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N AV I G A R E I N M E D I T E R R A N E O

Caprara

PUGLIA SETTENTRIONALE

Itinerari gi pubblicati
Itinerario del mese

Tremiti
e Gargano

Cretaccio
S.Nicola
S.Domino

Mar Mediterraneo

Dalle candide falesie e dai boschi sul mare del


Gargano, fino alloasi delle minuscole ma preziose
Tremiti. Il meglio dellAdriatico italiano da vivere
intensamente come meta di un week end o ponte
ideale per veleggiare fino alla vicina Dalmazia

i sa come nascono le leggende. Una storia popolare che


viene alimentata per conferire al luogo dove si nati una
personalit, un pedigree storico. Diomede, acheo trionfante
nella guerra di Troia, perde la sfida con la moglie Egialea.
Costei, annoiata dalla decennale assenza dello sposo, si era concessa infatti ai piaceri terreni nella reggia di Argo. La sua diaspora personale lo porta quindi in terra di Daunia, lattuale Puglia settentrionale, dove il buon guerriero fonda citt ed erige
piazzaforti. Alla fine del lavoro, Diomede resta con pochi massi di dura pietra. Non sapendo che farsene, finisce per gettarli
in mezzo allAdriatico.
Sar una leggenda, ma proprio questa limpressione che fanno le Tremiti, una volta dette Diomedee, al navigante che vi approdi per la prima volta. Piccole, addirittura minuscole, proprio
come quattro grandi massi gettati l, in mezzo allAdriatico, senza una precisa ragione. Una manciata di roccia - nel suo insieme fanno appena 5 chilometri quadrati, ovvero neanche la met di Capri - su cui per vivono 400 anime e si erge unabbazia
fortificata che, tra alterne vicende, fu tra le pi potenti dellItalia meridionale nel Medioevo. Eppure, la loro presenza non passa inosservata, forse perch dal lato di ponente lAdriatico, quello italiano, non presenta unisola che sia una. Lesatta antitesi dei
labirinti insulari dalmati che gi, in qualche scorcio della deserta
Caprara, le Tremiti ricordano. Sono dei piccoli scogli, quindi, ma
splendidi. Per purezza delle acque, variet dei paesaggi, impronta
umana e impatto emotivo. Di posti barca ce ne sono s e no un
paio, poi servono i gavitelli, ma va bene cos, per godere del silenzio assoluto, dove volano le diomedee e svettano i gabbiani.

LAbbazia fortificata di Santa


Maria, a San Nicola (Tremiti),
vista da un arco naturale presso lo
Scoglio dellElefante, a San Domino

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I gabbiani (in volo a centinaia nella foto) e le berte, dette anche diomedee, sono gli autentici padroni dello scoglio del Cretaccio e di tutte le
Tremiti: sulla destra San Nicola e sullo sfondo Caprara. La leggenda vuole che in questi uccelli si trolvino le anime delleroe greco Diomede

di MICHELE TOGNOZZI

opo una bella oretta di bolina automobilistica tra le curve della strada
costiera che si dipana a fatica tra i boschi del Gargano,si arriva finalmente aVieste,punto ideale di imbarco per raggiungere lArcipelago delle Tremiti. Lattenzione del velista si trasfrormer subito in eccitazione per il vento, generoso,fresco e invitante,che accarezza lestremit
orientale del promontorio gi a partire dal mezzod.La brezza da NW - tra i 15 e i 20 nodi - fa
di questo tratto di costa uno dei siti (spot come dicono loro) preferiti dai surfisti (wind o kite poco importa) dItalia e dEuropa. Non c ragione per cui i velisti debbano restare indietro,
specialmente se oltre lorizzonte ci sono due
mete come le Tremiti (a 35 miglia), ideali per un
week end, e le isole della Dalmazia meridionale (Pelagosa a 32 miglia, Lastovo a 60 miglia),
sfruttabili in una settimana.Nei pontili galleggianti
del porto di Vieste, che nella sua parte occidentale ha in corso la costruzione di un approdo turistico fino a 400 posti barca, si trovano le imbarcazioni della South Sea Sailing. Il vento fresco induce ad affrettare i tempi, non senza per
aver prima rimpinguato la cambusa di bordo, con
le specialit locali acquistabili nel mercatino al-

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laperto situato in una piazza appena sopra il


porto. Una volta assicurate le eccezionali mozzarelle di bufala (qui le chiamano provole) e sottoli di varia creativit culinaria, si parte, non
senza attenzione alla manovra di uscita, da effettuare preferibilmente a marcia indietro visto il vento al traverso.Una volta usciti dal bacino, lasciando
a dritta lisolotto di SantEufemia (con faro, tre
lampi in 15 secondi per 25 miglia di portata),
si pu scegliere tra una bella bolina in risalita fino a Peschici, oppure un comodo lasco per costeggiare la scenografica costa intorno alla Testa del Gargano, senzaltro uno dei tratti pi affascinanti dellintera Italia peninsulare. Se si diretti in Dalmazia, invece, landatura sar al traverso, anche se dopo 5-6 miglia la termica caler probabilmente dintensit.
Il vento segue ovviamente larrotondata linea
del Gargano, per cui il bordeggio consentir di
tirar bordi fin sotto costa, prestando attenzione alle decine di surfisti che incrociano davanti alle
spiagge di San Lorenzo e Porticello,appena a nord
ovest di Vieste.
Il paesaggio costiero reso cospicuo dalle numerose torri di avvistamento di epoca moderna e dai
curiosi trabucchi,imponenti e contorti bilancioniper la pesca (solo alcuni sono ancora in uso) che
si protendono da quasi tutte le punte esposte.A par-

te il periodo luglio-agosto, sono poche le barche


a vela che incrociano qui.Un vero peccato,sia per
la ricchezza del vento che per la possibilit di numerosi ancoraggi,soprattutto nel tratto a sud diVieste,visto che quello a nord comunque un potroppo esposto alla brezza.Proprio da qui,con un piccolo e rapido cabotaggio lungo costa, iniziamo il
nostro itinerario.
Gargano, i boschi e il mare
Da Vieste (non dimenticate una passeggiata tra le
viuzze del borgo vecchio, abbarbicato sulla penisoletta di San Francesco) si inizia a costeggiare verso sud. Dopo aver lasciato a dritta la lunga e bella spiaggia dove sorge il celebre faraglione calcareo di Pizzomunno,inizia il tratto di costa pi spettacolare e selvaggio dellintero Gargano.In un paio
di miglia si alla Baia di Portonuovo, riconoscibile per lomonimo isolotto (1) che si erge a
meno di mezzo miglio dalla spiaggia e delimitata a mezzogiorno dalla Torre Grottarella. Da qui
i rigogliosi boschi arrivano fino al mare in ripide discese,intervallate da scogliere calcaree che risaltano candide tra il verde scuro della flora.Il mare, poco profondo, di un celeste tenue imbiancato ancora dalle creste bianche della brezza che
continua a spingere verso la Testa del Gargano,estremit orientale del promontorio.

Lo scalo di San Nicola, centro amministrativo delle Tremiti. La banchina (fondale da -2 a -4 m), destinata al traffico commerciale, pu essere
accostata solo per la notte. Foto piccole dallalto: il chiostro rinascimentale dellAbbazia. Panorama su San Domino dalla piazza della chiesa

La strada costiera inizia a innalzarsi,regalando belle cartoline visive e consentendo al navigante di


godere in esclusiva di molti angoli. La Cala San
Felice (2), racchiusa tra il celebre Architello e lomonima torre, assai profonda e consente un piacevole ridosso anche dalla brezza. Si d fondo in
3-5 metri. Lo scenario richiama gi il Mediterraneo orientale, con boschi e colori che gi sanno di Dalmazia o, addirittura, di alcune zone
della Licia turca. Proseguendo si arrotonda la
Testa del Gargano,da cui si aprono numerose grotte,fino alla Cala di Campi (3),chiusa a sud da unisoletta brulla (anche lei di forma tipicamente
dalmata) che ripara dalleventuale Scirocco.Segue
un miglio e mezzo di costa in senso nord-sud tormentata da alcune piccole insenature inaccessibili da terra.La Torre di Portogreco precede la celebre Cala di Pugnochiuso (ancoraggio in 5 metri dacqua nella parte nord, la pi lontana dal villaggio turistico), chiusa a sud dallalta Punta Preposti, con torre e faro (5 secondi, 9 miglia). La costa, ora altissima, inizia a piegare verso sud ovest
con unalternanza tra punte aperte e cale segrete appena pronunciate. Le poche spiagge sorgono ai piedi di pareti calcaree, tra cui quella delle
Zagare (4), con i curiosi faraglioni dei Mergoli
a poca distanza, invita a una sosta e al relax.
Il Parco Nazionale del Gargano, di cui fanno par-

te anche le Tremiti, occupa per fortuna quasi


tutto il Promontorio. Isola terrestre, il Gargano
si erge massiccio tra lAdriatico e quel mare di terra che il Tavoliere. Lasperit dei rilievi ha tenuto lontano per decenni lo sfruttamento turistico eccessivo.Le due strade - quella sud verso Mattinata e Manfredonia,quella nord fino aVico e Rodi Garganico, hanno tempi di percorrenza lenti
(unora per una quarantina di km). In barca, invece, si pu decidere anche di tagliare, dopo uno
scalo tecnico a Mattinata, lampio Golfo di Manfredonia per puntare direttamente sulle perle della costa pugliese:Trani e Giovinazzo. Si tratta di
due scali indimenticabili, dove la crociera si arricchisce di eccezionali note culturali ed enogastronomiche. La cattedrale di Trani forse il pi
notevole punto cospicuo della costa italiana, cos come il suo porto accoglie molte barche a vela che svolgono anche una buona attivit tra diporto e agonismo.
Se da Vieste si era invece scelto di dirigere subito verso le Tremiti, la costa si presenta pi bassa e
mediamente pi accessibile della precedente.I trabucchi e le torri costiere segnano il paesaggio e
coincidono con le virate dellimbarcazione impegnata a risalire la costa. Le cale migliori per dar
fondo sono quelle appena a est della Torre Gusmai (5) (preferibile in 3-4 metri dacqua su sab-

bia) e della Torre di Calalunga (pi esposta). Preferibile arrivarci in mattinata,prima dellarrivo della brezza che, pur rinfrescando lequipaggio, non
lascia mai la barca completamente ridossata. Con
larrivo del NW lacqua celeste perde la sua trasparenza a causa della sospensione dal basso fondale.Il navigare lungocosta si conclude con le bianche case di Peschici,arroccate su uno sperone, dotato di un porticciolo in cui per il pescaggio massimo affrontabile non arriva ai 2 metri. Bello,
comunque, lo scenario del nucleo storico che, da
poppa, ci accompagner nella rotta verso le Tremiti, distanti, a questo punto, solo 27 miglia.
Gli scogli dellAdriatico
Dicevamo in apertura di Diomede e dei suoi sassi scagliati in mezzo allAdriatico. Larrivo in serata alle Tremiti dal Gargano, conforta anche gli
scettici. Le Tramites latine, un tramite naturale verso la Dalmazia, sono l, da sole, in mezzo al mare. San Domino sulla sinistra, San Nicola al centro e Caprara sulla destra occupano un arco di appena tre miglia. Pur essendo tre (quattro con il
Cretaccio) isolotti separati,le Tremiti formano come ununica entit, tanto sono ridotti gli stretti
che le separano. Il nucleo storico e vitale dellarcipelago (che si completa con la piatta e deserta Pianosa, 10 miglia a NE, Zona A della RiLUGLIO

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Pagina a lato: trasparenze eccezionali


dellacqua davanti alla spiaggetta
di Cala Matano (San Domino).
Qui sopra: uno dei tanti trabucchi
della costa del Gargano. A lato dallalto:
notturno su San Nicola dallo scalo di
Cala Schiavoni, a San Domino. Le due
isole sono separate da poco meno di 500
metri. Un gabbiano sembra dominare
il panorama sulla selvaggia Caprara

serva Naturale e quindi inavvicinabile) curiosamente nella pi piccola delle tre, San Nicola.Il
motivo presto detto: San Nicola era la pi facilmente difendibile delle tre e, in epoca di scorrerie saracene, ci non era dettaglio di poco
conto. LArcipelago, al di l della leggenda, abitato sin da epoca preistorica, con successivi ritrovamenti ellenistici e romani. In et tardomedievale, le Tremiti entrano nella storia dellItalia
meridionale con ledificazione dellAbbazia benedettina prima, cistercense e lateranense poi
che, fortificatasi con ardite strutture militari, divenne una delle pi potenti del suo tempo, grazie anche alle donazioni provenienti dalle Puglie.
San Nicola, in effetti, per la sua met occidentale interamente occupata dagli edifici dellabbazia
di Santa Maria e dalla sua corte. Limpatto scenografico, soprattutto di notte, notevole. Lisola ricorda nella sua forma la pontina Ventotene,
unellisse allungata con uno scalo nella parte
ovest e un altipiano protetto da pareti a precipizio nella parte est: una sorta di piatta tavola su cui
si erge il faro (4 lampi in 15 secondi, 12 miglia).
San Nicola la sede amministrativa del Comune delle Tremiti.Al borgo si arriva grazie a una
ripida strada scavata nei bastioni, che sale dal piccolo e pittoresco scalo. Non vi sono rifornimenti di carburante, per cui bene calcolare
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con attenzione i consumi prima di arrivare alle


isole. C invece una fontanella per lacqua. Lormeggio possibile alla piccola banchina (6) solo nelle ore notturne, quando i battelli commerciali e laliscafo sono assenti. Si ormeggia allinglese nei due unici posti disponibili nei 30 metri di banchina (4 metri di fondale in testata, 23 pi avanti). Lacqua limpidissima. La spiaggetta
che chiude lo scalo ingombra di colorati gozzetti dei pescatori locali, mentre sulla radice delle mura si aprono un bel bar e un paio di ristoranti con terrazza sul mare.
Lo scalo sostenibile con vento leggero mentre
diventa pericoloso con forte Grecale. Lo specchio
acqueo che si apre alla vista delimitato da San
Domino e dal Cretaccio, fin quasi a sembrare un
mare interno chiuso da tre lati.Lormeggio consentito ai numerosi gavitelli mentre proibito con
ancora propria in un quadrilatero tra Punta
Schiavone e Punta dello Spido per 300 metri verso sud est (vedi cartina). I responsabili dei servizi municipali di San Nicola, che devono usufruire
della parte interna della banchina, non esiteranno a svegliare i diportisti gi alle sette del mattino, per cui meglio salpare comunque di buonora. Da considerare che una certa attivit supplementare dovuta agli edili che lavorano al consolidamento della parte meridionale della fortezza.

Lalternativa la banchina di Cala Schiavoni (7),


a San Domino, distante appena 500 metri.Possibile sostare di notte, sempre allinglese, se non
prima occupata da mezzi della Guardia Costiera, a volte presenti in loco.Anche qui, sar obbligo
mollare gli ormeggi in mattinata, prima dellarrivo dei mezzi commerciali. La salita a San Nicola merita unintera mattinata, sia per una visita allAbbazia, che tra chiesa, chiostri e fortezza
gi un discreto labirinto, sia per sfruttare al
massimo la quiete del villaggio,dove operano scenografici bar allaperto e ristoranti. Il viale in
leggera salita che si conclude al fossato dellabbazia, pare incredibilmente sospeso nel nulla, visto il mare da due lati e una larghezza parziale che
non arriva ai 200 metri. Parte dellabbazia, quella dopo la bella facciata della chiesa di Santa
Maria a Mare (8), avrebbe bisogno di un urgente
restauro ma gi cos pare ergersi superba e solitaria nellAdriatico. Il chiostro interno, che dal lato settentrionale finisce sul precipizio di 60 metri di scogliera, sorvegliato dagli inflessibili e amichevoli gabbiani e dalle berte (dette diomedee,
per la leggenda che vorrebbe i compagni di Diomede trasformati in uccelli da Afrodite).
Il pensiero va ai forti e potenti monaci-guerrieri che, rinchiusi nella loro fortezza inespugnabile, resisterono nientemento che allassedio di

Solimano il Magnifico (5-8 agosto 1576).San Nicola, in questo senso, isola unica nei mari italiani: unautentica fortezza nel mare, con caratteristiche terrestri applicate allinsularit. La fortezza si chiude a est con limponente Cavaliere
di San Nicola (9),che domina la tagliata nella roccia da cui si accede allaltopiano disabitato: vi sorgono il faro, un impianto solare di dissalazione,
una tomba che la solita leggenda vuole sia quella di Diomede e il cimitero (10). Lo sguardo spazia dal vicino Cretaccio alla contorta Caprara,isola disabitata ma poco pi grande di San Nicola.
Tornati allo scalo, si pu raggiungere limbarcazione per iniziare la circumnavigazione delle
isole. Le Tremiti sono Area Marina Protetta, suddivisa nella Zone A (Pianosa), B (la parte nord di
Caprara e un tratto di San Domino, tra il faro e
Punta Secca) e C (il resto dellArcipelago). Ci
ha consentito di preservare fondali tra i pi belli e pescosi dellintero Mediterraneo (specialmente a Punta Secca di Caprara, diving 0881
618061 ),come naturale per scogliere che si elevano da un fondale altrimenti piatto per decine
di miglia.
San Domino, interamente ricoperta da una fitta
e verdissima pineta di Pini dAleppo, il centro
turistico delle Tremiti. Il villaggio interno di recente edificazione, mentre nota lesistenza del

Villaggio Touring Club a Cala degli Inglesi. Se


lombrosa zona a terra (in estate noleggio biciclette
nella piazza del villaggio, accanto alla banca) di
scarso interesse, la costa una meraviglia continua:calette alternate a scogliere,archi naturali,spiaggette, grotte di tutte le fogge, acqua trasparente e
cangiante dal celeste al verde e allazzurro.
Cala delle Arene (gavitelli in 3-6 metri dacqua)
spiaggia frequentatissima in agosto. Vi sorge
anche il Pirata, il pi noto ristorante dellisola dove spesso cena il cantante Lucio Dalla, proprietario di una villa a Cala Matano. Si pu scegliere di dar fonda nella profonda Cala dello Spido
(11), in 4 metri dacqua che, perfettamente ridossata dalla probabile brezza di NW, pare quasi una piscina naturale orlata dai pini che scendono fino a riva in uno scenario da Turchia costiera. La successiva Cala Matano, nella cui estremit nord si apre una deliziosa spiaggetta (12) delimitata da boette, ha un fondale maggiore. Per
cui si dovr dar fondo in 12-14 metri. E loccasione di proseguire con il tender per le successive Cala del Pigno, lo Scoglio dellElefante,
Cala del Sale, Cala delle Roselle. Pi avanti si apre
la spaccatura detta Grotta delle Viole (13), forse
la pi bella di San Domino, una piscina trasparente in una stretta gola a cielo aperto con una
grotta-finestra sulla sinistra. Da l si in breve al-

la Punta di Ponente, estremit sud dellisola e alla Punta della Provvidenza (zona B, proibito lancoraggio). Il lato nord pi esposto ai venti dominanti, come testimonia la vegetazione, decisamente pettinatain senso NW-SE.Cala degli Inglesi (14), Cala Tramontana e Cala Tamariello si
susseguono prima di Punta del Diamante e il ritorno a Cala Schiavoni. Prima per si dovr lasciare a dritta il Cretaccio,curioso isolotto popolato
da centinaia di gabbiani che sembrano evocare il
noto film di Hitchcock. Ci perch il passaggio
tra questo e San Domino proibito. Nel farlo, attenzione alla secca (15) a nord dello Scoglio
della Vecchia (non scendere sotto lallineamento
tra il pilone di San Nicola e il lato E della Vecchia). Tra il Cretaccio e San Nicola passa un
elettrodotto, sospeso a 20 metri, per cui ricordate laltezza del vostro albero prima di transitare
verso Caprara, evitando anche le numerose imbarcazioni ormeggiate ai gavitelli.
Caprara deserta e brulla, con vegetazione bassa, ma merita un bel trekking, dopo aver lasciato la barca in 8 metri dacqua nel ridosso meridionale (16). Cala dei Turchi (zona B) profonda e ampia,visto che qui entrarono comodamente
le galere di Solimano il Magnifico durante lassedio del 1576. Quel giorno, evidentemente,
non cera Maestrale.
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