Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
SENTENZA
Lannullamento, che interviene tre anni dopo ladozione del piano particolareggiato,
basato su un parere che, richiesto per confutare una opposizione allo stesso piano per eccessiva
estensione di aree per attrezzature, considera viceversa esigua larea destinata a tale scopo;
2) Violazione e falsa applicazione dei principi generali in materia di annullamento degli atti
amministrativi. Illogicit della motivazione.
Si tengono in prevalente considerazione le esigenze urbanistiche di coloro che hanno
illegittimamente edificato nella fascia di inedificabilit assoluta, piuttosto quelle dei soggetti che
hanno acquistato aree previste come edificabili;
3) Violazione e falsa applicazione dellart. 4 della L.r. 15.5.1991 n. 28, nonch del principio del
contrarius actus.
Avrebbero dovuto essere osservate le stesse forme e la medesima procedura seguite in
occasione delladozione dellatto annullato.
In conclusione, la ricorrente ha chiesto lannullamento dei provvedimenti impugnati, col
favore delle spese.
Bench ritualmente intimato, il Comune di Isola delle Femmine non si costituito in
giudizio.
Alla pubblica udienza del 21 marzo 2001 il ricorso, su conforme richiesta del difensore della
ricorrente, stato posto in decisione.
DIRITTO
Con i tre motivi di gravame, che stante la stretta omogeneit si esaminano congiuntamente,
la ricorrente, deducendo la violazione dei principi generali in materia di annullamento degli atti
amministrativi, delle LL.rr. nn. 71/1978 (artt. 3 e 12) e 28/1991 (art. 4), nonch leccesso di potere
sotto varie figure sintomatiche (contraddittoriet, erroneit nei presupposti, assoluta carenza di
istruttoria, illogicit della motivazione) assume, in sintesi, che:
a) lannullamento intervenuto tre anni dopo ladozione del piano particolareggiato e per motivi
(insufficienza delle aree destinate ad attrezzature) diametralmente opposti al contenuto di una
opposizione (eccessiva estensione di tali aree) presentata avverso il piano stesso;
b) sono tenute in prevalente considerazione le esigenze urbanistiche di coloro che hanno
illegittimamente edificato nella fascia di inedificabilit assoluta;
c) non sono state osservate le stesse forme e la medesima procedura seguite in occasione
delladozione dellatto annullato.
I delineati assunti non sono condivisibili.
Al riguardo, va rilevato che limpugnata delibera n. 10/97, con cui il Consiglio Comunale
di isola delle Femmine ha fatto proprio il parere tecnico-legale chiesto in ordine al piano
particolareggiato del comparto 1 delle zone C, d esplicito atto che lannullata delibera n. 105/93,
approvativa di detto piano particolareggiato, stata adottata su presupposti erronei, essendosi
limitata a vincolare aree per servizi ed attrezzature, riferendosi esclusivamente agli abitanti della
zona centrale del promontorio di Piano della Torre con esclusione di quelli insediati nella fascia
costiera dello stesso promontorio.
Infatti, posto che con la delibera anzidetta la cubatura presa a base per la determinazione
delle aree da destinare ad attrezzature stata di mc. 13.507, dal nuovo conteggio della cubatura
complessiva presente nellarea Piano Torre (zona C e fascia costiera) di mc. 118.480 e non di
mc. 33.976, cos come calcolata in un primo momento dal progettista del piano particolareggiato
(poi ridotta a mc. 13.507, non essendosi tenuto conto della fascia costiera). Inoltre, da tale nuovo
conteggio emerge che la cubatura presente nellarea centrale non di mc. 13.507, bens di mc.
27.002.
Ed ancora, si d atto che nella fascia costiera, priva quasi del tutto di attrezzature, insediata
stabilmente una popolazione di circa 1.200 persone, parte della quale in abitazioni legittimamente
realizzate.
Daltra parte, viene pure evidenziato che sino a quando non sar modificata la situazione di
fatto (sanatoria o demolizione e acquisizione dei fabbricati illegittimi), dovr essere assicurata a
tutti gli abitanti che risiedono nella predetta fascia costiera attrezzature, servizi e spazi pubblici in
misura idonea, come agli altri abitanti della parte pi interna del promontorio.
Infine, latto censurato evidenzia che le aree per le attrezzature ed i servizi dei cittadini che
risiedono nella fascia costiera non possono essere reperite nello stesso sito per i vincoli derivanti
dalla L.r. n. 78/1976, tranne che per le attrezzature occorrenti per la fruizione del mare. Occorre,
quindi, che le aree necessarie vengano reperite allinterno della zona C adiacente, e cio in quella
che circonda la fascia costiera.
Ebbene, da quanto sopra detto appare allevidenza linconsistenza degli assunti della
ricorrente, delineati sub a) e b), atteso che lannullato piano particolareggiato non assicura,
nemmeno con riferimento alla cubatura presente nel comparto in argomento, la disponibilit di aree
per i servizi, le attrezzature e gli spazi pubblici nella misura minima prevista dagli standars di cui al
D.M. n. 1444/68.
N, poi, ha rilevanza decisiva, ai fini della legittimit dellatto consiliare impugnato, il
tempo trascorso per la sua adozione (circa tre anni dopo dallavvenuta adozione del piano
particolareggiato annullato), tenuto conto che il termine indicato dallart. 3 della L.r. n. 71/1978 ha
mero carattere ordinatorio.
Circa lultimo assunto, indicato sub. c), riguardante la violazione del principio del contrarius
actus, di cui alla disposizione dettata dallart. 4 della L.r. n. 28/1991, e cio che prima
dellannullamento del piano particolareggiato lorgano consiliare avrebbe dovuto acquisire il parere
della C.E.C., si osserva che detto parere richiesto nellipotesi in cui trattasi di annullamento di
piani attuativi divenuti definitivamente efficaci. Nella fattispecie, viceversa, il piano
particolareggiato annullato era stato semplicemente adottato e non ancora approvato dallorgano
consiliare.
Per quanto suesposto il ricorso infondato e va, quindi, respinto.
Nulla si statuisce in ordine alle spese di lite in mancanza di costituzione in giudizio delle
parti interessate.
P.Q.M.
19/01-03/02