che vinca o meno un
premio in beni terreni, qualsiasi peccatore che giochi con questo apparec-
chio vincer sempre una benedizione e un testo sacro come souvenir.
La macchina si ferm, e nelle finestrelle apparve la scritta: DIO TI
GUARDA.
Questo paga tre volte disse Boone, e raccolse le monete dal ricettacolo.
E qui abbiamo il nostro testo sacro. Strapp un foglietto che era uscito da
una fessura e lo pass a Jill. Lo tenga, cara, e rifletta.
Jill diede un'occhiata di sfuggita al titolo, prima di infilarlo nella sua bor-
sa: Il ventre del peccatore pieno di sudiciume Nuova Rivelazione,
XXII 17.
Noterete anche continu Boone che il pagamento avviene in gettoni e
non in soldi, e che lo sportello del tesoriere situato ben oltre il bar. Qui ci
sono molte possibilit di fare offerte d'amore per societ caritatevoli e altre
opere pie. Cos, solitamente, il peccatore continua a giocare ottenendo
una benedizione ogni volta e un nuovo testo da portarsi a casa. L'effetto cu-
mulativo tremendo, davvero tremendo! Caspita, alcune fra le nostre peco-
relle pi pie e diligenti hanno iniziato proprio in questa sala.
Non ne dubito assenti Jubal.
Soprattutto se riescono a vincere. Dovete sapere che ogni combinazione
una frase completa, una benedizione. Tutte, meno la vincita pi alta. In
quel caso, appaiono i tre occhi sacri. E vi assicuro che quando una persona
vede quei tre occhi allineati che lo fissano e sente scendere tutta quella man-
na dal cielo, le viene per forza da riflettere. A volte svengono persino. Ecco,
signor Smith, Boone offri a Mike uno dei gettoni che gli erano appena stati
pagati dalla macchinetta perch non ci prova?
Mike ebbe un attimo di esitazione. Jubal prese rapidamente il gettone of-
ferto. Insomma, non voleva certo che il ragazzo si facesse attirare da quel-
l'aggeggio! Ci prover io, senatore disse, e infil la moneta nella macchi-
na.
Mike in realt non aveva intenzione di fare alcunch. Si limit a estende-
re un pochino il suo senso del tempo e a tastare dolcemente all'interno di
quell'apparecchio per capire che cosa facesse e per quale motivo si fossero
fermati a guardarlo. Si sentiva troppo timido per giocarci lui stesso.
Tuttavia, quando Jubal vi infil la moneta e tir la leva, Mike osserv i
cilindri che giravano, not che su ognuno vi era dipinto un solo occhio e si
chiese in cosa consistesse la vincita che si otteneva quando si allineavano
tutti e tre. Per quel che ne sapeva, quella parola aveva solo tre significati, e
nessuno di questi sembrava essere applicabile. Senza nemmeno pensarci, e
sicuramente senza alcuna intenzione di creare eccitazione, rallent e ferm
ognuno dei cilindri in modo che tutti e tre gli occhi si bloccassero in corri-
spondenza delle finestrelle.
Si ud il rintocco di una campana, un coro cant l'Osanna, la slot machine
prese a lampeggiare e sput una marea di gettoni nel ricettacolo e nel cesto
sottostante. Boone assunse un'espressione deliziata. Che Dio la benedica,
dottore! Questo il suo giorno! Ecco, l'aiuto io. E ne infili un altro per to-
gliere la vincita. Non attese che Jubal si muovesse, prendendo subito un
gettone dal mucchio e infilandolo nella fessura.
Mike si stava domandando per quale motivo fosse accaduto tutto ci,
quindi fece in modo che i tre occhi si allineassero nuovamente. Si ripetero-
no gli stessi eventi, con la piccola differenza che il getto di gettoni fu deci-
samente pi ridotto. Boone fiss allibito l'apparecchio. Ma che mi venga
Non dovrebbero mai uscire due volte di fila. Ma non ha importanza; acca-
duto, e far in modo che le vostre vincite vengano pagate adeguatamente.
Infil un altro gettone.
Mike non aveva ancora capito perch si trattasse di una vincita. Fece
allineare nuovamente i tre occhi.
Boone li fiss con la bocca spalancata. Jill strinse la mano di Mike e gli
sussurr in un orecchio: Mike smettila!
Ma Jill, io volevo solo capire
Non parlarne. Smettila e basta. Altrimenti a casa facciamo i conti!
Boone parl in tono cauto. Avrei qualche esitazione a considerarlo un
miracolo disse. Probabilmente questo apparecchio ha bisogno di essere ri-
parato. Cherubino! grid. Sar comunque meglio togliere l'ultima vinci-
ta.
Infil un altro gettone e, senza l'intervento di Mike, i cilindri rallentarono
per conto loro e annunciarono: FOSTER TI AMA. Il meccanismo tent, senza
successo, di pagare altri dieci gettoni. In quel momento si avvicin un che-
rubino pi grande del precedente, con capelli neri e lisci. Felice giornata
disse. Avete bisogno di aiuto?
Tre vincite gli disse Boone.
Tre?
Non hai sentito la musica? Sei forse sordo? Noi siamo al bar, fai portare
i soldi l. E fai in modo che qualcuno dia un'occhiata a questa macchina.
S, Eminenza.
Lasciarono l il cherubino ancora attonito mentre Boone li conduceva ra-
pidamente attraverso la Sala della felicit verso il Bar.
meglio che vi porti fuori di qui, disse Boone in tono gioviale prima
che mi mandiate in bancarotta la Chiesa. Dottore, sempre cos fortunato?
Sempre dichiar Jubal solennemente. Non aveva rivolto lo sguardo a
Mike e non aveva nessuna intenzione di farlo; ripet a se stesso che lui non
sapeva che il ragazzo avesse qualcosa a che fare con quanto era avvenuto
desiderava ardentemente che quella visita fosse gi finita e che potessero
tornare a casa.
Boone li condusse fino a un lato del bancone sul quale campeggiava la
scritta RISERVATO. Qui va bene disse. O forse la donnina preferisce se-
dersi?
Per me va benissimo disse Jill. Se mi chiami ancora una volta donni-
na, ti sguinzaglio dietro Mike!, pens.
Un barista si affrett a prendere le loro ordinazioni. Felice giornata. Il
solito, vescovo?
Doppio, grazie. E lei, dottore? Signor Smith? Non fate complimenti;
siete ospiti del Vescovo supremo.
Brandy, grazie disse Jubal. Con un bicchiere d'acqua a parte.
Brandy, grazie ripet Mike. Ci pens su, quindi aggiunse: Niente ac-
qua per me, grazie. Nonostante il fatto che l'acqua della vita non fosse la
vera essenza della cerimonia dell'acqua, sentiva di non desiderare bere ac-
qua in quel luogo.
Cos mi piace! esclam Boone con soddisfazione. Questo lo spirito
giusto. Niente acqua, con l'alcol. Capito? una battuta. Rifil a Jubal una
scherzosa gomitata fra le costole. E la donnina che cosa desidera? Coca?
Latte per le sue guancette rosee? O vuole forse un bel bibitone allegro per
far compagnia ai grandi?
Senatore disse Jill cautamente la sua ospitalit arriverebbe fino a un
martini?
Se ci arriverebbe? Qui facciamo i migliori martini del mondo; non usia-
mo nemmeno una goccia di vermouth! Preferiamo benedirli. Doppio martini
per la donnina. Che Dio ti benedica, figliolo, e datti una mossa. Torn a ri-
volgersi agli altri. Abbiamo giusto il tempo per farcene uno veloce e per
offrire i nostri saluti all'arcangelo Foster, poi andremo al Santuario a sentire
il Vescovo supremo.
I drink arrivarono assieme al pagamento delle vincite. Bevvero con la be-
nedizione di Boone, quindi Jubal e il senatore ebbero una discussione ami-
chevole sui trecento dollari appena consegnati. Boone insist sul fatto che
tutti e tre i premi spettassero a Jubal, nonostante avesse inserito lui stesso gli
ultimi due gettoni. Jubal decise di porre fine alla questione prendendo tutti i
soldi e cacciandoli in una scatola per le offerte che si trovava al loro fianco
sul bancone del bar.
Boone annui con soddisfazione. Questo un segno divino, dottore. Lei
pu ancora essere salvato. Un altro giro, signori?
Jill sper che qualcuno dicesse di s. Il gin era annacquato, e il sapore era
appena accennato; ci nonostante, il drink aveva acceso in lei una piccola
fiammella di tolleranza. Ma nessuno parl, cos fu costretta a seguire il
gruppetto, con Boone che faceva strada, su per una scalinata alla cui base
era posto un cartello stampato a caratteri cubitali:
Seconda strofa!
Mike era talmente emozionato che non si ferm nemmeno per tradurre,
soppesare o grokkare le parole. Grokk semplicemente che le parole non
avevano importanza; ci che contava era l'essenza dell'avvicinarsi. Il ser-
pente si rimise in movimento, con i marciatori che cantavano all'unisono
con il coro e con quelli che erano troppo deboli per marciare.
Concluso l'inno, la congregazione riprese fiato mentre venivano fatti de-
gli annunci, seguiti da una serie di messaggi sacri, da un altro stacco pubbli-
citario e dalla distribuzione di alcuni premi. Poi parti un secondo inno, Volti
felici rivolti verso il cielo, sponsorizzato dai grandi magazzini Dattelbaum,
dove i salvati possono spendere in sicurezza, poich non viene offerta alcu-
na merce che competa con marche sponsorizzate; inoltre, ogni filiale dota-
ta di una stanza dell'allegria per i bambini, supervisionata da una sorella sal-
vata.
Concluso anche quest'inno, il giovane prete si spost al margine del pal-
co e si appoggi una mano accanto all'orecchio, rimanendo in ascolto.
Vogliamo Digby!
Chi?
Vogliamo Digby!
Pi forte! Il vescovo non vi sente!
Vogliamo Digby! La gente prese ad applaudire ritmicamente e a battere
i piedi.
Il frastuono aument sempre di pi, facendo tremare ancora l'intero edifi-
cio. Jubal avvicin la testa a quella di Boone e gli sussurr in un orecchio:
Se va avanti cos ancora un po', farete la fine di Sansone.
Non si preoccupi rispose Boone, col sigaro in bocca. L'edificio rin-
forzato, costruito in materiale antincendio e sostenuto dalla fede. Fra paren-
tesi, stato progettato apposta per tremare. Aiuta.
Le luci scemarono, le tende dietro l'altare si aprirono e una luce accecan-
te, proveniente da una fonte non visibile inond il Vescovo supremo con il
volto sorridente e le mani giunte sollevate sopra la testa.
La folla rispose con il ruggito del leone e il Vescovo mand loro una se-
rie di baci. Mentre si avvicinava al pulpito, si ferm per sollevare una delle
donne possedute che ancora si dimenava accanto all'altare, la baci sulla
fronte, poi la lasci, con delicatezza. Prosegui, fermandosi di nuovo poco
dopo per inginocchiarsi accanto alla rossa sparuta. Il Vescovo supremo al-
lung dietro di s una mano, nella quale venne immediatamente posto un
microfono.
Avvolse un braccio attorno alle spalle della donna e le mise il microfono
davanti alla bocca.
Mike non riusc a capire le parole della donna. Tuttavia era abbastanza si-
curo che non si trattava di inglese.
Ma il Vescovo supremo tradusse, infilando rapidamente le sue parole
ogniqualvolta la bocca della donna si fermava per un istante.
L'arcangelo Foster oggi qui con noi
Ed particolarmente compiaciuto nei vostri confronti. Baciate la sorella
alla vostra destra
L'Arcangelo Foster ama tutti voi. Baciate la sorella alla vostra sinistra
E oggi ha un messaggio speciale per uno di noi
La donna parl di nuovo, e Digby sembr avere un attimo di esitazione.
Che cosa hai detto? Pi forte, ti prego. La donna borbott qualcosa, quin-
di url alcune frasi sconnesse.
Digby alz lo sguardo e sorrise. Il suo messaggio per un pellegrino
proveniente da un altro pianeta Valentine Michael Smith, l'Uomo di Mar-
te! Dove sei, Valentine Michael? Alzati in piedi, alzati!
Jill tent di fermarlo, ma Jubal intervenne con un grugnito. pi facile
acconsentire che mettersi contro disse. Fallo alzare in piedi, Jill. Mike,
saluta. Ora puoi sederti. Mike esegui, stupito nel constatare che ora la folla
stava urlando all'unisono: Uomo di Marte! Uomo di Marte!
Anche il sermone che segu sembrava essere diretto proprio a lui, ma per
quanto ci provasse, Mike non riusc a capirlo. La maggior parte delle parole
sembrava essere messa assieme in maniera non corretta, e inoltre c'era trop-
po frastuono, troppi applausi e troppe grida, tanto che Mike si ritrov al-
quanto confuso; quando il sermone fu terminato, fece un sospiro di sollievo.
Non appena ebbe terminato, Digby se ne and e consegn il resto della
funzione nelle mani del giovane prete di prima. Boone si alz in piedi. An-
diamo, gente. Prendiamo la scorciatoia prima della folla.
Mike li segu, tenendo la mano di Jill. Poco dopo si ritrovarono ad attra-
versare una specie di tunnel ad archi, con il clamore della folla alle loro
spalle. Di qua si va al parcheggio? domand Jubal. Ho detto al mio auti-
sta di aspettarmi l.
Come? rispose Boone. S, sempre dritti si arriva al parcheggio. Ma
prima andiamo a far visita al Vescovo supremo.
Cosa? ribatt Jubal. No, non credo che possiamo farlo. Dovremmo
gi essere a casa da un po'.
Boone lo fiss. Dottore, non dir sul serio. Il Vescovo supremo ci sta
aspettando. Non potete andarvene senza nemmeno presentargli i vostri ri-
spetti. In fondo siete suoi ospiti.
Jubal esit per un attimo, quindi decise di cedere. Be' ma non ci sar
un'altra folla, per caso? Il ragazzo ha gi avuto abbastanza emozioni per
oggi.
No, no, solo lui. Vuole vedervi in privato. Boone li condusse in un pic-
colo ascensore nascosto dalle decorazioni della parete del tunnel. Poco dopo
si ritrovarono nel salottino dell'appartamento privato del Vescovo Digby.
Si apr una porta, e Digby entr trafelato. Si era tolto i paramenti sacri e
ora indossava un'ampia vestaglia. Sorrise. Mi dispiace di avervi fatto
aspettare, ragazzi, ma non posso fare a meno di farmi una doccia alla fine
del sermone. Non avete idea di quanto si sudi a prendere a pugni Satana.
Cos questo l'Uomo di Marte? Che Dio ti benedica, figliolo. Benvenuto
nella casa del Signore. L'arcangelo Foster vuole che tu ti senta a casa tua. Ti
sta guardando dall'alto.
Mike non rispose. Jubal si sorprese nel constatare quanto fosse basso il
Vescovo supremo, visto da vicino. Che usasse delle scarpe rialzate quando
era in scena? O magari era il modo in cui erano disposte le luci? A parte la
barbetta da capretta che portava a evidente imitazione del defunto Foster,
quell'uomo gli ricord un venditore di auto usate; aveva lo stesso sorriso
pronto e gli stessi modi caldi e amichevoli. Ma gli ricordava anche qualcun
altro qualcuno Ecco! Il professor Simon Magus, il marito ormai
scomparso da tempo di Becky Vesey. Jubal si rilass un pochino e prov
una sensazione pi amichevole nei confronti del religioso. In fondo, Simon
era stato il furfante pi simpatico che avesse mai conosciuto
Nel frattempo, Digby aveva rivolto la sua attenzione a Jill. Non c' biso-
gno che ti inginocchi, figliola; qui in privato siamo tutti amici.
Le rivolse qualche parola, stupendo Jill per l'ampia conoscenza che di-
mostr riguardo al suo passato. Ho un grande rispetto per la tua vocazione,
figliola. Secondo le sacre parole dell'arcangelo Foster, Dio ci comanda in-
nanzitutto di amministrare il corpo, in modo che l'anima possa cercare la
luce senza le distrazioni della carne. So bene che non sei ancora una di
noi ma il tuo servizio ugualmente benedetto dal nostro Signore. Siamo
compagni di viaggio nella lunga strada che porta al Paradiso.
Si rivolse a Jubal. Vale anche per lei, dottore. L'arcangelo Foster ci ha
detto che il Signore ci comanda di essere felici e mi capitato molte volte
di posare il mio pastorale, stanco fino alla morte delle cure e delle disgrazie
del mio gregge, e di godermi un'ora felice e innocente leggendo una delle
sue storie. Dopodich, mi rialzavo in piedi, rinato e rinfrescato, pronto a ri-
prendere la lotta.
La ringrazio, Eminenza.
Dico sul serio. Ho fatto controllare il suo schedario in Paradiso oh,
su, su, non importa. So che non credente, ma mi lasci parlare. Persino Sa-
tana ha uno scopo nel grande piano di Dio. Non ancora giunto per lei il
momento di credere. Nel suo dolore e nella sua sofferenza, lei foggia felicit
per gli altri. Tutto questo viene senz'altro accreditato sulla pagina del grande
schedario dedicata a lei. Ma vi prego, ora! Non vi ho certo fatti venire qui
per discutere questioni tecniche. Noi non usiamo mai discutere con nessuno;
attendiamo che vedano la luce, poi diamo loro il benvenuto. Oggi ci limite-
remo a godere di un'ora felice in compagnia.
Digby si dette quindi da fare per dimostrare che diceva sul serio. Jubal fu
costretto ad ammettere che quel loquace truffaldino era un ottimo ospite; an-
che il caff, il liquore e il cibo che gli furono offerti erano eccellenti. Jubal
not anche che Mike sembrava essere molto teso, e che la sua tensione au-
ment ancora quando Digby lo isol furbescamente dal gruppo e prese a
parlargli da solo Ma in fondo il ragazzo prima o poi si sarebbe dovuto
abituare a incontrare la gente e a parlar loro da solo, senza l'aiuto di Jill o
dello stesso Jubal che gli fornivano le frasi fatte.
Boone stava mostrando a Jill alcune reliquie di Foster, contenute in una
bacheca di vetro dalla parte opposta della stanza. Jubal osserv divertito,
senza farsi notare e continuando a spalmare pat de foie gras su un toast, la
riluttanza di Jill nei confronti della macabra mostra. Poi ud la serratura di
una porta che scattava da qualche parte nella stanza, si guard attorno, e
constat che Mike e Digby erano scomparsi. Dove sono andati, senatore?
Che intende dire, dottore?
Il Vescovo Digby e il signor Smith. Dove sono andati?
Boone si guard attorno e not la porta chiusa. Ah, sono solo entrati un
attimo l dentro. Si tratta di una piccola stanzetta di ritiro per le udienze pri-
vate. L'avete vista prima, non vero? Quando il Vescovo supremo vi ha mo-
strato l'appartamento.
Gi. Si trattava di una piccola stanza nella quale non vi era altro che
una sedia posta su un palchetto; un trono, si corresse Jubal sorridendo fra
s, e un inginocchiatoio con una spalliera. Jubal si domand quale dei due
avrebbe usato il trono e quale sarebbe stato costretto a inginocchiarsi. Se
quel vescovo da quattro soldi aveva intenzione di discutere di religione con
Mike, avrebbe avuto delle belle sorprese. Spero che non rimangano dentro
troppo a lungo. Dobbiamo rientrare al pi presto.
Dubito che ci rimarranno a lungo. Probabilmente il signor Smith voleva
conferire privatamente con il Vescovo. La gente esprime spesso simili desi-
deri e il Vescovo supremo sempre molto generoso da quel punto di vi-
sta. Sentite, adesso chiamo il parcheggio e faccio in modo che il vostro taxi
vi aspetti in fondo a quel corridoio dove abbiamo preso l'ascensore; si tratta
dell'ingresso privato del Vescovo supremo. Vi risparmierete almeno una de-
cina di minuti.
Molto gentile da parte sua.
Cos, se il signor Smith ha qualche peso sull'anima che vuole confessa-
re, almeno non sar necessario fargli fretta. Vado fuori a telefonare. Boone
lasci la stanza.
Jill si avvicin a Jubal con aria preoccupata. Non mi piace questa storia.
Credo che ci abbiano manovrati per far andare Mike in quella stanzetta da
solo con il Vescovo.
Non ne dubito.
E allora? Non hanno il diritto di fare una cosa del genere. Ora sfondo
quella porta e dico a Mike che ora di andare.
Come vuoi disse Jubal in tono tranquillo ma se vuoi la mia opinione,
credo che tu ti stia comportando come una gallina in cova. Qui non come
avere le s.s. alle calcagna, mia cara; l'imbroglio in questione assai pi sot-
tile. Ti assicuro che non ci sar alcun braccio di ferro. Sorrise. Secondo
me, se Digby tenta di convertire Mike, andr a finire che sar Mike a con-
vertire Digby. Le idee di Mike non sono certo facili da sradicare.
Non mi piace lo stesso.
Rilassati. E serviti, tutto gratis.
Non ho fame.
Be', io s e se mi beccassero a rifiutare un banchetto gratuito, mi but-
terebbero fuori dalla gilda degli autori. Ammucchi diverse fette sottilissi-
me di prosciutto della Virginia su un pezzo di pane imburrato, vi aggiunse
diverse altre cose, nessuna delle quali era sintetica, quindi addent l'instabi-
le ziggurat, imbrattandosi le mani e le labbra di maionese.
Dieci minuti dopo, Boone non aveva ancora fatto ritorno. Jubal annun-
ci Jill seccamente non ho pi alcuna intenzione di sostenere questa fac-
cenda. Ora vado a tirare Mike fuori da l.
Fai pure.
Jill si avvicin alla porta. Jubal, chiusa a chiave.
Lo immaginavo.
Allora? Cosa facciamo? La buttiamo gi?
Solo come ultima alternativa. Jubal si avvicin alla porticina e la scru-
t con attenzione. Mmm con un ariete e venti uomini robusti ci si po-
trebbe anche provare. Ma non ci conterei. Jill, questa porta la sorella mi-
nore di una cassaforte. stata abbellita solo perch non stoni con l'arreda-
mento. Ne ho una molto simile nel mio studio.
Cosa dobbiamo fare?
Picchiaci sopra, se vuoi. Non otterrai altro che qualche sbucciatura alle
mani. Io vado a vedere come mai ci sta mettendo tanto l'amico Boone.
Ma quando Jubal mise la testa fuori dal corridoio, vide Boone che stava
tornando. Scusate il ritardo disse il senatore. Ho dovuto mandare un
cherubino alla caccia del vostro autista. Si era imboscato nella sala della fe-
licit per un panino. Ma il vostro taxi ora vi sta aspettando nel punto che vi
ho detto.
Senatore disse Jubal dovremmo andarcene immediatamente. Sareste
cos cortese da dirlo al Vescovo Digby?
Boone assunse un'espressione turbata. Potrei chiamarlo per telefono, se
insistete. Ma sarei piuttosto titubante a farlo e non posso certo interrom-
pere cos un'udienza privata.
Allora lo chiami. Insisto.
Ma in quel momento la porticina interna si apr e ne usc Mike. Jill gli si
fece incontro.
Mike! Stai bene?
S, Jill.
Dir al Vescovo supremo che ve ne state andando disse Boone, passan-
do alle spalle di Mike ed entrando nella stanzetta. Riapparve subito dopo.
Non c' pi annunci. C' un'altra porta dietro che conduce al suo stu-
dio. Boone sorrise.
Come i gatti e i cuochi, il Vescovo supremo se ne va senza salutare.
una battuta. Secondo lui gli addii non aggiungono felicit a questo mondo,
quindi non si accomiata quasi mai. Spero che non vi offendiate per questo.
Per carit. Noi ora invece la salutiamo, e la ringraziamo per l'interessan-
tissima esperienza. No, non si preoccupi di accompagnarci. Sono certo che
riusciremo a trovare la strada da soli.
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