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"L'assenza d'amore rende immuni da ogni dolore. Il Diya conosce il prezzo dell'invulnerabilità e vi ha rinunciato."
100 spunti di riflessione per migliorarsi ogni giorno. Un approccio "in pillole" alla spiritualità, che riesce però ad essere profondo ed incisivo.
"L'assenza d'amore rende immuni da ogni dolore. Il Diya conosce il prezzo dell'invulnerabilità e vi ha rinunciato."
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Attribution Non-Commercial (BY-NC)
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"L'assenza d'amore rende immuni da ogni dolore. Il Diya conosce il prezzo dell'invulnerabilità e vi ha rinunciato."
100 spunti di riflessione per migliorarsi ogni giorno. Un approccio "in pillole" alla spiritualità, che riesce però ad essere profondo ed incisivo.
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Laudate et benedicete mi signore, et rengratiate et serviateli cun grande humilitate (Francesco d’Assisi, “Cantico delle creature”) PROLOGO
Tempo fa, una notte, feci un sogno. Lo stesso
sogno che avevo già fatto molte volte fin dall’infanzia. Senza parole, fissavo qualcosa di enorme, tanto grande che non potevo vederne i contorni né indovinarne l’aspetto. Sapevo solo che era immenso. E sapevo, come ogni volta, di trovarmi davanti ad una scelta. Una voce silenziosa mi ripeteva nella mente: “Allahu Akbar”, Dio è grande. “E' servito a questo, arrivare fino a qui”, mi trovai a pensare, “a sentire frasi che ho sentito chissà quante volte, a scoprire verità tanto universali che le ho sempre conosciute. e che, probabilmente, chiunque conosce già”. Eppure, da quando ricordavo, nei miei sogni ogni strada arrivava sempre, ineluttabilmente, a questo punto. Sempre di fronte a questa immensità priva di forma, che avevo visto infinite volte e che sempre mi attirava e mi respingeva. Con quel duplice sentimento, ogni volta rimanevo in bilico tra la fuga e la fusione, fino a svegliarmi senza aver deciso cosa fare. Con la sola consapevolezza di aver posticipato nuovamente la mia scelta e che, prima o poi, avrei dovuto ritornare al suo cospetto e prendere la mia decisione. Credevo che non avrei mai avuto la forza di andarmene né di seguire il richiamo ad entrare in quell’immensità, e che il mio sogno ricorrente avrebbe pertanto continuato a ripetersi all’infinito, ma quella notte il sogno cambiò. Con mia grande sorpresa, mi vidi tendere le mani ed abbracciare la montagna informe. La voce che salmodiava nella mia mente tacque, mentre la visuale mi veniva completamente oscurata da quella mole spaventosa. All’improvviso, dal corpo immenso uscì una voce: “Per forgiare un'arma servono fuoco e sangue, e la fiamma verde che brucia al posto del sole”. Non capivo. Pensai che non avrei mai più potuto uscire da quel corpo che aveva inglobato il mio, ed avrei pertanto dovuto servirlo per l’eternità. Ma, come se rispondesse al mio pensiero, la sua voce disse ancora: "Non mi servono schiavi, ma Diyaat". 100 SUSSURRI 1
Fino a che l'Oceano è visibile all'orizzonte, è
ancora distante. Quando il fiume vi si fonde, l'Oceano è invisibile e diviene uno con esso. Il Diya non segue il sentiero con gli occhi fissi alla meta, poiché questo gli impedirebbe di raggiungerla. 2
Molti sono i modi di apprendere ed insegnare.
Quando si trova a dover trasmettere un insegnamento, il Diya preferisce la dolcezza alla durezza, la naturalezza alla forzatura, l'esempio alla punizione. 3
Il Diya conosce i meccanismi della mente.
Egli sa controllarli in se stesso e riconoscerli negli altri, comprendendo le motivazioni delle loro azioni. 4
Ogni Segno è la risposta a una domanda del
cuore. Il Diya sa dare ai Segni la giusta importanza e non manca mai di riflettere sul loro significato. 5
Il destino si realizza attraverso scelte libere.
Il Diya sa riconoscere la libertà nel compiersi di ciò che da sempre è scritto. 6
Il Diya percepisce il tempo assoluto.
Egli avverte la corrente dei mutamenti, ma tiene sempre viva la percezione dell'Immobile e dell'Eterno al di là di essi. 7
Il desiderio di sicurezza è uno degli ostacoli
più grandi sul cammino dello spirito. Il Diya sa accettare senza capire, scegliere senza ragionare, procedere senza conoscere la meta. 8
Di fronte al destino, il Diya non si oppone.
Egli rimane immobile, accoglie totalmente ciò che è scritto e scorre con il flusso dell'universo, divenendo inarrestabile. Il Diya non combatte, per questo non può essere sconfitto. 9
L'assenza d'amore rende immuni da ogni
dolore. Il Diya conosce il prezzo dell'invulnerabilità e vi ha rinunciato. 10
Il Diya non conosce Dio.
Egli lo cerca seguendo il richiamo della sua anima, ma non lo studia; ne fa esperienza con l'estasi, ma non lo comprende; ne conosce l'amore, ma non lo spiega. Il Diya riceve i doni di Dio con gratitudine, senza mai interrogarlo. 11
Tutte le anime provengono dall'Uno.
Per questo ogni anima è in grado di comprendere le altre, senza bisogno di nessuna parola. 12
Il Diya sa vedere la coesistenza degli opposti
in ogni espressione della realtà duale. Per questo motivo egli evita il fanatismo e l'estremismo, ricercando sempre l'armonia e l'equilibrio nel mezzo. 13
Lo scopo della vita del Diya è trasmettere
Dio. Egli lo trasmette con le sue azioni, con i pensieri, con le parole. In ogni azione del Diya deve sempre essere evidente la presenza di Dio. 14
I Segni indicano il cammino che il cuore già
conosce e lo rendono visibile anche agli occhi. Il Diya sa riconoscere i Segni, li interpreta e se ne lascia guidare. 15
La parola è la forma comunicabile del
pensiero. Il Diya conosce la potenza della parola e sa impiegarla con accortezza. In tal modo egli raggiunge il cuore di chi lo ascolta con semplicità, efficacia e dolcezza. 16
Utilizzare forza per piegare gli eventi, è
debolezza. Solo gli arroganti impiegano le loro armi come strumento, e solo chi non sa capire e non ha coraggio può essere arrogante. Chi ha forza, non necessita di armi: il Diya agisce al momento giusto, quando è l'Universo a scorrere. Scorrendo con esso, muove montagne con un respiro. 17
Il Diya conosce il valore del silenzio.
Egli cerca nel silenzio le risposte, e in silenzio le trasmette a chi le sa ascoltare. 18
Ogni universo fluisce in armonia con le
energie che lo rendono vivo. Il Diya sa percepire questa armonia nel suo insieme pur non conoscendone le singole parti, così come sa gioire della bellezza del fiume pure senza conoscerne ogni corrente. 19
Il superfluo incatena l'anima.
Non esiste nessuno che possa dirsi privo del superfluo, neppure i santi. Il Diya deve perciò abbandonare ad ogni istante qualcosa di superfluo, che cadrà dalla sua veste come polvere, fintanto che sarà in cammino.' 20
Il Diya non è devoto a nulla se non all'Uno.
Egli tuttavia non trascura le anime e gli avvenimenti che incrociano il suo cammino, perché sa che in ogni granello di polvere si nasconde la saggezza divina. 21
Il Diya conosce l'unica Verità e per questo sa
riconoscere le sue declinazioni negli universi. Egli non si lascia pertanto confondere dalla relatività della logica ma sa vedere oltre il paradosso. 22
L'amore si esprime con la libertà, l'egoismo
con il possesso. Al Diya è permesso amare, ma non possedere. 23
Il Diya sa che l'universo ci dona ciò che
chiediamo e ci restituisce ciò che da noi emana. Chi si vota alla morte, morirà; chi si vota al dolore, soffrirà. Allo stesso modo, chi si vola alla gioia riceverà gioia e chi si vota all'amore, riceverà amore. 24
Il Diya non definisce a priori dove il proprio
cammino lo condurrà, ma segue con fiducia la corrente a cui si abbandona. Non spetta all'acqua del fiume scegliere la propria strada per l'Oceano. 25
Ognuno sceglie la propria strada.
Il Diya sa che non gli è possibile influenzare questa scelta negli altri, neppure per prevenire uno sbaglio. 26
Il Diya è consapevole in ogni istante
dell'imprevedibilità della morte. Per questo motivo, egli non rimanda. 27
Chi è infelice non può rendere felici gli altri;
chi è turbato, non può rasserenare; chi non ha fede non può insegnare a credere. Il primo dovere del Diya consiste nella ricerca del proprio equilibrio. 28
Il Diya non cerca seguaci, ma risponde
sempre alle domande di chi lo interroga; egli non invita nessuno a seguirlo, ma quelli che devono incontrarlo ne incrociano naturalmente il cammino. 29
Il Diya insegna con l'esempio a chi desidera
imparare da lui. Egli non aspira a divenire maestro o crearsi dei seguaci, ma vive come se il mondo intero lo osservasse per apprendere la via per il Divino. 30
Quando deve prendere una decisione, il Diya
cerca il silenzio. Nel silenzio, egli ascolta la voce del cuore e le obbedisce. In questo modo egli compie ciò che è scritto nel destino. 31
Il silenzio esterno non è che un riflesso del
silenzio dell'anima. Il Diya deve costruire e preservare con cura il proprio silenzio interiore, mantenendosi vuoto ed evitando di trattenere in sé i pensieri e le emozioni che lo attraversano. 32
Il Diya percepisce il Divino dietro la
creazione: per questo egli sa sorriderne. 33
La meditazione, la musica e la poesia, il
viaggio, la carità e la filosofia non sono che alcuni mezzi per avvicinarsi al Divino. Il Diya mantiene chiaro l'obiettivo, scegliendo in ogni circostanza il mezzo più adatto a perseguirlo. 34
Il Diya non appartiene al mondo. Egli lo
attraversa e ne vive le emozioni, ma ne rimane distaccato, per questo esce vincitore da ogni prova. Solo chi non desidera la vittoria può essere invincibile. 35
Il Diya non prende decisioni.
Di fronte ad un bivio, egli ascolta i comandi della sua anima e i segni dell'universo, e docilmente obbedisce. 36
Quando deve affrontare una prova, il Diya
ricorda sempre che la vittoria e la sconfitta sono relative. Non esistono vittorie né sconfitte nel disegno universale, ma solo il fluire armonico del destino. 37
Il Diya accetta la sofferenza e la paura, la
rabbia e la delusione, ma non ne diviene schiavo. Egli lascia fluire attraverso di sé ogni emozione senza trattenerla, la consuma senza esserne consumato, la vive completamente senza serbarne in sé neppure un frammento. 38
Il Diya si rende interpretazione del Divino
così come lo percepisce, ma sa di non detenere alcuna verità. 39
Il possesso è uno strumento del mondo.
Il Diya non deve mai confondere lo strumento con lo scopo. 40
La ricerca di Dio è individuale, differente per
ogni anima, consapevole o inconsapevole. A volte due anime possono compiere un tratto di strada insieme o scambiarsi i racconti dei propri viaggi. Il Diya sa capire quali anime possono comprendere il racconto delle sue esperienze e quali no: in tal modo sa con chi confidarsi e con chi invece tacere. 41
La realtà di ogni universo deriva dall'unica
realtà trascendentale. Il Diya sa vederne i collegamenti, così come un fabbro esperto sa quale anello della catena lavorare per spezzarla o per renderla più forte. 42
La semplicità è la chiave per la comprensione.
Il Diya costruisce i suoi pensieri e le sue azioni sulla semplicità e sull'azione diretta, in questo modo egli mantiene saldo il controllo sul proprio operato. 43
Per comprendere i sentimenti, la ragione non
basta. Per questo motivo il Diya sa comprendere le emozioni con il cuore e non con la logica. La compassione è la chiave per il Mistero. 44
Il Diya crede in Dio, ma non crede negli dei.
Il Diya adora Dio, ma non necessita di riti o di religioni. Egli tuttavia non condanna né rifiuta le religioni e gli dei, poiché in essi vede il riflesso della Verità da cui derivano. 45
Sotto ad ogni aspetto del creato, risuona il
Divino. Per questo, in ogni momento il Diya contempla il creato e ne gioisce. 46
Il destino si compie in un unico progetto
armonico. Ciò che al singolo sembra avverso o propizio, il Diya sa vederlo nell'armonia generale, al di là del giudizio. 47
Il timore dell'ego di fronte alla totale assenza è
come il timore del fanciullo che dorme solo nella stanza buia e che scompare quando egli diventa uomo. Allo stesso modo, quando la sua anima è cresciuta a sufficienza, il Diya rinuncia a se stesso e permette al vuoto di riempirlo completamente. 48
Il Diya ama la vita e la rispetta in somma
misura: egli comprende l'importanza di ogni singola esistenza e le rende onore. Per questo stesso motivo, il Diya non teme la morte ma la rispetta, così come il navigatore rispetta la notte in cui splende il faro. 49
Il Diya conosce la forza delle emozioni e sa
cavalcarle. Egli le vive intensamente, accettandone ogni singola parte e consumandola nel momento in cui nasce. Navigando sull'onda di un fiume in piena, se ne fa trasportare senza esserne mai travolto. 50
La gestione del tempo è importante per il
benessere dello spirito. Il Diya sa dare il giusto valore al tempo, evitando così i suoi due pericoli: il rimorso ed il rimpianto. 51
Il Diya sa che la vittoria e la sconfitta sono
soggettive, legate al tempo e allo spazio: per questo, quando affronta una sfida, non gli importa di vincere. Poiché non insegue la vittoria, egli è libero di dare il meglio di sé. 52
Ogni cosa trae esistenza ed alimento dal
proprio opposto. Il Diya sa vedere l'unico sentimento da cui derivano l'odio e l'amore, l'unico elemento da cui nascono buio e luce, l'unico desiderio da cui derivano egoismo e carità. Per ogni suo sentimento, egli sa di avere in sé anche il suo opposto e rende ad entrambi uguale onore. 53
Il Diya tende sempre ad evitare lo scontro, ma
quando vi si trova non ha interesse a prevalere. L'indifferenza alla vittoria lo rende invincibile. 54
La più grande espressione dell'amore è la
libertà. Il Diya esprime il suo amore rispettando il percorso di coloro che ama, accompagnandoveli sino a dove gli è concesso e poi fermandosi. 55
Le Verità sono eterne, univoche ed
inamovibili, esterne alla causalità. Il Diya percepisce le Verità nella loro natura divina: egli è perciò immune dal relativismo degli universi. 56
Il Diya non desidera combattere; il suo primo
sforzo verso la vittoria consiste nell'evitare lo scontro. Quando lo scontro diviene inevitabile, il Diya ha già perso la sua battaglia principale. 57
Molti sono i modi di comunicare.
Il Diya predilige la comunicazione basata sul reciproco piacere, sullo scambio equo e sull'armonia. 58
La storia di ogni anima la rende unica e ne
modella lo spirito. Il Diya sa che non c'è ingiustizia nell'equilibrio divino, per questo motivo egli non prova invidia né frustrazione. 59
Il Diya non ha ideali né modelli. Egli non
segue canoni o leggi morali per compiere le proprie scelte, ma si affida completamente alla propria voce interiore. Il Diya non si comporta secondo i propri ideali, ma secondo il proprio sentire. 60
Il Diya sa che gli universi sono infinite
espressioni dell'unica Verità. Per questo egli vive ed è al contempo morto. 61
Il Diya non giudica.
Egli non ha pertanto necessità di perdonare ed il suo spirito può mantenersi leggero. 62
Chi pensa già di conoscere non può più
imparare. Il Diya non si considera mai erudito, per questo può apprendere grandi verità anche da piccole cose. 63
In ogni istante il creato può insegnare la
propria verità a chi sa ascoltarne la saggezza. Per questo il Diya, di fronte agli avvenimenti, deve saper rimanere in silenzio, umile e pronto a ricevere. 64
Il Diya compie la sua missione con umiltà e
ricorda sempre che la missione avviene per mezzo di lui, ma non per suo merito. Egli ne è il canale non l'artefice. 65
Gli universi sono influenzati dalle leggi fisiche,
la realtà trascendentale è influenzata dallo spirito. Conoscendo l'ambito del proprio fine, il Diya sa scegliere di volta in volta gli strumenti più adatti a realizzarlo. 66
Esistono solo tre modi onorevoli per il Diya
di utilizzare la propria arma. Il primo consiste nel porla al servizio del destino. Il secondo consiste nel mondare la sua anima. Il terzo consiste nel non estrarla. 67
Il Diya percepisce la natura unitaria della
creazione e considera proprio fratello ogni essere. Egli non usa perciò violenza, ma dolcezza; non prepotenza, ma gentilezza; non azione, ma abbandono al naturale scorrere della vita. 68
La paura non può esistere nel presente, essa
vive solo nel ricordo o nell'attesa. Di fronte alla paura, il Diya ricorda che futuro e passato non hanno corpo al di fuori della mente e scaccia così i suoi timori. 69
Ogni anima è speciale per il suo percorso e le
sue diversità. Il Diya non cerca di uniformare alcuno al suo credo o al suo sentiero; come di fronte ad una ricca orchestra, egli apprezza ed ascolta in silenzio l'armonia dell'intreccio. 70
Ogni avvenimento ha in sé un'emozione ed
una tappa nel cammino delle anime che lo vivono. Il Diya sa viverne le emozioni, ma sa anche riconoscere il passaggio che esse segnano nella propria storia. 71
Il Diya ha rinunciato al controllo.
Egli ascolta i comandi della propria anima e si lascia guidare dallo scorrere dell'universo, sicuro che per questa via compirà il proprio destino. 72
Senza la percezione del Divino gli universi
non hanno senso né consistenza. Il Diya sente e vede oltre la ciclicità e le proiezioni, poiché egli attinge pienezza dalla scintilla di Divino che è in lui. 73
Il Diya non ricerca il possesso nell'amore. Egli
sa amare senza chiedere nulla in cambio e senza stringere legami. L'amore del Diya è una nube leggera, che non proietta ombra. 74
Le anime alla ricerca di una guida manifestano
la loro ricerca con parole e azioni. Il Diya sa ascoltare ed osservare queste richieste e, quando ne è in grado, vi risponde. 75
I pensieri sono un potente strumento che
permette di indirizzare le energie. Il Diya deve esserne padrone: egli deve sapere quando impiegarli, così come deve saperli riporre una volta esaurita la loro utilità. 76
La forza dell'universo è inarrestabile e infinita.
Il Diya non aspira a divenire forte per dirigerla o contrastarla, ma a divenire docile e inconsistente. Imparando a scorrere in armonia con l'universo, egli diviene invincibile. 77
Un'intensa luce proietta intense ombre.
Nessuna natura è univoca, il Diya ama la luce ed ama le ombre, accoglie entrambe in sé ed entrambe coltiva. 78
Il Diya sa che il possesso non esiste: lo
scorrere dell'universo è inarrestabile ed ogni forma è effimera. Cercare di possedere è come voler stare al centro del fiume ed afferrarne l'acqua. 79
La logica e il sentimento sono due fiumi
differenti che nascono dalla medesima sorgente. Il Diya non discende mai il corso di uno solo, ma prende le proprie decisioni ascoltando il mormorio della sorgente. 80
Occorre poco alla vita, l'essenziale è semplice
e vicino. Il Diya sa discernere l'essenziale, per questo egli possiede il dono della serenità. 81
Ogni essere vive per essere felice.
Il Diya non teme la felicità, la ricerca e la desidera seguendo il proprio istinto più profondo. Egli onora la propria ricerca ed il proprio desiderio, poiché sa che è questo il motore dell'Azione. 82
Solo chi giudica classifica il mondo in bene e
male. Il Diya non giudica, egli pertanto non divide. 83
Il Diya sa come lasciar fluire le doti
inconsapevoli della propria mente. Egli ne accetta le risposte senza necessità di giustificarle. 84
Il Divino è l'unico signore a cui il Diya è
tenuto ad inchinarsi. Il servizio del Divino, la sua adorazione e la ricerca della sua immagine in ogni cosa deve essere il costante pensiero del Diya. Senza il ricordo del Divino, l'esistenza del Diya è priva di scopo. 85
Le parole sono mezzi potenti.
Il Diya sa misurarle e le utilizza con attenzione. Le sue parole sono poche ed accurate, e non sono mai casuali. 86
La sofferenza è un mezzo potente.
Il Diya la rispetta e, pur non amandola, ne comprende la forza e sa riconoscerne l'utilità. Per questo motivo egli non allevia il dolore di chi ha necessità di soffrire. 87
Ad un torto, il Diya risponde con la giustizia.
Ad un affronto, il Diya risponde con la calma. Di fronte al dolore, egli risponde con la fede. L'esempio è l'unica risposta del Diya. 88
L'universo segue il corso che nessuno
conosce. Il Diya crede nell'armonia e nella perfezione dell'universo, per questo ne segue il flusso, sebbene non ne conosca la destinazione. 89
Ogni evoluzione nasce dal disagio.
Il Diya conosce l'importanza della ricerca ed accetta di buon grado la sofferenza necessaria a stimolarla. 90
Il coraggio del Diya deriva dalla totale
accettazione del destino. Egli abbraccia la corrente e vi si affida, per questo non teme nulla. 91
Il Diya sa dominare le proprie passioni.
La rinuncia consapevole è una via impervia e difficoltosa, ma al suo termine giace un grande tesoro. 92
Ogni cosa è Amore.
Costruire ed attendere, tentare o ricordare, odiare e promettere, appartenere e donarsi. Nessun sentimento è possibile senza l'Amore. Il Diya, prima di ogni altra cosa, sa amare. 93
Ogni desiderio non appagato, ogni azione
rimasta pensiero, ogni sentimento inespresso, generano peso per lo spirito. Il Diya esprime ciò che ha valore e lascia scivolare via ciò che non ne ha, serba ciò che è parte di sé e si lascia alle spalle ciò che non gli appartiene. In questo modo il suo spirito si mantiene leggero, pulito ed essenziale. 94
Ogni universo è soggetto alle proprie leggi
fisiche, la realtà trascendentale è soggetta alle leggi dell'energia. Gli universi sono espressione della realtà trascendentale, così come ogni idioma è espressione del pensiero presso popoli differenti. 95
Le abitudini sono potenti nemiche o alleate.
Il Diya sa scegliere con saggezza le proprie abitudini, così da esserne reso migliore ogni giorno. 96
Sotto ad ogni cosa scorre l'Uno.
Per questo motivo, al Diya ogni cosa è sacra. 97
L'armonia è racchiusa in ogni cosa e nel suo
opposto. Il Diya sa osservarle entrambe, così come egli osserva la fiamma e le ombre che essa proietta. 98
Il Diya avverte le passioni altrui e le
comprende, ma non le rende proprie. Egli veste un invisibile schermo, che lo rende parte del mondo ma non gli permette di esserne sommerso. 99
La realtà degli universi si basa sul principio di
azione e reazione ed è sempre soggetta alla catena della consequenzialità, mentre la realtà trascendentale è libera da questo meccanismo. Il Diya conosce entrambi i livelli di esistenza e sa interpretare ognuno con il corretto metro. 100
Il Diya sa come utilizzare il desiderio per
influenzare il corso delle energie che gli passano vicine. Il desiderio è un'arma sacra dall'immenso potere, l'unica che gli sia concesso portare. Il Diya deve avere cura della propria arma, affilarla ed esserne maestro. Se la utilizzerà in modo improprio ne sarà ferito. Se ne abuserà ne diverrà schiavo. Quando cerchi Dio, Dio è lo sguardo dei tuoi occhi (Mevlana Jalaluddin Rumi)