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[Nuovo articolo] Un incontro con lAyatollah Khomeini di 35 anni fa


1 messaggio Z Net Italy <donotreply@wordpress.com> A: girellibruni@gmail.com 15 febbraio 2014 09:07

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Un incontro con lAyatollah Khomeini di 35 anni fa


by Redazione

Un incontro con lAyatollah Khomeini di 35 anni fa Di Richard Falk 13 febbraio 2014 Esattamente 35 anni fa ho avuto lesperienza di un lungo incontro con lAyatollah Ruhollah Khomeini svoltosi nella sua tenda dove riceveva i visitatori, nel sobborgo parigino di Neuphle-le-Chateau. E stato diversi giorni prima del suo ritorno trionfale in Iran dopo quasi 14 anni di esilio, la maggior parte dei quali trascorsi a Najaf, Iraq. Stavo tornando negli Stati Uniti dopo aver trascorso due settimane in Iran durante lultima turbolenta fase della rivoluzione iraniana che si stava avvicinando alla vittoria. La mia presenza in Iran era in risposta a un invito avuto da Mehdi Barzargon. Ero accompagnato da Ramsey , lex Procuratore Generale Americano e ancora allora una figura politica preminente del paese, anche se discussa, e da Philip Luce, un capo altamente rispettato di una ONG religiosa che si era molto distinto per iniziative civili non violente di opposizione alla guerra del Vietnam, che erano state molto pubblicizzate. Allepoca ero presidente di un piccolo comitato americano contrario allintervento americano in Iran, e suppongo che siano state le attivit di questo gruppo che hanno portato allinvito fattomi di osservare direttamente la rivoluzione. Ci siamo incontrati con una vasta gamma di personalit religiose e laiche iraniane, compreso lultimo primo ministro dello Sci, Shapour Bakhtiar, e il famigerato diplomatico anti-rivolta, William Sullivan che, adeguatamente stato lultimo ambasciatore americano in Iran (non ci sono state pi relazioni diplomatiche con lIran dal 1979). Mentre eravamo in Iran, lo Sci ha lasciato il paese, dando il segnale della fine della sua monarchia che allepoca aveva dato luogo alla grande e gioiosa manifestazione di massa di cui sia stato mai testimone, quando milioni di persone hanno sfilato pacificamente nelle strade di Teheran in uno stato danimo festoso. E stato un notevole risultato di questa sfida quasi completamente non violenta, preparata contro quello che era stato considerato uno dei pi forti regimi militari dellintero pianeta e che aveva goduto dellappoggio completo degli Stati Uniti che avevano importanti risorse strategiche (capacit di sorveglianza in relazione allUnione Sovietica e un grande distaccamento di forze militari in parecchie grosse basi). Lasciare la scena turbolenta in Iran, e avere lopportunit di incontrare lAyatollah

Khomeini sono state lapice di questa esperienza di contatto con il tessuto vivo della rivoluzione. In Iran con le folle che scandivano il suo nome e che reggevano manifesti con la sua immagine, era chiaro che Khomeini era lispirazione emblematica della rivoluzione che era riuscita inaspettatamente a guadagnare una vittoria sullo Sci. Tuttavia non avevamo molto il senso del tipo di futuro che Khomeini immaginava per se stesso o di quali fossero sue speranze per la rivoluzione. Quello che era ovvio dal momento che ci siamo seduti a gambe incrociate sul terreno dove era la sua tenda, era la forza della sua presenza che colpiva e specialmente dei suoi occhi scintillanti che sembravano quasi neri. Quello che ci ha colpito immediatamente stata la sua mente attiva e la sua intelligenza acuta. Voleva sapere quali pensavamo che fossero le intenzioni americane adesso che lo Sci se ne era andato e visto il ruolo della CIA negli eventi del 1953 che avevano rimesso al potere lo Sci, se gli Stati Uniti erano pronti a rispettare lesito della a nostra volta, gli abbiamo domandato quali fossero le sue speranze riguardo alla Rivoluzione iraniana. La sua risposta mi affascina ancora oggi. Prima di tutto ci ha corretto, facendoci notare con insistenza che quella che era stata appena completata era una Rivoluzione Islamica, asserendo cio come primaria unidentit associata ad affinit religiose e culturali piuttosto che mettere in risalto il programma nazionalista del cambiamento di regime che era il modo comune di interpretare ci che era avvenuto in Iran. Khomeini ha continuato, dicendo che limportanza dello svolgimento degli avvenimenti in Iran collegata allintera regione, e la storia successiva, giustificava questa aspettativa di trasformazioni nella zona. Presagendo le future tensioni nella regione, Komeini ha parlato in tono denigratorio della dinastia dellArabia Saudita, chiamandola decadente e non pi in contatto con il suo popolo. La sua enfasi era sulla inaccettabilit della monarchia, piuttosto che su quello che stato in seguito messo in evidenza tramite le tendenze settarie tra Sciiti e Sunniti in Iran. Khomeini ha poi spiegato il suo personale ruolo in Iran, dicendo che era entrato nellambito politico perch lo Sci aveva creato un fiume di sangue tra lui stesso e il popolo. Ha aggiunto che non vedeva lora di ripristinare la vita religiosa al suo ritorno in Iran, e che avrebbe lasciato il di governare ad altri al di fuori della comunit religiosa, ma presi esclusivamente dai ranghi dei sostenitori della rivoluzione che un orientamento religioso. Allinizio, come sappiamo, Khomeini ha ripreso a vivere a Qom, una citt santa piena di scuole coraniche (le madrase), ma mentre la nuova dirigenza sembrava vacillare, il suo ruolo politico sembrava sempre pi pronunciato. Allepoca della crisi degli ostaggi alla fine del 1979, lestremizzazione e la natura teocratica del nuovo ordine politico, diventavano evidenti, e Khomeini stesso emergeva come la guida suprema con la dirigenza politica eletta che adempiva alle funzioni di governo, ma era soggetta al suo veto e alle sue idee. Durante lincontro sono state fatte altre importanti dichiarazioni. Abbiamo chiesto del destino delle minoranze, specificamente Ebrei e seguaci della religione Bahai, che erano considerati come allineati con lo Sci e a rischio. La risposta di Khomeini stata meditata e indicativa di ci sarebbe seguito. Ha detto: Per noi gli ebrei sono unautentica religione del libro, e se non sono troppo invischiati con Israele, sono sempre i benvenuti in Iran, e sarebbe una tragedia per noi se andassero via. Invece i Bahai non sono una religione genuina, e non hanno un posto in Iran. Tali atteggiamenti presagivano davvero sia il confronto ostile con Israele che si intensificato nel corso degli anni, che lapproccio discriminatorio adottato verso i Bahai che in una certa fase si avvicinato a una soglia di genocidio. Entrambe le minoranze si sentivano a disagio a vivere in una teocrazia islamica, e se possedevano le risorse, emigravano specialmente

in ambienti nazionali pi amichevoli. Khomeini ha parlato abbastanza a lungo dei crimini del governo dello Sci, e della responsabilit dellambiente politico, facendo capire limportanza della responsabilit individuale. Ha citato i processi di Norimberga ai personaggi politici nazisti sopravvissuti e ai comandanti militari, svoltisi dopo la Seconda guerra mondiale, in quanto precedente utile che avrebbe sostenuto lapproccio scelto dalla nuova dirigenza iraniana verso coloro che avevano attuato le politiche repressive dello Sci, che comprendevano estese torture e massacri di dimostranti inermi. Come sappiamo, la strada di Norimberga non stata mai intrapresa dai nuovi governanti iraniani. I membri pi preminenti della cerchia ristretta del Trono del Pavone che non era fuggita dal paese, sono stati giustiziati sommariamente senza accuse o processi. Questo fatto stato adeguatamente trattato dal mondo esterno come unindicazione che il nuovo processo governativo in Iran risulterebbe essere repressivo e incurante delle norme giuridiche. Dopo il fatto, sembrava piuttosto ovvio il motivo per cui il regime ricorreva alla giustizia grossolana. Molti di coloro che avevano dato forma al processo rivoluzionario, avevano studiato in Europa o in America ed erano i destinatari dellassistenza economica dei paesi occidentali, inclusi i finanziamenti da parte della CIA, e forse svolgevano ruoli politici. Ricordatevi che durante lera della Guerra Fredda, gruppi e individui di orientamento islamico erano considerati alleati preziosi in Occidente. Questo in Iran era dovuto alla loro profonda avversione nei riguardi del marxismo e dellUnione Sovietica. Sullivan ci ha informato durante la nostra visita allAmbasciata americana, che Washington aveva preparato 26 scenari di potenziali rischi politici per lo Sci, e nessuno di questi aveva presentato come lopposizione islamica come una minaccia. Riflettendo su questo incontro avvenuto pi di trenta anni fa, rimangono parecchie impressioni forti. Prima, la realt quasi classica di Komeini come incarnazione di un leader religioso islamico, che malgrado una fragilit fisica, dimostrava grande forza danimo e di volont, unita a un atteggiamento di austerit severa. Seconda, la sua visione di un futuro politico islamico che era radicato in affinit e religiose e di civilt, piuttosto che basata su confini nazionali. Terza, la discrepanza tra le sue affermazioni che al ritorno in Iran avrebbe ripreso la ricerca della sua vocazione religiosa e il suo emergere come figura politica dominante che si trasferito da Qom a Teheran, per sovrintendere alla stesura di una nuova costituzione teocratica repressiva e alla formazione del governo. Ho pensato spesso specialmente a questa ultima osservazione, e ho discusso con amici il suo mistero essenziale. La mia domanda rimane questa: Khomeini ha cambiato la concezione del suo ruolo al ritorno a Teheran, o ci ha nascosto consciamente o inconsciamente il suo reale piano? Per quanto ne sappia, nessuno ha mai fornito una spiegazione credibile. Pu darsi che Khomeini durante il suo lungo esilio abbia sottovalutato la sua popolarit in Iran, che ha poi riconsiderato dopo aver ricevuto unaccoglienza cos tumultuosa quando ritornato, oppure forse ha scoperto che gli islamisti liberali (come Bani Sadr, Barzagon, Ghotbzadeh) sui quali contava per gestire il governo, non erano impegnati nel tipo di futuro rivoluzionario che credeva fosse richiesto dal popolo iraniano, oppure al suo ritorno stato spinto da altri imam a salvare la rivoluzione dalla sua prima ondata di politici del dopo-Sci che avevano vissuto specialmente in Occidente e che in Iran non erano degni di fiducia. Comunque questi problemi vengano risolti, chiaro che la Repubblica Islamica che emergeva in Iran, non somigliava al tipo di progetto ideale che Komeini aveva dipinto in una serie di

lezioni sul Governo Islamico pubblicate nel 1970. Ho pensato spesso specialmente a questa ultima osservazione e ho discusso con i miei amici il mistero centrale che contiene. La mia domanda rimane questa: Komeini ha cambiato la concezione del suo ruolo quando tornato in Iran, oppure ci ha nascosto, consapevolmente o inconsapevolmente il suo vero piano? Per quanto ne so, nessuno ha fornito una spiegazione credibile. Pu darsi che Khomeini durante il suo lungo esilio abbia sottovalutato la sua popolarit in Iran, che ha riesaminato dopo aver ricevuto un benvenuto cos tumultuoso quando ritornato, oppure che abbia scoperto che gli islamisti liberali (come Bani Sadr, Barzargorn, Ghotbzadehn ) sui quali contava per gestire il governo, non erano coinvolti nel tipo di futuro rivoluzionario che credeva fosse richiesto dal popolo iraniano , o forse che al suo ritorno fosse spinto da altri imam a salvare la rivoluzione da questa prima ondata di politici del dopo Sci che e principalmente vissuti in Occidente e non erano degni di fiducia in Iran. Comunque siano risolti questi problemi, chiaro che la Repubblica Islamica che emergeva in Iran somigliava al tipo di progetto ideale di governo islamico che Khomeini aveva rappresentato in una serie di lezioni sul Governo Islamico, pubblicate nel 1970. C unulteriore riflessione che influenza lattuale corso degli eventi in Medio Oriente in questo periodo, tre anni dopo la Primavera Islamica. Khomeini, insistendo su tutto o niente nella lotta contro lo Sci, ha creato realmente un momento di trasformazione in cui ha avuto luogo una transizione iraniana verso un ordine politico realmente nuovo. Al contrario, i militanti del 2011 a Piazza Tahrir, erano soddisfatti di aver rimosso un leader dispotico, di alcune blande promesse di riforme democratiche, e hanno finito per soccombere a uno tsunami contro-rivoluzionario che ha ricostituito il passato repressivo di Mubarak in una forma pi estrema. Questo non implica che quello che si svolto in Iran fosse utile, soltanto che stata una rottura rispetto al passato e, in questo senso fondamentale, rivoluzionaria. In questo senso, lAyatollah Khomeini era un vero rivoluzionario anche se il suo scopo stato di riportare indietro le lancette dellorologio quando si trattava di modernit, compresi i valori laici. Da: Z Net Lo spirito della resistenza vivo http://www.znetitaly.org Fonte: http://www.zcommunications.org/a-meeting-with-ayatollah-khomeini-thirty-fiveyears-ago Originale : Richardfalk.com Traduzione di Maria Chiara Starace Traduzione 2014 ZNET Italy Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

Redazione | febbraio 15, 2014 alle 9:07 am | URL: http://wp.me/p2HEoQ-3HM

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