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Marco Alessandrini

(5^ Elettronica e Telecomunicazioni)

Alimentatori
switching

Progetto autonomo per Elettronica e T.D.P.


Esame di Stato, Anno Scolastico 2005/06
Bibliografia:
a) Fare Elettronica (Inware Edizioni):
tutorial Gli alimentatori switching di R. Bernarducci (numeri 234-246)
b) Elettronica 3 (Petrini Editore)[libro di testo adottato]:
cap. 5 Elettronica di potenza

2006 Marco Alessandrini


e-mail: marco.alessandrini@infinito.it
A Letizia,
genio italiano,
una donna che non ha bisogno di energia.

I worked over one year, twenty hours a day, Sunday and all,
to get the word specie perfectly recorded and reproduced
on the phonograph. When this was done I knew that every-
thing else could be done which was a fact.

(Lavorai oltre un anno, venti ore al giorno, domenica e tutti gli al-
tri, per rendere la parola specie perfettamente registrata e ripro-
dotta al fonografo. Quando ci fu realizzato sapevo che tutto il re-
sto avrebbe potuto essere fatto in modo che fosse realt.)
Thomas A. Edison (1847-1931)

At first, I was almost a sorry witness of his doings, knowing


that just a little theory and calculation would have saved
him 90 per cent of the labour. But he had a veritable con-
tempt for book learning and mathematical knowledge, trust-
ing himself entirely to his inventor's instinct and practical
American sense.

(Allinizio, ero quasi un testimone dispiaciuto del suo operare,


sapendo che appena un po di teoria e di calcolo avrebbero potuto
risparmiargli il 90% del suo lavoro. Ma aveva un reale disprezzo
per lapprendimento dai libri e la conoscenza matematica, affidan-
dosi interamente al suo istinto dinventore e al senso pratico Ame-
ricano.)
Nikola Tesla (1856-1943), su T.A. Edison
Indice

p. 7 Premessa

p. 9 Introduzione

p. 10 Caratteristiche generali e classificazione


p. 10 Switching a pompa di carica
p. 11 Switching magnetici
p. 11 Sistemi di controllo
p. 12 Perdite negli elementi
p. 16 Funzionamento continuo e discontinuo

p. 17 Parte Prima
I convertitori DC-DC fondamentali
p. 18 Isolamento ingresso-uscita
p. 19 Tipologia boost
p. 24 Tipologia buck
p. 32 Tipologia inverting

p. 39 Parte Seconda
Alimentatori evoluti
p. 40 Tipologia buck-boost
p. 42 Tipologie forward single-ended e forward push-pull
p. 45 Tipologia flyback

p. 47 Parte Terza
Circuiti di controllo e regolazione
p. 48 Tipologia di controllo PSM (o PFM)
p. 50 Tipologia di controllo PWM
p. 50 Voltage-Mode (VM)
p. 50 Current-Mode (CM)
p. 52 Confronto tra VM e CM

p. 53 Parte Quarta
Considerazioni conclusive
p. 54 Componenti particolari per alimentatori switching
p. 54 Interruttori a stato solido
p. 55 Condensatori
p. 56 Trasformatori: nuclei, ferriti. Materiali ferromagnetici
p. 57 MC 34063 (PFM)
p. 59 TL 5001 (PWM VM)
p. 62 SG 3525 (PWM VM)
p. 63 UC 384X (PWM CM)
p. 65 UCC 380X (PWM CM)
p. 65 LM 2751
p. 67 Confronto tra alimentatori lineari e alimentatori switching

p. 68 Ringraziamenti
Premessa

Lo studio di un argomento cos vasto e ampliabile come gli alimentatori


switching mette soggezione solo a pensarlo. La stesura di una tesi, sia essa solo
per lEsame di Maturit, non compito dei pi facili e risulta ancora pi pro-
blematico volendo essere esaurienti e comprensibili allo stesso tempo.
Consapevole dei miei limiti, entrer appena nellargomento per analizzare
le tematiche pi comuni, gli aspetti che pi possono interessare il Perito Elet-
tronico e quelli di maggiore importanza pratica. Tralascer qualcosa, per forza
di cose. Un po per brevit, ma anche per non appesantire inutilmente questo
lavoro.
Per rimanere vicino al mondo reale, tenter anche la realizzazione di un
semplice alimentatore, del quale fornir tutti i dettagli per capire la fase di stu-
dio del progetto.
Il mio obiettivo , ripeto, la chiarezza e lesaustivit. Se non dovessi es-
serci riuscito, me ne scuso in anticipo con il Lettore. E, poich la strada lun-
ga, bene cominciare subito, per non perdere troppo tempo.
Buona lettura.

lautore

ANNOTAZIONI IMPORTANTI SUGLI SCHEMI ELETTRICI


1) Nelle induttanze e nei trasformatori, il pallino () indica linizio dellavvolgimento.
Questo vale in senso assoluto per tutte i componenti magnetici delle prossime pagine. Gli av-
volgimenti, salvo i casi in cui lindicazione diversa, devono essere tutti concordi tra loro, e
cio tutti con lo stesso verso di realizzazione (orario o antiorario).
2) I MOSFET impiegati sono tutti ad arricchimento, cio dovrebbero avere le seguenti
rappresentazioni:
NMOS PMOS

In realt, mancando tali simboli nelle librerie del software CAD-CAE in dotazione, ho
dovuto utilizzare quelli dei MOS a svuotamento, nonostante la loro natura sia quella opposta.
8
Introduzione

Lelettricit esiste, oramai, da due secoli. NellOttocento era materia per


esperti: nascevano correnti di pensiero (continua contro alternata, per citarne
una) e si sperimentavano nuove soluzioni, o meglio si cercavano le soluzioni. Il
mondo elettrico saveva ancora da fare.
Con una coerenza che altri sperano e difficilmente si pu avere, la prima
invenzione, lo spunto che fece nascere la materia, fu la pila di Volta. Un gene-
ratore di tensione, che allepoca doveva essere oggetto tanto strano da essere
quasi visto come artificio del demonio. Per, se vero che lelettricit movi-
mento di tensione attraverso apparecchi, non c niente di migliore che trovare
subito il modo di produrla, questa elettricit.
Poi sono arrivati tutti gli altri. Edison che, ringalluzzito dalla lampadina a
incandescenza, voleva illuminare una citt con la corrente continua. Tesla che
gli rub lidea ma us la corrente alternata ed ottenne onori e gloria (e anche
loblio attuale). La pila di Volta, col suo carico di acido, era pericolosa e poco
efficiente, e venne presto abbandonata, ma sulla sua base nacquero tutte le pile
a secco e le batterie, gli accumulatori.
Qui sorge il problema. Per i grossi utilizzatori, la rete elettrica pubblica
pu essere sufficiente. Per la piccola elettronica di consumo, esistono talmente
tanti standard di pile da soddisfare ogni esigenza. Rimane lo scoglio dei medi
consumatori di energia, per i quali servirebbero tantissime batterie (con comun-
que una limitata autonomia) oppure una riduzione della tensione di rete. Con
spirito creativo, lelettronica si messa al servizio del mondo elettrico, per
mezzo di tutti i suoi meccanismi a semiconduttore. I regolatori di tensione inte-
grati, per semplici e robusti alimentatori lineari. I dispositivi pi basilari e an-
tichi, come i tradizionali transistor, per nuove tipologie di alimentatori a pi
alta efficienza di uno lineare, e soprattutto con maggiore versatilit.
Per alimentare un PC, non userete milioni di euro in pile, e neanche colle-
gherete direttamente la preziosissima microelettronica interna direttamente alla
presa della tensione ENEL. Smontate il case, e noterete un cubo magico, che
al prezzo di 200 o 300 watt distribuisce 5 o 6 diverse piccole tensioni alle varie
componenti interne. Quel cubo vi permette di aggiungere altre periferiche senza
dover cambiare alimentatore o altro. Quel cubo un alimentatore switching,
la nuova soluzione elettronica al problema della fornitura media di energia elet-
trica.
Proviamo a vedere se davvero conveniente. Proviamo a capire dove ri-
siede il trucco e perch cos vantaggioso utilizzarlo. Proviamo a capire. Il re-
sto vien da s.

9
I
Caratteristiche generali e classificazione

Un alimentatore switching, o a commutazione, basa il proprio funziona-


mento sullimmagazzinamento di energia dalla tensione dingresso, perch poi
tale energia possa essere rilasciata alluscita con tensione differente.
Poich non devono esserci perdite internamente, il serbatoio di tale energia
deve essere non dissipativo. I componenti utilizzati sono, quindi, condensatori e
induttanze. Su di essi (uno dei due componenti, o entrambi, a seconda della ti-
pologia scelta) avviene un procedimento ciclico di carica e scarica che si ripete
molte volte al secondo.
Analizzeremo singolarmente i princip di funzionamento degli alimentatori
con condensatori, detti a pompa di carica (charge pump), e di quelli con indut-
tanze e trasformatori, cio i magnetici. Subito dopo, proveremo a capire le per-
dite di energia provocate dai componenti dellalimentatore e daremo un rapido
sguardo ai due modi fondamentali di utilizzo degli switching, a seconda
dellenergia accumulata dal serbatoio.

Switching a pompa di carica

Utilizzano, come serbatoio, un condensatore da caricare e scaricare oppor-


tunamente. Lo schema di principio aiuta nella comprensione del funzionamento.

+
Fase 1

C1
Fase 1
Vin -
CARICO

C2 Vout = - Vin

Si comincia con gli interruttori sulla Fase 1. In tal caso, V C1 = Vin. Dopo
la commutazione simultanea dei due interruttori comincia la Fase 2: C1 si sca-
rica su C2 con polarit invertita. Questo non avviene in maniera completa, ma
dipende dalle differenze tra le capacit dei condensatori e tra V C1 e V C2 . La fre-
quenza di commutazione degli interruttori di pochi kHz.
La caratteristica pi evidente la polarit invertita tra la tensione
dingresso e quella duscita. Questo ne suggerisce limpiego per generare una
tensione negativa disponendo solo di una positiva (per es. in un op-amp alimen-
tato dualmente). Ancora, essi sono utilizzati in circuiti sensibili di bassa poten-

10
za. Generalmente si tende ad evitare che i carichi applicati costringano
lerogazione di correnti superiori a diverse decine di mA, a causa del fatto che
Vout non stabilizzata e varia aumentando il carico (e la resistenza di uscita
dellalimentatore di alcune decine di ).
Un dettaglio che li sfavorisce nei confronti degli alimentatori lineari, ma
che al contrario ne aumenta i pregi verso gli switching magnetici (che vedremo
a brevissimo), la rumorosit: pi alta dei lineari, ma molto pi contenuta dei
magnetici.

Switching magnetici

Il serbatoio , stavolta, un componente magnetico, quale uninduttanza o


un trasformatore. Evitiamo, in questo caso, lo schema di principio, perch le ti-
pologie disponibili sono talmente variegate che impossibile rimandarle tutte
ad un unico esempio.
Cominciamo col ricordare la legge fondamentale dei parametri
dellinduttore:
V
I L = L t
L
Lenergia immagazzinabile dalla bobina :
1
E L = LI L 2
2
Dando una rapida occhiata alle tipologie magnetiche (ad ognuna delle qua-
li dedicato un proprio capitolo), cerchiamo di capire cosa possibile ottenere
da ciascuna di esse:

1. boost (incrementatore) Vout > Vin


2. buck (riduttore) Vout < Vin
3. inverting (invertente) |Vout| Vin
4. buck-boost (ibrido) Vout Vin
Vout Vin
5. forward single-ended (buck con controllo a trasformatore)
6. forward push-pull (buck con controllo a trasformatore)
7. flyback (boost a trasformatore)

Tipicamente, i primi tre tipi sono denominati convertitori DC-DC e costi-


tuiscono la base per ogni altro alimentatore. La caratteristica principale di un
convertitore DC-DC lisolamento galvanico presente tra ingresso e uscita (per
il quale rimando al capitolo II). Un alimentatore switching, tecnicamente,
lunione di uno di questi convertitori con un sistema di controllo, il quale pilota
il circuito del DC-DC effettuando confronti con le grandezze elettriche (tipica-
mente Vout e una tensione di riferimento) presenti.
Nelle prossime pagine, per semplicit, non user il termine convertitore
DC-DC ma solo la dicitura alimentatore o switching, poich la distinzione
tra i due tipi sottile e non di fondamentale importanza in questa sede.

Sistemi di controllo
Soprattutto negli switching magnetici (che sono quelli qua analizzati) si
verificano alcune problematiche non trascurabili.

11
1) La variazione del carico, tra il suo valore minimo e il massimo, implica
una modifica di Vout fino al 4%. Questa assolutamente inaccettabile, soprat-
tutto quando paragonata alle variazioni (centesimi di percentuali) degli alimen-
tatori lineari.
2) Ogni cambiamento del valore di Vin si riflette in uno spostamento del
valore di Vout.
3) La rimozione del carico porta Vout a livelli elevatissimi (con conse-
guenze devastanti sui componenti).
La soluzione a questo problema lutilizzo di un adeguato sistema di con-
trollo a retroazione. La tipologia va scelta a seconda dellintervento che si pre-
ferisce per stabilizzare Vout:
PSM (o PFM): Pulse Skip Modulation (Salto dellImpulso), altrimenti
detta Pulse Frequency Modulation (Frequenza dellImpulso);
PWM Voltage Mode: Pulse Width Modulation (Larghezza
dellImpulso) con pilotaggio in tensione;
PWM Current Mode: PWM con pilotaggio in corrente.

Perdite negli elementi

Sotto il nome di perdite sono raccolte tutte le dissipazioni di potenza non


utili, dovute alla non idealit dei componenti elettronici che costituiscono il cir-
cuito.
Nel caso dei condensatori, le perdite dipendono dal loro circuito equiva-
lente, approssimato come in figura centrale o, pi semplicemente, come il mo-
dello a destra, considerato che Rp ha resistenza dai M ai G e Ls
nellordine dei nH.

Ls
Rs = ESR

C Rs

C
C Rp

condensatore ideale condensatore reale condensatore reale


Ls: induttanza serie semplificato
Rs: resistenza serie
Rp: resistenza parallelo

Il valore della Equivalent Series Resistance (ESR) di un condensatore


fondamentale nella scelta di questo elemento, ed anche piuttosto critico a causa
delle variazioni che subisce a causa di temperatura (raddoppia nel salto da T =
25C a T MAX del condensatore, che pu essere 85C o 105C) e frequenza (pas-
sando da frequenze sui 100 Hz ad altre sui 100 kHz, si riduce di un fattore 1,5)
di lavoro.
LESR influenza negativamente alcuni parametri:

12
aumenta il ripple;
dissipa potenza sul condensatore;
aumenta la temperatura interna del condensatore (a causa della P diss) e ne
riduce la vita.
Le implicazioni che possiede lESR sono legate alla Legge di Ohm, come
se stessimo parlando di una comune resistenza.

Nei dispositivi come i MOSFET bisogna fare un distinguo tra le perdite


dovute al funzionamento in commutazione e le perdite statiche.
D D D

r dson
Cgd

G G Cds G

Cgs

S S S
MOSFET MOSFET reale MOSFET reale
ideale in AC in DC

Le perdite in AC dei MOS pretendono la valutazione dellassorbimento sul


gate nel corso delle commutazioni, poich ce ne sono decine o centinaia di mi-
gliaia al secondo. Le perdite dipendono dai tre condensatori, che nei datasheet
sono indicati in altra maniera (con relazione, per, a quelli in figura):
C ISS = Cgs + Cgd (ingresso)
C RSS = Cgd (trasferimento ingresso)
C OSS = Cds + Cgd (uscita)
Conoscendo la formula dellenergia dissipata da un condensatore:
1
E condensa tore = CV C 2 [J]
2
la potenza si ottiene dividendo lenergia per il tempo di applicazione, o
moltiplicandola per la frequenza relativa. Nel caso di uno switching, occorre
raddoppiare la frequenza di commutazione, poich in uno stesso ciclo un MOS
ne compie il doppio:
P condensatore = fcomm CV C 2 [W]
Idealmente si considera il tempo di commutazione nullo, cio avviene i-
stantaneamente il passaggio dallo stato di interdizione alla saturazione. In que-
sto caso, nessuna perdita interviene. Purtroppo nel mondo reale esiste un picco-
lo ritardo che provoca perdite di potenza.

Si noti come la potenza dissipata nel caso reale, allinterno del tempo di
commutazione, sia maggiore di zero.
Ridurre al minimo possibile il tempo di commutazione lunica soluzione
per ridurre le perdite nel MOSFET. Per far ci, occorre caricare e scaricare Cgs
e Cgd alla massima velocit, tenendo presente quanto segue:
alte correnti di picco caricano velocemente i condensatori;

13
maggiore la corrente nominale del MOS, pi tempo serve per la com-
mutazione perch i condensatori interni sono di dimensioni maggiori.
Le perdite in DC dipendono dalla resistenza differenziale interna del MOS
in saturazione, denominata r dson e di valore prossimo a 1 . Applicando la legge
di Ohm:
Pr ds = r dson I media 2

dove I media la corrente media che scorre nel MOS quando attivo, e il
duty-cycle dellalimentatore.
Giunti a questo punto, utile proporre una tabella comparativa tra i MOS a
canale N e quelli a canale P per evidenziarne alcune differenze, poich alcune
tipologie di switching prevedono i PMOS e altre gli NMOS.
Verso del-
Quando Costo in uguali
MOS Quando ON? la corren- r dson
spento blocca 1: condizioni
te

N V G > V S + 10 V Ids Vds bassa minore

P V G < V S 10 V Isd Vsd media maggiore

I diodi dissipano potenza quando sono attivi e lasciano passare corrente:


P dissON = V D I Don
Quando il diodo interdetto, non scorrendo corrente il prodotto tra essa e
la V D forzatamente nullo:
P dissOFF = V D I Doff = 0
Per questi motivi, si pu riassumere la perdita di un diodo che varia perio-
dicamente il proprio stato (da ON a OFF e viceversa) in funzione di :
P dissdiodo = V D I media diodo
diodo , negli alimentatori switching, corrisponde a 1 switching, poich,
mentre i componenti che subiscono variazioni col duty-cycle (come, ad esem-
pio, il MOSFET) sono attivi, il diodo spento. Al contrario, vi circola corrente
nelle fasi di spegnimento degli altri elementi.
Perch un diodo conduca, necessario che si trovi in condizione V D > V .
, perci, utile confrontare le tensioni di un diodo standard con quelle dei velo-
ci diodi Schottky.

V ( 2) Diodo Schottky Diodo standard

standard 0,3 V 0,65 V

ID = 1 A 0,4 V 1,05 V

ID = 1 A 0,55 V
massima
a 25C
I D = 3,1 A 0,875 V 1,25 V

1
La presenza del diodo interno causa il mancato blocco di tensioni di polarit opposta a quella indicata.

14
facile intuire che, con minore caduta in fase di conduzione, si riduce la
potenza dissipata dal diodo, e quindi il vantaggio degli Schottky decisivo. Al-
tri aspetti, per, vanno a discapito di questa tecnologia.

Caratteristiche Diodo Schottky Diodo standard

potenza dissipata minore maggiore

massima tensione inversa


poche decine di volt centinaia di volt
V Rmax
massima tensione di soglia
minore maggiore
V ma x (V Rmax)

costo maggiore minore

Bisogna ammettere che anche i diodi standard hanno i loro vantaggi. No-
nostante questo, finora per diodo standard abbiamo inteso quelli rettificatori
(es. 1N4007), in grado di lavorare alle frequenze di rete, cio tra i 50 e i 100
Hz. Questa frequenza di lavoro totalmente inadeguata alle migliaia di commu-
tazioni al secondo previste in uno switching, quindi gli Schottky sono una delle
migliori alternative.
Nel panorama dei diodi al silicio esistono per anche i diodi al silicio ve-
loci (es. 1N4148), che presentano un basso valore di t rr ( 3). La scelta pu essere
a favore di questi modelli solo nel caso in cui il loro valore di t rr sia di molto
inferiore al tempo di commutazione previsto:
t rr << t comm

Le induttanze sono sottoposte, come i diodi, a due tipi di perdita.


Trattandosi di un filo conduttore avvolto su del materiale ferromagnetico,
tale filo presenta una certa resistenza (R L ) la quale, nonostante sia bassa a causa
dellelevata sezione del filo, causa, per effetto Joule:
P dissL = R L I Lmedia 2
Perdite avvengono anche a causa del ciclo di isteresi cui sono sottoposte:
in ogni ciclo di corrente viene percorso un ciclo di isteresi sul grafico B-H. Tale
ciclo occupa una piccola area 4, la quale proporzionale alle perdite secondo la
relazione:
P diss(isteresi) = fcomm A(B-H)
Tali perdite dipendono principalmente dal tipo di ferrite, dalla dimensione
del nucleo che si sta utilizzando e dalla temperatura di lavoro cui sottoposto.

Nel nucleo del trasformatore eventualmente presente possono circolare


delle correnti indotte, a causa del campo magnetico che lo interessa. Il nucleo,

2
In fase di progetto, i valori qui considerati vanno aumentati almeno del 50%, per considerare il caso
peggiore.
3
Il Reverse Recovery Time (Tempo di recupero inverso) il tempo impiegato dal diodo perch esso,
trovandosi in stato ON ed essendo correttamente pilotato, commuti allo stato OFF.
4
Data la difficolt nel calcolare larea, i costruttori di ferriti approntano apposite tabelle dalle quali rica-
vare i dati utili.

15
infatti, possiede (come ogni materiale) una propria resistivit (). Se, per, il
nucleo di ferrite, vera la seguente caratteristica:
conduttore
ferrite =
1.000.000.000
per cui le perdite per correnti indotte sono praticamente inesistenti.

Funzionamento continuo e discontinuo

Facendo riferimento alla corrente che scorre nellinduttanza, si definisce


come funzionamento in modalit continua quel caso in cui tale corrente, pur va-
riando tra un valore minimo e uno massimo, non raggiunge mai il valore nullo.
Si parla di discontinuit quando, invece, I L pu raggiungere il livello 0 nelle fa-
si di carica e scarica.
La minima corrente per la quale il funzionamento continuo :
I L Vout (Vin Vout)
Iout min = =
2 2 f L Vin

Comparando le due alternative, cerchiamo di capire pregi e difetti di cia-


scuna delle due e quella preferibile.

modo continuo modo discontinuo


sistema di controllo di Vout
oppure PREFERIBILE necessario
carico rigorosamente costante
corrente media
maggiore minore
(a parit di corrente di picco)
instabilit nel
tipologia boost PREFERIBILE
sistema di controllo
tipologia buck PREFERIBILE (nessuna informazione)
instabilit nel
tipologia inverting PREFERIBILE
sistema di controllo

Analizzando i dati a disposizione, si capisce che non esiste una risposta


precisa al problema di quale modalit sia la migliore. Teoricamente, fornendo
una corrente media maggiore, preferibile lavorare in funzionamento continuo.
In realt, esso viene utilizzato praticamente sempre negli switching buck, men-
tre lo si evita forzatamente negli altri due modelli standard a causa dei problemi
nel controllo (eliminabili con filtri RC, i quali ridurrebbero, per, di un livello
cos grande la prontezza della risposta dellalimentatore da rendere inaccettabi-
le il suo funzionamento).

16
PARTE PRIMA
***
I CONVERTITORI
DC-DC
FONDAMENTALI

17
II
Isolamento ingresso-uscita

La tensione di rete, in Italia, monofase di valore 230 V (efficaci), con


una tolleranza del 10%, a 50 Hz di frequenza.
Qualunque utilizzatore posto elettricamente tra la fase (L, cio Live) e il
neutro (N, che sta per Neutral) sottoposto alla tensione di rete. Questo vale
per il corpo umano, qualora si tocchi anche solo la fase: il collegamento avvie-
ne verso la terra (la quale, in centrale elettrica, connessa al neutro) e la cor-
rente che scorre allinterno del corpo pericolosamente elevata. Per questo mo-
tivo, obbligatorio per legge linterruttore differenziale, o salvavita, negli
impianti elettrici.
Lutilizzo della tensione di rete non previsto, direttamente, per le appa-
recchiature elettroniche. Esse richiedono tensioni e potenze sicuramente minori
di quelle ottenibili dalla presa ENEL e soffrirebbero come una persona (sotto-
posta a questa grande tensione): per questo, si utilizza la 230 V solo quando
opportunamente trasformata, ridotta e convertita. Strumenti adeguati possono
essere:
trasformatore di rete (con frequenza di lavoro 50 Hz);
alimentatore switching collegato direttamente alla rete (definito come
switching off-line).
La massa del circuito, per evitare lo shock elettrico a chiunque dovesse
toccarla, deve essere completamente separata dalla rete elettrica; il trasformato-
re un buon mezzo per compiere questa operazione, ma possono essere utiliz-
zati anche opportuni componenti optoelettronici 5. Senza addentrarmi nei detta-
gli degli alimentatori da rete, posso concludere evidenziando il dettaglio che
emerge di pi da quanto detto, il quale va tenuto sempre ben presente in fase di
progettazione di uno switching off-line:
Un alimentatore da rete, oltre alla trasformazione e al condiziona-
mento della tensione, deve fornire sempre anche lISOLAMENTO
GALVANICO.

5
Non raro limpiego di fotoaccoppiatori, i quali possono sopportare tensioni di migliaia di volt tra i
propri ingressi e uscite.

18
III
Tipologia boost

Come accennato in precedenza, con uno switching boost possibile di-


sporre di una tensione maggiore di quella fornita allingresso.
Cominciamo lanalisi dallo schema di principio.

2
+ +
L

Vin 1 C Vout

CONTROLLO

Supponiamo i componenti come ideali, quindi:


RL = 0
C senza la Resistenza Serie Equivalente (ESR)
interruttori senza rimbalzi e attenuazioni
Nello schema di principio abbiamo quella che denominiamo Fase 0 di par-
tenza. Gli interruttori commutano e comincia la Fase 1: la tensione applicata
Vin
allinduttore e I L cresce (seguendo una rampa di equazione I Lon = t on).
L
Dopo il tempo t1 una successiva commutazione dei due interruttori li riporta al-
la posizione iniziale, dando inizio alla Fase 2. Ora I L , che coincide con Iin, de-
Vout - Vin
cresce (la rampa stavolta I Loff = t off) e avviene uninversione di
L
polarit ai capi di L. La tensione V L , costante, concorde con I L . La tensione
che si ricava in uscita :
Vout = Vin + V L
e quindi Vout > Vin, e dipendente dal duty-cycle.
Siccome le correnti su L sono uguali sia in carica che in scarica, si ricava
Vout eguagliando le due formule:
t T
Vout = Vin 1 + on = Vin
t off t off
Il ripple della tensione duscita la formula della scarica del condensatore,
e cio:
Iout Iout (Vout - Vin )
Vout = t on =
C f C Vout
Osserviamo dunque, in questo caso ideale, landamento della corrente
sullinduttanza nelle varie fasi.

19
importante sottolineare il compito di C, che livella la forma di Vout, al-
trimenti impulsiva.
Il ciclo di commutazione degli interruttori avviene alcune migliaia di volte
al secondo. A questo punto si pu definire unimportantissima relazione, che
varr anche in futuro e vale sempre in genere:

|V Lon | t on = |V Loff | t off

(Nel grafico di I L , prima riportato, abbiamo t on = t1.)

Passiamo ora allanalisi di un alimentatore boost nella sua configurazione


reale. Per capire linterazione dei componenti tra loro, calcoleremo tutti i para-
metri per progettare un alimentatore con le seguenti specifiche:
alimentatore boost, senza controllo di Vout n tolleranze dei componen-
ti;
Vin = 12 V;
Vout = 2Vin = 24 V;
Iout MAX = 0,12 A.

+ 12 V

L1
D1
P1 Q1
C1 C2 CARICO
(minimo 800 R)
R1

I componenti scelti sono:


L1 = 220 mH
D1 = 1N5818 (Schottky)
Q1 = MOSFET
C1 = 100 F, 16 V
C2 = 10 F, 35 V
R1 = 10 k

20
I calcoli si effettuano sulla base di una stima iniziale del rendimento . Per
questo, la modalit operativa viene definita come bilancio di potenza iterativo,
da effettuarsi in diversi passaggi.

1) Massima potenza duscita


Pout MAX = Vout Iout MAX = 24 V 0,12 A = 2,88 W

2) Stima del rendimento. Massima potenza in ingresso


va stimato perch non noto. Se, alla fine di tutti i conti, risulta scorret-
to, occorre rifare i conti con un nuovo valore. Per gli alimentatori switching
idoneo 70% < < 90%.
Scelgo = 80%.
Pin MAX > Pout MAX (lenergia non si crea e non si distrugge, ma si tra-
sforma, in questo caso viene persa come dissipazione di calore)
Pout
= 100 Pin MAX = 3,6 W (> Pout MAX)
Pin

3) Massima corrente duscita


Pin MAX 3,6
IinMAX = = = 0,3 A
Vin 12
Questa coincide con I media , perch Iin I L .

4) Duty-cycle
Supponendo il MOS come perfetto:
V Lon = 12 V
Supponendo il diodo come perfetto:
V Loff = (24 12) V = 12 V
Quindi:
12 t on = 12 t off
i due tempi sono uguali: = 50%

5) Frequenza di commutazione. Induttanza


fcomm pu essere scelta a piacere nel range compreso tra 15 kHz e 200 kHz:
sotto i 15 kHz si pu avvertire un fischio (si entra nel campo
delludibile) e linduttanza deve essere di grandi dimensioni;
sopra i 200 kHz sussistono problemi di perdite magnetiche.
Attorno al valore di I media ci sono infiniti grafici della variazione di I L ;
quelli con alta variazione (ripple) generano instabilit, quindi si sceglie un rip-
ple piccolo. La nostra scelta per un ripple di valore pari circa alla met della
corrente media, quindi 0,15 A picco-picco.
A massimo carico:
I media + I ripple 0,3 + 0,15
I Lma x = = = 0,375 A
2 2
I media I ripple 0,3 0,15
I Lmin = = = 0,225 A
2 2
Iout MAX I ripple % 0,12 50%
Iout min = = = 0,03 A
2 2
Considerando la Fase 1:

21
I L 0,15
t on = L =L = L 0,0125
VL 12
Linduttanza va scelta con un compromesso. Per far ci, ho considerato i
parametri di alcune induttanze commerciali per valutare quale fosse quella mi-
gliore al nostro scopo.
L t fase1 I MAX
fcomm = considerazioni
[H] [s] 100 t on [A]
220 2,75 182 kHz 0,6 ACCETTABILE 6
470 5,875 85 kHz 0,4 al limite
1000 12,5 40 kHz 0,3 sottodimensionata

6) Perdite per dissipazione nei componenti interni


Sappiamo che I media = 0,3 A.
Nel MOS: P dissMOS = r dson I media 2 = 3,6 W
con r dson = 0,8 .
Nel diodo: P dissdiodo = V D I media diodo
con diodo = 1 (perch il diodo attivo quando il MOS spento).
Con un diodo Schottky, V D = 0,32 V e P dissdiodo = 72 mW
Con un diodo standard, V D = 0,88 V e P dissdiodo = 198 mW

In totale: P diss = 0,16 W

7) Rendimento. Verifiche di qualit


Pin = Pout + P dissipata
Pout 2,88
= 100 = 100 = 94,7%
Pin 2,88 + 0,16
Poich finale > stima , si pu evitare di ricalcolare (dal punto 2)) perch
lalimentatore funzioner bene per il valore stimato in 80%, anche se non sar
ottimizzato al meglio possibile e avr componenti sottodimensionati.
Nel caso in cui fosse finale < stima , OBBLIGATORIO ripetere i calcoli.

8) Condensatore di uscita
C2 non ha un flusso continuo, ma solo in fase 2 viene caricato.
Il valore di C2 dipende dal carico e dal ripple di Vout che consideriamo
come tollerabile.
In fase 1 e fase 2 c lo stesso ripple su C2, quindi possiamo effettuare il
calcolo in una sola condizione delle due.
Nel corso della fase 1, C2 si scarica sul carico.
t fase1 = 2,75 s
V = 100 mV un valore ottimale (il massimo tollerabile)
I = 0,12 A
Ricordando le leggi del condensatore:
t 2,75 10 -6 s
C2 = I = 0,12 A = 3,3 F
V 0,1 V

Focalizziamo ora lattenzione sul circuito di pilotaggio dellalimentatore,


o meglio del MOS che ne permette il funzionamento.

6
Accettabile nonostante fcomm = 180 kHz sia un po' elevata.

22
+ 12 V
+ 12 V

BC337

8
R2

R
2 3

VCC
TR Q P1
7
DIS

GND
C1 5 6 BC327
CV THR R1
C3 555

1
+ 12 V

C2
TR1

I componenti scelti sono:


C1 = 680 pF
C2 = 22 F, 25 V
C3 = 100 nF
R1 = 4,7 k
R2 = 220
TR1 = 100 k
Agendo su TR1 si regola la fcomm, che pu essere compresa tra 10 kHz e
200 kHz. Il duty-cycle, essendo questo un circuito multivibratore astabile, fis-
sato al 50%.
Luscita che comanda il MOS (P1) fornita da uno stadio push-pull inse-
guitore di emettitore, a BJT complementari, che serve per aumentare la corrente
fornita dallintero circuito di pilotaggio.

Il circuito finale che ricaviamo il seguente.

+ 12 V

L1
D1
BC337
4

R2
R

2 3 Q1
VCC

TR Q
7
DIS

CARICO
GND

5 6 R1 BC327
C3 C1 CV THR C2
555
1

R3
C4 C5
TR1

Il minimo carico applicabile alluscita dellalimentatore, del quale abbia-


mo gi indicato il valore ma non il metodo di valutazione, vale:
Vout 24
R caricomin = = = 800 , 23 W
Iout min 0,03

23
IV
Tipologia buck

La tipologia buck degli alimentatori switching quella pi simile ai tradi-


zionali alimentatori lineari. Con essi, infatti, possibile ottenere una tensione
di uscita minore di quella applicata in ingresso.
Lo schema di principio il seguente.

+ 1
+
L

Vin 2 C Vout

CONTROLLO

Appare subito evidente lanalogia con la tipologia boost, del quale vengo-
no conservati gli elementi di comando (interruttori 1 e 2) e linduttanza (L),
soltanto invertiti di posizione tra loro.
I due interruttori, pilotati correttamente, forniscono onda quadra al filtro
duscita LC. Quando linterruttore 1 disattivato, la corrente circola liberamen-
te attraverso luscita e laltro interruttore.

Analizziamo la fase attiva (on). A regime Vout continua, quindi Vout e


Vout
Iout = sono costanti. Su L applicata una tensione costante pari a (Vin
R carico
Vout). Quindi I L cresce seguendo una rampa e la relazione:
Vin Vout
IL = t
L
Vin Vout
Nella sola fase on: I Lon = t on
L

Durante la fase off linterruttore 1 viene aperto; L fa circolare I L e V L


cambia leggermente, diventando pari a:
V L = V diodo Vout Vout (costante)
Vout
I L decresce a rampa, analogamente a prima: I Loff = t off
L

Siccome I Lon = I Loff, lavorando algebricamente:


t
Vout = Vin on = Vin
T

24
Iin media
Iout =

1
Analogamente a un trasformatore con rapporto di trasformazione accade

che:
Vout Iin media
=
Vin Iout
Il ripple della tensione di uscita, nellordine dei millivolt e da considerare
nei calcoli, calcolato con integrali e vale:
1 1 I T I T
Vout = L = L
C 2 2 2 8C
che, uguagliando ad altra formula che tralascio in questa sede, uguale a:
Vout (Vin Vout)
8 f 2 LC Vin

Ecco, dunque, lo schema completo di interruttori a semiconduttore.

+ PMOS
+
L

Vin D C Vout

CONTROLLO

Guardando ai componenti utilizzati come interruttori, non possibile in-


vertire le posizioni di diodo e MOS, altrimenti non si caricherebbero i compo-
nenti o non ci sarebbero modifiche alla tensione Vin, che si riproporrebbe ugua-
le in uscita.
Al contrario del boost, il MOS utilizzato a canale P. Sul source appli-
cata la Vin. Nelle due fasi:
ON  V G < V S 10 V
circola Isd
OFF  Vin bloccata tra source e drain
Se si usasse un NMOS occorrerebbe un particolare circuito a pompa di ca-
rica per pilotare il gate con una tensione superiore a quella presente nel circui-
to, con una inutile complicazione.

Passiamo ora allanalisi di un alimentatore buck reale. Progetteremo un a-


limentatore con le seguenti specifiche:
alimentatore buck, con controllo di Vout in modalit PFM;
variazione dei parametri di progetto;
Vin nomina le = 12 V;
Vin min = 10,8 V;
Vin MAX = 14 V;
Vout = 5 V;
Iout = 4 A.

25
I calcoli si effettuano, come nella tipologia boost, ipotizzando inizialmente
il rendimento ed effettuando il bilancio di potenza iterativo.

1) Massima potenza duscita


Pout MAX = Vout Iout MAX = 5 V 4 A = 20 W

2) Stima del rendimento. Massima potenza in ingresso


Scelgo = 80%.
Pout
= 100 Pin MAX = 25 W (> Pout MAX)
Pin

3) Massima corrente duscita


Nel caso peggiore (trattandosi di un dispositivo a potenza costante):
Pin MAX 25
IinMAX = = = 2,315 A
Vin min 10,8
Questa NON coincide con I L , e pu servire per dimensionare un fusibile.

4) Ripple di I L

I mediaL = I carico
Il ripple va scelto tra il
20% e il 50%. Con piccoli va-
lori di ripple servono conden-
satori di uscita piccoli, si ha
Iout min pi piccola, ma servono
induttanze pi grandi.

Se scelgo I ripple% = 20%:


I ripple = 4 20% = 0,8 A
I ripple
Iout min = = 0,4 A
2
(sotto questo valore sparisce la regolazione, ma il controllo ovvia al pro-
blema)

5) MOSFET
Parametri:
Vds < V Dss (tra D e S, massima)
Ids < I D (di drain, massima)
Quando si accende, Vout = 0 sul MOS c tutta la Vin.
|Vds min | = Vin MAX = 14 V
(valore assoluto: nei PMOS, V Dss e I D sono negative)
I valori in datasheet sono a 25C, ma con le perdite per commutazione la
temperatura sale e, quindi, scende I D .
va scelto un MOS che, a 25C, presenta:
I D(MAX)25 C = (24) I MAXvoluta (da 2 a 4 volte tanto)
I L 0,8
I L(MAX) = I media + =4+ = 4,4 A
2 2
serve un MOS che, a 25C, abbia I D(MAX) = 8,8 17,6 A, con valutazio-
ne successiva delle perdite (ed eventuale ricalcolo del MOS se sono troppo ele-
vate).

26
6) Duty-cycle
|V Lon | t on = |V Loff | t off
V Lon = Vin Vr ds Vout = 12 0,3 (7) 4 A 5 = 5,8 V
V Loff = Vout + V D = 5 + 0,5(8) = 5,5 V
Quindi:
5,8 t on = 5,5 t off
i due tempi sono quasi uguali: = 48,7%
Non tiene conto delle variazioni di Vin, ma torna utile per switching senza
controllo e per regolatori PWM.

7) Frequenza di commutazione. Induttanza


V
Ricordando che I L = L t, applichiamo tale relazione alla fase OFF:
L
I L 0,8
t off = L =L = L 0,14545
VL(off) 5,5
Avendo a disposizione
le induttanze di cui a lato, L t off 1-
100 considerazioni
scelgo L = 220 H che possa [H] [s] fcomm = t
off
sopportare I picco = 4,4 A.
100 14,545 35,3 kHz
220 32,000 16,0 kHz ACCETTABILE

8) Perdite per dissipazione nei componenti interni


Andrebbero calcolate nel caso peggiore, per:
dipendono da (che definisce t on e t off);
dipende da Vin.
Utilizzo il valore di nominale.
Sappiamo che I media = 4 A.
Nel MOS: P dissMOS = r dson I media 2 = 2,338 W
Nel diodo: P dissdiodo = V D I media diodo = 1,026 W
con diodo = 1 (perch il diodo attivo quando il MOS spento).
Nellinduttanza: P dissL = R L ( 9) I media 2 = 0,736 W

In totale: P diss = 4,1 W

9) Rendimento
Pin = Pout + P dissipata
Pout 20
= 100 = 100 = 83%
Pin 20 + 4,1
Poich finale > stima , si pu evitare di ricalcolare (dal punto 2)) perch
lalimentatore funzioner bene per il valore stimato in 80% e con un bel margi-
ne di sicurezza.

10) Condensatore di uscita


Influisce tramite capacit ed ESR.

7
Per il MOS scelto, rDS(on) = 0,3 .
8
V = 0,5 V per diodi Schottky (sarebbe 1 V per diodi standard).
9
Per linduttanza scelta, RL = 0,046 .

27
I C triangolare rispetto a un boost, Cout minore
VESR
a. ESR =
I
Si pu ipotizzare V ESR = 90% V tot
b. Scegliere C con ESR C < ESR calcolato
c. Calcolare I ripple(off) :
1
I ripple(off) = I picco (valore efficace di unonda triangolare,
3
valida perch = 50% circa)
Scegliere C con I Cnominale < I ripple(off) .
d. V C (ripple dovuto a C):
I picco
V C =
8 C f comm
e. Se V C + V ESR non accettabile, bisogna ricalcolare dal punto a.

Nel nostro caso:


V 0,1 90%
a. ESR = = = 0,112
I 0,800
b. Abbiamo trovato un C con tali caratteristiche:
C = 1000 F, 6,3 V
ESR = 0,090
T = 105C
I Cnominale = 0,765 A
c. V ESR = I ESR = 0,8 0,090 = 72 mVpp
1
I ripple(off) = 0,8 = 0,462 A che minore del massimo
3
I picco 0,8
d. V C = = = 2,8 mVpp
8 C f comm 8 1000 10 -6 35.300
e. V tot = V C + V ESR = 2,8 + 72 = 74,2 mVpp accettabile
(perch i due contributi non sono in fase)

Come circuito di controllo, utilizzo un MC 34063 che realizza il pilotaggio


PFM del MOS. Lo schema sotto non sfrutta tutte le potenzialit di questo inte-
grato, ma perfetto per esigenze di base.

28
Vin (12 V)

C2 BC337
R1
al gate del MOS

6
1 8
SW-C DRV-C BC327

VCC GND
2 7
SW-E Ipk-S
3 5 R4
TC COMP - Vout
U1

4
C3 MC34063 R2 R3

Abbiamo:
R1 = 1 k C2 = 100 nF
R2 = 2,2 k (1%) C3 = 1 F
R3 = 2,2 k (1%)
R4 = 3,3 k (1%)

C2 va posizionato vicino al MOS, per aumentare la velocit di commuta-


zione.
R2, R3, R4 riducono la Vout (quando uguale al valore desiderato) fino al
valore Vref = 1,25 V (con tolleranza 3,2%). La tolleranza delle resistenze serve
perch, con normali resistori, sale enormemente quella generale. Nel caso si u-
sassero questi ultimi, occorre prevedere un trimmer di taratura.
C3 garantisce una fcomm = 34 kHz (circa).
Il controllo di Ipk-S disabilitato, infatti il pin relativo connesso
allalimentazione.

Lo schema generale dellalimentatore il seguente.

Vin (12 V) dissipatore


20C/W L1
F1 Vout (5 V, 4 A)

Q1
BC337
C1 C2 R1
6

1 8
SW-C DRV-C BC327
VCC GND

D1
2 7
SW-E Ipk-S
3 5 R4
TC COMP -
U1
4

C3 MC34063 R2 R3 C4

Riepilogando tutti i componenti necessari:


R1 = 1 k C1 = 220 F, 16 V

29
R2 = 2,2 k (1%) C2 = 100 nF
R3 = 2,2 k (1%) C3 = 1 F
R4 = 3,3 k (1%) C4 = 1000 F, 6,3 V, 105C
D1 = 1N5821 L1 = 100 H
F1 = fusibile T, 3,15 A

Alcune considerazioni.
Usando il push-pull esterno (coi due BJT) possiamo usare un solo BJT
interno al MC 34063.
Il fusibile deve essere ritardato (cio di tipo T) perch I picco > I media e i
picchi di corrente sono pi rapidi di quelli degli alimentatori tradizionali.
Sul MOS serve un dissipatore da circa 20C/W.
P dissMOS = 2,338 W
T = 2,338 W 20C/W = 47C (da aggiungere alla T la voro del MOS)
Il diodo uno Schottky da 30 V, 3 A. Questo perch I mediaON = 4 A,
quindi I media = I mediaON = 2 A.

Di seguito riporto alcune misure interessanti rilevate sullalimentatore cos


progettato, e realizzato da un esperto.
Rcarico Iout Pout Pin
% = 100*Pout/Pin
[] [A] [W] [W]
1,25 4 20 24,24 82,5
1,43 3,5 17,5 21 83,3
1,67 3 15 17,95 83,6
2 2,5 12,5 14,77 84,6
2,5 2 10 11,64 85,9
3,33 1,5 7,5 8,77 85,5
5 1 5 5,89 84,9
10 0,5 2,5 3,08 81,2

Per Iout e ho ritenuto opportuno realizzare due grafici della loro varia-
zione rispetto al carico, per evidenziarne landamento.

Buck - Corrente d'uscita

3
Iout [A]

0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
R []

30
Buck - Rendimento

87

86

85

84

83

82

81

80
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
R []

Innanzitutto, il grafico che pi stupisce quello del rendimento nel quale


evidente come esso sia superiore, e non di poco, del valore stimato in 80%. Il
picco dell86% a circa 3 di carico.
Iout raggiunge il massimo valore (4 A) quando il carico rasenta lohm;
trattandosi di un generatore a 5 V, per la massima corrente occorre che il carico
5V
valga = 1,25 . Aumentando il carico diminuisce la corrente, con andamen-
4A
to iperbolico (si tratta di proporzionalit inversa).

31
V
Tipologia inverting

Uno dei metodi pi utilizzati per ottenere una tensione maggiore di


unaltra disponibile luso di un alimentatore inverting. Con esso, la relazione
tra ingresso e uscita :
|Vout| > Vin

Il segno di valore assoluto necessario perch, come possibile vedere


dallo schema di principio che segue, il polo positivo della Vout disponibile
sulla massa del segnale dingresso: quindi, se si vuole considerare ununica
massa elettrica per Vin e Vout, questultima risulta negativa ma (in valore asso-
luto) maggiore della prima.

1 2
+ -

Vin L C Vout

CONTROLLO

Con questo schema si conclude la terna di possibili combinazioni di L e


degli interruttori (1 e 2) sui tre rami, come gi visto nelle due tipologie prece-
denti. Il funzionamento piuttosto semplice e dipendente da 1, che separa o
meno la tensione dingresso dallalimentatore.
Nel momento in cui 1 chiuso, linduttanza viene connessa direttamente a
OFF
Vin: I L aumenta, seguendo
una rampa di equazione
Vin
Vg I Lon = t on.
ON (PMOS) L
0 Linterruttore 2 a-
perto, dunque Vout = 0.
+ -
Avviene la commuta-
IL zione degli interruttori. I L
0 - +
decresce con funzione
Vout
I Loff = t off, e que-
L
Ic
sto fatto provoca una in-
versione di polarit sulla
0
induttanza che porta il no-
do tra L e 2 a una tensione

32
inferiore a zero. Proprio 2 collega il condensatore di uscita allinduttanza, per-
mettendo a L di scaricarsi su C, che a sua volta si carica. Alla successiva com-
mutazione di 1 e 2, Vout non sar pi uguale a 0, ma alla tensione accumulata
da C ai suoi capi.
Uguagliando le due variazioni di corrente su L:
t
Vout = Vin on
t off
La corrente media necessaria in ingresso (per la quale vale la relazione tra
tensioni e correnti vista nel buck) :
t
Iin media = Iout on
t off
Il ripple della Vout vale:
Iout Iout Vout
Vout = t on =
C f C (Vin + Vout)

Cerchiamo i pro e i contro di tale tipologia. Sicuramente un vantaggio il


poter disporre di una |Vout| > Vin. Tra gli svantaggi ricordiamo:
la differenza di rendimento nei confronti di un buck:
inverting < buck
Iout e Iin presentano dei notevoli picchi verticali, che per essere filtrati
pretendono ottimi filtri.

D
+ PMOS A -

Vin L C Vout

CONTROLLO

Passiamo ora allanalisi di un alimentatore buck reale. Progetteremo un a-


limentatore con le seguenti specifiche:
alimentatore inverting, con controllo di Vout in modalit PFM;
funzionamento discontinuo;
Vin da 4 batterie alcaline (V nom = 1,5 V; V min = 1,2 V; V MAX = 1,6 V);
Vin nomina le = 6,0 V;
Vin min = 4,8 V;
Vin MAX = 6,4 V;
Vout = 5 V;
Iout MAX = 200 mA.

I calcoli non si effettuano, come nelle tipologie precedenti, utilizzando il


bilancio di potenza iterativo. Il rendimento, ipotizzato allinizio, viene impiega-
to nei calcoli solo al punto 3).

1) Massima potenza duscita


Pout MAX = |Vout| Iout MAX = 5 V 0,2 A = 1 W

33
2) Stima del rendimento. Massima potenza in ingresso
Scelgo = 80%.
Pout
= 100 Pin MAX = 1,25 W (> Pout MAX)
Pin

3) Massima corrente duscita


Poich si tratta di alimentatori a potenza costante, Pin = Pout + P diss. A pa-
rit di carico, diminuendo Vi aumenta Iin per mantenere costante le potenze.
Nel caso peggiore:
Pin MAX 1,25
IinMAX = = = 0,26 A
Vin min 4,8
Questa NON coincide con I L , e pu servire per dimensionare un fusibile.

4) Ripple di I L
I mediaL non coincide n con Iin, n con I carico.

ILmax
0
Iout

toff ton
Applicando le similitudini dei triangoli rettangoli:
t Iout
I L(MAX) = 2 Iout on = 2
t off + 1 1

5) Duty-cycle
|V Lon| t on = |V Loff | t off
Non conosciamo n , n I L(MAX) , quindi non possiamo calcolare V rds(on) . A
causa di ci, valutandola come trascurabile assumiamo:
V Lon = Vin nomina le = 6 V
Usando uno Schottky con V = 0,5 V:
|V Loff | = |Vout| + V = 5 + 0,5 = 5,5 V
6 t on = 5,5 t off t on = 0,917 t off
= 47,8%
Se calcoliamo con V Lon = Vin min = 4,8 V = 53,4%
Se calcoliamo con V Lon = Vin MAX = 6,8 V = 46,2%
Iout 0,2
I L(MAX) = 2 =2 = 0,766 A
1 nom 1 0,478
Iout 0, 2
I L(MAX) = 2 =2 = 0,743 A
1 min 1 0,462
Iout 0,2
I L(MAX) = 2 =2 = 0,858 A
1 MAX 1 0,534
V
Sapendo che I L = L t on :
L

34
VL V
I L(MAX) = Tcomm = L
L L f comm
V
fcomm L = L L
fcomm considerazioni
I L(MAX) [H]
Tra le I L(MAX) calcolate, leggermente
scegliamo la maggiore (che 100 29,9 kHz sottodimensionata
corrisponde a MAX e a Vin min). ma ACCETTABILE
Linduttanza stata scelta con un 220 13,6 kHz hanno fcomm troppo
compromesso, tra quelle proposte 470 6,4 kHz basse
nella tabella a lato.

6) MOSFET
Parametri:
Vds < V Dss (tra D e S, massima)
Isd < I D (di drain, massima)
Il caso peggiore si ha quando VinMAX, Vout e V .
|Vds min | = 6,4 ( 5 0,5) = 11,9 V
Serve un MOS con 1,7 A I D 3,4 A. Ricordando che
IRLML 6402 servono almeno 10 V tra gate e source per attivarlo, e aven-
3,7 A do Vin min = 4,8 V (tra laltro con eventuali cadute di tensio-
20 V ne), serve un MOS particolare. Esistono MOSFET logic-
rds = 0,065 level che si accendono con |Vgs| = 4,5 V oppure con |Vgs| =
|Vgson| = 2,25 V 2,5 V (a seconda del tipo scelto). Il modello nel riquadro a
fianco appartiene a questa categoria e rispetta i parametri imposti.
V MOS = I L(MAX) r ds = 0,858 0,065 = 56 mV

7) Perdite per dissipazione nei componenti interni


Andrebbero calcolate nel caso peggiore, per:
dipendono da (che definisce t on e t off, nel primo dei quali dissipa il
MOS mentre nel secondo la volta del diodo);
dipende da Vin.
( dipende anche da Vout, ma qui costante e il problema non sussiste).
Calcoliamo nei casi limite di Vin.
Vin = 4,8 V
Sappiamo che I picco = 0,858 A.
2
I picco
P dissMOS = r dson = 0,006 W
2
I picco
P dissdiodo = V D diodo = 0,1 W
2
con diodo = 1 (perch il diodo attivo quando il MOS spento).
2
I picco
P dissL = R L ( )
10
= 0,035 W
2
In totale: P diss = 0,141 W

Vin = 6,4 V

10
Per linduttanza scelta, RL = 0,19 .

35
Sappiamo che I picco = 0,743 A.
2
I picco
P dissMOS = r dson = 0,004 W
2
I picco
P dissdiodo = V D diodo = 0,1 W
2
con diodo = 1 (perch il diodo attivo quando il MOS spento).
2
I picco
P dissL = R L = 0,026 W
2
In totale: P diss = 0,13 W

ancora dimostrato che, negli switching a bassa tensione di uscita, si per-


de tantissima potenza nel diodo, che dobbligo di conseguenza che sia uno
Schottky.

8) Condensatore di uscita
Lo svantaggio degli inverting, come accennato in precedenza, il forte
tratto verticale della corrente triangolare, difficile da filtrare. Sicuramente, co-
me prima considerazione, a parit di condizioni con un buck Cout sar pi gros-
so.
VESR
a. ESR =
I
Si pu ipotizzare V ESR = 90% V tot
b. Scegliere C con ESR C < ESR calcolato
c. Calcolare I ripple(off) :
I picco
I picco Iout (1 ) + I L
2
I ripple(off) = (valore efficace)
3
Scegliere C con I Cnominale < I ripple(off) .
d. V C (ripple dovuto a C):
t off
V C = (I picco Iout) 2
2 C I picco
e. Se V C + V ESR non accettabile, bisogna ricalcolare dal punto a.

Nel nostro caso:


a. AV ESR = 100 mVpp
VESR 0,1 90%
ESR = 90%= = 0,105
I 0,858
b. Condensatore:
C = 1000 F, 6,3 V
ESR = 0,090
I Cnominale = 0,765 A
c. V ESR = I ESR = 0,858 0,090 = 77 mVpp
I ripple(off) = 0,282 A accettabilissimo
t off
d. V C = (I picco Iout) 2 =
2 C I picco

36
15,6 10 -6
= (0,858 0,2) 2 = 3,9 mVpp
2 1000 10 -6 0,858
e. V tot = V C + V ESR = 3,9 + 77 = 80,9 mVpp accettabile

Come circuito di controllo, utilizzo un MC 34063 che realizza il pilotaggio


PFM del MOS. Lo schema sotto non sfrutta tutte le potenzialit di questo inte-
grato, ma perfetto per esigenze di base.

Vcc
D1
R1 Q1 Vout (- 5 V, 200 mA)

Vcc
L1
C4
R2 BC337
6

1 8
SW-C DRV-C
VCC GND

2 7
SW-E Ipk-S BC327
3 5 Vcc
TC COMP -
U1
4

MC34063 R3 C1 C2
C3 R4

Abbiamo:
R1 = 0,33 C1 = 220 F, 16 V
R2 = 1 k C2 = 100 nF
R3 = 3,3 k (1%) C3 = 1,5 nF
R4 = 1,1 k (1%) L1 = 100 H
Q1 = MOSFET canale P D1 = 1N5818 (Schottky)

Alcune considerazioni:
Non viene impiegata la coppia di BJT presenti internamente al MC34063.
La loro caduta di tensione pari a circa 1 V, contro quella molto inferiore (e
dunque trascurabile) del MOSFET usato abitualmente.

Il MOS viene pilotato utilizzando uno dei due BJT interni e il circuito
push-pull esterno.

Dovendo comparare la tensione di uscita, che negativa, con un integra-


to che mal sopporta tensioni inferiori alla sua massa, si attribuisce come GND
del MC34063 la Vout. Sul comparatore interno, V + = ( 5 + 1,25) V = 3,75 V.

Determinato V + , per comparare la Vout utilizziamo un partitore (R4 ed


Vout -5V
R3) con una attenuazione A = = = 1,333. In un partitore di ten-
Vref - 3,75 V
R3 + R4 R3
sione, A = ; ponendo A = 1,333, si ottiene R4 = (coi valori sopra
R4 3
riportati).

37
C3 determina il valore fcomm = 30 kHz.

Si dimensionata la protezione dalle sovracorrenti per il valore massimo


0,33 V
di 1 A: R1 = = 0,33 .
1A

Realizzato lalimentatore, con un carico di 24,5 sono state effettuate le


misure riportate in tabella, che dimostrano una incredibile uniformit di com-
portamento al variare della Vin.

Vin Vout Pout Pin Pout


=
[V] [V] [W] [W] Pin
4,8 4,985 1,014 1,214 83,5
5 4,986 1,015 1,215 83,5
5,2 4,987 1,015 1,217 83,4
5,4 4,987 1,015 1,215 83,5
5,6 4,988 1,016 1,215 83,6
5,8 4,988 1,016 1,212 83,8
6 4,988 1,016 1,212 83,8
6,2 4,989 1,016 1,219 84,0
6,4 4,989 1,016 1,210 84,0

38
PARTE SECONDA
***
ALIMENTATORI
EVOLUTI

39
VI
Tipologia buck-boost

Gli alimentatori buck-boost sono degli ibridi delle due tipologie delle quali
portano il nome. In altre parole, si tratta di due switching posti in cascata che
condividono la stessa induttanza.
Lo schema di principio proposto di seguito.

1a 2b
+ +
L

Vin 2a 1b C Vout

CONTROLLO

Il principio sul quale si basa il


funzionamento ottenere una prima
riduzione della tensione in ingresso
(tramite il buck) per poi aumentarne
il valore fino al valore Vout desidera-
to (con il finale boost). Lutilit di
questa soluzione evidente nei casi
in cui Vin pu variare cos tanto da
essere sia minore che maggiore di
Vout, con un risultato analogo a
quello di un alimentatore inverting
ma senza inversione di polarit.
A tal punto, conviene riassumere in tabella le differenze tra queste due ul-
time tipologie viste, a causa della loro somiglianza.

Stessa massa
Tipo Complessit (teorico)
per Vin e Vout

inverting no minore maggiore

buck-boost s maggiore 11 minore

11
La maggiore complessit dipende dal doppio numero di interruttori presenti nello schema, e alle neces-
sit di pilotaggio che si stanno per illustrare.

40
Lo schema applicativo altro non che la fusione delle due parti buck e bo-
ost con i relativi componenti, gi visti nei capitoli precedenti.

+ PMOS
+
L

Vin NMOS C Vout

CONTROLLO

Come evidenziato nello schema, serve un doppio controllo sui due MOS.
Ricordando come NMOS e PMOS necessitino di due tensioni di gate opposte
per averne la saturazione, appare chiaro che il controllo dovrebbe fornire una
tensione positiva e una negativa, con ovvi svantaggi dovuti alla necessit di un
complesso sistema per ottenere questultima.
La soluzione proposta di seguito.

+ PMOS
+
L

Vin NMOS C Vout

CONTROLLO

Lazione del controllo si ha sul solo PMOS. Quando questi si attiva, la


tensione presente sul suo drain consente il pilotaggio del NMOS, attivo a sua
volta. Il ritardo tra la saturazione del PMOS e quella del NMOS minima e non
incide sul funzionamento.

41
VII
Tipologie forward single-ended
e forward push-pull

Con le tipologie forward introduciamo il trasformatore come componente


di rilievo nei progetti degli alimentatori. I due diversi modelli, tra loro per si-
mili in diverse caratteristiche, derivano dallo schema del buck opportunamente
riadattato per ottenere potenze anche fino al mezzo kW.

Cominciamo con il forward single-ended e lo schema di principio, che


quasi quello definitivo se non fosse per linterruttore 1 (che sar sostituto, come
di consueto, da un MOSFET).

D1 L
+
+

D2 C Vout
D3
Vin
1

Notiamo subito luscita a buck, col filtro LC e il diodo D2 (che per in


questo alimentatore svolge un lavoro di coppia col simile D1).
Il trasformatore ha due primari identici. Vin applicata al primario infe-
riore quando 1 attivo, per cui anche sul superiore presente la tensione Vin.
Gli avvolgimenti sono tutti collegati concordemente, quindi non ci sono sfasa-
menti nelle tensioni ai loro capi. La corrente sul primario scorre sempre e solo
in ununica direzione, cio dal polo positivo verso la massa attraversando
Vin
linterruttore 1. La tensione sul secondario (che vale , dove n il rapporto
n
spire) permette lerogazione di corrente al filtro LC ed al carico.
Quando si interdice linterruttore, le tensioni su primario e secondario di-
ventano negative (per effetto della Legge di Lenz). D1 interdetto, quindi I L
circola su D2, che funge da diodo di libera circolazione.
Non sbagliato definire un forward single-ended come buck alimentato
Vin
con tensione rettangolare di ampiezza . La tensione di uscita ottenibile ,
n
similmente al buck:
Vin t on Vin
Vout = =
n T n

42
Similmente funzionano i forward push-pull, che con una leggera compli-
cazione di comando permettono il raddoppio della Vout. Come prima, schema
di principio uguale a quello dutilizzo: basta sostituire gli interruttori.

D1 L
+

+ C Vout

Vin
D2
2 1

Rispetto alla versione precedente, il trasformatore ha aggiunto un avvol-


gimento al secondario. Pilotandolo centralmente, ad ogni
semiciclo il flusso magnetico nel nucleo cambia direzione.
Np Ns
Durante la commutazione alternata di ogni semiprimario, ai
Vin
secondari presente unonda quadra con V picco = : tale
Np Ns n
onda prima rettificata dai diodi e, alla fine, filtrata da LC
(come avviene, lo ripeto, nei buck).
I due interruttori lavorano in controfase (cio quando attivo uno, spen-
to laltro. I problemi sorgono in fase di pilotaggio, poich uno necessita di un
impulso alto e laltro basso contemporaneamente, e servirebbero due controlli).
Essi applicano alternativamente tensione (tramite il trasformatore) al filtro LC
ed al carico, realizzando cos un sistema PWM a trasformatore che integra il ri-
duttore di tensione buck, posto come finale. Il funzionamento avviene in due fa-
si, per ciascuna delle quali sullo schema sono state disegnate le correnti relati-
ve.
D1 L
+

+ C Vout

Vin
D2
2 1

Fase 1. 1: on; 2: off.


Vin applicata a met primario Vprimario = 2Vin.
Vin
Le tensioni dei due semisecondari valgono (secondo il rapporto di
n
trasformazione, cio n). Il secondario superiore genera corrente su D1, che cari-
ca L.
Fase di transizione. 1: off; 2: off.

43
La corrente al secondario circola solo sui diodi (che fungono da diodi di
ricircolo).
Fase 2. 1: off; 2: on.
Il funzionamento identico a quello della Fase 1, ma sul semiprimario su-
periore e il semisecondario inferiore.
Fase di transizione. 1: off; 2: off.
Come nella precedente fase analoga avviene il ricircolo della corrente.

La tensione ottenibile in uscita vale:


Vin ton Vin
Vout = 2 = 2
n T n
indispensabile < 50%, altrimenti i due interruttori sono attivi contem-
poraneamente e non possibile il corretto funzionamento dellalimentatore.
Np
Poich n = , variando il rapporto spire cambia loperato del PWM a
Ns
trasformatore, come riassunto dalla tabella sotto.

Relazione tra Variazione subita


n
gli avvolgimenti da Vin

Np < Ns minore di 1 aumenta

Np = Ns uguale ad 1 invariata

Np > Ns maggiore di 1 diminuisce

44
VIII
Tipologia flyback

La tipologia flyback unestensione del concetto di boost: il funzionamen-


to dipende dal rapporto spire del trasformatore (che sostituisce linduttanza
semplice).

D
+ +

C
Vin Vout

NMOS

CONTROLLO

Analizziamo ora il funzionamento, nellistante in cui il MOS 12 attivo.


Vin applicata sul primario e, quindi, sul secondario del trasformatore. A causa
della posizione del diodo, esso interdetto e per questo motivo non scorre cor-
rente tra Vin e il carico nel corso del t on. In questa fase, la Vout dipende dalla
tensione del condensatore duscita.
A prima vista sembrerebbe di avere di fronte una brutta copia della tipolo-
gia forward, ma osservando bene la differenza dutilizzo del trasformatore
ovvio che la filosofia cambia radicalmente.

Tipo Utilizzo del trasformatore


forward Trasportatore di energia in tempo reale.
Serbatoio di energia.
flyback
Viene riempito durante il t on( 13) e svuotato in t off.

Per velocizzare la risposta ai transitori si impone lutilizzo della modalit


discontinua (o DCM); in altre parole, durante t off la corrente sul secondario de-
ve scendere al valore 0 prima del termine del ciclo di OFF. Il difetto da soppor-
tare, in tale modalit, la maggiore corrente di picco che scorre nel circuito. I
diagrammi riportati si riferiscono al caso esposto.

12
Il MOS a canale N, nello schema, pu essere sostituito in analoga posizione da un BJT NPN. Se si de-
sidera, al contrario, porre un interruttore sul ramo dove applicata Vin, serve un PMOS.
13
La corrente, che non pu scorrere al carico e che cresce seguendo landamento a rampa, immagazzi-
nata nel nucleo del trasformatore sotto forma di energia magnetica.

45
Se, diversamente, si utilizzasse la
modalit continua (o CCM), tali dia-
grammi andrebbero modificati con
laggiunta di uno scalino in Ip e Is. Ad
ogni modo, la maggioranza dei flyback
sono progettati come discontinui.
Per evitare che la corrente duscita
possa arrivare al valore 0, occorre pre-
disporre un carico minimo o un regola-
tore del valore di uscita per salvaguar-
dare il circuito e la sicurezza
dellutente.

Correnti caratteristiche
di uno switching flyback.
Ip corrente sul primario
Is corrente sul secondario
Ic corrente sul condensatore duscita
Iout corrente in uscita

Andiamo ora a scoprire i passaggi fondamentali per progettare un flyback.

1) Pout MAX = Vout Iout MAX

Pout MAX
2) Ipotizzando il rendimento: Pin MAX =

3) Lenergia del trasformatore, accumulata tramite il primario durante la


fase attiva, :
1
E = Lprimario (Ipicco MAX) 2
2

4) Col funzionamento discontinuo, tutta lenergia trasferita al carico at-


traverso il secondario.
P trasferita = Pin MAX = E fcomm

Vin VDROP
5) Ipicco MAX dipende da Vin e da t on: Ipicco MAX =
L primario t on
V DROP = V MOS + V resistenze

6) Pin MAX =
(Vin VDROP )2 t on 2 f comm
2 L primario

7) Si sceglie, di conseguenza, il trasformatore pi adatto allo scopo, calco-


lando le caratteristiche del nucleo e degli avvolgimenti.

46
PARTE TERZA
***
CIRCUITI DI CONTROLLO
E REGOLAZIONE

47
IX
Tipologia di controllo PSM (o PFM)

Il controllo PFM compara la tensione di uscita effettiva (Vout) con la Vout


che si desidera per lalimentatore prodotto.
Quando Vout minore del valore nominale, lalimentatore viene mantenu-
to attivo per raggiungere tale valore.
Se Vout quella desiderata o addirittura superiore al valore previsto, il
controllo disattiva lalimentatore spegnendo letteralmente la parte di potenza.

Prendiamo, come esempio, lo schema globale del boost analizzato nel ca-
pitolo III, e analizziamo il comportamento della frequenza di commutazione
sullinterruttore pilotato (il MOS) per capire i due nomi della tipologia.
Se il carico basso, lo switching quasi sempre spento; va tenuto attivo
ogni tanto per ricaricare il condensatore di uscita. Se si lavora a pieno carico,
lalimentatore dovr essere sempre attivo. Questo implica che la frequenza di
commutazione (che attiva il MOS) dovr variare secondo il carico (PFM).
Analogamente, la fcomm, considerata sotto forma di impulsi, nei casi in cui
va spento lalimentatore manca di alcuni di questi impulsi, poich li salta, man-
tenendo il MOS disattivo e, quindi, aperto (PSM).

Studiamo ora lo schema di un semplice controllo PFM.

R5
Vout

R4

TR2 + 12 V

+ 12 V -
1 3 +
Vreset (555)
IN OUT
GND

C6
7805
2

Abbiamo:
R4 = 3,3 k
R5 = 15 k
TR2 = 10 k
C6 = 100 nF

48
Loperazionale, utilizzato come comparatore, pu essere un LM393, per
singola alimentazione, o analogo. Con esso si ha, nelle due condizioni (e ricor-
dando che il 555 ha reset attivo basso):
a) v > v+ V reset = 0 555 fermo
a) v+ > v V reset = alta impedenza 555 attivo

Lo stabilizzatore 7805 genera la tensione di riferimento v+ = 5 V.


TR2 + R4
v = Vout
TR2 + R4 + R5
Equivalendo i due ingressi:
TR2 + R4 + R5
Vout = 5
TR2 + R4
Coi valori impostati, in teoria si ottiene:
Vout MAX = 27,7 V (TR2 = 0)
Vout min = 10,6 V (TR2 = 10 k)
Volendo regolare lalimentatore per un valore compreso nellintervallo
(consentito dal trimmer), come Vout = 18 V, sono stati rilevati, sul boost prece-
dentemente presentato:

Vin Vout
carico
[V] [V]
10,8 no 17,99
10,8 200 17,95
13,2 no 18,02
13,2 200 18,04

Le variazioni subite da Vout sono in un range dello 0,3%, perci molto ri-
dotte rispetto al quasi 4% riscontrato senza il controllo.

Per ottimizzare il controllo, le Case Costruttrici producono integrati dedi-


cati al controllo PFM (come, ad esempio, il MC 34063, di cui parliamo nei
componenti specifici) che implementano controlli pi sofisticati per la prote-
zione dellintero alimentatore.

49
X
Tipologia di controllo PWM

I sistemi PWM agiscono sulla larghezza dellimpulso che comanda


linterruttore (o gli interruttori) di comando dellalimentatore: quando sar ne-
cessario che lalimentatore funzioni, la larghezza aumenter, al contrario se
sufficiente lenergia gi immagazzinata si ridurr la durata dellimpulso.

Voltage-Mode (VM)

La versione VM prevede che luscita del controllo dipenda dal solo valore
di Vout.

Tensioni caratteristiche Il duty-cycle (), proposto dal


di un controllo PWM-VM. generatore PWM, proporzionale alla
Ve tensione derrore tensione di errore (Ve) che deriva dal
tensione della rampa confronto della Vout con la tensione
Vosc
generata dalloscillatore di riferimento impostata.
tensione PWM di comando Per capire pi a fondo il funzio-
Vpwm
dellinterruttore
namento del controllo Voltage-Mode,
rimando al capitolo XI ed in particolare alla trattazione relativa al TL 5001.

Current-Mode (CM)

Il sistema CM, successivo al VM, si basa sulla rilevazione della corrente


sullinduttanza (I L ) e una sua successiva comparazione con la tensione di errore,

50
direttamente dipendente dal riferimento di tensione impostato.

Tensioni caratteristiche di un controllo PWM-CM.


Ve tensione derrore
Quando Ve = V L, il latch si spegne tramite R.
VL tensione sullinduttanza
tensione della rampa Loscillatore genera un treno di impulsi che, pe-
Vosc
generata dalloscillatore riodicamente, attivano lingresso S del latch.
tensione PWM di comando
Vpwm luscita del latch SR.
dellinterruttore

Poich, come noto, per effettuare confronti si predilige luso della tensio-
ne, I L viene convertita in V L con una semplice resistenza: in tal modo, le due
grandezze sono direttamente proporzionali tra loro, secondo la costante R.
Qualora aumentasse la corrente richiesta dal carico (Iout), la tensione di
errore aumenterebbe a sua volta in modo che il t on sia pi alto per soddisfare le
richieste delluscita. Modificandosi il t on, cambia pure che, in questo caso,
aumenta.

51
Confronto tra VM e CM

Poich non sono molto chiare le differenze tra i due tipi di PWM, credo
che un confronto a due in tabella (relativo ad alcune caratteristiche peculiari)
possa sciogliere diversi dubbi ed agevolare la comprensione.

Parametro VM CM SCELTA

Supponiamo che Vin cali bruscamente.


cala Vin
velocit di cala Vin cala Vout
V L impiega pi tem-
risposta alla adattamento della re- CM
po a giungere a V errore
variazione di Vin troazione non bisogna attende-
dipende dalla veloci-
re la risposta
t della retroazione
delluscita
velocit di Supponiamo che il carico aumenti
risposta alle ( Vout cala).
variazioni del presenza di L e Cout
pilotando L in corrente
carico 2 poli nella risposta CM
si elimina un polo
( banda in frequenza
facile compensazione
passante e compensazione com-
retroazione) e/o banda pi larga
plessa e/o banda ridotta
Con carico e Vin costanti non si ha una forma
donda (di pilotaggio del MOS) stabile, anche a
causa del rumore del generatore PWM.
PWM attivato periodi-
camente dalloscillatore
PWM confronto e disattivato dal compa-
stabilit di fun- rampa-V errore ratore
zionamento e di hanno ampiezza elevata R (conv. IV) in serie
VM
efficienza per modulazione stabile a L
Vin bassa serve R piccola
bassa tensione di
comparazione
MAX = 100% (teorico) MAX = 50%
efficienza (a Vin bassa) bassa efficienza (a Vin
standard bassa) a causa di R

Si potrebbe continuare a lungo confrontando altri parametri, ma quanto vi-


sto sufficiente per capire che non esiste una tipologia ideale tra le due esisten-
ti.

52
PARTE QUARTA
***
CONSIDERAZIONI
CONCLUSIVE

53
XI
Componenti particolari
per alimentatori switching

La vastit dei componenti elettronici utilizzabili evidente solo osservan-


do dallesterno un catalogo di un distributore. Tale ampiezza di scelta si giusti-
fica, per alcuni elementi tradizionali (come, ad esempio, diodi e transistor), con
la necessit di averne tanti tipi diversi, ciascuno con poche o addirittura una pe-
culiarit che li rende perfetti in una specifica applicazione. Per intenderci: un
diodo sempre un diodo. Ma uno che regga una tensione inversa di 1000 V ,
giocoforza, diverso da quello che ha un bassissimo t rr .
Gli alimentatori switching, a causa delle talvolta grandi potenze in gioco e
delle sempre rapidissime commutazioni, hanno bisogno di tutta una serie di par-
ti talvolta ideate appositamente per loro. Lelenco sarebbe lunghissimo, ed an-
che a causa di questo risulta difficile 14 progettare precisamente uno di questi a-
limentatori. Focalizzer lattenzione sui componenti generici, che troviamo
sempre negli schemi, e sui controllori che permettono la gestione PFM o PWM.

Interruttori a stato solido

Negli schemi di principio che abbiamo visto, sono presenti interruttori di


tipo tradizionale, considerati come ideali. Date le alte frequenze di commuta-
zione di questi, non pensabile impiegare dei comuni interruttori ma i loro cor-
rispondenti a stato solido, quindi a semiconduttore.
Sappiamo che i componenti per questo scopo sono:
diodi tradizionali (robustezza) e diodi Schottky15 (velocit);
transistor bipolari (BJT);
transistor unipolare (JFET e MOSFET);
SCR( 16);
IGBT(17).
Salvo i diodi, i quali non sono pilotabili (avendo 2 soli pin) e quindi non
possono essere inseriti in qualunque parte del circuito dellalimentatore, tutti
gli altri elementi hanno le caratteristiche per essere impiegati ovunque. Vedia-
mo, in tabella, i criteri per la prima selezione dellinterruttore migliore per i
propri scopi.

14
Non parliamo, poi, di costo dei componenti, e della loro reperibilit e scambievolezza.
15
Diodo Schottky: particolare tipo di diodo a veloce commutazione (inferiore a 1 ns), possibile grazie alla
presenza di uno strato (quello dell'anodo) formato da alluminio, piuttosto che da silicio. In questo mo-
do, il flusso degli elettroni tra le due zone del diodo molto pi rapido, a fronte di una caduta standard
V = 0,3 V.
16
SCR (Silicon Controlled Rectifier): si tratta di un tiristore (diodo a 4 strati, in cui si alternano le zone P
alle zone N) unidirezionale, dotato di un terminale di controllo (gate) per consentire o interrompere il
flusso della corrente quando impiegato nei circuiti di potenza.
17
IGBT (Insulated Gate Bipolar Transistor): questi recenti transistor sono considerabili come dei BJT
con ingresso di base (gate) ad alta impedenza, in maniera analoga ai MOS. Si elimina, cos, il proble-
ma dellassorbimento di corrente proprio dei BJT, permettendo di lavorare con una notevole efficienza
soprattutto alle alte potenze, sia in commutazione che in zona attiva.

54
in Alta Tensione: economici
BJT
in Bassa Tensione: se non possibile pilotare un MOS
facile comando in tensione
MOSFET
UTILIZZO PREVALENTE
circuiti a comando complesso
SCR
non molto utilizzati

IGBT alimentatori con potenze nellordine dei kW

Ricercando lidealit del funzionamento di questi interruttori, in ogni caso


si deve lavorare in saturazione e interdizione, evitando la zona attiva per ottene-
re unalta efficienza del sistema e dissipare su di essi potenze pressoch nulle.
Per la semplicit dutilizzo e i risultati che ci prefiggiamo, scegliamo co-
me interruttori BJT e MOS, oltre ai meno versatili diodi che, comunque, riman-
gono insostituibili per alcuni compiti che svolgono.

Condensatori

Si parlato della dissipazione di potenza nei condensatori causata dalla re-


sistenza interna ESR. Lunico metodo veramente efficace per ridurre queste
perdite scegliere un adeguato condensatore con parametri idonei.
Trattandosi di condensatori elettrolitici (quindi ad alta capacit), esistono
diverse serie che indicano, tra le proprie caratteristiche, il valore di ESR. Que-
sto, per essere accettabile, si pu accettare convenzionalmente quando inferio-
re al decimo di ohm. I condensatori che non indicano ESR non vanno mai im-
piegati, come regola di ordine generale.
Vediamo le possibili scelte in una tabella di riepilogo.

Tipo di condensatore
ESR Utilizzo
(massima T operativa)
Elettrolitico 85 standard Mai riportato Mai

Elettrolitico 85 alta qualit Talvolta riportato Se riportato lESR

Sempre riportato
Elettrolitico 105 standard UNIVERSALE
e idoneo

Elettrolitico 105 speciale Bassissimo Casi speciali

Casi speciali
Tantalio solido Bassissimo
Bassa tensione
Casi speciali
Ceramico Bassissimo
Bassa tensione

Dalla tabella risulta evidenziato il tipo di condensatore a 105, che quel-


lo impiegato comunemente negli switching.

55
Per dare unidea di cosa
comporti il mancato utilizzo
di un condensatore idoneo, si
osservi la foto a lato. Si trat-
ta di due condensatori pre-
senti allinterno di un ali-
mentatore per PC, ovviamen-
te switching. Leggendo sul
corpo dei condensatori si no-
ta la dicitura 85, il che
significa che essi sono sotto-
dimensionati per il loro im-
piego (la tabella prescrive di
non utilizzare mai questi
condensatori): infatti, evidente la fuoriuscita dellelettrolita causata dal man-
cato rispetto delle regole di dimensionamento, e conseguentemente dallo stress
subito da questi componenti.

Trasformatori: nuclei, ferriti. Materiali ferromagnetici

Ricordiamo le principali relazioni del trasformatore.


Vs Ns
=
Vp Np
Ip Is
Con un carico Rs:
Is Ns = Ip Np
Vp Vs Rs
Resistenza vista dal primario, dovuta
Np Ns
al carico:
Rp
Rs
Rp = 2
Ns

Np

I trasformatori utilizzati negli alimentatore switching sono, preferibilmen-


te, a nucleo toroidale con avvolgimenti realizzati ad hoc a seguito dei calcoli di
progetto. Esistono tanti diversi tipi di nuclei per soddisfare ogni esigenza; gene-
ralmente, hanno una forma tale per cui, nel caso in cui si realizzasse automati-
camente lavvolgimento (ad es. nei processi industriali), facile inserirli
allinterno del pacco-spire.

Domanda: Come calcolare il numero di spire necessarie per ottenere un da-


to valore di induttanza, con un certo nucleo magnetico?
Risposta teorica: Occorre tener conto di forma, dimensioni e tipo del mate-
riale del nucleo.
Risposta pratica: Per ogni nucleo e materiale magnetico esiste un valore
A L ( 18) che, moltiplicato per il quadrato del numero di spire, fornisce
linduttanza:

18
La comodit di questo parametro dipende dalla sua presenza sui datasheet, generalmente con unit di
misura in nH.

56
L = AL N2

Per i metalli, come il ferro, il nichel, il manganese, non vale la costante di


permeabilit magnetica del vuoto (0 ), ma una propria costante = 0 r . Ri-
spetto al vuoto, la presenza del metallo come nucleo comporta:
uninduzione B molto pi elevata, a parit di campo H;
oltre un certo valore di H, B resta costante (saturazione, cio
lappiattimento della curva di isteresi);
la relazione tra B ed H non lineare (segue infatti un ciclo di isteresi).
Come i metalli lavorano le ferriti (materiali ferromagnetici), che sono:
materiali ceramici;
ricavati per sinterizzazione 19;
con una conducibilit elettrica molto minore dei metalli: per questo cau-
sano pochissime perdite.
Cambiando ferrite, si modificano le caratteristiche del trasformatore.
La potenza sop- Costruttore Nome materiale fLAVO RO
portata da un nucleo
EPCOS N27 max 100 kHz
legata al suo volume,
e dunque alle sue di- EPCOS N87 oltre 100 kHz
mensioni. Il nucleo FERROXCUBE serie 3CXX max 150 kHz
per uno switching non FERROXCUBE serie 3FXX oltre 150 kHz
deve mai lavorare in
saturazione del flusso, perch in saturazione r = 1, quindi L cala enormemente
V
e I L = L aumenta troppo.
Lt

definita come Temperatura di Curie, nei materiali ferromagnetici, la


temperatura per cui lagitazione termica distrugge le isole magnetiche. A causa
di ci, il nucleo perde le sue propriet ferromagnetiche.
Il processo reversibile, raffreddando il nucleo. Se la temperatura del nu-
cleo maggiore della T Curie, possono aversi effetti distruttivi.
A titolo di riferimento, la temperatura di Curie delle ferriti EPCOS
220C.

MC 34063 (PFM)
6

1 8
SW-C DRV-C
VCC GND

La Motorola ha ideato un circuito integrato che


potesse, con pochi componenti esterni, consentire di 2 S W - E Ipk-S
7
creare un alimentatore switching di qualunque tipolo- 3 5
gia. Questo controller siglato MC 34063 e contiene, al TC COMP -
suo interno: U?
4

generatore di Vref = 1,25 V; MC34063


comparatore tra Vout e Vout desidera ta ;
oscillatore con foscilla zione variabile;
interruttore (di uscita) a doppio transistor (driver di potenza);
protezione da sovracorrente.
Mancano, per ovvi problemi nellottenimento su silicio, linduttanza, il
condensatore di uscita e il diodo.

19
Trattamento ad alta pressione e temperatura di ossidi di ferro.

57
PILOTAGGIO del COLLETTORE

S Q SWITCH di COLLETTORE

R
Ipk-S
SWITCH di EMETTITORE

OSCILLATORE
Ct CAPACIT di TEMPORIZZAZIONE

Vref
+
1,25 V
-

INGRESSO INVERTENTE GND MC 34063


del COMPARATORE

Il principio di funzionamento verte sullo spegnimento della parte di poten-


za nei momenti in cui Vout Vout desiderata .
Linterruttore interno funziona per correnti fino a 1,5 A: serve, perci, il
MOS esterno di pilotaggio dellalimentatore.
Loscillatore interno necessita di un condensatore esterno (C T ), che cari-
cato e scaricato da un circuito di pilotaggio che genera e assorbe corrente co-
stante. La foscilla zione dipende da C T perch:
I source = 35 A
I sink = 200 A
I
in un condensatore, V C = t . Aumentando I, cala t (mantenendo co-
C
stanti V C e C); con le correnti di carica/scarica:
VOSC
1,25 V

0,7 V
t
~ 6t t
CARICA SCARICA

Dai dati in nostro possesso, si nota che t CARICA > t SCARICA di circa 6 volte,
in quanto il rapporto tra le due correnti di carica e scarica quasi 6.
La scarica di C T provoca il reset del flip-flop interno, e la conseguente in-
terdizione dei BJT di uscita. Nel corso della carica di C T , se Vout (presente
sullingresso invertente del comparatore) minore di 1,25 V si setta il flip-flop
e si attivano i BJT; luscita rimane attiva fino al successivo impulso di reset.
Il circuito di protezione controlla la caduta di tensione (V R ) ai capi di una
piccola resistenza posta tra Vcc e Ipk-S. Se V R > 0,330 V, la corrente di carica
di C T aumenta oltre il limite di 35 A per accelerare lo spegnimento dello swi-

58
tching. Il valore della resistenza R dipende dalla massima corrente di picco che
vogliamo ammettere per il nostro alimentatore:

0,33 V
R= []
I picco

A titolo di esempio applicativo, il circuito inverting (proposto nel capitolo


V) controllato dal MC 34063. Nella spiegazione del suo funzionamento sono
indicate alcune informazioni aggiuntive per lutilizzo corretto di questo integra-
to.

TL 5001 (PWM VM)

Osserviamo le seguenti caratteristiche:

2
1 7
Vref = 1 V; OUT RT

VCC GND
Vref = 2,5 V; 3
COMP DTC
6
comparatore a 3 ingressi;
4 5
op-amp amplificatore derrore; FB SPC
uscita a BJT (open-collector);

8
U?
controllo di MAX (DTC); TL5001
protezione dai cortocircuiti (SCP, Short-Circuit Protection);
oscillatore a onda triangolare, con frequenza regolabile tramite resisten-
za (RT).
Sembra incredibile, ma tutto questo stato implementato in un unico cir-
cuito integrato a soli 8 pin, il TL 5001, dalla Texas Instruments. Propongo im-
mediatamente il complesso schema interno di questo controller PWM Voltage-
Mode.

2 VCC 6 DTC

UVLO

X?
Vref
1
OUT
1 V Idt
AMP. ERRORE
4 +
FB - 8
PWM/DTC comp. GND
3
COMP

5 OSCILLATORE
SCP

7 RT TL 5001
Il cuore dellintero sistema il comparatore tra londa triangolare e la ten-
sione fornita dallutente attraverso il pin COMP. Questultima determina la lar-
ghezza degli impulsi in uscita, poich sposta il riferimento del comparatore che
converte londa triangolare (delloscillatore) in rettangolare.

59
INGRESSI
1,2 V

1V

0,8 V

0,6 V
t
USCITA
per VCOMP = 0,8 V

t
USCITA
per VCOMP = 1 V

Osservando il comportamento delle onde rettangolari, si nota che quella


con semiperiodo alto maggiore (onda blu) corrisponde a quella con V COMP mag-
giore (1 V), quindi esiste diretta proporzionalit tra questi due fattori:

t impulso V COMP

Il modulo UVLO (Under-Voltage-Lock-Out, Blocco di Bassa Tensione)


incaricato di spegnere lo switching se Vin troppo bassa. Questo fatto dipen-
de da una caratteristica di tali alimentatori di essere a potenza costante, per cui:

P = Vin Iin

un rapporto di proporzionalit inversa. Se diminuisce Vin DEVE aumen-


tare Iin, con la conseguente distruzione dei componenti (dimensionati per una
corrente sicuramente minore).
LUVLO non programmabile: agisce quando Vin diventa minore di 2,9 V
(con una isteresi di 100 mV).

Come esempio applicativo, utilizzo un alimentatore del tipo buck-boost per


il quale non effettuer calcoli, ma solo alcune considerazioni di ordine genera-
le.

60
Q3 D2
Vin (9-18 V) Vout (12 V, 500 mA)
L1

R7 Q1 Q4
C1 C2 D1 C6

Q2

2
1 7
OUT RT

VCC GND
3 6
COMP DTC
4 5
R1 FB SPC
8

C3 U1
R2 TL5001 R5 R6
C4

R3A R3B

R4 C5

Abbiamo:
R1 = 1 k C1 = 220 F, 25 V
R2 = 1 k (1%) C2 = 100 nF
R3A = 1 k (1%) C3 = 1 nF
R3B = 10 k (1%) C4 = 1 F
R4 = 2,2 k C5 = 4,7 nF
R5 = 220 k C6 = 470 F, 50 V, 105
R6 = 220 k L1 = 50 H
R7 = 2,2 k
D1 = D2 = 1N5818 (Schottky)
Q1 = BJT NPN
Q2 = BJT PNP
Q3 = MOSFET canale P
Q4 = MOSFET canale N

Alcune considerazioni:
R5 limita il duty-cycle massimo: funge, perci, da protezione contro i
cortocircuiti. In questo caso specifico, MAX = 59% limite = 70%.

Per comparare la tensione di uscita, la si deve eguagliare alla Vref (= 1


V) del comparatore interno, mediante un partitore attenuatore R2-R3 (come gi
visto nel cap. VI) con:
Vout 12 V
A= = = 12
Vref 1 V
R2 + R3
A= = 12 R2 = 1 k
R2
R3A + R3B = 11 k
Questi due resistori possono essere scelti con tolleranza dell1% per evita-
re linserimento di un trimmer di taratura.

61
R1, C3, C4, R4, C5 modellano la risposta in frequenza dellanello di rea-
zione: danno stabilit e prontezza di risposta alle variazioni.

R6 determina il valore fcomm = 43,5 kHz.

SG 3525 (PWM VM)

In alternativa al TL 5001, Motorola propone un circuito integrato con mol-


te ottime caratteristiche e vantaggi rispetto al concorrente (anche se questo ha
comportato un package a 16 pin, invece dei pi comuni 8):
due uscite complementari (OUTPUT A, OUTPUT B) in configurazione
totem-pole 20: questo consente di evitare il circuito push-pull usato in diversi
circuiti presentati;
la fcomm determinata da R T e C T esterni ( maggiore precisione);
ingresso di sincronizzazione per ridurre i disturbi;
uscita delloscillatore disponibile esternamente (per sincronizzare altri
circuiti esterni);
Vref (= 5,1 V) interna;
pin dellop-amp amplificatore derrore disponibili esternamente;
funzione di shutdown del chip (per il risparmio energetico).

Le funzioni di ogni pin sono riassunte nella tabella che segue.


PIN N OME DEL PIN I/O D ESCRIZIONE
ingresso invertente dellamp. derrore
1 IN IN
vi si applica la Vout da confrontare con Vref
ingresso non invertente dellamp. derrore
2 IN+ IN
vi si applica Vref (con un partitore se Vout < Vref)
ingresso di sincronismo
3 SYNC IN serve per sincronizzare loscillatore interno con al-
tri oscillatori
uscita (bufferizzata) delloscillatore
4 OSC-O OUT
anche carichi di elevato valore modificano foscillatore
condensatore di timing
C T > 1 nF
5 CT IN 1
foscilla tore =
C T (0,7 R T + 3 R D )
6 RT IN resistenza di timing
uscita di scarica
7 DISCH OUT definisce il t per cui OUT = 0
R DISCH = 0 500
ingresso per partenza graduale
con un condensatore, posto tra esso e massa,
8 SOFT-S IN
allaccensione il aumenta gradualmente fino al va-
lore impostato
9 COMP OUT uscita dellamp. derrore
10 SHUTDOWN IN (Chip Select)

20
La configurazione totem-pole consente il pilotaggio attivo delluscita verso massa o verso
lalimentazione positiva (Vcc). A causa della struttura, identica a quella del push-pull se non fosse per
la presenza di un secondo BJT NPN al posto del PNP, luscita pu erogare o assorbire corrente anche il
misura piuttosto elevata.

62
ingresso per lo spegnimento dellintegrato (attivo
basso)
uscita (totem-pole) per pilotaggio dellinterruttore a
11 OUT A OUT
semiconduttore
12 GND
tensione di alimentazione del totem-pole, se deve
13 VC IN
essere diversa da VCC
uscita (totem-pole) per pilotaggio dellinterruttore a
14 OUT B OUT
semiconduttore
tensione di alimentazione
15 VCC VCC = 8 35 V
lintegrato non lavora per VCC < 8 V
uscita della tensione di riferimento
Vref = 5,1 V (nominale)
16 VREF OUT
conviene frapporre un condensatore ceramico fra il
pin e massa

UC 384X (PWM CM)

7
Sempre Motorola propone in catalogo una intera se- 1 C O M P VREF
8

VCC GND
rie di controllori dedicati alla modulazione PWM con 2 6
controllo in corrente. VFB OUT
Esistono 4 differenti modelli allinterno della serie. 3 4
CS RT/CT
Le differenze tra i vari tipi sono minime e riguardano il

5
massimo duty-cycle e il minimo valore di tensione per il U?
UC384X
funzionamento (UVLO), che ho riassunto in una tabella.

MAX = 50% MAX = 100%


(flyback) (forward, buck-boost)
UC 3845
UVLO min = 8,5 V UC 3843
(bassa tensione)
UC 3844
UVLO min = 16 V UC 3842
(alta Vin off-line)

Saltano subito allocchio i valori piuttosto elevati di tensione richiesti.


Questo significa che questa serie non adatta ad alimentatori con basse Vin,
per i quali si preferiscono controller PWM-VM.
Vediamo ora rapidamente il funzionamento di ogni pin. Poich la tecnolo-
gia costruttiva la TTL, c una dissipazione di energia non indifferente.
PIN N OME DEL PIN I/O D ESCRIZIONE
si collega un parallelo R-C tra COMP e il pin 2 per
1 COMP IN determinare risposta in frequenza e guadagno della
retroazione
(FeedBack)
2 V FB IN
ingresso invertente dellamp. derrore
verifica la tensione ai capi di una resistenza posta in
CURRENT
3 IN serie allinduttanza principale, per decidere quando
SENSE
spegnere il MOS
si definisce la foscillatore: C T verso massa, R T verso
4 RT/CT IN
Vref (pin 8)

63
1,72
UC 3842-3: foscilla tore =
R T CT
1,72
UC 3844-5: foscilla tore =
2 R T CT
5 GND
uscita (totem-pole)
6 OUTPUT OUT
alta corrente di picco (fino a 1 A)
tensione di alimentazione
7 VCC
VCC = V UVLOmin 34 V
uscita della tensione di riferimento
8 VREF OUT Vref = 5,0 V (nominale)
I sink(MAX) = 50 mA

Lo schema generico di utilizzo il seguente.

Vin

Cf
C
al trasf.
Rf C
7

1 8
COMP VREF
VCC GND

Rp1 Rg NMOS
2 6
VFB OUT
Vout RT
3 4
CS RT/CT Ds
Rp2 Cp
5

Cfil U1 CT
UC384X

Rfil
Rsense

dobbligo la spiegazione del funzionamento di ogni componente (o cop-


pia di componenti) per carpire i dettagli di utilizzo di questa serie di controllori.
Rp1
Riducono Vout per paragonarla a Vref (= 5 V).
Rp2
Determina il guadagno dellamplificatore derrore.
Rf
G=
Rp1//Rp2
Rf Rf 7 k
Se si scelgono guadagni elevati si ha:
minore errore in Vout;
maggiore rapidit di risposta.
Se il guadagno troppo elevato la reazione instabile.
Modificano la risposta in frequenza della reazione.
Cp Consentono di ottenere la banda passante maggiore possibile.
Cf 1 1
B << fcomm almeno ,
5 10

64
RT Determinano la foscillatore.
CT Per aumentare la stabilit, R T collegata a Vref (tensione stabilizzata).
Disaccoppia e filtra.
C
C = 100 nF
Proteggono dalla sovratensione negativa causata, durante le commuta-
Ds
zioni, dallinduttanza parassita (tra il pin OUT e il MOS) e dalla capaci-
Rg
t di gate.
Rfil Filtrano la rampa 21 di tensione (causata da I su Rsense) che determina il
Cfil corretto funzionamento della retroazione in corrente.

UCC 380X (PWM CM)

Un tentativo di risoluzione di alcuni problemi della serie UC 384X stato


effettuato dalla Texas Instruments con una nuova serie UCC 380X, e possiamo
dire che in fin dei conti stato compiuto un buon lavoro.
Innanzitutto si passati dalla tecnologia TTL alla CMOS, la quale consen-
te un assorbimento di corrente che, a riposo, quasi nullo.
Altri vantaggi sono:
1. non necessaria la protezione contro la sovratensione negativa;
2. non serve la rete di filtraggio per il picco di corrente: infatti, lintegrato
pone automaticamente a massa (internamente) il Chip Select per 100 ns, un
tempo pi che sufficiente ad evitare la maggioranza dei picchi. Se la durata del
picco fosse, per, maggiore di 100 ns, occorre la tradizionale rete R-C;
3. le versioni sono diventate 6, differenziate da diversi UVLO. Sono inte-
ressanti i due seguenti modelli:
UCC 3803 MAX = 100%
UCC 3805 MAX = 50%
i quali posseggono UVLO min = 4,1 V;
4. la funzione di avvio graduale (soft-start) implementata in tutti i mo-
delli;
5. la frequenza massima di oscillazione ha raggiunto (teoricamente) il va-
lore di 1 MHz.

LM 2751

Il mondo degli switching non legato so-


lo alle grandi potenze, ma anche alle piccole
necessit dellelettronica di consumo, nella
maggioranza dei casi con alimentazione a bat-
teria. Posto il bisogno di alimentare display (o
altro componente di optoelettronica, come ad
es. i LED) a partire da piccole batterie ministi-
lo, la National Semiconductor ha utilizzato il
proprio knowledge nel settore degli switching
per lintegrato LM 2751.
Fornendo in ingresso una tensione compresa tra 2,8 V e 5,5 V, possibile
ottenere in uscita una tensione stabilizzata compresa tra 4,5 V (a 150 mA) e 5 V

21
Il trasformatore possiede una capacit parassita, in parallelo al primario. Questa capacit si carica molto
brevemente, causando un forte picco di corrente che interrompe (prima del previsto) il periodo attivo
dello switching. Il filtro consente un incremento lineare ed innocuo di questa capacit.

65
(a 80 mA). Poich il LM 2751 stato pensato per dispositivi portatili, tutto il
necessario al suo interno, tranne quattro condensatori ceramici (C1 e C2 come
serbatoi di carica, C IN e C OUT come filtri dingresso e uscita) che lutente deve
porre esternamente, come ben visibile nello schema applicativo, sotto.

Le frequenze di lavoro sono impostabili, tramite i pin CS0 e CS1, ai se-


guenti valori:
9,5 kHz
37 kHz
300 kHz
725 kHz
interessante notare lassenza dellinduttanza, non certo casuale poich si
tratta di uno switching a pompa di carica.

66
XII
Confronto tra alimentatori lineari
e alimentatori switching

Giunti al termine del lungo excursus col quale abbiamo tentato di adden-
trarci nel mondo degli alimentatori a commutazione, quantomeno doveroso
proporre una comparazione tra questi potenti apparecchi e i tradizionalissimi a-
limentatori lineari, usualmente oggetto di studio nelle scuole e spesso preferit i
per alcune caratteristiche peculiari.
Neanche a dirlo, quale metodo migliore di un confronto in tabella per ave-
re facilmente sottocchio pro e contro?

Lineari Switching

Semplicit
(circuito, semplici complessi
funzionamento)
trasformatore piccoli componenti
Ingombro
grande ingombro piccolo ingombro

Affidabilit affidabili ed ipercollaudati

Rendimento = 30% 50% 80% e oltre

alte potenze
Potenza ottenibile basse potenze (< 50 W)
(fino ad alcuni kW)
grande P diss sul controllo
Potenza dissipata poca P diss sul controllo
(specie nei regolatori
internamente ( lavora in commutazione)
con uscita variabile)

Dissipatori grandi dissipatori di calore talvolta necessari e grandi

componenti costosi e anche


pochi componenti economici
Costo difficilmente reperibili
basso costo
costo elevato

Un commento doveroso, come nei casi precedenti di confronto. Il fatto


che gli switching abbiano pi elementi favorevoli (evidenziati in grigio) rispet-
to ai lineari non implica automaticamente che essi siano migliori. Anzi, spesso
sarebbero una follia per la realizzazione di piccole sorgenti di tensione che ri-
chiedono pochissimi componenti. Semplicemente, ogni tipologia di alimentato-
re ha dei vantaggi che bene considerare dovendo realizzare un progetto, e a
priori non sempre detto che uno dei due sia il migliore: caso per caso occorre-
r sacrificare qualcosa ed affidarsi a quello ritenuto ottimale.

67
Ringraziamenti

Un ringraziamento dovuto al prof. Mauro Guadagnini, che mi ha fornito


dellottimo materiale e ha avuto la pazienza di controllare ogni singola pagina
alla ricerca degli errori grammaticali e sintattici, che avevo disseminato al loro
interno.

Un sentito grazie al prof. Daniele Casadei Lelli, che ha risolto una mia
battaglia pluriennale con il software di videoscrittura.

Aggiungo pure i proff. Carlo Sansovini e Corrado Maldini i quali, con gli
altri, hanno appoggiato questo progetto. Devo delle scuse a tutti per non averlo
portato pienamente a compimento, secondo il programma preventivato, impe-
dendo unopera pi completa e un loro coinvolgimento maggiore.

Questo lavoro stato unoccasione nuova ed efficace per affrontare il pro-


blema energetico da un diverso punto di vista, molto specialistico ma (credo)
didatticamente utile. Sono orgoglioso di aver portato a compimento il mio per-
corso scolastico come Perito Industriale Elettronico trattando un argomento
come questo.

Non posso non essere riconoscente nei confronti di tutti coloro i quali mi
hanno aiutato e sostenuto in tutti questi anni; su tutti, i miei genitori, che si so-
no sempre fatti in quattro per permettermi di studiare con buoni risultati; i miei
insegnanti, cui spero di aver dato, almeno per qualche breve attimo, delle sod-
disfazioni; i miei compagni di avventura e amici visti per poco e poi mai pi,
ognuno dei quali stato prezioso a suo modo.

Marco Alessandrini

68

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