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maggio
2017
di Elena Falletti *
I sette
aspetti legali
dellartigianato
digitale
Il fenomeno del Digital Do
It Yourself svolge un ruolo
pioneristico nellevoluzione della
definizione giuridica in tema di
condivisione sociale e utilizzo dei
contenuti di propriet intellettuale.
Per questo lindustria ne deve
seguire gli sviluppi
Lincessante sviluppo del-
la scienza e della tecnologia sotto-
pone a continui stimoli il mondo
giuridico. Si tratta di una corsa a
due velocit tra la conoscenza tec-
nologica, che muta le nostre vite
migliorandone la qualit ma ren-
dendole dipendenti dallo stru-
mento tecnico, e la lentezza del
mondo giuridico, che necessita sia
di riflessione per bilanciare inte-
ressi contrapposti, sia di tempo per
rinnovare gli equilibri politici per
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disciplinare materie dai confini
non definiti. Da un lato la scienza
si muove attraverso la scoperta a-
iutata dal dibattito etico, dallaltro
il diritto cerca di regolare questo
divenire con strumenti legislativi,
raccomandazioni e pareri.
Spesso il panorama normativo si
presenta frammentato e di difficile
interpretazione per lintervento di
fonti sovranazionali, come le nor-
mative europee o convenzionali,
fonti locali, come le leggi regiona-
li, ovvero di fonti specializzate, co-
me decreti ministeriali o di autorit
competenti in materia, linee guida
o codici di condotta.
Rapporto tra diritto
e tecnologia
Nel nostro specifico tema, il bre-
vetto rappresenta la regolamenta-
zione giuridica degli aspetti econo-
mici nella tensione tra evoluzione
tecnologica e i diritti connessi, ma
non soddisfa pienamente la rego-
lazione sotto il profilo giuridico, in
quanto prende in considerazione
solamente la posizione dello sco-
pritore/inventore e di chi econo-
micamente sfrutter linvenzione
e non quella di chi quella tecnolo-
gia fruir, cio lutente. In ogni ca-
so la disciplina della propriet in-
tellettuale svolge ancora un ruolo
preminente nella regolazione delle
posizioni giuridiche dei c.d. nuo-
vi diritti o diritti di quarta gene-
razione o ancora diritti della so-
ciet tecnologica per quanto con-
cerne le biotecnologie, la disciplina
dei beni immateriali o digitali, no-
nostante sia da pi parti dibattuta
lidoneit di questo modello a ga-
rantire i diritti delle parti coinvolte.
In questo ambito di ampio respiro
si inserisce la regolamentazione
del DiDIY (acronimo di Digital
Do It Yourself, artigianato digitale),
un fenomeno socio-tecnologico re-
cente che nasce dalla disponibili-
t di strumenti digitali, i quali age-
volano la convergenza dei compo-
nenti tanto fisici e informativi cos
come la crescente accessibilit di
conoscenze e di dati attraverso co-
munit aperte online.
Ci comporta lemersione di nuo-
vi scenari nelle relazioni tra i ruoli
individuali, organizzativi e sociali
nei quali la distinzione tra produt-
tori e consumatori/utenti sfuma in-
sieme allapprocciarsi di nuove sfi-
de e opportunit.
La caratteristica principale del Di-
DIY che il suo punto di partenza
pu essere un contributo indivi-
duale, reso disponibile al pubbli-
co spesso attraverso la rete digitale
con la quale la conoscenza creata
condivisa con imprese, industrie e
la stessa societ.
La collaborazione tra operatori
non si realizza pi soltanto in si-
tuazioni faccia a faccia, ma an-
che attraverso la trasmissione ai
network. Si tratta quindi non sol-
tanto di un processo cognitivo in-
dividuale, ma di un fenomeno so-
ciale pi esteso e complesso.
Digitale e propriet
intellettuale
Il DiDIY estende il problema del
bilanciamento dei diritti di pro-
priet intellettuale con la condi-
visione di informazioni, modelli,
design e degli altri prodotti della
creazione umana. Come noto,
la propriet intellettuale (diritto
dautore, protezione brevettuale,
protezione di marchi, brevetti, de-
sign, e cos via) rappresenta il rico-
noscimento, morale e patrimonia-
le, verso il creatore di unopera o di
un artefatto caratterizzati dallo-
riginalit. La diffusione non auto-
rizzata di opere altrui rappresen-
ta una violazione, che pu essere
anche penalmente sanzionata, di
tali garanzie di legge, le quali at-
tribuiscono ai titolari dei diritti e
alle pubbliche autorit strumenti
rimediali per porre termine alle
violazioni. Tale situazione carat-
terizza il mondo delle cose fisiche
ed a noto che la traslazione di tale
modello nel mondo virtuale di In-
ternet ha provocato non pochi pro-
blemi di adattabilit.
Per il DiDIY il problema si presen-
ta in modo che si oserebbe definire
esponenziale. Perch? Una prima
osservazione riguarda il fatto che
da un lato la protezione della pro-

priet intellettuale prevista per
legge di default ed conosciuta
pressoch a tutti gli ordinamenti
giuridici statali, dallaltro lato In-
ternet e le piattaforme sociali non
conoscono, anzi rifiutano, i con-
fini fisici. Un secondo problema
concerne il fatto che non si tratta
soltanto di fruizione di materia-
li altrui in modo passivo (come
scaricare illegalmente file musi-
cali o video), ma significa prendere
materiali condivisi online, trasfor-
marli e renderli nuovamente di-
sponibili a favore della comunit.
Se per quel che concerne la fru-
izione di musica o video si sta af-
fermando il modello dellon de-
mand o del pay per view a un prez-
zo basso da essere considerato ra-
gionevole dal fruitore finale, per
quel che concerne il DiDIY ve-
drebbe snaturarsi la sua caratte-
ristica collaborativa nellelabora-
zione del progetto trasformativo
o realizzativo di un nuovo bene o
sistema produttivo, perch non si
tratterebbe soltanto della fruizio-
ne passiva di contenuti altrui pro-
tetti, ma della trasformazione, mi-
glioramento, cambiamento di si-
stemi gi esistenti.
Uno dei primi modelli applicabi-
li al DiDIY potrebbe essere lOpen
Source Hardware, quello di Ardu-
ino, o lOpen Source Software. O,
ancora, il Creative Commons do-
ve i creatori della conoscenza ri-
lasciano luso delle loro creazioni
secondo condizioni che possono
riassumersi come segue:
a) libert di utilizzo a qualsiasi uso
(ai sensi di legge);
b) l ibert di adattare i prodotti del-
la conoscenza altrui secondo i
bisogni di ciascuno;
c) l ibert di copiare e condividere
con gli altri;
d) l ibert di distribuire le versioni
modificate.
Il problema sarebbe risolto? No,
perch si tratterebbe di una solu-
zione su base volontaristica che
non deroga la disciplina legislati-
va obbligatoria, anche se per quel
che concerne i diritti disponibili
lascia maggiori libert rispetto al-
la legge vigente.
1 DiDIY e diritto
dautore
Come noto, ai sensi della legge
655/1941 il diritto dautore tutela
le opere dingegno che abbiano ca-
rattere creativo concernenti la let-
teratura, il teatro, la musica, la ci-
nematografia, la radiodiffusione,
le arti figurative, la scienza, qua-
lunque sia il modo nel quale esse
vengono espresse, ma non lidea
in se stessa. Pi recentemente si
aperto un vivace dibattito sulla
possibilit che anche banche dati e
programmi software debbano ob-
bligatoriamente soggiacere a que-
sta disciplina. Nella maggior parte
degli ordinamenti giuridici, il di-
ritto dautore un diritto automati-
camente attribuito al creatore, che
acquisisce per legge il diritto mo-
rale (cio di vedersi riconosciuto
quale creatore dellopera) e patri-
moniale dautore (cio la remune-
razione per la produzione di copie,
la distribuzione e la vendita, la de-
rivazione di altri lavori, la cessio-
ne degli stessi diritti patrimoniali).
Al fine di agevolare la condivisio-
ne della conoscenza, le condizio-
ni Creative Commons specificano
che i creatori di opere dingegno
possono riservarsi soltanto alcune
delle prerogative di legge, lascian-
do liberi gli altri fruitori di utilizza-
re e trasformare lopera nei limiti
stabiliti dallautore originario.
Di tale regime derogatorio posso-
no avvantaggiarsi gli operatori del
DiDIY, ovviamente nel rispetto dei
contenuti resi disponibili dal tito-
lare della licenza. In caso contra-
normative
Le fonti del diritto
Diritto dautore Legge 22 aprile 1941 n. 633 - Protezione
del diritto dautore e di altri diritti connessi al suo esercizio
Marchi e Brevetti D.Lgs. 10/02/2005, n. 30 - Codice della
propriet industriale
Design Direttiva 98/71/CE del Parlamento Europeo e del
Consiglio del 13 ottobre 1998 sulla protezione giuridica dei
disegni e dei modelli.
Regolamento (CE) n. 6/2002 del Consiglio, del 12 dicembre
2001, su disegni e modelli comunitari
Contratti Art. 1322 cod. civ.: Autonomia contrattuale
Responsabilit civile Art. 2043 cod. civ. Risarcimento
per fatto illecito.
Tutela della riservatezza Decreto Legislativo 30 giugno
2003, n. 196 - Codice in materia di protezione dei dati
personali
Provvedimento Tribunale di Milano 30 maggio
2016 Si tratta di una decisione relativa allapplicazione del
Creative Commons su fotografie condivise su Facebook senza
lindicazione dellautore degli scatti originali.
Non materia direttamente pertinente il DiDIY, ma indicativa
di un approccio giurisprudenziale ampiamente condivisibile:
la paternit dellopera va sempre attribuita, anche in caso si
utilizzino licenze diverse.
rio la giurisprudenza ha ricono- in quanto lattivit dei maker con-
sciuto il risarcimento del danno a siste nel produrre oggetti e infatti
carico dellutilizzatore che non ab- la tutela brevettuale copre una va-
bia aderito alle indicazioni dellori- sta gamma di oggetti: dal prodotto
ginario titolare del diritto dautore. farmaceutico allutensile da cuci-
Si tratta di una pronuncia innova- na, dove ciascun prodotto pu es-
tiva, ma ancora isolata (Tribunale sere composto da pi invenzioni
di Milano, 30 maggio 2016), ma in- brevettate. Per esempio, uno de-
dicativa nellottica di una gestione gli ambiti dove la disciplina bre-
pi aperta del diritto dautore. vettuale trova maggiori riscontri
nellambito DiDIY la creazione
2 DiDIY e brevetti di droni. I veivoli telecomandati a
Se il diritto dautore protegge la for- distanza possono essere utilizzati
ma della realizzazione di unidea, in vari modi, per esempio in caso
il brevetto protegge linvenzione. di ispezione dei luoghi pericolosi.
La legge garantisce al detentore Si tratta di un ambito innovativo e
del brevetto di escludere chiunque di alta specializzazione tecnologi-
altro dal produrre, vendere, sfrut- ca ma di altrettanta sensibilit giu-
tare il modello brevettato in una si- ridica, non solamente per le possi-
tuazione di monopolio della dura- bili violazioni brevettuali, ma per i
ta ventennale. Il tema brevettuale rischi di violazione per la privacy,
molto sensibile in ambito DiDIY, lincolumit e le propriet altrui.
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3 DiDIY e tutela
dei marchi
La tutela del marchio giuridica-
mente molto stringente perch il
marchio, comunemente definito
anche brand, rappresenta liden-
tificazione dellimpresa e della sua
reputazione con il suo prodotto sul
mercato e presso i consumatori.
Esso pu consistere di una parola,
una frase, un simbolo, un disegno
che rende immediatamente rico-
noscibile il prodotto sul mercato.
Il diritto comunitario ha agevolato
la creazione di un marchio euro-
peo che permetta lestensione su
tutto il mercato interno dellUnio-
ne dellestensione della reputazio-
ne e riconoscibilit di prodotti di
una certa impresa, indipendente-
mente dalle sue dimensioni.
Anche se il DiDIY rappresenta una
opportunit di condivisione delle
proprie esperienze di fabbricazio-
ne artigianale, svolte in ambienti
del tutto virtuali o concreti, non si
vedono ostacoli relativi allappli-
cazione di tale disciplina a favo-
re delle produzioni realizzate con
DiDIY. Si tratterebbe della attribu-
zione di un segno distintivo utile
al fine di rafforzare sia la presenza
di questo processo produttivo sul
mercato interno, sia per sfruttare
a vantaggio delle realt DiDIY le
garanzie predisposte dallordina-
mento giuridico.
4 Tutela del design
nel DiDIY
Tutelare il design significa proteg-
gere la forma di oggetti tridimen-
sionali, prodotti la cui apparenza,
in tutto o in parte, risulti caratte-
rizzata da particolari, linee, con-
torni, forme, colori, testi o mate-
riali che compongano il prodot-
to stesso o facciano parte del suo
ornamento. Il prodotto di design
unentit complessa, che riguar-
da non solo progetti artigianali ma
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anche industriali relativi al packa-
ging, simboli grafici o tipografici,
purch originali, tuttavia esclu-
dendo i programmi per computer.
La tutela giuridica del design
sempre stata oggetto di dibattito
tra i giuristi a causa del suo essere
una tutela ibrida, tra diritto dauto-
re e brevetto, proprio a causa della
complessit dellideazione e crea-
zione dei prodotti di design.
LUnione Europea intervenu-
ta nella disciplina del design con
due importanti normative: la Di-
rettiva 98/71 e il Regolamento
6/2002. La prima ha quale scopo
larmonizzazione del panorama
eterogeneo delle legislazioni na-
sette spazi normativi
per chi crea in digitale:
diritto dautore,
brevetti, marchi,
design, contratti,
responsabilit civile,
protezione dei dati
personali
zionali dei Paesi Membri nellam-
bito dei modelli, o prodotti, di de-
sign registrati, mentre la seconda
istituisce il marchio comunitario
e disciplina anche per i modelli
di design non registrati. Il punto
chiave di questultima normativa
che affronta la protezione del de-
sign in modo unitario, affermando
che tale protezione deve essere ef-
ficace in tutta lUE. Ci rappresen-
ta un indubbio vantaggio per la co-
munit dei maker che condivido-
no i loro prodotti di design online
allinterno dellUE.
5 DiDIY e contratti
Come noto, un contratto rappre-
senta un accordo giuridico patri-
moniale tra due o pi parti, attra-
verso il quale le parti medesime
giungono a un accordo avente ef-
fetto legale.
Tramite il contratto gli operato-
ri DiDIY possono disciplinare in
modo autonomo, seppur restan-
do nei limiti di legge, le loro reci-
proche pretese o posizioni rispetto
a un progetto complesso comune,
prevedendo il trasferimento di di-
ritti di propriet intellettuale, op-
pure un contratto riguardante il
finanziamento del progetto, e cos
via. Date la novit del DiDIY e le-
stensione delle sue applicazioni,
lutilizzo dello strumento contrat-
tuale e delle relative norme, quin-
di, pu essere molto esteso in osse-
quio alla tutela del principio di au-
tonomia delle parti, quando queste
decidano di regolare i loro rappor-
ti secondo le loro necessit, ma nel
rispetto delle norme imperative,
dei principi di ordine pubblico e di
buon costume.
6 Responsabilit
civile e DiDIY
Il tema della responsabilit civi-
le non sembra essere considerato
primario tra gli operatori del Di-
DIY perch si pensa che la gratu-
it dello sforzo non debba essere
inficiato da costi come quelli rela-
tivi al (possibile) risarcimento del
danno provocato da un oggetto
creato attraverso il DiDIY stesso.
Tuttavia un argomento del qua-
le importante prendere consape-
volezza, soprattutto in considera-
zione del fatto che la legge italiana,
allarticolo 2043 del Codice Civile
esplicitamente stabilisce che qua-
lunque fatto doloso o colposo che
cagiona ad altri un danno ingiusto
obbliga colui che ha commesso il
fatto a risarcire il danno.
Generalmente la parte che ha
sofferto il danno che deve dimo-
strare il nesso causale tra levento
dannoso e il danno subito. Si trat-
ta di una situazione disagevole che
potrebbe portare il possibile pro-
duttore amatoriale delloggetto
che ha provocato lipotetico dan-
no a effettuare un esborso che po-
trebbe essere anche significativo.
Nella realt non si tratterebbe di i-
potesi del tutto remote, basti pen-
sare a uno sfortunato incidente
con strumenti creati da una tecno-
logia di cui si gi trattato in prece-
denza come luso di droni, maga-
ri durante un servizio fotografico
durante una festa o in situazioni si-
mili. Per ovviare a tali spiacevoli si-
tuazioni sarebbe sufficiente stipu-
lare unappropriata assicurazione
per la responsabilit civile a tutela
di terzi.
7 Protezione dei dati
personali e DiDIY
La protezione dei dati persona-
li rappresenta uno dei punti pi
delicati in questa materia perch
concerne istanze relative alla pro-
tezione della sicurezza, la libert
di manifestazione del pensiero e la
partecipazione democratica.
Poniamo un esempio chiarificato-
re, citando il fenomeno delllInter-
net of Things, che uno degli am-
biti nei quali il fenomeno DiDIY
manifesta pi interesse, sviluppo
e crescita. In questo grande ambi-
to, la raccolta e lintercettazione
dei dati personali dei titolari e dei
fruitori dei dispositivi di tipo IoT
un punto di grande sensibilit:
vanno garantite forme di sicurez-
za e protezione dei dati personali,
diritti di anonimato, ai sensi delle
normative nazionali e dellUnione
Europea, sia sotto la tutela dei dati
personali, sia per la dovuta garan-
zia di anonimizzazione dei dati
medesimi.
*Elena Falletti docente di diritto
privato comparato presso la Scuola
di Diritto dellUniversit Carlo
Cattaneo LIUC di Castellanza (VA)