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Gli Stati cedano la loro sovranit, lo ordina


Draghi- Goldman
Redazione | 08-08-2014
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Categoria: Economia

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Draghi getta la maschera: "Gli Stati cedano


sovranit"
L'affondo: "L'Italia paga il basso livello degli investimenti". E Renzi: "Sacrosanto, dobbiamo rimettere in ordine
l'Italia". Draghi pronto a togliere il timone dalle mani al premier
Andrea Indini - Gio, 07/08/2014 - 20:48
da Il Giornale
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All'indomani della gelata sulla crescita del pil, il colpo pi duro arriva dalla Bce. Per quanto il ministro
dell'Economia Pier Carlo Padoan si allinei all'agenda di Matteo Renzi, chiedendo maggiore parsimonia nella spesa
pubblica e pi tempo per beneficiare degli effetti delle riforme, Mario Draghi mette il premier con le spalle al muro
e lo colpisce proprio quando pi debole.

La posizione del governatore non lascia spazio alle interpretazioni: "Uno dei componenti del basso pil italiano il
basso livello degli investimenti privati". Peggio ancora: tutto dovuto "all'incertezza sulle riforme, un freno molto
potente che scoraggia gli investimenti". Infine il colpo di grazia: "Per i Paesi dell'Eurozona arrivato il momento di
cedere sovranit all'Europa per quanto riguarda le riforme strutturali".
Si chiude il cerchio. Quanto teorizzato dai tecnocrati alla Mario Monti o Lerenzo Bini Smaghi, stato infine messo
nero su bianco dal numero uno della Banca centrale europea. Per Draghi i Paesi dell'Eurozona non sono in gradi di
fare le riforme in piena autonomia. Sarebbe, quindi, meglio che la pratica passi direttamente nelle mani dei grigi
burocrati che siedono a Bruxelles. Niente di nuovo, per carit. La teoria della cessione della sovranit nazionale
tanto cara all'Unione europea che da tempo lavora per costruire una sovrastruttura che annienti l'autonomia di
governi nazionali democraticamente eletti. Lo stesso Draghi chiede, da mesi, di intensificare le riforme strutturali
in modo da "non disfare i progressi fatti nel consolidamento di bilancio".
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L'obiettivo nobile. Dai governi nazionali la Bce vorrebbe misure favorevoli alla crescita: "I Paesi che hanno fatto
programmi convincenti di riforma strutturale stanno andando meglio, molto meglio di quelli che non lo hanno fatto
o lo hanno fatto in maniera insufficiente". E in questo secondo gruppo ci entra anche l'Italia.
Dal punto di vista monetario la Bce tiene le bocce ferme. Il consiglio direttivo ha, infatti, lasciato il tasso principale
allo 0,15%, quello sui prestiti marginali allo 0,40% e quello sui depositi in negativo a -0,10%. Un livello da cui
Draghi non intende scostarsi, senza per annunciare possibili ulteriori ribassi. Il fatto che il costo del denaro sia
destinato a non scendere ulteriormente non impedisce all'istituto di Francoforte di ricorrere ad strumenti diverso per
fronteggiare la crisi economica che ancora frena il Vecchio Continente. "Il consiglio della Bce - avverte Draghi -
unanimemente determinato a usare anche misure non convenzionali se fosse necessario". A preoccupare il board
della Bce sono anche le tensioni geopolitiche che rischiano di penalizzare la ripresa dell'Eurozona. Tra queste,

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09/08/2014 00:14

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sicuramente le tensioni tra Russia e Ucraina e, di conseguenza, l'estenuante braccio di ferro tra la Casa Bianca e il
Cremlino.
"Sono assolutamente daccordo con Draghi, se un affondo affondo anche io - ha detto in serata Matteo Renzi -.
Il presidente della Bce ha detto una cosa sacrosanta, noi dobbiamo rimettere in ordine lItalia per farla diventare pi
competitiva. E le parole di Draghi sono la migliore risposta ai critici del Senato, che una delle riforme che stiamo
facendo".

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