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musica e lingua

amalgamare una larga messe di esotismi offerti al pubblico eu- Matarrese, Tina (1993), Il Settecento, in Storia della lingua italiana,
ropeo, spesso per la prima volta, nellapologia del Cristianesimo a cura di F. Bruni, Bologna, il Mulino.
felice [] nel Paraguai del 1743-1749 (Migliorini 1960: 581). Migliorini, Bruno (1960), Storia della lingua italiana, Firenze, San-
La riflessione sulla lingua venne confortata dalla dimesti- soni.
Monteverdi, Angelo (1948), Lodovico Antonio Muratori e gli studi in-
chezza con le carte medievali, latine e volgari, usufruite per le torno alle origini della lingua italiana, Atti e memorie dellArca-
opere storiche, segnatamente i Rerum Italicarum Scriptores co- dia s. 3a, 1, pp. 81-93 (poi in Id., Cento e Duecento. Nuovi saggi
minciati a stampare nel 1723 e la loro sistematizzazione nelle su lingua e letteratura italiana dei primi secoli, Roma, Edizioni del-
75 dissertazioni delle Antiquitates; si aggiungano le epigrafi la- lAteneo, 1971, pp. 97-116).
tine, pubblicate nel Novus thesaurus veterum inscriptionum del Puppo, Mario (a cura di) (19662), Discussioni linguistiche del Settecento,
1739-1742. Questi materiali diedero a Muratori una consape- Torino, UTET (1a ed. 1957).
volezza documentaria sui rapporti tra latino classico e latino Sorella, Antonio (1981), Il progetto linguistico-culturale di L.A. Mu-
volgare, sugli influssi di quelli che oggi chiamiamo sostrati, sul ratori, Pescara, Edizioni Trimestre.
Timpanaro, Sebastiano (19692), Postilla su Maffei e Muratori, in Id.,
ruolo esercitato nella nascita dei volgari neolatini dal super- Classicismo e illuminismo nellOttocento italiano, Pisa, Nistri-Li-
strato germanico, sullimportanza dei dialetti nello svolgi- schi, pp. 359-370.
mento della lingua nazionale. Vitale, Maurizio (19782), La questione della lingua, nuova ed., Pa-
Il quadro complessivo fu affidato, nelle Antiquitates, so- lermo, Palumbo (1a ed. 1960).
prattutto alla citata dissertazione XXXII De origine linguae
Italicae e alla XXXIII De origine Italicarum vocum (completata
da un poderoso Catalogus etimologico), scritte nel 1726-1730
e sottoposte al giudizio preventivo degli amici eruditi (soprat-
tutto del senese Uberto Benvoglienti, che invi nutrite po-
musica e lingua
stille). Con esse comincia la storiografia linguistica italiana in
senso moderno (Monteverdi 1948; Marazzini in Muratori 1988, 1. Storia della lingua e storia della musica
che colloca lattivit di Muratori nella temperie culturale del
tempo, tra Maffei, Fontanini e i grandi eruditi principalmente I rapporti tra lingua e musica sono strettissimi, sia perch gran
tedeschi). Quanto alletimologia, Muratori si stacc dal francese parte della produzione poetica, non soltanto italiana, stata
Gilles Mnage (1613-1692), le cui Origini della lingua italiana concepita in funzione dellaccompagnamento musicale (dal-
(1685) sono ripetutamente contraddette in nome del mancato lantica tragedia greca al melodramma, dai canti trobadorici
rispetto delle etymologiae leges (specialmente in fatto di fonetica alla canzone popolare; cantata, voce; canzone popolare
e formazione delle parole). Alla ricostruzione arbitraria di etimi e lingua; melodramma, lingua del), come mostra la stessa
non attestati Muratori riusc spesso a sostituire citazioni di terminologia delle forme metriche e testuali ( ballata, can-
volgarismi contenuti in carte latine, allargando poi lorizzonte tica, canto, canzone, ode, sonetto, ecc.), sia perch lesi-
con le varianti dialettali della voce italiana. Meno condivisibile genza di definire con le parole il mondo dei suoni ha prodotto
il frequente ricorso a presunte radici germaniche, forma indi- unampia letteratura specialistica, dai trattati di composizione
retta di cosmopolitismo (Timpanaro 19692: 366; ma cfr. So- e di canto alle recensioni degli spettacoli musicali.
rella 1981: 81) in ossequio a una concezione storiografica e po- La storia della lingua e della letteratura italiana, in parti-
litica filo-longobarda, e per con salutare funzione di colare, intrattiene con la storia della musica rapporti secolari.
riequilibrio rispetto alla posizione di Maffei, che nella quasi nota, innanzitutto, la predilezione del nostro Paese per la
contemporanea Verona illustrata (1732) negava pressoch ogni musica vocale e la poesia per musica: il melodramma nacque
influsso straniero sulla nascita dellitaliano. in Italia tra la fine del Cinquecento e linizio del Seicento e,
Linteresse verso i dialetti, nato in Muratori dalla fre- fino allOttocento inoltrato, ebbe uninfluenza imparagonabile
quentazione del Maggi (di cui molte poesie milanesi sono con- rispetto ad altri tipi di musica e di teatro. Ma gi nel medioevo
servate nella trascrizione di Muratori) e acuito dai problemi di i generi di poesia per musica erano in assoluto i pi praticati
edizione dei cronisti volgari det medievale (come la cronaca (Gallo 1986). Il culto italiano per la parola scritta e le norme
dAnonimo Romano, edita integralmente con versione latina retoriche, infatti, mal si conciliava con forme di musica asso-
nelle Antiquitates III, 1740: 249-548), si concret in un ab- luta, cio strumentale e svincolata, almeno negli intenti, da esi-
bozzo di vocabolario modanese, parallelo alle dissertazioni genze imitative e descrittive (Rossi 2002: 117-118); tant che
linguistiche. Lopera non ricevette lultima mano per la la nostra storia musicale costellata di dichiarazioni che af-
stampa, ma riesce testimonianza pionieristica di lessicografia fermano, da una parte, la consustanzialit di musica e poesia
dialettale in Italia (Muratori et al. 1984). e, dallaltra, lindiscutibile sudditanza della prima nei confronti
Fabio Marri della seconda: la musica non pu che imitare la lingua, seguirne
i concetti, sottolinearne gli affetti (Bianconi 1986). Ancora
Fonti nel Settecento Ranieri Calzabigi scriveva:
Muratori, Ludovico Antonio (1738-1742), Antiquitates Italicae Medii Non si agita, non si commove, non si straccia il core
Aevi, Mediolani, ex Typographia Societatis Palatinae in Regia
Curia, 6 voll.
co suoni o scuotimenti daria variati e sempre insi-
Muratori, Ludovico Antonio (1964), Opere, a cura di G. Falco & F. gnificanti quando son soli, ma bens con appropriate
Forti, Milano - Napoli, Ricciardi, 2 voll. note, da un sublime linguaggio poetico accompagnate
Muratori, Ludovico Antonio (1988), Dellorigine della lingua italiana. (Rossi 2002: 110).
Dissertazione XXXII sopra le antichit italiane, a cura di C. Ma-
razzini, Alessandria, Edizioni dellOrso.
Fino al Settecento, litaliano era tra le lingue pi conosciute
Muratori, Ludovico Antonio et al. (1984), Vocaboli del nostro dialetto nelle corti europee, proprio grazie al successo dei musicisti, al
modanese. Con appendici reggiana e ottocentesche modenesi, a cura punto che anche molti compositori stranieri, da Hndel a Mo-
di F. Marri, M. Calzolari & G. Trenti, in Atti del Convegno in- zart, musicarono testi in italiano ( immagine dellitaliano).
ternazionale di studi muratoriani (Modena, 1972), Firenze, Ol- Anche nellambito della trattatistica, soltanto a partire dal
schki, 1975-1990, 7 voll., vol. 6. Settecento il tedesco super litaliano come lingua della mu-
sicologia, fino al secolo precedente appannaggio quasi esclu-
Studi sivo del latino e dellitaliano (Rossi 1994: 77), questultimo spe-
DOvidio, Francesco (1982), Scritti linguistici, a cura di P. Bianchi, cialmente nellattivit dei trattatisti cinque-seicenteschi, da
Napoli, Guida. Pietro Aaron a Vincenzo Galilei, da Giorgio Bartoli a Giovan
Folena, Gianfranco (1983), Litaliano in Europa. Esperienze linguisti- Battista Doni (Rossi 1996a; Rossi 1996b; Siekiera 2000).
che del Settecento, Torino, Einaudi.
Formigari, Lia (1984), Filosofia linguistica, eloquenza civile, senso co- I termini tuttora utilizzati in tutto il mondo per le indica-
mune, in Ead. (a cura di), Teorie e pratiche linguistiche nellItalia zioni agogiche (ovvero riguardanti la velocit e lespressivit
del Settecento, Bologna, il Mulino, pp. 61-81. con cui va eseguita una composizione musicale: allegro, largo,
Fubini, Mario (19683), Dal Muratori al Baretti. Studi sulla critica e presto, rubato, vivace, ecc.) testimoniano il favore goduto dalla
sulla cultura del Settecento, Bari, Laterza. nostra lingua.

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Musica e lingua sono unite anche da un diverso punto di vi- conda parte dellArtusi overo delle imperfettioni della moderna
sta, che va al di l dalla produzione estetica. Il ritmo, infatti, e musica, Venezia, Vincenti, 1603, p. 35).
gli altri valori fonici (timbro, intonazione) hanno da sempre ac- Gli strumenti musicali, secondo i trattatisti fino allOtto-
comunato non soltanto musica e poesia, bens musica e lingua cento, hanno ragion dessere soltanto a imitazione della voce
parlata. Basti pensare allenorme importanza rappresentata, in umana, giacch limitazione, secondo i dettami aristotelici, il
questultima, dai cosiddetti tratti soprasegmentali ( sopra- principio dogni arte, in pittura come in musica:
segmentali, tratti), grazie ai quali chi ascolta un enunciato
in grado di comprendere, oltre alle parole che lo compongono, voi havete a sapere come tutti li instrumenti musicali
non soltanto la differenza tra unasserzione, una domanda e sono rispetto et comparatione a la voce humana man-
unesclamazione, ma anche il diverso valore dei sintagmi: per cho degni per tanto noi si afforzeremo da quella impa-
es., Pietro guarda pu essere tanto unesortazione a Pietro a rare et imitarla: [...] cos come il degno et perfetto di-
guardare qualcosa, quanto la constatazione che Pietro sta guar- pintor imita ogni cosa creata a la natura con la variation
dando qualcosa, o anche lesortazione a qualcuno a guardare di colori cos con tale instrumento di fiato et corde po-
Pietro e non un altro (per tacere di altre possibili distinzioni pi trai imitare el proferire che fa la humana voce.
sottili, sempre grazie allintonazione e al ritmo). Particolari Cos sosteneva Silvestro Ganassi nel suo trattato sul flauto
strumenti elettronici (detti spettrografi) per lanalisi dei suoni intitolato Fontegara (1535). Ancora due secoli dopo gli faceva
vocali sono in grado di visualizzare la curva melodico-ritmica eco Vincenzo Martinelli, in una lettera del 1758: Ogni stru-
(oltrech lo spettro) degli enunciati e di ridurla, dunque, alla mento ha per suo fine principale, anzi unico, la imitazione della
stregua di un brano musicale ( fonetica). voce umana (Rossi 2002: 102).
Bisogna attendere il protoromanticismo tedesco perch mu-
tino gli orizzonti, non soltanto compositivi bens teorici e, con-
2. Il lessico della musica seguentemente, terminologici, con la nascita di tutta una serie
di sinestesie e di metafore basate sulle arti figurative e su altri
Il lessico specialistico della musica ha una storia molto diversa temi. Ovviamente molti termini connessi con il concetto di co-
rispetto agli altri sottocodici italiani (Nicolodi & Trovato 1994- lore (colore, coloratura, croma, cromatico) esistevano fin dai se-
2000). Da un lato, infatti, esso si afferma precocemente, se si coli precedenti, sebbene esprimessero originariamente non tanto
considera che il primo trattato musicale a stampa risale al 1492 stati danimo quanto labitudine scrittoria di annerire le note di
(Francesco Caza, Tractato vulgare de canto figurato, Milano, durata inferiore rispetto alle bianche e le differenze di colore dei
Pachel), senza considerare le fonti manoscritte precedenti, tasti di semitono in taluni strumenti. Solo a partire dalla seconda
come lanonimo Trattato musicale di Vercelli (ante 1447) o il tre- met del XVIII secolo gli accostamenti tra pittura e musica di-
centesco manuale di Jacopo da Bologna, Larte del biscanto mi- ventano sistematici e si profila a poco a poco la posizione auto-
surato (Nicolodi et al. 2007: 69). Dallaltro, esso rimase a lungo noma e originale della musica nellambito delle arti e delle tec-
vincolato ai modelli della trattatistica latina e, soprattutto in niche espressive, fino a negarne la funzione imitativa:
virt del peculiare oggetto di studio, pi che come un lessico
settoriale vero e proprio ( linguaggi settoriali) si configura la musica, che impropriamente detta arte imitativa
come un insieme di usi metaforici e prestiti da altri ambiti, dalla perch non ha modello discernibile nel materiale
creato, spaziando in un campo pi vasto, e per pi dif-
matematica alla fisica, dalla retorica allastronomia.
ficile, interessa non collimitare gli oggetti della natura,
Fin dalle origini della speculazione occidentale sulla natura
ma collesprimere con segni, che in s stessi nulla di-
della musica (Aristosseno, IV sec. a.C., e ancor prima, sebbene
cono e meno dipingono, la forza, e leffetto che sullo
meno specificamente, Platone, Aristotele e altri), questul-
spirito, sul cuore, e sulla immaginazione delluomo
tima stata inserita in un alone simbolico, trattata metafori-
quegli oggetti produssero (Giovan Battista Rinuccini,
camente e, quindi, messa in relazione con altro da s. La co-
Sulla musica e sulla poesia melodrammatica italiana del
siddetta musica artificiale (vale a dire quella prodotta dalla voce
secolo XIX, Lucca, Guidotti 1843, pp. 10-11).
umana o da strumenti) non che un riflesso della musica ce-
leste, quella cio prodotta dallarmonico e regolato moto delle
sfere che d vita alluniverso. Tali moti vengono spiegati me-
diante valori matematici. Mentre, tuttavia, le metafore mate- 3. Metafore
matiche si cristallizzarono presto e continuano a caratterizzare
il lessico musicologico (basti pensare a tutte le frazioni con- Tra Settecento e Ottocento dunque tutto un crescendo di
trassegnanti gli intervalli e i tempi: dapprima sesquialtera o metafore visive, incoraggiate dalla riflessione scientifica coeva
emiolia, sesquiterza, sesquiottava, dupla, tripla, poi quarta, (Newton, Mersenne, Rameau, Barbieri e altri), che studia lo
quinta, tre quarti, ecc.), le metafore astronomiche sono dap- spettro dei colori come quello dei suoni, ma soprattutto dal
prima assai rare: bisogna attendere il Novecento, natural- mutamento della mentalit e del gusto correnti, che passano da
mente con tuttaltro spirito, per incontrare casi come costella- una concezione musicale logocentrica e antropocentrica a una
zione, nebulosa e simili, che rimandano agli aggregati di suoni sempre pi orientata verso la strumentalit e lassoluto.
e ai confini indistinti di linee melodiche. Non certo casuale, Se, per esprimere i caratteri della musica vocale, il con-
dunque, nel sistema didattico medievale del quadrivio, la col- fronto con le arti della parola era quasi obbligato, per descri-
locazione della musica accanto a discipline come la matematica vere la pi sfuggente musica strumentale (o quantomeno una
e la fisica, lastronomia e la teologia. musica vocale sempre meno imitativa) si ricorre allanalogia
Al gi citato topos dellimitazione della musica nei con- con altre sfere sensoriali. Di qui il contingente di aggettivi e
fronti della parola risale il pi produttivo ambito metaforico nomi riguardanti i timbri degli strumenti o delle voci e le pe-
del lessico musicale: quello linguistico-retorico. Se la musica culiarit di una melodia o di unarmonia: chiaroscuro, impasto,
per antonomasia quella vocale, allora canto significa, generi- nuance, pasta, pastoso, tavolozza, tinta; la musica diventa ora
camente, musica, conversazione buon accordo tra le parti vo- quadro o pittura musicale, ora figura o immagine, i suoni ven-
cali e strumentali, dire o parlare o proferire cantare o suonare, gono dipinti e il compositore pittore. A ulteriore conferma
emettere suoni musicali, pensiero tema musicale, recitare dellepocale cambiamento appena descritto, si sviluppano, nel
suonare, voce o sillaba nota (e nota, a sua volta, rimanda a Settecento, alcune metafore e similitudini che ribaltano lot-
un segno scritto e, solo successivamente, per traslato, al suono tica cinque-seicentesca: infatti ormai la voce ad essere para-
che ne consegue), fino ai tuttora vivi frase, grammatica, periodo, gonata a uno strumento e non pi solo il contrario.
sintassi, ecc., a indicare le strutturazioni fondamentali del di- Per descrivere la tipologia vocale si ricorre a termini come
scorso musicale (altra metafora tuttora utilizzata dai musico- flautato o squillante; ma si considerino anche termini (tutti ri-
logi). addirittura attestato luso metaforico del termine me- feriti alla voce) quali martellato, scordato, arpeggio, arpeggiato,
tafora, che, se in retorica indica una parola usata in luogo di pizzicato e altri, tutti provenienti dallorganologia e dalla prassi
unaltra, in musica contrassegnava un intervallo dissonante esecutiva di vari strumenti. Se fino a pochi decenni prima gli
usato in luogo di uno consonante (Giovanni Maria Artusi, Se- strumenti a fiato venivano descritti sul modello della voce

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umana, Giovanni Pizzati (La scienza de suoni e dellarmonia, tenda altro, se non ci che un vuole che sia inteso: et per
Venezia, Gatti, 1782, p. 186) annovera invece questa nel questo tutti coloro che hanno cognitione di lettere,
gruppo di quelli: overo chintendano qualche cosa; sogliano prima
chessi discendino alle particularit di quel che vo-
lOrgano della voce umana pu dirsi una specie distro- gliano dire tutte le equivocationi da i ragionamenti
mento da fiato [...]. Poteva parere, che la glottide do- loro torre: perch mentre ragionano chi scolta si potria
vesse far quel ufficio, che fa la piva delloboe, della pensare, che ragionassero di quel che loro non pensano.
quale un labbro battendo nellaltro concepisce un moto
tremolo, che allaria si comunica, e che la trachea fa- Cos Ludovico Zacconi (Prattica di musica, Venezia, Polo,
cesse lufficio della canna stessa delloboe. 1592, c. 193r) introduce la differenza tra il termine tuono
Tra Otto e Novecento, metafore pittoriche e daltro ambito tono, nel senso di intervallo di seconda, dalluso del mede-
subiscono nel lessico musicologico unimpennata senza pari, simo termine come sinonimo di modo, nel senso di particolare
abbracciando praticamente ogni tecnica e corrente: acquaforte, formula melodica assunta a prototipo compositivo. Per chia-
affreschista, affreschistico, astrattismo, astrattista, botticelliano, rire gli equivoci, egli propone due locuzioni: tuono di grado per
bulinato, caravaggismo, cubismo, divisionismo, impressionismo, il primo concetto, tuono harmoniale per il secondo. Poco oltre,
macchiaiolismo, palladiano, peruginesco, puntilismo, puntilista, scarta modo come sinonimo di tono, a causa dellequivoca po-
tiepolesco; e addirittura: acido, acidulo, acquoso, acuminante, lisemia del primo termine, utilizzato anche, tra laltro, per de-
agro, asprezza, aspro, levigamento, liquido, molliccio, profumo, signare un fenomeno ritmico. Nonostante le buone intenzioni
soffice, solido (tutte documentate in Nicolodi et al. 2007). (pi che la pratica, in verit confusissima, dei loro scritti)
Ma lottica antropocentrica del confronto degli strumenti dello Zacconi, dello Zarlino e di altri autori, la polisemia e la
con lessere umano non scompare, se lillustre musicologo Pie- sinonimia accentuatissime hanno continuato a caratterizzare la
tro Lichtenthal, nel suo Trattato dellinfluenza della musica sul musicologia fino ad anni recenti. Basterebbe, per dimostrarlo,
corpo umano e del suo uso in certe malattie (Milano, Maspero, ripercorrere i lemmi principali del lessico della musica nei trat-
1811), scrive a proposito del clarinetto: il suo respiro molle, tati cinque-seicenteschi (e oltre). Accanto ai gi citati casi di
pieno di forza, tenero e soave. Il suo tono non quel grido pe- tono e modo, sugli equivoci legati al termine armonia (in almeno
netrante che lanima dellobo, ma un sentimento diffuso in dieci accezioni, ciascuna con molti sinonimi) si potrebbero
amore, il tuono de cuori sensibili trasportati (p. 32); il con- scrivere vari volumi di storia delle idee musicali (Luzzi 2002).
trabbasso parla con arditezza (p. 36) e le tonalit, secondo un Agostino Pisa (Battuta della musica, Roma, Zanetti, 1611, pp.
inveterato stereotipo, vengono ancora umanizzate: il do mag- 49-50 et passim) si intrattiene sui vari significati e sui dodici si-
giore esprime innocenza, semplicit, voce di fanciullo; il do mi- nonimi del termine battuta. Erano denominate canto, tra lal-
nore dichiarazione damore, lamento, amore infelice, melan- tro, la parte del soprano, in una composizione polifonica e la
conia, desiderio delloggetto amato; il sol bemolle maggiore corda pi acuta degli strumenti cordofoni. Sinfonia poteva de-
trionfo in cose ardue, libero respiro dopo gravi fatiche; il la signare, almeno, un generico insieme di suoni concordanti,
maggiore ingenua dichiarazione damore, contento, speranza di il tamburo e anche la musica corale. Sempre Zacconi (Prat-
rivedersi (pp. 36-40). Ed ecco anche la riproposizione del so- tica di musica, cc. 20v-21r) invita alla riduzione della sinonimia
lito topos della superiorit della musica vocale sulla strumentale: (tatto, tempo, misura e battuta) per esprimere il concetto di
battuta, proponendo ladozione esclusiva di tatto e dissua-
la musica senza canto, e fosse il pi bel concerto, muove dendo dalluso di tempo a causa della sua spiccata polisemia:
sbadigli e sonno nel fanciullo e nelluomo senza coltura; potendo mi pare intendere meglio con un nome solo che con
ben altro leffetto del canto: non vidi mai dormire per- tanti, mi contento di questuno, lasciando in libert ogni uno
sona alcuna a una buona musica vocale (p. 21). di dirli quel che li pare. Di voce si possono riconoscere almeno
Ci nondimeno, in Lichtenthal abbondano fantasiose me- otto accezioni musicali, oltrech allovvio voce umana: da
tafore pittoriche (dipingere, disegno di contorno, pittura musicale, suono di uno strumento a nota musicale, da linea melodica
quadro musicale, smalto, ecc.: la voce di tenore la pittrice vera di una composizione polifonica a intervallo. E la lista po-
di tutte le passioni: i suoi quadri portano il sigillo della verit, trebbe seguitare a lungo (Rossi 1994).
p. 30). Naturalmente il ricorso a metafore non esclusivo del Fabio Rossi
lessico musicale sebbene sembri caratterizzare maggiormente
questo settore, forse proprio perch quello sonoro pare pi Studi
sfuggente rispetto ad altri linguaggi e dunque molto pi diffi- Asor Rosa, Alberto (dir.) (1986), Letteratura italiana, Torino, Ei-
cile da descrivere con le parole, pur se paradossalmente queste naudi, 15 voll., vol. 6 (Teatro, musica, tradizione dei classici).
Bianconi, Lorenzo (1986), Il Cinquecento e il Seicento, in Asor Rosa
sono comunque fatte di suono , vista lintrinseca metaforicit 1986, pp. 319-363.
di tutte le lingue verbali, n quelle legate al mondo della reto- Gallo, Franco A. (1986), Dal Duecento al Quattrocento, in Asor Rosa
rica e della matematica sono le uniche metafore della musico- 1986, pp. 245-263.
logia delle origini. Andrebbero citate, almeno, quelle relative Luzzi, Cecilia (2002), Per la semantica di armonia: in margine a stru-
alla collocazione degli oggetti nello spazio (alto, basso, salire, menti recenti di lessicologia musicale, Studi di lessicografia italiana
scendere, scala, ecc.), nate plausibilmente dallo spostamento sul- 19, pp. 67-107.
lasse spaziale di un fenomeno acustico e articolatorio (la fre- Nicolodi, Fiamma et al. (a cura di) (2007), LesMu. Lessico della lette-
quenza delle vibrazioni delle corde vocali), forse per osserva- ratura musicale italiana 1490-1950, Firenze, Cesati (Cd-Rom).
Nicolodi, Fiamma & Trovato, Paolo (a cura di) (1994), Studi sulla lin-
zione del movimento della testa dei cantanti verso lalto o verso gua della letteratura musicale in onore di Gianfranco Folena, in Le
il basso (con solita estensione della musica vocale alla musica parole della musica, Firenze, Olschki, 3 voll., vol. 1.
tout court), per assecondare il corrispettivo movimento della la- Nicolodi, Fiamma & Trovato, Paolo (a cura di) (2000) Studi di lessi-
ringe nellarticolazione di suoni acuti o gravi. cologia musicale, in Le parole della musica, Firenze, Olschki, 3
Oltre al frequente ricorso a metafore, il lessico musicale voll., vol. 3.
caratterizzato dallabuso di polisemia e sinonimia, entrambi in- Rossi, Fabio (1994), La polisemia nel lessico della trattatistica musicale
dici del tardivo affrancamento della musica da altri ambiti. italiana cinquecentesca, Studi di lessicografia italiana 12, pp. 73-
Molti trattatisti italiani antichi hanno lamentato tale man- 121.
Rossi, Fabio (1996a), La musica nella Crusca. Leopoldo de Medici,
canza di specificit del lessico musicale, tentando di far ordine Giovan Battista Doni e un glossario manoscritto di termini musicali
in un ginepraio di usi vecchi e nuovi, di termini ormai invec- del XVII secolo, Studi di lessicografia italiana 13, pp. 123-182.
chiati utilizzati per esprimere nuovi concetti e di neologismi Rossi, Fabio (1996b), Qualche problema di lessicografia e di lessicologia
non ancora acclimatati: musicali, in Tra le note. Studi di lessicologia musicale, a cura di F.
Nicolodi & P. Trovato, Firenze, Cadmo, pp. 1-21.
la quantit delle cose che si ritrovano essere et conve- Rossi, Fabio (2002), Tra musica e non-musica: le metafore nel lessico
nire sotto un equivoco nome, sforzano spesse volte a di- musicale italiano, Musica e storia 10, 1, pp. 101-137.
stinguere quello di che si parla, da quellaltro che non Siekiera, Anna (2000), Tradurre per musica. Lessico musicale e teatrale
intende di parlare; accioch sotto dun nome non sin- nel Cinquecento, Prato, Rindi.

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