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Funzionamento cognitivo ed emotivo di giovani tossicodipendenti

Cognitive and emotional functioning in young-addicts


Marianna Sacco (1), Parolin Micol (1), Alessandra Simonelli (1), Patrizia Cristofalo (2), Daniela Mapelli (3).
(1) Dipartimento di Psicologia dello sviluppo e della socializzazione, Universit di Padova
(2) Comunit Terapeutica Villa Renata, Venezia Lido
(3) Dipartimento di Psicologia Generale, Universit di Padova
Abstract:
Contesto: ladolescenza un periodo evolutivo di vulnerabilit rispetto alla sperimentazione di sostanze
stupefacenti, ma luso precoce di droghe comporta effetti negativi sul funzionamento cognitivo. Inoltre,
labuso di sostanze, in et adulta ed in giovane et, caratterizzato anche da disregolazione emotiva nei
termini di elevati livelli di sensation seeking e alessitimia e scarsa intelligenza emotiva. Il controllo cognitivo
e le capacit di regolazione emotiva sono associate e localizzate nelle medesime aree cerebrali frontali, le
quali sono le aree maggiormente colpite nella tossicodipendenza. Obiettivo: La presente ricerca si propone di
studiare la performance neuropsicologica e il funzionamento emotivo di giovani tossicodipendenti,
indagando le possibili interrelazioni tra questi due domini. Metodo: una batteria di test neuropsicologici
(ENB-2), strumenti self-report per valutare l'alessitimia (TAS-20), la ricerca di sensazioni (SSS-VI) e
l'intelligenza emotiva (EQ-i) sono stati somministrati a 24 giovani tossicodipendenti. E stato somministrato
anche un test etero-valutativo per la valutazione dellalessitimia (OAS). Risultati: il 67% del campione
riporta concomitante compromissione del funzionamento cognitivo e della regolazione emotiva, in almeno
due domini emotivi indagati. Conclusione: i risultati ottenuti dal presente studio suggeriscono che luso di
sostanze in giovane et possa compromettere le capacit cognitive di controllo e di regolazione delle
emozioni, le quali risultano essere correlate fra loro.
Background: Adolescence is a vulnerable age for experimenting with drugs but early substance abuse have
severe detrimental effects on cognitive functioning. In addition, substance abuse in adulthood and at a young
age, it is also characterized by emotional dysregulation in terms of high levels of sensation seeking and low
alexithymia and emotional intelligence. Cognitive control and emotion regulation abilities are directly
associated and are largely implemented by the same frontal cortex areas, which are the main target of drug
abuse. Objective: The present research aims to study the neuropsychological performance and the emotional
functioning in young drug addicts, investigating possible interrelations between these two domains. Methods:
a battery of neuropsychological tests (ENB-2), self-report tools to assess alexithymia (TAS-20), sensation
seeking (SSS-VI) and emotional intelligence (EQ-i) were administered to 24 young drug-addicts. An
observer scale to evaluate alexithymia (OAS) was also used.Results:67% of the sample reported concomitant
impairment of cognitive functioning and emotional regulation in at least two emotional domains
investigated. Conclusion: The results obtained from this study suggest that the use of substances at a young
age can affect the cognitive control and emotional regulation, which appear to be related to each other.
Parole chiave:tossicodipendenza, adolescenza, modificazione neurale, funzionamento cognitivo, regolazione
emotiva.
1. Introduzione:
La caratteristica principale del disturbo da uso di sostanze la presenza di sintomi cognitivi,
comportamentali e fisiologici derivanti dallassunzione persistente e continua di sostanza, nonostante il
soggetto esperisca significativi problemi fisici, psicologici e sociali correlati allassunzione stessa. Lorigine
dei sintomi risiede nelle alterazioni cerebrali indotte dalla sostanza, che possono persistere oltre la

disintossicazione e manifestarsi attraverso comportamenti di ripetizione, reiterazione e desiderio patologico


(craving) (APA, 2013).
1.1 Epidemiologia
Secondo il Word Drug Report del 2013, condotto dallUNODC (United Nation Office on Drugs and
Crime, 2013), la prevalenza mondiale del disturbo da uso di sostanze equivale al 3,6%-6,9% della
popolazione adulta (circa 300 milioni di persone). In Europa (EMCDDA, 2013), almeno ottantacinque
milioni di europei (circa un quarto della popolazione adulta europea) hanno consumato sostanze illecite nel
corso della vita, di cui il 90% cannabis, il 17% cocaina, il 15% anfetamine e il 13% ecstasy. In Italia nel
2013 sono stati stimati circa 438.500 soggetti tossicodipendenti, di cui 277.748 non risultano essere in
trattamento presso i servizi di assistenza (Survey GPS, 2012). L'et media dei nuovi utenti di circa 34 anni
con un arrivo sempre pi precoce rispetto agli anni precedenti, infatti stata rilevata una maggior presenza di
persone minorenni e soprattutto nella fascia di et tra i 18 e i 24 anni. La sostanza maggiormente assunta la
cannabis (4.01%) seguita poi dalla cocaina (0.6%), dagli allucinogeni (0.19%), dagli stimolanti, compresi
ecstasy e anfetamine (0.13%) e dalleroina (0.12%). Inoltre, circa il 64,1% della popolazione
tossicodipendente assume 2 o pi sostanze contemporaneamente e la combinazione di poli-abuso pi
frequente composta da alcol, cannabis e tabacco. Le indagini svolte nel 2013 (Survery SPS, 2013) sulla
popolazione italiana scolastica, studenti di et compresa fra i 15 e i 19 anni, confermano le tendenze
riscontrate nella popolazione adulta: circa il 15% del campione, composto da 38150 studenti, fa uso di
sostanze stupefacenti, di cui 17.7% cannabis, 0.09% cocaina, 0.01% eroina, 0.13% allucinogeni, 0.05%
stimolanti, 0.51% altre sostanze come tabacco, alcol e inalanti e circa il 4% fa uso di due o pi sostanze.
1.2 Vulnerabilit in adolescenza
I soggetti con scarse capacit di autocontrollo possono mostrare una maggiore vulnerabilit per un disturbo
da uso di sostanze (APA, 2013), tale fenomeno si verifica soprattutto in adolescenza.
Lo sviluppo cerebrale che si manifesta in questo periodo evolutivo, specialmente nelle regioni prefrontali,
alla base dellimmaturit cognitiva rilevata negli adolescenti (Dahl, 2004). Il modello teorico del sistema
duale (Somerville et al, 2010) mette in evidenza una sostanziale asincronia di sviluppo fra il sistema socioemozionale, localizzato nelle aree limbiche e para-limbiche, e il sistema del controllo cognitivo, riferito alla
corteccia prefrontale; il primo, gi sviluppato, caratterizzato da unintensa attivit alla quale limmaturo
sistema cognitivo non riesce a far fronte (Casey et al., 2010). Questo squilibrio cognitivo-comportamentale
predispone il soggetto a sopravvalutare le ricompense e a sottovalutare i rischi associati allattuazione di un
comportamento, tale da esporre ladolescente ad unelevata vulnerabilit allo stress e alluso di sostanze,
dove la sostanza stessa pu diventare una ricompensa attraente agli occhi delladolescente (Geier, 2013).
1.3 Neuropsicologia della tossicodipendenza
A livello neurobiologico lipotesi fondamentale che i cambiamenti comportamentali osservati nei soggetti
tossicodipendenti si manifestino a causa di sottostanti modificazioni neurali, dovute alla neurotossicit delle
sostanze stupefacenti (Koob et al., 1988). Tale neurotossicit consiste principalmente nella capacit delle
sostanze di aumentare la concentrazione dopaminergica nelle sinapsi fra i neuroni dellarea tegmentale
ventrale del mesencefalo e i neuroni dellarea dello shell del nucleo accumbens, situato nella corteccia
striato-ventrale, ossia quello che viene definito circuito mesolimbico o circuito della ricompensa (Pontieri et
al., 1995). Inoltre, poich il tegmento ventrale ha proiezioni neurali dopaminergiche in altre aree cerebrali,
come la corteccia prefrontale e lamigdala, le alterazioni neurobiologiche coinvolgono gran parte
dellencefalo (Everitt et al., 1999).
Le conseguenti alterazioni cognitive riguardano soprattutto le capacit delle funzioni esecutive, localizzate
principalmente nel lobo frontale e nelle sue connessioni corticali e sottocorticali (Verdejo-Garca et al.,

2005). In generale, sia nei tossicodipendenti adulti sia in quelli pi giovani, le funzioni che risultano
maggiormente deficitarie sono:
-

Decision Making: nei soggetti tossicodipendenti si evidenzia la tendenza a favorire scelte


svantaggiose che per portano ad ottenere risultati a breve termine (Rogers et al., 2001). Studi di
nueroimaging hanno riscontrato unattivazione anomala della corteccia prefrontale ventro-mediale
(Goldstein et al., 2002).

Controllo inibitorio: studi neuropsicologici condotti con lausilio di tecniche di neuroimaging hanno
individuato, in soggetti dipendenti da oppiacei, unanomala riduzione dellattivit della porzione
dorsale della corteccia cingolata anteriore durante compiti di controllo inibitorio. Tale modificazione
funzionale stata riscontrata anche negli assuntori di cocaina e cannabis. Questi risultati
suggeriscono che labuso di sostanze psicoattive possa ridurre la capacit del soggetto di
autoregolarsi e auto-monitorare i propri errori comportamentali (Lee et al., 2005).

Memoria: leccessiva concentrazione dopaminergica nel circuito della ricompensa, rilevata nella
tossicodipendenza, altera il normale funzionamento della corteccia prefrontale e delle sue
connessioni con il nucleo accumbens e lo striato ventrale (Montague et al., 2004), diminuendo le
risposte alle ricompense naturali e favorendo la ricerca compulsiva della ricompensa indotta dalla
sostanza, per la quale il soggetto altamente sensibile (Volkow et al., 1993). Di conseguenza
questalterazione neurale riduce le possibili esperienze di apprendimento nelle quali il soggetto
potrebbe coinvolgersi, provocando una successiva parziale rappresentazione mentale del mondo
esterno, strettamente legata agli stimoli correlati alla sostanza (Goldstein et al., 2002).

1.4 La disregolazione emotiva nella tossicodipendenza


Studi di neuroimaging hanno evidenziato un coinvolgimento importante delle aree cerebrali frontali e
prefrontali nella regolazione emotiva, sottolineando il ruolo esercitato dalle capacit cognitive frontali
(funzioni esecutive) nei processi di controllo emotivo (Verdejo-Garca et al., 2009). Di conseguenza molti
studi suggeriscono che lassunzione di sostanze psicoattive alteri il normale funzionamento delle regioni
frontali, andando a determinare disfunzioni nel controllo cognitivo ed emotivo (Fuchs et al., 2004). Nel
dettaglio, secondo la teoria di Damasio (1996) dei marker somatici, applicata nel contesto della regolazione
emotiva in condizione di tossicodipendenza da Verdejo-Garcia e Bechara (2009), durante il processo
decisionale, nel quale coinvolta principalmente la capacit di decision making, il sistema cognitivo valuta
non solo le informazioni somatiche e fisiologiche, ma anche le informazioni emotive derivanti dalla
percezione di uno stimolo. Di conseguenza, un decision making deficitario, come lo quello dei soggetti
tossicodipendenti, non in grado di compiere tali valutazioni, dando origine cos a comportamenti impulsivi
e privi di giudizio.
La disregolazione emotiva in adolescenza, che si manifesta soprattutto attraverso difficolt di
organizzazione, integrazione e modulazione delle emozioni, costituisce una fonte di rischio maggiore rispetto
agli adulti per il disturbo da uso di sostanze, mentre una buona capacit di gestione delle emozioni pu
identificarsi come un fattore di protezione (Wills et al., 2001).
Le difficolt di controllo emotivo che si presentano nei soggetti tossicodipendenti, adulti e adolescenti, si
manifestano con maggior frequenza nelle forme di alessitimia, elevato sensation seeking e scarsa intelligenza
emotiva.
1.5 Alessitimia
Il rapporto intercorrente fra alessitimia e tossicodipendenza stato individuato in numerose ricerche, infatti
indipendentemente dal tipo di sostanza assunta, stato rilevata una maggiore incidenza dellalessitimia in

soggetti con disturbo da uso di sostanze rispetto alla popolazione normale (Cleland et al., 2005). Negli adulti
tossicodipendenti la prevalenza del disturbo alessitimico oscilla in un range compreso fra il 48% e il 78%
(Uzun, 2003), valori che sembrano variare in funzione della durata dellastinenza, mentre nella popolazione
tossicodipendente pi giovane ed adolescente la prevalenza si aggira attorno al 30%-40% (Troisi et al.,
1998).
Lalessitimia considerata un forte fattore predisponente al disturbo da uso di sostanze, soprattutto in
soggetti gi ad esso vulnerabili, primi tra tutti gli adolescenti (Taylor et al., 1999); tuttavia la letteratura
esistente in materia non chiarisce se lalessitimia sia o meno un fattore primario nella tossicodipendenza
(Handelsman et al., 2000).
A livello neurale i soggetti tossicodipendenti con difficolt alessitimiche mostrano alterazioni negative del
normale funzionamento del lobo frontale e del processamento emotivo; inoltre sono state evidenziate
anomalie neuro-trasmettitoriali nelle aree cerebrali della corteccia cingolata anteriore e dellinsula (Lyvers et
al., 2012).
1.6 Sensation Seeking
Gli adolescenti di norma hanno una maggiore predisposizione ad assumere condotte pericolose, nonostante
non si mostrino meno capaci degli adulti nella valutazione dei rischi, ma risultino pi influenzabili dagli
impulsi e dagli stimoli esterni, come per esempio il gruppo dei coetanei (Reyna et al., 2006). Martins (2008)
in uno studio effettuato su 5049 adolescenti di et compresa fra i 12 e i 18 anni in trattamento per un disturbo
da uso di sostanze, ha rilevato che pi dell80% dei pazienti in questione mostra un elevato sensation
seeking.
Secondo il modello biosociale del sensation seeking, applicato poi al contesto delluso precoce di sostanza,
vi sono due processi che condizionano le capacit decisionali delladolescente: la maturazione cerebrale e
linfluenza sociale (Roomer et al., 2007). Nel contesto delluso precoce di sostanza, la ridotta valutazione dei
rischi, dovuta allimmaturit cerebrale e direttamente influenzata dal sensation seeking, accompagnata dal
bisogno delladolescente di essere approvato e affiliato al gruppo di pari, possono rinforzare gli effetti
gratificanti derivanti dallassunzione di sostanza e ridurre la valenza negativa dei rischi associati (Steinberg,
2008). In condizioni normali si evidenzia nel cervello adolescente una reattivit accentuata del nucleo

accumbens agli incentivi e ai contesti socio emotivi che induce il soggetto a cercare livelli pi
elevati di stimolazione esterna, ci diviene disfunzionale ed amplificato nel contesto delluso
precoce di sostanze (Gardner et al., 2005).
1.7 Intelligenza Emotiva
La tossicodipendenza caratterizzata da difficolt riferibili allintelligenza emotiva, nei termini di
percezione, differenziazione e regolazione delle emozioni, ma non stato ancora chiarito se la presenza di
queste difficolt sia causata o sia la causa stessa del disturbo (Kun et al., 2010).
Il declino nellintelligenza emotiva in adolescenza si manifesta in problemi come disperazione, alienazione
sociale, tossicodipendenza, crimini e comportamenti violenti, bullismo e abbandono scolastico (Goleman et
al., 1996). La pressione del gruppo di coetanei inoltre sembra possa diminuire le abilit di gestione delle
emozioni nelladolescente, soprattutto se tali pressioni riguardano luso di sostanze come il tabacco e lalcol
(Mayer et al., 1999). Quindi, in questa particolare fase evolutiva, caratterizzata dallo sviluppo delle capacit
di controllo emozionale e comportamentale, una ridotta intelligenza emotiva rappresenta un importante
fattore di rischio per il disturbo da uso di sostanze (Bray et al., 1999). Di fronte a queste scarse capacit di
gestione e valutazione delle emozioni ladolescente potrebbe usare la sostanza come una sorta di strategia di
coping per fronteggiare lo stress (Kauhanen et al., 1992). Craig (2008), in uno studio sulle capacit emotive
di giovani tossicodipendenti, ha stimato che circa il 73% del suo campione (costituito da 161 giovani studenti
universitari) mostra scarse capacit di intelligenza emotiva, indipendentemente dalla sostanza assunta.

A livello neurale, sia negli adolescenti sia negli adulti, una buona intelligenza emotiva correla negativamente
con lattivit dei circuiti cerebrali coinvolti nella valutazione dei marker somatici, ossia la corteccia
prefrontale ventro-mediale, lamigdala e linsula, mentre risulta sostenuta dallattivit neurale del cervelletto
e della corteccia visiva associativa (Killgore et al., 2007).
2. Metodo e strumenti
Gli scopi del presente studio, possono essere cos sintetizzati:
-

Valutazione del funzionamento cognitivo di giovani soggetti con disturbo da uso di sostanze in
trattamento presso una comunit terapeutica per tossicodipendenti con lo scopo di identificare la
presenza di deficit cognitivi e i domini coinvolti.
Valutazione del funzionamento emotivo, in termini di elaborazione, comunicazione e gestione delle
emozioni, nei medesimi giovani tossicodipendenti.
Analisi della possibile relazione esistente fra alterato funzionamento cognitivo e scarse capacit di
elaborazione, gestione e comunicazione delle emozioni in giovani tossicodipendenti.

2.1 Partecipanti
Il campione di riferimento della presente ricerca costituito da 24 giovani tossicodipendenti, di et compresa
fra i 18 e i 24 anni (M=21,25 ds=2,49), con diagnosi di disturbo da uso di sostanze, elaborata secondo i
criteri del DSM-IV-TR (1994), ed in trattamento presso la comunit Villa Renata di Venezia Lido. Di
questi 24 soggetti il 66,7% (N=16) di sesso maschile, il restante 33,3% (N=8) di sesso femminile.
Il livello di istruzione scolastica del campione risulta essere basso: solo il 16,7% (N=4) possiede un diploma
di scuola superiore, il 66,7% (N=16) ha interrotto precocemente gli studi e l87,5% (N=21) stato bocciato
almeno una volta.
Da un punto di vista socio-economico risulta che il 70,8% (N=17) del campione disoccupato, il 66,7%
(N=16) ha provvedimenti penali in atto, processi in corso o condanne penali passate, il 79,2% (N=19) vive
con la famiglia, il 16,7% (N=4) vive da solo o con il partner e un solo soggetto su 24 non ha una fissa
dimora. In merito alla situazione famigliare il 12,5% (N=3) dei soggetti gi genitore, il 60,9% (N=15) ha
almeno un genitore con esperienza, passata o attuale, di tossicodipendenza e quasi il 41% (N=10) dei
soggetti ha subito unesposizione alle sostanze stupefacenti durante la gravidanza.
Per quanto riguarda la condizione di tossicodipendenza il primo approccio con le sostanze risulta esser stato
molto precoce, con una media di et pari a 13,8 anni (sd=2,3) per le sostanze leggere e a 16,13 anni (sd=1,9)
per le sostanze pesanti. Facendo un riferimento specifico alle sostanze maggiormente assunte, il 79,2%
(N=19) del campione mostra un pattern di poli-assunzione, in cui la sostanza primaria pi frequente
leroina (per il 69,6% dei soggetti), la quale si accompagna alluso di sostanze sintetiche (75,5%) e alluso
illecito di metadone (52,17%) e di psicofarmaci (37,5%). Il 37,5% del campione (N=9) ha avuto almeno
unesperienza passata di overdose.
2.2 Strumenti
2.2.1 Esame Neuropsicologico Breve-2 (ENB-2)
LENB-2, si configura come una batteria di 14 test atti alla valutazione neuropsicologica del soggetto, che
consente uno screening delle funzioni cognitive superiori permettendo di evidenziare eventuali processi
cognitivi compromessi (Mondini et al., 2003). Le prove della batteria valutano aspetti diversi dei processi
cognitivi: accesso e selezione lessicale, comprensione verbale, astrazione verbale, attenzione selettiva,
attenzione divisa, attenzione sostenuta e attenzione alternata, funzioni esecutive di controllo, memoria a
breve termine, memoria a lungo termine, memoria di lavoro, abilit prassiche, riconoscimento visivo,
ragionamento logico. Le 14 prove sono:

1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.

DigitSpan: memoria a breve termine;


TrailMaking Test-A (TMT-A): ricerca visuo-spaziale, attenzione selettiva e velocit psicomotoria;
TrailMaking Test-B (TMT-B): velocit psicomotoria, ricerca visuo-spaziale, memoria di lavoro,
attenzione selettiva, divisa e alternata;
Copia di Disegno: abilit di copia di un modello complesso ma familiare;
Memoria con Interferenza: memoria di lavoro;
Test di Astrazione: ragionamento logico e astrazione di concetti;
Test dei Gettoni:comportamento del paziente di fronte a ordini verbali brevi e semplici;
Test della Memoria di Prosa:memoria a lungo termine;
Test delle Figure Aggrovigliate: segmentazione delle figure dallo sfondo e controllo e inibizione
sulle risposte gi date;
Disegno Spontaneo: capacit prassiche e di accesso alla rappresentazione visiva;
Test di Fluenza Fonemica: recupero lessicale;
Test delle Stime Cognitive: stime cognitive su conoscenze comuni;
Prove Prassiche: capacit prassiche;
Test dellOrologio: capacit prassiche di costruzione delloggetto, rappresentazione mentale e
recupero dellimmagine mentale.

2.2.2 Toronto Alexithymia Scale-20 (TAS-20)


La TAS-20, un questionario di autovalutazione basato su una scala Likert a 5 punti;al soggetto viene
chiesto di fornire una risposta su quanto daccordo con ciascuna affermazione del questionario circa le
proprie capacit di riconoscimento e regolazione delle emozioni (Parker et al., 2001). Esso suddiviso in tre
scale:Difficolt nellidentificazione dei sentimenti (F1), Difficolt nella comunicazione dei sentimenti (F2),
Pensiero orientato allesterno (F3).
2.2.3 LObserver Alexithymia Scale (OAS)
Questionario etero-valutativo somministrato allo psicoterapeuta di riferimento dei soggetti, esso permette
una valutazione oggettiva delle difficolt alessitimiche che il soggetto potrebbe non riconoscersi (Haviland et
al., 2000). Di conseguenza luso combinato di due misure, quali OAS e TAS-20, ci permette di diagnosticare
gli alessitimici non consapevoli e di arginare i bias prodotti dalla somministrazione di un test di tipo selfreport, come l'identificazione di falsi negativi. Esso suddiviso in 5 scale: Distanziamento (D), Scarso
insight (I), Somatizzazione (S), Scarso senso dellumorismo (H), Rigidit (R).
2.2.4 Sensation Seeking Scale-VI (SSS-VI)
Il test di tipo self-report costituito da due sezioni, una indagante le esperienze passate di comportamenti
pericolosi, llatra volta a identificare lintenzione futura di adottare le medesime condotte
rischiose(Zuckerman, 1994). Esso suddiviso in 4 scale: Esperienze Passate di Ricerca di Avventura
(ETAS), Esperienze Passate di Disinibizione (EDIS), Intenzione Futura di Ricerca di Avventura (ITAS),
Intenzione Futura di Disinibizione (IDIS).
2.2.5 Emotional Quotient Inventory (EQ-i)
Il questionario di tipo self-report, costituito da 5 scale principali e da 15 sottoscale; esso ha lo scopo di
indagare le principali dimensioni dellintelligenza emotiva delineate da Bar-On (1997). Le 5 scale principali
e le conseguenti 15 sottoscale sono cos suddivise:
1.

Scala Intrapersonale (RA): Autoconsapevolezza Emotiva (es), Assertivit (as), Considerazione di S


(sr), Realizzazione di S (sa) e Indipendenza (in);

2.
3.
4.
5.

Scala Interpersonale (ER): Empatia (em), Relazioni Interpersonali (ir), Responsabilit Sociale (re);
Scala Adattabilit (AD): ProblemSolving (ps), Esame di realt (rt), Flessibilit (fl);
Scala Gestione dello Stress (SM): Tolleranza dello Stress (st),Controllo degli Impulsi (ic);
Scala Umore Generale (GM): Felicit (ha), Ottimismo (op).

3. Risultati
Per lanalisi dei dati ci si avvalsi del pacchetto statistico SPSS Statisticsvers. 20 e sono stati applicati test
non parametrici. Tale scelta giustificata dal fatto che questi test sono adatti allapplicazione a campioni di
numerosit ridotta (N < 30) come quello della presente ricerca (N=24). In particolare i test non parametrici
utilizzati sono: lindice di affidabilit Alfa di Cronbach (), il test del Chi quadrato di Pearson (X), il Test di
Cochran (Q), il test di McNemar e l'indice di correlazione Rho di Spearman (rho).
3.1 Affidabilit
La batteria di prove neuropsicologiche ENB-2 stata esclusa dalla valutazione di affidabilit, in quanto
costituita da prove di diverso tipo (attentive, mnestiche, di ricerca visuo-spaziale, prasssiche ecc.). La
consistenza interna raggiunta, valutata in funzione del punteggio globale di ogni singolo strumento, risulta
soddisfacente per tutti i test presi in esame, ossia TAS-20, OAS ed EQ-i; da tale valutazione viene escluso il
test SSS-VI in quanto non fornisce un punteggio globale.
Per quanto riguarda le scale e le sottoscale dei singoli test la consistenza interna osservata sufficiente per
quasi la totalit degli strumenti, ad eccezione del questionario OAS, la cui sottoscala Umorismo (H) ha un
indice inadeguato pari a .433, e del questionario EQ-i, le cui sottoscale Realizzazione di S (sa), Assertivit
(as), Responsabilit Sociale (re) e Flessibilit (fl) raggiungono livelli di affidabilit insufficienti
(corrispettivamente =.140, =.327, =.050, =.485). Le scale con scarsa consistenza interna sono state
escluse dalle successive analisi statistiche.
3.2 Funzionamento cognitivo
I punteggi globali ENB-2 sono stati suddivisi in due dimensioni quali prestazione a norma e prestazione
non adeguata, e si evidenzia che circa il 67% (N=16) dei soggetti ha un punteggio globale insufficiente,
ossia al di sotto della norma. Dallanalisi delle prestazioni ad ogni singola prova della batteria si nota che i
test con punteggio non adeguato sono: il test TMT-B (punteggio clinico nel 66,7% del campione, N=16), il
test di Memoria di Prosa Immediata (45,8%, N=11) la prova di Stime Cognitive (41,7%, N=10)e il test
dellOrologio (37,5%, N=9).
Il risultato emerso non ha mostrato una differenza significativa tra le prestazioni a norma e quelle non
adeguate (2 [1; N = 24] = 2.66, p = .102), per tale motivo i dati emersi dallo studio non possono essere
generalizzati.
3.3 Funzionamento emotivo
3.3.1 Alessitimia
Lanalisi qualitativa dei punteggi ottenuti nel test TAS-20 mostra come quasi il 67% (N=16) del campione
non si riconosce difficolt emotive a livello alessitimico, mentre solo il 33,3% (N=8) dei soggetti ottiene un
punteggio clinico. Il risultato emerso non ha rilevato una differenza statisticamente significativa tra le
distribuzioni di frequenza dei soggetti con punteggio globale a norma e con quelle dei soggetti con punteggio
globale clinicamente significativo (X[1;n=24]=2,67 p=.102).
Losservazione qualitativa dei punteggi ottenuti dal campione al test etero-valutativo OAS dimostra che,
differentemente da quanto riscontrato nellauto-valutazione, nell83,3% dei soggetti (N=20) sono state

riscontrare difficolt emotive relative allalessitimia, mentre solo il 16,7% del campione (N=4) non mostra
problematiche alessitimiche. Il risultato emerso ha rilevato una differenza significativa tra le distribuzioni di
frequenza dei soggetti con punteggio globale a norma e con quelle dei soggetti con punteggio globale
clinicamente significativo (X[1;N=24]=10,67 p=.001), indicando che la maggioranza dei soggetti del
campione presenta tratti alessitimici. Dallapplicazione del test di Cochran (Q[3;N=24]=32,52 p<.001) e
tenendo in considerazione le distribuzioni di frequenza precedentemente presentate,si evince che le
sottoscaleche risultano maggiormente compromesse sono le stesse che si mostrano statisticamente
significative, ossia: la scaladistanziamento (D) e la scala scarso insight (U).
Per determinare leventuale presenza di differenze statisticamente significative nei dati ottenuti attraverso
lauto e letero-valutazione delle difficolt alessitimiche, ci si avvalsi del test di McNemar, il quale
evidenzia una differenza statisticamente significativa [McNemar p=.002], secondo cui lOAS identifica un
maggior numero di soggetti con alessitimia rispetto invece allauto-valutazione TAS-20, come dimostrano
anche le analisi qualitative appena descritte.
3.3.2 Sensation Seeking
Dallanalisi qualitativa dei punteggi ottenuti dal campione al test SSS-VI si evince che il 79,2% (N=19) dei
soggetti mostra elevazioni di punteggio nella scala di Esperienze passate di Disinibizione (EDIS), il 54,2%
(N=13) ottiene punteggi sopra norma nella scala Esperienze passate di ricerca di Avventura (ETAS), mentre
solo il 25% (N=6) e il 16,7% (N=4) ottiene punteggi significativi nelle scale Intenzione futura di ricerca di
Avventura (ITAS) e Intenzione futura di Disinibizione (IDIS). I risultati emersi dallapplicazione del test del
Chi quadrato di Pearson (X[1;N=24]=8,17 p=.004) mostrano una maggior frequenza di soggetti con
punteggio clinico nella scala EDIS (79,2%).
3.3.3 Intelligenza Emotiva
A livello qualitativo circa il 60% del campione (N=14) ha un punteggio clinico al questionario EQ-i,
indicando cos la presenza nel campione di un insufficiente livello di intelligenza emotiva. Le scale che si
mostrano maggiormente compromesse sono Gestione dello Stress (SM) e Umore Generale (GM), nelle quali
rispettivamente il 70,8% (N=17) e il 58,3% (N=14) del campione ottiene un punteggio di significativit
clinica. Inoltre si delineano come maggiormente compromesse le seguenti sottoscale: Problem Solving (ps),
con una prevalenza di punteggio clinico pari al 66,7% del campione (N=16), Autoconsapevolezza Emotiva
(es), circa il 63% (N=15) del campione riferisce difficolt in questarea, Esame di Realt (rt), Considerazione
di S (sr), Tolleranza dello Stress (st) e Controllo degli Impulsi (ic) nelle quali per ogni scala quasi il 60%
dei soggetti ottiene un punteggio clinico (N=14). Il risultato emerso non mostra alcuna differenza
statisticamente significativa tra le distribuzioni di frequenza dei soggetti con punteggio globale a norma e
con quelle dei soggetti con punteggio globale clinicamente significativo (X[1;N=24]=0,67 p=.414).
3.4 Correlazione fra funzionamento cognitivo ed emotivo
Dallanalisi dei dati disponibili emerso che circa il 67% dei soggetti mostra concomitanti deficit cognitivi e
difficolt emotive in almeno due domini emotivi indagati. Dallanalisi correlazionale effettuata sulle variabili
di funzionamento cognitivo e funzionamento emotivo si evince che buone prestazioni alla prova Digit Span
correlano negativamente con le difficolt alessitimiche (rho=-.458*) di Comunicazione dei Sentimenti agli
altri (F2). Questi dati dimostrano che i soggetti con difficolt mnestiche mostrano anche difficolt nel
comunicare i propri sentimenti agli altri.
Per quanto riguarda letero-valutazione dellalessitimia le prestazioni cognitive deficitarie alla prova di Stime
Cognitive (rho=.424*) e al test dellOrologio (rho=.526**) correlano positivamente con la scala Rigidit (R)
del questionario OAS, per cui i soggetti con punteggi al di sotto della norma in queste prove risultano essere
giudicati rigidi a livello emotivo. Inoltre i soggetti che ottengono un punteggio clinicamente significativo alla

prova delle Figure Aggrovigliate sono maggiormente valutati come alessitimici (rho=-.409*). Linsieme di
questi dati evidenzia che i soggetti con difficolt a carico delle funzione esecutive, quali astrazione,
pianificazione e stime cognitive, mostrano anche difficolt emotive riferibili ad un eccessivo auto-controllo.
La prova Astrazione correla negativamente con la scala Esperienze Passate di ricerca di Avventura (ETAS)
del test SSS-VI (rho=-.432*), suggerendo che i soggetti con scarse capacit di astrazione sono anche stati in
passato maggiormente coinvolti in comportamenti pericolosi di ricerca di avventura. Inoltre il test
dellOrologio correla negativamente (rho=-.444*) con la scala Esperienze Passate di Disinibizione (EDIS).
Anche in questo caso le funzioni esecutive sono le capacit che risultano maggiormente coinvolte allinterno
delle difficolt emotive.
4. Discussione
4.1 Funzionamento cognitivo
Dall'osservazione dei punteggi ottenuti dal campione alle prove neuropsicologiche della batteria ENB-2 si
evince che pi della met dei soggetti possiede un profilo cognitivo inadeguato. La compromissione
neuropsicologica rilevata coinvolge principalmente le capacit mnestiche, attentive e in parte le funzioni
esecutive, il cui sviluppo ha luogo durante l'adolescenza ed dovuto alla maturazione cerebrale delle regioni
prefrontali e delle sue connessioni limbiche e paralimbiche (Casey et al., 2008). Nello specifico i soggetti
riportano prestazioni deficitarie nel test Trail Making Test-B (TMT-B) il quale richiede velocit
psicomotoria e le capacit di attenzione selettiva, alternata e divisa, di ricerca visuo-spaziale e di memoria di
lavoro; nel test di Memoria di prosa Immediata, in cui sono coinvolte le capacit di memoria a lungo termine
e di integrazione ed organizzazione coerente di informazioni; nel test di Stime Cognitive, dove implicata la
capacit di integrazione delle conoscenze sul mondo con la capacit di astrazione e nel test dell'Orologio, nel
quale sono interessate le capacit prassiche, di pianificazione e di astrazione.
Tali dati suggeriscono lesistenza di compromissioni cognitive diffuse ad una consistente parte del campione
e presenti in una popolazione di giovane et, delineando un quadro clinico di consistente gravit e di
intensit preoccupante, sebbene i risultati non raggiungano la significativit statistica. Daltra parte, i risultati
esposti trovano ampio riscontro nella letteratura, secondo cui l'esposizione precoce alla neurotossicit delle
sostanze psicoattive pu alterare il normale sviluppo delle regioni frontali e prefrontali, andando cos a
determinare delle difficolt cognitive a carico delle funzioni esecutive come l'attenzione, il controllo
inibitorio, la ricerca visuo-spaziale, l'astrazione, la memoria e la pianificazione (Vik et al., 2004, VerdejoGarca et al., 2005). Tuttavia si potrebbe anche ipotizzare che eventuali pre-esistenti deficit a carico delle
funzioni esecutive abbiano portato l'adolescente ad abusare di sostanze stupefacenti, come riportato ad
esempio dagli studi sullesposizione intrauterina alle sostanze (Azuma et al., 1993) o inerenti al Disturbo di
Attenzione e Iperattivit, il quale sembra associarsi alluso e abuso di sostanze in et adolescenziale e adulta
(Biederman et al., 1987).
Ad oggi non si dispone di studi che, tramite indagini controllate e longitudinali, chiariscano la natura
dellassociazione tra uso di sostanze e deficit neuropsicologici in senso causale.
4.2 Funzionamento emotivo
La valutazione del funzionamento emotivo dei giovani tossicodipendenti di riferimento evidenzia marcate
difficolt nei domini di alessitimia, intelligenza emotiva e sensation seeking.
Nello specifico, dalla somministrazione del questionario etero-valutativo OAS, emerso che la gran
maggioranza degli utenti mostra difficolt alessitimiche, di cui per solo una piccola parte del campione
risulta esserne consapevole, come si evince dall'analisi dei risultati del corrispettivo test self-report. Questa
differenza fra auto ed etero-valutazione ci permette di ipotizzare un'assenza di consapevolezza o un
disconoscimento da parte dei soggetti presi in esame in merito alle proprie difficolt emotive. Le
problematicit maggiormente riscontrate riguardano le capacit di insight e implicano una forte tendenza al

distanziamento e alla rigidit, intesa come controllo emotivo; si associano inoltre le difficolt
nell'identificazione delle proprie emozioni. I dati osservati trovano ampio riscontro nella letteratura, secondo
cui il disturbo alessitimico molto frequente nei giovani tossicodipendenti e pu addirittura considerarsi un
fattore predisponente al disturbo da uso di sostanze, soprattutto in soggetti vulnerabili come gli adolescenti
(Troisi et al., 1998, Handelsman et al., 2000).
La maggioranza degli utenti mostra un livello insufficiente di intelligenza emotiva, caratterizzato da
problematicit a livello di gestione e tolleranza dello stress, controllo degli impulsi e capacit intrapersonali,
come l'autoconsapevolezza emotiva e la considerazione di s. La letteratura esistente in linea con quanto
emerso; diversi studi hanno dimostrato che bassi livelli di intelligenza emotiva sono frequenti nei giovani
tossicodipendenti (Craig et al., 2008, Berking et al., 2011), i quali mostrano difficolt nel controllo
comportamentale ed emotivo (Myers, 2000). Inoltre l'intelligenza emotiva considerata un fattore di
protezione per il disturbo da uso di sostanze in adolescenza, a differenza dell'alessitimia la quale costituisce
un fattore di rischio, infatti, stato evidenziato che i due costrutti sono correlati negativamente fra loro
(Lumley et al., 1997), dato emerso anche nella presente ricerca.
Per quanto concerne la valutazione del sensation seeking, si riscontrato che la maggioranza dei soggetti ha
avuto con molta frequenza esperienze passate di disinibizione e di ricerca di avventura, mentre solo una
piccola parte del campione riferisce lintenzione di assumere condotte simili in futuro. Inoltre lo studio ha
rilevato che le scarse capacit di mentalizzazione, riferibili al disturbo alessitimico, si associano alla presenza
di elevato sensation seeking, suggerendo che le difficolt alessitimiche possano intervenire e svolgere un
ruolo nella tendenza del soggetto ad assumere condotte pericolose. Anche in questo caso i dati osservati
trovano riscontro dagli studi disponibili, secondo cui il sensation seeking risulta essere un forte fattore di
rischio per l'uso precoce di sostanze (Bradley et al., 2002) e un fenomeno molto frequente fra i giovani
tossicodipendenti (Salovey et al., 1990).
In conclusione, il gruppo di giovani tossicodipendenti si caratterizza per forti difficolt nella regolazione e
gestione delle emozioni. La letteratura suggerisce che le capacit emotive sono un indice prognostico dei
trattamenti per il disturbo da uso di sostanze, secondo cui i soggetti tossicodipendenti con concomitanti
difficolt alessitimiche richiedano trattamenti pi intensivi; inoltre stato dimostrato che il successo
terapeutico si accompagna ad una riduzione dell'alessitimia (Sciortino et al., 2006). In questi termini, si pu
richiamare la teoria della self-medication (Khantzian, 1985, Hawkins et al., 1992) o il modello delladdiction
stress-coping (Wagner, et al., 1999), secondo cui l'uso di sostanze rappresenta una modalit alternativa di
regolazione degli stati affettivi. Questa strategia, nel breve termine atta a gestire gli affetti negativi, si rivela
disfunzionale nel lungo termine in quanto fautrice essa stessa di stress e disagio, anche a livello
neuropsicologico (Sinha, 2001, Li et al., 2008).
4.3 Correlazione fra profilo neuropsicologico e funzionamento emotivo
Dall'analisi statistica dei dati raccolti si evince che la maggioranza dei soggetti del campione mostra un
profilo cognitivo non adeguato e difficolt emotive riferibili soprattutto ad un disturbo di tipo alessitimico.
Nel dettaglio l'analisi correlazionale fra il profilo cognitivo e il funzionamento emotivo ha evidenziato che vi
un'associazione negativa fra i deficit nelle capacit esecutive e le difficolt alessitimiche. In aggiunta
stato riscontrato che anche elevati livelli di sensation seeking, riferiti principalmente alla scala "esperienze
passate di ricerca di avventura", si associano a difficolt cognitive a carico delle funzioni esecutive. Questi
risultati nella loro totalit supportano la tesi principale della presente ricerca, secondo cui i deficit cognitivi a
carico delle funzioni esecutive, riscontrati nei giovani tossicodipendenti e derivanti dalla neurotossicit delle
sostanze assunte, si accompagnano, nei medesimi soggetti, a difficolt emotive. Il presente studio non
permette di inferire sulla causalit del fenomeno, ma la letteratura esistente in materia, seppur molto limitata,
suggerisce che tale associazione possa essere vista alla luce del fatto che l'assunzione di sostanze psicoattive
in adolescenza comporti alterazioni neurali a carico di quelle regioni cerebrali (aree frontali e prefrontali),
ancora in via di sviluppo, deputate al controllo cognitivo del comportamento e delle emozioni (Verdejo-

Garca et al., 2009), andando cos a determinare difficolt neuropsicologiche ed emotive, che a loro volta
contribuiscono al mantenimento del disturbo da uso di sostanze (Crone et al., 2012). Anche in questo caso,
un'altra possibile interpretazione del fenomeno per potrebbe essere riferita al fatto che la pre-esistenza di
deficit cognitivi esecutivi e le conseguenti difficolt emotive abbiano favorito l'insorgenza ed il
mantenimento di un disturbo da uso di sostanze (Crone et al., 2012).
Alla luce di quanto emerso i soggetti presi in esame mostrano quadri clinici complessi, caratterizzati non solo
dalla diagnosi di un disturbo da uso di sostanze, ma anche da sottostanti difficolt emotive e cognitive.
Queste problematicit in differenti domini psicologici evidenziano la necessit di strutturare degli interventi
integrati di tipo educativo, psicoterapico e neuropsicologico, al fine di migliorare le capacit di gestione degli
affetti e allo stesso tempo di riabilitare le capacit cognitive compromesse.
4.4 Limiti e prospettive future
In primo luogo un limite evidente dello studio si riferisce alla numerosit ridotta del campione; tuttavia, il
disporre di un gruppo di studio appartenente ad una popolazione clinica di giovane et e con un disturbo da
uso di sostante in forma conclamata, rappresenta di per s un elemento di rilievo date le difficolt di
reclutamento in ambito clinico in generale e la conseguente esiguit degli studi in merito. Alla luce di queste
osservazioni sarebbe opportuno aumentare la numerosit del campione; unulteriore e importate prospettiva
futura riguarda il reclutamento di un campione normativo di riferimento, al fine di verificare in quale grado i
risultati emersi dallo studio siano da considerarsi fattori caratteristici delle popolazione clinica o pi
attribuibili allet.
Un secondo limite riguarda la scarsa disponibilit di riferimenti empirici e teorici sia per quanto riguarda gli
aspetti neuropsicologici associati al disturbo da uso di sostanze in giovane et sia in riferimento
allassociazione fra i costrutti di funzionamento emotivo e cognitivo. Questo limite, daltra parte, costituisce
allo stesso tempo una delle principali ragioni alla base della conduzione di questa ricerca e ne conferisce un
importante aspetto innovativo. Si prospetta lutilit di ulteriori studi, nello specifico di natura longitudinale,
che indaghino la natura della correlazione emersa fra deficit neuropsicologici e difficolt emotive in giovani
tossicodipendenti, al fine di determinare i rapporti di causalit esistenti fra alterazioni del normale
funzionamento cognitivo ed emotivo ed insorgenza precoce del disturbo da uso di sostanze.

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