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PETRARCA IN MUSICA 2006 (http://www.unisi.

it/tdtc/petrarca/)

ARCHIVIO DIGITALE PETRARCA IN MUSICA


Criteri di edizione dei testi poetici
I testi verbali che nelle fonti sono riportati sotto alla musica sono editi a parte come testi letterari
autonomi secondo due criteri diversi ma complementari, in modo da avere, accanto alle immagini
digitali delle fonti, due trascrizioni dei testi poetici, una semidiplomatica ed una interpretativa.
Trattandosi di musica polifonica, per ogni brano nella fonte sono presenti pi versioni dello
stesso testo (di norma una per ogni voce), pi o meno complete e potenzialmente divergenti luna
dallaltra in qualche particolare. Per motivi di ordine pratico si d la preferenza a quella della voce pi
acuta (in genere la pi completa), scegliendola come versione di base; nel caso che questa presenti delle
omissioni di parti di testo la si integra via via con quella immediatamente inferiore (secondo lordine
Cantus, Altus, Tenor, Bassus, Quintus etc.).
La trascrizione semidiplomatica ha soprattutto lo scopo di conservare i particolarismi grafici
delloriginale. I testi sono quindi riportati mantenendo maiuscole, punteggiatura, segni diacritici e grafia
delle parole (anche errate oppure unite o separate in modo errato) come compaiono nella fonte; lo
scioglimento delle abbreviazioni indicato tra parentesi tonde. Il testo poetico comunque ricostruito e
presentato in disposizione metrica, eliminando le ripetizioni di parti di testo esclusivamente funzionali
alla messa in musica (viene pure eliminato il simbolo ij indicante la ripetizione di una parte di testo).
La trascrizione semidiplomatica anche la sede per segnalare, in un piccolo apparato di note, le varianti
testuali tra le versioni dello stesso testo riportate nelle diverse voci e le eventuali divergenze tra il testo
messo in musica dal compositore e gli originali petrarcheschi rappresentati dalle edizioni di Gianfranco
Contini (F. PETRARCA, Canzoniere, Torino, Einaudi, 1964 e successive ristampe) e di Enrico Fenzi (F.
PETRARCA, Il Canzoniere e I Trionfi, Roma, Salerno editrice, 1993). Qualora una delle voci inferiori
presenti una versione corretta rispetto ad una errata delle superiori, la si preferisce inserendola a testo e
segnalando in apparato le divergenze erronee. I luoghi in cui si riscontrano le varianti sono indicate nel
testo con un asterisco e richiamate in apparato con il numero del verso interessato seguito da due punti
1

e dalla lezione divergente con lindicazione della voce o del testo in cui compare (C = Cantus, A = Altus,
T = Tenor, B = Bassus, Q = Quintus, S = Sextus, CONTINI = Canzoniere, FENZI = I Trionfi); nel caso la
variante coinvolga pi parole nello stesso verso, dopo i due punti sono trascritte le parole del testo
interessate dalla variante seguite da parente quadra chiusa, dopo la quale viene riportata la lezione
divergente. Non vengono segnalate le divergenze testuali tra le varie voci se sono relative:
allomissione o ripetizione di parti di testo;
ad elisioni;
ad oscillazioni nelluso tra i, j ed y, tra u e v, tra et ed e;
alluso o meno di lettere maiuscole;
alla punteggiatura, agli accenti e agli apostrofi.
La trascrizione interpretativa, che funge anche da testo per le singole voci della trascrizione in
partitura, ha lo scopo di rendere intelligibile il testo poetico sia dal punto di vista grafico che sintattico.
Punteggiatura e uso delle maiuscole sono pertanto conformati alluso attuale, nel rispetto, per quanto
possibile, della sistemazione del testo petrarchesco fornita dalle due citate edizioni di Contini e Fenzi.
In particolare, la grafia delle fonti ammodernata come segue:
divisione e unione delle parole secondo luso moderno;
distinzione tra u e v secondo luso moderno;
unica forma breve di i, ove sia certo che la j o la y ne sono una mera variante grafica;
eliminazione della h etimologica o pseudoetimologica;
sostituzione di ti e ci con zi davanti a vocale (ad es.: vizio in luogo di vitio o di vicio);
sostituzione di et (oppure &) con e davanti a consonante, con ed davanti a vocale;
ammodernamento di forme e nessi arcaici o latineggianti, soprattutto quando questi non
rappresentano una effettiva realt fonetica;
accenti, apostrofi (e dieresi) secondo luso moderno, con lo scopo di distinguere omografi (e
precisare la misura del verso).
Le abbreviazioni vengono sciolte tacitamente.
Lacune meccaniche (macchia, strappo, squarcio nella carta o qualsiasi accidente che rende
illeggibile una porzione di testo) sono indicate da puntini tra parentesi quadre; nel caso che il testo
mancante sia ricostruibile per congettura pure riportato tra parentesi quadre.
Con le parentesi uncinate <> sono indicate eventuali sillabe che generano ipermetria (che
ovviamente sono riportate anche sotto le note musicali, essendo funzionali allesecuzione), mentre si
indica con il corsivo lintegrazione di lettere mancanti per errore di scrittura (solitamente omissione di
segno abbreviativo) o per effetto di troncamento.

Apostrofi ed elisioni sono conservati fino a quando non compromettono lintelligibilit del testo
(si veda in proposito la casistica molto dettagliata in G. LA FACE BIANCONI, Filologia dei testi poetici nella
musica vocale italiana, Acta Musicologica, LXVI, 1994, pp. 1-21: 7-9): si provveduto, pertanto, ad
integrare le vocali elise evidenziandole mediante luso del corsivo per evitare ambiguit di significato
(o possibili ambiguit di pronuncia) oppure quando necessarie per razionalizzare la punteggiatura.
Si correggono gli errori della fonte; ma in presenza di grafie anomale (come spesso il caso degli
scempiamenti o degli ipercorrettismi), per non alterare le possibile valenze fonetiche di tali fenomeni
nel quadro della loro destinazione musicale, si optato in prevalenza per la loro conservazione,
soprattutto se si sono riscontrate concordanze con le principali edizioni cinquecentesche, che
potrebbero avere condizionato la ricezione del testo da parte del musicista. In particolare, si operato
un confronto costante con Le cose volgari di messer Francesco Petrarcha, Venezia, Aldo Manuzio, 1501
(consultabile anche nellanastatica The 1501 Aldine Edition of Le Cose volgari di Messer Francesco Petrarca,
revised and amended by Master Pietro bembo, Venetian Noble in the Ahmanson/Murphy Collection at
U.C.L.A., with a foreword by J. Parzen and a note in the Aldine Italic Type and Octavo Format by L.
Balsamo, London, Alecto Historical Edition, 1997) e con Le volgari opere del Petrarca con la esposizione di
Alessandro Vellutello da Lucca, Venezia, Giovanniantonio e fratelli dal Sabbio, 1525. Pi in generale, prima
di procedere a rettifiche aprioristiche, ci si accertati se forme apparentemente desuete non siano
attestate nella tradizione letteraria con lausilio di S. BATTAGLIA, Grande dizionario della lingua italiana,
Torino, UTET, 1961-2002.

Criteri di edizione delle musiche


Per ognuno dei madrigali su testi petrarcheschi della presente edizione mai pubblicati epoca
moderna ci si basati su di un solo testimone a stampa, le cui pagine dei singoli libri-parte sono
riprodotte nellarchivio in formato digitale. Ledizione interpretativa qui allestita consiste nella
trascrizione in partitura delle singole parti in notazione moderna, condotta con le norme di seguito
elencate.
Norme di orientamento generale, indicazioni di tactus e valori ritmici
1.

Nella trascrizione i segni delle note e delle pause propri della notazione mensurale bianca sono

adeguati alluso moderno secondo il seguente schema:


Brevis

Semibrevis

Minima

Semiminima

Fusa

Semifusa

2.

La nota finale (longa) riprodotta con il segno stesso della longa; quando una delle voci raggiunge

la nota finale prima delle altre, si anticipa la longa dellultima misura con tanti valori, legati al segno di
longa, quanti sono necessari a riempire le misure rispettive.
3.

Allinizio di ogni sistema, per ogni voce, riportata lindicazione abbreviata delle voci (Canto =

C; Alto = A; Tenore = T; Basso = B; Quinto = Q; Sesto = S).


4.

Si indica la chiave originale per ciascuna voce fuori dalla prima accollatura.

5.

Il sistema moderno delimitato da parentesi quadre; si sostituiscono le chiavi originali, secondo

luso moderno, con le chiavi di violino, violino tenore e basso, scelte sulla base dellambitus delle singole
voci. In presenza delle parti di Quinto e Sesto, la loro posizione relativa determinata in base allesame
della tessitura di tutte le parti del madrigale.
6.

Dopo lindicazione delle chiavi moderne viene riportata loriginaria indicazione di tempus. Nella

trascrizione delle note si mantengono i valori di durata originari, e le barre di misura sono poste sempre
4

alla distanza di una breve sia nel caso di tempus imperfectum [] che in quello di tempus imperfectum diminutum
[].
7.

Le modificazioni del tempus nel corso del brano, ovvero proporzioni triple o sesquialtere,

vengono indicate nella trascrizione esattamente come nelloriginale. Sopra il rigo si indica sempre il
segno di proporzione originale seguito dallequivalente proporzione moderna in note piccole ( =

ovvero

. = ).

8.

In presenza del color, ovvero di note annerite che indicano una variazione temporanea da tempo

binario a tempo ternario, si riportano le note al corrispettivo valore delle note bianche: brevi, semibrevi,
minime. Nel caso di gruppi di tre note annerite che corrispondono al valore di due bianche definite
hemiolia o color temporis, nel caso di tre brevi, o hemiolia o color prolationis, nel caso di tre semibrevi (rara la
presenza di tre minime annerite) , si rispetta limpianto originario del tempo, si utilizza landamento in
terzine e si contrassegna linizio e la fine dellepisodio con trattini angolari posti sopra il rigo in
corrispondenza delle note interessate.

Nel caso di coloratura formata da una semibreve ed una minima annerite, il cosiddetto color minor,
questo viene inteso come ritmo puntato: .

9.

La presenza di ligaturae della notazione originale viene evidenziata nella trascrizione con luso di

legatura quadrata [] posta orizzontalmente sopra il gruppo interessato.


10.

Lallineamento verticale dei valori ritmici, requisito esenziale della trascrizione in partitura,

stato realizzato in modo automatico dal software impiegato per la trascrizione al computer, cos come la
distribuzione delle note nello spazio previsto per ciascuna misura di ogni singola parte vocale. Tuttavia,
nei casi in cui misure di singole parti vocali presentavano valori di durata brevi che necessitavano di
essere distanziate perch troppo compresse (ravvicinate), si intervenuti con una spaziatura manuale,
rispettosa comunque dellallineamento verticale di ogni tempo della misura.
11

Le gambe delle note (minime, semiminime, crome, ecc.) sono segnate verso lalto o verso il

basso secondo una convenzione grafica: le note poste sulle prime due linee o nei primi due spazi del
rigo hanno la gamba verso lalto, le note poste sulla terza linea del rigo e sopra hanno la gamba
verso il basso.
5

Quando crome e semicrome sono riunite in gruppi di due o pi note, la direzione delle gambe
si determina a seconda del prevalere di note poste sotto o sopra la linea centrale del rigo e della loro
distanza relativa dalla stessa. Quando le note in questione siano esattamente equidistanti dalla linea
centrale del rigo, le gambe sono rivolte verso il basso.
12.

Le barre di misura sono tracciate attraverso il rigo musicale (ma non negli spazi tra i righi, per

non intralciare il testo). Allinizio di ogni sistema come allinizio del brano, dopo la chiave antica si
traccia una barra continua. Diversamente, alla fine del brano, si posta la doppia barra solamente sui
righi musicali. Allinizio di ogni sistema inoltre indicata la numerazione delle misure.
13.

I valori ritmici che oltrepassano la barra di misura sono suddivisi nei due o pi valori parziali

corrispondenti e legati con legatura.


14.

Crome, semicrome, ecc. sillabiche (una nota per ogni sillaba) sono separate; crome, semicrome,

ecc. melismatiche (due o pi note per ogni sillaba) sono viceversa unite:
non

bens

 .



cre - der non so

 .



cre - der non

so

In tempo binario non si uniscono pi di quattro crome o valori equivalenti, e comunque mai pi di sei
note per volta:
non


fe - - - -

. |

fe - ce - - - - runt
non

bens

oppure

 

 

fe - - - -

fe - - - -

. |

fe - ce - - - - runt
bens

|. 

 |

fe - ce - - - - - - - -

fe - ce - - - - - - - - -

 
fe - - - - -

 
fe - - - - -

In tempo ternario si uniscono non pi di sei crome o valori equivalenti, e comunque mai pi di
sette note per volta:
non

bens

    

   

fe - - - - - - -

fe - - - - - -

 

   

fe - - - - -

fe - - - -

.

  .

fe - - - - -

fe - - - - -

Norme per le alterazioni


1.

Si riportano in chiave solamente le alterazioni indicate in chiave nella fonte.

2.

Si mantengono le alterazioni originali, anche se pleonastiche rispetto alluso moderno; il segno 9


9

trascritto con  o  a seconda del suo equivalente significato moderno. La presenza del  nelloriginale
segnalata nellapparato critico.
3.

Si omettono, segnalandoli in apparato, i precauzionali diesis (con valore di bequadro) davanti a

Si e Mi, in assenza di alterazioni in chiave ed in contesti non equivoci.


4.

Si pongono sopra le note le eventuali alterazioni aggiunte. Ogni alterazione originale si intende

valida solo per la nota alla quale apposta, o per la serie di note consecutive di eguale altezza, purch
non interrotte da pause. Le alterazioni proposte dal trascrittore vengono segnalate sopra le note, fuori
dal rigo.
Gli interventi di ricostruzione delle alterazioni sottintese, che costituiscono uno degli aspetti pi
delicati e opinabili delledizione moderna di musica antica, si conformano alle indicazioni fornite in
KAROL BERGER, Musica ficta. Theories of accidental inflections in vocal polyphony from Marchetto da Padova to

Gioseffo Zarlino, Cambridge, Cambridge University Press, 1987. Possiamo raggruppare le indicazioni in
quattro ambiti distinti:
a) relazioni melodiche o orizzontali in cui le alterazioni precauzionali sono impiegate sia per
evitare intervalli melodici proibiti quali il tritono e la quinta diminuita (tuttavia con numerose eccezioni)
sia nel rispetto della regola propria della solmisazione, una nota supra la semper est canendum fa, in
base alla quale lintervallo successivo alluscita dallesacordo di riferimento sempre di semitono;
b) relazioni verticali e false relazioni: proibizioni ed eccezioni relativamente agli intervalli
simultanei e alle false relazioni;
c) progressioni cadenzali: alterazione della subfinalis in fase cadenzale o del quarto grado come
sensibile secondaria del quinto grado del modo;
d) impiego delle alterazioni nei canoni e nelle imitazioni.
5.

Leventuale cifratura del basso continuo notata sotto il rigo del basso continuo. Eventuali

cifrature complementari che il trascrittore ha ritenuto necessarie alla esatta comprensione delle cifre
originali sono poste tra parentesi quadre.
Norme per la distribuzione del testo sotto le note
Prima di distribuire il testo sotto le note (a trascrizione ultimata) si provveduto alla stesura
definitiva delledizione moderna del testo.
1.

Per la disposizione delle sillabe sotto le note si tenuto conto della stesura del testo nelle varie

voci della composizione (casi dubbi segnalati in apparato). Quanto alla divisione delle parole in sillabe ci
si attenuti alluso moderno della lingua italiana.
2.

La suddivisione in sillabe mediante trattino (o trattini) stata applicata sempre, per tutte le

parole, anche quando le sillabe si succedono serratamente: si quindi prevista unadeguata distanza tra
le note nel caso di crome e semicrome declamate sillabicamente. Nella trascrizione informatica il
software distribuisce automaticamente il testo, tuttavia, in certi casi, stato necessario intervenire
manualmente per distanziare le note, qualora fossero troppo vicine e determinassero una
sovrapposizione di porzioni di testo:

non


dolorosamente

bens

do - lo - ro - sa - men - te

3.

Si evitata la suddivisione in sillabe qualora la vocale finale di una parola fosse elisa

nelloriginale:

 |

 |

non

be - gloc -

bens

begl oc - chi a - mo - ro - - si,

4.

Nel caso che ad una sillaba corrispondessero due o pi note (fossero un melisma oppure due

note legate di uguale altezza), il trattino di separazione delle sillabe stato ripetuto (come nellesempio
precedente). Si distinto il segno di separazione o suddivisione (trattino o trattino ripetuto) dal segno di
prosecuzione di una sillaba finale (come nellesempio precedente): questultimo stato impiegato
unicamente quando la sillaba finale di una parola corrisponde a pi di una nota (ad un melisma oppure
ad una nota suddivisa in due o pi note legate). Eventuali segni di interpunzione sono collocati prima
della linea continua che indica la prosecuzione.
5.

Nella trascrizione del testo sotto le note si inizia ogni verso con lettera maiuscola. Si usa la

minuscola solo quando il verso viene ripreso dal principio prima di essere stato interamente enunciato.
Per esempio, se il testo poetico originale del madrigale
Amor, la tua virtute
non dal mondo e dalla gente intesa,

nel caso di ripetizione di alcune parole in corso di intonazione ci si comporta come di seguito:
Amor, la tua virtute, Amor, amor, amor, la tua virtute Non dal mondo, non dal mondo e dalla gente
intesa, Non dal mondo, non dal mondo e dalla gente intesa,

[dove il segno indica liniziale dun verso dopo lenunciazione precedente di un intero verso]
Inoltre, prima della ripetizione di un verso oppure di una porzione di esso, si pone sempre una virgola.
6.

Nella trascrizione informatica del testo, in caso di sinalefe ovvero di attribuzione di due sillabe

(che, per la fusione della vocale finale di una parola e la vocale iniziale della successiva, sono computate
come ununica sillaba metrica) ad una stessa nota stato necessario, anzich mettere lo spazio tra le
due sillabe, porre la legatura bassa per la sinalefe. In questo modo stato possibile mantenere la

presenza delle due sillabe sotto una medesima nota, eludendo lautomatismo del software che interpreta
lo spazio fatto con la barra spaziatrice come passaggio ad una sillaba successiva e divide
meccanicamente le due sillabe fuse dalla sinalefe
(a cura di CECILIA LUZZI e CESARINO RUINI,
con la collaborazione di STEFANO CARRAI e ANDREA CHEGAI)

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