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Network marketing: cos’è Categorie


realmente e perché devi Affiliazioni
evitarlo come la peste Blog
Commercio elettronico
Cos’è il network marketing? Cos’è il multi level? Cos’è un Comunicazioni di servizio
sistema piramidale? Quanto ci si guadagna? Ho parlato più volte Copywriting
di network marketing, ma ho deciso di fare chiarezza una volta Crescita personale
per sempre, mostrandoti perché devi evitare il network marketing E-mail marketing
come la peste. Facebook
Guadagnare online
Cos’è il network marketing Impresa
Impresa online
Network marketing, multilevel, MLM, multi level marketing:
Infoprodotti
cambiano i nomi ma si tratta sempre della stessa cosa. Il Multi-
Internet marketing
level marketing (MLM) è una controversa strategia di marketing
Leggi e Fisco
che prevede che i venditori siano compensati non solo per le
marketing
vendite effettuate direttamente ma per quelle compiute da altri
Marketing virale
venditori da essi reclutati. I venditori reclutati costituiscono la
Nicchia di mercato
“discendenza” di un partecipante al MLM e gli garantiscono vari
SEO
livelli di retribuzione. In sostanza il MLM è un metodo di
Social Media Marketing
distribuzione di prodotti e servizi che ha la finalità di permettere a
Truffe
chiunque di diventare un distributore e di creare una rete di
distributori senza consistenti investimenti in denaro. Il multi-level
marketing è noto anche come vendita piramidale, network
marketing o marketing multilivello. Molti schemi piramidali
provano a spacciarsi per MLM legali. Alcune fonti, tuttavia,
definiscono tutte le forme di MLM, comprese quelle legali, come
schemi piramidali. Il MLM è infatti illegale in Cina. Secondo la
U.S. Federal Trade Commission (FTC, l’ente che regola le attività
commerciali negli Stati Uniti d’America), alcune società di MLM
danno luogo a schemi piramidali illegali, volti a sfruttare i membri
dello schema stesso. Le aziende che realizzano modelli MLM
sono spesso soggette a critiche e azioni legali, le critiche si
focalizzano in particolare sulle analogie fra tale schema e gli
schemi piramidali illegali, sui prezzi imposti, sui costi d’ingresso
(materiali promozionali e scorte di prodotti), sull’enfasi data al
reclutamento di nuovi venditori invece che alla vendita dei
prodotti, sullo sfruttamento delle conoscenze e delle relazioni
personali per vendere e reclutare, sugli schemi di retribuzione
complicati, sui costi di materiali “formativi” e sulle tecniche
motivazionali, usate da alcune aziende, ai limiti del culto della
personalità. Il confine tra un sistema MLM e una sistema
piramidale è davvero molto sottile.

Quanto si guadagna con il network


marketing
Zero. Con il network marketing non si guadagnano soldi anzi, al
contrario, se ne perdono. Come suggerivo in un vecchio articolo
pubblicato su Impresa Pratica, il network marketing non funziona
e se non vuoi perdere soldi, lascialo perdere. Per tua comodità ti
riporto un passaggio di quel vecchio articolo. Il network marketing
non funziona a causa di due motivi:

La qualità è nella media del mercato


I prezzi sono troppo alti, cioè fuori mercato (perché la
maggiorazione serve per pagare i compensi dei partecipanti)

Questi punti sono sempre veri, indipendentemente dall’azienda o


dai prodotti venduti. Non esiste un’azienda migliore, un piano di
marketing migliore o dei prodotti migliori, perché il sistema MLM si
basa su quei punti che ho appena elencato. Tutti ti dicono che con
il MLM i prodotti si vendono con il passaparola. Rifletti: se fosse
vero, i prodotti si venderebbero da soli e tutti quelli che lavorano
in un sistema MLM sarebbero ricchi. La realtà è quella che ho
detto: il rapporto qualità/prezzo è davvero scarso e quindi i
prodotti vanno spinti di brutto, altrimenti non li comprerebbe
nessuno. Devi far credere che il tuo prodotto sia unico, che abbia
delle qualità incredibili, che non sia reperibile nel mercato e via
dicendo. Non ci riesci? Non sai vendere aria fritta? Non è tutto
perduto, hai ancora una carta da giocare: vendere l’illusione di un
business. Allora immagina di voler vendere un prodotto che fa
schifo. Chi mai lo comprerebbe? Nessuno. A meno che tu non ti
rivolga alle persone in questo modo:

“non ti sto vendendo il prodotto, ti sto offrendo l’opportunità di fare


soldi”

Chiaro, no? Se mi fai passare il prodotto (pardon, “kit di ingresso”)


come un investimento che prelude a guadagni da nababbo, allora
le cose cambiano. Posso anche considerare l’idea di spendere
più del dovuto per un prodotto mediocre. Tanto poi i soldi li farò
con l’attività. Certo, come no. In realtà con il MLM o network
marketing che dir si voglia, i soldi non solo non si fanno ma
addirittura si perdono. Il sito MLM TheThruth ha analizzato i dati
ufficiali pubblicati da oltre 500 compagnie che trattano il Multi
Level Marketing, in un lasso di tempo di 15 anni. Il risultato è
sintetizzato in questa tabella:

Come vedi, anche in questo caso un’immagine vale più di mille


parole. Quel 0,01-8% di persone che ci guadagnano, costituisce
indovina un po’, il vertice della piramide. In poche parole i
fondatori dell’azienda. I padroni del giocattolo, via.

Eppure ogni giorno spunta una nuova azienda che vende questo
o quel prodotto con il sistema del network marketing. Le persone
che ci cascano sono molte, a giudicare dalle ricerche effettuate su
Google:

acn opinioni
agel opinioni
amway opinioni
avon opinioni
bonofa opinioni
coinspace opinioni
dexcar opinioni
fm group opinioni
forever living opinioni
global intergold opinioni
herbalife opinioni
jeunesse global opinioni
kyani opinioni
lr health & beauty opinioni
network 21 opinioni
nwg opinioni
onecoin opinioni
organo gold opinioni
pm international opinion
vemma opinioni
win spa opinioni

Il business del 21 secolo


Il business del 21 secolo è il libro scritto da Robert Kiyosaki, il
noto guru del network marketing (che come tutti i guru fa soldi
scrivendo libri e tenendo corsi, ma si guarda bene dal vendere
prodotti). Robert Toru Kiyosaki è un investitore americano, uomo
d’affari, autore self help, speaker motivazionale, attivista per
l’alfabetizzazione finanziaria e occasionale commentatore
finanziario. È famoso per il su libro “padre ricco, padre povero”.
Kiyosaki è un convinto sostenitore del network marketing. Come
molte persone, in un primo momento era scettico (dice lui), finché
non ha imparato in prima persona (dice sempre lui) ciò che il
Network Marketing può fare e lo definisce il business del 21
secolo. Ma chi è veramente Robert Kiyosaki? Su Wikipedia si
legge:

“nel 1977 fondò una ditta che portò sul mercato il primo portafogli
in nylon con chiusura in velcro”

Cioè, Kiyosaki ha iniziato a far soldi fondando una società di


portafogli in nylon, non facendo network marketing. Sempre su
Wikipedia (versione inglese questa volta) si legge che la ditta di
portafogli si chiamava “Rippers”. La ditta inizialmente andava
bene ma poi fallì. In seguito Kiyosaki tentò un nuovo business che
andò in fallimento nel 1980. Insomma, per essere un guru del
guadagno, non ne ha imbroccata una. Fino a quando non decise
di diventare guru, seguendo il motto “Fake It Until You Make It”,
che significa “fingi finché non ottieni”. Ovvero, fai finta di essere
un esperto in un settore finché non lo sarai davvero, rivendendo in
pratica come tue le informazioni apprese da altri, senza averle
mai testate sul campo, di fatto. Si tratta dello stesso principio su
cui hanno costruito le loro carriere molti infomarketer italiani e
d’oltreoceano.

Differenza tra vendita diretta e MLM


La vendita diretta è solitamente la promozione di beni o servizi
esercitata da venditori quali agenti di commercio o procacciatori
d’affari, presso clienti finali, siano essi privati o aziende al fine di
raccogliere ordinativi e concludere vendite. In Italia, in particolare,
la vendita diretta a domicilio è disciplinata dalla legge n. 173/2005
e successive modifiche del codice civile per la promozione e
distribuzione di prodotti e servizi al consumatore finale tramite la
raccolta di ordinativi di acquisto generalmente presso il domicilio
del consumatore e comunque fuori dagli esercizi commerciali da
parte di imprese che si avvalgono di incaricati alla vendita.

Per capirci, si tratta del classico venditore di aspirapolvere porta a


porta. Il multilevel marketing (mlm) invece, è un genere particolare
di vendita diretta, ma con una differenza: mentre il “normale”
venditore diretto si limita a procacciarsi compratori, il venditore di
una rete multilivello procaccia clienti che possono diventare a loro
volta venditori. Insomma: il venditore “normale” guadagna su ciò
che riesce a vendere – più esattamente, sulla differenza tra
prezzo all’ingrosso e costo al dettaglio dei prodotti che tratta. Il
venditore multilevel, invece, ha una doppia remunerazione: riceve
provvigioni sia sul prodotto direttamente venduto, sia sui prodotti
venduti dai promotori che egli stesso ha arruolato – quindi, da
tutto il ramo di venditori che ha creato nel tempo, la cosiddetta
“downline”. Non viene assunto dall’azienda di cui vende i prodotti
e neppure ne è un rappresentante autonomo: si può definire
piuttosto come una sorta di distributore/consumatore che, tramite
l’esborso di una quota (grazie alla quale riceve un primo kit di
vendita), acquista il diritto di commerciare i prodotti acquistati o i
servizi utilizzati. La struttura cui assomiglia un sistema mlm,
quindi, è quella di un albero: un organismo ramificato (fonte:
Piramide d’oro, realtà e miti del multilevel marketing).

Sistema piramidale
Chi fa network marketing ci tiene a differenziarsi dai sistemi
piramidali. In realtà la differenza è molto sottile se non addirittura
nulla. In un sistema piramidale non si vende nulla, mentre nel
network marketing si vendono prodotti. In molti paesi il primo
sistema è illegale mentre il secondo no. Per farti capire cos’è un
sistema piramidale, ti faccio subito un esempio concreto: Dexcar.
Di cosa si tratta? Di un’azienda che noleggia automobili tramite
network marketing. Il costo per aderire è 390€ e in più bisogna
trovare due clienti interessati che a loro volta portano 2 clienti
ciascuno. Se non trovi i 2 clienti verrai rimborsato, ma se li trovi
hai la macchina personalizzata e avrai stampato il QrCode con il
tuo referal link. Incredibile no? In pratica potrai farti pubblicità
semplicemente andando in giro con la tua auto. Troppo bello per
essere vero. Infatti non è vero. Si tratta di un banale sistema
piramidale rozzamente mascherato da network marketing. Si
guadagnerebbe (il condizionale è d’obbligo visto che non si
guadagna nulla, anzi si perdono soldi) reclutando persone, cioè
facendo entrare gente nel giro, senza vendere alcun prodotto. Un
sistema illegale. Alla fine infatti la catena si è spezzata: il
Comando provinciale della Guardia di Finanza di Biella, con
l’operazione denominata Car Dream ha sgominato il sistema
messo a punto dalla Dexcar, denunciando a piede libero i due
titolari, Marco e Fabio Gai, due fratelli di Asti, tre manager e un
promotore e oscurandone il sito Internet. Infatti se oggi tenti di
visitare il sito della Dexcar, ecco cosa ti appare. Perché il sito è
stato oscurato? Perché la Dexcar ha violato la legge 173 del
2005.

Legge 173 del 2005 390


In Italia è vietato partecipare ai sistemi piramidali. Il divieto è
espresso chiaramente nella legge 17 agosto 2005, n. 173,
“Disciplina della vendita diretta a domicilio e tutela del
consumatore dalle forme di vendita piramidali”. In particolare
nell’articolo 5, comma 1:

“Sono vietate la promozione e la realizzazione di attività e di


strutture di vendita nelle quali l’incentivo economico primario dei
componenti la struttura si fonda sul mero reclutamento di nuovi
soggetti piuttosto che sulla loro capacità di vendere o promuovere
la vendita di beni o servizi determinati direttamente o attraverso
altri componenti la struttura.”

e comma 2:

“È vietata, altresí, la promozione o l’organizzazione di tutte quelle


operazioni, quali giochi, piani di sviluppo, “catene di
Sant’Antonio”, che configurano la possibilità di guadagno
attraverso il puro e semplice reclutamento di altre persone e in cui
il diritto a reclutare si trasferisce all’infinito previo il pagamento di
un corrispettivo”.
Tradotto in parole semplici significa che se vendi prodotti il
sistema è legale, se non li vendi, no. Quindi, se tu fai entrare delle
persone nella tua rete, senza vendergli nulla ma semplicemente
chiedendo loro dei soldi, stai commettendo un reato. Bene, tutte
le aziende che fanno network marketing giocano proprio su
questo cavillo, perché loro non ti chiedono soldi per entrare, no,
loro ti “vendono un kit di ingresso”. Cioè, per entrare nella rete
devi sì pagare, ma per acquistare dei prodotti. Se tu non acquisti il
kit (cioè non paghi) non hai alcun modo di entrare nella rete. In
questo modo le aziende che fanno network marketing aggirano la
legge. L’articolo 6 della legge 173, dice anche altre cose
interessanti. Vediamole:

“1. Costituisce elemento presuntivo della sussistenza di una


operazione o di una struttura di vendita vietate ai sensi
dell’articolo 5 la ricorrenza di una delle seguenti circostanze:

a) l’eventuale obbligo del soggetto reclutato di acquistare


dall’impresa organizzatrice, ovvero da altro componente la
struttura, una rilevante quantità di prodotti senza diritto di
restituzione o rifusione del prezzo relativamente ai beni ancora
vendibili, in misura non inferiore al 90 per cento del costo
originario, nel caso di mancata o parzialmente mancata vendita al
pubblico;

b) l’eventuale obbligo del soggetto reclutato di corrispondere,


all’atto del reclutamento e comunque quale condizione per la
permanenza nell’organizzazione, all’impresa organizzatrice o ad
altro componente la struttura, una somma di denaro o titoli di
credito o altri valori mobiliari e benefici finanziari in genere di
rilevante entità e in assenza di una reale controprestazione;

c) l’eventuale obbligo del soggetto reclutato di acquistare,


dall’impresa organizzatrice o da altro componente la struttura,
materiali, beni o servizi, ivi compresi materiali didattici e corsi di
formazione, non strettamente inerenti e necessari alla attività
commerciale in questione e comunque non proporzionati al
volume dell’attività svolta.”

TRADUZIONE: se non puoi restituire i prodotti che non vendi,


allora stiamo parlando di sistemi piramidali illegali. Semplice, no?
E se l’azienda ti obbliga ad acquistare materiali didattici e/o a
frequentare dei corsi di formazione? Anche in questo caso si
tratta di un sistema piramidale illegale. In passato avevo già
parlato dei sistemi di vendita diretta e degli schemi piramidali
consigliandoti caldamente di non partecipare agli schemi
piramidali. Infatti i rischi di sanzioni sono molto alti. L’articolo 7
della legge 173 parla chiaro:

“chiunque promuove o realizza le attività o le strutture di vendita o


le operazioni di cui all’articolo 5, anche promuovendo iniziative di
carattere collettivo o inducendo uno o più soggetti ad aderire,
associarsi o affiliarsi alle organizzazioni od operazioni di cui al
medesimo articolo, è punito con l’arresto da sei mesi ad un anno
o con l’ammenda da 100.000 euro a 600.000 euro”.

Tra l’altro i sistemi piramidali sono il metodo più rapido per farsi
bloccare l’account di PayPal e di Facebook. Le aziende che
operano in regime di network marketing, sono sempre a cavallo
tra la legalità e l’illegalità. Una delle prime aziende che utilizzò
questi sistemi, Amway, fu condannata a pagare una multa di
100.000 dollari nel 1986, come si può leggere sul sito Wikipedia:

“In 1986, Amway agreed to pay a $100,000 penalty in a consent


decree for violating the 1979 ruling, after Amway placed ads that
represented higher-than-average distributor earnings without
stating the actual average results or percentage of distributors
who actually met the represented claims”

Traduzione:

“Nel 1986, Amway ha accettato di pagare una penale di $


100.000 in un decreto di autorizzazione per la violazione di una
sentenza del 1979, per aver messo annunci che rappresentavano
guadagni superiori alla media ottenuta dai vari distributori, senza
indicarne i risultati medi effettivi o la percentuale di distributori che
realmente ha ottenuto i risultati dichiarati”

Si tratta di un patteggiamento. Di una multa pagata alla FTC (la


Federal Trade Commission, è un’agenzia indipendente americana
i cui principali obiettivi sono quelli di tutelare i consumatori e
garantire la competitività del mercato, imponendo una serie di
leggi antitrust). Quindi come vedi non è tutto oro quello che
luccica.

Il network marketing è una truffa?


Negli anni molte aziende (anche quelle più grandi e famose) sono
state oggetto di indagini per truffa. Prendiamo due esempi
eclatanti. Nel 1986, Amway ha accettato di pagare una multa di $
100.000 alla FTC. Nel 2014 ha patteggiato il pagamento di 15
milioni di dollari per chiudere una class action negli Stati Uniti.
L’azienda era accusata da un folto gruppo di suoi ex rivenditori di
adottare uno schema di vendita piramidale. Stiamo parlando delle
due aziende più grandi che praticano la vendita multilivello.
Insomma, il network marketing è buono o cattivo? O meglio: il
network marketing è una truffa? In realtà il multilevel marketing
non è, in assoluto, “buono” o “cattivo”. Ma da quando è nato ha
sempre dovuto combattere con un’immagine negativa, dovuta a
tre fattori. Primo, molto spesso la vendita di prodotti conta poco
rispetto al reclutamento di nuovi venditori, all’allargamento della
rete; in questo caso il mlm assomiglia a una Catena di
Sant’Antonio. Secondo, quasi sempre le persone sono convinte
ad aderire (e a svolgere un’attività lavorativa di vendita, che è
impegnativa e non alla portata di tutti) sulla base di mirabolanti
promesse di ricchezza e di successo. Ma secondo i dati delle
stesse aziende, la gran parte delle persone guadagna redditi tra i
200 e i 300 euro al mese. Solo lo 0,01% giunge alla ricchezza
promessa. Terzo, il mondo del mlm utilizza tecniche di
comunicazione e di coinvolgimento che spesso e volentieri
assomigliano a quelle utilizzate da “sette” o movimenti religiosi-
culturali: convention di massa in cui si canta e si applaude i
carismatici leader delle reti, costosi corsi di formazione che si
viene “invitati” a frequentare, un atteggiamento di ostilità verso
chiunque abbia dubbi o critiche, l’obbligo di coinvolgere parenti e
amici, “monetizzando” i rapporti personali ed affettivi. (fonte:
Piramide d’oro, realtà e miti del multilevel marketing).

In conclusione: se ci atteniamo rigidamente agli ordinamenti


legislativi dei vari paesi, il network marketing può essere legale o
illegale (Cina). Se ci attendiamo invece alla legislazione italiana, il
confine è, come abbiamo visto abbastanza sottile: in teoria il
network marketing è legale e non ci sono truffe, in pratica no,
perché promette guadagni che – dati alla mano – sono
praticamente impossibili da raggiungere e chi fa soldi realmente
sono solo i vertici della piramide. Come abbiamo visto infatti, in
qualsiasi sistema di network marketing i prezzi dei prodotti sono
molto alti. Di solito più alti di prodotti simili che si trovano al
supermercato. La storia della qualità superiore dei prodotti venduti
con un sistema di network marketing non regge: alla fine un
detersivo per piatti è sempre un detersivo per piatti e un
integratore alimentare è sempre un integratore alimentare. Però è
perfettamente legale questa cosa, infatti esiste il regime di libero
mercato e lo stesso, identico integratore multivitaminico che
acquisti al supermercato, se lo compri in farmacia costa minimo il
doppio. Su questi fattori giocano le aziende che, vorrei ricordare,
sono enti a scopo di lucro e non stanno certo lì per fare
beneficenza.

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