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Rinascita e che si conclude con l allontanamento dal PCI dello scrittore, e con la chiusura del
Politecnico, che aveva nel frattempo stabilito un organica collaborazione con la rivista fondata da
Sartre nel 1945, Les Temps Modernes. Lo scontro culturale ha riflessi anche sul rapporto con
Antonio Banfi (casus belli un attacco di Studi Filosofici a uno scritto di Kanepa, responsabile
cultura del PCF, un fatto imbarazzante per la difficile diplomazia comunista.
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Milano tuttavia non demorde. Lo scantinato di via Borgognona diventa, e rester a lungo, sotto la
direzione di Rossana Rossanda, il vivacissimo centro del rinnovamento culturale italiano. Non solo:
nel 1962 proprio Togliatti che nomina Rossana, pur animatrice di quella semi-dissidenza,
responsabile della Commissione culturale nazionale, prestigiosissima collocazione in unepoca in cui
cultura e politica erano ancora strettamente intrecciate. A un anno dalla morte di Togliatti, agosto
1964, Rossana scrive ricordando il trauma della rottura con Vittorini: a motivare Togliatti dice
fu certamente la sua estraneit allorizzonte culturale che a Milano era stato aperto. Quella cultura
la sentiva come un corpo estraneo che aveva sedotto solo alcuni intellettuali del nord. Il partito si
identificava invece nel filone storicista di De Santis e Labriola, e in quella cultura nazionale si
install. C, in questa scelta, anche il riflesso di una non sanata differenziazione fra nord e sud;
e non un caso che proprio il contrasto fra un meridionalismo allineato sullidea di una Italia
premoderna, e chi nello stesso partito considerava invece il paese ormai segnato dalle nuove
contraddizioni delle societ capitalistiche mature, sia pure intrecciate alla persistente arretratezza,
diventi il centro dello scontro politico. Quello fra ingraiani e amendoliani che infuoca lXI congresso
del PCI; e che poi diventer uno dei temi di fondo della rottura del Manifesto. E per, nota
acutamente Rossana, con il suo storicismo Togliatti cre una sorta di ammortizzatore che aiut ad
assorbire senza traumi eccessivi i processi involutivi del movimento comunista internazionale,
a relativizzarli.Proprio quel filone aiut il PCI a trovare in s gli anticorpi. Naturalmente anche
e soprattutto per via di Gramsci, il cui pensiero Togliatti si impegn a diffondere, cos aiutando il
partito a sottrarsi al tentativo di una sua ala di reclutarlo alla pi piatta tradizione storicista. Ed
infatti, in contrasto con quella stroncatura zdanoviana del 48, il PCI finisce per aprirsi alla cultura
europea: il rapporto con Sartre stato, da questo punto di vista, esemplare. Un rapporto con il
Partito, ma anche molto personale con Togliatti. Tant vero che quando il segretario del PCI muore
Sartre scrive una lunghissima lettera al partito italiano che lUnit pubblica per intero a tutta pagina
(e Temps Modernes riprende col titolo Il mio amico Togliatti).
Sono uno straniero scrive Sartre-e tuttavia sento il lutto dellItalia come il mio lutto. La
singolarit del vostro partito saltava agli occhi. Lo amavamo. Ho capito alla fine che quanto amavo
sopratutto in quel partito era Togliatti.
Non lui che ho conosciuto per primo scrive ancora. Ho conosciuto prima altri, al Congresso di
Vienna per la pace, e questi si distinguevano per libert di parola, lucidit, pensiero, autoironia
leggera, che per mai metteva in discussione lappartenenza. Attorno a loro cera molto Marx. Ma
loro non lo citavano, applicavano i suoi principi. Il marxismo con loro diventava ci che deve essere:
un immenso e paziente sforzo di ricerca, che intrecciava teoria e pratica, una permanente riflessione
su s stessi. Pensavo dipendesse dallItalia. Ma il PCI era lItalia. Poi, quando ho conosciuto Togliatti,
mi sono detto: lItalia lui. Dopo aver riferito molti anneddoti, in cui racconta di Togliatti senza
guardie del corpo n stuoli di accompagnatori come gli altri leader importanti, della sua leggerezza,
normalit, della sua non separatezza, curiosit intellettuale, continua scrivendo: Per questo in Italia
ci sono tanti intellettuali comunisti, pochissimi di destra. E i migliori giornali di sinistra, i peggiori
della destra. Per questo il Pci non solo il partito degli operai, ma dellintellettuali, il pi
intelligente dei partiti. Lamavo. Togliatti lo ritrovavo in tutti i comunisti che incontravo. Come se un
gigante si fosse insinuato per magia nel piccolo corpo di un professore di liceo. Questo era il mio
amico Togliatti.
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La lettera molto significativa del rapporto che Sartre ebbe con il PCI: fondato pi che sulla
sostanza teorica o politica, sul tratto che di questo partito laveva entusiasmato: la sua unicit.
Quello che faceva dire a Togliatti stesso che il PCI era una giraffa. Un animale del tutto anomalo,
che non ha altri riscontri in natura, con quel suo collo e quelle sue gambe lunghissime, per lappunto
anormali. Fu, infatti, un rapporto caro al filosofo perch ispirava il suo essere un intelletuale engag,
militante. Direttamente Togliatti Sartre laveva incontrato solo nel 61, grazie a Rossana. Il filosofo
era andato a chiederle, a Botteghe Oscure, se il PCI avrebbe obiettato a che in Italia venisse
rappresentata la sua opera teatrale Le mani sporche, che lui stesso, nel 1952, aveva proibito che
andasse in scena nel timore venisse strumentalizzata in senso anticomunista. Adesso decide di
consentirlo in Italia, perch dice si fida dellItalia e del PCI. (E infatti verr rappresentata
a Torino, e Sartre lo annuncer in una conferenza stampa a Parigi in cui dice che il permesso vale
solo per lItalia e che si tratta di un gesto di fiducia verso lItalia e in particolare verso i comunisti
italiani che sono quelli che hanno spinto pi avanti il dibattito sui problemi della cultura e sul
rapporto intellettuali e partito). Quando Rossana rifer a Togliatti della richiesta di Sartre lui si
incurios e chiese di conoscerlo. E cos mi raccont gi allora Rossana il segretario del PCI lo
invit a cena in un ristorante di via Mario dei Fiori, a tavola anche Nilde Iotti e Simone de Bauvoir.
A quel punto i rapporti fra il filosofo e il PCI erano diventati organici, importante il primo convegno
promosso nel 1961 dallIstituto Gramsci, sulla soggettivit, i cui atti gi pubblicati su Aut Aut in
Italia e poi su Temps Modernes nel 1993, sono stati riediti in Francia lanno scorso e ora vengono
ridati alle stampe in Italia. passato un anno dalla pubblicazione della pi importante opera
filosofica di Sarte Critica della Ragione dialettica e i due prefatori delledizione francese si
chiedono come mai questa conferenza si tenuta a Roma e non, come sarebbe stato normale,
a Parigi. Spiega lo storico francese Marc Lazard: Il PCF riservava agli intellettuali tuttal pi il
ruolo di esperti, il PCI favoriva invece il loro intervento nella definizione della politica. Per questo
Sarte aveva scelto lItalia.
Sono andata a cercare nel faldone conservato allIstituto Gramsci e debbo dire che ancor pi che il
merito degli interventi molto vivaci e polemici luno con laltro, molte le interruzioni si coglie il
senso di quelliniziativa guardando la lista dei partecipanti: sono tutti militanti, filosofi anche,
naturalmente, ma molti membri del Comitato centrale, funzionari, parte viva del dibattito e del
lavoro politico del Partito. Non si tratta di un appuntamento accademico, insomma, anche se
i professori sono tanti: Paci, Luporini, Lombardo Radice, Colletti, Della Volpe, Valentini, Semerari,
Guttuso, Alicata e, curiosamente, uno scrittore non comunista, Guido Piovene. (Mi venuto da
piangere per la nostalgia di quella politica).
Negli anni successivi i convegni con Sartre si sono susseguiti numerosi, dal pi importante Morale
e Societ, nel 1964, cui assiste lo stesso Togliatti, ad altri anche non nella capitale. Che continuano
a discutere di Sartre anche dopo la sua morte (lultimo, credo, organizzato negli anni 80 dalla nostra
compagna Sandra Teroni e promosso dal Comune (ancora) rosso di Viareggio!). Sartre diventato
autore di casa anche sullUnit: a sfogliare il giornale del decennio 60 ogni pochi giorni si trovano
pagine scritte dal filosofo o a commento di quello che dice e che fa a Parigi, persino una lunghissima
lettera inviata al direttore che il giornale pubblica per intero, in cui Sartre polemizza con i critici
cinematografici dellUnit perch hanno stroncato il film Linfanzia di Ivan di Tarkovskij, pur
premiato a Venezia con il Leone e che lui, Sartre, considera invece, una delle pi belle pellicole mai
viste. Solo in URSS, lunico paese dove la parola progresso ha oggi un senso scrive poteva
farsi questo film sul prezzo che il progresso e la storia fanno pagare agli uomini.
Il filosofo frequenta molto lItalia. A Roma alloggia allhotel Nazionale, di fianco a Montecitorio, ed
facile trovarlo con Simone, intento a leggere i giornali o a scrivere, nei bar delle piazze adiacenti.
Capita anche a noi dellarea ingraiana che comincia a configurarsi di fermarsi a chiacchierare. Fin
dallinizio Sartre, attraverso Temps Modernes, comincia infatti anche a impicciarsi del dibattito
politico interno al PCI. Lo fa la prima volta dedicando un intero numero della rivista ad un convegno
del 1962 dellIstituto Gramsci che ebbe allora molto rilievo: Tendenze del neocapitalismo. Si pu
dire che oltre al rapporto diretto che Sartre ebbe per molti anni con Rossana quel numero di Temps
Modernes segna lincubazione del legame che poi si svilupp con Il Manifesto. La rivista pubblica
infatti sotto il titolo generale Fatti e problemi della lotta operaia come documenti le