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PIANO 1996-2000: I) LINEE STRATEGICHE
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SOMMARIO
1. PREMESSA 4
2. I FATTORI STRATEGICI 5
3. LA FUNZIONE DI INDIRIZZO 13
5. LA POLITICA INDUSTRIALE 24
6. LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE 33
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1. Premessa
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2. I fattori strategici
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I punti di forza
• L’interesse del Governo italiano per lo Spazio è accresciuto,tanto che la
finanziaria del 1996 prevede bilanci in crescita per l’ASI. Tale crescita
consente all’Italia di avviare nuovi programmi e quindi di assumere un
ruolo propositivo nel contesto internazionale
• La ristrutturazione degli impegni pregressi ha reso disponibili risorse
per nuovi programmi, in un momento in cui altri Paesi devono ancora
affrontare analoghe fasi di ristrutturazione rese necessarie dalla crisi
del settore spaziale.
• Le dimensioni e l’articolazione del sistema industriale e scientifico
spaziale sono sostanzialmente adeguate alle potenzialità del “sistema
Italia”, per cui le esigenze di razionalizzazione industriale derivanti
dalla crisi del sistema aerospaziale mondiale non assumono per lo
spazio italiano la criticità che si ha in altri paesi europei.
I punti di debolezza
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Le opportunità
Le sfide
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3. La funzione di indirizzo
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1000
Contr. ESA
800
Tot finanz.
600
400
200
0
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
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3.3. La formazione
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5. La politica industriale
L ’ASI è stata carente nel passato per quanto riguarda l’elaborazione di una
reale politica industriale. La carenza è stata sia di indirizzi per la
razionalizzazione e il miglioramento dell’efficienza della struttura
industriale che di politiche per la valorizzazione e la promozione
dell’industria nazionale nel contesto europeo e mondiale.
Ciò nonostante, l’aumento dei finanziamenti pubblici per lo spazio nel
corso degli anni ‘80 ha permesso una notevole crescita del settore
industriale. In una indagine svolta dal Censis nel 1991 per conto dell’ASI,
14 aziende (in cui risultava impiegata la maggior parte degli addetti del
settore spaziale) impegnavano 1.559 unità nel 1980: dopo dieci anni la
cifra era triplicata (4.898).
Il grafico che segue identifica la crescita occupazionale del settore nel
periodo di massima espansione (Aeritalia e Selenia Spazio non si erano
ancora fuse in Alenia Spazio).
1200
1000
800
600
400
200
0
Selenia Sp. Aeritalia Telespazio BPD LABEN FIAR Off. Galileo CISET Fiat Avio Microtecnica
Nella prima metà degli anni ‘90 la grave crisi che ha colpito il settore
aerospaziale, con circa 30% di calo degli addetti, ha solo marginalmente
interessato lo spazio, che presenta oggi un livello di circa 5500 occupati
nelle aziende direttamente interessate.
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Una adeguata metodologia di stima dei costi può avere importanti impatti
ai fini della politica industriale. Si pensi a esempio alla politica dei tassi
orari con riferimento all’entità e modalità di riconoscimento dell’utile
industriale in funzione della tipologia di attività.
Le caratteristiche delle produzioni nel settore spaziale rendono spesso
difficile e complessa la valutazione dei costi di progetto, soprattutto
nell’attuale situazione di veloce e continua innovazione tecnologica. E’
quindi necessario che la struttura dell’ASI venga potenziata sempre di più
per affinare il processo metodologico della stima dei costi, anche
estendendo l’utilizzo di nuovi strumenti parametrici, in analogia a quanto
avviene per la NASA e per grandi gruppi industriali.
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7000
6000
milioni di dollari
5000
4000
3000
2000
1000
0
1990 1991 1992 1993 1994
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6. La cooperazione internazionale
Come già accennato, lo spazio è uno dei settori in cui è più avanzato il
processo di internazionalizzazione. Oltre che da esigenze culturali e di
politica internazionale, ciò dipende anche dai costi e dai rischi dei progetti
spaziali, spesso eccessivi anche per le economie più forti. Si pensi alla
stazione spaziale internazionale e alla costituzione della stessa ESA.
La legge assegna all’ASI precisi compiti in materia di cooperazione
internazionale. Infatti, oltre alla responsabilità diretta di gestione dei
programmi internazionali, l’Agenzia:
• cura, sulla base delle direttive impartite dal MURST, gli interessi
nazionali, scientifici e industriali, per quanto concerne la partecipazione
italiana ai programmi dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA),
assicurando l’acquisizione di commesse adeguate alle contribuzioni
versate alla stessa ESA e garantendo anche l’armonizzazione e la
compatibilità delle attività nazionali con quelle affidate all’industria
nazionale dall’ESA;
• Partecipa a programmi od imprese spaziali in collaborazione con
organismi di altri Paesi mediante accordi bilaterali o multilaterali, previa
autorizzazione concessa dal MURST, di concerto con il MAE;
• Stabilisce, previa autorizzazione concessa dal MURST, di concerto con
il MAE, relazioni con organismi spaziali di altri Paesi e internazionali
per determinare obiettivi e attività specifiche di collaborazione e per
verificare la validità scientifica, tecnologica ed economica e la
complementarità delle attività sviluppate nel Piano spaziale nazionale,
nel contesto di programmi internazionali e di altri Paesi. Assicura al
MURST le necessarie collaborazioni anche attraverso la designazione di
proprio personale altamente qualificato, nell’attuazione dei programmi
europei e internazionali al fine di favorire le valutazioni riguardo agli
indirizzi generali di politica spaziale nazionale e all’interesse italiano
alla partecipazione in programmi spaziali internazionali;
• Può partecipare, in via minoritaria, previa autorizzazione del MURST, ...
a società od imprese internazionali o straniere per la promozione del
mercato di sistemi e servizi spaziali ....
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La CE, nel riconoscere il ruolo propulsivo che l’ESA ha avuto in una fase
“technology driven” (ovvero motivata dalla prospettiva di crescita e
sviluppo in un settore ad alta tecnologia), ritiene di dover giocare oggi un
proprio ruolo più diretto, quale maggiore utente europeo, per attività che
siano in una fase “market driven” (ovvero determinate dalle reali esigenze
e richieste del mercato).
Questa linea, certamente condivisibile, richiede però alcune cautele nella
fase attuativa, sulla base dell’esperienza ESA. La conduzione dell’ESA
infatti ha visto una prevalenza degli interessi di alcuni nostri partner
europei, di fatto a scapito di quelli italiani (il problema dei mancati “ritorni
industriali”). Si può affermare che, a causa di una debole capacità italiana
di intervento in ambito ESA, il nostro Paese ha di fatto finanziato, tramite
progetti condotti da imprese estere, lo sviluppo tecnologico di alcuni Paesi
europei nostri concorrenti.
A ciò si aggiungano le difficoltà di una parte dell’industria europea, in crisi
di sovradimensionamento conseguente ad ambiziosi programmi
governativi, che potrebbero spingere i governi interessati a far pesare su
altri Paesi europei gli oneri finanziari dei loro programmi attraverso
l’internazionalizzazione degli stessi. Si pensi, a titolo esemplificativo, al
tentativo di far finanziare dalla CE programmi di telecomunicazioni, che,
con ritardo di 7-8 anni, sembrano ripercorrere in gran parte le orme di
Italsat e Artemis.
Il problema richiede particolare attenzione. E’ perciò necessario che
l’Italia, pur sostenendo e incoraggiando il ruolo che la CE intende svolgere
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• con la Francia
◊ collaborazione con il CNES per lo sviluppo e la realizzazione del
programma IASI (Infrared Advanced Sounding Instrument) nel
settore dell’Osservazione della Terra;
◊ valutazioni CNES/ASI sulla possibilità di sviluppo congiunto di
un piccolo lanciatore;
◊ valutazioni CNES/ASI per la definizione di strategie comuni
nell’ambito dell’esplorazione planetaria, in particolare nel campo
dei Rover spaziali;
◊ attività per il lancio di palloni stratosferici dalla base ASI di
Trapani Milo a seguito di Memorandum d’Intesa con il CNES;
◊ collaborazione tecnologica per il progetto Arsene (pannelli solari)
• con la Germania
◊ realizzazione congiunta italo-tedesca del Radar ad apertura
Sintetica in banda X (X-SAR), nell’ambito della collaborazione
con JPL-NASA per il programma RadarLab
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• Paesi Bassi
◊ sviluppo e realizzazione congiunta del programma SAX;
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La scienza
Il piano per la scienza deve tenere conto della necessaria autonomia del
mondo scientifico per quanto attiene la ricerca di base. D’altra parte le
proposte di ricerca di base non possono ignorare, in quanto condizionate e
condizionanti, le scelte relative ad applicazioni, tecnologie e programmi
per l’accesso e la permanenza nello spazio.
Le tipologie in cui si articoleranno le attività scientifiche sono:
• Attività di ricerca di base
• Partecipazione a Missioni Scientifiche nell’ambito del programma
obbligatorio ESA
• Programmi nazionali e/o bilaterali, a loro volta suddivisi in:
Applicazioni scientifiche della Stazione Spaziale
Collaborazioni con NASA e altre Agenzie Spaziali
Piccoli satelliti scientifici nazionali
Ricerca da aereo e palloni stratosferici
Le applicazioni
Nell’ottica dell’attuale piano decennale le applicazioni riguardano
principalmente le telecomunicazioni, le osservazioni della terra e la
navigazione. Anche se l’industria nazionale parte da posizioni di rilievo (si
pensi all’esperienza di Italsat per le applicazioni “high bit rate” in banda
Ka), la concorrenza a livello mondiale in ciascuno di questi settori è
notevole. Saranno perciò realizzati progetti quanto più inseriti in un
sistema integrato che comprenda:
• un sistema satellitare di osservazione della terra caratterizzato da elevata
risoluzione e frequenza di rivisitazione;
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Le tecnologie
Il programma tecnologico risponde a due principali requisiti: (i) garantire
una diffusione generale delle tecnologie spaziali presso le aziende italiane,
con particolare attenzione alla promozione della PMI, all’allargamento
della base industriale e al trasferimento tecnologico e (ii) promuovere
l’acquisizione di specifiche tecnologie “abilitanti”, che permettano alle
aziende italiane la realizzazione di progetti di valenza strategica nel settore
spaziale. In particolare per le tecnologie “abilitanti” è previsto un
coordinamento con i progetti nazionali, internazionali e in ambito ESA.
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