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La diagnosi medica nel secolo attuale Come tutti sanno la diagnosi medica quellinsieme di procedure (test, analisi di laboratorio,

, tecniche di imaging) che permettono al medico di definire lo stato di malattia nel maggior dettaglio possibile, al fine di porre il atto le cure pi appropriate. Purtroppo a mio avviso, le attuali metodiche danno solo un immagine statica della situazione clinico-biologica del paziente. E, cosa ancor peggiore, non tengono conto dello stato psico-sociale dellindividuo che vi si sottopone. Faccio un esempio di come si possano mal utilizzare gli strumenti diagnostici. Prendiamo un indicatore clinico quale lINR, il quale un numero che esprime il valore di una frazione in cui gli elementi della frazione stessa sono a loro volta altri due numeri. Luso clinico dellINR stabilire lo stato di funzionamento del fegato, insieme ad altri parametri numerici. Considerate limportanza dellINR se addirittura viene usato per stilare la classifica di chi deve essere per primo sottopos to a trapianto di fegato. Ne va della sopravvivenza del paziente come intuite. Intervenire in fretta un dogma della medicina. Ma proprio in questo esempio potremo notare come la decisione sia influenzata esclusivamente da numeri. Normalmente quando leggete il referto delle analisi cliniche effettuate, sulla destra compare lintervallo di riferimento dei valori ammessi come normali. Essere al di fuori del range significa automaticamente essere in patologia per quello specifico organo rappresentato dal suo esame specifico. In sostanza basta essere al di fuori del suddetto range, che automaticamente scattano ulteriori accertamenti e relative terapie. In pratica per un decimale in pi o in meno si diventa malati . Vi sembra razionale questo approccio? A me no. Personalmente ritengo la moderna medicina una sorta di algoritmo che decide del destino della persona. Ma lessere umano un sistema complesso e come tale non pu essere previsto nei suoi vari stati evolutivi tramite una formula matematica. Almeno con le conoscenze attuali. Ritengo che procedere secondo il metodo della medicina funzionale sia un modo migliore per tutelare la salute. Spiego in breve il concetto di medicina funzionale: focalizzare lattenzione sulle cause piuttosto che sugli effetti, cio i sintomi (vedi http://www.simf.it/). Non sono iscritto a tale societ scientifica, ma la penso anche io in questo modo. Il mio principio guida di fronte al paziente sempre chiedermi perch la persona che esami no ha costruito quel sintomo. Certo poi procedo ad accertarmi con esami sia fisici che di laboratorio per quantificare il danno e le eventuali interrelazioni tra lo specifico sintomo ed il resto dellorganismo. Ma gia questo medicina funzionale. Pongo particolare attenzione al modo in cui il paziente esprime sia a parole che con il linguaggio non-verbale, il suo sintomo. Ed inizio una specie di balletto andando a scavare nel profilo di personalit ed indago sul contesto familiare e sociale in cui lui vive. Nessuno di noi vive come un asceta, siamo tutti immersi in un magma costituito dagli altri esseri umani, dallecosistema e dalle varie forme di comunicazione di massa e personali. Avrete compreso con facilit immagino, come sia veramente arduo e faticoso prendersi carico del malato o potenzialmente tale. E qui entra in gioco la variabile negativa: il tempo. In questa nostra societ il tempo il valore pi prezioso, pi del denaro e della salute stessa. Vi sembra strano quanto affermo? Allora provate ad osservare come le persone si rapportano al tempo. Vi accorgerete che quasi tutti vanno sempre di corsa senza che ci sia un emergenza in atto. Ma se lemergenza non c sul piano oggettivo, allora ce ne deve essere un'altra non visibile: quella soggettiva. Ovvero il valore che ognuno di noi attribuisce al tempo (che vi ricordo essere una delle due cose che non si possono comprare, laltra leternit). Siamo giunti al nocciolo della questione: chi stabilisce che una cosa va fatta in fretta? Soprattutto, quanto deve essere il tempo che il medico dedica allascolto ed allo studio del paziente? E pi importante il metodo o la tempistica nel porre una diagnosi?

Non sono un moralizzatore ne un fustigatore dei comportamenti e pertanto la risposta la lascio a voi lettori.

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