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CONFINDUSTRIA

STUDI E RICERCHE

Calcestruzzo Fibrorinforzato per elementi prefabbricati


in parete sottile

2008

INSERTI

La rispondenza ai nuovi decreti sulla resistenza al


fuoco delle strutture in c.a. e in c.a.p.

MERCATO

Note per un rilancio della politica abitativa

AMBIENTE

Introduzione al progetto "LEnSE BUILDINGS"

TECNOLOGIA

Building Information Modeling ed interoperabilit

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Editoriale

LEditoriale
del Presidente

Sostenibilit
ambientale:
impariamo
a misurarla

oltanto pochi anni fa, le caratteristiche


di isolamento termico dei nostri prodotti principalmente, come ovvio, di
quelli destinati ad una funzione di involucro
degli edifici industriali o residenziali appariva come un elemento di scarso interesse
per i nostri committenti e quindi anche per
noi produttori.
Il tema, in verit, era stato lungamente affrontato a livello europeo, sino a giungere
alla famosa direttiva comunitaria n. 91 del
2002: solo allora il nostro mercato ha cominciato a mostrarsi attento e disponibile
ad affrontare concretamente largomento.
Oggi, la realt ben diversa: i media, siano
essi tecnici, economici o di costume, trattano ampiamente questi argomenti ed il
mercato ha finalmente scoperto che la
bolletta energetica dellItalia dipende per
oltre il 40% dai consumi per riscaldamento degli edifici. Di conseguenza, tutti gli
accorgimenti atti a ridurre una voce cos
rilevante di spesa collettiva sono divenuti
prioritari anche alla luce dei considerevoli
ritardi accumulati dal nostro paese rispetto
al raggiungimento degli obiettivi fissati negli
accordi internazionali.
Tutto il nostro comparto ha cos dovuto
rapidamente adeguarsi al nuovo modo
di progettare e produrre ed i messaggi

di marketing oggi lanciati dalle imprese di


costruzione si concentrano spesso proprio
sui parametri di tipo energetico.
Ma questa piccola rivoluzione, per il nostro
comparto, non altro che la prima avvisaglia di un cambiamento ben pi importante: mi riferisco a ci che accadr quando
il concetto di sostenibilit del costruito
diventer il metro di misura delle scelte del
committente e dovremo quindi trasformare ancora pi radicalmente il nostro modo
di pensare, di progettare e di realizzare i
nostri manufatti.
Il termine sostenibilit oggi sulla bocca di
tutti, ma tutti ne intuiamo soltanto il vero
significato. Esso diverr realmente significativo quando sar declinato in parametri
e relative unit di misura, assumendo un
senso concreto dal punto di vista ingegneristico e culturale. E questo sta ormai
accadendo: la Commissione europea, ma
anche molti altri organismi nel mondo,
tra universit, enti governativi e non, stanno sviluppando piattaforme di valutazione
estremamente sofisticate.
Ogni prodotto sar quindi misurato dal
punto di vista della sostenibilit abbracciando, innanzitutto, lintero ciclo di vita,
dalla nascita alla morte. Il tutto sotto tre
aspetti: energetico, economico e sociale,
cio la misurazione dellimpatto ambientale che un prodotto ha nel contesto in
cui ubicato e svolge la propria funzione
operativa.
Due sono le considerazioni, quindi, che mi
paiono pi immediate: la prima che tutte
le nostre famiglie di prodotti entreranno
nella griglia di valutazione. Un tubo per
acquedotto, un palo di fondazione o una
traversa ferroviaria, oggi estranei al tema
dellisolamento e del risparmio energetico in esercizio, saranno invece chiamati a
5 - industrie manufatti cementizi

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dimostrare le loro peculiarit, rispetto a


materiali e/o soluzioni alternative, sul fronte dellenergia e quindi della CO2 generata,
durante la fase di approvvigionamento
delle materie prime, della produzione,
del trasporto, della posa in opera, della
manutenzione ivi incluse le problematiche
correlate allo smaltimento e quindi alle
possibilit di riciclo. Ma anche dal punto di
vista dellimpatto, in energia indirettamente
consumata e CO2 prodotta dal sistema
socio economico circostante che ne fa uso
durante tutta la vita utile.
La seconda considerazione che la complessit del tema, di cui oggi ancora non
possiamo valutare in pieno la portata e
le conseguenze sugli equilibri di mercato,
ci obbliga a cominciare a ragionare, almeno qualitativamente, tenendo conto delle
nuove tendenze per non trovarci, in un
domani non cos lontano, ad aver investito
in prodotti, processi produttivi o soluzioni
che potrebbero rivelarsi in palese conflitto
rispetto a questi concetti (lean construction il termine inglese sinteticamente
utilizzato per riassumere un modo di costruire a basso impatto ambientale).
Molta la documentazione gi disponibile
su questo argomento, per lo pi originata
dai paesi del nord Europa, nel campo della
prefabbricazione.
La Commissione Europea emaner una
direttiva specifica non prima del 2010: un
invito ed un auspicio a non farci trovare
impreparati a quellappuntamento.
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ANCORAGGIO
PROFILI INCAVI
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Anno IV n. 5 - ottobre/novembre 2008

industrie manufatti cementizi

ASSOBETON
Organo Ufficiale di ASSOBETON

SOMMARIO

n. 5/2008

CONFINDUSTRIA

STUDI E RICERCHE

Calcestruzzo Fibrorinforzato per elementi prefabbricati


in parete sottile

2008

INSERTI

La rispondenza ai nuovi decreti sulla resistenza al fuoco


delle strutture in c.a. e in c.a.p.

MERCATO

Note per un rilancio della politica abitativa

AMBIENTE

Introduzione al progetto "LENSE BUILDINGS"

TECNOLOGIA

Building Information Modeling ed interoperabilit

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SAIE 2008 - Precast Technologies

ASSOBETON

Industrie Manufatti Cementizi


Bimestrale - n. 5/2008
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Direttore responsabile
Andrea Dari
Direttore editoriale
Maurizio Grandi
Comitato di redazione
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Maurizio Grandi, Alessandra Biloni,
Andrea Dari, Patrizia Ricci
Segreteria editoriale
Alessandra Biloni
Segreteria di Redazione
Patrizia Ricci
Redazione
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Andrea Dari, Patrizia Ricci, Susanna Tontini
Strada Cardio, 4 47891 Galazzano RSM
Tel. 0549.941003 Fax 0549.909096
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Vendita pubblicit
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Editore
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Condizioni di abbonamento
Il prezzo di abbonamento per lanno 2008
(5 numeri) di 26.
Il prezzo di una copia di 10,50.
Il prezzo di una copia arretrata di 12,50.
Per informazioni: info@imready.it
Autorizzazione
Segreteria di Stato Affari Interni Prot. n. 73/75/2008 del
15/01/2008.
Copia depositata presso il Tribunale
della Rep. di San Marino

4_

Leditoriale del Presidente

8_

Il Commento del Direttore

di Renzo Bullo

di Maurizio Grandi

12_ Studi e Ricerche



Calcestruzzo Fibrorinforzato per elementi prefabbricati in parete sottile

di Pamela Bonalumi e Alessio Caverzan

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P
P

24_ Inserti

La rispondenza ai nuovi decreti sulla resistenza al fuoco delle strutture

in c.a. e in c.a.p.

di Carlo Schiatti
38_ Mercato

Note per un bilancio della politica abitativa

di Aldo Norsa
48_ Ambiente

Introduzione al progetto "LEnSE BUILDINGS"

di Gian Luca Baldo, Laura Peano e Paolo Tecchio
62_ Tecnologia

Building Information Modeling ed interoperabilit

di Carlo Pucci
68_ Saie 2008
Precast Technologies
di Alessandra Biloni e Patrizia Ricci

74_ Intervista a Federico Minoli e Marino Capelli
77_ Attualit
82_ Le Aziende Informano
83_ Assobeton

Linea Guida per la Certificazione delle Caratteristiche Energetiche

dei Pannelli Prefabbricati di Calcestruzzo

di Antonella Colombo e Ugo Pannuti

88_ NEWSTREET
91_ Come associarsi
92_ Elenco Soci

Tutti i diritti riservati


vietata la riproduzione, anche parziale, del materiale pubblicato senza autorizzazione dellEditore. Le opinioni espresse negli articoli appartengono ai singoli autori, dei quali si rispetta la libert di giudizio, lasciandoli responsabili dei loro scritti.
Lautore garantisce la paternit dei contenuti inviati alleditore manlevando questultimo da ogni eventuale richiesta di risarcimento danni proveniente da terzi che dovessero rivendicare diritti su tali contenuti.

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Editoriale

Il Commento
del Direttore

Patto Globale
per 175 imprese

afforzare il legame tra Associazioni di categoria e Territoriali,


realizzando un modello di rappresentanza unico, pi semplice, pi
trasparente e caratterizzato da maggiore efficienza e minori costi , da
tempo, una priorit di Confindustria.
LAssemblea confederale del 2007 approv, infatti, una delibera di indirizzi
strategici per modernizzare il sistema
associativo, introducendo, tra i vari inter venti, il cosiddetto Patto Globale
dinquadramento.
In base ad esso, dal 1 luglio 2007,
iniziato un periodo di sperimentazione durante il quale tutte le imprese ,
associate solo in Ter r itor iale o solo
in Categoria, sono state iscritte automaticamente e gr atuitamente , fino
al 31 dicembre 2008, anche allaltr a
componente .
Siamo quindi prossimi alla fine della prima tappa di questo percor so
e, come penso sia ormai noto ai pi,
le aziende che sono state coinvolte
nelliniziativa saranno chiamate a scegliere se diventare Associati a pieno
titolo della nuova componente. In caso
di scelta affermativa, dal 2009 al 2011,
le Associazioni che accoglieranno le

nuove imprese, per favorirne la fidelizzazione, applicheranno abbattimenti contributivi alle quote associative
(75% per il primo anno, 50% e 25%
per i due anni successivi).
Allavvio della fase di sperimentazione,
nel luglio del 2007, il 67% delle imprese aderiva solo ad una componente del sistema confindustriale: il 54%
alle sole Territoriali ed il 13% esclusivamente alle Categorie.
Da allora, oltre 31.000 imprese, rispetto alle circa 47.000 non doppiamente
inquadrate, sono entrate a far par te
anche dellaltra componente.
ASSOBETON ha accolto, attraver so il
Patto Globale, ben 175 nuovi Associati
provenienti dalle Territoriali.
Non stato cer tamente facile entrare rapidamente in sintonia con tutte
queste nuove aziende, informandole
sul funzionamento del sistema confindustriale e sulla complementariet dei
ser vizi offer ti dalle due componenti e
rendendole consapevoli dei vantaggi
del doppio inquadramento.
La complessit del nostro business,
negli ultimi anni, aumentata come
non mai, rendendo sempre pi difficile
il lavoro degli operatori e, credo, sempre pi impor tante il r uolo delle Associazioni chiamate, con ser vizi mirati e
specialistici, a semplificare loperato di
tutti i giorni e ad aprire nuovi sbocchi
di mercato.
Spero che il breve tempo di questa
sperimentazione sia stato sufficiente
ai nostri ospiti per render si conto di
ci e li induca, quindi, a confermare
la loro adesione ad ASSOBETON, approfittando delle agevolazioni previste
per i prossimi tre anni.
5 - industrie manufatti cementizi

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Editoriale

In questi ultimi mesi, molti prefabbricatori, sino a ieri totalmente estranei al


mondo confindustriale, si sono avvicinati spontaneamente a noi e ci hanno
dato fiducia entrando in Associazione.
Con la fine del 2008, grazie a loro,
vedremo infatti incrementare il numero dei nostri iscritti di oltre il 10%:
un buon risultato, specie alla luce di
una congiuntura non cer to favorevole,

che dar prova ai nostri imprenditori dellimpor tanza di affrontare anche


investimenti diver si da quelli ritenuti
immediatamente indispensabili o strategici per il proprio business.
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(Maurizio Grandi)

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Gli autori su questo numero

Stefania Alessandrini
IMREADY Srl
s.alessandrini@imready.it

Gianluca Baldo
Life Cycle Engineering Torino
baldo@studiolce.it

Alessandra Biloni
ASSOBETON
a.biloni@assobeton.it

Pamela Bonalumi
Dipartimento di Ingegneria Strutturale
Politecnico di Milano

Alessio Caverzan
Dipartimento di Ingegneria Strutturale
Politecnico di Milano

Ugo Pannuti
Responsabile Certificazione
Volontaria di Prodotto
ICMQ S.p.A.

Laura Peano
Life Cycle Engineering Torino
peano@studiolce.it

Gianluca Ponzi
IDRA SA
g.ponzi@idra.sm

Carlo Pucci
Assistenza Tecnica Tekla
Structures Harpaceas Srl

Patrizia Ricci
IMREADY Srl
p.ricci@imready.it

Carlo Schiatti
Antonella Colombo
Libero professionista in Varese
Consulente ASSOBETON
a.colombo@assobeton.it

Libero professionista in Arezzo


Gruppo Inserti ASSOBETON

Paolo Tecchio

08
20
n.

5 ott

obre/

Professore di Tecnologia
dell'Architettura
Universit Iuav di Venezia

Life Cycle Engineering Torino


tecchio@studiolce.it
no
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Aldo Norsa

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5 - industrie manufatti cementizi

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12

S t u d i

r i c e rc h e

Calcestruzzo
Fibrorinforzato
per elementi
prefabbricati
in parete sottile*
di Pamela Bonalumi e Alessio Caverzan
Introduzione
Con il termine compositi fibrorinforzati
a matrice cementizia (FRCC) si indica
una categoria di materiali caratterizzati
da una ampia variet di prestazioni. I
materiali a matrice cementizia, come il
calcestruzzo, presentano un comportamento fragile a trazione e lintroduzione
di fibre ne migliora la risposta (Figura1)
nella fase successiva alla fessurazione,
attraverso lo sforzo residuo dovuto agli
sforzi tangenziali che nascono per effetto
dellestrazione delle fibre dalla matrice
cementizia (pull-out), Figura 2.
I calcestruzzi fibrorinforzati sono attualmente ampiamente utilizzati nel campo
delle pavimentazioni industriali, data la
loro utilit nel controllare il fenomeno
fessurativo indotto dal ritiro del calcestruzzo. Negli ultimi anni sono per
sempre maggiori le applicazioni di questi
materiali nellindustria della prefabbrica*

Figura 1 Effetti delle dimensioni delle fibre


[Betterman, Ouyang, Shah, 1995].

zione, come ad esempio nella produzione


di elementi di copertura, essendo possibile sfruttare le migliori caratteristiche
meccaniche che i calcestruzzi fibrorinforzati presentano rispetto ai calcestruzzi

Tesi vincitrice del premio Egisto Camerini 2008.

5 - industrie manufatti cementizi

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S t u d i

Figura 2 Confronto delle curve carico-sfilamento di prove di pull-out per fibre dritte ed
uncinate [Naaman 2004].

ordinari (ad esempio, maggior energia


assorbita in fase post-fessurativa).
Il problema ingegneristico
Lo studio presentato concerne lottimizzazione di unopportuna miscela di
calcestruzzo fibrorinforzato per la produzione di un elemento di copertura
prefabbricato denominato PHOENIX.
Gli elementi di copertura prefabbricati,
essendo sottoposti a cicli di maturazione
Tabella 1 Caratteristiche delle fibre.

TIPO FIBRA

r i c e rch e

13

forzata durante il processo produttivo,


sono spesso interessati da fenomeni
di ritiro igrometrico e plastico, come
riscontrato nei primi elementi Phoenix
realizzati, nei quali era presente un diffuso stato fessurativo in corrispondenza
delle ali inferiori.
La necessit di ricorrere allimpiego di
calcestruzzi fibro-armati, per la risoluzione di tali problemi fessurativi legati al
fenomeno di ritiro, ha suggerito lo sfruttamento contemporaneo delle risorse di
resistenza proprie di questi materiali. Si
cos pensato, dato il relativo incremento
di capacit portante conseguente alla
presenza delle fibre e la limitata importanza strutturale delle ali degli elementi
di copertura, di eliminare parzialmente
larmatura tradizionale presente nelle ali
dei tegoli in oggetto.
Obiettivo del lavoro di ricerca stato
quello di confrontare diversi materiali,
caratterizzati dalla presenza di fibre di
differente natura e geometria, sulla base
sia delle propriet meccaniche nominali
determinate attraverso provini normalizzati, sia sulla base delle propriet strutturali
riferite al materiale in opera. Particolare

Lf [mm]

Resistenza
a trazione
ffu [MPa]

Rapporto
daspetto
Lf / df

Diametro
equivalente
df [mm]

Lunghezza

acciaio

Dramix
tipo 30/0,375

0,375

30

2300

80

acciaio

Dramix
tipo 30/0,62

0,62

30

1250

48

acciaio

Badessi Fiberfix U
tipo 60/0,8

0,8

60

1192

75

acciaio

Badessi Fiberfix U
tipo 30/0,6

0,6

30

1192

50

vetro

Cem-FIL Anticrack
HP tipo standard

0,014
(1filo)

12

1700

polipropilene

MicroGraminflex
fibrillata tipo 9/12

n.p.

12

450

* le fibre sono realizzate in strand e quindi non ha senso parlare di rapporto daspetto.

industrie manufatti cementizi - 5

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14

S t u d i

r i c e rc h e

Tabella 2 Contenuto di fibre nelle miscele.

CODICE
MISCELA
P
S-1
S-2
S-3
G

QUANTIT
FIBRA 1
kg/m3

FIBRA 2
kg/m3

25
50
50
16,67

25
-

attenzione stata inoltre posta nello


studio del comportamento a flessione
degli elementi sottili rappresentati dalle
ali dei tegoli in esame, come descritto in
seguito.
Miscele
La ricerca ha avuto inizio con una serie
di prove finalizzate allottimizzazione delle
miscele di calcestruzzo da impiegare
per la realizzazione dei conci di tegolo. Occorre innanzitutto evidenziare la
necessit di calibrare opportunamente i
componenti della matrice cementizia in
funzione delle caratteristiche reologiche
e prestazionali desiderate, non essendo
possibile confezionare un calcestruzzo
fibrorinforzato ottimale semplicemente
aggiungendo le fibre ad una miscela di
calcestruzzo ordinario gi esistente. Lesigenza di produrre un calcestruzzo fibrorinforzato con un elevato grado di omogeneit, unita alla possibilit di ridurre i
tempi di getto della soletta dellelemento
prefabbricato, hanno suggerito limpiego
di un calcestruzzo autocompattante. Lottimizzazione delle miscele di calcestruzzo
fibrorinforzato stata poi condotta per
diversi tipi di fibra [Tabella 1 e Tabella 2],
con lobiettivo di soddisfare determinati requisiti di resistenza meccanica (ad
esempio: fc=50 MPa) e di lavorabilit (ad
esempio: tempo di spandimento per raggiungere il diametro di 500 mm 12 s).
Attivit sperimentale
Ricavato il mix design delle miscele di
interesse, si passati alla fase di getto

FIBRA
POLIPROPILENICA
kg/m3
3
3
3
3

dei provini e dei conci di tegolo da


testare allinterno dello studio sperimentale previsto.
La campagna sperimentale effettuata si
articolate in tre differenti fasi:
4 ottimizzazione della miscela e caratterizzazione del materiale dal punto
di vista meccanico, attraverso prove
su campioni sia standardizzati secondo la normativa UNI-11039 (indicati nel presente ar ticolo con la
lettera N) sia strutturali, ovvero
rappresentativi della struttura reale,
secondo la normativa CNR-DT 204
(indicati con la lettera S);
4 studio dellorientamento delle fibre
conseguente alla modalit di getto
utilizzata, attraverso prove di flessione su quattro punti di elementi
ricavati da lastre ottenute imponendo un flusso di getto unidirezionale
(indicati nel presente articolo con la
lettera U);
4 analisi strutturale del compor tamento a flessione trasversale dellala
del concio attraverso prove con
modalit di carico sia concentrato
che distribuito (indicate nel presente articolo con la lettera W) al
fine di simulare lazione esercitata
dagli operatori in movimento sulle
ali durante le fasi di posa in opera e
manutenzione.
Si noti che tutte le prove sono state
eseguite anche sulla miscela originale
priva di rinforzo fibroso (indicate nel
presente lavoro con la lettera P), mantenuta come campione di riferimento.
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Caratterizzazione
meccanica
Laggiunta di fibre ad un comune impasto di calcestruzzo conferisce tenacit al
materiale composito, ovvero una maggiore resistenza alla propagazione della
fessura. Questa propriet si manifesta
con la resistenza residua che il calcestruzzo fibrorinforzato in grado di offrire in fase post-fessurativa.
Diverse prove di flessione-trazione indiretta sono state eseguite sia su travetti intagliati sia strutturali in modo da
ottenere un numero significativo di dati
sperimentali, al fine di valutare al meglio
il contributo del rinforzo fibroso.

Figura 4 Strumentazione di misura.

Prove su provini
standardizzati
La geometria adottata per i provini
quella proposta dalla normativa UNI11039 per le prove di flessione su quattro punti di carico per provini intagliati.
La prova di flessione su quattro punti
stata condotta utilizzando come variabile
di controllo lapertura di fessura alla base
dellintaglio (CMOD), Figura 3 e Figura 4.

Figura 3 Schema statico di prova su provini


intagliati.

In Figura 5 sono rappresentati gli andamenti degli sforzi in funzione dellapertura di fessura, da cui risulta evidente il
contributo delle fibre di acciaio (N-S1/2/3) ai fini della duttilit del materiale.

Figura 5 a) Cur va sforzi apertura di fessura;


b) zoom per piccole aperture di fessura.
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S t u d i

Il comportamento della miscela contenente fibre di vetro (G) risulta simile a


quello della miscela P, con un andamento post-picco leggermente pi duttile,
presentando valori nulli di resistenza
per aperture di fessura pari a circa 2
mm. Tale comportamento probabilmente attribuibile allelevato quantitativo
di acqua richiesto durante la fase di
realizzazione della miscela a causa dei
problemi di lavorabilit incontrati, il quale
potrebbe aver determinato un legame
fibre-matrice inefficiente. Ad eccezione
di G e P, tutte le curve presentano un
comportamento post-fessurativo inizialmente incrudente per aperture di fessura comprese tra 0,25 e 1,25 mm, seguito
da un ramo di softening con pendenza
pressoch uguale per tutte le miscele
contenenti fibre di acciaio.
Dallanalisi dei grafici possibile notare
come, ad eccezione del composito rinforzato con fibre di vetro (G), tutte le
curve risultanti medie presentano significativi valori di resistenza residua per
intervalli di apertura di fessura relativi sia
allo stato limite di esercizio che allo stato
limite ultimo, oltre ad un iniziale comportamento post-fessurativo incrudente
per aperture di fessura superiori a 0,1
mm. Da notare come il comportamento
evidenziato per basse aperture di fessura
mostra la capacit delle fibre di ritardare la fessurazione, mentre landamento
corrispondente ad elevate aperture di
fessura evidenzia il contributo delle fibre
nellassorbire elevati quantitativi di energia in campo post-fessurativo e pertanto
nel prevenire rotture catastrofiche.
Prove su provini
strutturali
Come suggerito dalla CNRDT-204 sono
state svolte delle prove su campioni
denominati strutturali (Figura 6), ossia
prelevati dalle ali dei conci di tegolo precedentemente testate, al fine di valutarne
linfluenza della metodologia di fabbricazione sul comportamento del materiale.
Tali prove di flessione su quattro punti

r i c e rch e

17

Figura 6 Schema statico e strumentazione di misura.

Figura 7 a) Curva sforzi apertura di fessura;


b) zoom per piccole aperture di fessura.

presentano uno schema analogo a quanto gi descritto in precedenza.


In Figura 7 sono rappresentati gli andamenti degli sforzi in funzione dellapertura di fessura, da cui risulta evidente il contributo delle fibre di acciaio (S-S-1/2/3 ed
S-G) ai fini della duttilit del materiale.

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S t u d i

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Dallanalisi dei precedenti grafici possibile notare come le fibre presenti nella
miscela S-3, conferiscano unelevata duttilit al materiale per aperture di fessura
relative allintervallo di stato limite di esercizio, evidenziando per, per fessure pi
elevate, una capacit di assorbire energia
inferiore a quella manifestata dalla miscela
S-2, pur rimanendo comparabile a quella
presentata dalla S-1. Pertanto il contributo delle fibre contenute nella miscela
S-2 risulta pi efficace ai fini della duttilit
del composito allo stato limite ultimo,
anche se comunque leffetto delle fibre di
rinforzo nella miscela S-3 decisamente
significativo e del tutto soddisfacente per
i fini applicativi prefissati.

delle fibre. Dallanalisi dei precedenti grafici possibile notare come i valori di prima
fessurazione non mostrano una particolare tendenza, ma sono indipendenti
dallorientamento e dalla tipologia delle
fibre utilizzate. Al contrario risulta evidente il significativo contributo nellincremento del carico massimo fornito dalle
fibre orientate ortogonalmente al piano
di rottura. Si pu quindi notare come
intervenendo sulla modalit di getto e sul
comportamento al fresco del calcestruzzo, possibile determinare un orientamento preferenziale delle fibre che riesca
ad incrementare la resistenza e la tenacit
del materiale nella direzione desiderata.

Orientamento delle fibre


Parallelamente alla fase sperimentale atta
a caratterizzare il materiale da un punto
di vista meccanico, sono state eseguite
prove volte alla valutazione di una possibile influenza della metodologia di getto
utilizzata sullorientamento delle fibre di
acciaio disperse nel calcestruzzo.
A tal fine, per ogni miscela di calcestruzzo fibrorinforzato, stata realizzata una
lastra da cui sono stati successivamente
ricavati, con orientamenti diversi (Figura
8), campioni di prova di forma prismatica
da sottoporre a prove di flessione su
quattro punti.
In Figura 9 sono rappresentati gli andamenti degli sforzi in funzione dellapertura
di fessura, da cui risulta evidente linfluenza
della direzione di getto nellorientamento

Figura 8 Orientamento dei campioni.

Figura 9 Curve sforzi - apertura di fessura.


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S t u d i

r i c e rc h e

Prove su strutture
Parallelamente allo studio dei materiali
sono state eseguite prove di carico su
conci di tegoli in scala reale (Figura 10), al
fine di determinare la capacit portante a
flessione trasversale delle ali.

Figura 10 Vista tridimensionale del concio


di tegolo in studio.

A questo scopo si sono considerate due


differenti condizioni di carico (concentrato
e distribuito), Figura 11, in grado di simulare il carico statico indotto da un uomo
posizionato allestremit libera dellala.
Di seguito si riportano i risultati (Figura
12) ottenuti per le due diverse modalit
di prova sopra presentate con riferimento
agli andamenti carico-spostamento.
Dal confronto del comportamento delle

ali costituite da differenti miscele e sottoposte a carico concentrato possibile


osservare come gli elementi in parete
sottile realizzati con matrici rinforzate con
fibre dacciaio presentino un andamento
simile in termini di carico-spostamento
fino al termine della multi-fessurazione.
Anche il concio di calcestruzzo ordinario
privo di fibre, pur mostrando a parit di
spostamento valori di carico inferiori a
quelli degli elementi fibrorinforzati, evidenzia un andamento che non si discosta
significativamente da quello mostrato dalle
ali caratterizzate dalla presenza di fibre.
Approccio progettuale
Ai fini dellanalisi e simulazione dei risultati
ottenuti dalle prove sperimentali precedentemente descritte, si fatto riferimento non agli usuali legami costitutivi
proposti in letteratura, bens a due leggi
di pi semplice applicazione nella pratica
progettuale, sulla base di quanto proposto dalla CNR-DT 204/2006: a) modello
elastico-degradante e b) rigido plastico
(Figura 13).
Tali legami costitutivi sono definiti in funzione di tre parametri legati agli sforzi
residui calcolati in determinati intervalli di
apertura di fessura, rappresentativi dello
stato limite di esercizio e dello stato limite
ultimo. I parametri sopra citati possono

Figura 11 Modalit di carico delle prove sui conci di tegolo: a) concentrato; b) distribuito.
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Figura 12 Andamenti carico-spostamento:


a) concentrato; b) distribuito.

essere tarati sulla base dei risultati sperimentali ottenuti da prove eseguite sia su
campioni standardizzati sia su campioni
strutturali (rappresentativi della struttura reale).
Al fine di valutare linfluenza del tipo di
modello e della prova considerata per
tarare i parametri necessari alla definizione del legame costitutivo, sono stati
calcolati i momenti resistenti di progetto
attesi, secondo quanto indicato dalla CNR,
e successivamente confrontati con quelli
ottenuti sperimentalmente (Figura 14).
Lanalisi dei rapporti tra i momenti flettenti sperimentali ed i momenti resistenti,
valutati attraverso limpiego dei due diversi legami costitutivi basati sulle resistenze
industrie manufatti cementizi - 5

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Figura 13 Legami costitutivi semplificati: a) elastico degradante;


b) rigido plastico.

residue ricavate dalle prove di flessione


sui campioni intagliati, porta a confermare
linadeguatezza di tali modelli nel descrivere il comportamento degli elementi in
parete sottile, in quanto risulta evidente
la sovrastima della capacit portante ultima. Infatti, nonostante lintroduzione di
un coefficiente di sicurezza pari ad 1,5,
possibile notare come il rapporto tra il

Figura 14 Confronto tra momenti resistenti di progetto attesi e


sperimentali.

momento sperimentale e quello teorico


spesso non risulti pari nemmeno allunit.
Tale fenomeno probabilmente legato
allincapacit dei provini intagliati di riprodurre in modo adeguato la geometria ed i
problemi connessi alle strutture in parete
sottile, per le quali la lunghezza caratteristica viene a coincidere con lo spessore,

determinando pertanto un valore molto


piccolo della deformazione ultima. Si pu
infatti notare come i risultati ottenuti attraverso i medesimi legami, basati per sulle
resistenze residue ottenute dalle prove di
flessione sui campioni strutturali, mostrino
ladeguatezza di tali modelli nel cogliere
la capacit portante ultima degli elementi
studiati.
Conclusioni
4 Tutte le miscele rinforzate con fibre
di acciaio mostrano un significativo
incremento di duttilit in fase postfessurativa associato allo sviluppo di
meccanismi di pull-out delle fibre.
4 Esiste una significativa differenza tra
le propriet nominali e le propriet
strutturali. Infatti i valori delle resistenze
residue ottenute dalle prove di flessione su quattro punti di provini intagliati
risultano sempre superiori a quelle
ricavate dalle stesse prove condotte
su provini strutturali, cos chiamati in
quanto rappresentativi delle strutture
in esame.
4 Il calcolo del momento resistente ultimo
della struttura in parete sottile, eseguito
sulla base del modello elastico degradante lineare, porta ad ottenere dei
valori superiori a quelli risultanti dallimpiego del modello rigido-plastico.
Si suggerisce per tanto limpiego del
modello elastico-degradante lineare nel
caso in cui si abbiano a disposizione i
risultati di prove specifiche su campioni
strutturali e del modello rigido-plastico
nei casi in cui le resistenze siano desunte
da prove su campioni standard, anche se
tale accorgimento non sempre garantisce
una corretta valutazione della capacit
portante ultima sulla base dei valori di
sicurezza impiegati.
Ringraziamenti
Si ringraziano il Prof. Marco di Prisco,
il Prof. Pietro Gambarova, il Dott. Ing.
Daniele Dozio, il Dott. Ing. Matteo
Colombo, lIng. Marco Lamperti e lazienda Fumagalli.
n
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r i c e rc h e

23

Bibliografia
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di prima fessurazione e degli indici di prima duttilit.

industrie manufatti cementizi - 5

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24

I n s e r t i

La rispondenza ai
nuovi decreti sulla
resistenza al fuoco
delle strutture
in c.a. e in c.a.p.
(D.M. 16/02/07, D.M. 09/03/07, D.M. 09/05/07)
di Carlo Schiatti
Per lunghi anni, la normativa di riferimento
per la resistenza al fuoco delle strutture
stata la Circolare n. 91 del 14/09/1961 del
Ministero dellInterno.
La circolare fu emanata a seguito del diffondersi delluso di profilati di acciaio per
la realizzazione delle strutture portanti nelle costruzioni adibite a fini civili, fatto che
destava preoccupazione in ordine a gravi
pericoli per la stabilit in caso di incendio.
Sulla base di uno studio condotto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, nonch
di esperienze nazionali ed estere, furono
emanati la circolare e il relativo allegato
tecnico, entrambi basati sul criterio fondamentale che la struttura debba resistere,
senza collassare, allincendio delle sostanze combustibili in essa contenute.
Venivano introdotti in modo sistematico
concetti come: carico dincendio (quantit
equivalente di legno per metro quadrato
riferita al massimo numero di calorie per
unit di superficie che si possono sviluppare per effetto della combustione di tutti
i materiali combustibili presenti), durata di

resistenza al fuoco (tempo in minuti dopo


il quale lelemento costruttivo considerato,
sottoposto ad un determinato incendio e
quindi a una determinata curva di temperatura normalizzata, perde la sua capacit
portante), grado di protezione delle strutture (provvedimenti necessari a garantire
una durata minima di resistenza al fuoco
funzione del carico dincendio, della destinazione duso dei locali, del pericolo di
propagazione del fuoco ad altri fabbricati,
dellimportanza presuntiva delleventuale
soccorso e della sua rapidit), valutazione
dellentit del rischio e dei provvedimenti
atti a limitarlo (da determinarsi in base ai
fattori sopra descritti).
Si consolida altres la regola per cui la
valutazione del rischio e le conseguenti
prescrizioni devono essere determinati
in fase di progettazione ed avere carattere vincolante per luso cui ledificio
destinato.
Tutti i concetti e le regole fin qui illustrati
e sanciti dalla Circolare 91 sono tuttoggi
validi, anche se diversamente normati. Per
5 - industrie manufatti cementizi

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I n s e r t i

questo motivo, e anche per mancanza di


spazio, nel proseguo non si approfondir
laspetto relativo alla evoluzione delle regole generali, focalizzando invece lattenzione sulla evoluzione delle prescrizioni
cui devono corrispondere le prestazioni
delle strutture in cemento armato e in cemento armato precompresso.
Per ottemperare alle regole di cui sopra, la
Circolare n. 91 forniva criteri numerici per
la determinazione della classe di resistenza, espressa in minuti primi di durata di resistenza al fuoco, cui dovevano soddisfare
le strutture degli edifici (sette classi, da 15
a 180 minuti), e forniva tutta una serie di
indicazioni progettuali per assicurare alle
strutture la resistenza al fuoco necessaria.
Tutte le indicazioni di cui sopra (spessore
minimo dei rivestimenti, di vari materiali,
delle strutture metalliche, spessore delle
pareti tagliafuoco, spessore minimo dei
solai) erano fornite in forma tabellare,
perch risultato diretto di prove al forno
su campioni reali.
A parte le indicazioni circa i solai e circa
le pareti tagliafuoco (riferite effettivamente anche ad elementi in calcestruzzo e/o
latero-cemento), tutte le tabelle, come
ricordato, erano riferite a ricoprimenti di
materiali protettivi (fra cui il calcestruzzo)
applicati a strutture composte di profilati
di acciaio.
Tuttavia, essendo la Circolare 91 lunico
elemento normativo disponibile (anche
se comunque rappresentando una grande
innovazione nel settore), la prassi corrente ha portato ad utilizzare le tabelle di cui
trattasi anche per le strutture in cemento
armato e in cemento armato precompresso, assimilando di fatto il ricoprimento delle strutture metalliche composte di
profilati al ricoprimento delle armature
delle sezioni in calcestruzzo.
evidente la grossolanit di un tale passaggio, tuttavia inizialmente giustificato dai
tempi, dalle esigenze di mercato dellepoca, dalla carenza di modelli matematici disponibili, dalla carenza normativa protrattasi per lunghi anni.
La cosa ha anche ricevuto una veste di uf-

25

ficialit, allorch con Circolare M.I. n. 52/82


fu chiarito che i requisiti di resistenza al
fuoco fossero valutati secondo le modalit di prova stabilite nella Circolare n. 91/61
prescindendo dal tipo di materiale costituente lelemento da costruzione stesso
(calcestruzzo, laterizi, acciaio, ecc.).
Con tale circolare fu anche introdotta
per la prima volta la variabilit del livello
di resistenza al fuoco, derivante dallaggregazione dei requisiti R, RE, REI:
conservazione per il tempo corrispondente alla classe, di stabilit meccanica
(simbolo R), di tenuta alle fiamme ai fumi
e ai gas (simbolo E), di isolamento termico (simbolo I).
Solo nel 1989 vede la luce la norma UNI
9502, successivamente revisionata, basata
sugli eurocodici UNI EN 1991-2-2 e UNI
EN 1992-1-2, che per la prima volta mette a disposizione un metodo di calcolo
per la valutazione della resistenza al fuoco
di elementi singoli in calcestruzzo armato
normale e precompresso sottoposti allincendio normalizzato. Sono anche rese
disponibili varie mappature termiche di
sezioni in calcestruzzo allo scopo di permettere la valutazione analitica.
poi comunque prevista una verifica della
capacit portante con il sistema tabellare,
alla stregua di quanto prevedeva la Circolare 91, nonch ulteriori criteri di verifica
con metodi semplificati. Sono comunque
richiamate le modalit di prova sperimentale, sempre ammesse, sia per la determinazione della resistenza del singolo
elemento, sia per la determinazione della
singola mappatura termica. La norma
stata elaborata con il contributo determinante dei Vigili del Fuoco.
Viene pi compiutamente definita la resistenza al fuoco nelle sue componenti
possibili in ordine alla classificazione di un
elemento costruttivo:
4 la sola capacit portante (R): elementi
strutturali interni ad un compartimento (spazio delimitato da elementi di
separazione in grado di impedire la
propagazione del fuoco oltre i confini
dello stesso);

industrie manufatti cementizi - 5

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26

I n s e r t i

4 la capacit di compartimentazione
(RE): rispetto del criterio della capacit portante e del criterio della tenuta;
4 la capacit di compartimentazione con
controllo della temperatura sul lato
esterno dellelemento separante (REI):
di solito richiesta per gli elementi di separazione fra compartimenti attigui.
Le classi di resistenza sono ridotte a sei
(30, 60, 90, 120, 180, 240), con la eliminazione delle classi 15 e 45 e con laggiunta
della classe 240 rispetto alla Circolare 91.
La norma impedisce di tenere conto della
possibilit di riduzione della temperatura
dei gas a contatto con la superficie esposta
al fuoco degli elementi strutturali di copertura nel caso siano presenti aperture quali
lucernari, fori, evacuatori di fumo, zone di
minimo spessore non strutturale destinate
a forarsi in caso di incendio, eccetera.
Questultimo aspetto rappresenta un limite della norma, oggi superato, anche se
solo per casi determinati, dalla emanazione del D.M. 09/05/2007.
La metodologia di calcolo viene esposta
nei dettagli, anche con esempi applicativi.
4 Verifica del criterio di capacit
portante (R): determinata la mappatura termica, si effettua la verifica allo
stato limite ultimo dellelemento per
il tempo corrispondente alla classe richiesta, tenendo conto del degrado dei
materiali. La norma fornisce anche indicazioni sulle azioni di progetto e sulle
relative combinazioni da considerare
per la verifica allo stato limite ultimo, ivi
compresi i coefficienti y di combinazione per lazione variabile considerata
come principale e per le azioni variabili
considerate come secondarie.
Su questo punto, come vedremo, il
D.M. 09/03/2007 introduce innovazioni, in specie per quanto riguarda il carico neve in copertura. La UNI 9502, sul
punto, era in effetti penalizzante, specie
per le classi di resistenza R elevate,
imponendo uno y1,1 pari a 0,5 per
qualsiasi altitudine.
4 Verifica del criterio di tenuta
(E): non conducibile per via analitica.

Vengono fornite regole pratiche di


progettazione.
4 Verifica del criterio di isolamento termico (I): si conduce per via analitica attraverso il calcolo della distribuzione delle temperature nellelemento.
Sono imposti due livelli insuperabili
riferiti alla differenza di temperatura
fra il tempo corrispondente alla classe considerata e il tempo zero, valutati
sulla superficie non esposta al fuoco:
un livello per la temperatura massima
e un livello per la temperatura media
valutata sulla superficie interessata. In
via semplificata viene fornito un criterio pratico di progettazione su base
tabellare per il soddisfacimento del
criterio I.
Da notare la prescrizione contenuta al
punto 7.2.2 della norma, relativa agli elementi separanti per la realizzazione di
compartimentazioni, l dove si precisa
che, nel caso tali elementi inglobino materiali che alle alte temperature possano
sviluppare gas e conseguenti pressioni ed
esplosioni, occorre predisporre opportuni sfoghi in direzione della faccia esposta
al fuoco.
Questo argomento di interesse specifico per la prefabbricazione in calcestruzzo.
Sulla problematica, spesso trascurata, si
espressa la Direzione Centrale per la
prevenzione e la sicurezza tecnica del Dipartimento dei Vigili del Fuoco di Roma,
presso il Ministero dellInterno con nota
prot. P567/4122 sott. 55, indirizzata alla
Direzione Regionale VV.F. della Lombardia, che aveva richiesto un parere in tal
senso.
Nella nota si fa presente che il fenomeno
consiste in una improvvisa e violenta combustione dei gas derivanti dalla sublimazione
e successivo innesco del polistirene contenuto nel calcestruzzo, come alleggerimento di
solai e come coibente di pareti, che produce un elevato innalzamento delle pressioni
su elementi non progettati per sopportarle,
determinandone lo scoppio. Si ha perdita
prematura del requisito E.
Richiamate le numerose prove di labo5 - industrie manufatti cementizi

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28

I n s e r t i

ratorio effettuate, la nota conclude che


la mancata disposizione della prescrizione di cui allart. 7.2.2. della norma UNI
9502/2001 pu rappresentare un significativo rischio per gli utenti.
Sullargomento, spesso trascurato nella
pratica corrente, si possono trovare approfondimenti, trattazione teorica e risultati di prove di laboratorio in una memoria tecnica pubblicata nel 2006 dalla
Ruredil S.p.A. di Milano, Azienda aderente
al Gruppo Inserti di ASSOBETON (le immagini sono tratte da tale memoria).
Nella memoria si rendiconta altres una
prova sperimentale condotta in collaborazione con la Sezione Solai a Doppia
Lastra di ASSOBETON eseguita presso

il laboratorio autorizzato CSI di Bollate


(MI) (esperienza pubblicata al convegno
FIB Milano ottobre 2004 a firma dellIng.
Andrea Franchi di Parma).
Per raggiungere gli scopi di cui alla prescrizione dellart. 7.2.2. della UNI 9502, si
ricorre spesso, sia pure nella poco diffusa
pratica, a forature nelle solette inferiori
delle lastre predalles e a tubicini di plastica
colleganti i blocchi di polistirene con la superficie esterna nei pannelli prefabbricati
in cemento armato.
Tali semplici metodi artigianali, ancorch
poco diffusi, prevengono il problema dello
scoppio ma presentano alcune controindicazioni: il foro pu limitare la durabilit
del manufatto, permettendo a fumi, umidit e sporcizia in genere di permeare nelle cavit, pu determinare inoltre piccoli
problemi estetici, e pu arrivare anche, se
mal posizionato nei pannelli tagliafuoco, a
danneggiare prematuramente, in caso di
incendio, la sigillatura REI interposta fra i
pannelli stessi.
Per quanto sopra, al pari di quanto pi
volte osservato in merito agli inserti per la
prefabbricazione, di notevole aiuto per
il Progettista la messa a disposizione di inserti specifici prodotti da Aziende specializzate, testati sperimentalmente, di facile
utilizzo, certificati dal Produttore.
Allo scopo, auspicando il diffondersi ulteriore di prodotti industriali specifici, si segnala il dispositivo denominato JET della
Ruredil S.p.A., messo a punto, brevettato
e sperimentato dallAzienda nella prova al
forno sopra citata, atto a eliminare il fenomeno dello scoppio senza le controindicazioni sopra espresse.
Il dispositivo Ruredil JET realizzato in
materiale plastico con punto di fusione
prefissato, ed costituito da un corpo cilindrico di 25 mm di diametro e 1 mm di
spessore, tagliato in sommit a 45 per facilitare linserimento nel blocco di alleggerimento. La sua estremit inferiore viene
posta a diretto contatto con la cassaforma
durante la fase produttiva del manufatto.
Nella versione HS particolari alette consentono un appoggio stabile dello sfiato
5 - industrie manufatti cementizi

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I n s e r t i

durante la posa del blocco di polistirene.


La versione H, priva di ali, progettata per
poter essere inserita manualmente nel
blocco di polistirene prima del getto.
Un apposito disco assicura un corretto inserimento nel blocco di alleggerimento. In
corrispondenza della sommit sono presenti 4 rostri triangolari che conferiscono
allo sfiato la capacit di ancorare il blocco
di polistirene al calcestruzzo.
Non sono visibili fori allesterno: il sottile
velo di calcestruzzo e la valvola a punto di
fusione prefissato permettono lattivazione dello sfiato in caso di incendio.
Come sempre, sono disponibili modelli
differenziati, guide applicative, assistenza
agli utenti.
A seguito della pubblicazione della
norma UNI 9502, ASSOBETON, ha
reso disponibile una guida applicativa
e interpretativa sulla norma stessa, a
servizio degli Associati e dei progettisti, con la quale caratterizza le prescrizioni della norma al settore specifico
della prefabbricazione fornendo per di
pi ulteriori suggerimenti e indicazioni
progettuali.
Si segnalano quelle relative alle compartimentazioni, agli inserti metallici, e indicazioni sulle sigillature intumescenti delle
pareti tagliafuoco composte da pannelli
prefabbricati (quindi discontinue).
Nonostante la pubblicazione della norma UNI 9502, rimasto negli anni assai
diffuso il ricorso alla Circolare 91/61,
giustificato da motivi di opportunit ma
anche dal fatto che la seconda aveva
carattere di ufficialit almeno pari alla
prima.
Basti pensare che solo con D.M. dei Ministeri dellInterno e della Funzione Pubbli-

LASTRA PREDALLE

29

HS

ca del 4 maggio 1998 il metodo analitico


viene ammesso, per la prima volta, per il
calcolo della resistenza al fuoco.
Questa situazione di carenza legislativa,
e di confusione comportamentale, ha
finalmente ricevuto una parziale regolamentazione con lemanazione del D.M.
16/02/2007.
Nel frattempo, in un quadro di positiva evoluzione regolamentare, in data
31/01/2001, il Ministero degli Interni inviava Circolare ai comandi provinciali dei
VV.F. accompagnando sette modelli di
certificazione e dichiarazione da allegare

PANNELLO DI TAMPONAMENTO

industrie manufatti cementizi - 5

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30

I n s e r t i

alla domanda di rilascio del Certificato di


Prevenzione Incendi:
4 Mod. CERT. REI (resistenza al fuoco
degli elementi costruttivi portanti e
separanti);
4 Mod. DICH. CORRISP. (dichiarazione
di corrispondenza in opera di elementi costruttivi portanti e separanti);
4 Mod. DICH. RIV. PROT. (dichiarazione
di corretta posa in opera dei rivestimenti protettivi);
4 Mod. REL. REI (relazione valutativa di
resistenza al fuoco degli elementi costruttivi portanti e separanti);
4 Mod. DICH. POSA IN OPERA (dichiarazione di corretta posa in opera
dei materiali classificati e delle porte);
4 Mod. DICH. IMP. (dichiarazione di corretta installazione di impianti non ricadenti nel campo della L 46/1990);
4 Mod. CERT. IMP. (certificazione di
impianto antincendio o protezione
fulmini non ricadente nel campo
della Legge 46/1990).
Questi modelli, successivamente revisionati fino allultima versione 2004, sono
stati totalmente superati da una revisione pi radicale emanata con Circolare
VV.F. del 24 aprile 2008, di cui si dir in
conclusione.
Va per subito sottolineato il quadro di
responsabilit che emerge, perch sostanzialmente sempre valido.
Il progettista della resistenza al fuoco degli
elementi costruttivi portanti e/o separanti
(iscritto negli elenchi del M.I. ai sensi della Legge 818/84) certifica la resistenza al
fuoco (R/RE/REI) sulla base di tre possibili
alternative:
4 valutazione di tipo sperimentale;
4 valutazione di tipo tabellare;
4 valutazione di tipo analitico.
Leventuale prova sperimentale assunta
per la certificazione utilizzabile solo se
riproduce esattamente lelemento in opera per geometria, dimensioni, composizione dei materiali, condizioni di incendio,
condizioni di vincolo, di posa e di situazione di carico.
La certificazione e i relativi allegati richiesti

deve essere prodotta al locale Comando


dei Vigili del Fuoco ai fini del rilascio del
certificato di prevenzione incendi.
La certificazione su base sperimentale di
materiali e/o prototipi comporta una dichiarazione di conformit dellimpresa installatrice alla prova sperimentale stessa.
Se la certificazione basata sullapplicazione di rivestimenti protettivi, questa comporta, oltre alla certificazione dei materiali,
una dichiarazione di corretta posa in opera da parte dellimpresa installatrice.
La certificazione su base analitica comporta la elaborazione di apposita relazione di calcolo che riporti le ipotesi di base
adottate per il calcolo e ogni altro dato
necessario per la eventuale riproducibilit
della verifica analitica.
Il professionista responsabile della posa in
opera della resistenza al fuoco degli elementi costruttivi portanti e/o separanti
(iscritto negli elenchi del M.I. ai sensi della
Legge 818/84) certifica la corrispondenza
tra gli elementi costruttivi certificati con
quelli posti in opera, dichiarando di aver
visionato la certificazione di resistenza al
fuoco, la eventuale relazione valutativa
analitica, leventuale dichiarazione di corretta posa in opera dei rivestimenti protettivi, di aver riscontrato la conformit
con quanto realizzato con esplicito riferimento al numero e posizione degli elementi, alla loro geometria, ai materiali, alla
loro disposizione, alle condizioni di incendio, alle condizioni di carico e di vincolo,
alle caratteristiche e modalit della posa
di eventuali protettivi.
D.M. 16/02/2007, Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da
costruzione.
Il decreto, emanato dal Ministero degli
Interni nellambito del recepimento delle
norme della Commissione Europea relative alla marcatura CE sui prodotti da
costruzione, riordina la materia allo scopo
di recepire il sistema europeo di classificazione di resistenza al fuoco dei prodotti e
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32

I n s e r t i

delle opere da costruzione e allo scopo di


conformare le stesse opere e le loro parti
al requisito essenziale sicurezza in caso di
incendio.
Integrano il decreto quattro allegati:
4 lAllegato A contiene la classificazione dei prodotti e degli elementi da
costruzione, la simbologia relativa alla
classificazione stessa e i riferimenti alle
norme europee applicabili, in conformit alle decisioni della Commissione
dellUnione europea. La classificazione,
espressa in minuti, molto estesa, riguarda una molteplicit di prodotti di
tipo diverso e comprende anche le
note classi R, E, I;
4 gli Allegati B, C, D contengono le modalit per la classificazione della resistenza al fuoco ottenuta rispettivamente
mediante prove, calcoli, confronti con
tabelle:
4 lAllegato B: contiene i riferimenti
normativi per leffettuazione delle
prove e per la redazione dei rapporti di prova; definisce le modalit
per lesecuzione delle prove e la documentazione necessaria, definisce
le modalit del campo di applicazione diretta del risultato di prova (ambito delle limitazioni duso e
delle possibili modifiche apportabili
al campione senza necessit di ulteriori approvazioni per lattribuzione
del risultato ottenuto); definisce le
modalit del campo di applicazione
estesa del risultato di prova (ambito di estensione dei risultati della
prova, che deve essere definito da
specifiche norme);
4 lAllegato C: rimanda a specifici regolamenti le definizione delle
condizioni di esposizione al fuoco
e degli scenari di incendio, nonch delle combinazioni di carico
da considerare e dei coefficienti
di sicurezza sui materiali e sui modelli (lo specifico regolamento in
questione sar il successivo D.M.
09/03/2007). Definisce i metodi di
calcolo da utilizzare, indicando quel-

li contenuti negli Eurocodici, purch


completi delle appendici contenenti
i parametri definiti a livello nazionale (NDPs).
In mancanza, indica in alternativa:
4 gli Eurocodici con gli NDPs
presenti nelle norme stesse
come valori di riferimento;
4 le norme UNI 9502-95039504;
4 lAllegato D: fornisce le varie tabelle necessarie alla determinazione della resistenza al fuoco per via
tabellare.
Le classi di resistenza diventano dieci, da
15 a 360 minuti.
Prodotti: sono disciplinate le condizioni per lutilizzo dei prodotti in presenza
o meno della marcatura CE, funzione
dellessere o meno trascorso il termine
per lobbligatoriet della stessa.
Elementi costruttivi: si ribadisce che
possono essere installati ovvero costruiti in presenza di certificazione redatta
da professionista in conformit al D.M.
04/05/1998 e si forniscono ulteriori regole e prescrizioni.
Viene infine stabilito un regime transitorio
di validit dei vecchi rapporti di prova rilasciati ai sensi della Circolare 91/61:
4 1 anno dallentrata in vigore del decreto, per rapporti precedenti al
31/12/1985;
4 3 anni dallentrata in vigore del decreto,
per rapporti emessi tra il 01/01/1986
e il 31/12/1995;
4 5 anni dallentrata in vigore del decreto, per rapporti emessi dopo il
01/01/1996.
D.M. 09/03/2007 Prestazioni di resistenza al fuoco
delle costruzioni nelle
attivit soggette al controllo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
in coerenza e in continuit con il precedente D.M. che, per le costruzioni, prevedeva la certificazione a carico di professionista abilitato e specifici regolamenti
5 - industrie manufatti cementizi

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I n s e r t i

che disciplinassero le condizioni di esposizione al fuoco e degli scenari di incendio,


nonch delle combinazioni di carico da
considerare e dei coefficienti di sicurezza
sui materiali e sui modelli.
Non a caso nellincipit del decreto si richiamano le Norme Tecniche per le Costruzioni. E ancora: rilevata la necessit di
aggiornare i criteri per determinare le prestazioni di resistenza al fuoco che devono possedere le costruzioni : il carico di incendio
ormai riconosciuto come azione da considerare per la verifica delle costruzioni. Il
riferimento normativo agli Eurocodici.
Le disposizioni tecniche sono contenute
nellAllegato al decreto.
La Circolare del Ministero dellInterno
14 settembre 1961 n. 91 abrogata a
partire dallentrata in vigore del decreto
(settembre 2007).
Viene stabilito un regime transattivo,
che esclude dalla necessit di nuovi accertamenti circa le prestazioni di resistenza al
fuoco le costruzioni esistenti che alla data
di entrata in vigore del decreto abbiano
superato gli accertamenti degli organi di
controllo, e ci anche nei casi di modifiche
alla costruzione ivi compresi gli ampliamenti e/o i cambi di destinazione duso.
Quanto sopra con leccezione che le modifiche e/o i cambi di destinazione duso
non comportino incrementi della classe di
rischio, una riduzione delle misure protettive, ovvero un incremento del carico di
incendio specifico.
Contenuti dellAllegato:
4 definizioni dei termini e delle tolleranze
dimensionali; prescrizioni per la determinazione del carico di incendio;
4 definizione delle prestazioni da richiedere ad una costruzione in funzione
degli obiettivi di sicurezza da raggiungere, distinte in cinque livelli: da Livello
I (nessun requisito richiesto, dove le
conseguenze della perdita dei requisiti
di resistenza siano accettabili o dove il
rischio incendio sia trascurabile) a Livello V (mantenimento della totale funzionalit della costruzione dopo la fine
dellincendio);

33

4 definizione delle tipologie di costruzione e delle attivit connesse ai fini


dellattribuzione del livello di prestazione richiesto;
4 precisazioni progettuali circa gli scenari
e gli incendi convenzionali di progetto,
necessarie per la definizione delle azioni del fuoco;
4 criteri di progettazione degli elementi
strutturali resistenti al fuoco:
devono essere considerate le azioni
indirette prodotte da deformazioni
e da espansioni imposte o impedite
dovute ai cambiamenti di temperatura per effetto dellesposizione al
fuoco;
nel progetto e nelle verifiche di sicurezza allincendio si deve tenere
conto anche della presenza delle
azioni a temperatura ordinaria permanenti e di quelle variabili che sia
verosimile agiscano contemporaneamente allincendio;
le azioni variabili dovranno essere
prese in conto con i propri coefficienti parziali relativi allo stato limite
in esame, che di norma lo stato limite di esercizio con combinazione
quasi-permanente;
non si prende in considerazione la
possibilit di concomitanza dellincendio con altre azioni accidentali.
In sintesi, dunque, le verifiche vanno
effettuate con riferimento alla condizione di carico relativa allo stato limite
di esercizio con combinazione quasipermanente.
Le verifiche vanno eseguite utilizzando
gli Eurocodici completi dei parametri
definiti a livello nazionale. In attesa della
definizione di tali parametri, ammesso luso dei metodi di calcolo contenuti
negli Eurocodici, con i parametri di riferimento generali, ovvero nelle norme UNI
9502/9503/9504.
Di fatto il superamento formale della
UNI 9502, che come abbiamo visto viene richiamata solo in via transitoria come
metodologia di calcolo adottabile nelle
relazioni di calcolo, ma svuotata della par-

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34

I n s e r t i

te relativa alle azioni da considerare nelle


verifiche.
Si tratta di un deciso avvicinamento agli
Eurocodici, cosa auspicata per tutte le
normative tecniche da molti professionisti,
stanchi del deprimente tira e molla in atto
da anni nel campo delle normative per
lingegneria strutturale.
Cambia in particolare lindicazione del coefficiente di combinazione delle azioni variabili: y1,1 nella UNI 9502 (coefficiente di
combinazione atto a definire i valori delle
azioni assimilabili ai frattili di ordine 0,95
delle distribuzioni dei valori istantanei);
y2,i nella indicazione del D.M. 09/03/2007
(coefficiente di combinazione atto a definire i valori quasi permanenti delle azioni
variabili assimilabili ai valori medi delle distribuzioni dei valori istantanei).
Esemplificando: nel caso delle coperture
si passa dal considerare il 50% del carico
neve al non considerarlo affatto. La stessa
cosa per lazione del vento.
La formula applicabile : Fd= GK+PK+S(y2,i
Qik) per il D.M. LL.PP. 09/01/1996; praticamente identica quella del D.M. 14/01/2008,
che riprende fedelmente quella dellEurocodice.
Ci sono leggere differenze fra i valori di
y2,i fra le due normative attualmente in
vigore (pi articolata e completa lindicazione del D.M. 14/01/08, coincidente con
quella dellEurocodice).
D.M. 09/05/07 Direttive per
lattuazione dellapproccio ingegneristico alla sicurezza antincendio.
In data 22 maggio 2007 stato pubblicato
il decreto e in data 17 luglio 2007 stata
pubblicata la relativa circolare esplicativa.
Questa disposizione legislativa definisce
gli aspetti procedurali e i criteri da adottare per valutare il livello di rischio e progettare le conseguenti misure utilizzando
un approccio definito approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio.
Lapproccio utilizzabile, in alternativa a
quello previsto dal D.M. 04/05/1998, per
insediamenti di tipo complesso o a tec-

nologia avanzata, per edifici di particolare


rilevanza architettonica e/o costruttiva,
ovvero pregevoli per arte o storia.
Il decreto detta tutti i criteri e le prescrizioni cui il progettista, il costruttore e il
titolare dellattivit devono conformarsi.
Lapproccio caratterizzato da una prima fase in cui sono formalizzati i passaggi
che conducono alla valutazione del rischio e in cui definito lo scenario di
incendio; da una seconda fase in cui si
passa allanalisi quantitativa degli effetti
dellincendio in relazione agli obiettivi assunti; da una terza fase in cui si definiscono i livelli prestazionali richiesti.
Lapproccio ingegneristico pu prendere
in considerazione tutti i parametri che
possono incidere nellevoluzione dellincendio e sugli effetti causati dallo stesso
con riferimento a tutte le condizioni al
contorno presenti, quali geometria del
locale, condizioni di ventilazione, stato
delle porte e delle finestre, eventuale
rottura dei vetri e via dicendo.
Lapproccio ingegneristico comporta la
necessit che sia elaborato e successivamente attuato un programma per lattuazione del sistema di gestione della sicurezza antincendio (denominato SGSA).
La documentazione, i livelli di presa
datto, la formazione e la comunicazione devono essere appropriate al fine di
assicurare che tutti i soggetti interessati comprendano le limitazioni poste alla
base del progetto.
Devono essere esplicitati i provvedimenti presi in ordine alla organizzazione del
personale, alla identificazione e valutazione dei pericoli derivanti dallattivit,
al controllo operativo, alla gestione delle
modifiche, alla pianificazione delle emergenze, alla sicurezza delle squadre di soccorso, al controllo delle prestazioni, alla
manutenzione dei sistemi di protezione,
al controllo e alla revisione. Di fatto tutto
quanto previsto in una normale procedura conforme alla norma UNI EN ISO
9001-2000 di gestione della qualit.
Lattuazione del programma soggetta
a verifiche periodiche dei VV.F., la prima
5 - industrie manufatti cementizi

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2-12-2008 16:39:55

36

I n s e r t i

delle quali avviene in concomitanza del


sopralluogo per il rilascio del certificato
prevenzione incendi.
istituito presso il dipartimento dei VV.F.
lOsservatorio per lapproccio ingegneristico alla sicurezza antincendio, al fine di
favorire la massima integrazione tra tutti
i soggetti chiamati allattuazione delle disposizioni relative.
Nuova modulistica
Con lettera circolare VV.F. Prot.
P515/4101 sott. 72/E.6, datata 24 aprile
2008, stata attuata una revisione con
sostituzione integrale della modulistica di
prevenzione antincendi da allegare alla
domanda di sopralluogo ai fini del rilascio del certificato prevenzione incendi.
4 Mod. CERT. REI.-2008 (certificazione
di resistenza al fuoco di prodotti/elementi costruttivi in opera);
4 Mod. DICH. PROD.-2008 (dichiarazione inerente i prodotti impiegati ai
fini della reazione e della resistenza al
fuoco ed i dispositivi di apertura delle
porte);
4 Mod. DICH. IMP.-2008 (dichiarazione
di corretta installazione e funzionamento dellimpianto (non ricadente
nel campo di applicazione del D.M.
22/01/08 n. 37);
4 Mod. CERT. IMP.-2008 (certificazione
di corretta installazione e funzionamento dellimpianto).
La nuova modulistica conseguenza diretta dellemanazione dei D.M. 16/02/07
e D.M. 09/03/07. Per linteresse specifico
per il settore, ci si soffermer specificatamente sul modulo CERT. REI.-2008.
Partendo dalla constatazione, gi presente nelle precedenti normative, ma rafforzata dalle ultime, che la certificazione si
basa sulle reali caratteristiche riscontrate in
opera e si riferisce allelemento cos come
stato realizzato, la circolare afferma
che viene meno lesigenza di dover dichiarare successivamente che lelemento
costruito corrisponde a quello certificato (motivo per il quale il vecchio modello
DICH. CORRISP.-2004 stato abolito).

Non si pu fare a meno di notare come,


sul punto, i vecchi modelli corrispondevano meglio ad una realt fatta di professionisti diversi che si occupano di fasi
diverse del processo edilizio e di fasi diverse anche nella vita dellelemento costruttivo, spesso progettato e prodotto
in luoghi e tempi diversi rispetto a quelli della sua messa in opera (caso tipico
quello della prefabbricazione).
Del resto le figure professionali che si occupano del processo edilizio sono sempre distinte in ogni normativa, sia quella
tecnica che quella relativa alla sicurezza.
In molte Aziende di prefabbricati sono
diverse le figure del Progettista strutturale (cui compete anche la verifica al
fuoco delle strutture, visto che il fuoco
una delle azioni agenti sulle costruzioni)
e del Direttore dei Lavori di stabilimento
(cui compete la responsabilit di realizzare il componente conformemente al
progetto).
E non si vede come potrebbe la figura del Progettista Antincendio, tecnico
esperto di prevenzione incendi che affianca il Committente per lottenimento
del certificato Prevenzione Incendi, certificare di avere riscontrato in opera che
lelemento costruito corrisponde a quello certificato per materiali, per presenza
e disposizione delle armature, per copriferri, se non fosse lui stesso il Direttore
dei Lavori (che oltre tutto e per lo stesso
motivo la stessa Legge 1086/71 distingue
in due figure quando si di fronte a produzione di componenti prefabbricati).
In conseguenza del quadro sopra descritto, derivano alcune implicazioni per
la prefabbricazione in calcestruzzo, che
vede una casistica composta di due grandi famiglie, peraltro molto sfaccettate al
loro interno:
4 la produzione di elementi che nel
complesso edilizio cui saranno inseriti
si caratterizzano come semi-lavorati:
il caso dei solai e dei componenti
prefabbricati venduti franco fabbrica
o franco cantiere;
4 la produzione e il montaggio di com5 - industrie manufatti cementizi

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ponenti prefabbricati posti in opera a


costituire un complesso edilizio strutturalmente finito.
In entrambi i casi, ai sensi della Legge
1086/71, il Prefabbricatore deve produrre al Committente la relazione di calcolo
e la relazione di fine lavori del Direttore
dei Lavori di stabilimento.
Analogamente, appare evidente che il
Prefabbricatore dovr produrre al Progettista Antincendio la valutazione di
resistenza al fuoco dei componenti prodotti (secondo una delle tre modalit
consentite) e una relazione del Direttore
dei Lavori interno (che pu coincidere
con la relazione di fine lavori) che attesti esplicitamente la corrispondenza fra il
prodotto realizzato e quello progettato
con esplicito riferimento alla valutazione
progettuale di resistenza al fuoco.
Per la seconda famiglia fra quelle sopra
indicate, il Prefabbricatore dovr anche
produrre una relazione firmata da Tecnico abilitato responsabile del montaggio
che dichiari la stessa cosa con riferimento
a tutti gli elementi che vengono messi in
opera direttamente al montaggio (inserti, sigillature intumescenti e via dicendo).
Solo quanto sopra potr permettere al
Progettista Antincendio di compilare e
sottoscrivere la propria certificazione di
resistenza al fuoco di prodotti-elementi
costruttivi in opera (Mod. CERT. REI.2008), senza che questa sia una vuota
dichiarazione basata su dati di fatto non
noti al dichiarante.
Il Progettista Antincendio potr citare i
documenti sopra descritti, esplicitando
che anche su quelli si basa la sua certificazione, nello spazio previsto dal Mod.
CERT. REI.-2008, svincolato da qualsiasi
tipo di formato e dimensione, dove deve
essere riportata una sintetica ma esaustiva relazione della valutazione condotta.
I documenti di cui sopra faranno parte
della documentazione allegata alla certificazione, che rimarranno al Titolare dellattivit, che dovranno essere resi disponibili
qualora ritenuto necessario dal Responsabile VV.F. dellistruttoria tecnica.
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industrie manufatti cementizi - 5

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38

M e rc a t o

Note per un
rilancio della
politica abitativa
di Aldo Norsa
La politica abitativa in evidenza nellagenda del nuovo governo.
Base di partenza leredit lasciata da quello precedente che
allinea la politica italiana a quella europea e apre la strada al
coinvolgimento dei privati. Ecco il punto in base alle risultanze di un
convegno Iuav/Urbanpromo.

INTRODUZIONE
Questo articolo scaturisce da interventi presentati a un doppio convegno1
dal titolo Le politiche abitative. Scena-

ri, progetti, ricerche, svoltosi a Venezia


il 22 novembre 2007 nellambito della
manifestazione Urbanpromo promosso
dallUniversit Iuav2.

Il convegno stato supportato economicamente da Fillea Cgil e da Finabita-Ancab-Legacoop e dalle societ: Baldassini-Tognozzi-Pontello, Cesi, Consorzio Etruria, Coopsette, Dec, Intercantieri Vittadello, Lamaro Appalti,
Mantovani, Pirelli Real Estate, Rosso e Sacaim, nonch Basso Prefabbricati, Cavazzana, Cev, Cooperativa La Trevisana, Cooperativa LUnitaria, Ediltre, Edilvi, Lovisotto, Maltauro, Paccagnan, Pavan Costruzioni, Sarmar, Setten,
Tecnoedile e Valdadige Costruzioni.

Al convegno, coordinato dallautore e organizzato da Massimo Bernardelli, fondatore di www.housingsociale.it sono


intervenuti: nella sessione mattutina, Paolo Rosa, dirigente della Direzione generale per ledilizia residenziale e le politiche
urbane e abitative del Ministero delle Infrastrutture; Aldo Luciano Marcon direttore dellAter di Padova; Riccardo Roda,
direttore di Eos Consulting; Ferdinando Terranova, direttore Dipartimento Itaca dellUniversit La Sapienza; Luciano Tortoioli, direttore della Regione Umbria, coordinatore tecnico delle Regioni e delle Province Autonome; Roberto Fabbri vice
presidente di Finabita-AncabLegacoop; Andrea Bernabei, membro governance di Assoimmobiliare; Marcello Cruciani,
dirigente mercato privato dellAnce; Enzo Campo, segretario nazionale di Fillea Cgil; Sergio Urbani, direttore della Fondazione Housing Sociale; Gianni Verga, assessore alla Casa del Comune di Milano; e, nella sessione pomeridiana, Giancarlo
Carnevale, preside della Facolt di Architettura dellIuav; Federico Della Puppa, professore a contratto allIuav; Luigi Mario
Filocca, commissario della Borsa Immobiliare di Milano; Andrea Sardena, dottorando di ricerca allIuav; Maurizio Trabuio,
direttore della Fondazione La Casa; Carlo Della Mura, architetto, docente allIuav; Giorgio Garau, professore allUniversit
di Padova; Piercarlo Romagnoni, professore all Iuav; Roberto Scotta, ricercatore all Universit di Padova; Massimo Cavazzana, direttore tecnico di Cavazzana; Alberto Dal Lago, presidente di Dlc; Paolo Dalla Via, amministratore delegato di
Mantovani; Paolo Dosa, direttore di Maltauro; Roberto Falsini (con Fabio Biancucci), presidente di Mabo; Diego Pavan,
amministratore di Edilvi; Francesco Venier, amministratore delegato di Eraclit Venier; Umberto Piron, responsabile audit
della Fondazione Cariparo; Antonio Rigon, direttore generale di Sinloc; Sergio Urbani, direttore della Fondazione Housing
Sociale; Mariano Carraro, segretario ai lavori pubblici della Regione del Veneto; Renzo Bullo, presidente di Assobeton.
2

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M e rc a t o

A una sessione mattutina intitolata I programmi sociali di trasformazione urbana:


dai contratti di quartiere verso nuovi
modelli Le politiche abitative governative ne seguita una pomeridiana che
ha affrontato temi pi tecnici a partire
dallo scenario della domanda/offerta per
arrivare a proposte tipologiche, tecnologiche e ambientali per un nuovo modello di housing sociale3. Questo materiale
di studio (le testimonianze dei relatori
unitamente agli esiti di due convenzioni
tra lIuav e, rispettivamente, la Regione
del Veneto e ASSOBETON) fondativo dellattivit di un cluster di ricerca
sullabitare che lautore ha proposto in
seno allAteneo veneziano congiuntamente con i colleghi Bruno Dolcetta e
Angelo Villa, docenti di urbanistica il primo, di progettazione il secondo.
TEMATICA
Per inquadrare correttamente la politica
della casa necessario partire da una
constatazione: lItalia spende per labitazione solo l1% della spesa sociale contro
il 5,6% della Gran Bretagna o il 2,9% della
Francia. Tanto che, per esempio, nel 2004
si sono realizzati solo undicimila alloggi
di edilizia agevolata o convenzionata (e
1.900 di edilizia sovvenzionata, cio a
totale finanziamento pubblico) mentre
nel 1984 se ne erano realizzati rispettivamente 34 e 56 mila. La progressiva rinuncia a una politica (pubblica) della casa,
data dal 1998, anno nel quale fu cancellata la disponibilit dei fondi statali ex Gescal senza che fossero previsti strumenti
alternativi.
Da allora ogni attribuzione di risorse
avvenne nel modo pi episodico fino
ad arrivare al pi recente programma
straordinario di edilizia residenziale pubblica inserito nel collegato alla finanziaria 2008 che rappresenta una sorta di
eredit che il governo Prodi ha lasciato
al governo Berlusconi, come punto di

39

partenza di una politica che deve essere


organica.
Ecco alcune illustrazioni dello stato
dellarte:
Oggi la propriet dellabitazione ormai patrimonio ampiamente diffuso delle famiglie italiane

Fonte: Nomisma, La condizione abitativa in Italia, 2007.

Rispetto al resto dEuropa, lItalia ha un settore dellaffitto


piuttosto esiguo. Questo penalizza, non solo chi non in
grado di accedere alla casa in propriet, ma anche la mobilit
individuale e professionale sul territorio

Fonte: Censis 2007, su dati Housing Statistics in Eu.

Si ricorda che prima di questa sintesi del convegno Iuav/Urbanpromo, nel numero 2 di questa stessa rivista era
stata anticipata la pubblicazione del pi ricco sul piano tecnico-culturale degli interventi, quello di Riccardo
Roda, architetto, fondatore e direttore della societ Eos Consulting.

industrie manufatti cementizi - 5

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40

M e rc a t o

Negli ultimi anni in Italia si costruito poco patrimonio


residenziale rispetto alla media europea, e quel poco
stato destinato interamente alla compravendita
Anno di
costruzione

Francia Germania

Gran
Spagna Italia Media
Bretagna

Fino al 1945

22,8

18,2

17,7

16,0

23,4

19,6

Dal 46 al 70

29,6

32,1

29,0

25,0

35,5

30,2

Dal 71 al 95

32,3

24,7

28,5

20,2

31,3

27,4

Dal 95 al 2007

15,3

25,0

24,8

38,8

9,8

22,7

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

totale

Fonte: Scenari immobiliari 2007 European Outlook 2008.

QUALE POLITICA ABITATIVA4


A fine corsa il governo Prodi ha sottoscritto due importanti provvedimenti di
politica abitativa.

Il primo riguarda un nuovo finanziamento


nella linea dei contratti di quartiere, ridenominati Programmi di riqualificazione
urbana per alloggi a canone sostenibile.
Il secondo adempie, con un certo ritardo, a quanto previsto dallarticolo 5 della
legge 8 febbraio 2007, n 9 che definisce lalloggio sociale esente dallobbligo
di notifica degli aiuti di Stato (la temuta
motivazione con la quale la Commissione Europea sanziona ogni atto che vada
contro i principi del mercato unico).
Rimandando lapprofondimento di entrambi a una specifica disamina aggiornata, ecco i contenuti di maggiore interesse.
1. PROGRAMMI DI
RIQUALIFICAZIONE URBANA
PER ALLOGGI A CANONE
SOSTENIBILE
I principali obiettivi che questi programmi si propongono di perseguire sono

Lincremento dei prezzi e dei canoni di locazione delle abitazioni risulta significativamente pi accentuato rispetto alla crescita del reddito medio delle famiglie

Evoluzione dei prezzi, dei canoni di locazione delle abitazioni e del reddito familiare Fonte: Nomisma, La condizione abitativa in Italia, 2007.
4

Questo paragrafo deriva da una memoria di Roberto Fabbri, vicepresidente Finabita-AncabLegacoop.


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M e rc a t o

quelli di incrementare la disponibilit di


alloggi sociali offerti in affitto e migliorare la dotazione infrastrutturale di quartieri a forte disagio abitativo. Per questo
scopo sono disponibili 280 milioni da
ripartire tra le Regioni, a cui va aggiunto il coofinanziamento obbligatorio delle stesse Regioni, nella misura del 30%
delle risorse statali, e dei Comuni nella
misura del 14% delle complessive risorse statali e regionali. Complessivamente
le risorse disponibili raggiungono cos i
415 milioni.
Gli interventi ammessi a ricevere tali finanziamenti possono riguardare:
4 la realizzazione e il recupero di alloggi
a canone sostenibile (comprendente
il canone sociale edilizia residenziale
pubblica e un canone agevolato non
superiore al 70% del canone concordato di cui allarticolo 2 della legge
431/98);
4 le urbanizzazioni secondarie a servizio delle unit abitative da recuperare
o da realizzare.
I soggetti destinatari del finanziamento,
pubblici - Iacp (nelle loro nuove denominazioni Aler, Ater, ...) e Comuni e privati imprese, cooperative e fondazioni,
vera novit nel panorama degli operatori
potranno partecipare a bandi regionali
da approvarsi entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto ministeriale e potranno aggiudicarsi il finanziamento sulla
base di proposte che verranno selezionate da una commissione mista Ministero, Regioni, Anci, nominata da ogni Regione. Le caratteristiche che le proposte
devono avere sono:
4 conformit agli strumenti urbanistici
vigenti o adottati;
4 finanziamento massimo (Stato/Regione) fissato in 10 milioni;
4 investimento minimo fissato nella
misura di 1,5 milioni nei Comuni
con popolazione inferiore a 15 mila
abitanti e in 5 milioni nei Comuni
con popolazione superiore a 15
mila abitanti.
Inoltre la prestazione energetica degli al-

loggi da finanziare deve essere superiore


a quella prevista dal decreto legislativo
311/2006.
2. DEFINIZIONE DI
ALLOGGIO SOCIALE
Secondo il provvedimento ministeriale
rientrano nella definizione di alloggio
sociale:
4 gli alloggi destinati alla locazione permanente che svolgono funzioni di interesse generale perch funzionali alla
salvaguardia della coesione sociale e
dellaccesso alla locazione a soggetti e
nuclei familiari che altrimenti non sarebbero in grado di accedervi tramite
il libero mercato;
4 gli alloggi destinati alla locazione temporanea per almeno otto anni nonch
quelli destinati alla propriet, che usufruiscono di agevolazioni pubbliche.
La locazione individuata come modalit prioritaria di erogazione del servizio
di edilizia residenziale sociale; il sostegno
allaccesso alla propriet considerato
in via subordinata nel duplice aspetto di
unintegrazione di diverse fasce sociali e
di un aiuto al miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie.
I canoni degli alloggi a locazione permanente vengono definiti dalle Regioni, in
concertazione con le Anci regionali e
devono garantire la copertura dei costi fiscali, di gestione, e manutenzione
ordinaria.
I canoni destinati alla locazione temporanea non possono superare il valore dei
canoni concordati ai sensi dellarticolo 2
della legge 431/98.
Agli operatori pubblici e privati che realizzano interventi in propriet o locazione temporanea viene riconosciuta una
compensazione per il servizio, costituita
oltre che dal canone anche dalle diverse misure agevolative stabilite a livello
statale, regionale o comunale. Tale compensazione si intende a copertura dei
costi sostenuti e di un ragionevole utile
di impresa.
Per gli interventi di alloggio sociale in pro5 - industrie manufatti cementizi

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M e rc a t o

priet le Regioni, in concertazione con le


Anci regionali, fissano i requisiti e i criteri
per stabilire il prezzo di vendita.
Il decreto indica le caratteristiche tecnico-costruttive dellalloggio sociale, richiamando la legge 457/78 e principi di
sostenibilit ambientale e di risparmio
energetico.
Va sottolineato che il decreto definisce
lalloggio sociale, in quanto servizio economico di interesse generale, standard
urbanistico aggiuntivo da assicurare tramite la cessione gratuita di aree o di alloggi, con modalit indicate dalle norme regionali. Questa definizione, che chiarisce
la natura di servizio anzich di bene
dellalloggio sociale, lo sottrae allambito
di applicazione della temuta normativa
europea a tutela della concorrenza.
PER UN BILANCIO
DELLA POLITICA DEI
CONTRATTI DI QUARTIERE5
Dopo lo spartiacque ricordato labolizione nel 1998 della formula di finanziamento ex Gescal negli ultimi dieci anni
lunico significativo programma nazionale di interesse (seppur non centrale)
delledilizia residenziale pubblica stato
quello dei contratti di quartiere, che ha
avuto due successive edizioni, mentre la
terza non decollata. Per quanto riguarda la seconda edizione (datata dicembre
2001, quando furono stanziati i fondi
ministeriali, e dicembre 2002 quando furono ripartiti tra le Regioni), malgrado il
governo Prodi abbia avuto il merito di
riaprire il dialogo a livello tecnico tra Ministero e Regioni e di sbloccare la procedura con la firma delle convenzioni, i
tempi di realizzazione si sono dilatati oltre misura.
Questo impone un ripensamento delle
procedure in vista dellimpiego dei fondi
per eventuali future politiche che si ispirano ai contratti di quartiere. Infatti la riqualificazione di citt e periferie tema

43

centrale delle politiche di sviluppo e di


governo del territorio a fronte anche di
una pressante richiesta di sicurezza da
parte dei cittadini messa a repentaglio
anche dalla carenza di urbanizzazioni, di
attivit che rendono vivo un quartiere,
dal degrado ambientale ed edilizio che
favoriscono lannidarsi di forme di violenza, criminalit, sfruttamento, droga;
esse vanno combattute anche con il miglioramento della qualit dellambiente
e con la ricreazione delle condizioni di
vivibilit.
La riqualificazione pu essere soddisfatta
solo con politiche integrate di intervento, finalizzate a migliorare la residenzialit
insieme al commercio e allartigianato
locale, creare posti di lavoro, favorire la
ricerca, le attivit culturali, laccessibilit e
gli interventi per la mobilit sostenibile, il
risparmio energetico, ecc.
La strada indicata dai contratti di quartiere, in particolare nella loro seconda
edizione caratterizzata da un maggior
coinvolgimento delle Regioni a livello
politico e dei privati a livello economico e gestionale sembra quella
giusta.
Su questa strada necessario insistere,
colmando per alcune carenze che permangono di cui se ne possono evidenziare almeno sei con i relativi suggerimenti:
1) Semplificare le procedure e quindi ridurre i tempi delle decisioni
Si tratta di principi condivisibili, ma applicabili con difficolt se non si rinuncia a un
eccesso di protagonismo nella gestione
di programmi, sia a livello centrale che
regionale.
Per quanto concerne il ruolo dello Stato basterebbe richiamarsi ai pi recenti
principi contenuti nelle sentenze della
Corte Costituzionale, in materia di programmazione integrata, nonch allesito
del ricorso dellUmbria al Tar del Lazio
sulla terza edizione dei contratti di quar-

5
Questo paragrafo deriva da una memoria di Luciano Tortoioli, coordinatore tecnico delle Regioni e
delle Province Autonome.

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M e rc a t o

tiere, secondo cui lo Stato ha il compito


di dettare i criteri e gli obiettivi, preoccuparsi che vengano perseguiti senza
deviazioni, controllare con puntualit il
rispetto di tempi e regole e, infine, sanzionare chi non si adegua.
2) Accentuare il partenariato tra enti pubblici e tra pubblico-privato
La ricerca di partner privati interessati
alla formazione e attuazione di programmi urbani complessi oggettivamente
difficile, sia per la necessit di adottare
processi trasparenti di evidenza pubblica,
sia perch occorre offrire certezze sui
tempi e sulle regole.
3) Rilanciare la programmazione strategica e negoziata ai diversi livelli, in un
quadro regionale che riconosca ruoli articolati ai territori, valorizzando le funzioni delle singole citt, senza creare sovrapposizioni
indubbio che una politica di riqualificazione della citt pu essere favorita
da un quadro territoriale di riferimento
che disegni strategie e ruoli ben definiti
per le singole citt che possono cos
operare come sistema urbano integrato a rete, senza sovrapposizioni o prevaricazioni.
In realt regionali ove presente
unarea metropolitana questo pi facile, ma non escluso che sia possibile
anche in presenza di citt di peso dominante rispetto al contesto territoriale di riferimento.
4) Dare prospettive di finanziamento pluriennale
Si prevede che nei prossimi anni saranno destinate alla riqualificazione urbana ingenti risorse pluriennali e non
episodiche.
Non dovrebbe essere utopia ipotizzare
un sistema di programmazione aperto che consenta ai comuni di elaborare
programmi complessi senza il condizionamento di scadenze una tantum dei
bandi di finanziamento occasionali.

5) Integrare i processi di riqualificazione


urbana nella prassi ordinaria di pianificazione
La riqualificazione urbana non tema da
affrontare esclusivamente mediante limpiego di fondi pubblici.
Numerosi sono infatti gli esempi di programmi urbani comunali che si alimentano attraverso forme di sostegno diverse,
il pi delle volte riconducibili alla premialit urbanistica.
Le leggi urbanistiche regionali e la pianificazione comunale su questo tema hanno
ovviamente un ruolo decisivo, ma non
secondario anche il ruolo che potrebbe avere la riforma nazionale sul governo del territorio, pi volte annunciata ma
mai fortemente voluta dai governi che si
sono succeduti, sulla quale sono rimaste
tre proposte agli atti nel passaggio dalla
15 alla 16 legislatura.
6) Favorire la crescita delle autorit locali,
nella gestione della complessit
La predisposizione di un Piano urbanistico comunale (Puc) e la sua attuazione
richiedono un impegno straordinario
che pochi Comuni sono in grado di sostenere, specie se la nuova generazione
di programmi punta sempre pi sulla integrazione tra interventi fisici e progetti
di sviluppo economico e di welfare e sulla
partecipazione allargata.
La capacit di gestire la complessit da
parte degli enti locali quindi una esigenza irrinunciabile.
Pensando poi a una nuova stagione dei
contratti di quartiere restano da approfondire questioni di contenuto, tra cui
in particolare:
a) come integrare le politiche di housing
sociale con quelle di riqualificazione
urbana
Se la prima edizione nata con un forte
impegno sui quartieri di edilizia residenziale pubblica, finanziando in misura prevalente interventi sulle case, la seconda
ha spostato molte risorse su infrastrutture e servizi (da 30% a 40%). Nei prossimi
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contratti di quartiere necessario assicurare la presenza di una componente di


housing sociale molto pi consistente,
capace di assecondare il principio della
politica integrata che alla base dei contratti stessi e di differenziare lofferta abitativa in base alle mutate esigenze di una
societ dinamica, che chiede pi affitto,
nelle diverse forme previste, senza dover
cadere nella speculazione.
Esso va quindi inteso nella sua accezione
pi ampia che non quella esclusiva di
sostegno alle famiglie indigenti, che possono pagare a malapena il canone sociale
minimo, ma che invece quellintervento rivolto a coloro che ricercano alloggi
adeguati, a prezzi e canoni accessibili e
controllati, che interessa una larga fetta di
popolazione. Considerando che la propriet delledilizia residenziale ha raggiunto ormai l80%, il nodo vero della riqualificazione urbana sta nel come rendere
protagoniste dei processi di riqualificazione delle citt le famiglie proprietarie,
per esempio associandole per realizzare
opere a scomputo, o anche le famiglie
di inquilini, organizzandole per acquistare
patrimoni dismessi. Lo sforzo di rendere
protagonista la propriet diffusa passa per un impegnativo ottenimento del
consenso, agendo sulla base dellemergenza abitativa, del risanamento conservativo, della difesa del patrimonio edilizio
e della riqualificazione ambientale.
b) Quali prospettive si aprono con la programmazione dei fondi Ue
Gli articoli 8 e 10 del regolamento
1080/2006 mirano ad accrescere la
competitivit e attrattivit dei territori
regionali mediante interventi vertenti
sulla coesione territoriale e sul rafforzamento dei sistemi urbani.
La programmazione nazionale ha gi riconosciuto la strategicit delle indicazioni
europee. compito delle Regioni cogliere questopportunit, indirizzando con
maggiore convinzione rispetto al passato,
i fondi verso la riqualificazione urbana.
Il Programma operativo regionale (Por)
dellUmbria, per esempio, contiene un
industrie manufatti cementizi - 5

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46

M e rc a t o

asse dedicato ai temi dellaccessibilit del


territorio e delle aree urbane.
Lobiettivo duplice: da un lato potenziare le infrastrutture materiali di collegamento con le aree urbane per abbattere
le barriere che limitano lo sviluppo di talune realt produttive; dallaltro realizzare
interventi su aree urbane (e centri storici,
intesi come elementi fondanti dellattrattivit regionale), finalizzati al contrasto
dei fenomeni di spopolamento, alla creazione di reti di citt e allintroduzione di sistemi di trasporto sostenibili ed
ecocompatibili di collegamento intra ed
extra urbano.
I fondi Ue possono quindi offrire unalternativa alla mancanza di fondi statali,
ma lesperienza insegna che non facile spenderli per programmi complessi
come i contratti di quartiere, dove le
variabili connesse alle tipologie di intervento sono numerose e i regolamenti
non hanno quella flessibilit di impiego
dei finanziamenti che invece risulta indispensabile per affrontare le diverse problematiche.
Si pensi infatti alla necessit di intervenire in zone urbane dove, insieme alle
abitazioni pubbliche e private (politiche
dellhousing sociale) c bisogno di riqualificare le urbanizzazioni primarie a rete,
ma anche quelle secondarie (sociale, servizi pubblici), incentivare il reinsediamento di attivit economiche e commerciali,
con aiuti per la sede, le attrezzature, lavviamento, promuovere iniziative sociali di
comunicazione e di sostegno degli abitanti, attivare politiche culturali e per la
sicurezza dei cittadini.
I fondi comunitari possono finanziare
solo una parte: investimenti su aree pubbliche, infrastrutture a rete, accessibilit,
ma non housing, aiuti alle imprese commerciali, ma non attivit sociali o per la
cultura.
Ogni contratto di quartiere invece una
proposta originale, studiata sullo specifico caso urbano, diverso (per tipologia di
luoghi, comparti territoriali, condizioni di
finanziamento, strategie di sviluppo), che

quindi non pu essere interpretata con


formule standardizzate.
Occorre disporre di una sorta di cassetta di attrezzi che deriva anche dalle
esperienze passate e dalle buone pratiche
conosciute e consente, con flessibilit, di
affrontare le complessit del programma
e di sostenerlo economicamente nelle
sue quattro linee di azione:
4 strategica, che affronta il tema delle
citt e della loro rivitalizzazione, con
progetti anche di marketing urbano;
4 strutturale, che interviene sulle parti
fisiche, aree pubbliche e private, residenziali, commerciali, di servizio;
4 di animazione, che sviluppa azioni di
promozione ed animazione di contesti urbani e commerciali;
4 di coordinamento, che si pone il problema della governance e del coordinamento di interventi fisici, azioni e
processi, attuati da una molteplicit di
soggetti.
La cassetta degli attrezzi non deve
ignorare poi che la rivitalizzazione urbana un processo dinamico, che va
seguito nel tempo e mai abbandonato.
Insieme al programma, definito nelle
quattro linee di azione, occorre un progetto di ingegneria finanziaria in grado
di sostenerlo, che coordini limpiego dei
fondi privati e pubblici e, per questi ultimi, disponga dei margini di flessibilit
richiesti dalla complessit degli interventi.
Probabilmente i finanziamenti pubblici potrebbero essere pensati come un
mix a disposizione del Comune e dei
suoi partners da utilizzare per le diverse
destinazioni e interventi del contratto
di quartiere.
Una sorta di armadio a pi cassetti,
ciascuno con un fondo per finanziare gli
interventi previsti, con le proprie regole amministrative e contabili, da gestire
con una forte regia unitaria, seppure
con modalit diverse.
Questa sembra una strada obbligata se
non si dispone di risorse totalmente libere da vincoli di destinazione.
5 - industrie manufatti cementizi

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M e rc a t o

IL POSSIBILE RUOLO
(FINANZIARIO)
DEL SETTORE PRIVATO6
Ogni proposta finanziaria (intesa a inserirsi in una nuova politica abitativa sociale), secondo una proposta di Assoimmobiliare (Confindustria), deve provenire
da operatori privati che siano in grado
di candidarsi a realizzare e gestire, attraLe spese per labitazione incidono
considerevolmente sulla spesa media
mensile nazionale delle famiglie
2002
2004
2006
Spesa media mensile 2.198
2.381
2.461
Alimentari (e)
426 (e) 453 (e) 467 (e)
Non Alimentari (e) 1.772 (e) 1.928 (e) 1.994 (e)
Abitazione
24,7%
25,5%
26,0%
Utenze
4,7%
4,7%
5,0%
Arredamenti,
elettrodomestici e
6,4%
6,3%
5,9%
servizi per la casa

Spesa media mensile delle famiglie italiane per capitolo di spesa 2006 (val. in euro
e val. %) Fonte Istat, I consumi delle famiglie 2006.

verso strumenti evoluti e regolamentati


di finanza immobiliare, patrimoni abitativi
destinati alla locazione di lunga durata a
canoni concordati con i pubblici poteri.
Ecco due illustrazioni diagrammatiche
delle formule ipotizzate (in attesa che ne
scaturisca un disegno di legge ad-hoc).
CONCLUSIONI
Alla vigilia di un rilancio della politica abitativa, la diagnosi degli errori del passato
(con particolare riferimento agli ultimi
dieci anni di politica dei contratti di quartiere) si coniuga con proposte operative,
tra cui quella citata del settore privato
(della promozione immobiliare).
Partendo dal livello statale, consigliabile
che il Ministero tenga conto di quanto
sta avvenendo in molte Regioni, dei programmi che stanno avviandosi in modo
originale, ma soprattutto adeguato alle
specifiche realt territoriali e si attivi per
accompagnare questi processi con nuove risorse, ma non pensando di imporre
nuovi modelli, unificanti e omologanti.
Sarebbe un errore gi fatto in passato, da
non ripetere.
n

Per realizzare un progetto di sviluppo finalizzato ad ampliare significativamente lofferta di residenze in locazione
necessario un mix di interventi integrati da parte dello
Stato, degli Enti Locali e degli Operatori privati

47

Attraverso il ricorso ad un nuovo modello di sviluppo immobiliare (le residenze di interesse generale destinate
alla locazione) possibile realizzare in
un quinquennio 1 ml di nuove abitazioni destinate alla locazione di lunga
durata (25-30 anni) a canoni sostenibili

Questo paragrafo deriva da una memoria di Andrea Bernabei, membro governance di Assoimmobiliare.

industrie manufatti cementizi - 5

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48

A m b i e n t e

Introduzione
al progetto
LEnSE BUILDINGS
Label for Environmental, Social and Economic Buildings
www.LEnSEbuildings.com
di Gian Luca Baldo, Laura Peano e Paolo Tecchio

Un progetto finanziato
dalla Commissione
Europea
Ideato per rispondere alle crescenti richieste di valutazione della sostenibilit
(nel senso pi ampio e cio ambientale, sociale ed economica)1 di un edifi-

cio, il progetto LEnSE ha permesso lo


sviluppo di una metodologia in grado
di supportare questo tipo di valutazione integrata, mettendo a punto un
approccio quantitativo alla definizione
dei parametri sinteticamente riassunti
in Figura 1, che tenga anche conto di

ENVIRONMENTAL
Climate
Change

Biodiversity

Resource use and


Waste

Environmental
Management and
Geophysical Risk

SOCIAL
Occupants
Well Being

Accessibility

Security

Social and Cultural


Value

ECONOMIC
Whole Life Value

Financing and Management

Externalities

Figura 1 Le categorie individuate dal progetto LEnSE per la valutazione della sostenibilit di
un edificio.
1
Si vedano anche gli articoli sul CEN TC 350 a cura degli stessi autori apparsi su Industrie della Prefabbricazione n.16/2007 e Industrie Manufatti Cementizi n.1/2008.

5 - industrie manufatti cementizi

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A m b i e n t e

tutte le esperienze in atto in Europa su


questo tema.
Lobiettivo dichiarato di non sostituirsi ad alcuna di queste, piuttosto di
tracciare un percorso che possa funzionare da base per lelaborazione di
un indicatore esaustivo di sostenibilit.
La linea di finanziamento europea utilizzata da LEnSE la Priority 8.1 Policyoriented research Scientific support to
policies SSP, Forecasting and developing
innovative policies for sustainability in the
medium and long term. Fanno parte
del Consorzio 9 Enti distribuiti tra Belgio, Germania, Grecia, Francia, Olanda,
Repubblica Ceca, Svizzera e UK.
Il Segretariato Tecnico ha sede presso
il Belgian Building Research Institute. Il
progetto iniziato nel 2006 e si concluso a inizio 2008.
evidente come si sia trattato di un
compito complesso sia per la difficolt
intrinseca di mettere insieme variabili
cos disomogenee, sia per la moltitudine di esperienze che ha gi creato
diversi bacini di utenza non solo in
Europa.
Per dare subito lidea di come largomento sia attuale e in forte sviluppo,
prima di procedere con la descrizione
del progetto LEnSE si ritiene opportuno fornire una panoramica (schematica) di alcune tra le esperienze pi note
in atto nel nostro paese e nel mondo.
LEED SYSTEM:
un approccio analogo
adottato in America
LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) un sistema volontario stabilito dallo U.S. Green Building
Council (USGBC) per individuare gli
edifici verdi. Dopo il primo lancio
pilota avvenuto nel 1998, LEED si
evoluto e si ampliato sempre pi. In
par ticolare, il sistema LEED for Homes
si rivolge al mercato residenziale ed
quindi una parte del pi ampio Sistema
di analisi LEED offerto dallUSGBC per
promuovere il design sostenibile.

49

Il sistema LEED for Homes utilizza 8


diverse categorie per misurare il rating finale di un edificio: innovazione e
design, posizione e collegamenti, uso
sostenibile del sito, utilizzo efficiente
dellacqua, energia e atmosfera, materiali e risorse, qualit dellambiente
indoor, management e educazione ambientale dei proprietari.
Lo scopo quello di calcolare un
punteggio per ciascuna di queste
categorie.
Il massimo punteggio raggiungibile
129 e, a seconda del rating raggiunto, possibile posizionarsi in 4 differenti categorie: Certified (45-59), Silver (60-74), Gold (75-89), Platinum
(90-129). La certificazione viene fornita da organizzazioni locali e regionali
scelte dallUSGBC stesso per garantire
qualit e supporto ai progetti che intendono aderire al sistema. Per maggiori informazioni si rimanda al sito
http://www.usgbc.org/.
Una breve panoramica
sulle attivit in atto
in Italia
Tra le esperienze pi note in atto in
Italia che propongono uno schema di
verifica della compatibilit ambientale a
punteggio o per classi di eccellenza si
citano ITACA, ANAB SB100 e CASACLIMA (Tabelle 1 e 2).
Il merito di queste iniziative quello di
aver avvicinato al tema della sostenibilit molti attori del settore delle costruzioni, stimolando attenzione e dibattito
sul tema.
poi da segnalare lattivit in atto da
parte del nostro Competent Body (il
Comitato Ecolabel) sul tema Ecolabel
per edifici nonch il piano dazione
per la sostenibilit ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione (ovvero piano nazionale
dazione sul Green Public Procurement
- pan GPP) che, per la categoria EDILIZIA (costruzioni e ristrutturazioni
di edifici con particolare attenzione ai

industrie manufatti cementizi - 5

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50

A m b i e n t e

Tabella 1 Classificazione preliminare per funzionalit di alcuni metodi di valutazione della compatibilit ambientale
di edifici disponibili in Italia.

Protocollo
sintetico
ITACA

ANAB
SB100

CasaClima
KlimaHaus

Tipo di
software

Concepito per

Foglio
elettronico
EXCEL

Fase
progettuale
(adattabile
allesistente)

Esecutivo su
Internet
Explorer

Fase
progettuale,
esistente e
ristrutturazione

Programma
ProCasaClima

Fase
progettuale
e valutazione
dellesistente

Figura
professionale
abilitata

Possibilit di
integrazione
con gli
attestati
energetici
previsti dal
D.Lgs 192/05
e successive
modifiche ed
integrazioni

LINK

www.itaca.org

Metodo di
valutazione

Utilizzo e
rilascio
targa

Punteggio
-15

Schede di
valutazione
in fase di
elaborazione,
disponibili
dal 2009

In via di
sviluppo

Verranno
previste modalit
di integrazione,
ad oggi si
attendono le
disposizioni
del 2009

Punteggio
0100

In fase di
elaborazione

In via di
sviluppo,
previsto un ente
terzo, formazione
ANAB

Verranno
previste modalit
di integrazione,
ad oggi in
fase di
sviluppo

Classe
A OROG
kWh/m2*a

Riconosciuto
a livello
nazionale
Valore legale
nella sola
Provincia
di Bolzano

Certificatori
accreditati
CasaClima

Il sistema di
certificazione
in deroga
alla normativa
nazionale

www.anab.it
www.sb100.it

www.agenzia
casaclima.it

Tabella 2 Classificazione preliminare per caratteristiche di alcuni metodi di valutazione della compatibilit ambientale di edifici disponibili in Italia.
Fabbisogno
Valutazione
Valutazione
di energia
delluso di fonti delluso di fonti
per la
rinnovabili per rinnovabili per
climatizzazione
energia termica energia elettrica
invernale

Valutazione
delluso di
materiali con
dichiarazione
di qualit
ambientale

Valutazione
delluso di
materiali
rinnovabili,
di recupero
o riciclati

Valutazione
in ottica
LCA
(analisi del
ciclo di vita)

Valutazione dellinquinamento
acustico

Protocollo
sintetico
ITACA

Richiesto come
dato di input

SI

SI

NO

SI

NO

NO

ANAB
SB100

Richiesto come
dato di input

SI

SI

SI

SI

SI

SI

CasaClima
KlimaHaus

Calcolato come
output

SI

SI

NO

SI *

NO

NO

* Per il conferimento della targa CasaClimapi la realizzazione degli edifici deve avvenire in modo ecocompatibile, attraverso un
accorto sfruttamento delle risorse naturali.
5 - industrie manufatti cementizi

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16-07-2008
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A m b i e n t e

materiali da costruzione, costruzione


e manutenzione delle strade) prevede
lelaborazione di un set di criteri ambientali minimi da rispettare per poter
accedere ai sistemi di acquisto verde.
Il Decreto 135 del 11 Aprile 2008 approva tale Piano dAzione e apre sostanzialmente la strada ad una diffusione pi capillare delle procedure di
acquisto verde da parte della Pubblica
Amministrazione.
Protocollo
sintetico ITACA
Il Protocollo sintetico ITACA (Istituto
per la Trasparenza, lAggiornamento e
la Certificazione degli Appalti) permette di stimare il livello di qualit ambientale di un edificio, misurandone la prestazione rispetto a 12 criteri, suddivisi
in due aree di valutazione, ossia il consumo di risorse e i carichi ambientali.
In base alla specifica prestazione, ledificio riceve un punteggio per ogni criterio, che va da -1 a +5, in cui lo zero
rappresenta la pratica costruttiva corrente. Il tutto viene poi elaborato con
dei pesi in forma percentuale, per arrivare allindicatore finale delledificio.
Questo metodo nasce per la valutazione preventiva, ma pu essere ragionevolmente adattato alle residenze
esistenti.
Attualmente, listituto ITACA, le cui
funzionalit sono al servizio delle Regioni, si sta occupando della stesura
della nuova versione, prevista per il
2009; annessa a questa, si potranno poi
conoscere le modalit per il rilascio
dellapposita targa identificativa.
Tra le iniziative collegate ad ITACA
da segnalare il progetto Strumenti
per la promozione della sostenibilit
nel campo delledilizia Banca dati dei
materiali di riferimento per costruzioni
ad elevata prestazione ambientale
Fase Prima (finanziato dalla Regione
Marche e portato avanti dallUniversit Politecnica della stessa Regione in
collaborazione con il ITC-CNR), che si

propone, tra gli altri obiettivi, quello di


costituire una banca dati energeticoambientale istituzionalizzata seguendo
una logica di analisi di ciclo di vita.
ANAB SB100
SB100 il programma messo a punto da ANAB (Associazione Nazionale
per lArchitettura Bioecologica) che
consente di definire e valutare preventivamente le caratteristiche di una
costruzione, individuando le azioni
pi oppor tune per ottenere il livello
di qualit e sostenibilit ambientale
desiderato.
I temi dello sviluppo sostenibile sono
ecologia, societ, economia e si dividono in 100 azioni possibili (molte gi
normalmente presenti nelle regole del
buon costruire) a cui corrispondono
100 punti raggiungibili.
Se le prestazioni hanno una qualit pari
ad uno standard definito il punteggio
0 mentre, se le prestazioni sono migliorative rispetto allo standard, il punteggio 1.
Il punteggio totale, abbinato ad una
classe di appar tenenza (AG), contraddistingue la classe di sostenibilit
delledificio.
Analogamente al caso precedente, anche per SB100 in fase di elaborazione il sistema di rilascio della targa di
appar tenenza e la possibile integrazione con attestati di qualificazione energetica, secondo il D.Lgs. 311/06.
Pro CasaClima
(Agenzia CasaClima)
Dal 2002 volontariamente e dal 2005 in
modo obbligatorio, la provincia autonoma di Bolzano adotta strumenti di misurazione del fabbisogno e dellefficienza
energetica, forniti da Agenzia CasaClima.
Il metodo di calcolo, arrivato ormai alla
versione 3.2, valuta preventivamente la
classe di appartenenza di un edificio, imponendo sulle nuove costruzioni la classe minima C, equivalente a un consumo
annuo di 7 litri di gasolio a m2.
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A m b i e n t e

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Esempio di classificazione secondo Protocollo sintetico ITACA


Per facilitare la comprensione di questi meccanismi, si propone lesempio di una
valutazione ambientale di un edificio in fase di progetto, effettuata mediante il
Protocollo sintetico ITACA. Si suppone che la realizzazione delledificio in questione preveda lutilizzo delle migliori pratiche edili correnti, quali lisolamento
dellinvolucro disperdente con valori di trasmittanza gi rispondenti ai limiti di
legge previsti per il 2010, lutilizzo di pannelli solari per il soddisfacimento del
60% del fabbisogno energetico per la produzione di acqua calda sanitaria, la
predisposizione di un impianto fotovoltaico dimensionato per poter generare,
nellarco di tempo annuale, un quantitativo di energia elettrica superiore al
consumo interno previsto.
Tabella 3 Scheda di valutazione per Protocollo sintetico ITACA applicata allesempio
considerato.
Aree di valutazione: criteri e sottocriteri

Peso del
Peso del
Punteggio sottocriterio
criterio

1.1.1

Energia per la climatizzazione invernale

70%

1.1.2

Trasmittanza termica media


dellinvolucro edilizio

30%

1.2

Acqua calda sanitaria

1.3.1

Controllo della radiazione solare

50%

1.3.2

Inerzia termica

50%

1.4

Illuminazione naturale

5%

1.5

Energia elettrica da fonti rinnovabili

10%

1.6.1

Uso di materiali da fonti rinnovabili

60%

1.6.2

Uso di materiali riciclati o di recupero

40%

1.7.1

Consumo di acqua potabile per irrigazione

60%

1.7.2

Consumo di acqua potabile per usi indoor

40%

1.8

Mantenimento delle prestazioni


dellinvolucro delledificio

5%

2.1

Emissioni di CO2

40%

2.2

Rifiuti solidi

20%

2.3

Rifiuti liquidi

20%

2.4

Permeabilit delle aree esterne

20%

30%
5%
20%

15%

10%

Attraverso un sistema di pesi percentuali, definiti per sottocriteri, criteri e


aree di valutazione, i punteggi ottenuti sono elaborati da un sistema di valutazione, definendo cos il punteggio finale delledificio: in questo caso tale
valore 2,50.

industrie manufatti cementizi - 5

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A m b i e n t e

Il software si divide in due par ti: la


prima, gratuita, computa il fabbisogno termico delledificio e classifica lefficienza dellinvolucro edilizio
(A OROG); la seconda par te del
software costruisce letichetta complessiva delledificio, conteggiando
impianti termici, climatizzazione, illuminazione e fonti rinnovabili per
energia termica ed elettrica.
I risultati sono le valutazioni energetiche delledificio e dellimpianto e le valutazioni delle emissioni di CO2.
La targhetta energetica ha validit legale nella sola Provincia di Bolzano, ma
il software pu essere un buono strumento di supporto per il progettista
virtuoso.
Gli obiettivi
del progetto LEnSE
Gli obiettivi principali del LEnSE sono i
seguenti:
4 formulare un elenco esaustivo delle
variabili da considerare per lo sviluppo di una metodologia di valutazione
completa che possa essere praticamente e facilmente gestibile;
4 rappresentare la base per unetichetta di tipo europeo.
La metodologia pu essere applicata ad
edifici di nuova costruzione, in fase di ristrutturazione, ma anche semplicemente gi esistenti e potr costituire una solida base per una loro etichettatura.
Le fasi operative
del progetto LEnSE
Gli obiettivi sono stati tradotti in 4 work
packages principali:
4 WP1 Identificazione degli scopi e
degli ambiti di applicazione;
4 WP2 Sviluppo di una metodologia
per la valutazione della sostenibilit di
un edificio;
4 WP3 Consultazione con gli stakeholders;
4 WP4 Project management, meetings e controllo/assicurazione qualit.
Attualmente, la metodologia LEnSE

prende in considerazione un set di 57


indicatori di sostenibilit, raggruppati
in 11 categorie complessive per i 3 pilastri delle costruzioni sostenibili.
In Tabella 4 troviamo le 11 categorie
principali in cui sono stati esplicitati i
tre pilastri della sostenibilit (ambientale, sociale ed economica), in quelle
seguenti viene invece elaborato:
4 [Tabella 5] il dettaglio di come le categorie appartenenti alla sfera ambientale siano state elaborate per
contemplare indicatori effettivamente misurabili; si tratta di un quadro
pressoch completo che prende in
considerazione lapproccio life cycle
thinking;
4 [Tabella 6] il dettaglio di come le
categorie appartenenti alla sfera sociale siano state elaborate per contemplare indicatori effettivamente
misurabili.
4 [Tabella 7] il dettaglio di come le categorie appartenenti alla sfera economica siano state elaborate per
contemplare indicatori effettivamente misurabili; un quadro iniziale non
ancora completo che offre spunti
interessanti di applicabilit.
La fase di pesatura permette di passare
alla determinazione di punteggi utili per
i 3 indicatori sintetici che possono poi
essere classificati secondo un ordine di
sette livelli (da A a G - in Figura 2 viene
evidenziato questo passaggio).
In particolare, questa fase prevede una
prima azione di valutazione dellimportanza relativa di ogni indicatore (subissue) che viene definita sulla base di
un riconoscimento di tipo internazionale e successivamente tarata sulle caratteristiche specifiche di ogni nazione
(vedi Figura 3).
Successivamente, una seconda azione di pesatura delle singole categorie
allinterno dei 3 indicatori principali
produce la base per passare al punteggio complessivo che, per semplicit,
viene individuato attraverso un benchmarking di sette livelli (da A a G).
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A m b i e n t e

55

Tabella 4 Le 11 categorie individuate per la valutazione della sostenibilit nelle costruzioni


edili.
Category

Issue

Climate Change

n Reduce Greenhouse Gas Emissions and Acidification

Biodiversity

n Minimise Eutrophication
n Mitigate Impact on Site Ecology
n Enhance Site Ecology

Resource use
and Waste

n Minimise Waste Production (solid, sewage, Hazardous and radioactive)


n Minimase Primary Energy Consumption (embodied, operational and
renewability)
n Limit Raw Material Use and Source renewable/recycled/responsibly
sourced materials
n Minimise Water Consumption (reduce use and maximise reuse)
n Minimise Land Consumption (reduce total use and maximise reuse of
contaminated land/brownfield sites)

Environmental
Management and
Geophysical Risk

n Improve Environmental Management


n Limit Climatological Risk (including flooding)
n Limit Geological Risk (including subsidence and erosion)

Occupants Well Being

n Improve Visual Comfort (internal and external lighting provision)


n Improve Thermal Comfort
n Improve Acoustic Comfort and Vibrations
n Improve Indoor Air Quality (odours, ventilation and humidity)
n Improve Water Quality
n Improve Outdoor Comfort
n Ensure Provision of Privacy
n Reduce Exposure to Hazardous Materials/Substances (including
radiation and electromagnetic fields)
n Avoid Unsafe or Hazardours Features (including topography)
n Avoid Accumulation of Intruding Hazards (radon, dust, pollen)
n Provide Health Targets

Accessibility

n Improve Access to Public Services and Amenities


n Public Transport Accessibility
n Improve Accessible Pedestrian Network
n Improve Accessible Bicycling Network
n Provision of Car Pooling

Security

n Improve Security of Buildings and Surroundings Against Crime

Social and Cultural Value

n Community/Stakeholder Consultation with Ongoing Participation


n Social and Ethical Responsibility (including probity & transparency)
n Sensitivity to the Local Community
n Provide Affordable Housing
n Building Aesthetics and Context

Whole Life Value

n Reduce Life Cycle Costs


n Preserve or Improve the Quality and Asset Value of the Site
n Increase Ease of Building Adaptability
n Improve Ease of Maintenance
n Contribute to Image Value and Technical Innovation

Financing and
Management

n Improve Economic Feasibility


n Reduce Construction and Financing Costs
n Improve Construction and Management Standards

Externalities

n Optimise diverse and Long-term local Employment Opportunities,


and Minimise Displacement
n Use and Purchase locally Produced Materials
n Improve Building User Productivity

industrie manufatti cementizi - 5

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A m b i e n t e

Env. management
& Geophysical risk

Resource use

Biodiversity

Climate change

Tabella 5 Gli indicatori per la valutazione della sostenibilit ambientale.


Sub issue

Internet

Potential indicators

Building - depletion of non


renewable primary energy

Accounting for building related primary energy


production and its environmental impact in terms of
CO2 emissions and other greenhouse gas emissions.

n Kg CO2/m2
n kWh/m2

Transport - depletion of non


renewable primary energy

Accounting for the buildings impact and influence on


transport related greenhouse gas emissions as a result
of its location.

n Kg CO2/person/year

Use of renewable primary


energy

Accounting for primary energy demand met via renewable energy sources.

n Percentage of primary energy use met


via renewable sources

Destruction of the
stratospheric ozone layer

Accounting for the destruction of the ozone layer caused


by the manufacture and emission of refrigerants and
acidifying pollutants.

n Global warning potential

Local tropospheric ozone


formation

Accounting for the creation of low level ozone as a result


of building related activities, for example NOX emissions
from a buildings heating source.

n NOX emission levels in mg/kWh

Minimise point sources of


eutrophication

Accounting for the building related point sources that


contribute to the process of eutrophication.

n Nitrogen/Nitrous Oxide to air/land

Land of low ecological value

Accounting for the ecological value of the land selected


for development.

n Number of existing ecologically


valuable species and habitats

Mitigating impact on existing


site ecology

Accounting for the change in ecological value as a result


of change in land use.

n Number of plant species

Enhance native plant/animal


species

Accounting for (and encouraging) the enhancement of a


site as a result of development.

n Number of plant species

Habitat management/action
plan

Accounting for (and encouraging) the ongoing maintenance of a new or existing site species/habitats.

n Best practice guidelines

Depletion and use of renewable


and non renewable resources
(other than primary energy)

Accounting for the specification and life cycle impacts of


the buildings materials and key building elements.

n LCA performance of material/element

Responsible sourcing of
materials

Accounting for the sourcing of materials such as timber,


cement, aggregate, metals etc.

n Certification schemes
e.g. FSC, CSA, ISO

Non hazardous waste disposal

Accounting for the non hazardous waste production.

n Waste generation by volume m3/100m2


n % waste for key materials.

Hazardous waste to disposal

Accounting for hazardous waste production and disposal.

n The issue requires further investigation


to define a measurable for LEnSE.

Use of freshwater resources

Accounting for building occupants water consumption.

n m3/person/year

Re-use of prevlously developed


sites

Accounting for unsustainable land use changes.

n Percentage of the site previously


developed

Development footprint

Accounting for the sustainable use of land for building and n Dwellings per hectare
associated infrastructure e.g. avoilding building sprawl.
n A ratio of no. of floors to building footprint

Contaminated land, bioremediation and soil re-use

Accounting for the sustainable benefits of contaminated


land remedation.

n Percentage of site contaminated


n Degree of contamination
n Level of dioremediation

Certified Environmental
Management System

Accounting for developers and building owners that have


an appropriate management plan to mitigate organisational environmental impacts.

n Certified EMS to ISO14001 EMAS

Minimising regional specific


climatalogical risk

Accounting for country/region specific climatalogical


impacts through building design, use and operation.

n The measurable will be dependent


on the relevant climatalogical risks in
each country/region

Minimising regional specific


geophysical risk

Accounting for country/region specific geophysical


impacts through building design, use and operation.

n The measurable is dependent


on the relevant geological risks in
each country/region

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A m b i e n t e

Social and cultural value

Security

Accessibility

Occupant wellbeing

Tabella 6 Gli indicatori elaborati per la valutazione della sostenibilit sociale.


Sub issue

Internet

Potential indicators

Lighting comfort
(artificial & natural)

Accounting for the contribution of daylight and adequate


artificial lighting in creating a comfortable and productive
internal environment for the building user.

n Recommended maintained lighting


levels (lux)
n Prevision of daylight (average daylight factor)

Thermal comfort

Accounting for the integration and holistic


consideration of factors that create thermally
comfortable and productive internal environments.

n Degree and type of thermal comfort


analysis carried out
n Performance standards for avoidance
of overheating

Ventilation conditions

Accounting for ventilation rates in creating a


comfortable and productive internal environment.

n Litres of fresh air/second/person

Acoustic comfort

Accounting for acoustics in creating a comfortable &


productive internal environmental.

n Internal noise levels


n Reverberation times
n Sound insulation levels

Occupant satisfaction

Accounting for user experience in creating a


comfortable & productive internal environment.

n Post completion monitoring


n Occupant satisfaction surveys

Private space

Accounting for the provision of access to private


space for building users/occupiers.

n Proximity (m)
n Size (m3)
n Type/facilities

Outdoor space

Accounting for the provision of access to adequate


external space e.g. gardens, parks, squares etc.

n Proximity (m)
n Size (m3)
n Type/facilities

Materials/substance exclusion

Accounting for the specification of materials that are


potentially dangerous to health, ensuring they are
minimised or excluded.

n VOC levels
n Eco-labels
n Materials exclusion clauses

Indoor air quality

Accounting for and preventing high levels of internal


pollutants and microbial contamination.

n CO2 levels (ppm)/ventilation controls


n Design of humidification systems
n Location of air intakes and extracts

Quality of drinking water

Minimising the risk of microbial water contamination


such as legionella.

n Best practice design of domestic hot


water system

Building safety assessment

Accounting for a buildings spatial arrangement, access


and services on the grounds of safety.

n This issue requires further investigation


to define a measurable for LEnSE

Key amenities - provision


and proximity

Accounting for the provision of amenities and services within


the localy of the building e.g. doctors, shop, playground.

n Number/type of amenities/services
n Distance from building to amenities/services (m)

Public transport accessibility

Accounting for the buildings accessibility level to public


transport networks.

n Distance to transport node (m)


n No. of services and frequency (min)

Provision of safe and adequate


pedestrian route ways

Accounting for adequate and safe pedestrian routes that


provide priority for pedestrians and direct links to amenities.

n Best practice design and specification

Provision of safe and adequate


cycle lanes and cyclist facilities

Accounting for adequate and safe cycle paths that link up


with external cycle route ways and onsite cyclist facilities.

n Number of cycle racks & cyclist facilities


n Best practice design and specification

Provision of car pooling facilities

Accounting for policies that reduce reliance on the private


motor vehicles and single occupant car journeys to work.

n Car share spaces


n Parking charges

Site security and spatial


arrangement

Accounting for security and the adoption of effective crime


prevention strategies in the design/operation of the building.

n Third party assessment and evaluation


to relevant standards

Building security

Accounting for the security risk from building elements


such as windows, doors and facades.

n Specification of buildings elements


designed and tested to a relevant
security standard

Community impact consulation

Accounting for consultation with the community and


appropriate stakeholders on the design/use of the
building and its role within the local community.

n Multi-criteria analysis and evalutation

Social cost benefit analysis

Accounting for the local/regional social case for


the building and its social benefits and costs.

Multi-criteria analysis e.g.:


n Degree of social housing
n Health impact
n Job creation etc.

Socially responsible and ethical


procurement of goods/services

Accounting for the ethical procurement of goods and


services associated with the development/use of the building.

n Evidence of purchasing policies

Considerate
Constructors

Accounting for the consideration of the local


environment/community during the construction phase.

n Adoption of a code(s) of practice


Third party audit and certification

External neighbourhood
impacts

Accounting for the buildings impacts that could cause a


nuisance to surrounding buildings. For example: noise and
light pollution, over-shadowing, lack of privacy.

Multi-criteria, e.g.:
n Increase in background noise levels
n External lighting levels

Design quality

Accounting for the design quality of the building during the


development of the initial brief through to detailed design.

n Multi-criteria analysis via third party


assessment process
n Adoption of relevant design codes

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A m b i e n t e

59

Externalities

Whole life value

Financing and
management

Tabella 7 Gli indicatori elaborati per la valutazione della sostenibilit economica.


Sub issue

Internet

Potential indicators

Function analysis

Developing a systematic breakdown of the buildings


functional requirement, concentrating on the actual needs,
aspirations and wants of the client and project stakeholders.

n This issue requires further investigation


to define a measurable for LEnSE.

Risk & value management

Maximising building value and reducing risk by


establishing a clear consensus about the project
abjectives and how they can be achieved. This sub
issue is linked to the function analysis sub issue.

n This issue requires further investigation


to define a measurable for LEnSE.

Life Cycle Costs


appraisal - Strategic level
Life Cycle Costs
appraisal - Component level

Accounting for Life Cycle Costs of a building in a


co-ordinated and standardised manner so that the
information can be used to aid decision making
concerning the design options that provide best value.

n Net Present Value


n Internal rate of return
n Ratio of build: maintenance: staff costs

Option appraisal

Using multi criteria analysis, including risk and value


management and LCC, to appraise design and make
decisions based on best value and not just costs.

n This issue requires further investigation


to define a measurable for LEnSE.

Exchange value

Accounting for the buildings value and as a commodity


to be traded.

n Book value
n Return on capital

Added value

Accounting for the use value to the building owner


or occupier that arises from the process that building
is built for and its contribution to organisational
outcomes and repeat business.

Multi-criteria, ezamples may include;


n Total cost of occupancy vs. profitability
n Total cost of occupancy vs. exam
results, recovery rates
n Operating costs per head
n Absenteelsm, staff turnover, staff
satisfaction

Building adaptability

Accounting for flexibility of building infrastructure


(services, IT, spatial design) that ensure connectivity
and environmental quality through multiple
organisational iterations.

n Modular construction
n Wireless networks
n Buildings for life, ergonomics, disabled
access etc.

Design for maintainable


buildings/Ease of maintenance

Accounting for buildings that considered ongoing short


and long term maintenance requirements.

n This issue requires further investigation


to define a measurable for LEnSE.

Local employment
opportunities/use
of local services
Specification/use of locally
produced materials

Accounting for the buildings economic costs and


benefits to the region and its contribution to ongoing
economic sustainability.

n Purchasing policies
n Materials/services purchased within
site locality (km)
n Economic cost benefit analysis

Branding and external


expression

Accounting for the contribution to corporate identity,


organisational values and commitment to design
excellence/technical innovation as part of a brand image.

n This issue requires further investigation


to define a measurable for LEnSE.

Figura 2 La struttura di valutazione LEnSE per arrivare alla determinazione di un indicatore sintetico di sostenibilit
di un edificio.
industrie manufatti cementizi - 5

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A m b i e n t e

Documenti di riferimento
(Stepping Stones)
Si tratta delle pubblicazioni che riassumono lapproccio e le decisioni prese lungo
il progetto e da cui sono state estratte le
tabelle riportate su questa memoria. Ce
ne sono tre e costituiscono lo strumento
principale per sintetizzare e giustificare il
lavoro svolto e alle quali si rimanda per
una visione pi completa del progetto
stesso:
1. Stepping Stone 1 - Sustainability assessment of buildings - Issues, scope
and structure;

2. Stepping Stone 2 - Development of a


sustainability - Assessment methodology
framework and content;
3. Stepping Stone 3 - Testing of the LEnSE
methodology - Evaluation of case study
buildings in 8 European countries.
Per facilitare lapplicazione dei criteri di
valutazione, LEnSE ha comunque elaborato un software (che si pu scaricare
dal sito) che stato testato su una serie
di casi studio. Sempre dal sito possibile visionare ogni singolo caso applicativo
(una decina in totale, suddivisi in 8 nazioni europee).

Category

Climate Change

Sub issue

Building - depletion of non renewable primary energy


Available Weighting

Benchmark
UK

France

Bel

Greece

Sub issue rating

kgCO2/m2

70

45

60

140

<15

70

45

60

140

<30

60

39

51

120

<45

50

33

42

100

<75

40

27

33

80

<105

30

21

24

60

<120

20

15

15

40

<135

10

20

Figura 3 Esempio di un passaggio del calcolo dellindicatore di sostenibilit di un edificio. Siamo


nella categoria Climate Change (la prima in Tabella 4), con lindicatore di consumo di risorse
energetiche non rinnovabili (sub issue). La scala di benchmark da A a G univoca per determinare il peso relativo al caso in esame a seconda della nazione in cui ci si trova.
5 - industrie manufatti cementizi

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A m b i e n t e

61

Esempio di classificazione secondo metodologia LEnSE


Pur essendo la trattazione abbastanza complessa per
poter riportare un esempio applicativo in poche righe,
tra i casi elaborati da LEnSE uno studio riguarda la valutazione di un progetto di edificio ad uso residenziale
e terziario in Grecia, Building Assessment Report for
Gerakas project, nel distretto Gerakas (Nord-Est di
Atene) per un totale di 450 m2 di superficie utile (250
m2 destinati alle residenze e 200 m2 ad uso uffici). Tra
i punti di forza di questo progetto che contribuiscono
ad una sua valutazione positiva, in aggiunta a quelli riguardanti i materiali e le tecniche costruttive, vengono
citati la posizione come strategica per la riduzione degli spostamenti verso i luoghi di lavoro
(ad esempio per i pendolari che lavorano nel sud della citt), la presenza di un potente, e al
contempo economico, sistema di sicurezza e monitoraggio ed i materiali per la tinteggiatura
esterna che, oltre ad avere unottima resistenza allacqua, sono stati forniti assieme allintonaco esterno, risparmiando, cos, sui costi di trasporto.
Tabella 8 Valutazione secondo metodo
LEnSE applicata allesempio considerato.
Negli esempi viene sempre riportato un
bench-marking con il caso Unione Europea che si differenzia per lapplicazione di
coefficienti diversi nella valutazione delle
categorie.

Valutazione

Grecia Unione Europea

Performance rating totale

Environmental Performance rating

Social Performance rating

Economic Performance rating

In Tabella 9 si riportano, per necessit di sintesi, solo alcuni degli indicatori analizzati con i
rating associati (A-G). A seconda del paese considerato, ad ogni rating corrisponde un peso
(vedi Figura 3). Esistono fattori di peso differenti per ciascun paese e per lUnione Europea.
Successivamente tali dati vengono elaborati da un software che stabilisce, per ogni categoria,
il punteggio raggiunto e il punteggio raggiungibile. Quindi, sempre tramite pesi, si calcolano i
rating per categorie e il rating totale.
Tabella 9 Alcuni indicatori con corrispondente sub issue rating.
Categoria
Sostenibilit
economica
Sostenibilit
sociale

Indicatore

Rating

Externalities

Local employment opportunities/use of local services

Security

Site security

Social value

Responsible sourcing of materials

Osservazioni conclusive
Il Progetto LEnSE ha avuto una funzione
pionieristica nello sviluppo di criteri di
valutazione integrati ambientali-socialieconomici, fornendo una base operativa utile ai lavori del CEN TC 350 e per

leventuale sviluppo di criteri ecolabel a


livello europeo. altres evidente che,
basandosi su azioni di pesatura e assegnazione di punteggi, lintera struttura
possa offrire molti elementi di criticit
oggettiva.
n

industrie manufatti cementizi - 5

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62

Te c n o l o g i a

Building Information
Modeling ed
interoperabilit
Il vantaggio di conoscere le lingue
di Carlo Pucci

Un concetto pu essere spiegato in diversi modi ed in pi lingue; scegliere luna


o laltra dipende dallinterlocutore al
quale ci si rivolge.
Agli inglesi si parler in inglese, ai francesi in francese, ai tedeschi in tedesco e
cos via. Ma linformazione che vogliamo
comunicare la stessa. Quindi, che si
dica casa, house, maison o haus il
concetto sempre quello di un luogo
che si elegge a residenza. Non cambia
loggetto da rappresentare, ma la sua codifica. E saperlo descrivere in pi lingue
consente di essere liberi di comunicare
con molte persone diverse tra loro, trasmettere linformazione in modo preciso, senza fraintendimenti, e farlo direttamente, senza passaggi intermedi o laiuto
di nessuno.
Il cuore del BIM, come ripetuto pi volte nei due articoli precedenti, il poter
racchiudere tutta linformazione inerente
una struttura in un database, il modello,
e cercare i metodi pi semplici (ed automatici) per comunicarla efficacemente.
Il BIM quindi anche comunicazione:
orientata alledilizia tecnica, che utilizza
codici che normalmente non definiremmo lingue secondo laccezione comune

del termine, ma pur sempre comunicazione. naturale quindi estendere quanto detto sopra anche a questambito:
riuscire a tradurre i concetti contenuti
nel modello nelle diverse lingue parlate
dai diversi soggetti molto disparati tra
loro coinvolti nella realizzazione di un
complesso progetto rende estremamente efficaci, flessibili e produttivi.
Questa una caratteristica fondamentale del BIM e prende il nome di interoperabilit: parlare pi lingue, a livello
informatico, significa essere in grado di
rappresentare il modello tramite files di
vari formati e poter combinare i dati che
contiene in modi diversi.
In questottica, un software che consente di mettere in pratica il BIM svolge la
funzione di un vero e proprio traduttore,
un interprete. In questo articolo cerchiamo di analizzare le caratteristiche che un
software dovrebbe avere per essere un
bravo interprete e le lingue che dovrebbe saper parlare nellattuale panorama
delledilizia per poter sfruttare al massimo tutte le potenzialit del BIM (le immagini e gli esempi riportati nel seguito
sono stati realizzati con il software Tekla
Structures).
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Te c n o l o g i a

La rappresentazione del
modello in diversi formati
Un modello, o parte di esso, deve poter
essere esportato in formati che gli consentano di parlare con altri software
che gestiscono i vari aspetti della progettazione della struttura affinch davvero
il BIM venga messo in pratica in maniera
efficace. Anche se nella realt si potrebbe gestire la quasi totalit degli aspetti
della commessa con un unico software
(vedi ad esempio lo stesso Tekla Structures), comunque indispensabile poter
esportare i dati in vari formati, per far s
che tutte le persone coinvolte nella realizzazione del progetto possano leggerli,
ognuno per la parte che gli compete, indipendentemente dal tipo di programma
che hanno a disposizione.
Funzione base ed assolutamente imprescindibile di un buon software BIM
quindi lesportazione del modello o di
parti di esso in formati base tipo testo,
Excel o Access, che rappresentano una
sorta di inglese dellinteroperabilit. Per
esempio, dal modello si dovrebbe essere in grado di estrarre un computo delle
armature della struttura che verr poi
aperto in un secondo tempo con Excel
per essere rimaneggiato.
Un software sar tanto pi raffinato
quanto pi consentir allutente di creare report personalizzati, in base alle
proprie esigenze specifiche, magari senza dover ricorrere alla programmazione.
In questo modo si possono esportare i
dati del modello relativi ad es. alla produzione dei prefabbricati direttamente nei
programmi gestionali che in genere ogni
prefabbricatore crea ad hoc in base alle
proprie esigenze o alle risorse disponibili.
Nella maggior parte dei casi si tratta di
database scritti in Access o applicazioni
equivalenti. Ogni situazione quindi a
s stante: per questo motivo, se si vuole
sfruttare il BIM, un software deve essere
assolutamente flessibile.
Altri formati molto diffusi sono i .dwg ed
i .dxf; si sta facendo strada anche il .dgn,
di MicroStation.

63

La modellazione 3D associata al BIM


aumenta la comprensione della struttura in maniera efficace perch consente
di visualizzarla nello spazio, ruotarla, sezionarla, fino ad arrivare a passeggiare
virtualmente al suo interno. una caratteristica da non sottovalutare e non
va relegata solo allambito dellestetica:
migliore comprensione della struttura
da parte di chiunque, anche delluomo
della strada, significa guadagnare tempo
e soprattutto ridurre gli errori. Spesso
quindi nasce lesigenza di affiancare al
modello il suo rendering o la sua rappresentazione tramite la computer grafica.
Tutti i programmi di questo tipo in genere supportano i gi citati formati standard .dwg e .dxf, sia 2D che 3D; a volte
per per modellazioni avanzate sarebbe
meglio poter disporre anche del formato
IGES. Non bisogna dimenticare che questo tipo di visualizzazione molto utile
anche in campo commerciale, quando si
vuole presentare la struttura in maniera
accattivante. Nelle Figure 1 e 2 si pu

Figura 1-2 Rendering di un modello di Tekla


Structure.

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64

Te c n o l o g i a

vedere il risultato di un rendering di un


modello di Tekla Structure eseguito con
il programma Cinema 4D della Maxon.
Una volta completato il modello comodo poterlo mostrare anche a chi,
come per esempio un cliente, non possiede il software con il quale stato
realizzato, conservando i vantaggi della
visualizzazione 3D. Tutto questo possibile tramite il linguaggio html avanzato.
I files cos realizzati sono apribili da un
comune browser, come Internet Explorer o Mozilla. Nonostante la loro semplicit, se ben realizzati (inutile dire che
un software di qualit deve saperlo fare

bene), possono descrivere il modello


esattamente come stato creato. Si vedano, per esempio, le Figure 3 e 4.
Attenzione: nonostante i files html costituiscano lossatura di internet non necessariamente hanno a che fare con essa!
Un file html non ha bisogno di una connessione ad internet per essere editato
e rimaneggiato.
Le macchine a controllo
numerico
Le macchine a controllo numerico
CNC (Computer Numerical Control)
rappresentano un aspetto fondamentale dellautomazione della produzione in edilizia, che costituisce un
esempio di CAM (Computer Aided
Manufacturing).
Ormai diffusissime e sempre pi evolute, eliminando lavori manuali noiosi
e ripetitivi, consentono di risparmiare tempo, aumentare la produttivit
dellazienda e soprattutto di poter controllare gli errori, aumentando la precisione dei prodotti.
Tuttavia nel campo della prefabbricazione, pur essendo presenti in praticamente

Figura 3 Il modello di Tekla Structures.

Figura 4 La sua esportazione in formato html.

Figura 5 Lo standard tedesco BVBS.


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Te c n o l o g i a

tutti gli stabilimenti, non sono sfruttate


come dovrebbero (perlomeno in Italia).
Attualmente sta prendendo sempre pi
piede lo standard tedesco BVBS, BundesVereinigung der BauSoftwarehuser
(Figura 5), creato dallomonima associazione tedesca (www.bvbs.de, disponibile
attualmente solo in tedesco).
Questo standard un insieme di regole
che consentono di descrivere la geometria di ogni tipo di armatura secondo
una certa sintassi.
Tutti i grandi produttori di macchine per
la lavorazione delle barre stanno implementando nelle loro macchine il BVBS;
chiaro che nel futuro occorre muoversi
in questa direzione.
Nonostante la sintassi BVBS sia un insieme di regole ben codificato, molto
difficile riprodurla a mano: per esempio,
lequivalente BVBS di una semplice staffa
f12 30x40 con risvolti di 12 cm :
BF2D@Hj456789@r0@ia@p1@l1524@
n1@e1.225@d12@gA500HW@
s30@v@a0@t0@Gl162@w90@l250@
w90@l350@w90@l250@w90@l350@
w90@l162@w0@C91@
Lobiettivo far s che alloperaio addetto alla macchina non rimanga altro da
fare che caricare in essa un file, ricavato
nella maniera pi semplice possibile dal
modello, senza che lutente sia costretto a fare operazioni lunghe e faticose
(Figura 6). Un buon software dovrebbe
quindi essere in grado di creare in au-

Figura 6 Un esempio di traduzione della geometria delle armature del modello


secondo le regole BVBS ottenuto da Tekla
Structures.

65

tomatico la descrizione BVBS di tutte le


armature presenti nel modello.
Solo cos il processo produce davvero
grandi vantaggi.
Pi in generale un software dovrebbe
essere talmente versatile da consentire
allutente di creare report che ricalchino la sintassi di una qualsiasi macchina
e non necessariamente solo lo standard
BVBS, anche se questo si sta imponendo
come riferimento.
I software di calcolo
strutturale
Un software BIM, contrariamente a
quello che si pu pensare, non si occupa della parte del calcolo strutturale
ed, anzi, NON deve farlo.
un ambito troppo specifico e delicato; gestirlo in un unico software lo
farebbe diventare sterminato e poco
controllabile.
La prassi progettuale quella di creare
un modello di dettaglio della struttura ed un modello di calcolo. Lo svantaggio per quello di fare il doppio
del lavoro e soprattutto creare due
modelli che non comunicano in nessun
modo tra di loro.
La soluzione allora non tanto gestire
gli aspetti del calcolo e della progettazione in un solo programma, quanto
realizzare un unico modello che possa
essere importato dai software di analisi
strutturale.
la perfetta attuazione del concetto
di BIM: la struttura gestita da un unico
modello (non un unico software) anche
per quanto riguarda la fase del calcolo.
La possibilit di esportare il modello in
un formato compatibile con un certo
programma di calcolo una caratteristica importante che un software dovrebbe avere.
Ad esempio Tekla Structures consente di tradurre automaticamente il modello in un file di input per i solutori
SAP2000, Midas, STAAD, Robot Millennium, ModeSt, GT STRUDL e Dlubal
(Figura 8).

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Te c n o l o g i a

Visual Studio, che con il suo Intelisense permette di scrivere listati


con semplicit pur non essendo programmatori professionisti (Figura 9).

Figura 8 Da modello di progetto con tutti i dettagli (in grigio) a


modello di calcolo per Midas (rosso) in Tekla Structures.

Gli ambienti
di programmazione
Pur completo che sia, anche il migliore dei software pu non essere
in grado di coprire tutte le esigenze
che di volta in volta possono presentarsi allutente.
Occorre quindi che sia abbastanza
aper to perch lutente possa creare dei componenti aggiuntivi ad hoc
che risolvano le sue par ticolari problematiche.
Utilizzando ancora lanalogia della
conoscenza delle lingue, come se
un interprete, pur parlando a perfezione diverse lingue, debba essere
in grado di impararne una nuova da
zero.
La possibilit di avere a disposizione un ambiente di programmazione
quindi fondamentale per un buon
software.
Alcuni dei linguaggi attualmente molto diffusi e par ticolarmente indicati
per scrivere macro sono il .net ed il
C#. molto comodo utilizzarli servendosi del programma Microsoft

Figura 9 La classica schermata di Visual Studio


Express con il sistema Intelisense attivato.

Dal sito della Microsoft si pu scaricare gratuitamente la versione


express, che contiene molte delle
caratteristiche della versione completa.
Attraverso la programmazione si
possono realizzare senza troppi sforzi le applicazioni pi disparate, dalla
macro che ordina e cataloga i disegni
a quella che crea in automatico gli
elementi costruttivi par tendo da un
file di testo, ecc.
Attenzione per, si tratta comunque di programmazione, che richiede tempo, impegno e soprattutto
un minimo di competenza ed esperienza.
Un buon software dovrebbe essere
abbastanza versatile da consentire
allutente di ricorrere alla programmazione solo se strettamente necessario. In sostanza, la possibilit di
programmare deve essere vista non
tanto come una necessit, ma come
un complemento alle funzioni del
software.
n
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Preview

09
SAIE
International
Building
Exhibition

NUOVE
CULTURE
DEL
COSTRUIRE
Bologna,
28 - 31 ottobre
2009

Soluzioni Tecniche
per lArchitettura
e le Costruzioni
SALONE INTERNAZIONALE DELLEDILIZIA
Viale della Fiera, 20 - 40127 Bologna (Italia) - Tel. +39 051 282111 - Fax +39 051 6374013 - www.saie.bolognafiere.it - saie@bolognafiere.it

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S A I E

SAIE 2008

Precast Technologies
di Alessandra Biloni e Patrizia Ricci

Ledizione 2008 del SAIE ha registrato, accanto al consolidarsi del numero


di operatori professionali presenti rispetto al 2007, un trend positivo con
un +10% di visitatori, nonostante la
durata della manifestazione sia stata,
questanno, ridotta di un giorno.
Lenergia, ovvero il risparmio energetico in edilizia, dal prodotto al processo,
stato il filo conduttore delle iniziative
di SAIE 2008 e si dipanato, seguendo il percorso della Via dellEfficienza energetica in edilizia, par tendo dal
nuovo salone SAIEnergia, dedicato alle
energie rinnovabili e alle tecnologie a
basso consumo per il costruire sostenibile, toccando tutti i settori espositivi
del SAIE.
Allinsegna dello slogan fare futuro,

SAIE 2008 ha presentato unampia


proposta espositiva completata attraverso saloni specializzati in compar ti
strategici e ben sottolineata nel Cuore
Mostra, dallo spazio di esposizione, incontro e dibattito intitolato + Qualit
- Energia per il costruire sostenibile,
tutto improntato al tema dellefficienza
energetica declinata in molteplici forme
(risparmio energetico e cer tificazione,
oculato impiego delle risorse rinnovabili, recupero e riqualificazione).
ASSOBETON ha contribuito a testimoniare lattenzione del mondo della
prefabbricazione verso la sostenibilit,
proponendo alcuni esempi di realizzazioni che hanno trovato spazio nel
contesto della mostra Tecnologie per
lefficienza energetica degli edifici, attraverso la quale il dipar timento Best
(Scienza e tecnologia dellambiente e
del costruito) del Politecnico di Milano
e lUniversit Iuav-ArTec (Archivio delle tecniche e dei materiali per larchitettura e il disegno industriale) di Venezia
hanno presentato diverse soluzioni di
involucro, rispettivamente trasparente
e opaco, rispondenti ai requisiti minimi
legislativi.
Il ruolo attivo di ASSOBETON si
concretizzato anche nella presenza in
uno spazio istituzionale comune alle
Associazioni aderenti a FEDERBETON,
la Federazione dei materiali e dei manufatti a base cementizia, semplici e
armati.
A sottolineare, inoltre, il valore di primo
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S A I E

piano che la prefabbricazione riveste


nel panorama economico e produttivo
europeo, questanno il BIBM - Bureau
International du Bton Manufactur,
organismo che rappresenta le principali Associazioni di prefabbricatori in
Europa, fra cui ASSOBETON, ha accolto linvito di BolognaFiere ed ha tenuto
nel capoluogo emiliano, in occasione
del SAIE, la riunione del proprio Consiglio Direttivo.
Lincontro ha rappresentato un importante momento di confronto sul tema
dellinternazionalit.
La discussione si incentrata su temi
quali i mercati esteri e la produzione
su scala europea e la par ticolare ubicazione allinterno della Fiera ha fornito
loccasione ai visitatori esteri per conoscere da vicino il meglio della produzione e delle tecnologie contemporanee rivolte al settore.
Tematiche di for te appeal e una piattaforma fieristica di primo piano, quindi,
per un compar to che vede lItalia fra i
produttori di punta ai ver tici del mercato comunitario e non.
Il salone specializzato SAIE Precast,
ospitato nei Padiglioni 29 e 30, dedicato alle tecnologie della prefabbricazione, ha offer to una vetrina delleccellenza industriale, italiana ed estera,
a disposizione dellindustrializzazione
edilizia.
Dalle macchine ai sistemi, diverse le
soluzioni per la prefabbricazione di
componenti edilizi: blocchiere, tubiere,

69

tegoliere, casseforme, presse, vibratori,


impianti di maturazione forzata e tanto
altro ancora. Tappa fondamentale nel
percorso espositivo, SAIE Precast ha
posto in primo piano la vitalit di un
settore, quello della prefabbricazione
in calcestruzzo, che contribuisce a trainare leconomia continentale e che sta
rilanciando il proprio ruolo di sistema
costruttivo sostenibile, capace di controllare e ridurre rischi, costi e sprechi
ambientali.

426 il numero delle novit presentate al SAIE 2008, che si attestano, grosso modo, sugli stessi valori delledizione
2007. Come accade ormai da parecchi
anni, anche nel 2008, la categoria delle
macchine e degli impianti, dedicati an-

FEDERBETON - Federazione dei materiali e dei manufatti a base cementizia, semplici e armati
Associazioni aderenti
AITEC

Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento

ASSIAD

Associazione Italiana Produttori di Additivi e Prodotti per Calcestruzzo

ASSOBETON

Associazione Nazionale Industrie Manufatti Cementizi

ASSOTRAFILRETI

Associazione Produttori Acciaio Trafilato, Rete e Traliccio Elettrosaldato

ATECAP

Associazione Tecnico-Economica del Calcestruzzo Preconfezionato

Ente Nazionale CONPAVIPER

Associazione Nazionale Pavimentazioni Continue

SISMIC

Associazione Tecnica per la Promozione degli Acciai Sismici per Cemento Armato

UCoMESA

Unione Costruttori Macchine Edili, Stradali, Minerarie ed Affini

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70

S A I E

che al settore della prefabbricazione, si


confermata por tatrice del numero di
novit pi consistente.
Tra le nuove proposte, numerose sono
quelle che hanno fatto dellottimizzazione della produttivit, della semplificazione delle procedure di utilizzo e
dellaffidabilit il fulcro dellinnovazione. A questo proposito, la Simem ha
presentato una nuova serie di mescolatori planetari SUN che offrono un
incremento delle prestazioni, grazie
alla modellazione fluidodinamica della
geometria delle pale di mescolazione,
e unottimizzazione dei componenti in
funzione dellincremento della qualit
di produzione.
Una par ticolare attenzione stata riservata al comfor t e alla sicurezza degli
operatori, ricercata, tra laltro, mediante la riduzione della rumorosit dei
macchinari e del numero di interventi
manuali.
Di sicurezza abbiamo parlato con Giovanni M. A. Lia, Sales Manager della
Marcantonini Srl, che considerando
questo fattore come un servizio per
il cliente, ci ha por tato ad esempio il
fatto che, negli impianti e nei cantieri, le macchine semoventi siano spesso
responsabili di incidenti.
La soluzione proposta dalla Marcantonini al SAIE 2008 il vagonetto aereo
AEROVAN e rappresenta il punto darrivo di una continua ed approfondita
ricerca nel settore della distribuzione e
del traspor to di calcestruzzo nei cantieri. Si tratta di un piccolo vagone aereo in grado di rifornire le attrezzature
qualunque sia la loro ubicazione.
Anche la Imer Group ha presentato un
sistema di traspor to aereo, ORU FLY,
che rappresenta uno dei prodotti di
punta per il settore della prefabbricazione.
Il traffico di materiale, spostato a quote
elevate, va indubbiamente a vantaggio
della sicurezza degli operatori e si traduce in risparmio sui costi di gestione,
utilizzo ottimale degli spazi, indipen-

denza dal fattore umano, altissimo coefficiente di affidabilit e minimi costi


di manutenzione.
Puntando allottimizzazione ed al conseguente aumento della produttivit, la
Colle SpA ha presentato un impianto
versatile e funzionale che consente di
realizzare una grande variet di prodotti in calcestruzzo, tra cui tubi fino
a 3000 mm di lunghezza e diametro
fino a 2000 mm, produzioni multiple
con due o tre tubi di diametri differenti
e tanto altro ancora. Il sistema di sostituzione degli stampi semplice, veloce e rende possibili cambi giornalieri
consentendo di eseguire cicli di produzione ottimizzata ed eco-sostenibile
finalizzata alla riduzione del consumo
energetico.
Anche la Innovative Concrete Technologies Srl, nellottica di perseguire un
elevato risparmio energetico, bassissima inerzia ed eliminazione quasi totale
della manutenzione, ha presentato un
nuovo gruppo di trazione per alberi
por ta mandrino per macchine di compressione radiale per la produzione di
tubi in calcestruzzo.
Sempre in tema di innovazione, da
citare anche i nuovi sistemi di caricamento automatico delle barre sui
macchinari per il taglio dei tondini e i
sistemi superautomatici per il taglio e
la piega del tondino della Oscam o, ancora, le macchine posatrefoli studiate
per risolvere il problema della stesura
dei trefoli allinterno delle casseforme
che consentono velocit di esecuzione, massima sicurezza, possibilit di essere gestite da un singolo operatore,
riduzione drastica dei tempi di posa e
risparmio di manodopera, presentate
dalla Pappad Gino.
Infine, segnaliamo limpianto di confezionamento e resinatura di piastre in
cemento presentato dalla Cismac Automazioni Srl, che consente di pallettizzare tutte le tipologie di prodotti su di
una nuova linea, in piano o in ver ticale,
formando il minipack, con lutilizzo di
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Punto di riferimento nellautomazione


di impianti per la produzione e
trasporto del calcestruzzo

un robot antropomorfo. Un innovativo


impianto per la resinatura delle piastre
con prodotti acrilici permette, inoltre,
nuove finiture dei prodotti.
Parlare di innovazione significa occuparsi di ricerca, tema a cui IMC dedica
ampio spazio nelle proprie pagine.
Nel panorama delle aziende italiane
presenti al SAIE 2008, la ricerca finalizzata allo sviluppo di tecnologia innovativa pu avvenire anche attraverso
collaborazioni con Universit italiane
e straniere, come accade per la Unifer SpA, il cui Amministratore Delegato Sauro Accorsi ci ha confermato
che lazienda ha da anni instaurato una
proficua collaborazione con il Politecnico di Torino e investe par te delle sue
risorse in ricerca ed innovazione tecnologica.
Pur troppo, parlando di risorse a sostegno della ricerca, alcuni espositori
hanno lamentato una cer ta difficolt,
causata soprattutto dalla complessit
delle procedure burocratiche, ad accedere ai fondi europei per linnovazione
tecnologica.
Degna di nota stata lelevata presenza di visitatori stranieri nei padiglioni
dedicati al Precast.
Il motivo, emerso dalle conversazioni
con gli espositori, legato al fatto che le
aziende italiane, dopo aver consolidato
la propria posizione sul mercato interno, hanno rivolto notevole attenzione
anche alle espor tazioni, incrementando
di anno in anno la presenza sui mercati
esteri, soprattutto su quelli emergenti quali la Russia e il Medio Oriente,
lAfrica, in par ticolar modo quella settentrionale, piuttosto che lIndia.
La diversificazione dei mercati, parimenti a quella dei prodotti, la risposta delle aziende italiane alla crisi dei
mercati internazionali ed una delle
soluzioni che permettono di mantenere buoni livelli di fatturato.
ASSOBETON, che ha sempre creduto in questa principio, si adoperata
nel corso degli anni per svolgere una

Dal 1973 una presenza


costante in continua
evoluzione

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LEVOLUZIONE NATURALE
DEL FAMOSO
PREFSTAR

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SENSORE UMIDIT
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alle piccole unit produttive che ai grandi impianti
di produzione e trasporto del calcestruzzo. Integra funzioni
innovative di igrometro e consistometro che, in
abbinamento alla nostra nuova ed esclusiva gamma di
sonde per il rilevamento acqua negli aggregati
e nei mixer a tecnologia microonde, garantiscono
la migliore costanza ottenibile di lavorabilit e di
rapporto acqua/cemento.

industrie manufatti cementizi - 5

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72

S A I E

politica di sostegno allinternazionalizzazione, promuovendo, a vantaggio


degli Associati e degli operatori della
filiera in generale, scambi fra delegazioni imprenditoriali italiane ed estere
(Svezia, Olanda, Sud Africa, Kazakistan),
ma anche progetti pi complessi che
hanno coinvolto istituzioni ed enti italiani e stranieri (ICQ India ed il progetto Safecast, attualmente in corso di
realizzazione).
Diversi sono gli approcci possibili ai
nuovi mercati.
La diversificazione dei prodotti pu
rappresentare una strategia vincente
per affrontare il mercato estero, secondo ling. Gilber to del Frate della Tecnocom SpA, azienda che, ad esempio, sul
mercato russo ha sviluppato la propria
produzione nel settore delledilizia civile, privilegiando lo sviluppo di strutture
in ver ticale e di soluzioni multipiano
attraverso la produzione di casseri per
solai.
Altre aziende danno vita a joint-ventures, ovvero forme societarie che vedono lutilizzo sinergico delle risorse
por tate dalle singole imprese par tecipanti, ma anche unequa suddivisione
dei rischi legati allinvestimento.
In alcuni casi, il know-how maturato
dalle aziende italiane, grazie al costante
investimento in ricerca ed innovazione,
consente di instaurare contratti di collaborazione con i paesi emergenti, ad
esempio con lIndia, attraverso i quali
possa essere messa a disposizione del
cliente lesperienza dellazienda e del
personale per un periodo prefissato di
un paio danni.
Successivamente, sar il cliente a decidere se rinnovare la collaborazione,
nel caso in cui non sia stato in grado di
conseguire una sufficiente autonomia.
Da quanto emerso nel corso delle
conversazioni con gli espositori del
SAIE Precast, i mercati a cui le aziende della fornitura si rivolgono sono
sia quelli che richiedono il pi alto impiego di conoscenze tecnologiche, sia

quelli in cui il recente sviluppo consiglia


lapproccio a macchinari pi semplici,
ma non per questo tecnologicamente
meno avanzati.
Il successo pu essere dunque legato
non solo alla qualit del prodotto, ma
anche alla massima semplicit di utilizzo e manutenzione.
Accade spesso, infatti, che in alcuni paesi non ci sia la preparazione tecnica
necessaria per la gestione di macchinari par ticolarmente sofisticati ma che,
daltro canto, vi sia facilit di reperimento di manodopera generica a basso costo.
Se, quindi, in paesi tecnologicamente
avanzati la tecnologia supplisce alla carenza di personale qualificato, in questo tipo di mercati accade esattamente
lopposto.
Per tanto, nellottica di rispondere alla
richiesta di tecnologia semplice che
possa sopperire alle lacune di una
manodopera non specializzata, alcune
aziende propongono strumenti di facile uso che, attraverso operazioni ripetitive e completamente automatizzate,
facciano fronte alla carente preparazione delloperaio, consentendo inoltre di
ottenere, senza par ticolare sforzo, la
precisione delle operazioni.
La Bianchi Casseforme Srl, ad esempio, ha por tato in Fiera la legatrice
automatica per armatura a batteria,
strumento che, con grande facilit di
impiego, flessibilit e sicurezza, consente di aumentare la produttivit e
ridurre i costi, riducendo i tempi di lavorazione per legature pi resistenti e
precise.
Nellambito del SAIE, a chiudere il cerchio de La Via dellEfficienza, si sono
svolti alcuni impor tanti convegni che
hanno visto anche la par tecipazione
di esponenti di primo piano del mondo dellarchitettura e dellurbanistica
a livello internazionale, i quali hanno
offer to un confronto sul tema dellefficienza energetica su scala mondiale,
evidenziandone la trasversalit e met5 - industrie manufatti cementizi

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tenza
Resis bilit.
si
e Fles

Nature Inspired.
Gruppo Feralpi, progettare e vivere secondo
natura grazie a processi produttivi innovativi,
per creare prodotti a basso impatto ambientale
e tecnologicamente avanzati. Come il tondo
nervato in barre per cemento armato, diametro
da 6 a 50 mm. e lunghezza da 6 a 24 mt. strumento ottimale per realizzare strutture affidabili
e sicure in zone a forte impatto sismico.

1968 2008

tendo in luce le diverse modalit dintervento possibili.


Inoltre, dopo il successo riscontrato
nelledizione del 2007, stato riproposto lappuntamento con New Materials
Space, lo spazio realizzato in collaborazione con Material ConneXion, dedicato a materiali e tecnologie innovativi
legati al tema dellenergia e del costruire sostenibile.
Interessante anche la nuova edizione
della Selezione Novit SAIE 2008, che
raccoglie in una Guida le innovazioni
pi significative in mostra al SAIE.
In conclusione, il ruolo giocato dalle
imprese di prefabbricazione nel settore delle costruzioni ha riconfermato la
propria rilevanza e per ASSOBETON,
che rappresenta il compar to in Italia,
nellambito del sistema confindustriale,
la par tecipazione al SAIE rappresenta
un prezioso momento di incontro con
gli operatori della filiera.
ASSOBETON infatti presente al SAIE
da oltre 15 anni, inizialmente in forma
autonoma, dal 2003 con un accordo
istituzionale con BolognaFiere ed oggi,
come ricordato, anche attraverso la
par tecipazione della Federazione di
settore FEDERBETON.
Ricordiamo che, in occasione dellevento stata presentata la prima edizione
dellAnnuario europeo, lAnnuario della
Prefabbricazione BIBM, strumento di
comunicazione unico in Europa per il
settore dei manufatti a base cementizia.
Il volume presenta la Federazione e le
Associazioni nazionali che vi aderiscono con lobiettivo di promuovere lintero settore della prefabbricazione sul
mercato europeo.
Nei giorni del SAIE inoltre stato diffuso il numero 4 di Industrie Manufatti
Cementizi, organo ufficiale di ASSOBETON, strumento, insieme agli Annuari
italiano (ledizione 2008 in uscita a
fine anno) ed europeo, importanti ed
unici per coloro che, attraverso lAssociazione, desiderano entrare a contatto
con il mondo della prefabbricazione.

www.feralpigroup.com

industrie manufatti cementizi - 5

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74

S A I E

Intervista a
Federico Minoli
e Marino Capelli

Dott. Minoli, si appena concluso lappuntamento con SAIE,


pu tracciare un bilancio di questa edizione?
Quella appena conclusa stata unedizione allinsegna delle novit, caratterizzata da un significativo arricchimento
dellofferta espositiva e dalla disponibilit di nuovi spazi da dedicare al business.
Il salone internazionale delledilizia,
giunto alla quarantaquattresima edizione, ha registrato fin dal primo giorno
segnali positivi che hanno evidenziato
la correttezza delle scelte operate da
BolognaFiere. Dallintroduzione del
nuovo salone SAIENERGIA dedicato a
una tematica di grande importanza
le energie rinnovabili e le tecnologie a
basso consumo per il costruire sostenibile alla riorganizzazione del lay-out

della manifestazione, che si arricchito


del nuovo padiglione 14-15.
Dai nuovi accordi strategici siglati, alla
contrazione delle giornate di apertura
della manifestazione (questanno solo
quattro) per venire incontro alle esigenze di espositori e operatori.
Al riguardo, la riconferma del numero
degli operatori professionali registrati nel 2007 motivo di soddisfazione
in un quadro economico globalmente
delicato che si ripercuote, inevitabilmente, anche sul business fieristico.
Vorrei sottolineare limportanza della collaborazione con le Associazioni
di categoria nel pianificare lo sviluppo
della manifestazione. Consideriamo
una priorit strategica per ogni nostra manifestazione e attivit - attivare
un dialogo costruttivo con le maggiori
Associazioni di categoria e valorizzarne
il ruolo, promuovendo il business delle
aziende dei diversi comparti e la cultura del settore.
Un nuovo salone, ma anche nuovi spazi. Il quartiere fieristico di
Bologna prosegue la sua espansione.
Il quartiere fieristico di Bologna si posiziona fra i leader internazionali per
dimensioni e standard di servizio.

Federico Minoli, Amministratore Delegato BolognaFiere


Marino Capelli, Responsabile Fiere Area Costruzioni - Industria BolognaFiere

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S A I E

Flessibilit delle strutture, modularit,


posizione geografica centrale con ottimi collegamenti (rete ferroviaria, autostradale e aeroporto), casello autostradale dedicato, stazione ferroviaria
interna, elisuperficie sono plus importanti.
Questanno abbiamo completato la realizzazione di altri due tasselli strategici:
il padiglione 14-15 che ha ospitato
SAIEnergia 2008 - e il parcheggio Multipiano Michelino che sar completamente funzionante con SAIE 2009.
Con il nuovo padiglione, il quartiere
fieristico raggiunge i 200.000 metri
quadrati di superficie espositiva coperta e si dota di un nuovo ingresso indipendente.
La struttura di forte impatto architettonico, collegata in quota con i padiglioni circostanti e sviluppata su due
piani espositivi per un totale di 20.000
metri quadrati.
I visitatori di SAIE hanno potuto utilizzare, questanno, anche il primo lotto del nuovo parcheggio multipiano
Michelino (in fase di completamento),
che ci consente di alleggerire limpatto
delle grandi manifestazioni nelle aree
circostanti al Quartiere fieristico.
Il nuovo parcheggio stato progettato
per raggiungere la massima capienza in
concomitanza di eventi fieristici importanti e per essere parzialmente attivato
in occasione di iniziative minori.
La sua realizzazione si inserisce in un
pi ampio intervento che prevede la
riqualificazione dellarea attraverso una
nuova viabilit e spazi verdi.
Qualche anticipazione sui programmi futuri di SAIE?
Nel corso della manifestazione abbiamo organizzato un incontro informale
con la stampa di settore per annunciare
alcune novit delle prossime edizioni.
Ricordando solo le pi significative: nel
2009 SAIE dar ampio risalto alla filiera
del cemento armato organizzando, in

75

collaborazione con la Consulta per il


Calcestruzzo, SAIECONCRETE.
Seguendo una logica cadenza biennale,
SAIECONCRETE sar riproposto anche nel 2011 e si articoler anche in
iniziative specificamente finalizzate alle
aziende associate ad ASSOBETON .
Altre nuove iniziative nascono a seguito dellaccordo siglato con UCT, (Unione Italiana dei Costruttori, Installatori,
Manutentori di Chiusure Tecniche)
Nel 2010 SAIE ospiter SAIECET, un
nuovo salone dedicato alle chiusure
tecniche.
Con UCT organizzeremo anche una
serie di iniziative convegnistiche, di formazione e di co-marketing per sviluppare il business del settore in Italia e sui
mercati internazionali.

Ing. Capelli, questedizione di


SAIE ha dimostrato grande attenzione per i temi di maggior
attualit: efficienza energetica,
innovazione.
SAIE da sempre un punto di osservazione privilegiato per analizzare levoluzione del settore e del mercato.
la manifestazione in cui si possono
toccare e conoscere le pi significative
innovazioni tecnologiche e di prodotto disponibili sul mercato, ma anche il
luogo di dibattito culturale-economico
per il mondo delle costruzioni.
Si analizza lo stato dellarte, si ipotizzano scenari futuri e possibili vie di

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S A I E

espansione. In questo senso senza


dubbio una manifestazione di grande
attualit.
Il focus dedicato al tema dellefficienza
energetica ne una dimostrazione.
SAIEnergia ha suscitato grande attenzione e ha portato al SAIE nuove categorie professionali che hanno ulteriormente arricchito la qualit del dibattito
stimolato ogni anno dalla manifestazione.
Questo tema verr ulteriormente sviluppato in futuro. Sarebbe nostra intenzione avvalerci, anche nelledizione
2009, del contributo dellarchitetto
Mario Cucinella che questanno stato testimonial e curatore scientifico di
SAIEnergia Forum.
Non dimentichiamoci, inoltre, che il
tema dellefficienza energetica pu essere una importante chance anche in
termini di creazione e sviluppo di nuove attivit e figure professionali e che,
quindi, si traduce in dinamismo per il
settore delle costruzioni. Interessante,
in tal senso, lesperienza tedesca che
testimonia come lattenzione allutilizzo di fonti energetiche alternative e, in
particolare, al fotovoltaico, si sia trasformata in vera eccellenza produttiva con
linevitabile ricaduta sulloccupazione e
sulla ricerca.
Il social housing oggi al centro
del dibattito e interessanti progetti sono nati in diverse citt
italiane. SAIE se ne occupato
lungamente negli anni 70. Quali
sono i programmi al riguardo?
un ambito che intendiamo ulteriormente approfondire, essendo strategico per il rilancio del settore delle costruzioni negli anni a venire.
di prossima approvazione il Piano
destinato allincremento immobiliare
attraverso lofferta di edilizia residenziale, da progettare e realizzare con
nuovi standard di efficienza energetica
e riduzione delle emissioni inquinanti.

E quindi il tema delledilizia a basso


costo, ma con buone prestazioni o,
come direbbero gli inglesi Low cost
and Low Energy, pi che mai attuale
e diventa prioritario mostrare agli operatori del settore le soluzioni tecniche,
i materiali e i sistemi costruttivi che
possono condurre alla realizzazione di
edifici di questo tipo.
Il progetto casa 100K ideata dallarchitetto Mario Cucinella, che ora sta
prendendo forma attraverso una partnership con Italcementi Group un interessante esempio di quanto si possa
realizzare.
Un tema che trova naturale sede di
discussione nellambito di SAIE, la pi
importante manifestazione nazionale
fra le maggiori su scala internazionale
per le costruzioni, dove si propongono
i prodotti, le tecnologie e le innovazioni della filiera del processo costruttivo
e dove si trovano i giusti interlocutori
per discutere di edifici sostenibili, efficienza energetica, design e innovazioni
tecnologiche e di prodotto.
Il prossimo SAIE, seguendo questo filone, segnaler esempi, prodotti, progetti e sistemi che consentano, anche
ricorrendo a diverse tecnologie, di
abbassare i costi di produzione degli
edifici mantenendo livelli di prestazione di efficienza termica e acustica richiesti dalle norme, nonch un apporto energetico delledificio ad elevata
integrazione.
Una grande convergenza fra i temi di
SaieConcrete e quelli di SAIEnergia!
La casa del prossimo futuro dovr essere un edificio capace di produrre
energia e di risparmiare sui consumi.
Sar perci essenziale ricercare lequilibrio ottimale tra leccellenza nelle attivit di costruzione e la giusta attenzione
agli aspetti economici, tenendo sempre
in primo piano la tutela ambientale e la
qualit di vita delle persone.
Siamo assolutamente convinti che SAIE
potr offrire un contributo essenziale
in tal senso.
n
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A t t u a l i t

77

Il convegno ABICert SAIE 2008


Bologna, 17 ottobre 2008
di Gianluca Ponzi

In occasione del SAIE, si tenuto il convegno La Marcatur a CE dei Mater iali


da Costr uzione: a che punto siamo?,
occasione per fare il punto della situazione sulla Marcatura CE dei materiali da
costruzione e capire come si mosso il
settore per ottemperare alladempimento di legge legato alla Direttiva comunitaria 89/106/CEE.
Tr a i relator i, ling. Antonio Lucchese ,
dirigente del Ser vizio Tecnico Centrale del Consiglio Super iore dei Lavor i
Pubblici, ling. Antonio Bianco, direttore
dellorganismo di cer tificazione notificato ABICer t, oltre a consulenti ed aziende
che hanno por tato le loro testimonianze.
Il dibattito non ha messo in luce grosse
novit, tornando ad evidenziare le difficolt di un settore, quello delle costruzioni, a recepire le cogenze di legge e la
posizione di difesa delle aziende per le

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quali la Marcatura CE risulta un onere


che non sempre ripaga.
Alcune aziende illuminate, pur troppo
poche , hanno por tato testimonianze
significative a dimostrazione di come sia
possibile interpretare un adempimento
di legge come oppor tunit e momento
di crescita.
anche emersa la difficolt del Ser vizio
Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici di rendere efficace
lapplicazione della Direttiva, a par tire
dai controlli sul campo.
Da par te degli organismi di controllo c
sicuramente una difficolt oggettiva data
dalla interpretazione delle norme che
non sempre risulta univoca e por ta ad
approcci di valutazione diversi.
Prosegue lattivit di ar monizzazione
delle norme europee che por ta le aziende ad una accresciuta consapevolezza
del proprio operato.
n

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A t t u a l i t
conStrUctIon DAY
Il futuro delledilizia oltre lefficienza energetica
Verona, 30 ottobre 2008

Il futuro oltre lefficienza energetica si afferma


attraverso sistemi di rating che valorizzano
scelte tecnologiche e criteri costruttivi degli
edifici.
La definizione e lo sviluppo di procedure
qualificate per la gestione e laffidamento di
appalti tramite lintroduzione di sistemi qualit nelle procedure amministrative e la relativa trasformazione del mercato sono le tematiche affrontate durante il seminario, tenutosi
a Verona, da Green Building Council Italia,
in occasione del Construction Day, levento
ideato e promosso nellambito della collaborazione tra CRESME e VERONA FIERE.
Limportante momento di confronto ha visto
la partecipazione di esperti americani e italiani, insieme a Mario Zoccatelli, Presidente
di GBC Italia e Massimo Giorgetti, Vicepresidente di ITACA.

Gli standard per ledilizia sostenibile, sviluppati negli Stati Uniti e in pi di 40 paesi
del mondo, indicano i requisiti per costruire edifici eco-compatibili, capaci di funzionare in maniera sostenibile ed autosufficiente a livello energetico; si tratta di
un sistema di rating (Green Building Rating
System) per lo sviluppo di edifici verdi.
La cer tificazione si afferma come tendenza
nel mercato immobiliare anche in tempi di
crisi.
Mentre il mercato sta attraversando una
fase di inversione, investire in high knowledge rappresenta una risposta concreta
verso laffermazione dellefficienza energetica e della sostenibilit ambientale richiesta a livello comunitario e, nello stesso
tempo, aiuta a sostenere il mercato immobiliare.
n

17 congreSSo c.t.e.

Roma, 5 - 8 novembre 2008


di Stefania Alessandrini

Lo scorso 5 novembre, si aper ta la 17


edizione del Congresso C.T.E Collegio dei
Tecnici dellIndustrializzazione Edilizia. Lappuntamento, che il Collegio organizza con
cadenza biennale, ha offerto ai partecipanti un
programma ricco di iniziative e di interessanti
contenuti tecnicoscientifici.
Nelle due giornate espressamente dedicate
allesposizione e al dibattito delle memorie
contenute negli Atti del Congresso, lagenda
dei lavori prevedeva anche la visita a due interessanti cantieri di Roma: un edificio direzionale intelligente allEUR e la Citt dello Sport
di Tor Vergata. Durante la cena di Gala, infine,
si svolta la cerimonia di consegna dei Premi
C.T.E. Una vita per la prefabbricazione assegnati a Giorgio Della Bella, Arnaldo Manini e
Roberto Marocchi.
Il Congresso si aperto ufficialmente con i saluti del nuovo Presidente C.T.E., Giovanni Plizzari.
Dopo aver ringraziato i presenti, Plizzari ha presentato il denso programma dei lavori che nelle
due giornate ha visto susseguirsi ben quattro
sessioni dedicate a quattro differenti argomenti:
ricerche teoriche ed applicate, materiali e tecnologie, progettazione e realizzazioni.

Delle 117 memorie raccolte negli Atti, alcune


sono state presentate dai rispettivi autori,
mentre, per altre, il relatore generale di sessione ha offerto una breve presentazione dei
singoli lavori e dei risultati ottenuti.
Numerosi sono stati gli argomenti di ricerca
proposti nelle memorie. Alla ricerca teorica e
sperimentale dedicata ai temi oggi pi sentiti
si sono affiancate note espressamente pi
tecniche legate alla caratterizzazione dei materiali, alla progettazione, alle problematiche di
produzione e, pi genericamente, allindustrializzazione edilizia con presentazione di nuove
soluzioni tecniche e tecnologiche di notevole
interesse.
Lultima sessione, infine, ha dato spazio alla
presentazione di numerose realizzazioni caratterizzate da interessanti contenuti innovativi,
permettendo, quindi, di analizzare lopera dalla
fase di progettazione a quella di realizzazione.
Il Congresso ha non solo fornito una vetrina
per i risultati delle pi attuali ricerche e sperimentazioni, ma stato anche un importante
momento di aggiornamento e di dibattito su
temi che riguardano in modo specifico lapplicazione industriale di sviluppi scientifici.
n
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SISTEMI DI CONNESSIONE
CONNECTION SYSTEMS

industrie manufatti cementizi - 5

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SISTEMI DI ANCORAGGIO
ANCHORAGE SYSTEMS

SISTEMI DI SOSTEGNO
SUPPORTING SYSTEMS

SISTEMI DI SOSTEGNO
SUPPORTING SYSTEMS

SISTEMI DI ARMATURA
REINFORCING SYSTEMS

SISTEMI ANTICADUTA
LIFELINE SYSTEMS

SISTEMI DI CONNESSIONE
CONNECTION SYSTEMS

ANCORA
TORRE
CONCRETESLOT
REGOLABILI

Si tenuta a Chicago, organizzata dal centro


ACBM Center for Advanced CementBased Materials, diretto dal prof. Surendra P.
Shah, Chair del Congresso - la terza Conferenza Nord Americana sulla progettazione e
luso del Self-Consolidating Concrete, SCC
2008. Uno degli appuntamenti pi importanti
per conoscere le nuove ricerche, le applicazioni pratiche e i pi recenti sviluppi della
tecnologia del SCC, destinato a chi studia,
progetta, prescrive ed usa questo materiale.
Le relazioni presentate, oltre 130 in tre sessioni parallele, sono state divise per temi: reologia e lavorabilit, idratazione, microstruttura
e nanostruttura, durabilit, additivi, propriet
meccaniche e dipendenti dal tempo, segregazione, tecnologie emergenti, SCC rinforzato con fibre, mix design, pressione delle
casseforme, sostenibilit e, infine, alcuni case
studies. La relazione di apertura ha riportato
i dati del mercato USA in merito allimpiego
di SCC, che si attesta intorno al 3,5%, stabile
per il Ready Mixed Concrete, e al 35%, in
forte crescita, per il Precast. Un traguardo,
quello della prefabbricazione, positivo e non
distante dai risultati raggiunti dai produttori europei, che, in alcuni paesi, superano il
50% della produzione totale di calcestruzzo.
Olanda, Svezia, Norvegia e Francia gli stati in
cima alla lista. Il futuro di questo prodotto
dunque promettente per il settore della
prefabbricazione in vir t dei tanti vantaggi
che offre nella realizzazione di manufatti
cementizi, basti pensare al risparmio di energia, alla qualit degli elementi strutturali, alla
messa in opera semplificata, allincremento
della produttivit, alleliminazione del lavoro
necessario alla compattazione, in termini sia

ERCOLE

SISTEMI DI ANCORAGGIO
ANCHORAGE SYSTEMS

STRALLATA

SISTEMI DI SOLLEVAMENTO
LIFTING SYSTEMS

ECO

SISTEMI DI SOLLEVAMENTO
LIFTING SYSTEMS

ELASTICO

Chicago, 10-12 novembre 2008


di Patrizia Ricci

PREFABBRICAZIONE SEMPLICE E SICURA


PRECASTING SAFE AND SIMPLE

CONTINUIT

SCC 2008 - CHALLENGES AND


BARRIERS TO APPLICATION

:ANICA"G )TALYs6IA3TEZZANO sTEL sFAX 


WWWBSITALIAGROUPCOMsINFOBSITALIA STYL COMPIT

5-12-2008 11:42:00

80

A t t u a l i t

di apparecchiature che di personale.


Tuttavia, in alcuni casi, la difficolt nel controllo
della lavorabilit allo stato fresco, la possibilit
di ottenere una superficie che presenti comunque porosit o crack, il costo molto elevato
di alcuni mix, dovuto alla notevole quantit
di cemento richiesta, sembrano indicare la
necessit di pi precise raccomandazioni o di
nuovi strumenti per migliorare e mantenere
costante la qualit del SCC prodotto.
Gli studi e le ricerche presentati nel corso
del Congresso fissano la priorit nello studio
della reologia del materiale, alla ricerca di
un riconosciuto metodo di valutazione della
viscosit e dei modelli matematici che regolano il comportamento del SCC, anche se le
sperimentazioni dimostrano che non esiste
un solo SCC, non esiste una sola regola, ma la
complessit del materiale richiede una visione
olistica dellargomento.
Questa, una delle conclusioni deducibili dalle
tante relazioni presentate e discusse nel corso
della manifestazione. La reologia, che la
scienza che studia la deformazione e lo scorrimento della materia, risulta uno strumento
molto utile per la formulazione del corretto
mix design dei sistemi cementizi e del SCC in
particolare.
Agendo su alcuni parametri reologici, quali
viscosit apparente, viscosit plastica e soglia
di scorrimento, possibile ottimizzare le
prestazioni degli impasti, intervenendo sulla
quantit e sul tipo di filler, nonch sul dosaggio
degli additivi da utilizzare in combinazione
col cemento. Filler e additivi idonei possono
compensare eventuali variazioni delle caratteristiche chimico-fisiche del SCC e garantire la
robustezza della miscela.
Questi parametri sono molto importanti per
lo studio della reologia del calcestruzzo SCC,
perch bassi valori del limite di scorrimento
0 (yield stress) garantiscono elevata fluidit
e deformabilit mentre valori appropriati
di viscosit plastica possono assicurare una
buona resistenza alla segregazione e contem-

poraneamente conferire il giusto grado di


scorrimento.
Una riduzione del limite di scorrimento e un
miglioramento della capacit di fluire si ottengono con laggiunta di superfluidificante, anche
se sono filler o additivi viscosizzanti a conferire unalta viscosit, necessaria per mantenere
limpasto omogeneo.
I policarbossilati eteri sono la tipologia di
additivi di ultima generazione pi indicata per
conferire fluidit e lavorabilit a calcestruzzi
con alto contenuto di parti fini, quali gli SCC,
per ridurre il rischio di segregazione e di bleeding, garantire elevate resistenze meccaniche
anche alle brevi stagionature e migliorare
laspetto delle superfici.
Non essendo possibile prendere in considerazione tutti gli aspetti trattati nel corso
della manifestazione, riprendiamo alcuni dei
contenuti pi interessanti per il settore della
prefabbricazione. Al Congresso, infatti, sono
state presentate diverse memorie sui superfluidificanti a base di policarbossilati eteri
modificati. Alcuni di essi consentono di realizzare SCC pi robusti, riducendo la sensibilit
della fluidit iniziale alle variazioni di cemento
e garantiscono una migliore lavorabilit attraverso il controllo delle propriet reologiche
del SCC allo stato fresco. Altri consentono
di mantenere la lavorabilit oltre i 90 minuti
senza modificare la resistenza del SCC allo
stato indurito; inoltre, laggiunta di un agente
che consenta di controllare il decadimento
della lavorabilit iniziale, permette di ridurre i
tempi di scassero e garantisce unefficace produzione per il settore della prefabbricazione.
Per il calcestruzzo prefabbricato indispensabile formulare preventivamente in laboratorio
il mix-design e verificare le propriet reologiche mediante studi in pasta e in calcestruzzo,
per poi eseguire prove preliminari allimpianto.
Il mix-design pu essere fortemente condizionato anche dal contenuto di umidit degli
aggregati o della sabbia.
I risultati presentati hanno mostrato che questa nuova generazione di additivi pu migliorare la robustezza del SCC anche rispetto a
questultima variabile.
Da ultimo stato mostrato che limpiego di
questi additivi unisce alleffetto fluidificante lo
sviluppo di elevate resistenze iniziali e finali con
il grande vantaggio di poter ridurre, se non eliminare completamente, il ciclo di maturazione
a vapore e i notevoli costi connessi.
Il programma completo di tutti gli interventi presentati al Congresso reperibile sul sito ufficiale
della manifestazione www.scc2008.info.
n
5 - industrie manufatti cementizi

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2-12-2008 16:50:23

82

L e

A z i e n d e

i n f o r m a n o
Unifer
ISO 9001:2000

La capacit di realizzare reti elettrosaldate


a misura ha reso la Unifer leader nel settore. Partendo dal disegno del progettista,
il quale per le varie resistenze di calcolo
necessita larmatura in posizioni particolari, si creano pannelli di rete con forme,

diametri, dimensioni variabili. Inoltre la


rete a misura si differenzia da tutte le altre reti standard perch si possono elettrosaldare longitudinalmente sia diametri
differenti che fili accoppiati. Queste reti
rispecchiano tutte le prescrizioni tecniche
delle varie normative nazionali. Un nuovo
prodotto immesso sul mercato nazionale
ed europeo la rete elettrosaldata circolare che viene prodotta per la realizzazione di conci prefabbricati utilizzati come rivestimento di gallerie naturali ed ar tificiali.
Con la capacit e la flessibilit di variare il
raggio di curvatura vengono realizzate reti
strutturali posate in opera per le costruzioni di gallerie ferroviarie e stradali. Il raggio di curvatura, i diametri e le dimensioni
dei pannelli sono sviluppati e realizzati su
richiesta del cliente. Per le grandi opere
di ingegneria civile la Unifer realizza reti
strutturali utilizzando un range di diametri
dal 16 mm al 25 mm. I pannelli di rete
trovano impiego per muri di sostegno, diaframmi, dighe, gallerie, pile e impalcati di
ponti, piastre e platee di fondazione.

UNIFER SPA
Via Mattei 14/16
29010 Villanova SullArda
Piacenza Italia
Tel. 0039 0523 833900
Fax 0039 0523 837593
www.uniferspa.com
uniferspa@uniferspa.com

5 - industrie manufatti cementizi

Imp.Aziende.Inform.5.indd 82

5-12-2008 13:18:26

ASSOBETON
STRUTTURE PREFABBRICATE

TUBIABASSAPRESSIONE

PALI

BLOCCHI E PAVIMENTI

CABINE ELETTRICHE

FIBROCEMENTO

TRAVERSE E ARMAMENTI FERROVIARI

MANUFATTI IN CALCESTRUZZO CELLULARE AUTOCLAVATO

TUBIPERACQUEDOTTI

SOLAI E DOPPIA LASTRA

GRUPPO INSERTI PER MANUFATTI IN CALCESTRUZZO

Imp.Assobeton.Copertina.indd 83

lAssociazione

ASSOBETON

2-12-2008 16:49:51

84

Linea Guida per la


Certificazione delle
Caratteristiche Energetiche
dei Pannelli Prefabbricati
di Calcestruzzo
di Antonella Colombo e Ugo Pannuti
ICMQ e ASSOBETON, alcuni mesi or
sono, hanno costituito un Gruppo di
Lavoro per predisporre una Linea Guida
per il calcolo della trasmittanza termica
dei pannelli prefabbricati di calcestruzzo
utilizzando il metodo semplificato descritto nella norma UNI EN ISO 6946.
Il documento redatto si preannuncia
come un valido suppor to al produttore per poter cer tificare le caratteristiche energetiche dei pannelli prefabbricati, cos come richiesto dalla legislazione nazionale in tema di risparmio
energetico.
La Legge n. 10 del 9 gennaio 1991 recante: Norme per lattuazione del Piano
energetico nazionale in materia di uso
razionale dellenergia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di
energia rappresenta il primo riferimento legislativo che regolamenta il settore
termotecnico. Essa pone le basi per una
politica del risparmio energetico che
sar poi sviluppata ed integrata attraverso i D.Lgs. 192/05 e 311/06.
La Legge 10/91 prevede, allarticolo 32,
che le modalit di certificazione delle
caratteristiche e delle prestazioni energetiche dei componenti degli edifici siano
stabilite con decreto del Ministro dellIndustria, del Commercio e dellArtigianato, di concerto con il Ministro dei Lavori
Pubblici. Il Regolamento di attuazione
stato emanato il 2 aprile 1998 attraverso
il cosiddetto Decreto MICA recante le
Modalit di certificazione delle caratteristiche e delle prestazioni energetiche degli
edifici e degli impianti ad essi connessi.
Per i prodotti richiamati nellAllegato A

del Decreto, richiesta la Certificazione


obbligatoria delle caratteristiche energetiche riportate nellAllegato stesso, qualora il produttore pubblicizzi o commercializzi il prodotto facendo riferimento
alle sue propriet di isolamento termico.
Tra questi prodotti compaiono i pannelli
prefabbricati, per i quali richiesta la
certificazione della trasmittanza termica.
In applicazione al succitato Decreto, le
prove attestanti tale caratteristica devono essere certificate da un Organismo di
Certificazione di Prodotto o essere effettuate presso un Laboratorio, entrambi
accreditati presso uno dei paesi membri
della Comunit Europea. In particolare,
lOrganismo di Certificazione di Prodotto effettua la validazione dellalgoritmo
di calcolo utilizzato dal produttore per
il calcolo della trasmittanza termica del
pannello e certifica il Controllo di Produzione relativo allimpianto in cui il pannello viene fabbricato.
ICMQ, da sempre attento alle esigenze
del mercato, ha da diversi anni disposto
uno specifico schema di certificazione
attraverso il quale il produttore pu
assolvere agli obblighi di legge previsti dal
Decreto MICA.
In breve ICMQ:
4 esamina la relazione di calcolo della
trasmittanza nel rispetto delle normative vigenti effettuando valutazioni
di congruit e di correttezza dei dati
dichiarati dal produttore;
4 effettua una visita di valutazione presso ogni unit produttiva dellazienda
richiedente ove si producano i pannelli oggetto di certificazione.Tale verifica
5 - industrie manufatti cementizi

Imp.Assobeton.ICMQ.indd 84

2-12-2008 16:50:21

85

ha lo scopo di accertare che lazienda


sia in possesso di un controllo di
produzione di pannelli che rispetti le
prescrizioni e le indicazioni contenute
nella relazione di calcolo. Inoltre, nel
corso della visita viene verificato che
lazienda attui tale controllo di produzione e che lo stesso sia definito nel
manuale e nelle procedure aziendali,
con specifico riferimento ai pannelli
oggetto di certificazione e delle relative caratteristiche energetiche. Per le
aziende con Sistema Qualit certificato da ICMQ nellattivit di produzione di elementi prefabbricati o con
Controllo di Produzione in Fabbrica
ai fini della marcatura CE dei pannelli,
anchesso certificato da ICMQ, sulla

Imp.Assobeton.ICMQ.indd 85

base degli esiti delle visite ispettive gi


effettuate, solitamente viene richiesta
la sola validazione della relazione di
calcolo;
4 infine ICMQ rilascia il certificato.
Per quanto riguarda il calcolo della trasmittanza termica, la norma di riferimento per gli elementi opachi di un
edificio, categoria nella quale rientrano
i pannelli prefabbricati, la UNI EN ISO
6946 Componenti ed elementi per edilizia - Resistenza termica e trasmittanza
termica - Metodo di calcolo. Al punto 6.2
la norma descrive un metodo semplificato per il calcolo della resistenza termica
(ed in conseguenza della trasmittanza) di
componenti per edilizia comprendenti
strati termicamente omogenei e strati

2-12-2008 16:50:22

86

Figura 1 Esempio di sezione trasversale di un pannello a strati termicamente omogenei.

termicamente eterogenei. Un valore pi


preciso di tale caratteristica termica pu
essere ottenuto, cos come sottolineato
nella Nota 1 dello stesso punto 6.2, utilizzando un metodo numerico pi raffinato
(elementi finiti) in conformit a quanto
riportato dalla UNI EN ISO 10211.
Nella versione corrente, la UNI EN ISO
6946 contiene definizioni e schemi di
calcolo di difficile interpretazione e applicazione, che possono facilmente indurre
il produttore ad effettuare in maniera
errata il calcolo della trasmittanza termica dei pannelli. La Linea Guida stata
predisposta al fine di chiarire tali aspetti e
permettere, quindi, una corretta applicazione del metodo di calcolo semplificato.
Inoltre contiene una serie di esempi di
calcolo corredati da esaustivi chiarimenti
e suggerimenti.
La Linea Guida si articola in 3 capitoli e
3 allegati.
Nel primo capitolo sono riportate, oltre
allo scopo della Linea Guida, ai riferimenti normativi ed alle definizioni, una
serie di informazioni circa la norma UNI
EN ISO 6946, come la sua struttura ed
una schematizzazione del principio di
calcolo.
Il secondo capitolo si apre con una
descrizione delle tipologie di pannelli prefabbricati la cui trasmittanza pu
essere calcolata seguendo le indicazioni
riportate nel documento:
4 pannelli alleggeriti;
4 pannelli a taglio termico (alleggeriti e

non);
4 pannelli areati;
4 pannelli ventilati.
Il capitolo completato da alcune
nozioni, di natura termotecnica, ritenute
importanti per la corretta applicazione
della norma.
Il metodo di calcolo semplificato della
UNI EN ISO 6946 illustrato dettagliatamente nel capitolo 3, che tratta
separatamente il calcolo della resistenza termica totale di pannelli costituiti da strati termicamente omogenei
(Figura 1) e da strati termicamente
eterogenei (Figura 2).
Le nozioni teoriche descritte nel capitolo
3 sono integrate da 2 esempi di calcolo,
completamente svolti, riguardanti pannelli alleggeriti a taglio termico e non. Tali
esempi sono riportati nellAllegato B.
LAllegato A contiene un elenco di punti,
da ritenersi indicativo e non esaustivo,
che il produttore deve rispettare per
implementare correttamente lalgoritmo
di calcolo.
La Linea Guida completata dallAllegato C in cui sono descritte le modalit
di cer tificazione che vengono seguite
dallOrganismo di Certificazione accreditato (ICMQ S.p.A.).
importante, infine, sottolineare che la
progettazione strutturale del pannello
non oggetto della Linea Guida, che
non deve comunque essere considerata
sostitutiva della norma stessa, ma solamente di ausilio alla sua applicazione. n

Figura 2 Schematizzazione di pannello costituito da strati termicamente omogenei (strati 1 e 3)


e da strati termicamente eterogenei (strato 2).
5 - industrie manufatti cementizi

Imp.Assobeton.ICMQ.indd 86

2-12-2008 16:50:23

-ILANO!RCHITETTURA$ESIGN%DILIZIA
&IERA-ILANO 2HO?&EBBRAIO

,EVENTOINTERNAZIONALEPERILPROGETTO
LARCHITETTURA LEDILIZIA
VISITATORIDEIQUALIESTERI ESPOSITORI MQ
DIAREAESPOSITIVANETTALASINTESIDELLEDIZIONECONFERMA-!$%EXPO
LAPPUNTAMENTOLEADERPERLINTERAlLIERADELLECOSTRUZIONI
-!$%EXPOOFFREUNAPANORAMICACOMPLETASUIPRODOTTIESULLESOLUZIONI
PIAVANZATEPERPROGETTARE COSTRUIREERISTRUTTURARENEI3ALONIADALTA
SPECIALIZZAZIONE DEDICATIAMATERIALIDACOSTRUZIONE STRUTTUREESISTEMI
COSTRUTTIVI TECNOLOGIEPERLIMPERMEABILIZZAZIONE LISOLAMENTOE
ILRISANAMENTO MACCHINARI IMPIANTISTICA BUILDINGAUTOMATION SOLUZIONI
PERLASOSTENIBILIT ENERGIERINNOVABILI SISTEMIDIFACCIATAESERRAMENTI
CHIUSURE PROTEZIONISOLARI AUTOMAZIONI COPERTURE COLOREEDECORAZIONE
TECNOLOGIEPERLAPRODUZIONEDISERRAMENTI PORTE PORTONI SCALE
PAVIMENTIERIVESTIMENTI lNITUREPERLARCHITETTURA SOFTWARE
IMPIANTISTICASPORTIVA PISCINE FITNESS ARREDOURBANO

-!$%EXPO
UNINIZIATIVADI
-!$%EVENTISRL
&EDERLEGNO !RREDOSRL

/RGANIZZATADA
-!$%EVENTISRL
TELs
INFO MADEEXPOITs MADE MADEEXPOIT

0ROMOSSADA

WWWMADEEXPOIT

Imp Attualita IMC5 ok.indd 81

2-12-2008 16:48:46

88

ASSOBETON

Sezione Blocchi e Pavimenti

Newstreet, organo ufficiale della Sezione Blocchi e Pavimenti di ASSOBETON, rappresenta il principale strumento di divulgazione di una corretta cultura, ingegneristica
e architettonica, del massello autobloccante e del blocco in calcestruzzo. Questi materiali da costruzione sono i protagonisti degli articoli e dei servizi scritti con dovizia
di contenuti tecnici e architettonici, nellintento di illustrarne le peculiarit in termini
di versatilit di utilizzo, durabilit nel tempo, bassi costi di manutenzione, pregi estetici,
rispetto dellambiente.
La rivista contiene, inoltre, un inserto staccabile di carattere monografico, riservato di
volta in volta a uno specifico argomento.
Sommario del numero 9 di Newstreet - Giugno 2008

EDITORIALE
Ivano Ferrari

MASSELLI
Verso la corona di delizie

testo di Gaetano Cafiero


fotografie di Roberto Bregani

BLOCCHI
Lasciamoci guidare dalla villa

testo di Francesco Carelli


fotografie di Famiglia Trentotto

Corso Francia, a Torino, un grande viale


alberato, che nel tratto cittadino si sviluppa per circa cinque chilometri e prosegue
in direzione di Rivoli per complessivi dodici
chilometri.
La riqualificazione ambientale privilegia
le fruizioni pedonale e ciclistica rispetto
al finora prevalente utilizzo da parte degli
automobilisti.

La presenza di una costruzione risalente


al secolo XV riesce a porre in risalto i colori, la leggerezza e la fluidit di progetto
del complesso residenziale Cattane a
Vicenza.

5 - industrie manufatti cementizi

Assobeton Newstreet.indd 88

4-12-2008 11:19:07

89

12 MASSELLI

Una calmata al traffico

testo di Paolo Haas


fotografie di Roberto Bregani

Una questura da viverci dentro

testo di Valentina Gottipavero


fotografie di Donato De Carlo

Il futuro rappresentato da centri urbani a misura duomo dove si possa essere


pedoni senza i rischi derivanti dalla circolazione dei veicoli a motore. A Trezzano sul
Naviglio due zone residenziali sono state
sottoposte a un trattamento intensivo di
traffic calming: con i materiali giusti ed
eccellenti risultati.

15 BLOCCHI

A Biella ledificio industriale del primo Novecento trasformato poi in caserma stato
completamente rifatto e ampliato: ai tremila metri di superficie ne sono stati aggiunti
tredicimila.
Gli alloggi per il personale e gli altri servizi
(e laspetto architettonico) sono talmente
funzionali e belli che

22 DIDATTICA&FORMAZIONE



La sicurezza in ambito urbano:


un caso di studio

testo di Mauro Cozzi e Silvia Ghiacci


elaborazione grafica
Studio di Pianificazione Urbana
fotografie di
Studio di Pianificazione Urbana




SCHEDA TECNICA

Grandi progressi dopo

la prima a Recoaro Terme
fotografie di Roberto Bregani

28

industrie manufatti cementizi - 5

Assobeton Newstreet.indd 89

2-12-2008 16:50:56

ASSOBETON

Come
associarsi

La sottoscritta ditta.........................................................................................................................
con sede in......................................................................................... Prov....................................
Indirizzo........................................................................................ Cap............................................
Tel:....................................... Fax:..................................... Email....................................................
Part. IVA n.....................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
interessata a ricevere informazioni per ladesione ad ASSOBETON.
A TALFINEFORNISCELESEGUENTIINFORMAZIONI
C.C.N.L. applicato...........................................................................................................................
N stabilimenti..................... e loro ubicazione:
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
Eventuale societ controllante.......................................................................................................
Eventuali societ controllate e/o collegate.....................................................................................
.......................................................................................................................................................
Aderisce allassociazione/unione degli industriali della/e provincia/e, quale/i?
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................

Imp Come associarsi IMC5.indd 90

2-12-2008 16:51:32

ATTIVITA PRODUTTIVE:

Numero complessivo dipendenti........................................

Volume daffari esercizio precedente..................................

Strutture prefabbricate
Pali
Tubi a bassa pressione
Blocchi e pavimenti
Cabine elettriche
Manufatti in calcestruzzo cellulare autoclavato
Manufatti in Fibrocemento
Traverse ed Armamenti Ferroviari
Tubi per acquedotti
Solai e Doppia Lastra
Altro (specificare)
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................

Persona da contattare:........................................................................

Posizione in azienda:.......................................................................

DATA...........................

Imp Come associarsi IMC5.indd 91

TIMBRO E FIRMA

2-12-2008 16:51:32

ASSOBETON
Associati
Denominazione

Comune

Provincia

4P PREFABBRICATI SRL

CORTE FRANCA

BS

A. ZAMBETTI SRL

GORLE

BG

A.L.C.O.S. PRODUZIONI SRL

LIMBIATE

MI

A.V. STRUTTURE SPA

CALVENZANO

BG

ALFA SRL

PONTE SAN GIOVANNI

PG

ALTAN PREFABBRICATI SPA

RAMUSCELLO DI SESTO AL REGHENA

PN

ANTOLINI M.C.E. SRL

SAN SISTO

PG

ANTONIO BASSO PREFABBRICATI SRL

TREVISO

TV

APEDIL SRL

SAN MARTINO IN STRADA

LO
RE

AREA PREFABBRICATI SPA

S. ANTONINO DI CASALGRANDE

AREA SPA

CORNAREDO

MI

ASSOTUBI ECOLOGICA SRL

ANZANO DEL PARCO

CO

B.C.M. LATERIZI SRL

FIESSO UMBERTIANO

RO

BARACLIT SPA

BIBBIENA STAZIONE

AR

BATTILANA PREFABBRICATI SPA

CORNEDO VICENTINO

VI

BETA MANUFATTI CONGLOMERATI SRL

SPIGNO SATURNIA

LT
RG

BETON 5 SRL

POZZALLO

BETON PIAVE SPA

NERVESA DELLA BATTAGLIA

TV

BIANCO PREFABBRICATI SRL

MAZARA DEL VALLO

TP

BOLIS PREFABBRICATI SRL

ZOGNO

BG

BONETTI SPA

CASTENEDOLO

BS

BOTTA SRL

BRUSASCO

TO

C.A.P.P.A. SRL

S. NICOL A TORDINO

TE

C.C.G. QUERZOLI SCRL

FORL

FC

C.E.I.S. TRADING SRL

PERGINE

TN

C.M.C. SRL

MADONE

BG

C.P.C. COSTRUZIONE PREF. CEMENTO SPA

CARINI

PA

CANOVA SPA

FIORENZUOLA DARDA

PC

CAPPELLARI SRL

POGGIO RUSCO

MN

CAPRESE SRL

SERRAVALLE PO

MN

CASITALIA SPA

SPINADESCO

CR

CASTAGNA SRL

LEGNANO

MI

CAV. CESTARO GUSTAVO SRL

PREGANZIOL

TV

CE.MA. CEMENTMANUFATTI SRL

FRZ. QUINTANO-CASTELLI CALEPIO

BG

CEMENTAL SPA

GENOLA

CN

CEMENTUBI SPA

GRUGLIASCO

TO

CLC SRL

CARMIGNANO DI BRENTA

PD

CO.CE. SRL

PRATO SESIA

NO

CO.I.MA. PREFABBRICATI SRL

TRANI

BA

CO.MA.C. SRL

CALTANISSETTA

CL

CODELFA SPA

TORTONA

AL

COOPERATIVA PRECASA SCRL

FIUMICELLO

UD

COOPSETTE SCRL

CADELBOSCO SOPRA

RE

COPREM SRL

BOTTANUCO

BG

COSTRUZIONI GENERALI BASSO CAV. ANGELO SPA

POSTIOMA DI PAESE

TV

CREZZA SRL

GORDONA

SO

5 - industrie manufatti cementizi

Imp.Assobeton.Elenco.Soci.indd 92

2-12-2008 16:52:00

Associati
Denominazione

Comune

Provincia

CSP PREFABBRICATI SPA

GHISALBA

BG

D.M.P. DALLA MORA PREFABBRICATI SRL

MUSILE DI PIAVE

VE

DIODORO EDILFER SRL

ROSETO DEGLI ABRUZZI

TE

DUEGI PREFABBRICATI SRL

FOSSANO

CN

E.MA. PREFABBRICATI DI MASCAZZINI G. & C. SAS

BUSCATE

MI

ECOCEM SRL

OSIO SOTTO

BG

EDIL LECA SPA

VALVASONE

PN

EDILBLOK SPA

CASTELLI CALEPIO

BG

EDILCEMENTO SPA

GUBBIO

PG

EDILFIBRO SPA

ARENA PO

PV

EDILGORI PRECOMPRESSI SRL

TERNI

TR

EDILKAP PREFABBRICATI SPA

BARGE

CN

EDILMANUFATTI SRL

STATTE

TA

EDIL-PREFABBRICATI SRL

MISTERBIANCO

CT

EDILSOLAI SPA

CESENA

FC

EDILTRAVET SRL

CERRIONE

BI

EDILTUBI SPA

TROFARELLO

TO

EDIMO PREFABBRICATI SRL

POGGIO PICENZE

AQ

ERREVI SRL

CASTELLO DARGILE

BO

ESSE SOLAI SRL

VIVARO DI DUEVILLE

VI

EUGANEA PRECOMPRESSI SPA

TORRI DI QUARTESOLO

VI

EUROBETON SRL

SALORNO

BZ

EUROCAP SRL

CASTELLETTO MONFERRATO

AL

EUROPENTA SPA

TREZZANO SUL NAVIGLIO

MI

F.LLI ANELLI DI ANELLI ALVARO-BRUNO-ALBERTO E C. SNC

SANTARCANGELO DI ROMAGNA

RN

F.LLI MUNARETTO DI GIUSEPPE DIV. SUMMANIA B. SRL

ZAN

VI

F.LLI VINCI SRL

SANLURI

CA

F.M.C. PREFABBRICATI SRL

VIGEVANO

PV

FERRARI B.K. SPA

LUGO DI GREZZANA

VR

FERRARINI SPA

VERONA

VR

FIBROTUBI SRL

BAGNOLO IN PIANO

RE

FORNACE CALANDRA SRL

OTTIGLIO MONFERRATO

AL

G.E.D. SRL

PIEVESESTINA-CESENA

FC

GARBIN PREFABBRICATI SRL

COSTABISSARA

VI

GARDONI SRL

PANDINO

CR

GAZEBO SPA

GATTEO

FC

GENERALE PREFABBRICATI SPA

ELLERA

PG

GERMANI FRATELLI SNC

CASALMAGGIORE

CR

GIORNI OSCAR DI GIORNI MASSIMO & C. SNC

SANSEPOLCRO

AR

GRUPPO CENTRO NORD SPA

BELFIORE

VR

GRUPPO CI.VA. SPA

IVREA

TO

GRUPPO EFFE 2 SPA

ISOLA VICENTINA

GUELFO TESTARMATA

ROMA

GUERRINI PREFABBRICATI SPA

SANTHI

VC

I.CI.ENNE. SRL

AREZZO

AR

I.CO.B. SPA

CATANIA

CT

I.L.C.E.A. SPA

ROVIGO

RO

VI
RM

I.L.CE.V. SPA

CAVARZERE

VE

I.R.A.DEL. COSTRUZIONI SRL

GUIDIZZOLO

MN

ICEP SPA

MOLITERNO

PZ

IL CANTIERE SRL

FIUME VENETO

PN

IMPRESA PIZZAROTTI & C. SPA

PARMA

PR

IMPRESA TRE COLLI SPA

CARROSIO

AL

IN.PR.EDIL SRL

MASSERANO

INDUSTRIE CEVIP SPA

ROMA

BI
RM

INPES PREFABBRICATI SPA

TITO

PZ

IPA PRECAST SPA

CALCINATE

BG

industrie manufatti cementizi - 5

Imp.Assobeton.Elenco.Soci.indd 93

2-12-2008 16:52:00

Associati
Denominazione

Comune

Provincia

IPIEMME SPA

ALIFE

CE

ITALBLOK DI BERVICATO IURI & C. SAS

CAIVANO

NA

ITALCABINE SRL

ISOLA RIZZA

VR

ITALSLEEPERS SPA

CATANIA

CT

ITER - COOP.VA RAVENNATE SCARL

LUGO

RA

LA CEMENTIFERA DI VEZZOLI M. & C. SNC

PONTOGLIO

BS

LANDINI SPA

CASTELNOVO SOTTO

RE

LATERCEMENTI SPA

CASTELMINIO DI RESANA

TV

LATERNOVA SRL

MASSA LOMBARDA

RA
PR

LECA SISTEMI SPA

RUBBIANO DI FORNOVO - SOLIGNANO

LODOVICHI DOMENICO SPA

CHIUSI SCALO

SI

LOMBARDA PREFABBRICATI SPA

MONTICHIARI

BS

LOMBARDA PREFABBRICATI SRL

SAN BENEDETTO PO

MN

LOMBARDA SPA

OSIO SOTTO

BG

M.C.M. MANUF. CEMENTIZI MONTICONE SPA

ASTI

AT

M.G. PREFABBRICATI SRL

CASTELVERDE

CR

MA.CE.VI. SRL

CIVITELLA IN VAL DI CHIANA

AR

MABO PREFABBRICATI SPA

BIBBIENA STAZIONE

AR

MAGNETTI BUILDING SPA

CARVICO

BG

MAGNETTI SPA

PALAZZAGO

BG

MANINI PREFABBRICATI SPA

SANTA MARIA ANGELI - ASSISI

PG

MARGARITELLI SPA

TORGIANO

PG

MARTINI PREFABBRICATI SPA

MEDOLE

MN

MC PREFABBRICATI SRL

CARDANO AL CAMPO

VA

MC-MANINI PREFABBRICATI SPA

SOMAGLIA

LO

MCN SRL

PONTE BUGGIANESE

PT

MODULPAV SRL

ALATRI

FR

MOLINARO MANUFATTI SRL

SAN DANIELE DEL FRIULI

UD

MORETTA PREFABBRICATI DI MORETTA G. & C. SNC

LOVERO VALTELLINO

SO

MORETTI PREFABBRICATI SRL

ERBUSCO

BS

MOSER CESARE MANUFATTI IN CEMENTO SRL

ZAMBANA

TN

MOZZO PREFABBRICATI SRL

SANTA MARIA DI ZEVIO

VR

MUSILLI SPA

SAN VITTORE DEL LAZIO

FR

NICO VELO SPA

FONTANIVA

PD

NUOVA ITL - ITALCONSULT LAVORI SPA

TARANTO

TA

NUOVA SUPERSOLAIO SPA

LONATO

BS

NUOVA TESI SYSTEM SRL

CASALE SUL SILE

TV

OPERE IDRICHE SPA

ROMA

RM

PAC - PREFABBRICATI ACCIAIO CEMENTO SRL

FARA VICENTINO

PADANA PANNELLI SPA

ACQUANEGRA SUL CHIESE

MN

VI

PALLAORO LIVIO & C. SNC

TRENTO

TN

PAMA PREFABBRICATI SPA

REZZATO

BS

PANNELLI SPA

VEROLANUOVA

BS

PAVER COSTRUZIONI SPA

PIACENZA

PC

PAVIBLOK SRL

SPECCHIA

LE

PICCA PREFABBRICATI SPA

LATINA - BORGO S. MICHELE

LT

PINTO GEOM. CESIDIO & C. SAS

CASTELLANA GROTTE

BA

PIRCHER SPA

CITTIGLIO

VA

PIZZUTI PRECOMPRESSI SRL

CROTONE

KR

PIZZUTI PREFABBRICATI SRL

CROTONE

KR

POGGIO RENATICO FIBROCEMENTO SPA

POGGIO RENATICO

FE

PRE SYSTEM SPA

SEDEGLIANO

UD

PRECAST SPA

SEDEGLIANO

UD

PRECOMPRESSI SRL

PONTENURE

PC

PRECOMPRESSI VALSUGANA SPA

FONTANIVA

PD

PREFABBRICATI BERGAMASCHI SRL

GRASSOBBIO

BG

PREFABBRICATI CAMUNA SRL

GRATACASOLO

BS

5 - industrie manufatti cementizi

Imp.Assobeton.Elenco.Soci.indd 94

2-12-2008 16:52:00

Associati
Denominazione

Comune

Provincia

PREFABBRICATI CARTIGLIANO SPA

TORRI DI QUARTESOLO

VI

PREFABBRICATI CIVIDINI SPA

OSIO SOPRA

BG

PREFABBRICATI LAPREDIL SRL

TOLENTINO

MC

PREFABBRICATI LP SPA

BORGO A MOZZANO

LU

PREFABBRICATI MOIOLI SPA

BAGNATICA

BG

PREFABBRICATI MORRI SRL

RIMINI

RN

PREFABBRICATI PARA SNC

FORL

FO

PREFABBRICATI PARMA SPA

COLORNO

PR

PREFABBRICATI SGARIOTO SRL

RAGUSA

RG

PREFABBRICATI TONELLATO SAS

MONTEBELLUNA

TV

PREFABBRICATI ZANON SRL

CITTADELLA

PD

PREFABBRICATI ZECCA SUD SPA

CASTELLALTO

TE

PREGECO PREFABBRICATI SPA

VILLAFRANCA

VR

PRELCO ITALIA SRL

MONTICHIARI

BS

PRE-NOVA 76 DI ZANNIN FERRUCCIO E FIGLIE SRL

SEREN DEL GRAPPA

BL

PREP SRL

GUBBIO

PG

PROGRESS SPA

BRESSANONE

BZ

R.C.L. SRL

GORLAGO

BG

R.P. ROBERTI & PAOLETTI SRL

FANO

PU

RDB CENTRO SPA

PONTENURE

PC

RDB HEBEL SPA

PONTENURE

PC

RDB SPA

PONTENURE

PC

RECORD SPA

GARLASCO

PV

RIVEDIL SRL

RIVAROLO CANAVESE

TO

RIVOLI SPA

RIVOLI VERONESE

VR

ROSSI TRANQUILLO NORD DI MASCARO GEOM. T. & C. SAS

MANTOVA

MN

S & T VARESE SRL

INDUNO OLONA

VA

S.E.P. SOCIET EMILIANA PREFABBRICATI S.R.L.

ZOLA PREDOSA

BO
BS

S.F.R. DI FRANZONI & C. SNC

REZZATO

S.I.C.E.P. SPA

VERONA

VR

S.I.P.A. SPA

BENEVENTO

BN
MI

S.I.P.C. SOLAI VARESE SRL

VIGNATE

S.I.P.E. SPA

VICENZA

VI

S.P. STRUTTURE PREFABBRICATE SRL

CORTE FRANCA

BS

SAFAB SPA

ROMA

RM

SAN MICHELE SPA

MANERBIO

BS

SANTINELLO COSTRUZIONI SPA

CASELLE DI SELVAZZANO

PD

SAR COSTRUZIONI PREFABBRICATE SRL

CASTIGLIONE DELLE STIVIERE

MN

SCALA CALCESTRUZZI SPA

ROSARO DI GREZZANA

VR

SEIEFFE PREFABBRICATI SPA

BONEA

BN

SELCE SPA

MONSELICE

PD

SENINI SPA

NOVAGLI MONTICHIARI

BS

SERIO PREFABBRICATI SRL

ROMANO DI LOMBARDIA

BG
FC

SICAP SPA - DIVISIONE CEMENTISTI

FORL

SICEP SPA

BELPASSO

CT

SIME SRL

CASTELNOVO BARIANO

RO

SOCIET ITALIANA LASTRE SPA

VEROLANUOVA

BS

SOCIET MERIDIONALE INERTI S.M.I. SRL

VASTO

CH

SOLAI VILLA SRL

TURBIGO

MI

SOM.MA. PREFABBRICATI SRL

SOMAGLIA

LO

SPAV PREFABBRICATI SPA

MARTIGNACCO

UD

STAI PREFABBRICATI SRL

ACQUANEGRA SUL CHIESE

MN

STERCHELE SPA

ISOLA VICENTINA

VI

STYL-COMP SPA

ZANICA

BG

SUD SOLAI SAS

RENDE

CS

SUPERSOLAIO SRL

CARONNO PERTUSELLA

VA

SUPERSOLAIO SRL

BARGNANO DI CORZANO

BS

industrie manufatti cementizi - 5

Imp.Assobeton.Elenco.Soci.indd 95

2-12-2008 16:52:01

TAV SOLAI DI IVANO BOSCAGLI & C.SNC

ASCIANO

SI

TCT SRL

BRINDISI

BR
BS

TECNOCOMPONENTI SPA

FIESSE

TEGOLAIA SRL

CASIER

TV

TIDONA PREFABBRICATI SRL

RAGUSA

RG

TMC BERARDO SRL

BUSCA

CN

TRAVERSUD SRL

MELFI

PZ

TRAVI MILANO SRL

MILANO

MI

TRUZZI PREFABBRICATI SRL

POGGIO RUSCO

MN

UNIBLOC SRL

POGGIBONSI

SI

UNIPRE SRL

SORDIO

LO

V.M.C. - VENETA MANUFATTI IN CEMENTO


DI SILVANO, PAOLO E SEVERINO MICHELETTO & C. SAS

RESANA

TV

VEGA PREFABBRICATI SRL

CONTROGUERRA

TE

VELA PREFABBRICATI SRL

CORTE FRANCA

BS

VIANINI INDUSTRIA SPA

ROMA

RM
MI

VIBRAPAC SPA

SOLARO

VIBROCENTRO SRL

S. RUFINA DI CITTADUCALE

RI

VIBROTEK SRL

FAGGIANO

TA

ZANETTI SRL

CAPRINO VERONESE

VR

ZECCA PREFABBRICATI SPA

COSIO VALTELLINO

SO

Societ

Citt

Provincia

ATECAP

ROMA

RM

BASF CC ITALIA SPA

TREVISO

TV

CASAGRANDE SPA

FONTANAFREDDA

PN

CHRYSO ITALIA SPA

LALLIO

BG

COLLE SPA

LENTIAI

BL

DLC SRL

MILANO

MI

EDILMAFER SRL

SETTIMO MILANESE

MI

EDILMATIC SRL

PEGOGNAGA

MN
VR

Soci Aggregati

EISEKO COMPUTERS SRL

SAN MARTINO BUON ALBERGO

GENERAL ADMIXTURES SPA

PONZANO VENETO

TV

GL LOCATELLI SRL

TURATE

CO

HALFEN-DEHA SRL

BERGAMO

BG

HARPACEAS SRL

MILANO

MI

I.B.I. INDUSTRIE BLOCCHIERE ITALIANE SPA

MILANO

MI

ICT - INNOVATIVE CONCRETE TECHNOLOGIES SRL

PIACENZA

PC
MO

IME SRL

CAMPOGALLIANO

KELLER FONDAZIONI SRL

VERONA

VR

LE OFFICINE RIUNITE - UDINE SPA

BASALDELLA DI CAMPOFORMIDO

UD

MAPEI SPA

MILANO

MI

MARCANTONINI SRL

PASSAGGIO DI BETTONA

PG

OFF. MECC. MAFFIOLETTI DARIO SRL

BRUSAPORTO

BG

OFFICINE MECCANICHE GALLETTI O.M.G. SRL

PONTE VALLECEPPI

PG

PEIKKO ITALIA SRL

MILANO

MI

PLASTYBETON SRL

MARENO DI PIAVE

TV

RUREDIL SPA

SAN DONATO MILANESE

MI

S.F. SISTEMI FOGNARI SCARL

ROMA

RM

SIDERURGICA LATINA MARTIN - S.L.M. SPA

CEPRANO

FR

SIPE SRL

MONTICHIARI

BS

TECNOGRIP SRL

SAN GILLIO

TO

TESEO SRL

TREMESTIERI ETNEO

CT

W.R. GRACE ITALIANA SPA

PASSIRANA DI RHO

MI

XELLA ITALIA SRL

GRASSOBBIO

BG

5 - industrie manufatti cementizi

Imp.Assobeton.Elenco.Soci.indd 96

2-12-2008 16:52:01

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MERCATO

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AMBIENTE

Introduzione al progetto "LEnSE BUILDINGS"

TECNOLOGIA

Building Information Modeling ed interoperabilit

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