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2014
Cina e questione Ucraina la politica strategica del Dragone
2013
La Cina cosa cambia dopo il Terzo plenum
Cina migliora la distribuzione del reddito
09/2013 recensione di quattro lavori recenti di vari autori sulla Cina pubblicato
in un volume internazionale sulle transizioni da Luciano Vasapollo
2012
Copertura 18 esimo Congresso Pcc: seconda parte
Copertura 18 esimo Congresso Pcc: prima parte
Grandi manovre contro la Cina
Cina: braccio di ferro politico in vista del Congresso
La Cina investe sulle case popolari
Nepal i comunisti all'opposizione protestano contro quelli al governo
Crisi tra Cina e Filippine
Lo scudo antimissilistico dell'India
Chongqing un mese dopo la caduta di Bo Xilai cosa cambia
Cina: cambiamento di rotta sul sistema sanitario?
Esercitazioni militari congiunte tra Russia e Cina
Prove dello Scudo Spaziale americano in Asia
Cina scontro durissimo sul caso Bo Xilai
Cina destituito Bo Xilai
2011
Cina prove di stato sociale
L'Asia al centro della nuova strategia Usa
I seguenti articoli non sono pi disponibili online, li incollo qui:
intromettersi nei loro affari interni da parte di uno stato straniero con il pretesto
della religione, piuttosto che un elemento di libert religiosa.
La differenze culturali tra occidente cristiano e cultura cinese sono tali che i
precetti religiosi cristiani di per s vengono visti come possibile veicolo e
strumento di intromissione negli affari interni del paese, e dunque che la
Chiesa risponda ad un'autorit universale esterna viene ritenuto inaccettabile
dai governanti cinesi. Inoltre essi contestano l'avvenuta beatificazione di
missionari europei che in passato a loro giudizio avrebbero perpetrato abusi e
crimini contro il popolo cinese, probabilmente compresi tra quelli ricordati
come santi Martirinella citata lettera dell'attuale Pontefice. Il che ovviamente
non aiuta nella distensione delle relazioni, cos come la recente scomunica di
due vescovi cinesi ordinati senza il consenso del Vaticano.
D'altronde lo sforzo di evangelizzazione della Chiesa nel terzo millennio, come
ricorda Benedetto XVI citando il suo predecessore Giovanni Paolo II, in gran
parte diretto verso l'Asia:la nuova evangelizzazione esige l'annuncio del
Vangelo [5] all'uomo moderno, con la consapevolezza che, come durante il
primo millennio cristiano la Croce fu piantata in Europa e durante il secondo in
America e in Africa, cos durante il terzo millennio una grande messe di fede
sar raccolta nel vasto e vitale continente asiatico[6].
Un impegno cos massiccio della Chiesa visto senza dubbio come un attacco
ai valori tradizionali del paese da parte cinese.
Ma qual' attualmente lo stato dei rapporti tra le due parti? Gli alti e bassi
dovuti alle nomine non approvate dal Vaticano e alle scomuniche di tali
vescovi, negli ultimi 60 anni, hanno portato ad una situazione per la quale
entrambe le parti hanno compreso che una co-nomina dei Vescovi un buon
punto di partenza. A partire da una rosa di nomi probabilmente inviata da
Pechino - sentite le comunit locali - il Vaticano, tramite canali diplomatici
riservati, d o meno la propria approvazione alla nomina dei vescovi, che solo a
quel punto vengono ordinati. In casi di diniego da parte vaticana, la chiesa
cinese decide se procedere lo stesso o meno, nel primo caso suscitando le ire
di Roma.
Il fatto che anche successivamente alla nomina i Vescovi devono dare prova
di costante comunione con il Pontefice, e dunque la situazione sempre in
precario equilibrio.
Recentemente anche sulle colonne di giornali italiani online dedicati alle
questioni vaticane, si erroneamente riportata come fosse ufficiale la
posizione espressa in un articolo da tale Sameh El-Shahat, pubblicata nella
sezione opinionidel quotidiano Global Times e ripresa dalla versione online in
inglese del Quotidiano del Popolo, secondo cui il governo cinese avrebbe preso
spunto dal recente inasprirsi delle relazioni tra il governo irlandese e la Chiesa
http://www.eresie.it/it/Cattolicesimo%20cinese.html
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/nel-mondo/dettaglioarticolo/articolo/china-vatican-ordination-ordinazione-ordinacion-cina-10400/
http://it.wikipedia.org/wiki/Relazioni_diplomatiche_della_Santa_Sede
http://it.wikipedia.org/wiki/Taiwan#Status_internazionale
http://archiviostorico.corriere.it/1999/febbraio/26/Missione_Macedonia_veto_cin
ese_co_0_9902262708.shtml
http://www.globaltimes.cn/NEWS/tabid/99/ID/670148/Catholicism-should-adaptto-local-conditions.aspx
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/nel-mondo/dettaglioarticolo/articolo/3771/
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/nel-mondo/dettaglioarticolo/articolo/china-vatican-ordination-ordinazione-ordinacion-cina-10400/
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/214897
http://www.30giorni.it/articoli_id_77819_l1.htm
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglioarticolo/articolo/cattolici-cinesi-catholic-chineses-catolicos-chinos-10336/
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglioarticolo/articolo/cina-china-china-vescovo-obispos-bishop-li-suguang-9724/
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/nel-mondo/dettaglioarticolo/articolo/cina-china-9814/
http://eglasie.mepasie.org/asie-du-nord-est/chine/le-30-novembre-prochainune-ordination-episcopale-aura-lieu-au-sichuan-la-premiere-depuis-lesexcommunications-de-cet-ete
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglioarticolo/articolo/cattolici-cinesi-chinese-catholics-catolicos-chinos-10239/
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/inchieste-ed-interviste/dettaglioarticolo/articolo/cattolici-cinesi-catholics-chineses-catholicos-chinos-9304/
http://www.globaltimes.cn/NEWS/tabid/99/ID/686228/Impasse-remains-forVatican-ties.aspx
22/11/11
Anche se per qualunque paese da solo sarebbe impossibile salvare l'economia
europea dalla crisi del debito, crisi nella crisi, fino ad alcuni mesi fa l'idea che il
dragone asiatico potesse rassicurare i mercati e in qualche modo garantire la
stabilit dell'euro non era poi tanto lontano dalla realt.
I cinesi avevano gi acquistato titoli di stato greci fortemente a rischio, ed
erano disponibili a mettere una quota nel fondo salvastati prima che l'Europa
scivolasse in una crisi difficilmente reversibile, che si avvicina sempre pi al
default di singoli paesi e mette in discussione la sopravvivenza della stessa
moneta comune.
La Cina ha necessit di salvare l'euro come valuta di riserva alternativa al
dollaro idem per diversificare i titoli da quelli americani svalutati - ma per
varie ragioni l'intervento cinese sull'eurozona non si tradotto in realt.
Zhong Sheng sull'edizione estera del Quotidiano del Popolo del 16/11 ci ricorda
il perch.
Le ragioni sono di due ordini di motivi.
Una essenzialmente politica: alcuni governi occidentali e organi di stampa
hanno accusato la Cina di volersi comprare l'Europa, mentre altri la
accusavano di non averla aiutata abbastanza. In una fase in cui i cinesi erano
interessati all'assenso europeo al riconoscimento in sede Wto alla Cina dello
status di economia di mercato formula che se accettata in sede Wto
renderebbe impossibile la pratica attuale per cui annualmente Usa e paesi
dell'eurozona concedono alla Cina tale status, che comporta strette limitazioni
all'imposizione di tariffe e barriere doganali alle merci provenienti dal celeste
impero l'aiuto cinese ai paesi dell'eurozona in difficolt sembrava una
possibilit concreta in cambio di un impegno europeo in tal senso che per non
arrivato.
Inoltre, prosegue Zhong Sheng, i paesi europei non hanno una posizione
comune sul tema. Perfino Francia e Germania non si sono messi d'accordo e
non hanno presentato un documento comune al recente vertice del G20 di
Cannes, lasciando di fatto cadere la proposta cinese.
Addiruttura l'eurozona non ha chiarito se l'iniezione di fondi dovesse avvenire
attraverso il Fondo Monetario Internazionale o tramite il Fondo Europeo di
Stabilit Finanziaria. In questo quadro l'accusa venuta da altre parti alla Cina
di non aver aiutato abbastanza l'Europa risulta priva di fondamento, sempre
secondo il quotidiano.
L'altra ragione fa riferimento al fatto che appunto gli europei non hanno trovato
una posizione comune sulla proposta cinese, il che ha ridotto le garanzie per i
http://www.globaltimes.cn/NEWS/tabid/99/ID/686467/Clinton-calls-on-DPRK-to-takesteps-toward-denuclearization.aspx
http://www.koreadpr.com/users/italy/page19/files/58519bf121a732ea99d40d8816a75fd8-205.html
http://www.koreadpr.com/users/italy/page19/files/ff8137c68466195cb9253cf6871adf0e-204.html
http://www.koreadpr.com/users/italy/page19/files/fc23ecae0605a419278a93d789718974-201.html
http://www.koreadpr.com/users/italy/page19/files/269f0e68d537835f84e05829445d7f58-199.html
http://www.korea-dpr.com/users/italy/page19/page19.html
http://english.people.com.cn/90777/7660588.html
http://english.people.com.cn/90777/7662074.html
2010
La Cina fa a meno delle agenzie di rating
2009
Intervista realizzata da me in Cina per la rivista LErnesto al Responsabile degli
affari con lEuropa del Ministero degli Esteri cinese in occasione del
sessantenario della rivoluzione.
intervista al Direttore Huang Hua Guang- prima parte- excursus storico storia
rivoluzione cinese e PCC
intervista al Direttore Huang - seconda parte - sul sistema economico cinese e
sempre seconda parte ma sul sistema politico cinese
intervista al Direttore Huang- terza parte- sulla politica estera cinese
Prima parte
Intervista a Huang 2009: commentario
la sinistra europea non conosce molto bene la storia della Cina...a livello
di conoscenze storiche relativamente al periodo di aggressione
imperialista del XIX secolo, alla fase semicoloniale, di sottomissione
politica ed economica del paese, ecc...
L'aver adottato una scuola di pensiero occidentale come il marxismo per
un paese orientale nasce proprio da un esigenza innanzitutto nazionale,
ovvero si era disposti ad accettare in blocco un'ideologia straniera
piuttosto che continuare a lasciare che il paese cadesse in rovina, il che
testimonia la gravit della situazione. Eppure non vanno sottovalutate le
analogie tra marxismo e la tradizione del pensiero politico cinese, non
solo confuciano(pensiamo alla rivolta dei Taiping di fine ottocento e agli
ideali emancipatrici fusi con i principi cristiani), la teoria del mandato
celeste, ecc...sulla quale effettivamente il marxismo si innestato, e in
generale il grande contributo dato dalla millenaria riflessione politica
cinese attorno al concetto di Stato, che forse il contributo pi ampio
che l'intera letteratura cinese, saggistica e non, abbia mai dato.
Uso degli strumenti del marxismo e del leninismo per la pratica ma
innanzitutto per l'analisi della societ cinese del tempo: qui si riporta che
il Pcc ha utilizzato gli strumenti teorici del marxismo e del leninismo per
analizzare la situazione economica e sociale del paese negli anni 20 e
trenta nella fase che ha preceduto la presa del potere.
Integrazione degli stessi con la teoria di Mao di circondare le citt dalle
campagne: inutile dire quali dibattiti suscit in Occidente tale teoria,
eppure si iscriveva perfettamente nella teoria leninista dell'anello pi
debole: la Cina del primo dopoguerra era formalmente una potenza
cinese si basa proprio sul materialismo storico e dialettico, e che per costruire il
socialismo in Cina si deve afferrare proprio il suo nucleo teorico, ovvero il
riferimento al fatto che il livello di sviluppo dei rapporti sociali di produzione
debba essere in rapporto con quello delle forze produttive, piuttosto che
copiare alla lettera tutto quello detto da Marx ed Engels pi di 150 anni fa(e
qua i dogmatici sobbalzano sulla sedia). Questa senza dubbio una riflessione
teorica che ha grandi implicazioni per tutta la teoria marxista e che potrebbe
costituire l'anello di congiunzione storica tra una rivoluzione concepita nei punti
alti del processo di sviluppo capitalistico e una realt in cui le rivoluzioni pi
significative sono risultate vincitrici nei paesi periferici, in questo senso
perfettamente compatibile con la teoria leninista della rottura nel punto
dell'anello pi debole, ma soprattutto come teoria del recupero del gap
economico, ovvero una teoria dello sviluppo economico che pu, e di fatto lo
sta effettivamente facendo, portare i paesi del terzo mondo a recuperare il gap
di sviluppo con le punte elevate dei paesi occidentali: la Cina ha di fatto ridotto
il gap di sviluppo con l'Occidente in maniera notevole, ed in questo senso il
modello indiscutibilmente di maggior successo al mondo.
Riflessione sui fondamentali del socialismo: a partire da una riflessione
che apre la via, o meglio la riapre, ad un concetto che una sorta di
rivisitazione recente del concetto di vie nazionali al socialismo - inteso
come l'idea di una mancanza di un modello adatto ad ogni condizione di
partenza - si ricerca un modello in grado di far sviluppare le forze
produttive a partire dalle condizioni attuali e reali del paese. Per far
questo per, non bisogna uscire troppo dal binario, ed anzi vanno
conservate le caratteristiche fondamentali del Socialismo, il che a sua
volta porta all'interessante riflessione su che cosa sia in realt il
socialismo:
Huang riporta una frase di Deng su quali sono i compiti fondamentali del
socialismo, su cosa sia o non sia socialismo in base alla teoria marxista, il che
ovviamente una riflessione di carattere universale, credo utile al movimento
comunista nel suo complesso:
il socialismo per Deng Xiaoping ha quattro compiti:
1.
2.
3.
4.
Seguono le domande sui punti di contatto tra l'esperienza cinese degli ultimi 30
anni e la Nep sovietica degli anni '21-27.
LENIN E LA NEP, MODELLO DI ISPIRAZIONE?
STATO E MERCATO
Ricordo che due anni fa, dopo tutto quel lungo excursus storico di fatto
ineludibile e una prima domanda appunto sui punti di contatto con la Nep, che
gli feci anche per rendere pi familiare e non del tutto nuova la politica cinese
all'occhio di un comunista occidentale, venne spontaneo andare un po' pi
nello specifico.
Anche nella parte precedente dell'intervista che vi ho spedito l'altro giorno la
domanda sorge spontanea: non avendo ancora toccato la parte dell'economia,
come possibile, nonostante i quattro principi, il non abbandono del
socialismo, l'aderenza al marxismo-leninismo, ecc... che un paese che in
Occidente sempre stato descritto come capitalista che sfrutta i lavoratori,
dominato da rapporti di tipo capitalistico, possa definirsi un paese socialista?
Per quanto lo si possa ripetere all'infinito, senza andare a confutare questa tesi
sul piano dell'economia, sarebbe solo un futile esercizio di stile.
La domanda su quali sono i rapporti stato e mercato in Cina andava in questo
senso.
Huang risponde che dato il principio generale di partire dall'analisi della propria
realt e ricercare nuovi mezzi, il mercato in questo senso per la Cina un
nuovo mezzo, ma sempre un mezzo. Specifica che un mezzo usato dai
capitalisti, ma che pu essere usato anche dai comunisti.
Ovviamente, e qui il richiamo all'economia politica doveroso, il mercato dai
cinesi inteso come sistema di allocazione delle risorse, e non come rapporto di
produzione. Nel senso che il sistema di allocazione delle risorse in economia
una sorta di corona, o elemento distributivo, nell'allocazione delle risorse della
produzione(ossia in teoria decidere le quantit di cosa produrre in base alla
domanda), e non va ad intaccare il rapporto fondamentale di produzione con il
quale esse vengono prodotte. La stessa economia politica borghese attuale
studiata all'universit prevede candidamente uno schema a quattro,
capitalismo-socialismo su un lato e mercato-pianificazione sull'altro, che d vita
a quattro possibilit di combinazioni tra rapporto di produzione fondamentale e
sistema di allocazione delle risorse.
Capitalismo di mercato
Capitalismo pianificato
Socialismo di mercato
Socialismo pianificato
Posto che il modello reale sempre spurio rispetto ai modelli astratti, il modello
cinese si situa in un'area iscritta in gran parte nell'area del socialismo di
mercato, con una parte minore nel socialismo pianificato e una piccola parte di
capitalismo di mercato.
la Lenovo che stata formata come joint venture con l'Ibm con quota del
48 percento a partire dalla ex Legend, azienda che produceva schede
madri per i pc posseduta dall'Accademia delle Scienze).
Dopo questa precisazione maggiore, le altre forme di economia non hanno
bisogno di grandi spiegazioni, fatto salvo notare negli ultimi dieci anni un
grande aumento del movimento cooperativo in agricoltura, segnalato anche nel
recente libro di Sidoli e Leoni, e notare come le imprese agricole date in
concessione alle famiglie poggino su terra che comunque pubblica, dato che
appartiene alle collettivit agricole: in Cina al massimo si possono avere
concessioni governative sull'uso della terra limitate nel tempo, mai acquistarla
direttamente. La differenza con l'Occidente in questo senso abissale. Anche
quando si compra una casa, si acquista solo il diritto d'uso che varia da 40 a 70
anni in forma di leasing firmando un contratto con l'autorit locale preposta, e
la propriet dei terreni urbani dello Stato. Il che spiega anche la facilit degli
espropri ai fini di abbattimento e ricostruzione di tutti gli edifici in Cina, che
stata recentemente mitigata da leggi e regolamenti: senza questo tipo di forma
di propriet pubblica le costruzioni degli ultimi 30 anni sarebbero andate per le
lunghe.
Il capitolo dolente quello relativo alle morti sul lavoro e alle condizioni di
sicurezza, che tuttavia non affronter qui.
La tendenza generale quella di un miglioramento nelle condizioni di lavoro.
Vedremo quanto sar rapido e come l'aumento dei salari influir sul ruolo della
Cina come fabbrica del mondo.
Stato sociale
Ora ci sarebbe la parte sullo stato sociale. Per alcuni dati rimando all'articolo di
venerd mandato in ml da Luciano.
Dal 2002 al 2007 la Cina ha raddoppiato la spesa sociale in 5 anni, e poi l'ha
ulteriormente aumentata fino ad oggi. Ha introdotto sussidi di disoccupazione e
reddito minimo, pensioni ai contadini, aumentato i contributi previdenziali,
creato un sistema di cooperative sanitarie nelle campagne, creato
infrastrutture medico-ospedaliere in tutto il paese, costruito pi di dieci milioni
di case popolari.
Tramite il controllo dei prezzi agricoli, mantiene basso il livello dei prezzi dei
generi alimentari a scapito di quelli di lusso, che in Cina spesso costano di pi
che in Occidente.
La spesa pubblica in questi settori, pur partendo da livelli bassi in anni in cui si
erano privilegiate la costruzione di infrastrutture(fino a pochi anni fa la
costruzione della Diga delle Tre Gole assorbiva circa un sesto del bilancio
statale)come strade, ferrovie, tunnel, viadotti, dighe e trasporti in generale, si
spostata maggiormente sulle spese sociali, registrando forti passi avanti.
Tuttavia i livelli di sviluppo del sistema di welfare sono ancora molto al di sotto
della media di quello che fornivano i paesi sul modello socialista sovietico
nell'immaginario dei comunisti in Italia e poi nella realt. In questo senso la
Cina molto pi forte nella produzione di generi di consumo, a differenza di
quanto erano Urss e paesi satelliti, Cuba o Nord Corea.
Se una volta costituita una base di produzione autonoma di farmaci(i primi
vaccini cinesi sono entrati nel mercato internazionale nel 2009)e di produzione
di macchinari medici(cosa ancora difficile), la Cina continuer ad aumentare la
spesa nel settore sanitario, potr evitare che questa si traduca in un aumento
della domanda estera.
Se riuscir a portare il suo sistema di welfare a livelli di quel tipo senza
danneggiare la propria crescita economica, nonostante sia ancora un paese in
via di sviluppo, credo che le conseguenze per i comunisti e non solo saranno di
grande rilievo.
Jorge Giordani, ricordando come premessa l'importanza delle relazioni tra Cina
e Venezuela, inizia trattando le caratteristiche millenarie e attuali della Cina,
dagli elementi geografici e dai reperti storici antichi e di come le condizioni
orografiche abbiano in seguito influenzato le peculiarit di questa civilt. Parla
in seguito di un incontro significativo e insolito avvenuto il primo novembre del
1931 a Changsha tra Mao Zedong, Bertrand Russel e John Dewey, su cui stato
scritto ben poco, per passare agli elementi della storia rivoluzionaria cinese a
cominciare dal bagno di sangue della lunga guerra civile tra comunisti e
nazionalisti. In seguito parla dell'importanza storica di Mao Zedong nel periodo
dei dibattiti interni al Pcc in quegli anni, diviso tra insurrezione urbana e
innovativa linea contadina di Mao, dell'importanza per il pensiero rivoluzionario
dell'eredit ideologica di Mao Zedong e della sua dialettica che distingueva tra
le contraddizioni principali e quelle secondarie, ovvero tra popolo e nemico e
quelle in seno al popolo. Riflette in seguito sulla scarsa separazione storica tra
l'esperienza di vita di Marx(morto dieci anni prima della nascita di Mao)e il
fondatore della Cina moderna.
Tocca brevemente il periodo delle contraddizioni tra Cina e Urss negli anni
sessanta, per passare al periodo della Rivoluzione Culturale, prima di prendere
in esame la Cina di Deng Xiaoping, il Partito comunista cinese e i suoi
congressi. In seguito tratta dei periodi storici delle dinastie con il calcolo degli
anni della loro durata e le ricollega alle varie generazioni di leader del Pcc.
Ricorda l'anno delle olimpiadi del 2008 a Pechino, sintetizza l'importanza
geostrategica della regione asiatica, tratta delle impressioni che gli ha suscitato
il socialismo cinese. Riporta i propri appunti di quando si recato in visita alla
diga delle Tre Gole, o di quando ha visitato il Monte Taishan nello Shandong con
la sua importanza culturale. Ricorda la citt millenaria di Xi'An con il suo
Esercito di Terracotta, cos come Pechino d'autunno e le sue universit.
Abbozza ritratti di Confucio, Lao Tze, Mencio e Sun Tzu sintetizzando il loro
contributo sul piano ideologico, spirituale, politico e del pensiero militare alla
civilizzazione cinese e mondiale. Conclude descrivendo la rete di rapporti
politici e commerciali che declina le relazioni tra il Venezuela e la Cina.
Angela Pascucci invece ci narra le storie di personaggi rappresentativi di vari
settori della societ cinese secondo una classificazione oggi molto pi
evanescente che in passato, ci parla di contadini, operai, intellettuali, e del
modo in cui sono cambiate queste figure rispetto alle pi granitiche definizioni
dellera maoista, nelle forme moderne di un paese in costante e rapida
trasformazione. Sono storie di resistenza rispetto ad una realt che respinge e
sconcerta i protagonisti, esperienze al margine delle storie di successo e di
coloro che, lasciati indietro nel vorticoso processo di crescita, spesso si trovano
da soli in unambiente sociale percepito come ostile.
Sono inoltre storie di comunit, da quelle pi piccole come quella dei giovani
gestori di Cheng Bian Cun, un portale internet per lavoratori migranti, a quello
delle nuove comuni ispirate allepoca maoista come Nanjie Cun, ai villaggi
dellovest come Xiyong trasformati in grandi conglomerati industrialitecnologici.
Scorci di realt visti con locchio del giornalista cinese o dellavvocato
improvvisato, problemi dapplicazione del diritto, di rivalutazione dei terreni
agricoli, delle nuove tendenze culturali, tutti questi pezzi del puzzle della realt
cinese vengono proposti al lettore mediati dalle vite di Liu Hongbo, il gruppo
Xiwang, lex pubblico ministero Li, il professor He Xuefeng, la professoressa
Dai Jihua, il gruppo Womende Jia (la nostra casa).
Passando al terzo titolo, nel suo volume Pun Ngai inizia trattando il concetto di
classe e sostenendo che nella Cina delle riforme il tema della classe sarebbe
espunto dal discorso politico ufficiale, in opposizione allidea del proseguimento
della lotta di classe nel socialismo tipico invece della Cina pre 78, anno di
avvio delle riforme dellera denghista.
In seguito tratta la formazione o, a suo avviso, ri-formazione delle classi in Cina
analizzando alcune figure caratteristiche come gli operai di fabbrica che
risiedono nei dormitori nellambito dei nonminggong, ovvero dei contadinioperai migranti, del ruolo dello stato(nel senso secondo lautrice di assenza di
tutele da parte dello stato a favore dei contadini migranti) , delle politiche del
lavoro, delle condizioni di lavoro in subappalto nellindustria edile e di quelle
del colosso taiwanese da un milione di lavoratori impiegati nella Cina
continentale che la Foxconn, produttrice di buona parte dellelettronica
mondiale e venuta alla ribalta per dei frequenti casi di suicidio tra i lavoratori.
Il metodo utilizzato quello dellinchiesta sociale che la porta ad analizzare vari
casi di proteste e di lotte di fabbrica organizzate, che per Pun Ngai forniscono
esempi di nuova formazione di una coscienza di classe tra questi operai e pi in
generale nel paese.
Tratta in particolare le mobilitazioni di protesta degli operai in due fabbriche per
lesportazione, la taiwanese A e la tedesca B, e di due diverse forme di regime
di dormitorio in altre due fabbriche, la China Golden e la China Silver.
Sia la Pascucci che la Pun Ngai parlano di capitalismo di stato e di postsocialismo per descrivere lattuale realt cinese, e ne descrivono gli aspetti pi
negativi.
Nel quarto elemento della nostra analisi, Samir Amin apre il suo saggio
affermando di volersi discostare dalla pratica, diffusa anche in una certa
sinistra, del cosiddetto China bashing2 , cercando di fornire uninterpretazione
originale del complesso macroeconomico del paese. Prosegue trattando la
si vive peggio che prima del lancio della politica di Riforma? E o no il paese che
ha pi che decuplicato, al netto dellinflazione, il reddito pro-capite del 1949?
Le condizioni di vita generalizzate dei lavoratori sono migliorate o no dopo
trentanni di alta crescita, bassa disoccupazione e bassa inflazione
complessiva? Gli indici di sviluppo umano internazionalmente riconosciuti sono
o no nettamente migliorati nello stesso periodo?
Spesso sembra, e nei lavori della Pascucci e di Pun Ngai questo elemento
evidentissimo, che il quadro della situazione generale del paese sia negativo,
oscuro, addirittura senza speranze.
Ma come si concilia questa visione, con la realt di una crescita della
produzione, dellaumento dei redditi, per quanto a diverse velocit tra citt e
campagna, della crescita delle infrastrutture, del livello tecnologico, ecc...
verificatisi nel paese negli ultimi trentanni?
Sicuramente c stato un aggravamento delle condizioni ambientali che d i
limiti dello sviluppo, ma anche su quel piano le misure ecologiche, gli
investimenti in tecnologie rinnovabili, i piani di riafforestamento, di riduzione
del consumo energetico per unit di pil, ecc... sono o no quanto di pi avanzato
oggi tra i grandi paesi in via di sviluppo e non solo?
Cio in sostanza stiamo qui parlando delle contraddizioni generate dal modello
di crescita e quindi nellambito di un quadro generalmente se non
marcatamente positivo e incoraggiante, o gli elementi secondari, ovvero le
contraddizioni stesse, diventano in un rovesciamento di prospettiva lelemento
principale, il filo della narrazione?
Ci sembra di riscontrare questenorme contraddizione in chi dovrebbe cercare
di dare il quadro di una realt, sia in modo empirico, che in modo accademico,
e che invece troppo spesso sfocia purtroppo nellarte del China bashing pura e
semplice. Spiace in particolare quando ci avviene da parte di chi ha
conoscenze sinologiche e dovrebbe utilizzarle per divulgare una realt e non
per mistificarla senza timore di smentita.
In questo senso lopera di Samir Amin in contraddizione con le altre due,
sicuramente con quella della Pascucci ma in misura minore anche con quanto
fa Pun Ngai. Ad esempio la ricercatrice cinese cita i piani adottati in Cina a
livello nazionale per cercare di ridurre le disparit nei redditi, ma li ritiene
insufficienti, ignorando i dati pi recenti sul coefficiente di Gini.
Samir Amin ricorda limportanza ancor oggi della pianificazione in Cina e del
piano generale(in Cina leconomia procede ancor oggi per piani quinquiennali
che stabiliscono i principali parametri macroeconomici) e in questo senso, pur
quando Mao ha capito che Deng e la maggioranza del Partito non intendevano
con queste posizioni restaurare il capitalismo, ed infine dal terzo momento
rappresentato dal periodo post 78 di Gaige Kaifang (Riforma e Apertura), in cui
si iniziato ad affrontare la complessit di ogni problema materiale sul piano
materiale stesso e non su quello volontaristico/o di critica politica. Questa
sintesi dei primi due momenti si dimostrata in grado di ingranare la marcia
dello sviluppo e di costruire dei rapporti economico-sociali che si adattano alle
attuali condizioni della Cina(Huang Hua, 2009).
Oggi la crisi economica occidentale ha costretto i cinesi a basarsi di pi sul
consumo interno e a modificare il modello di sviluppo, e quindi il cambiamento
del modello di sviluppo in questa fase cruciale allordine del giorno del
dibattito politico. Ovviamente molti sembrano ancora non averli presi sul serio,
soprattutto una certa sinistra europea, il che mostra ancora una volta
larretratezza del dibattito, soprattutto tenendo conto che la Cina nel secolo
scorso ci ha abituato a svolte economico e sociali a centottanta gradi, prodotte
da precise scelte politiche, e ce ne potrebbe riservare ancora altre.
Come tuttavia nota giustamente Samir Amin, il percorso dalle attuali politiche
definite fase primaria del socialismoe la possibilit che queste costituiscano
la base materiale per la costruzione piena del socialismo, si basa sul
presupposto del mantenimento della propriet pubblica in posizione dominante
nelleconomia cinese, cosa che esposta a continue pressioni in senso
contrario da parte dei paesi occidentali, Usa e Ue in prima linea, e dalle loro
emanazioni come Banca Mondiale e Fmi, nonch dai capitalisti cinesi
doltremare, di Taiwan, di Hong Kong e Macao, e da quelli autoctoni arricchitisi
dopo il 1978 e riuniti nelle associazioni industriali. Si tratta di un equilibrio
precario e non definitivo a priori. Quindi le pressioni in questo senso sono
fortissime e per evitare che si rafforzino le posizioni di destra liberali e liberiste
fondamentale in Cina dare una narrazione corretta di quanto avvenuto in
questi(ormai quasi 35)anni di Riforma e in questo senso c una battaglia
anche ideologica ad accaparrarsi e ad intestarsi i successi dello sviluppo.
Dare una visione ormai irrimediabilmente perduta in quantocapitalistica della
Cina non fa che rafforzare le posizioni destrorse nel paese, riporta ancora Samir
Amin, di chi ascrive il successo del paese alle liberalizzazioni (peraltro poche e
rigidamente controllate dalleconomia di piano)e di chi sostiene dunque che
solo ulteriori liberalizzazioni possano far avanzare leconomia verso un nuovo
stadio di sviluppo, che precisamente la posizione ideologica di chi sostiene la
privatizzazione dei settori pubblici. In questo modo si avrebbe una visione del
mondo mutuata da uneconomia privata dellindotto che si sostenuta
sullapporto fondamentale delleconomia pubblica senza che nessuno nel
frattempo ne dia merito sul piano politico, almeno nelle analisi di certa sinistra
occidentale e della destra liberal cinese. Per questo la battaglia anche
da tutto il movimento per il socialismo del XXI secolo che emerge con forza
dallAmerica Latina della Patria Grande.
Laccento che Giordani pone, dedicandogli un intero capitolo ed in parte
lintroduzione al suo opuscolo, sulle relazioni Cina-Venezuela, in questo senso
non peregrina e non solamente dettata da necessit di politica estera.
Con civilizzazioni e prospettive storiche anche molto differenti, questi due tipi
di esperienze, in primis sul piano delle relazioni internazionali, vanno sempre
pi stringendo legami economici e politici. Allo stesso modo, mentre in Cina si
pone sempre pi laccento(con risultati pratici7) sulla giustizia sociale e sulla
diffusione del welfare(ad oggi il 95% dei cinesi coperto assicurativamente da
polizza sanitaria per lassistenza medica di base, ampliamento della copertura
pensionistica, pensioni contadine, ecc...), e sulla sostenibilit econmica dello
sviluppo, il Venezuela, Cuba, e la stessa Bolivia, stanno trovando metodi pi
efficienti di produzione di beni di consumo(anche grazie agli investimenti
cinesi, come quelli a Cuba o in Venezuela della statale Chery per la produzione
di auto o lacquisto di materie prime energetiche da Venezuela e Bolivia). In
questo modo un paradigma sviluppista ed uno basato sul Vivir Bien si stanno,
da punti opposti, gradualmente avvicinando nella prospettiva della creazione di
sistemi economici autosufficienti(ma tuttaltro che chiusi), integrati negli
scambi internazionali, ma soprattutto non subordinati agli interessi e alle
priorit delle economie dei paesi imperialisti. Da questo avvicinamento o
possibile livellamento potrebbe scaturire una media di quello che potr
essere il futuro del socialismo del XXI secolo a livello statuale.
Il modello di sviluppo cinese infatti di fronte alla crisi economica e finanziaria
occidentale si dimostra sempre pi attrattivo proprio nei paesi in via di
sviluppo, a cominciare da India e Russia, ma non per questo significa che vada
assunto come modello in Occidente dove la condizione di sviluppo raggiunta
consentirebbe teoricamente un passaggio pi breve a rapporti sociali pi
avanzati, in caso di rovesciamento del tavolo e di rottura degli attuali assetti.
Note:
1. dalla poesia Neve attribuita a Zheng Xie, meglio noto come Zheng Banqiao
(1693-1765), poeta, calligrafo e pittore cinese di epoca Qing, anche utilizzata
come filastrocca per insegnare ai bambini laritmetica.
2. riporto dalla definizione di Samir Amin:
Lespressione China bashing si riferisce allo sport preferito dei media
occidentali di
tutte le tendenze inclusa disgraziatamente la sinistra che consiste nel
denigrare sistematicamente,
5. http://www.agichina24.it/focus/notizie/presidente-euccc-davide-cucino-br-/menostato-nelleconomia-cinese
e la risposta cinese
http://www.globaltimes.cn/content/809256.shtml#.UitIgX9f-Hs da cui riporto:
Wang's opinion was echoed by Niu Li, an economist with the State Information
Center.
"Two structural reforms are urgently needed to stimulate domestic demand.
One is to push for reform on wealth distribution; the other is to improve social
security such as housing, education and medical care," said Niu.
6 http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Italia/2009/commenti-sole-24ore/8-novembre-2009/cina-vincitore-guerra-fredda_PRN.shtml
7 http://www.contropiano.org/archivio-news/documenti/item/15766-cina-migliora-ladistribuzione-del-reddito-congelate-le-destrutturazioni