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Salvami Regina

Aprile 2007
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Chi accoglie uno di questi
bambini, accoglie Me
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lla tavola del nuovo Re, la Pasqua della nuova legge mette fi-
ne alla Pasqua antica. Il rito nuovo rigetta il vecchio, la realt
dissipa le ombre come il giorno dissipa la notte.
Quello che il Signore ha fatto nella cena, ci comanda di farlo in me-
moria sua. E noi, istruiti dai suoi ordini sacri, consacriamo il pane e il
vino in ostia di salvezza.
dogma di Fede per i cristiani che il pane si converte in carne e il vi-
no nel Sangue del Salvatore
Lauda Sion Sequenza liturgica
composta da San Tommaso dAquino
Ultima Cena
Basilica di Estrela, Lisbona
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Anno IX, numero 47, Aprile 2007
Direttore responsabile:
Zuccato Alberto
Redazione e Amministrazione:
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30034 Mira (VE)
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di Diritto Pontificio
ARALDI DEL VANGELO
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de Oliveira
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a Mira (VE): 041 560 08 91
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degli Araldi del Vangelo
Stampa e rilegatura:
Istituto Veneto di Arti Grafiche
Gli articoli di questa rivista potranno essere
riprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii
copia alla Redazione. Il contenuto degli articoli
firmati di responsabilit dei rispettivi autori.
Salvami
Regina
Periodico dellAssociazione
Madonna di Fatima - Maria, Stella
della Nuova Evangelizzazione
S
ommari
O
San Giuseppe Benedet-
to Cottolengo Povero per
amare i poveri
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37
accaduto nella Chiesa e
nel mondo
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
La parola dei Pastori
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
Storia per bambini...
Il pi caro dei gioielli
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46
I santi di ogni giorno
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48
Bandiere di dolore
e di gloria
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
Intervista con il Vescovo
di Palencia Dove soffia lo
Spirito?
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
Le Cinque Piaghe
del Signore
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
Araldi nel Mondo
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
La carit non finir mai
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
Commento al Vangelo
Siamo tutte pecore di Ges?
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
La voce del Papa
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
La carit il pieno compimento
della Legge (Editoriale) . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Scrivono i lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
4 Salvami Regina Aprile 2007
SCRIVONO I LETTORI
EDIZIONE IN INGLESE
Molte grazie per la copia del pri-
mo numero in inglese della Rivista
Araldi del Vangelo. Sono stato mol-
to contento di riceverla e sono sicuro
che essa potr portare i successi delle
attivit degli Araldi a conoscenza di
un numero sempre maggiore di per-
sone, sia nellArcidiocesi di Westmin-
ster che al di fuori di essa. Potete con-
tare sulle mie continue preghiere per
voi e la vostra comunit.
Mons. Bernard Longley
Vescovo ausiliare di Westminster
Londra, Inghilterra
AIUTA A CRESCERE
NELLAPPREZZAMENTO DELLA
FEDE CATTOLICA
Ringrazio moltissimo per lesem-
plare della Rivista Araldi del Van-
gelo in inglese. Sono rimasto mol-
to ben impressionato, non solamente
per gli articoli, ma anche per le belle
illustrazioni e limpaginazione. un
qualcosa di cui potete esserne orgo-
gliosi, e la qualit degli articoli aiu-
ter numerose persone a crescere
nellapprezzamento della nostra fe-
de cattolica. Sono rimasto alquanto
contento di vedere, nella rivista, al-
cuni riferimenti alla Gran Bretagna,
specialmente riguardo laumento de-
gli Araldi ad ovest di Londra.
Mons. Keith Barltrop
Direttore della Catholic Agency to
Support Evangelisation (CASE)
NELLA SALA DI LETTURA
DEI SALESIANI
Sono salesiano e la Rivista incan-
ta, tanto me quanto la mia comunit.
Anche altri confratelli che incontro
apprezzano e ammirano la sua buona
presentazione. La prima cosa che fac-
cio leggerla e, subito dopo, la lascio
nella sala lettura della comunit affin-
ch anche altri la possano leggere.
Don Carlos Cedazo Negredo
Mohernando, Spagna
ASPETTO CON AVIDIT GLI ARTICOLI
DI PADRE JOO SCOGNAMIGLIO
Sono contento di poter condivi-
dere questa Rivista con altre perso-
ne affamate del messaggio del Vange-
lo che in essa troviamo. La bella eredi-
t della nostra fede mostrata , in mo-
do mirabile, anche nelle illustrazioni
in essa contenute. Aspetto con avidi-
t gli articoli di Padre Joo Scognami-
glio Cl Dias, come uno strumento di
ispirazione e incoraggiamento. Gli ar-
gomenti riguardo la Santa Sede sono
molto informativi, e possiamo star si-
curi che le opinioni espresse sono con-
cordi con le dottrine della nostra fede.
Margsret Kaiser
Hacienda Heights, USA
ATTESA CON IMPAZIENZA
Ringrazio per linvio della Rivista.
Confesso che laspetto tutti i mesi im-
pazientemente, in quanto un punto
dappoggio molto importante per me.
Essa affronta temi interessanti sul-
la Chiesa, che molti di noi, cattolici,
non conosciamo.
Juan Diego Mellado Martnez
Aledo, Spagna
DOLCISSIMO SGUARDO DI MARIA
Sempre con grande emozione apro
la vostra posta, ansioso di incontra-
re il dolcissimo sguardo di Maria che
mi riempie il cuore nel profondo e che
vela i miei occhi di un pianto sincero;
stato cos quando per la prima vol-
ta mi avete inviato la bellissima foto-
grafia della Madonna di Fatima, anco-
ra pi toccante quando ho ricevuto il
Santo Rosario ed infine quando mi
giunto il calendario. Vi ringrazio per il
libretto della Via Crucis, di questo do-
no che avete inviato, come se fosse
un dono del Signore.
Cono DElia
Salerno - SA
PER CATECHIZZARE
Dal 2003 siamo abbonati a que-
sta bellissima Rivista. Leggendola,
ci siamo arricchiti spiritualmente ed
istruiti su temi diversi, relazionati con
la nostra Santa Chiesa. Essa servi-
ta come materiale didattico per cate-
chizzare, in molte occasioni, il nostro
Gruppo di Preghiera.
Ana Cecilia Cornejo
Henchoz de Oliva
So Jos, Costa Rica
EVANGELICA, CATECHETICA,
AMICA, CONSIGLIERA
Molte grazie per la Rivista: evange-
lica, catechetica, amica, consigliera, ric-
ca di saggezza e che ci parla tanto bene
di Dio a noi, insegnandoci a scoprirlo
ancor di pi in tutte le cose, nella natu-
ra e principalmente nei nostri fratelli.
Joselina Mariano de Souza
Taguatinga, Tocantins - Brasile
Molto utile per le lezioni di religione
La Rivista la migliore amica che
abbia mai incontrato. Essa una be-
nedizione per la nostra famiglia per-
ch tanto ricca di contenuto cristia-
no! molto utile per attivit di cate-
chesi e lezioni di religione.
Lcia J. Kneb Klein
Rurpolis, Par - Brasile
CONOSCERE MEGLIO LA CHIESA
Con molta gioia, scrivo per ringra-
ziare per i ricchissimi contenuti del-
la Rivista Araldi, riguardo levange-
lizzazione e il cristianesimo. Dopo
aver cominciato a leggerla, la mia vita
molto cambiata ed per questo che
continuo a vivere la mia fede, e a co-
noscere meglio la Chiesa.
Nonato Corra
Tracuateua, Par - Brasile
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Aprile 2007
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bambini, accoglie M
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Aprile 2007 Salvami Regina 5
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ditoriale
uai a voi, scribi e farisei ipocriti!
Per sette volte Ges lancia uninvettiva contro la perfidia dei farisei,
con parole severe e contundenti, nel capitolo 23 del Vangelo di Matteo,
contrastando con la sua abituale bont e mansuetudine nei confronti dei pubbli-
cani, i peccatori pentiti e i piccoli.
A che cosa si deve un atteggiamento tanto sorprendente da parte di Chi, dal-
lalto della Croce, ha perdonato sia coloro che Lo uccidevano, sia uno dei ladro-
ni che con Lui moriva? Alla mancanza di carit verso il prossimo e al fatto che
essi, scribi e farisei, volessero far consistere la religione nel compimento di riti
esteriori, dimenticando il pi importante, ossia, lamore a Dio e al prossimo per
amore di Dio: Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della men-
ta, dellaneto e del cumino, e trasgredite le prescrizioni pi gravi della legge: la giusti-
zia, la misericordia e la fedelt (Mt 23, 23).
Questo disprezzo distorceva lessenza della Legge tanto da giungere fino al-
lassurdo. In unoccasione, un sabato, i farisei riuniti nella sinagoga chiesero a
Ges: permesso curare di sabato? (Mt 12, 10). E subito dopo guar un uo-
mo che aveva una mano morta. Questo miracolo invece di suscitare ammirazio-
ne, caus la reazione contraria, perch giudicarono che era stato violato il saba-
to, durante il quale era proibito lavorare: I farisei per, usciti, tennero consiglio
contro di lui per toglierlo di mezzo (Mt 12, 14), non provando con questo atteg-
giamento, che infrangeva apertamente il quinto Comandamento, che proibisce
di uccidere, alcun turbamento nella loro coscienza.
Questa cecit danimo cos diffusa tra i farisei, e che causa tanto orrore, si do-
veva al fatto che essi non avessero un vero amore per Dio e non compissero, con
rettitudine danimo, il primo Comandamento della Legge. Per questo, non era-
no capaci di vedere nel prossimo limmagine e somiglianza di Dio (Gn 1, 26).
Ci fu bisogno che il Figlio di Dio Si incarnasse e morisse sulla Croce, facendo
nascere dal suo costato, trafitto da una lancia, la Santa Chiesa, affinch gli uomi-
ni, con laiuto della grazia divina, potessero praticare veramente la carit.
Ma il rischio di sopravvalutare lesteriorit non esclusivo dei farisei, co-
sa che porta San Paolo a lanciare con veemenza un avvertimento ai cristiani
del suo tempo: E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo
per esser bruciato, ma non avessi la carit, niente mi giova (1 Cor 13, 3). Dun-
que persino nellesercizio della carit verso il prossimo, pu mancare la cari-
t verso Dio, che rende sterili in meriti le migliori azioni. Nel praticare que-
sta virt, nella quale tutta la Legge viene riassunta, che ci sia sempre impres-
so a fuoco vivo nel cuore il Comandamento Nuovo: Che vi amiate gli uni gli
altri, come Io vi ho amati(Gv 15, 12).
LA CARIT IL PIENO
COMPIMENTO DELLA LEGGE
Copertina: Un
alunno della Scuola
Araldi del Vangelo
Internazionale

(Foto: Gustavo Kralj )
Lunit dei carismi
nella vita della Chiesa
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6 Salvami Regina Aprile 2007
In udienza ai vescovi legati ai Focolari e alla Comunit di SantEgidio,
il Papa ha evidenziato limportanza della comunione tra lEpiscopato e
questi movimenti per dare un nuovo impulso allevangelizzazione.
ari Fratelli nellEpisco-
pato, vorrei dirvi anzitut-
to che la vostra vicinanza
ai due Movimenti, men-
tre sottolinea la vitali-
t di queste nuove aggregazioni di fe-
deli, manifesta altres quella comunio-
ne tra i carismi che costituisce un tipico
segno dei tempi. LEsortazione post-
sinodale Pastores gregis ricorda che i
rapporti scambievoli tra Vescovi (...)
vanno ben oltre i loro incontri istituzio-
nali (n. 59). E quello che avviene an-
che in convegni come i vostri, nei quali
si sperimenta una fraternit episcopale
che trae dalla condivisione degli idea-
li promossi dai Movimenti uno stimo-
lo a rendere pi intensa la comunio-
ne dei cuori, pi forte il reciproco so-
stegno e pi condiviso limpegno a mo-
strare la Chiesa come luogo di preghie-
ra e di carit, come casa di misericor-
dia e di pace.
Il mio venerato Predecessore, Gio-
vanni Paolo II, ha presentato i Movi-
menti e le Nuove Comunit sorte in
questi anni come un dono provviden-
ziale dello Spirito Santo alla Chiesa per
rispondere, in maniera efficace, alle sfi-
de del nostro tempo. Anchio, altre vol-
te, ho avuto modo di sottolineare il va-
lore della loro dimensione carismatica.
Tramite i vescovi si realizza
lunit dei carismi
Come dimenticare, ad esempio, la
straordinaria Veglia di Pentecoste del-
lo scorso anno, la quale ha visto la co-
rale partecipazione di molti Movi-
menti ed Associazioni ecclesiali? E
ancora viva in me la commozione pro-
vata nel partecipare in Piazza San Pie-
tro ad una cos intensa esperienza spi-
rituale. Ripeto a voi quanto allora eb-
bi a dire ai fedeli giunti da ogni parte
del mondo, e cio che la multiformi-
t e lunit dei carismi e ministeri so-
no inseparabili nella vita della Chiesa.
Lo Spirito Santo vuole la multiformi-
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Seminario: seria formazione
umana, culturale e spirituale
Aprile 2007 Salvami Regina 7
t dei Movimenti al servizio delluni-
co Corpo che appunto la Chiesa. E
questo lo realizza attraverso il mini-
stero di coloro che Egli ha posto a reg-
gere la Chiesa di Dio: i Vescovi in co-
munione col Successore di Pietro.
Questa unit e molteplicit, che
nel Popolo di Dio, si rende in qualche
modo manifesta anche questoggi, es-
sendo qui riuniti con il Papa parec-
chi Vescovi, vicini a due diversi Movi-
menti ecclesiali, caratterizzati da una
forte dimensione missionaria.
Gioia della fede e bellezza
di essere cristiani
Nel ricco mondo occidentale do-
ve, anche se presente una cultura
relativista, non manca per, al tem-
po stesso, un diffuso desiderio di spi-
ritualit, i vostri Movimenti testimo-
niano la gioia della fede e la bellezza
dellessere cristiani. Nelle vaste aree
depresse della terra essi comunica-
no il messaggio della solidariet fa-
cendosi prossimi ai poveri e ai debo-
li con quellamore, umano e divino,
che ho voluto riproporre allatten-
zione di tutti nellEnciclica Deus ca-
ritas est. Dalla comunione tra Vesco-
vi e Movimenti pu scaturire pertan-
to un valido impulso per un rinnova-
to impegno della Chiesa nellannun-
cio e nella testimonianza del Vange-
lo della speranza e della carit in ogni
angolo del mondo. (...)
Cari amici, loriginale fraterni-
t che esiste tra voi e i Movimenti
di cui siete amici vi spinge a porta-
re insieme i pesi gli uni degli altri
(Gal 6,2), come raccomanda lApo-
stolo, soprattutto per quanto con-
cerne levangelizzazione, lamore
per i poveri e la causa della pace.
Il Signore renda sempre pi profi-
cue le vostre iniziative spirituali ed
apostoliche. Io vi accompagno con
la preghiera e volentieri imparto
lApostolica Benedizione a voi qui
presenti, al Movimento dei Focolari
e alla Comunit di SantEgidio, ed
ai fedeli affidati alle vostre cure pa-
storali.
(Discorso ai vescovi amici del
Movimento dei Focolari e della
Comunit di SantEgidio, 8/2/2007)
Nel discorso agli alunni del Collegio Capranica, il Papa ha ricordato la
sua origine storica e messo in risalto il benefico effetto da lui prodotto nel
perfezionamento degli studi ecclesiastici, dallepoca della sua fondazione
ono trascorsi infatti 550 anni
da quel 5 gennaio 1457, quan-
do il Cardinale Domenico Ca-
pranica, Arcivescovo di Fermo, fond
il Collegio che da lui prese nome, de-
stinando ad esso tutti i suoi beni e il suo
palazzo presso Santa Maria in Aquiro,
perch potesse accogliere giovani stu-
denti chiamati al sacerdozio. La na-
scente istituzione era la prima nel suo
genere a Roma; inizialmente riservata
ai giovani romani e fermani, estese in
seguito lospitalit ad alunni di altre re-
gioni italiane e di diverse nazionalit.
Il Cardinale Capranica mor me-
no di due anni dopo, ma la sua fon-
dazione aveva ormai iniziato il suo
cammino, che proseguito fino ad
oggi, subendo soltanto un decennio
di chiusura dal 1798 al 1807, durante
la cosiddetta Repubblica Romana.
Due Papi furono alunni del Capra-
nica: per quasi quattro anni il Papa
Benedetto XV, che giustamente voi
considerate Parens alter per lo spe-
ciale affetto che sempre nutr per la
vostra casa, e poi, per un periodo pi
breve, il Servo di Dio Pio XII. Al vo-
stro Collegio hanno sempre mostra-
to la loro benevolenza i miei venera-
ti Predecessori, alcuni dei quali sono
venuti a visitarvi in particolari circo-
stanze.
Anche lodierno nostro incontro
si svolge, oltre che nel ricordo di san-
tAgnese, nel contesto di un significa-
tivo anniversario della vostra istitu-
zione.
Genesi del Collegio Capranica
In questa prospettiva storica e spi-
rituale utile domandarsi quali mo-
tivazioni abbiano spinto il Cardinale
Capranica a fondare questa provvida
opera, e quale valore esse conservino
per voi, oggi.
Occorre innanzitutto ricordare che
il fondatore aveva avuto esperienza di-
retta dei collegi delle Universit di Pa-
dova e di Bologna, dove era stato stu-
dente, nonch di quelli di Siena, Fi-
renze e Perugia. Si trattava di istituzio-
ni sorte per ospitare giovani versati ne-
gli studi e non appartenenti a famiglie
I
Il confessore strumento
attivo della misericordia divina
8 Salvami Regina Aprile 2007
facoltose. Mutuando alcuni elemen-
ti da tali modelli, ne ide uno che fos-
se esclusivamente destinato alla forma-
zione dei futuri sacerdoti, con attenzio-
ne preferenziale per i candidati meno
abbienti. In questo modo precorse di
oltre un secolo listituzione dei semi-
nari attuata dal Concilio di Trento.
Formazione teologica e
spirituale dei seminaristi
Ma non abbiamo ancora messo a
fuoco la motivazione di fondo della
provvida iniziativa: essa consiste nella
convinzione che la qualit del clero di-
pende dalla seriet della sua formazio-
ne. Ora, ai tempi del Cardinale Capra-
nica, mancava unaccurata selezione de-
gli aspiranti ai sacri Ordini: talvolta es-
si venivano esaminati sulla letteratura
e sul canto, ma non sulla teologia, sul-
la morale e sul diritto canonico, con im-
maginabili ripercussioni negative sulla
Comunit ecclesiale. Ecco perch, nel-
le Costituzioni del suo Collegio, il Car-
dinale impose agli studenti di teologia
laccostamento ai migliori autori, spe-
cialmente a Tommaso dAquino; a quel-
li di diritto la dottrina del Papa Innocen-
zo III, e per tutti letica aristotelica. Non
accontentandosi poi delle lezioni dello
Studium Urbis, egli assicur ripetizioni
supplementari fornite da specialisti di-
rettamente allinterno del Collegio.
Questa impostazione degli studi era
inserita in un quadro di formazione in-
tegrale, incentrata sulla dimensione
spirituale, che aveva come pilastri i Sa-
cramenti dellEucaristia quotidiana
e della Penitenza almeno mensile
ed era sostenuta dalle pratiche di piet
prescritte o suggerite dalla Chiesa.
Grande importanza aveva anche
leducazione caritativa, sia nella vita
fraterna ordinaria che nellassistenza ai
malati; come pure quella che oggi chia-
miamo esperienza pastorale. Era
previsto infatti che nei giorni festivi gli
alunni svolgessero servizio in Cattedra-
le o nelle altre chiese del luogo. Un va-
lido apporto formativo lo dava infine lo
stesso stile comunitario, caratterizzato
da forte compartecipazione nelle deci-
sioni riguardanti la vita del Collegio.
Modello per i seminari diocesani
Troviamo qui la medesima scelta
di fondo che in seguito avranno i Se-
minari diocesani, naturalmente con
un pi compiuto senso dellapparte-
nenza alla Chiesa particolare, la scel-
ta cio di una seria formazione uma-
na, culturale e spirituale, aperta alle
esigenze proprie dei tempi e dei luo-
ghi.
Cari amici, domandiamo al Si-
gnore, per intercessione di Maria
Santissima e di santAgnese, che
lalmo Collegio Capranica prose-
gua in questo suo cammino, fedele
alla sua lunga tradizione e agli inse-
gnamenti del Concilio Vaticano II.
A voi, cari Alunni, auguro di rinno-
vare ogni giorno, dal profondo del
cuore, la vostra offerta a Dio e alla
santa Chiesa, conformandovi sem-
pre pi a Cristo Buon Pastore, che
vi ha chiamati a seguirLo e a lavo-
rare nella sua vigna. Vi ringrazio
per questa gradita visita e, nellas-
sicurarvi la mia preghiera, imparto
con affetto a voi tutti e alle persone
a voi care, una speciale Benedizio-
ne Apostolica.
(Discorso alla comunit dellAlmo
Collegio Capranica, 19/1/2007)
Rivolgendosi ai confessori delle Basiliche Pontificie Romane, Benedetto XVI
ha messo in risalto limportanza ecclesiale del Sacramento della Penitenza
ed il modo come deve essere vissuto dai sacerdoti.
l Sacramento della penitenza,
che tanta importanza ha nella
vita del cristiano, rende attua-
le lefficacia redentrice del Mistero pa-
squale di Cristo. Nel gesto dellassolu-
zione, pronunciata a nome e per con-
to della Chiesa, il confessore diven-
ta il tramite consapevole di un meravi-
glioso evento di grazia. Ottemperando
con docile adesione al Magistero della
Chiesa, egli si fa ministro della conso-
lante misericordia di Dio, evidenzia la
realt del peccato e manifesta al tem-
po stesso la smisurata potenza rinno-
vatrice dellamore divino, amore che
ridona la vita. La confessione diventa
quindi una rinascita spirituale, la qua-
le trasforma il penitente in una nuova
creatura. Questo miracolo di grazia so-
lo Dio pu operarlo, e lo compie attra-
verso le parole e i gesti del sacerdote.
Il Papa Benedetto XVI saluta il Padre Amlio Valcarcel OP, penitenziere
apostolico della Basilica di Santa Maria Maggiore
Il confessore strumento
attivo della misericordia divina
Aprile 2007 Salvami Regina 9
Sperimentando la tenerezza e il per-
dono del Signore, il penitente pi fa-
cilmente spinto a riconoscere la gravi-
t del peccato, pi deciso nellevitarlo
per restare e crescere nella riannodata
amicizia con Lui.
Il confessore ha bisogno di
un costante aggiornamento
In questo misterioso processo di
rinnovamento interiore il confessore
non spettatore passivo, ma persona
dramatis, cio strumento attivo del-
la misericordia divina. E necessa-
rio, pertanto che egli unisca ad una
buona sensibilit spirituale e pasto-
rale una seria preparazione teologi-
ca, morale e pedagogica che lo ren-
da capace di comprendere il vissu-
to della persona. Gli poi assai uti-
le conoscere gli ambiti sociali, cultu-
rali e professionali di quanti si acco-
stano al confessionale, per poter of-
frire idonei consigli ed orientamen-
ti spirituali e pratici. Non dimenti-
chi, il sacerdote, che in questo Sa-
cramento egli chiamato a svolgere
il compito di padre, di giudice spiri-
tuale, di maestro e di educatore. Ci
esige un costante aggiornamento: a
questo vogliono provvedere anche i
corsi del cosiddetto foro interno
promossi dalla Penitenzieria Apo-
stolica.
Questa responsabilit
esige una spiritualit
alimentata dallorazione
Cari sacerdoti, questo vostro mi-
nistero riveste soprattutto un carat-
tere spirituale. Alla saggezza umana,
alla preparazione teologica occor-
re pertanto unire una profonda ve-
na di spiritualit alimentata dal con-
tatto orante con Cristo, Maestro e
Redentore. In virt dellOrdinazio-
ne presbiterale, infatti, il confessore
svolge un peculiare servizio in perso-
na Christi, con una pienezza di doti
umane che vengono rafforzate dalla
Grazia. Suo modello Ges, linvia-
to del Padre; la sorgente a cui attin-
ge abbondantemente il soffio vivi-
ficante dello Spirito Santo. Dinanzi a
cos alta responsabilit le forze uma-
ne sono sicuramente inadeguate, ma
lumile e fedele adesione ai disegni
salvifici di Cristo ci rende, cari fratel-
li, testimoni della redenzione univer-
sale da Lui operata, attuando il mo-
nito di san Paolo che dice: stato
Dio a riconciliare a s il mondo in Cri-
sto () affidando a noi la parola della
riconciliazione (2 Cor 5, 19).
La confessione un
servizio ecclesiale al quale
dobbiamo dare priorit
Per adempiere tale compito dob-
biamo anzitutto radicare in noi stes-
si questo messaggio di salvezza e la-
sciare che ci trasformi profondamen-
te. Non possiamo predicare il perdo-
no e la riconciliazione agli altri, se
non ne siamo personalmente pene-
trati. Se vero che nel nostro mini-
stero ci sono vari modi e strumenti
per comunicare ai fratelli lamore mi-
sericordioso di Dio, per nella ce-
lebrazione di questo Sacramento che
possiamo farlo nella forma pi com-
pleta ed eminente. Cristo ci ha scelti,
cari sacerdoti, per essere i soli a po-
ter perdonare i peccati in suo nome:
si tratta allora di uno specifico servi-
zio ecclesiale al quale dobbiamo da-
re la priorit.
Quante persone in difficolt cer-
cano il conforto e la consolazione di
Cristo! Quanti penitenti trovano nel-
la confessione la pace e la gioia che
rincorrevano da tempo! Come non ri-
conoscere che anche in questa nostra
epoca, segnata da tante sfide religiose
e sociali, vada riscoperto e riproposto
questo Sacramento? Cari fratelli, se-
guiamo lesempio dei santi, in parti-
colare di coloro che, come voi, si de-
dicavano quasi esclusivamente al mi-
nistero del confessionale. Tra gli al-
tri, san Giovanni Maria Vianney, san
Leopoldo Mandic, e pi vicino a noi,
san Pio da Pietrelcina. Siano essi ad
aiutarvi dal cielo perch sappiate di-
spensare abbondantemente la miseri-
cordia e il perdono di Cristo.
Vi ottenga Maria, Rifugio dei pec-
catori, la forza, lincoraggiamento e
la speranza per continuare genero-
samente questa vostra indispensa-
bile missione. Io vi assicuro di cuore
la mia preghiera, mentre con affetto
tutti vi benedico.
(Discorso ai penitenziari
delle Basiliche Pontificie
Romane, 19/2/2007)
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Padre Joo Scognamiglio Cl Dias
Presidente Generale
Siamo tutti
pecore di Ges?
10 Salvami Regina Aprile 2007
COMMENTO AL VANGELO 4 DOMENICA DI PASQUA
Come anticamente la voce di Ges Buon Pastore ha
cercato di attirare tutti al suo gregge, continua anche oggi
a risuonare nei cuori, chiedendo che ci lasciamo nutrire
da Lui. I farisei Lo rinnegarono con decisione. Quale
atteggiamento prender questo nostro mondo?
I IL SIMBOLISMO NELLOPERA
DELLA CREAZIONE
Dio ha creato ogni cosa dal nul-
la, e in forma istantanea; non ha
trasformato esseri preesistenti, ma
ha agito con un atto esclusivo del-
la sua onnipotenza, non comunica-
bile a qualunque altro essere, nem-
meno con un miracolo (
1
). Egli ha
reso realt luniverso in vista del-
la sua stessa gloria: Poich da lui,
grazie a lui e per lui sono tutte le co-
se. A lui la gloria nei secoli! (Rm
11, 36). Il Concilio Vaticano I ca-
tegorico su questo particolare: Se
qualcuno nega che il mondo stato
creato per la gloria di Dio, sia ana-
tema (
2
).
27
Le mie pecore ascoltano la mia voce
e io le conosco ed esse mi seguono.
28
Io
do loro la vita eterna e non andranno
mai perdute e nessuno le rapir dalla mia
mano.
29
Il Padre mio che me le ha date
pi grande di tutti e nessuno pu rapirle
dalla mano del Padre mio.
30
Io e il Padre
siamo una cosa sola (Gv 10, 27-30).
a VANGELO A
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Aprile 2007 Salvami Regina 11
Dio modello di tutti
gli esseri creati
Pochi dogmi della nostra fede han-
no avuto cos numerosi avversari co-
me quello della creazione del mondo,
chiaramente affermato nella prima fra-
se della Genesi: In principio Dio cre il
cielo e la terra (Gn 1,1). La variet del-
le obiezioni e delle eresie contro que-
sta verit che attribuisce a Dio la cau-
sa efficiente dellorigine delluniver-
so, grande. Daltra parte, sebbene la
dottrina per la quale Dio causa esem-
plare di tutti gli esseri della sua opera
dei sei giorni, quasi non sollevi nemici
frontali ed espliciti, sono molto diffusi
costumi, modi di essere, gusti, ecc., per-
vasi da errori larvati a questo riguardo.
Nella quarta via delle prove del-
lesistenza di Dio, esplicitate da San
Tommaso dAquino, troviamo anche,
oltre al Creatore come il Pulchrum (il
Bello) per essenza, tutte le bellezze
sparse per luniverso come partecipa-
zioni e derivazioni di questa fonte infi-
nita. Pi chiaramente, nella sua Sum-
ma Teologica, il Dottor Angelico defi-
nisce Dio come modello di tutti gli es-
seri creati: Dio la prima causa esem-
plare di tutte le cose (); esistono nella
sapienza divina le ragioni di tutte le co-
se, che chiamiamo idee, ossia, forme
esemplari esistenti nella mente divina.
Queste idee () non sono, tuttavia, un
qualcosa di realmente distinto dalles-
senza divina () Cos, dunque, Dio il
primo esemplare di tutte le cose (
3
).
Una nota daltissima
bellezza nella Creazione
La mente divina infinitamen-
te ricca di esseri possibili e, sebbe-
ne Dio li possa creare tutti, solamen-
te alcuni Egli li fa diventare realt.
Cos, ognuno di noi esistito come
un possibile nella considerazione di
Dio, fin dalleternit (
4
). Nonostante
Egli non abbia voluto creare tutti gli
esseri possibili, enorme la quantit
di creature venute allesistenza gra-
zie al suo potere divino. Questa so-
vrabbondanza, come avviene in tut-
ti gli atti di Dio, stata intenziona-
le; tra altre ragioni possibili, Egli ha
proceduto in questa forma per evi-
tare la sensazione di monotonia che
avrebbe potuto facilmente prodursi
nellanima umana. In questimmen-
sa opera che Lo ha fatto riposare il
settimo giorno, il Creatore ha voluto
Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi
seguono. () E nessuno pu rapirle dalla mia mano (Gv 10, 27-28)
Il Buon Pastore Mosaico del Mausoleo di Galla Placidia Ravenna
Il pensiero di Platone
P
12 Salvami Regina Aprile 2007
collocare una nota di altissima bel-
lezza: il simbolismo.
chiaro che la bellezza estetica
pura e semplice abbia un gran valo-
re, ma la comprensione di ci non ra-
ggiunger la sua pienezza se non ri-
manda, in qualche forma, attraverso
il suo simbolismo, allo stesso Dio. La
bellezza simbolica ha una categoria
di gran lunga superiore a quella stret-
tamente fisica. Di qui il terribile ca-
stigo di Dio a coloro che si rifiutano
di conoscerLo attraverso i simboli e,
di conseguenza, di adorarLo (
5
).
La ricca simbologia della
relazione tra il pastore e le pecore
Per noi un obbligo morale ascen-
dere a Dio e, per far questo, ci ser-
vono le creature. Nel compimento di
questo dovere tramite loro, incontre-
remo una vera gerarchia, perch alcu-
ne saranno per noi pi ricche di con-
tenuto simbolico, altre lo saranno me-
no. Per esempio, nel rapporto con i
suoi genitori, un bambino, pratica-
mente in tutto il suo essere, si sentir
appoggiato, compreso e persino con-
fortato dalla loro semplice presenza.
Baster che li veda allontanarsi per
sentirsi come naufragare. Questo fe-
nomeno, nonostante conservi caratte-
ristiche proprie, si verifica anche ne-
gli adulti, poich tutti abbiamo biso-
gno di ricevere linfluenza dei nostri
simili, a causa degli impulsi del nostro
istinto di socievolezza. Ora, luomo ha
maggiore adesione alle influenze rice-
vute da parte di coloro che si costitui-
scono come suoi modelli. Per questo,
lasciarsi affascinare, influenzare e ad-
dirittura formare dai modelli che ci
avvicinano a Dio e a Lui ci fanno as-
somigliare, non un difetto, ma, pro-
prio al contrario, una grande virt e
persino un obbligo.
Daltro canto, alle volte si intende
pi facilmente il prototipo di una cer-
ta categoria se si analizzano le relazio-
ni tra esseri inferiori a lei. Per esem-
pio, per noi, mai c stato n ci sar un
modello eguale e meno ancora, supe-
riore a Ges Cristo; tuttavia, ci com-
muove fino allultima fibra della no-
stra sensibilit vederLo riflesso nella
figura del Buon Pastore che si prende
cura affettuosamente delle sue peco-
re. Di fatto, come abbiamo preceden-
temente visto, luniverso esiste, tra gli
altri motivi, per aiutarci a comprende-
re meglio Dio, e in questa prospetti-
va vi una sostanziosa condizione per
la pratica del primo Comandamento.
Amare Dio sopra ogni cosa, significa
conoscerLo attraverso tutte le cose,
per poterLo cos adorare e consegnar-
si interamente a Lui.
nella ricca simbologia della re-
lazione tra pastore e pecore che si
latone da cui la Scolastica trasse molti in-
segnamenti, purificandoli da ogni traccia di
panteismo -, nello sviluppare il suo pensiero
sulla dialettica dellamore, sostiene che questa giun-
ga alla sua pienezza nel contemplare la bellezza esen-
te da arricchimento e impoverimento, che non bella
da una parte e brutta dallaltra, bella in un certo senso
e brutta in un altro, bella in un luogo e brutta in un al-
tro, bella per alcuni e brutta per altri Bellezza che non
risiede in un essere differente da se stessa, in un anima-
le, per esempio, o nella terra o nel cielo o in qualsia-
si altra cosa, ma che esiste eterna e assolutamente per
se stessa e in se stessa; del-
la quale partecipano tutte le
altre bellezze, senza che la lo-
ro nascita o la loro distruzio-
ne le procurino la minima
diminuzione o il minimo
arricchimento, n la mo-
difichino in cosa alcuna
(Simposio, 211 C).
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Platone Musei
Capitolini Roma
I farisei non Lo
hanno capito,
perch non si sono
consegnati al Messia
come Egli realmente
; al contrario,
desideravano che il
Messia Si affidasse
a loro comerano,
con i loro capricci
e fantasie
Aprile 2007 Salvami Regina 13
colloca la prospettiva del Vangelo di
questa domenica.
II CONTESTO STORICO
Prima di addentrarci nellanalisi
dei quattro versetti che costituiscono
il Vangelo di questa 4 Domenica di
Pasqua, ricordiamo in rapidi cenni il
contesto storico in cui essi sorgono.
Annualmente, circa due mesi do-
po il termine della festa dei Taberna-
coli, verso la fine di dicembre del no-
stro calendario, i giudei celebravano
unaltra festa, quella della Dedica-
zione. Era stata introdotta fin dal 165
a.C., in seguito alla purificazione del
Tempio portata a termine da Giuda
Maccabeo, a causa delle profanazio-
ni promosse da Antioco Epifane (cfr.
1 Mac 4, 36-59).
In questepoca, il Salvatore aveva
trentadue anni det. Egli stava entran-
do dunque nellultimo periodo della
sua vita pubblica. Era la prima mattina
di un giorno dinverno. Si trovava nel
Portico di Salomone, edificato con pie-
tre bianchissime. In questa parte ester-
na del Tempio, sul lato orientale, Ges
era in attesa che si costituisse un grup-
po di ascoltatori. In poco tempo si rac-
colse intorno a Lui una grande moltitu-
dine. In questa i suoi nemici non pote-
vano restare assenti.
La fama di Ges si era sparsa rapi-
damente, soprattutto a causa dei nu-
merosi e per di pi importanti mira-
coli. Forse per il fatto di avere, pro-
prio in quei giorni, guarito dieci leb-
brosi, i farisei imploravano una di-
chiarazione tassativa sulla sua iden-
tit: era o no il Messia? A prima vi-
sta, la loro richiesta sembra non sol-
tanto ragionevole, ma persino affet-
tuosa. Per Ges nessuno lo ingan-
na. Quante volte, nel corso della Sto-
giogati; oltretutto, Egli avrebbe dovu-
to conferire ai suoi connazionali tutta
la gloria e la supremazia universale.
Coloro che consideravano nel Mes-
sia lesclusivit degli aspetti religiosi,
da Lui si aspettavano la forza per ob-
bligare alla conversione e alla prati-
ca della Legge (nella quale, secondo
i loro fanatici criteri, si trovava la pi
alta santit) tutti gli altri popoli.
Ora, Ges era s il Messia atteso,
ma era molto differente da questa di-
storta concezione. Egli era il Figlio
Unigenito del Padre, Dio e Uomo ve-
ro; il suo Regno non di questo mon-
do Venne fra la sua gente, ma i suoi
non lhanno accolto (Gv 1, 11). Ec-
cezione fatta per la Samaritana (Gv
4, 26) e per i suoi discepoli, nessu-
no aveva udito Ges attribuirSi que-
sto titolo, ma, nella festa dei Taber-
nacoli, Egli non avrebbe potuto esse-
re stato pi esplicito sulla sua origine,
sulla sua natura e persino sulla sua
missione (cfr. Gv 7). Per questo Ge-
s ha affermato di essersi gi pronun-
ciato sulla sua identit e, nonostante
ci, non Gli hanno creduto (cfr. Gv
10, 24-26). I farisei non Lo hanno ca-
pito, perch non si sono consegnati
al Messia come Egli realmente ; al
contrario, desideravano che il Messia
Si affidasse a loro come erano, con i
loro capricci e fantasie.
A nulla sono valsi tutti i miracoli,
le predicazioni, e neppure la manife-
stazione delle virt di Ges per dis-
solvere legoismo ostinato e incre-
dulo di quei farisei. Per loro esisteva
soltanto una ed esclusiva infallibilit:
quella delle loro idee politico-religio-
se. Questostinazione non una novi-
ria della Chiesa, empi ed eretici si so-
no serviti degli stessi pretesti di quei
farisei! Non era di chiarezza e neppu-
re di evidenza ci di cui necessitava-
no, ma, piuttosto, di buona fede, do-
cilit e umilt.
I farisei si ostinavano
nel rifiuto di Ges
Abbiamo reso chiaro, in preceden-
ti commenti, quanto i giudei spe-
cialmente i farisei concepissero il
Messia in una forma confusa. Lo ve-
devano come un conquistatore politi-
co e militare, un liberatore dal domi-
nio, persino sotto laspetto finanzia-
rio, dellImpero al quale erano sog-
Il Dottor Angelico
crede di vedere in
questo chiamare
per nome
(nominatim)
leterna
predestinazione,
per la quale Dio
conosce ogni pecora,
ogni uomo
14 Salvami Regina Aprile 2007
t per noi del secolo XXI: la Storia, i
fatti, il Papa, la Chiesa, la Madonna a
Fatima, luniverso, parlano alluniso-
no ma, ad eccezione di pochi, nessu-
no vuole intendere o credere
Questo il muro dacciaio che la
Verit ha sempre davanti a s. In ge-
nerale, la Verit di Dio esige da noi
una rinuncia fatta di dolore; bisogna
pentirsi e fare penitenza, come pro-
clamava Giovanni Battista, aspirare
alla perfezione, amare il bene ed am-
mirare il bello. In una parola, indi-
spensabile far parte del numero del-
le pecore appartenenti a Ges. I fa-
risei non lo erano, quindi Lui cerca
di insegnare loro non solo con paro-
le, ma con i fatti, che non possono es-
sere negati. Ges, come risposta alla
domanda se Lui fosse il Cristo, sim-
bolicamente li esclude dal suo Re-
gno, per lo meno in quel momento,
a causa del vizio dellorgoglio tanto
compenetrato nelle loro anime (cfr.
Gv 10, 24-26). Sentenza terribile che
ricadr eternamente su quei recal-
citranti, ostinati e impietriti nellin-
credulit del loro orgoglio. Questa
lopinione di SantAgostino: Ha det-
to loro questo perch li vedeva predesti-
nati alla morte eterna, e non alla vita
eterna che Egli aveva loro conquista-
to col suo sangue. Le pecore non fan-
no altro che credere nel loro pastore e
seguirLo (
6
)
III SIGNIFICATO DELLE
PAROLE DI GES
Entriamo ora nellanalisi del
Vangelo di questa quarta Domeni-
ca di Pasqua.
Il Pastore ama e conosce
profondamente le sue pecore
27
Le mie pecore ascoltano la
mia voce e io le conosco ed esse
mi seguono.
Dalle metafore relative alla pesca,
lette la scorsa domenica, passiamo ora
lanza e dedizione da parte del pastore.
Le circostanze rendevano pi nitida la
differenza tra lautentico pastore e il
mercenario. Dio ha voluto la nascita
della figura del pascolo e lha posta in
risalto nella penna dei letterati. Persi-
no i poeti poco portati a comprendere
il carattere eccelso della castit sono
portati ad evidenziare la purezza virgi-
nale dello zelo caritatevole dei pasto-
ri, in generale, per le loro pecore.
La vita del pastore ci porta a con-
siderare il suo amore casto, innocen-
te, che governa senza decreti, anzi al
contrario, basato su un rapporto in-
timo, fortemente paterno forse sa-
rebbe meglio dire materno attra-
verso il quale viene incontro a tutte
le esigenze e necessit delle sue pe-
core. Egli le sa difendere, soccorre-
re, condurre al pascolo e persino in-
trattenere con i canti o con le melo-
die del suo flauto. Egli chiama le sue
pecore una ad una per nome (Gv 10,
3). San Tommaso dAquino mette in
risalto la grande familiarit esistente
in questo rapporto, poich chiamare
per nome significa avere intima ami-
cizia. Nel ricondurre i simboli ai sim-
bolizzati, la realt e il suo significa-
to diventano incomparabilmente pi
profondi. Cristo conosce sia la natu-
ra e lessere dogni sua pecora, che
lobiettivo immediato e lultimo per il
quale sono state create e anche quel-
lo che sono e quello che potranno di-
ventare con laiuto della sua grazia.
Per questo il Dottor Angelico cre-
de di vedere in questo chiamare per
nome (nominatim) leterna predesti-
nazione, per la quale Dio conosce ogni
pecora, ogni uomo (
7
).
a quelle del pascolo. La Sapienza infi-
nita di Dio ha pensato ad esse fin dal-
leternit, per farSi cos meglio inten-
dere dagli uomini nella relazione tra
Creatore e creatura. La natura stessa
della Giudea facilitava le caratteristi-
che di questa simbologia usata dal Di-
vino Maestro. La terra in quelle regio-
ni non era adatta alla coltivazione, a
causa dellinfertilit dei considerevoli
tratti pietrosi e un po aridi. Il pasco-
lo vi si adattava meglio dellagricoltu-
ra esigendo comunque un gran nume-
ro di spostamenti del gregge. Questa
situazione necessitava di maggior vigi-
La parola di
San Paolo

I
Aprile 2007 Salvami Regina 15
le meraviglie che sono in Lui, la sua
dottrina dotata di potenza, la sua vita,
la sua misericordia, la sua saggezza, in
una parola, la sua umanit e divinit.
Esse, udendo la sua voce, esse Lo se-
guono come Saul sulla via di Damasco
(At 9, 5-9), o come Maddalena quan-
do viene chiamata per nome, presso il
Sepolcro del Signore (Gv 20, 16). Co-
noscendoLo, Lo seguono nel compi-
mento dei suoi disegni: Chi dice: Lo
conosco e non osserva i suoi coman-
damenti, bugiardo e la verit non in
lui (1 Gv 2, 4). Quando ascoltano la
sua voce, si riempiono damore per il
Pastore, al punto da essere disposte a
rinunciare alla loro vita per Lui e ar-
dono dal desiderio che Lui si stabilisca
nelle loro anime.
Nessuno riesce a strappare una
sola pecora al Buon Pastore
28
Io do loro la vita eterna e non
andranno mai perdute e nessu-
no le rapir dalla mia mano.
Qui, Ges non Si rappresenta pi
solo come il Pastore, ma anche come
il pasto, perch concede alle pecore la
sua stessa vita. Teniamo conto che per-
fino la loro vita fisica alimentata da
un pasto, creatura sua, poich non
esiste niente che non abbia avuto in
Lui la sua origine. Oltretutto, esse so-
no nutrite spiritualmente attraverso la
sua parola, dato che, come Egli stes-
so dice, non di solo pane vive luomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca
di Dio (Mt 4, 4). Pi di ogni altra co-
sa sono nutrite in virt della grazia (se-
mente della gloria eterna), in funzione
della quale la stessa vita di Cristo si in-
n realt lira di Dio si
rivela dal cielo contro
ogni empiet e ogni
ingiustizia di uomini che sof-
focano la verit nellingiu-
stizia, poich ci che di Dio
si pu conoscere loro ma-
nifesto; Dio stesso lo ha lo-
ro manifestato. Infatti, dalla
creazione del mondo in poi,
le sue perfezioni invisibili
possono essere contempla-
te con lintelletto nelle opere
da lui compiute, come la sua
eterna potenza e divinit; es-
si sono dunque inescusabili,
perch, pur conoscendo Dio,
non gli hanno dato gloria n
gli hanno reso grazie come
a Dio, ma hanno vaneggiato
nei loro ragionamenti e si
ottenebrata la loro mente ot-
tusa. Mentre si dichiaravano
sapienti, sono diventati stol-
ti e hanno cambiato la gloria
dellincorruttibile Dio con
limmagine e la figura del-
luomo corruttibile, di uccel-
li, di quadrupedi e di rettili
(Rom 1, 18-23).
Luomo, lessere pi elevato percepi-
to dai nostri sensi, non creato in serie.
Dio applica il suo potere creatore su
ogni persona, una ad una. Non ci sono,
quindi, uomini uguali, n moralmente
n fisicamente, neppure per quanto ri-
guarda le circostanze della vita indivi-
duale e meno ancora per quel che ri-
guarda la vocazione personale. Di qui
la profondit insondabile di questa co-
noscenza dispensata da Ges ad ognu-
no di noi, al punto da compararla a
quella esistente tra il Padre e il Figlio
(Gv 10, 15), atto eterno talmente asso-
luto che, attraverso di lui, una Persona
divina generata dallaltra. La cono-
scenza che il Padre ha del Figlio, per-
tanto, non unimmagine intellettuale
accidentale, come avviene in noi, quan-
do facciamo uso della nostra ragione.
La conoscenza del Padre sostanzia-
le e amorosa, ed attraverso questa, per
generazione, Egli d la sua propria es-
senza al Figlio. Questi, a sua volta, con
amore sostanziale ed anche infinito, re-
stituisce al Padre ci che da Lui riceve;
e questamore mutuo tanto ricco che
da lui procede lo Spirito Santo. Ora, l
sta il modello della conoscenza di Ge-
s per ciascuno di noi. Per questo nien-
te della nostra apparenza o del nostro
intimo che ci sia nocivo o utile, le no-
stre infermit fisiche o spirituali, i suoi
rimedi, ecc. niente sfugge alla sua on-
niscienza. Non c in Ges nessun mar-
gine neppure dindifferenza in que-
sta conoscenza in relazione a noi, co-
me Egli stesso ha detto e realizzato nel-
limmagine del Buon Pastore, colui che
d la vita per le sue pecore.
Daltra parte, le pecore seguono il
Pastore. Con la loro grazia, conoscono
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16 Salvami Regina Aprile 2007
troduce nelle sue anime
ed alimentata dai sa-
cramenti, specialmente
dallEucaristia.
Cos, la loro spiritualit
sirrobustisce e viene vivificata
in Lui. La Sua stessa carne, san-
gue, anima e divinit costituisco-
no linsuperabile alimento della vi-
ta delle sue pecore. E nelleternit, la
grazia si trasformer in gloria, rice-
vendo da Lui la sua stessa vita.
Che cosa avranno inteso i farisei
di tutto questuniverso di straor-
dinaria ricchezza? Non diffici-
le congetturarlo, poich chi non
possiede la vita eterna conferita
dal Pastore, come potr compren-
dere qualcosa di questi splendori?
Ora, affermando che d la vita eter-
na alle sue pecore, Egli lascia intra-
vedere che non concede questa vita
a quelle che non sono del suo ovi-
le; allo stesso tempo, dichiara nuo-
vamente la sua essenza divina, dato
che nessuna creatura, per quanto ec-
cellente possa essere angeli inclusi -
, mai avr il potere di conferire un co-
s insuperabile dono. Entrare nella vita
eterna significa essere libero da tutti i
tormenti e passioni: ambizioni, invidie,
odi, dolori, ecc., come anche essere sta-
to perdonato da tutti i peccati ed errori.
Nel frattempo Oh mistero delliniqui-
t!- , i farisei non volevano essere bene-
ficiati di questi doni che, come a tutte
le persone, erano loro offerti.
Questa per anche la situazione
delle pecore appartenenti al gregge di
Ges quando Lo rifiutano. Cristo, per
quel che Lo riguarda, d la vita eterna
alle sue pecore, e nessuna di loro perir
per colpa del pastore; quella che si per-
der, sar per sua propria colpa. Anche
la grazia che Cristo d in questa vita alle
sue pecore sufficiente, per sua natura,
a condurle alla vita eterna, e se alcune
non arriveranno l per colpa loro, per
non aver voluto seguire Cristo (
8
).
Le pecore di Ges sono in suo pos-
sesso; uomini e demoni non riescono,
n con la forza, n con i sotterfugi, a
strapparle dalle sue mani onnipoten-
ti. Se periranno sar per la loro stessa
volont, non per mancanza di potere di
Lui (
9
). Nellaffermazione di Cristo
che qui analizziamo, Egli si manifesta
sufficientemente forte e potente per-
ch le sue pecore possano entrare, gra-
zie a Lui, nella vita eterna, liberandole
prima da qualsiasi pericolo (
10
).
29
Il Padre mio che me le ha da-
te pi grande di tutti e nessu-
no pu rapirle dalla mano del
Padre mio.
A proposito della traduzione sia in
latino che in greco di questo verset-
to, autori di gran calibro dissentono
tra loro. La prima si concentra nelle
cose concesse dal Padre al suo Uni-
genito: Mio Padre, che me le ha date
pi grande di tutti, e nessuno pu ra-
pirle dalle mie mani. Laltra colloca il
Padre come loggetto della compara-
zione fatta da Ges (si veda la formu-
lazione sopra). Visto che non c una-
nimit d interpretazione, preferiamo
la formulazione latina: tutte le cose,
cio, la Chiesa, che Egli Mi ha conse-
Buon Pastore
Scultura marmorea Musei Vaticani
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Che cosa dire
riguardo al mondo
attuale, che non
antepone la legge
scritta alla Legge
dello Spirito come
facevano i cattivi
giudei di allora-, ma
che contrappone la
legge del piacere e
della carne, la legge
del relativismo alla
Legge di Cristo?
Aprile 2007 Salvami Regina 17
gnato affinch Io la reggessi. Le pecore
che Mi ha dato affinch le pascessi.
maggiore, cio, pi caro, pi degno di
apprezzamento di qualsiasi altra cosa
(
11
). Cos, unanima che si consegna a
Ges con la virt della fede, amando-
Lo sopra ogni cosa e mantenendosi
perseverantemente fedele, deve esse-
re convinta che tutto gli viene dal Pa-
dre, per i meriti del Figlio.
Ges afferma la sua divinit
ed respinto dai farisei
30
Io e il Padre siamo una co-
sa sola.
Ascoltiamo le parole di Don Ma-
nuel de Tuya, OP, a commento di
questo versetto:
Alla fine, Cristo, come garanzia di
questo potere salvifico che ha per le sue
pecore, proclama la sua divinit, dicen-
do: Io e il Padre siamo una cosa sola.
Questa unit tra il Padre e il Figlio tro-
va espressione direttamente nel potere.
I poteri divini del Padre sono quelli del
Figlio. Non nel senso che la voce o lan-
nuncio di un profeta la voce o lan-
nuncio di Dio. Precisamente i profeti
in modo esplicito parlavano in nome di
Dio, e questo non causava perplessit a
nessuno. Ma nel presente caso laffer-
mazione assolutamente trascendente
nella comunicazione di poteri. E, se esi-
ste questa comunit o identit di poteri,
questo presuppone un unit e identit
di natura. Da qui si lascer vedere il mi-
stero divino di Cristo.
Questa espressione trova la sua espli-
cazione nella Orazione sacerdotale, in
cui Cristo chiede al Padre che Lo glori-
fichi con la gloria che ho avuto presso di
Te, prima che il mondo fosse creato (Gv
17, 5), allo stesso modo che nel Prologo,
dove sinsegna apertamente che il Verbo,
che Si incarner, era Dio (
12
).
Questa la pi azzardata, profon-
da e misteriosa affermazione fatta da
operati -, col dono della fede avrebbe-
ro compreso ed amato quel Dio fatto
Uomo, e Lo avrebbero seguito. Sareb-
bero stati pecore del suo gregge.
Che cosa dire riguardo al mondo
attuale, che non antepone la legge
scritta alla Legge dello Spirito co-
me facevano i cattivi giudei di allora-,
ma colloca la legge del piacere e della
carne, la legge del relativismo contro
la Legge di Cristo, consacrata da Lui
con la sua vita e resurrezione, e dalla
sua Santa Chiesa?...
In maniera del tutto opposta alla
buona posizione, i farisei vollero rac-
cogliere pietre per uccidere Ges per
cos tanti e insuperabili doni che offri-
va loro (cfr. Gv 10, 31). Che cosa far
il mondo doggi contro Cristo e la sua
Santa Chiesa di fronte ai doni che,
tramite Loro, gli promette Dio?
1
) Cfr. San Tommaso dAquino, Con-
tra Gentiles., II, 19.
2
) Denzinger 1803.
3
) Summa Teologica, I, q. 44, a. 3.
4
) Cfr. Summa Teologica, I, q. 15, a. 2-3.
5)
A questo riguardo, niente di pi
chiaro dellinsegnamento di San
Paolo in Rom 1, 18-23.
6
) San Tommaso d Aquino, Catena
Aurea, in Giovanni
7
) San Tommaso, Commento a Gv,
10, lec. I, 3 Marietti, pag. 280.
8
) Juan de Maldonado SJ, Comenta-
rios a los Cuatro Evangelios, in Jo
9
) Id. Ibid.
10
) Id. Ibid.
11
) Id. Ibid.
12
) Biblia Comentada, BAC, 1964, V.
II, pagg. 1181-1182.
Ges riguardo alla comune tra Lui e
Dio: si tratta di ununione metafisica
insondabile.
I farisei che stavano l avrebbero
dovuto mostrarsi fedeli interpreti dei
profeti, abbandonando umilmente i
loro egolatrici preconcetti nazionali-
sti e le loro esotiche pratiche religio-
se: se essi non avessero indurito i loro
cuori, ma si fossero lasciati penetra-
re dalle meravigliose rivelazioni del-
latteso Messia confermate dai nu-
merosi e convincenti miracoli da Lui
Jos Antonio Dominguez
R
La carit non finir mai
18 Salvami Regina Aprile 2007
La grande differenza tra lAntichit e lEra Cristiana, a proposito delle relazioni sociali,
stata lintroduzione della legge della carit, da parte del Signore Ges. Sono sorte
cos, durante duemila anni di storia, innumerevoli istituzioni
impegnate a venire incontro ai bisogni dei piccolini.
iempire un for-
mulario con i da-
ti personali costi-
tuisce uno dei riti
della vita moderna.
Pu essere una scheda discrizione ad
un corso o ad un impiego, una richiesta
per rinnovare un documento, un for-
mulario per aprire un conto bancario o
semplicemente per avere accesso a de-
terminati siti internet. I campi da riem-
pire si ripetono con monotonia: nome,
indirizzo, rapporto di parentela, RG,
luogo di nascita, data di nascita
Quante volte abbiamo ormai scrit-
to lanno della nostra nascita
Col passare delle stagioni, ogni vol-
ta che riempiamo quegli invariabili nu-
meri, un leggero soprassalto ci scuote:
Mio Dio, come corre il tempo! Quel-
la data ci evoca, alle volte, fatti occor-
si decenni prima. Quanto pi distanti
sono, pi viva limpressione che sia-
no accaduti ieri, dandoci una tenue im-
magine delleternit, dove non esiste il
tempo e tutto presente. Per ogni per-
sona, questo semplice numero di quat-
tro cifre ha un grande significato, poi-
ch l ha inizio una storia che si chiu-
der il giorno del Giudizio Universale,
davanti al Signore e a tutta lumanit.
In questatto banale di contare gli
anni, quanti si nascondono! Per
esempio, qualunque sia lanno in cui
siamo nati, esso ci indica che avve-
nuto nellEra Cristiana.
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La differenza tra due ere
Ha mai immaginato, o lettore, co-
me sarebbe se lei, invece di venire al
mondo in pieno secolo XX, fosse vis-
suto due o tremila anni fa, in una ci-
vilt pagana?
Non prendiamo in considerazione
le condizioni materiali di vita, come
le cure mediche o il confort. Volgia-
mo la nostra attenzione sugli aspet-
ti spirituali. Oggi,
quando la famiglia
cattolica, subito
si pensa a battezza-
re il neonato, affin-
ch egli sia quanto
prima figlio di Dio.
Questa una grande
differenza tra il na-
scere prima o dopo
Cristo: la possibilit
di diventare figlio di
Dio. Evidentemen-
te, grande il con-
trasto tra una civil-
t formata da figli di
Dio ed unaltra co-
stituita da pagani.
Vivendo in un
mondo che ha ere-
ditato dalla Chiesa
Cattolica molte delle
sue istituzioni, leggi
e principi, e nel qua-
le i costumi sono stati addolciti dalla
virt della carit, alle volte difficile
concepire comerano prima del Cri-
stianesimo, tra i pagani, le circostan-
ze della nascita di un bambino.
Sparta: lo sterminio dei deboli
Prendiamo lesempio della nota cit-
t greca di Sparta, famosa nellAntichi-
t non solo per il valore dei suoi eser-
citi, ma anche per il suo modello edu-
cativo, i cui echi sono giunti fino ad
oggi. Quando qualcuno vuole qualifi-
care come rigido ed esigente un regi-
me educativo, gli d il nome di sparta-
no. Tuttavia, i pi rigorosi metodi oc-
cidentali deducazione sono ben lungi
da quello spartano che alla sua estre-
ma severit, aggiungeva la crudelt.
Siccome Sparta era una citt in-
teramente votata alla guerra, gli abi-
tanti dovevano essere forti e in piena
salute. Per questo, i loro governan-
ti imposero una politica di selezione
fisica, mirata a formare buoni guer-
rieri, che fortificava a partire dalla
nascita del cittadino. Ogni neonato
era sottoposto allesame di un consi-
glio di anziani, i quali verificavano se
Non difficile supporre che la prefe-
renza fosse data ai pi deboli o con
difetti fisici. Sia le Sacre Scritture che
gli scrittori dellAntichit fanno rife-
rimento agli olocausti umani a Baal o
Moloch.
Diritti del pater
familias a Roma
Gi a Roma, i cui principi giuri-
dici attraversarono i
secoli, le leggi dava-
no al padre il pote-
re di rifiutare il suo
stesso figlio appena
nato, o di venderlo
come schiavo, qua-
lora ne avesse biso-
gno. Egli aveva dirit-
to di vita e di morte
sui membri della sua
famiglia; poteva uc-
ciderli nel caso com-
mettessero un de-
litto grave. Quanto
agli schiavi, nemme-
no erano conside-
rati, giuridicamen-
te come persone, ma
soltanto come cose
res senza alcun di-
ritto o garanzia.
Tali atteggiamen-
ti o diritti pater-
ni turbano, e a ragione, i nostri sen-
timenti cristiani. In ogni caso, data la
natura umana concepita nel peccato
originale, quello che non raramen-
te accade quando la societ temporale
si allontana da Dio e si lascia domina-
re dai vizi descritti da San Paolo, nella
sua Lettera ai Romani: Sono colmi [i
romani di questepoca] di ogni sorta di
ingiustizia, di malvagit, di cupidigia,
di malizia; pieni dinvidia, di omicidio,
di rivalit, di frodi, di malignit; diffa-
matori, maldicenti, nemici di Dio, ol-
traggiosi, superbi, fanfaroni, ingegno-
si nel male, ribelli ai genitori, insensa-
ti, sleali, senza cuore, senza misericor-
dia (Rm 1, 29-31).
Non stupisce, dunque, che famosi
scrittori abbiamo definito il rappor-
era adatto per la vita e per la guerra,
o se aveva qualche difetto. Se il risul-
tato dellesame era negativo perch
si trattava di un bambino molto gra-
cile o perch aveva un difetto fisico
la sentenza crudele e inappellabile
lo condannava ad essere abbandona-
to sul monte Tacete o lanciato da una
rupe. Solo ai forti era concesso il di-
ritto di vivere
Il culto a Baal tra i fenici
I fenici non erano secondi per cru-
delt, perch faceva parte del loro
culto idolatrico immolare bambini al-
la divinit: essi erano lanciati vivi nel-
la bocca di unenorme statua del dio,
al cui interno si trovava una fornace
dove morivano divorati dalle fiamme.
A Sparta ogni neonato era esaminato da un consiglio,
il quale verificava se era adatto per la guerra
Combattimento - vaso greco del 530 a.C. - Metropolitan Museum of Art,
New York
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to fra gli uomini del loro tempo con
la nota frase homo homini lupus
(luomo un lupo verso laltro uo-
mo).
La legge della carit:
linnovazione del Cristianesimo
Il Signore Ges venuto in questo
mondo governato dalla legge del ta-
glione: occhio per occhio, dente per
dente promuovendo un autentico
sovvertimento dei costumi dellepo-
ca, predicando la mansuetudine, la
misericordia e la compassione verso
i sofferenti e i pi deboli, nei quali il
cristiano deve vedere lo stesso Cristo
sofferente. Infatti, nel giorno del giu-
dizio, Ges ricompenser i giusti per
il bene che hanno fatto, praticando la
carit verso i piccoli, come se lo aves-
sero fatto a Lui stesso: Perch io ho
avuto fame e mi avete dato da man-
giare, ho avuto sete e mi avete da-
to da bere; ero forestiero e mi ave-
te ospitato, nudo e mi avete vestito,
malato e mi avete visitato, carcerato
e siete venuti a trovarmi. () In ve-
rit vi dico: ogni volta che avete fatto
queste cose a uno solo di questi miei
fratelli pi piccoli, lavete fatto a me
(Mt 25, 34-40).
Le opere di misericordia enume-
rate dal Redentore nella descrizione
del Giudizio Universale si possono
ben qualificare come il codice di con-
dotta del cristiano, il quale, nel cor-
so dei secoli, ha talmente impregna-
to la societ, che si sono moltiplicate
le istituzioni destinate ad aiutare gli
infelici.
Una grande invenzione
della carit: lospedale
NellAntichit, in caso di malat-
tia, ognuno si curava come poteva,
facendo uso delle rudimentali cono-
scenze intuitive della sua comunit.
Se il malato aveva risorse economi-
che, un medico veniva a casa sua do-
ve gli somministrava la medicina del-
lepoca. Con lavvento del Cristiane-
simo, la virt della carit suscit in
persone pietose la dedizione di far vi-
sita agli infermi per portare loro soc-
corso. Fino a che una nobile roma-
na di nome Fabiola, mossa dallamo-
re verso Dio e verso il prossimo, ebbe
lidea di costruire un edificio per rac-
cogliere i poveri malati senza mez-
zi. Ella stessa prestava loro caritate-
volmente i servizi dinfermeria, insie-
me ad altre donne cristiane. Cos fu
fondato il primo ospedale della Sto-
ria. Quanti progressi la medicina de-
ve allinvenzione dellospedale da
parte di questa signora romana, San-
ta Fabiola! Oggigiorno, non si conce-
pisce la civilt senza strutture ospe-
daliere. Lumanit ha vissuto per mil-
lenni senza che a nessuno venisse la
semplice idea di raccogliere i malati
in una casa, per meglio curarli.
Non sono mancate nellAntichit
grandi intelligenze, n geni, n sag-
gi, i cui nomi conosciamo ancor og-
gi. Mancava la virt della carit, pre-
dicata e diffusa nelle anime solo da
un Dio: amare il prossimo come se
stesso.
La fioritura delle istituzioni
dassistenza ai bisognosi
Allo stesso modo, mentre il Cris-
tianesimo si diffondeva nel mondo, la
carit ispirava altre iniziative per aiu-
tare i piccoli, basandosi sulle parole e
sullesempio di Ges. il caso degli
asili per bambini orfani o abbandona-
ti.
Per secoli interi, la ruota sta-
ta una vera istituzione, come proce-
dimento abituale per affidare i figli
agli orfanotrofi, con la totale garanzia
danonimato. Allingresso dei conven-
ti femminili era posta unapertura nella
parete, dovera fissato un grande cilin-
dro girevole, in posizione verticale, con
unapertura sufficiente per collocare
oggetti o pacchi passandoli da un lato
allaltro, con il giro della ruota, sen-
za possibilit di comunicazione visiva
A Roma, il pater familias aveva il potere di rifiutare
il proprio figlio neonato
Particolare di un sarcofago romano - Musei Vaticani
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Opere di
misericordia
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o contatto fisico tra le suore e i visita-
tori. Attraverso questa ruota, gli orfa-
notrofi ricevevano i bambini abbando-
nati da genitori che non avevano modo
di nutrirli, senza che fosse loro preteso
di riempire nessun formulario o certi-
ficato. Il pianto angosciato dei bambi-
ni era lunico documento comprovante
la loro condizione, sufficiente per esse-
re immediatamente raccolti dalle ma-
ni sollecite delle religiose. La Chiesa,
da buona madre, ha suscitato legioni
di vergini consacrate che assumevano
la maternit di questi fratellini di Ges;
esse li vestivano, nutrivano e educava-
no con tutte le cure, fino al compimen-
to della maggiore et.
Nel mondo lusitano, per esempio,
fino ad oggi la Santa Casa della Mise-
ricordia presta assistenza ai meno fa-
voriti, soprattutto nel campo della sa-
lute. Dalla sua fondazione, ad opera
della Regina Donna Leonor, il 15 agos-
to del 1498, questopera di laici man-
tiene numerosi ospedali e orfanotrofi,
esercitando quella che, ai giorni nostri,
sarebbe la funzione del ministero della
Salute e della previdenza sociale.
Anche in Italia, le Misericordie pres-
tano ancora identici servizi al prossi-
mo. Sono state fondate per iniziativa
di San Pietro, Martire di Verona, Nel
1244, a Firenze, si riunito un gruppo
di cittadini di tutte le classi sociali, de-
siderosi di onorare Dio mediante ope-
re di misericordia per il bene del pros-
simo, nellanonimato pi assoluto e
nella gratuit totale (Discorso di Be-
nedetto XVI, alla Confederazione Na-
zionale della Misericordie dellItalia e
ai donatori di sangue, 10/02/2007).
Lasciate che i bambini
vengano a Me
Sebbene lo spirito di carit non si
misuri statisticamente, rimane sor-
prendente la quantit di associazioni
ecclesiali il cui scopo quello di da-
re assistenza allinfanzia, nei cinque
continenti: 8.968 orfanotrofi, 11.675
asili per bambini e 91.550 scuole
elementari, insieme ad altre opere
dassistenza.
... ero nudo
e mi avete dato da vestire...
... ero in prigione
e mi siete venuti a trovare
... ero ammalato e Mi avete
visitato...
Ho avuto fame
e Mi avete dato da
mangiare...
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Opera delle Misericordia
Pinacoteca Vaticana
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questa una delle forme con
cui la Chiesa, attraverso le sue is-
tituzioni, imita il Divino Salvatore
nellepisodio, tanto conosciuto quan-
to commovente, nel quale Egli acco-
glie i bambini che i discepoli allonta-
navano : Gli presentavano dei bam-
bini affinch Egli li accarezzasse, ma i
discepoli rimproverarono coloro che
li avevano portati. Al vedere questo,
loro vedere che il Padre non dimenti-
ca nessuno dei suoi figli. Attualmen-
te, lopera dispone di pi di 200 cen-
tri di attivit, in 25 nazioni, dove so-
no accolti minori e adulti portatori
di deficienze psico-fisiche, vecchi ab-
bandonati, giovani e adolescenti in si-
tuazioni a rischio. Tutto il mondo
la vostra patria non si pu smet-
tere finch ci saranno poveri da soc-
correre ripeteva Don Guanella ai
suoi seguaci.
La sua opera ha avuto inizio nel
1881, a Pianello Lario, in Italia del
Nord, a seguito di una circostanza
fortuita. Il fondatore di un asilo di or-
fani e vecchi, Don Carlo Coppini, era
appena morto, lasciando senza dire-
zione un gruppo di ragazze che si de-
dicavano alla cura e alla manutenzio-
ne di questistituzione caritatevole.
Il vescovo diocesano consegn allo-
ra a Don Guanella la responsabili-
t dellopera. Nasceva cos la congre-
gazione delle Figlie di Santa Maria
della Provvidenza, con la finalit di
avere cura di quei buoni figli, come
li chiamava il Beato. Egli era convin-
to che una vita valga per quello che
un regalo di Dio e non per
quello che pu produrre.
Pi tardi, trasfer le attivit a Co-
mo, dove in poco tempo fior la Ca-
sa della Divina Provvidenza, non sen-
za passare per numerose privazio-
ni, difficolt ed avversit. Neanche
lincendio che distrusse completa-
mente la casa, nel 1896, fu capace di
rompere in Don Guanella la fiducia
nellaiuto divino. Quella notte, accol-
se i suoi buoni figli nella chiesa, di-
cendo al Signore: Con i tuoi disegni
misteriosi, hai permesso che la nostra
casa fosse incendiata; ebbene, rimar-
remo qui con te. Il giorno seguente
inizi il piano della ricostruzione.
Per ricevere dalla Provvidenza
con due mani, necessario dare ai
poveri con quattro mani, egli ripete-
va, incitando gli altri ad aver sempre
fiducia nellaiuto di Dio.
Nel carisma di Don Guanella, si
nota una certa somiglianza con due
In passato, sono stati numerosi
i principi che si sono dedicati
personalmente alle opere di misericordia,
distribuendo grandi somme ai poveri
Carit - Museo di Belle Arti,
Montreal (Canada)
Ges Si indign e disse loro: Lascia-
te che i bambini vengano a Me; non
glielo impedite, perch a chi co-
me loro appartiene il Regno di Dio.
() E prendendoli fra le braccia e
ponendo le mani sopra di loro li be-
nediceva (Mc 10, 13-16).
In questo breve episodio narra-
to dal Vangelo, si manifesta il con-
fronto tra la mentalit dominante
nellAntichit di disprezzo
per i deboli, soprattutto per i
bambini, considerati quasi co-
me esseri sub-umani -, riflessa
nellatteggiamento dei disce-
poli, e il regime di carit isti-
tuito dal Maestro, che ha volu-
to dare il primato allinfanzia:
E chi accoglie anche uno so-
lo di questi bambini in nome
mio, accoglie me (Mt 18,5).
Non passa inosservato il fat-
to che Ges si sia indignato,
come racconta San Marco, di
fronte allatteggiamento po-
co caritatevole dei discepo-
li, i quali volevano allontana-
re i bambini. Questo partico-
lare mostra in modo molto
chiaro a che punto gradito
a Dio che si faccia il bene ai
bambini.
I servi della Carit
Nel corso della storia della
Chiesa, secondo le necessit
dogni epoca e luogo, la Pro-
vvidenza Divina ha sempre
suscitato le pi diverse opere
per rispondere alle necessi-
t dei pi piccoli. Nel XIX
secolo, i problemi sociali si
aggravarono, aument il nu-
mero dei poveri, ma il Padre
non li ha mai lasciati abban-
donati a se stessi.
Nell ultimo quarto di
questo secolo, il Beato Luigi
Guanella ha fondato i Servi
della Carit. Il suo carisma
lannuncio della paternit di
Dio, specialmente ai pi po-
veri e abbandonati, facendo
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grandi santi della stessa epoca, tan-
to per lamore ai poveri, come per la
fiducia cieca nellausilio della Pro-
vvidenza: San Giovanni Bosco e San
Giuseppe Benedetto Cottolengo. Lo
stesso Don Guanella ha confessato
linfluenza che entrambi hanno eser-
citato su di lui: Il Signore ha volu-
to che mi incontrassi con Don Bos-
co e con lopera del Cottolengo. Ho
ammirato entrambi ed cresciuto in
me pi fortemente lamore per i po-
veri, per tutto quanto ho imparato
con loro.
La Casa-Madre dei Servi della Ca-
rit stata costruita nella regione del
lago di Como, in unarea paludosa che
il Beato Guanella aveva recuperato
con la collaborazione dei suoi buoni
figli in condizione di lavorare. Egli
impazzito dicevano molti e se-
ppellir la sua opera in questa buca
pantanosa! I fatti hanno smentito gli
scettici, poich con il tempo nato in
quel posto un prospero paese.
Don Guanella consegn la sua ani-
ma a Dio il 24 ottobre del 1915. S.S.
Paolo VI lo ha beatificato il 25 otto-
bre del 1964. La sua esistenza fu una
predica viva del messaggio del Vange-
lo: Ogni volta che avete fatto queste
cose a uno solo di questi miei fratelli
pi piccoli, lo avete fatto a Me (Mt
25, 40)
Lo spirito lo stesso
Se causa gioia vedere somiglianze
tra certi carismi, come quelli di colo-
ro che sono votati alla cura dei pove-
ri o dei bambini, non infonde mino-
re ammirazione vedere la diversit
dei doni nella Chiesa. San Frances-
co dAssisi, per esempio, si sposa-
to con la Sorella Povert, praticando
il disinteresse per i beni terreni con
una radicalit non comune. Altri ca-
rismi hanno ispirato la Civilt Cris-
tiana europea, le cattedrali e hanno
coltivato lo splendore della Liturgia.
Altri ancora hanno facilitato la co-
noscenza teologica e dogmatica, an-
che attraverso limpegno nella diffu-
sione della verit, levangelizzazione.
Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite,
perch a chi come loro appartiene il regno di Dio (Mc. 10, 14)
Cristo e i piccolini - Vetrata della Cattedrale di Hamilton (Canada)
Tutti costoro hanno dato il loro con-
tributo per lannuncio del Regno di
Dio. Questa collaborazione recipro-
ca tra i diversi carismi, secondo gli
insegnamenti dellApostolo, deve es-
sere caratterizzata dallarmonia ana-
loga a quella esistente tra le mem-
bra del nostro corpo, poich faccia-
mo parte del Corpo Mistico di Cris-
to. Vi sono poi diversit di carismi,
ma uno solo lo Spirito; vi sono di-
versit di ministeri, ma uno solo il
Signore; vi sono diversit di opera-
zioni, ma uno solo Dio, che opera
tutto in tutti (1 Cor 12, 4-6).
Eppure, per quanto eccellenti sia-
no i doni concessi da Dio, uno supe-
ra tutti gli altri e deve essere sempre
presente:
Aspirate ai carismi pi grandi!
E io vi mostrer una via migliore di
tutte. ()Se anche parlassi le lingue
degli uomini e degli angeli, ma non
avessi la carit, sono come un bron-
zo che risuona o un cembalo che tin-
tinna. E se avessi il dono della profe-
zia e conoscessi tutti i misteri e tut-
ta la scienza, e possedessi la piene-
zza della fede cos da trasportare
le montagne, ma non avessi la cari-
t, non sono nulla. E se anche dis-
tribuissi tutte le mie sostanze e des-
si il mio corpo per esser bruciato, ma
non avessi la carit, niente mi giova.
La carit paziente, benigna la ca-
rit; non invidiosa la carit, non si
vanta, non si gonfia, non manca di
rispetto, non cerca il suo interesse,
non si adira, non tiene conto del ma-
le ricevuto, non gode dellingiustizia,
ma si compiace della verit. Tutto
copre, tutto crede, tutto spera, tut-
to sopporta. La carit non avr mai
fine. Le profezie scompariranno; il
dono delle lingue cesser e la scien-
za svanir (1 Cor 12, 31; 13, 1-8)
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Aiuto
ai piccoli
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FONDO DI AIUTO MISERICORDIA
li handicap fisici o psichici sono conseguen-
za del peccato originale, che ha aperto il cam-
mino alla malattia nellumanit. In Paradiso,
luomo viveva in uno stato di perfetta felicit, non es-
sendo soggetto alla sofferenza. In questo modo, pe-
r, abbiamo la possibilit, di praticare le opere di mi-
sericordia, collaborando con la Provvidenza di Dio,
che ci d, lopportunit di acquistare meriti. per le
opere praticate in vita che riceveremo la ricompen-
sa eterna.
In marzo, il Fondo di Aiuto Misericordia ha lan-
ciato una campagna destinata ad ottenere risor-
se per il Recanto Nossa Senhora de Lourdes, nel
quale si d assistenza a bambini ed adolescenti con
deficienze psichiche, e per il Centro di Educazione
Infantile Don Guanella, dove i Servi della Carit ac-
colgono bambini bisognosi. Aiutando questi picco-
li, molto pi bisognosi di cure e daffetto degli altri
bambini, dobbiamo tener presente, come ci ricorda
il Papa Benedetto XVI, che nel volto di ogni esse-
re umano, ancor pi se provato e sfigurato dalla ma-
lattia, brilla il volto di Cristo (Discorso nel giorno
Mondiale del Malato).
Per maggiori informazioni sullopera di
Don Guanella: www.recantoguanella.org.br
Il Recanto Nossa Senhora de Lourdes, dei Servi della Carit, costruito in una piacevole area verde di
San Paolo in Brasile, dove i bambini portatori di handicap ricevono istruzione, sono seguiti dal punto di vista
medico e psicologico e possono convivere in un ambiente ricco daffetto. Padre Mario, coordinatore de liniziativa
evangelizatrice Salvami Regina, visitando il Recanto, ha offerto la Medaglia Miracolosa a tutti i bambini.
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Salmo 40
Aprile 2007 Salvami Regina 25
eato luomo che ha cura del debole,
nel giorno della sventura il Signore lo libera.
Veglier su di lui il Signore,
lo far vivere beato sulla terra,
non lo abbandoner alle brame dei nemici.
Il Signore lo sosterr sul letto del dolore;
gli darai sollievo nella sua malattia.
Beato Luigi Guanella
Don Matteo Matteazzi il Direttore del Centro
Educativo Infantile Don Guanella
Al Recanto Nossa Senhora de Lourdes sono stati
destinati R$ 35.000,00 (circa 14.000 euro), consegnati
a Don Edenilso de Costa, Direttore dellIstituzione
Atto di consegna della donazione
di R$ 17.348,50 (circa 6.700 euro) a Don Matteo,
nel Centro Educativo Infantile
La vita quotidiana di un araldo in Mozambico
26 Salvami Regina Aprile 2007
ARALDI NEL MONDO
Nella preghiera non mai assente la disciplina, affinch il contegno esteriore sia sempre in
sintonia con lo spirito, aiutandolo ad elevarsi a Dio.
La formazione dottrinale
e spirituale degli Araldi
avviene in un ambiente
quasi familiare, nel quale gli
aspiranti possono sfogare
le loro ansie, esporre i
loro dubbi ed esprimere
liberamente la loro creativit.
La vita quotidiana di un araldo in Mozambico
Aprile 2007 Salvami Regina 27
ARALDI NEL MONDO
Nelle apparizioni pubbliche, la musica, alleandosi alla disciplina, costituisce unarmonia
perfetta molto apprezzata dal popolo mozambicano.
La gioia la nota
dominante nella
vita quotidiana,
manifestandosi con pi
effusione nelle ore di
svago. Nelle foto, una
visita culturale alla
cattedrale di Maputo.
U
Mons. Beni inaugura
lanno accademico
28 Salvami Regina Aprile 2007
na solenne Celebrazione Eucaristi-
ca, presieduta da Mons. Beni dos
Santos, stata latto iniziale dellan-
no accademico 2007 del Corso di Filosofia, nel
Seminario degli Araldi. Alla fine dellomelia,
nella quale ha brillato il suo sapere teologico,
Mons. Beni ha rivolto alcune brevi parole ai se-
minaristi, indicando la vera predisposizione di
spirito con cui devono essere affrontati gli stu-
di ecclesiastici.
Oggi stiamo iniziando ufficialmente il nuovo
anno del Corso di Filosofia. La filosofia lo stu-
dio della realt, attraverso la luce naturale del-
la ragione. la scoperta della verit attraverso la
ragione umana. Questo studio, fatto qui presso
gli Araldi, ha anche la finalit di preparare le per-
sone con vocazione ad essere un giorno presbite-
ri. una filosofia che prepara alla Teologia.
Quando studiamo la Teologia come tutto ci
che si riferisce a Dio, a Cristo, al trascendente, al
soprannaturale -, non basta soltanto la ragione
umana. Proprio per questo, la ragione che cerca
di comprendere i dati della fede avvolta dalla
luce dello Spirito Santo. Gi il Concilio Ecume-
nico Vaticano II lo ricordava. Allora, quanto pi
la persona ha fede, tanto pi ella si santifica, me-
glio potr insegnare e apprendere la Teologia.
Questo tempo dello studio della Filosofia non
solo un periodo di ricerca della verit attraver-
so la ragione naturale, anche un tempo di san-
tificazione, in modo che dopo la Teologia, usan-
do questa stessa ragione naturale, illuminata dal-
la fede, si possa comprendere veramente chi il
Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Allora, desidero che lo studio della Filosofia
abbia gi questa prospettiva: preparare le persone
affinch possano comprendere bene la loro fede
e crescere nellamore a Cristo per annunciarLo
al mondo.
SEMINARIO DEGLI ARALDI
LEucaristia, presieduta da Mons. Beni, stata
celebrata nellauditorio del Seminario. Il Can. Jos Adriano
e Don Sergio Tani, professori del Seminario, come pure
Mons. Joo Bosco de Carvalho, Vicario Generale
della Diocesi di Lorena, hanno concelebrato
con i sacerdoti Araldi.
Aprile 2007 Salvami Regina 29
Non mancano le difficolt
per portare avanti la
costruzione del Seminario
degli Araldi. Con la
generosit dei membri solidali
brasiliani (collaboratori e
contribuenti), come anche
dellAssociazione portoghese
Custodios de Maria e
dellAssociazione Madonna
di Fatima - Maria, Stella della
Nuova Evangelizzazione
gi stato possibile alzare
le pareti (foto a destra).
Ogni seminarista avr a
disposizione un alloggio
simile a quello della foto
(sinistra), il cui ambiente
austero favorir lo studio
ed il raccoglimento.
Dopo la Celebrazione Eucaristica, Mons. Beni ha visitato le istallazioni del Seminario,
ancora in costruzione, accompagnato da Padre Joo Scognamiglio Cl Dias
Prima dellinizio delle lezioni, una breve orazione
aiuta a cercare la perfezione, anche nello studio.
La gioia e il buon appetito sono
elementi indispensabili, allora di ricreazione.
30 Salvami Regina Aprile 2007
Guatemala Nell Asilo Infantile San Francesco Saverio, gli Araldi, dopo aver pregato il Rosario
con i bambini, hanno realizzato diversi giochi e attivit (sinistra). NellOspedale Generale Infantile di Malattie
Infettive, la statua della Madonna di Fatima stata portata a pi di 100 bambini malati (destra).
Portogallo La processione della Madonna stata lattivit pi elogiata dai giovani nel campo di vacanze,
realizzato a Fafe. Quasi tutti i partecipanti hanno ricevuto il sacramento della Riconciliazione durante levento,
durato quattro giorni. Pi di 150 giovani si sono impegnati a pregare il Rosario tutti i giorni.
Brasile Mons. Milton dos Santos, Arcivescovo
di Cuiab, benedice i fedeli con il Santissimo
Sacramento durante lincontro Venite e Vedete,
nello stadio Verdo.
Giappone Nella parrocchia di Tsukuba, dodici
famiglie ricevono nella loro casa lIcona.
VI Anniversario
Aprile 2007 Salvami Regina 31
Italia Con una Messa celebrata dal
Cardinale Bernard Francio Law nella
chiesa di San Benedetto in Piscinula,
affidata dal Vicariato di Roma agli Araldi
del Vangelo, stato commemorato il VI
anniversario dellapprovazione pontificia di
questAssociazione.
Colombia A Bogot, tremila
persone hanno commemorato
lanniversario data nella Cattedrale
Metropolitana. Ha presieduto
lEucaristia Padre Carlos Tejedor.
Brasile Novanta cooperatori degli Araldi
del Vangelo, provenienti da varie citt, hanno
approfittato dei giorni di Carnevale per fare un
ritiro spirituale nel Recanto Betnia, delle
Suore Confezioniste Missionarie,
nel municipio di Embu-Guau (San Paulo)
Le cinque piaghe
del Signore
Eurico Monteiro
G
32 Salvami Regina Aprile 2007
Il primo atto dadorazione alle Sante Piaghe fu realizzato da
Maria Santissima, quando calarono Ges dalla Croce.
Da San Tommaso fino ai giorni nostri, molti sono stati i
devoti e i propagatori di questa bellissima devozione.
es viene calato dalla Croce. Con ogni atten-
zione, Nicodemo, Giuseppe di Arimatea e San
Giovanni Lo conducono fino a Maria Santissima
e Lo depongono nel suo virginalissimo grembo.
Seduta, Lei Lo accoglie trafitta dal dolore e Lo
adora. Mentre le Sante Donne preparano i balsami con cui,
tra breve, Lo ungeranno, perch sia deposto nel sepolcro,
Lei bacia, una ad una, le sue Piaghe: quella del petto squar-
ciato, quelle dei divini piedi e mani. Si realizza l il primo atto
di devozione e adorazione alle Piaghe del Redentore, che sa-
rebbe stato perpetuato da tutte le generazioni. La Beata, per
eccellenza, rende il pi perfetto culto di latria alle fonti sa-
cre da dove sgorg il Sangue che ha redento totalmente e so-
vrabbondantemente tutto il genere umano.
A causa di quelle Santissime Piaghe, a Lei che era sta-
ta preservata dal peccato originale e agli uomini di buona
volont si aprirono le porte del Cielo. Cinque fonti di gra-
zie infinite, piene di bellezza, sazianti la santit delle ani-
me contemplative, missionarie e apostoliche, suggellando
la corona di gloria dei martiri e le vittorie di tutti i tem-
pi. Ecco la fonte che ci purifica nel Battesimo, ci rivivifica
nellEucaristia e d fecondit a tutta la Santa Chiesa, nei
suoi sacramenti. Ecco la santa malta che, legata ai sacrifi-
ci degli uomini, eriger i pi bei monumenti e poemi del-
la Civilt Cristiana.
* * *
Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani. Avvicina la tua
mano e mettila nel mio costato. Pochi giorni dopo la resur-
rezione, lo stesso Redentore che invita lincredulo Tom-
Madonna della Piet
Cattedrale di Salamanca Spagna
Nel grembo di Maria si realizzato il primo atto di
devozione e adorazione alle piaghe del Redentore
Crocifisso della Cattedrale di Salvador di Bahia Brasile
Inno alle
Sante Piaghe del
Signore
Aprile 2007 Salvami Regina 33
maso ad aver devozione per le sue Sante Piaghe. Ormai in-
cantato, egli Gli rispose: Mio Signore e mio Dio! Le fred-
de anime che difficilmente si lasciano convincere, la proge-
nie degli scettici, la stessa incredulit, quasi si direbbe, soc-
combettero nel medesimo istante in cui quel felice ed invi-
diato Apostolo introdusse il suo dito nel costato di Ges.
San Francesco dAssisi, Santa Gemma Galgani, San
Pio di Pietralcina insomma, una legione di santi ed ani-
me virtuose furono ricompensati con le stigmate della
Passione di Cristo. un modo meraviglioso con cui Egli
adorna alcuni di quelli che pi ama, sulla faccia della ter-
ra. il suo invisibile e puro amore reso visibile nei suoi
prediletti, per perpetuare nella memoria degli uomini la
beatitudine di coloro che credono senza aver visto e toc-
cato le Piaghe del Signore, come Tommaso.
La devozione alle Sante Piaghe non privilegio soltanto
di alcune anime, ma lo anche dei popoli. In Portogallo, per
esempio, essa molto antica ed ha segnato profondamente
la piet dei fedeli, quasi fin dagli albori della nazione.
Cames, nel suo immortale poema, I Lusadi, nella
dedica al re Dom Sebastio, registra in versi questa antica
e pietosa tradizione, incisa anche nella bandiera nazionale
e nello scudo araldico della Casa Reale:
Lo vedete nel vostro scudo il dono
che vi mostra la vittoria gi conseguita
nella quale vi diedi e vi lasciai come armi
quelle che Lui prese per s sulla croce.
La devozione alle Piaghe di Ges Cristo, segnali amo-
rosi del suo martirio e, posteriormente, della sua glorifica-
zione, perfezionano in noi la gratitudine, che porta a pa-
gare amore con amore, fino allolocausto totale, per Dio
e per i fratelli.
Adoriamole profondamente e devotamente in questa
Settimana Santa.
Cinque fonti di grazie infinite,
o Piaghe, piene dalta bellezza,
accettate la tensione umile e pura
delle parole che dico e ho detto.
E quante nella mia anima hanno scritto
mille colpe brutte, con mano brutta e dura,
curate con la vostra grazia e con dolcezza,
o Piaghe del mio Signore, Piaghe benedette.
Nel Sacro Sangue che da Voi scorso
si curi; lavi, consumi e purifichi
le macchie che con dolore in quelle sto
guardando.
Per voi, che belle siete, bella rimanga,
per voi risplendente entri nel Cielo,
dove vi veda risplendente.
(Liturgia delle Ore del Portogallo, festa delle
Cinque Piaghe: Inno dellUfficio di Lettura)
Dove soffia lo Spirito?
Jos Alberto Rugeles
34 Salvami Regina Aprile 2007
INTERVISTA AL VESCOVO DI PALENCIA, MONS. JOS IGNACIO MUNILLA AGUIRRE
Non comune che qualcuno riveli le ansie pi profonde della sua
anima. Mons. Jos Ignacio lo fa in questintervista, commentando temi
scottanti dattualit e raccontando il ruolo di Maria nella sua spiritualit.
Araldi del Vangelo: Al suo
ritorno da Roma, V. Eccellenza
ha fatto uninteressante
considerazione sullimpressione
avuta dalla coniugazione di
forza e umilt nella persona di
Papa Benedetto XVI. Potrebbe
approfondire questo giudizio?
A volte si ha unidea sbagliata, im-
maginando che la forza e lumilt sia-
no cose disuguali e in contrap-
posizione. Si pensa che lumi-
le sia prima di tutto un timido,
lo zimbello della classe. Cos
ci si forma un concetto dumil-
t molto dispregiativo di que-
sta virt. Si pensa che il codardo
sia pi vicino allessere umile, e
questo non vero. il contra-
rio. In fondo, luomo codardo
perch superbo, perch troppo
preoccupato del suo successo o
insuccesso, se sar ben ricevuto
o meno. La superbia e la vanit
gli impediscono di essere valen-
te. Luomo capace dessere va-
lente solo quando non si preoc-
cupa della sua immagine perso-
nale, non ricerca se stesso, non
cerca lapplauso e non teme la
contrariet, ma si interessa solo
della gloria di Dio. La sua umil-
t, pertanto lo rende valente.
A.V.: sua lespressione
Oggigiorno la pace in pericolo
a causa delle concezioni relativiste
rispetto a quello che costituisce
la vera natura umana. Potrebbe
dirci come vede, in questa
prospettiva, la situazione europea?
LEuropa soffre di una grave infer-
mit, una specie di tendenza suicida. Si
tratta come lallora Cardinale Ratzin-
ger aveva giustamente segnalato in un
determinato momento di un disprez-
zo per le proprie radici, di un comples-
so dinferiorit di fronte a qualsiasi al-
tra cultura, di un suicidio spirituale.
Si parla molto, oggigiorno, di plu-
ralismo culturale, ma credo che die-
tro questo concetto ci sia un disprezzo
della propria cultura, pi che lapprez-
zamento di quella degli altri. curio-
so come qualcuno possa vergo-
gnarsi delle proprie radici e pre-
tenda di arricchirsi con quelle al-
trui... ci che succede frequen-
temente in Europa.
Si parla di tolleranza quan-
do, in fondo, si allude allindiffe-
renza. Ci si appella ai diritti del-
la persona e al contempo si man-
ca ai propri doveri con la natu-
ra umana. Si idealizza la liber-
t quando tutti noi sappiamo che
la volont di un europeo schia-
va delle passioni e dei peccati. Si
idolatra la democrazia, dimenti-
cando che le elezioni possono da-
re il potere, ma non la ragione...
A.V.: In una delle sue lettere
pastorali, V. Eccellenza dice:
Tutto ci che autenticamente
umano interessa a Dio e, a
sua volta, tutto ci che divino
Aprile 2007 Salvami Regina 35
concerne anche luomo.
Vivere al margine di Dio
disumanizza luomo e lo
separa dal suo fine ultimo.
Che cosa devono fare i
giovani nellapostolato
con i loro consimili?
Ogni apostolato auten-
tico suppone una testimo-
nianza di vita cristiana nel-
la quale noi ci connatura-
lizziamo con il sopranna-
turale e al contempo so-
prannaturalizziamo il na-
turale. Mi spiego meglio:
dobbiamo usare, con na-
turalit, il linguaggio so-
prannaturale, senza cade-
re nella tentazione del lai-
cismo che pretende di ri-
durlo a luoghi e momenti particolari.
Mi ha incantato nel visitare la ca-
sa degli Araldi del Vangelo qui a Pa-
lencia e stare con i bambini che par-
tecipavano alle loro attivit il vede-
re la fiducia con la quale, nel collo-
quio giornaliero tra loro, il sopranna-
turale e il naturale si mescolano; co-
me sono capaci, negli accampamen-
ti, di prendere parte ai giochi per poi
trattare, per esempio, dei doni dello
Spirito Santo.
Dobbiamo vivere naturalmente il
soprannaturale. Non possiamo vivere
in compartimenti stagni. Abbiamo il
Signore e Maria sulle labbra, non po-
trebbe essere diversamente... La fe-
de come laria che respiriamo, un
qualcosa di connaturale per i cristia-
ni. importante che i nostri consi-
mili capiscano che Dio non per noi
una teoria, ma una parte vitale della
nostra esistenza.
Nel contempo, importante che
soprannaturalizziamo il naturale.
Non sarebbe corretto tracciare una li-
nea divisoria tra il sacro e il profano,
poich in tutte le realt della nostra
vita, anche nelle pi insignificanti,
dobbiamo cercare il vincolo con Dio.
Dobbiamo scoprire virt sopranna-
turali in quello che ci pu sembrare
meramente contingente.
Abbiamo bisogno di soprannatu-
ralizzare il naturale e naturalizzare il
soprannaturale.
A.V.: Quali sono, oggi,
le sfide maggiori per
levangelizzazione dellEuropa,
soprattutto della Spagna?
Credo che siano tre: la trasmissio-
ne della fede alle nuove generazio-
ni, le vocazioni alla vita consacrata e
il rafforzamento della famiglia e del
matrimonio. anche quello che in-
dica lultima istruzione pastorale del-
la Conferenza Episcopale Spagnola,
Orientamenti morali di fronte alla
situazione attuale della Spagna.
Riguardo alla trasmissione della
fede, chiaro che oggigiorno mol-
to importante per la Chiesa Catto-
lica lavorare con impegno in un ca-
tecumenato vivace di adulti, capaci
di coniugare contenuti ed esperien-
za viva, poich alle volte queste due
cose sono indebitamente presenta-
te come contrapposte. Sembra che
la catechesi, se presentata in mo-
do vivo, non abbia contenuti, mentre
se ha contenuti, un libro pesante
e senza forza vitale... Cos, nelluno
e nellaltro caso, non si trasmette
la fede! necessario fare una cate-
chesi in cui si coniughino i contenuti
ben strutturati e la capacit vitale di
trasmetterli.
Il secondo aspetto la mancan-
za di vocazioni alla vita consacrata.
Si tratta di un riflesso dellinfermi-
t spirituale dellEuropa. LEuropa
ha bisogno di essere evangelizzata.
possibile e questa sarebbe una
grande lezione dumilt per molti
di noi che la rievangelizzazione
parta da fuori Europa. Sarebbe una
lezione dumilt molto importan-
te per questa specie di senso euro-
centrico dellesistenza che alle volte
abbiamo. Forse per questo avrem-
mo bisogno di una buona dose
dumiliazione, che ci farebbe bene.
Ci farebbe bene comprendere che
la Chiesa Cattolica non mai stata
eurocentrica, anche se alcuni lo cre-
dono. Essa universale e lEuropa
avr bisogno di essere evangelizzata
da gente proveniente da molti luo-
ghi del mondo, dove abbiamo por-
tato in precedenza la fede ed ora da
loro la riceviamo.
Quanto al tema della famiglia, di-
ciamo che essa sorgente della vita
e che essa che detiene il diritto al-
leducazione.
Su questi tre fronti viene messa
in gioco la Civilt. Famiglia, vita ed
educazione, riassunti in una sola: la
Sfide per lEvangelizzazione: la trasmissione della fede alle nuove generazioni, le
vocazioni alla vita consacrata e il rafforzamento della famiglia e del matrimonio.
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36 Salvami Regina Aprile 2007
famiglia. In essa sta il dono di Dio,
il quale si rivela a noi in seno alla fa-
miglia, e rivendichiamo con tutta la
forza il principio di sussidiariet.
Siamo noi i pionieri di questo prin-
cipio, dobbiamo rivendicarlo. Dob-
biamo lottare per una concezione in
cui ci sia pi societ e meno Stato.
Questo significa dare la priorit alla
famiglia come cellula fondamentale
della societ. Nella misura in cui c
pi famiglia e pi principio di sus-
sidiariet, staremo ricordando con-
tinuamente ai potentati e ai poteri
dello Stato che essi sono al servizio
di, e non altra cosa.
A.V.: Qual stato il ruolo
della devozione alla Vergine
Maria nella sua vita?
Mi vedo nella situazione del
discepolo amato ai piedi della
Croce vicino a Maria, che riceve
il testamento di Ges: Donna,
ecco tuo figlio. Jos Ignacio ec-
co tua Madre. Devo riconosce-
re che Ella impressionante la
pazienza che la Madre dei Cie-
li ha avuto ed ha, con me. Gra-
zie a questo, quanto pi penso
a Lei, pi mi riempio del desi-
derio di rinascere ad una vita di
santit.
Ho sempre considerato la fi-
gura della Vergine Maria in re-
lazione a quella della madre
terrena. Ho visto due vocazio-
ni e, osservando la madre del-
la terra, mi stato facile capi-
re che cos la Madre dei Cieli. La
persona intuisce, capisce: se la no-
stra madre terrena com, perch
il riflesso della Madre celeste. Per
questo le madri della terra si asso-
migliano tanto, perch sono il rifles-
so di quella dei Cieli. Vedo in questo
una relazione molto naturale.
Non ho mai notato alcun conflit-
to tra una spiritualit cristocentrica e
la devozione alla Madonna. Mi ricor-
do sempre di un episodio di Giovan-
ni Paolo II. In uno dei suoi viaggi, un
giornalista gli ha chiesto: Perch Vo-
stra Santit cos mariano? Il Papa
ha risposto: Sono mariano per moti-
vi cristocentrici.
Mi ha aiutato molto anche la co-
noscenza dei santuari mariani: Lour-
des, Fatima, ecc. Oggigiorno, i san-
tuari sono una di quelle risorse che
la Provvidenza avrebbe conservato
per i momenti di crisi. curioso no-
tare che le epoche di crisi delle par-
rocchie sono epoche di fioritura dei
santuari mariani. Mi sembra un se-
gnale che nei tempi di secolarizza-
zione la stessa Vergine Maria, per
cos dire, prende le redini dellevan-
gelizzazione nella Chiesa.
ce ci che vuole benedire. Dobbiamo
essere molto umili per dire: Dai loro
frutti li conoscerai. Non siano le ge-
losie, e nemmeno gli a priori per-
sonali, che vengano a dire quello che
deve funzionare. Non si pu chiudere
lo Spirito Santo in una gabbia e far-
Gli cantare la melodia che la perso-
na desidera. In relazione allo Spirito
Santo, siamo noi a servirLo e non Lui
a servire noi.
Questo importante e la Chiesa
ha saputo farlo. Giovanni Paolo II e
Benedetto XVI sono stati ascoltato-
ri dello Spirito, ne hanno ascoltato il
sussurro dello Spirito e si sono mo-
strati umili per scoprirlo e porsi
al suo servizio. Questo mi sem-
bra meraviglioso, di fronte ad
altre concezioni.
In un breve corso per nuo-
vi vescovi a Roma, Mons. John
Patrick Foley, Presidente del
Pontificio Consiglio per le Co-
municazioni Sociali, ci dice-
va che richiamava lattenzio-
ne della Santa Sede il fatto
che alle volte facciamo una se-
rie di organigrammi molto ben
strutturati... Per esempio, una
TV cattolica con molte risorse
professionali e umane finisce
per chiudere lattivit... Per-
ch? Perch Dio non lha be-
nedetta. Ecco invece la Tele-
visione della Madre Angelica,
una donna carismatica e con
scarse risorse: quello che Dio
ha benedetto va avanti e trion-
fa. Questo anche il caso di Radio
Maria.
Lo Spirito Santo benedice quel-
lo che vuole, e chi sono io per dirGli
quello che deve benedire?
Dio benedice gli umili strumen-
ti. A volte facciamo progetti molto
elaborati senza prima chiederci ver-
so dove soffia lo Spirito, per questo
equivochiamo. Dobbiamo sempre
chiederci verso dove soffia il Signore,
e non viceversa.
bello che la vita preceda la strut-
tura, e non il contrario.
A.V.: Nellesortazione apostolica
post-sinodale Ecclesia in
Europa, i nuovi movimenti sono
additati da Giovanni Paolo II
come un segnale di speranza
per il continente europeo...
Mi ricordo di aver scritto un ar-
ticolo a questo riguardo, intitolato
Lo Spirito Santo soffia dove vuo-
le. Questa una grande lezione per
tutti noi. Lo Spirito Santo soffia do-
ve vuole e ce lha dimostrato attra-
verso i nuovi movimenti. Noi possia-
mo fare piani... alla fine Dio benedi-
L
Povero
per amare i
poveri, ma
ricco quanto
a santit
Clara Isabel Morazzani
Aprile 2007 Salvami Regina 37
SAN GIUSEPPE BENEDETTO COTTOLENGO
Avrete sempre poveri tra voi (Mt 26, 11). San Giuseppe Cottolengo
ha abbracciato avidamente questa preziosa eredit lasciata da Ges
alla sua Chiesa e ai poveri ha dedicato tutta la sua esistenza.
a santit non proviene da
un semplice sforzo fat-
to dalluomo, ma da una
singolare grazia conces-
sa da Dio. Ges, Uomo-
Dio, essendo il creatore e, allo stes-
so tempo, lo scrigno di tutte le grazie,
pu e vuole dispensarle a tutti quelli
che ne hanno bisogno e le desidera-
no. Leroismo nella pratica delle vir-
t, come pu essere definita la santit,
, dunque, una grazia partecipativa di
questa meravigliosa pienezza che abi-
ta in Nostro Signore ed liberalmente
da Lui concessa. Uno di questi privile-
giati stato Giuseppe Benedetto Cot-
tolengo, suscitato da Dio sul finire del
XVIII secolo.
Attratto dalla compassione
di Ges verso i piccoli
Senza smettere di vedere Dio nel-
la sua totalit, ogni santo pone un ac-
cento tutto speciale nella contempla-
zione di un aspetto dal quale parti-
colarmente attratto e invitato a farsi
riflesso. In concreto, Giuseppe Cot-
tolengo si sentito attirato dalla bon-
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38 Salvami Regina Aprile 2007
t e compassione di Ges riguardo
ai piccoli, ai poveri e ai malati. Ha
compreso in profondit la ricchezza
damore del Cuore di un Dio per co-
loro che ha denominato come i pi
piccoli dei miei fratelli (Mt 25, 40).
Sulla Croce, il Salvatore ha otte-
nuto dal suo Sangue la filiazione di-
vina e la filiazione di Maria per tut-
ta lumanit. Per questo duplice do-
no, Egli diventato proprio il nostro
vero fratello. Quanta unione, quanto
affetto c tra i figli nati da una stessa
famiglia! Questi legami di sangue so-
no appena pallide immagini dellin-
superabile amore fraterno che Ge-
s nutre per tutti noi! San Giuseppe
Benedetto Cottolengo penetrato in
questo mistero ed ha cercato di ma-
nifestarlo nella sua vita, dedicandosi
con totale disinteresse a quelli che si
trovavano nellabbandono naturale e
spirituale, alleviandone non solo i do-
lori corporali ma anche le infermit
dellanima.
Primi passi nella vocazione
Giuseppe Benedetto Cottolengo
nacque a Bra, in Piemonte, nel mag-
gio del 1786. Fin dallinfanzia forn
prove della sua vocazione, un giorno
fu trovato a misurare una delle stan-
ze della sua casa con lo scopo di sape-
re quanti letti vi si potevano sistema-
re per ricevere i malati.
Terminati gli studi, dai quali usc
brillantemente grazie allintercessio-
ne di San Tommaso dAquino, ven-
ne ordinato sacerdote e pi tardi, nel
1818, eletto canonico del capitolo di
Corpus Domini a Torino.
Nel 1827 diede inizio alla sua opera,
fondando la Piccola Casa della Divi-
na Provvidenza, dove accolse nume-
rosissimi infermi e abbandonati. Per la
cura di questi, cre prima un istituto di
religiose chiama-
to Figlie di San
Vincenzo e al-
cuni anni dopo,
un altro, deno-
minato Fratelli
di San Vincenzo
dePaoli.
Fiducia
cieca nella
Provvidenza
Le difficol-
t incontrate nel
realizzare i suoi
disegni non furo-
no di poco conto.
Molti altri dotati
di una fede robu-
sta, ma non cie-
ca come la sua, si
sarebbero scorag-
giati a met del
cammino. Conti-
nuamente si tro-
vava senza mezzi
finanziari e incal-
zato da creditori
intransigenti che
esigevano il pa-
gamento dei debiti. Daltro canto, cre-
sceva di giorno in giorno il numero dei
suoi protetti che accorrevano alla Pic-
cola Casa, attratti, non soltanto dal-
le necessit di salute, ma, soprattutto,
dalla fama della sua illimitata bont.
Chi conoscesse lattivit incessante
di questopera, sarebbe portato a cre-
dere che il suo fondatore fosse un uo-
mo inquieto e preoccupato, immerso
in problemi materiali, desideroso di
vigilare e governare su tutto. Nessun
giudizio potrebbe essere tanto falso
a proposito di lui: San Giuseppe Be-
nedetto era un uomo essenzialmente
contemplativo e distaccato dalle co-
se terrene. La caratteristica prepon-
derante della sua santit e della sua
missione era la completa fiducia nel-
la Divina Provvidenza. Si potrebbe
dire che tutta la sua spiritualit si sin-
tetizzava in questa frase del Vangelo:
Cercate in primo luogo il regno di Dio
e la sua giustizia, e tutte queste cose vi
saranno date in aggiunta (Mt 6, 33).
Frequentemente aveva labitudine
di dire ai suoi: State certi che la Di-
vina Provvidenza non manca mai; po-
tranno mancare le famiglie, gli uomi-
ni, ma la Provvidenza non ci manche-
r. Questo sicuro. Pertanto, se in una
qualche occasione mancher qualcosa,
questo potr essere attribuito soltanto
alla nostra mancanza di fiducia. ne-
cessario confidare sempre in Dio; e, se
Dio risponde con la sua Divina Provvi-
denza alla fiducia ordinaria, provvede-
r straordinariamente a chi straordina-
riamente confider.
Perch vi inquietate
per cos poco?
Una fede portata ad un grado co-
s eroico avrebbe potuto ottenere sol-
tanto risultati miracolosi, che furono
abbondanti lungo tutta lesistenza del
nostro santo. In unoccasione, la reli-
giosa incaricata della cucina venne ad
annunciargli:
Non rimasto pi un briciolo
di farina in casa Domani non ci sa-
r pane per dar da mangiare agli in-
digenti!
State certi che la Divina Provvidenza non manca
mai; potranno mancare le famiglie, gli uomini, ma la
Provvidenza non ci mancher.
Cappella delle Suore di San Giuseppe Cottolengo Roma
dettaglio dellaltare
Aprile 2007 Salvami Regina 39
Perch vi inquietate per cos
poco? Lo vedete bene anche voi co-
me la pioggia torrenziale ed im-
possibile mandare qualcuno fuori in
questo momento rispose.
La buona suora, che non aveva af-
ferrato alla perfezione quel santo ab-
bandono del suo Fondatore, si ritir
molto scontenta della risposta. Alcu-
ni istanti dopo, Cottolengo entr nel
refettorio e credendo dessere so-
lo, senza sospettare che laltra suora
lo spiava dal buco della serratura
singinocchi davanti alla statua del-
la Santissima Vergine e preg fervi-
damente con le mani giunte.
Trascorsero solo alcuni minuti e un
uomo, che conduceva una carrozza, si
present alla porta delledificio. Senza
neppure informare da dove veniva n
da chi era stato inviato, dichiar di ave-
re lincarico di depositare nella Picco-
la Casa tutta la farina che portava nel
suo veicolo. Le suore subito accorsero
tutte in agitazione, a raccontare lacca-
duto al santo canonico. Costui accolse
la notizia senza manifestare la minima
sorpresa e tranquillamente diede loro
lordine di fare il pane.
Il denaro apparve in tasca
In unaltra occasione, San Giusep-
pe Benedetto si vide di fronte ad una
situazione ancora pi complicata.
Uno dei suoi creditori giunse a mi-
nacciarlo di morte se non gli avesse
pagato il debito in quello stesso istan-
te. Egli si scus, gli chiese di avere an-
cora un po di pazienza, prometten-
do di farlo prima possibile. Ma luo-
mo si mostr inflessibile e, senza ag-
giungere altro, tir fuori unarma con
la quale si predisponeva a farla finita
con la vita del santo. Macchinalmen-
te egli mise la mano in tasca e, con
sua enorme sorpresa, trov un rotolo
contenente esattamente la somma re-
clamata. La consegn subito al credi-
tore e questi se ne and confuso per
il suo atteggiamento violento (,) e im-
pressionato di fronte al miracolo e al-
lesempio di serena fiducia a cui ave-
va appena assistito.
Abbandono alla volont di Dio
Il suo desiderio di fare il bene a
tutti quanti avvicinava, non cono-
sceva limiti n ostacoli: giungeva al-
lestremo di prodigare le cure pi
umili ai malati e di entrare nei gio-
chi dei deboli mentali, con lo scopo
di distrarli. Non considerava que-
sto unumiliazione, poich analizza-
va tutto con prospettive soprannatu-
rali, sapendo che limportante non
fare grandi opere o realizzare prodi-
gi stupendi, quanto essere agli occhi
di Dio quello che Lui vuole da noi.
Da questelevata concezione della
vita, che impregnava tutti i suoi atti,
derivava il gioioso distacco con cui
si abbandonava alla volont di Dio,
ripetendo sempre: Perch siete an-
gustiati per il domani? La Provviden-
za non penser a questo, poich gi
ci avete pensato voi. Non distruggete,
pertanto, la sua opera e lasciatela agi-
re. Sebbene ci sia
permesso chiedere
un bene temporale
determinato, quan-
to a ci che a me si
riferisce, avrei il ti-
more di commette-
re una mancanza
se chiedessi qual-
cosa in questo sen-
so.
Giuseppe Bene-
detto Cottolengo
mor nel 1842. Du-
rante la sua per-
manenza in questo
mondo, le aspira-
zioni del suo cuo-
re e la vita della
sua anima furono
rivolti unicamente
alla gloria di Dio.
Lasci dietro a s
unopera monu-
mentale di carit
verso il prossimo,
che oggi presen-
te in quattro conti-
nenti, come prova
irrefutabile della
veracit della promessa di Ges Cri-
sto. Egli aveva cercato soltanto il Re-
gno di Dio e la sua giustizia, Nostro
Signore gli aveva concesso tutto ol-
tremisura.
Un posto donore a lui riser-
vato tra gli agnelli della destra in
quel giorno supremo, quando il giu-
sto Giudice dir: Allora il re dir a
quelli che stanno alla sua destra: Ve-
nite, benedetti del Padre mio, riceve-
te in eredit il regno preparato per voi
fin dalla fondazione del mondo. Per-
ch io ho avuto fame e mi avete dato
da mangiare, ho avuto sete e mi avete
dato da bere; ero forestiero e mi ave-
te ospitato, nudo e mi avete vestito,
malato e mi avete visitato, carcerato
e siete venuti a trovarmi. () In ve-
rit vi dico: ogni volta che avete fat-
to queste cose a uno solo di questi
miei fratelli pi piccoli, lavete fatto a
me! (Mt 25, 34-36 e 40).
Dio provveder straordinariamente a chi
straordinariamente confider
Cappella delle Suore di
San Giuseppe Cottolengo Roma
40 Salvami Regina Aprile 2007
Consacrazione di tutte le famiglie
al Sacro Cuore di Ges
Il 3 giugno prossimo, nel Santua-
rio del Sacro Cuore di Ges sul Mon-
te Tibidado (Barcellona, Spagna),
il Cardinale Alfonso Lopez Trujil-
lo, Presidente del Pontificio Consi-
glio per la Famiglia, consacrer tutte
le famiglie del mondo al Sacro Cuo-
re di Ges.
Latto solenne avr luogo alla chiu-
sura del Congresso Internazionale
Cor Jesu, Fons Vitae (Cuore di Ge-
s, Fonte di Vita), commemorati-
vo di due date importanti: 150 anni
dallestensione della festa del Sacro
Cuore di Ges a tutta la Chiesa, fatta
dal Beato Pio IX, e 50 anni dallEn-
ciclica Haurietis Aquas, nella quale
il Papa Pio XII conferisce un poten-
te stimolo a questa meravigliosa de-
vozione.
In Pakistan, Giornata
dellInfanzia Missionaria
stata una vera festa la celebra-
zione della Giornata dellInfanzia
Missionaria in Pakistan, organizzata
dalle Pontificie Opere Missionarie.
Milioni di bambini e ragazzi hanno
affollato le chiese e le parrocchie del-
le principali citt del paese, offrendo
una testimonianza di fede genuina ed
entusiastica.
Il 4 febbraio, pi di quattromila
ragazzi, provenienti da tutto il terri-
torio diocesano, si sono riuniti nel-
la Cattedrale di Lahore per la Cele-
brazione Eucaristica presieduta da
Mons. Lawrence Saldanha, Arcive-
scovo Metropolitano.
Nella settimana successiva, la
Giornata stata realizzata nellArci-
diocesi di Karachi. Pi di cinquemi-
la giovani riuniti nella Cattedrale di
San Patrizio hanno ascoltato un inco-
raggiamento dellArcivescovo Mons.
Evarist Pinto a diventare missionari,
cominciando dalla propria famiglia,
nelle scuole e negli altri luoghi che
frequentano.
Nella Scuola di Maria, di Kara-
chi, bambini e ragazzi e bambini han-
no avuto lopportunit di esprimere
la loro personalit e hanno ricevuto il
mandato dessere protagonisti delle
missioni.
tualmente 300 alunni in meccanica,
elettrotecnica, amministrazione e tu-
rismo. Questi corsi hanno lo scopo di
dare ai giovani una professione che
permetta loro di introdursi nel tessu-
to sociale cambogiano.
Libro di Guzman Carriquiry
pubblicato in Canada
appena stato pubblicato a
Quebec in Canada, il libro Globa-
lizzazione e Umanesimo Cristiano
Prospettive per lAmerica Latina,
scritto dal Prof. Guzman Carriquiry
Levour, Sottosegretario del Pontifi-
cio Consiglio per i Laici. Si tratta di
una riedizione attualizzata dellope-
ra Una scommessa per lAmerica
Latina, gi pubblicata in Italia e in
vari paesi latino-americani.
Nel prologo, il Cardinale Marc
Ouellet, Arcivescovo di Quebec,
pone lattenzione sull analisi ap-
propriata sia delle dimensioni etiche,
storiche e culturali che dei fattori
economici, sociali e politici di que-
stopera del Prof. Carriquiey, scrit-
tore e conferenziere di fama inter-
nazionale.
La Chiesa
cresce in Africa
Laumento del numero di catto-
lici nel continente africano (3,1%)
superiore a quello della cresci-
ta della popolazione (2,5%), secon-
do il comunicato finale della riunio-
ne del Consiglio Speciale per lAfri-
ca, organo della Segreteria Genera-
le del Sinodo dei Vescovi. Il nume-
ro di sacerdoti ha registrato un au-
mento del 3,55%.
La riunione, presieduta dallAr-
civescovo Nikola Eterovic, ha avuto
come obiettivo quello di discutere
i preparativi per la seconda assem-
blea sinodale di questo continente.
Si tratta, in particolare, di animare
tutti i laici ad impegnarsi per miglio-
rare le condizioni di vita dogni afri-
cano, dal punto di vista economi-
co, culturale, sanitario e, soprattutto,
spirituale dice il comunicato.
Il Re della
Cambogia inaugura
la scuola salesiana
La Cambogia guarda con attenzio-
ne e considerazione lopera degli isti-
tuti scolastici cattolici, come lo dimo-
stra latto del Re Norodom Sihamo-
ni che ha inaugurato il 12 febbraio
la Scuola Professionale Salesiana di
Sihanoukville.
Il Monarca ha elogiato gli sfor-
zi dei Missionari Salesiani in Cam-
bogia e il loro contributo per listru-
zione e il recupero sociale dei gio-
vani.
Nella Scuola Professionale di
Sihanoukville vengono formati at-
Re Norodom Sihamoni
I
N
V
I
T
O
Ordinazioni sacerdotali
e diaconali degli
Araldi del Vangelo a Roma
A
Aprile 2007 Salvami Regina 41
ndate dunque e ammae-
strate tutte le nazioni, bat-
tezzandole nel nome del
Padre e del Figlio e dello Spirito
Santo, insegnando loro ad osser-
vare tutto ci che vi ho comanda-
to (Mt 28, 19).
Venga il prossimo 28 aprile alle
ore 10 nella Basilica di Santa Ma-
ria Maggiore con la sua famiglia
a partecipare alla solenne Eucari-
stia di ordinazione di sette nuovi
presbiteri e quattro diaconi degli
Araldi del Vangelo presieduta dal
Cardinale Bernard Law, Arcipre-
te della stessa Basilica.
La cerimonia, animata dal coro e
orchestra internazionali degli Araldi
del Vangelo, contribuir a trasmet-
tere il carisma proprio dellAssocia-
zione con una toccante testimonian-
za indimenticabile per tutti.
Per maggiori informazioni:
Tel: 041 5600891 o e-mail:
salvamiregina@salvamiregina.it.
La coscienza cristiana,
sostegno del diritto alla vita
Circa 400 specialisti e studiosi pro-
venienti da tutto il mondo hanno par-
tecipato alla XIII Assemblea Gene-
rale della Pontificia Accademia per la
Vita, realizzata in Vaticano il 23 e 24
febbraio, il cui tema era La coscien-
za cristiana come sostegno del dirit-
to alla vita.
Con questo congresso ha spie-
gato Mons. Elio Sgreccia, Presiden-
te della Pontificia Accademia vo-
gliamo mostrare lidentit di una co-
scienza cristiana e quello che significa
essere cristiani. Ha anche afferma-
to la necessit dellobiezione di co-
scienza del cristiano davanti a proble-
mi come laborto, leutanasia e il ma-
trimonio tra persone dello stesso ses-
so. Tutto ci che impedisce limpianto
dellembrione materia dobiezione di
coscienza.
Nel discorso ai partecipanti allAs-
semblea, il Papa Benedetto XVI ha
messo in risalto la grande rilevanza
del tema dibattuto ed ha affermato
che la coscienza cristiana ha di fatto
una necessit interna di alimentarsi e
rinforzarsi con le numerose e profonde
motivazioni che militano a favore del
diritto alla vita, che fondamentale
rispetto agli altri diritti umani.
Formazione cattolica
nelle scuole spagnole
Nellanno accademico in corso, il
77% degli alunni delle scuole pub-
bliche e private in Spagna sta rice-
vendo una formazione cattolica. So-
no, in altre parole, 5.047.279 studen-
ti, secondo un comunicato divulga-
to dalla Commissione dellInsegna-
mento e Catechismo, della Confe-
renza Episcopale Spagnola.
La Commissione Episcopale dIn-
segnamento e Catechismo informa
inoltre che i numeri in percentua-
le stampati nel suo comunicato sono
dati obbiettivi forniti dalle Delega-
zioni Diocesane dellInsegnamento,
che, a loro volta, li hanno raccolti dai
direttori dei collegi.
Boy scout portoghesi
chiedono la cononizzazione
del Beato Nuno Alvares
In una cerimonia in lode della sta-
tua pellegrina della Madonna di Fa-
tima, realizzata nella Cattedrale di
Braga (Portogallo), gli scout,di que-
sta storica citt,hanno chiesto lacce-
lerazione del processo di canonizza-
42 Salvami Regina Aprile 2007
zione del Beato Nuno di Santa Ma-
ria, il famoso Conestabile Nuno Al-
vares Pereira.
Lassistente spirituale del nucleo
bracarense di scout, Can. Antonio
Macedo, ha approfittato delloccasio-
ne per reiterare le numerose richieste
fatte dai fedeli in questo senso. Ha ri-
cordato che allo studio dei teologi e
dei medici lautenticit del miracolo
richiesto per la canonizzazione.
Misteri della natura:
aurore boreali
Le aurore boreali continuano a di-
videre la comunit scientifica che an-
cora non giunta ad una conclusione
definitiva sulla loro origine. Per sve-
lare il mistero, la NASA ha lanciato
recentemente la missione Themis,
composta da cinque satelliti messi in
orbita da un razzo.
Il fenomeno delle aurore boreali
che pu essere osservato nelle re-
gioni a nord del Circolo Artico, in pe-
riodi dintensa attivit solare uno
dei pi begli spettacoli della natura
che Dio offre alluomo. composto
da innumerevoli fasci di luce colora-
ta che si muovono graziosamente nel
cielo. Sebbene siano chiamate auro-
re, avvengono durante la notte.
A parte i progressi scientifici a cui
dar origine, la missione Themis
offrir con certezza lopportunit di
registrare immagini delle aurore bo-
reali, di una bellezza mai prima vista.
Aperto il processo della co-
fondatrice dei Focolari in Brasile
OSASCO - BRASILE (Zenit) Il
processo di beatificazione di Ginetta
Calliari, focolarina co-fondatrice di
questo Movimento in Brasile, scom-
parsa l8 marzo 2001, stato aperto
solennemente il giorno 9 marzo, do-
po la Celebrazione Eucaristica pre-
sieduta da mons. Ercilio Turco, Ve-
scovo di Osasco (San Paolo), nella
Cattedrale cittadina di SantAntonio.
Dopo la Messa si insediato il Tri-
bunale Diocesano per linizio del pro-
cesso. In questa occasione stata an-
che presentata la biografia: Ginetta.
Una vita per lideale dellunit (Edi-
zioni Cidade Nova).
Sandra Ferreira Ribeiro, vice-po-
stulatrice della causa di beatificazio-
ne, ha ricordato che i giovani, in mo-
do speciale, hanno bisogno di model-
li, di leader, di eroi nei quali rispec-
chiarsi ed, in questo modo, avere un
modello per le loro vite.
civescovo. Secondo Mons. Dama-
sceno, il gruppo ritornato a Roma
contento e fiducioso.
Nella sua visita di dicembre, il
dott. Gasbarri aveva sollecitato sol-
tanto un dettaglio, nei lavori di rinno-
vo che si stanno realizzando nel Se-
minario Buon Ges, dove il Papa sa-
r alloggiato ad Aparecida: realizzare
una piccola cappella privata vicino al-
la camera del Papa.
Obolo di San Pietro
CITT DEL VATICANO Ogni
fedele chiamato ad aiutare, anche
materialmente, lopera di evangeliz-
zazione. Queste sono state le paro-
le di Benedetto XVI, nel ricevere in
udienza i soci del Circolo di San Pie-
tro, per la consegna dellObolo di
San Pietro. La delegazione era guida-
ta dal presidente, Leopoldo dei Du-
chi di Torlonia.
Nel suo discorso, il Papa ha evi-
denziato limportanza della carit
verso i pi bisognosi. La pratica an-
tica dellObolo di San Pietro, in cer-
to modo gi in vigore nelle prime
comunit cristiane, nasce dalla co-
scienza che ogni fedele chiama-
to ad aiutare, anche materialmen-
te, lopera di evangelizzazione e, al-
lo stesso tempo, a soccorrere con ge-
nerosit i poveri e i bisognosi, ricor-
dando le parole di Ges: Ogni volta
che avrete fatto queste cose ad uno
solo di questi miei fratelli minori, lo
avrete fatto a Me.
Benedetto XVI ha ricordato il
prezioso servizio prestato dai vo-
lontari del Circolo di San Pietro
presso lospedale del Sacro Cuore:
La loro testimonianza silenziosa
ma eloquente, damore per la vita
umana, che merita attenzione e ri-
spetto fino allultimo respiro ha
detto il Pontefice.
Infine, il Papa ha diretto un inco-
raggiamento al Circolo, a prosegui-
re con entusiasmo le sue attivit, co-
me il servizio donore e daccoglienza
ai fedeli, nella Basilica Vaticana e du-
rante le celebrazioni pontificie.
Viaggio del Papa: comitiva
organizzatrice ritornata
contenta e fiduciosa
APARECIDA - BRASILE (Ze-
nit) Il dott. Alberto Gasbarri, or-
ganizzatore dei viaggi pontifici, con
il suo gruppo, ha effettuato la sua
ultima visita in Brasile al fine di
verificare i preparativi per il viag-
gio di Benedetto XVI previsto per
maggio.
Il giorno 9 marzo, presso la se-
de dellArcivescovado, Mons. Ray-
mundo Damasceno Assis, Arcive-
scovo di Aparecida, ha spiegato a
Zenit e ad altri mezzi di comunica-
zione, che lequipe vaticana si mo-
strata molto soddisfatta per tutto
quello che ha visto.
Il dott. Alberto Gasbarri ha con-
statato che i lavori stanno proceden-
do nella giusta direzione come egli
aveva previsto e noi porteremo a ter-
mine gli impegni presi ha detto lar-
Religione e Morale
Mons. Benedetto Beni dos Santos
Vescovo di Lorena (San Paolo)
I
LA PAROLA DEI PASTORI
Inaugurando lanno accademico 2007 del Corso
San Tommaso dAquino, nel Seminario degli
Araldi, Mons. Beni ha brillantemente svolto
alcune riflessioni sulla relazione tra la religione e
la morale, come anche sulla loro importanza per
la vita delluomo nella societ.
nnanzi tutto, due chiari-
menti sul tema di questa
riflessione: religione e mo-
rale. Ogni religione impli-
ca una morale, ossia, una
retta condotta, attraverso la qua-
le il credente cerca di fare la volon-
t di Dio, di esserGli gradito. Profe-
ti dellAntico Testamento considera-
no la pratica della giustizia come cul-
to prestato a Dio. Daltro canto, ogni
religione presenta sempre una visio-
ne generale del mondo, che permet-
te alla persona di situarsi nella real-
t e operare su di essa. Non tratter
sulla relazione in generale tra religio-
ne e morale, ma pi specificatamente
di come il Cristianesimo sia assunto e
vissuto dalla Chiesa Cattolica.
Il secondo chiarimento si riferisce
ai termini etica e morale. Nella pra-
tica, sono equivalenti. Teoricamen-
te, per, sono distinti. La morale
unattivit pratica. Designa linsieme
di norme che si riferiscono alla retta
condotta umana, ossia, il bene che si
deve fare e il male da evitarsi. Letica,
a sua volta, la teoria della morale, il
modo di concepirla: la sua origine, la
sua natura, i suoi obiettivi. La mora-
le prescrittiva: si riferisce al dovere.
Letica descrittiva. Essa non emette,
come la morale, alcun giudizio di va-
lore, ma un giudizio di realt.
Svolger la presente riflessione in
cinque punti: che cos la morale, la
sua importanza, il disorientamento
oggi esistente nel campo della mora-
le, come la Chiesa concepisce la mo-
rale e loriginalit della morale cri-
stiana.
Che cos la morale?
La morale designa, innanzi tutto,
quello che obiettivamente buono e
che, pertanto, deve essere fatto dalla
persona, indipendentemente dai van-
taggi o dagli svantaggi che da qui pos-
sono derivare. Socrate espresse mol-
to bene questo carattere della mora-
le quando disse: preferisco essere vit-
tima dellingiustizia che commette-
re uningiustizia. Quando la persona
assume questa postura esistenziale,
non solo i suoi atti sono buoni, ma es-
sa stessa diventa buona moralmente.
Diventa un buon albero, che produ-
ce sempre buoni frutti. In altre paro-
le, diventa una persona virtuosa.
La morale designa anche quello
che degno dellessere umano in op-
posizione a quello che indegno. Es-
sere fedele ad un amico degno del-
lessere umano, non esserlo inde-
gno. Difendere la vita di un innocen-
te degno di un essere umano, to-
glierla indegno.
La morale designa ancora quegli
atti che non sono soltanto in accor-
do con il dovere, ma sono fatti per ri-
spetto al dovere, nellespressione di
Kant. Quando un commerciante ven-
de sempre al prezzo giusto per non
perdere la clientela, egli non produce
un atto morale, se egli vende al prez-
F
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s
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r
a
l
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zo giusto per rispetto al dovere ( la
sua coscienza che esige questo), allo-
ra il suo atto morale.
Importanza della morale
Nella sua enciclica sui fondamen-
ti della morale Veritatis Splendor -,
Giovanni Paolo II afferma che listan-
za morale raggiunge in profondit ogni
uomo e riguarda tutti (cfr. n3). Riflet-
tiamo su questaffermazione del Papa.
La morale raggiunge in profondit les-
sere umano. Secondo Jean Piaget, les-
sere umano non nasce con una morale,
ma con unattitudine ad acquisirla. Co-
s come non nasce parlando una lingua,
ma con disposizione ad apprenderla.
Emilio Durkheim, uno dei fondatori
della sociologia, soprattutto della so-
ciologia della religione e della morale,
spiega lorigine della morale a partire
dalla natura sociale dellessere umano.
Secondo lui, la morale comincia dove
ha inizio la vita in gruppo. Non pos-
sibile la vita in gruppo senza lesistenza
di norme morali. giustamente la mo-
rale che impedisce la
tirannia del gruppo
sugli individui. Per la
dottrina della Chie-
sa, tuttavia, lesse-
re umano non nasce
solo con una dispo-
sizione morale. Esi-
ste una legge morale
impressa da Dio nel
cuore umano, come
insegna San Paolo
nella Lettera ai Ro-
mani. A partire da
questo senso mora-
le fondamentale, la
ragione umana ha la
capacit di scoprire
il bene da essere fat-
to ed il male da esse-
re evitato.
Il Papa afferma
che la morale ri-
guarda tutti. Les-
sere umano agisce
moralmente soltan-
to quando pu fare
della sua azione morale una propo-
sta per tutta lumanit. In caso con-
trario, egli sta agendo in malafede.
Posso mentire? chiede uno. Se fos-
se possibile trasformare la bugia in
una legge universale, in una propo-
sta per tutta lumanit, allora sareb-
be permesso mentire. Ora, in una so-
ciet dove ci fosse come norma il do-
vere di mentire, la vita sociale non sa-
rebbe pi possibile. Di qui limpor-
tanza dellimperativo morale Kantia-
no: procedi secondo una norma che
possa essere eretta a legge universale
per lumanit. In altre parole, decide-
re moralmente decidere non a no-
me proprio, ma di tutta lumanit.
Per comprendere, con un esem-
pio pratico, limportanza della mo-
rale, basta guardare al mondo poli-
tico. Tutti avvertiamo le conseguen-
ze negative della mancanza di etica
nel campo della politica. La politica
larte di promuovere il bene comune,
la vita felice per tutti. Svincolata dal-
letica, la politica si trasforma in bas-
sa politica, che persegue i propri inte-
ressi, in cerca di privilegi. Senza etica,
la porta rimane spalancata ad ogni
sorta di corruzione. Per comprendere
ancor meglio limportanza della mo-
rale, possiamo volgere il pensiero al-
lecologia. Dallesperienza stessa, si
scoperto che la relazione delles-
sere umano con la natura, con le co-
se, non si pu basare unicamente sul-
lutilitarismo. Deve basarsi su norme
etiche universali perch luso della
natura non si trasformi in abuso, di-
struggendo cos la possibilit di vita,
soprattutto per le generazioni futu-
re. Svincolata dalletica, la stessa atti-
vit scientifica comincia ad infondere
paura nellessere umano.
Il disorientamento nel
campo della morale
Esiste oggi un grande disorienta-
mento nel campo della morale. Al-
la sua radice, si trova il relativismo. Il
Cardinal Ratzinger, oggi Papa Bene-
detto XVI, si riferito, nel discorso
dapertura del Conclave, alla dittatu-
ra del relativismo. Sembra che lunica
verit universale sia che tutto rela-
tivo. Il relativismo ha incontrato am-
pio spazio soprattutto nel campo del-
la morale. Espressione di questo re-
lativismo la cosiddetta etica proces-
suale. La nozione di bene e male mo-
rale frutto dellopinione pubblica o
di una decisione maggioritaria. Ci
che interessa non il contenuto og-
gettivo della norma, ma il processo
per il quale qualcosa diventa mora-
le. Qui il tu decidi corrisponde allopi-
nione maggioritaria.
Espressione del relativismo mo-
rale la tendenza di natura neo-po-
sitivista secondo cui, nel campo del
comportamento morale, non possi-
bile fare enunciati logici e universa-
li come accade nel campo della scien-
za. Il comportamento morale sem-
pre avvolto da emozioni ed altre va-
rianti soggettive. La morale , dun-
que, qualcosa di soggettivo.
Dopo lultima guerra mondiale, si
sviluppata la cosiddetta etica di si-
Esiste una legge morale impressa
da Dio nel cuore umano
tuazione. La situazione una som-
matoria di fattori soggettivi, socia-
li, culturali. In ogni momento, lesse-
re umano si trova in una situazione
differente. Deve decidere in accordo
con la sua situazione.
Ora, il relativismo in generale por-
ta ad una visione superficiale della
realt. Dispensa lessere umano dal
ricercare la verit. Nel campo della
morale, il relativismo un ostacolo
allimpegno serio e duraturo.
Come vede la Chiesa la morale?
La morale cristiana non un insie-
me di norme impersonali dipenden-
ti dallarbitrio di un qualche indivi-
duo. conseguenza di unontologia
dellessere umano, di unantropolo-
gia, cio di una visione delluomo. Ne
cito, a titolo desempio, tre elemen-
ti. Lessere umano , prima di tutto,
una creatura, quindi non creatore
di se stesso. Il suo essere un dono
del Creatore. Per questa stessa ragio-
ne, deve essere inteso sempre in rife-
rimento al Creatore. Non solo il suo
essere in generale, ma anche la sua
autonomia e libert devono essere
intese in riferimento al Creatore.
Un altro elemento significati-
vo: lessere umano immagine e so-
miglianza di Dio. Possiede qualco-
sa di divino. Ha una dimensione tra-
scendente. Partecipa della sapienza e
provvidenza con la quale Dio governa
il mondo. La sua ragione non solo
una facolt di conoscenza, ma anche
morale. Possiede la capacit di sco-
prire il bene da essere fatto ed il male
da essere evitato. Si tratta di una par-
tecipazione alla scienza divina.
Appartiene ugualmente allantro-
pologia cristiana lesistenza di una
natura umana. Sebbene luomo, da
un lato, non possa essere compreso
fuori della sua situazione, dallaltro
lato, egli non si riduce alla sua situa-
zione. In lui esiste un nucleo che tra-
scende tutte le situazioni, tutte le va-
riabili soggettive, sociali e culturali.
la natura umana. Essa il presuppo-
sto per parlare di dignit umana, di
diritti universali della persona uma-
na, di diritto naturale.
Loriginalit della
morale cristiana
Ricordo soltanto alcuni elementi.
La morale cristiana non una mora-
le parallela alla legge naturale, bens
assume la legge naturale alla luce del
suo seguire Ges Cristo, via, verit e
vita. Pertanto, tutto quello che appar-
tiene alla legge naturale, alla morale
basata sulla ragione umana, assun-
to dai cristiani. La fede offre soltanto
un motivo in pi per vivere in accor-
do con la legge naturale.
Nella morale cristiana, la nozione
di male morale acquista una profondi-
t molto grande, espressa dal vocabo-
lo peccato. Esso non solo aliena lesse-
re umano in relazione a se stesso e al
prossimo, ma anche in rapporto a Dio.
Si soliti ripetere, con ragione, che
la morale cristiana non solo una mo-
rale di atti, ma una morale della per-
sona. Per la morale cristiana, non ba-
sta produrre atti morali. necessario
che la stessa persona, attraverso lac-
quisizione delle virt, diventi un es-
sere morale, ossia, una persona giu-
sta, vera, onesta. Lalbero buono pro-
duce buoni frutti. Chi possiede le virt
morali pratica il bene con pi facilit e
in modo costante. Chi non possiede le
virt morali, ha difficolt a praticare il
bene. In un certo senso, pu praticare
il bene accidentalmente.
Infine, la morale cristiana la mo-
rale della grazia. La morale, in quan-
to insieme di norme pratiche, indica
il dovere. Non d la forza, tuttavia,
come ha osservato San Paolo, di ese-
guirlo. La capacit di compiere il do-
vere, di agire moralmente, proviene
dallazione dello Spirito Santo in noi,
ossia, dalla grazia.
Conclusione
Per concludere, voglio indicare an-
cora due caratteristiche della conce-
zione che la Chiesa ha della morale. In
primo luogo, la verit morale abita nel-
lintimo dellessere umano. Due cose,
ha scritto Kant, mi causano perplessi-
t: sopra di me il cielo stellato e, den-
tro di me, la legge morale. In secondo
luogo, sebbene la morale abbia diver-
se fonti, quella pi alta, il suo vero fon-
damento, Dio. Francesco Alberoni,
nel suo libro Valori, indica come fon-
te pi alta della morale la mistica, che
consiste nellesperienza dunione amo-
rosa con Dio. La mistica stata fonte
di una morale universale, morale del-
lamore e della vita. Questa stata la
morale di Ges e dei grandi mistici.
Mons. Beni dos Santos cattura lattenzione dei seminaristi nella
lezione inaugurale del Corso San Tommaso dAquino
Il pi caro dei gioielli
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Maria Teresa Guerra
46 Salvami Regina Aprile 2007
STORIA PER BAMBINI O PER ADULTI PIENI DI FEDE?
Loggetto verso cui la bambina dimostrava tanto
interesse era una preziosa collana di zaffiri azzurri,
che da anni era esposta nella vetrina della
bottega, sopra un velluto nero.
eduto dietro il bancone
della sua bottega, il vec-
chio Peter si sentiva si-
curo come un castellano
sulle mura della sua piaz-
zaforte. Decenni di investimenti, con-
ti rigorosi e molto senso del commer-
cio, avevano edificato quella specie di
piccola fortezza economica. Liscrizio-
ne impressa a lettere doro sulla spes-
sa placca di legno che sovrastava la ve-
trina del suo negozio, simbolizzava be-
ne tutto questo: Bottega di Pegni Peter
Argem.
In tutti i suoi negozi egli osserva-
va una serie di regole strette, frutto
dellesperienza acquisita a dura fati-
ca. La prima di queste, che egli con-
tinuava a ripetere per tutto il giorno,
era: Mai fidarsi di nessuno. Di que-
sta sua frase preferita, egli spesso po-
neva tre volte laccento sulla prima
parola: Ma-i, ma-i, ma-i.
Gli anziani della citt raccontava-
no che Peter era passato per situa-
zioni difficili, non solo da bambino,
ma anche da adulto, nel mondo de-
gli affari. Da allora nutriva una sfi-
ducia totale in tutta lumanit. Aveva
abbandonato completamente la reli-
gione, poich considerava una scioc-
chezza tutto quanto dicevano i preti
a proposito del perdono e della mise-
ricordia. Era lultima persona da cui
ci si sarebbe potuti aspettare un atto
di compassione e tanto meno di com-
prensione.
* * *
Ecco perch il suo sentimento di
diffidenza divenne pi intenso quan-
do, una mattina, una bambina entr
nella bottega, rimase per lungo tem-
po ferma col naso incollato ad una
vetrina, con gli occhi fissi su uno degli
oggetti l esposti e poi usc senza dire
nemmeno una parola. Si trattava del-
la vetrina dei gioielli, la pi pregiata
per il vecchio Peter. Loggetto verso
il quale la bambina aveva dimostrato
tanto interesse era una preziosa col-
lana di zaffiri blu, che da anni vi era
esposta, sopra un velluto nero.
La mattina successiva si ripet la
stessa scena. Ancora pi insospetti-
to, lastuto commerciante si chiede-
va: qualche ladro avr inviato que-
sta bambina a prendere informazio-
ni sugli oggetti preziosi che si trovano
nella bottega? Per precauzione, fece
seguire, in modo discreto, la bambi-
na da uno dei suoi commessi pi scal-
tri, quando ella se ne and. Prima di
pranzo, il ragazzo ritorn con alcune
informazioni: si trattava di unorfana
che abitava in una povera casa a vari
isolati da l, con la sorella maggiore di
circa 25 anni ed unaltra sorella mol-
to malata di meno di 5 anni. Non ave-
va, inoltre, legami con nessuna perso-
na sospetta.
Come spiegare, allora, il suo inte-
resse per la preziosa collana? Forse
non era che un semplice incanto in-
fantile. Peter torse il naso, borbott
qualcosa e, girando le spalle, ordin
al ragazzo di riprendere il suo lavoro.
Anche lui avrebbe fatto lo stesso, die-
tro al suo amato bancone.
Il giorno seguente, ecco di nuovo
la bambina... con una certa sorpresa
del vecchio Peter, ella non si diresse
verso la vetrina della collana, ma pro-
segu direttamente verso il suo ban-
cone. Peter allora pot osservarla pi
da vicino: era magra ed aveva al mas-
simo sette anni. Indossava un vestiti-
no molto povero, ma impeccabilmen-
te pulito. I suoi capelli biondi era-
no legati da un nastro tutto sfilaccia-
to, tanto era consunto, ma allo stes-
so tempo, poche volte egli aveva visto
un nastro annodato con tanta vezzo-
sit. I suoi due occhioni azzurri e lu-
minosi risaltavano sul visino pallido e
innocente.
Senza staccare lo sguardo dalla
bambina, e contravvenendo ai suoi
principi, Peter Argen si stava chie-
dendo come avesse mai potuto du-
Aprile 2007 Salvami Regina 47
bitare di una creaturina cos fragile
e candida, quando lei lo distolse dai
suoi pensieri.
- Per favore, signore, io vorrei ac-
quistare quella bella collana l.
- Cosaaa? Acquistare? E... quanti
soldi hai con te?
Come risposta, lei tolse dalla ta-
sca un vecchio fazzoletto tutto legato
e cominci a sciogliere i nodi. Lo apr
e mise il contenuto sul bancone. Era
soltanto un pugno di monete di poco
valore. Ma lei, orgogliosa, chiese:
- Questo basta, non vero? Ho
guadagnato tutto questo denaro to-
gliendo la neve dalle soglie di casa
dei miei vicini. Sa, io voglio regalare
questa collana alla mia sorella mag-
giore. Da quando il pap se n anda-
to e la mia mamma morta, lei si cu-
ra molto di me e di mia sorella e non
ha tempo per se stessa. Oggi il suo
compleanno, e sa, lei non guadagna
mai niente. Alle volte la sento pian-
gere la notte, in camera sua. Sar
molto contenta di questa collana, che
ha il colore dei suoi occhi!
* * *
La sincerit illuminava il volto
della povera bambina. Questo gesto
dinnocente gratitudine scosse tutte
le convinzioni meschine accumulate
dal vecchio Peter nella sua lunga vi-
ta egoista. Si ricord della propria in-
fanzia e delle persone che lo avevano
protetto nellaurora della sua esisten-
za. Con le labbra tremanti, and a
prendere la collana. Sotto lo sguardo
pieno di gioia della bambina, lui deli-
catamente lappoggi su un astuccio
di velluto, lo impacchett con unele-
gante carta da regalo e leg linsieme
con un bel nastro di raso azzurro. Ri-
cevette il pagamento da quelle ma-
ni piccoline e salut con una carezza
la sua singolare cliente.
Prima della fine del pomeriggio,
una giovane afflitta entr, a passi ra-
pidi, nella bottega dei pegni. Lo stes-
so stile di vestito povero e i grandi oc-
chi azzurri non lasciavano il minimo
dubbio che si trattasse della menzio-
nata sorella maggiore. Con un gesto
fermo, lei pose lastuccio di velluto sul
bancone e lo apr, facendo luccicare il
meraviglioso gioiello di zaffiri blu.
- Questa collana viene dalla sua
bottega?
- S rispose il commerciante.
Con la voce carica dangoscia, lei
chiese:
- Mi dica con sincerit, mia sorella
lha rubata da qui?
- Assolutamente no! Sua sorella
lha acquistata onestamente, questa
mattina.
- Ma come?! La poveretta non ha
che alcune monete! Anche se vendes-
simo dieci volte tutto quello che ab-
biamo, neanche lontanamente po-
tremmo comperare uno solo di que-
sti zaffiri!
Con un gesto delicato, il vecchio
Peter le restitu lastuccio, dicendo:
- Ah! Lei signorina si sbaglia... la
sua sorellina ha pagato il prezzo pi
alto che qualsiasi altra persona pos-
sa pagare.
Accentuando tre volte la parola
tutto, spieg:
- Lei ha dato tutto, tutto, tutto
quello che aveva, soltanto per veder-
vi felice.
La mattina seguente, con sorpre-
sa del parroco, il vecchio Peter si pre-
sent molto presto in chiesa. Voleva
fare una bella confessione, disposto a
riparare a tutta una vita degoismo e
insensibilit verso il prossimo.
Le sorelline orfane non soffriro-
no mai pi privazioni, poich da quel
giorno in poi, poterono contare su un
ricco e generoso protettore....
Una mattina, una bambina entr nella bottega, rimase per lungo
tempo ferma col naso incollato ad una vetrina...
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1. San Giuseppe lavoratore.
San Geremia, profeta. Ha annun-
ciato la distruzione della Citt Santa
e la deportazione del popolo ebreo.
Ha subito molte persecuzioni, per
questo considerato una prefigura-
zione di Cristo sofferente.
2. SantAtanasio, vescovo e dotto-
re della Chiesa (+373).
Santa Wiborada, vergine e mar-
tire (+926). Ancora giovane, si rin-
chiuse in una cella presso la Chiesa di
San Magno, a San Gallo in Svizzera,
dove condusse una vita di preghiera e
sacrifci. Fu martirizzata dagli invaso-
ri ungari.
3. Santi Filippo e Giacomo, apostoli.
San Teodosio, abate (+1074). Suc-
cessore di SantAntonio di Kiev nel
pi importante monastero della Rus-
sia, fu promotore della vita cenobiti-
ca in questo paese.
4. Beato Giovanni Martino Moy,
sacerdote (+1793). Missionario fran-
cese in Cina. Ritornato in Francia, fon-
d la Congregazione delle Suore della
Provvidenza. Mor esule in Germania,
durante la Rivoluzione Francese.
5. SantIlario di Arles, vescovo
(+449). Si dedic al digiuno e alla
preghiera, accolse gli orfani, soccorse
i poveri nelle loro necessit e predic
ai peccatori la misericordia di Dio.
6. V Domenica di Paqua.
Beata Maria Caterina Troiani,
vergine (+1887). Religiosa italiana
del Terzo Ordine di San Francesco,
fond in Egitto la congregazione del-
le Suore Francescane Missionarie.
7. SantAntonio di Kiev, eremi-
ta (+1073). Inizi la vita monasti-
ca in Russia, fondando a Kiev, in-
sieme a San Teodosio, il Monaste-
ro delle Grotte.
8. SantArsenio, eremita (+ sec.
IV o V). Si ritir in solitudine sul
monte Scete in Egitto, dove pratic
tutte le virt.
9. Beata Maria Teresa di Ges
(Carolina) Gerhardinger, vergine
(+1879). Fond in Germania la Con-
gregazione delle Piccole Suore Scola-
stiche di Nostra Signora.
10. Beata Beatrice dEste, vergi-
ne (+ 1226). Di nobile famiglia italia-
na, restaur un antico monastero nei
pressi di Ferrara, fondando l un ce-
nobio sotto la regola benedettina. Ri-
nunci alla carica di superiora per po-
ter meglio praticare le virt cristiane.
11. San Maiolo, abate (+994).
Quarto abate del Monastero di
Cluny. Riform e fond monasteri
benedettini in Francia e in Italia. La
sua tomba stata convertita in luogo
di pellegrinaggi.
12. Santi Nereo e Achilleo, marti-
ri (+ sec. III).
San Pancrazio, martire (+304).
Beata Imelda Lambertini, vergine
(+1333). Figlia di unimportante fa-
miglia di Bologna, entr in un mona-
stero domenicano a nove anni. Mo-
r in unestasi damore dopo aver ri-
cevuto in forma miracolosa la Prima
Comunione.
13. VI Domenica di Pasqua.
Madonna di Fatima.
San Servazio, vescovo (+384). Co-
me vescovo di Tongres in Belgio, di-
fese coraggiosamente lortodossia
della fede sulla natura di Ges, con-
tro leresia degli ariani.
14. San Mattia, Apostolo.
Beato Egidio da Vouzela, sacerdo-
te (+1265). Dopo aver studiato me-
dicina a Parigi, abbandon la sua vi-
ta mondana facendosi domenicano
in questa citt. Tornato in Portogallo,
fu nominato Provinciale dellOrdine,
funzione che esercit per molti anni.
15. San Witesindo, martire (+855).
Ucciso dai mori a Cordova in Spagna,
per essersi rifiutato di praticare pub-
blicamente il culto musulmano.
16. San Brendano, abate (+ tra il
577 e il 583). Fondatore del Monaste-
ro di Clonfert in Irlanda e zelante dif-
fusore della vita monastica.
San Mattia
Basilica del Sacre Cuore
di Ges, Montreal (Canad)
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Santa Rita di Cascia - Mestre (VE)
17.Beato Giovanni (Ivan) Ziatyk,
sacerdote e martire (+1952). Reli-
gioso redentorista ucciso nel campo
di concentramento sovietico di Ozer-
lag, in Siberia.
18. San Giovanni I, papa e marti-
re (+526).
Beata Blandina Merten, vergine
(+1918). Monaca orsolina, si offr
come vittima espiatoria quando pre-
se i voti perpetui. Colpita da una gra-
ve malattia, sopport con gioia le pi
atroci sofferenze durante gli ultimi
due anni della sua breve esistenza.
19. San Teofilo da Corte, sacerdo-
te (+1740). Grande propagatore dei
Sacri Ritiri nellOrdine Francesca-
no. Molto devoto della Passione del
Signore e della Vergine Maria.
20. Solennit dellAscensione del
Signore.
San Bernardino da Siena, sacer-
dote (+1444).
Beata Colomba da Rieti, vergine
(+1501). Di nobile famiglia italiana,
fin da piccola si distinse per una vita
di preghiera e penitenza. A dicianno-
ve anni, entr nel Terzo Ordine Do-
menicano e fond a Perugia un mo-
nastero per la formazione di bambi-
ne nobili.
21. San Cristoforo Magallanes, sa-
cerdote, e compagni, martiri messica-
ni (+1927).
San Hemming di Abo, vescovo
(+1366). Instaur la disciplina nel-
la Chiesa finlandese, favor gli studi
clericali, abbell il culto divino e pro-
mosse la pace tra i popoli.
22. Santa Rita da Cascia, religio-
sa (+1447).
Beata Umilt da Faenza (+1310).
A 24 anni, lei e il marito decisero di
abbandonare il mondo per abbrac-
ciare la vita religiosa. Attratte dal suo
esempio, molte giovani la raggiunse-
ro nel Monastero di Santa Maria No-
vella, del quale lei divenne badessa.
23. San Desiderio
di Langres, vescovo
(+355). Ucciso du-
rante linvasione dei
Vandali mentre cer-
cava di proteggere il
suo gregge.
24. Beato Giovan-
ni di Prado, sacerdo-
te e martire (+1631).
Religioso francesca-
no spagnolo, brucia-
to vivo in Marocco
per ordine del sulta-
no musulmano Mu-
lay al-Walid.
25. San Beda, il
Venerabile, sacer-
dote e dottore della
Chiesa (+735).
San Gregorio VII,
papa (+1085).
Santa Ma-
ria Maddalena de Pazzi, vergine
(+1607).
San Gennadio di Astorga, vescovo
(+925). Dopo aver diretto per 35 an-
ni la diocesi di Astorga, rinunci al-
lepiscopato per ritornare alla vita
monacale.
26. San Filippo Neri, sacerdote
(+1595).
Beato Andrea Franchi, vescovo
(+1401). Priore di numerosi conven-
ti domenicani, fu eletto vescovo di Pi-
stoia governando con zelo e santit la
sua diocesi.
27. Solennit di Pentecoste.
SantAgostino di Canterbury, ve-
scovo (+604).
San Bruno di Wrzburg, vesco-
vo (+1045). Restaur la cattedrale di
Wrzburg, costru molte chiese, rifor-
m il clero ed insegn le Sacre Scrit-
ture al popolo.
28. Beato Ladislao Demski, marti-
re (+1940). Ucciso nel campo di con-
centramento di Sachsenhausen, Ger-
mania, dopo aver sofferto indicibili
tormenti.
29. Beato Giuseppe Gerard, sa-
cerdote (+1914). Missionario fran-
cese degli Oblati di Maria Imma-
colata, predic il Vangelo per pi
di 50 anni nel Bastoland, in Afri-
ca del Sud.
30. San Mattia Kalemba, martire
(+1886). Soprannominato Mulum-
ba cio Forte. A Kampala in Ugan-
da, abbandon il culto musulmano,
si fece battezzare, rinunci alla cari-
ca di giudice e si dedic a diffondere
la dottrina cattolica. Proprio per que-
sto venne torturato e ucciso per ordi-
ne del re Mwanga.
31. Visitazione della Madonna.
Beati Roberto Thorpe, sacerdo-
te, e Tommaso Watkinson, martiri
(+1591). Furono decapitati duran-
te il regno di Elisabetta I dInghilter-
ra, il primo per essere prete cattolico
e il secondo per aver frequentemente
prestato aiuto ai preti.
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Bandiere di
dolore e di
gloria
Carlo Toniolo
50 Salvami Regina Aprile 2007
Per chi vive e spera sotto lo stendardo di
Ges Cristo, non c sofferenza, non c
sconfitta, non c dolore n morte che non
sfoci, alla fine, in vittoria..
uperando valli e monti, le
legioni romane hanno di-
latato le frontiere di quel-
lo che stato il pi poten-
te impero dellAntichi-
t. Sopra le interminabili schiere di sol-
dati, drappeggiavano i labari rossi e le
aquile, simboli dellinvincibile Impero.
Non sono stati gli eserciti della
Citt Eterna i primi ad alzare sten-
dardi e bandiere per simboleggia-
re la loro nazione e orientare i pro-
pri combattenti. In precedenza, al-
tri popoli antichi, come gli egiziani
e i babilonesi gi ne facevano uso.
Senza dubbio, tuttavia, la forza del-
la cultura latina e la lunga durata
dellImpero Romano hanno fatto
in modo che il loro utilizzo segnas-
se per sempre le abitudini degli uo-
mini. E da allora, non si pi senti-
to parlare di un esercito o un paese
che non ostenti con fierezza una vi-
stosa bandiera al di sopra dei propri
uomini ed edifici.
Bandiere di tutti i formati, colori e
grandezze sono sfilate lungo la Storia.
Alcune famose, altre quasi inavverti-
te. Alcune rilucenti e vittoriose, altre
coperte dalla vergogna dellinsucces-
so. Un brillante scrittore francese ha
tracciato il tragico destino di queste
ultime: come uccelli dalle ali spezza-
te, incapaci di volare, esse pendevano
avvilite dalle loro aste, mai pi sareb-
bero ondeggiate al vento
* * *
Due bandiere, tuttavia, sono im-
presse per sempre nella memoria e
nei cuori dei cristiani. Simboli di de-
stini diametralmente opposti, una se-
gnata dal dolore della sconfitta, lal-
tra, dallo splendore della vittoria.
La prima si associata in mo-
do terribile alla pi misteriosa del-
le sconfitte: quella dello stesso Uo-
mo-Dio. Speranza di un popolo che
Lo ha desiderato per millenni, ve-
nerato come il maggiore dei profeti,
ammirato come un re da incorona-
re, temuto dalle pi alte autorit ci-
vili e religiose del tempo, Ges Cri-
sto ha sorpreso tutti con la sua mor-
te sulla Croce.
Bandiera dei veterani della
Guardia Svizzera Pontificia
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Tutte le speranze sembravano es-
sere state sepolte con Lui, sotto la
fredda lastra del sepolcro. A coprire
il suo corpo irrigidito cera un triste
lenzuolo funebre. Quel pezzo di pan-
no diventato la bandiera del supre-
mo insuccesso. Essa non mai stata
issata, non mai fluttuata su unasta
n ha sentito il vento della gloria
sventolare le sue pieghe. Durante i
tre giorni di cui ci parlano le Scrittu-
re, quella bandiera di dolore stata
lunica compagnia del Messia morto.
Ma sappiamo bene che la suppo-
sta sconfitta di Ges stata effime-
ra, e proprio in questo modo ha com-
piuto i disegni divini. Alle prime ore
del terzo giorno, Egli gloriosamente
resuscitato. Entrava in scena la se-
conda bandiera. Questo avvenimento
magnifico stato consacrato dallico-
nografia cristiana, che ha cominciato
a rappresentare il Cristo Resuscitato
mentre stringe nella sua mano destra
uno stendardo di gloria, simbolo del-
la sua vittoria sulla morte.
La morte, signora dei campi di bat-
taglia, giaceva prostrata dal potere di
Ges Cristo. Vincitore anche del de-
monio, il Salvatore apriva agli uomi-
ni le porte del Cielo. Poteva esserci un
trionfo maggiore?
Lo stesso Signore ha portato le due
bandiere opposte, per tutto il tempo
che ha vissuto in questa terra di esilio.
Le sue spalle hanno sostenuto, in mo-
menti diversi, la maggior sconfitta e la
maggiore vittoria che mai si sono avu-
te nella Storia.
E ci ha lasciato, a testimonian-
za dentrambe, i simboli della Bandie-
ra del Dolore e della Bandiera del-
la Gloria, le quali ci danno questinse-
gnamento: per chi vive e spera sotto lo
stendardo di Ges Cristo, non c sof-
ferenza, non c sconfitta, non c dolo-
re n morte che non sfoci, alla fine, in
vittoria per la Santa Chiesa da Lui fon-
data. Battezzati, carichiamo durante la
nostra vita il peso delle nostre rispettive
croci. Morendo, dobbiamo partecipare
al Suo trionfo sulla morte e porteremo
la vittoriosa Bandiera della Gloria.
Resurrezione di Cristo
Pinacoteca Vaticana
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Statua pellegrina del Cuore Immacolato di
Maria, appartenente agli Araldi del Vangelo
aria, Madre del s,
Tu hai ascoltato Ges,
conosci il timbro della sua voce
e il battito del suo cuore.
Stella del mattino, parlaci di Lui
e raccontaci il tuo cammino
per seguirlo sulla via della fede.
Maria, che a Nazareth
hai abitato con Ges,
imprimi nella nostra vita
i tuoi sentimenti,
la tua docilit,
il tuo silenzio che ascolta
e fa fiorire la Parola
in scelte di vera libert.
Maria, parlaci di Ges,
perch la freschezza della nostra fede
brilli nei nostri occhi
e scaldi il cuore
di chi ci incontra,
come Tu hai fatto visitando Elisabetta
che nella sua vecchiaia ha gioito con te
per il dono della vita.
Maria, Vergine del Magnificat,
aiutaci a portare la gioia nel mondo
e, come a Cana,
spingi ogni giovane,
impegnato nel servizio ai fratelli,
a fare solo quello che Ges dir.
Maria, Porta del Cielo,
aiutaci a levare in alto lo sguardo.
Vogliamo vedere Ges. Parlare con
Lui.
Annunciare a tutti il Suo amore.
(Brani del l orazi one di Benedetto XVI -
Udi enza General e del 14/ 2/ 2007)
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