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Anand Dlvar
Lo schiavo
Indice
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Prologo alla presente edizione
13 Uno
19 Due
27 Tre
37 Quattro
45 Cinque
55 Sei
63 Sette
71 Otto
79 Nove
85 Dieci
93 Undici
103 Dodici
107 Tredici
111 Quattordici
115 Quindici
121 Libri
123 Lautore
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Uno
Quando ripresi i sensi, mi accorsi subito che cera qualcosa
che non andava per niente bene. Davanti a me, una luce mi
feriva gli occhi e non riuscivo nemmeno a batter ciglio. Cercai
di scostare lo sguardo, provai a muovere le braccia per coprirmi
il viso con le mani, ma non ci riuscii. Il corpo era completamente paralizzato e percorso da un dolore e un freddo che non
avevo mai sentito prima.
Provai anche a urlare e a chiedere aiuto ma fu tutto inutile,
qualcosa entrava nella mia bocca e mi bruciava la gola mentre
un terribile rumore mi feriva le orecchie.
Per diverse ore fui esclusivamente preso da una terribile disperazione. Poi dalla disperazione passai al terrore quando alcuni
pensieri riuscirono a filtrare attraverso il dolore nella mia mente
Dove sono?.
Cosa sta succedendo?.
Sono morto!.
Tra il dolore, il terrore e questi pensieri, alla fine persi i sensi.
E grazie a Dio, perch ormai non ce la facevo pi. Non so se
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Uno
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Poi avevo preso quel paio di pasticche blu che mi aveva dato
Edoardo. Questa lultima cosa che ricordo.
Ah mio Dio! Alla fine ce lho fatta, ho chiuso con la mia
vita. Non possibile! Che mi succede? Perch non riesco a
muovermi? Perch non riesco a chiudere gli occhi?.
Quellimbecille mi ha avvelenato, pensavo. Sono allInferno a pagare per tutte le mie colpe molto peggio di quanto immaginassi.
Non credevo nella vita dopo la morte, ma in quel momento
non trovavo unaltra risposta.
No Dio, perdonami, ti prego! Dammi unaltra possibilit.
Il rumore di una porta che si apriva interruppe i miei pensieri e distinsi allora una voce femminile: Ma che casino che
fa sta merda, comment.
lunica che abbiamo, sai come siamo messi qui, rispose
un uomo.
Ma com possibile che abbiamo un solo macchinario per
la respirazione artificiale?.
Be cos e dobbiamo fare del nostro meglio con quel che
c.
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Uno
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Approfittane per cambiargli la flebo disse luomo. Qualcuno deve pur bagnare le piante.
Scoppiarono entrambi a ridere e io rimasi l carico di rabbia
e disperazione.
Luomo usc dalla stanza, la donna cambi un contenitore
appeso vicino al mio letto e poi and subito via.
Avevo gi qualche risposta la conversazione si ripeteva
pi volte nella mia mente:
Un incidente?
entrato in coma?
Laura perdonami?
Qualcuno deve pur bagnare le piante,
bagnare le piante
le piante.
Due
I primi giorni potei esplorare la stanza in cui ero. In realt
esploravo la parte di camera compresa nel mio immobile campo visivo. Sul soffitto cera una sgangherata lampada al neon
che sembrava essere l l per cadere.
Alla destra del mio letto cera un gancio da cui pendeva un
contenitore per la flebo che linfermiera cambiava ogni giorno.
Ancora pi a destra riuscivo a vedere un tubo che conteneva
uno stantuffo nero che saliva e scendeva al ritmo di quel che
ormai identificavo con il mio respiro.
Sulla parte sinistra distinguevo un complesso apparecchio
con vari interruttori, luci e grafici. Poi venni a scoprire che era
incaricato di controllare il mio respiro, i battiti del cuore e i nutrienti che mi venivano somministrati attraverso un tubo che
arrivava direttamente al mio stomaco. Dietro allapparecchio si
vedeva parte della finestra, cosa che per me era un tormento.
La luce che entrava ogni mattina mi feriva le pupille, mi svegliava e mi riportava sempre allinferno in cui mi trovavo. Il
dolore fisico non era nulla se paragonato a quello causato dai
miei stessi pensieri. Limpotenza, la colpa, il rancore, la paura e
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Due
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Maledizione! Che finisca tutto in fretta! Per favore qualcuno faccia qualcosa che mi aiuti! Non voglio pi vivere!.
Tanto vale che inizi ad abituarti perch pare che resterai qui
un bel po, sentii improvvisamente qualcuno che mi parlava.
Ma nella stanza non cera nessuno.
Guarda in che razza di brutta situazione ti sei andato a cacciare, insisteva la strana voce.
Chi sei? Un angelo? risposi spaventato. Riuscivo a rendermi conto che quella voce non proveniva da fuori.
Ah! Eri il peggiore degli atei e adesso credi in Dio e in tutta la
sua corte celeste? Ma non scherzare.
Ma come fai a leggermi nel pensiero? Sono impazzito?.
probabile.
Allora non sei reale?.
Ascolta non posso dirti niente che tu gi non sappia. Forse,
dopo scoprirai chi sono.
Ma Laura sta bene? Perch i miei genitori non mi vengono a trovare? Quando morir? Questa una punizione?.
Che sciocco che sei! Io non so nulla che tu gi non sappia.
Be, allora mi servi ben poco.
Se vuoi me ne vado.
No!!! Per favore, non andartene.
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A quel punto ricordai che Laura parlava spesso di guide spirituali con cui ci si pu mettere in contatto se si medita abbastanza. A me sembravano delle idiozie.
Anche a me lo sembrano, rispose la voce, ma la faccenda
della guida mi piace.
Era possibile che una guida spirituale fosse cos sarcastica e
grezza?
Senti se non ti sto a genio, me ne vado e fine.
No, non prendertela, voglio solo capire che cosa sta succedendo.
Sarebbe stato meglio se avessi cercato di capire cosa stava succedendo prima della stupidaggine che hai commesso.
Volevo solo fuggire e liberarmi dai miei problemi.
Gi, volevi fuggire dai tuoi problemi e ti sei trasformato in
uno schiavo.
Uno schiavo?.
Esatto, non hai alcuna volont, non puoi n muoverti n esprimerti e, non solo, anche se volessi non potresti toglierti la vita.
E tu sei venuta a farmi sentire peggio le risposi.
Sono venuta? Io sono sempre stata con te, il problema che
non mi hai mai voluta ascoltare. E comunque nessuno pu obbligarti a provare niente.
Che sciocchezza! Cosa vuol dire che nessuno pu obbli-
Due
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Be lunica cosa che questo prova che non sei cos sciocco come
credevi.
Ci risiamo con gli insulti.
Non un insulto, ti credevi davvero uno sciocco, e anche una
vittima sempre l a dare la colpa agli altri e alle circostanze per
quel che andava storto.
Be s, la mia vita non stata facile, soprattutto con la famiglia
che mi toccata e, tanto per gradire, sono anche stato sfortunato.
Oh ma poverino! Quando parli cos, timmagino come uno
schiavo del tuo passato, della volont di altre persone, delle circostanze e del destino.
Si suppone che io avessi il controllo di tutto quel che accadeva? Si suppone che potessi controllare gli altri?.
Non avevi il controllo su ci che accadeva, ma avevi e hai il
controllo di quel che ti passa per la testa. Sei tu a decidere quali
pensieri vuoi avere e come reagire di fronte alle situazioni.
Certo, come no. Ma come avrei potuto reagire in modo
positivo a tutti i problemi che avevo?.
Potevi scegliere di vederli come problemi o come ostacoli da
superare, come una maledizione o come una sfida. Se non eri tu a
decidere come reagire, allora chi era?.
Mi stai facendo innervosire, quindi lunico colpevole di
tutto quello che mi succede sarei io?.
Due
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Sei tu stesso a farti innervosire, e poi non si tratta di colpevolizzare nessuno. Tuttavia, dimmi chi muoveva la tua mano
quella volta che hai picchiato Laura? Chi la muoveva quando
mandavi gi un bicchiere dietro laltro? Chi ti ha messo in bocca
quelle pasticche che ti hanno portato qui?.
Stavo per scoppiare. Immagino che esprimere le nostre
emozioni ci serva come valvola di sfogo, e io non potevo nemmeno piangere. Ero furioso per quel che mi diceva la mia guida, e il peggio era che aveva ragione su tutto. Per fortuna accadde qualcosa che distrasse la mia attenzione: si apr la porta
ed entr uninfermiera. Questa volta non quella donna fredda
che di solito mi cambiava la flebo. Si avvicin al mio letto e
si abbass a guardarmi. Percepii molta tristezza nei suoi occhi
verdi, i capelli biondi le cadevano di continuo sul volto e lei li
scostava dietro le orecchie con le dita. Rimase a osservarmi per
qualche secondo e riuscii a leggere il suo nome sulla targhetta
dellospedale: Esperanza.
Ciao mi disse.
Ciao Esperanza, immaginai di risponderle.
Poverino, guarda come sei ridotto.
Be vedi un po com la vita, continuavo la conversazione
nella mia testa.
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