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Progetto
Web Master
di Roberto Mazzoni
Obiettivo: diventare
esperto nella creazione e
cura di siti Web di alto
livello qualitativo.
Benefici: avere le
competenze per produrre
una presenza su Internet
da protagonisti per s e
per altri, unabilit da
sfruttare sia per aiutare gli
amici sia per conquistare
nuove prospettive di lavoro
Approfondimenti sui
migliori editor HTML
freeware nella sezione
OPEN Action a p.156
Sul CD GUIDA le versioni
complete degli articoli.
In pi sul CD i programmi
(gratuiti e demo) che
abbiamo citato.
Che cosa fa
Le competenze centrali di un
Webmaster sono: progettare la
struttura di un sito partendo dai
contenuti che si vogliono pubblicare e dal percorso di navigazione che meglio si adatta alla situazione, produrre una struttura di pagina HTML che sia leggera, compatibile con i diversi
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1a lezione
Lultima trincea
Il Webmaster rappresenta
lultimo passaggio di controllo
prima che il sito vada in linea
ed in pole position ogni volta che si presenta un problema.
Di conseguenza deve essere in
grado dindividuare, correggere o far correggere rapidamente qualsiasi errore compiuto
durante le precedenti fasi di
produzione da programmatori, grafici e sistemisti, le persone, cio, che gestiscono fisicamente la macchina su cui risiede il sito.
Per tale motivo deve disporre di una certa familiarit con i
principali formati grafici del
Web e con i linguaggi di programmazione usati nello sviluppo di siti dinamici.
anche opportuno che abbia conoscenze elementari di
sicurezza per poter evitare attacchi dallesterno che potrebbero compromettere limmagine del sito.
importante infine che coltivi ottimi rapporti con altri
Webmaster, per potersi avvalere dellassistenza di colleghi su
problemi comuni e deve avere
una buona sintonia con il provider che gestisce fisicamente
il sito, oppure dove sapere mettere le mani sul server in prima
persona.
Dalla nostra
community,
una storia
di successo
il nostro lettore Giuseppe Lachello
ha creato il sito Mio Piemonte, che
si sta rivelando unottima vetrina
di presentazione
GLOSSARIO
CONTENT MANAGER
il responsabile dei contenuti
pubblicati sul sito (testo e grafica) e
da lui vengono le indicazioni operative
per il Webmaster e il Web designer.
In mancanza di questa figura, il ruolo
viene spesso svolto dal Webmaster
medesimo.
LINGUAGGI DI DEFINIZIONE
DELLA PAGINA
questi linguaggi indicano al browser
come visualizzare il contenuto di una
pagina Web.
I pi importanti e utilizzati sono
lHTML (HyperText Markup Language),
il DHTML (Dynamic HTML) e i CSS
(Cascading Style Sheets fogli di
stile in cascata).
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LINGUAGGI DI SCRIPTING
eseguono operazioni programmate
allinterno del browser o del server
Web nel momento in cui vengono
richieste le pagine. I pi comuni sono
JavaScript (che funziona sia sul client
sia sul server) e CGI (Common
Gateway Interface) che viene
programmata attraverso lo speciale
linguaggio Perl (Practical extraction
and reporting language) nato per
lelaborazione di testi oppure
mediante Java, C o Visual Basic.
Nei siti pi moderni troviamo anche
ASP (Active Server Pages) di
Microsoft programmabile in VBScript
(il pi usato), Javascript e Perlscript PHP open source e molto diffuso nel
mondo Linux - CFML (Coldfusion
permettono linterrogazione
attraverso pagine interattive,
anchesse generate in automatico.
Passa il proprio lavoro al Webmaster
che lo completa se necessario e lo
mette in linea.
WEBMASTER
il responsabile globale di un sito, le
sue competenze abbracciano la
progettazione iniziale, la realizzazione
e la gestione, con particolare
attenzione allaggiornamento dei
contenuti. Deve sapere fare un po di
tutto e mostra i suoi punti di forza
particolari nella conoscenza degli
strumenti e dei linguaggi per produrre
pagine capaci di essere viste
velocemente su qualsiasi browser.
1a lezione
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ri elementi grafici che compongono la pagina seguendo i dettami del progetto grafico e i vincoli della tecnologia
Solitamente, loperatore grafico lavora con programmi di fotoritocco per creare immagini e
bottoni, e per ottimizzare immagini fornite da altri.
Nelle situazioni di budget ridotto, il Web designer svolge
anche funzioni di operatore grafico, vale a dire implementa e
continua nel tempo il progetto
grafico che lui stesso ha ideato,
mentre il Webmaster assume su
di s il ruolo di coder. raro che
un Webmaster operi anche da
Web designer e viceversa. I due
mestieri hanno matrici ben distinte. Il primo ha origini artistiche o grafiche, mentre il secondo prevalentemente tecniche.
La figura successiva con cui i
due entrano in contatto quasi
immediatamente il Web developer, esperto nella progetta-
I componenti di un sito
WEB MASTER
WEB EDITOR
ARCHITETTO INFORMATIVO
Struttura
Testo
CONTENT MANAGER
CONTENT EDITOR
PUBLISHING SYSTEM
Regole di pubblicazione
Coo
C
mpp
m
Coodd
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D
WEBRATOR KETIN
R
OPE MA
1a lezione
Nuove prospettive
per il Webmaster
come Content Publisher
Qui vale la pena di aprire una
piccola parentesi. Nei siti di medio-grandi dimensioni, la scelta
del Content Management System
viene per prima e influenza tutte le altre attivit in cascata, visto che il sistema richieder
limpiego di precisi linguaggi di
programmazione e porr vincoli importanti nella struttura grafica della pagina e nella codifica
HTML. La scelta del sistema di
publishing non viene quasi mai
eseguita dal Content Manager,
ma spesso stata demandata a
personale tecnico che opera
sulla base dei requisiti funzionali espressi dal Content Manager e sui vincoli imposti dal
budget e dalla piattaforma su
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1a lezione
Esperienza
Editor testuali,
visuali e ambienti
grafici integrati:
cosa sono, come
funzionano e come
scegliere la
soluzione pi
adatta a voi
Ambienti
grafici
integrati
Editor
HTML
testuali
colare portale che li ospita, imponendo quasi sempre la visualizzazione dei banner pubblicitari di questultimo.
Editor visuali
commerciali
Editor visuali
semplificati
Capacit di spesa
Gli editor HTML testuali sono una necessit imprescindibile sia per chi comincia, cos da poter disporre di
una palestra in cui imparare, sia per chi gi esperto, per non perdere controllo sulle pagine. Offrono
tuttavia una produttivit bassa, a meno di essere virtuosi della tastiera.
Gli editor visuali (FrontPage, Web Editor e cos via) sono una naturale evoluzione per chi vuole guadagnare
velocit, soprattutto nella stesura iniziale del sito.
Gli ambienti grafici integrati (Macromedia Dreamweaver, Adobe GoLive) offrono alta produttivit e controllo
sullintero sito a chi ha gi esperienza e una discreta capacit di spesa
e i tag (marcatori) HTML rispetto al testo che costituisce
il contenuto informativo della
pagina (rappresentato solitamente in nero). Di solito prevedono finestre guidate per linserimento dei pi comuni tag
HTML (marcatori di formattazione), di script gi pronti e di
moduli (form), frame (finestre
multiple nella pagina) e tabelle.
Tra le funzioni tipiche abbiamo
anche lanteprima allinterno
di uno o pi browser, per verificare laspetto finale della pagina, il controllo dei link interni
ed esterni, la riduzione automatica delle ridondanze e il trasferimento verso server remo-
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Tipo
editor HTML testuale
editor HTML testuale
editor HTML testuale
ambiente grafico integrato
editor HTML testuale
editor HTML testuale
editor visuale
editor visuale
Distribuzione
freeware
freeware
freeware
demo
freeware
freeware
freeware
freeware
Reperibiit
nel CD
nel CD
sul Web
nel CD
nel CD
nel CD
nel CD
nel CD
Lingua
inglese
inglese
inglese consigliato
italiano consigliato
inglese
inglese
inglese
inglese
1a lezione
Gli strumenti di lavoro presentati nei prossimi numeri
Programma
Adobe GoLive 6.0
CoffeeCup HTML Editor 9.6
HomePage +
Hot Metal Pro 6.0
Microsoft FrontPage 2002
Namo Web Editor 5
TopStyle Pro 3
Tipo
ambiente grafico integrato
editor HTML testuale
editor HTML testuale
editor HTML testuale
editor visuale
editor visuale
editor HTML testuale
Segnaliamo in chiusura di
questa categoria Easy Web Editor, un programma in italiano
che consente di creare pagine
Web semplicemente disegnandole al video, senza scrivere
nemmeno una riga di HTML
(www.visualvision.it). Molto indicato per chi vuole produrre
un sito personale senza dover
studiare, non consigliato invece ai Webmaster, visto che il
sito viene costruito in formato
proprietario e, solo alla fine,
esportato in formato HTML,
perci non possibile esercitare un controllo dettagliato su
quel che succede.
grammi complementari.
Macromedia MX, la versione pi recente del prodotto,
costituisce oggi la fusione di
ben quattro programmi diversi
e permette di spaziare dalla
produzione di siti statici alla
programmazione avanzata, integrandosi con Fireworks MX
e Flash MX per le componenti
creative, e con Cold Fusion MX
per la componente programmatica sul server.
Adobe GoLive 6.0 dialoga invece con PhotoShop 7.0 e ImageReady (per lottimizzazione
delle immagini per il Web), con
InDesign per lintegrazione tra
editoria sul Web ed editoria
cartacea, con Premiere per la
gestione del video.
Bench saranno ben pochi i
Webmaster che si troveranno a
utilizzare tutti questi strumenti
e saranno ancora meno quelli
che li utilizzeranno per partire,
importante capire che tanto
Dreamweaver quanto GoLive
costituiscono punti di arrivo
irrinunciabili per lo sviluppo e
la manutenzione di siti come
professione. Dreamweaver il
pi diffuso e il pi tecnico.
Sindirizza al Webmaster e al
Web designer che abbiano anche vocazioni di programmatore. GoLive invece un prodotto
di natura pi editoriale, destinato a chi debba gestire gli
stessi contenuti sul Web e sulla
carta e abbia uno spiccato
background creativo.
Entrambi costano cari, ma si
ripagano ampiamente nelluso
intensivo. Mettete in conto un
sensibile sforzo di apprendimento per entrambi, visto che
sono ormai diventati giganteschi e ricchissimi di funzioni.
A loro beneficio, indichiamo
che funzionano su piattaforme
diverse (Windows, Mac) e integrano spesso anche ottimi
strumenti tutorial per imparare
cammin facendo.
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1a lezione
INDISPENSABIL
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1a lezione
La progettazione
Esistono tanti modi per progettare un sito quanti sono i
progettisti, ma lesperienza degli ultimi anni dimostra che la
sequenza ricorrente e forse ottimale segue queste fasi: raccolta delle informazioni sugli
scopi del sito ed eventuale analisi della concorrenza, costruzione di una mappa del concettuale sito (disegno schematico),
assemblaggio e sistematizzazione dei contenuti, definizione di
un sistema di navigazione, definizione della struttura di pagine
e interfaccia, assemblaggio del
tutto in una sequenza che racconti il sito (storyboard), prototipo di sito navigabile che mostri dal vivo lo storyboard, progetto grafico e multimediale,
progetto dinamico che definisca il tipo dinterazione che il sito avr con lutente e che stabilisca quali elementi di programmazione sar necessario aggiungere, incluso leventuale
collegamento a un database
che contenga i dati da visualizzare nelle pagine dinamiche.
La realizzazione
Terminate queste fasi progettuali, si passa alla produzione
vera e propria, realizzando i
Il test
La fase successiva naturalmente quella di test. raro che
ci sia abbastanza tempo per
condurla come si deve, ma comunque necessaria per mettere
alla prova il sistema di navigazione e il sito in generale. Quando si riesce a coinvolgere nel test utenti estranei alle fasi di progettazione, si riesce a mettere in
evidenza i classici errori che finirebbero per mandare in tilt il
Il lancio
Consiste di solito in unattivit frenetica per correggere allultimo minuto i difetti riscontrati durante la fase di test e per
caricare i contenuti finali prima
della partenza ufficiale, di solito
accompagnata da una qualche
attivit di pubblicit.
Il mantenimento
Segue, infine, la fase di mantenimento dove si correggono
gli errori della fase di lancio e si
attivano le procedure per consentire ai gestori del sito di aggiornarlo gradualmente e per
mantenerlo stabile al crescere
del numero dei navigatori. Questa la fase pi delicata e pesa
fortemente sulle spalle del Webmaster a cui viene richiesta
grande esperienza nel riconoscere e prevenire eventuali problemi. Qualsiasi intervento deve essere efficace e rapido, poich raro poter fermare il sito
per lunghi periodi una volta che
lo si avviato. necessaria una
profonda conoscenza della piattaforma su cui il sito basato
poich il comportamento dei
server cambia drasticamente al
variare del carico di lavoro. Elementi chiave in tal senso sono il
tipo di server impiegato e il database scelto per leventuale attivit dinamica.
Fa parte dellattivit di mantenimento anche ladozione di misure di
prosegue
sicurezza.
(versione integrale
dellarticolo sul CD)
sul CD
n. 65
Fasi di progettazione
Risultato finale
Concept del sito (sintesi delle varie idee in una singola intenzione)
Misura delle funzioni/servizi minimi che il sito deve offrire
Struttura concettuale del sito
Catalogazione e priorit delle informazioni
Percorsi chiari per arrivare all'informazione, alberazione sito
Posizione stabile per gli elementi di navigazione in rapporto al contenuto
Storyboard (descrizione, pagina per pagina, del contenuto statico e dinamico)
Un sito embrionale navigabile che mostri lo storyboard in azione (facoltativo,
ma consigliato)
Intercaccia grafica che perfeziona la presentazione e navigazione del sito
Definizione elementi di programma, collegamento eventuale
a database, scelta di Publishing System
Template HTML, elementi di programma lato server e client,
formattazione contenuti
Sito esaminato da utenti "veri"
Sito attivo e pubblicizzato grazie alle attivit di marketing
Sito che cresce nei contenuti e nel traffico
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Le risorse
on line
La formazione di un
Webmaster non finisce mai.
Le tecnologie continuano a
evolvere e ci sono
innumerevoli problemi da
risolvere nel lavoro di tutti i
giorni. Ecco alcune risorse
che consigliamo a tutti,
indipendentemente dal loro
livello di competenza. Vi
serviranno per approfondire
durante il corso e oltre:
http://hotwired.lycos.com/
webmonkey/ (uno dei due
siti americani pi famosi per
i Webmaster e i Web
developer. Ricco di tutorial,
consigli, moduli gi pronti).
http://builder.com.com/
(laltro sito americano di
riferimento per i Webmaster
e i Web developer, orientato
a i pi esperti).
http://www.html.it/ (il sito
italiano storico per chi
sviluppa siti e vuole
imparare a fare le cose da
solo. Adesso fornisce anche
corsi a pagamento).
http://www.antiloco.com/
(in italiano, una sorta di
directory di risorse
soprattutto per i Web
developer, ma utile anche ai
Webmaster).
http://www.fare-web.it/
(un riferimento in italiano
ricco di spunti tecnici, ma
anche di attualit)
http://www.fucinaweb.com/
home/ (in italiano, realizzato
da un giovane sviluppatore
che fornisce non solo
consigli di sviluppo, ma
anche indicazioni su temi pi
generali come linterfaccia e
lusabilit).
http://www.manuali.net/
(sito dedicato agli autodidatti
e alla formazione a distanza
su diversi temi, tra cui anche
lo sviluppo Web).
http://www.scriptando.it/
(sito ricco di consigli e di
tutorial realizzato per
passione da un giovanissimo
Webmaster autodidatta).
http://www.webmasterpoint.
org/home.asp (un sito
italiano di consigli e tutorial
per le cose pi semplici).
1a lezione
delle pagine. In sostanza, tramite Dreamweaver MX e HomeSite+ aprite le porte a qualsiasi tipo di sviluppo presente
e futuro, con la possibilit di
allargare le vostre conoscenze
sfruttando un ambiente con
interfaccia uniforme e con tutorial di buon livello, integrati.
Come si presenta
Il destinatario principale di
un prodotto come Dreamweaver MX rimane il creatore di siti, Webmaster o Web developer, che ha bisogno di uno
strumento veloce con accesso
immediato al codice e al tempo capace di semplificare le
operazioni mediante automatismi che propaghino qualsiasi
variante allintero sito. Il programma si basa su tre elementi dinterfaccia: la finestra di lavoro vera e propria, divisa in
due viste, i menu e i pannelli
degli strumenti, e la finestra di
controllo dellintero sito. Partiamo dalle prime: le due viste
di lavoro principali sono: Codice e Struttura.
Le si pu visualizzare alternatamene oppure contemporaneamente cos da vedere allistante come le variazioni
delluna si propagano nellaltra.
La vista Codice elenca tutti i
marcatori e ne consente lediting diretto come in qualsiasi
altro editor non visuale, la seconda invece mostra il risultato che tali marcatori produrranno sulla pagina finita, indi-
la demo
sul CD
n. 65
cando anche la struttura dei
vari elementi e le reciproche
relazioni.
Ne permette la manipolazione diretta, tramite mouse e
comandi da tastiera. possibile disegnare o costruire visivamente elementi nella vista
Struttura e osservare al tempo
stesso il codice generato automaticamente nella vista Codice, o viceversa. Alternandosi
tra le due, si acquista una conoscenza molto pi profonda
del linguaggio HTML e delle
sue particolarit, e si arriva
anche a produrre sempre pi
velocemente risultati di qualit.
Molte delle risorse offerte
dal programma sono proprio
mirate a garantire la qualit
del codice finale e notiamo
una potenzialit didattica notevole: qualsiasi elemento
HTML pu essere inserito da
pulsante o da men, le rispettive caratteristiche sono quindi ispezionabili nella vista Codice, che mostra il tag con tutti i rispettivi attributi, oltre
che allinterno di una finestra
di propriet che costantemente visibile e mediante la
quale sinterviene sulle propriet senza toccare il codice
originale. Inoltre le funzioni di
convalida segnalano la presenza di eventuali errori nella
pagina o nel sito e ci portano
direttamente al punto interessato, cos da correggerlo e imparare dai nostri errori. Il programma integra anche una nu-
Figura 1: La vista Codice di Dreamweaver mostra i marcatori HTML (o di qualsiasi altro linguaggio di scripting) e i relativi parametri ben distinti dal resto del testo mediante colori
chiaramente identificabili. Il programma aggiunge anche rientri differenziati per le varie righe al fine di riprodurre visivamente le varie nidificazioni. Nella barra in alto troviamo icone
suddivise in diversi pannelli per inserire direttamente ciascuno dei marcatori principali. Le icone sono suddivise per tema e ogni tema raggruppato allinterno di una barra a cui
corrisponde unetichetta di tabulazione. In aggiunta, tutti gli elementi possono essere inseriti direttamente da menu. Figura 2: La vista Struttura mostra una specie di anteprima
attiva della pagina su cui possibile intervenire direttamente, mediante mouse e comandi da bottone/menu, modificando gli elementi in modo visivo. I bordi grigi mostrano la
struttura delle tabelle che mantengono ogni elemento in posizione. Figura 3: Prerogativa unica di Dreamweaver la disponibilit di due viste affiancate e di vedere i cambiamenti
eseguiti nelluna riproporsi immediatamente nellaltra
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1a lezione
trita serie di esercitazioni in
italiano che coprono HTML,
fogli di stile, pagine dinamiche e altro ancora, con esempi
da eseguire di prima mano.
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sul CD 65
Identikit
Dreamweaver MX il pi diffuso tra i
Web editor professionali.
Costituisce levoluzione del precedente
Dreamweaver 4 e raccoglie al proprio
interno anche le funzioni di UltraDev,
HomeSite e ColdFusion Studio. Nasce
per rendere efficiente il lavoro
congiunto di diverse figure
professionali: il Webmaster, il Web
designer e il Web developer, offrendo a
ciascuna una serie di strumenti
completi. un prodotto complesso che
richiede un certo impegno per poterlo
conoscere e sfruttare a fondo, di
contro offre una quantit notevole di
strumenti per rendere pi rapida la
gestione di un intero sito e pi precisa
la produzione di pagine statiche e
dinamiche (con elementi di programma
al loro interno). Costituisce anche
uneccellente base formativa, con
numerose informazioni tutoriali,
strumenti di verifica e costruzione
automatica del codice. Unica nel suo
genere la possibilit di avere due viste
contemporanee della stessa pagina:
una con il codice e una con la struttura
grafica della stessa. possibile agire
su una qualsiasi delle due,
osservando immediatamente i
cambiamenti riportati nellaltra.
Punti a favore:
- Incorpora le funzioni di quattro
programmi prima separati
- Ottima palestra formativa
- Offre una vista contemporanea sul
codice generato e sulla disposizione
degli elementi sulla pagina
- Consente di unire efficacemente il
lavoro di creativit e di produzione
tecnica
- disponibile su diversi sistemi
operativi, compreso Macintosh
- Supporta la gran parte dei linguaggi
di programmazione
- Offre ricchi strumenti per la gestione
di un intero sito
- compatibile con gli standard pi recenti
- Si espande gratuitamente attraverso
moduli opzionali
Punti a sfavore:
- Complesso da imparare
- Richiede un computer abbastanza
potente
- Manca un pieno supporto per il
linguaggio Perl
- Il codice generato con gli strumenti
grafici richiede occasionalmente
verifica manuale
Scheda tecnica
Sito produttore: www.macromedia.com
Costo licenza: 589,50 euro, 146,20
per lupgrade da una versione
precedente.
Macromedia Studio MX, che include
anche Flash MX, Fireworks MX e
FreeHand 10 costa 1150,80 euro,
574,80 per la versione upgrade.
Requisiti: Windows 98SE, ME, NT4,
2000, XP - Power Macintosh 9.2
oppure OS X 10.1.
2a lezione
A scuola con PC Open
Progetto
Web Master
di Roberto Mazzoni
Competenze e strumenti
(disponibile integralmente
sul CD)
il corso
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Lezione 2:
Le prossime puntate:
Lezione 3:
Modelli di pagine e tabelle
Lezione 4:
HTML 4.01 e CSS
Lezione 5:
Design e multimedialit
Lezione 6:
Siti interattivi
Lezione 7:
Interazione sul server
Lezione 8:
Promuovere il sito
2a lezione
tante sapere come predisporlo
fin dall'inizio alla sua evoluzione dinamica. Un codice HTML
scritto in maniera scorretta
pu costringervi a riscrivere
per intero tutte le pagine al momento del passaggio alla modalit dinamica. In questo articolo e nei seguenti cercheremo
quindi di esaminare l'approccio corretto fin dal principio.
Definire la struttura
Il primo passo consiste nel
definire una struttura ordinata
per catalogare le informazioni
da pubblicare (vedi Organizzazione delle informazioni
nella lezione 1). Dopo di che si
traccia una mappa del sito, che
imposti l'organizzazione delle
informazioni in generale (vedi
Costruzione della mappa nella
lezione 1) e si arriva infine ai
percorsi di navigazione (vedi
Sistemi di navigazione nella
lezione 1). Da queste tre attivit ricaveremo il sistema di directory che conterr i vari file.
Nella pratica, infatti, un sito
statico consiste semplicemente di una serie di file distribuiti
in varie directory.
Un sito molto semplice potrebbe avere tutti gli elementi
in una sola cartella, ma se prevediamo un minimo di espansione, sar opportuno avere
cartelle separate con pi livelli
in cascata per tenere ordine
nei contenuti. In effetti, seguendo la mappa tracciata prima, dovremmo avere anche i
nomi e la posizione delle directory, cos da replicare fisicamente sul disco, almeno a grandi linee, i percorsi di navigazione previsti per il sito.
La scelta dei nomi delle cartelle e dei file importante perch ci deve aiutare a ricordare
che cosa ciascuno contiene
senza doverlo aprire tutte le
volte. Scegliete quindi nomi
mnemonici ed esplicativi che
ricalchino le etichette che avete adottato per il vostro sistema di navigazione (vedi sempre Tecniche di progettazione
nella lezione 1).
Il nome delle directory e dei
file costituisce anche un ausilio
al navigatore che li vedr comparire nella finestra del suo
browser subito dopo il nome
del dominio a cui il sito abbinato. Una regola importante
nella scelta dei nomi di file e directory evitare caratteri speciali che possano essere incompatibili con il sistema operativo del server.
Poich quest'ultimo pu variare, ci conviene adottare un
approccio che renda i nostri file compatibili con Windows,
Windows NT/2000 e con
Unix/Linux. facile, basta mantenere i nomi brevi ed evitare
l'uso di spazi bianchi (sostituiteli con un tratto di sottolineatura o con un trattino).
Evitiamo anche l'uso di qualsiasi vocale accentata (sia
maiuscola sia minuscola) e dei
seguenti caratteri speciali: < , ;
: > " ' * / \ & ! % ? = # () [] + il
punto fermo ammesso, ma
pu provocare confusione in
Windows perci usatelo solo
come separatore tra il nome e
il suffisso obbligatorio e non
aggiungete mai pi di un suffisso in cascata. Conviene evitare
anche l'uso del segno del dollaro ($) e di qualsiasi caratte-
Ho trovato lavoro
grazie a PC Open
Ci incontriamo allo Smau:
sempre una sensazione strana
vedere finalmente qualcuno con
cui si intrecciata una relazione
via Internet. Nei mesi cerchi di
immaginarlo e poi eccolo l
davanti a te, in carne e ossa.
Ed ecco Beatrice Demont, la
BeaBea della community di Pc
Open, ventinove anni, solida e
determinata, una ragazza che
alla tastiera del pianoforte ha
preferito quella del computer.
Infatti spiega:Nasco come
maestra di pianoforte,
diplomata al Conservatorio di
Genova, la mia citt. Ma dopo
un po di tempo (e di tentativi),
mi rendo conto che in ambito
musicale non ci sarebbero state
speranze, quindi decido di
iscrivermi alluniversit, alla
Facolt di Lingue. Prosegue gli
studi con successo fino al
giorno fatidico in cui si incaglia
in un computer. Mi hanno
chiesto di fare una ricerca su
Internet: immediata la mia
risposta - cos?-. Mi piazzano
davanti a un PC nel laboratorio
di facolt e mi dicono come si
accende. Fine. Intorno a me
matricole chattano, scambiano
e-mail con tutto il mondo,
scorazzano sulla Rete: invidia,
quindi ferocia...decido che devo
imparare. Parte dal computer,
lo acquista, prende una sola:
un chiodo, il commerciante mi
aveva fregato. E ora che ci
faccio?. Un suo amico le
consiglia di acquistare PC
Open.Da quel
momento ho
iniziato a
studiare sulla rivista.
Contemporaneamente
preparavo lesame di
informatica con il professor
Parodi, che richiedeva come
esercitazione la costruzione di
un sito Web. Partivo da zero, ma
con costanza, prima imparando
a utilizzare bene Office poi
programmi come Arachnophilia,
e Front Page, nel giro di sei
mesi ho preparato lesame,
creato il sito e preso 30 con
tanto di stretta di mano del
professore e offerta di lavoro in
facolt appena se ne sarebbe
verificata lopportunit. Che si
concretizzata proprio in questo
mese: attualmente Beatrice fa
una sostituzione come
assistente e-learning al Centro
Linguistico Multimediale di
Interfacolt (Climi) e al Centro di
Teledidattica dellUniversit di
Genova. Il suo sogno? Rimanere
in facolt e aprire un centro
studi ricerche volto allo scambio
di informazioni letterarie e
critiche tra Italia e Francia.
Fondamentali per questo, le sue
competenze informatiche e
ovviamente linguistiche. E, come
ci si poteva aspettare da lei, non
ha certo perso tempo: visto che
Genova nel 2004 sar Citt
della Cultura, ha gi inviato il
progetto alla Provincia. BeaBea,
noi di PC Open facciamo il tifo
Daniela Dirceo
per te!
GLOSSARIO
MARCATORE (markup) una
porzione d'informazione che si
aggiunge in testa e in coda a un
blocco di testo per determinarne i
confini, definirne la natura ed
eventualmente l'azione da compiere
su di esso. Il marcatore non fa parte
del contenuto della pagina, bens
aggiunge semplicemente informazioni
relative a tale contenuto e viene
rimosso dal browser prima della
visualizzazione finale della pagina
sullo schermo del navigatore.
Alcuni marcatori vengono direttamente
rimossi da server prima ancora di
spedire la pagina al browser, nel caso
in cui il marcatore indichi un'azione
che deve essere compiuta sul server.
I marcatori pi conosciuti sono quelli
del linguaggio HTML, ma esistono
12/88
ELEMENTO (element)
corrisponde, in HTML, alla
combinazione del tag di apertura,
degli eventuali attributi, del tag di
chiusura e del testo racchiuso tra i
tag. Perci la scritta:
<h1 align="right">Titolo allineato
a destra</h1> nel suo insieme
costituisce un elemento.
IDENTIFICATORE (identifier)
il nome del tag, vale a dire la parola
inglese o lettera che compare
all'interno dei simboli < >.
Nell'esempio sopra l'identificatore
h1.
CONTENUTO (content) qualsiasi
cosa presente nella documento che
non costituisca un marcatore.
2a lezione
re particolare, mantenendosi
dei 31 caratteri e usare ovunque possibile caratteri minuscoli per i nomi dei file e delle
directory, in tal modo il sito potr spostarsi su macchine Windows, Macintosh o Linux senza
problemi.
anche importante rispettare i suffissi che seguono i nomi
dei file e che permettono al
browser di riconoscerne la natura e di trattarli di conseguenza. I pi comuni sono .HTM o
.HTML per le pagine in generale. I due sono intercambiabili in
Windows, e su gran parte dei
server Unix e Linux di recente
concezione, a meno che siano
stati configurati altrimenti. Macintosh usa in modo nativo il
suffisso .HTML per il lavoro in
locale perci consigliamo di
usare sempre quest'ultimo,
quando possibile. Per le immagini i suffissi riconosciti dai
browser sono .JPEG e .JPG per
le fotografie, Graphics Interchange Format (.GIF) per la grafica a 256 colori e Portable
Network Graphic (.PNG) per
grafica e foto, anche se quest'ultimo tuttora poco diffuso.
Il nome della home page,
cio della prima pagina del sito,
determinante perch va riconosciuto automaticamente dal
particolare sistema operativo
La struttura gerarchica
di un sito
Qui vediamo la mappa abbozzata di una porzione di sito, a partire dalla home page
(index.html) per scendere verso le pagine singole che compongono una lezione del
corso. La mappa stata realizzata mediante lo strumento di disegno siti di Adobe
GoLive 6.0 che consente di tracciare i contenuti del sito con tutte le relazioni prima
ancora di aver creato una singola pagina. Una volta che la mappa definita, il
programma genera tutte le pagine e le directory necessarie a rappresentarla.
13/88
2a lezione
nome a dominio
che punta al sito
percorso delle
nome della pagina che
directory a partire vogliamo raggiungere
dalla homepage
Un collegamento assoluto corrisponde all'indirizzo univoco di una pagina, ossia URL (Uniform Resource Locator). La prima parte
dello URL contiene solitamente il dominio abbinato al sito su cui la pagina residente, seguono immediatamente dopo le eventuali
directory da attraversare prima di arrivare alla pagina, prendendo a riferimento di partenza la directory radice (root) del sito entro cui
si trova la home page
che sia anche facile da ricordare e digitare. Il domino solitamente composto da tre elementi separati da un punto. Il
pi importante dei tre elementi di chiama Top Level Domain
e si trova all'estrema destra del
nome a dominio e indica il tipo
di categoria a cui il dominio
stesso appartiene: COM per
commerciale, ORG per le organizzazioni senza fini di lucro, IT
per i domini concessi a persone e societ residenti nel territorio italiano. Questa prima
parte del dominio assegnata
alla gestione di organizzazioni
internazionali che ne definiscono le regole di assegnazione. La seconda spostandosi
verso sinistra contiene il nome
scelto da chi registra il dominio, ad esempio pcopen. La terza parte, sempre spostandosi
verso sinistra, prende il nome
di sottodominio. Spesso non
viene usata e la si riempie con
la dicitura www per indicare
che si tratta di un server che
contiene pagine Web, tuttavia
potrebbe essere utilizzata per
URL
directory
di servizio
www.digifocus.it
server del
provider
server che ospita il
dominio (maintainer)
Sito
# 15
home.html
testlabs
testlabs.html
14/88
pagina
richiesta
Quando digitiamo un dominio, la richiesta viene inviata a una rete di computer che gestisce una mappa di navigazione globale del
Web, nella quale indicato l'indirizzo fisico della macchina su cui tale dominio residente. Spesso quest'ultima un sistema del
maintainer, cio l'organizzazione che si limita a ospitare il dominio e tenerlo vivo, senza farlo corrispondere, come da regola, alla
directory radice (root) del vostro sito. Si parla quindi di dominio virtuale che rimanda verso la macchina reale che ospita il sito (ad
esempio il sito # 15) e che fa proseguire alla pagina richiesta dal navigatore
2a lezione
testo.html
grafica.jpg
link diretto =
grafica.jpg
testi
immagini
grafica.jpg
testo.html
.. / immagini / grafica.jpg
link indiretto =
sale di
un
livello
scende
alla
directory
immagini
15/88
Collegamenti assoluti
e relativi
Questo genere d'indirizzo
prende il nome di collegamento assoluto poich contiene
tutte le informazioni necessarie per arrivare alla pagina senza conoscere il punto di partenza. il tipo di link che utilizzerete per mandare alla pagina
da un sito esterno oppure dall'interno del testo di una newsletter che spedite ai vostri navigatori abituali per informarli
delle novit. Funziona in qualsiasi circostanza perch autosufficiente, ma non viene mai
usato per i collegamenti interni
del sito perch ogni volta che
si digita un indirizzo assoluto,
il browser esce dal sito, cerca il
dominio, individua il server fisico corrispondente, ritorna su
quest'ultimo, completa l'indirizzo e ritorna nel sito, con vistosi rallentamenti alla navigazione e congestione del server
che gestisce le richieste del nome a dominio.
Di conseguenza, per i passaggi interni al sito, si usano
collegamenti relativi che indicano le sole informazioni indispensabili per raggiungere il file a partire dalla posizione in
cui ci si trova. Ne esistono di
tre tipi. Chiameremo il primo, il
pi semplice, link diretto perch si riferisce alla cartella in
cui gi ci troviamo. Prendiamo
l'esempio di un'immagine "grafica.jpg" che si trovi nella stessa directory "articoli" della pagina "testo.html" in cui dobbiamo inserire il link: l'indirizzo relativo diretto contenuto nella
pagina "testo.html" sar semplicemente = "grafica.jpg".
Nel momento in cui legge
questo indirizzo, il browser sa
che deve cercare il file "grafica.jpg" nella stessa cartella della pagina "testo.html". Supponiamo adesso di avere una directory "testi" e una directory
"immagini" di pari livello entrambe contenute nella directory "articoli" e che la nostra
pagina "testo.html" si trovi appunto in "testi" mentre il file
grafica.jpg sia nella cartella
"immagini".
Dobbiamo usare un link indiretto e dire al browser di
uscire dalla directory "testi" in
cui si trova la pagina
"testo.html", salire di un livello
(mediante il segno convenzionale dei due punti consecutivi
..) , cercare la directory "immagini", ridiscendere all'interno
di questa alla ricerca del file
"grafica.jpg". L'indirizzo relativo diventer in tal caso = "../immagini/grafica.jpg" e funzioner solo fintantoch la pagina
di partenza rester nella posizione attuale all'interno della
cartella "testi". Nel caso in cui
dovessimo spostare la pagina
"testo.html" oppure la cartella
"testi" a un livello inferiore o
superiore, il link smetterebbe
di funzionare.
Per ovviare a tale inconveniente si usa un'altra forma di
link relativo che alcuni definiscono, erroneamente, assoluto, ma che invece noi chiameremo link completo. Si tratta di
un link che non relativo alla
cartella di partenza, bens alla
root dell'intero sito. In tal modo il link continua a funzionare
anche nel caso in cui la pagina
"testo.html" fosse spostata in
un altro punto del sito, sempre
a condizione naturalmente che
non si sposti anche la directory
"immagini" a cui il link punta.
La posizione della root indicata per convenzione da una
barra inclinata (/) perci il nuovo indirizzo relativo completo
sarebbe = "/articoli/immagini/grafica.jpg".
Attenzione, per, questo approccio presenta un problema
diverso, ossia il browser spesso interpreta come directory
radice l'effettiva root del server, la quale coincide con la
root del sito solo nel raro caso
in cui il server non ospiti
nient'altro, ma che, solitamente, ci spedisce da qualche altra
parte nel caso in cui il nostro
sito sia incapsulato in una directory secondaria del server
ospite come avviene nel caso
di un provider esterno. Infatti il
2a lezione
mascheramento della struttura
di directory del server ospite
avviene solo quando usiamo
l'indirizzo assoluto, completo
di nome a dominio. La prassi
immagini
testi
scende di
1 livello
grafica.jpg
testo.html
/ ar ticoli / immagini/grafica.jpg
link completo =
porta
alla
radice
del sito
scende
di 2
livelli
Il collegamento relativo completo parte dalla radice (root) del sito, vale a dire dalla
directory in cui si trova la home page, per scendere verso la posizione dell'oggetto di
destinazione indicato nel link. Il collegamento svincolato dalla posizione della pagina
di origine che lo contiene e perci quest'ultima pu essere spostata liberamente nel sito
pato. La gestione di queste problematiche diventa in ogni caso molto semplice nel momento in cui s'impiegano ambienti
di sviluppo integrati come
Dreamweaver MX o Adobe GoLive 6.0 che contengono funzioni per la gestione integrale
del sito.
In tal caso, se spostiamo un
file oppure una cartella da una
posizione all'altra, usando le
apposite finestre di controllo,
verranno aggiornati automaticamente tutti i link che vi fanno
riferimento negli altri documenti, a condizione naturalmente di averli impostato utilizzando le funzioni interne dell'editor e non direttamente a
mano. Ci penser il programma, infatti, a costruire i link relativi indiretti nel modo pi idoneo, togliendoci dall'impiccio,
e a ricostruirli ogni volta che
spostiamo qualcosa.
viene trasferito a intervalli periodici sul server di pubblicazione, copiando magari solo i
file che sono stati modificati
dopo il precedente aggiornamento.
Per fare in modo che tutto
funzioni a dovere importante
usare link relativi sulla propria
macchina in modo corretto, ed
anche importante tenere la
struttura del disco locale identica a quella del server remoto,
altrimenti i link finiranno per
interrompersi. Per il trasferimento delle pagine finite si usa
il protocollo FTP (File Transfer
Protocol) tramite utility specifiche, oppure mediante le funzioni integrate in gran parte
degli Editor HTML commerciali e gratuiti.
I pi ricchi tra questi, offrono anche un pannelli di controllo dell'intero sito che consentono di esaminare in dettaglio ciascun elemento, eseguire
simulazioni e verifiche in locale prima dela pubblicazione finale.
2 Progettare la pagina
na volta definita la mappa
del sito e la relativa struttura di directory siamo
pronti a realizzare le prime pagine campione che ci serviranno come modello per l'intero
sito, il template o modello, cos
chiamato perch serve da
"stampo" per la costruzione di
tutte le pagine successive. Nel
concreto, il template contiene
l'intero codice HTML necessario per l'ossatura di una pagina
vuota. Avr quindi gli elementi
di navigazione e gli spazi in cui
inserire successivamente i contenuti (testo e immagini) con
anche le eventuali informazioni
stilistiche (font, colore, sfondo, eccetera). Ogni volta che
sar necessario produrre una
nuova pagina, baster copiare
il template, inserire il contenuto e aggiungere eventuali link.
L'operazione pu essere eseguita a mano oppure demandata in automatico agli editor che
dispongono della gestione automatizzata dei template. In quest'ultimo caso, ogni volta che aggiorneremo il template, saranno
aggiornati anche gli elementi fissi (navigazione, pie' di pagina,
eccetera) contenuti nelle pagine
16/88
Modelli di pagina
La creativit non ha limiti e
ci sono diversi approcci possi-
2a lezione
bili. Sul Web si sono consolida-
17/88
2a lezione
per osservare l'animazione del-
Modello LSD. Deriva il suo nome dalle iniziali delle parole inglesi Logo Search
Directory. Un modello inizialmente reso popolare da Yahoo e adottato da gran parte dei
portali per la realizzazione della loro home page. La pagina viene divisa in tre fasce
orizzontali, consecutive. La prima contiene il logo del sito e gli eventuali elementi di
navigazione globale del sito. La seconda, di solito piccola, contiene la finestra per
impostare una ricerca per mezzo del motore di ricerca interno al sito/portale. La terza
(directory) ed elenca le principali categorie e sottocategorie d'informazioni o servizi
offerti. Di solito, a fianco della directory troviamo anche colonne verticali che
contengono informazioni, ulteriori elementi di navigazione e bottoni promozionali
18/88
Tecniche d'impaginazione
Il Web non prevede strumenti per l'impaginazione grafica di elementi sulla pagina.
Nato in origine per visualizzare
2a lezione
3
sono i livelli (layer) di Netscape che tuttavia stanno cadendo in disuso con il ridimensionarsi della diffusione di tale
browser.
Chiude l'elenco l'impaginazione grafica realizzata mediante strumenti particolari come Flash. In tal caso usciamo
completamente dal dominio
dell'HTML e generiamo pagine
che possono essere visualizzate solo mediante l'impiego di
speciali plug-in (moduli aggiuntivi) nel browser del navigatore. Il plug-in di Flash viene
ormai fornito gi in partenza
Usabilit e accesso
I siti moderni, soprattutto
quelli realizzati per la Pub-
Visualizziamo la stessa pagina del portale su uno schermo con risoluzione di 1024 x
768 pixel e misuriamo lo spazio empiricamente disponibile con tutti gli "optional" del
browser attivi. Troviamo che la pagina che ha una larghezza di 735 pixel sta
comodamente nel canovaccio di 800 x 579 pixel. Il valore di canovaccio consigliato per
compatibilit con tutti i browser nelle condizioni di default (senza barre di navigazione
opzionali) di 968 x 578 pixel
19/88
realizzato per la
pubblicazione e il
navigatore non pu
chiedere di vedere informazioni
visualizzate in modo diverso da
quello noi abbiamo definito in tali
pagine. In un sito centrato su
database, ossia dinamico, invece
possibile avere una pagina
campione (template) all'interno della
quale riversare al momento le
informazioni pi diverse a seconda
di quel che l'utente chiede.
10. Riflettere pi fedelmente
possibile il disegno gerarchico
pensato per il sito, usando nomi
mnemonici, mantenendo al
massimo quattro livelli di profondit,
usando solo caratteri minuscoli per
documenti e cartelle, creando una
cartella centralizzata per le immagini
nel caso si voglia poi passare a un
sito dinamico.
11. Un collegamento assoluto indica
l' URL per intero e richiede al
browser di uscire dal sito in cui si
trova per raggiungere la pagina
indicata, anche se questa
appartiene al medesimo sito. Un
collegamento relativo indica invece
la posizione della pagina di
destinazione in rapporto alla pagina
di partenza oppure alla radice
(directory della home page) del sito.
12. una pagina campione che ci
servir come modello per molte
altre pagine di contenuto del sito.
13. La linea ideale che separa la
parte visibile della pagina da quella
che pu essere vista solo attraverso
lo scorrimento verticale (scrolling)
dei contenuti.
14. LHyperText Markup Language
nasce nel 1989 nel laboratorio
europeo per la fisica delle particelle
(CERN) come strumento per
consentire la creazione e
distribuzione di documenti
ipertestuali, cio documenti di testo
liberamente interconnessi tra loro. Il
suo unico obiettivo consiste nella
creazione di pagine di documenti
visualizzabili via rete sulle macchine
pi disparate, per mezzo
dellintermediazione di uno speciale
programma, denominato browser
(sfogliatore, alla lettera) che
riconosce i comandi HTML e
visualizza di conseguenza il testo
che essi racchiudono.
15. Il marcatore una porzione
d'informazione che si aggiunge in
testa e in coda a un blocco di testo
per determinarne i confini, definirne
la natura ed eventualmente l'azione
da compiere su di esso. Il tag
(etichetta) indica l'inizio e la fine
dell'area di efficacia di un
marcatore. Qualsiasi tag inizia con i
simboli "<" oppure "</" e termina
con i simboli ">" oppure "/>".
16. Le tabelle e i frame.
2a lezione
blica Amministrazione richie-
dono, anche in Italia, l'osservanza di alcune regole che modificano il modo d'impostare i
contenuti sulla pagina e i sistemi d'impaginazione possibili.
Si tratta di regole di usabilit,
per riprodurre un ambiente
che sia familiare al navigatore
e che gli consenta di fruire dei
servizi del sito immediatamente senza dovere imparare a
usarlo, e regole di accessibilit
che consentano di capire i con-
20/88
Qui vediamo la sequenza di marcatori indispensabili per costruire una pagina Web.
Head contiene l'intestazione del documento, invisibile nella finestra del browser con la
sola eccezione del titolo. L'intestazione serve per allegare alla pagina informazioni utili
per i motori di ricerca e per altri scopi. Il documento vero e proprio, visibile al
navigatore, contenuto tra i tag <body> e </body>
2a lezione
ria la chiusura di tutte le coppie di tag, anche quelle facoltative, perci tanto vale abituarsi fin d'ora a chiudere regolarmente tutti i tag che possono essere chiusi, come viene
gi fatto dagli editor che generano codice in automatico.
I tag HMTL possono essere
scritti con lettere maiuscole o
minuscole indifferentemente,
tuttavia la pagina risulter pi
ordinata se cercherete di seguire una regola. Alcuni Webmaster preferiscono scrivere
sempre i tag tutti maiuscoli per
distinguerli pi facilmente dal
resto del testo (effetto ottenibile anche con la colorazione
diversa offerta da molti editor
moderni). Altri preferiscono
scriverli tutti minuscoli cos
da essere gi compatibili con
XHTML, che distingue tra
maiuscole e minuscole.
possibile nidificare diversi
tag al fine di creare un effetto
cumulato, in tal caso bisogna
sempre chiudere per primo
l'ultimo tag aperto (come avviene nelle parentesi in matematica) e fare molta attenzione
a non sovrapporre tag diversi.
Ad esempio: <b><i>testo corsi-
21/88
sul CD
n. 66
2a lezione
INDISPENSABIL
22/88
INDISPENSABIL
2a lezione
Fig. 1 Esempio di un'impaginazione tabellare. L'immagine che segue si riferisce a una pagina Web costruita usando una complessa
griglia di tabelle nidificate che tengono al proprio posto i vari elementi.
Fig. 2 Tabella evidenziata. Qui vediamo evidenziato in modo grossolano alcune delle tabelle che compongono la pagina. Notate che
esiste una tabella principale esterna che ne contiene altre che a loro volta ne contengono altre in uno schema di scatole cinesi
23/88
2a lezione
Particolarit dell'interfaccia
GoLive si differenzia da qualsiasi editor visuale per il fatto
di offrire una grande variet di
viste per lavorare sul documento oppure sullintero sito. Il
Errata: segnaliamo un'imprecisione
nella prova di Dreamweaver MX
pubblicata lo scorso numero: il prezzo
del prodotto Macromedia 574,80
euro, e 286,80 euro per l'upgrade
24/88
Identikit
Caratteristiche
Produttore e sito: Adobe - www.adobe.com
Requisiti: Windows 98SE, ME, 2000 con Service Pack 2, XP, per la
funzione Web Workgroup Server richiesto Windows 2000 o XP
Costo licenza: 589,50 euro, 146,20 per lupgrade da una versione
precedente. Adobe Creative Suite Premium, che include anche Photoshop
7.0, Illustrator 10, InDesign 2.0, Premiere 6.5 e Acrobat Distiller 5.0
Prezzo: 2158,80 euro IVA compresa
2a lezione
modo le variazioni apportate
graficamente si traducono in
istruzioni HTML e, viceversa,
per vedere come una modifica
manuale dei tag si ripercuota
sulla finestra di Layout che funziona come una sorta di anteprima immediata e modificabile.
Questa visualizzazione doppia e contemporanea emula
una prerogativa che finora
stata unica di Dreamweaver.
La differenza tra i due che
Adobe GoLive non visualizza
nella finestra Layout leffetto
prodotto dagli eventuali fogli di
stile, ma dispone in compenso
di una finestra di Anteprima interna al programma che visualizza immediatamente la pagina nella sua struttura finale, invece di dover aprire una finestra esterna allo scopo come
accade in Dreamweaver.
Un altro modo unico di GoLive per visualizzare il codice sorgente a fianco della finestra
Layout consiste nella palette del
Codice Sorgente. Una finestrella
ridimensionabile che si apre sopra la vista Layout e mostra la
porzione di codice che corrisponde all'area selezionata. Il
terzo modo possibile consiste
nell'apertura di una speciale finestra denominata Visual Tag
Editor che mostra la codifica del
particolare tag su sui posizionato il cursore e consente di
modificarlo agendo direttamente su quella particolare porzione di codice sorgente.
Operare direttamente
sul codice
Esiste anche, naturalmente,
la finestra per lediting testuale
a tutto schermo. Si chiama finestra Origine e prevede la colorazione dinamica degli ele-
menti di programma distintamente dai tag HTML e dal testo. Qui, a differenza di altri
programmi abbiamo la possibilit di scegliere al volo, mediante icone, che cosa colorare: i marcatori distinti dai relativi attributi e distinti dal testo,
gli elementi nel loro insieme
(cio tag, pi attributi pi testo
contenuto allinterno del tag), i
soli collegamenti, il codice eseguibile su server. In questo modo possibile eseguire analisi
selettive delle diverse componenti della pagina e intervenire
di conseguenza.
Alla pari di altri ambienti,
troviamo la possibilit di visualizzare i numeri di riga e di
attivare un a capo automatico
(soft wrap) delle righe in modo
da non dover eseguire lo scrolling orizzontale e al tempo
stesso non modificare il codice
con laggiunta di a capo permanenti.
Linserimento di qualsiasi
elemento HTML affidato alla
stessa palette di oggetti che
abbiamo visto nella finestra
Layout e anche qui possiamo
usare il selettore di colori per
qualsiasi elemento colorabile
della pagina. La finestra Inspector perde invece di utilit.
Rispetto a Dreamweaver
sentiamo la mancanza di una finestra grafica d'impostazione
dei parametri di ciascun tag,
sensibile alla posizione del cursore, e il completamento automatico dei tag in fase di digitazione diretta.
Superlativa invece la gestione delle tabelle, quasi del tutto
automatizzata, con completamento automatico degli elementi mancanti e con importazione diretta di qualsiasi gene-
Funzioni speciali
del programma
Unico nel suo genere, GoLive
fornisce altre due viste particolari dedicate esplicitamente
allanalisi dei frame (riquadri) e
della struttura del documento
(in particolare le tabelle).
In pratica, compare un editor strutturale che mostra le relazioni gerarchiche tra i vari
elementi della pagina oppure
tra i riquadri di un frame, consentendo di modificare direttamente gli attributi di ciascuno
e di correggere eventuali errori, spesso difficili da notare nella vista Origine, dove le molteplici righe di codice oscurano il
disegno strutturale che sta dietro alla pagina. Le modifiche
apportate nelleditor di struttura di tabelle o frame si mostrano, poi, direttamente nelle
altre finestre.
Il lavoro di gruppo
Un'altra area di netta differenziazione
rispetto
a
Dreamweaver la gestione
coordinata del lavoro di gruppo. Utilizzando una tecnologia
residente su server, GoLive tiene traccia di chi sta lavorando
sul documento in un certo
istante e di tutte le versioni realizzate. In tal modo, si evitano
variazioni conflittuali e si pu
procedere allo sviluppo parallelo dello stesso sito da parte di
un team di professionisti.
La funzione, denominata
Workgroup Server, totalmente gratuita e integrata nel programma base. La tecnologia
corrispondente di Macromedia
prendeva il nome di Sitespring
ed stata abbandonata prima
del rilascio di Dreamweaver MX
senza fornire nel frattempo alternative percorribili, perci GoLive
l'unico ambiente di
sviluppo sul mercato che consenta
una gestione efficaprosegue
ce di un team.
sul CD
(versione integrale
n. 66
dellarticolo sul CD)
Fig. 1 Anche Adobe GoLive 6.0, alla pari di Dreamweaver, consente di visualizzare contemporaneamente la vista Layout (struttura) e la vista Origine (codice) modificando
liberamente gli elementi nell'una o nell'altra e osservando le variazioni riportate immediatamente in entrambe. Un ottimo sistema per imparare l'uso di HTML e per manipolare
con efficacia documenti complessi. Fig. 2 La finestra Origine mostra il codice HTML originale e consente di lavorare come in un qualsiasi altro editor HTML testuale di fascia
medio-alta. Questa vista rimane comunque meno potente della corrispondente vista Codice di Dreamweaver MX. Fig. 3 La vista struttura mostra un'analisi strutturale del
documento in termini di gerarchie tra i vari marcatori. Preziosa per l'analisi delle tabelle e delle altre forme complesse di HTML, non trova paragoni in nessun altro programma per
la creazione di pagine Web
25/88
3a lezione
A scuola con PC Open
Progetto
Web Master
di Roberto Mazzoni
"telescrivente", ossia vengono lette dal browser un carattere alla volta, dall'inizio
dalla fine della riga, per poi
cominciare con la riga successiva.
Non esiste modo di sapere
come una tabella sia esattamente composta fino a che il
browser non arrivato in fondo alla lettura dei vari tag
che la compongono.
Basta un tag sbagliato oppure mancante, per scombinare l'intera pagina e renderla incomprensibile al suo
stesso progettista.
Inoltre, come qualsiasi altro elemento HTML, le tabelle cambiano il proprio funzionamento a seconda della
versione di browser utilizzato e del modo in cui il codice
originale stato scritto.
Codifiche teoricamente
equivalenti e sintatticamente
corrette possono produrre risultati visibilmente diversi.
proprio in questo ambito
che i cosiddetti editor HTML
visuali mostrano le maggiori
differenze producendo in automatico codice HTML che
talvolta va rivisto riga per ri-
Competenze e strumenti
Contenuti aggiuntivi sul CD
(disponibile integralmente
sul CD)
il corso
Lezione 2:
Siti statici e linguaggio HTML
Progettare un sito statico
Progettare la pagina
Pagine HTML e marcatori
Strutturare i contenuti della pagina
26/88
Lezione 3:
Le prossime puntate:
Lezione 4 - febbraio 2003:
HTML 4.01 e CSS
3a lezione
ga dal progettista per eliminare gli "errori" introdotti dal
programma.
La corretta gestione delle
tabelle quindi una vera e
propria arte e costituisce uno
dei pilastri essenziali su cui si
regge il lavoro di chi costruisce siti. A differenza delle tabelle costruite da un foglio
elettronico o da un wordprocessor, che hanno righe e colonne ben identificate e regolabili singolarmente, le tabelle HTML sono semplicemente sequenze di righe e di celle allinterno di tali righe.
Non esiste alcun marcatore per definire le colonne in
quanto tali e il concetto stesso di colonna viene simulato
grazie all'intervento del
browser che, combinando diverse celle appartenenti a righe consecutive, crea l'impressione di un'unit verticale.
La tabella in quanto tale
viene costruita dal browser
combinando i vari tag che definiscono una serie di righe
sequenziali che contengono
una serie di celle le quali,
combinandosi con quelle di
pari posizione nella riga precedente e nella riga successiva, danno limpressione di
formare colonne verticali,
che in realt non esistono.
Il browser intraprende alcune azioni autonome per aggiustare e modificare l'aspetto originale delle celle in modo da creare un risultato ritenuto migliore, ma che potrebbe anche essere diverso
dall'intendimento originale
del progettista.
27/88
Un futuro ingegnere
col Pinguino
nel cuore
Ventisei anni, romano, Marco
Leli appare un giorno nella
nostra community per fornire il
suo commento al nostro corso
per diventare Webmaster.
Lettore affezionato di PC
Open (ci segue dal 1999),
partecipa alla vita della
community da spettatore per un
po, finch decide di gettarsi
nella mischia...e noi lo
acciuffiamo subito: che ne dici
di fare quattro chiacchiere con
noi per raccontarci la tua
esperienza?. Allinizio una
certa ritrosia, poi la tentazione
di apparire sulla rivista di
informatica preferita ha la
meglio.
Marco iscritto alla facolt di
Ingegneria Informatica
delluniversit capitolina La
Sapienza ma gli studi vivono
una fase di stallo Luniversit
stava andando un po per le
lunghe, quindi ho iniziato a
pensare cosa sarebbe stato
meglio fare e a guardarmi un
po in giro; capitata
loccasione e ho deciso di
frequentare un corso promosso
dalla Regione e dalla Comunit
europea per Progettista di
applicazioni multimediali. Qui
Marco prende dimestichezza e
approfondisce gli argomenti
che si ritrovano anche nel
programma del nostro corso:
HTML, Javascript, Dreamweaver
e Flash, fondamenti di
programmazione e ASP. Il corso
termina con uno stage di cento
ore presso una giovane azienda
che sviluppa siti Internet.
Allinizio mi sono occupato
principalmente dello sviluppo in
HTML, ma poi dallazienda mi
HTML costruisce le tabelle secondo una sequenza lineare, come se fosse una
telescrivente: una cella dopo l'altra sino a completare la riga e quindi ritorna all'inizio
della riga successiva e riprende la costruzione fino a terminare la tabella. Solo alla fine
dell'ultima cella dell'ultima riga il browser sa esattamente come sia composta la tabella
3a lezione
una struttura della pagina capace di adattarsi alla risoluzione del monitor su cui visualizzata.
La regola generale comunque di mantenere pi
semplici possibili le tabelle
strutturali, usandole solo dove necessario ed evitando, se
possibile, di nidificarne, ossia
di innestare una tabella den-
tro l'altra. Una pagina composta di tabelle molto complesse e incapsulate l'una nell'altra finisce per essere pesante
e per richiedere tempo prima
di poter essere elaborata e visualizzata dal browser, senza
contare le possibilit di errore, che si moltiplicano al crescere del numero di tag utiliz
zati.
28/88
3a lezione
29/88
cio comunque sempre pi diffuso grazie al diffondersi dei siti dinamici, i principali browser
moderni dispongono di una funzione che riduce il ritardo di visualizzazione e che si chiama
"rendering progressivo".
Il programma comincia a visualizzare i primi elementi della
tabella prima di averla caricata
per intero. In tal modo, i primi
elementi di una pagina lunga e
complessa appariranno immediatamente, cos da riempire la
finestra video che il navigatore
sta osservando e dando lidea
che la pagina sia disponibile per
intero. In realt, il browser sta
ancora lavorando dietro le quinte per completare l'elaborazione della tabella e comporre la
porzione inferiore della pagina
cos che sia pronta quando decideremo di eseguire lo scrolling. Di contro pu succedere
che la pagina compaia inizialmente con un determinato assetto che si modifica dopo alcuni secondi quando il browser ha
terminato la lettura della tabella nel suo complesso. L'unico
accorgimento da adottare nel
progettare una pagina inserita
in una tabella globale sfruttando il rendering progressivo di
creare i primi elementi in modo
che non siano indipendenti dal
resto della tabella. Tipicamente
lo si fa creando una prima tabella orizzontale larga nidificata
nella tabella primaria e larga
quanto lintera pagina che contenga la barra del logo e i primi
elementi di navigazione del sito.
Dopo di che si prosegue a
scendere con una serie di tabelle che si compongano da sinistra a destra e dallalto verso il
basso. Qualunque sia la soluzione adottata, vale comunque
il criterio di ridurre le tabelle al
minimo e, in particolare, di ridurre la nidificazione progressiva delle tabelle (inserimento di
una tabella in un'altra) perch
una pagina troppo complessa
richiede al browser molto tempo per essere elaborata e pu
produrre errori inaspettati.
percentuali, la tabella si allargher o si stringer (compatibilmente con i contenuti) al variare della dimensione della finestra di navigazione. anche
possibile adottare una soluzione mista dove solo alcune colonne abbiano una dimensione
3a lezione
Tabella semplice. Una tabella si apre e si chiude con la coppia di tag <table></table>.
Ogni riga identificata da una coppia di tag <tr></tr> (che in inglese corrisponde
all'abbreviazione di table row) e al loro interno troviamo varie celle, disposte in
sequenza, e ciascuna delimitata dalla coppia di tag <td></td> (che in inglese significa
table data). Affinch la tabella sia valida e visualizzabile deve contenere almeno una
riga che contenga almeno una cella. Le celle vuote non vengono visualizzate da alcuni
browser perci ciascuna cella lasciata vuota per motivi estetici (spaziatura) dovrebbe
almeno contenere uno spazio fisso - non breaking space, ossia il simbolo &nbps.
nenti i link di navigazione, mentre le altre abbiano una dimensione variabile, ad esempio
quelle che contengono il testo.
Tag fondamentali
di una tabella
Qualunque sia l'impostazione progettuale, una tabella si
apre e si chiude sempre con i
tag <table> e </table> allinterno
di quali troviamo una serie di righe delimitate dai tag <tr> e
</tr> che a loro volta contengono un certo numero di celle
contrassegnate dai tag <td> e
</td>. Prendendo a prestito una
metafora dal libro "HTML 4 Tutto & Oltre", costruire una tabella come erigere un muro. Si
crea la base con <table> quindi
si stende il primo strato di cemento con <tr> si posano diversi mattoncini in sequenza con
<td> e </td> dopo di che si passa al nuovo strato di cemento
con </tr> e <tr>. Il numero di righe pu variare liberamente,
ma il numero di celle deve essere costante riga per riga altrimenti sar impossibile costruire le colonne. La larghezza delle
celle non deve essere necessariamente uguale, invece, sebbene sarebbe meglio che lo fosse.
Se non fosse possibile mantenere lo stesso numero di celle
per ogni riga. consentito usare
speciali comandi per estendere
una cella su pi colonne in orizzontale o su pi righe in verti-
30/88
hanno una
larghezza definita
in termini percentuali
rispetto all'ampiezza
complessiva della finestra
del browser. Un layout fisso
o statico usa invece tabelle
con larghezza in pixel.
7. Una tabella costruita
all'interno della cella di
un'altra tabella.
8. Evitare una complessit
eccessiva e, particolare,
l'impiego eccessivo di tabelle
nidificate. Ricordarsi che la
larghezza di una riga coincide
sempre con la larghezza
della tabella o con la somma
delle larghezze specificate
per le celle che la
compongono e che qualsiasi
oggetto inserito in una cella
pu influenzarne le
dimensioni, alterando
l'assetto complessivo della
tabella.
9. La tabella di contenuto ha
bordi visibili e talvolta anche
uno sfondo. Contiene una
serie di attributi stilistici che
servono alla corretta
gestione del testo e che non
sono necessari in una
tabella di layout.
10.La visualizzazione graduale
dei primi elementi di una
tabella prima che sia stata
letta per intero dal browser.
3a lezione
31/88
PC Open 35
Prendiamo la struttura tipica di una delle pagine del corso sul CD e analizziamo le
tabelle che la compongono. Notiamo una grande tabella generale che contiene l'intera
pagina all'interno della quale si sviluppano nove tabelle nidificate suddivise in cinque
aree logiche distinte
Soluzioni miste
Cosa succede se nella nostra
tabella fluida volessimo bloccare una colonna? Dovremmo impostarne le dimensioni in pixel
e lasciare libere le altre oppure
impostarle in percentuale. Anche in questo caso sar sufficiente impostare la larghezza di
una sola delle celle che compongono la colonna a dimensione fissa. Ad esempio il tag
<td width="120"> inserito nella
cella della prima o dell'ultima
riga, imposter la larghezza dell'intera colonna a 120 pixel e fisser anche la dimensione complessiva della tabella. Ricordiamo un concetto importante del
dimensionamento fisso: la misura espressa in pixel indica la
larghezza massima della colonna. Perci il browser non la
espander anche quando la finestra si allarga, ma non vero
il contrario.
Come gi visto nell'assegnazione delle priorit dimensionali in una tabella fissa (vedi
l'articolo Stabilit delle dimensioni), sempre possibile
restringere la larghezza di una
cella/colonna a dimensione fis-
sa quando imposto dal comprimersi della finestra o dall'espandersi del contenuto nelle
colonne circostanti. L'unico
modo per garantire che una colonna rimanga davvero bloccata sia in espansione sia in compressione (una caratteristica
necessaria ad esempio per una
barra di navigazione) consiste
nell'inserire un'immagine di larghezza esattamente identica alla larghezza della colonna. Di
solito l'immagine trova posto in
una cella in fondo alla colonna,
collocata all'interno di una riga
altrimenti vuota cos da non essere visibile al navigatore. Allo
scopo si usa di solito di un'immagine trasparente lunga e larga un pixel, il cosiddetto spaziatore o immagine spaziatrice
(shim).
E fin qui sembrerebbe tutto
chiaro: per produrre un sito
con pagine fluide basta bloccare le colonne che contengono
elementi di navigazione e lasciare libere quelle che invece
ospitano il contenuto (testo e
immagini). In tal modo il contenuto utilizzer tutto lo spazio
disponibile nella finestra del
browser e, al contempo, il navigatore non sar sorpreso da
elementi di navigazione che
continuano a cambiare aspetto
(per un dettaglio su come costruire pagine di questo tipo
vedi l'articolo Dimensionare
tabelle con celle miste sul CD).
Purtroppo, per, le tabelle
ad assetto misto (fluido e statico) presentano alcune stranezze con cui bisogna fare i conti.
Innanzi tutto i browser pi vecchi non rispettano la dimensio-
3a lezione
Ecco la stessa pagina da cui abbiamo rimosso tutto il contenuto di testo. Le cinque
zone diventano pi evidenti. Sono interamente comprese in una tabella globale che ne
ospita 9 nidificate. La zona 1 contiene il logo (che occupa la prima tabella nidificata al
primo livello) e la navigazione globale del CD (che occupa la seconda tabella nidificata
al secondo livello). La zona 2 contiene la navigazione gerarchica e utilizza due tabelle
nidificate una nell'altra. La zona 3 ospita i contenuti con due tabelle nidificate
consecutive. La zona 4 contiene la navigazione locale della lezione e usa altre due
tabelle nidificate consecutive. La zona 5 contiene il riferimento ai credits e usa una
tabella larga quanto l'intera pagina
32/88
Nidificare le tabelle
Purtroppo anche l'impiego
di celle espanse non sufficiente a coprire tutte le esigenze di layout di una pagina, perci esiste un ulteriore livello di
complessit a cui ricorrere, che
consiste nell'inserire una tabella nell'altra. Di solito sconsigliato spingersi oltre ai tre o
quattro livelli di nidificazione
per non mandare in crisi il
browser che trova sempre difficile interpretare tabelle nidificate. Alcuni consigliano di evitarle del tutto, il che praticamente impossibile se non nelle
pagine pi elementari. Il consiglio di ridurle al minimo e di
nidificare tabelle semplici, possibilmente con dimensioni fisse
(in pixel). Nidificare significa
inserire un'intera tabella all'interno della cella di una tabella
esistente, seguendo le stesse
regole di costruzione usate per
le tabelle normali. Un listato
3a lezione
Per comodit qui abbiamo attivato la visualizzazione dei bordi della tabella di layout
globale. Riconosciamo visivamente la distribuzione delle righe e delle celle che la
compongono
33/88
pagina mantenga la
propria larghezza e
struttura. A sua volta
include una delle altre
tabelle nidificate che
contiene le voci di navigazione globale (home, indice, corsi, eccetera). La seconda area
composta da due tabelle, una nell'altra che
si appoggiano spontaneamente sotto la tabella del logo e che
ospitano la navigazione del CD. La terza
area composta da
due tabelle indipendenti, collocate una
sotto l'altra, che contengono il testo e le
Ecco la stessa pagina visualizzata secondo la
immagini della pagina
struttura del codice HTML della tabella principale.
Notiamo che si compone di cinque righe, tre delle
oltre che un elemento
quali contengono a loro volta una o pi tabelle
di navigazione locale
nidificate. Proviamo ad aprire la prima riga e
(Precedente Prossiscopriamo che contiene una sola cella in cui trova
mo). La quarta area
posto la prima tabella, quella che contiene il logo.
contiene altre due taQuest'ultima a sua volta si compone di tre righe
nella seconda della quale troviamo un'altra tabella
belle che elencano tutnidificata, che contiene la navigazione globale
ti i link di una particolare lezione. La quinta
CD). FrontPage 2002 genera im- area contiene semplicemente
mediatamente il codice e offre una riga di chiusura.
Tutte e cinque le aree vengopossibilit di modifica sugli elementi essenziali (ne parleremo no tenute al loro posto e collonella prossima lezione). In cate reciprocamente dalla tamancanza di strumenti visuali, bella principale che vediamo
la costruzione del layout passa schematizzata in un grafico geper un lungo processo di codi- nerato con GoLive. L'area 1 ocfica dei vari elementi, partendo cupa l'unica cella che compone
da dimensioni tracciate in anti- la prima riga della tabella. La
cipo su un foglio di carta o an- seconda riga contiene una tacor meglio su una stampa del bella invisibile che serve da
spaziatore tra il logo e il resto
progetto grafico della pagina.
della pagina e che a sua volta
Un esempio di tabelle
ospita tre celle con immagini
nidificate
spaziatrici invisibili che ne
A titolo di esempio riportia- bloccano le dimensioni impomo la struttura di tabelle nidifi- stando la larghezza delle tre cocate usata per le pagine interne lonne successive che ospitano
del nostro corso su CD. Vedia- le aree 2, 3 e 4 composte da almo una tabella generale, che trettante celle contigue nella
avvolge tutta la pagina, all'in- terza riga. La riga quattro conterno della quale sono state in- tiene semplicemente la linea
serite otto tabelle nidificate: blu di chiusura e la riga cinque
una espressamente dedicata al corrisponde all'area 5 nel notesto e ai contenuti informativi, stro schema, quella che contiele altre riservate agli elementi ne il link alla pagina dei credits.
di navigazione e alla barra orizBench possa sembrare
zontale che contiene il logo.
complessa, questa una pagina
Il modello di pagina quello abbastanza comune in un sito e
classico a quattro pannelli de- sicuramente meno articolata
scritto nella seconda lezione di una home page. Per vedere
(vedi l'articolo Impostare gli come stata costruita rimanspazi del canovaccio sul CD). diamo agli articoli nel CD: TaOsservando la pagina senza belle nidificate in cascata, Tacontenuti notiamo che le otto belle nidificate complesse e
tabelle nidificate si dividono in Tabelle nidificate consecutive.
cinque aree principali. La prima Rimandiamo invece alla prossi la tabella che contiene la bar- ma lezione per esaminare gli
ra orizzontale del logo, indi- aspetti delle tabelle in quanto
spensabile per garantire che la elementi di contenuto.
3a lezione
34/88
Identikit
Caratteristiche
Sito produttore: www.namo.com
Sito distributore: www.questar.it
Costo licenza: 199,89 euro, upgrade 99,90 euro, versione "Education"
99,90 euro
Requisiti: Windows 98, SE, ME, NT 4, 2000, XP
un livello intermedio interessante per chi stanco di lavorare con un semplice editor
HTML di tipo testuale, ma non
pronto per il passaggio diretto a Dreamweaver o GoLive e
non si fida del codice generato
in automatico da FrontPage.
3a lezione
te. Da qui possibile eseguire
alcune operazioni che si estendono all'intero sito come la ricerca e sostituzione di testo, il
controllo del codice, la verifica
e correzione guidata dei collegamenti interrotti, la conversione globale dei nomi di file in
lettere tutte minuscole, la pubblicazione in remoto mediante
protocollo FTP. Nella confezione del prodotto sono incluse
anche tre utility: Namo Capture per catturare le immagini a
video, Namo GIF Animator per
creare GIF animate e Namo Slicer per suddividere immagini
troppo grandi in modo che siano visualizzate progressivamente all'interno di una pagina,
pezzo per pezzo, pur mantenendone l'integrit visiva mediante l'impiego di una tabella.
Il programma in questo caso
genera in automatico anche la
tabella HTML che conterr le
diverse parti dell'immagine.
Curiosa la disponibilit di
una modalit di progettazione
"i-mode" per lo sviluppo di pagine visualizzabili sui telefonini
cellulari multimediali disponibili in Giappone,
ma del resto si tratta di un software
coreano, il che
spiega tutto.
(versione integrale
dellarticolo sul CD)
il corso
sul CD
n. 67
In arrivo il .eu
Appuntamento per lestate 2003.
Dovrebbe essere questo il
momento del debutto per il dominio
.eu che servir a identificare le
imprese del Vecchio Continente. Il
25 ottobre scaduto il termine per
la presentazione delle
manifestazioni d'interesse alla
Commissione europea da parte
degli organi interessati a diventare
gestori dei domini .eu. Fra gli enti
interessati c anche un consorzio
italiano formato dalle authority
italiana, belga e svedese alle quali
in caso di vittoria potrebbero
aggiungersi le authority slovena e
ceca oltre a lIsoc Europe. Per la
prima volta nella storia di Internet a
decidere chi dovr gestire il registro
del .eu non sar lICANN ma
lUnione europea, alla quale rimarr
la paternit del .eu, che in questo
35/88
La struttura mondiale
della Rete
Prima di affrontare la procedura di registrazione e gli enti
italiani che governano Internet
il caso di disegnare la struttura mondiale della rete. Il vertice
costituito dallICANN (Internet Corporation for Assigned
Names and Numbers), lorganismo che sovrintende allassegnazione dei domini. Si tratta di
un ente non profit le cui scelte
sono ratificate dal ministero del
Commercio statunitense il cui
board of director, secondo le
nuove regole recentemente approvate, sar formato da 18
membri. Il consiglio sar eletto
da un comitato elettivo e da tre
organizzazioni che rappresentano i gruppi di proprietari di
URL (Universal Resource Locator, l'indirizzo di una pagina
Web su Internet). Sparisce cos
la norma che prevedeva che
cinque membri fossero eletti
dagli utenti della Rete. Una decisione che secondo molti allontana il vertice di Internet dai
bisogni dei navigatori.
AllICANN spetta il compito
di decidere quali siano i nuovi
3a lezione
domini da adottare e chi dovr
36/88
Il trasferimento a pacchetti
Internet formata da un numero
imprecisato di computer host
collegati tra loro. Questi host
dialogano trasferendosi pacchetti
di dati che passano attraverso vari
server Internet fino ad arrivare al
destinatario. In questo viaggio i
dati vengono riconosciuti e
interpretati dai vari host che
capiscono se sono destinati a loro
o se devono trasmetterli a unaltra
macchina. Il protocollo TCP/IP
permette di effettuare queste
operazioni trasferendo i dati a
pacchetti. I pacchetti sono gruppi
di dati che riportano sempre
lindirizzo del mittente e quello del
destinatario. Lindirizzo codificato
a 32 bit e consiste in un alternarsi
di 0 e 1 (codifica binaria). Il numero
viene diviso in una sequenza di
quattro cifre che sono poi
trasformate in base dieci. Questo
d vita a numeri come
Quanto costa?
Lofferta in rete molto varia; si passa da 9,95 a 35 euro
per un .it oppure a 14,95 per un
.com. Dipende dai livelli di rivendita, dalla politica commerciale e anche dai servizi offerti
in abbinamento con la vendita
del dominio.
Attenzione per a non farvi
abbagliare dal prezzo. Il costo
principale di chi vende il dominio dato infatti dalla gestione
dei nomi. In pratica quello che
si paga non il dominio in s
ma i servizi (per esempio il
cambio di DNS o altro) richiesti
a queste societ che foniscono
anche una sorta di assicurazione che tutto funzioner per il
meglio.
E in certi momenti un servizio consumatori che funziona e
d seguito immediatamente alle vostre richieste pu essere
molto utile. Quante volte vi siete scontrati con un indirizzo e-
192.153.169.24, e questa la
tipica forma di un indirizzo IP.
Ovviamente ricordarsi ogni volta la
sequenza di numeri sarebbe troppo
macchinoso, e per questo si
pensato di introdurre la possibilit
di legare a un indirizzo IP un nome
a dominio. La traduzione da
dominio a indirizzo IP affidata al
DNS. Non tutti i nomi a dominio
possono essere registrati. Esistono
infatti nomi riservati. Per esempio
non sono assegnabili i nomi di
regioni e province, le sigle a due
lettere delle province a tre lettere
delle regioni, i nomi corrispondenti
allidentificazione dellItalia e i
nomi dei comuni italiani. Gov.it e
governo.it sono riservati al sito
dellesecutivo cos come it.it,
Italia.it, Repubblica-Italiana.it e
RepubblicaItaliana.it sono
assegnabili solo agli organi
istituzionali dello Stato.
Il servizio di hosting
Spesso alla vendita dei domini abbinata quella dellhosting. Questo perch acquistare un dominio senza lo spazio
Web non avrebbe grande senso
a meno che non sia un acquisto
di tipo difensivo fatto da societ che in questo modo vogliono cautelarsi dallutilizzo di
nomi che potrebbero corrispondere a marchi che lanceranno in futuro.
Nel caso invece lacquisto
del dominio sia collegato allapertura di un sito necessario
possedere anche lo spazio Web
che spesso porta con s anche
un servizio di hosting. In pratica la societ che ha venduto il
dominio ospita sui propri server le pagine Web del sito e la
posta elettronica.
Anche in questo caso le offerte presenti in Rete sono molto differenti e prima di scegliere
il caso di leggere attentamente le voci del contratto con i relativi servizi e soprattutto avere ben chiaro in mente cosa si
vuole fare con il proprio sito. Se
le ambizioni, per il privato o lazienda, si traducono semplicemente nel primo passo su Internet con un sito dedicato alla
famiglia o una vetrina delle attivit aziendali non il caso di
spendere molti soldi.
Lo spazio gratuito spesso
concesso con lacquisto di un
3a lezione
dominio pu essere sufficiente.
Pochi MB bastano per foto e testi, poi quando le idee saranno
pi chiare e i progetti su Internet pi definiti, si potranno
chiedere spazi pi ampi.
inutile farsi abbagliare da
offerte mirabolanti con spazi
infiniti che non saranno mai utilizzati. Meglio concentrarsi su
elementi pi importanti come
laffidabilit del sistema e i margini di autonomia che possiede
lutente per effettuare le operazioni di configurazione del suo
sito. Quanti sono i server a disposizione? Qual il livello di
sicurezza della connettivit?
Sono queste alcune domande
da porsi (anche in relazione al
tipo di progetto che avete intenzione di realizzare sul Web)
quando si affronta la scelta dellhosting. Tenendo presente
che laspetto principale quello della vostra autonomia.
Lutente deve infatti avere la
possibilit di muoversi a proprio agio nel suo sito senza dover avere la necessit di chiedere via e-mail modifiche o altro. Questo per non esclude
che lesistenza di un eccellente
servizio ai consumatori che
aiuti i navigatori in difficolt sia
un altro elemento importante
nella scelta dellhosting. Per
quanto riguarda la scelta di una
piattaforma Linux o Windows
una questione che pu interessare soprattutto chi ha in programma lallestimento di siti
complessi che prevedono relazioni con i database. In caso
contrario la piattaforma ha poca importanza.
Luigi Ferro
37/88
4a lezione
A scuola con PC Open
Progetto
Web Master
di Roberto Mazzoni
Competenze e strumenti
(disponibile integralmente
sul CD)
Lezione 3:
il corso
sul CD
n. 68
Lezione 2:
38/88
Le prossime puntate
Lezione 5:
Design e multimedialit
Lezione 4:
Lezione 6:
Siti interattivi
Lezione 7:
Interazione sul server
Lezione 8:
Promuovere il sito
4a lezione
relativo colore, e ben sappiamo che testi uniformemente
neri e tutti con carattereTimes
Roman non facilitano il riconoscimento e la lettura "tipografica" di una pagina editoriale. Anzi, Times Roman nato per funzionare bene sulla
carta, mentre rende male sullo
schermo.
Esistono invece font concepiti espressamente per il Web
che sono ormai riconosciuti
da tutti i browser e che facilitano la lettura a video, un
esempio in tal senso il Verdana, evoluzione telematica dello storico Helvetica.
tri artifici deprecati. Funzionano e continueranno a funzionare anche in futuro, ma limitano moltissimo l'evoluzione
verso lo standard XML (eXtensible Markup Language) che
impone il massimo rigore nella
separazione tra informazioni
di struttura e informazioni stilistiche.
Di fatto, scoprirete che l'impiego dei fogli di stile offre soluzioni pi eleganti e pi gestibili rispetto ai corrispettivi tag
stilistici del vecchio HTML 3.2,
ma bisogna conoscerne le sfumature e sapere come farli
convivere al fine di garantire la
massima compatibilit con i
vari tipi di browser in circolazione.
GLOSSARIO
CSS (Cascading Style Sheets):
fogli di stile in cascata, un
sistema concepito nel 1996 per
assegnare attributi stilistici agli
elementi di una pagina Web in
modo distinto e complementare
rispetto al linguaggio HTML.
Consentono di definire numerosi
attributi tipografici per ciascun
elemento presente nella pagina,
oltre che indicarne la posizione e
il comportamento al verificarsi di
alcune circostanze (passaggio
del mouse sopra la parola o
frase, eccetera).
Consentono di centralizzare in un
solo documento tutti i parametri
stilistici di un sito cos che, con
una sola modifica, sia possibile
variare tutte le pagine del sito.
Alleggeriscono le pagine
medesime poich le informazioni
stilistiche per un certo sito
vengono caricate una volta sola.
Garantiscono compatibilit tra i
diversi browser, dispensando il
Webmaster dall'usare tag
particolari per ciascuno.
Possono anche funzionare in
abbinamento a documenti XML
per fornire le informazioni di
presentazione.
La versione corrente la 2.0,
ma il W3C sta gi lavorando alla
3.0
DOM (Document Object Module):
un modello mediante il quale
possibile manipolare gli oggetti
che sono contenuti in una
pagina. Per oggetti s'intende gli
elementi (la combinazione del
39/88
4a lezione
re la differenza tra tag fisici
40/88
4a lezione
parleremo di XML). Nella tabella "Marcatori per formattare il testo" trovate una sintesi
di tutti i tag compatibili con
HTML 4.01 per modificare l'aspetto e il significato di un
blocco di testo.
Ma cosa succede quando
decidiamo d'intervenire su interi blocchi di testo modificandone, ad esempio, font, colore, dimensione, allineamento e posizionamento rispetto
ad altri elementi?
Dobbiamo decidere se seguire la vecchia strada dei tag
stilistici oppure abbracciare la
nuova dei fogli di stile.
Vediamo innanzi tutto la prima soluzione, cio cosa si pu
fare utilizzando i tag e gli attributi che ereditiamo dall'HTML
3.2. Il primo tra questi <p>
che definisce il paragrafo e
che impone al browser per la
sua sola presenza d'inserire
una riga vuota prima e dopo il
paragrafo stesso.
Alcuni lo usano anche da
solo per inserire spazi bianchi
41/88
</blockquote></blockquote>. Il
problema di questo approccio
che richiede l'impiego di un
marcatore strutturale, nato per
evidenziare delle citazioni, per uno
scopo stilistico che in origine non
era previsto. Quando un motore di
ricerca passa in
esame le pagine
dove
<blockquote>
stato utilizzato
unicamente per
produrre un
rientro,
codificher come
citazione qualcosa
che non lo
affatto. Lo stesso
effetto pu essere
prodotto pi
efficacemente e
con maggiore
accuratezza
usando i fogli di
stile in cascata.
Qui vediamo il marcatore <pre> all'opera. Nel primo riquadro in alto compare il testo
originale scritto con Word dove mettiamo in evidenza gli spazi e i ritorni a capo
generati con il wordprocessor. Subito sotto notiamo come lo stesso brano di testo si
trasformi quando copiato direttamente in una pagina HTML: gli spazi multipli e i ritorni
a capo scompaiono, producendo una singola riga ininterrotta e illeggibile (grassetto e
corsivo nella pagina Web devono naturalmente essere aggiunti con marcatori ad hoc).
Proviamo ora a copiare lo stesso brano, inserendolo nella coppia di tag <pre> e
</pre>. Otteniamo nuovo il formato originale, visualizzato con un carattere courier a
spaziatura fissa invece del Times a spaziatura proporzionale scelto di default dal
browser
4a lezione
chiusura: <font> e </font>. L'unica eccezione in questo senso, come vedremo, sono le tabelle che richiedono di indicare il tag <font> per ogni singola
cella anche nel caso in cui i parametri restino invariati per
l'intera tabella.
L'attributo face consente
d'indicare diversi tipi di font,
da scegliere in sequenza e in
alternativa al principale qualora questo non fosse disponibile sul browser, size invece
indica dimensioni assolute o
relative.
Si va da 1 a 7 oppure da 7 a
+7. I due tipi di valori hanno significati diversi. Il primo stabilisce una dimensione fissa
dove il default 3 e corrisponde alla dimensione base assegnata dal browser al testo (circa 10 pixel).
Il secondo stabilisce invece
il livello d'ingrandimento o riduzione rispetto al valore di
default (3 appunto), perci 1
corrisponde a 2, +1 corrisponde a 4, eccetera.
In entrambi i casi si tratta di
valori dinamici, vale a dire
sensibili all'impostazione del
browser per visualizzare il testo.
Se per esempio l'utente dovesse scegliere da Internet Explorer il parametro Visualizza
> Carattere > Grande tutta la
scala di valori verrebbe alzata
di un livello, se invece scegliesse Visualizza > Carattere >
Molto piccolo tutta la scala di
valori verrebbe ridotta di due
livelli. Il valore di default per il
browser corrisponde naturalmente a Visualizza > Carattere
> Medio.
Perci impostando la dimensione del carattere usando <font size> lasciamo libero
l'utente d'ingrandire e rimpicciolire il testo a piacere a seconda delle sue necessit di
visione. Color infine accetta,
come qualsiasi altro tag che
preveda l'uso del colore, il nome di uno dei sedici colori codificati in HTML oppure il codice esadecimale della tinta
scelta, che di solito viene prelevata da una palette di 216 colori cosiddetti sicuri, cio visualizzabili senza alterazioni
in qualsiasi tipo di browser sia
su Windows sia su Macintosh
(per un riferimento vedi
http://www.webmonkey/ reference/color_codes/ e il riquadro "Colori sicuri").
Nell'impiego del tag <font>
42/88
Tag logici
Effetto visibile
Significato
<b>
<i>
<u>
<s>
<pre>
<strong>
<em>
<ins>
<del>
evidenziato
evidenziato
inserimento temporaneo
cancellazione visibile
testo preformattato
<tt>
<kbd>
<samp>
<code>
grassetto
corsivo
sottolineato
barrato
monospaziato con riporto di tutti gli
spazi e ritorni a capo presenti nel
documento originale e con riga vuota
sopra e sotto. Conserva grassetti
e corsivi.
monospaziato
monospaziato
monospaziato
lampeggiante (Netscape)
corsivo e ritorno a capo
corsivo
rientro con riga vuota sopra e sotto
aumento dimensioni corpo
riduzione dimensioni corpo
testo a pedice
testo ad apice
nessuno
nessuno
nessuno
corsivo
aumento dimensioni e spaziatura
<blink>
<address>
<cite>
<blockquote>
<big>
<small>
<sub>
<sup>
<abbr>
<dfn>
<q>
<var>
<h1>-<h6>
Tutti questi marcatori possono essere inseriti all'interno di un paragrafo, ma <h#> e <blockquote> possono anche
vivere separatamente. Tutti i tag fisici sono deprecati da HTML 4.01
4a lezione
43/88
Separare
la forma dalla struttura
Il sogno di qualsiasi progettista di siti la separazione degli attributi tipografici e stilistici dalle componenti strutturali
della pagina, soprattutto in siti
di tipo dinamico.
Tale separazione importante per raggiungere un adeguato livello di efficienza nella
gestione del sito. Infatti, fintantoch gli elementi stilistici sono mescolati con il codice
HTML, necessario chiamare
in causa il Webmaster per ogni
singola modifica estetica, modifica che deve essere replicata
a mano, pagina per pagina.
Se poi si trattava di un sito
dinamico, diventa addirittura
necessario chiamare in causa
un programmatore oppure un
Web developer, perch il colore di sfondo e le font del testo
sono indissolubilmente legate
ai tag del linguaggio di scripting che fa funzionare la pagina
in abbinamento al database.
Ogni modifica nell'aspetto
della pagina diventa perci costosa e impegnativa, tanto da
scoraggiare la revisione stilistica di molti siti che non riescono perci a migliorare la propria usabilit, la propria navigabilit e la propria estetica
sulla scorta delle informazioni
raccolte dai navigatori durante
l'uso del sito.
I CSS sono il primo strumento che ha consentito di separare i due mondi e di lasciare una
notevole libert d'intervento ai
creativi senza interferire con il
lavoro di programmazione e di
gestione del codice HTML eseguito dai tecnici.
Inoltre, fornendo una gamma di opzioni tipografiche molto ampia, ha consentito anche
a chi non creativo di produrre risultati presentabili e gradevoli, con poco sforzo.
La nascita dei fogli di stile e
dell'HTML 4.0 risolve anche
una stortura concettuale introdotta nel Web con il rilascio
della versione 3.2 di HTML che
ha rinnegato la natura originale
del linguaggio, nato per controllare la struttura e non la
presentazione di una pagina,
per assecondare i desideri dei
Relazione
tra CSS e HTML
I fogli di stile definiscono un
insieme di regole per indicare il
tipo di formattazione da applicare ai contenuti di una pagina
stampata o visualizzata elettronicamente. Nascono concettualmente nel mondo dell'editoria dove, per semplificare il
lavoro, gli attributi tipografici
di un libro vengono definiti prima d'iniziarne la stesura e vengono mantenuti separati dal testo vero e proprio cos da poter essere applicati in modo
uniforme a pi testi della stessa collana e poter essere modi-
4a lezione
La natura tipografica
degli stili
Il primo ambito d'intervento
dei fogli di stile nell'impostazione degli attributi tipografici
del testo. Non solo possiamo
scegliere la font, il colore e le
44/88
Confronto tra CSS e <font>: qui vediamo la grande variet di unit di misura e di effetti
che si possono produrre con i fogli di stile rispetto alle ristrette prerogative del tag
<font>, il quale pu determinare unicamente il tipo di font, il colore e la dimensione
relativa (size) in rapporto al default del browser.
Con i fogli di stile possiamo invece replicare esattamente il comportamento delle
misure relative di font, mediante gli attributi relativi small, medium, large, eccetera; ma
possiamo anche imporre una dimensione fissa in pixel o punti tipografici (quest'ultima
preferibile se vogliamo poi anche stampare le pagine). Possiamo anche maggiorare le
dimensioni di una particolare porzione di testo (il grassetto "maggiorato" del 10% pi
grande del testo normale a cui abbinato), possiamo infine raggiungere dimensioni
assolutamente inarrivabili con il tag <font> e aggiungere bordi, variamente colorati e
strutturati, sfondi a tinta unita oppure composti da immagini e possiamo anche
restringere o allargare lo spazio tra le lettere e le parole, anche se quest'ultima
funzione non supportata da Opera 5.0 e Netscape 7
te di ridimensionare il proprio
testo, mantenendone tuttavia
le proporzioni rispetto al resto
della pagina. Si prestano alla
creazione di effetti speciali.
Ad esempio possiamo decidere di impostare il testo grassetto in modo che sia leggermente pi grosso del testo normale utilizzando l'unit di misura em che in tipografia indica
le dimensioni della M maiuscola di un determinato font, in
pratica la lettera pi larga dell'intera font rispetto alla quale
si misurano tutte le altre. Impostando il grassetto in modo
che sia 1.1 em avremo un grassetto pi corposo perch leggermente pi grande della font
normale. Basta indicare b {fontsize: 1.1 em} perch tutti i caratteri bold dell'intero sito, non
importa quale font e quale dimensione, vengano maggiorati
del 10% rispetto agli altri caratteri del testo in cui sono contenuti: una finezza facile da rea-
4a lezione
per alcuni casi,
con le versioni pi
recenti.
45/88
Inserire un foglio di stile esterno: nella gran parte dei siti che usano CSS il foglio di
stile centralizzato. Lo si collega a ogni singola pagina mediante il tag <link> seguito
da un serie di attribiti obbligatori tra cui il riferimento ipertestuale (href) alla posizione
dello stile nel sito
Le regole
di costruzione dei CSS
Ogni regola dei CSS si compone di due parti: il selettore e
la dichiarazione. Il selettore,
posizionato a sinistra, definisce le parti del documento a
cui applicare lo stile. La dichiarazione, sulla destra e separata dal selettore mediante
due punti, indica le varie propriet e i valori per tali propriet. Il selettore pu corrispondere a uno degli elementi
nativi di HTML, in tal caso parleremo di selettore di tipo. Il
selettore h1, ad esempio, indicherebbe che lo stile si applica
a tutti i titoli di primo livello.
La dichiarazione ospita invece
tutti i possibili attributi stilistici previsti per quel particolare
oggetto.
Ad esempio, h1 { font-family:
Verdana, Arial, Helvetica, sansserif; font-size: 16px; color:
#003399 } indica che i titoli delle nostre pagine saranno visualizzati con il font Verdana,
oppure in alternativa con Arial,
Helvetica o con un qualsiasi
font di tipo san serif (senza
grazie le grazie sono gli arrotondamenti che si notano alle
estremit delle lettere di alcune font aggraziate, come il Times Roman e che servono per
facilitare la lettura su carta,
ma che mancano invece nelle
font di tipo "bastone" che sono
lisce e senza ghrigori e risultano pi facili da leggere a schermo).
La regola indica inoltre che
il titolo dovr avere una dimensione di 16 pixel (il valore
preciso, impossibile a definirsi con il tag <font>) nonch
un colore blu. Notate che la regola si apre e si chiude con una
4a lezione
parentesi graffa cos da essere
distinta dalle altre e che ogni
propriet viene separata da un
punto e virgola.
Possiamo proseguire nella
nostra lista e definire tante regole quanti sono i tag che pensiamo di utilizzare nelle pagine
del nostro sito e alla fine otterremo un file di testo che pu
vivere indipendentemente all'interno del sito medesimo,
oppure essere incorporato nelle singole pagine.
Cos come ci si possono essere molte propriet per un
singolo selettore, possono altres esserci numerosi selettori per una singola propriet. Infatti la regola h1,h2,h3,
h4,h5,h6 { color: #003399 } ci dice che tutti i titoli e titolini del
nostro sito saranno blu.
Se volessimo invece modificare uno specifico tag all'inter-
46/88
possibile con
HTML,
posizionare gli elementi sulla
pagina con estrema
precisione, inserire elementi
dinamici e multimediali nella
pagina.
7. Gli attributi passano di padre
in figlio con il figlio che ha la
priorit nel variare quel che
gli viene dal padre.
8. Esistono quattro modi
possibili: creando all'interno
della pagina un collegamento
a un file che contiene le
indicazioni di stile per l'intero
sito, integrando il foglio di
stile direttamente nella
pagina, importando
all'interno di questa un foglio
di stile residente in un file
esterno, inserendo le
informazioni di stile
direttamente nel tag HTML
che si vuole modificare.
9. Se non le supporta affatto
non succede niente. Se
invece le supporta solo
parzialmente pu produrre
risultati inaspettati in
qualche raro caso.
10.Un insieme di 216 colori che
possono essere visualizzati
senza varianti un Macintosh
oppure un PC Windows.
11.Esistono tre formati usabili
direttamente dal browser:
GIF per grafici e disegni,
JPEG per le fotografie e PNG
http://www.oreilly.com/ catalog/wdnut/excerpt/color_names.html).
Il metodo basato sui valori
esadecimali invece il pi comune perch utilizzabile direttamente dall'interno di un tag
HTML e compatibile con qualsiasi browser.
Basta indicare i valori RGB
che vogliamo riprodurre per
ottenere qualsiasi genere di tinta. Il risultato una sequenza
di sei cifre esadecimali come
ad esempio FF0033 (rosso vivo), due per ciascuno dei tre
colori: rosso, verde e blu. Questi colori primari,
combinati sullo
schermo, producono tutti i colori visibili.
(versione integrale
dellarticolo sul CD)
larticolo
sul CD
n. 68
4a lezione
5 Gestire le immagini
l secondo tipo di contenuto tipico di una pagina Web sono
le immagini. A differenza del
testo, non si trovano nella pagina HMTL, ma vengono caricate
in quest'ultima per mezzo di
uno speciale marcatore che ne
indica la posizione all'interno
del sito in relazione al documento oltre che le caratteristiche di visualizzazione e l'allineamento rispetto al testo. Nella gestione delle immagini, esistono quindi due fasi: la prima
consiste nel preparare il file che
le contiene e la seconda nel collegarlo alla pagina nella posizione in cui vogliamo che appaia quando spedito al browser
del navigatore. Per tale motivo
bisogna conoscere i formati di
file utilizzabili e sapere scegliere quello corretto in funzione
del contenuto, cio del tipo di
immagine che si vuole riprodurre.
47/88
I tre moschettieri
della grafica Web
Oggi non esiste modo per
pubblicare un'immagine sul
Web che non passi attraverso
Esempio di codice
HTML per inserire
un'immagine.
Sotto vediamo una
parte della pagina che
stata utilizzata per
realizzare la figura a
fianco. Le immagini
sono state inserite in
una tabella che
contiene uno stile in
linea sia per la tabella
in quanto tale (vedi la
parte in blu nel tag
<table>) sia per la
didascalia (vedi la
parte in blu nel tag
<caption>).
Il tag <img> inserisce
l'immagine nella cella
della tabella
specificando mediante
l'attributo src, il
percorso di
destinazione e,
mediante l'attributo
align come allinearla
rispetto al testo che
segue direttamente la
chiusura del tag
<img>
Allineare il testo
all'immagine.
Il punto d'inserimento
dell'immagine nella pagina
viene indicato mediante il
marcatore <img> al quale
si associa anche l'attributo
di allineamento rispetto al
testo gi esistente
4a lezione
che gestire fotografie visto che
permette di riprodurre 16 milioni di colori mediante una compressione senza perdita pi efficiente rispetto a quella del formato GIF. Offre anch'esso la possibilit di creare semplici animazioni.
Per il momento sufficiente
ricordare questa regola: GIF o
PNG per grafici, immagini con
tinte unite o animazioni; JPEG
per le fotografie. Nella lezione
dedicata al Web design vedremo
meglio come sfruttare ciascuno
di essi.
Inserire l'immagine
nella pagina HTML
Abbiamo detto che ogni immagine costituisce un oggetto
esterno alla pagina Web e che
viene abbinata a quest'ultima
nel momento in cui il server la
spedisce al browser del navigatore. A tale scopo sufficiente
inserire nel codice HTML della
pagina, l dove vogliamo che
l'immagine compaia, un riferimento che punti alla posizione
del file che la contiene e che ne
indichi le principali caratteristiche di visualizzazione. Ci permette di svincolare HTML e grafica di conservare tutte le immagini in una directory centralizzata, una tecnica particolarmente utile nei siti dinamici.
Il marcatore HTML che inserisce l'immagine nella pagina
<img> (image) che deve essere
necessariamente abbinato all'attributo src (source fonte)
per indicare la posizione del file
grafico. Un esempio pratico del
suo uso sarebbe <img
src="/zzz/pcopenlogo.gif"
width="168" height="55" bor-
48/88
acquistare da subito
il proprio dominio presso
Register ad un prezzo
scontatissimo (40% in meno,
lo sconto pi alto oggi disponibile sul
mercato).
Il metodo semplicissimo:
dovrete collegarvi al sito Internet
www.register.it/pcopen,
inserire il codice seguente: x6Wa3P
nel box allinterno della pagina e a questo
5a lezione
A scuola con PC Open
Progetto
Web Master
di Roberto Mazzoni
Criteri di base
La progettazione di una pagina Web, come per qualsiasi
altro tipo di pubblicazione su
carta o altro supporto, consiste nel collocare gli elementi su
una griglia ordinata, assegnando dimensioni proporzionate e
tracciando un percorso di lettura che guidi l'occhio del navigatore attraverso la pagina
nella sequenza che noi desideriamo, da sinistra a destra e
dall'alto in basso. Rispetto alla
carta, le pagine Web hanno la
caratteristica peculiare di es-
Lezione 2:
Siti statici e linguaggio
HTML
il corso
sul CD
n. 69
(disponibile integralmente
sul CD)
Progettare un sito statico
Progettare la pagina
Pagine HTML e marcatori
Strutturare i contenuti della pagina
Adobe GoLive 6.0
Spiegazione dei tag HTML per una pagina
vergine
Esercizi su come creare una pagina
vergine e su come progettare un sito
Lezione 3:
Modelli di pagina e tabelle
(disponibile integralmente sul CD)
La tabella come elemento strutturale
Progettare layout fluidi e statici
Costruire template con le tabelle
di layout
NamoWeb Editor5: per siti statici
49/88
professionali
Dimensionare tabelle e celle fluide,
dimensionare tabelle con celle miste,
allineamento spontaneo delle tabelle
consecutive
Template con struttura complessa
Template con tabelle nidificate
Esercizi
Lezione 5:
Design e multimedialit
Elementi di design per il Web
La ruota colore
Grafica e formati di immagini per Internet
Lezione 4:
HTML 4.01 e CSS
(disponibile integralmente sul CD)
Stile e struttura: usare i tag HTML nativi
Il deprecato tag font
I marcatori per formattare il testo
Gestire gli spazi nel testo
CSS e HTML 4.01
Cosa si pu fare con i fogli stile
Quattro tipi di CSS
I colori del Web
Gestire le immagini
Esercizi
Ereditariet e innesco a cascata
Propriet di trasferimento
dei parametri
Regole di ereditariet
Selettori di classe
Websafe palette
Link ipertestuali
Tabelle dimmagini
Mappe immagine
Audio e video
Le prossime puntate
Lezione 6:
Siti interattivi
Lezione 7:
Interazione sul server
Lezione 8:
Promuovere il sito
5a lezione
50/88
Dosare il colore
Coerenza, allineamento,
posizione e ripetizione
Queste sono le quattro parole chiave da tenere a mente
quando si progetta la grafica di
un sito. La coerenza si riferisce
alla costanza con cui gli elementi di riferimento si ripetono
di pagina in pagina conservando aspetto, posizione e dimensione. Il sito avr sicuramente
diversi modelli di pagina (template), ma ci saranno alcuni
elementi che non cambiano,
come ad esempio il logo, le barre di navigazione, i link ipertestuali, lo sfondo, eccetera.
Mantenendo invariati questi
elementi, si trasmetter un'impressione di ordine e si faciliter l'orientamento del navigatore che potr concentrarsi sui
contenuti. L'allineamento un
criterio fondamentale dell'impaginazione tipografica e si ripropone anche sul Web. Il testo
e le immagini devono mantenere un allineamento regolare tra
loro e rispetto alla griglia di
layout. anche possibile sfruttare variazioni di allineamento
rispetto alla norma per mettere
in evidenza elementi particolari, come ad esempio un titolo
5a lezione
consigliabile per lo meno negli
elementi di navigazione.
Ancora pi visibili dei colori
sono le fotografie e gli elementi grafici, specie se tridimensionali. Le fotografie aggiungono anche informazioni di contenuto, ma bene ricordare
che ogni immagine aggiunta aumenta il tempo di scaricamento della pagina. Il rallentamento diventa particolarmente vistoso con immagini di grandi
dimensioni e le pagine che contengono un gran numero d'immagini diventano inaccessibili
a chi usi browser non convenzionali (come telefonino, PDA,
eccetera) e difficili da aggiornare.
Gli elementi grafici 3D sono
invece spesso una parte integrante del sistema di navigazione del sito. L'effetto tridimensionale facilmente realizzato aggiungendo un'ombra alla figura, icona, pulsante o barra di navigazione, e creando
bordi smussati. L'uso di grafica
Immagini in movimento
per dare vita alla pagina
Il prossimo elemento a salire
nella nostra graduatoria di visibilit sono le immagini in movimento, balzano all'occhio pi
di qualsiasi altra cosa e contribuiscono a differenziare il Web
dalla carta stampata. Qui gli
esperti di usabilit sono concordi: mai superare i due elementi per pagina. Nella realt si
finisce per averne diversi anche perch i banner e i bottoni
pubblicitari sono spesso ani-
51/88
nel caso di Flash spesso integrato nelle versioni pi moderne dei principali browser. Esistono soluzioni di animazione
ancora pi complesse che prevedono l'inserimento di filmati
o di sequenze prodotte con altri software.
Ciascuna di questi richiede
tuttavia speciali plug-in oppure
veri e propri applicativi, non disponibili a tutti i navigatori
bench gratuiti.
L'ultima novit in materia di
grafica vettoriale per il Web il
formato SVG (Scalable Vector
Graphics) che costituisce uno
standard nato con il nuovo linguaggio XML e che richiede anch'esso l'impiego di plug-in gratuiti, ma che in prospettiva diventer parte integrante dei
browser. SVG sar probabilmente uno dei formati di riferimento del futuro, ma per il momento la scelta per le animazioni sul Web si concentra su
GIF, e la relativa evoluzione
PNG, e su Flash.
52/88
chiare del dovuto, cos da apparire accettabili sullo schermo di un PC. Viceversa, cercate di produrre immagini che
sembrino un po' pi scure del
dovuto sullo schermo del PC
per fare in modo che non appaiano slavate quando visualizzate su un Mac. Attenzione
anche alle differenze tra Linux
e Windows che, per quanto
meno evidenti, comunque esistono.
Inoltre, con la diffusione
progressiva dei monitor LCD e
dei notebook, in aggiunta ai
comuni tubi a raggi catodici,
dovete mettere anche in conto
sostanziali difformit nella resa dei colori a seconda del tipo
di display usato dal navigatore. Gi era difficile garantire
una ragionevole uniformit tra
CRT di marca e tipo diverso;
ora con gli LCD le differenze
tra modelli diventano macroscopiche. Pertanto, nel creare
immagini da zero, bisogna evitare accostamenti di colori
troppo vicini tra loro, con
scarso contrasto, perch potrebbero sparire completamente sul monitor di qualcun
altro rendendo l'immagine del
tutto indistinguibile e bisogna
anche prepararsi a condurre
test periodici su macchine diverse.
L'eclettico GIF
La risoluzione corretta
Lo schermo di un computer
visualizza tipicamente 72 punti per pollice, mentre la gran
parte delle immagini predisposte per la stampa su carta ha
una risoluzione di 300 punti
per pollice. Ci significa che, a
parit di grandezza visiva, il file visualizzato sullo schermo
sar di quattro volte pi piccolo rispetto a quello inviato alla
stampante. Una variante sul tema rappresentata dai monitor di grandissime dimensioni
che visualizzano 96 punti per
pollice, ma di solito si tiene comunque valido il valore di 72,
lasciando che poi l'immagine si
adatti automaticamente ai vari
display.
La conversione da 300 a 72
punti viene solitamente eseguita mediante un programma
di fotoritocco che riduce il numero complessivo di pixel eseguendo in alcuni casi anche la
compressione e l'ottimizzazio-
Il Graphic Interchange Format il pi comune tra i formati per il Web. Si presta particolarmente per la codifica di
disegni e grafici, ma pu essere utilizzato anche per la memorizzazione di fotografie nel
caso in cui volessimo usare
due sue peculiarit: l'animazione e l'effetto trasparenza.
Gode del supporto di tutti i
browser in circolazione, offre
una compressione molto efficace e permette anche di creare immagini con caricamento
progressivo (interfacciate) per
sveltire la visualizzazione della
pagina senza rinunciare alla
qualit finale. Inoltre la compressione offerta da GIF di tipo lossless vale a dire che non
comporta la perdita di dati, come invece accade nel caso del
JPEG. Va comunque notato che
i programmi pi moderni consentono di eseguire una compressione con perdita anche
con il formato GIF al fine di
5a lezione
ridurne le dimensioni oltre
quel che si riesce a fare agendo
sul numero di colori.
Il formato GIF comprime
l'immagine esaminando in orizzontale il contenuto di ciascuna riga e codificando qualsiasi
variazione di colore. Ci significa che immagini con ampi
spazi di tinte unite vengono
compressi con grandissima efficienza perch quando il colore non cambia, il formato si limita a registrare il valore iniziale e il numero di pixel per
volozza e ogni volta che ne trova uno vicino a un corrispondente colore Websafe lo sostituisce con quest'ultimo (Macromedia Fireworks MX chiama questa particolare tecnica
Websnap, Adobe Imageready
la chiama invece Selettiva). Infine abbiamo una quinta possibilit che consiste nel creare
una palette che d priorit ai
colori che sono pi facilmente
percepibili dall'occhio umano,
indipendentemente dalla frequenza con cui vengono usati
nell'immagine (palette Percettiva, usata da ImageReady e
Photoshop).
I programmi di grafica compatibili con il formato GIF solitamente propongono in automatico una palette che conservi la miglior fedelt possibile
dell'immagine e ci permettono, poi, di "ottimizzarla" intervenendo su due parametri fondamentali: il numero di colori
nella palette e la presenza o
meno del dithering. Quest'ultimo un sistema per simulare
le gradazioni utilizzando la
53/88
camente se
esistono colori a sufficienza.
Il numero dei
colori l'elemento che pi
di qualsiasi altro influenza
la dimensione
L'immagine che contiene il bottone di questo esempio ha uno
finale
di
sfondo blu identico allo sfondo della pagina HTML in cui
un'immagine.
s'inserisce. In tal modo i due si fondono e il bottone si fonde
perfettamente con la pagina
Partendo da
una qualsiasi
delle numerose palette disponibili per
il formato GIF,
possiamo ridurre selettivamente il numero di colori
cos da aumentare
la
Cambiando lo sfondo della pagina diventa evidente lo sfondo
compressione
dell'immagine
dell'immagicombinazione di colori gi pre- ne. Di default si parte con una
senti nell'immagine. Non au- tavolozza di 256 colori, si pu
menta perci il numero di co- quindi scendere a 128, 64, 32,
lori, ma incrementa comunque eccetera, oppure prendere la
la dimensione del file aggiun- scorciatoia e chiedere al progendo informazioni che mi- gramma di generare una paletgliorano soprattutto le even- te "esatta", cio contenente l'etuali sfumature. Un parente satto numero di colori effettiprossimo del dithering l'an- vamente presenti nell'immagitialiasing, che consiste nell'u- ne. Le due strade non sono
sare sfumature di colore per equivalenti. La tavolozza esatattenuare i bordi netti dei ca- ta consente infatti di eliminare
ratteri tipografici di grandi di- semplicemente le posizioni
mensioni, riducendone l'effet- non occupate all'interno della
to scalettatura. Il dithering codifica GIF e produce effetti
direttamente attivabile e disat- apprezzabili solo su immagini
tivabile nel momento in cui ge- che abbiamo gi pochi colori
neriamo l'immagine, l'antialia- di partenza. La riduzione masing viene realizzato automati- nuale forzata dei colori, invece, permette
di scalare la
dimensione
del file in modo controllato, alterandone l'aspetto,
ma in modo
poco visibile.
Potete anche
bloccare particolari colori
che non debbano essere
eliminati dalla
scalatura, arrivando a dimensioni che
sono anche
meno della
Per creare un bottone con sfondo trasparente, necessario
scegliere come colore di trasparenza lo stesso che attribuiremo
met dell'oriallo sfondo della nostra pagina Web, in questo caso il blu. In tal
ginale di parmodo il programma di grafica costruir le sfumature di blu
tenza.
Per
necessarie per favorire la saldatura morbida tra l'immagine e lo
semplificare
sfondo. Nell'esempio in figura vediamo che Fireworks MX ha
queste scelte,
identificato con gli scacchi grigio-bianchi la zona trasparente e
ha generato un contorno bluastro tutt'intorno al pulsante
tutti i pro-
54/88
5a lezione
55/88
PNG tuttofare
Il formato Portable Network
Graphics nasce per rimpiazzare GIF e per sostituirsi a JPEG
in alcune circostanze. Alla pari
di GIF, offre l'effetto di trasparenza, molto migliorato qualitativamente poich realizzato
a vari livelli, e la generazione
d'immagini interlacciate la cui
visualizzazione comincia dopo
che stato caricato 1/64 del file e non 1/8 come nel caso del
GIF.
A differenza del GIF, codifica
16 milioni di colori e non consente l'animazione. Viene utilizzato come formato interno
da alcuni programmi di elaborazione grafica, come Fireworks, poich memorizza
anche i vari stadi intermedi di
manipolazione cos da modificare il testo e altri elementi
geometrici vettoriali inseriti
nella pagina anche dopo che
l'immagine stata salvata. Potendo arrivare a 48 bit di colore e 16 bit di scala di grigio
possibile utilizzarlo anche in
sostituzione del JPEG, specie
quando si vuole l'effetto trasparenza per un'immagine fotografica. Nella compressione
non si perdono informazioni e
perci possibile elaborare e
salvare ripetutamente lo stesso file senza scadere in qualit.
Il suo difetto sta nel supporto ancora parziale offerto dai
vari browser, soprattutto alla
trasparenza variabile.
5a lezione
4 Link ipertestuali
l Web esiste grazie al concetto di ipertesto mediante il
quale diversi documenti possono essere consultati in ordine libero sfruttando collegamenti reciproci.
Questi ultimi prendono il nome di collegamenti ipertestuali e consentono di saltare da
una posizione all'altra nella
stessa pagina, da una pagina a
un'altra dello stesso sito e da
un sito all'altro. Basta cliccare
sul link e si viene immediatamente proiettati verso la destinazione richiesta.
Esistono due modi per inserire un link ipertestuale in una
pagina Web: nella forma di testo e nella forma di immagine.
In entrambi i casi, si sfrutta lo
stesso marcatore, denominato
ancora il quale a sua volta
esiste in due varianti.
La pi comune prende il nome di ancora sorgente perch identifica il punto di partenza del collegamento e ne
fornisce la descrizione della
destinazione. il classico link
che troviamo nella maggior
parte delle pagine Web e sul
quale clicchiamo per saltare a
un'altra pagina. La seconda variante invece l'ancora di destinazione utile per marcare il
punto di arrivo di un particolare link all'interno della pagina.
La si usa solitamente per
creare link a porzioni interne
dello stesso documento oppure per fare in modo che la pagina richiamata da un link esterno si apra in corrispondenza di
un particolare paragrafo, anzich alla prima riga.
Ancore sorgente
Il testo o l'immagine che delimitano il "punto caldo" (hot
spot) del collegamento sorgente, cio il punto da cliccare, sono racchiusi tra i tag <a> e </a>.
La destinazione del link invece indicata mediante l'attributo
href (hypertext reference) che
pu contenere un collegamento relativo (pertinente al sito in
cui gi ci troviamo) oppure assoluto (diretto a un sito esterno). All'interno di un sito, la
gran parte dei link saranno relativi, vale a dire che indicheranno la posizione del documento di destinazione in relazione alla directory principale
del sito (collegamento relativo
56/88
Ancore di destinazione
Le ancore di destinazione
sono usate abbastanza di rado.
infatti preferibile comporre
documenti brevi che puntino
ad altri documenti altrettanto
brevi che non creare pagine interminabili che necessitino di
riferimenti interni. In ogni caso,
queste ancore possono tornare
utili in alcune situazioni. La loro caratteristica essenziale
consiste nell'identificare un
punto del documento come destinazione di un collegamento
origine. Tale punto pu coincidere con un qualsiasi elemento
HTML (paragrafo, titolo), con
un brano di testo (anche semplicemente uno spazio bianco)
oppure con un'immagine.
La sintassi da usare nel caso
di un elemento HTML la seguente <h1 id="pippo">brano di
testo </a>. Si sfrutta l'attributo
id tipico delle versioni pi recenti di HTML per identificare
l'elemento a cui vogliamo puntare. Nel caso invece di un brano di testo o di un'immagine, la
sintassi sar la seguente: <a name="pippo">brano di testo o immagine</a>. In entrambi i casi
il link sar invisibile nella finestra del browser e non sar
cliccabile proprio perch si
tratta di una destinazione e
non di un'origine. Avrete notato che nei due esempi abbiamo
inserito un nome di fantasia
(pippo) che ci servir per puntare all'ancora di destinazione
dall'interno di un'ancora di origine. Supponiamo di voler
creare un link in cima al documento che faccia scorrere il testo nella finestra fino a raggiungere l'ancora di destinazione. La sintassi sarebbe <a
href="#pippo">testo da cliccare</a>. Notate che abbiamo
usato il simbolo di cancelletto
prima di "pippo" per indi-
5a lezione
care che si tratta del nome
di un'ancora di destinazione.
Nel caso di un link contenuto in
un documento esterno la sintassi sarebbe: <a href="documento.html#pippo">testo da
cliccare</a>.
Il documento.html si aprir
nella finestra del browser esattamente nel punto contrassegnato dall'ancora "pippo".
La terza variante di link ipertestuale ci consente d'identificare esplicitamente che le parole che seguono corrispondono a un indirizzo di posta elet-
tronica e che perci, cliccandovi sopra, sar possibile inviare un messaggio direttamente a quel destinatario.
Si tratta di una funzione molto usata per facilitare il contatto con il gestore del sito o con
altre persone.
5 Tabelle dimmagini
bbiamo gi visto che le tabelle svolgono un ruolo
essenziale per costruire il
layout di una pagina Web. Inserendo brani di testo e immagini
entro le celle di una tabella invisibile, possiamo stabilirne le
posizioni e gli allineamenti.
Un impiego particolare di
questa funzione consiste nell'usare la tabella come elemento di unione per pi immagini
oppure per gli elementi frazionati di una singola immagine
pi grande.
Il primo caso il pi comune
e lo troviamo nella gran parte
dei siti. Prendiamo ad esempio
il sito italiano www.film.it che
parla di novit cinematografiche. Se scomponiamo la sua
home page, vediamo che contiene una tabella che salda tra
loro testo, fotografie, pulsanti
navigazione e testatine grafiche (vedi la figura).
Il secondo caso adotta invece una tecnica di frammentazione dell'immagine sviluppata
dai progettisti Web per sveltire
il caricamento di un'immagine
di grandi dimensioni e per usare la stessa immagine come
strumento di navigazione. L'o-
In questa pagina presa dal Web (www.film.it) vediamo cerchiate in rosso e in verde
tutte le immagini che sono state unite mediante la tabella invisibile che regge l'intera
pagina. Nella parte alta di navigazione, il riquadro nero, le immagini si mescolano con
lo sfondo della cella sembrando un tutt'uno
57/88
Ecco la tabella
visualizzata all'interno
di Dreamweaver MX.
Notiamo le celle e le
singole immagini che vi
sono contenute. A
ciascuna possiamo
assegnare un link
ipertestuale cos da
creare un elemento
grafico di navigazione
5a lezione
immagini, in particolare Photoshop, ImageReady e Fireworks
MX. sufficiente posizionare le
guide di taglio per identificare
le varie porzioni e in alcuni casi anche possibile assegnare,
gi dall'interno del programma
di grafica, l'effetto rollover e generare automaticamente la tabella HTML finale.
Ottimizziamo l'immagine gi elaborata prima, definendo altre due porzioni di taglio (slicing) che trasformiamo in aree HTML visto
che hanno uno sfondo bianco tinta unita che pu essere facilmente riprodotto mediante i colori di sfondo della tabella. Durante la
fase di esportazione, Fireworks MX genera automaticamente la tabella finale
6 Mappe immagine
bbiamo visto che un'immagine pu essere frazionata in blocchi cos da far
corrispondere a ciascun blocco un link ipertestuale e creare
un sistema di navigazione grafico. L'unione dei vari blocchi
in modo da riprodurre visivamente l'immagine originale sulla pagina Web richiede l'impiego di una tabella di layout. Il sistema tuttavia complesso,
trascina con s tutte le imprevedibilit delle tabelle e non si
presta a layout complessi, magari di forma astratta.
Esiste un'alternativa che
consiste nell'assegnare all'immagine che dovr fungere da
elemento di navigazione una
serie di coordinate che identificano aree cliccabili.
A ciascuna di tali aree, poi,
attribuiremo un link ipertestuale. In pratica tracciamo sull'immagine una mappa invisibile, indicando le coordinate in
pixel dei vertici delle varie forme, calcolati partendo dall'angolo superiore sinistro dell'immagine.
Calcolare le coordinate a mano sarebbe un'impresa non da
poco, ma fortunatamente tutti i
principali editor HTML visuali
prevedono strumenti che semplificano moltissimo questa
operazione. Basta tracciare sulla figura i contorni delle varie
zone e il programma calcoler
tutte le coordinate relative producendo anche il codice HMTL
necessario per inserire la map-
58/88
6a lezione
A scuola con PC Open
Progetto
Web Master
di Michele Nasi
1 I linguaggi di programmazione
linguaggi di programmazione
si dividono essenzialmente in
tre grandi gruppi: linguaggi
compilati, semi-compilati ed interpretati.
Nel caso dei linguaggi compilati, il codice sorgente (ossia il
file testuale contenente le istruzioni che devono essere eseguite da parte del personal
computer) viene impacchettato sotto forma di un file eseguibile. I sorgenti vengono tradotti in codice macchina,
comprensibile al personal
computer, mediante lutilizzo
Lezione 2:
Siti statici e linguaggio
HTML
il corso
sul CD
n. 70
(disponibile integralmente
sul CD)
Progettare un sito statico
Progettare la pagina
Pagine HTML e marcatori
Strutturare i contenuti della pagina
Adobe GoLive 6.0
Spiegazione dei tag HTML per una pagina
vergine
Esercizi su come creare una pagina
vergine e su come progettare un sito
Lezione 3:
Modelli di pagina e tabelle
(disponibile integralmente sul CD)
La tabella come elemento strutturale
Progettare layout fluidi e statici
Costruire template con le tabelle
di layout
NamoWeb Editor5: per siti statici
59/88
professionali
Dimensionare tabelle e celle fluide,
dimensionare tabelle con celle miste,
allineamento spontaneo delle tabelle
consecutive
Template con struttura complessa
Template con tabelle nidificate
Esercizi
Lezione 4:
HTML 4.01 e CSS
(disponibile integralmente sul CD)
Stile e struttura: usare i tag HTML nativi
Il deprecato tag font
I marcatori per formattare il testo
Gestire gli spazi nel testo
CSS e HTML 4.01
Cosa si pu fare con i fogli stile
Quattro tipi di CSS
I colori del Web
Gestire le immagini
Esercizi
Ereditariet e innesco a cascata
Propriet di trasferimento
dei parametri
Regole di ereditariet
Selettori di classe
Websafe palette
Lezione 5:
Design e multimedialit
(disponibile integralmente sul CD)
Elementi di design per il Web
La ruota colore
Grafica e formati di immagini per Internet
Link ipertestuali
Tabelle dimmagini
Mappe immagine
Audio e video
Lezione 6:
Siti interattivi
I linguaggi di programmazione
La programmazione orientata agli oggetti
Oggetti e priopriet
Eventi e funzioni
Variabili e stringhe
Gli operatori in JavaScript
Istruzioni condizionali
Interazione tra JavaScript e form HTML
Interazione tra JavaScript e frame
DHTML
Le prossime puntate
Lezione 7:
Interazione sul server
Lezione 8:
Promuovere il sito
6a lezione
rate e cos via, oltre a stabilire
le propriet caratteristiche
(ampiezza, colore, allineamento) di ciascun elemento.
Fatta eccezione per i form,
lHTML non ha in s n strutture in grado di interagire con lutente n strutture decisionali.
LHTML, insomma, completamente statico.
Con questa lezione del nostro corso, ci proponiamo di
aggiungere un altro importante
tassello alle nostre conoscenze: presenteremo JavaScript e
DHTML.
JavaScript pu essere considerato come il complemento di
HTML. un linguaggio interpretato ed un linguaggio di
scripting. JavaScript semplice perch si basa su un numero
ristretto di oggetti di programmazione, tuttavia il suo utilizzo
potrebbe non risultare indicato
per lo svolgimento delle operazioni pi complesse: procedure
allapparenza assai semplici,
potrebbero infatti implicare lo
sviluppo di script piuttosto
complicati.
JavaScript sicuro e affida-
Lidentikit di JavaScript
JavaScript un linguaggio di scripting
Un linguaggio di scripting un linguaggio di programmazione
ridotto allosso
Uno script JavaScript si compone di una serie di istruzioni
eseguibili dal personal computer client
Il codice JavaScript inseribile allinterno di una qualsiasi pagina
HTML
JavaScript un linguaggio aperto che pu essere liberamente
utilizzato da chiunque senza la necessit di acquistare una
licenza duso
JavaScript supportato da tutti i browser Internet
bile: proprio per la sua peculiarit di essere un linguaggio
piuttosto limitato per numero
e complessit delle strutture
che mette a disposizione non
si conoscono problemi di sicurezza e di affidabilit.
Tutti i bug e le falle di sicurezza di JavaScript sono stati
scoperti e risolti sin dalluscita
delle prime versioni.
Tra le caratteristiche principali abbiamo gi messo in luce
come il codice sia in chiaro,
ossia visibile da parte di
chiunque, semplicemente ser-
vendosi della funzione Visualizza lHTML del browser, desideri di consultare il codice
HTML della pagina Web che
sta visitando.
Il codice JavaScript, inoltre,
viene eseguito sul client, ossia
sul personal computer che sta
visitando un determinato sito
Internet. Si tratta di un aspetto
importante che deve essere tenuto a mente: altri linguaggi di
programmazione vengono detti lato server perch, ad ogni
richiesta di connessione da
parte di un personal computer
60/88
6a lezione
terpretato solo da Internet Ex-
I browser Internet
e gli script
Abbiamo gi evidenziato come tutti i browser, soprattutto
quelli di ultima generazione,
siano in grado di processare i
JavaScript, qualsiasi sia la loro
versione. Ma cosa succede se
la pagina Web facente uso di JavaScript viene visualizzata con
3 Oggetti e priorit
icollegandoci con quanto
introdotto poco fa circa la
programmazione orientata agli oggetti, passiamo ad illustrare, nella pratica, il significato di oggetti e propriet.
Una pagina Web, visualizzata
allinterno del browser Internet, considerabile come un
oggetto. Ogni tabella, pulsante,
immagine, form, link, presente
61/88
lue. Notare che la propriet value si riferisce alloggetto username (campo testo) che parte delloggetto miologin (form),
il quale, a sua volta, contenuto nelloggetto document (la pagina Web).
Metodi
I metodi descrivono le azioni
che loggetto deve compiere
6a lezione
non appena riceve un messaggio specifico. In pratica, i metodi sono le azioni che loggetto in grado di compiere.
Cos come una porta pu essere aperta o chiusa, una lampadina accesa o spenta, gli oggetti sono in grado di compiere
molte azioni.
Write() , per esempio, un
metodo delloggetto document: abbiamo gi avuto modo
di fare la sua prima superficiale conoscenza con lo script dellEsempio 1: listruzione document.write (Benvenuto nel
mondo di JavaScript!) ci ha
permesso di scrivere la frase
indicata sulla nostra pagina
Web.
Listruzione document.open()
permette, invece, di aprire un
nuovo documento (pagina
Web).
zione:
Miafinestra = window.open()
Il metodo window.open permette lutilizzo di tre parametri
opzionali che possono essere
inseriti allinterno delle parentesi tonde:
Un URL contenente la pa-
4 Eventi e funzioni
li eventi consentono di
specificare quando - ed
in quali condizioni (per
esempio allapertura di una
pagina Web, quando lutente
clicca su un pulsante, quando
si muove il mouse su un determinato oggetto, e cos via)
- un determinato script debba
essere eseguito.
A differenza di quanto visto
sinora, gli eventi non vengono
definiti allinterno della tag
<SCRIPT> ma vengono generalmente inseriti (a parte
qualche caso) nel codice
HTML della pagina Web.
Provate a creare una pagina
Web utilizzando il codice che
segue:
<HTML>
<HEAD></HEAD>
<BODY>
<SCRIPT
Language=Javascript>
<!-alert(Benvenuto!);
//--></SCRIPT>
<center>
<img src=pcopen.gif
onmouseover=alert(Hai
spostato il puntatore del
mouse
sull\immagine)></img>
</center>
<a href=javascript:alert(Hai
cliccato)>Clicca qui</a><br>
<a
href=http://www.pcopen.it
62/88
onclick=alert(Stai per
raggiungere il sito di PC
Open)>Vai al sito Web di PC
Open...</a><br>
</BODY>
</HTML>
In questo caso, il primo
script ad essere eseguito
quello inserito immediatamente dopo lapertura della
tag <BODY>: listruzione alert
(Benvenuto!) mostrer al visitatore un messaggio iniziale
di benvenuto. Lesempio ci
permette di provare sul campo lutilizzo degli eventi: a tal
proposito, ci si pu subito
rendere conto di come gli
eventi JavaScript siano utilizzati allinterno del codice
HTML.
Onmouseover e Onclick sono due eventi: il primo viene
attivato non appena lutente
porta il puntatore del mouse
sulloggetto cui la tag HTML fa
riferimento; il secondo evento
ha luogo quando lutente fa
clic con il tasto sinistro del
mouse. Nel nostro esempio,
levento Onmouseover viene
attivato non appena il visitatore della nostra pagina Web
sposti il puntatore del mouse
sullimmagine raffigurante il
logo di PC Open (pcopen.gif).
Si noti come levento JavaScript stato inserito direttamente nella tag HTML <IMG>
<HTML>
<HEAD>
<SCRIPT
LANGUAGE=JavaScript>
6a lezione
<!-- Inizio del codice Javascript
function msgbox (testo) {
alert (testo) }
// - Fine del codice JavaScript
- -->
</SCRIPT>
</HEAD>
<BODY>
<p align=center>
<a
href=http://www.pcopen.it
onclick=msgbox(State per
visitare il sito Web di PC
Open)>PC Open</a><br>
<a href=http://www.01net.it
onclick=msgbox(State per
visitare 01Net, il sito Web del
gruppo editoriale Agepe rivolto
ai professionisti dell\IT e del
Web)>01Net</a><br>
<a
href=http://www.digifocus.it
onclick=msgbox(State per
visitare Digifocus: tutte le
informazioni per i
professionisti dell\
immagine.)>Digifocus</a><
br>
<a
href=http://www.ilsoftware.it
onclick=msgbox(State per
visitare IlSoftware.it: il sito
italiano interamente dedicato
al mondo del software.
)>IlSoftware.it</a><br>
</p>
</BODY>
</HTML>
In questo esempio, abbiamo definito una funzione msgbox contenente ununica istruzione.
Tale funzione viene richiamata da parte dellevento onclick, inserito in ogni tag <A>.
Eventi importanti
onClick
onDblClick
onKeyDown
onLoad
onMouseOut
onMouseOver
saggio di benvenuto.
La prima istruzione document.write stampa sulla pagina
Web il testo Benvenuto; la seconda inserisce nella pagina il
contenuto della variabile utente.
Sulle variabili poi possibile eseguire tutta una serie di
operazioni.
Una delle pi importanti il
concatenamento: due o pi variabili possono, cio, essere
unite assieme.
Nellesempio precedente
avremmo potuto usare ununica istruzione document.write
impiegando il codice che segue:
5 Variabili e stringhe
n qualsiasi linguaggio di programmazione, le variabili
possono essere considerate
come delle scatole allinterno
delle quali possibile immagazzinare dei dati.
Ogni variabile pu memorizzare dati di un certo tipo:
numeri, stringhe (qualsiasi valore letterale), valori booleani.
Le variabili possono assumere
anche lo speciale valore null:
questultimo si incontra spesso nella programmazione e
non rappresenta un valore
specifico.
In molti linguaggi di programmazione (per esempio Java, C, C++) le variabili devono
essere dichiarate prima di poter essere utilizzate: quindi
indispensabile inizializzarle
specificando il loro nome e il
tipo di dati che esse andranno
a contenere.
In JavaScript la dichiarazione delle variabili non strettamente necessaria.
Ad esempio, listruzione luogonascita=Milano provvede
automaticamente ad inizializzare una variabile (luogonascita) come stringa e a porvi,
al suo interno, il valore Milano.
Il simbolo di uguaglianza indica che stiamo effettuando un
assegnamento (stiamo associando alla variabile indicata
alla sinistra delluguale il valore specificato alla sua destra).
63/88
Facciamo alcuni
esempi
Utilizziamo il metodo
prompt() per richiedere allutente che visita la nostra pagina Web, di inserire il suo nome. La stringa di testo inserita
verr successivamente utilizzata per visualizzare un messaggio di benvenuto.
Poich il metodo prompt()
restituisce il testo che lutente
immette nella finestra di dialo-
<html>
<head>
<title>Corso OpenMaster Lezione 6 - JavaScript Esempio 4</title>
</head>
<body>
<SCRIPT
Language=Javascript>
<!-utente=prompt(Inserisci il tuo
nome,Inserisci qui il tuo
nome);
document.write(Benvenuto );
document.write(utente);
//-->
</SCRIPT>
</body>
</html>
Facendo riferimento a questo esempio, una volta memorizzato il valore stringa nella
variabile utente, tale variabile
potr essere successivamente
usata per visualizzare il mes-
document.write(Benvenuto
+utente);
Il segno di addizione effettua, appunto, un concatenamento tra la stringa Benvenuto
e la variabile stringa utente.
Qualora si fosse utilizzato il
+ tra variabili numeriche
(contenenti, cio, un valore
numerico) avremmo ottenuto
una somma:
primo_valore=25;
secondo_valore=10;
document.write(primo_valore+secondo_valore);
In questo caso listruzione
document.write stampa sulla
pagina Web il valore 35, essendo primo_valore e secondo_valore due variabili numeriche.
6a lezione
3. Operatori relazionali
1. operatori aritmetici
2. operatori di assegnamento
3. operatori relazionali
4. operatori logici
5. operatori su stringhe
Segnaliamo anche gli operatori sui bit (utilizzati di solito solo
per generare colori). Di seguito elenchiamo i principali operatori che JavaScript mette a disposizione del programmatore citando, per ognuno di essi, un esempio.
1. Operatori aritmetici
Operatore
+
Descrizione
Addizione
Sottrazione
Moltiplicazione
Divisione
Modulo (resto
di una divisione)
++
Incremento
(operatore unario)
Decremento
(operatore unario)
Esempio
x=2
x+2
x=2
5-x
x=4
x*5
15/5
5/2
5%2
10%8
10%2
x=5
x++
x=5
x
Risultato
4
3
20
3
2.5
1
2
0
x=6
x=4
Operatore
Descrizione
Esempio
==
uguale a
!=
non uguale a
>
maggiore di
<
minore di
>=
maggiore o uguale a
<=
minore o uguale a
4. Operatori logici
Operatore
&&
Descrizione
and
Esempio
x=6
y=3
(x < 10 && y > 1) restituisce true
||
or
x=6
y=3
(x==5 || y==5) restituisce false
not
x=6
y=3
x != y restituisce true
2. Operatori di assegnamento
Operatore
Esempio
=
+=
-=
*=
/=
%=
x=y
x+=y
x-=y
x*=y
x/=y
x%=y
Equivale a
(stessa semantica)
x=y
x=x+y
x=x-y
x=x*y
x=x/y
x=x%y
5. Operatori su stringhe
Per quanto riguarda gli operatori
su stringhe, abbiamo gi avuto
modo di presentare, in
precedenza, il +, utilizzato per
concatenare assieme due o pi
stringhe.
Lo script seguente, ad esempio,
assegna alla variabile testo3 la
stringa Benvenuti al corso di PC
64/88
Open:
testo1=Benvenuti al corso
testo2=di PC Open
testo3=testo1+testo2
Per aggiungere uno spazio tra le
due variabili stringa le soluzioni
possibili sono due.
La prima consiste nellinserire
6a lezione
2. Passiamo ora allo sviluppo della funzione che dovr aprire la nuova
finestra: definiamo la nuova funzione tra i tag <SCRIPT> e </SCRIPT>.
Poich la funzione deve ricevere in ingresso un valore stringa, ricorriamo
allutilizzo di una variabile messaggio.
Allinterno della funzione JavaScript, dobbiamo quindi inserire una serie
di istruzioni che consentano di recuperare data ed ora attuali (nel formato
utilizzato sul personal computer client), che definiscano il contenuto
della nuova finestra e le propriet della stessa (posizione e dimensioni).
Per quanto riguarda le informazioni relative a data ed ora impieghiamo
il codice che segue:
newwindow=window.open(,miafinestra,
toolbar=0,status=0,menubar=0,scrollbars=0,resizable=0,width=+la
rghezza+,height=+altezza+,top=+alto+,left=+sinistra);
newwindow.document.writeln(data_ora);
newwindow.document.write(contenuto);
Loggetto nuova finestra chiamato newwindow. La terza opzione
permette di specificare tutte le caratteristiche della finestra.
Le successive istruzioni - document.writeln(data_ora) e
document.write(contenuto) - inseriscono nella pagina Web della nuova
finestra, il contenuto della variabile data_ora e il codice HTML presente
in contenuto.
Lesempio consultabile su CD utilizzando il file 05_riassuntivo.html
oppure online allindirizzo seguente:
http://www.ilsoftware.it/libreria/js/jstest.asp?f=05_riassuntivo
65/88
6a lezione
<html>
<body>
<script type=text/javascript>
var d = new Date()
var time = d.getHours()
if (time < 12)
{
document.write(<b>Buongiorn
o!</b>)
}
66/88
else
{
document.write(<b>Buonasera
!</b>)
}
</script>
<p>Questo esempio mostra
lutilizzo del costrutto
if...else</p>
<p>Prima delle ore 12 lo script
visualizza il messaggio
Buongiorno!,
dopo le 12 Buonasera!.</p>
</body></html>
Nel costrutto if...else, inseriamo come condizione lespressione time < 12.
In questo modo, qualora lora attuale sia precedente a
mezzogiorno, verr stampata,
sulla pagina HTML, lesclamazione Buongiorno!, altrimenti
Buonasera!.
Proviamo ora a scrivere uno
script che ci consenta di presentare, allutente che visita il
nostro sito Web, o il sito ufficiale di PC Open (www.pcopen.it) o Digifocus (www.digifocus.it).
La scelta dovr essere operata in modo del tutto casuale
(il link di PC Open o quello di
Digifocus avranno il 50% di
possibilit di venire mostrati).
Il metodo Random(), applicato alloggetto Math, consente
di generare un numero casuale
compreso tra 0 ed 1 (decimali
compresi): ci significa che listruzione Math.random() genera numeri casuali del tipo
6a lezione
rie istruzioni case (nel nostro
esempio default non necessario). Va ricordato che sia nelle espressioni ifthen che in
switch, loperatore di uguaglianza che va utilizzano ==
(come gi visto in precedenza)
e non = (loperatore di assegnamento). Si tratta di un errore molto comune che spesso
provoca comportamenti inattesi (JavaScript si limita ad
ignorare lespressione).
Strutture iterattive
Una delle pi famose strutture iterative, comune a molti
altri linguaggi di programmazione, il ciclo for.
Tale istruzione detta appunto ciclo perch esegue
iterativamente una serie di
azioni finch non viene raggiunto un limite prestabilito,
da parte del programmatore,
ed indicato in una condizione.
Il ciclo for utilizza la seguente sintassi:
for (inizializzazione; condizione; incremento) istruzioni;
literazione regolata da una
variabile contatore.
Ci significa che ogni volta
67/88
<FORM> e </FORM>.
Proviamo ad inserire, nella
nostra pagina HTML, un form
che richieda allutente di digitare il suo indirizzo e-mail verificandone, successivamente, la
validit.
Per motivi di semplicit, limiteremo il controllo circa la
validit dellindirizzo di posta
elettronica specificato, alla presenza del simbolo @.
Se lutente inserir una stringa di testo contenente la chiocciolina, quanto introdotto nel
campo di testo verr considerato come un indirizzo e-mail
valido. ovvio che nella vita
reale si dovranno sviluppare
dei controlli aggiuntivi sulla validit dellindirizzo e-mail (ad
esempio, verificare la presenza
di un suffisso .it, .com, .net, .org
e cos via).
Iniziamo con linserire il codice HTML per la visualizzazione di una casella di testo e di
un pulsante Invia:
<html><head></head>
<body>
<form name=form_email
action=form_ok.html>
Inserisci il tuo indirizzo e-mail:
<input type=text name=email>
<input type=submit
value=Invia>
</form>
</body></html>
Assicuriamoci di assegnare
al form HTML un nome specifico, inserendo il parametro name (nel nostro caso, abbiamo
scelto il nome form_email).
Il parametro action consente
di stabilire la pagina ove il
browser Internet deve essere
reindirizzato dopo la pressione, da parte dellutente, del
pulsante Invia.
Le tag <INPUT>, che debbono essere sempre comprese tra
<FORM> e </FORM>, consentono di stabilire gli elementi facenti parte del modulo HTML.
Per ogni tag <INPUT> necessario indicare, ricorrendo al parametro type, il tipo di elemento che si vuole utilizzare.
Ad esempio, specificando type=text, si inserir, nel modulo HTML, una casella di testo;
con type=checkbox una casel-
6a lezione
x=document.form_email
at=x.email.value.indexOf(@)
if (at == -1)
{
alert(Indirizzo e-mail non
valido.)
return false
}
}
</script>
Cosa abbiamo scritto? In primo luogo abbiamo denominato
controlla() la funzione che effettua la validazione dellindirizzo e-mail. Una volta invocata
tale funzione, JavaScript memorizza nella variabile x il contenuto del form form_email.
Listruzione successiva recupera, prima, il valore del
campo denominato email
(x.email.value), quindi applica
il metodo indexOf.
Tale metodo restituisce la
posizione della prima occorrenza della stringa specificata
allinterno di unaltra stringa.
Se la stringa indicata tra parentesi tonde non viene trovata, il
metodo restituisce il valore -1.
Per fare un esempio concreto, supponiamo di assegnare
ad una variabile x la stringa
La mia rivista preferita PC
Open:
x=La mia rivista preferita PC
Open
pos=x.indexOf(PC Open)
document.write(pos)
Invocando il metodo indexOf(PC Open), lo script
cercher la prima occorrenza
della stringa PC Open allinterno della frase La mia rivista
preferita PC Open.
La variabile pos assumer, in
JavaScript risulta unottima soluzione per la validazione dei dati direttamente sul personal
computer dellutente che visita il nostro sito, evitando cos di caricare il server del sito
ce HTML che consente la visualizzazione del form, linvocazione della funzione controlla(): aggiungiamo, nella tag
<FORM> un riferimento allevento onSubmit (ci significa
che non appena lutente agir
sul pulsante Invia (Submit),
verr eseguita la funzione JavaScript appena illustrata).
Largomento dellevento onSubmit return controlla(). Il return che precede la chiamata
della funzione controlla(), permetter di annullare linvio del
contenuto del form alla pagina
form_ok.html (specificata col
parametro action) se la funzione restituisce il valore false (come abbiamo visto, tale valore
viene assunto solo nel caso in
cui @ non sia presente, ossia
qualora lindirizzo e-mail non
sia valido).
Se invece la funzione controlla() restituisce un valore diverso, linvio dei dati del form
verr consentito.
La validazione dei dati (ossia
il controllo della loro corret-
tezza) sul lato client (ossia direttamente sul personal computer dellutente che visita il
nostro sito Web), permetter di
evitare di sovraccaricare il server Web che ospita il sito di un
lavoro aggiuntivo. JavaScript
rappresenta, quindi, la migliore
soluzione per la realizzazione
di questo tipo di controlli.
Il codice HTML e lo script JavaScript sono contenuti allinterno del file form_email.html
nel CD ROM.
Lesempio form_focus.html
(disponibile nel CD ROM di PC
Open) presenta, invece, lutilizzo del metodo focus() per selezionare un campo specifico facente parte di un qualsiasi modulo HTML presente nella pagina Web.
Listruzione document.forms
[0].campo1.focus(), consente
di selezionare (impostare il
focus) sullelemento denominato campo1, contenuto nel
primo modulo HTML (forms
[0]) posizionato nella pagina
Web (document). In questo caso infatti, non avendo assegnato alcun nome al form (servendoci del parametro name), possiamo interfacciarci ricorrendo allarray forms[0].
Qualora avessimo attribuito
al modulo HTML il nome
mioform (<FORM name=
mioform>...</FORM>),
avremmo potuto utilizzare listruzione document.mioform.
campo1.focus() in luogo di document.forms[0].campo1.focus() (com possibile verificare visionando il file form_focus_2.html).
68/88
me frame.html. Incolliamo,
quindi, al suo interno, il codice
HTML che segue:
<html>
<frameset rows=30%,*
frameborder=1>
<frame name=frame_sup
src=frame_superiore.html>
<frame name=frame_inf
src=frame_inferiore.html>
</frameset>
</html>
La pagina Web sar suddivisa in due sezioni: la prima,
quella superiore, occuper il
30% dello spazio a disposizione
6a lezione
Per documentarvi ulteriormente sullutilizzo dei frame
HTML, vi consigliamo di visitare la pagina seguente: www.
w3.org/TR/REC-html40/pre
sent/frames.html (in inglese).
Linee guida
per la programmazione
Sopra: la funzione JavaScript per la modifica del contenuto dei frame. Sotto: La
funzione debugger che ci segnala gli errori commessi in fase di programmazione
devono essere caricati in ciascun frame. Notare che nel frame di nome frame_sup viene inserito il contenuto del file frame_superiore_2.html, mentre in
frame_inf il codice HTML di frame_inferiore_2.html.
La funzione JavaScript per la
modifica del contenuto dei frame viene invocata mediante levento Onclick, associato al pulsante Modifica contenuto frame.
E se si commettono errori?
Errare umano e durante lo
sviluppo in JavaScript o in qualunque altro linguaggio di programmazione di errori naturale commetterne molti.
Anche i pi esperti incapperanno certamente in sviste comuni come la mancata chiusura di una parentesi, delle virgolette, la dimenticanza di un
punto e virgola.
In tutti questi casi (e comunque in presenza di un qualunque altro tipo di errore), il vostro script non funzioner.
Tutti i browser Internet incorporano un debugger ossia
uno strumento in grado di rilevare gli errori commessi in fase
di programmazione.
Internet Explorer, per esempio, visualizzer nella barra di
stato, in basso a sinistra, unicona raffigurante un piccolo
triangolo a fondo giallo.
Facendovi doppio clic si otterranno le informazioni dettagliate circa lerrore riscontrato.
Nel nostro caso, com possibile verificare in figura, ci siamo dimenticati di chiudere
una parentesi tonda (il debugger ci segnala riga e carattere
ove stato individuato lerrore, allinterno della pagina
HTML).
Per approfondire...
Allindirizzo www.jsdir.com,
sito Web realizzato e curato da
un team italiano, trovate una
valanga di informazioni sulla
programmazione JavaScript:
tutorial passo-passo, guide online, suggerimenti, esempi pratici, le risposte alle domande
pi frequenti (FAQ), guidano
gli aspiranti webmaster alla
scoperta di JavaScript.
Altri esempi pratici possono
essere reperiti allindirizzo
www.html.it/javascript/tuto
rial/.
69/88
6a lezione
70/88
Un esempio pratico: creare un men a tendina per il nostro sito utilizzando DHTML
7a lezione
A scuola con PC Open
Progetto
Web Master
di Michele Nasi
1 Il server Web
a produzione di un sito statico, a cui questo corso dedicato, richiede talvolta l'inserimento di componenti dinamici o comunque di componenti esterni alla pagina che avete
costruito staticamente. Pensiamo ad esempio a un sito che offra consigli di viaggio e che includa previsioni del tempo costantemente aggiornate, attingendo a risorse esterne. Bench
la struttura della pagina che
contiene tali previsioni possa
essere statica, cio invariabile,
le informazioni in costante aggiornamento richiedono che al-
Lezione 6:
Competenze e strumenti
Siti interattivi
(disponibile integralmente
sul CD)
Lezione 1:
Lezione 2:
Siti statici e linguaggio
HTML
il corso
sul CD
n. 71
(disponibile integralmente
sul CD)
Lezione 3:
Modelli di pagina e tabelle
(disponibile integralmente sul CD)
La tabella come elemento
strutturale
Progettare layout fluidi e statici
Costruire template con le tabelle
di layout
NamoWeb Editor5: per siti statici
professionali
Dimensionare tabelle e celle fluide,
dimensionare tabelle con celle miste,
allineamento spontaneo delle tabelle
consecutive
Template con struttura complessa
Template con tabelle nidificate
Esercizi
71/88
Lezione 5:
Design e multimedialit
(disponibile integralmente sul CD)
Elementi di design per il Web
La ruota colore
Grafica e formati di immagini per Internet
Link ipertestuali
Tabelle dimmagini
Mappe immagine
Audio e video
Lezione 7:
Lultima puntata
Lezione 8:
Promuovere il sito
7a lezione
Che cos un server Web
Per capire come attivare questo genere d'interazione dobbiamo anche capire che cosa
un server Web. Si tratta di un
computer dotato di uno speciale software capace di ricevere
richieste via protocollo HTTP
(Hypertext Markup Protocol) e rispondere mediante l'invio della
pagina che corrisponde all'indirizzo indicato dal navigatore
per mezzo del suo browser.
Il server raccoglie tutti gli elementi necessari alla composizione della pagina e li manda al
browser remoto il quale costruisce la pagina vera e propria
sul video. Nel caso di una pagina statica, avremo il file HTML
che la compone, le immagini
collegate ed eventuali oggetti
creati con programmi esterni
(suoni, animazioni, eccetera).
Nel caso di una pagina composita (in parte statica e in parte
dinamica) avremo il file HTML
che contiene gli elementi fissi, le
immagini e gli elementi variabili da calcolare o da prelevare
dall'esterno e inserire al momento della spedizione.
Giusto per chiarire le differenze tra l'interazione lato
client, che abbiamo visto nella
scorsa lezione con JavaScript e
Dynamic HTML, e l'interazione
lato server, che descriviamo in
questa lezione, diciamo che la
prima inizia nel momento in cui
la pagina arriva al browser del
navigatore e continua da quel
momento in poi, la seconda si
verifica sul server nell'istante in
cui la pagina viene richiesta e si
esaurisce non appena gli elementi che la compongono sono
partiti in direzione del navigatore. Perci comprendiamo che
l'interazione lato client dipende
fortemente dal tipo di browser
utilizzato e ne deve tenere conto, mentre l'interazione lato server invece completamente
svincolata dal browser, ma deve
invece risultare compatibile
con le funzioni e i servizi previsti dal server che intendiamo
utilizzare.
72/88
mandi e della relativa sintassi rimandiamo alla documentazione dei diversi tipi di server. Affinch vengano riconosciuti e il
server ne esegua l'esplorazione
(parsing) per identificare cosa
inserire e dove, i file che contengono SSI vanno contrassegnati con un suffisso particolare. Spesso si usa il suffisso
SHTML, ma il server pu essere
configurato per accettare qualsiasi altro suffisso (tale discorso
naturalmente non si applica ai
file generati con ASP o PHP, che
vengono comunque tutti elaborati prima di essere inviati, compresa la gestione di eventuali include lato server).
La Common Gateway
Interface
Il secondo passo, pi impegnativo, nella produzione di pagine con contenuto dinamico
consiste nell'affiancare al server Web uno o pi programmi
7a lezione
che elaborino contenuti in base
Form
Web
Applicazione
con interfaccia
CGI
Browser
SERVER
Risposta inviata al navigatore
73/88
sempre bene chiedere al proprio provider se abiliti le funzioni CGI e se offra la compatibilit con i linguaggi che intendiamo utilizzare.
Pi avanti, sempre con lo
scopo di testare i nostri script
CGI prima di caricarli sul server
Web, vedremo come configurare Apache e Microsoft IIS (i server Web pi utilizzati in tutto il
mondo) per eseguirli in locale. Il
collaudo in locale offrir numerosi vantaggi evitando la necessit di tenere sempre attiva la
connessione Internet e d'impegnarsi in continui upload tramite protocollo FTP.
7a lezione
gina HTML, campi per linserimento del testo (se il parametro type impostato a text), caselle di tipo checkbox (che
possono essere o meno spuntate; se il parametro type impostato a checkbox), option box
(se il parametro type impostato a radio), pulsanti di invio
(con il parametro type impostato a submit) e di reset (annullamento) dei dati (con type
impostato a reset).
La parte pi importante del
form risulta essere comunque
proprio la tag <FORM>: lattributo method segnala al browser Internet che i dati inseriti
dallutente allinterno del form
debbono essere trasmessi al
server con la modalit post o
get; lattributo action indica invece che, dopo la pressione del
pulsante di invio dei dati deve
essere raggiunto ed invocato lo
script CGI specificato (nellesempio http://www.openma
ster.info/cgi-bin/guest.cgi).
#!/usr/local/bin/perl
#Questa riga indica dove
localizzato linterprete Perl
print "Content-type:
text/html\n\n";
#Questa linea consente di
stabilire che tipo di
contenuto deve essere visualizzato
print "Ecco la mia prima
applicazione CGI!";
#Questa linea imposta il
testo che dovr essere visualizzato sulla pagina Web
1. Lattributo method indica che i dati inseriti nel form devono essere trasmessi con
la modalit post.
2. Action indica lo script CGI che deve essere avviato dopo la pressione del pulsante
Submit (Invia).
3. Le tag <INPUT type=text> permettono di inserire altrettanti campi per
linserimento di testo.
4. La tag <TEXTAREA> consente linserimento di un testo lungo (la casella per
linserimento del testo occupa, in questo caso, 5 righe e 50 colonne).
5. I pulsanti Submit e Reset permettono, rispettivamente, la trasmissione al server
Web delle informazioni inserite e la pulizia del contenuto del form.
74/88
info/cgi-bin/test.pl (sostituite,
ovviamente, www.openma
ster.info con lindirizzo del vostro server Web).
Se, sulla pagina Internet,
verr mostrato il messaggio
Ecco la mia prima applicazione CGI congratulazioni!
Avrete eseguito il vostro primo
script CGI.
In definitiva, il file test.pl consente di verificare che gli script
Perl siano correttamente supportati.
Fondamenti di
programmazione in Perl
Perl il linguaggio pi popolare per la stesura di script Perl.
Cos come nel caso di JavaScript, parliamo di script e non
di programmi. bene infatti
sottolineare la differenza che
esiste tra i due termini: gli
script sono righe di codice che
indicano le azioni che devono
essere compiute da parte del
computer sul quale sono eseguiti; ogni riga viene interpretata (nel caso di JavaScript dal
browser Internet, nel caso di
Perl dal software residente sul
server). I programmi sono invece preventivamente compilati, in modo da risultare pi
veloci da eseguire (seppur decisamente pi ingombranti
degli script).
Per programmare in Perl
non serve nulla di particolare:
sufficiente un normale editor
testuale come il Blocco Note di
Windows oppure - meglio TextPad, 1st Page 2000 o
software similari. Chi lavora su
Linux pu orientarsi sullutilizzo di Emacs o di Vi (riconosce
molti linguaggi ed in grado di
colorare opportunamente comandi, funzioni e parole chiave) - disponibile anche nella
pi recente versione grafica denominata GVim -.
Le variabili e i tipi
Gi dalla precedente lezione
sapete cosa sono le variabili.
Si tratta di appositi contenitori (porzioni della memoria)
allinterno dei quali possibile
memorizzare ogni tipo di dato.
In Perl necessario anteporre
al nome della variabile unindicazione che permette di stabilire il tipo di dato che verr in
essa memorizzato.
Se si intende salvare in una
7a lezione
variabile un tipo di dato scala-
Listruzione print
e il codice HTML
Nel primo esempio di script
CGI abbiamo utilizzato ununica istruzione Perl: si tratta di
print. Analogamente a document.write di JavaScript, consente di stampare, sulla pagina Web, una stringa di testo.
Bisogna sempre ricordare,
se si vuole visualizzare qualco-
75/88
7a lezione
ed apici. Esistono altre variabili dambiente: CONTENT_
LENGTH consente di stabilire la
lunghezza dei dati trasmessi
col metodo POST; HTTP_USER_
AGENT di recuperare le informazioni sul browser e sul sistema operativo utilizzati dallutente; HTTP_REFERER di ottenere lindirizzo della pagina
Web che ha richiamato lesecuzione dello script CGI.
Il CGI variabili_ambiente.pl
permette di ottenere la lista
completa dei valori assunti da
tutte le variabili dambiente al
momento della sua esecuzione.
Proviamo ora a cimentarci
con lutilizzo del metodo POST.
Immaginiamo di aver creato
una pagina Web (ved. il file sondaggio.html) contenente, al suo
interno, il seguente codice per
la visualizzazione di un form
(listato 1):
Al solito, lattributo action
consente di indicare lo script
CGI cui devono essere passati i
LISTATO 1
<form name="form_sondaggio" method="post" action="http://www.openmaster.info/cgi-bin/sondaggio.pl">
Nome:<br><input type="text" name="txt_nome" size="30"><br>
Età:<br><input type="text" name="txt_eta" size="3"><br>
<br>Giudizio attribuito al nostro sito:<br>
<input name="risp1" type="radio" value="eccellente">Eccellente<br>
<input name="risp1" type="radio" value="buono">Buono<br>
<input name="risp1" type="radio" value="sufficiente">Sufficiente<br>
<input name="risp1" type="radio" value="insufficiente">Insufficiente<br>
<input name="risp1" type="radio" value="mediocre">Mediocre<br>
Messaggio:<br><textarea name="txt_messaggio" rows="5" cols="50"></textarea><br>
<input type="submit" value="Invia">
<input type="reset" value="Annulla">
</form>
Esempi e risorse
per approfondire
Chi volesse approfondire largomento programmazione CGIPerl, estremamente vasto e sfaccettato, pu fare riferimento ai
siti
Web
www.perl.com,
www.perl.org ed al newsgroup
italiano it.comp.www.cgi (consultabile anche via Web allindirizzo http://groups.google.com/
groups?hl=it&lr=&ie=UTF-8&
group=it.comp.www.cgi).
Chi invece fosse interessato
allutilizzo di script CGI che consentano la visualizzazione di
contatori grafici e testuali per il
proprio sito Web, guestbook,
piccoli motori di ricerca, carrelli della spesa, mailing list e cos
via, pu fare riferimento al sito
http://cgipoint.html.it: possibile reperire qui unampia raccolta di link verso siti Web che
offrono materiale in modo del
tutto gratuito.
76/88
teressati allargomento, potranno raffinare le stesse conoscenze con lobiettivo di allestire un vero e proprio server Web personale. Chi dispone di connessioni Internet a
larga banda (ADSL o fibra ottica) pu provare a rendere uno
o pi siti Web accessibili al
mondo intero direttamente da
uno dei propri computer di casa o dellufficio. Chi possiede
una rete locale pu pensare alla realizzazione di servizi di
gestione della propria attivit
basati su Intranet.
Il lettore avr quindi gi
compreso come la conoscenza
del funzionamento del server
7a lezione
Web apra enormi possibilit.
Va sottolineato che la realizzazione di progetti complessi implicher la necessit di misurarsi immediatamente con problematiche assai importanti
come quella della sicurezza.
Se non si vuole vedere il proprio server Web violato dallesterno, attraverso la Rete, da
parte di hacker e malintenzionati, si dovr imparare ad applicare patch e severe policy di
sicurezza. Queste tematiche,
che necessiterebbero una trattazione ampia ed articolata, saranno oggetto di servizi futuri.
77/88
Server e quello che viene fornito con le versioni Professional sono notevoli (a tal proposito, fate riferimento al box di
approfondimento qui sopra).
Sostanzialmente, la versione di IIS inclusa in Windows
XP Professional pu essere
utilizzata con il solo scopo di
sviluppare e testare a fondo i
siti Web che si stanno realizzando, prima ancora di pubblicarli on line (sul server
Web messo a disposizione dal
proprio provider Internet). Tale versione di IIS infatti assolutamente inadatta se si vuole
allestire un server professionale.
La versione di IIS inclusa in
Windows XP Professional la
stessa che viene fornita insieme con Windows 2000 Professional (cambia solo il numero
della versione: IIS 5.1 in luogo
di 5.0). In Windows XP Professional, linstallazione di IIS deve essere avviata manualmen-
7a lezione
4
te accedendo al Pannello di
controllo di Windows, cliccando su Installazione applicazioni quindi su Installazione componenti di Windows.
Dalla lista dei componenti
installabili, selezionate la voce
Internet Information Service
(IIS) quindi cliccate sul pulsante Dettagli. Qualora siate
interessati ad allestire solo un
server Web, potete limitarvi a
spuntare le caselle File comuni, Servizio Web, Snap-in Inter-
78/88
del mouse sulla voce Sito predefinito quindi scegliete Propriet. La prima parte della finestra contiene le informazioni necessarie per lidentificazione del sito, compresi nome
e indirizzo. Vi sono poi due voci relative alle porte da utilizzare: la prima, per gli accessi
anonimi dal server, la seconda
per laccesso SSL. Una delle limitazioni che Windows XP Professional impone consiste nel
fatto di mettere a disposizione
lutilizzo, per le connessioni
SSL, di ununica porta: la 443.
Laltra grossa limitazione
della versione di IIS contenuta
in Windows XP Professional,
consiste nel fatto che il numero di connessioni che possono
essere effettuate limitato a
10. Questa restrizione rende
Windows XP Professional assolutamente inadatto per la gestione di un normale sito Web
che preveda un numero di accessi contemporanei superiore.
Il campo Timeout connessione permette di stabilire il tempo massimo (in secondi) durante il quale un utente inattivo - che non naviga cio al-
7a lezione
79/88
Primi accorgimenti
e creazione di una
directory virtuale
Microsoft stessa, per motivi
di sicurezza, consiglia di eliminare i riferimenti ai file della
guida ed agli esempi installati
automaticamente insieme con
IIS (per ottenere la lista completa delle patch da installare e
delle politiche di sicurezza che
consigliabile applicare, suggeriamo lutilizzo del software
Microsoft Baseline Security
Analyzer (MBSA), gi presentato nei numeri 78 (a pagina
61) e 79 (a pagina 69) di PC
Open.
Per far questo eliminate, dalla finestra di amministrazione
di IIS, tutte le directory virtuali create dopo linstallazione di
Internet Information Services
(cancellate le directory virtuali Scripts, IISAdmin, IISSamples,
MSADC, IISHelp, WebPub, Printers) e tutti i contenuti predefiniti (cancellate le cartelle inetsrv\iisadmin e inetsrv\iisadmpwd entrambe contenute nella cartella \winnt\system32 -; cancellate anche le
cartelle \inetpub\wwwroot (o
\ftproot o \smtproot), inetpub\scripts, inetpub\iissamples, inetpub\adminscripts,
%systemroot%\help\iishelp\iis
e %systemroot%\web\printers.
A questo punto fate clic con
il tasto destro del mouse su Sito web predefinito, cliccate sulla scheda Home director y,
quindi eliminate wwwroot dalla
casella Percorso locale (dovrebbe restare solo c:\inetpub). Questa modifica vi permetter di evitare un messaggio derrore che informa sullinesistenza della cartella specificata (fig. 8-9).
Dopo aver effettuato le regolazioni iniziali, sinora illustrate, possibile passare alla
creazione di una directory virtuale. Nella versione di IIS inclusa in Windows XP Professional immediato pensare di
creare una directory virtuale
per ogni sito Web che si sta sviluppando.
Destinando una directory
virtuale a ciascun sito su cui si
sta lavorando, possibile simulare, sul proprio computer,
il comportamento del server
Web che lo ospiter. possibile visualizzare, quindi, pagine
Web statiche e dinamiche cos
come appariranno successivamente dopo averle caricate sul
server. Lutilizzo delle directory virtuali permette di risolvere eventuali problemi prima
ancora di pubblicare i file sul
server Web del provider Internet consentendo di concentrarsi esclusivamente sulla
programmazione e sullottimizzazione del sito. La particolarit delle directory virtuali consiste nel fatto di fungere
da puntatore verso una cartella residente su un disco fisso locale o su un altro personal
computer in rete (fig. 10).
Per creare una nuova directory virtuale, sufficiente fare
clic con il tasto destro del
mouse su Sito web predefinito
quindi seguire la procedura
passo-passo che viene presentata.
La finestra immediatamente
successiva a quella di presentazione, richiede di specificare
un alias per la directory virtuale che si sta crean10
do.
Lalias lidentificativo che dovr digitare, nella barra degli indirizzi del browser Internet, chiunque vorr
accedere al contenuto
della directory virtuale. Ad esempio, supponiamo di inserire
pcopen come alias: ci
significa che se dal
browser Internet si
7a lezione
11
13
80/88
7a lezione
15
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16
ActivePerl su Windows
ActivePerl un software gratuito che contiene la pi recente versione di Perl per ambiente
Windows. Il produttore, ActiveState, ne offre anche una versione per Linux cos da non modificare il proprio lavoro nel caso lo si traghettasse nell'altro
ambiente. Trattandosi di un linguaggio interpretato, che viene
quindi tradotto in linguaggio
macchina al momento dell'esecuzione, necessario disporre
di un interprete ad hoc per ciascuna delle piattaforme su cui
lo s'intende utilizzare.
ActivePerl semplicissimo
da installare e configurare in en-
17
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19
restituito un Internal server error, aprite con un normale editor di testo tutti i file con estensione .pl che avete posizionato
nella cartella cgi-bin e modificate la prima riga da #!/usr/local/bin/perl
a
#!c:/Perl/
bin/Perl.exe (supponendo di
aver installato ActivePerl nella
cartella c:\Perl). Adesso, digitando http://localhost/cgibin/test.pl nel browser Internet,
dovrebbe venire correttamente
visualizzata la frase Ecco la mia
prima
applicazione
CGI!
(fig. 20). Per chi volesse approfondire ulteriormente le modalit di utilizzo, le potenzialit
e la configurazione di ActivePerl, suggeriamo di consultare
lottima guida, disponibile in
formato HTML, ed installata insieme con il programma vero e
proprio. Per accedervi, cliccate
su Start, Programmi, ActiveState
ActivePerl quindi su Documentation.
20
8a lezione
A scuola con PC Open
Progetto
Web Master
La promozione di un sito si
divide in due parti ben distinte: il raggiungimento degli
utenti e la loro fidelizzazione.
Cosa significa tutto ci? Possiamo spiegare meglio il concetto con una similitudine: Internet un mare, i navigatori
sono i pesci e il nostro sito
Web la rete da pesca, a questo punto, il lettore diventato
ormai WebMaster ovviamente il pescatore.
Se siamo abbastanza capaci
di lanciare la nostra rete da pesca tanto lontano da raccogliere molti pesci, dobbiamo
Lezione 2:
Siti statici e linguaggio
HTML
il corso
sul CD
guida
(disponibile integralmente
sul CD)
Lezione 3:
Modelli di pagina e tabelle
(disponibile integralmente sul CD)
Lezione 4:
HTML 4.01 e CSS
(disponibile integralmente sul CD)
Stile e struttura: usare i tag HTML nativi
Il deprecato tag font
I marcatori per formattare il testo
Gestire gli spazi nel testo
CSS e HTML 4.01
Cosa si pu fare con i fogli stile
Quattro tipi di CSS
I colori del Web
Gestire le immagini
83/88
Esercizi
Ereditariet e innesco a cascata
Propriet di trasferimento
dei parametri
Regole di ereditariet
Selettori di classe
Websafe palette
Istruzioni condizionali
Interazione tra JavaScript e form HTML
Interazione tra JavaScript e frame
DHTML
Lezione 7:
Interazione sul server
Lezione 5:
Design e multimedialit
(disponibile integralmente sul CD)
Elementi di design per il Web
La ruota colore
Grafica e formati di immagini
per Internet
Link ipertestuali
Tabelle dimmagini
Mappe immagine
Audio e video
Lezione 6:
Siti interattivi
(disponibile integralmente sul CD)
I linguaggi di programmazione
La programmazione orientata agli oggetti
Oggetti e priorit
Eventi e funzioni
Variabili e stringhe
Gli operatori in JavaScript
Lezione 8:
Promuovere il sito
Tecniche di promozione:
cosa fare e cosa evitare
I motori di ricerca: vietato mancare
Come ottimizzare il proprio sito
Cross promotion: ovvero la pubblicit
gratuita
Per chi vuole approfondire: libri e siti
consigliati
8a lezione
Cosa fare
A nostro modo di vedere
per, di tutte le pratiche e tecniche che si possono applicare,
ne esistono alcune che meritano di essere sottolineate:
1 - Innanzitutto il sito deve avere dei contenuti interessanti. impossibile spiegare
quando un sito Web interessante, infatti lo diventa
quando ci sono utenti che lo
ritengono tale.
Il miglior sistema per raggiungere questo primo, essenziale obiettivo, quello
di pubblicare con una certa
continuit, contenuti e argomenti che a nostro modo di
vedere possono attirare l'attenzione. Nel vastissimo
mondo di Internet infatti, ci
sar certamente qualcun altro che condivide il nostro
pensiero e avr quindi interesse a visitare il sito da noi
creato.
2 - Cercate sempre l'interazione con i vostri utenti. essenziale che i visitatori del
vostro sito possano interagire con il WebMaster del sito: innanzitutto potranno
farvi avere le loro opinioni
ed il loro parere (il cosiddetto feedback). Questo
sar per voi oro colato:
niente pi importante delle sensazioni dei vostri visitatori: saranno loro infatti a
indirizzarvi verso le scelte
migliori e a farvi notare gli
errori da voi commessi.
grazie al loro aiuto che potrete migliorare il vostro sito. Se poi capitasse di intrecciare nuove conoscenze, la cosa non potr che
farvi piacere.
3 - Dovrete tenere presenti due
parole importantissime in
Internet: leggerezza e semplicit. Essere leggeri significa creare immagini e documenti che possano essere
navigati velocemente dal
vostro visitatore. Ci sono
moltissime persone infatti
che possiedono ancora un
collegamento a 56 Kpbs via
modem e non saranno certo
entusiasti di aspettare trop-
so le scelte pi adatte: leggete con attenzione le vostre pagine Web e con una
certa dose di autocritica.
Cosa evitare
Per esclusione, le prime cose da evitare corrispondono a
tutto ci che si contrappone
con quanto abbiamo scritto
precedentemente.
Per il resto, abbiamo raccolto le pratiche da non seguire all'interno del box sulla netiquette pi in l nelarticolo.
Si tratta delle azioni che assolutamente devono essere evitate per promuovere con successo un sito Web. Quando si
inizia infatti, facile incappare
in errori a dir poco evitabili:
troppa foga nella promozione.
Ricordiamoci che i visitatori hanno sempre un ottimo
motivo per non navigare il nostro sito Web: dovremo essere
noi che, con discrezione e perseveranza, gli offriremo il pretesto per accedere al sito da
noi creato.
Dovremo quindi stuzzicare
la loro curiosit e nello stesso
tempo guadagnarci il loro rispetto.
84/88
Motori di ricerca
Un motore di ricerca appunto un sito che scandaglia e
scheda il Web con l'utilizzo di
software automatici. I principali motori di ricerca italiani sono
il Trovatore, raggiungibile all'indirizzo http://www.iltrovato
re.it e Arianna, reperibile su
http://arianna.iol.it. All'estero, il
pi famoso e conosciuto Google (http://www.google. com, in
versione italiana su http://
www.google.it) ma ne sistono
altri come Altavista (http://
www.altavista.com, disponibile
in Italia su http://www.altavi
sta.it), MSN http://www.msn.
8a lezione
com, in italiano su http://
www.msn.it).
Directory
Le directory sono servizi
che raccolgono e catalogano i
siti in base al loro contenuto. In
Italia, il pi conosciuto sito di
questo tipo Virgilio (http://
www.virgilio.it) ma anche all'estero ce ne sono molte, tra cui
lo storico Yahoo! (http://www.
yahoo.com e in italiano su
http://www.yahoo.it) e Dmoz
(o Open Directory Project:
http://www.dmoz.org, la cui localizzazione italiana reperibile all'indirizzo http://www.
dmoz.org/World/Italiano). Un
altro esempio di directory di
successo 100Links (http://
www.100links.it), nata per raccogliere i siti recensiti all'interno della sua mailing list che
suggerisce 25 siti a settimana
(da qui il nome, 100 links al mese) ora la directory su cui si
appoggia l'intero network di
Dada con il sito SuperEva
(http://www.supereva.it).
In questo campo, le directory specializzate sono tantissime: esistono siti che catalogano solo pagine in una determinata lingua oppure che trattano un solo argomento. Ad
esempio esiste TuttoGratis
(http://www.tuttogratis.it) che
raccoglie solo siti che offrono
servizi gratuiti, stesso compito
svolto
da
FreeOnLine
(http://www.freeonline.it). Insomma, le strade da percorrere
sono tante, si tratta solo di seguirle tutte.
Metamotori
Trattiamo questo argomento
solo per completezza delle
informazioni. I metamotori infatti sono motori di ricerca che
restituiscono i risultati delle ricerche interrogando altri motori. Si pu quindi fare ben poco per apparire in questi: sar
infatti sufficiente comparire tra
i principali motori di ricerca
per essere inseriti anche in
questi. Alcuni esempi sono Metacrawler (http://www. meta
crawler.com), DogPile (http://
www.dogpile.com) e WebCrawler
(http://www.web
crawler.com).
Queste differenze, spesso si
assottigliano con accordi di
marketing tra le societ che gestiscono i motori di ricerca e le
directory. Ad esempio Virgilio e
Yahoo! sfruttano anche il database di Google per offrire i mi-
85/88
Google il pi utilizzato
dal popolo della Rete
ovvio che il motore di ricerca pi usato sia quello capace di portare pi utenti. altrettanto ovvio quindi, che il
motore di ricerca da tenere in
maggiore considerazione sia
proprio quello pi utilizzato. In
Italia e nel mondo, quello pi
usato Google. Anche nei siti
con maggiore traffico, un posizionamento ben studiato su
Google pu portare ad avere il
50% dell'utenza referente portata da questo motore di ricerca. Con il termine referente, intendiamo tutti quei visitatori
che cliccando su altri link arrivano al nostro sito.
Sul totale degli utenti arrivati dai motori di ricerca, Google
capace di segnare, da solo, un
80% sul totale.
Balza subito in mente quindi, quale sia il motore di ricerca
da studiare per apparire in testa alle sue ricerche.
I software pi diffusi
sul mercato
L'inserimento manuale del
proprio sito nelle directory e
motori di ricerca obiettivamente la soluzione migliore per
ottenere i risultati pi soddisfacenti.
Per chi non avesse comunque il tempo, le capacit oppure avesse in gestione diversi siti Web da inserire e ottimizzare
nei motori di ricerca, i software
creati ad hoc per il posizionamento, automatizzano il tutto e
sostituiscono completamente
il lavoro manuale del WebMaster.
Ne esistono di diversi, gratuiti o a pagamento, ognuno
con le proprie caratteristiche
8a lezione
interessanti. Quasi tutti questi
tool inoltre, forniscono strumenti avanzati quali ad esempio la verifica del posizionamento del sito tra centinaia di
motori di ricerca ed il miglioramento delle pagine (ad esempio Meta Tags e frasi chiave),
per ottenere i migliori risultati
nelle ricerche.
Un solo consiglio, non abusatene, anche perch potreste
ottenere l'effetto contrario, essere cancellati dai database
per uso illecito nelle segnalazioni.
AddWeb Web Site Promoter 6.0
http://www.addweb.it
Costo: 69 euro. Lingua: inglese
o frasi chiave.
Inserisce il sito nei principali
motori di ricerca nazionali e
internazionali e in altre migliaia
risorse di ricerca.
Monitorizza di continuo la
posizione acquisita nei motori
di ricerca.
Monitorizza in maniera dettagliata l'accesso alle pagine
Web con SiteStatsLive.
Aumenta la Link Popularity
con Linktrader.
SubmitWolf IT v5.0
www.trellian.com/it/submitwolfit
Prezzo: 165 dollari. Lingua: italiana
Pacchetto
software professionale, ma
di facile utilizzo, progettato
specificamente per la promozione di siti
Web. Ha anche una versione
gratuita con forti limitazioni rispetto alla release ufficiale, che
ha raggiunto 1.500.000 copie
scaricate. Si pu quindi tranquillamente definire il prodotto
pi diffuso attualmente sul
mercato.
Tra le caratteristiche principali segnaliamo:
Registra la tua pagina ad oltre
1000 motori di ricerca in pochi
minuti.
pi di 280 motori Italiani.
Aggiungi il tuo link a pi di
500.000 pagine di link.
Registra quanti URL vuoi senza costi addizionali.
Registrazione Prioritaria a Pagamento in 48 ore su Altavista,
HotBot, Inktomi, LookSmart,
Web Position
Gold 2 uno dei pi
apprezzati software
per l'indicizzaziosul CD
ne, l'ottimizzazione
delle pagine Web
Guida di
ed il controllo del
PC Open
posizionamento
dei siti sui motori di ricerca rispetto alle parole chiave selezionate. Il produttore di Web
Position Gold 2 offre agli utenti
anche una versione trial, (disponibile per linstallazione allinterno del CD guida allegato
alla rivista).
Le principali caratteristiche
del programma sono:
Registrazione in pi di 94 motori di ricerca internazionali
(compresi gli italiani Iol, Lycos,
MSN, SuperEva, Tiscali, Virgilio
e Yahoo Directory).
Analisi delle pagine Web in
funzione del posizionamento.
Creazione di pagine ottimizzate per il posizionamento.
Download delle pagine sul
proprio server.
Registrazione sui motori di ricerca.
Analisi dettagliata del posizionamento.
86/88
pali. Dalla Home page poi, dovremo richiamare quelle sezioni che per noi sono pi importanti. I bot dei motori di ricerca
infatti, sono in grado di passare
da un link ad un altro in maniera automatica ed quindi essenziale che riescano a rintracciare e quindi schedare tutte le
pagine del nostro sito.
STRUTTURA
DEL SITO
Nell'immagine
abbiamo
abbozzato una
possibile
struttura del
sito: dalla
Home page
possibile
raggiungere le
principali
sezioni. Ogni
pagina poi,
dovr
contenere un
link per tornare
alla Home page
e un menu per
raggiungere le
altre sezioni
8a lezione
gole che saranno loro utili nel
momento in cui dovranno segnalare il sito ai vari motori di
ricerca.
Gli headings
I meta tags
Una buona abitudine, quella di inserire in ogni pagina del
proprio sito i meta tags description e keywords. Questi
sono dei marcatori che raccolgono la descrizione del sito e le
parole chiavi. Tornando all'esempio del modellismo statico,
questi due marcatori andrebbero definiti come segue:
<meta name=description
content=Le fotografie delle mie
realizzazioni di modellismo statico:
dalle moto da corsa alle auto di
Formula 1, passando per gli aerei
civili e i paesaggi.>
<meta name=keywords
content=modellismo, statico,
aerei, moto, corsa, corse, auto,
formula, uno, 1, paesaggio,
paesaggi, foto, fotografie>
Per personalizzare questi
marcatori, bene non superare
i 500 caratteri nel campo description e keywords.
Questi marcatori, seppur ormai ignorati da molti motori di
ricerca, bene inserirli sempre
e comunque in tutte le pagine
del nostro sito. Nei casi in cui
ce ne fosse bisogno, potremmo
anche modificarli in base al
contenuto del documento.
Il marcatore <title>
Esistono poi altre regole di
primaria importanza. Ad esempio il tag <title>, che assegna un
titolo alla pagina e conseguentemente alla finestra del browser. All'interno di questo marcatore bene definire poche
parole, ma che noi riteniamo di
primaria importanza. I termini
segnalati all'interno di questo
tag infatti, vengono presi in
considerazione con particolare
importanza. Ecco come:
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8a lezione
Un po di netiquette
All'interno dell'articolo, quando abbiamo presentato le pratiche di
promozione da fare e da non fare, abbiamo accennato agli errori in
cui pu incappare chi inizia a far pubblicit al proprio sito Web.
Innanzitutto fondamentale guadagnarsi il rispetto degli utenti:
importante quindi evitare accuratamente quelle pratiche che i
navigatori ravvisano come una mancanza di rispetto nei loro confronti.
Quindi attenzione allo spam.
Una volta che abbiamo aperto il nostro sito Internet, nessuno ci vieta
di scrivere un bel messaggio di posta elettronica per avvisare i nostri
amici pi cari del lavoro appena svolto.
Attenzione per a segnalare la nascita del sito solo ed
esclusivamente ai nostri amici e non a tutte quelle persone che
abbiamo in rubrica o con le quali magari abbiamo appena scambiato
due chiacchiere e delle quali abbiamo il loro indirizzo di posta senza
neanche ricordarci il perch.
Quando invece andremo ad attivare i servizi di scambio banner,
scambi link e cos via, attenzione a distinguere la pubblicit dai
contenuti del sito e ancora pi importante, non inondare le pagine di
pubblicit: massimo due banner a pagina (uno sopra e uno in fondo)
e possibilmente, evitate tutti quei servizi che vi aprono nuove
finestre del browser in maniera automatica. I visitatori vi
ringrazieranno.
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