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SORIN DRAGOMIR
1. Punti critici
Sia f : A R una funzione definita su un insieme aperto A Rn e
sia x0 A.
Definizione 1. Si di che x0 `e un punto critico di f se f `e differenziabile
in x0 e dx0 f = 0.
I punti critici si dicono anche punti stazionari. Se x0 `e un punto
critico della funzione f allora il differenziale dx0 f `e il vettore nullo
dello spazio duale (Rn ) .
Definizione 2. Sia f : A Rn R una funzione. Si dice che un
punto x0 A `e un punto di minimo locale per la funzione f se esiste
un insieme aperto U Rn tale che x0 U e f (x) f (x0 ) per ogni
x A U . Altres` x0 si dice punto di massimo locale per la funzione
f se esiste un insieme aperto U Rn tale che x0 U e f (x) f (x0 )
per ogni x A U . Un punto x0 A si dice di estremo locale se x0 `e
un punto di minimo oppure di massimo locale.
Teorema 1. Sia f : A Rn R una funzione differenziabile nel
punto x0 A. Se x0 `e un punto di estremo locale per la funzione f
allora x0 `e un punto critico per la f .
Il Teorema 1 fornisce una condizione necessaria affinche x0 sia un
punto di estremo locale. Se f `e differenziabile in ciascuo punto di A si
adotta la notazione
Crit(f ) = {x A : dx f = 0}
(linsieme dei punti critici di A). Per il Teorema 1 i punti di estremo
locale di una funzione differeziable f : A R si trovano nellinsieme
Crit(f ).
1
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` necessaria la seguente
E
Definizione 5. Sia R. Una funzione f : Rn \ {0} R si dice
omogenea di grado se
f (tx) = t f (x), x Rn \ {0}, t > 0.
Dimostreremo
Teorema 4. Sia A = [aij ]1i,jn una matrice n n, simmetrica, con
tutti elementi reali aij R, 1 i, j n. Si consideri la funzione
F : Rn \ {0} R data da
n
1 X
F (x) = aij xi xj , x Rn \ {0}.
kxk2 i,j=1
Allora
1) La funzione F `e differenziabile in ogni punto di Rn \ {0},
2) F (tx) = F (x) per ogni t > 0 e ogni x Rn \{0} i.e. F `e omogenea
di grado = 0.
Inoltre
3) se x0 Crit(F ) `e un punto critico di F allora F (x0 ) Spec(A)
e x0 Eigen(A; F (x0 )) i.e. F (x0 ) `e un autovalore di A e x0 `e un
atovettore di A corrispondente allautovalore F (x0 ).
Inoltre
4) lestremo superiore e lestremo inferiore della funzione F sono
finiti e si realizzano in Rn \ {0}.
Infine
5) se m = inf{F (x) : x Rn \ {0}} e M = sup{F (x) : x Rn \ {0}}
sono il valore massimo e il valore minimo di F allora m, M Spec(A)
i.e. m e M sono autovalori di A (precisamente m e M sono il pi` u
piccolo e il pi`u grande autovalore di A).
In un momento spiegheremo le notazioni adoperate nel Teorema 4.
Nonstante un fatto tecnico [che poi verr`a utilizzato per caratterizzare
le matrici (semi) definite positive, oppure (semi) definite negative, in
termini del loro spettro] si deve enfatizzare la bellezza del Teorema 4.
Infatti esso lega oggetti che appaiono a priori come molto distanti i.e.
punti critici della funzione F e lo spettro della matrice A.
Incominciamo col richiamare alcune nozioni di algebra lineare. Data
una matrice quadrata A = [aij ]1i,jn si ponga
p() = det (A In )
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n
X
= aij vi vj = Q(v)
i,j=1