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Un referendum per il default


Pubblicato da Nicoletta Forcheri Il 8 marzo 2010 @ 17:47 in Informazione | 3 commenti

Scritto da Uriel on 07/mar/2010


Fonte: http://www.wolfstep.cc/2010/03/un-referendum-per-il-default.html [1]
Le ridicole vicende greche hanno fatto distogliere l’attenzione su quanto accaduto in un altro paese, che e’ l’Islanda.
Come ricorderete, l’ Islanda aveva scommesso molto sulla finanza di carta e al botto del credit crunch si era trovata
sovraesposta e i cittadini pieni di debiti. Ma non solo: una delle loro banche , che di fatto pesa sul governo, era
esposta finanziariamente in maniera enorme.

Quello che e’ successo e’ che inglesi e olandesi , ovvero i loro finanzieri, si sono presentati a battere cassa,
pretendendo che dopo aver causato i disastri che ben conosciamo gli islandesi li finanziassero anche , come se il
disastro fosse stato un’operazione in attivo.
Il primo ministro del luogo a quanto pare si e’ rifiutato di sbattere sul lastrico la popolazione islandese, e ha
convocato un referendum, che ha vinto con percentuali bulgare. [2]
In pratica, l’Islanda ha dichiarato default, e lo ha fatto con uno strumento democratico, che e’ il referendum. Questo
atto probabilmente li portera’ fuori dall’ FMI (beati loro) e potrebbe , come dice l’articolo, creare dei problemi al loro
accesso nella UE.
Ma non e’ qui il punto: il punto e’ che a loro e’ accaduto quanto accadde al Dubai. Non appena il governo dichiara
default, i finanzieri si precipitano a trattare, e si accordano per una restituzione molto limitata dei soldi.
Cosa significa?
Se lo facessimo in italia, cosa che auspico da sempre, e annunciassimo che il governo NON paghera’ il debito
pubblico, non succederebbe quanto accaduto in Argentina (ove la crisi che e’ seguita e’ stata dovuta ad ALTRI fattori
e il default e’ stato semmai una conseguenza) , succederebbe esattamente la stessa cosa: i contraenti del debito si
presenterebbero a roma a cercare un accordo , e probabilmente ci troveremmo a restituire si e no il 20% dei soldi,
solo avendo un governo che faccia la voce dura, o che non abbia scelta.
Lo strumento del referendum, in effetti, e’ micidiale. Il debito pubblico in se’, non essendo materia fiscale, non e’
compreso nella norma costituzionale che vieta referendum sulla politica fiscale. Cosi’ , e’ possibile anche in Italia
organizzare un referendum che proponga al governo di NON pagare il debito pubblico. Una volta fatto il referendum,
comunque lo gestisca il governo, il debito pubblico e’ esaurito.
Faccio presente che una volta fatto il referendum, non ci sarebbe bisogno di aspettare le sue conseguenze, perche’ il
rischio sara’ cosi’ alto che gli investitori abbandonerebbero in massa i titoli di stato, o comprerebbero quantita’

1 di 3 09/03/2010 23:04
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enormi di CDS, ammesso che qualcuno glieli venda ad un prezzo decente , cosa che non e’.
Cosi’, e’ possibile portare il paese al default in maniera democratica.
Occorre che qualcuno, lavorando con un basso profilo, costituisca un comitato per il referendum contro il debito.
Diciamo un referendum che, di punto in bianco, ridimensioni il deficit al 20% del suo valore attuale.
Questo deve essere fatto in sordina, quasi per passaparola, senza troppa pubblicita’ sui giornali, solo coi banchetti
per le strade. In caso arrivi un giornalista, si fugge o si risponde “no comment”.
Poi si presenta il referendum alla consulta, e si aspetta che venga dichiarato attuabile. Una volta che la notizia
finisca sui giornali, DI FATTO il referendum avrebbe aumentato il rischio cosi’ tanto che tutti molleranno l’osso e si
precipiteranno a trattare.
Cioe’, il default e’ dichiarato nel momento stesso nel quale e’ ufficiale che potresti anche farlo; l’esito referendario e’
quasi irrilevante.
La cosa sulla quale vorrei essere chiaro e’ che non-succede-nulla. Come nel caso greco, come nel caso di Dubai,
come nel caso islandese, a quel punto iniziano trattative su come gestire la cosa. Sapete perche’?
Perche’ di fatto la finanza e’ considerata molto piu’ potente di quanto non sia in effetti. Sinora il finanziere ti ha
detto “se il governo non fa come dico io, allora ritiro gli investimenti e il tuo paese fara’ la fame”. Davvero?
Dimentichiamo pero’ che se il tuo “investimento” consiste nella costruzione di una ferrovia, per dire, tu non ritiri
proprio nulla. E anche se non fosse un investimento materiale, non e’ che hai investito nel mio paese per farmi un
favore: hai investito perche’ ci guadagnavi, e se adesso non ci guadagnerai piu’, ai tuoi azionisti non piacera’.
Morale della storia: persino stati relativamente piccoli quali il Dubai o l’ Islanda possono sfidare la finanza, che
quando lo stato alza la voce si presenta a coda bassa per trattare. Faccio presente che la somma dei debiti islandesi
e’ circa 11 volte il PIL, cioe’ hanno un debito pubblico del 1100% del PIL.
In passato, l’ FMI ha prestato un sacco di soldi all’Islanda, quasi 6 miliardi di euro, tramite le banche socie di
Giappone e di alcuni stati scandinavi. Il problema e’ che questo referendum forse mettera’ l’islanda fuori dall’ FMI,
con il risultato che giapponesi e scandinavi rimarranno senza garanzie.(1)
Morale della storia: la finanza e’ debole, e si piega molto piu’ facilmente di quanto si creda, perche’ in fondo lavora
su convenzioni e leggi, che i governi sono chiamati a far rispettare. Se non vengono rispettati, semplicemente i
finanzieri si presentano col cappello in mano a trattare.
Per cui, direi che se qualcuno vuole formare un comitato che raccolga firme per il default, puo’ iniziare a rimboccarsi
le maniche.

E no, non aspettatevi roba del genere da gente come Grillo, sanno solo fare ammuina.

Uriel
(1) Cosi’ imparano. Il prestito nacque perche’ i russi avanzarono l’offerta di un prestito da 4 miliardi di euro, potendo
cosi’ espanedere l’area di influenza. L’ FMI si mosse facendo una controferta da 6 miliardi di euro, provenienti dalla
banca centrale giapponese e da quelle scandinave.

[3]

2 di 3 09/03/2010 23:04
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[2] on percentuali bulgare.: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201003articoli
/52877girata.asp
[3] : http://www.blogger.com/email-post.g?blogID=5566778920128812818&
postID=5929449964340733325

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