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Linee guida per un Programma

Con la mia candidatura alle primarie del centrosinistra del 13 novembre voglio porre allordine del giorno
del dibattito pubblico due grandi emergenze che riguardano la nostra citt. Cant ha bisogno di speranza e
di fiducia.
Con la speranza, potr superare i rancori che lhanno segnata negli anni passati.
Con la fiducia potr tornare a essere una citt accogliente, democratica, in cui non ci siano privilegi e
privilegiati.
Cant dovr guardare oltre i suoi confini, per recuperare il ruolo di cittadina guida di un distretto
fondamentale nel nostro territorio, quello del legno, liberandosi dallo stato di torpore in cui caduta.
Ma soprattutto Cant deve guardare avanti.
Non possibile che tanti canturini, oggi, vedano lamministrazione come un nemico, e non come un
interlocutore per risolvere i propri problemi.
La citt di Cant dovr cambiare per diventare accogliente e amica: di tutti, di quanti sono nati e cresciuti
qui, di quanti vi sono arrivati per lavoro: una citt amica, non ostile.
Per giungere a questo obiettivo sar indispensabile coinvolgere i cittadini in una vera azione di
partecipazione e a un impegno diretto, che li porti a fornire consigli, idee, supporti.
Con i cittadini di Cant dovremo compiere insieme un salto di qualit per la nostra convivenza comune.
Ciascuno dovr sentirsi decisivo per generare un grande cambiamento: nessuno si deve sentire escluso.

Lidentit canturina
Siamo testimoni del sorgere di un irreprimibile esigenza di ridefinire unidentit urbana, che un bisogno
normale e allo stesso tempo incoercibile. Non pu essere listituzione a dare una soluzione a tale bisogno.
Semmai, sono i processi sociali e politici a fornire un contributo importante (ma non lunico) per tale
obiettivo. Anche le nostre primarie lo potranno fare , se condotte con intelligenza dai candidati e dai loro
supporter. La ricchezza del tessuto sociale cittadino di per s una positiva precondizione per questo
risultato. N si pu esorcizzare con valutazioni preconcette la richiesta identitaria sottesa alla polemica
leghista e della destra e al loro messaggio del tutto demagogico. Ci che ci distanzia dalla politica di
quellarea politica non sono tanto le valutazioni del problema sociale da essi agitato, bens il setting delle
soluzioni politiche avanzate, del tutto privo di una cultura riformista e quindi inadatto al governo di un
fenomeno sociale complesso e articolato, quali sono i temi sollevati come lemigrazione, la sicurezza, la
nostra presenza nel sistema economico e finanziario europei. Come gi accaduto in passato, un tale
approccio, privo di valutazioni prospettiche, capace di generare effetti addirittura opposti ai risultati
preventivati: si consideri come esempio che Cant, nellultimo decennio leghista, segnato da una politica
anti immigrazione dura e preconcetta, ha nei fatti visto lievitare la presenza di cittadini stranieri in citt del
400%. Evidentemente si trattato di un tema agitato ma poco agito.

Al di l dello specifico tema, quindi, occorre immaginare che la nostra citt dovr assumere una nuova
identit, che le data dai nuovi fenomeni migratori, dal cambiamento della sua base produttiva, dalla
costruzione di reti nazionali e internazionali ad opera delle sue imprese e dei suoi cittadini. Alla definizione
di questa nuova identit anche la politica potr dare un suo contributo, se sapr inventare un nuovo ruolo
per se stessa.

Un programma differito
Il vero e proprio programma non potr e non dovr essere questo che presento oggi, in calce alla mia
candidatura. Dovr nascere dal confronto che matureremo nella campagna elettorale delle elezioni
primarie, ma soprattutto dovr fondarsi sullincontro e sul confronto con i programmi degli altri candidati
che condivideranno con me la responsabilit di fornire riflessioni, soluzioni e progetti per la citt di Cant.
Dopo le primarie, con i cittadini, con i quartieri, le associazioni cittadine che costruiremo il programma
elettorale amministrativo.
E tuttavia, la nostra politica non nasce ora, ma si svolge nella continuit di quanto abbiamo fatto in questi
quattro anni. E per sia chiaro: la nostra non neppure oggi una politica continuista, ma trasformativa. Noi,
che pure da anni lavoriamo politicamente a Cant siamo il nuovo; noi ci candidiamo a rappresentare una
speranza di cambiamento per la citt di Cant.
Abbiamo completamente rinnovato il modo di fare politica nel centrosinistra a Cant. Basta paludamenti e
consociazione, ma rispetto certo, seriet, certo, e tuttavia anche decisione (pensate alle nostre iniziative sul
palazzetto, o sulla gestione del personale comunale). Abbiamo voluto non lasciare nascosto sotto un velo di
silenzio il festival neonazista. Siamo intervenuti su tanti fatti cittadini: il Piano di governo del territorio, la
propriet Scotti, il De Amicis, i parcheggi, il piano del traffico, i diritti dei disabili, e anche su temi generali: il
lavoro, il testamento biologico, limmigrazione, i diritti dei gay, le riforme nazionali.

Allargare i diritti
Dobbiamo chiederci, in queste nostre elezioni primarie: chi sar il pi idoneo? Per rappresentare la nostra
politica, intendo. Di certo chi ha lavorato per anni a cambiare il profilo politico del centrosinistra cittadino.
Chi ha fatto del maggior partito del centrosinistra una forza inclusiva, non chiusa e parziale.
Si tratta di andare oltre il difetto storico della sinistra canturina, che inseguiva il fantasma della propria
diversit e poi non comprendeva come mai la classe operaia votasse la DC prima e la Lega poi.
Abbiamo fatto grande fatica a lasciarci alle spalle quella politica, non vorremmo ritrovarcela oggi in forma
surrettizia.
Di questo abbiamo bisogno a Cant, prioritariamente: di allargare diritti. E di chiudere con i privilegi. Perch
di privilegi ce ne sono ancora tanti. Bisogna sconfiggere la logica delle oligarchie. Una logica che lascia a
poche decine di persone, poche famiglie, il potere di compiere scelte. La logica che ha portato a favorire gli
interessi forti e ha lasciato a s i deboli. Bisogna rendere prioritario laccesso ai servizi comunali, agli uffici,
alle scelte pubbliche. Non serve evocare la partecipazione, quando lasci ai cittadini il solo potere di
scegliere il colore delle tendine del municipio. Cos nascono i disastri partecipativi.
Invece i canturini sono 40 mila. Se decidessero di decidere loro, non uno dei sepolcri imbiancati della
politica, recente o passata, resterebbe in piedi. Non alle dieci famiglie nobili ma a tutti i 40 mila dobbiamo
lanciare segali, altrimenti avremo perduto, ancor prima di partire.

Metodo politico
E dobbiamo dire ai 40 mila canturini poche cose, essenziali. Anzitutto sul metodo del lavoro amministrativo:
1.
2.
3.
4.
5.

Che lamministrazione comunale non un nemico, ma un interlocutore serio che pu aiutare a


risolvere problemi e non certo a crearne;
Che laccesso allamministrazione comunale, ai suoi uffici, deve essere semplificato, cambiando
lapproccio con cui ci si pu rivolgere ad essa;
Che per raggiungere i due obiettivi precedenti ci vuole uno sforzo del personale, che va rimotivato,
data la sua attuale condizione;
Che lamministrazione comunale dovr costare meno e che ad ogni riduzione di costi dovr
corrispondere una riduzione delle tasse,
Che il welfare cittadino dovr essere completamente ripensato.

Limposizione della addizionale IRPEF ad opera dellattuale amministrazione stato un errore politico:
anzitutto perch ha rappresentato un prelievo fiscale anticiclico, in un quadro di crisi economica
generalizzata; in secondo luogo perch ha confermato lidea di un intervento di necessit, facendo venir
meno il senso politico di tale scelta (ammesso che ne avesse). Il gettito di alcuni milioni avrebbe potuto
essere composto da un mix di risparmi (possibili) e da altri fonti fiscali.
quanto dobbiamo proporci di fare in futuro. Deve diventare norma il principio di riduzione del carico
fiscale: quando lamministrazione produce dei risparmi nella gestione di un servizio (o realizza degli introiti)
essi devono tradursi in riduzioni di tasse e imposte. Va anche ripensata la struttura del gettito fiscale
comunale, che dovr vedere una riduzione di tasse sui servizi o di imposte addizionali e un aumento
corrispettivo di tasse di scopo (a invarianza di carico fiscale complessivo). Questo cambio di filosofia potr
avvenire soltanto a seguito di un profondo processo di ripensamento dellapproccio fiscale, di
partecipazione popolare e di azione risoluta dellamministrazione.

Merito politico
E poi dobbiamo dire alcuni fondamentali punti programmatici che riguardano il merito dellagire
amministrativo.
Una societ in decrescita
Anzitutto, bisogna che ci soffermiamo a ragionare sul nostro futuro. Come potrebbe essere Cant, se non ci
fosse in futuro un correzione delle sue politiche economiche e sociali?
Avremo davanti a noi il declino, se non cambieremo politica e prospettiva. quanto si comprende se si
osservano i dati che lIstat ha pubblicato recentemente sulle tendenze demografiche del nostro Comune.
Ma questa riflessione vale anche per molte parti dellItalia.
Pensiamo che la classe dirigente di questa nostra citt, non solo politica, ma pi in generale della societ
cittadina, dovrebbe affrontare questo tema fondamentale, piuttosto che perdersi in riflessioni stravaganti e
addirittura controproducenti.
indispensabile valutare attentamente alcuni aspetti della demografia cittadina, se vogliamo capire bene
quali sono i problemi che la nostra citt ha davanti a s, e se vogliamo comprendere bene quali siano le
vere iniziative che la nostra citt dovr affrontare in futuro.
Iniziamo con lindice di vecchiaia: stato nel 2015 pari a 147,6.
Rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione. il rapporto percentuale tra il numero degli
ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni. Ad esempio, nel 2015 l'indice di vecchiaia

per il comune di Cant dice che ci sono 147,6 anziani ogni 100 giovani. Nel 2002, lindice di vecchiaia a
Cant era 129.
Continuiamo e fermiamoci per il momento con lindice di ricambio della popolazione attiva: di 132,2.
Questo indice rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in
pensione (55-64 anni) e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-24 anni). La popolazione attiva
tanto pi giovane quanto pi l'indicatore minore di 100. Ad esempio, a Cant nel 2015 l'indice di
ricambio 132,2 e significa che la popolazione in et lavorativa molto anziana.
Valutare il combinato di questi due indici dovrebbe fare paura a ogni amministratore cittadino, a ogni
politico interessato al benessere della propria citt. Cosa ci dice questo combinato? Che in futuro, senza
evidenti e decisivi cambiamenti nella struttura della popolazione canturina, ci sar uno svuotamento della
componente attiva e produttiva della cittadinanza, ma non avremo un pari ingresso nel tessuto produttivo
di giovani in grado di sostituire chi lascia il lavoro. Ci significa un assottigliamento della base produttiva e
quindi degli introiti fiscali e quindi dei fondi da destinare ai servizi e al welfare cittadino. Il tutto, in una
societ in cui il tasso di invecchiamento alto e che quindi avr sempre pi bisogno di risorse da dedicare
allassistenza.
La corsa dei politici della destra cittadina, compreso il nostro sindaco, invece quella di lanciare allarmi
sempre pi elevati contro i pericoli dellinsicurezza; insomma si cerca di nascondere il vero problema del
futuro cittadino, si preferisce guardare a un presente, per di pi incompreso.
evidente che lunica possibilit per la Cant del futuro quella di rinunciare a una pretesa e indefinibile
chiusura culturale, per garantirsi un futuro di prosperit e sicurezza. Il che significa costruire una
cittadinanza fondata sullabbandono delle logiche litarie, che hanno caratterizzato la citt nel ventennio
leghista, e persino nel quinquennio civico, e su una logica di accoglienza reale di cittadini e cittadine di
culture diverse dalle nostre (in questo, occorre riconoscerlo, una differenza tra le due pi recenti
esperienze amministrative esiste). Significa garantire servizi di formazione e di sostegno alla
professionalizzazione per quanti ne hanno bisogno, e significa ripensare profondamente il sistema del
welfare.
Infatti, la struttura della popolazione canturina ha visto una riduzione della popolazione attiva da 69 a 65%
in tredici anni. Questo significa che quella riduzione della base economica della cittadinanza attiva nei
fatti in corso e che la si potr arrestare soltanto creando a Cant le condizioni per una reale accoglienza di
nuove risorse economiche lavorative. Significa cio portare la citt a crescere anche demograficamente.
Si consideri che i cittadini tra 0 e 14 anni presenti a Cant sono 5.667, mentre i cittadini con oltre i 65 anni
sono stati 8.365 nel 2015.
Per cambiare profondamente questo dato si deve non solo favorire una maggiore messe di nascite in citt,
ma si deve qualificare la struttura dellimmigrazione: favorire i ricongiungimenti familiari, larrivo di donne
quindi, e la qualificazione dellimmigrazione importando immigrazione ad alto tasso di istruzione. Si tratta
di una istanza teorica, in quanto, come risaputo, la caratteristica della legge che ad oggi ancora
regolamenta questa materia (la legge Bossi-Fini) ha favorito larrivo di una immigrazione in Italia a bassa
qualificazione (badanti, addetti allagricoltura).
E tuttavia, almeno deve essere chiaro questo aspetto.
Quindi ragionare su una politica di integrazione (pi che di accoglienza, che non significa nulla in concreto)
non significa, non pu significare predicare una buona intenzione, declinare quindi in sede locale un buon
proposito. Significa prendere atto di un dato di realt e apprestarsi a governare tale realt.

Cultura
Come secondo punto, si deve comprendere quali sono i principali settori di investimento delle poche
risorse disponibili. Il primo, senza ombra di dubbio, dovr essere quello della cultura. La cultura deve essere
la prima risorsa cittadina.
Si deve anzitutto valorizzare tutti i centri di diffusione e di formazione culturale, le scuole, i centri di
formazione, le attivit permanenti di diffusione e creazione di cultura come la scuola di musica (che
abbisogna di una sede pi appropriata), come i due teatri cittadini, come le compagnie teatrali, come le
associazioni cittadine che rappresentano una ricchezza del tessuto sociale cittadino. E una particolare
menzione deve essere fatta alla Pro Cant, che dovr tornare a essere una punto di riferimento centrale
nella vita associativa cittadina.
In secondo luogo, si dovranno immaginare nuove e pi stringenti iniziative culturali, da valutare con il
tessuto associativo e culturale cittadino, per dotare la citt di nuove e pi ricche opportunit per lo sviluppo
culturale e civile della societ.
Economia
Lamministrazione cittadina deve confermare che il tessuto produttivo cittadino non deve essere svilito,
dismesso, depotenziato. La vocazione industriale e artigianale di Cant deve essere costantemente ribadita.
Per fare ci, lamministrazione cittadina deve e pu fare tante cose, a partire dagli strumenti di
pianificazione (anche urbanistica) di cui dispone. Un rilancio del tessuto occupazione e produttivo deve
passare anche da un profondo ripensamento del sistema formativo cittadino, sempre pi alla ricerca di
strumenti nuovi e aggiornati di formazione professionale, allaltezza delle richieste che provengono dal
sistema produttivo.
Ambiente
Si deve puntare a una effettiva promozione del principio del consumo zero del suolo. Oltre allancora non
costituito parco regionale, il Comune dovr muoversi per dare effettivit a tale principio, oltretutto ribadito
anche dalapprovazione di una recente legge nazionale. Si dovr ripensare con profondit la logica con cui
la maggioranza cittadina ha ipotizzato la definizione di un Piano del traffico che non dice nulla di innovativo.
Serve al contrario un vero e proprio piano della mobilit, che favorisca i percorsi pedonali, luso di mezzi
pubblici, e dismetta la logica che attualmente pensa ai cittadini come se fossero esclusivamente degli
automobilisti.
Welfare
La tendenze demografiche registrate a Cant segnano anche da questo punto di vista un campanello
dallarme. Anche per queste tendenze demografiche risulta inevitabile ripensare il Welfare cittadino.
In un tale contesto, proprio la logica della erogazione dei servizi ad essere sbagliata. Il format dei servizi
ipotizzati dal sistema assistenziale storico sono stati predisposti e modellati quaranta anni fa. E da allora,
linerzia istituzionale li ha perpetuati.
Come si esce da tale inerzialit? Facendo emergere il circuito dellinformalit, che sicuramente pi ricco di
quello istituzionale, e creando veramente un modello basato sul principio di sussidiariet. In tale logica, le
cooperative sociali vanno responsabilizzate, e con loro tutti gli attori del sistema, dalle societ e le aziende
del sociale ai comuni facenti parte del Piano di zona.
Di contro a una deriva che potrebbe portare a un esplosione della spesa per il welfare, la proposta di fondo
che adottiamo quella di partire dalla domanda, da una sua mutualizzazione. questa lunica alternativa
alla trasformazione e alla privatizzazione del welfare, abbandonato altrimenti nelle mani di assicurazioni
private e finanziarie.
Occorre quindi creativit e inventiva, per salvaguardare la natura democratica del welfare. E questo deve
servire per il sociale, come per la componente sanitaria, ridotta a vero business dalla scelta lombarda di
esasperare i l modello del servizio reso su presentazione di un voucher.

Serve quindi visione, apertura mentale e determinazione per puntare anzitutto alla costruzione di un
capitale sociale, facendo per il welfare quanto accadde a fine 800 con la nascita delle mutue e delle banche
cooperative. E serve soprattutto radicalit, mirata a unazione trasformativa, capace di evitare le due
minacce per il welfare del domani: burocratismo e funzionalismo.

Conclusioni
Sono tante altre le proposte che un programma minimo deve e potrebbe avanzare. Ma penso che sia a
questi punti fondamentali che dovremo attestarci nellattuale frangente storico.
Lintero complesso di tali proposte si ispira alla carta dei valori che la Commissione promotrice delle
Primarie ha licenziato nei mesi scorsi. Tali punti rappresentano il denominatore comune e il minimo
programmatico al quale ci attestiamo tutti noi candidati, ma sono anche il filo rosso di una elaborazione
matura e serena del centrosinistra canturino.
Sono i principi essenziali ai quali ci ispiriamo: efficienza amministrativa, trasparenza, sviluppo sostenibile,
crescita sociale e civile, riconoscimento dei diritti di cittadinanza sono i fondamentali del nostro comune
discorso politico.
E allo stesso modo, lo il richiamo ai valori fondanti della Costituzione della Repubblica italiana, nata dalla
Resistenza e dallantifascismo: democrazia, libert, uguaglianza, solidariet, pace, giustizia, laicit, lavoro.
A tali valori, aggiungo una lotta senza quartiere alla criminalit organizzata, pericolosamente presente nel
nostro distretto.
Ora, per dare corpo a quei valori, si tratta di essere conseguenti, coraggiosi e determinati. Vogliamo dare ai
canturini un nuovo e ordinato quadro di governo. Vogliamo con chiarezza dire i nostri intenti, i nostri
programmi, le nostre intenzioni.
Guardiamo ai tanti giovani che cercano una via per trovare una realizzazione alle proprie aspettative, che
cercherebbero una societ in cui sia promosso e premiato il merito, e invece si scontrano con chiusure
litarie, discorsi negativi e un paternalismo arrogante e svilente.
Ad essi diciamo con questo programma minimo che solo muovendosi con chiarezza per un vero
cambiamento della nostra citt si pu agire restando rispettosi di chiunque, anche del proprio avversario:
essendo chiari, sinceri, non nascondendo il proprio obiettivo, che oggi e qui quello di dare vita a un vero
cambiamento nella citt di Cant.
Ne abbiamo le possibilit, ne saremo capaci.

Cant, 30 giugno 2016


Angelo Filippo Di Gregorio

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