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delle misure da adottare ed attuare nei suoi confronti basandosi sul superiore interesse del minore assistendolo
attraverso laffidamento, ladozione o il collocamento in istituti di assistenza sociale.
Altra cosa invece la procedura prevista per il rimpatrio dei minori stranieri non accompagnati.
Se da un lato, infatti, non prevista lespulsione per questi minori, dallaltro il Comitato per i minori stranieri pu disporla
in via assistita e giustificarla sancendone il superiore interesse del minore, qualora la permanenza nello Stato italiano
comporti gravi rischi per questultimo.
Vi sono casi, poi, in cui i minori accompagnati o non accompagnati, una volta entrati in Italia, formulino domanda al fine
di richiedere e ottenere asilo politico, questo avviene quando si ravveda per il minore il timore di subire nel paese di
appartenenza persecuzioni per motivi di religione, razza, nazionalit, per opinioni politiche oppure per lappartenenza ad
un determinato gruppo sociale.
Quei minori che presentano domanda dasilo politico non saranno, quindi, oggetto del procedimento riguardante un
rimpatrio eventuale da parte del Comitato per i minori stranieri, ma listanza permetter, invece, la presa in carico del
minore da parte delle istituzioni, evitando cos il trattenimento nei centri di permanenza temporanea, e, comunque,
anche nel caso di rigetto della domanda stessa, lespulsione non sar prevista valutando in ogni caso lopportuna
permanenza nello Stato italiano del minore istante in virt del pi volte menzionato principio del superiore interesse.
Un ulteriore passo normativo in avanti avvenuto in questi ultimi anni a causa del flusso intenso di emigrati clandestini
con il mezzo di trasporto conosciuto come carrette del mare, provenienti in gran parte dalle coste libiche per leffetto
dellultima e tumultuosa era politica di Gheddafi.
Ecco il motivo per il quale lo Stato italiano, in particolar modo, ha definito le procedure di accoglienza dei minori stranieri
non accompagnati che giungono dal nord Africa nel territorio italiano, le quali sono state approvate dal Comitato di
coordinamento di cui allart. 1 comma 2 dellOPCM n 3933/2011.
Senza dubbio questultimo intervento normativo servito non solo ad integrare e disciplinare sempre pi nel dettaglio la
procedura di accoglienza, degli stranieri in generale dei minori in particolare, ma agisce anche come linea guida per far
fronte ai costanti, per non dire quotidiani, sbarchi di stranieri sulle coste delle regioni meridionali del nostro Paese.
Tali procedure dettano che il minore straniero non accompagnato che giunga sul territorio italiano a seguito di sbarco
connesso con lemergenza umanitaria deve, innanzitutto, essere identificato dalle Autorit di pubblica sicurezza che
procedono, dopo laccertamento sullet, a segnalare la presenza al Comitato per i minori stranieri presso il Ministero del
lavoro e politiche sociali, al Soggetto attuatore e alla Procura della Repubblica presso il tribunale dei minori.
I minori, successivamente, vengono inviati dallautorit di pubblica sicurezza nelle strutture ponte nellambito del
distretto in cui sono giunti o altrimenti in assenza di posti richiedono al Comitato per i minori stranieri, per il tramite del
Soggetto attuatore, ove ricoverare il minore dando tempestiva comunicazione al Procuratore della Repubblica presso il
tribunale dei minori.
Bisogna distinguere le strutture ponte, che sono quelle strutture di prima accoglienza in cui i minori attendono di sapere
dove essere destinati, dalle strutture definitive ovvero quelle in cui i minori rimarranno fino alla maggiore et e allinterno
delle quali avviene quel processo formativo sociale e culturale nellet dello sviluppo previsto e tutelato dal diritto.
Le strutture ponte, quindi, hanno la sola finalit di ricoverare nellimmediatezza in un luogo sicuro il minore
assicurandogli la tutela alla salute, e successivamente, per leffetto del superiore interesse del minore, hanno il compito
di definire in quale struttura possano trasferirlo con lonere di darne comunicazione ai servizi sociali del posto che lo
prenderanno in carico.
Un ruolo senza dubbio nevralgico nel rispetto del dettato procedurale svolto dai sindaci, o loro delegati, delle citt in cui
vi sia la struttura ponte, che ricordiamo accoglie preliminarmente il minore straniero non accompagnato, i quali hanno il
dovere di richiedere il perfezionamento della identificazione e della minore et, unitamente allaccertamento
dello status di non accompagnato, alle autorit di pubblica sicurezza; acquisisce, inoltre, notizie sulla eventuale presenza
di parenti nello stato italiano, garantisce la visita e le cure mediche e, infine, lo informa della possibilit di richiedere la
protezione internazionale.
Il Sindaco, concluse le procedure, comunica al Comitato dei minori stranieri tutte le notizie relative alla posizione
giuridica in cui si trova in quel preciso momento il minore, affinch questo sia trasferito nella struttura in cui si uniformer
alle regole di condotta previste dallordinamento giuridico italiano fino al compimento della maggiore et e una volta
raggiunta, se ricorrono le condizioni previste dallart. 32 del testo unico sullimmigrazione, ottenere il rilascio del
permesso di soggiorno.
La legge 2 agosto 2011, n. 129 ha per modificato lart. 32 del testo unico sullimmigrazione intervenendo con lapporto
di alcune novit in materia di minori non accompagnati prossimi a compiere la maggiore et prevedendo che il permesso
di soggiorno potr essere rinnovato al compimento della maggiore et se vi sar un parere positivo del Comitato per i
minori stranieri.
Parere questo non previsto in precedenza e che oggi, anche se pu far rendere un po pi complicato liter procedurale
del rinnovo[3], incisivo nelle situazioni giuridiche operando un controllo sullo stato effettivo delle persone, dei fatti e dei
luoghi.
Nonostante vi sia stato un progressivo impegno normativo da parte del Legislatore, molte ancora sono le criticit che
non permettono la piena realizzazione del diritto riconosciuto al minore straniero non accompagnato.
Le ripetute inefficienze delle strutture su descritte, forse anche a causa di una scarsa conoscenza della normativa, ed
alcuni aspetti poco chiari tra le varie fasi della intera procedura di accoglienza, rendono ancora spinosa la tematica qui
trattata tanto da far auspicare un definitivo intervento legislativo affrontando e disciplinando leffettivo statusgiuridico del
minore straniero non accompagnato portatore consapevole del suo interesse superiore.
Questi punti deboli oggi descritti hanno trovato proprio pochi giorni addietro, il 05 di giugno, conferma in una
dichiarazione del Ministro del Welfare Elsa Fornero, la quale ha manifestato a nome del Governo la consapevolezza di
carenze legislative sul tema del diritto allaccoglienza dei minori stranieri non accompagnati e che per tali motivi in
collaborazione con il Ministro dellInterno ed il Ministro della Giustizia ci sar un intervento finalizzato alla predisposizione
di un sistema nazionale di accoglienza.
Un intervento, quello del Governo, teso a garantire il godimento dei diritti fondamentali agendo in stretta collaborazione
con il mondo dellassociazionismo ed in particolare con il mondo accademico attraverso i centri di ricerca che avranno il
compito di fornire un quadro preciso e scientifico sulle conseguenze della crisi economica sui minori.
Una nuova frontiera normativa che si auspica esserci e finalizzata, quindi, non solo ad una integrazione dellintera
disciplina della problematica sottesa, ma anche alla armonizzazione delle singole leggi nazionali e comunitarie che
hanno considerato, probabilmente, fino ad oggi il minore straniero non accompagnato portatore di un superiore interesse
di passaggio destinato ad essere risolto con il tempo grazie alla cessazione del fenomeno immigratorio.
Oggi la dinamica sociale, per, rende sempre pi evidente ed in netta evoluzione tal fenomeno, il che dovrebbe far
orientare il nostro Legislatore ad assumere una posizione decisiva che svisceri lattuale orientamento giuridico
catapultandolo da un regime emergenziale ad un regime ordinario.
(Altalex, 29 agosto 2012. Articolo di Michele Filippelli)
Direttiva 2001/55/CE;
Direttiva 2004/83/CE;
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[1] La ratio di tale presupposto affonda le radici da un lato sul principio della piena protezione del superiore interesse del minore e dallaltro
sullesigenza di non arrecare traumi psicofisici al minore attraverso un distacco improvviso di questultimo dal nucleo familiare durante la sua
piena fase di formazione fisica, mentale e culturale, caso questo previsto eccezionalmente nelle circostanze in cui le condizioni di vita del nucleo
familiare non garantiscano, non sviluppino o addirittura pregiudichino i diritti del minore.
[2]Rif. Centro dinformazione su razzismo e discriminazioni in Italia (C.I.R.D.I.), con unordinanza depositata il 14 giugno scorso, il Tribunale di
Pescara ha dichiarato cessata la materia del contendere in relazione ad un ricorso/azione giudiziaria anti-discriminazione inoltrato da due
coniugi, affidatari di un minore senegalese giunto in Italia non accompagnato, i quali ne avevano chiesto il tesseramento ad una societ calcistica
per lesercizio dellattivit sportiva. Tale tesseramento era stato inizialmente rifiutato dalla F.I.G.C. (Federazione Italiana Gioco Calcio) sulla base
degli artt. 19 e 19 bis del Regolamento FIFA sullo status e trasferimento dei giocatori. Tali norme del Regolamento FIFA risponderebbero alla
finalit di contrastare il fenomeno del trafficking internazionale di calciatori di minore et, in quanto succede talvolta che tali minori, una volta
compiuta la maggiore et, qualora non riescano ad inserirsi nella carriera calcistica professionistica, vengono abbandonati dalle societ e
dunque si trovano privi di possibilit alternative di inserimento sociale per la mancanza di una formazione scolastica o professionale parallela a
quella calcistica. Gli affidatari del minore senegalese avevano dunque promosso unazione giudiziaria anti-discriminazione avverso il diniego
opposto dalla FIGC, sostenendo che linterdizione alla pratica sportiva del minore costituiva un comportamento discriminatorio fondato sulla
nazionalit. Nelle more del procedimento giudiziario, e prima dell udienza fissata dal giudice del tribunale di Pescara, la FIGC rivedeva la sua
decisione, revocando la decisione iniziale e acconsentendo al tesseramento del minore. Pur dichiarando cessata la materia del contendere, il
giudice nellordinanza sottolinea che non appare legittima lapplicazione delle norme di cui agli artt. 19 e 19 bis del Regolamento FIFA nelle
situazioni in cui il minore straniero extracomunitario, giunto in Italia non accompagnato dai genitori, venga successivamente affidato ex art. 5
della legge n. 183/1984, in quanto gli affidatari sono chiamati conseguentemente a svolgere per legge le funzioni dei genitori. Ne consegue,
pertanto, che limpedimento tout court allattivit sportiva, previsto dal Regolamento FIFA, con relativa compressione del libero esercizio di un
diritto, appare una misura sproporzionata rispetto agli obiettivi che la norma stessa si prefigge.
[3] Si pensi, ad esempio, al caso di un rinnovo del permesso di soggiorno per minori affidati i quali sono considerati minori accompagnati
equiparati a quei minori che risiedono in Italia con i genitori e che quindi non si ponevano il problema di ottenere un parere positivo del Comitato
per i minori stranieri.