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LA SINDROME METABOLICA

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LA SINDROME METABOLICA

La sindrome metabolica, anche detta Sindrome X o


sindrome da insulino-resistenza, costituita da un set di fattori di rischio che sono legati al
sovrappeso e che aumentano le probabilit di malattie cardiache ed altri problemi di salute
come il diabete e lictus.
I fattori di rischio sono quei comportamenti o quelle condizioni che aumentano la probabilit
di incorrere in una malattia.
La semeiologia (segni clinici) che indica che una persona sta sviluppando una sindrome
dismetabolica sono:
Un girovita superiore a 88 cm. nella donna e a 102 per i maschi. Il girovita quasi
sempre legato allinsulinoresistenza che per pi difficile da calcolare. Questa
condizione, definita obesit addominale, rappresenta un eccessivo accumulo di grasso
nella zona addominale e costituisce un fattore di rischio per le malattie cardiache,
maggiore rispetto alla situazione in cui il grasso in eccesso in altre parti del corpo,
come ad esempio sui fianchi.
Un livello superiore a quello normale di trigliceridi nel sangue (cos chiamati perch
formati dalla combinazione di glicerolo e di tre acidi grassi). I trigliceridi sono i grassi
del sangue che derivano dall'alimentazione, infatti aumentano per lo pi nel caso in cui
la dieta sia troppo ricca di carboidrati (zuccheri) e di lipidi (grassi) insaturi. L'aumento
dei trigliceridi rappresenta un importante fattore di rischio per l'aterosclerosi e incide
sulle malattie del cuore e sul diabete. Di solito si associa a questa analisi la ricerca del
colesterolo totale, colesterolo HDL e colesterolo LDL, esami strettamente connessi a
quello dei trigliceridi. Se, infatti, anche questi valori sono alterati, i fattori di rischio
aumentano. Si considera fattore di rischio un valore dei trigliceridi pari o superiore a
150 milligrammi per decilitro o se si gi in trattamento i trigliceridi.
Un livello pi basso del normale di colesterolo HDL (colesterolo buono) che viene
chiamato cos perch legato alle lipoproteine ad alta (H) densit(D) nel sangue. HDL
considerato colesterolo buono perch riduce le probabilit di patologie cardiache.
Bassi livelli di HDL ne aumentano invece le probabilit. Oltre alle abitudini di vita, un
aumento dei valori del colesterolo cattivo nei soggetti che seguono una dieta
equilibrata, deve far ipotizzare una predisposizione genetica che prende il nome di
ipercolesterolemia familiare: nella maggior parte dei casi si tratta di un difetto
molecolare per lassenza o la deficienza di recettori per le LDL funzionanti, e di
conseguenza si hanno alti livelli di LDL nel plasma. Si considera fattore di rischio un
valore inferiore a 40 mg/dl negli uomini o inferiore a 50 mg/dl nelle donne.
Ipertensione arteriosa (pressione alta). La pressione sanguigna viene registrata con
due numeri, di solito scritti uno sopra laltro o uno prima dellaltro, come ad es.:120/80.
Si considera fattore di rischio una pressione che va oltre i 130/85, o anche il caso in
cui quel soggetto sia gi in trattamento farmacologico per l ipertensione.
Livelli di glicemia a digiuno pi alti del normale. Un livello di glicemia lievemente
elevato pu essere un segno di allarme precoce del diabete. Ma un basso valore della
glicemia a digiuno indica che durante la notte quellindividuo andato incontro ad
ipoglicemia.
I fattori che aumentano le HDL plasmatiche, il cosidetto colesterolo buono, sono:
lattivit fisica,
una dieta che, stimolando le funzioni organiche, aiuti lorganismo a rifornirsi di

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colesterolo buono inibendo il fegato nella sua iper-produzione di colesterolocattivo;


una dieta ricca di acidi grassi polinsaturi (i cosiddetti omega-3 contenuti nel pesce),
la vitamina C (presente negli agrumi, o nei kiwi, ma ancor di pi nei peperoni e nel
prezzemolo),
l assunzione di piccole quantit di vino rosso.
Al contrario:
una dieta ricca di lipidi saturi (strutto, burro cotto, formaggi),
fumo,
scarsa attivit fisica
aumentano la quota del cosiddetto colesterolo cattivo, aumentando la probabilit
dinsorgenza di patologie coronariche (le coronarie infatti sono vasi estremamente sottili,
ed sufficiente una piccola quantit di grasso depositato per impedire il flusso sanguigno e
determinare linfarto cardiaco).
Un altro valore importante da tenere sotto controllo lemoglobina glicata. La glicazione il
processo biologico non enzimatico per cui gli zuccheri si possono legare alle proteine. Lo
zucchero pi abbondante del sangue, il glucosio, pu quindi legarsi in modo irreversibile ad
una parte specifica dell'emoglobina, formando l'HbA1c o emoglobina glicata. La misurazione
nel sangue dellemoglobina glicata - o glicosilata - consente di valutare a grandi linee
l'andamento della glicemia negli ultimi due o tre mesi. Non bisogna accontentarsi del valore
ai limiti della norma. Un valore tendente verso il limite alto richiede attenzione.
Le condizioni elencate sopra sono tutti fattori di rischio metabolici per il sistema
cardiocircolatorio (cuore, arterie, vene, ).
La sindrome metabolica viene diagnosticata quando una persona presenta almeno tre dei
fattori di rischio descritti sopra. Quanti pi fattori di rischio sono presenti, tanto maggiori
saranno le probabilit di sviluppare patologie cardiache, diabete o un ictus.
In questo caso andrebbe per lo meno indagato un set di polimorfismi che riguardano gli
Anticorpi Antifosfolipidi (ACA, APA, LAC) o anche il fattore di coagulabilit del sangue:
Pannello Trombofilia 13 mutazioni (Test genetico multiplo, riguardante l'analisi di
mutazione dei geni del Fattore V, Fattore II e MTHFR, AGT, ACE; APO E, Fattore XIII,
PAI-1, HPA, HFE, Beta Fibrinogeno).
Questo non tanto per avere una diagnosi da esibire, ma soprattutto per capire quali nutrienti
specifici possono facilitare il recupero dei metabolismi individuali e soprattutto impedire
laggravarsi del quadro di predisposizione.
Un ruolo importante nellinstaurarsi della sindrome metabolica lo gioca soprattutto
linsulinoresistenza. Normalmente lapparato digerente scinde alcuni degli alimenti che
mangiamo in zucchero (glucosio); il sangue trasporta il glucosio ai tessuti corporei, dove
linsulina consente alle cellule di aprire le porte per far entrare il glucosio. Il glucosio
serve infatti a dare lenergia necessaria alle cellule. Nelle persone con insulinoresistenza le
cellule non rispondono normalmente all insulina ed il glucosio non pu entrare nelle cellule
con la stessa facilit. Quindi il glucosio resta circolante, ma il corpo va in crisi. Il corpo
allora cerca di difendersi aumentando linsulina circolante per aiutare il glucosio ad entrare
nelle cellule, ma il risultato la presenza di livelli pi alti del normale sia di insulina che di
glucosio nel sangue. A un certo punto il glucosio fa effetto e lo zucchero entra tutto
insieme. Quello il momento del picco glicemico.

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Al quale, inevitabilmente, poco dopo, fa seguito un picco ipoglicemico, in unoscillazione che


non fa bene a nessuna cellula dellorganismo.
Linsulina elevata innalza i livelli dei trigliceridi (impacchetta tre molecole di glucosio) e di
altri lipidi nel sangue ed interferisce anche con il modo in cui lavorano i reni, provocando un
innalzamento della pressione arteriosa. Questi effetti dell insulino-resistenza espongono al
rischio di patologia cardiaca, ictus, diabete e altre condizioni patologiche.
Aggravano questi fattori:
Let. La prevalenza della sindrome metabolica aumenta con let, colpendo meno del 10%
delle persone nella terza decade di vita e il 40% delle persone nella settima decade di vita.
Lobesit. Un indice di massa corporea (BMI) superiore a 25 (la misura della percentuale di
grasso corporeo basata sul rapporto tra altezza e peso), aumenta il rischio di sindrome
metabolica.
Familiarit diabetica. molto pi probabile avere la sindrome metabolica in caso di
familiarit per diabete di tipo 2 o diabete durante la gravidanza (gestosi gravidica).
Iperinsulinismo, ipertensione, sindrome dellovaio policistico.
Spesso la scelta di cura ricade sul trattamento farmacologico di ognuno dei sintomi elencati,
tuttavia un cambiamento drastico dello stile di vita pu migliorare tutti i fattori della
sindrome metabolica.
Controllo insulinico. La Bioterapia Nutrizionale punta tutto sul Controllo Glicemico
Complessivo del pasto. Non si ferma al valore dellindice glicemico dei singoli nutrienti ma
sostiene che una corretta associazione tra i diversi nutrienti di un pasto pu assicurare una
gestione migliore degli zuccheri e dei grassi. Si tratta di costruire delle associazioni tra i
pasti che permettano al glucosio di entrare gradualmente nelle cellule.
Mangiare sano. La Bioterapia Nutrizionale insegna come utilizzare i grassi in modo sano e
abolisce i grassi non salutari a favore di frutta, verdura, pesce e cereali integrali. Inoltre
con lalimentazione (sedando i sistemi) pu controllare linnalzamento degli ormoni steroidei
che ostacolano il normale funzionamento dellinsulina.
Dimagrire. Perdere anche solo dal 5 per cento al 10 per cento del peso corporeo
(mangiando in modo sano ma senza ridurre le calorie) pu ridurre i livelli di insulina e la
pressione sanguigna.
-

Esercizio fisico. Svolgere dai 30 ai 60 minuti di esercizio fisico di intensit moderata,


come camminare di buon passo, ogni giorno, favorisce lingresso del glucosio nelle cellule.
Esagerare invece innalza i valori degli ormoni controregolatori dellinsulina.
-

Smettere di fumare. Fumare sigarette aumenta la resistenza allinsulina e peggiora le


conseguenze sulla salute della sindrome metabolica.
E possibile prevenire o ridurre il rischio dello strutturarsi della sindrome metabolica e
soprattutto dei rischi correlati, con cambiamenti nel proprio stile di vita. Uno stile di vita
sano non per la dieta del mesetto estivo che riduce il grasso corporeo, un
apprendimento per la conquista di uno stile nutrizionale sano, un impegno permanente, per
comprendere che tutto quello che ingeriamo diventer il nostro modo di funzionare, la
nostra assicurazione sulla vita. Lobiettivo di riuscire a controllare con successo la sindrome
metabolica richiede quindi uno sforzo a lungo termine ed un lavoro di squadra che va fatto in

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famiglia. Se il resto dei componenti familiari non crede in questi obbiettivi inutile
intraprendere... si rischia di cadere in tentazione ogni volta che lo stile nutrizionale del
gruppo di riferimento proporr vecchi costumi, vecchie consuetudini.

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