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La storia, la descrizione e le caratteristiche delle principali erbe tintorie che utilizziamo per creare prodotti 100% naturali per la cura e il benessere dei capelli. Le nostre polveri derbe sono il prodotto ideale per la colorazione, la riflessatura della chioma anche in presenza di capelli bianchi
Henn - Indigofera Isatis Noce Campeggio Camomilla Rabarbaro Robbia
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05/01/2014 14:31
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LIsatis tinctoria (chiamata anche guado o pastello) una crucifera erbacea, biennale. La pianta presenta un fusto che pu raggiungere un metro e mezzo di altezza. Il principio tintorio, presente sulle foglie, ossidandosi allaria, forma lindaco o indigotina, di colore blu. Fino al XVII secolo questa pianta, stata coltivata in Italia e commercializzata per produrre sostanze coloranti azzurre per i tessuti, tanto da rappresentare una delle maggiori risorse di molti paesi collinari. Tale coltivazione era particolarmente importante nelle Marche e, sullaltro versante dellAppennino, nellalta valle del Tevere. La semina si faceva in febbraio, e gi a primavera inoltrata si effettuava la prima raccolta, cogliendo le foglie, che poi venivano macinate entro due giorni, e la massa pastosa (da qui il nome pastello) era frazionata in pani tutti uguali; una volta essiccati, venivano frantumati e bagnati con acqua. Dopo circa un mese, il prodotto pronto per luso veniva inviato alle tintorie in tutta la Toscana, ma anche nel nord Italia ed allestero. Durante il XVII secolo, con lintroduzione dellIndaco, proveniente dallIndia ed economicamente pi conveniente, lindustria del guado entr repentinamente in crisi. Lindaco (Indigofera tinctoria) aveva infatti il vantaggio di eliminare i processi lavorativi di macinazione e macerazione. Solo alla fine del 700 si scopr che anche con lIsatis si poteva colorare utilizzando lo stesso procedimento dellindigofera, ma per il commercio era troppo tardi, poich era ormai subentrata in tutti i mercati. Il metodo utilizzato per estrarre lindaco dallindigofera consisteva nel rovesciare le foglie in una vasca, venivano coperte di acqua e lasciate a macerare tre giorni, allo scadere dei quali, lacqua, divenuta verdastra, veniva travasata in una tinozza pi in basso. Qui veniva poi aggiunta dellacqua di calce e la soluzione agitata. Dopo qualche ora, sul fondo, si depositava una fanghiglia blu, che era recuperata svuotando lacqua soprastante. Dalla poltiglia, filtrata ed essiccata in pochi giorni, si riusciva ad ottenere un ottimo colorante in polvere, gi ossidato e pronto per essere usato. Agli inizi dell800 venne fatto un tentativo di scarso successo di ripristino dellantica coltura dellIsatis, quando il blocco continentale, imposto dagli Inglesi contro Napoleone, imped tra le altre importazioni anche quella dellindaco. La colorazione col pastello permetteva di ottenere una gamma di blu molto ampia, dai toni pi scuri a quelli pi tenui, poi, come per lindaco, la colorazione col guado era preceduta da quella con tinture gialle o rosse, per ottenere verdi, porpora e violetti. E in America che lindaco ebbe la sua seconda giovinezza quando fu adoperato per tingere quei pantaloni di tela grezza e resistente, buoni per operai e minatori, chiamati jeans. La produzione di questi pantaloni fu poi standardizzata negli Stati Uniti nel 1850. Per riflessare i capelli verso tonalit scure o brune, la polvere dellIsatis ampiamente utilizzata ed applicata con eccellenti risultati. La sua prima tonalit il verde/blu, che su capelli bianchi vira verso il cenere. Se una persona con i capelli castano scuro o bruni, si sottopone alla colorazione con lisatis, sicuramente rimarr soddisfatta del risultato finale, poich la tonalit dei suoi capelli diventer in breve tempo pi scura e brillante, assumendo toni color melanzana. Ma se chi si colora ha dei capelli bianchi, in buon numero, dopo la colorazione invece del nero vedr dei riflessi giallo-verdi o verdi-azzurri poco gradevoli, che col passare delle ore diverranno blu, se la polvere di isatis era ricca di indaco e se il colore si legato bene. Risciacquare la pastella dopo unora, o dopo un tempo pi lungo, porta sempre allo stesso risultato, e perch si possa avere una copertura in trasparenza del bianco, devono passare, dopo il risciacquo, alcune ore di esposizione allaria. Comunque, il miglior trattamento in questi casi, il doppio trattamento di henn rosso (per 20/30 minuti), fintanto che i capelli bianchi risultino leggermente ramati e poi, dopo aver sciacquato il tutto, passare alla applicazione della pastella con Isatis (henn nero). Da esperimenti fatti, si notato che lalcalinizzazione della pastella di henn nero d migliori risultati di presa, contrariamente allhenn rosso, la cui pastella va acidificata.
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sin dallantichit. Il frutto, una drupa piuttosto consistente, ha un mesocarpo verde, il mallo, e un endocarpo legnoso, il guscio. Il nome Juglans regia risale al periodo dellantica Roma ed legato alle parole Jupiter e Jovis, cio a Giove, il padre di tutti gli Dei, e alla sua regalit nei confronti di tutte le altre divinit. Nel XVI-XVII secolo il frutto, a causa della sua forma interna, simile a quella di un cervello, assunse grande importanza come rimedio medicinale tra i seguaci della Dottrina dei segni. Il noce anche una pianta tradizionalmente usata per tingere, e le parti che sono utilizzate per questo scopo sono il mallo e le foglie, raccolti rispettivamente in autunno e allinizio dellestate. I principi tintori sono dei derivati naftochinonici rappresentati dallo juglone (isomero del lawsone). Lo juglone si ritrova in proporzioni variabili in tutta la pianta di noce, e determinerebbe da solo una colorazione rosso-arancio. Le sostanze tanniche del mallo verde scompaiono completamente quando esso raggiunge la maturazione. La tintura di lana, seta e cotone con il mallo riusciva a conferire a queste fibre una colorazione molto resistente, richiedeva per un procedimento lungo e laborioso. I malli verdi venivano posti a macerare e fermentare in poca acqua anche per un anno, fino ad ottenere un bagno di colore bruno. Poi, nel mallo fermentato, filtrato ed opportunamente diluito, venivano tinte le fibre per unora a 80C. In questo modo era possibile ottenere varie tonalit di marrone. La mordenzatura con sali inorganici ampliava poi la gamma di colori allocra, al terra di siena, al verde oliva e al nero. La colorazione con mallo di noce fermentato una antica tecnica Persiana, utilizzata per le lane destinate alla fabbricazione di tappeti. Lapplicazione per circa unora di una pastella di polvere di mallo di noce e acqua calda, conferisce alla lana un colore marrone chiaro, mentre invece al capello riesce a dare solo una debole riflessatura gialloaranciata . La miscela della polvere di mallo di noce con polveri di henn rosso e henn nero, porta a colorazioni giallo-brunite, la cui applicazione ripetuta nel tempo, porta a tonalit castagna o castano/brune a seconda della percentuale di bianchi presenti.
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E una pianta erbacea, annua, aromatica, glabra, alta fino a 50 cm. I fiori sono raccolti in capolini, con il disco centrale costituito da fiorellini tubulosi gialli e la raggiera esterna da fiori bianchi. Il nome italiano, camomilla, deriva dal latino chamomilla, a sua volta adattamento del greco khamamelon (dallavverbio chmai, a terra, e per estensione piccolo e da melon, mela, cio:piccola mela, per lodore dei fiori simile a quello di certi pomi). Cresce spontaneamente in Europa, Asia, America settentrionale ed Australia, ma viene anche facilmente coltivata; nelle regioni temperate europee fiorisce da maggio a settembre. La parte della pianta utilizzata per tingere sono i capolini, contenenti flavonoidi. La camomilla una delle piante pi utilizzate in cosmesi, poich tutti i suoi derivati sono perfettamente tollerati a livello cutaneo senza limiti di dosaggio. E impiegata come emolliente, lenitivo e schiarente per capelli. Dioscoride la consigliava alle donne partorienti per la sua influenza benefica sulla muscolatura dellutero: funzione ricordata dal suo nome botanico matricaria, che deriva dal latino matrix, utero, o da mater, madre. Linfuso di camomilla da sempre consigliato nella tradizione popolare come risciacquo per eliminare il grigio dai capelli sbiaditi e ridonare una lucentezza dorata ai capelli biondi. Il reale risultato che si ottiene utilizzando questa pianta da sola, per, comunque molto blando. Lutilizzo in miscela con altre polveri di erbe tintorie (rabarbaro, centaurea, henn rosso) riesce a dare risultati soddisfacenti, soprattutto in presenza di biondi venati di bianco, meches e colpi di sole, ottenendo copertura ai capelli bianchi e riflessature naturali.
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