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Sappiamo che l'occhio dei vertebrati vede la realtà circostante perché i fotoni provenienti da una
sorgente luminosa e riflessi in varia misura dagli oggetti ( tridimensionali) vengono focalizzati dal
cristallino sulla retina formando un'immagine a due dimensioni. Tale immagine viene poi analizzata
da un sistema molto complesso di neuroni già nella retina stessa e in varie parti del cervello.
Una fotografia ci da' un'immagine che ci appare molto realistica perché la macchina fotografica
funziona come l'occhio: trasforma ciò che e' compreso nel suo campo visivo in un'immagine
bidimensionale.
per approfondire.
E'noto poi che se invece che riprendere una singola foto ne riprendiamo molte in rapida sequenza
e poi le facciamo vedere con la stessa velocità (almeno 16 al secondo ) diamo l'illusione del
movimento
La televisione permette la visione a distanza ( tele-visione, appunto ) utilizzando l'elettricità per
trasmettere una rapida successione di immagini.
L'idea su cui si basa la televisione è quella di leggere in rapida sequenza i valori di luminosità dei
vari punti che costituiscono un'immagine e di trasmettere tale sequenza a un apparecchio in grado
di "ricostruire" un'immagine basandosi su questi valori.
Le origini di questa idea risalgono alla metà dell' 800, ma il suo sviluppo concreto avvenne nella
prima metà del '900 .
Le regole di base per la formazione e la trasmissione del segnale televisivo ancor oggi in uso
sono state sviluppate e standardizzate sulla base delle tecnologie elettroniche (analogiche)
disponibili a quell'epoca, che utilizzavano sia per la trasmissione che per la ricezione il tubo
catodico.
Per spiegare il meccanismo con cui viene generata l'immagine televisiva conviene quindi far
riferimento a queste tecnologie, anche se oggigiorno il tubo catodico è stato del tutto sostituto dai
dispositivi a stato solido ( CCD e CMOS ) come sensore di ripresa nelle telecamere e sta per
essere abbandonato a favore degli schermi a cristalli liquidi e al plasma nei televisori, mentre il
segnale televisivo analogico viene in molti casi sostituito da un flusso di informazioni digitalizzate.
Il tubo catodico
Pur assumendo diverse forme a seconda delle varie applicazioni, il tubo catodico è in generale
costituito da un contenitore di vetro in cui è stato realizzato il vuoto, recante a un'estremità un
dispositivo (cannone elettronico) che emette un fascio di elettroni.
Sulla sinistra è
visibile il
cosiddetto
"cannone
elettronico".
Gli elettroni
emessi dal
catodo (da cui il
nome di raggi
catodici) vengono
accelerati da una
serie di griglie a
potenziale positivo
rispetto al catodo;
quindi passano
attraverso anodi di
forma opportuna,
che focalizzano il
fascio fino a
renderlo di
sezione
puntiforme. Se
lungo il percorso
del fascio di
elettroni si
pongono
( esternamente al
tubo ) delle piastre
elettricamente
cariche o degli
elettromagneti, il
fascio verrà
deviato a seconda
del segnale
elettrico a esse
applicato. Nella
figura il fascio di
elettroni, che di
per sé sarebbe
invisibile, è
rappresentato
deviato verso l'alto
dal campo
elettrico generato
dalle due piastre.
Il cinescopio
Il tubo catodico
più familiare è il
cinescopio del
televisore.
In questo
dispositivo il
"pennello" di
elettroni emesso
dal cannone
elettronico viene
fatto muovere
dal campo
elettromagnetico
generato dalla
corrente che
passa in
avvolgimenti di
rame (visibili nel
dettaglio) che
circondano il
"collo" del
cinescopio.
La parete
interna dello
schermo è
rivestita di una
sostanza
fluorescente,
che nel punto in
cui viene colpita
dagli elettroni
del fascio
emette luce.
Ogni 64
milionesimi di
secondo,
muovendosi da
sinistra a destra,
il pennello
elettronico
traccia sullo
schermo una
riga orizzontale,
poi si spegne e
torna
rapidamente alla
sinistra dello
schermo dove
comincia la
scansione di
una nuova riga,
leggermente più
in basso,
proseguendo in
questo modo
fino a coprire
tutto lo schermo
( nella figura la
distanza tra le
righe è molto
esagerata )
L'intensità del
pennello
elettronico non è
costante, ma
varia in funzione
del segnale
ricevuto, in
modo che la
luminosità delle
righe varia da
punto a punto,
generando così
un'immagine.
Nello standard
europeo la
scansione
dell'intero
schermo
avviene in 1/50
di secondo,
cosicché ogni
secondo si
formano 50
immagini che
danno l'illusione
del movimento.
La scansione interlacciata
Ci si potrebbe chiedere come mai la televisione utilizza 50 immagini al secondo, quando
sappiamo che 20/25 fotogrammi al secondo sono più che sufficienti a rendere senza problemi
l'illusione del movimento.
Come abbiamo appena visto, i punti dello schermo televisivo rimangono per la maggior parte del
tempo scuri e se il pennello elettronico li illuminasse 25 volte al secondo invece che 50 si
avvertirebbe un fastidioso sfarfallio. ( E' sempre per combattere questo inconveniente, chiamato
"flikering", che i monitor dei computer hanno una frequenza ancora maggiore, in genere compresa
tra 60 e 85 herz, e che gli otturatori rotanti dei proiettori cinematografici hanno due o tre lame, in
modo che, pur proiettando 24 diversi fotogrammi al secondo, lo schermo viene illuminato 48 o 72
volte al secondo.)
Gli ingegneri che fissarono gli standard del segnale televisivo dovevano però fare i conti con i limiti
imposti dalla larghezza di banda, ovvero la quantità massima di informazione che può essere
trasmessa in un certo tempo attraverso un certo canale. Senza entrare troppo nei dettagli
possiamo dire che, volendo trasmettere 50 immagini al secondo, ogni immagine non poteva
essere composta da più di 300/350 righe.
In questo modo, però, la risoluzione verticale, ovvero la quantità di dettagli che si possono
distinguere sarebbe stata piuttosto bassa.
Il problema fu risolto con un trucco ingegnoso: si stabilì che ogni fotogramma fosse composto da
625 righe e che fosse esplorato in due riprese, in un 1/50 di secondo le righe dispari e nel
cinquantesimo di secondo successivo le righe pari. In altri termini, nello standard europeo,
abbiamo 25 immagini al secondo (quadro o frame) ognuna delle quali è composta da due
semiquadri (field) da 312 righe e 1/2 per un totale di 625 righe.
Il colore
Come si vede i tre pennelli elettronici sono leggermente convergenti, in modo che si incrociano
pochi centimetri prima di colpire le striscie fluorescenti sulla superficie interna dello schermo.
Nel punto dove si incrociano i tre fasci è posta una maschera bucherellata, che impedisce ai tre
fasci di illuminare le strisce degli altri colori mentre procedono alla scansione di una riga. La
tripletta più luminosa è quella che viene colpita dai tre pennelli elettronici, i punti dove i fasci
devono ancora passare sono rappresentati in grigio-verde ( il colore del materiale fluorescente
illuminato dalla luce naturale ) mentre i punti dove i fasci sono appena passati sono rappresentati
in colore scuro dato che continuano a emettere un po' di luce colorata.
I tre colori (rosso con lunghezza d'onda di 615 micrometri, verde 532 micrometri, e blu con 470
micrometri.) sono stati scelti in quanto nessuno dei tre può essere ottenuto da una combinazione
degli altri due, perchè esistono pigmenti che permettono di costruire i filtri per i sensori delle
telecamere (tubi di ripresa e CCD) e, soprattutto, perchè all'epoca in cui furono stabiliti gli standard
erano disponibili sostanze in grado di emettere luce a quelle lunghezze d'onda con buona
efficienza.
Attualmente i visori basati sulla tecnologia del tubo catodico ( CRT , Catode Ray Tube ) vengono
sempre più spesso sostituiti dai dispositivi a cristalli liquidi ( LCD ) e dagli schermi al plasma.
I primi, sfruttando la capacità di alcuni materiali di cambiare la propria polarizzazione alla luce se
sottoposti a un campo elettrico, controllano la trasparenza di ogni pixel a una luce che li illumina
dal retro.
Gli schermi al plasma sono invece costituiti da moltissime minuscole cellette, isolate una dall'altra
e rivestite internamente di una sostanza fluorescente che viene eccitata da un gas ionizzato. Per
approfondire
Un segnale televisivo può anche essere visualizzato con proiettori basati su varie tecnologie.