Sei sulla pagina 1di 3

DIMMI CHI SEI

Senza pi timore te lo voglio urlare questo Grande Amore.


Amore, solo amore quello che sento.
Dimmi perch quando penso, penso solo a te
Dimmi perch quando vedo, vedo solo te
Dimmi perch quando credo, credo solo in te Grande Amore.
Dimmi che mai, che non mi lascerai mai.
Dimmi chi sei
Respiro dei giorni miei.
Ora lo sai
Tu sei il mio unico Grande Amore.
Amore sei il mio amore per sempre, per me.
Dimmi perch quando penso, penso, solo a te.
Dimmi perch quando amo, amo solo te.
Dimmi perch quando vivo, vivo solo in te Grande Amore.
Dimmi che mai, che non mi lascerai mai.
Dimmi chi sei
Respiro dei giorni miei damore.
Dimmi che sai che sei il mo unico Grande Amore.
Il volo
Forse ho amato voi pi di quanto ho amato Dio,
ma Dio non geloso quando si ama.
Don Lorenzo Milani
Ama et fac quod vis.
Sant Agostino di Ippona

Domenica ci verr proposto un passo del vangelo di san Giovanni, il discepolo


che Ges amava. Giovanni un genio della scrittura ed attraverso delle
tecniche proprie dellinsegnamento ebraico ci prende per mano e ci conduce ad
entrare nel mistero indicibile di Dio. Certe pagine del suo vangelo sono come
una finestra aperta sullinfinito. Ci indica il mistero e ci lascia soli a
contemplarlo ed a capirne qualcosa, una piccola parte. Il vescovo di Termoli, De
1

Luca, settimana scorsa usava limmagine della finestra aperta sullinfinito per
parlare della vita dei monaci e diceva che linfinito non limmenso nulla ma
ha il volto del Padre, di Dio, di Ges. Oggi Giovanni ci porta a scoprire il volto
attraverso la sua parola. Un salmo dice: una parola ha detto Dio, due ne ho
intese. Il brando di domenica si sviluppa su tre parole e sei significati. Non
sono tre atti di uno spettacolo, tre momenti che si susseguono ma tre idee che
si incastrano fino ad arrivare al finale che spiega tutto. La prima parte
segnata dalla parola tempio che per i giudei il tempio di pietre che si trova
a Gerusalemme mentre Ges parlava del tempio del suo corpo. Il tempio che
diventa dimora di Dio e tempio dello Spirito Santo. Questo brano infatti parla
della Pentecoste, cos si capiscono i numeri:questo tempio stato edificato in
quarantasei anni e tu in tre giorni lo riedifichi?. Quarantasei pi tre cio
quarantanove! La Pentecoste, il dono dello Spirito Santo, il cinquantesimo
giorno. Il nostro corpo diventa tempio dello Spirito dopo cinquanta giorni dalla
Pasqua. Inoltre il brano comincia proprio col riferimento alla Pasqua: si
avvicinava la Pasqua dei Giudei. Il tempio, sia quello in pietre che il corpo la
casa della preghiera, il luogo dellincontro con Dio, dellascolto della sua parola.
Ed questa la seconda parola, il secondo tema. Ges fa una frusta non di cuoio
ma di tzitzi cio delle frange intorno al manto della preghiera che stanno ad
indicare la Legge, cio la Parola di Dio. Gli apostoli ricordano che sta scritto lo
zelo per la tua casa mi divora. La parola inoltre ritorna ancora quando
Giovanni scrive quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si
ricordarono che aveva detto che avrebbe riedificato il suo corpo in tre giorni. Il
terzo termine attraverso il quale Giovanni ci porta alla finestra dellinfinito
segno. Ancora una volta la parola ha due significati, viene intesa in modi
diversi dai giudei e da Ges. Per i giudei i miracoli che Ges compie sono i
segni. Ma Ges non si fidava di loro cio non credeva alla loro professione di
fede perch fondata sui segni, spettacolare, adolescenziale, emotiva. Il segno
luomo. la parola con la quale si conclude il brano: egli infatti conosceva quello
che c nelluomo. attraverso un cammino che parte da cuore, dal tempio
interiore e passa attraverso lascolto della Parola, la preghiera, fino ad arrivare
al cuore degli avvenimenti e delle persone che sono il segno si giunge alluomo.
Luomo iil punto dincontro fra Dio e me. Ges, il Verbo diventa uomo. luomo
crocifisso ci ricorder la seconda lettura di san Paolo. Non il miracolo
spettacolare voluto dai giudei n la filosofia dei greci ma la debolezza, la
stoltezza della croce. Questo anche il legame con il brano dei comandamenti,
dal libro dellEsodo. I comandamenti non sono obblighi ma vie di libert e di
verit per far uscire il vero volto delluomo che il volto di Dio. Il volto
dellamore. Perch Dio amore, vero amore. In questi giorni mi sono fermato a
ringraziare Dio perch mi ha messo sulla strada della vita chi mi ha insegnato
ad amare. Solo chi ama conosce Dio perch Dio amore. Solo chi ama
qualcuno sa cosa vuol dire la fede. Solo chi ama semina amore. Quanta gente
passata nella vita! Quanti ricordi! Quanti tratti di strada percorsi con qualcuno!
Eppure solo adesso sono arrivato a capire che non c differenza fra lamare
Dio e lamare qualcuno. Sono cresciuto in una chiesa che purtroppo guardava
con diffidenza lamare (ricordo che cera il termine amicizie particolari che
andavano evitate, troncate sul nascere. La definizione particolari portava in
se stessa una connotazione negativa, quasi volgare!) e cos generazioni intere
di anime consacrate, amate da Dio che mandava alle persone altre persone per
insegnare ad amare e per sentirsi amati, sono cresciute in una solitudine
disperata ed acida. Grazie a chi mi ama. Grazie a chi mi sta insegnando ad
2

amare. Grazio a Dio che mi ha messo sulla strada perone meravigliose. Queste
persone sono la mia preghiera perch queste persone sono il riflesso di Dio
nella mia vita. Vi lascio un compito: fate passare i rapporti della vita e scoprite
dove c amore e dove no. Scopriremo la meschinit e la brutale quantit dei
rapporti falsi , di puro interesse, di sfruttamento, di uso, di convenienza ma
spero che anche a voi accada come mi successo in questi giorni di scoprire
lamore vero e di non averne paura. Lamore vero pu anche far soffrire, far
piangere, strapparti dolorosamente quando si parte e ci si lascia senza sapere
quando si star di nuovo insieme. Ma lamore il colore ed il sapore della vita.
E Dio in me ed io in Lui. Nessun vero amore, nessuna persona si frappone fra
me e Dio ma solo la verit e la grandezza e limmensa bellezza dellamarsi la
verit dellamore di Dio per me, mio per Dio, nostro in Lui. Grazie.
Padre Valter Maria Arrigoni
Monaco diocesano

Potrebbero piacerti anche