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Vita e Pensiero Pubblicazioni dellUniversit Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to
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II Perrotta, nel suo studio sui tragici greci, afferma che YAlcesti di
Euripide ?non e soltanto un capolavoro, ma una tragedia che rivela as
sai raffinata sapienza e perfino virtuosismo nella struttura? (1): giudizio
pienamente giustificato dagli studi su YAlcesti, e dalle imitazionidi que
sto dramma (2), il piu antico rimastoci del grande tragediografo.
Tragedia veramente umana e questa, tutta imperniata sulla fatale
necessita della morte di Alcesti, che si sacrifica per salvare ilmarito. Se
non che Tirrazionalita del dramma, o almeno del mito, a cui ha attinto
Euripide, distrugge molta parte dell'efficacia tragedia. umana di questa
Ci si sente infatti a disagio di fronte alia paradossale posizione di
Admeto che piange la morte di Alcesti ? da lui voluta e sollecitata?
(3).
Quale puo essere stato il motivo che ha spinto Euripide ad ammettere
un fatto cosi irrazionale in uno dei suoi drammi piu umani? puo essere
chiamato ?virtuosismo? questo? e poi spiegabile? Non credo. Penso ad
ogni modo, si debba dapprima vedere se tale
imposta irrazionalita e
all'autore dal mito; a spiegarne
il che pero non Tintroduzio
basterebbe
ne, dal momento che Euripide sa plasmare i miti in modo che rispon
dano sempre meglio alia sua sensibilita artistica e- psicologica.
II mito (4) che noi leggiamo in Apollodoro (5), e che, in ultima ana
lisi, pare risalga alle 'Hotai (6), racconta come Apollo, condannato da
- -
249
Aevum - Anno XX - 17
Zeus a servire un uomo mortale (1) venne a scontare la sua pena a Fere
in Tessaglia presso Admeto,
ospitalmente che Taccolse. cio gli fu
Di
grato il dio che, per ricompensarlo, aiuto Admeto ad aggiogare al carro
un cinghiale e un leone. Era infatti la prova che Pelia, padre di Alcesti,
desiderata da Admeto, aveva imposto a chi avesse voluto averla come
moglie. Ne qui si fermo la benevolenza di Apollo, Avendo infatti Adme
to trascurato di offrire un sacrificio ad Artemide, questa se ne indigno,
ed Admeto trovo nel talamo un fitto groviglio di serpenti (^?a*6vTtov tzsi
paaa ptoasvov). Disse Apollo all'ospite che placasse la dea; ma nulla
valse tuttavia a soddisfarla, ne a stornare la fatale condanna ad una
morte immatura (2). Apollo ottenne allora dalle Moire che Admeto ne
fosse liberato, se, venuto il momento fatale, sjcougtwo: tic auTou .Srvvi
Orsp
t^stv ?a7)Tat. TraT/.px [j.y-y^ y\v'jvt;. Ne il padre, ne la madre benche vec
chi, vollero morire per il figlio; "XAayj^ric 0^spazs5av?. Poi, secondo alcuni,
Kopr,. ossia Persefone, rimando Alcesti in terra (3); secondo altri, la ri
condusse allo sposo Ercole, aaysffaasvo: f/UoV(.
Non occorre qui notare le divergenze minori tra il mitografo ed
Euripide (4). Bensi colpisce il fatto che Euripide in un mito cosi psico
logicamente coerente abbia introdotto un elemento paradossale e irrazio
nale, per cui Admeto avrebbe cercato lui qualcuno che volesse morire
al suo posto, e avendo passato in rassegna il padre, la madre e gli
amici tutti non trovo nessuno che fosse disposto a morire in sua vece,
nessuno, se non
la sua propria moglie Alcesti.
Non e chi non veda che una simile accezione del mito doveva ne
cessariamente urtare gli spettatori, e gettare fin dalle prime battute una
sinistra luce su Admeto, che Apollo non si perita di definire ow; (5).
Ed e qui che si fonda tutta la questione circa YAlcesti di Euripide,
e da qui muovono gli sforzi di tutti i critici per cercar di giustificare la
versione euripidea.
II Valgimigli afferma che ? Admeto non solo accetta, ma chiede e
sollecita il sacrificio di Alcesti. Cio risulta chiarissimamente, e senza
250
(2) gilbert murray, Euripide e i suoi tempi. Trad. Nina Ruffini. Bari, 1942, p. 46.
(3) Valgimigli, o. c, p. 263.
(4) Valgimigli, o. c., p. 269.
(8) Sarebbe infatti una finzione urtante e un controsenso e non si puo credere che
Euripide convinto deH'egoismo di Admeto ne descriva poi Tanimo addolorato. E gli spet
tatori come avrebbero potuto giustificare questa contraddizione?
251
"
anche se fu motto cianciassi non ne potresti caoar nulla di piu;
u
questa donna andra d'Ade nelle case
"
m'auvio oerso di lei per consacrarla con la spada.
"
Sacro infatti e colui, agli dei di sotterra,
"
da I capo del quale questa spada tagli il capello (3).
(1) Patin, Etudes sur les tragiques grecs. Euripide I (1879), citato dal VALGIMIGLI
p. 265.
(2) v. 71.
(3) v. 72.
- -
252
no morire sua moglie (1). E viene Admeto, e il suo primo apparire sulla
scena ci fa Teffetto di un uomo, cui pesa grave su l'anima un tragico
destino. Alcesti chiama il sole
"
perche gli occhi dell uom cercan morendo
il Sole; e tutti I'ultimo sospiro
mandano i petti a la fuggente luce ? (2)
Sono gli dei la causa di tutto questo, sono essi gli onnipotenti che
devono far troncare lo strazio.
Questo, io credo, e ii significato di tutta la scena: una terribile
necessita che pesa su tutti, una forza oscura, una invincibile xvay/.r,, E
il crescendo e tragicamente sublime: la commozione doveva pervadere
il teatro, e non si riesce a stabilire se piu ci s'accori per Alcesti o per
Admeto. Quando la madre ricorda i figli (6), un lamento, anzi, quasi un
ululato esce dall'anima d'Admeto
(1) v. 232.
(2) U. FOSCOLO, Dei Sepolcri, v. 121 e segg.
(3) v. 246.
(4) v. 249.
(5) v. 250 e segg.
(6) v. 379.
(7) v. 380.
-
253
E termina la sccna
grido di Alcesti:
col ?non son piu? (1) a cui insert
salo e pazzo risponde Admeto: ?i
Spac; zpoXsfeetc; ?Addio ? gli dice Al
cesti. ?E finita I? risponde Admeto.
Rapida e la conclusione, ma potente ne e il pathos tragico che
(1) v. 390.
(2) Sono i versi magnifici 280-325 in cui Alcesti con appassionate parole ricorda ad
Admeto il suo sacrificio e lo scongiura di non sposare altra donna che odierebbe i suoi
figli.A lei in versi immortali,dal 328 al 434, con tenerissimeparole promette fede eterna
il marito.
(3) v. 570. ^
(4) v. 605. E in questo verso che io vedo la sutura tra la tragedia sospesa con la mi
di Apollo a Thanatos: sj tcxOtT oLmx^r.ani si
naccia Spaaei? o^oiai; Ipoi La tragedia svolge
a mio parere tra divinita: Apollo e Thanatos in un primo tempo; Thanatos e Eracle inun
secondo tempo, tra questi due tempi il poeta ha voluto fame vedere gli effettisul piano
naturale: e la tragedia del divino in cui s'innesta T eterna tragedia degli uomini sempre
dominati dal fato.
(5) v. 606-961.
(6) vv. 683, 684.
- -
254
(1) Quanto al verso al 730 ?va a sepellire colei, poiche tu stesso ne sei l'assassino?,
auTi; o>v auTx? cpov*uce al toiuttiv x.aTa/.Tdc del v. 696, non e chi non veda che il senso e que
sto: ?tu ne sei Tuccisore perche non sei morto tu e quindi hai costretto in certo qual mo
do lei a morire, e cioe il cpovsu?e il *aTa//rdc non devono prendersi alia lettera e cio nean
che se si da Y interpretazione comune del presupposto mitico.
(2) E cioe i vv. 282, 284, 287 e 158, 297-298, 523; 962 e ss.
scxioc v. 10 e
(3) Fin dai primi versi abbian sentito che Admeto e dctto cpiXo; avr.c al v.
42. Vedi anche LuiGI Sechan, o. c. Anche i versi 955 e segg. che secondo il Valgimigli
dovrebbero essere la riprova del fatto che Admeto ha sollecitato e voluto la morte di Ak
cesti, mi sembrano invece provare il contrario. L'animo di Admeto esacerbato nel parossi
smo del dolore vede la sua vita futura immersa nell'infelicita della desolazione e si ripie
-
255
quello deiraccezione comune del mito euripideo, cioe che Admeto avrebbe
voluto e sollecitato moglie. Non e possibile
la morte che sia cosi.
della
Admeto e troppo umano per essere mostro, e d'altra parte la simpatia
delTautore per quest'infelice non ci permette di credere che Taccezione
comune del mito sia la giusta.
Revisione e possibile?
del mito? Ho pensato in un primo tempo
che il mito
quale accettato da e
Euripide dovrebbe essere ricostruito
cosi: Admeto per una colpa che noi non conosciamo, o che non ci
interessa conoscere, e stato condannato a una morte immatura, e forse
nemmeno lo sapeva; sennonche Apollo, che ha trovato presso di lui
una tanto cordiale ospitalita, volendolo contraccambiare, si da d'attorno
tra parenti e amici di Admeto, e cerca uno che lo voglia sostituire (1).
Non si trova nessuno, e solo Alcesti (2), in uno slancio d'amore (3)
Motpa; SsXcoaa;
cfr. anche vv. 33-34: Moisac ooX.w aorXavTi 7r/vr( (ed. RESCH. Eumen. 723 segg.). Euripide
insiste su la responsabilita di Apollo nella sostituzione di Alcesti, cio che si puo vedere
/.araTraowv.
anche dal discorso di Apollo con Thanatos v. 31: acpspi^ojutsvo; *ai
(2) Euripide non ci dice se il sacrificio di Alcesti sia dovuto al suo impulso o alle
preghiere di Admeto, pero in parecchi punti del dramma si accenna a libera scelta (vv. 282,
287), si accenna altrove a qualche cosa di destinato, voluto, dagli dei e dalla terribilefor
za deH'avd^r, (vv. 158, 297; 523; 962 segg.). Vedi su cio il BisSlNGER, Ueber die Dich
tungsgattung und den Grundgedanken der Alcestis des Euripides, Zweite Hdifte, Erlan
gen, 1871 pp. 3 segg.
(3) Non mi pare abbia ragione ilValgimigli, quando afferma che 1'amore di Alcesti
?e troppo casto e troppo tranquillo per una esaltazione che porte alia rlnun
giustificare
- -
256
Contro questa interpretazione del mito stanno pero i versi del pro
logo (15-18):
-avTac o? eXsy?a<; xat r^s^sXS-wv
cpjfXouc
TuaTspa ypatav
5' 73 cro' stilts (a*/]Tspa
cia della vita? (p. 271) non e certo un'eroina che ami le posizioni sensazionali di certe
(1) Non credo di dover accettare l'ipotesi di M. croiset {Observations sur le rdle
d'Amete dans VAlceste a"Euripide inRev. des et. gr. XXV, 1912, p. p. I-II) con la sua
spiegazione, con cui sostiene che nei wd^a? otXou? oltre il padre, la madre, non e da ve
dersi inclusa anche la moglie. II Valgimigli definisce ?artificiosa 1' interpretazione? del
croiset e credo abbia ragione. Faccio inoltre notare che la mia ipotesi non e stata sug
gerita dalla letturadelle tragedie del Quinault e dell'Alfieri, ma frova, forse, la stessa
origine che in questi due poeti, cioe nel bisogno spirituale di circondare con la nostra
simpatia tuttii personaggi del dramma.
- -
257
"
tutti auendo pregato e auendo passato in rassegna
"
gli amici, e il padre e, oecchia, quella che lo partorioa
"la madre, non trovo (o!>/ vjOps) eccetto la
"
moglie, chi uolesse morto in sua oece, non piu
"
guardare la luce ?.
Anche pensando come abbiamo fatto sopra che 0O7 yjOpspossa assu*
mere il valore di oOy Itujtsv I/cov cioe ?alia fine non si trovo ad avere
chi si sacrificasse per lui?, restano sempre altri verbi che non ammet
tono alcuna possibilitydi dubbio. Apollo dice troppo chiaro che Admeto
deve dare in cambio (Sta^acavTa), che Admeto ha richiesto (s)iyHa;),
che Admeto e andato in giro tra gli amici (Sts^sXSwv).
Non c'e piu alcun dubbio ormai. E la tragicita di Admeto diventa
formidabile, se noi ripensiamo a quello strano cambio, a quelle strane
richieste, a quella stranissima e tristissima rassegna.
Se si considera Admeto come un condannato a morte, che va in gi
ro a pregare che qualcuno gli faccia il piacere di morire per lui, ci si
preclude ogni via d'intelligenza.
Se invece si intende che il divino amico di Admeto, senza far cen
no di nulla, dopo aver combinato con le Moire il baratto, vada a far quel
giro e alia fine dica: ?Caro Admeto, ti do la bella e la triste notizia
che tu non devi piu morire, perche quell'anima santa di tua moglie, da
me richiesta, accetta di morire per conto tuo?: salviamo il salvabile ma
cozziamo contro la lettera del testo che dice :
?lo salvai dal morire il figlio di Pheres, ingannando (el' inganno
del vino di cui parla Eschilo) le Moire: e le dee mi consentirono che
Admeto sfuggisse 1'
Ade imminente, purche avesse dato in cambio un al
- -
258
3* t' saot.
Xpaffetc 6|jLOtcoc TauT-', xTziyS^ieri
E poi Euripide passa a vedere gli effetti della lotta divina su un pia
no naturale, cioe nella famiglia di Admeto.
La tragedia ineluttabilmentesi compie, Alcesti cade vittimanihil mh
serantis Orci, Admeto impreca contro tutti, ma la tragedia non e qui, la
tragedia e sospesa. Noi si vuol vedere come manterra Apollo la sua mi
naccia. Ecco entrare in scena Ercole il semidio, elemento di raccordo
tra i due piani, il naturale e il soprannaturale, ecco che di Ercole si
serve il dio per
sconfiggere Thanatos.
Magli uomini nulla sanno di tutto questo, gli uomini di cui e pane
il dolore condito di salse lacrime, non si spiegano la scherzosa superio
rity di Ercole che a sua volta urta anche la sensibilita degli spettatori.
Non e YAlcesti un dramma satiresco, e una tragedia che ha due pia
ni : il piano soprannaturale cui fatalmente e sottoposto il piano naturale.
Solo cosi si puo intendere il dramma, solo cosi si puo capire la grande
arte di Euripide.
Quando Admeto sa da Apollo che egli potra non morire, qualora
trovi qualcuno che muoia in sua vece, senza esitazione risponde: ?Nes
suno vorra accettare di morire per me, e d'alira parte a nessuno posso
chiedere questo sacrificio?.
Ma Apollo non e piu un semplice pastore ubbidiente, ora e un dio,
un dio che ha vinto le piu oscure forze dell'essere, per salvare un mor
tale pio, un dio che impone la sua volonta sovrumana ed estranea a ogni
sentimento umano: ?Devi cercarel Devi chiedere! agli amici cari, al pa
dre alia vecchia madre... a tua moglie?.
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Carlo Cremaschi
(1) Questa interpretazione nuova, rispetto alia comune accezione, del mito dell' Alce
sti e frutto di uno scambio di idee che ebbi la fortuna di poter fare col ch. mo Prof. Piohf,
a cui mi e grato porgere anche qui un riconoscente ringraziamento per quanto fa per ac
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