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Davide e la spugna magica

Davide non si vuole mai lavare!


Sarebbe un bel ragazzino, alto, carino, con bei capelli castani e occhi marroni, vivaci e
intelligenti
Eppure sempre sbrindellato, spettinato, impolverato, sudato e trasandato.
Perch?
A chi glielo chiede, risponde che non ha tempo, che ha da fare, che stanco.
Gli viene in mente sempre una bella scusa, ma di lavarsi non gli viene in mente mai.
Certo che non piacevole stargli vicino.
E contornato da un bel puzzino che lo segue dappertutto, come una nuvoletta che tiene
lontani tutti coloro che si imbattono in lui.
Davide non se ne rende conto e soffre come non mai quando la mamma lo obbliga a farsi la
doccia, a lavarsi i capelli, a cambiare gli abiti, perch se fosse per lui si darebbe una lavatina
simbolica e via di corsa a fare quello che pi gli piace.
Passato il primo giorno di scuola, in cui il ragazzino si presentato lavato e strigliato in
conseguenza delle raccomandazioni minacciose materne, linsegnante si accorta della sua
scarsa igiene personale, ne ha parlato con la sua mamma e ha compreso che tutto sta in un
problema di rispetto: innanzitutto verso se stesso e poi per chi gli sta accanto.
Davide non si rispetta.
E semplice capirlo.
La sua insegnante, allora, durante lintervallo, lo ha preso da parte, gli ha parlato con molta
dolcezza e gli ha detto:
Davide, ho bisogno che tu mi faccia un piccolo favore.
Desidero avviare una ricerca in classe sulla magia che sempre presente nelle favole e
voglio che ciascuno di voi, e tu per primo, trovi se esiste davvero qualcosa che pu essere
considerato un oggetto magico.
Io sono convinta che la magia esiste in ognuno di noi, ma pochi ci credono.
Ho deciso di affidare a te il primo esperimento.
Devi trovare qualcosa che abbia questo potere, che cambi la tua vita e i tuoi rapporti con gli
altri.
Ho visto che sei sempre solo, che i tuoi compagni spesso ti evitano e tu ci resti male.
Eppure sei simpatico, brillante, intelligente.
Cosa c che non va?
Te lo sei mai chiesto?
Coraggio!
Datti da fare e impegnati in questa ricerca che ti affido.
Davide rimasto un po stupito.
Possibile che linsegnante si sia accorta della sua difficolt e che abbia compreso il suo
disagio, senza che ne abbia mai parlato a nessuno?
Appena tornato a casa si fa coraggio e racconta alla mamma del colloquio e del compito
affidatogli e prontamente si sente rispondere:
Davide, c un unico sistema per conoscere gli altri e il loro pensieri: imparare a conoscere
se stessi e i propri pensieri. Capire e capirsi una vera magia.
Ma come posso fare tutto ci? chiede dubbioso il ragazzo.
Si inizia a conoscere se stessi ponendosi davanti ad uno specchio, guardandosi negli
occhi, scoprendo se ci piaciamo, se possiamo cambiare qualcosa di noi, migliorandoci.
Davide pensoso, dopo aver fatto merenda, va nella sua stanza per finire i compiti e
studiare. Passa, cos, davanti alla grande specchiera del corridoio, quella dove non perde
mai tempo a guardarsi, perch farlo, secondo lui una cosa da femminucce, una perdita di
tempo.
Per la prima volta si guarda con attenzione.
Ma quello l proprio lui? Quello con i capelli arruffati, con un baffo dinchiostro sulla
guancia?
Il suo sguardo scende a osservare con attenzione tutta la sua persona: la camicia mezza
fuori dai pantaloni, le mani con le unghie nere, i pantaloni frittellati, le scarpe da ginnastica
sporche
Gli altri, tutti, a scuola e a casa, lo vedono come non si era mai visto.
Non pu fare a meno di chiedersi come reagirebbe egli stesso se avesse un compagno di
banco cos, un amico cos disordinato
Considera che aveva sempre avuto ragione la mamma quando gli raccomandava di essere
ordinato e di tenersi pulito.
Capisce, finalmente, che presentarsi agli altri al meglio della propria forma indice di
rispetto per gli altri e per se stessi.
Si d unultima occhiata e proprio non si piace.
Decide che darsi una bella lavata il primo passo e riordinare il proprio abbigliamento il
secondo.
Lindomani, in classe, quando linsegnante lo richiede, legge la seguente riflessione:
Ho fatto di recente una nuova esperienza.
Ho scoperto lesistenza di un oggetto semplicissimo e magico nella vita quotidiana di tutti
noi: la spugna. Non mi ero mai accorto di quanto sia morbida, delicata sulla pelle e soffice.
E straordinario insaponarsi, lavarsi, sciacquarsi, asciugarsi e ritrovarsi puliti, sentirsi in
ordine.
Piacere a se stessi il primo passo per piacere anche agli altri e ci non solo un atto
superficiale, ma un modo per mettersi in contatto con chi ci sta vicino.
Non lo sapevo, non me ne ero mai reso conto.
Lavarsi una grande scoperta e la spugna un vero oggetto magico che aiuta a farlo.
I suoi compagni, che attenti lo hanno ascoltato, entusiasti, battono le mani

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