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1 - Considerazioni generali
I metodi cromatografici costituiscono un insieme molto vasto di tecniche analitiche. Si tratta di metodi
chimico-fisici di separazione di miscele, anche complesse (decine di componenti), basati sulla diversa affinit
di ogni sostanza con due fasi diverse, una fase fissa ed una fase mobile, con cui la miscela viene messa a
contatto.
Introducendo il campione nella fase mobile, questultima lo trasporter allinterno del sistema cromatografico.
Facendo scorrere la fase mobile sulla fase fissa (o stazionaria) si stabiliscono una serie di equilibri competitivi tra
la fase fissa e le sostanze che compongono la miscela presenti nella fase mobile, basati sulla diversa affinit
delle sostanze del campione per le due fasi: le sostanza pi affini per la fase mobile vengono trascinate
maggiormente da quest'ultima e quindi usciranno per prime dal sistema cromatografico, mentre quelle pi affini
per la fase fissa, usciranno successivamente. Pertanto i componenti del campione entrano tutti insieme nel
sistema cromatografico ma escono uno alla volta, per effetto della competizione tra fase fissa e fase mobile.
Disponendo di un adatto sistema di rivelazione, si pu individuare l'uscita di ogni sostanza (analisi qualitativa)
ed anche valutarne la concentrazione nella miscela iniziale (analisi quantitativa): il rivelatore infatti produrr un
segnale in corrispondenza delluscita di ogni componente.

La cromatografia fu introdotta dalle esperienze del botanico russo M.S. Tswett che nel 1906 riusc a separare i
diversi pigmenti colorati che formavano la clorofilla.
Su di una colonna riempita con CaCO3 egli fece passare una soluzione
di clorofilla in etere di petrolio; successivamente, continuando a versare
dell'etere di petrolio (eluente), not che si formavano lungo la colonna
vari anelli diversamente colorati, che uscivano dal fondo in tempi
successivi; concluse quindi che i diversi pigmenti colorati, che
formavano inizialmente la clorofilla, venivano trattenuti con diversa
forza sul CaCO3 (fase stazionaria) e quindi venivano trasportati con
diversa velocit dall'etere di petrolio (fase mobile).Attribu questo
comportamento alla diversa affinit di ogni singolo pigmento alle due
fasi: la sostanza pi affine alla fase stazionaria viene trattenuta pi a
lungo e quindi esce successivamente. Era nata la cromatografia su
colonna, ancora oggi utilizzata, anche se in seguito si sono sviluppate
molte altre tecniche cromatografiche, che vengono utilizzate sia a scopo
analitico, sia semplicemente a scopo preparativo, cio di separazione di
miscele complesse, analizzate successivamente con altre tecniche.
Questa esperienza alla base di tutte le tecniche cromatografiche. Si consideri infatti il seguente esperimento
fondamentale: si prepara una colonna riempita di fase stazionaria e si deposita sulla sua parte superiore una
miscela analitica, composta ad esempio da tre sostanza (A, B e C).

m: massa di sostanza eluita


Vr: volume di ritenzione

ITIS G.C.FACCIO - Dipartimento di Chimica - 2010

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