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Risvegliarsi dallo stato di veglia di Jean Bouchart Orval

6 ottobre 2010
3me Millnaire n.88 Traduzione della dr.ssa Luciana Scalabrini
3m. Limmaginazione una parola molto screditata negli ambienti cosiddetti spirituali, in cui laccento
messo sul silenzio, o sulla quiete del pensiero. Ma nello stesso tempo, limmaginazione una facolt
fondamentale perch ad esempio permette la creativit, e questa pu essere presente a tutti i livelli della vita,
nel modo di fare le faccende o la cucina, o in uninvenzione che facilita la vita delle persone. Vorrei avere il
vostro parere su questo.
G.B. Luniverso intero immaginato. Il problema non limmaginazione, ma piuttosto il pensiero che si
appropria dellimmaginazione, che non qualcosa di personale, ma il fatto stesso della Luce cosciente. Tutto
quella bellezza!
Non ci sono delle cose nelluniverso, cio degli oggetti separati dalle energie della coscienza. Anche se non ci
applichiamo per saperlo, la meccanica quantica stata molto chiara su questo nel 20 secolo. Il mondo dello
stato di veglia non molto diverso dallo stato di sogno. In quei due stati di coscienza, gli oggetti non esistono
che per la conoscenza che ne abbiamo. Comprendiamo bene questo in ci che riguarda lo stato di sonno,
perch siamo usciti da quello stato. Ebbene, lo stesso possibile risvegliarsi dallo stato di veglia.
E il piccolo universo di credenze al quale teniamo tanto che ci impedisce di realizzare che il mondo intero
immaginato.
Le religioni che hanno invaso loccidente nel passato e il nuovo sistema di credenze che lo scientismo hanno
molto contribuito a mantenerci nella nebbia.
Siamo cos convinti della realt oggettiva del mondo dello stato di veglia che questo a volte attendibile. Non
che il mondo sia una completa illusione, come lo pretende a volte il Vedanta o che tutto sia solo una
coproduzione condizionata fondata su nessuna realt come dicono i buddisti. Bisogna diffidare di quegli
slogan, che hanno del vero, ma ci addormentano quando sono ripetuti come dei pappagalli. Soprattutto non
bisognerebbe accontentarsi e adoperarli come verit finali, perch l non sono giuste. Il mondo molto reale,
se no come potrei ricevere qualcosa? Come potrebbe sorgere qualcosa da niente? Siamo seri.
3m. Si, il mondo esiste, ma non niente di quello che avevamo creduto che fosse, esattamente come il mondo
di sogno al momento in cui ne usciamo. Tutti i personaggi e gli oggetti, tutte le situazioni del sogno non sono
niente senza la conoscenza che se ne ha. Ora, come si pu avere conoscenza senza il sognatore?
G. B. Il problema nasce quando i personaggi del sogno si prendono per semplici individui separati, con una
conoscenza e un potere limitato, appropriandosi di tutte le energie che attraversano il loro piccolo mondo
personale, compresa limmaginazione. In quel momento limmaginazione perde la sua efficacia: non potete
creare qualcosa come individui. Ma guardate tutto ci che avete creato e continuate a creare come pura Luce
cosciente! Chi pu accettare questo? Si dice No, come posso creare tutto questo? E il personaggio dello stato
di veglia che lo dice e, dal suo punto di vista, ha ragione. Ma non siamo quel personaggio, siamo infinitamente
di pi.
Le tre religioni monoteiste(delle monolatrie, in verit) che hanno tanto diffuso la confusione e la violenza sulla
terra, dicono tutte che blasfemo vedersi come Dio. Vedete quanti profeti, santi e saggi (eretici) sono stati
lapidati, crocifissi, decapitati e bruciati da migliaia danni. Ora, la sola vera bestemmia credere che ci possa
altro oltre Dio!
Come si potrebbe avere altro se non il sognatore nel mondo del sogno Se esiste altro oltre Dio, allora di quale
specie di Dio stiamo parlando? Come pu essere onnipotente e onnisciente se c qualcosa che non lui? E se
non c che Lui, allora qual la natura delluniverso e chi siamo noi? Certo, la difficolt nasce quando si
prova a vedersi come Dio senza abbandonare la credenza che si un individuo. Allora, tutto irreale.

Lesistenza di un Dio personale che regge a suo modo un mondo esteriore a lui una pura e semplice
aberrazione. Le religioni monoteiste sono, tanto per la loro negazione delle gerarchie delle energie del mondo
invisibile che per la personalizzazione di un Dio assoluto, in contraddizione con lesperienza dei visionari e dei
mistici di tutti i luoghi, di tutte le tradizioni spirituali e di tutte le epoche. La negazione della realt delle
energie (degli dei) a detrimento di un grande Dittatore celeste, ha aperto la porta allapplicazione di leggi
morali inventate da degli uomini per tiranneggiare i loro simili. Senza contare che la separazione tra un
creatore e la sua creazione ha alla fine portato allo sfruttamento della natura da parte delluomo.
Quando si guarda bene, non pu pi essere questione di un Dio che ha creato una volta per tutte un universo
diverso da lui e che, una volta terminato, sarebbe diventato inattivo, salvo per intervenire secondo i
suoi umori nella storia dei disgraziati peccatori che intanto si dispiaceva di avere creato e che destina
allinferno eterno quando non lo amano, e non agiscono secondo la sua volont. Ma, certo, quel Dio ci ama
Si possono deplorare molte tendenze moderne in Occidente, ma almeno la maggior parte delle persone hanno
finito per realizzare che, contrariamente a ci che propaga la religione infantile giudaico- cristiana nelle menti
deboli, sono gli uomini che hanno creato quel dio umbratile, moralizzatore e crudele che ricompensa i buoni e
punisce i cattivi per leternit.
LOriente tradizionale ha sempre avuto una visione molto diversa dalle tre religioni monoteiste occidentali. Per
esempio, i maestri dello schivaismo non duale del Cachemire considerano che il mondo sia lo stesso Shiva. E la
natura stessa della Luce cosciente(o Shiva lIncomparabile, lInconcepibile), che fa sorgere il mondo, un mondo
che non perde mai la propria perfetta interiorit nel rapporto col sognatore.
La sua natura consiste nellessere cosciente. Come dire? E un contatto diretto, senza nessun intermediario, un
toccare interiore di se stesso. La Luce cosciente non una semplice luce statica che illumina oggetti l in basso.
Essa dinamica, e quel dinamismo si chiama Sakti, che presa di coscienza di s. Ci che chiamiamo mondo
quella presa di coscienza di s di Shiva, la potenza rende luniverso non solo possibile, ma inevitabile. Non si
pu comprendere questo, bisogna intuirlo. In ogni caso, non si devono vedere i due aspetti della Luce
cosciente ( la sua pura luminosit e il suo dinamismo) come separati; sarebbe come tentare di separare la luce
dal calore del fuoco. Lo shivaismo non duale del Cachemire non riconosce nessun mondo fisico nel senso in cui
lintendiamo noi, cio diverso dalla coscienza stessa. Il mondo letteralmente limmaginazione di Shiva. Allora
non niente

Offriamo le nostre lodi al Signore, sorgente del glorioso svolgimento della ruota delle energie, a Lui che, aprendo
e chiudendo gli occhi, fa apparire e sparire luniverso.
(Spandakarika, 1)
Ogni essere umano ha la possibilit di avere la piena efficienza dellimmaginazione originale. Ma per questo
bisogna che cessi lautomutilazione che consiste per prendersi per una miserabile immagine di se stessi, se no
quella che chiamiamo immaginazione non che una fantasia fondata sulle immagini della memoria. Quella
cessazione non pu venire da una volont personale, quella chimera. Cosa posso volere se non il contenuto
della memoria? Ora, il contenuto della memoria fatto da immagini e tutte le immagini sono limitate, troppo
piccole. Prendersi per luomo pi potente, pi brillante, troppo poco. Anche un presidente sar troppo
piccolo, vedete
A un certo momento, viene una sorta di compassione per quegli uomini di potere e le loro mostruose
agitazioni. Hanno molta energia e per questo sono delle caricature dei nostri modi abituali di vivere. Infine ci
rappresentano molto bene: la democrazia ben servita. Ma volere diventare chiunque sia, una profonda
mancanza dimmaginazione.
Quando vedo chiaramente quellinutile spreco di energie, si fa una calma. In questa tranquillit, in questo
ascolto, pu sorgere qualcosaltro. Non ci sono pi sforzi nel senso in cui intendiamo quella parola. Si entra
lucidamente in una corrente denergia potente senza che il pensiero intervenga, un po come un padre si getta
su di un orso per salvare il suo bambino: accorre come un lampo, senza nemmeno pensare a cosa far. E il

cammino della passione, della meraviglia, anche del terrore. Sindirizza verso chi gi pacificato e
interiorizzato.
Non ci si interessa pi agli oggetti e alle pratiche che non riguardano direttamente il reale. Piuttosto ci si
dedica al potere dellevocazione, che, nello shivaismo non duale del Cashmire, si chiama bhavana, un concetto
difficile da tradurre in una sola parola. Consiste in uno slancio dellimmaginazione a cui si associa una
convinzione totale cos intensa che lintelletto vi sia ancora. Questo slancio senza sforzo, vero rilassamento in
ogni senso del termine, permette di entrare in contatto con lenergia indifferenziata. Mentre i contorni del me
fabbricato si dissolvono, lassorbimento nellenergia diventa totale. Il vuoto cos scavato lascia splendere
lintuizione profonda in tutta libert. Quellintuizione consolidata con la possente evocazione che bhavana,
e pu allora dissolvere i nodi mentali formati da lunga data e scacciare tutte le credenze legate ai riflessi
egotici.
Risvegliarsi dallo stato di veglia 2 parte di Jean Bouchart Orval
6 ottobre 2010
3me Millnaire n.88 Traduzione della dr.ssa Luciana Scalabrini ( seconda parte)
La viva immaginazione chiamata bhavana supera in profondit e in potenza la concentrazione o la meditazione
(dhyana), che si fissano a degli oggetti precisi separati e, almeno nello stadio iniziale, implicano una dualit tra
soggetto concentrato e loggetto scelto.
Infatti bhavana ( il cui senso letterale si riferisce al fatto desistere) a mezza strada tra il pensiero
concettuale a due poli (vikalpa) e la indicibile intuizione (nirvikalpa) della realt, di cui non si pu dire nulla.
Mentre la lentezza propria della meditazione, bhavana caratterizzata da una velocit che non lascia
nessuno spazio alla riflessione. In essa non ci sono oggetti chiaramente definiti, solo una potente energia pura.
Mentre nei riflessi egotici si tenta ancora di scegliere, qui si scelti.
La direzione sia inesistente che molto fluida, come se si issassero le vele per lasciare che il vento le gonfi. Ma,
contrariamente alle vele, non si trascinati in una qualsiasi direzione. E come quando si tenta di ricordare
una parola dimenticata: si riprende contatto con una sorta di energia interiore grezza, ma senza direzione
precisa, perch ancora non se ne pu articolare la parola. Per la presa di contatto molto precisa, perch si
rifiuta subito ogni altra parola che non sia quella cercata.
Qui siamo nella situazione dove gli oggetti non sono ancora cristallizzati come oggetti: si comprende allora
perch difficile dare una definizione di bhavana. Al massimo si pu dire che permette di squarciare lo spazio
e il tempo. Si pu parlare di una pratica mistica realizzatrice, che realizza, fa essere, rendendola evidente, una
cosa che, bench reale, sembrava irreale perch non evidente
In molte evocazioni tipiche di bhavana, si esplorano in una sola volta tutte le direzioni dello spazio, tutte le
parti del proprio corpo, o tutte quelle delluniverso senza nessuna successione. E cos che laspirante cade nel
Cuore, nel Tra- due (madya) senza scelta ed preso dalla atemporalit. Si cos evocata limmensit spaziale e
altre potenti immagini che sopprimono i limiti artificiali ai quali si crede legato luomo ordinario.
Gli abituali riferimenti che rassicurano lego centinaia di volte al giorno si interrompono, saltano perfino.
Quella percezione decisiva opera dellenergia effervescente e del contrasto tra il limitato e lillimitato. Essa
cambia tutto nella nostra maniera di vivere e di comunicare.
Quando si parla di comunicazione, si fa come se due persone potessero comunicare realmente. Ma ci che
osservo in me che, quando la persona di fronte comincia a parlare, il mio pensiero vaga. Non ascolto, per
esempio ho gi in testa una risposta. Ho unimmagine di quella persona, mi piace o non mi piace e in ogni caso
non la vedo veramente e non lascolto. Come possibile entrare davvero in comunicazione con qualcuno?
Guardo i visi delle persone e subito dopo la mia memoria mi dice: un vecchio, un giovane, bello, non lo ,
cos, non cos. Tutto il giorno passa cos in superficie, con rare puntate nella verticalit, che non durano

molto. Sentire quel movimento possibile, ancora prima che si costruisca questa storia. Vederlo possibile, ma
abbiamo tendenza a passare oltre per mancanza dattenzione. Si vive nellabitudine. Vederlo richiede uno
sguardo diretto, senza giudizi, senza immagini, uno sguardo costante. Quando si veramente interessati, si
persiste.
Quello sguardo puro tutto nella mia vita. Non c niente altro. Il resto una storia che ci si racconta, ma che
non smette mai dessere lo sguardo stesso. La comunicazione diventa veramente possibile nel momento in cui
mi rendo conto di non comunicare veramente, di essere in rapporto con le mie immagini degli altri e non con
gli altri.
Dico gli altri; gi un sapere chiamarli gli altri. Gli altri unimmagine.
Finch non c una pulizia dello sguardo, non c comunicazione possibile. Sar una lotta dimmagini. Ci sono
immagini che mi piacciono, e altre no. Quelle che mi piacciono sono quelle che rassicurano lio fabbricato,
quelle che contribuiscono a farmi dormire di pi. Le altre, quelle che potrebbero risvegliarmi, non voglio
vederle. Si tenta sempre di riaggiustare il proprio piccolo mondo perch sia confortevole e lego stia bene. E
come un gatto che si accomoda su un divano, che ci gira attorno un po, poi ci fa una nicchia ben assestata. Si
fa questo tutto il giorno. Nel momento in cui accade una perturbazione, e qualcuno entra nella stanza o dice
qualcosa, bisogna subito riassestarsi nella posizione precedente a quella intrusione. E questo incalza! Si fa
appello alla memoria per sapere come reagire. Tutto ci che penso, che dico, che faccio per ritornare comodo
continuando a identificarmi allimmagine di me stesso. Questa immagine deve sentirsi a suo agio ed questo
che guida le mie interazioni.
3m. Ma perch si ha sempre una impressione di disagio che ci segue?
G. B. Perch ci si prende per qualcuno! La vita non che cambiamento, puro dinamismo, come una
vibrazione. Non c niente di statico nelluniverso.
Sono le nostre immagini che sono statiche.
E a quello con cui mi identifico che unimmagine statica in una vita che solo cambiamento. Immaginate il
disagio! Si vorrebbe di continuo riaggiustare il mondo intero per essere comodi. E inutile e molto faticoso.
Importa poco come siete arrivati a oggi, domani completamente da rifare! Listante dopo, la situazione
comincia gi a degradarsi e degenera sempre pi in fretta. Certo, il degenerarsi della situazione gi l fin
dallinizio.
3m. Si tratterebbe dunque di riaggiustarsi istante per istante?
G.B. Se c aggiustamento, non c nessuno per aggiustarsi. Vedere che non c una persona che deve
aggiustarsi. Non c da reagire. Le diverse situazioni della vita non sono problemi da risolvere! Riposo! Voi non
ci siete: quello che chiamate voi unimmagine. In realt voi assistete a quella che chiamate la vostra vita. Ma
non come un testimone passivo, siete invece uno sguardo che agisce, come il sognatore. Questo testimonia
quello che capita, ma non separato da ci che avviene ed l tutta la differenza. Le nostre abituali immagini
di testimoni sono da rivedere.
3m. Prendersi per qualcuno scomodo, e vedere scorrere la vita anche sgradevole.
Non la vita che sgradevole, ma il me fabbricato nella vita.
Finch ci sono immagini e ci si prende per immagini sgradevole.
Ma come fate a dire che sgradevole? Allora sapete gi cos la gioia E da dove vi viene?

Vi hanno insegnato cos la gioia, la tranquillit? Non ve lhanno mai insegnato, lo sapete gi. Perch? Perch
siete quello. Molto semplicemente. La sofferenza la prova della gioia. Pi soffrite, pi la prova decisiva!
Gioitene!
Ogni sofferenza si riferisce alla gioia, ogni desiderio, ogni piacere. La paura della morte si riferisce
allimmortalit. Come fareste ad aver paura della morte se non foste atemporali. Si sa in qualche parte che non
possibile, perch siamo la Vita, e la Vita non pu essere la morte. Mentre sappiamo questo profondamente,
siamo convinti di essere qualcosa che molto evidentemente va scomparendo. Lincontro delle due cose nel
cervello produce lintollerabile: morire? Non possibile! La paura di morire un rifiuto dellimpossibile. Ma
finch ci prendiamo per quella cosa che con evidenza va scomparendo, continua lansia.
3m. Quando parlate di essere nel tra- due, uno scopo.
G.B. No. Quando dite questo pensate al Tra- due, ve ne fate unimmagine e ridiventate qualcuno; allora non
potete avere scopo, non fosse che per liberarvi da tutto questo. Ma se non mettete laccento sul vostro scopo,
vedrete molto rapidamente che siete preso da ci che l, la realt. Finch mi prendo per un personaggio non
posso far finta di non avere direzioni: non sarei onesto con me stesso. Ma a un certo momento la direzione se
ne va. Non posso forzarlo, come un momento di stupore. Per esempio, andate al museo. Avete uno scopo. Ad
un tratto siete preso. Non da un quadro; vedete vostra moglie sottobraccio ad un uomo! Nello stesso istante
della percezione, non siete qualcuno. Avevate uno scopo e improvvisamente avete dimenticato il vostro scopo.
C apertura e ed senza scopo. E listante dopo, siete di nuovo localizzato, secondo limmagine che avete di
quelluomo e di quella donna che chiamate vostra moglie. Avete di nuovo uno scopo. Finch passo il tempo a
localizzarmi cos, a mettermi in situazione in rapporto a ci che percepito, finch tengo alla mia immagine
individuale, ci sar una direzione alla mia azione; la mia vita sar fatta di calcoli e lamenti.
3m. Voi siete allora attore di qualcosa.
G.B. Non ne abbiamo la scelta. Finch esiste il corpo, c un attore. La maggior parte del tempo mi prendo per
il mio ruolo; cos che la maggioranza delle persone passa la vita. Ma non un obbligo. A un certo momento
si pu avere una presa d coscienza e nellistante si senza scopo. Questo non impedisce che listante dopo gli
scopi riappaiano, perch portiamo dei nodi che si sono solidificati da tempo e non si sciolgono
istantaneamente. Ma una volta che si presi, non si dimentica pi. Sono stato toccato da qualcosa e ne
conserver la nostalgia. Questo sar il mio nuovo scopo nella vita. Certo, ancora uno scopo, ma cancella tutti
gli altri. Poi si canceller anche lui. E la grazia che lo fa, non la cosiddetta volont.
3m. Anche le memorie si cancellano?
G.B. Sono le identificazioni alle memorie che si cancellano. C una notevole differenza tra la pulizia spirituale
e la malattia di Alzhaimer. Ma la cosa pi difficile alla fine, quando la gomma ha cancellato tutto, che resta la
gomma da cancellare. Essere un risvegliato, sempre essere qualcuno. Quando lavate la biancheria, mettete
del sapone e alla fine risciacquate tutto e tutto se ne va, il sapone e lo sporco. E la biancheria pulita che ci
interessa, non il sapone.
Quando si presi dal silenzio, si totalmente scossi. Tutti gli scopi nella vita sembrano insignificanti di fronte
a quel superscopo che vivere quello ogni giorno. E ancora uno scopo, ma, se non sinsiste troppo sul
cammino da fare, si cancella. Se no, si conserva un mostruoso ego spirituale. Ma non evidente vedere che si
ancora in uno scopo.
3m. Se vi preoccupate tanto di parlarci di questidea di risveglio, questo diventa uno scopo per me. Ho perci
unintenzione, quella di risvegliarmi ed per questo che sono l. E nello stesso tempo dite che non c niente
cui tendere, che non bisogna avere intenzioni.
G.B. Non voglio risvegliarvi, e non dico nemmeno che non ci vuole intenzione. Non ci sono si deve.
La Realt non parla allimperativo, ma allindicativo presenteo allinfinito.

Constato che la mia vita non fatta che di intenzioni, di reazioni. Lo constato. Non ho nemmeno voglia di
togliere questo e mettere altro al suo posto, che verrebbe dalla mia memoria. Che sarebbe una nuova
intenzione. No. Io constato. E come se improvvisamente realizzassi che il mio pugno chiuso da tre ore. Non
ho pi bisogno di volerlo rilassare, si rilassa da solo. Non ce bisogno di creare lo scopo di rilassarsi
3m. Ma anche constatare uno scopo.
G.B. No! Constatare lo sguardo. Non c intenzione nel guardare. Nessuna intenzione per essere. Voi non
siete che sguardo. Che scopo c l dentro? Quando vi si schiaffeggia, la guancia si arrossa. Non c bisogno
dellintenzione perch si arrossi. Non c niente dintenzionale nella vita. Perch? Perch non c nessuno per
volerlo. E un guaio che ci sia qualcuno nella mia vita che vuole qualcosa. Una completa sciagura. Non ho da
disfarmi di quella persona artificiale. Essa artificiale! Non c che constatarlo. Siamo nella vita per constatare,
non per abolire qualcosa che non esiste. E faticoso passare la vita a tentare di risolvere un problema che non
esiste.
3m. C per un momento in cui si decide?
G.B. Ci sono direzioni da prendere nella vita, sicuramente. State uscendo da quella porta. Ma, se poteste
veramente vedere tutto ci che avete fatto nella vita fino ad ora, ci che avete letto, mangiato, ci che i genitori
e gli insegnanti vi hanno detto e che avete creduto, se si potesse vedere tutto questo, si saprebbe subito per
quale porta uscire e in quale stato. Nessuno lha deciso. Se si potesse seguire linflusso nervoso nel cervello,
lungo le braccia e le gambe, non si potrebbe trovare nessuno che ha deciso. E un movimento. Ed quel
movimento che dice: sono io. Non c nessuno a decidere. A un dato momento, io credo di essere quello: sono
io. E a un altro momento non ci credo pi. E cosa resta? Ci che sono, che l, atemporale, che la luce del
Cuore. Si pu dire che solo la luce del Cuore esiste. Si pu vederlo. Si pu viverlo, celebrarlo, condividerlo, per
la gioia.

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