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IndigoRender&Maxigo

LExport Tab Il Render

Il tab dellexport scene il cuore dei render tad di Maxigo. E diviso


in 5 parti, da cui possiamo impostare le nostre preferenze di output.

IndigoRender&Maxigo

Scena realizzata da Luca Vannucchi Pinko renderizzata in IndigoRender

Il primo pannello che ci appare il TIme Output. Da qui impostiamo se


Maxigo dovr renderizzare un fotogramma singolo, unanimazione o, in
alternativa, alcuni fotogrammi da noi selezionati.
Il secondo pannello che troviamo loutput size, da dove impostiamo la
dimensione delle nostre immagini; subito dopo troviamo il pannello

IndigoRender&Maxigo

dellimage output, dave possiamo impostare il nome con cui Indigorenderer


dovr salvare le immagini allinterno della cartella render nella
directory di Indigo.
Nel caso in caso in cui volessimo salvare il nostro render in formato
.exr o . igi, dobbiamo attivare la spunta posta lateralmente al formato.

Vale la pena soffermarsi un attimo per comprender l importanza di queste


due tipologie di formati, infatti sia il formato .exr sia .igi fanno
parte della famiglia dei H.D.R., da non confondere con il formato
H.D.R.I.
I formati H.D.R (Hight Dinamic Range) sono tutti quei formati che non
tagliano i pixel con valore 0 o 255.
Ad esempio, se abbiamo un immagine in jpg (Low Dinamic Rang ) ed una zona
del nostro render ci appare nera (pixel con valore 0) o binaca (pixel con
valore 255) in quella determinata zona non possibile estrarre
informazioni sui pixel poich tali formati (i L.D.R) uniformano tutti
quei valori al di sopra del 255 a 255 e quelli al disotto dello 0 a zero,
tale operazione viene chiamata clamp
Questo non accadrebbe se la nostra immagine fosse stata salvata in un
formato H.D.R, infatti anche se una zona ci appare nera o bianca al suo
interno possibile reperire informazione per la post produzione
dellimmagine, andiamo a vedere un semplice esempio.
Render finale

Nel pannello Export Option troviamo le opzioni di esportazione, cio


quali elementi dovremo esportare, il numero di Theards , cio il numero
di core che indigo dovr utilizzare durante il rendering, ed infine
lunit di misura, questultima viene ripresa da quella impostata su 3d

IndigoRender&Maxigo

studio max, da ricordare che fondamentale realizzare scene nella


giusta scala, per la natura biased di indigo.
E da sottolineare
che in alcune rarissimi casi
durante la fase di esportazione, questo problema pu
risolto cambiando il formato di esportazione da
consigliamo comunque di utilizzare l opzione Auto
default nella maggioranza delle scene.

indigo si blocca
facilmente essere
auto ad obj,
, cio quella di

Per ultimo, ma non per minor importanza, troviamo il pulsante exporter


che insieme alla spunta
start indigo ci permette di far partire il
processo di renderizzazione dallinterno di 3dmax. In alternativa, se
spuntiamo lopzione start Indigo, la nostra scena verr solamente
esportata e potr essere renderizzata tramite il file infile.txt
allinterno della cartella principale di Indigo.
Il Setup Avanzato

IndigoRender&Maxigo

Nel pannello di setup avanzato possibile impostare il tipo di calcolo


che preferiamo, le possibilit sono
MLT
MLT + Bidirectionl
MLT + Bidirectional + Hybrid mode

Pathtrace
Pathtrace + Bidirectional
Pathtrace + Bidirectional+ Hybrid mode
Ora osserviamo alcuni test comparative tra le differenti modalit di
calcolo, ringraziamo a Colin Chung CoolColj per i preziosissimi test
visionabili
per
interno
al
seguente
link:
httpwww.indigorenderer.comjoomlaforumviewtopic.phpt=2344&postdays=0&posto
rder=asc&highlight=mlt&start=0

IndigoRender&Maxigo

Scena realizzata da Oleg Bogattke Psor renderizzata in IndigoRender

Ora osserviamo alcuni test comparative tra le differenti modalit di


calcolo, ringraziamo a Colin Chung CoolColj per i preziosissimi test
visionabili
per
interno
al
seguente
link:
httpwww.indigorenderer.comjoomlaforumviewtopic.phpt=2344&postdays=0&posto
rder=asc&highlight=mlt&start=0

IndigoRender&Maxigo

Scena realizzata da Colin Chung CoolColj renderizzata con

IndigoRender

IndigoRender&Maxigo

Scena realizzata da Colin Chung CoolColj renderizzata con

IndigoRender

IndigoRender&Maxigo

Scena realizzata da Colin Chung CoolColj renderizzata con

IndigoRender

IndigoRender&Maxigo

Scena realizzata da Colin Chung CoolColj renderizzata con

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IndigoRender

IndigoRender&Maxigo

Scena realizzata da Colin Chung

CoolColj renderizzata con

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IndigoRender

IndigoRender&Maxigo

Come potete vedere le differenze non sono abissali, credo che pi che una
vera e propria differenza di resa, sia un fatto di gusto e scelta
personale. Consigliamo invece di attivare lutilizzo delle istancing, la
bassa priorit, la segnalazione dellattivazione del cielo fisico
notify to turn on sky when sunlight its created, per quanto riguarda il
logo di indigo nella parte in basso a destra del render una scelta
puramente di gusto , come la stessa conversione delle bitmap in jpg .
Per quanto riguarda il pannello dei preset
(vedi sotto ), si pu
considerare
unestensione
del
precedente
pannello,
infatti
serve
solamente
per salvare alcune impostazioni e poterle ricaricare
velocemente.

Il Preset

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IndigoRender&Maxigo

Materiali
I materiali di indigo si dividono in diverse categorie: Indigo Diffuse,
Indigo Blend,Indigo Emitter, Indigo Glass\SSS, Indigo ImportMat, Indigo
Null ed infine Indigo Phong.
Ora andremo ad analizzare alcune parti di questi materiali, non li
analizzeremo per intero, poich mentre scriviamo questo paragrafo sono
state rilascite nuove versioni di Indigorenderer, con alcuni ampliamenti
come ad esempio sul materiale phong.
Sara mia cura, redire una ternza parte denominata indigo up-datedove
verranno trattate tutte le specifiche dei materili, dando maggiore
rilevanza alle novit.

Scena realizzata da Luca Vannucchi Pinko renderizzata in IndigoRender

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IndigoRender&Maxigo

Indigo

diffuse

Premesse generali.
Il materiale diffuse rende possibile la realizzazione di
di materiale privo di riflessioni.

qualsiasi tipo

Le opzioni possibili con questo materiale sono la diffusione tramite


colore o tramite bitmap o procedurale, l effetto bump, lopacit e la
rasmittanza. Essendo il materiale base di indigo,

Scena realizzata da Filippo Rotatori Radiosity renderizzata con


Usando solo 2 pannelli con materile indigo emitter

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IndigoRender

IndigoRender&Maxigo

Per quanto riguarda la definizione del colore per il materiale diffuse,


basta cliccare sul quadratino colorato e scegliere il colore che vogliamo
utilizzare, proprio come per qualunque materiale di 3d studio max.

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IndigoRender&Maxigo

Andndiamo a vedere come utilizzare alcune bitmap o mappe procedurali per


ottenere diversi risultati.
Andiamo a caricare una texture nel canale di diffusione
materiale Indigo Diffuse con pochi e semplici passaggi:
1:

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del

nostro

IndigoRender&Maxigo

2:

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IndigoRender&Maxigo

3: selezioniamo la bitmap che desideriamo, pu essere un immagine


qualunque e vi troverete in una situazione simile a quella in figura
sotto.

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IndigoRender&Maxigo

Ora premete il tasto preview con lopzione high al posto di low , dopo
alcuni secondi ci apparir lanteprima del materiale.
Ora creiamo un semplice cubo, a cui assegniamo il materiale scelto, il
risultato dovrebbe essere simile a quello in figura sotto.

A questo punto pu succedere ( ed molto frequente) che la ripetizione


della nostra textures sia troppo piccola o troppo grande, per
modificarla, non possiamo agire dal materiale, ma dobbiamo attivare un
controllo di mappatura.
Per attivarlo,andare nel menu Modifiers\UV Coordinates\ e selezionate
UVW map, vi si aprir una finestra simile a quella in figura sotto; ora
selezionate box, modificando i parametri si modificher anche la
ripetizione
della
textures
sul
nostro

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IndigoRender&Maxigo

oggetto.

Il canale bump, il canale che da al nostro oggetto un effetto di


rugosit. E opportuno adoperare immagini della textures della diffusione
in bianco e nero o in scala di grigio per avere una resa migliore,
ricordiamo che i colori tendenti al bianco aumenteranno la rugosita e
tendenti al nero la diminuiranno.
Anche la mappa Alpha (opacit) sensibile al bianco e al nero, andiamo
in fatti ad inserire nel canale alpha una mappa di tipo checker.

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IndigoRender&Maxigo

Ora andiamo a vedere il risultato.


Come possiamo vedere sia dallanteprima in viewport, sia nel material
editor di max, sia nella preview di indigo, la mappa da noi selezionata
ha bucato il nostro oggetto, bucando il nero e rendendo normale dove si
sovrapponeva al bianco.

Leffetto bump, anche se conosciuto merita un piccolo approfondimento.


Laggiunta di un semplice effetto bump, pu aumentare il realismo delle
nostre scene, vediamo come.

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IndigoRender&Maxigo

Indigo

Phong

Premesse generali
Il modello di riflessione Phong un sistema di illuminazione e
ombreggiatura per calcolare il colore di un punto appartenente ad una
superficie.
Il phong un modello di riflessione locale, ovvero considera riflessioni
di secondo ordine, quindi non come il modello del ray tracing .
Il modello di riflessione phong suddivide la riflessione in 3 fattori:
riflessione speculare, diffusiva e dambiente.
La seguente equazione, dove

Ip

rappresenta il valore di shading per ogni

punto della superficie pu essere espressa secondo il seguente schema


grafico.

Ricordiamo inoltre che il modello di riflessione Phong empirico, non


basato sulla descrizione fisica dellinterazione di luce, ma piuttosto
sullosservazione informale.
Nel modello phong si osserva che superfici molto riflettenti creano un
riflesso piccolo, mentre lintensit di quelle opache diminuisce in
maniera pi graduata.(fonte wikipedia)
Dopo queste premesse andiamo ad analizzare il materiale phong allinterno
di IndigoRender.

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IndigoRender&Maxigo

La prima cosa che notiamo la somiglianza tra questo materiale ed il


materiale diffuse.

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IndigoRender&Maxigo

Infatti tutto ci che troviamo di diverso nei parametri di Glossines,


Ior, Frensel Scale, la spunta Nk, e la presenza dello slot Glossines in
cui abbiamo la possibilit di inserire una qualunque mappa textures o
procedurale.
Quello che rende unici questo tipo di materiale, la possibilit di
inserire alcuni dati calcolati in laboratorio e quindi fisicamente
accurati e corretti racchiusi
allinterno del parametro nk, infatti
(vedi figura sotto ) allinterno della cartella di indigo, possiamo
trovare moltissimi file di tipo Nk da cui possiamo facilmente creare un
materiale. Facciamo alcuni brevi esempi.
File .Nk presenti allinterno dei Indigo Render:

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IndigoRender&Maxigo

Esempi di materili Phong con tutti i


seguenti test, , varia solo il file .Nk

paramteri

uguali

Esempio 1
Colore r,g,b :170,170,170
Glossiness: 60;

Ior: 1,5;

Fresnel Scale 1,0

Nk: Ag.nk

Esempio 2
Colore r,g,b :170,170,170
Glossiness: 60;

Ior: 1,5;
Nk: Au.nk

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Fresnel Scale 1,0

per

tutti

IndigoRender&Maxigo

Scena realizzata da Jyrgen Aleksejev Suvakas renderizzata con

IndigoRender

ogni immagine presente nel manuale appartiene al legittimo proprietario, il quale ha dato il permesso per
lutilizzo su questo manuale ed sottoposta a regolamento del copyright

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IndigoRender&Maxigo

Analizziamo
tabella:

ora

altri

casi

aiutandoci

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con

le

sottostanti

immagini

IndigoRender&Maxigo

A questo punto non ci rimane che vedere alcuni esempi sulla possibilit
di utilizzare una mappa sul canale Glossines, ricordando che come visto
per il materiale diffuse, queste mappe lavorano tenendo conto della
differenza tra il bianco ed il nero.

Per creare limmagine precedente, stato usato un file al.nk (che


corrisponde allalluminio), glossines 60, Ior e Fresnel Scale di default,
ma abbiamo aggiunto allo shader Glossines (vedi immagine sotto) una mappa
procedurale di tipo checker, cio la mappa bianca e nera a scacchiera;
abbiamo avuto questo risultato poich quando Indigo ha dovuto calcolare
le riflessioni sul bianco lo ha fatto al 100%, quando invece ha
incontrato il nero la riflessione stata nulla.

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IndigoRender&Maxigo

Indigo Emitter
Premesse generali.
I materiali che fanno parte di questa categoria hanno un duplice compito.
Essi non solo simulano leffetto di una lampadina accesa o di un neon o
di qualunque altro oggetto luminoso, ma emettono una vera e propria
radiazione luminosa che Indigo terr in considerazione al momento di
dover calcolare la Global Illumination.
Questi materiali sono caratterizzati da 2 diverse tipi di famiglie gli
emitter BlackBody, che hanno come parametri watt, lumen per watt e
temperatura in gradi Kelvin, che ne stabilisce il colore, da circa 1700K
colore giallo-ocra molto caldo a circa 10000K colore azzurrino molto
freddo simile alle illuminazioni da Xenon, gli altri emitter sono
chiamati da IndigoRender RGB (vedi immagine sotto) che hanno sempre i
watt ed i lumen per watt come parametri, ma per il colore, non hanno
temperatura ma un semplice pick color da cui possiamo stabilire il colore
della luce.

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IndigoRender&Maxigo

Il funzionamento di questo materiale semplice ed intuitivo, infatti


basta selezionare loggetto che vogliamo che emetta luce e dopo avergli
assegnato un Indigo emitter esso si trasformer in una vera e propria
fonte luminosa.

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IndigoRender&Maxigo

Vediamo alcuni esempi..


In questi esempi abbimo realizzato una copia del famoso Cornell Box, a
parte la nostra lampadina a cui volta per volta variamo i Kelvin, il
resto rimane invariato, quindi un box di 50cm x 50cm x h 50cm, con un
materiale indigo diffuse con R,G,B 235,235,235
2800k

4500 K

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IndigoRender&Maxigo

7000k

1000k

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IndigoRender&Maxigo

Notate come allaumentare della temperatura Kelvin il colore tenda


allazzurro, come per il bilanciamento dei binachi.(vedi tebella pag.31)

Scena realizzata da Filippo Rotatori Radiosity utilizzando solamente lo skyLight

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IndigoRender&Maxigo

Indigo

Glass\sss

Il materiale Indigo Glass\sss un materiale molto complesso, infatti ci


permette di dar vita a diverse tipologie di materiale, come vetro
trasparente, vetro satinato, diamanti, cristalli , specchio e materiali
con caratteristiche di traslucenza e derivati.

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IndigoRender&Maxigo

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IndigoRender&Maxigo

Ora analizzeremo le varie opzioni del materiale.

Come si puo notare il glass material con tutti i parametri di default ha


un eccellente resa, mentre se vogliamo simulare un vetro satinato basta
utilizzare la glossy trasparent, nei 2 esempi le diverse rese con un
glossy di 50 e uno di 5

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IndigoRender&Maxigo

-Test glass material all defoltut

- Test glass material all defoltut (dispersion 250)

- Test glass material all defoltut (dispersion 500)

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IndigoRender&Maxigo

- Test glass material all defoltut (precedence 100)

Test glass material all defoltut (absorption : 0,255,255)

Test glass material all defoltut (absorption : 83,48,159)

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IndigoRender&Maxigo

Parametri dell immagine sopra, notare i valori dell R.G.B

Nota: facile capire da questi esempi che la colorazione del vetro


Non funziona come la diffusione del materiale diffuse, infatti, se notate
Loggetto di vetro rosso ed i suoi parametri si capisce che la
colorazione va per differenza, cio anche se impostiamo il colore rosso
nel rettangolo di selezione del colore, al suo fianco compariranno i
valori per differenza, infatti per il rosso sono (0 che corrisponde al
canale rosso, e 255 cio il massimo per gli altri 2 G cio il giallo e
B, cio il blu.

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IndigoRender&Maxigo

Caratteristiche Avanzate
-Exit Portal
Lexit-portal una funzione avanzata che permette di facilitare il
calcolo dellilluminazione, con una notevole diminuzione di tempo. Per
far si che Indigo possa usufruire di questa funzione, dobbiamo creare un
piano ,porlo
davanti ad una apertura, come una finestra assegnargli
lopzione Exit portal che in Maxigo troviamo sotto forma di
modificatore, ed il gioco fatto, dobbiamo far attenzione alle normali
del nostro piano, poich vanno rivolte sempre verso linterno del nostro
ambiente.
Vediamo alcuni esempi. Utilizzando una semplice scena raffigurante una
stanza in cui abbiamo utilizzato come fonte luminosa solo la luce del
sole:nel primo caso senza utilizzo di exit-portal, nel secondo caso con
exit-portal attivato.

Test 1 Exit-portal off

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IndigoRender&Maxigo

Test 2 Exit-portal on

Confronto Exit portal on \ off

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IndigoRender&Maxigo

Lopzione Exit portal attivabile seguendo questa procedura:


1-Selezionare il piano che dova fungere da E-p.
2-Andare nel menu modificatori a tendina di 3d Studio Max fino a trovare
la dicitura Maxigo Exit-portal.
Ora il Vostro piano funger da Exit Portal

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IndigoRender&Maxigo

Le cautiche.
Le caustiche sono un effetto naturale dei metalli o dellacqua che in
natura sono rappresentate da alcuni aloni di luce che vengono riflessi da
una superficie quando viene colpita da un raggio luminoso.
Pensate ad una piscina che proietta sulle pareti i bagliori di luce
diffusa o ad un anello appoggiato su di un tavolo colpito dalla luce del
sole.

Il Dispacement
Anche se IndigRender non possiede un suo proprio dispacement, possibile
utilizzare quello di 3d Studio Max e far poi calcolare la mesh risultante
ad Indigo.
Vediamo ora come creare una superficie con lutilizzo del dispacement.
-1: dobbiamo avere una bitmap adatta al dispacement, in questo caso ci
pu venir incontro software come CrazyBump, (www.crazyBump.com) programma
free per la creazione dei mappe di dispacement, normal map e speculari.
Una mappa adatta al dispacement deve essere o in toni di grigio o bianca
e nera, infatti il dispacemente sensibile alle differenza tra il bianco
ed il nero.

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IndigoRender&Maxigo

Esempio 1:

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IndigoRender&Maxigo

Esempio 2

Immagine risultante dopo il passaggio in crazyBump

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IndigoRender&Maxigo

1-Ora realizziamo
sotto.

un piano molto tassellato come in figura

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IndigoRender&Maxigo

-2: ora assegniamo il modificatore diplace di 3d Studio Max, che


potete trovare sotto il men modifier\parametric deformer,una volta
assegnato vi apparir una finestra del genere.

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IndigoRender&Maxigo

-3: applichiamo la bitmap e aggiustiamo i parametri.


Risultato esempio .1

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IndigoRender&Maxigo

Risultato esempio.2

E facile intuire che questo tipo di comando pu essere usato per


realizzare montagne, erba, dune di sabbie ecc..
-4:convertiamo il risultato in una mesh o in un oggetto poligonale
utilizzando il tasto destro del mause
-5:

lanciamo il render

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IndigoRender&Maxigo

Illuminazione IES
IES: questa tipologia di file ci permette di ricreare leffetto di alcune
lampade in modo altamente realistico, infatti questi file sono prodotti
e spesso forniti dalle case produttrici di lampada e sono facilmente
reperibili in internet, esistono anche software che ci permettono di
ricreare file .ies a nostro piacimento come ad esempio iesgen.
Un file di tipo IES (vedi figura sotto) non altro che un breve file di
testo apribile con molti editor di testo dove vengono visualizzate alcuni
informazioni della lampada da noi selezionate.
Esempio di file IES.

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IndigoRender&Maxigo

Resa di un file Ies

E importante ricordare che in Maxigo per poter usufruire di questa


tipologia di luci, oltre che possedere file .ies dobbiamo adoperare il
target point fotometrico di 3d Studio max.(vedi figura sotto)

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IndigoRender&Maxigo

Infatti nella nostra scena dovremmo porre una target point fotometrica
nel punto in cui vogliamo la luce, selezionare la tipologia di emissione
della luce web nel nostro caso (vedi figura sotto nr.1) e caricare il
nostro file IES dal bottone apposito (vedi figura sotto nr.2) a questo
punto indigo la calcoler come una sua luce ottenendo il classi effetto
delle luci IES,

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IndigoRender&Maxigo

Violet 0.3 The Tonemapper


Violet un applicativo esterno ad Indigo che ci permette di aprire
direttamente i file .igi (estensione nativa di IndigoRenderer), questo ci
permette
di
poter
elaborare
la
nostra
immagine
in
modi
che
risulterebbero impossibili con i file .png (altro formato di output di
Indigo).
E da sottolineare che Violet come dice la nomenclatura stessa 0.3 !!!!
ancora in fase di sviluppo e di testing.
Diamo uno sguardo alla schermata......

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IndigoRender&Maxigo

ZOOM 1

-Zoom 1: tipologie

di modifica dell immagine

ZOOM 2
-Zoom 2: finestra tonemapping

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IndigoRender&Maxigo

Prima di elaborare un immagine in post-produzione con Violet, andiamo ad


analizzare le varie schede evidenziando i parametri su cui agiscono.

-Bloom: Il Bloom effect un effetto che va a modificare le zone pi


luminose del nostro rendering, come una lampada o la luce del sole, esso
crea un bagliore diffuso intorno ad un punto specifico.
Si puo avere il bloom di tipo difraction limited o il pi comune
gaussiano.

-White Balance: Il bilanciamento dei bianchi in violet molto simile a


quello
infatti
Kelvin,
giallo
azzurro

che troviamo allinterno dei settaggi della camera di Indigo,


pu modificare la tonalit di colore secondo la gradazione
cio se verr impostato un valore basso limmagine tender al
ocra, se imposteremo un valore alto limmagine tender ad un
chiaro.

Questi valori seguendo la graduazione Kelvin vanno dal valore E il pi


basso, quindi il valore che rappresenta il colore pi caldo e arriva fino
al valore F11 il pi alto e freddo e naturalmente tende allazzurro.

-Chromatic Aberration: un effetto che simula un difetto di formazione


dellimmagine causata da un diverso valore di rifrazione delle varie
lunghezze donda che compongono la luce che attraversa la nostra
fotocamera( o qualunque sia il nostro mezzo ottico), nelle nostre
immagini ci apparir come un bordo e\o un alone intorno al soggetto della
nostra immagine.

-Glare: il glare un effetto tipico

delle foto, riconoscibile dal


fatto che i punti luminosi, come una candela o un faretto, ci appaiono
come se avessero un leggero alone a forma di stella sovrapposte con il
punto di massima luminosit.

-Noise Reduction: come ben comprensibile dal nome questa funzione del
tonemapper serve per ridurre il disturbo ( noise) dal nostro render,
possiamo scegliere tra vari filtri e varie intensit.

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IndigoRender&Maxigo

-Bloom Effect esempio:


Immagine output da Indigorender salvata in formato .igi

Ora andiamo ad applicare un effetto BLOOM con filtro di tipo gaussiano,


abbiamo scelto questa tipologia di filtro, poich dopo alcune prove ho
riscontrato una gestione piu accurata dell effetto.
n.b. come facilmente intuibile, andrebbero corretti anche i bianchi e il
tonemapping, ma per evidenziare le caratteristiche di ogni aspetto non verranno
mescolati piu filtri.

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IndigoRender&Maxigo

Immagine risultante dopo lappplicazione del filtro Bloom

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IndigoRender&Maxigo

-White Balance esempio:


Immagine output da Indigorender salvata in formato .igi

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IndigoRender&Maxigo

Immagine risultante dopo lappplicazione del filtro White Balance

Come facile notare, avendo impostato la tendina dei preset a F11 il


render tender allazzuro, inoltre possibile impostare i parametri a
proprio piacimento modificando i paramteri X e Y.
Questa tipologia di filtro molto utile quando adoperiamo nel render il
costant background.

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IndigoRender&Maxigo

-Chromatic aberration

esempio:

Immagine output da Indigorender salvata in formato .igi

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IndigoRender&Maxigo

Immagine risultante dopo lappplicazione del filtro Chromatic aberration

Leffetto del filtro ben visibile, simula in maniera pressoch


perfetta un difetto nella lente della nostra macchina fotografca

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IndigoRender&Maxigo

-Glare

esempio:

Immagine output da Indigorender salvata in formato .igi

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IndigoRender&Maxigo

Immagine risultante dopo lappplicazione del filtro Glare

Il stella generata dal glare ben visibile , in questo caso luso del
filtro stato esagerato, infatti un baiore cosi forte tende ad un
effetto innaturale.

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IndigoRender&Maxigo

-Noise Reduction

esempio:

Immagine output da Indigorender salvata in formato .igi

Immagine risultante dopo lappplicazione del filtro Noise reduction


(Median)

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IndigoRender&Maxigo

In Violet si possono usare 3 tipologie di riduzine del disturbo , ma


bene fare molta attenzione quando si usa questo tipo di filtro, infatti
un aumento del fattore di noise reduction puo far perdere dettaglio alla
nostra immagine, impastando i contorni, importante infatti trovare
il giusto bilanciamento.

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IndigoRender&Maxigo

Come mostrato nellimmagine sotto, un uso effessivo del filtro porta ad


una perdita di qualit.

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IndigoRender&Maxigo

-Il Tonemapping
Per quanto riguarda il tonemapping giusto soffermarsi un attimo poich
la parte di violet che ci potrebbe permettere di correggere un lavoro
che credavamo errato.
Andiamo ad analizzare in specifico la composizione della tabella del
tonemapping prima in configurazione Reinhard e la seconda modalita il
linear.
REINARD

LINEAR

Avendo gia discusso del tonemapping (vedi pag.19) ci appresteremo a fare


una serie di esempi, cercando di elaborare esempi che vi possano restare
utili in futuro.

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IndigoRender&Maxigo

Immagine di output di Indigorender tonemapping Reinhard

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IndigoRender&Maxigo

Tonemappig Reinhard :Pre-scale = 2,5

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IndigoRender&Maxigo

Tonemapping Reinhard :Post-scale = 2,5

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IndigoRender&Maxigo

Tonemapping Reinhard :Burn = 2

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IndigoRender&Maxigo

Immagine di output di Indigorender tonemapping Linear

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IndigoRender&Maxigo

Tonemapping Linear : Expouse = 1,8

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IndigoRender&Maxigo

Tonemapping Linear : Constant = 0,55

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IndigoRender&Maxigo

Tonemapping Linear : Constant = 1,5

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IndigoRender&Maxigo

Ringraziamenti
Si ringrazia a tutti coloro che in qualche modo hanno permesso la realizzazione di
questo manuale e che in qualche modo hanno dato il loro aiuto e tutti coloro che
hanno fornito le immagini che di tanto in tanto ho inserito lungo le pagine.

Un grazie speciale a Colin Chung CoolColj per le numerosissime immagine test


fornite per le spiegazioni dei vari modi di calcolo del rendering.

In particolare, Nicolas Chapman Onosendai per la creazione di


IndigoRender e per il supporto datomi durante la stesura del manuale e per il
suo continuo lavoro di sviluppo ed aggiornamento del software, Suvakas
Jyrgen Aleksejev per la realizzazione ed il continuo sviluppo di Maxigo e per
il supporto che mi ha dato in questi mesi.
Robin Davies Rerdavies per la creazione e lo sviluppo di Violet.
Un ultima nota va data a Bertrand Benoit BbB per le numerosissime
immagini postate nel forum di indigo, dimostrando piu di ogni altro le enormi
potenzialita di Indigorenderer, per questo che ho deciso di inserire i suoi
lavori che mi hanno colpito di pi.
E da sottolineare la natura internazionale di questo lavoro.
Grazie a tutti
Lautore
Filippo Rotatori Radiosity

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IndigoRender&Maxigo

Bertrand Benoit BbB The Gallery

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IndigoRender&Maxigo

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IndigoRender&Maxigo

LAutore
Appassionato di grafica 3d ed esperto in render ed animazioni soprattutto
con 3d max, oltre Indigo utilizzo altri motori di render, come Vray o maxwell
render, cosi come altri software 3d come modo,maya o lightwave.
Ma da quando ho scoperto 3d studio max ed indigo, non ho piu smesso di
utilizzarli, appassionandomi sempre piu a questo software e a tutta la sua
comunit grafica sempre pronta a porgere aiuto e consiglio. Grazie
Filippo Rotatori

Radiosity the gallery

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