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Populismo?

Nel 1977 lallora deputato Giorgio Napolitano, membro del PCI e in seguito Presidente
della Repubblica Italiana, portava in evidenza la grave situazione politica e sociale che
il Paese stava attraversando, pur riconoscendo essere in via di risoluzione la crisi
economica che si era dovuta fronteggiare negli anni precedenti.
Avvertiva, per, che la ripresa economica avveniva in presenza dellincerto
andamento produttivo collegato anche alla difficile situazione delleconomia mondiale,
ad un alto tasso di disoccupazione, in particolare con lesclusione di una larga fascia di
occupazione femminile e in presenza di masse ingenti di giovani disoccupati, al
preoccupante pericolo di disgregazione del Mezzogiorno e in presenza di sacche di
emarginati che nelle grandi citt provocano un forte disagio nella societ. I pericoli
che minacciano le istituzione democratiche vengono innanzi tutto da qui
Sembra la cronaca di questi giorni: quasi 40 anni dopo, la situazione non si pu dire sia
molto cambiata.
Chiss se il livello di corruzione nella pubblica amministrazione si trovava ai livelli che
oggi registriamo?
La disaffezione dalla politica ha, quindi, un passo lungo nel tempo e lantipolitica ha
avuto molta acqua sulla quale galleggiare.
Ci si pu stupire se nei talk-show televisivi da molto tempo la parola pi gettonata sia
populismo?
Ma, quale populismo? Qual il populismo genuino e quale quello taroccato?
Dunque: Populismo.
Se ne parla molto, e viene molto praticato sia dalle opposizioni che dai governanti.
Semplificando al massimo, si pu attribuire al termine un doppio significato:
1 - in negativo, identificando chi fa demagogia richiamandosi al popolo e
attuando quella pratica politica che tende a ottenere il consenso popolare attraverso
promesse o visioni fatte passare come importanti, se non addirittura indispensabili
ma la cui realizzazione difficile, se non impossibile.
2 - in positivo, chi governa traendo la sua forza dalle richieste del popolo e la
usa per realizzare un programma di governo che, appunto, venga incontro agli
interessi del popolo stesso.
E' il significato negativo che oggi maggiormente "visto" (e che preoccupa di pi chi
ha a cuore le sorti della democrazia, per le storture che ad essa possono essere
apportate).
Fra i politici italiani, ma anche nei giornali e in televisione, il termine populista viene
usato molto spesso in modo scorretto. In aggiunta a ci, c' da rilevare che quando un
termine viene inflazionato dall'uso lo stesso comincia a perdere il suo significato
originale, diventa persino diafano, quasi trasparente creando una catena di distorsioni
per la quale l'ormai "suono" perde sintonia tra la fonte e la destinazione.
Molti hanno provato a definire i confini del termine e a individuarne il "genitore". Si
possono fare due considerazioni: la prima che condivide con Democrazia il
riferimento al popolo ma non ha vero status di teoria politica, la seconda che, come
afferma il politologo e ordinario di scienze politiche Marco Tarchi su Repubblica del
2003, "...ha molti padri, interpreti e seguaci ma nessun maestro"
Eraldo

18-03-2015

continua

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