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LANTICHIT
a cura di

Umberto Eco

Roma
Storia politica, economica e sociale II

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LA GRANDE STORIA - LANTICHIT


a cura di Umberto Eco

Vol. 10 - Roma Storia politica, economica e sociale II


Encyclomedia Publishers srl Danco Singer Margherita Marcheselli Silvia Di Pietro (coordinamento), Ilaria Milano, Stefania Bonini, Giulia Stegagno Segreteria di redazione Alice Vedovati Progetto grafico e impaginazione Fabio Lancini e studio Slash Copertina Susanne Gerhardt Realizzazione editoriale Direzione generale Coordinamento editoriale Redazione Content Management System Ricerca iconografica Carte storiche Referenze fotografiche Mauro Mattioli, Agnese Fogli Alessandra Guadagni, Rossana Di Fazio, Paola Mambretti Daniela Blandino, Milano Per le referenze fotografiche dellintera opera si rimanda allultimo volume

Si ringraziano gli editori che hanno reso disponibili i testi utilizzati nelle citazioni. 2011 Encylomedia Publishers srl, Milano 2011 RCS Quotidiani S.p.A. Edizione speciale per il Corriere della Sera Pubblicato su licenza Encyclomedia Publishers srl LE GRANDI COLLANE DEL CORRIERE DELLA SERA RCS Quotidiani S.p.A. Via Solferino 28, 20121 Milano Sede legale via Rizzoli 8, 20132 Milano Direttore Responsabile: Ferruccio de Bortoli Reg. Trib. Milano n. 179 del 15/03/2006 ISSN 1828-0501 Finito di stampare nel mese di novembre 2011 A cura di RCS Quotidiani S.p.A. Presso Nuovo Istituto di Arti Grafiche, Bergamo Printed in Italy
In copertina: Anatre e ambiente lacustre, particolare, II sec. a.C.., mosaico, Pompei, Casa del Fauno; Frederic Soltan/Corbis

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Lo schiavo manager
di Lorenzo Gagliardi

A Roma durante let classica un cittadino pu costituire unimpresa e affidarne lamministrazione e la completa gestione a un proprio schiavo. I proventi dellimpresa arricchiscono il padrone, ma questi risponde anche dei debiti contratti dallo schiavo manager. Esistono due tipologie di tali imprese: a responsabilit illimitata e limitata. Nelle seconde, a differenza che nelle prime, il padrone risponde dei debiti contratti dal suo schiavo solo fino a un certo ammontare prestabilito.

Pianta di tomba con iscrizione Claudia Octaviae divi Claudi f(iliae) lib(erta) Peloris / et Ti(berius) Claudius Aug(usti) lib(ertus) Eutychus proc(urator) Augustor(um) / sororibus et lib(ertis) libertabusq(ue) posterisq(ue) eorum / formas aedifici custodiae et monumenti reliquerun[t], da Roma, Perugia, Museo Archeologico Nazionale dellUmbria

Lo schiavo a capo di unimpresa A Roma, durante let classica (tra il II sec. a.C. e il II sec. d.C.), un cittadino pu costituire unimpresa, affidandone lamministrazione e la completa gestione a un proprio schiavo. Con riferimento a schiavi che svolgano un tale tipo di attivit di gestione, si parla di vere e proprie funzioni manageriali (fondamentali al riguardo gli studi di Andrea di Porto).. Un esame del funzionamento delle imprese gestite da schiavi non pu non prendere le mosse da una veloce messa a fuoco della condizione generale che ha lo schiavo nel diritto privato romano, a partire dallet arcaica (cio fin dai secoli anteriori al II a.C.). La condizione giuridica dello schiavo in et arcaica Durante let arcaica, lo schiavo, che visto al contempo come cosa e come persona, non considerato soggetto di diritto. Non pu essere titolare di diritti propri, non pu avere un patrimonio personale. Esiste una sola possibilit secondo la quale pu godere di una qualche disponibilit finanziaria per esigenze personali e dipende dalla concessio348

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ne, da parte del padrone, del cosiddetto peculio, che consiste in un insieme di beni e di danaro e di solito ha una consistenza molto limitata. La propriet del peculio rimane al padrone, che pu revocarlo in ogni momento, ma finch nelle mani dello schiavo, egli ne dispone con grande libert, anche alienando i beni che ne fanno parte. Pur essendo privo di soggettivit giuridica, lo schiavo ritenuto capace di compiere atti che producano effetti validi sulla sfera patrimoniale del padrone. Il principio generale vuole che lo schiavo possa migliorare la condizione del padrone, ma non possa peggiorarla. Ci comporta che lo schiavo possa acquistare per il suo padrone la propriet o i crediti. Non invece in grado di contrarre validamente debiti e, se li contrae, il suo padrone giuridicamente non pu essere chiamato a risponderne. Nellambito di un tale inqua-

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dramento complessivo uno schiavo non pu efficacemente rivestire il ruolo di amministratore di unimpresa, in quanto nessuno gli concederebbe mai credito. Le innovazioni di et classica e le imprese gestite da schiavi Le cose mutano durante let classica: lo schiavo continua a non essere considerato soggetto di diritto e permane il principio per cui egli non pu peggiorare la situazione del padrone, tuttavia si registrano alcune importanti innovazioni sullefficacia dei debiti contratti dagli schiavi. Il pretore prevede nel suo editto che i titolari di crediti concessi a schiavi possano disporre di idonei strumenti giudiziari che garantiscano loro ladempimento. Ci previsto non in termini generali, ma con riferimento a situazioni determinate nelle quali il padrone in via preliminare si sia assunto esplicitamente, o per le quali dato pensare che si sia assunto implicitamente, la responsabilit di certe operazioni finanziarie compiute dal proprio schiavo. Questi strumenti sono denominati dai moderni azioni adiettizie. Tramite esse, i creditori possono citare in giudizio i padroni, perch rispondano dei crediti concessi ai loro schiavi. Ci rende finalmente possibile, per i padroni, affidare la gestione delle loro imprese agli schiavi, poich questi ultimi avranno la possibilit, in qualit di amministratori, anche di ricorrere al credito, in quanto i creditori sapranno che, in caso di inadempimento dellobbligazione, potranno chiamare in causa i proprietari degli schiavi. Ma fino a che punto i padroni rispondono dei debiti contratti dai loro schiavi nellesercizio dellattivit imprenditoriale? possibile distinguere due tipologie di imprese gestite da schiavi manager: a responsabilit illimitata e limitata. Le prime si basano su un atto formale avente rilevanza esterna, che prende il nome di preposizione (praepositio) con cui il padrone e titolare dellattivit pone il proprio schiavo a capo dellimpresa.
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Epitaffio funebre, forse dedicato a Cicerone, bassorilievo, Venosa

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La praepositio fissa con precisione i confini negoziali entro i quali lo schiavo deve esercitare la sua attivit manageriale. Il patrimonio dellimpresa non giuridicamente separato da quello del padrone ed egli risponde pertanto illimitatamente, con tutto il proprio patrimonio personale, dei debiti che lo schiavo abbia contratto rispettando le attribuzioni assegnategli dalla praepositio. Le soluzioni imprenditoriali a responsabilit limitata si fondano invece sulla concessione allo schiavo di un peculio, che costituisce il patrimonio dellimpresa ed considerato giuridicamente separato dal patrimonio individuale del padrone. Il peculio costituisce cos il limite massimo e predeterminabile del rischio imprenditoriale e lo schiavo manager rappresenta il suo organo. In questi casi il peculio pu avere dimensioni anche molto rilevanti e pu arrivare a comprendere immobili o altri schiavi. Ad alcuni di questi schiavi, chiamati vicarii, lo schiavo manager principale (che prende il nome di ordinarius) pu affidare la gestione di ulteriori imprese, che dipendono da quella da lui amministrata. Ci pu avvenire con atti di praepositio, o, in alternativa, lordinario pu procedere con lassegnazione a uno o a pi vicari di un apposito peculio. In questo caso, si ha lesistenza di un doppio livello peculiare, per cui c il peculio di ogni vicario, che costituisce il patrimonio dellimpresa da lui amministrata, e poi c quello dellordinario, che rappresenta una sorta di patrimonio di controllo, o di peculio-madre. La prassi di affidare la gestione delle imprese agli schiavi molto diffusa nella Roma di et classica. Vi si ricorre non solo quando limpresa individuale, ma anche quando pi persone intendono costituire unimpresa collettiva: gli imprenditori acquistano allora uno schiavo in compropriet tra loro e gli affidano la gestione dellimpresa, applicando una delle due soluzioni, a responsabilit limitata o illimitata, che si sono descritte. In entrambi i casi, seppur con le dovute differenze delle due diverse soluzioni, i comproprietari dello schiavo
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comune divideranno tra loro i profitti e le perdite generati dallimpresa, in proporzione alla rispettiva quota di compropriet dello schiavo. Va ricordato infine che il diritto romano, a differenza degli ordinamenti moderni, non conosce listituto della societ a responsabilit limitata. Nel mondo romano, pertanto, limpresa collettiva a responsabilit limitata gestita da uno schiavo manager dotato di peculio il solo importante strumento giuridico che consente di limitare la responsabilit degli imprenditori.

}}} Vedi anche

Roma, vol. 10, Storia Antropologia e societ - Leconomia a Roma Diritto - La nascita della scienza giuridica; Il debitore insolvente fatto a pezzi; Le fonti del diritto

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