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PER.
LA SCIENZA DELL'ANTICHIT
GAETANO DE SANCTIS
PER
SAGGI E POLEMICHE
TORINO
FRATELLI BOCCA, EDITORI
MILANO
-
ROMA
1909
PROPRIET LETTERARIA.
Torino
AL LETTORE
Ne
perci ri-
marr
talora,
come
.
deve essere
un
libro d battaglia,
pieno di Marte
Uno
come
mia operosit di
scienziato,
a ridurre
la storia antica
soprattutto
dell'antichit,
alla
pura
interpretazione
dei
resti
tendenza
il
contro
cui
protestava
poco fa
bene a ragione
richiede
Kaerst.
La
documenti;
ma
poi
soprattutto,
s'adombra dietro di
la
essi.
Peraltro, anche
io
le
pi che
pura
critica
filologica,
intendo di
aberrazioni
competenza specifica
Il
AL LKTTOHE
non degli
storici,
ma
e
dei
grammatici ;
Il
non
male,
ma non
la stessa cosa.
in effetto
d.
Ma
il
dell'antichit
pu
si
modi secondo
orale e
valore
che
assegna
alla
tradizione
scritta.
E
e
mente
teoricamente
studio
della
tradi-
evitando
gare
pili e
e l'altro
un
preconcetto
meno consapevole,
come
la
quel
che
tramandato;
suo nome
se
cio
critica
non meriti
il
non
critica
temperata.
mente che
nastico:
l'epiteto
la critica critica,
non pu n deve
diritti.
Ed
veris-
Ma
la disputa
quali
si
incorre
si
nell'acrisia o
nell'ipercritica.
per
come
diritto
parla di verit
Recht),
(richtiges
in quanto
diritto,
non possa
essere
l'epiteto
storto,
non
sare anche ogni confusione con quella che oggi critica da molti
la negazione.
e
si
chiana
per
me
Nulla
pi
AL LETTORE
VII
lui
ispirato
agli acritici ed
dimostra
la opportunit di quel-
l'epiteto.
cj[uestioni
metodiche fone
damentali
rire
il
al
a chia-
metodo da
Ropiti
mani
ampia
e
dedicata
in
vivacemente polemica,
indispensabile per
doveva esser
di
riuscendo
questioni
discorrere
siffatte
senza
cadere in
oziose generalit
metodi
e
ma
quei metodi
quelle
tendenze
che prevalgono
oggi realmente
pur
vivace,
non esclude
la cortesia.
quella po-
se
non convinto
convinto
e
sostengono, almeno
si
della sincerit ed
sostengono
che condotta
da
ambe
le
parti
con tal
serenit e
da accrescere
De Mai' chi
modo son pi
E l'affermazione
delle
libera e franca,
per quanto
cortese,
proprie
tal cieco
e
solo
ogni
riguardo
ogni
misura
(che sarebbe
bens
grave,
ma
per-
AL LETTOKE
scientifico,
ne vedremo
non so
se
pi grotteschi o
percezione
esatta
pi dolorosi)
della realt.
smarrire
tutto ci
ogni
Con
non vane
beghe personali,
ma
unicamente
e
propri teppisti
della scienza
,
della
critica
ma
per
soddisfare
loro
livore
taciuto, sicuro
pubblico
onesto far
da
se stesso
giustizia
resto
come
esempio a quali
non appagandosi di
minutaglie filologiche,
si
ci
son diretti
saggi omerici
e i
pochi
dei
molti
saggi
editi
od
e
appena bastanti a
dare
il
primo abbozzo
del
animo di
lettura
alle
e
persone
Se per
le
forze
mi basteranno
non mi
AL LETTORE
mancher
il
puniche.
Intanto
prima
ringraziare jjubblicamente
m'ha
e
stampa
pi ancora
da Omero che
la
prima parte
di questi saggi,
che
le
discussioni
critiche
possono
seil
mano
Gaetano De Sanctis.
Avvertenza.
parentesi
quadre
le
Nei saggi gi editi sono chiuse tra aggiunte (quando non si tratti di
il
qualche
le
concetto) e
pochissime correzioni che non sieno semplici ritocchi di lingua e di stile. Debbono considerarsi come chiuse
'
Non
pu
p.
dirsi
'
(lin.
p.
157, la n.
'
la
187 e la n. a
'
Sulla citt
(lin. 10)
alla fine.
SOMMARIO
Al Lettore
P(i9-
I,
Saggi omerici.
I.
IL
IIL
IV.
V.
La
27
53
. .
L'Iliade e
76
Le interpolazioni dell'Odissea
99
IL
VI.
Agatocle
I.
L'usurpazione e
,141
IL La guerra in
Sicilia,
158
III.
L'im-
207
231
La guerra Appendice
rico
pace nell'antichit
Intorno al materialismo
sto-
,259
III.
IX.
Pag. 303
Le
fonti della
storia
romana
antichis-
X.
II. Mito e leggenda, 319. sima, 803 Per rintuzzare l'acrisia Pietro Bonfante e il metodo storico, 349 alla questione aria, 353 I. Intorno II. Intorno alla questione etrusca, 867 III. Errori storici del Bonfante, 377 V. Sofismi IV. Famiglia e gente, 405
349
e eontrosensi
XI.
Polemica spicciola
I
miei
critici
italiani, 461
HI.
di
Il
me-
todo e la dottrina
Pais, 506.
filologica
Ettore
I.
SAGGI OMERICI
G.
De
jlii
ilhiilh
iniiiiliiiii,.oillliill!ii.
Alili
iitliiiill
,iiy[li..,..iitltiiill[ii
[|!^jlluino,Aini.....,.i>llliiil[ii..,i.il!liiillli....iii!lillin,JlKl[li.,
tilliirfhi
.ilHiilllii..
ilh.r[|ii..,..illi .
ir
'Hrw"""''lii
W'^i
l'i'
'111
"iip"il|i"-"'ill"iilii'"'"'ir'll'
"'II'W
'i|li"iUi'"'""i|])ni||i'""'"illl"ill"'""*"')|l"'lf
'iliP'illii"""'il!l'niii'''"-Mi||rirnn"--"i|jiMi^^^
I.
La
divinit omerica
^^K
il
coraggio
;
al
guerriero o
incutono
nell'animo
affinch
il
terrore
la
drizzano con la
mano
suo dardo
il
colpisca
mira o ne
lo sviano;
al
rialzano
fuggiasco;
(1)
segg.
(Roma, 1896),
in
p. 3
divino nell'epopea
quanto
vi
si
lento
trasformarsi
della
divinit,
dinanzi
etica.
amorale in potenza
altri aspetti
non meno
interessanti.
Pu
p. e. cercarsi se l'intervento
come
(a torto,
credo)
da molti si ritiene, una semplice forma plastica dei fenomeni fisici e morali che si riscontrano in natura se, come pur non credo, la frequenza di tale intervento piti che un motivo religioso abbia un motivo mitologico.
;
SAGGI OMERICI
a chi
amano suggeriscono un
odiano un divisamento
esiziale.
Del
pari, se
muore imvi-
deve averle
una freccia nel seno quando una infezione fa strage in un campo dove sta ammassato un esercito,
l'ha suscitata
alla
N
i
gli di
pi gravi
d'un
uomo
o d'un
popolo;
ma
non
persino
nelle
hanno ritegno a
mano
flagello
perch
mta.
E come da
da
figli
dovevano essere necessariamente le loro saghe compenetrate coi miti intorno alle divinit; se infine, come ha asserito recisamente l'Usener, dell'intervento divino si serva il poeta in modo spontaneo ed inconsase, come non meno recisamente ha asserito il pevole, Romer, esso sia gi in Omero, come pii tardi in Vergilio, un mezzo artistico di cui il poeta si serve consapevolmente per raggiungere dati effetti. Intorno a tali questioni basti per ora rimandare a P. Cauer Grundfragen der Homerkritik (Leipzig 1895) p. 220 segg. FraccaROLi L' i irrazionale nella letteratura
p.
UsENER Der Stoff des griechischen Epos Sitzungsber. der Wiener Akad. nei CXXXVII (1897). RoMER Abhandl. der Bayer. Akad. philos.-philol.
200
'
segg.
'
'
'
p.
ma sempre
importantissimo libro del Naegelsbach Homerische Theologie'^ (Nrnberg 1884), questi problemi nonch risoluti,
proposti].
il
il
goria, l'aedo
il
ladro la sua
(1),
nel
rubare e
il
pirata le sue
prede
esita
tanto
che
suoi stessi
errori
l'uomo non
gli
abbia
colpe e
si
che Zeus
alla
le
abbia
assegnato un
triste destino;
sua
volta
Priamo
la conforta
dicendole
gli di
Non
tu mi sei cagione
d'alcun male,
ma
mi hanno
Similmente Agamennone
nel carpire ad Achille
il
si
scusa
commesso
suo bot-
Ma
che avrei
a fare?
Achille,
Un
come
lui,
mentre
deporre
l'ira,
esclama:
A
Vada
in malora, che
il
sua posta
Questi
carli,
esemp, e
si
vi che
vada esente
di
e tutto, il
le
dall'influsso
dei
numi, se pur
visibili tra gli
comparativamente
uomini,
cede.
rado
si
rendono
il
bene come
male, da
essi
pro-
Ma
diversi interventi di
un
di
fini particolari.
Manca dunque
finalit?
Per rispondere a
nell'epopea
due
categorie
affatto
comprende quei
casi
(1)
T 395. E 86.
(2)
222.
(3)
T 86
segg.
376 seg.
SAGGI OMERICI
in cui l'azione
degli
di determinata da motivi
gli
si-
mili a quelli
che
inducono ad operare
la
uomini
seconda
abbraccia
sociale.
ad importanza
Pu
come
forse
sembrare che
vi sia
quale criterio,
uomini
modoco
negarono?
Femio
non
il
dono
il
del
canto
che
di
ad
altri
Perch
tale
loro piacere:
motivi
pi profondi
v" in
Omero alcun
sentore.
se
senza
supporre
che
abbiano
un
di fatto gli
di distribuiscono di pieno
cattivi beni e mali (2)^
loro
capriccio a buoni e
nei beni.
l'una contiene
beni, l'altra
mali
(3),
il
dio o d
:
dei mali
la terra
e chi
divina,
senza onore
al
e sonci
(1)
Non
ne
di Scilla
pasce di
carne umana, ne di Circe che tramuta gli uomini in animali perch mio tema la teologia, non la mitologia
:
omerica.
(2) Z
188
seg.
I
Ze?
b'
aT^
v|uei
Xpov 'OXiairio;
vepujiTOioiv,
(3)
527 segg.
valente nell'epopea.
tarsi gli
Omero
infatti
non pu rappresendegli
di
che
dotati,
sull'esempio
uomini,
come
Ma
tale con-
reliquie
d'un
modo
pi
richiedono
dottrine
reli-
pi
dominano
tramandati
nelrisi
l'epopea
levar
le
e d'altra parte
poeta,
contraddizioni
dei
concetti
accontenta di lasciare
divinit che
egli
inesplicate
queste
opere della
inespli-
cate
rimangono sempre molte opere degh uomini. Esaminiamo ora la prima maniera d'azioni divine,
quella in cui
degli
gli
non
si
come
puramente
del
vecchio
e dei
di
e
Menelao
li
salva;
cos
mare
infuriato, lo
soccorre,
mossa a
dandogli
tra gli
modo
al
di salvarsi (1).
Ma
pur troppo,
come
sendo estraneo
veramente l'umanit
genere
Ed
naturale;
364 segg. e 333 segg. solo argomento forse potrebbe trarsi dall'epiteto ujxfipeq duuv ; ma questo, mentre frequente nella Teo(1)
(2) Il
5AGGI OMERICI
lo stesso
parenti,
con-
suo
chi
re,
ma non
resto
il
sarebbe neppure
di
in
gli
grado
d'
intendere
gli
parlasse
amore per
che de-
uomini
in generale.
Del
motivo
il
di regola
suo proprio
Gli
non
il
riguardo
al
tributo
(1).
potenti
ricono-
non con
le
buone opere,
ma
col
modo assume
i
la tutela
ma
senza
eccedere
le
destino e
nella
misura che
permesso dalle
essa
altre divinit, le
i
nemici di coloro
suo popolo;
che
patrocina.
ma
libazioni (2).
E
i
se nel
momento
d'Achille,
Ettore sta
per
cadere
gli
sotto
colpi
pensa a salvarlo,
abbia ob-
bedito
alla
legge morale,
ma
perch
nella citt e
gonia esiodea
omerica, tra tante volte che sono nominati gli di, ricorre
solo nel
cfr.
335). Cfr.
I
Q 525
M'
(uc,
(6 32-5,
beiXoai
PpoToTcnv
(1) (2)
Zibeiv xvu|ivoi(;
axo b
t'
Kribe; eiaiv.
A 472
segg.
44 segg.
cosce
buoi
(1).
Accaparrarsi
tra
Guai pertanto a
l'offesa agli di sia
Non
perch
un
faccia orrore,
non
ma
per
la
sulla faccia di
Diomede(3)
gli di
Bada, o Tidide, e t'arretra, e non voler con Girne superbo a pari, che ugual non
in
vero la stirpe
,
De gl'immortali
Ragione
di forza
maggiore,
cedere
dinanzi
ad Apollo,
"
poter mi bastasse
,.
(1)
120,
l
cfr.
S2
34. 69.
:
(2) Cfr.
420 fp
seg.
ob
auptirn^
Xneex'p' Bav-
Tuuv
cppeo
religiosamente
pi
progrediti
dell'epopea (a 60 segg.)
Atena per muovere Zeus a favore di Ulisse non sa che ricordargli i sacrifizi da lui fatti. vero che nella risposta di Zeus
vati
(a
si
65 segg.)
]
ttk;
fiv
l-neir
'Obuof|oq
PpoTuv,
yub
irep
eeioio
'
XaGoiiuriv
8c,
irepi
uv
vov
ori
ip
eeomv
GavTOioiv ?&iuk, to
La preghiera di Penelope in 762 segg. non samente progredita d'un punto sulla invocazione
in
kX09i
|ueu,
e
f\
Tror
TOi TToXuiuriTK;
vi
neYpoiaiv
I
'Obuooeq
f\
I
Poq
Kai
ioq
cpi-
KOT TTiova Mripi' ^i^nf Xov uia aLuocv. (3) E 440 segg.
(4)
'T*'^
vOv
faci
lavioai
uoi
X 20
r^
a'
Sv
Tiaai|Lir|v
et
|noi
bva,uiq ye irapeiri.
10
SAGGI OMEEICI
Guai perci
in
tal caso
se
un nume crede
di essere trascurato:
si
una
equivalgono nell'epopea
(2)
pu
essere
persino occasione di
Ma non
l'ira
solo
provoca
del
ragionevolissima:
l'ira
dell'uomo. Al
modo
stesso che se
si
uccide o fedel-
ne
cerca la vendetta
del
sangue, e soltanto
meno
Ciclope, mentre da
un
tri-
VI
perseguitato invece da Posidone con sdegno implacabile (3). In tal condizione di cose placare
i
numi quando
(1) Cfr.
(2)
B 594
segg. (Tamiri).
Q 602
segg. (Niobe).
La cosa espressa con una chiarezza che non si pu maggiore nei rimproveri dei Proci ad Ulisse dopo l'uccisione di Antinoo (x 28 segg.) vOv xoi a(bc, atir^ 8Xe:
Bpoq
Ko
Yp
f*l
vOv
qpjTa KOTKTOveq,
Se;
luy'
|
piaroc;
|
Koupmv
I
eiv MBdKr)
fj
laKev ^ko-
qpoav ok eXovxa
fivpa KaraKTevai.
:
una interpolazione
natura stessa del concetto espressovi dimostra che son genuini [L'argomento su cui si fondano gli scoliasti, Xeyev come il Bla ss, per respingerli, che cio tdKev
ma
non
(3)
Dove
si
ha da notare che
:
il
poeta l'ha trovato e non pu metterlo da parte ma naturalmente niente gli impedisce di cercare una ragione di questo sdegno conforme a' suoi
Posidone mitico
;
il
concetti religiosi.
11
una volta
si
siano
(1);
offesi,
possibile,
ma non
la cosa
forti,
pi agevole
e se sostenuto
da divinit pi
di
d'affrontare
pi deboli, per
affatto a scandalo
l'uomo omerico,
venerano
umane
onde
modo
di renderlo
ineficace, la
d'essere;
;
ma
sempre
uomini
il
modi
di
(2)
Tideo il figliuol ne la mente. Che non ha in ver lunga vita qual pugni a gli eterni
[di fronte
;
Ne
figlioletti avvinti
a'
ginocchi
Adunque l'uomo
forse per ci
si
amico d'una
l'
tra esse
;
pu
Chi
stesso attirarsi
ira
d'un'altra
mentre
propiziarsele tutte
materialmente impossibile.
contro
i
pertanto
gli
sar di schermo
di
Dovremmo attenderci
con
divinit
nemica
fiducia
scevro
affatto
da ogni
superba
nel
realt ci
non
(1)
(2)
12
rori superstiziosi
egli
SAGGI OMERICI
sono ignoti
di
al tutto
o quasi
perch
ha una guarenta
non essere
senz'altro abban-
mondo
tanto
divino.
il
Il
pri-
mato
di
Zeus tra
gli di
a'
suoi adoratori
diritto
di confidare
facilmente in
bala di divinit
meno
potenti;
iDoich
Zeus
supera
tanto gli
altri
vero che
si
rassegna talora a
vittoria, sa che
Ma
Zeus
il
suo po-
Non
questo
il
luogo
di
far la teoria
Va
umano, quando
l'esito delle
meno
ma
soprattutto da
contingenze
le disposizioni
uomo quando
;
cio l'avvenire
sulle ginocchia
il
degli di.
fare
permettere che
gli altri
(1)
23 segg. 462.
228.
(2)
notissimo
il il
diritto di
LA DIVINIT OMERICA E LA
di
Sl'A
OPERA SOCIALE
13
traducano in atto
si
il
i
i
prattutto
ripetono
Ma
hanno
se
motivo principale
degli
uomini
nell'influsso che
di
tol-
lerando che
per
un uomo
altrui.
ed
s
non
delle parti
meno
antiche dell'Iliade
dove
chiara-
mente
gloria
soli gli
lo svolge solo
Posidone
a
nel
si
il
settimo;
che
come il muro onde gli Achei hanno circondato il loro campo? Ma qui non s'arrestano i poeti dell'Odissea;
in essa dei
fortunati
eventi
delle
si
imprese
umane
mostrano ombrosi
di, n giova che si goda senza tracotanza la buona ventura n che per raggiungerla si siano invo-
dove
quasi
un presentimento
il
timore
dell'invidia
divina
(3).
Cos
da una parte,
(1)
Non esclusivamente
;
per.
l'avvenire
il
concetto che
egli
H 445
segg.
(cfr.
l'introduzione di M).
471. P 73. 450.
qpGvo^
il
862 segg.
qui
Un esempio
nettissimo di
divino
si
ha
in
h 181 seg.
quadro della felicit che avrebbe goduto con Ulisse, soggiunge XX x |iv
Menelao, tratteggiato
:
li
SAGGI OMERICI
concetto della divinit omerica,
i
come vedremo
progredisce
poi,
il
notabilmente attraverso
l'epopea, dall'altra
di forza e
va
al
tempo
stesso
acquistandovi
d'ampiezza
che
tuttavia ci
si
spiega agevolmente
poich
solo
di
quando l'uomo, divenuto consapevole di s, cessa riputarsi come un fantoccio in balia di forze sopi'ancredersi
atto a raggiungere col senno e
la
naturali per
con
mano, senza
invidia divina.
Da
un
il
vero
dell'anima ad
non ha
riscontro
neppur
il
tentativo del
il
sentimento
si
braccia
alla divinit
somma
cui
Non
giosit
omerica
TTOu luXXev
faaeaQai Geq aTq, 8^ kcvov aTrjvov vari^ov olov l6r|Kev Ne meno caratteristica l'escla|
mazione
Xriiuovec
di Calipso, e
118 segg.
'
Zt^-
^Eoxov XXuuv,
\
oi
evZeoQai
jnqpabinv, tiv
xe
qpiXov
iroiriaeT' kottiv.
uno (pGvo^
tra
il
divinit e
non
che
vp
tra di e uomini
ma
agli
evidentemente
poeta muove
norma
invidiano
210 segg.
15
Che anzi
un uomo
un
dio
pu correre
son
legame
Pallade ed Ulisse;
meno
dardo
figlio
con
l'atto
non son meno umani dell'amicizia d'un re per un suddito che l'abbia sempre fedelmente servito o d'un suddito pel re che gli sia stato
largo di protezione e di
stima affettuosa.
Ma la
traria,
azione
man mano
importante
pi efficace.
si
trovi addirittura
dev'essere in qualche
modo
da
pro-
tetto
il
forestiero
che
non
si
comporti
nemico;
d'ogni
tale pro-
poich
codesta la condizione
indispensabile
Or
tezione
il
quale neppure
vita
dei beni
forestiero, in ispecie
di mettersi
visitava
il
i
del
dio
sommo, adorato
il
da
tutti
Greci, Zeus;
popolo
si
tro-
vava sotto
la protezione
perch
l'esigenza
(1)
130 seg.
16
SAGGI OMEEICI
difesa
d"una qualche
tutti.
per
lui era
nella
coscienza di
tanto
d'aver
s'era
riguardo
quanto che
egli stesso
trovato o poteva
mata
dallo
dalla religione
onde, cosa
il
termini gli
non peccavano n al cospetto del re n al cospetto di Zeus l'ospite invece era come persona sacra, e ci appunto perch non disassassini ed altri delinquenti
;
poneva,
era ucciso,
Ma
vi
sono anche
pur sentendosene
del tutto.
l'esigenza,
Se per esempio un
tello
i
genitori o
un
fra-
fratelli
maggiori, prendendo
cos la direzione
gruppo
che
potest
reato;
n lo Stato
pur quando
lo
Stato assunse a s
il
punizione
dei
delitti di
sangue,
parricidio rest
immune
da pena
trattasi
(2),
la
(1) Menelao al servo che gli domanda se gli stranieri debbano essere condotti in altra casa, risponde che parla da stolto {b 33) f\ lav r) vui Eeivnia noXX qafvje X-i
:
\
La. Diog.
'
59. Cic.
p.
pr Amer.
n.
Meteb
Hermes
30 (1895)
273
17
padre od
alla
certi
umana avrebbero
conseguito,
divina
la
terribile la giustizia
reato
per feriva
il
l'e-
infatti
un
fratello
po-
la
morte (1)?
la
ter-
pu
come
umana
che
predomina
nei
poemi
le
omerici.
la
giuramento per
non
il
ma
il
giuramento assicurava
vicini;
il
due popoli
di
giu-
ramento costituiva
nale del re
;
il
modo
prova davanti
al tribu-
e l'incolumit all'uccisore
guerre tra
le
Donde
la
esigenza
d'una
punizione
esemplare
dello
(1)
pivec;
upeapurpiuv
incaricate di punirle
Oj;
v.
454 segg.
565 segg.
'itovTai.
(2)
G-.
204
laQ'
P
irpeapuTpoiaiv
X 279 seg.
pivueq alv
412 seg.
135.
r 278 se^.
259 seg.
2
De
18
spergiuro, che
SAGGI OMERICI
non poteva trovar soddisfazione neanil giuramento conper l'appunto nel chiamar gli di a testimosi
dichiarava o
il
mantenimento
di se la loro
una
doveva essere
la
pi tremenda,
come
con
quell'altra categoria
che
cose
abbiamo studiato
ten-ene
;
d'interventi
degli
di
nelle
in
quanto
che soc
anche
non
fa altro
correre in vita
vendicare
in
morte
chi
si
messo
ad
manda
altri
si
di chi
s.
ne ha imprecato solennemente
l'ira
od a
Ma
ed anzich oj^erare
delle
sempre pi
l'azione provvidenziale
della divinit,
man mano
vilimento
si
faceva
senso
mana
umana
mentre s'ampliava
diminuire
avviarsi a sj^arire
questa
maniera
di
d'azione
divina, doveva
e poi
natura
primo posto.
evolusi
questa
la-
insepolto
il
19
l'ira
il
proemio
dell'Iliade,
Ma
in realt nell'Iliade
morti venalle
gono regolarmente
belve
i
seppelliti,
troppo
questa mitigazione
la
del
diritto di
religione, piegatasi a
si
vede dall'esempio
pregato Achille di
gli
rendere
il
suo
parenti
minaccia lo
sdegno degli di
libro
libro pi pro-
pende
in
effetto
su Achille
il
corpo di
Ettore.
I
Anche qui
non
loro azione
infatti ap-
non mancava
abbasevizie fatte
mai
di vittime
Tara di Zeus
il
ma
pure
espresso
stanza chiaramente
concetto che
le
ad
un cadavere sono in odio alla divinit (3). Del pari movendo dal concetto che a fronte
turale che
finisse
del suo
col
riputare
come una
offesa a
(1)
[Qui
si
come
ritiene
W. Helbig
Rh.
Museum
Cfr.
'
LV
i
(1900),
p.
55 segg.,
ma
loro
tra
Immisch
p. 31 n. 23.
tuttavia ci
non
testo,
perch non
Yvuuiiiai.
Achei
e Troiani].
)uirivi|ua
358
qppdZieo
I
vOv
\xr\
to ti Beiv
(3) 9.
44 segg.
13 segg. 503.
20
Zeus Xenios
contro
la
SAGGI OMERICI
anche
un
delitto
commesso
I
dall'ospite
il
persona e
gli averi
umana
che non
si
doveva in
concetto
generale
sentire
d'una
Sembra
di
Zeus
un motivo che pu dirsi alieno dall' Iliade. V' bens due volte un accenno a ci, ambedue le volte in bocca di Menelao, ma come desiderio o voto suo, non come cosa che siasi effettuata, e del resto neppure nelle parti pi antiche del poema (Ij. Mancava parimente una sanzione contro i giudizi
Xenios contro Paride
ingiusti, e
doveva
d'una sansi
zione divina.
Un
trov:
che nella Patroclia, anzi in una parte della Patroclia che ha sofferto vari rimaneggiamenti
difetto
(2).
Faceva pure
da
altri,
chi, offeso
ma
cerca implacabilmente
alieni
a quelli
che
si
mostrano cos
da
(1)
r 351
segg.
N 623
segg.
V.
622-630
(e forse
il
anche alcuni
altri)
posteriore
contesto
si
guadagna
in
pei-spicuit.
L'accusa che
uxfjq. Solo in
v.
commento
384 segg.
I
lix;
b'
ir
XaiXairi
KeXaiv>T
x^^'
|
p-
Ppi9e X0JV
iquaT' nuupiv),
re
Xa^prarov
viuipf
v ^opri
Zeq. ore n f)' avbpeaai Koreoadiaevo^ xo^^TTrivr), ci ^iir OKoXiq Kpivuuoi 6|niaTa^, k Kr|v XdauuaiJ
(
eejv
mv oK
XYovxet,.
21
in
un
il
tratto^
Ambasceria,
discorso di Fenice
Un immenso
blica o privata
Su ogni
ingiustizia pub-
che in veste di
le
scratando
opere
prendono sotto
la loro pro-
non solo gli ospiti, ma anche i menConforme a ci, sia nella Telemachia sia
si
accenna ripetutamente
alla
un
altro e ne
am-
biscono la sposa
(4).
Ma
come Penelope, compiuto l'eccidio dei Proci, vi riconoscono una punizione divina non per la usurpazione dei beni altrui, ma perch non hanno praticato come
si
conveniva
il
dovere dell'ospitalit
(5).
(1)
502 segg.
trattarsi
qui
di ogni offesa.
(2)
p 485 segg.
I
oiKrec;
|
XXobadvBpuj-
nolaiv,
TTUJv iPpiv
Te Ko evo|uiriv qpopOvTec.
(3) Z
T<;
I
207 seg.
66. S
57 seg.
-npc,
-fp
(4) P
a 138 segg.
xaoSaXiai.
si
85 segg. u 215. 393. x 35 segg. Anche in accenna alla punizione di chi commette
xouabe laop' d|uaaae Beuv xai axe,5) X 413 segg. xXia ?pYa oOxiva yp xieOKOv irixSoviaiv vGpiTtujv, o
:
| |
KOKv o uv oGXv, 6
xe acpeac,
TtOTtov.
etoacpiKOixo
nj
xi koI
63.
Cfr.
363,
dove Atena induce Ulisse a mendicare tra i Proci per conoscere oi xivq eaiv vaiai|uoi oi t' 96|LiiaToi.
22
Divenuti
gli
SAGGI OMERICI
di ^Hndici di tutte le iniquit, di
la
poco
riflessione
religiosa
nel
dolore la punizione
nel
colpa, trovando
custodire
l'ufiicio
Esplicitamente
ci
non fu
che dai
lirici;
ma
vi
si
avvicin di molto
discorso di
il
Zeus
poema
detto
ma
per
effetto
delle
proprie
il
colpe.
Sulla
chiusa del
poema
grido in cui
sa della vendetta
compiuta
Zeus padre, ben voi iddii ancor siete nel vasto Olimpo
Se
il
fio
Proci pagato
,.
Ma
questo
un modo
di concepire che gi
l'alito
non
si di-
d'un'et nuova.
E appunto
una
la
parivano come
segno di
spii'ito
sano
il
termini assai
ristretti.
Ma non
concetto di un or-
custodi supremi.
La
contraddizione
soggetta a tutte
le
(1)
uj
351 seg.
Zeu uTep
I
fj
f)a
ex"
IjaKpv "OXuiiTTOv
xioav.
xev
fiviiaxfpe;
23
sempre
latente. Il
diverr cosciente
momento in cui questa contraddizione sar il momento critico della reliinvestigare se gli di nelle loro
gione greca.
Rimane ancora ad
relazioni con
gli
potenti
appieno
che
mentre
egli
ha rivolto
sua
a vicenda
il
Fato (Moipa)
(2).
Non
la origine
non basta
sven-
morte
(3).
Di ci non era
facile
render ragione
(1)
L'una e
v.
l'altra cosa,
af-
fermate ripetutamente in
la
modo
Per
prima
La seconda
gi
contenuta implicitamente nella facolt degli indovini di conoscere t t' vxa xd x' aaiueva -rrp x' vxa. Vedi
inoltre h 379. 468. u 74 seg., ecc.
(2)
Vedansi
testi presso
il
Naegelsbach Homerische
T 236 segg.
I
f]
8oi Tiep
hi\
I
luop' Xo>
24
alla
SAGGI UMEKICI
teologia omerica clie
titudine di divinit
malefiche
il
spiegano
il
dolore e
dunque
sono solo
v' poi
determinare
le sorti degli
ma
un destino indipendente della volont degli di e che quindi non si pu schivare per quanti sacrifizi ad essi si facciano. In tal modo si spiega come la
Moira od Aisa
rappresentata
degli di, ora
che
presso
personifica
il
destino
la
ora
venga
Omero come
volont stessa
distinta.
Negare
passo la Moira e la
solo
cos
pu
spiegarsi
l'incertezza di
Zeus
debba o no eedere
alla
Moira
quale
il
destino, perch
una bilancia
il
si
prende ap-
peso
(2).
immagine
supplendo
nella
della Provvidenza,
Ma
sola
enunciazione di questo
ci,
concetto la sua
con
lui
non
pos-
vano assorgere,
difficolt
son nate
le
X 209
segg.
25
non rara
in
Omei'O
"
e allora
contro
la
non presenta alcuna difficolt grave d'interpretazione, e non dobbiara vedervi che un semplice modo d'esprimersi del poeta. Di fatto il destino si deve compiere
sempre
e
sempre
in
Omero
si
compie
(1);
n
si
gli di,
risolvono
un destino che
dal
darci
i
poeti
omerici, lungi
si la-
Eppure l'epopea
religiosa
Non
le
per sempre
singole personalit
con ci
e col
diffondere
svolgere
miti abbia,
mediante
(1) Vi sono due sole eccezioni, TT 780. a 34 segg. La prima senza importanza, pi apparente che reale. Il destino la sconfitta degli Achei. Essi non conseguono che un momentaneo vantaggio, che loro strappato di mano dall'intervento di un nume. Molta importanza ha
invece a 34 segg.
TiuuvTtti
u) tcttoi,
oiov
ri
vu Qeoc, PpoToi
^|U|uevai,
ai-
t^iuuuv
Yp
qpaoi
kk'
ci
he.
|
Kai
ibc,
aTO
Ko
X^e ^xcuoiv,
|
vOv
|npov 'ArpeToo
ym'
aXoxov
fivri-
0T?)v ktX. Ci
per prova soltanto che quei versi furono composti quando si andavano perdendo i concetti genuini
26
SAGGI OMEKICI
legami troppo
trib, riducendo ad
di scuotere
i
quelli ai
li
quali
non riusciva
d'effetti
ceppi
che
il
il
legavano
alla trib
loro culto].
Ma
pi grave
momento
greca
nuovo che gi cominciava ad aleggiare negli ultimi strati dell'epopea, quando la materia mitologica avrebbe
dovuto trasformarsi a quel potesse vivere di nuova vita
pulsi.
soffio
perch
la religione
il
mito era gi
fissato
Ed
nuove
vie
(1)
nella
'
Grecia
antica
l'ins-
vedi p.
le osservazioni di Ch.
'
Michel
Revue de
'llijlllnjjilllliimij^^
IL
L'
anima
1'
oltretomba
(^\
secondo Omero
da questo ben
il
di-
Non
cotesta psiche e
peraltro
anzi
sostrato delle
potenze
intellettuali
morali,
non ha alcuna
parte nei fatti d'ordine intellettuale e morale menzionati infinite volte nell'epopea.
Omero
ma
menti
dente
se
della
morte, la quale
consiste appunto
nel
Pare
il
che la psiche
il
dell'epopea
soffio
abbandona il corpo quand'esso resta inanimato. Senonch questa " vita che si fugge come un soffio dall' uomo che muore, non era e non poteva nei tempi omerici esser concevogliamo,
principio vitale che
pita
come un'astrazione
neppure
come una
realt
(1)
[Dalla
'
'
II (1897) 3
p.
38
segg.]
28
concreta
s,
SAGGI OMERICI
ma non
percettibile
mai
ai sensi; n, le si
do-
poteva
;
guisa
che
le
dei
defunti
(eluuXa KoiJvTUJv).
Si
il
detto, p.
e.,
che la psiche in
soltanto
l'epopea greca
male
"
un doppio un concetto
lare poi di
"
alieno
doppia vita
pensiero
;
presso
Omero
addirittura
snaturarne
il
(2).
La
psiche vita,
la
sola
Omero, ben lungi dal riputarla come un altro uomo nell'uomo, come un secondo io, stima che l'uomo sia il corpo con le sue funzioni, la psiche
vita dell'uomo
e
null'altro se
non
ci che a codesto
corpo d la
il
vita.
N
di
come spesso
il
cadavere chia-
mato
anime non
rado
senz'alti'O
nome
di
Elpenore o di
necessit del
non
che una
non
si
puramente
spirituale la personalit
piti
s'esprime
corpo l'uomo
Questo
il
afferma
in
una parte
antichissima
dell' Iliade,
(1)
(2) (3)
p.
35.
RoHDK Psyche P
p. 5 segg.
il
Come
vide
gi
Naegelsbach
op.
cit.
p.
33
A 4
seg. H* 65 seg.
29
anime d'eroi ed
,
;
essi
degli augelli
con
il
thyms,
al
quale
bench
si
riportino specialmente
ci
non avrebbe
quanto
sia la
in
nulla
di
strano,
perch noto
diffusa
popoli
meno
il
inciviliti.
Certo che,
qualunque
sia l'origine e
parola thyms, in
valore materiale,
e
diciamo psichica
con
il
morte
thyms
si
lascia
il
corpo
insieme
la
psiche, la
nell'atto
psiche
stesso
thyms
principio distinto
Laddove pertanto la psiche un dal corpo, il thyms invece non corpo o meglio di una parte di esso
;
tutti
al
senza
ecce-
zione
fatti
thyms
riferiti
anche
diaframma
(1)
Naegelsbach
Jahrbb.
[Il
p.
357 segg.
'
testi
concernenti la psico-
compiutamente
raccolti
da
W.
Schra-
DER
'
f.
Philologie
(2)
9u)Li(;
dal corpo,
omerico pu dirsi un'anima inseparabile una Korperseele, nel senso in cui adopera
il
questa parola
Wundt
Volkerpsychologie
di
II 2.
Ma
per
punto
vista della
psicologia
30
(q)pve<;))
SAGGI OMERICI
stimato
appunto
la condizione o
il
principio
mentre d'altra
sieda nel
jiarte
diaframma
thyms stesso si crede che ri(1) come ogni attivit dello spiil
Dunque
il
dal
corpo
umano
continua ad esistere
ma
col
di coscienza, senza
esso.
relazione con
che fuori
scolorita
;
di
la
triste e
e s'in-
tende bene
nulla riesca pi
(3).
morti
Abbanin-
donato
visibile;
il
corpo,
mondo
invisibile che
non potendo
che
allora esser
concepito n
di fuori
d'astratto n
come
al
|
determinata.
leggieri
delFInvisibile
spiega di
come sorgessero
si
varie opinioni.
turale che
meno
si
muore
il
sole.
(1)
202.
462. K 232.
172.
280.
178.
357.
321.
165.
(2)
73.
il
n;
Cos
jivot;
ed
il
si
contrap6u|uv,
pone a
eujui;
eujuc;
nella
il
frase
pi-ende
senso
ristretto
attivit
affettiva e
Il
passo
pi
jv
caratteristico
qpaibiiu'
488 segg.
|
|ui^
hf\
Gavaxv f
-rrapaa,
'OuaaeO
|
3ouXoifar|v
(KXripip,
k' tu
Tidpoupo<;
|Lir]
6r|TU|uev
etr),
1
XXtu,
vpl
nap'
pioToq TToXi;
f\
vaaeiv.
31
due sedi
testi
dell' Invisibile
coesistono in
di
Omero
(1),
punto necessario
si
metter d'accordo a
che anzi
che vi
riferiscono:
sarebbe
piuttosto da stupire se
iizione intorno a cosa
[a
non
s
vi fosse
nessuna contrad-
danza d'immagini
regno tenebroso; e
:
cos,
ad
es.,
lo
Ma
son di Persefone
boschi,
male mandano
frutti,
Ferma
la
nave
il
gorghi profondi,
E
In
tu rivolgi
due fiumi da
l'alto
rim
[bombo.
Come
le
anime
entrassero
in
difficile
quali erano
immaginare a genti che usavano la cremazione, dell'Asia Minore a cui si deve i coloni
l'epopea omerica.
il
Ad
essi infatti si
il
presentava spontaneo
pensiero che
quando
nelle
dii
mazione
forse
dovuto
il
mito
di
Hermes accompa-
mito che sembra superfluo dal punto di vista dell'ortodossia omerica (3).
(1)
Per la prima
v. p. e.
|
X 482
?pxfi-
vOv he o
la
|uv
'Aiao
v. le
|Liovj(;
Tu KeOeai fair\c,
Per
seconda
due Nece.
(2)
K 508 segg.
(3) uu
9 seg. 99 seg.
32
Oltrepassate
le
SAGGI OMEEICI
porte fatali dell'Invisibile, donde non
non
per un tempo pi o
Ci
meno
limitato,
ma
per
sempre.
;
si desume dallo stesso concetto omerico dell'anima come pu infatti perire essa che la vita? (2j. Xon si opponga che un popolo chiuso nella cerchia del sensibile difficilmente pu pensare eterni esseri che non
il
corpo
la vita,
non
la
genera
l'accresce.
del filosofo
non pi dal punto di vista omerico, ma da quello moderno, che cerca una spiegazione del problema della vita: dove l'uomo omerico trova la vita
naturalissima e sente
invece
necessit di spiegare
la
morte.
psiche
Non
;
quindi
:
per
Omero
la
non muoia sarebbe piuttosto singolare che morisse giacch non vi sarebbe pi modo di spiegarne la morte per mezzo del dipartirsene d'un'altra cosa
reale e concreta.
molto
facile
vedere
lo tragga,
quando
e
se
ne cerchi Di
non
l'origine prima,
ma
la fonte viva
perenne.
fatto la psiche
fenomeno
della
morte
(1)
TTriv
V
lue
75
seg.
o yp
er'
aOriq
viaao)aai
'Aiao,
TTUpt; XeXxlTe.
(2)
moribondo
o toOto
pO -fp
VITI
7,
19): oOtoi
luc;
l'i
-^yx)-^^,
'iuc,
u)
Traec.
evriTUJ aibuoTi
v v xav totou TTaXXaYfj T9vr|Kv. 6ti Kai r 6vr|T oiJuMCiTa, aov civ v aToi<;
irdbTTOTe Treia0r|v
rj.
vj/uxri,
nv
Zrj.
Xptivov
(3)
fj
r)
seg.
33
appunto uno
di
quelli die
mente commosso lo spirito umano e di cui la riflessione bambina e adulta si piti affaticata a cercare le
origini e la natura.
Se
un corpo
ieri
pieno di vita,
gli
cuore,
il
il
suo
concetto
della
a tale origine del concetto dell'anima contrasta l'immagine, che le viene attribuita,
del
corpo
si
stesso in cui
abita
manifesta una
ef-
energia,
fetti
l'uomo
inducendo
manifesti
direttamente
alla
coscienza,
essere
in
Fio.
nel
s
caso
nostro, trattandosi di
un
attinenza
stretta
si
la psiche
concepisse sotto
la singola
(1)
XeiffTri
408 seg.
vpq
iie
Hjuxn
ndXiv
XGev
oure
oout'
ou9' Xeriq,
I
p Kev
iueiiperai
epKoq
bvTuuv.
i
=.
518 seg.:
passo
se
HJUX1
Kax' ora.uvriv
jxeiXi'iv
TTeiYO|uvr|.
(2) Il
xv
' eXiire
vpuxn,
(3)
Kax
b' qp9aX|Li)v
[Ma
nell'uomo vivente
distingue da
Omero
corpo e la sua attivit, non v' alcuna distinzione nell'epopea greca tra l'involucro semicorporeo della psiche
tra
il
e l'attivit sua.
Gr.
De
Sasctis, Per
34
SAGGI OMERICI
molto diffusa
al
presente
l'opinione
che dai
fe-
nomeni
pulso a raffigurarsi lo
spirito
corpo animato
(1).
certo
i
bambini, cosi
le
non
una
di loro.
Ma
di qui
i
non
morti
vedere in sogno
tali
vedemmo
senza
in vita
immagine
del
discutere
il
difetto,
com-
omerica
chiaro
sogno ricavava
sarebbe
stata
il
nuda
im-
primono
nella
e senso e parola.
i
non
ci
appaiono solo
morti,
WuNDT
op.
cit. p.
'
dente) uberall
als
die
Ttigkeit
']
eines
korperlich ge-
mia
Storia dei
Romani
I p.
91 n.
1. Il
Wundt
Kor-
alla
perseele inseparabile dal corpo) in Hauchseele (anima) desunta dal soffio vitale e Scbattenseele (ombra) desunta
dal sogno.
la
distinzione
pu
accogliersi,
purch
si
tenga per fermo che essa meramente teorica e ideale e che in pratica la psiche pei popoli primitivi Hauchseele e Scbattenseele al
tempo
stesso, e solo
pu
ricer-
predomini nel concetto che della psiche ha un dato popolo in un dato momento.]
carsi quale dei due aspetti
35
raro
ma
assai
i
pi
spesso
viventi,
il
concetto, non
presso
averlo veduto
in
quando,
il
caso
gli fossero
apparsi
avrebbe
anime
di costoro,
in vita, an-
maggiormente
meglio unicamente
che
in
"
fondano
difensori di questa
una
delle
prove pi valide
si
mostra
:
esclama
Un
Ah, che da vero esistono ancor ne le case de l'Ade qualche spirto e parvenza, ma nulla v' al tutto
[hi
mente
fenomeni del
concetto
sogno
il
suo
della psiche,
della giustizia
divina
acquista
conoscenza
nella
degli
Zeus padre, ben voi iddii ancor siete nel vasto Olimpo Se il fio de l'empio ardire han da vero i Proci pagato.
Che anzi da quel luogo appunto dell'Iliade dobbiamo indurre che il poeta omerico non ricava il suo con-'
cetto dell'anima dal sogno, per la ragione
molto sem-
(1)
103 seg.
y\i\)xr\
ttttoi,
HOiaiv
koX elbuuXov,
(2) ui
351 seg.
36
plice che
la
SAGGI
(p:\[ER1CI
con
le
premesse.
notizia
che
egli
di
vero, per
con
la
ma
;
in
realt
il
phrnes ha
qui, adoperato
genericamente,
significato che
a
assume
di
consueto nell'epopea
ed anzich togliere
sull'
anima
senz'alcun contrasto.
sione
la
rifles-
ancora
bambina
mente,
ma
senza
contraddizione,
problema oscuro
di pensare al
dell'altra vita ?
mancano nell'epopea
modo
umano
non potendo appagarsi d'un avvenire cos triste e scolorito come quello promesso da Omero, doveva acquistar del terreno l'aspirazione a rivestire, per dir cosi,
di
polpa
e di
nervi
un
il
Quindi
in parti
si
dice che,
bevendo
le
anime
dei morti
ricuperano per un
si
istante la coscienza.
nondimeno essa pu ancora accordarsi con le idee dodi fatto, bevendo il sangue, le anime in certa guisa si rincorporano e possono momentaneamente riprendere quella operosit spirituale
:
al
corpo.
si
potr per
37
mezzo
sangue
in
abbondanza
una
vita
meno vaga ? E
tomba
il
si
depori'anno almeno
s' servito
defunto
quass,
non sar concesso d'usarne alla sua anima, vivificata dal sangue bevuto? E se la tomba si eriger grande e sontuosa, non potr la psiche godere della sua casa
sotterranea? Per questa via nacque a poco a poco
cos detto culto dei morti. Perch ciascuno aveva
il
un
interesse
quella esistenza
d'oltretomba; ed in parte
provve-
deva
del
loro
meglio
dopo la sua morte. E naturalmente essi in genere non mancavano al loro ufficio, sia perch solo cos potevano assicurare a
eredi, sia
non
di-
non abbia sanzione umana o sovrumana affatto aliena dall'uomo primitivo. Non abbiamo, vero, testimo-
(1)
[Questo
il
l'ombra di Patroclo
ed
naturale
p. 31.
Ne
saprei
col
Wundt,
morto che si dissolve. Di queste soiferenze cui andrebbe soggetto dopo la morte e prima del dissolvimento il principio degli atti che noi
si
avverte in
Omero
la
pi piccola
38
nianze
della
SAGGI OMERICI
et
ma
il
ovvio
il
supporre che
la san-
padre o contro
fratello
maggiore,
le
Erinni dei
modo
come
in casi affini
il
s'affer-
mava
pu aver avuto che una parte non poteva mancare che dando
vigore
di
timore
vita
Ma
con
le
vaghe
il
non
vita.
si
Non
da credere
ter-
rore di spettri e di fantasmi, per quanto in contraddizione con la dotti-ina prevalente sull'anima;
l'orrore che desta
troppo
sempre
alle
la
morte
e trojDpo viva la
vane visioni
notturne dei
bens
alla
confidavansi alle
polcrali
di
tombe
e le
Il
grandiose costruzioni
dell'et
micenea.
le
dimensioni
forme un
;
ma
il
dimora
delle
anime
(1).
(1)
39
con
Greci finirono
l'avere
(1);
un
rituale o, se vogliamo,
un
culto
dei
morti
ma non
che
si
attribuisse
oltre
la
alla
co-
scienza
di
sopravvivere
infatti
senza
fine
tomba.
Questa vita
razioni, che
che
si
artificiale
vaga
dottrina
la
ed
non avevano
riflessione
di per
s sole
di
svolgerla.
E
la
superstidi
progredendo
il
correvan pericolo
perdere
conservava,
in
ma rischiava
significato. Certo
il
ispecie tra
quelle creoffrire
denze
gli
si
dimostrarono pi
poterono poi
Ma
s'erano
gi, se
ionica
non spente, illanguidite d'assai nell'aristocrazia quando fiorirono gli aedi omerici che le dedii
carono
loro carmi
epici;
dove per
se
ne ravvisa
qualche traccia.
del sarcofago
di
Mon. Antichi
XIX
(1908) p. 75 segg.,
morti
per lo
meno
quanto che
si
si
sacrifica invece
mia Storia
dei
Romani
p. 91 segg.].
40
SAGGI OMERICI
descrizione
funerali di
la
dei
Sul
il
sommo
rato, deposero
molte
intorno
ammass
corpi
e d'un-
Ij.
riti
con
le
idee
si
come ha
tratta
messo
qui
d'un semplice
ufficio di piet.
maniera d'onoe
e dei prigionieri
al
potessero giovare
in qualche
modo
dei
defunto
nell'altra vita.
il
Al quale
poeta, dimen-
ormai
pratiche, le espone da
spiegarle, alla
darsi carico di
le
maniera
ce-
rituale, dall'altra
parte affret-
simili
meno
armi
sicuri, nele,
in parte
(2),
almeno,
(1) "V
(2)
165 segg.
38.
a 291. k 222. r 285. Naturalmente quest'uso non procede dal concetto che il defunto nell'altra vita si giovi delle anime di questi oggetti, bens la sopravvivenza di una consuetudine esistente allorch era in vigore l'inumazione. Allora mettendo nella tomba gli oggetti di cui uno s'era compiaciuto in vita, si doveva
credere che la sua psiche, rianimata dai
sacrifizi, tornat^se
v.
le giuste osservazioni
-il
banchetto funebre
scopo
pratico,
i
perch non
digiuno
cole
ad onorare
defunto,
che in
:
pure ad un altro
scopo
che
godevano materialmente
che
profitto (3).
Anche
al
piti
che,
si
dopo prestati
defunto
luoghi in cui
si
svolta
culto. Che se ci non detto nondimeno indubitato altrimenti sarebbe inesplicabile non tanto il sacrifizio che Ulisse fa
esplicitamente,
ai
morti
nell'evocarli
al
(4)
gli
promette con
ci,
a quel che
del resto
si colle-
di culto dei
gano troppo evidentemente col eulto che ad essi si rende in et storica per poter ammettere che vi sia
stata discontinuit tra l'uno e l'altro.
U)
(2)
(3)
(4)
(5)
H'
135 segg.,
cfr.
b 198.
Wieseler
p.
'
Philologus
'
IX
29. T 309.
Rohde
I^
25 segg.
T 336.
X 29 segg.
595
croi
'
aO
co)
ko
iroiKev.
42
SAGGI OMERICI
per questo tali sopravvivenze (survicals) d'una
Non
proposta
se
n'
ampiamente occudelle
pato
Il
Eohde, conforme
ciologi e filosofi
anime
cre-
queUe
traccie vedere la
anime
si
mondo,
sacrifizi.
con
Non
la
il
luogo qui
di
al-
pi
esperti nella
storia religiosa
(2)
hanno
ne dal punto n da
religioni,
si
accorda
unicamente con
Infatti,
che
le
opposta.
ammessa
la teoria del
Rohde,
primi
che
(1)
Psijche
Rlieinisches
Museum
'
(1895) p. 1
sostanzialmente
'
ai
concetti
E.
p.
II
273 segg.
119
seg.
e
UsESER
stato
il
Gotternamen
253
seg.
Il
culto degli
eroi
d'applicare quella teoria alla religione greca; ina ora questo viene a mancare, poich si vien riconoscendo che gli eroi sono di decaduti e che l'eroizzazione di defunti
non
Ma
43
omerico
Al contrario,
il
guerriero
non solo non cerca in alcun modo di placarli, come pur fanno non pochi popoli selvaggi, ma, stando al prologo dell'Iliade, non si fa punto sci'upolo di lasciarli insepolti,
questa trasformazione
da un essere cosciente
che ha un
filo
e potente
di esistenza,
sarebbe
dal
punto
assolutamente
dal
raziona:
in qual in
modo la psiche omerica tenda a trasformarsi un'anima cosciente ed immortale. Certamente v' a
"
la
libero
pensiero
quasi
le
con cui
in questi
cose del
mondo non
stirpe
(Ij.
possono
intiera,
appartenersi ad
un popolo o ad una
di genio
ma
alLa
Il
Rohde
egli
in ci
dirsi
che
conduce in
modo
la
propria teoria
le
ad ahsue opi-
che condividono
Una conferma
negli
della
sua
dottrina
cerca
il
Rohde
agoni
funebri
(2).
Omero
se
infatti di
pubbliche
in onore
non quelle
mentre
in et storica
troviamo che se
(1)
Psyche
pag. 38.
(2) Ibid.
(3)
pag. 18 seg.
85
segg. (Achille).
44
SAGGI OMEPaCI
di culto divino delle anime.
(1),
una specie
ma
solo
onoranze che
affatto
si
rendevano
provano
erano
un
culto
esse
del
resto in
dunque non divino di questi. Certo non origine una semplice dimoai
morti
si
diletto e
come venissero
di
in
uso.
Xegli
infatti
da vedere che
vien raffigurare
la
trasformazione
ludi sanguinosi,
ad
funebri
si
cammo
vita.
del
Rohde s
vo-
per
effetto,
Tanima dal regno dei viventi, si ritenne introdotta appunto in luogo della inumazione al fine di relegare nell'Hades la psiche temuta come un essere potente e
atto
ad
interporsi
nelle
faccende
dei
vivi
(3).
Ma
(1)
AcGCSTiN. de
mortiios existimari
civ. Dei Vili 26 Varr dicit oinnes manes deos et prohat per ea sacra,
:
quae omnibus fere mortuis exhibentur ubi et ludos commeniorat funebres tanquam hoc sit maximum divinitatis
,
II
pag. 224.
RoHDE Psyche P
27 segg.
45
che
in
la
dati luoghi,
non pu
accettarsi in alcun
modo
per
essa con
quella religione
ap-
al
si
defunto
sarebbe
di esercitare quell'influsso
chiesto per
mezzo
era
cremazione
veramente
quello
di
liberarsi
dalle
di
paure degli
tutti era
il
spiriti,
prima
nemico.
ci
guenza
d'
ammettere che
alle belve,
Greci
di
dell' et
i
pi antica,
insei
lasciare
nemici
preda
si
affrettassero
bruciarne
le loro
anime nell'Hades.
N
che
sale
le
;
nome
del
loro
protetto.
che l'anima stessa dell'offeso bramando, quando manchino altri cui spetti questo ufficio, di compier
prie vendette, divenga un' Erinni assetata
di che sarebbe rimasta di
le
pro-
sangue:
atti-
una
sempre
le
di questa
attraenti
prima
men
resistenti a
un tempo
(1)
p.
'
Rh.
Museum
'
p.
segg.
[Kl.
Schriffen
II
229
segg.].
46
la
SAGGI OMERICI
importanza
e la santit
il
giu-
ramento
qui
formule
siamo in diritto
Ora
come vendicatrici cio della sorte d'un singolo uomo, ma come ministre, tormentando sotterra le anime, di un castigo divino per un delitto che spesso immune
dalla punizione
umana, sebbene
primitive associazioni
ricolo.
umane
sia
Quanto
alle attinenze
e
riconosciute del
Rohde
s,
tra
singole
Erinni
possono sembrare
diate in
infatti,
strane,
riescono
assai
chiare stu-
mezzo a fenomeni
religiosi simili.
La Erinni
un singolo
a
in relazione con
delitto,
singolo
appartiene
deva
solo
la
certo
l'Usener
le
quand'egli
create
ritiene che
sommando
quasi
al
divinit
nei singoli
casi si pervenisse
concetto
della
divinit
origine
ad
permauna serie
concetto
fenomeni
simili
ci
questa
ipotesi
infatti disconosce
il
che la natura
contemporaneamente
Ma
ad ogni
modo
di-
anche assai pi
come
il
Romano
la
del-
l'et imperiale
Piet
(1)
(2)
T 259
seg. Cfr.
p.
Gotternamen
47
il
Greco
dell'et
omed'una
attribuzioni
Erinni
ne
pu arrivare
tesi lo spirito di
un
poi
ven-
Come
pur
le
spiega
senza ricorrere
Rohde,
sia
anime
(1).
Pertanto non
culto delle
si
riscontrano
nell'epopea
traccie
di
anime come
ma
d'un
culto, se
pu
vita
darglisi
questo
nome, diretto a
e
rendere la loro
meno
incosciente
stesso che,
meno
triste
Si vede peraltro al
tempo
pur l'imanendo
(1)
[Sulle Erinni v.
Kfipei;
il
origine
fossero
p. 219,
le
stesse
dif-
Rohde Psyche P
si
sembra
tenga conto della formola OOmero con quel paZ^e Kfp6(;, oKT' 'AvSeOTripia. Ma in nome si designa il destino di morte ; e s'intende di leggieri come sia potuto avvenire un tale passaggio di significato. Solo bisogna avvertire che nulla possiamo ria negare quando
cavare con sicurezza da ci che
Kfipee;
Omero
attribuisce alle
in questo
nuovo
le
significato
che
l'ipotesi
v|juxa(,
che anche
Rh. Museum L p. 5 non vedo presso Rohde neppure l'ombra di una prova sulle Arpie Gruppe II 846 n. 5].
'
48
epopea
i
SAGGI OMERICI
concetti cui deve la origine, a favore della co-
mune
Ma
umano,
ne, col
esigenza di
giu-
non soddisfatta alla vista del mondo dei vivi in cui troppo spesso sembra trionfar l'ingiusto, cerca il suo appagamento nell'ai di l. E se il semplice desiderio di vita perenne non pervenuto da solo ad
affermare la vera immortalit, la immortalit della coscienza, vi pervenuto invece
la
quando
talch
si
sposato con
in Grecia
esigenza della
della
giustizia
sempre
l'estensione
fede
nella
immortalit
dell'anima
oltre-
fede in
una
la
giustizia
mondana.
Questi nuovi concetti, cui
immortalit, sono
in
si
deve
dottrina della
massima
alieni dall'epopea.
Ma
del-
del
premio
eterno all'incontro
manifest assai
piii
tardi di quella
n' traccia.
Omero non ve
dell'
Ve
bens in una
ai
parte
recentissima
Odissea uu
le pro-
acceimo
campi
Elisi, in
Menelao
Ma
L dove
facile scorre a
vita:
(1)
Di fatto
esaurito le
su
predizioni per Menelao, sono affatto fuori di luogo. I ver565-563 sono poi una interpolazione nella iuterpolaziont
omero
49
Ma
Neve non mai ne lungo verno o pioggia v'impera, di Zefiro sempre canoro-sf)iranti le brezze
;
Sorgono su da l'Oceano a refrigerar gli abitanti Poi ch' tua sposa Elna, ed ei t'hanno per genero a
Zeus.
e ci
chiaro
peraltro
che, secondo
il
poeta, Menelao
Ora che
Ma
giova notare
che
si
non pu
ascriversi
ad Omero
ficati.
la fede
di dannati,
sebbene poche
ancora
nell'epos le
condizioni della
spergiuro
(2).
Ma
la
dannazione per
per
gli
Omero
non
l'eccezione,
non
la redi
gola, anche
Necia
che in un
(1)
l'immortalit
iad Ulisse).
(2)
Cfr. le
I
storico-critici
fase.
p.
12
[sopra p. 17 seg.].
Ci
che
dice
a
et
questo proposito
tragicoriim
r
G. Iwanowitsch
Opiniones
Homeri
Berliner Studien
Iconcetti
Graecorum de Inferis (1894) p. 32 segg. (nei XVI), non pare che esagerazione di ormai vieti del Nitzsch.
'
G.
De
50
passo
SAGGI OMERICI
Ed anche
tre
pecca-
tocca nell'altra vita alla colpa, son dannati in via d'eccezione e non in
omaggio
bens per
numi
(2).
Titio,
dersi la
ma
semplicemente
Tantalo,
stra
nume
offeso
peccato,
mo-
come
non
si
si
ponga
affatto dal
punto
i
tutto alieni
studia con
pena.
Ad
la
ogni
modo
di
la colpa
di
Tantalo quella
d'aver
offeso
gH
cosa
mettendosi a pari
con loro
e
(comunque
il
sua
fiorlia
morte da
Zeus
(1)
X 565-627
[Kl. Schriften II p.
'
che
il
V.
390
si
'
aliy'
|Li
kIvoi; nei
Ttiev al.ua
bere
il
sangue
come condizione del riacquistare la coscienza per le anime. Dove poi ire iriev aifiO KeXaivv non detto esplicitamente, si ha il diritto di sottintenderlo forse anche nel
;
si
allontana senza
V.
le eccellenti
mem.
cit.
p.
II
286
seg.].
51
(1);
in quest'ultimo caso
almeno,
dovrebbe essere per tutti chiaro che Del resto anche lo spergiuro
impossibile cer-
fondo nella
puniti nell'
:
Hades
in
quanto sono
rando
quasi
dello
poich spergiu-
si offende il dio invocato come testimonio e come mallevadore. Ma in realt nella punizione si^ergiuro il germe di quella evoluzione che,
come
da
di
essi inflitte
mutar
riconosci-
mento
pi
umana,
si
ricorse
noscerla
agli Orfici.
Il
mondana andava
con un graduale
affer-
le
anime
alsi
Cos
tre
nel
brano stesso
della
Odissea ove
parla
dei
Minosse con lo
sulle
scettro in
mano
Eracle
giurisdizione
che
si
aggira
con
l'arco,
sempre
a
pronto
scoccar
dardi. In ci
peraltro,
sebbene
(1)
153.
fase. I p.
(2) Cfr.
11
52
SAGGI OMERICI
coi concetti
omerici non
si
tanto
perch
tratta
di vita.
Ma
il
bevendo
consapevolezza.
Da
concetti simili
muove
il
poeta della
le
anime menano
appieno
laggi una
ma
conservano
la coscienza:
mondana
la lenta
di
premio
pena avrebbe
finito col
dif-
fondersi e consolidarsi
a turbare e ad interrompere
ma
e
nell'Ionia
una
scienza
de' suoi
superbamente
sul
III.
L'irrazionale neiriliade
(i).
Non
tifico
vi
ha errore pi pericoloso
al
progresso scien,
ma
co-
non
pu conoscere,
o,
non
si
pu anche
come
si
manifesti
intuizione
dell'arte
tale proe geniali
let-
dell'artista e
come
siffatta
forme
provetto ellenista
si
accoppia
[Senonch se l'Inconoscibile
con
tal
pu
vocabolo
(1)
XXXII
54
SAGGI OMERICI
pu anche designarsi ci che con la ragione in aperto contrasto. E pu anche dirsi irrazionale quel che senza
essere n inconoscibile
n assurdo
contraddice sem-
e grossolano
modo
moda
tra
gli
eruditi.
Quet'ultimo
l'irrazionale
il
specialmente di mira
Fraccaroli
lui
irrazionali sono
il
ad esempio secondo
e lo
per cui
tempo
spazio
nell'opera
d'arte
non sono pi
in esatta
Vero
che,
sentazione artistica,
come
vengono usati
cos
spontaneamalizia
di ter-
mente
mini,
nell'arte
ingenua,
con
sapiente
non sono
pi irrazionali di qualsiasi
d'arte.
altro
di
elemento dell'opera
i
Ma
rado
chiosatori d'opere
dersene ragione.
in questo senso
pu
dirsi
non inopl'irra-
portuna
peraltro
la
si
mente svista, dimenticanza, confusione, espressione mal riuscita tutte cose che non possono trasformarsi in canone dell'arte bella, se pur se ne trova qualche esempio persino in Dante o in Shakespeare].
:
Il
volume del
Fi-accaroli
giunge
in
questo
momento
assai opportuno.
oggi alFaticata
menti poetici
media.
guire
certo
non si forse mai comf allo studio di due dei maggiori monudell'umanit, l'Iliade e la Divina Com-
La
critica
Ma come nel continuo mirare un oggetto o seun dato ordine di concetti s' intorbida ad un
punto
la
vista
il
pensiero,
misurare
l'irrazionale nell'iliade
55
clie
Prima
(pag.
nel
8),
"
si
cercava
col
d'
Fraccaroli
impressione,
dunque una
razionale; ora,
Commedia
al
tanto aggrovi-
mondo qualcuno
a
adatto a dipanarlo
ogni parola
una chiave, e questa la bellezza delle bellezze . La critica omerica molto progredita in confronto
della dantesca, o
almeno
accenna
tativi
il
l'autore della
Omero come interpreta Dante Minerva oscura; ma quei tentativi risalgono a circa duemila anni fa. Oggi lo scoglio cui va incontro la cx'itica omerica non quello di cercare
d' interpretare
bellezze
filosofiche
riposte
dove
il
senso
,
comune
quello
trova
contraddizioni
l'
magari bruttezze
d'
ma
d'esagerare
importanza
pi
al
ma
che hanno
un
solo
difetto,
quello di
non
Urilias immagi-
nata da Carlo Robert ne' suoi Studien zur Ilias. Nella reazione contro
critici
il
sta
il
come tutte
talvolta
zioni in
reazioni,
esagerata.
E appunto
con
la
relazione
il
critica
alle
intrattenere
lettore.
Quanto
Omero come
56
SAGGI OMERICI
modo
il
quello di leggere
volume
Il
gli studiosi.
mio punto
sugli
am-
argomenti contro
dice egli,
moderna
"
cri-
tica omerica.
La leggenda,
,
si
amplifica
:
per
si
(pag. 282)
cos
dei
il
Omero.
Ma
arbitrario
mostra che uno pu cucire assieme molteplici variazioni perch dunque non dello stesso motivo (pag. 287). si dir il medesimo in generale dei doppioni omerici: che il poeta cio ha ripetuto con maggiore o minore
steriore (pag. 284). L'epopea francese
stesso poeta
opportunit se stesso?
Ecco
meglio
poeti
;
cosi a priori
non
v'
nulla
in
contrario
fatti
che non
vano,
raggiunga
mai
la certezza assoluta
ma
tezza
non ci dispensa dalla ricerca del probabile. Ora prendiamo un libro ove i doppioni abbondino. Scelgo l'ottavo libro dell'Iliade. Questo libro sembra a prima vista nel tutto insieme uno dei pi organici del poema. Vi si narra per intero una battaglia tra
Greci e Troiani
;
al
cor-
risponde
il
cozzo
si
di
nel
cielo
in terra
come
in cielo
afferma
Ora
fatti,
concetti, le im-
magini
e perfino le frasi di
l'irrazionale nell'iliade
57
spesso ci che
in
buona parte
poema,
v'
Fraccaroli
avvertire
ha troppo
che l'inutile
fine
il
intervento
Era
e di
Atena
let-
copiato
gran parte
una variante, ma una lungagnata d'un versaiuolo che non sa riprodurre n far rivivere un pensiero altrui, ma accozza solo delle reminiscenze . D'accordo. Con questo brano per cateralmente dal libro V,
"
non
dono anche
se
non preparano
un intervento
di
Era;
rimane
quale
la
scene
col
che
si
svolgono
terrestre.
dramma
Il
E badiamo
di
"
lamento
Atena
(v.
33
seg.):
Pm'B ci stringe piet pe' Danai bellicosi, Che tristo fato adempiendo saranno a morte condotti
la sua
(v.
ha
Danai
fitta
464
seg.).
si
parla n di scon-
n di vittoria, anzi
si
la battaglia
non
co-
minciata neppure,
un poeta povero
versi
d'idee e di frasi
altri
abbia preso
due
da
lui o
da
parare
il
lettore.
Ora
la
se la introduzione cosiffatta
che
si
lega stretse
Fraccaroli, da
quart'ordine
i
da
58
ticolare dal libro V,
SAGGI OMERICI
che
imitata
nella
libro
chiaro che di
una
sola:
del-
che
ci
l'Aristia di
Diomede.
il
Che
se
pure
le
scene
genio cattivo
:
dell'Iliade,
perch tutto
mi
si
passi la frase,
La
del
battaglia
si
versi che
ritrovano in buon
in cui
si
poema. Due,
narra
numero come
al
in altre parti
i
Troiani vensei
gono
altri,
si
il
libro II (2),
trovano anche
IV
(3),
due, dove
al
si
dice che
combattimento
leggono
neir
:
dur incerto
fino
mezzogiorno,
ci
si
XI
i
(4)
ed altrove.
stanno
Tutto
non
versi
a posto
anche qui.
XXII
(5).
Tutti ricordiamo
Zeus pesa
il
le
e di Achille.
e
Qui
il
si
pesa invece
,
fato dei
di
precipita
giorno ferale
il
fato
al
momento
(1)
E 754
45-46
E 768-769
49-50
E 775-776.
(2)
(3) (4)
58-59
60
=B
=X
809-810.
(5)
209-210
72
=X
212.
l'irrazionale nell'iliade
59
quale dei due
un momento
ei'oi
al pari
di
Zeus
incerto
lotta.
d'
il
poeta
gli ricorda
Achille era
destino.
Qui
al libro
Vili
la bella
immagine,
:
oltre all'essere
n sorto
il
per
Achei.
Il
magine
di
pi adatta
XXII
che
all'
Vili.
Ma
;
non ripeterci tra i due luoghi non esiteremmo dovendone cancellare uno, cancelleremmo quest'ultimo
,
l'opri-
non
si
potuto
il
poeta che
ha
in-
il
suo valore;
e tuttavia
ne
Fraccaroli
trovasse in
la
magine non
un
che
non
non un puro
semplice centone.
salire
onde tu vegga
e a fuggire veloci.
Come
Vr l'una
banda a incalzar
"
(pag. 409),
stato
i
debbo notare che Diomede aveva conquicavalli di Troe nella battaglia precedente, e non
il
tempo
di sperimentarli.
Se nel
con-
questa,
si tratti
d'una delle
60
SAGGI OMEPaci
il
Fraecaroli ha rac-
questo libro
libri,
Ma
meglio questa
ossia
modo
pi razionale,
ammettendo che un poeta dappoco che cant l'intervento di Atena alla chiusa
lo
stesso
del libro
abbia trasportato
(1),
questi
mede
da gran
marica
Enea
la
lo fa salire sul
l'altro si
le redini,
mentre
Diomede
motivo
il
sua valenta
Questo bel
sciupato dal
quale ricopia
malamente non
che ho citato,
ma
la situazione in generale.
Qui Nestore
rimprovera che
esposto ai
di-
lui vecchio
cadente stia in
;
prima
salire
fila,
se-
nonch invece
star
pago a coprirgli
la ritirata, lo fa
come auriga
mano ferma
si
Ma
neppure
dopo
ci
il
poeta
stanca di dar
,
da auriga,
affronta
;
nemico
e uccide
il
cocchiere di Ettore
,
ma
le
.
a quanto pare,
(1)
E 221-223.
61
tosto con
un
altro,
il
Seguian ruina allora ed insanabili guai Ed eran come agnelle in Ilio al chiuso ridotti Se ratto non v'intendea de gli iddii e de gli uomini
[il
padre.
per nulla
sfuggita al Fracca-
il
quale
elimina
la
difficolt
supponendo che
di
nel testo
si
una corruzione non v' alcuna traccia, n presupponendola guadagna gran che, perch resta sempre d'una sinstranezza
l'
Ma
golare
uso
della
frase
"
seguian ruina
cantore greco
in
bocca
al
troiana.
Invece
con una
possibile toglier di
mezzo
Vili
appare in tutto
disgraziato
sta
bene
al libro
XI
(310) a
ma
minor
Achei respinti
si
coraggia di
gli
dopo
di che
Achei ripassano
movendo
si
all'assalto.
Non
chi
poeta
,
discorso che
capisce soltanto
supponiamo che
gli
Achei siano
vi siano.
Certo
comodo
62
dire che qui
si
SAGGI OMERICI
ti'atta
accumulino tante
facile
:
Ma
al
spiegazione
assai
ancora lasciato
campo
se
(5-9),
li
il
erano
con
le pre-
una
muse.
di
quelle tante
e pro-
nacquero
in odio alle
poco dopo
il
di-
un presagio favorevole
mandato da Zeus,
essi
Con pi furor
Pili di
su'
Troi
si
che?
c'
un pi ed un meno
tra
il
fuggire
all' irra-
ed
il
combattere ?
Non
si
ricorra
per carit
so
altro,
che
che la
poeta razionalissima:
(v.
il
XV
narra
come
Greci,
quali
pugnavano da
Troiani con pi
impeto
di prima.
Ed
rievocando una
scene
pi belle
dell'
A ristia
al
di
suo
cavalli Stenelo,
quando sopragferisce
al,
Diomede
di freccia,
ma Diomede
scaglia
addosso
l'irrazionale nell'iliade
pez'duto la lancia
afferra
63
e
oi'a
la
Enea
cade in ginocchio, e
si
appoggia
suolo con la
mano
tempo
razionale.
tira d'arco
Ma
,
libro
Vili.
Teucro, che
d' Aiace
,
Telamonio
dopo
caduto, salta
un
in ginocchio
e lo
mentre due
v.
322,
sembra indicare che Teucro sia disteso al suolo), lo portano alle navi. Tutto qui brutto, e al tempo
stesso tutto
in
una pa-
sia
alcun
solo
ma
viamo steso a
in
terra,
ginocchio
Enea.
quando Ettore
il
pietra
Enea
quindi
verseggiatore
la
dell'
ottavo
avrebbe dovuto
descrivere
difesa di
Aiace senza
poeta
dell' Aristia.
per la
al
va di corsa a proteggere
corpo di Ipsenore
420).
Credo
ormai
d'
aver
persuaso
il
lettore
la intera
64
SAGGI OMERICI
un pessimo centone
da tutto
il
di motivi,
d'immagini
e di versi presi
un paio
di brani
un
che
rappresentino
rottami
dal
naufragio di
(1).
[Non ho fatto cenno delle irrazionalit rilevate nel da Th. Zielinski Die Behandlung gleichzeitiger Ereignisse ini antiken Epos nel Philologus Supplbd. Vili p. 429 seg. non gi perch mi sembri che ne fornisca una spiegazione soddisfacente la sua teoria della incompatibilit delle azioni contemporanee in Omero, ma perch non mi pare che si tratti d'irrazionalit vere. Cos al V. 213 detto che gli Achei si raccolsero tra la fossa e il muro era la conseguenza necessaria dell'impetuoso inseguimento di Ettore descritto in precedenza, e non pu dirsi che vi sia alcun salto cagionato (io direi
(1)
lib. Vili
'
'
descritta
salto
nei
E non
si
avverte
alcun
Achei
si
ritirano di
neppure nuovo al
fossa
si
Lungo
v.
la
(nqpiTrepiOTpiijqpa,
348), terribile in
Scende la notte, sospirata dagli Achei ed Ettore, com' naturale, raccoglie i Troiani lungi dall'accampamento navale dei Greci (vaqpi veOJv). Anche qui chiaro che la scena celeste ai v. 350-484 pu mentalmente sopprimersi senza che ne nasca nel racconto alcuna visibile lacuna ed ai'bitrario dal vcrqji veOv voler ricavare che Ettore abbia varcato la fossa e si sia avanzato sino alle navi. Certo non irrazionale, bens artisticamente poco soddisfacente questo chiudersi ex ahrupto della battaglia descritta nel carme ma, nella scena celeste intermedia, non essendo punto accennato che scendeva la sera, la spiegazione di tale chiusa ex ahrupto
Ettore.
(v.
485
segg.),
l'irkazioxale nell'iliade
65
oltre
questo punto
prima
di procedere
voglio
nello spiegare
,
le
contraddi-
omeriche con
le
osservazioni
del
resto
spesso
spetto
libro
Teucro,
che
ferito
nel
il
giorno dopo,
"
Fraccaroli cita
parole del
Bergk
non bisogna
reale,
di-
menticare che
presto.
le ferite
Noi
ci
mol-
della
"
natura,
ma
e
(1).
sono belle
che per
il
Bergk ebbe
il
In realt
torto del
ma
di
averle
proposito del
libro VIII, se
non avesse
egli stesso
mostrato di cre-
infatti
VIII,
la
deve in
il
caso
modo
carme
delle
azioni
con-
temporanee non sufficiente come non necessaria. E dal punto di rista della critica unitaria mi par di tanto pi plausibile di quanto pi semplice la spiegazione dello scoliasta. Ma neppur di questa v' duopo se nel libro si riconosce, conforme all'evidenza, non altro che un imperfetto centone.]
(1)
Gr.
De
deW antichit.
66
SAGGI OilEPaCI
non
a compimento
il
Ho
che
le
moderna
critica
omerica possono
si
assalti.
Certo se
considerano
le
rischia di
non apprezzarne
il
valore.
Bisogna invece
con
le
si
studia
Omero
a questo
modo, non
quanto
un decimo
cher
,
delle
,
incongruenze omeriche.
Non mi man-
spero
occasione di
fomime
cui
mostrazione
compiuta, di
piccolo saggio.
Ho
scelto a tal
uopo
il
libro
se esso l'opera di
un tardo
ver-
compagine dell'Iliade
spezzata senza
combattimenti
aUa riconciliazione tra Achille ed Agamennone nell'Iliade son due: uno che dui'a dal secondo al setanteriori
timo libro
quali
in
cui,
contrariamente
alle
premesse,
le
rac-
ma
il
vantaggio
dalla
uno che dui-a dall'undecimo al decimosettimo, in cui, dopo lungo battagliare, i Troiani sono vincitori conforme alle promesse che Zeus aveva
parte degli Achei
;
fatte a Teti.
Ora
degno
che dovi-ebbe
e che manca al XI quel richiamo delle premesse esservi se il poema fosse davvero un'opera
l'ikrazioxale nell'iliade
di
67
che
il
getto.
Stando
cos
le
cose,
innegabile
libro
ficio
dell'Iliade nostra
un ufponte
passaggio
preparando inoltre l'ambasceria del libro IX e l'esplorazione notturna del X, che stanno e
cadono con
la
XIX, uno,
quale pre-
e sia
Ma
egli
libri
il
cai-mi
iliaci
Lo
aedo
ci dice
molto
diversi.
Poich
il
(fa
cesser di
combattere
474 segg.)
Anzi che s'erga a le navi il pie-veloce Pelide In quel giorno quand'ei pugneranno a le poppe da presso
In terribile mischia sul corpo del
morto Patroclo.
versi, lasciando
La
due ultimi
campata
in aria la frase,
Quei versi
in-
presuppongono che
avvenuto presso
le
sia
navi,
Patroclo.
Per un seguace
che qui
potrebbe
es-
sere invece
la
il
poi le dar.
Allo stesso
p.
modo
(dice in
un caso ana-
logo
il
Fraccaroli,
149)
dell'Inferno
domanda
68
porta di
S.
SAGGI 03IEEICI
Pietro, e poi la porta
non
alla
;
c'.
che vuol
il
aveva concepito
credenza
prima
poi
Paradi
diso
com'
,.
nella
popolare
trov
meglio
poich
certo
se considerassimo la
incongnienza
Ma
il
libro
Vili
al
opera
di
un poeta
di
tardo,
quale ha messo
connettere
mondo
insieme
due gruppi
carmi
iliaci
che
Dunque
le
nell'Iliade primitiva
di
Ettore veniva
Patroclo.
ucciso
ali*
presso
Dunque
parti
non poche
lib.
della
Patroclia,
tutto
o
,
quasi
il
il
XVII
cambio
corsa
di
Ettore attorno
alle
mura
lamenti dei
mura
la
Conclusioni
soU
versi,
mi
che razionale
mio punto
di
partenza
stato
il
libro
Vili;
dieci
la
stessa dimostrazione
poteva
condursi
da
altri
per rispetto
al
cambio
delle
armi
tr
poema
delle
posteriore.
cambio delle armi un'aggiunf cambio appunto d luogo ad alcune; pi stridenti inconseguenze del poema, che a questi
primitivo,
il
Ora
il
l'irrazionale nell'iliade
69
Ma
ma
in
realt
ci
non
"
gli
accade
Glauco ed Ettore
sanno perfettamente
con Patroclo.
pag. 898)
di aver a fare
non con
(scrive
Achille,
il
Fracil
,
caroli,
serbando la consentaneit,
da Achille,
ciascun
Francamente
dovuti
io
non
resca.
vedo
perch.
Equivoci
prolungati
nell'
allo
prolungava alquanto,
,
riconoscimento
l'aiuto di
Patroclo
sia
un nume,
co-
L'inganno
Fraccaroli)
la
buono per
che lo
determinare
Il
male
I
scambio delle
armi non
ha
lasciato
traccia
versi
sicura
su eui
fondano
interpreti
antichi
,
ci (1)
ammettono
si
certo
se
spaventano
perch
al
sopraggiungere di Patroclo,
non
punto
lo
prendano
per
si
Achille,
ma
persuadono
da un mo-
all' ira,
e potr
mento
all'altro
E ammesso
inetti, si
incon-
(1)
278-282.
70
trano.
SAGGI OMERICI
La maggiore
ai vv.
si
ferma
a
ed allora
muraglia
Tre volte in su
lo
sprone ascese de
lo
l'alta
scudo fulgente.
Che
(-fKibv)
Tuttavia
l'alto del
tratta evidentemente di
tre
muro. Dunque
scoiattolo
volte
sale
come uno
i
che
tre
volte
i!
nume
d'un pa-
come un palombaro e per niente una quarta volta il testardo eroe tenta la scalata, finch Apollo non lo induce con le sue minacele a ritirarsi. Anche qui con la inconragone omerico
, ,
al
solito
la
sua bruttezza.
Altrettanto
bella
quanto razionale
Diomede
Pa-
ed Enea, che
il
miserabile
rimaneggiatore della
il
Tre volte
Tidide s'avventa
Diomede
alla
reri-
minaccia.
Meno
al libro
cattiva,
ma sempre
la
scadente
l'
Diomede che
delle
XX. Tutta
Enea
il
narrazione infatti
si
scene
mento
tra
Diomede. Invece
contesto
l'irrazionale nell'iliade
lancia,
71
contro
prende
un
sasso,
sta
per
tirarlo
Achille.
Ma
mentre
gli si precipita
addosso con
e
spada sguainata, se ne
avvede
risolve a
Posidone,
modo
di
si
parere di Era,
e an-iva a
tempo mentre
perch
(1).
si
pietra, certo
Non
mi soffermerei su questa incongruenza se non fosse accompagnata da un'altra peggiore, sebbene in apparenza di minor conto. L'asta di Achille, volando sopra
il
dorso d'Enea,
si
configge in terra,
ma
Posidone per
versario.
Che vuol
d'
dir ci?
si
Vuol
dire semplicemente
che l'asta
sopra
il
Achille
libro
XXI
in
un
passo pi antico
il
conficca
e che
il
in terra
volando sopra
dorso di Ettore
Diomede, in parte
non ebbe
panno vecchio le rattoppature nuove. Questa spiegazione, che mi pare in s assai preferibile
a qualsiasi sottigliezza sul razionale e l'irrazionale,
la
quando
si
riconosca che,
come ho cercato
di dimostrare
cadavere
(1)
[Per una
svista
nella
il
nome
Mi
tamente l'equivoco se non se ne fosse voluto trar partito, con qual diritto non so, per infirmare la teoria qui da me sostenuta.]
^AGGI OMERICI
volta ne costituisce
una condel-
ferma.
Ma
l'Iliade
se
del
libro
morte
Andromaca,
guenza peggiore
assai attenuata,
va
le
a Troia, afl&ne
il
pericolo grave,
che conviene
donne questo
Ma
poeta
voleva
e la sua
introdurre l'addio di
Ettore
ad Andi'omaca,
ingenua tecnica
pri-
all'
risoluto, se
il
fato
Ma Ma
guardo schiudea.
come
S vivo
man
de gli
[Achei.
73
Or una
certo, nella
commoventi
cos
si
della
poesia
greca.
Ma
mediata
alla
morte
di
di
chi
poetica e ro-
manzesca abbonda
congedi
siffatti
neppure ad un
mai
in
mente
di disporre le cose
in
modo che
si
gli eroi,
dopo
nit
come se nulla fosse, il giorno dopo. E questo assurdo vorremo noi attribuire al poeta ispirato dell'addio di
Ettore ad
la
Andromaca ?
stano perch la preparazione vada, pel lettore pi coscienzioso, al tutto perduta, e tanti giorni quanti ba-
anzi debba
Infatti
rivedere
una
mezza dozzina
taglia
i
di volte la sposa.
dopo
la bat-
Troiani rientrano in
citt,
e in citt
tengono
citt
dalla
della
muovono
al
combattimento
il
giorno
Batnepse-
taglia interrotta.
si
badi:
il
il
poeta
non
ha
luogo dell'addio
egli
gli fosse
No,
stesso
ha dovuto, non
mezzo
una battaglia
posto ?
e l'avi-ebbe scelta
assolutamente fuori
di
Vili
ordine al
tempo
e
in
omerici
e'
l'addio
la
morte
indica
della
come dobbiamo cercare la soluzione piena difficolt. l'addio un carme staccato inserito
che
ora occupa, o pi ve-
74
risimilmente
rito tra
SAGGI OMERICI
l'addio
di
r Aristia
quando nulla
le battaglie
fu immaginato per essere inseDiomede e quella d'Agamennone impediva di riferire ad uno stesso giorno
narrate dai
il
due carmi. In
altri termini,
cos le conclusioni
confermano vicendevolmente,
dubita anche per altre ragioni.
imitato e
mura
si
Menelao
suppone
della sepoltura,
il
proemio
dell'Iliade
ai
costume bari
cadaveri
non quello
mentica
risposta
con pi
proprie
l'
Iliade
delle mura, perch molte quando meno si dovrebbe, si dila loro esistenza. Ora facile osservare in come non manchino esempi d'imitazioni che o meno d' opportunit un poeta faccia deUe poesie come la contraddizione col proemio delpossa spiegarsi riconoscendo nel proemio una
della
costruzione
sopravvivenza
rozzi,
di
concetti
morali pi antichi
si
pi
notano in
omesso qua
forse
e l,
rebbe
libro
una
essa
spiegazione cumulativa
meno
irrazionale, e se la spie-
gazione razionale
sola
della
critica
non permettesse
d'intendere
ed apprezzare l'addio
di Ettore
ad
Andromaca.
Da
ci
la distinzione, si cara a
l'irrazionale nell'iliade
molti
critici, tra il
il
75
genio buono ed
il
l'Iliade,
dei
e
sembra del resto alquanto arbitraria, perch dei molti poeti dell'Iliade non ve n' nessuno il quale non sia interpolatore, e dei molti interpolatori non ve n' nessuno
il
solo
nella
e nella
nuovo
quanto all'adattare
omerica deve pro-
nuovo
sul vecchio.
chiaro
quindi
che la
critica
che
si
cristal-
Ma
la
per evitare
e
le
buon
senso.
IV.
L'Iliade e
^^'>
clie
dedico alle
osservazioni poall'irrazio-
lemiche rivolterai
dal
Fraccaroli
intorno
vissime premesse.
Ho
all'illustre
collega ed
amico
(1)
[Dalla
'
Riv. di Filologia
'
XXXIII
'
Non mette
L'Iliade e
i
il
dialettica. L'A.
ma
del
una pura e semplice esercitazione non si contenta di fraintendere Omero, fraintende anche bizzarramente l'Orlando Innamorato
Boiardo.
Non
si
avvede, p.
e.,
che al
e.
Vili
st.
29
della p. 3*
alla
Rodamonte, per quanto sopra i merli fino cintura^ sempre sulla sua scala di ferro, e accusa
il
perci
che
deve invece
il
imputarsi unicamente
(2)
'Riv. di Fil.'
XXXIII
mio
XXXII
(1904) p. 41 segg.
l'iliade e
77
La spiegazione
scritte col
per
me
stesso,
non risponder
mai (1), tanto pi che si usa quel tono soltanto quando si ha torto, e quindi il lettore intelligente dei loro scritti in grado di rendermi giustizia da s. Ma son sempre pronto ad accettare un duello ad armi cortesi,
offertomi da
un valentuomo come
il
Fraccaroli.
se
anche
l'effetto della
dei disputanti
almeno ne ricaver
fondo
il
pr e
E prima
punto
la
di partenza.
che per
spiegare
accettare
stesso solo
ipotesi che
poeta
abbia
copiato
i
se
in pratica
spieghi meglio
plicit dei
fatti
"
poeti.
Ipotesi
(esclama
il
Fraccaroli).
una
ipotesi; quella
ipotesi,
non
una
ma un
che
una legge
Forse non
fatto
chiaro.
stessi,
E un
ed cosa notis-
ben
mere.
tici
Ma
del pari
un
di
dimo-
zione in
che a priori
(1)
[Perch
mi
impossibile attenermi a
78
o che
il
La
tra-
dizione
sulle
origini
dei
ombra
di valore, si potr,
due ipotesi
deve
fatti.
Lo
un
incon-
hanno
molte
opere
poetiche
pure un
in-
hanno
in opere di prosa e di
poesia
di
Omero
nell' altro
modo
delle
si
spieghino meglio
;
le
incongi'uenze dell'Iliade
e dell'Odissea
non
come
"
una un
col
supposto gratuito
la
mia polemica
Il
Frac-
da
me
possono spiegarsi per mezzo della molteplicit degli autori, ovvero che la spiegazione tratta dalla molteplicit degli autori
meno
soddisfacente,
meno
verisi-
mile dell'altra:
neppure tentato di
di Ettore
ad Andromaca per
coUocazione che ha
Frac-
nel
difficolt gravissima. Il
l'iliade e
79
di
caroli lo riconosce,
sebbene a malincuore,
e cerca
la
spiegazione tratta
meno
soddisfacente dell'altra;
non
l'ha
neppure tentato.
del
questo
modo
il
presup-
posto
costante
suo
ragionamento
che l'unit
il
Ma
se questo
pre-
Ed intendiamoci anche sul metodo a seguire. " L'argomento A, l'argomento B, l'argomento C (dice il Fraccaroli) non bastano ciascuno da solo, ma possono
bastare tutti e tre insieme:
razionalisti), e
cos
ragionano
.
(i
critici
questo un sofisma
Non
sofisma
una polemica
Nel caso
diritto
si
applica a
il
buon
brano
solo se
pu spetquesti non
il
ha sonnecchiato,
verso
gine
s'
ma ha
dormito
e
profondamente,
col
solo se
il
si
fuoco, l'imma-
solo se
che
brano
se
aache
partigiani
della
unit son
della
ripu-
tarlo interpolato.
Ora
li-razionalit
A, della
stesso
carme pu
lettiva soddisfacente
diritto,
semplice, sono
ma
se
corruttela
B, se cerco a forza
se
difendere l'immagine C,
elimino
80
SAGGI OMERICI
questi
luoghi o nella
maggior
rapporto di imitazione o di
un
il
altro
mia
critica
pu essere ingegnosa,
suo presupposto
ma
pecca contro
sia
la logica, la tesi
perch
che
provata
Ed
in particolari pi minuti.
altri critici,
bilire
474 segg. del libro Vili per stache Patroclo nell'Iliade primitiva moriva presso
sui vv.
le navi.
Ci
non corre
Quei
versi, a
secondo
il
traddittore.
il "
suo
dire, io
rigetto perch
tardo.
lib.
Vili secondo
me
opera di
il
un poeta
(esclama
Fraccaroli)
che ra-
non
si
potreb.
Debbo
nella
scelta delle
espres-
sioni se
mi accade
non
c'
modo.
un genio buono,
;
il
poeta, e
un genio
e
cattivo, l'intei'polatore
ma
ci
dendo da eccezioni
pili recenti,
di
pi buoni e pi
come ho
cercato
stesso
strato di poesia
la frase
non
bella
ma
esprime
chiaramente
l'ottavo.
il
mio concetto
il
E non
si
zione
mi
vorrebbe togliere
era,
di
valermene
il
quando
formato
carme
di-
l'economia
dell'Iliade.
Bisognerebbe aver
l'iliade e
81
che
ma
necessario
tratti soltanto
gi'uenza.
il
Ma
dov' nella
il
pi piccolo,
dimostrazione?
Ed
una ad una
Vili.
del libro
le
os-
servazioni
Fraccaroli
sul
libro
Principio
medesima
fato degli
XXII,
quanto
pur essendo
dei
a
il
paragone tra
fuori
il
Achei
e quello
Troiani
tanto
nel
di
luogo
tra
nell'YIII
il
suo luogo
e di Achille.
"
fato di Ettore
scrissi,
[sopra p. 59]
il
non
giorno
Non
il
la battaglia
decisiva,
respingono vittoriosamente
Troiani;
Ettore,
non
il
di prima.
Ma
c'
non
di
neppur quello
momento supremo
i
della battaglia,
Troiani
Ilio
sono
sul
punto
chiudersi
novamente
in
come
si
agnelli
nell'ovile.
si
due popoli
rale di giustizia.
di
Non
tratta per
vero
della sorte
due popoli,
ma
n dell'adempimento
perch
d'un
atto
morale
questo
di
giustizia,
bene
ricordare
Il
che
un concetto
estraneo all'Iliade.
Achille
soltanto
una dea dal candido piede; e quando nessuno degli di n degli uomini riguarda la risoluzione di Zeus come un atto di giustizia, non inseriamo noi stessi nel cai-me dell'ira di
di
G.
ma
si
lascia
De
ti
S2
SAGGI OMERICI
(1).
per
non
solo
non
molto a proposito,
ed
ma
quindi
il
XXII
l'abbia cos
barbaramente
fraintesa.
immagine Onde se
spie"
si
voglia capire
(la
si
Io
il
conclude
il
che senza
questa
scena
psieostasia
neirVIII)
poema
.
monco
se
il
e l'azione
sua semplice:
riferisce alla
mente insensata
permanente
"
Ora
Fraccaroli
non avendo
e la battaglia
continuando con
non capisco come non si voglia capire che non ha punto d'importanza. Quanto all'intervento di Zeus
in quel libro, esso era certo indispensabile se nell'Iliade
primitiva vi era
il
dopo aver
l'accordo per
e
vendicare
Patroclo.
Ma
tutto
ci
se
da dimostrare;
dei disputanti
si
come pu
discutersi utilmente
ci
uno
presuppone gi dimostrato
la
intorno a cui
disputa?
Ma
la psieostasia
scena
del-
ma
ad
(1)
Pu
6.
181).
Entro quali
Omero
mio
scritto su
'
La
p. 3
ciae in
Saggi storico-critici
a
segg.],
fase. I
(Roma
1896) [ristam-| a
p.
pato sopra
specialmente
11 segg.'
[sopra p. 15 segg.].
l'iliade e
83
un poetastro
posteriore,
dovremo
inclinare a ritenere
una incongruenza
agli di
Zeus intima
con
gravi
si
rassegnano,
:
pur manifestando
proprio dolore
(v.
31 segg.)
forti
supremo,
:
Pure ci stringe piet pe' Danai bellicosi Che tristo fato adempiendo saranno a morte
"
condotti.,,
Quali fossero
le
il
Fracca-
roli a difesa di
non potevano
di intel-
infingersi d'ignorare
di
la
stessa la dichiari? .
caroli
Al
presuppone prima
di tutto
pertinenza
alla
poco edificante scena tra Zeus ed Era al termine del primo libro, ossia presuppone in buona parte quella unit che il Fraccaroli dovrebbe
dimostrare,
inoltre
non
tien
conto
Ma
anche accettando
invitare
promulgata;
ma
supporre
gli
Ora questi
qui molto
inopportuni,
si
trovano
mezzo ad un brano
84
che
il
SAGGI OMERICI
Fracearoli stesso riconosce
il
484). Quindi
quanto
il
tratto che
Fracearoli
suo
non mi
riesce
in
particolare
e
nel
V. Di
riscontrarsi e nell'esordio
nel
brano tardo
che
si
che l'uno e
l'altro
passo siano
il
composti da
uno o pi
a s.
quinto dinanzi
E andiamo
respinti
si
innanzi.
Secondo
il
v.
213
gli
Achei
muro:
fosso chiudea da la torre del
Ma
di color,
quanto
il
[campo,
Brulicava del par di cavalli e scudati guerrieri
Addensati.
(1)
La
lascia
dubbioso
difficolt:
il
Fracearoli,
non mi sembra
si
offrire
alcuna
dicendo
navi
l'Iliade l'intero
Il Fracearoli,
mura.
fossa
esiste,
ed
il
muro
non
vi si
pu
far rid;
corso se non
come ad ultima
ratio.
Ma
essa cade
(1) offov
l'iliade e
85
s,
eliminata la prima
diflficolt
una
in
e le
mura
Omero
cui
si
c',
sentinelle, di
IX
(v.
86 segg.):
Giovini giano compagni lunghe aste in pugno recando. Nel mezzo tra la fossa e il muro venuti piantarsi L suscitavan le fiamme e la cena allestivasi ognuno,
:
dove
si
XVIII
(v.
ISj:
Venne
Si
dal
muro
mescolava,
i
Troiani quando
nel
XII
danno
V assalto
lasciare
il
al
campo.
con
Non
i
sarebbe
dunque meglio
di
parlar
tanta facilit
testi ?
Ma
del
meniamo
e
si
il
buona
gli
la
forzata
si
interpretazione
le
Fracearoli, che
Achei
raccolgano tra
navi
lo stesso. Il
poeta
si
Agamennone
il
V.
213
s'interpreta
come (seguendo
ed
La Roche come fa il
all'
il
Fracearoli,
quando
gli
assalto
varcare
muro.
Ora
vede
se
presupponiamo
gi
Ma come non
e
una
diflBcolt
ammettendo che il poeta tardo dell'VIII, come gi abbiamo visto, non ha nel copiare
felice,
quale,
la
mano
(v. 5-9) V
SAGGI OMERICI
poche
che
al
il
Fraccaroli mi faccia.
libro
I vv.
105-7
tornano
'
bene
Ma
;
Fraccaroli)
Non
ma
il
se
il
usato
del
ripetuto
un indizio
di fatto
poema
in
trova
il
i
Fraccaroli
vv. 105-7
"
:
brano
cui
appartengono
fu
era dunque
era
Contro chi
sia
diretta questa
osservazione non
so: certo
non
vale contro di
di interpolazioni,
ma
solo
di
successivi
nella
VII
l'Iliade avesse
me
ma
ci
questa appunto
i
vocaboli an-
tardo
qualsiasi
strati
altra
hanno un valore
relativo. Gli
iscrizioni
romane antichissime
palazzi micenei.
tanti
altri
(1)
PiND.
Fi/th.
VI 28-39 e
gli scolii
ad
l.
l'iliade e
87
e.,
punti di cui
si
potrebbe discutere.
incerto, p.
se
Aretino
sia
mai
;
della Etiopide
alla
quella allusione
si
riferisca
E molto
dubbio che
ed
solo poeta,
il
risoluti
ma
finch
il
lettore
non
E vengo
al
cambiato cocchiere,
soggiunge
(v.
130)
Seguian ruina allora ed insanabili guai, Ed eran come agnelle in Ilio al chiuso ridotti.
Se ratto non v'intendea de gl'iddii e de gli uomini
[il
padre.
"
Qui non
e'
nesso
logico,
dice
il
Fraccaroli,
ci
n
pre-
(con
che
modo
per c^uanto
il
Bertoldino
caroli
Ma
qui di nuovo
Fracsi
sia
dato
disturbo
di
si
in
prosa e in
poesia
volte
non sempre
Plutarco,
disturbo. Molte
Diodoro
Livio
si
son risparmiati,
esemp.
tanto
il
miserabile verseggiatore,
quale ha fatto
da
vv.
scrivere
ci
che
precede
da riprodurre
dal
105-7 che
non hanno
comune in bocca di Diomede, non potrebbe avere omesso qui, per la smania di copiare, il nesso logico? E badiamo che in Omero esemp di
senso
versi introdotti
da
altri
carmi,
che
turbano
il
nesso
SAGGI OMERICI
logico, ne
tutti si
possono
eli-
minare con
del
Kayser
fv. in
,'
pure indispensabile
tra'
al
Giunto
man
vigorosa
(1).
l'ovile,
mentre
assai
combattendo
Giunto
tra'
prime
file
(2):
la
mia mano
e io
vibrava.
ri-
Esempi
simili
ne ho
cordati alcuni, p.
v.
252:
gittaro e intesero a l'armi,
logico, e pure
il
Con
dove
n
il
pifi
si
"
pili
turba
il
nesso
verso
(che tolto da
il
XIV
441)
indispensabile al contesto:
Ora una
son
,
mi perdoni
mentre
l'amico, emiil
nentemente
arbitraria.
perci
Fraccaroli
me
il
segna-
irrazionalit,
mi pare
contrario
con
la
quando concede
bene
qui,
vv.
sia
quando per
(1) (2)
M
A
306:
675,
dove
)ar<;
invece di
eofiq.
l'iliade e
89
togliere di
di
mezzo
che
l'iiTazionalit del v.
meglio
ricoiTere,
fondandosi soltanto
al ferro
di
Teucro.
Secondo
il
mio
egregio
contraddittore
"
tutto l'argomento
...
del
De
non
questo, che
che
il
poeta
. Son piuttosto io un ben cattivo prosatore se mi faccio fraintendere a questo modo. Il mio argomento tutt'altro, e se qualcosa nello svolgerlo ho lasciato sottinteso, stato unicamente per non tediare il
lettore ripetendo
sempre
lo stesso ritornello.
Ma
contiene
una copia
e
spropositata
mio modo
di vedere,
brutta: la mia
e per
di
estetica
le gofferie) di
ha poca compassione per gli spropositi altri luoghi del poema, in specie
un
V
un
ne sono parecchie
il
brano che
Fraccaroli
dichiara tardo.
L'ana-
si
trovano nell'VIII
tardo
sia
precisamente
la
brano
carme
sia
composto
tempi,
e privi di orii
che,
come
tanti
poetastri di tutti
il
loro modello.
E veniamo
assalire
ai particolari.
Ho
Teucro
salta
terra
per
la
sola
ragione
libro, e
Enea
nel passo
del
prende
un
sasso
non perch ve ne
sia
alcun motivo
solo perch
ma
l'incontro
il
Fraccaroli
salto
motivato
90
assai
SAGGI OMERICI
meglio.
Infatti
come prendere
il
sasso se
non
?
saltava gi?
tirare
in
qual modo,
Certo
se
non
in
scendendo a
nell'et
questo chiaro.
tirati a
Ma
il
guaio
che
mano servono
generale
le
son menzionati
Omero
il
(1).
Invece
il
caso di Enea e
Diomede
al tutto diverso.
Enea
di
cadavere
Pandaro. Or
la difesa di
farsi e
non
si
fa
mai
in
Omero
modo
che a
trepiPaiveiv)
contro
il
tiro del
sasso qui
perfettamente
e,
non
ai
ferri
corti,
di fare
gli
eroi omerici,
una
certa distanza
guerrieri omerici,
deve deporla
per
afferrare
senza
scopo
un sasso. Questa una assurdit introdotta gratuitamente dal poeta del libro Vili.
Proseguiamo.
la sola ragione
"
Teucro (ho
scritto)
cade in ginocchio,
Ma, oppone a
"
proposito
affatto
Fraecaroli,
dal
testo
non
si
a terra, e su ci
pu dedurre non
insisto poich
ci
neanche
il
De
Sanctis
insisterebbe
Intendiamoci
(1)
774.
285. Cfr.
325, dove
aToaTobiri
l'iliade e
91
bene:
il
vocabolo usato
('uirobOeiv)
si
applica ottima-
mente a chi rialza un caduto o un cadavere (1), pessimamente a chi solleva un uomo inginocchiato ed io ho voluto dire, e mantengo, che il verso, composto
;
Quanto poi
il
al
cadere in ginocchio, pi
spiegabile, secondo
che
non Enea,
Teucro
;
e ci
perch
Enea
ferito
all'anca,
ferita
disteso. di ferite
Non mi
si
intendo molto
ma mi
il
pare
del
V
il
canto,
nocchio perch
che
un
ginocchio.
giore
di
magtra
le
non
"
che
una
il
che
Aiace,
quale co-
sparisce
quando Ettore
il
Enea,
quindi
verseggia-
dell'ottavo
Aiace
fin
senza
reggersi
fornito
il
con
le
stampelle
che
gli al
aveva
qui
il
poeta
dell' Aristia .
Ma
serio
Fraccaroli
si
Teucro
"
colpito,
Aiace
,.
dovesse
intendere
scomparso
non par
prima
che
di
usare
il
un nume abbia
fatto
(1)
Cos in P 717.
92
dopo
e
si
il
SAGGI o:merici
duello
con Menelao.
Ho
v'insisto,
poich
se
evidente, che
combattimento
questo
versi
svolge
come
n
innanzi
dalla
difensore
del
dipende
del
inettitudine
poeta a coniar
falsariga.
suo
Ed ho
poi
notato
Fraccaroli
'Aiace che
stava
accanto a Teucro
canto
XIII Antiloco va
(v.
proteggere
il
420 j . In sostanza questo racconto del combattimento tra Ettore e Teucro (bello o
corpo di Ipsenore
che brutto
sia,
me
par
bruttissimo,
ma
poco
si
importa) pieno
spiegano affatto o
arbitrarie
e
di
sottigliezze
con
la
teoria
il
dell'unit
d'autore, che
mio concetto
e piana.
Il
fin
me
(2),
spiega
perch mi paia
che
del
le osservazioni del
Koehly
(3),
dello
sulle
(5),
dell'Erhardt
(6)
ripetizioni
deirVIII
libro,
da
me
nuove teorie
sull'irrazionale nel-
(1) (2)
(3)
(4)
Betrachtnngen^
p. 2.3
^egg.
Opusc. philologica
121.
'Neue Jahrbb.
f.
Phil.' 69 p. 21.
p.
(5)
66 seg.
Ili segg.
(6)
p.
l'iliade e
93
l'arte,
alcune
facili
cbe
ad esporre,
cbe
ma
tive,
Abhandlungen
cora
Il
E come
l'VIII libro
indi-
cendo
l'Iliade,
Vili
uno
dei
libri
pi
guasti
del-
pi
un
riassunto.
ma un avanzo, una traccia, uno Non posso accettare la sua connon s'appartiene
sono 154 versi
di fatto
che
si
del poema; e se teniamo conto poi di quei versi che hanno riscontro in tutto o in parte nel resto dell'Iliade, ve ne sono non meno di 466, anche condonando al Fraccaroli l'evidente centone dei primi 40
di
cose, se vi
un
libro
dai
continui
raffronti, questo, e
una
critica che lo
supponga pi
assai
una
critica
poco
cor-
hanno nell'VIII
credo
d'averlo
il
libro incongruenze
che sono
;
dimostrato a rigor
ad ogni
modo
prestarvi fede.
sere
Una
critica razionale
deve
quindi
es-
ad ammettere
dove
la
consentaneit fa difetto.
Poeti
quali
come
(1)
Kayser op.
cit.
p. 67.
94
lavorano con
SAGGI
le forbici
(OIEIIICI
E per rVIII libro mi par che possa mane poco da aggiungere. Mi dispenso
sull'addio di Ettore ad
sufficiente quel che
tornare
sul
duello
tra
il
Enea ed Achille
d'una
svista (1).
XXII.
graziare
ai lettori
ma
anche
invece
d'Enea avessi
nominato
e ridicolo
Tersite.
M' parso,
mi
pare, irragionevole
scagliarla
avvenuto un conciliabolo
di salvare
tra
Era
Enea e che finalmente l'ultimo, presa la deliberazione di muovere al salvataggio, arrivasse mentre ancora la pietra non era stata scagliata. Perch la irrazionalit diminuisca, come par
credere
il
Fraccaroli,
se
chi
palleggia
la
pietra
si
capisco.
il
la
spiegazione che d
Fracaltri
da me
da
seguenti.
L'asta di Achille
traversa
scudo d'Enea
e si configge in terra,
mentre pochi
versi
dopo Posidone
Enea
il
conficcata nella
|
(I)
l'iliade e
95
costringe a simili
critico
artifizi
il
di esegesi
combinatoria un
assennato come
Fracearoli.
vengo da ultimo
mura
di Troia.
da Apollo. Qui
il
Fracearoli
trova
clie
"
veramente epica
suggestiva
.
veramente grande;
il
eminentemente
punto culminante
modo
hanno
parati.
pur l'uno
e l'altro
qualche
cognizione
della
Vi hamio presso
imprecise e indeterminate
piti
suggestive quanto
citato
piti
Un
ottimo
di
esempio
dal
Fracearoli
Dio
creatore
Dante
che volse
All'estremo del
il
sesto
mondo
e dentro
ad esso
Ma
un bagliore
di ci che occhio
umano non
vide.
v'
dirsi,
ma
si
molto da compire
Non confondiamo
per la indetermi-
96
bilit
SAGGI OMERICI
a concepire
ad
esprimersi; o altrimenti
i
do-
impreciso
meno
quando un poeta
con
infiniti
scritto
particolari
defra
-
della citt,
momento culminante, quello cadere in mano degli assalitori, che d la scalata alle mura
fare un'idea di questa sca-
di raffigurarmela
davanti
alla
fuori
manca
di senso
il
poeta,
spiegarmi in
modo
razionale la irra-
uno
lombaro,
.stardo
niente stordito
caduta torna da
te-
all'assalto,
non ho n aggiunto
dice,
n tolto nulla,
diritto che
ma
guenze necessarie,
cinio e
il
che
Omero
il
valendomi del
il
ha ogni
critico di
adoperare
suo razio-
moggio per
ribatter
lasciar libero
il
campo all'ammirazione. Ma
c'entra
Fraccaroli
e
che in questo
anche Apollo,
descrizione.
fa far
questo
Intantri
spiega la indeterminatezza
c'entra
della
pur Patroclo,
e ci
che
si
qui a Patroclo
poi anche per
comune.
espresso
Ma
concetto
il
morale
plasticamente
come
ritiene
Fraccaroli.
Nell'azione
d'Apollo in
l'iliade e
97
l'ombra
che un
un concetto
morale;
soltanto
il
fatto
nume
i
concepito antropomorficamente,
omerici, respinge
come
di regola
numi
muro. Che
ancora
il
momento segnato
Qual
per la
caduta
libro
della citt.
XVI
e l'Apollo di
il
una parte veramente antica dell'Iliade, principio del primo, che, con una immagine di medisegnata a pochi
di quella
ravigliosa plasticit
grandi
tratti,
suggestiva,
ma non
i
suggestione
che
fon-
scende
gli
dall'Olimpo
simile
!
alla
mentre
dardi
risuonano sull'omero
il
Ma
poeta della
versi
sull'incontro
d'Apollo e di
Patroclo
ritrovano nel
V
Il
Fraccaroli dice,
vei'O,
che
nel
ma
il
questa
proprio critica
soggettiva.
Fracasso o no,
nel
e
modo
XVI.
pi
o
d'agire
d'Apollo e di Diomede
tanto ragio-
nevole e chiaro
quanto oscuro
se
il
il
insensato nel
E importa poco
meno
nel V.
dell'altro.
passo
del
XVI
piaccia
Ma
che l'originale
Ora
il
libro
fu
copiato
ripetutamente
dall'VIII
dal
stesso, in
ac-
parla
della
morte
di Ettore
quando l'VIII fu composto, la Patroclia, per lo meno nella forma in cui l'abbiamo, era estranea al poema. Quindi come il poeta deU'VIII, cosi quello del XVI copi malamente il V, La conclusione tirata a filo di logica.
canto
aUe
navi,
risulta
che
G-.
De
98
SAGGI OMERICI
Sono
al termine.
"
E
e
giudichi ormai
il
lettore imparil
ziale se io
senza
alcun
indizio o per
,
solo
argo-
non mi piace
(p.
285) compiace o
Non
di
ci
che
non piace ho fatto mai ricerca, ma di ci che secondo ragione e di ci che contro ragione. E questa
la sola via di tentare
una
critica oggettiva.
Al con-
trario
la
una
critica
comoda
e ci
tele,
considera
come
intangibile,
eminentemente subiettiva
presupposto
sottinteso
l'ossequio
sia
opera
Omero: ma
di
di
Omero
di Livio, di
qpp],
Mos o
Dante,
Tarri txov.
Le interpolazioni
dell'Odissea.
La
critica nell'ultimo
quinquennio ha continuato ad
affaticarsi
l'epopea omerica.
tenace lavoro, perch mentre son sempre a fronte, sostenute con pari risolutezza, la teoria unitaria e quella
della pluralit dei poeti, fra le apparenti
contraddizioni
l'accordo.
l'Iliade
non confonder pi
epopea popo-
lare; e tutti
convenzionale
sia in
il
mondo che
:
essa
con-
venzionalismo
d'evitare,
dovuto
al
proposito
consapevole
che ei-ano o
scrit-
senti-
Son pur quasi tutti, e da molto tempo, d'accordo nel ritenere i due poemi opere organiche e non il resultato d'una meccanica sovrapposimenti d'un'altra
et.
100
zione di carmi; e
il
SAGGI OMERICI
successo
di
poco
felice
che hanno
i
avuto
tentativi
recenti
separare
precisamente
carmi o
nei pi
utilit
sembra ingenerare
rispetto
alla
giustificato
i
simili
tentativi.
Di fatto
poemi omerici
sacri in cui
si
erano
libri tradizionali,
ma non
libri
alterare ci che
era tra-
mandato.
son
fatti
perci
le
che
si
il
con
edizioni
testo pei
suoi redattori,
raccogliere altri
Omero
si
non
accinge.
o raddoppiamenti
possono
spiegarsi con
dalle opere
non
si
scompagna
pi
l'epopea, senza che vi siano interpolazioni n rimanipolazioni, prescindendo dalle ragioni allegate pi sopra,!
anche per
la
hanno
le
sopravvivenze
nella
coscienza:
I
umana.
Com' naturale,
l'
aflfermazione
di
questi
principi
il
ha indotto coloro che ne hanno riconosciuto ad esagerarlo. Cos senza dubbio esagera
il
vakirf
p'
di
non
Bral rispetto
al
(1)
fi)
M. Bral Pour
mieiix conna'dre
alle
Homre
(Paris, Haj
puJi
'.bette).
Un
correttivo
esagerazioni
del Bral
quale d'altra
il
(Londoil
negand<i
l'ai
che
caismo.
LE INTERPOLAZIONI DELL'ODISSEA
Certo, checch
clusioni,
101
si
pensi
dei
nessuno ha messo pi di
luce
la esistenza di siffatto
gli
si
convenzionalismo.
per questo
pu agevolmente perdonare
equo verso
i
sia di
non essere
stato troppo
voluto e consapevole
arcaismo
il
Fraccaroli),
sia d'aver
venzionale da ascriverla ad
una et
tutto e per
tanto
meno dobbiamo
ben
s'
essergli severi, in
quanto
sue
egli stesso
ha additato
Infatti
la via di reagire
a tali
esagerazioni.
avveduto
il
Bral
sia
un
solo
il
signore,
un
la
solo
re
Ed ha
cos
dimostrazione
dell'essersi
formata
l'epopea
quando
monarchia sopravviveva
nessuno naturalmente
Omero
dei
Lidi.
Come
il
Bral, esagera
certo
Era una monarchia circondata da mia nobilt poin mezzo a cui la sua autorit declinava o almeno rischiava di declinare. Questo ci che di vero vi ha ne) le osservazioni di G. Fifslek Das iomer. Konigtum Jahrbb. f. das klass. Altertum IX (1906) 313 segg. 393 segg. Ma che si trattasse di una monarchia sostanzialmente diversa da quella dell'et eroica e da paragonare all'arcontato ateniese in tutto da escludere; e non pu non osservarsi del resto che il concetto che 11 Finsler si fa della monarchia di diritto divino dell'et eroica non poco arbitrario.
(1)
'
'
102
SAGGI OMERICI
zionalit
inerente
alla
opera
d'arte.
Ma
umanain lui
mente
assai
degna
di scusa
tale
esagerazione
su Virrasionale nella
ha
il
connella
riesce
che
si
pu appena esigere
di prosa.
Non
alla
uno
del
dei libri
pi attraenti
in questi anni
originali
che
siano
il
venuti
libro
luce
intorno a Omero,
Murray
del
nel-
sul sorgere
dell'epopea greca
(1).
La
originalit
Murray
l'altra
vigorosa-
mente ripensato
e quasi ricreato in s
meglio degli
la
si
traendone
immagine
sviluppa.
Or
Murray
ma non
da ci trarre
tura non
il
siasi in
Inghilterra dimenticato
un po'
'
ti'Oppo
vecchio Grote.
Di
recentissimi su Omero,
metodi
e al
mi trovo meno d'accordo pei criteri e pt^ tempo stesso uno di quelli che pi meritano
^
libro
in
cui
il
la tesi
(1)
(i.
Murray The
rise of the
LE INTERPOLAZION'I DELL'ODISSEA
103
ogni obiezione
il
riconoscervi un certo
numero
d'in-
sura
(1).
Ma
il
coraggioso
poderoso
tentativo del
Biase torner a danno della tesi unitaria che egli sostenne con tanto vigore se
vien fatto
di
dimostrare
che
le
interpolazioni da lui
ammesse non
solo
non
le
tol-
ma non
di
di rado
accrescono
diffi-
di-
mostrazione cercher
dare
brevemente
il
pel
libro
primo
nuove vie
ostante
ma
solo quello
monon-
destissimo di mostrare
i
come
la
critica unitaria,
del tutto
si
inabile a risolvere
provail
Kirchliofif e
se,
Wicome
primo
libro
con
le
armi gi usate
Diintzer, che
in
le
buona parte
loro valore.
in-
Ed ecco
il
padre
Ch'avea rivolto
Cui trucidava
il
(1) (2)
Die
Inte)'2)olatioiien in
V. in particolare
ersten
Zum
p.
1
primo libro il suo articolo Buche der Odyssee nel 'Philologus' XLIX (1890)
pel
104
coi versi
SAGGI (IMEEICI
Che aveva
fea.
Solo quel
die
al
libro
il
proposito d'Antiloco,
ricordarlo
nel
(|u|uuuv)
delle
proprie
colpe
era
perito.
interpretazioni
forzate
"
che
antichi e
moderni
all'epiteto
irreprensibile
non
il
ad una spiegazione
forzata
plice,
e del
arbitraria
quando non ve ne sia una semstesso Blass abbandona quella esegesi alla sua sorte. Ma non molto pi pu
solo resto
lo
la
accettabile
sibile
"
irrepren(vaXKiq),
interpola-
Non
non
sia in
generale da
Omero
la
buona non
appro-
nell'anima
(iuvriaaTO
Kar Guiuv)
assai
non pu dimenticare il figliuolo, mentre ben poco acconcia al caso di Zeus che ricorda il colpevole Egisto; e ad ogni modo, bene o male che stia nel suo contesto del primo libro, sta anche men bene se vi si fa seguire un epiteto di biasimo in
luogo d'un epiteto laudativo.
anche
il
pensiero che
versi
si
seguenti
d'Egisto, mal
concilia con
LE INTERPOLAZIONI DELL'oDISSEA
105
lasciati
iUi'a.
Dunque
sono
;
vanno
j[uali
e quali
sono rappresentano una copia diche stanno assai bene a lor luogo
s'
IV.
servito ;he in
due volte
Poich
di
es-
juesta
correrebbe se
trattasse
di
caso isolato,
in
spiega in realt
meno
nulla
versi
sendovi
copia nel
situazione e
primo
si
dell'
Odissea
che
["alsano la
iltrove.
Tale appunto
il
tornare
Ulisse
patria, dice
Atena
(v.
84 segg.)
il
prestissimo Argifonte,
Spicchiamo subito a l'isola Ogigia, s che al pi tosto Dica a la Ninfa che vaghe ha le treccie il fermo decreto, Del paziente Ulisse il ritorno come succeda .
Si
confronti
questo
passo
coi
versi
29
segg.
del
libro
"
Ermete,
Dinne a
la ninfa che
vaghe ha
il
le treccie
i-itorno,
lo guidi
Ma
Giugner potr
col giorno vigesmo la fertile Scheria, La terra de' Feaci agli di di stirpe vicini, Che di gran cor s come a un dio farannogli onore E l'addurran per nave al dolce suolo natio .
E ci modo
sta
si
benissimo
viene infatti
spiegato in
qual
debba provvedere
al ritorno di Ulisse:
mani-
106
sa(;gi
omerici
poco
se
sia
non
le
intendono che
il
avviato
patria;
invece
il
come succeda
libro,
suo
ritorno
(uj; xe vrirai)
nel
primo
non d un
pu, elimi-
senso soddisfacente.
Ma
il
toglierlo
non
al
si
nando
torno,
un accenno
modo
del ri-
quale
naturalmente, da
ogni
sue
ancelle,
E
il
tuttavia
libro V.
Dunque anche
il
qui
l'originale
il
non
del
nel primo,
ma
j^oeta
primo ha
tolto
troppo in lungo, in
per non andare sommario ed imperfetto. E procediamo. Atena, dopo aver detto come e perch
celeste,
mandato
riassumendolo,
assai
modo
si
appresta
96 segg.):
sandali vaghi,
E E
pugno l'asta possente, aguzza di bronzo. Grave, immensa, massiccia, onde irata rovescia gli eroi A schiere, dessa, la figlia di genitore tremendo
;
Di
(v.
questi
versi
tre
primi
son
presi
dal libro
44-46);
di
ma
di
trattan-
dosi
Hermes
erano
famosi
calzari alati,
quanto fuor
mai
attribuiti
siffatti
calzari.
I versi
LE INTERPOLAZIONI DELl'oDISSEA
sull'asta
107
(1),
e anch'essi
verso
il
campo
terribile lancia
sembianze di
ma non qui dove la sua non serve a nulla, e la dea, prese le Mente, non pu portare che una lancia
di battaglia,
di
Ulisse,
come avrebbe
fin
fatto
si
un
altro
ospite
qualsiasi. Perci
dall'antichit
(vv.
supposto che
vi fosse
una
intersi
polazione
97-101);
ma
in
si
singolare
come
sia
sfuggito a tanti
filologi
che la
toeletta d'Atena
per
di
mente
cio
ridicola.
chiaro che
poco opportunamente,
alati di
calzari
Hermes.
si
la
non serve pi
i
non ha
e
avuto
il
puramente
si
semsi
plicemente ad Atena
dove
descrive
come
ci
voleva qualcos'altro
e se
non
lo capiva
partire
qualsiasi
la
teni-
a 99 9 390 seg. (1) a 100 seg. -= E 746 seg. un verso formale che ricorre pi volte in Omero: o 551. y 127. K 135. E 12. 482.
108
bile lancia
SAGGI OMERICI
della dea. Questa,
alla
vero, occorreva
il
solo
per dare
dipartita
d'Atena
:
debito
il
decoro, e
trattala
sicch
poeta
quando ne ha d'uopo, l'ha tacitamente riposta nel vecchio armamentario epico, donde l'aveva tolta, appena non ne aveva pi bisogno. Da ci si trae che quando il primo libro dell' Odissea fu composto, gi era tradizionale il motivo della lancia con cui Atena
doma
versi
le
schiere
e
degli
ci
si
i
uomini, e gi
belli e fatti
100-101,
importa
poco
al
caso
nostro,
;
dell' Iliade
son desunti
dal
quanto
Ed abbiamo
cos nel
primo
poema
Un
caso simile
si
Mente
(v.
169-173):
il
Ma
via,
vero disegna:
i
parenti?
naviganti
venisti.
Come
Le domande
seguenti,
si
di
Telemaco,
conto
dei
versi
nuovo ospite o gi
anzi
ospite pa-
terno?
partitamente e ordialle
natamente Atena
(180-186):
*
e cos
tutto
due prime
Mente, de l'esperto Anchialo nato mi vanto Figlio, ed impero ai Taf di remigare vaghi. Or qua ne venni a proda con la mia nave e gli amici Solcando l'onda bruna vr gente d'altra favella.
LE INTERPOLAZIONI DELL'ODISSEA
109
A Temesa
L
per bronzo,
Neio selvoso
Perci
sopprimere
versi
si
pu. Vero
XIV
da
Eumeo
che
non qui da
doveva
la in-
Telemaco a un
ed anche
genuamente scherzosa espressione del v. 173 assai pi a posto in un dialogo tra un porcaio e uno straccione che non in un discorso tra due principi (2). Ma
la
corrispondenza tra
la
domanda
si
e la risposta
mostra
dal
non
possono
stralciai'e
bella di
ma
pre-
primo si trova anche altrove, il secondo non si vede bene perch un interpolatore lo avrebbe composto, inventando un j)orto che non pi menzionato e ricordando un monte che pare fosse realmente ad Itaca (3), ma che non detto fosse
nuovo,
e
per che
del
lib.
il
verso
(v.
185,
in
un passo
XXIV
la
308)
supposta nave
vicina
vicina, qui
dove
nave ad-
come
{r\be)
deve
(1) 2
(2)
188-190. Cfr.
TT
57-59.
starco: oKeioxpax;
Tiaiv
(3)
xaOxa
utt Eiuaiou
v Xtowto' i Iv
oK
flppovTO.
T 81 (TTOvnioc;).
110
sostanza deve
serito
SAGGI OMERICI
ritenersi che
il
il
poeta che ve
lo
ha
in-
ne abbia frainteso
significato (1).
Meno
la
scom-
Che
le vestigia di lui
compagni perla ne
pugna
il
travaglio.
Avriano a lui costrutto un tumulo i Panachei, Avria donato al figlio gran fama ne' giorni venturi Or senza gloria le Arpie il fean dileguar su per l'etra
:
di
Telemaco
se
Ulisse fosse
avrebbe
non molto
in
modo
alquanto
singolare. Benis-
XIV
bocca
Eumeo, il quale ha ben ragione di dire che se Ulisse non fosse stato in odio agli di, gli avrebbero concesso sotto Troia una morte in guerra e una tomba
fido
onorata, talch
gloria
(2).
avrebbe lasciato
vai la pena di
al
figlio
eredit
i
di
Non
combattere
critici di
il
anche assai inopportuno, come tace il Blass e nota Kammer Die Einheit der Odtjssee p. 268, che di Laerte e del suo modo di vivere al presente discorra Mente anMente il quale se sapeva di Laerte e zich Telemaco de' suoi crucci non poteva ignorare neppure delle dila(1)
:
Ma
Kammer
quali
ad espungere anche
versi seguenti
e nei
non son per nulla diversi nei pregi dalla media dei versi di a.
a 239-241
369-371.
LE INTERPOLAZIONI DELL'ODISSEA
cattivo gusto che
111
espungono quei
e
XIV
con
non
si
tratta
gi
sabile al contesto
che
si
sia
spiegato in qualche
perch Telemaco
sarebbe addolorato
s'afiB.iggesse
pensiero
rimarrebbe oscuro e
compiuto.
gloria
"
E pu
allegarsi a
conferma che
il
"
senza
la
(KXeix;) del v.
gran fama
Non
cosi chiare
anche nel IV e
XIV
libro.
Nel IV
al
(v.
490)
in
bocca a Menelao
quando chiede
tizia
mare o dopo
amici
,
:
il
ri-
torno da Troia
il
qui
sa la fine
d'Agamennone
il
pi-ende
un
significato
pre-
XIV
invece
quel
verso (368)
interrompe
sere,
polazione.
il
questione che
ci
preoccupa, certo
oltre
non potendo
riferirsi
Eppure
perch
il
maco
sarebbe dispiaciuta
meno
della scomparsa, e
v.
dall'altro,
tazione che
In conclusione
112
SAGGI OMERICI
non molto felicemente un verso del IV e tre del XIV, nessuno dei quali pu togliersi senza danno del senso. Poco di poi, per far coraggio a Telemaco, Mente
,
gli
parla in questo
!
modo
di Ulisse (v.
255-266)
"Oh
s'or qui de la sala in sul limitare primo S'ergesse, d'elmo coperto e di scudo e due lancie impu-
[gnaudo,
Tal nel sembiante apparendo qual io lo scorsi da prima Ne la nostra dimora assiso tra coppe e vivande,
Allor che fea ritorno d'Efira, dal Mermeride Ilo Ch'erasi pur l recato su legno veloce Ulisse
D'omicidi farmachi in cerca, ond'egli potesse Apprestarne intrise le bronzee saette ma quegli,
:
Del divino corruccio sgomento, a lui rifiutoUi, Ma il padre mio, che troppo l'amava, glie n'era cortese Se a' Proci si mescesse or tal nel sembiante Ulisse, Brevi sarian lor d, funeste ne foran le nozze ,.
Ora dardi avvelenati non sono menzionati mai presso Omero, ed avvelenamenti una volta sola nel lib. II,
dove
si
il
abbonda
di veleni, e
Proci espri-
timore che Telemaco vada col a fornirsene mono (328-330) (1). E par chiaro che chi compose i versi
260-264 aveva presente quel tratto del libro secondo. Infatti l molto opportuna la menzione d'Efira, qui introdotta quasi per pura mostra d'erudizione.
L
ove
peraltro
s'alludeva
a una
pingue
terra
lontana
abbondano piante velenose, come qui alla vicina Efira tesprotica. Checch ne sia, non si possono qui eliminare come interpolati (2) per due ragioni. L'una
non probabilmente
versi
cbj
come
Omero
passi apparente'
(1) Cfr.
(2)
741.
p.
6ij
LE INTERPOLAZIONI DELL'oDISSEA
113
inter-
ma
al
contrario
sono
quelli
sopravvissuti al
processo
d'espurgazione.
sia
popoli primitivi), e ne ha
messo varie in luce il Murray, che con molto acume, se pur talora con soverchia sottigliezza, ha rintracciato
nei carmi omerici le vestigia di questa lenta espurga-
zione cui
condaria_,
alludemmo
(1).
ragione formale.
collega assai bene
verso
sulla
sorte
dei
Proci
i
si
affrontasse (niXfiaeiev)
men bene
riprende
il
vv. 255-6
secondo
cui
perirebbero se
il
v.
265
al-
concetto
del
256,
si
ma
modificandolo
all'
quanto in
modo
che meglio
adatti
apodosi che
di-
realmente segue: ed
artifizio
opportuno, che la
simulandolo.
suggerendo
spetto alla
padre
si
(v.
267-278):
Ma
degli di nel
grembo
S'egli al ritorno
Ne le sue case; ma te a rivolger ne l'animo invito Come pervenga i Proci a ricacciar dal palagio. A mie parole or la mente tu porgi e in cor le scolpisci.
Dimani, a parlamento adunati gl'intrepidi Achei,
Il
Numi
(1)
The
rise of the
Greek epic
p.
120 seg.
G.
De
114
SAGGI oMEraci
poi, se l'alma desio di nozze le
La madre
pmige,
'
A
E
Appresterau, qual
dee ne
le
nozze di
di
figlia diletta,.
E ben
maco
nota
la
Il
critica
che
questo
luogo
fa
il
Kirchhofif (1).
che
i
suo
in-
Ma
il
mandare Penelope
nella
casa
del
padre, dove
se
Telemaco
crede ancora
madre
del
sposi
un
altro nell'intervallo; e
nesso
discorso
richiede
di
sottintendere
che la
Ma
tal sottinteso
i
estremamente duro,
;
per di
pii
rende superflui
Telemaco d'invitare
secondo
alla
e,
che
di
ci
nel libro
egli
non
fa
convenienza
artistica
padre di
(v.
195);
se-
la
figliuola,
al
hanno
significato
facendo
i
violenza
sono
Proci
do^Tanno
con ricchi
doni guadagnarsi
la
mano
il
della sposa.
,
Son codeste
questi versi,
li
difficolt
il
gravi e innegabili
provano
al libro I
all'evidenza che
poeta
quale ha mserito
ha malamente
ricopiati, fraintendendo la
(Il
Dii-
homerische Odyssee'-
p.
239
^es^g.
LE INTERPOLAZIONI DELl'oDISSBA
situazione, dal libro II.
agevole:
i
115
il
Senonch pelBlass
rimedio
terpolati;
il
consiglio di
mente quello di parlare agli Achei raccolti in assemblea chiamando gli di a testimoni e poi di prendere una
nave
e
ed un interpolatore,
tal
uopo alcuni
guente.
versi
il
Ma
gioni contro
il
poeta.
libro I
di
vocazione dell'assemblea
sono
il
tema
senso
comune
e la
convenienza poetica
che
si
vocata
sperare
che cosa
pu chiedere o da essa
sarebbe
di
una
si
alleghi
che Mente
Telemaco potrebbe essersi espresso con la stessa concisione con cui Atena sul principio del libro espone a Zeus quali consigli vuol dare a Telemaco (v. 88-92):
"
Io a
il
suo nato
petto
Achei dal capo chiomato Ai Proci tutti sua mente appalesi, che sempre gli vanno Spesse greggie sgozzando e buoi strascica-a-tondo i
[piedi
,.
Non
v'
dubbio
che
questa concisione
nel
discorso
116
SAGGI OMERICI
per gli di
che sanno
un cenno;
gli
ascoltatori potevano
essi
non
pii
lunga
compiuta
conve-
nel
di
Atena a
poco
Telemaco.
di poi
Ed
era
niente che
non avere a
l'Odissea
si
con
deiriliade, che
abbonda
sogno
il
di
Agamennone
(1).
Ma
poi
sia
che
v'
il
usato
meno oscuro
per
del
discorso
di
Mente
dove
N
il
gioverebbe
diminuire
i
l'oscurit
conservare
dal
V.
274 eliminando
seguenti:
che
il
discorso
zoppo
;
perderebbe egualmente
e di concinnit
e rimarrebbe
sempre
la
difficolt
non
lieve che
il
ossia
il
niun conto
in
cui
se anche non si volessero menar buone contro l'interpolazione tutte le ragioni addotte, gravissima mi par questa che una interpolazione non pu e non deve supporsi senza ragione sufficiente. Or quando d'essa non vi sia alcun indizio
Ma
v.
278),
quando
si
imita-
trovimi
inter-
(1)
LE INTERPOLAZIONI DELl'oDISSEA
117
afGncli,
l
consigliando
Telemaco
chieder
lo attenda
,
ancora un anno
Proci
se
ne
apprender
mariti la
la
morte, torni
e
gli
prepari un cenotafio
i
madre
cacci di casa
con
la forza
o con r inganno
"
(v.
279-296)
un disegno,
se a
me
t'affidi:
Di venti remiganti un ottimo legno fornito, Vanne a scrutar del padre da lunge assente novelle,
le dica, o se un grido n'ascolti Che vien da Zeus, e precipuo nunzio tra gli uomini vola. A Pilo in prima ti volgi, e Nestor divino richiedi. Indi a Sparta, a le case del biondo Menelao Ch'ultimo questi riedea de gli Achei da la bronzea lorica. Ove del padre tu apprenda che vive e al ritorno s'ap-
[presta.
un anno com[porta
:
Ma
se
de la sua morte
ti
un tumulo
qual
si
e d'ogni
conviene, e la
Ma
Come ne
le
A un
dipresso
con
le
stesse
parole
si
esprime Te-
E pu
in
dirsi
che,
fatta
eccezione per
un
Mente quanto
servare
secondo caso
219), mentre
nel primo
;
288)
si
ma
argomento
118
di
SAGGI OMEKICI
di
dimostrare
quello del libro primo. Cos il Blass osserva che nel secondo libro Telemaco avrebbe fatto
ma non
se
ne vede
ai
il
moProci
per
l'appunto per
doveva togliere
macchinare ciualcosa ai loro danni poich lasciando cadere le sue prime proposte, voleva che non si opponessero alla sua risospetto che
;
andasse
al libro II
Telemaco dice di voler andare a Sparta ed a Pilo per vedere se gli riesca d'aver da alcuno dei mortali
qualche
notizia
del
padre:
male, secondo
il
Blass,
poich egli doveva menzionare non alcuno dei mortali in genere, ma Nestore o Menelao: argomento, come
si
Il
secondo libro la domanda di Telemaco ben motivata. Respinta dai Proci la sua richiesta di lasciarlo tranquillo possessore dei beni paterni, respinta da lui la
richiesta dei Proci di
rimandare
la
madre
e la maritino, egli
:
lo si
padre: lasci cio andare con una nave alla ricerca del pi di ancora tarda padre il se dopo il suo ritorno
un anno o
se egli
ha notizia sicura
allora conforme
butato ad Ulisse
marito
alla
madre.
del viaggio assai
La proposta
primo
menbene motivata
nel
libro, dove non detto che i ogni altro patto e dove lo stesso Telemaco, non uno dei paProci, propone di rimandare la madre alla casa dei
di; renti perch possa liberamente rimaritarsi. Ma v' Mente far di consiglia gli come pi. Maritata la madre,
Proci rifiuteranno
al V.
292,
LE INTERPOLAZIONI DELl'oDISSEA
la
119
e se
casa
d'
Ulisse
dilapidando
presumibile,
beni dell'eroe
il
che ne
tutt'altro
che
converrebbe
che
fa-
cesse informato
ascoltatori.
Invece
mette,
il
risaputo
offre
morte
d' Ulisse,
d'accasare la
II,
madre non
doveva
alcuna
difficolt
al libro
,
dove
appunto, conforme
confidare
al discorso
d'Eurimaco
Telemaco
dei Proci
che
la
"
gara funesta
madre a marito.
(v.
C',
facile
all'in-
terpolatore.
Ma
tutto
il
brano
280-292), pur
lazione
(v.
meno difettoso
il
nesso con ci
che segue.
si
aggiunga che
al
293
con cui
si
accenna
Telemaco
plici
si
accinga
si
alla
vendetta, s'intende
assai
meglio se vi
v.
a evitar la
immediata ripetizione
dopo
sulla
Dopo
cetra
lagrimoso
Penelope a pregarlo
suo dolore,
la invita
Di riscontro
Telemaco
Ed
a te
il
Che non
il
perdeva
il
d del ritorno
120
SAGGI OMERICI
la
a'
comanda a le ancelle che ratta Yolgan la mano a l'opra. De gli uomini tutti fia cura 11 favellare, e mia in prima; che mio ne la casa FirnAl telaio, a la rocca,
[pero
..
Son
spetti
questi
ultimi
versi
infelicissimi;
ed concetto
sempre a star mute. 'Ma, in realt non da barbarie d'animo, bens da difetto d'arte. Si tratta solo d'una pessima imitazione della famosa e bellissima apostrofe d'Ettore ad Andromaca,
fossero obbligate
esso sgorga
dove
moglie piangente
la esorta
lasciare agli
del resto
uomini
il
(1).
,
solo biasimevole
questa
chiusa
E ma
non
il
anche tutto
v.
almeno dal
dispregio,
356.
di
Ettore
ha
ogni
ragione,
consolata
Andromaca,
riman-
darla a casa;
ed
non
ma
piet che lo
induce a dirle
d'occuparsi
della spola
anzich
delle
via la
madre
ai
e le dice di
non
,
far pi parole
il
ma
at-
tendere
lavori
donneschi
tanto
far
sconveniente
quanto
brutale.
E non
le
vale
ricorso al solito
perch,
ammessa
una interpolazione,
fatto,
segue
il
poeta
360-366)
Che
il
figlio
Piangeva Ulisse,
Dolce
Atena da
l'occhio fulgente.
(1)
490-493.
\
l
LE INTERPOLAZIONI DELL'ODISSEA
121
Fean ne la sala ombrosa frattanto i Proci tumulto, Che de l'amplesso di quella pugneali tutti il desio.
'
Ora perch mai era commossa di stupore Penelope se non perch aveva ricevuto dal figlio un'apostrofe
inattesa
?
per di pi
quell'
"
in sua casa
assai
veva tornare
l'ordine
V.
con
altrettanto
improprio
d'
356, e
se
mostra ad ogni
direttamente
o
modo
poeta
(e
non
si
importa
tato
il
indirettamente)
ha imise
Ma
,
poi
non
v.
361
da parte, conviene
dei
versi
ritenere
per
certa anche
'l'autenticit
che vi
parola
stanno
innanzi,
che
mostrano
I
i
quale
era
la
del figlio
che Peneuditala
se
lope
aveva
raccolto
nell'animo,
allorch
riconosciuta
un passo
di
distanza
(v.
367)
si
prudente
I
(ireTivuinvot;)
resto
pu
siano interpolati
ma fondamento
dubbio
i
tal
supposizione
non
v'.
Senza
a
essi ripetono
del
lib.
il
XXI
(356-358),
tempo
j
deve dormire di
I
suo termine.
Ma
Penelope
per intero,
(1)
il
dirlo,
perfettamente a
posto
consiglio
che
trata presso le
122
e
SAGGI OMERICI
solo in questo particolare
libri
uon
imitata
sul
XXI
su
altri
dal
tutto insieme
non male
di
egli
Femio
del
modo
di spiegare, sia
imitando
passi
i
libro
Vili
dove Ulisse
(1),
piange ascoltando
carmi di Demodoeo
tra
i
come
la
Penelope
il
discendesse
di
Proci banchettanti.
il
Certo
modo
presentarsi di Femio,
quale
pur
gli
avendo buona
vista,
ha bisogno
di
un araldo che
modoeo
pagna
lib.
il
che, cieco,
ha veramente necessit
la
dell' altrui
cetra
il
con
cui accom-
suo canto
(2).
si
Parimente
impudico quanto
XVIII
(213), diviene,
come ben
dopo
(3).
se
nel
XXI
(350-353)
Telemaco
avverte
VI
dell'Iliade
da Ettore
assennatamente
che
nel
libro
alla
uomini parlare
un
le
centone, e
:
ogni
difficolt
ma
rimuovere
chf-
tanto pi
(1)
(2)
(H) Il
confronto di a con
come sovente
p. 441.
altrove
LE INTERPOLAZIONI DELl'odISSEA
123
altre per
si
sostituiscono
ad esse
Ma come mutilando il discorso di Telemaco alla madre si rende incomprensibile ch'ella tanto se ne commuova, del pari diviene incomprensibile il contesto mutilando col Blass il discorso di Telemaco ai
Proci
"
(v.
368-380):
cui
di
somma
insolenza pervade,
Or
ci allieti il
Qual questi fra noi, che va pari a gli di ne la voce. Con l'aurora domani a l'adunanza ne andremo Tutti, ond'io schietta e intera a voi la mia mente appalesi,
altri
banchetti intendete
Ma
Voi
uomo
perisca,
ne la nostra dimora
le
Perch di fatto
strofassero
Proci
si
mordessero
ai versi
labbra e apo-
Telemaco come
seguenti (381-387):
il
con forza
labbro mordendo
a'
De Ed
"
Telemaco
il
detti infondea.
figlio d'Euj)ite:
Gl'iddii,
Telemaco,
al certo
Ad ostentar iattanza ed a concionar baldanzoso. Ah che in Itaca cinta dal mar te sovrano il Cronide Non voglia porre giammai, com' dritto che vienti dal
!
[padre!
dovevano
aver
di
ascoltato
da lui
parole
ci
assai
gravi.
Or nulla
se si
grave
veramente in
i
che precede,
espungono
versi
374-380
124
SAGGI OMERICI
non
ac-
La somiglianza
coi versi
II,
dipendenza pu
dirsi ora
che
secondo
libro,
non non
ogni
argomento
rispetto
quando
il
solo
non guastano
contesto,
ma
N
paiono sotto
vale
dire
opportuni a chiarirlo.
che
camente Telemaco
lettore,
il
al
Proci come
Credo
con ci
d'aver
provato
che
le
ragioni ad-
dotte dal Blass per confortare la sua ipotesi delle interpolazioni nel primo libro dell'Odissea sono in mas-
sima
insufficienti,
anzi
che
molto spesso
difficolt,
le sujDposte
interpolazioni
danno origine a
vo-
anch'essi interpolati,
trovi
non ho
l'inter-
assodata
ma
perch, autentici
E rimane
XIV,
del
XVIII, del
se stesso,
XXI
e fino
uno un poeta
del
XXIV. E
tali
ripeta talvolta
malamente
ripetizioni
e,
pui'e capito ci
che
il
primo
libro posteriore
in parte
il
quegli
altri,
compreso almeno
recentissimo
XXIV
e che
LE INTERPOLAZIONI DELL'ODISSEA
deve riputarsi opera d'un poeta diverso e posteriore
125
(1).
assodato
ci,
abbiamo tutto
il
diritto di valerci di
come hanno
fatto gi
il
Kirchhoff ed
del libro
I.
il
altre singolarit
Non
libro
v' dubbio,
il
Mente
del
primo
un doppione
Mentore del
Certo
IDoeta
si
;
il
imitazione fatta da
un poeta
piti
recente.
e
Cosi pure
mentre
scina
detto
giustamente d'Eumeo
(XIV
5 seg.):
Quel trov che sedea ne l'atrio, dove una stalhi Alta sorgevagli in loco a l'intorno tutto difeso,
certo
non bene
(v.
si
lemaco
425 segg.):
Ma
(1)
Come
si
mezzo fondamentale per la distinzione Le osservazioni di C. Rothe Die Bedeutung der Wiederholungen in der homerischen Frage (Leipzig 1890), acute come spesso appaiono, provano soltanto che da ripetizioni singole non pu argomentarsi, potendo i due passi comparati risalire ad uno stesso mozioni sia
sempre
ma
quale
e Philol.
'
XLIX
p.
da P 73 KiKvuuv
126
perch
di
la
SAGGI 03IEEICT
cascina era isolata in
un
recinto e la stanza
il
Telemaco no, ed
Blass non
la cosa
il
Ma
si
invece di forzare
testo
si
o di far
ritiene,
sui
arbitrarie
conforme
il
tutte
le
analogie
raccolte pii
stato imitato
sopra, che
XIV
sia
Ma
le difficolt
,
Wilamowitz
hanno detto a illustrare quelle difficolt. Giova piuttosto avviarci alla conclusione. Il poeta del primo libro appare al Wilamowitz un dappoco. Eppure
egli
stesso
il
primo
i
libro a distanza, in
ticolari,
modo
parle
ce
grandi
linee,
Telemachia
e dal rac-
(2).
Proci e in ispecie
e
An-
tinoo ed Eurimaeo:
suUo
oscuro
formato
si
che
piange
amara-
mente lo sposo perduto e quella del figlio d'Ulisse che mal sopporta le prepotenze dei Proci pur non sapendo come liberarsene
naggi secondari,
l'eroe
;
Laerte
che
vive
lontano
il
ai
campi
(v.
189
cantore
Femio che
(1)
Die Interpolationen
p.
278.
p. 11.
(2)
Uomer. Untersuchungen
LE INTERPOLAZIONI DELl'oDISSEA
127
il
illuminato a
quando a
quando da qualche bagliore del futuro perch il poeta fa intravvedere che gli di non mancheranno di mettersi di mezzo per restituire l'ordine leso. Ma non dobbiamo
gi ricavarne che l'autore del primo libro abbia sempli-
cemente ampliato
introduzione
della
e interpolato
un'antica e
pi.
bella
i
Telemachia.
ridotto
il
Non
pregi e di chi
ha
primo libro
forma
che
presente
difetti,
(1):
da
quella
sostenuta
Pregi e
di
difetti
sono
che
si
ha
la
prova
,
pi evidente
nell'episodio
di
Penelope. Opportuno
fin
come gi
tivazione
dissi,
modello
sua
discesa tra
la
Proci,
col
il
carme di
commuove
ricordo
ma
quell'episodio tutto a
libri,
un modo
di
premessa all'uno o
gruppo
di
il
carmi
che
si
pximo
libro
insieme non
nel
si
anzi
pu
dirsi
che
sarebbe stato
sobria e al
tempo
E non
natore, s
piena del primo libro. un esperto e sagace ordidotato anche di una notevole altezza di
stesso
pi
(1)
WiLAMowiTz
1.
e.
e p. 99.
128
SAGGI OMERICI
citato episodio di
,
il
Penelope.
Solo
"
faceva
inceppo
la scarsa
un
il
e l
del
suo,
assai
di
rado
chiaramente ed efficacemente
suo pensiero.
toppi onde
questo
ricopre conferma
che
egli recente a
confronto degli
che vissuto
(1).
quando
la
il
l'arte del
verso
epico
decadeva
avviso,
il
Sarebbe
errato, a
mio
supporre che
vi era
primo
libro,
in
quella
si-
tuazione che
gere.
il
attarda a dipinla
Ed
assai
probabilmente erronea
quale
supposizione
poema
vein-
ramente autonomo
Il
al
ampiezza.
in-
modo
migliore
quell'i
es-
sere la individualit
la
carme su Telemaco.
Non
per l'appunto
verso
del
libi"
{!)
Su contrasti
siffatti
v.
le
buone osservazioni
dello
LE INTERPOLAZIONI DELl'oDISSEA
secondo,
129
stato os-
come pensava,
pare,
il
Kirchhoff.
E
il
primo
i
secondo libro
del
tutto
artificiale e
che
primi
hanno suppergi
imitato
fatto
lo
stesso valore di
pari
inopportunit
il
libro II dell'Iliade
(1).
Non
dubbio
(v.
di
si
che
Telemaco
pi-imo
437)
di fatica,
non gi per
sforzo
la
le
ragioni di
messa senza
nessuno
camicia
seduto
sul letto
non
dell'Iliade (42).
Ma
versi
6-10 del
secondo dell'Odissea
Indi ratto
f'
cenno a
il
Feano
Ma
bando, e questi accorrean veloci. denso divenne il sollecito popol raccolto. Al parlamento, un'asta di bronzo impugnata, n'andava.
quelli
allor che
Infatti,
quanto
il
naturale
che
re dei prodi
Agamennone
che tosto
ban-
Telemaco,
pii
il
assemblea, e
i
ma
(1)
die
Odyssee p. 20.
Blass op.
(2)
p. 279.
Non potrebbe
ci
dirsi
ov
|uv
vTnrpciTTouaiv
TrapoOaav TiOeaiv,
De
Saxctis, Per
la
scienza dell'antichit.
130
in
>AG(.I
OMERICI
una
hanno
al
le proiirie
occupazioni,
che talora
primo appello
e per
una
la
liberi.
Ed
primo spetta
non pu non
spetdelsi
Tadunarsi dell'assemblea.
Da
ci
E
i
forse
dopo aver
delle
ac-
alla
dilapidazione
facevano
Proci
il
sostanze di
soltanto
il
maco
fatto
il
figlio
una dea,
La
situazione generale di
della
il
presupposto
Telemachia
appunto che
cognito al lettore
del
nostos di Ulisse,
sia
come
ci
il
presupposto
primo
dell'Iliade che
nota all'ascoltatore
la storia
dell'assedio di Troia.
rilevato, per es.,
A
il
pu opporsi,
vei-o,
come ha
in
d'Atena trasformata
(v.
Mente conforme
:
al rac-
260-266)
Telemaco in disparte frattanto sul lido marino. Le man purgate ne l'onda canuta, orava ad Atena:
*
Ed
Per scrutare il ritorno del padre da lunge assente, M'incitasti. Ecco or tutto a vto mi mandan gli Achei E i Proci sopra ogni altro, che turgon di mala insolenza.,.
(1) P
89:
Tibri
b' ai
TrapTov,
p.
v.
Rokmkr
'
Rh.
Museum
'
LI (1906)
313.
LE INTERPOLAZIONI DELl'oDISSEA
Tale
invocazione
il
131
poetico
non
priva
riva
di
valore
per quanto
recarsi
sulla
per
che
far
ha per
Crise,
quale
lungo
il
mare doveva
necessariamente
la
sua strada in
un passo
del libro
i
primo
di
Ma
poich
suoi consigli
li
ha
dati sotto
forma
Mente,
immaginare una redazione primitiva in cui li avesse dati in altro modo, e poich Mente ricopiato da
Mentore, quando non
si
voglia
ricadere
nella
teoria
ammettere che
dei versi del
I
il
versi,
medesimo
le
carattere
libro
aveva
dato. I pregi e
passo provengono
primo
dellTliade.
se
il
gli interpolatori
non
bene
del libro
suoi difetti,
un semplice interpolatore e non un poeta. Ma se non si pu attraverso alla elaborazione che ha avuto nel primo libro riconoscere la primitiva, certo
brevissima e semplicissima,
introduzione
col
della
Tele-
machia,
si
pu almeno riconoscervi
Kirchhoff la
Non
voglio
ammirato da Orazio,
(2),
Blass
acremente
(1)
(2)
De Aristarchi
Op.
cit.
stiidiis
homericis
p.
414 segg.
280 seg.
Bliitter I
(3)
Homerische
99 segg.
132
e dal
SAGGI OMERICI
Wilamowitz
il
(1).
A me
da Orazio,
ma
si
una
e chi
misura eguale
difetti di tutto
ammira
il
libro
I.
Si
poeta
dall'isola di Ca-
lipso e
il
ma
qua e di l e fusi tra loro imperfettamente abbondano ma le genealogie divine inserite fuor di luogo mostrano la dipendenza dalla tarda
versi presi di
;
poesia genealogica
ma
infine
versi su Egisto
sono
le
I.
si
dal contesto
Infatti la proposta
ri-
se
gli vien
al
passo
della
Telemachia dove
;
discorre
del
nostos
d'Aga-
mennone
zione
i
avesse avuto
mira
nel
IV da
La
cui
il
poeta del
primo
di
anche altrove
tra
i
(4).
pretesa differenza
valore
poetico
Op.
cit.
p.
11 segg.
Die Quellen
dei'
Odyssee
p. 184.
(4) Cfr.
p. 13.
LE INTERPOLAZIONI DELL'ODISSEA
per cui quelli sarebbero
133
peggiori,
te-
da
ritenere
assai
non
modo;
e di ci
rendono
stimonianza
sufficiente le difese
prologo
critici
E
e
tuttavia
come non
;
il
Lehrs.
dell'anti-
perita la inti'oduzione
si
chissimo nostos
ma
riduce
ai
primi
il
nove versi
Niese
(1).
ad
essi soltanto,
originali (2),
il
non
esservi menzionato
al lettore,
il
nome
sciuto
poeticamente
sul
tanto
giustificabile
quanto
tacersene
principio
deirEneide o nella
Ed
il
vero
primo
verso
dell'
dell'Eneide,
Vergilio
ebbe
presente
il
il
primo
primo
poeti
Odissea e che
Tasso
scrivendo
alla
il
sua volta
dell'
Eneide
ma
e
parmi che
il
sentimento
di
come
Vei'gilio
Tasso,
loro imitazione
difettoso
d'
il
mostrarono di
principio
del-
giudizio
un
raffinato
buongustaio
di Ulisse
che biasimano
il
silenzio
sul
nome
non senza un
po' di pedan-
teria, lo
solo ai Feaci
doveva
il
masse
quindi
l'eroe rivelare come egli si chianome prima non doveva esser ricordato.
i
bellissimi versi
(1)
(2)
Die Entwicklung der homer. Poesie p. 186. Al Lehrs davano la impressione di essere
'.
'
ruit
134
gei'si
SAGGI OMERICI
come
interpolati.
sono
goni.
Ma
un poema
non sarebbe
al
difficile
tando che
poeta
il
doveva
presentarsi anzitutto
di
mente
nell'iniziare
il
di tutti
compagni
questa, ch'era
Ma
poema
unitario e poich
il
da
un carme anteriore pi
I
breve tolse
il
forma
vi
aveva
prefissi
in
si
Nel
libro
I,
prescin-
dendo dai primi nove versi, non si riesce in nessun modo a separare uno strato pi antico da uno pi recente. Nonostante la sua composizione a mosaico
pei versi presi a prestito
di
qua
e di l,
esso nel
tutto
insieme un carme
s'
organico,
compilato
da un
non un amche
avesse
pliamento d'un
altro
carme pi
antico
ufficio.
avuto
lo
stesso
posto e lo stesso
con ci
l'unit dell'Odissea,
essa appare,
LE INTERPOLAZIONI DELL'ODISSEA
135
al
recente
tentativo di collegare
il
con un nesso
logico e cronologico
razione d'Ulisse
dall'isola di Calipso.
Or questo
ten-
suo autore
se
si
proponeva, e non
pi
recenti
redattori
del-
l'Odissea.
Ma
le
certo ad ogni
modo
usato
per
stabilire
quel
nesso,
palesano
attitudini
non ispregevoli
e
poeta
del
ad ordinare,
sta e cade la
posto
ci,
pur chiaro
del-
la
composizione
Odissea quale
l'abbiamo.
sapiente, e
L" intreccio
l'Odissea artificioso
come
tale fu locri-
le
imperfezioni che la
moderna
vi
ha riconosciuto,
di
coordinamento
et e valore
e talora
contraddittori
debbono
to-
glierci
un
intreccio
,
non pu
attorno
essersi
formato sponagglomerarsi
e
taneamente
fissarsi
impersonalmente
piti
per
a
l'
di
,
carmi
un nucleo primi-
tivo
sonale.
ma E
l'autore
come ogni vera opera d'arte, opera pernon pu esserne altri che il poeta
questo carme appunto
giudice
ili
del
equo
non
meno
(1)
136
SAGGI OMERICI
si
deve
carme
dell'ira di Achille.
l'Odissea fu terminata,
in
tutto
ci
che v'
di
pi
primo
libro.
Come
son questi
certo
due
tra
anche
soli tra
poeti
dell'uno
perch
nel
primo
libro deldi
l'Iliade ci
son
conservate
alcune
centinaia
versi
del suo
carme
originale, e di tutto
esso
tema primo
ci
e le linee
fondamentali
libro
dell'Odissea
poema quale
mente
tente
principio
la
fine
dei Greci.
La
ispirazione rude,
conti-asta
il
originale, po-
dell'uno
i
con
delineare
caratteri,
dell'arte, la
pi progrediti, un significato
un intendimento
etico,
stato
non l'hanno
senso morale
significazione
compiutasi
coscienza
greca
il
una
carmi
intorno
porli
e l'altro l'epopea
La
il
verso
LE INTERPOLAZIONI DELl'oDISSEA
motivi, epiteti, similitudini,
I
137
un convenzionalismo che
pi rigido
i
grado a grado
si
faceva
e nella espressione,
Ma
si
sempre crescente
j
della
Quanto
di vista,
pi peraltro
il
vecchia
fis-
e coordi-
nare; e perci
momento
Odissea
in cui
i
vennero ridotti ad
una
-.
^^ '^
II.
DI
VI.
Agatocle
I.
^^\
L'usurpazione
e i
Magno
Siracusa
si
membri
presi,
non sappiamo
gli
in qual
modo,
Non
di
greche
di
Sicilia,
che
riconoscevano, almeno
(2).
(1) [Dalla 'Riv. di Filologia' XXXIII (1895) p. 289 segg.] La presente memoria non una storia d' Agatocle e molto meno una storia della Sicilia sotto il suo dominio. Mi
partiti
siciliani al suo
tempo per
spieti-
gare in qual
modo
rannide e consolidarla.
Come
si
saggio mi vietava d'entrare nei minuti particolari bo potuto che lumeggiarne qualcuno nelle note.
(2)
mio non
DioD.
XIX
5,6:
ci -rrpoxovTee;
yp
tOliv
lupoKoaiiuv
altre citt
dominasse l'oligarchia
142
origine,
costituzione di Timoleonte
la
Era
infatti naturale
che
merc
l'ojDera
sua
il
potere,
Non mancava
peraltro
un
pare
che rimpiangeva
le istituzioni
democratiche
lo
si
desume
da ragioni
modo
oli-
di
pi oltre
(cfr.
[La frase
lusTis.
di
Diodoro
2,
XXII
11
senatus)
mostra che
si
tratta d'una
istituzione legale,
o d'una eteria.
Ne
XIX
che
6,
si
allude evidentemente
Non pu quindi
del
accogliersi in
la
opinione
Freeman History of Sicily IV app. VII, difesa nella monografia non molto originale di H. Tillyard Agathocles(Cambridge 1908) p. 32 seg.].
(1)
difficile
che
Timoleonte
i
quali
elaborarono con
nuova costituzione
di Siracusa (Plut.
diversi
da quelli allora
in
pur la costituzione di
(cfr.
democrazia
Diod.
XVI
democrazia assai moderata. E del resto se la oligarchia che troviamo poi dominante in Siracusa avesse avuto origine da una rivoluzione e non da una pacifica evoluzione degli ordinamenti timoleontei, da credere che non
ce ne
j
'
mancherebbe qualche
II
notizia [Cfr.
Beloch
Grif-rh.
Geschichte
p.
588
n.
1].
AGATOCLE
splendore dell'impero
di
143
Dionisio;
solo
alle
ma
esso
la
acquist
audacia
ed importanza
preso
parte
quando
imprese
a
generazione
che aveva
di
il
Dione
luogo
e di
Timoleonte
ebbe
cominciato
cedere
ad
una generazione pi giovane. Con questo partito eran pronti a far causa comune i proletari mal soddisfatti
del governo di classe a cui da lungo
disposti
cosi
la
popolazione
oi'mai
terre
pienamente
vicine
che,
grecizzata
di
Morganzia
di fronte a
Sparta trovavansi
perieci, aspirava
ad aver parit
di diritti (1).
Chiunque
con-
N giovava
certo ad acquistar
il
partigiani al
nuovo
rim-
mondo
imprese
di
Alessandro
e
Magno
il
esaltavano
l'orgoglio
patriottico
ribadivano
concetto della
strinsero attorno a
di
nome
Agatocle,
figlio
Carcino.
il
padre essendo
rifugiato
(1)
DioD.
XIX
'
6, 3.
Cfr.
Beloch L'impero
siciliano di
'
Dionisio
negli
Atti
CI. di
144
e,
un'educazione liberale
(1).
i
Quando
poi
tiranni,
venne
342
pot
iscriversi
coi figU
(2).
La
poco a
dove
poco una
il
giovane
Agatocle
cominci a
segnalarsi
come
ufficiale e
ad
lui
acquistare popolarit
(1)
si
146
PoLYB.
XV
35, 2)
TaXiTTJv Tv
vce; ujv
el<;
kq
tv kotivv
fixe
(2)
a Siracusa secondo Ti.meo fr. 145 (= Polyb. XII in et di circa 18 anni, dunque appunto intorno
342
si
trasferisse
le
nuove
liste
dei
cittadini
per ragioni
cronologiche, per le espressioni stesse usate da Diodoro deve ritenersi alquanto anteriore. Conclusa la pace tra Cartaginesi e Greci dopo la battaglia del Crimiso, egli nulla avrebbe avuto a temere dai signori cartaginesi di Terme]. (3) La nostra tradizione spiega ci con la ventura che ebbe Agatocle di sposare una ricca vedova. Ma anche
Antandro suo
fratello
pot
3, 3.
XIX
AGATOCLE
145
il
appunto fu dovuto
in
gran parte
buon successo
di
la politica di Dionisio
Di che
egli
credette
vigorosamente l'oligarchia,
i
accusando d'aspirare
che erano
chico
(2).
alla tirannide
due comandanti
oligarl'oli-
Ma
vana
la
speranza
capitato
d'atterrare
le fosse
qualche rovescio
dall'Oriente
gu.erra
il
come movendo
ai
segnale
vi
ma
Sopel
Dopo
ci
Siracusa non
adatta
essendo pi
in
per Agatocle,
Italia
(1)
[Dopo la morte
di
Alessandro
il
Molosso
nell'in-
verno 331/0,
(2)
ma
di
certo
3,
non molto
di poi].
DiOD.
XIX
dici migliori
trodotto
confronto
con PoLTAEN.
per cui
37 e con
l'altro
contempo-
raneo di Pirro, che probabilmente un nepote del primo, cfr. Plut. Pyrrh. 23, mi fa preferire la grafia
ZiuaiarpaToq del codice Laurenziano].
(8)
DioD.
XIX
3,
ci
\xkv
Tiep
ZujaiaTpaxov uvd-
oreuffav
Cfr.
rrq
uarpibo;
jiex
und makedonischen
I p.
431.
10
De
146
ove
s' ei'a
nome come
esuli
guerriero,
milit
prima
servigio degli
democratici di
dall'oligarchia di Siracusa;
il
che
mostra
come
Frattanto,
guida
contro la Ma-
potevano manche
gli
e spiegarsi la rivoluzione
tempo
(1)
non
ci
indica
rin-
cagioni.
Che
se si
presunto recentemente di
d'Agatoele
tale
sulle milizie
dell'oligarchia presso
Regio
(2),
ipotesi
da accogliere,
sia
si
(1)
Infatti la
al-
meno due
iroT fiv
iroT
fu
Iqp'
i^iYefioviaq jeTaf[xvo<i
(DioD.
XIX
4, 3).
Poi
fatto
stratego
Acestoride, e
i
Siracusani
mal
partito,
finche
si
concluse la pace
frammento recentemente scoperto del Marmo Parie: 'AYQ^OKXf ZupaKoioi eiXovTO ni t&v pu|idTiuv Tujv v ZiKXia aTOKpTopa OTpaTrifv]. Dunque la rivoluzione di cui parliamo non pu essere di molto posteriore al 328 o 22 ovvio che non pu essere in nessun caso di molto anteriore [come par credere il Beloch Gr. Geschichte IH 1 p. 185].
lodoro
il
:
(2)
Cos
ScHCBF.RT
Geschichte
des
Agathokes (Breslau
1887) p. 38.
AGATOCLE
appunto nel suo racconto
ne avrebbe dato notizia,
suo ritorno
sulle
147
imprese d'Agatocle, ce
sia
Ad
Agatocle
che non
venne richiamato.
Ma
vinti,
trovarono
ai
vigoroso accentramento
il
pericolo con-
N ebbero
di quella
alleati
soli
ma
anche
monia siracusana pi
acconciati sotto
e
il
effettiva
s'erano
Del
(1)
(2)
DioD.
XIX
4,
4 segg.
1. e), che non pu essere tenuta davvero per la cagione della nomina di Acestoride come opina 0. Meltzer Geschichte der Karthager I (1879) p. 353. Giudica invece rettamente a tal proposito lo ScHCBEET op. cit. p. 43. Qui, come altrove, non
preciso,
pel
troppo
Sosistratus
Car-
noti
il
silenzio di
narrazione
non importa se la suppone che la citt non fosse assediata per terra; possibile solo, non probabile per, che i Cartaginesi avessero mandato dinanzi a Siracusa una squadra.
da Siracusa come
.<iia
narrata
148
vi diede
siccome
da credere che
se avesse
avuto
efifetti
d'im-
portanza ne saremmo informati da Diodoro, cosi piuttosto che dalle sorti della guerra,
il
rivolgimento che
con-
Macedonia
il
trionfo dell'oligarchia
nella
madei
una ripercussione
continuava a
speranze democratiche
mentre
Agatocle
come generale ed a crescere in popolarit come uomo politico, si cominciava ora a temere nel buon capitano di oggi il tiranno di domani e ne nasceva in molti la persuasione che fosse tempo di op;
porsi
lari
il
a'
popo-
costui
le
nostre fonti
con l'incarico di
farsi
mediatore tra
il
partiti,
governo macedonico
nelle
altre
citt
i
Corinto
come
de-
ll) Ricordiamo a questo proposito la legge menzionata da Pn'T. Timol. 38: froXXiv kq lieyaXuuv s rriv CKeivou
(TiiioXovToe;)
Ti}i-f]v
tttov
f\v
ijriq)iaaa0ai
tv tuv ZupaKouaiiuv
upi;
f))iov
adKiq auiaiTaoi
pivBio)
otuj
irXeuot;
XXoqpOXouc; 0) Ko-
xpnoBai OTpoxriYii).
AGATOCLE
mocratici,
149
il
dando o restituendo
gli
potere
alla
classe
si
propose di fermare
pace tra
oligarchici
democratici
al
moderati
qual uopo
per
mezzo
di concessioni
scambievoli;
guire
il
anche avere un
Magna
si
contenti e di mercenari,
fosse
che non
rico, sia
si
che
Agatocle
godesse
troppo
allora
il
il
favore del
E
il
Corinzio per
ma
il
pericolo,
si
ridusse
fuggendo nell'interno
intimoriti
i
popolari,
non
fu difficile ad Acestoride,
il
il
sostegno del
i
palese
di
Antipatro
di
far
rientrare
fuor-
Costoro,
ti)
cenna Idstin.
Schubert
quale
XIX
5,
dice
ma
ne descrive poi
la
partenza
temendo
di nuovi processi o d'attentati alla sua vita stim egli stesso opportuno d'allontanarsi da Siracusa.
150
meno
Non sembra
in
peraltro
fossero
modificate
senso oligarl'al-
per riardere.
in
Ma
la
somma
;
venne novamente
effetto del ritorno
mano
a Sosistrato (2)
primo
si
rese di
nuovo
terribile.
ad
un
grande pe-
capitano nelle
contempo-
coi Cartaginesi.
i
Ora
la
Sicelioti,
che
pugnato contro
giovava
nione
oligarchici
(1) Cfr.
DioD.
XIX
-5,
4,
Ivavxiiijoeoeai
rjuoKpaTia.
Cfr. PoLTAEN. V 37, che il Niese I p. 431 n. 6 a torto al ritorno di Sosistrato da Crotone.
rife-
(2)
risce
(3)
DioD.
XIX
il
5, 4.
6,
2.
sentimento nazionale fosse tuttavia vigoroso in Sicilia dimostrano i moti che tennero dietro alla sconfitta dei Cartaginesi sotto Siracusa nel 309 (c.llll.
(4)
Quanto
Si ricordi poi in
qual
modo
quando
venne a liberare l'isola dai Cartaginesi, e si confronti anche l'idillio XVI di Teocrito. Cos inaccettabile, a
A6AT0CLE
<5uesti, ridotti in gravi angustie, si difesero
151
con
sommo
che
gli
rigore,
non esitando
che
neppure ad armare
(1).
Ma
e
non-
ad
j
Agatocle
d'
Leontini
persino,
Si-
Contro
di
lui
Sosistrato
fondava
le
sue
maggiori
j
speranze
sull'aiuto
vitale
cartaginese,
parendogli
per
Cartagine impedire
ad
ricostituirsi della
monarchia militare di
del generale
delle
riconoscimento
(318)
(3)].
Vero
mio
avviso,
il
giudizio
del
Holm
fu
'
Geschichte Siciliens
II
p. 229 seg.
che
Agatocle
nur zum Schein auf ideale Interessen zu stutzen, weil sie fast gnzlich seinen Landsleuten fehiten [Poco diverso il giudizio che di Agatocle dava il Grote History of Greece XII eh. 97 fine, pur non disconoscendo in tutto
'
l'importanza
nazionale della
al
sua
resistenza a Fenici e
ad
Italici.
Ma
presente
siifatti giudizi,
che quando
si
pubblic
per la prima
conveniva
storico ed
un interesse
POLYAEN.
DioD.
lOC. Cit.
2,
2.
:
XXII
XIX
v
[V.
5,
9Xag
Tf\q
pr\vri<;
inxpic;
Yvr|Oiuj<;
il
^ovof]aiuaiv
ol
ouveXtiXuGreq
testo del
Marmo
p.
146 n.
1.
L'accordo
deve
riferirsi
318 piuttosto
V>2
rare
il
mantenimento
demo-
al
di l
dell' Alico
(1).
Ma
che a questo
della tirannide.
modo si E se pu
citt,
spianava
intendersi
ad Agatocle
la
via
come
gli oligarchici,
malsicuri nella
la
poli-
Amilcare
che
ci
appare
piima giunta
il
vista
corta
stupisce. Infatti
il
taggio
dell' evitare
dispendio
richiesto
per
con-
durre
la
si
parti la mediazione
di
poich in
ri-
merc concessioni
pura forma,
che al 319, se realmente i moti democratici cominciarono conforme alla mia congettura nel 323. Respingere la notizia del Marmo Pario o peggio supporre con H. TiLLYARD p. 98 che vi sia un equivoco tra Acestoride
ed Agatocle
La natura
il
della tra-
suo ritorno e la
ci
permette di spiegartali
di riempirlo d'avvenimenti.
Badando a
il
vaghi
dovremmo
l'intervallo tra
il
10 decembre 1848 e
2 decembre 1851
Non
altro
pu
significare
Iustin.
XXII
2,
in ob-
sequia
Poenorum
iurat.
AGATOCLB
Amilcare imputava
il
153
d'Agatocle, ne spiega
i
la tirannide
procedere
supponendo che
tra
due
generali cor-
resse
aiutarsi
scambievolmente
a dir vero, al-
nell'usurpare
tagine
(1).
Ma
spiegazione
alla tirannide
non
Amilcare
eedere
innanzi
ad
Agatocle, ma,
buon nerbo
delle
condizioni
dell'Oriente,
d'Alessandro, la maggior
sino allora. Di fatto
i
potenza
che
si
fosse
vista
ca-
Cartaginesi,
ammoniti dalla
samente
rigevano
notizia
l'Africa
sorti
dell'
impero
macedonico. Se pur
alla
la
che
Alessandro
mirasse
conquista del(3),
cartaginese (2)
infondata
certo che
quando l'impero macedonico non si fosse spezzato, era inevitabile che i Macedoni si valessero per ulteriori
conquiste della loro smisurata superiorit
tutte le altre potenze del
militare su
mondo
:
ci"vile.
In questo stato
ad lina
dipar-
dalla quale
si
(1) lusTiN.
XXII
2,
6.
Sulla
sua fonte
di
v.
Enmann Un-
tersuchungen
iiber die
modo
chi
comportarsi d'Amil-
che nelle fonti dato di fatto e ci che discutiDioD. XVIII, 4, 4. Arb. Anah. VII
1, 2.
NiESE op.
cit. I p.
154
quando
si
il
la
tirannide;
gueiTa
quando
rientr in Siracusa;
raccogliessero in
le
Richiamate che
fedeli soldati
suoi avversari.
Ma non
pervenne ad as-
questo
modo
il
gimento
prime,
si
prepararono
tosto
vigorosamente
alla
resi-
per
le
quelli poi
(1)
[Sulla
n. 2].
posizione
di
questa
citt
v.
Beloch
III
p.
188
(2) naturale che la fonte di Diodoro, cos avversa qui ad Agatoele, rappresenti questa sedizione come una orrenda strage d'inermi che non fanno resistenza: che meraviglia, se anche oggi, in condizioni molto diverse, ogni
conflitto tra
soldati
le folle
AGATOCLE
155
compagn
la usurpazione,
non fu
ispirata
ad Agatocle
Non
cru-
maturo
d'anni, e
immune da
il
per saperli domare, quando gli gioprincipale motivo delle sue cru-
vava
di reprimerli,
questi fatti solo nella ipotesi, anche in se molto verisimile, d'una resistenza armata da parte degli oligarchici.
Che resistenza vi fosse dice esplicitamente Polyaen. V 3,8, in un passo d'una certa importanza, perch uno dei
pochi resti a noi pervenuti della tradizione storica favorevole al tiranno. Polieno asserisce persino che
l'opposizione congiuravano contro Agatocle,
fece che prevenirli; ed possibile:
la versione
il
capi del-
quale non
ma
a questo punto
Non
data
col
si
pu
Tilltakd op.
cit. p.
56 abbia
for-
La
317/6
ti-
desume
il
Marmo
Parlo che d
5, 2-
anno di Agatocle il suo sbarco in avvenne nell'agosto 810. Cfr. Beloch III 2 p. 201 Tra i Siciliani che presero ora la via dell'esilio da annoverare lo storico Timeo. Il suo esilio non pu
Africa, che
riputarsi
col
Susemihi.
I
in der Alexandrinerzeit
665
n.
durante
s.
in Atene
v. Ti|uaio;),
che
era
nato
400 e
il
390,
come
si
rileva
156
(1).
Una monarchia
perch
mili-
Sicilia d'allora;
il
essa sola
Fenicio e di provve-
dare
gran
il
forza
il
tener
le
conto
soddisfare
aspirazioni
grecizzati
dell' interno.
Manc
una
peraltro
si
ad
offerse
vecchio.
Dionisio
la
lotta
mortale
popolo vedeva
d'assumere
resistenza.
la
permise
vette sostituirvi
invece
sgominasse
suoi nemici ed
mero
conservare
soltanto finch
Agatocle
si si
fosse
mantemito
al potere.
mise
(1)
A ben
PoLYB. IX 23, 2:
vov ox ioTpriKe
irpibrac;
biTi
TnPo\(;
ko
KaraOKeui'iv
Tf)^
buvaoTeiat;,
ZiKeXiuuxuv
|U6T
pxi'iv
ToOra
anche
35, 6
:
vofiaac,
gepaiuuq
veaGai
boKt
evai
ty]v
TtvTUJv
il
i^iuepuuTaTOc;
Kal
ttp^totoi;
Cfr.
XV
TTttXiov
iKiTriuuvd qpaai
p(juTr|0^vTa
tv irpATOv
rivai;
KaxaTToXeiLinaavTa
Xaiu^dvei
e7T6v
Kapxriboviou<;
Tto-
TTpaYMOTiKiJUTaTOuc;
Tiep
vbpac,
koI
ToXiLiripoTTOuq
Toq
AGATOCLE
egli senza scrupoli, col
157
taggio
momentaneo che
violenze
opportunamente
monarchia militare da
parve ad Agalegali e
prima
un fondamento legale
furono
al
suo
potere.
in cui,
i
com' naamici
(gii
ad intervenire
suoi
Agatocle,
giustifi-
cando
il
dichiar di deporre
Non manc un
commedia:
la
commedia usuale
suoi intendimenti nazionali (1) [Simbolo di questi probabilmente la triquetra che, come ben vide A. Holm,
siciliane.
appare per la prima volta sotto Agatocle nelle monete Essa a torto stata riputata una specie di suo
v.
stemma personale,
Sicily
(West-
minster 1903) p. 152 segg. Historical Greek coins (London 1906) p. 110 segg. HoLM Geschichte Siciliens III p. 679],
La opinione comune
neta a
(2)
tanto
meno
verisimile in quanto
nome proprio, ma a nome del popolo siracusano. Non pu determinarsi con sicurezza se Agatocle
e in
questo
di
governare
si
prima
assumere
il
titolo regio.
i
Non
deposti prontamente
pieni poteri,
158
ma
con
mira
di far apparire
la in
come vera espressione del libero suffi-agio popolare nomina sanzionante il potere che egli gi aveva
mano
II.
di
La guerra
in Sicilia.
Prima cura
Agatocle fu riempire
il
tesoro e gli
somma
disegni
nuovo
di
Dionisio
gli
il
vecchio
le
al
mento
furono
le
confische
danno dei
proscritti.
Frattanto
citt dellinterno
sua au-
quanto
il
alle
maggiori
citt
greche, prima
che, avvertito
si
fossero
unite
per
opporglisi,
gi
di
la loro
opposi-
zione
successo
senza
carpiti
soccorsi estemi.
nelle
confische
meno
314
egli gi
dominava su oltre la met della Sicilia greca, mentre non si conservavano indipendenti e avverse a lui che Messana Agrigento, Gela con un certo numero di
,
citt
dell'
antico
tre
se
territorio
dei
Siculi.
Delle imprese
quasi
di
questi
se
anni peraltro
non
conosciamo
nuUa,
l'esito
ne
toglie
infelice
della
sorpresa
Messana (315/4)
(1) e sulla
(1)
DioD.
;
XIX
65
v'
Diodoro
certa
ma non
il
riferendo
AGATOCLE
questa guerra fu composta dagli
ginesi,
tal
i
159
ambasciatori
carta-
modo
patti,
quei
all'auto-
nomia
delle citt
trattato
con Timoleonte,
tal rispetto
in Siracusa.
le citt
A
una
questo punto
in specie Messana,
stretta
Agrigento
e
la
unione
solo
modo
ancora
a
di
il
salvare
tempo
di salvarla.
pericoli
che anche
le
citt
se
giungeva a tempo,
di salute:
,
mentre
aveva
essi di-
Agatocle
agiva
che
e
si
gi
occupato
del
molto
di
terreno
prima
fossero
ricordati
fuorusciti di Si-
cadute in
mano
di
sempre
desti, si
pre-
domandarono
alla
ma-
Acrotato
si
aveva occupato
di
pu
qui argomen-
d' Acrotato
2,
202)].
160
Disgraziatamente
quello
il
momento meno
non
op-
pi propizie
a
sa-
atteggiarsi
protettore
degli
dove infuriava
la
gaeiTa tra
suoi
partigiani
e quelli di
Antigono
degli
neppure giovava
e
di rivolgersi,
per averne
aiuti
un duce com'era
stato Ti-
momento
di
dominata
da una donna
figlio
Cratesipoli, la
vedova
Alessandro
di
Poliperconte,
era
lotta.
e sebbene
si
attentasse
muover
all'
gueri'a
Siracusa quando da un
momento
la
altro
propria esistenza,
Agiadi,
Acrotato
figlio
di
Cleomene
III,
a cui non
Aga-
col
nome
glorioso
degli
Eraclidi.
ma, Spartano
giovane principe
intendeva che
Lacedemoni, molto
i
tale ai collegati,
quali
si
pro-
(1) V.
DioD.
XIX
70 seg.
d il 314 Beloch 1.
3
e.].
giudicato
AGATOCLE
161
di Agatocle,
ponevano
di
rovesciare
la
tirannia
ma
non volevano gi sottoporsi a tal uopo ad un governo monarchico. Si aggiunga che l'aspettazione di grandi
successi dei
eppure, senza
le
molte
muove
la tradizione, certo
che solo
lidare
la
ne-
piti terribile
rivale,
Sosistrato,
il
lo fece tiiicidare.
Tale
tol-
se
forse
dopo una
vittoria
di
si
sarebbe
;
tempo
il
mal-
Ma
rentini
la
con
ci,
Ta-
che
parte del
siceliote
mondo greco
avventurieri
accorressero
indotti
insegne
ad
arrolarsi
dal
nome
rovina l'impresa.
potendosi
indurre Amilcare
ad
abbandonare
la
sua politica di
non intervento,
appunto
la
alla
di
rinnovare
pace
primato di Siracusa
(1).
Sifatta
autonomia per
le
(1)
I
sero
il
impossibile che senza guei'ra i Cartaginesi facesad Agatocle una concessione cos importante come
questa non
era gi contenuta nel trattato
'
siceliote, se
De
11
162
citt
occupate pacificamente
o a forza da
Aga-
morta;
altre,
ed
egli
profitt
della
pace
per
occuparne
(1).
le
venne
in potest
(1)
DioD.
XIX
72.
[A questo
le
periodo
Sicilia in
'
(1901).
Hill Coins of
IV;
tratti di
Mamertini].
a questo passo
III 1 p.
e
[Cos DioD.
corretto l'altro
va.
192 n.
2.
geografiche sulriferire
il
fatto
6:
'A-faeoxXnq
iaxiXiouq orpajc;
ZupaKOuaiuiv
bia-
xriv OoivKr|v,
ZupaKaioi
hk
\xiv
luaKpv xcipciv ^qpn- pixr\aac, 6Tr toc; oumudxouc; x Tiep Ti'iv Taupo|U6vTiv qppoupia Kax^aKavyev. Egli suppone
'
finse di essere
citt
siciliana
di OoIviS
Phoinix
vi
erano
pronti
pubblicamente duemila uoquanto pare, E. Pais propone questa ipotesi sul serio. Del resto OotviE non era punto una citt, ma una semplice stazione, ed evidente che in Appian. h. e. V 110 rrXiv va corretto in ttXiv. chiarissimo che, come ha ben visto lo Schubebt p. 200 seg..
sarebbe fatto dare all'uopo
Il
mini.
peggio
che, a
AGATOOLE
del tiranno, mentre Gela con
163
sione
cercava
di
e
salvare
i
la
autonomia
(1).
Solo
Agrigento
fuorusciti
essi la
cedere.
Ma
anche per
Agatocle.
Quando per
tiranno mosse
Messana,
rosit,
Cartaginesi
mandarono
onde
Agatocle dovette
autonomia
provincia
se
cartaginese.
non aveva
tanto
esitato a lasciare
ricominciare poi
tempo opla
portuno l'impresa
fece cos e rispose
differita,
che ora
citt si
all'intervento
Cartagine
inva-
man-
di Sicilia (che
questa probabilmente
si tratta).
occupa di
tali
que-
ammette a proposito
il
'che
vi
leronimo
CXV,
(1)
(2)
cello
Diod.
XIX
102, 8.
164
RICERCHE
e
DI
STORIA ANTICA
dendo
con
la
devastando
s'
che ormai
era
risoluto
alla
guerra.
Riunita infatti
violenza quasi
tutta la Sicilia
greca sotto
il
la legittimit
mezzo
tutti
i
favore di
di
corrispondere
collocato
l'
all'aspettativa
la
quelli
che
avevano
in
lui
cementare
mantenersi
Ma
egli
si
la
in
cui
Vinto in una
lo
il
tempo
e
mare
per
non avrebbe mai potuto cacciare i Cartaginesi di Sicilia finch non costruiva una armata atta a contendere ad essi il dominio del mare:
armata di cui mancava, probabilmente per aver dovuto spendere fino allora tutto il suo denaro nel comperarsi degli amici e nel tener sotto le
armi
si
tanti
mer-
cenari.
Se
in
tali
condizioni
Agatocle
commise
di
non poter pii tardare, sapendo meglio de' suoi storici che un governo fondato principalmente sulla violenza non dura mai a lungo. Aflfidavasi il tiranno alla vigoria del sentimento nazionale greco,
militare,
al
al
proprio genio
ai
difetto
d'energia e
alla
ripugnanza
grandi
i
sacrifizi di cui
Cartaginesi.
Ma
principio,
non s'avver
pareva definitivament
AGATOCLE
distrutta
e
165
dei
temere,
si
disposero
ad abbandonare
i
la
loro politica
i
remissiva. Cos
alleati
quando
fuorusciti siracusani e
loro
si
apparecchiarono seriamente
e
destinarono
al
comando
gone
(1).
in
Sicilia
un
Non
il
tiranno fu
d'Ecnomo presso
fiume
Imera
(310)
(2).
Dopo
(1)
(2)
DioD.
XIX
103.
i
Si discute tra
pone
al
Marmo
si
determina
mentre Agatocle
XX
5,
5).
La
bat-
tempo
il
della canicola
XIX
109, 5
ir
Kva
ma prima
un certo tempo
taglia Tv -n
cfr.
Tf)<;
110, 5,
110,
2).
Il
spedizione nel-
l'intervallo tra
colt.
che
giugno e agosto non offre alcuna diffisi incontrano invece supponendo Cartaginesi dopo aver tanto acquistato del terGravi difficolt
trascorrere
pii di un anno prima di [Quanto alla battaglia stessa,
reno, lasciassero
non
si
riconoscendo la
sul serio
lo
mano
di Duride.
Ed
diffi-
cile
prendere
momento buono
166
questa rotta,
ginesi
Carta-
avrebbero
perduto
tempo ad
assediarlo.
Ma
prendere
le altre
che
il
gli
aprivano
gara
le
porte,
costrinse
in
cos
per
ritirarsi
Siracusa.
III.
Uhnpresa
d'Africa.
I Cartaginesi si
inevitabile.
soccorsi
non
la
potevano sperare
dall'Oriente ellenico,
stata altro che
dove
una tregua
nella lotta
impresa contro
e Cassandro,
quindi
contro
Cartaginesi.
Anche meno
cui
di
trovavano implicate.
allora
salvezza
s
;
nel
tentare
uno sbarco
Ad una
s'
impresa
au-
ma
esaltata ve-
dendo
la
Greci
d' Agatocle.
Non
si
tratta pro-
babilmente che di qualche centinaio di iripTai sbarcati dalla squadra cartaginese che stazionava nel vicino
porto di Licata].
AGATOCLE
greche
e le
167
conquiste d'Alessandro
se
Magno
nel lontano
Oriente era,
mentose.
Certo
era
assurdo
la
sperare di sottomettere
Cartagine e di abbattere
non
tocle
si
costruisse
il
un'armata
contendere
ai Cartaginesi
non possedeva e che adesso gli era materialmente impossibile di mettere insieme. L'impresa dunque non mirava a porre piede stabilmente in Africa, ma
solo ad operare una diversione (1);
ed
era
possibile
generale
tra
gli
i
sud-
alleati
cartaginesi,
malcontenti
uni e
Cai*ta-
dominio della
citt.
In tal caso
di
anzi tutto
un popolo
commereco-
avevano mostrato
i
di preferire
momentanei vantaggi
loro loro
sudditi,
cio
pace,
privi dei
dei
della
d'una
con-
delle
offrire
fonti
principali
ricchezza,
potevano
Sicilia se
dir
Cartaginesi
(1)
il
tocle porta lo
HoLM
weil
II
280:
'
Er
zu
herrschen,
ist,
Syrakus die
mchtigste Stadt
des
Westens
"wir
aber
er hngt so
ihn bald sogar Sicilien verlassen sehen, Reich in Afrika zu grunden '.
um
sich ein
168
eludere
la
l'esercito.
Come
nelle
mani
la
mente
guerra di
e allora
tolto
il
caso di
difficile
domare
la
sollevazione.
la
Ma
anche
se
il
go-
che
di Sicilia
le
il
sentimento
nazionale
i
e
;
facessero
insorgere
citt
greche contro
Fenici
Sicilia sa-
difficolt.
La
cui
perch conveniva
esercito
il
armare
tenere
in
un
non
cui,
v'
era
alti-a
entrata regolare
e
che
le
rendite della
stesso in
ci
nel
momento
e col
blocco
marittimo della
questa
citt,
sfortunatamente per
all'altro. Il
lui,
primo
di
nelle
uccisioni e
a
confische
a scopo finan-
un espediente
cui
non
si
vergognarono
dir vero,
anche se
di
prescindiamo da quanto
riprovevole sotto
l'
tal
provvedimento aveva
,
esso
non poteva
giovare
popolarit
di
Agatocle n
AGATOCLE
indurre
fiduciosi
i
169
ad
aiutarlo
contro
il
nemico della
le
spese
li-
guerra
ai Libifenici
ed
ai
Libi cui
;
si
offiiva la
il
ma
questo era
modo
Eppure doveva
mercenari
se
riuscire inevitabile
il
si
avrebbe fatto
ogni sorta
Ma
ad ogni
modo
Con
un aiuto
sua
assai malfido.
apparecchi
spedizione.
i
si
procacci
il
con
requisire
gli
oraamenti
la
in
metalli
preziosi e finalmente,
secondo
un
certo
numero
i
di
avevano procitt
(1).
fittato
Dal
canto loro
sbarco
in
Cartaginesi
se
avessero preveduto
preso
uno tempo le
possiamo
i
ma non
Siracusani,
ormai
una
(1)
DioD.
XX
4. lusTiN.
XXII
4.
Cfr.
Polyaen.
3, 5.
Quanto all'ultimo assassinio, qualcosa di simile attribuito a Sosistrato in Polyaen. V 37. Questo basta per destare qualche dubbio sulla precisione del racconto per quanto e difficile dubitare che un certo numero di uomini ricchi avversi ad Agatocle siano stati messi a morte principalmente per far denari.
;
170
prospere.
Cos,
ingannando
sorveglianza del-
l'armata
cartaginese
ad approdare
al
i
In questo frangente
inviarono contro
Greci.
Ma
rono
le
quanto superiori
la vittoria
di
numero, tanto
inferiori
per
ci
secondo
morto uno
generali
cartaginesi,
alla
rimase solo
al
tirannide e
la
persuad' Aga-
presenza
la riti-
quando
si
rifletta
maggiore opportunit
usurpare
liberato
con
una
Questa vittoria fa
(1)
(2) (3)
V. sopra p. 16 n.
DioD.
'
2.
XX
10.
13. lusTix.
XXII
&,
5 seg.
The remark
is
De means
of
Bomilcar's
115
rise
power
ginian history
quindi secondo
Cos
sig.
H.
Tillyaed
le
p.
n.
1.
Pare
una moderne, dove i generali per aspirare alla tirannide dovevano non vincere, ma farsi sconfiggere; e pare ch'egli non riil
fosse
altre antiche e
di
Magone prima
poi
acquistarono a Cartagine
1
un potere che
e stato
AGATOCLE
ad ogni
171
modo
Di
citt
il
il
gli alleati.
ci
e,
seb-
bene
la
volendo che
tocle
e
i
mano d'Agadel-
loro
grave
errore
poich l'esito
della
dell'assedio di Siracusa.
Ad
ogni
modo
ora la condidi-
in
Africa cambi.
Anche senza
scutere
pei'
questo
pot
nuovi
i
acquisti
ma
perdette
in parte gli
il
antichi. Invece
campo
per
queste sconfitte
perch
menomamente
non poteva
paga
ai
soldati
di
rendeva
del
per
i
tutto a male
Ma
ora avvisando di
vittorie,
non poter indurre i Cartaginesi alla pace senza grandi e temendo d'essere abbandonato da' suoi mer-
(1)
DioD.
XX
15,
1.
16, 9
[Riportare
le milizie
come
altri fa al
309,
inviate
da
Amil-
care, le conquiste
d'Agatocle
narrate da Dico.
XX
17,
al-
ma
anche
DiOD.
XX
33 seg.
172
cenai',
gravit.
il governatOTe Ofela, domata conj Tolemeo Sotere una sollevazione (1), aveva| raffermato la sua autorit e raccolto numerose solda-
Nella Cirenaica
l'aiuto di
tesche.
si
Agatocle
a
lo
ricerc
d'aiuto:
se
ma
certo,
determin
questa
richiesta
non perch
Ofela
veniva
anche meglio
che
il
quale
comandare
E
le
biare
e,
mare ottenendo
il
pro-
ambiva per
ai quali
non
sesi
premio
della
fiera
lotta
un impero
buona fede
il
si
esponeva
l'invito
Agatocle.
in
Pertanto
suo soccorso,
valersi
aria
fermamente a risoluto
(1)
DioD.
XIX
79.
singolare
che
proposito
di
AGATOCLE
delle
173
sue
truppe
de' suoi
denari,
ma
a liberarsi
senz'altro di lui.
Certo,
pur non
essendo
uomo
un
che
delitto
il
tesoro e
soldati
Che
se Ofela
sovranit di Tolemeo,
zione
moderna
troppo
non per questo era da temere che Tole armi per vendicarlo, sia perch
mezzo
Ofela
il
parte
accett
volentieri
l'invito, al-
a spese
dei Carta-
Combattuta a buon diritto dal Uercke Rhein. MuXLII (1887) p. 265. [Non mi sembra fondata la difesa che ne fa il Bouch-Leclekcq Histoire des Lagides 1 53 n. 1. Certo non pu allegarsi a favore di questa congettura del Thrige Res Cyrenensium (Hafniae 1828) p. 214 ne il passo di Pausan. I 6, 8 ove detto che
(1)
'
seum
'
Maga
aiaaxv
Kupfivi1<;
iroaraariq
...
Irei TtiaiiTLu
luex t^v u-
eiXe
Kupnvriv,
solo
perch pare
circa
il
assodato
v.
che
Maga
Ili
occup
Cirene
300,
Beloch Gr. G.
2 p. 133 segg.,
XXII
punto
7,
il il
4,
n il rex Cyrenariim Ophellas di Iustin. perch (anche senza ricorrere ad altri argo-
menti)
XXII
7,
Diodoro prova che Ofela non aveva ed poi bene ricordare che Iustin. 2 erroneamente chiama re anche Agatocle fin
silenzio di
titolo di re
;
dall'anno 809].
174
ginesi
un vasto impero
africano.
Vero
a
lui
che la pro-
di lasciare s
del
mantenimento dei
si
che contasse
riprometteva di
tocle
liber
rapidamente di
lui e
rimand via
(1).
la
Non
(1)
DioD.
XX
40-42.
Secondo Diod.
dei
figli
XX
70, 3 la
ucci-
di
Agatocle accaddero
mese e nello stesso giorno. La coincidenza non sar stata forse cos precisa; ma poich Arcagato
ed Eraclide perirono nell'autunno 307 (v. sotto), si ritiene giustamente che Ofela sia stato assassinato nell'autunno del 308. [Non pu col Beloch III 2, 204 risalirsi al 309, perch Diodoro fa posteriore e di non poco (XX 40, 1) alla rotta e morte d'Amilcare presso Siracusa (giugno 309) l'ambasceria di Agatocle ad Ofela, e non vi ha ragione sufficiente per mettere in dubbio hi sua testimonianza. Ne pu invocarsi in contrario il Marmo Parlo che colloca nel 309/8 la (marcia) di Ofela verso Cartagine, durata pi di due mesi.
SniDA
s. V.
Ar|uriTpioc.
il
giunge
Da
questo
rac-
fonte,
ma
qualche malinteso, come mostra il desumersi n quanto Tolemeo si trattenne in Grecia dopo le Istmie ne se dalla Grecia, come par che creda
AGATOCLE
faccia meraviglia del resto che al
175
tiranno
succedesse
soldati
pi
che
diecimila
campo
la
momento che
;
maggior parte delle milizie di lui erano disperse e quando queste si riunirono, potevano bens tentare un assalto, ma con scarsa speranza d' effetto. E del
resto
erano mercenari,
il
molto invece
il
ri-
fare
direzione di
non un guer-
alle
sue
le
soldatesche d'Ofela,
tempo
con
la
and a vuoto
fin
quel
nostre
fonti dicono
che
Bomilcare tradiva
la patria
sa-
tenendosi in segreta
relazione
vero
quando Agatocle fu
aveva
cercato Bomilcare
un sostegno contro
la
repubblica,
pu darsi che il partito della guerra, vedendo in una monarchia militare una guarentia di vittoria, lo avesse
confortato a fare a Cartagine
quello
stesso tentativo
il
Beloch,
si
si
trat-
tenne in Egitto
mmo
determinare].
76
vecchio
Dopo
biata.
la
riunione
la
delle
forze
d'Ofela
con quelle
d'Agatocle
Mentre
la
campagna,
seconda
le fortezze
compresa
litica,
la
citt dell'impero
cartaginese, cadevano ad
una
ri-
ad una
nelle
mani
dei
Greci
(2),
Libi in parte
confermavano
(1)
(2)
DioD.
DioD.
XX XX
7.
zionato da Agatoele e fu ora ricuperata. Vi qui probabilmente un malinteso, sebbene sia d'altra parte in errore Polibio I 82, 8 quando vanta la fedelt di Utica Diodoro riferisce ai Cartaginesi in questa guerra. che poco prima della presa d'Utiea Agatoele assunse il titolo regio. La data alquanto incerta bench l'errore non possa essere troppo grande [Tolemeo di Lago s'intitol re nel 305/4 secondo il Marmo Parlo, e il suo primo anno di regno s'inizia col 7 novembre 305 secondi il Canone. Par chiaro che Agatoele non pu essersi proclamato re prima di lui, e quindi non prima della pace
abbia collegato artificialmente col racconto della sua fonte per la storia greca, ov'era narrato (senza indicarne precisamente la data) come i vari dinasti seguendo
l'esempio di Antigono e Demetrio
si
proclamarono
des
hell.
re,
Tolemeo
v.
ora Kaerst
Geschichte
9.
(Leipzig 1909) p. 71 n.
bene
in nessuna
delle
moneta col proprio nome ma che monete le quali per le loro impronte
anni della spedizione africana egli
possono
riferirsi agli
il
assume
titolo regio].
AGATOCLE
stringevano allora, ed anche
i
177
Numidi
si
schieravano
parzialmente tra
divisasse persino
loro alleati.
di
E sembra
che Agatocle
formarsi un'armata
navale e di
(1).
render definitive
bilita
le
Ma,
sta-
incontrastabilmente
propria
di
superiorit
in
Africa, pens
che
fosse
tempo
tornare in Sicilia,
dove
le
vero che
il
richiamo d'una
parte
delle milizie
mandare
allorch
in Africa cinquesi
trov costretto
Ed
nel
309
(2),
con
rinnovando
il
tentativo
e
fatto
nel
413
come Nicla
Demostene pienae,
mente
caduto
(1) Cfr.
Appian. Lyb.
110:
r\
('In-rraYpTa) fierXii
re
fiv
Tupvvou KaxeaKeaaxo
xaXtlx;.
["Ittttou
(Kpa
(DioD.
XX
55, 3)
od 'iTrKaYpxa
corri-
cfr.
Diod.
XX
29, 3
(di
Amil-
care)
(3)
\
Toq
[Diod.
irl
Tfji;
XX
29
Che
si tratti
di
Non
altro
quale era
'
campo presso il porto grande. La cavalleria che lo accompagnava doveva servirgli naturalmente non per
a
&.
De
12
178
Questi
Sicilia.
fatti
commossero profondamente
i
gli
animi in
Ora che
come
in Africa, pareva
il
venuto
:
momento
di scuotere
si
per semijre
loro dominio
adesso o mai pi
nicio.
movimento nazio-
Forse se
disponipre-
le
milizie
bili
le
citt
dov'erano
sidi cartaginesi,
sarebbero
potuti
movimento.
di lui di
il
i
Ma
non
si
uomo
al pari
fratello
in
Siracusa. Poi
mediatamente
della
vittoria.
Inoltre
se
la
cnidelt
molto vantaggio
certo
al tiranno per
alla
fondare
il
suo impero,
;
sua popolarit
questa
ma per il servizio di scoperta e per mascherare marcia della fanteria. Non saprei approvare congetture come quelle del Beloch III 1, 198 n. 2, acute certamente, ma in contrasto patente con la tradizione. S'intende bene che i 120 mila fanti e 5 mila cavalli di
l'assalto,
la
Amilcare
tano la
li
XX
30. 1
rappresendelle
la
somma
(certamente esageratissima)
gli
forze
cui
disponevano
assedianti
delle
secondo
fonte di
Diodoro;
non gi quella
Diod.
milizie
che in effetto
XX
31, 2. 57,
1.
AGATOCLE
e la sete
Sicilia
179
viva nei Greci
di
al-
d'autonomia municipale,
in tutti
i
come
Greci,
li
faceva ripugnanti
il
importava
riconoscere la
con Cartagine
bilmente
con
gli
la loro
colsero la opportunit
porsi a capo
le
della
guerra
citt greche.
tosto
succedette ad essi
di
guadagnare
democrazia
alla
loro
alleanza
Camarina restaue.
randovi autonomia
ginesi
(2)
tolta ai Carta-
una parte
si
clea che
un
anch'essa
con Agrigento
(3).
In
tal
modo
cilia.
le
Non
una confeabbastanza
derazione
rilassati
alle
cui
vincoli
dovevano
essere
forze
si
Siracusani;
talch
gli
quando
una
questi
animo ad affrontare
al
Agrigentini,
riuscirono
ad infliggere
(4).
grave sconfitta
Ma
anche
sconfitta
di
costui
in
Sicilia,
ri-
tenevano
infatti
il
campo con un
esercito forla
midabile.
Sembra
che da quando
debolezza
affli
olisrar-
fl)
Cfr. DioD.
XX
32, 2,
dove
detto
che
gli
Agri-
DioD.
XX
XX
v. 8.
Niese
4-54 n. 2.
3) Ci
risulta
da Diod.
XX
-56,
U) Diod.
56.
180
obici,
i
tempo
dall'alleanza carcitt
siciliane
alle
l'autonomia.
impadro-
luogo forte
(1),
toltone qualche
ac-
Ma
appena giunto
che
gli
giungevano
stendendo
liste di
proscrizione
(2),
il
blocco che
(3),
Non
della piena
che
il
generale
Leptine,
spedito
questa vittoria
divisi in
animi
in
scemato
d'assai
il
gere della
potenza
Agatocle davanti ad
e molti
dovevano pensare
che resistere
ai
Cartaginesi e serbare al
d' Agatocle
si
tempo
stesso
l'autonomia a fronte
fi)
con
lui Egesta,
che
Dice.
(2) I
(cfr.
XX
71.
particolari dati su ci
XX
63, 6 seg.
la rac-
PoT.YAEN.
3,
3)
con
gli Etruschi v.
e.
V.
AGATOCLE
181
il
nemico
Xenocon
e
Leptine.
far giornata
la sconfitta,
e
mentre
dalle
re-
peril
mettesse
Siracusani
di
devastare
impunemente
Dopo
il
avendo preso
incontanente
a Gela (1);
e,
al-
cune
in
citt
subito
come
caddero
mano
si
Agri-
Durante
pen-
Arcagato, a
si
lui
aveva affidato
il
comando, sebbene,
adatto a sostesi
come presto
nere peso
s
vide,
grave.
il
Cartaginesi frattanto
di
avvisa-
momento
fare
uno
sforzo dispei'ato
il
duce ge-
aveva ridotti
in tanta
angustia
(3).
Per
la
(1)
(2)
DioD.
XX
62.
Queste sono
che
tocle
Si
le citt che Pasifilo generale di Agaconsegn pi tardi agli oligarchici, Diod. XX 77, 2.
ricordi
alla
90, 2.
sua volta
Pasifilo, lo
(3)
XX
di
Tsta militare,
182
inattesa
energia
per
gli
errori
Aderbale assediavano
Tunisi
le
sue soldatesche
sconfitte e
disanimate, mentre
defezionavano
da
lui,
La campagna era perduta; Agatocle, dopo aver fatto un tentativo inule linee
pii
per rompere
del nemico,
dovette ricouo-
scei'e
speranza di vittoria.
riconsia
durre l'esercito in
Sicilia
non
si
poteva pensare,
il
mare
sia
perch
non
nesi,
si
sufficienti
per trasportarlo. Inutile era poi trattare coi Cartagipoich pareva chiaro che avi'ebbero messo come
condizione
alla
prima
dizioni
la vita,
pace
la
consegna d'Agatocle
con-
pel
tiranno
esporsi a sacrificare
sul
inutilmente
in
campo
mezzo
il
milizie
ma
aspettando
inoperosamente
Agatocle prese
divisamente
i
giorno in cui
tornare
in
Sicilia.
Naturalmente dovette
;
efi'ettuare in
segreto questo
suo
n vi
riusc
senza
soldati
in
non
lui
intendevano
lasciarlo
partire, riconoscendo
tempo
stesso reputandolo
un pegno prebuona
Agatocle,
ai
due
figli di
Arcagato ed Eraclide,
poterono seguire
il
le
ma
sono discordi
il
partire (1).
(1)
Secondo Diod.
XX
68 seg.
Agatocle
non avrebbe
voluto Arcagato a
compagno
tl|
AGATOCLE
183
e
di
Non deve
escludersi infatti
che
racco-
in Africa al soccorso
ne aveva
sapendolo auvjv
xr
|ur|Tpui;
Arcagato per,
fugge
il
tiranno
una
seconda volta senza pi pensare all'altro figlio che la prima volta aveva avuto a compagno di fuga, e subito dopo i due figli vengono trucidati. Questo racconto tanto romanzesco quanto ricco d'inverisimiglianze. Se Agatocle sospettava di Arcagato [l'accusa non era recente, DiOD. XX 33, 5], non gli avrebbe affidato, quando part per la Sicilia, il comando supremo dell'esercito d'Africa e se Arcagato era tanto bramoso di fuggire da non esitare a tradire il padre perch non aveva voluto condurlo con se, come non fugg per conto proprio? Non v' dubbio infatti che a lui la fuga sarebbe stata meno difficile che al padre. Per quale ragione poi l'altro figlio non accompagn Agatocle nella fuga ? Del resto e so;
spetta
la
somiglianza
che
la
scena
della
liberazione
d' Agatocle
ha con
l'altra della
sollevazione
da
p.
lui do-
mata (XX 33
ed aggiunge
:
seg.). Cfr.
Schubert Agathokles
velent
181. Giu-
a Numidis ex-
Arcagatho qui a patre noctis errore discesserat (XXII 8, 10). Qui fa difficolt l'assenza nella fuga di Eraclide, che pure, secondo lo stesso Giustino, fu ucciso poco dopo l'inseguimento per ten-a pu suscitare (8, 13): anche qualche dubbio. E nasce il sospetto che le versioni di Diodoro e di Giustino rappresentino solo due diverse ipotesi fatte per spiegare come Agatocle non fu accompagnato dai figli in Sicilia [La versione di Diodoro del resto in contraddizione anche con Polyb. VII 2, 4].
184
de' suoi.
nisi
i
Checch ne
sia, le
soldatesche chiuse
oltre
altri
;
in
Tu-
e,
messi a morte
facil-
generali,
sostituii'ono
con
che vennero
mente ad un accordo
frica era cos
coi Cartaginesi.
L'impresa d'A-
iiTeparabile
(1).
IV.
La
fine della
grande guerra.
vicina
ad oriente,
alcuni luoghi
sul
e
confine
ad occidente
comunicaocciden-
lui,
sbarcato
neUa
Sicilia
e Siracusa
non erano
possibili,
perch in mezzo
i
spadroneggiavano
gli oligarchici,
:
mentre
Cartaginesi
dominavano
altri
il
mare
cresciuti d'animo
gli
uni e
il
gli
disastro
ti-
finale
allo stesso
si
pre-
Per riprenderla
in
Africa, occoiTeva
si
una
grande leva
mercenari
n a questa
poteva por
mano
ti)
Era
il
XX
69, 5),
307,
cfr.
751 seg.
f.
Phil.
rettificata
del resto
nella precedente n.
prima
AGATOCLE
185
contribuzione
di
guerra.
Al
la
rifiuto
degli
Egestani,
dopo
sconfitta d'Africa,
Aga-
rimaneva per
pun in
la
lotta
col
Fenicio, giudicando
li
un
castigo
esemplare,
modo
atroce e terribile.
per
quanto
la
nome
mutato
in quello di Diceo-
poli
mostra che
affermare
dei
tiranno, riordinandola
come
preso
colonia,
volle
solennemente
d'avervi
ci
giusta
vendetta
riottosi.
Dopo
e,
merc
rava
era
il
nuovi
possesso
coloni
di
ai
assicu-
questa
sudditi
importantissima,
dimostrato
che
al
gli
restavano
quanto
pericolo
vi fosse a
(1).
negare
tiranno contribuzioni od
obbedienza
In
modo
simile
si
procur
tandro
appena
ebbe notizia
di parenti la
un
certo
numero
in Afiica
dei
soldati
che
avevano
tradito
i
causa
nazionale e confiscandone
beni
(2).
Ci doveva gio-
vare nel tempo stesso ad atterrire chiunque osasse pensare a ribellione e a togliere
relazioni
il
od accordi tra
bisogni finanziari e
fallire del
tentativo
(1)
(2)
DioD.
DioD.
XX XX
71.
72,
186
il
Ma
se la condizione
lui
cose
la
nemmeno
parve
dopo
ribellione
al
soldatesche
d'Africa,
per tale
un
certo
numero
fortezze
nella
Sicilia
orientale
gli
poteva a buoni
patti, defezion co
tutte
le
consegnando ad
essi le
i '1
LO^
e
Dopo quattro
circostanze
in
anni
lotta
gli espedienti
erano
tanto pi
quanto,
sperimentata ormai ogni via di salute, ninna pi pareva che ne rimanesse aperta.
Stretta
Siracusa
per
mare
ad occidente
cazioni con
dell'isola,
ma
privo di comuni-
dopo
il
tradimento
che
di Pasifilo, di sufficiente
Pertanto prima
mano
del nemico
pieg
con-
a chiedere pace
cesso
ai
avrebbe deposto
l'autonomia
termini
soltanto
la tirannide e
Siracusani
fatto
richiamare
agli
Dinocrate
in
altri
rimessa Siracusa
di
oligarchici:
chiedeva
conservare per s
due
Terme
e Cefaledio.
(1)
DioD.
XX
77.
AGATOCLE
187
una, Terme,
ai
Ora
delle
due
citt ch'egli si
riserbava,
giaceva proprio
tempo
Cartaginesi non
si
pur
cedendo
la
agli
oligarchici,
voleva
conti-
tenacemente ed
di parteciparvi
;
imporre
ai
e le fortezze
si
sarebbero
partiti
dalla
sua
po-
Dinocrate
esitava
(2).
Per
questa
sua titubanza
Ma
se
egli
aveva sospetta
che
l'isola
sincerit
di
Agatocle
credeva
il
non
tiranno non se ne
sua audacia,
il
quale
lasciassero
Terme
Cefaledio se
di ri-
in lui la speranza
quelle
se nella continuazione
al
succedesse
tiranno
di
(1)
'
sig.
'.
Tillyard
p.
192
n.
vi biil
pos-
Terme
come nel suo giudizio su Agatocle il sig. Tillyard dimostra sempre il medesimo difetto d'intelligenza politica.
(2)
DiOD.
XX
79.
188
come
sua
togliergli
ginese e
rit ?
rifiorisse la
il
popola-
Ora
loro regime in
andati
incontro a
gravi difficolt, in
ispecie
profondi
cambiamenti
tirannide
tanto
pii
mosso ogni pericolo per parte d'Agatocle. Siffatte considerazioni che Dinocrate doveva fare erano senza
dubbio ragionevoli.
coi Cartaginesi a
Ma
egli
del
ri-
accordasse
che
questo perii
Come mai
a patti
Carta-
avrebbero
accettato di venire
con un
fidarsi,
vicini all'ultima
?
Eppure
il
tiranno, respinto
dagli oligarchici,
il
chiu-
tentativo
supremo
una umiliazione
nazionale
assai
amara: per
contro lo stra-
dinanzi a
tutte le
s,
lottato con
i
Car-
aveva preferito di
Cartaginesi
denza.
Non
neanche
poteva
AGATOCLE
189
tendere a lungo la resa delle poche fortezze che Agatocle ancora conservava.
Ma
le
quando
gli oligarchici
;
erano
gli
alleati fedeli e
dappoich
essi
indiffe-
divedere
a
che la
Sicilia
non avesse
scambiare
gine.
la
Ora
se
Sicilia greca o
buona parte
di
essa, era
da temere
conservatrice
reggeva al-
lora
le
non
presso Agatocle,
quah
Sicelioti.
una
ma
i
Sicelioti
ci poi
di
dila-
aggiun-
gevasi che
respirare
sofferto
danni
aveva
loro impero;
da
Agatocle
come
tutte le terre da
prima
possedute
nella
loro
provincia siciliana.
a
Infine se
anche Agatocle
il
riusciva
ricuperare a un
e vita.
il
tiranno e
Cartagi-
190
nesi.
come indennit
frumento
di presente lo stato
delle cose.
Liberata
blocco marittimo,
mano
degli
oligarchici,
apprest
gueiTa fiducioso
sua pea
rizia di generale.
mancar
lotte
la
speranza di raccogliere
Siracusa.
frutto
il
di
tante
ricuperando
Diminuito
credito del
alla
mentato
Pasifilo,
lui
di
il
con Fautorit
che
si
gli
davano
le milizie
da
comandate. Se a ci
aggiunga che
le
attitudini
(1)
DioD.
XX
79, 5. lusTiN.
XXII,
8, 15.
Timeo
parlava,
Hultsch Griech.
e
iind
rom.
Cartaginesi adoperavano un
met dell'euboico
moneta
che
essi
dovevano 150
denaro
il
tandosi di 200.000
medimni
^j^.
prezzo per
medimmo
sa-
rebbe di
(2)
dramme 4
Ci spiega come
egli perdesse
il
tempo
in nego-
ziati
scoramento generato in
AGATOCLE
che
i
191
battaglie e persuasi
Sicelioti
erano
stanchi
di
intender
di
leggieri
come
che
le
il
sorti
della
prima
suo genio
Torgio (305/4)
pii
(1),
di
gran
lunga
numeroso
il
Dopo
ci Dinocrate, ve-
prolungare
la resistenza
non po-
un
ulteriore
alla'
spargimento
apparecchi a cedere
cos Pasifilo,
Non pensava
dopo
il
pace
col tiranno, n in
modo
gli
pensare
compagni
schieravano
si
di diserzione,
quali
natural-
mente
si
oligarchici intransigenti.
Ma
Dinocrate, appena
mettersi, senza por
tempo
suo
mani
posto non
cos.
DioD.
XX
89
i
[Il
nome perch
rpYiov, e TpYiov
nome].
che
Non
agevole conciliare
settemila soldati
dimostr con
e
il
gli
altri fuorusciti
concedendo loro
Cfr.
e la vita
ScHDBERT
p.
471
n. 5.
192
che ei'ano in
riguardo
lizie,
si e,
oj^rii
valse di
che era in
le
strette
relazioni
coi
modo
in
Non
a un tratto quell'incendio che, manifestatosi gi prima della usurpazione del 316, aveva divampato ai danni
di
Agatocle
con
;
tanto
furore
finch
gli
dur
la
im-
presa d'Africa
e spegnersi,
sebbene
fosse andato
a vuoto
il
tentativo di
porre a fondamento
la
del
suo
fiamma coconservo
Sicilia
poich
Agatocle
morte
il
trani|Ullo
di
possesso
della
greca.
La ragione
ci
combattuta
tante lotte,
i
Sicelioti
biin
sogno che
il
contendenti era
grado
di soddisfare.
Ed
Ottaviano, seppe a
proscrizione, inaugurare
mente
(2); e attese
(1)
Un
la spedi-
Diod.
XX
101
(a.
304/3)
[Per
Agrigento il Beloch Griech. Ge&chichte III 1 p. 208 n. 2 inferisce giustamente che rimase indipendente da Agatocle dalla mancanza di notizie intorno ad una sua sottomissione].
paragone con Augusto di K. Mkyek in una recensione deWAjalhokles dello Schubert pubblicata nelle
(2) 11
VGATOCLE
piaghe della
Sicilia,
193
in
tal
raffermando
la rivincita
guisa
il
suo
dominio
trioti
preparando
sul
Fenicio. I pa-
ma
in
il
guardavano ansiosi a lui aspettandone il segnale; guerriero audace ed avventuroso della campagna
i
preparativi fossero
compiuti
la vit-
modo
tale
suprema
e finch giun-
gesse quel
momento
buone
si
contentava, mantenendosi
coi
Cartaginesi in
relazioni, di
abbagliare amici e
della
sua
poli-
Gttinger gelehrte Anzeigen a. 1888 p. 858 segg., dove egli d di Agalocle la migliore caratteristica che sino ad
'
ora se ne abbia. In un punto per credo di dovermi allontanare dal Meyer: nella stima esagerata che egli fa di Duride Samio. Uno storico il quale tanto bada alla
quanto a propria confessione Dudegno a priori di poca fede quando fa i-acconti a tinte troppo vivaci. Certo anche codesti racconti
j'ibovi')
v TJ rppaaXy
ride
(fr. 1),
per
conoscei'e
l'indole
del
tempo;
ma non
[Il
meno
irepi
sospetta
la veracit
fine di
'ATaGoKXa
non gi di ricercare e di esporre il vero, ma, come ben dice lo Schwartz nella Real-Encyclopadie di destare un estetico orrore Pauly-Wissowa V 1855, di per la imponente malvagit del tiranno ']. Perci da
ioTopiai era
'
'
accogliere in sostanza
il giudizio che intorno a Duride d R. ScHUBERT Geschichte des Pyrrhus (Knigsberg 1894) Sulla clemenza dell'ulteriore governo di p. 11 segg. Agatocle v. i passi di Polibio citati a p. 156 n. 1 e
DiOD.
XX
90.
Anche
il
PoLTAEN.
gravi
G.
3, 2,
con molta crudelt anche ora; vedi dove per non mancano per tal rispetto
esagerazioni.
De
13
194
tica
Facilitava
intanto
il
l'opera
sua e contribuiva
il
ad
si
assicurargli
diflfondeva
appieno
potere
il
moto
d'idee che
dall'Oriente, dove
fiorire
2)rincipio
delle
V.
La
i
eli
Agatocle.
Mentre
alla
Cartaginesi
i
ponevano
fine
vittoriosamente
aneh'Sssi
guerra d'Africa,
prospero
Romani terminavano
con
seconda guerra
la loro po-
sannitica.
Ed
aumentata grandemente
loro
momento
di
per le
il
modo
comportarsi
p.
e.,
dei
Romani
Sannio che
Roma doveva
contese con
Romani ad un tempo
ma
l'intervento
di
Cleonimo,
chiamato dagli
;
ai
Tarentini la pace
perch
alle
Lucani non
erano
abili a resistere
;
da
soli
soldatesche
essi
Romani,
mentre
si
penisola
in parti pi vicine;
delle cose d'allora,
il
pi
che, nella
condizione
non per
Lucani
(1).
(Ij
DiOD.
seg.].
XX
104
[V. hi
mia Stona
dei
Romani
li
p-
344
AGATOCLE
195
Dopo
in
Lucani lasciarono
presto
pace
citt greche,
piti
anche
perch
furono
la
i
occupati da cure
gravi,
quando scoppi
i
terza
guerra sannitica.
Ma non
cos fecero
Bruzi,
quali
e
non erano
Roma
in e
d'altra parte
poco temevano
in quel
di Taranto,
che
difficil-
tempo assumere
oltre
modo
Metagran
dell'ellenismo
i
Turio
pontio.
Senonch
rono
un
pi'otettore
Risottomessa
le isole Lipari,
venuto
il
tempo
e
di riprendere
il
in Italia
i
grande politica
di Dionisio
vecchio sostenendo
raffermando nell'Adriatico
).
predominio siracusano
(1
Di qui
la
(1)
Rispetto
alle
gli
Etruschi
relazioni anteriori di Agatocle con da ricordare che erano nel suo esercito
e
XX
p.
61, 6, v.
sopra
in
p. 180).
Sono d'accon la
484
n. 2 nel ritenere
relazione
guerra tra Romani ed Etruschi. Si noti che nel 308 [varroniano, ossia probabilmente, tenuto conto dell'anno dittatoriale 301, nel 307] gli Etruschi avrebbero gi deposto
le
militarono
106,
2); e
anche
il
XIX
soc-
una
per-
manente alleanza forse da paragonare col soccorso inviato da Agrone re degl'Illir ireiaSei? \pf\pLao\ (Poi.tb. II 2, 5) a Medeone assediata dagli Etoli. Parimente il fatto che mercenari sanniti servirono sotto Agatocle non
prova punto che egli fosse in lega coi Sanniti. Ed e vero che gli obbiettivi della politica d'Agatocle erano in piena
196
Bruzi
e
e
anche
il
con
la
Macedonia.
opposizione con
le
ma
se
durante la terza guerra sannitica Agatocle fosse stato in lega coi Sanniti, qualche cosa senza dubbio ne sapremmo.
Oltrech sarebbe stata una politica assai poco oculata da
parte d'Agatocle tirarsi addosso un nemico cos potente
fece, nulla di
cui non poteva fare, come non mentre gi ne aveva tanti altri a combattere. Tutto questo ci induce ad astenerci da troppo
i
come
Romani contro
serio,
l'Italia
cfr. la
mia
Storia dei
Romani
II 369].
Non pu
trattarsi di Caere,
che nel 307 (308 Varr.) era appena venuta a patti con
Roma, ma
Romani
o gi aveva concluso
la pace con essi nel 308 (310 \'^arr.) d'accordo con Arezzo, Cortona e Perugia. Nella ristampa quasi invariata del suo
sicelioti nella
'
pi antica
li
Studi storici
e
(1893',
geografiche
antica
(Torino 1908)
p.
371 n.
4,
E. Pais torna
e avventatezza di congetture.
'
XXI
3 ricorda
Tirreni
alleati di
II,
non meno
una
doro
nari
citt etrusca
in
reni o
di Liguri alleati
ma
solo di
mercedella
(cfr.
XX 64). E volerne
nel
far
sua
alleata
308
debba cercarsi
del
tutto
Liguria
congettura
un gravissimo errore il parlare di alleanza tra e Cartagine al tempo d'Agatocle o peggio a quello
poi Roma
di
A6AT0CLE
197
sia
p.
esse.
Sappiamo
mila mercenari,
Bruzi, fu da lui
domato
col
passarli
tutti
fil
di
spada
chio
(1);
che
tempo
;
in
mano
dei Bruz,
poco dopo
ma
un porto che
(3).
Stra-
E, con le forze
di
cui
disponeva, non
insomma da
un
per
certo
numero
il
di popolazioni apuliche,
giovandosene
nell'Adria-
ristabilire
predominio
siracusano
era
Romani
ancora limitatis-
Timoleoate come fa qui E. Pais. Le due citt non si allearono che dopo la venuta di Pirro in Italia. Errore non meno grave e che dimostra scarsa famigliarit con la
storia di Sicilia quello di discorrere d'una
'
egemonia
marittima siracusana perduta in seguito alle guerre civili succedute alla morte di Timoleonte quasich si potesse parlare di egemonia marittima siracusana dopo la caduta
' :
dell'impero di Dionisio.
(1) DiOD. XXI 3. Bisogna ricordare che la fonte di Diodoro quasi sempre assai avversa ad Agatocle molto probabile che la richiesta della paga fosse seguita da un aperto sollevamento.
:
DiOD.
DiOD.
DiOD.
4.
8.
Strab. VI 256.
:
irpq b
iruyac; ko TTeuKeTiout;
au|Li)aax(av
'l-
Xr]-
198
morte d'Agatocle
di
Tra
gli
Stati
ellenistici,
l'impero
Agatocle
era,
come ora si direbbe, una delle maggiori Potenze. Quando sull'esempio d'Antigono e di Demetrio, i governatori dell'Oriente assunsero titolo di
re,
lo
prese
anche Agatocle. Se
che doveva spiacere
tici,
egli
non
esit a
a"
compiere un atto
alquanto
suoi amici
democraviene rap-
ci
pompa
esteriore,
la
ma
di
La Macedonia dopo
quistato
la
la battaglia d'I^^so
aveva
riac-
preponderanza
nella
penisola
ellenica,
Sar
11 rimisi
non
asten-
ci
d questi
fatti tradotti
Quanta
II
al
testo di Diodoro, v. la
"
mia
S^/ora
dei
Romani
371 n
2:
al
nord della Peucezia molto difficile che Agatocle abbia avuto alleati. Probabilmente da eliminare la copula. 'Innuyec; Meaodmoi ']. Cfr. Hekod. VII 170 del resto che Sena sia stata Non punto sicuro (1)
:
si
voluto ricavare
da Liv. epit. 11 [v. per la mia Storia dei Romani II 358 n. 3]. Di Castrum Novum menzionato in quel passo delle perioche non qui da tener conto, perch si tratta
probabilmente di
n.
1].
C. N. Etruriae [Storia dei Romani 11 368 Atria poi non fu colonia marittima, bens colonia
di diritto latino.
AGATOCLE
199
erale
fin
il
tornato
Ma
alla
vano adattarsi
diflBcile
supremazia
macedonica.
E non
rifugio
a Corcira, mettendo
per terra e
l'esercito
per mare.
Ma
con
nel
Bruzio, mosse
soccorso
e,
distrutta in
l'
una battaglia
isola (2).
navale l'armata
macedonica, occup
servirsi di Corcira
Ca-
proponesse
di
come punto
di
sempre allenissimo da
zioni in cui
si
disegni
(e,
nelle condi-
ma
di
dimostr
altres di
non
fare
Corcira, cedendola
prima
contila
Mentre Cassandro
nuava
proteggendo
al
oligarchici
il
assicurandosi
distribuzioni
fuorusciti
di
terre
Onde
demoonorato
oligar-
come
Polla.
gli
esuli
le
di
Cos
essere
relazioni
;
tra
amichevoli
(1)
p.
data
(2)
Beloch IH 2
p. 103].
DiOD.
XXI
2.
200
anzi non
che
gli
oligarchici
siciliani
nella
del-
se
non
di Cassandro,
come
mi-
essi, in
Non
diffi-
contro Antigono
toele, senza
fosse
mo-
strato apertamente
notizia
amico
si
ai
sicura
che
dimostr
buone
rela-
zioni con la
mata
quale
di
Demetrio
avrebbe
potuto
essere di
grande
il
suo pensiero.
Non
s'atteggiava a
mondo
greco,
modo
stesso
come Cassandro
si
le oligarchie.
quest'isola che
commercio siracusano
coloniale
in quel
mare
e
;
la
possibile
espansione
sulle
sue
sponde
un
rifugio agli
parso vero
d'avere
da Cassandro
effi-
come
cace.
una protezione
di
misurare
mentato
il
Del resto
condizioni
dell'Epiro
mutarono
assai
rapidamente. Re Tolemeo
AGATOCLE
timore come crescessero in potenza
legati.
i
201
suoi antichi collo
Seleuco
nella
Siria,
si
ac-
cost a
Lisimaco
(1)
probabilmente
Cassandro,
mentre Selenco
liorcete
per
un
Uno
al
degli effetti di
poco
durevole, fu
come pretendente
qui
il
trono in Epiro,
l'alto
dominio
di Cas-
Non
luogo
di narrare
come
Pirro,
dopo essere
lemo,
si
ogni
il
modo
Pirro non
possesso di
Cor-
non
fosse in
mano
sua.
Agatocle
la cedette volentieri
;
tanto pivi che doveva stargli a cuore di buone relazioni con Demetrio PoHorcete e con Tolemeo, i quali erano a capo delle due princi-
d'Antipatro
tenersi in
mondo
stabilirono
di
lemeo
Lago,
spos
Touna principessa
(1)
Plut. Demet. 31. Pldt. Demet. 32. Plut. Pyrrh. Plut. Pyrrh.
III 2 p. 104].
5.
9.
(2) (3)
(4)
Cfr.
Diod.
LOCH
202
ebbe poi
due
figli (1)
novamente
nella
penisola greca,
Tolemeo
;
invano, a impedirglielo
il
e Pirro
Poliorcete allorch
le
mani di Demetrio Poliorcete unendosi con lui in matrimonio (290 circa) (2). Intanto gli apparecchi di Agatocle per una nuova
grande spedizione contro
al
i
Cartaginesi
si
avvicinavano
cose
d'Italia
(3),
le
in termini da
egli
Car-
dominio
del
mare.
Ma
gi nella guerra
(1)
lusTiN.
XXin
2,
[Si
in onore di
Tolemeo
abbia
coniare la
sua moneta aurea con una testa giovanile avvolta nella pelle di una testa d'elefante: moneta che ricorda i tetra-
drammi
di
Tolemeo
(v.
p.
157
n. 1).
Molto probabilmente essa fu coniata invece per pagare con una moneta che riuscisse loro accetta i mercenari
d'Ofela].
(2)
Pyrrhtts p. 127
[Per la
Beloch Gr. G. Ili 2 p. 200]. (3) Nulla pu ricavarsi in contrario da Iustin. XXIII 4, le cose da narrare che Agail quale ha confuso tanto toole fece in Italia una spedizione sola di pochi giorni.
data
AGATOCLE
precedente
203
il
aveva
caso
potuto avvertire
pericolo
al
tempo
pi
la successione, gl'im-
portava
che
Agatocle
iuniore
destinato
da
lui
al
prinsce-
per Agatocle Demetrio, almeno momento, non era con troppi nemici aveva da combattere. La guerra quadriennale si trovava allora
pel
:
;
ma
anche
Demetrio dopo
l'esistenza
;
la battaglia d'Ipso
e
ebbe a sostenere
accolse con
per
Demetrio stesso
sommo
favore
il
niva ad offrirgli a
nome
un
non
esit a
ricono-
secondo
si
come
V'erano
infatti
due pretendenti
del re e
il
al
trono di Siracusa:
quell'Arca-
Agatocle terzogenito
figlio di
nome
anch'esso
(1)
Non vedo
II
me
proposta per
'
l'esilio di
30
tempo
Beloch Gr. G. Ili 2 p. 376 seg. la identificazione di questa guerra col TCTpaeri'iq TrXe|ao<; menzionato nel decreto in onore di lui, in termini tali da mostrare che non pu essere di molto anteriore all'esilio].
(2)
DioD.
XXI
15.
204
Arcagato,
il
RICERCHE
quale
1>I
STORIA ANTICA
fatto le sue
i
aveva gi
prove
al
comando
il
dell'esercito (1).
figlio.
Tra
due
il
re prescelse
proprio
ed anche
il
come
gli lasciasse
fece riconoscere
come successore
il
figlio nell'assemblea
popolare di Siracusa.
sciare
Ma
da
la
lui
stasse
un banchetto. Il delitto commesso non era tale che in quei tempi baa coprire un principe d'infamia, a fargli perdere
e a
rag-
guagliarlo ad
uno
scellerato volgare.
Che
anzi,
cosa
noverati tra
il
regno o se
commesso da Arcagato
Neottolemo
e
un figlio di Cassandro. Ed Agatocle stesso, sebbene non si fosse trovato nell'occasione di uccidere propri
parenti, era ben lontano dall'avere la coscienza netta
in materia d'assassini.
fatto
compiuto
a ogni
modo,
le
veva riconoscere
porte di Siracusa.
aprirgli
sjjiega
assai
perdonando ad Arcagato
poich
l'assassinio
non v'era
altro
democrazia.
Lasciare
due
fanciulli avuti
(1)
DioD.
XXI
3.
16, 3.
AGATOCLE
assicurarsi dell'esercito, che
205
d'Arcagato. Se fosse
stato- in forza,
i
re
non avrebbe
aveva con-
mancato
di presentarsi tra
al dovere.
Ma una
malattia violenta lo
carsi di quel
momento
in cui questo
contro
Roma
per
l'indipendenza
dei
Greci
con
questo
pensiero
tomba (289/8)
fosse
(1).
La
d'Agatocle
nei
;
mostra quanta
pochi decenni
si
esuberanza di vita
Sicelioti
ma
questa
disper-
non v'era
la
chi la discipli-
Senonch appunto
ci si richiedesse d'energia
in tali condizioni la
monarchia militare,
i
l'u-
nico
governo
che
afl&dasse
Sicelioti di salute,
non
(1)
[Usurp
conserv
il
1)
e lo
per 38 amii
289 o al 288.
maggiormente per ora non si pu]. Agatocle non per avvelenamento, come dice Diod. XX ] 6. ma probabilmente per un cancro alla bocca, v. Schubekt
Precisare
mor,
206
la
dunque
il
sul
punto d'avere
di
la
peggio.
Ma
s'appressava
momento che
nelle vicende
di Sicilia
doveva
intervenire
un popolo ano,
le
cui
sorti glo-
Romani.
VII.
^^K
I gentilizi di alcuni, se
niti nella
non
di tutti,
Roma
corrispondono
nella guerra
la
sannitici
che
quelli, in
s'era
messa innanzi
finch
il
generale
solo
per respingerla,
la
dimostrazione
(2).
lai,
guerre
sannitiche.
Una
nomi
dei
duci
ri-
romani
quali nessuno
sociale.
forse
corre pi tardi
nella
si
guerra
Ma
allora dal
pu
11)
[Dalla
'
Riv.di filologia
'
XXXVI
'
(2)
I duci
Roma
1
in
'
Studi
storici
voi. I fase.
(Pisa 1908).
208
gli annalisti
dell'et sillana,
l'impressione
si
dei
siano ser-
nomi
degli eroi
di
questa guerra
per
dare
.
maggior
dei
romani
tra
i
delle
guerre sannitiche
si
trovasse
pili tardi
hanno invece riscontro quasi tutti i nomi dei duci sanniti e una tale singolarit, dato che gli ordina;
menti
si-
Romani, fornirebbe,
non una
di-
Ma
i
i
romani
sui
riportarono vittorie
a
tacer
gentilizio
Cornelio portato,
dei
di
duci
Marrucini
(1),
il
Cesare in Campania
veri o pretesi
trionfatori
romani
del
IV
e
secolo,
da
a
il
Valerio Messala
neU'86.
quello
d'uno
tadinanza
agli
il
gentilizio
d'Emilio
Papo
76.
e. I
Appiax.
h.
40.
209
il
socios in
gentilizio
arma
convocasse. Si
Postumio del vinto di Gaudio suo cognome son quelli di un legato che
la
perfino
il
soldati la-
pidarono durante
guerra sociale
i
(1).
Non
antichi duci
menzionati
dalle
fonti
(Papio
rispondano
"
principali
capitani
Non
fu infatti certa-
mente uno dei principali capitani sannitici quello Stazio Sannita ricordato in un solo passo d'Appiano (2), a
proposito delle proscrizioni del 43 av. Cr.,
il
quale se
i
davvero
si
fosse molto
segnalato
nel
combattendo
senato,
Ro-
difficilmente
e
ad ogni
modo non
ne tacerebbero
le relazioni
pervenuteci sulla
si-
due nomi
sia
usato
dalle
come
Infine
un
altro
duce ricordato
Roma
tale
e il
un
LoUio
cui
;
nome non
ed
ricorre tra
generali
facile dire
al
che
il
conser-
varsene
il
ricordo dovuto
caso
in
specialissimo che
;
suo
nome
era menzionato
un documento
tra
i
ma
quanto
In
sostanza
riscontri
nominali
duci
sanniti
delle
li)
18.
22.
Val. Max. IX
8.
3.
(2) (3)
B.
e.
IV
25.
7.
ZONAR. Vili
G.
De
14
210
maggiore
si
tra
non a Roma. E
della
dei
vincitori di
Sanniti del
i
tempo
quel
discendenti
di
cittadini
romani
di citta-
agl'Italici,
in piccola parte
e inolti-e,
tutti
gl'Italici
erano
in
romani,
molti, anzich
Italia,
dovedir
vano
delle
attendere a
governare
provincie.
Vuol
dell'eroe
Forche Caudine
(e
assurda
sarebbe
perch
pari
V),
ma
come
;
del
audace
negazione
modo come
di
la
sarebbe arbitrario
af-
dire che,
un discendente ammessa
Ponzio Telesino.
Potremo
solo
storicit di C. Ponzio,
Ponzio
il
(1)
il
territorio
romano popolato
(v. la
km-
mia
pare,
Storia dei
Romani
II
p.
288
seg.),
mentre
se,
come
era
Bund
p. 74), ossia
211
Sarebbe
assurdo e
il
passato sotto
il
giogo.
sebbene in
ci
non
sia nulla
di
debbasi ad ogni
modo
Le
singolari atti-
strano
tanti
riscontri singolari
che
argomentarsene nulla.
nella
se-
conda sannitica un Ponzio fece passare sotto il giogo un Postumio nella guerra marsica un Ponzio si se;
un Postumio per inetdunque i primi Romani sono ricopiati dai secondi. E cos mi sembra d'aver condotto ad absurdum questo modo d'argomentare,
i
Sanniti,
i
itudine
sfortuna
tra
il
console
Con
che
i
ci
non voglio
dire per
comandanti
sannitiei
della
Roma, menzionati dalle fonti, sieno personaggi storici. Le invenzioni dell'annalistica romana sono cos copiose
che sarebbe
da
stupire
se
non
se
ne
riscontrassero
di-
anche qui.
mediante
il
condi-
non
chi
mostra
se
non l'acutezza
(2).
e la erudizione
di
l'ha
messa innanzi
(1)
dell'et
repubblicana provano almeno ch'essi ritenevansi discendenti dei pi antichi Postumi del
(2)
sec.
A mio
i
Se cio
nomi
IV
non
212
non avessero dato neppure un nome di generali sanin modo clie, pur senza prove specifiche, connitici
:
nomi
a noi pervenuti.
Ma
inoltre vi
hanno
tre di
almeno con
Il
primo
C.
Ponzio.
Esso
menzionato in due
frammenti
di
poraneo, come
C. Ponzio realmente
di
Ponzio
per l'ap-
<ii
punto Claudio Quadrigario (1). Ma gi Cicerone parla C. Ponzio come di persona ben nota al lettore,
darsi
senza
neppur
poteva
la
briga
d'indicar
chi
fosse (2i.
Or
cos
non
egli
certo
parlare
agli
ad
Ennio
ed
da
si
Claudio Quadrigario
come oratore
gi
De officiis II 21, 75 utinam, inquit C. Pontins, ad tempora me fortuna reservavisset et tum essem natns. quando Romani accipere dona coepissent. non essem passus
illa
UH
modo enim hoc malum in hanc rem puhlicam patior tum potius Pontium fuisse, siquidem
fuit roboris.
in ilio
tantum
213
Ma
v' di pi.
Nel de senectute
di
Cicerone, Catone
riassume un discorso tenuto dal filosofo tarentino Archita in presenza di Platone e di C. Ponzio,
il
padre
in
il
Ora alcuni
riten-
di
Catone maggiore
(3),
di Cicerone,
il
non ignoto
Ma
facile
vedere che
discorso d'Ar-
non corrisponde
in tutto a quello
troppo conciso,
zione
retorica
si
assai
meno
corpo,
non
hanno
riscontro,
sul
libe-
come danno
dal
razione
corpo
e la purificazione
discorso in
(1)
12, 39:
Sp. Postumins T.
poptiU
Romani permanserat,
ei
:
se a
sermoni
venisse
Plato
Atheniensis
qtiem
Tarenttim
Caio
Oli;
in.
2:
KOaaq
ole,
v-
^pq
t a)|ua
k*^^
XOaiv xa KoGapiuv
tOjv Trep t
ludXiaTa
x^J^P'^^^i
qpiarriffiv aT*iv
(J0|ua
iraBrmTiuv
Xoyi(T|uoc,
214
parola era riferito pi diffusamente che non in Cicerone, ossia clie Plutarco e Cicerone dipendono da
una
fonte comune.
difficile,
Ammessa una
"
fonte
comune,
fosse,
assai
anzich
uno
scritto di Catone,
un prodotto
della
rifioritura
prima
Gravissimi argomenti
si
richiedereble
sue no-
riconoscimento
della falsificazione,
sa-
di quel Ponzio vincitore di Caudio immaginato poco prima da Claudio Quadrigario. Ma concediamo pure che Plutarco abbia attinto da Cicerone e abbia formulato a suo modo, con molta
grande oratore.
Non
come Catone ne
bisogno di ricorrere a Nearco per spiegare come Catone da vecchio avesse' notizia delle dottrine d'Archita;
letteratura
greca.
Poi non
facile
che
in-
Nearco,
pitagorico
ospite
il
di Catone, sia
stato
ventato da Cicerone,
quale era
troppo
onesto per
;
immaginazione
come non
soltanto
al-
cuna prova.
si
nell'et
opponga che Catone apprese il greco matui'a, e quindi non poteva a Ta:
perch
jf
ov'essi di-
215
dicono
due
scrittori
greca
(1
ma non
escludono davvero
tanto di
che
quando era
senza dire
a Taranto conoscesse
greco
da
;
poter scambiare
poi
qualche
che
parola con
un suo
ospite
Nearco
tarentino,
partigiano
di
tanto di latino
da converstessa
E
;
ed singolare
che
qualche
le asserzioni
discussione.
Ottimi conoscitori
de^li
scritti
superstiti di
Catone,
ap-
come
punto
il
gli scritti
di
Catone
la
poi
ammettiamo pure che nel 209 Catone, quando fu con Q. Fabio Massimo a Taranto, non sapesse nulla di
greco
e
i
suoi
ospiti
tarentini
comunicassero solo
preoccupa.
Per nulla
infatti ci
dottrine di Archita
la
pitagorico Nearco.
ad ogni
modo
giunto del suo, senza una ragione al mondo, la menzione di C. Ponzio, padre del vincitore di Caudio, che
con
Platone
avrebbe
dai
assistito
al discorso
d'Archita
tramandato
(1)
Cic.
Cat.
M.
1,
3.
8,
26. Plut.
I
Caio
2.
Cfr.
Schanz
1^ p. 244.
216
si
noti
come
la
Po-
stumio
la battaglia di
Gaudio
Platone a Taranto
il
sembrano
una cronografia o
Cicerone
un
libro d'annali.
Ma, pu
dirsi.
aveva per
un dialogo, composto forse da Aristosseno, tra un Sannita di nome Ponzio, e l'invenzione sua si limit ad attribuire, per mezzo delfonte
Archita, Platone e
l'ospite
Nearco,
la
conoscenza di quel
se
dialogo a Ca-
tone.
ricorrere a ipotesi
buon metodo quando tutto pu spiegarsi con ipotesi semplicissime. Ma ammettasi pur questa ipotesi che, se non altro, del tutto infondata, come, credo, non esiterebbe a riconoIo
non so
sia
conforme
e
al
cos
sottili
complicate
menzio-
qualche altro
quel Ponzio
fosse
il
gentilizi
romani ed
italici
non permettono argomentazioni di questa fatta. Pare evidente invece che, appunto perch C. Ponzio vinse la battaglia di Caudio, un Ponzio suo padre fu introdotto come terzo in un dialogo tra Archita e Platone, dialogo che Catone o un pitagoreo, da cui Catone attinse, immagin solo per dar veste letteraria alla sua esposizione della dottrina d'Archita.
si
pu
gi
vincitore
di
Caudio_,
fosse
217
a
noto a Catone.
del
i
resto se vero,
come
me
fosse smarrito
il
ricordo
guerra dai
le
in quella
pontefici,
conto
di
sole vittorie
zione
che anche in
p.
es.
C.
Ponzio,
nel
velo delle
falsifi-
cui testo
autentico,
se
pi
aver certo
I^rimi annalisti.
Anche
pili
un
personaggio
vit-
L'importanza della
ai
contem-
che la precedettero,
Romani che in quella battaglia fu fiaccata spiegano come s'imprimesse fortemente nella memoria dei Romani il ricordo del prode Sanformidabile lega contro
i
Roma
tanti
nemici.
sia ricalcato
su Mario Egnazio,
a
farsi
E
il
resto
non
punto
difficile
dava
numero
nome
con cui
gli scrittori
moderni
si
in generale escludono o,
di discutere
degnano
Tipo-
218
tesi
sannitiche e persino
gueiTa di Pirro
greci che
si
potessero
occupavano
come Duride
Timeo; quasi
di
ma
che
in
nomi
di duci italiani.
Che
anzi,
ritengo
a priori
inammissibile
si
nomi
di duci
romani
e sanniti
i
non
trovassero
po-
chevoli od
fatti la
ostili,
come
gli
Apuli ed
Lucani
(1).
In-
senza
tener
e
il
conto
dell'andamento
guerra tra
Roma
in
Sannio. Ci
difficile
mi par
])o
tanto pi evidente
quanto
i
vengano
sannitica
nomi
dei
demarchi Ninfio
e Carilao
che
di-
GelKo avrebbe
fosse
s'
recentemente so-
tradizione e
ad
essa
i
avessero
(3).
preso parte
non
Sanniti,
ma
soltanto
Sabini
(1) Non male ricordare che il nome di un duce romano, Lucio, che avrebbe liberato Roma dai Galli, era stato ricordato gi nel IV sec. da Aristotele, secndo Plut. Camill. 22. E poi anche da tener presente la possibilit che i nomi dei duci sanniti fossero notati nei dipinti che vincitori romani fecero eseguire per eternare le loro vittorie. Cfr. la mia Storia dei Romani II 510 seg. (2) Cfr. la mia Storia dei Romani II 300. conquista romana della regione sabina (3) Beloch La nella Riv. di storia antica IX (1905) p. 269 segg.
'
'
219
s-
Questo
perch
"
non
comfin
prenderebbe come
Sabini
in
guerra con
Roma
ter-
laddove
le stesse
somma-
mente improbabile una spedizione dei Sanniti nella Etruria nel 296, rendono improbabile una loro spedizione nell'Umbria nell'anno seguente
sibile
.
che
Sabini
partecipassero
ragioni
alla
per
restare a
casa,
la necessit di
coprendo
le
a Sentino.
Ma
plice possibilit.
territorio dei
Marsi
Roma,
e poi
che
le
sorti della
guerra non
volge-
avessero po-
una parte
tali
delle forze in
dir vero,
vaghe considerazioni
par-
mi sembrano
d'assai
poco momento.
questo
modo
infatti si
siasi diversione in
trov ridotto
paese.
Quindi converrebbe
Italia o
negare
la
la
propizie in
Spagna ed
in Sicilia che
essi
avessero
220
una parte
presa,
il
delle forze in
se la
rapidamente, di sor-
criterio
dovremmo
met
relegare
senz'altro
nel
regno del
di cui
mito
la
moderne
i
meglio assodata
storia.
Marsi e
all'e-
gemonia romana, ed
popolo dominatore.
rivelano all'analisi
si
come
cui
sta la
concordia
con
la tradizione annalistica
pi antica rappreri-
sentata da
un passo
dei
Fasti
trionfali, par-
Pochi
fatti
della storia
romana
Che
l'annalistica
romana
il
contemporaneo
lo
stesso
incre-
incredibile
ma
del
pari
dibile che
efficacia
:
sulla
certo
sulla annalistica
traccia.
il
romana non
a
nei3pur
la
piccola
render
voco
di
nalisti
Duride pu essere stato trasmesso agli anromani da Timeo, perch Timeo era anch'egli
fatti
e,
contemporaneo dei
greche
d'
come nativo
in
al
delle colonie
retti-
Occidente,
pienamente
grado di
ficare l'equivoco di
Duride, se pure
suo coetaneo
(1)
Presso DioDORO
19, 6.
XXI
6.
(2) II
221
la
Duride
egli
ebbe a ricorrere
nel
narrare
storia
mente
di lui
le
la testimonianza di Duride con supporre presso una confusione che non pu dimostrarsi, respinte testimonianze di Polibio e di Livio, supponendo in
essi
di cui
non pu darsi
vuole.
Senonch
il
menomato ove
che
si
si
fonda, per
il
numero
di cui
Diodoro
e quello dei
pur respingendola,
fa cenno. In realt
questa
una semplice
meglio
parla di
(2).
deciens centena
millia e
Diodoro
di dieci
miriadi
N mi
sarei
un un
una
miriadi,
scritto contenesse
(1) (2)
il
Storia di
Roma
2 p. 4.33 n. 4.
Non KOTv
xi^iaei;,
Diodoro
altri fa dire
erroneamente.
222
zioni (Ij.
Certamente
se fosse
numeri
da lui e
Ma
di
Duride non
cordo.
l'altra
che
portava
dieci
mi-
non
letterali di
uno
che
molto incerto
se le
deve,
consultasse
il
direttamente
frammento da
bi-
non
Cr.
di scienza
di
propria.
Non sembra
fino
infatti
al
che
le
storie
d.
;
Duride
sopravvivessero
XII secolo
altrimenti
scarsa del
modo
Duride
Diodoro
equivale a
"
di
che
analogie.
E non
basta
ammettere poi senza nessuna ragione quell'errore di cifra in un manoscritto di Duride per parte di
(1)
(2j
Rivista di filologia
'
XXXVI
p.
19c
Ad
Lycophr. 1378.
223
di
Livio
numero dei cavalieri, che non poteva essere poi superiore al numero dato da Duride per i fanti conviene ritenere che Livio fraintendesse il manoscritto pieno d'errori che aveva tra le sue mani applicifra nel
;
cando
ai vivi
ai
morti,
viceversa
che Diodoro
morti
E badiamo
infine che
deciens
tutt'altro
probabilmente
errata.
codici
hanno
del
X.
(o
XI)CCCXXX. Ognun
si
vede come
quale
;
paleograficamente
raccomandi assai
meglio
:
la congettui'a
si
Hertz
la
raccomanda anche
ordinaria
perch un milione di
suppongono, secondo
la
proporzione
cavalli
la
non
con
sono
che
quarantaseimila
inoltre,
mentre
conciliarsi
cifre
di
Orosio
(1),
CXL
milia
CCCXXX,
l'altra
;
congettura
non
il
vi
si
accorda in
di trecento-
nessun modo
numero
la
nemici
dei
tassero
un milione
di
di fanti.
sibile l'uso
Duride
in Livio
non
si
almeno
al
tutte
arbitrarie
modo che
6.
224
E
si
stesso a dire
con
altrettanta
sicurezza
affermarsi
storicit
(
di
1
)
narra cbe
la
il
impossibile
sannitico
del duce
conservasse
il
il
ricordo.
Ma non
neppure
da escludere che
suprema batle
sorti della
guarentita
dal
di
riscontro
di
fonti
Boviano
altro
alquanto
Se per
non
sicurissimo che
un
peras-
anche meno da
tale),
sia
certo alin
meno che
abbastanza
doveva
esser
si
parola
spiega
annalisti
fa-
antichi
cos solo
come ne
doro
a la
lui
tramandate fu per
la rigorosa
(2)
omaggio ad
con
esso,
il
con
lo-
Beloch
non
esit
neppure
anche
" il
trasportare
la
battaglia
dell'Allia,
esprime,
non v'ha
scorresse
minimo dubbio che questo fiumicello sulla sinistra , Ora con pari rigore di logica
il
.
(l) Liv.
(21
'
IX
XX
90, 4.
Bullett. deirinst.
X[V
114.
225
e con
la
stessa
sicurezza
con
cui
i
prima professava
duci dei Sanniti
afferma
che
la
fonte
di
Diodoro
posteriore
alla
la efficacia degli
annalisti di
tornare
una volta
che a questo
modo
si
rende estremamente
il
difficile spie-
racconto
di
Diodoro
ha
fededegno
la
Sicch
il
Beloch con
sua logica
inesorabile
il
la
romani
dopo
la
guerra sociale.
(1)
si
sarebbe
ai
dato
di essere
consegnato
Romani
cui
come
istigatore della
guerra per
i
impetrare
la
pace.
Sanniti
sarebbero
stati
disposti
cos
Gaudio pu
e la
lui
essendo fatto
con
altri
degli di per la
(1)
Cass. Dio
fr.
33, 8. Zon.
VII 26.
(2) St.
G-.
Romani
II 306.
dell' antichit:
De
15
226
RICERCHE DI
.-^TORIA
ANTICA
In
tal
tracotanza dei
Romani
vincitori
,,.
condizione
Mutilo
lore
:
messe
la somiglianza
del
nome,
l'essere
attribuito
Papio Brutulo
l'altro
l'inizio della
il
Papio fu
nella
Sanniti
guerra
marsica, e infine
il
di
che
Romani.
i nomi dei duci sannitici sono in buona parte sicuramente o probabilmente storici e d'un
Mentre pertanto
pu
asserirsi
sia in-
ventato, maggiore
incertezza vi
dubbio
pei
nomi
nitica.
seconda san-
E
i
tuttavia
quasi
il
certo
che personaggio
av. C.
ribelle
Come
2>rata
Vacci
alla
esistenti
Roma
(2)
possanqt
aver dato
luogo
leggenda d'un
ribelle
;
fundano
piuttosto non si vede punto verisimile che per una congettura, fondata o infonstati
data, siano
collegati
con
lui
per
il
ragione del
nome.
particolare dato
di
ci
il
Vacco
addita
Sanco
(8)
particolare
che
ricordo
siasi
qualche
conto contro la
(1)
XXXVI
10.
(2) Cic.
de
dotm
38,
(3) L.
est.
e: quodgue aeris ex
Vacci) redactum
nedem Quirini.
227
storicit di L. x4nnio
Circei,
i
di
Sezia
di L.
Numisio
i
di
Latini
340
(1).
del sec.
IV
il
caso
nome come
la
della
corazza di
rari
;
e solo
da fonti greche
dai Latini
collegati
col
Aricia
al
genda popolare
nalisti
cosi
Ma
li
nomi
non
veri dei
duci e
mente, una
mera
possibilit,
si
su cui
da far
tratti
di
leggende tramandate
;
in
modo
quei
abbiamo argomenti
di
mancherebbero argomenti
riscontro delle
per affermare o negare la storicit dei personaggi dell'epopea carolingia se non avessimo
fonti storiche.
il
perso-
Roma " non mai esistita i ricordi che si avevano a Roma sull'invasione gallica si limitavano al
dies Alliensis, all'occupazione della citt, alla storia di
(1)
Liv. YIII
3,
9.
228
Manlio capitolino ed
prezzo d'oro
;
il
nome
.
di
ed appartiene agli
portato l'annalistica
Ora
se
anche tutto
ci che viene
di
parte non
),
anche
il
solo
dire,
ricordo
a
il
Manlio
e delle
oche
il
capitoline vuol
di quel
me
sembra, precisamente
contrario
che
la
la
presa di
Eoma
Che
caduta di
Roma
di
mano dei Galli, il disastro maggiore che Romani dalle origini della loi'o citt al
il
toccasse
sacco
termine
piti
adatto,
mira-
il
Beloch
anche non
gli
ci
fosse
tramandata
il "
non
l'ari-
vessimo sotto
occhi.
Ma, continua
preso
Beloch, la
prova che
la
sta
appunto nel
nome
certo
di
Brenno che
dalla storiografia
popolare
era
i
,.
Ora
un
altro Gallo di
nome Brenno
noto agli
Galli contro
sia
notato qui
critici
sicurezza con
cui
alcuni
disprezzarono la
"
pia leggenda
mentale
(1).
Il
(1)
S.
Reinach ed
229
prima desusulla
come
notizie
sua salvezza,
sia dal
documenti
alludano
a questa
:
che
sacerdoti
delfici
non
occasione,
come
in casi analoghi,
il
buzioni in tutto
nume
che non
conten-
di
Brenno potrebbe
anche
nomi
ricorrevano
altres
fra
generali
Greci e
vale
il
dire che
(come
il
Delfi)
il
conquistatore di
Roma
la
minima, da potersi
Concordanze
si
ragguagliare
di
questa fatta e
anche pi singolari
storia
;
non dimostrano
imperatore d'Occidente
fondatore di
chiamava Romolo
che quel
come
il
Roma
nome
dire,
"
era tutt'altro
che frequente.
gliarci
Vorremmo dunque
probabilit
a
ad una
minima
,
da potersi ragil
guagliare
addirittura
zero
che
fondatore di
Roma
una reduplicazione
di
Romolo Augustolo?
Inscr.
Herzoo nei
p.
"
'
1904
158 segg.
230
Guglielmo
dalFGlanda
secondo
,
Grange
occup
V InghilteiTa
partendo
il
come molti
dal
il
secoli
prima
Guglielmo
Ma
forsech
ricopiato
cadde Costantinopoli,
nome
il
nome
sore,
il
pi celebre difen-
dunque da
sui tre
dire che
il
pro-
Maometto,
il
fondatore di Costantinopoli
ricalcati
e l'autore
Digesto son
personaggi storici
del
1453?
anche
gli
In sostanza
storicit
la
di
soltanto
'acume
Certo
e la erudizione
ha messi innanzi.
che
non
basta
questo a provare
Brenno
sia
un personaggio
storico.
Ma
se
il
Roma
presso
imiDOssibile
nel
ricordo
ritura di leggende
fatto
su quel
il
abbiamo
difficile
leggen(1),
par
che
non
si
si
conservasse
il
ricordo del
conserv
essendo
ci
evidente,
mi
rilevarlo
ove
non me ne
pii
avesse
porto
sopra
esaminato
e discusso
le
altre conclusioni.
(1)
Pseudo. 1317.
vili.
La guerra
e la
pace nell'antichit
^^K
Signori,
Al
lo
si
riaprirsi di questo
e
Ateneo destinato
lettere,
allo studio
delle
noi
distogliendo
combatte
nell'Estremo
Oriente, possiamo
alla pace, la
il
buon
ai
diritto sciogliere
un inno
dea che d
come
i
dice
Bacchilide
(2),
ma
i
anche l'agio di
misteri della nai
tura e
problemi
pi
dell'essei-e.
Ma
pi sono evidenti
alla nostra
(1)
dell'anno
acca-
Le note son tutte aggiunte nella nuova edizione poche, perch i miei concetti sono bastantemente chiariti nella appendice.
(2)
Nel bellissimo
fr.
13 Bergk
4 Blass: tktei
232
mente
il
quesito
i
come mai
civili e
la
funestare
popoli
di
ad interrompere
il
cooperazione
tutti
io,
per
progresso
dell'umanit.
dell'antichit,
Di
tal
problema
modesto studioso
nell'ambito
non
oserei
proporvi
d'una
breve
confe-
elemento
per risolverlo
studiando sommariamente la
pace nell'antichit e
la
eflBcacia
che
la
pace e la
prima
di tutto,
per
quali
gli
ragioni
altri
i
si
ai-marono
popoli antichi?
In apparenza
bizione d'un
le
Tam-
generale
che aspira
;
od anche
stirpi
;
al
potere supremo
ora
un
sacrilegio
commesso
desiderio
ai di
danni d"un
rapina; ora
santuario federale;
il
ora
il
la patria.
Ma
sotto la mute-
Or ecco
il
la legge,
come crede
,
di
averla riconosciuta
materialismo
storico
formulata
con
le
parole ap-
di quella dottrina.
La guerra
"
presenta
come un aspetto
in
delle forze
i^roduttive.
La sua causa
spostare
cei'carsi
nello
specialmente
violenta
verso
l'esterno
un sistema
tesi
;
di
appropriazione
(1).
Questa
si
racco-
manda
nulla
il
pu
pi che
classifi-
sotto
(1)
CiccOTTi
La
guerra
e la
nno
1901)
p. 152.
233
chiara.
Ma
plicit
il
che
ci
semplicismo storico,
tentativo
eli
ridurre la storia
poche
fatto
umano,
se
non
fosse la stessa
esso s'estrinseca.
prendiamo
ad
esame
delle
due
delle
dell'antichit,
due
guerre al
tempo
almeno
;
apparenti, le guerre
vediamo
a
se quel prin-
pu
applicarvisi.
Ho
scelto
bello studio, o
del
Mediterraneo.
Nelle
guerre
persiane
nome
il
tentativo
continuo di aprir
;
nuove
in
ogni
campo
dello scibile
sicch la scon-
europea.
La seconda punica
fasti di
la lotta
suprema tra
ricca
Nei
giovanilmente ardita
sebbene di
stenza che
geniali fra
s
il
i
senato
dei pi
dunque
il
vedere
se
le
guerre
che
avrebbero avuto
non siano
state
234
che un
Or
quali furono
le
in Grecia?
Nessuno
le
al
gran
re:
Ma
la
causa vera
,
non
poi
molto
difiBcile
a rintracciarsi, ed
tolta la
tra-
L'impero persiano,
ereditato
i
aveva
le
possessi,
teneva
il
dominio
sopra
queste
popolazioni
greche
dell'Asia
Minore.
Tra
serpeggiava
vivissima
pare all'indipendenza
della
ed
alla
madrepatria.
Tale
aspirazione
Il
aveva motivi di
periodo di maggior
fu.
benessere
paragonabile
anni
non conseguirono
Il
forse
i
che'
molti e molti
dopo, sotto
altri sti-anieri,
Ro-
in
con
l'interno del
Le
loro mercanzie
trasportate
dalle
carovane
i
Come me-
soldati,
come
indovini, dap-
guadagno
nel-
Ma
essi
(1)
Herod.
105.
235
non vive
di solo benessere
economico,
s'inchinavano
mal
si
volentieri davanti ad
al
un
prostrava davanti
gran Re.
Questa aspirazione
perch
e
con
pure con
ai
poco zelo
in misura
parca,
e
mandarono
ribelli
qualche
si
incoraggiamento
fu avveduto che
pace
dipendenza
anche
Grandi
vantaggi
salvo
i
tempo
certo
economicamente
assai
poco
progredita
egli
non
i
si
principio
e
almeno,
puro
semplice
riconoscimento della supremazia del gran Re, simboleggiato dalla terra e dall'acqua, ossia
cessario per assicurare la Persia che
la instabilit
i
il
minimo
ne-
Greci, nonostante
dei
delle
loro
dmastie
loro governi,
al
di l
Greci
della
ai
madreconna
con
(1)
neppur la loro rinuncia a una politica estera autonoma. Per quanto, vago come esso era, poteva assumer
varia significazione secondo le circostanze di fatto,
sembra
i
che per se non includesse se non l'impegno di non opporsi alle imprese del re e di avere
per
di
nemici
contare
suoi
sulla
nemici, dando
in
compenso
il
diritto
236
zionali insorti,
di sfruttamento.
potente che
in Caldea, in Egitto
cibili.
fama
d'invinil
do-
essere
d'inimicarsi definitiva-
po-
prodotti d'alcune
e
i
sue industrie,
come
le
ceramiche ateniesi
i
bronzi d'Egina.
si
dica che
Greci combattendo
colonie
si
contro
Persiani
per
proponevano
di sfrut-
Non
vi
conviene
delle
grossolanamente
le loro cagioni.
gli
effetti
Non
ha dubbio
la vittoria
li
la
sacrifizi
jjagarla,
indus-
vano
Ma
sia gli
uo"
mini dirigenti
dovuto
timo
effetto
secondo
la
fi'ase
scultoria di
Tucidide
lettivi
(1).
ribellione
d'indipendenza,
pur
li)
122, 3. 124, 3.
237
mente
avuto mercio
loro
sacrifizi
;
per
la
libert
non avrebbero
furono
compenso
Greci
della
madrepatria
comsoli;
per sentimento di
dariet verso
e
i
giogo straniero
Persiani
furono
costretti
alla
guerra
contro la
Grecia
la vittoria
pensato
qualsiasi
Governo meritevole
questo
interno
nome
dello
di assi-
curare
l'ordine e la pace
nell'
Stato e
tutelare le frontiere
finitimi.
Ora vediamo
puniche
pii
se l'esame
delle
alla
favorevole
fare
tesi
che
io
combatto.
Ma
qui d'uopo
alcune
premesse.
Roma dopo
d'olio
cui teatro
fu
combattuta
guerreggi
pii
Umbri, da ultimo
questa
Mediante
serie di
lievi in-
terruzioni per pi di
un
secolo,
penisulare.
Ma
imposero
la
propria
alleanza
nessuna
Romani
alle
affini
co-
strinsero a
pagar
tributi.
per
rispetto
molte
per na-
godevano, concedendo
alla latina
alle altre
politici,
di
stirpe
meno
affine
non
i
diritti
che
sarebbero state
inabili
ad esercitare per
tuzioni,
ma
dii'itti
civili
dei cittadini
romani,
e,
in
compenso
estema
del
che guarentivano
non
le
sottoposero al
tributo
238
denaro
vi
erano sottoposti
vincitori.
Ebbero luogo
certa-
di territorio,
ma
l'estensione
in con-
queste
confische
teri'itor
deve
degli
apparire
moderata
fronto coi
corporati
resto
come municipi nello Stato romano e del buona parte del paese confiscato serv per fondare colonie che godevano di tutti i diritti sovrani e a cui si ammettevano parimente Romani e Latini (1).
Se
si
mani
lo
Italici
prima
delle
sfruttamento
sistematico
che
hanno
dire
pur
che
Romani prima
loro
delle
in
guerre puniche
Italia a
vittorie
scopo di
sfruttamento,
il
diverso. Altrimenti,
loro
scarso sentimento
umaav-
che contraddistingue
altro
loro politica,
si
sarebbero in ben
modo
Romani
di
dalla
posito
conservare l'indipendenza
l'integrit
del
territorio,
incendio
gallico
fino
principio della
prima guerra punica, usarono delle loro vittorie non tanto per sfruttare i vinti, quanto per renderli inabili
a nuocere.
Questa era
i
la
Mamertini
agli
a Messina
(1)
dei
Storia-
239
marono
al
soccorso
Cartaginesi, in parte
Fu
senza dubbio
i
quello in cui
dovesse o no in-
in
cui
il
l'intervento (1).
sup-
porre che
Romani
proponessero
lauti
fin
in realt
ciliani
guadagni, n
Solo parve
,
li
precedettero.
la si-
ai
Romani che
uno Stato
l
Cartaginesi di
non
mano
?
ai
Greci d'Italia
Ma
se
e
una guerra
si
sarebbe
in
stata
inevitabile,
sarebbe
dovuta
taginesi
Sicilia
,
combattere
Italia
occupando Messina.
di
Car-
d'altra
tra
Fenici
Greci,
si
stabilisse
una potenza
che
efficacemente in
i
contese.
coi
Chi
poteva guarentire
Greci,
Romani,
di
alleatisi
pi
deboli
non
profittassero
al tutto
i
Semiti
loro colonie
di
Sicilia?
Ma
se
(1)
la relazione
insufficiente di Polyb.
10 seg.
240
iniziarla
biliti
prima che
nell'isola.
Romani
si
fossero sta-
saldamente
ricchezze
n
,
per
desiderio
di
sfruttare
vaste e
ricche provincie
ma
semplicemente perch
pericoloso
ciascuno
l'
per s
e
in-
cremento
che
prendeva
la
potenza dell'altro
non
(e
guerre dell'antid"
tentativi
appropriazione
violenta
dovuti all'insufficiente
spesso
cui
svolse
la vita
dei
popoli
antichi
s'
male provvedeva
sicurasse
a
non
as-
vicini
troppo po-
(1)
Senonch potrebbe
dirsi
deve
il
mancar
tra
po-
per
la tutela della
e nella
e soprattutto
librio pi
il
non esservi
meno
stabile di forze.
241
quali
profittare d'una
crisi interna
L'evidenza
strarci
questo
fatto
il
deve,
io
credo,
moin
quanto
il
sia
ingiusto
condannar troppo
generale
militarismo antico.
Ma
il
per darne
piti
immediati
di essa eran
ben pi dolorosi
moderna
misura
in
quanto
il
sentimento
umanitario assai
gli orrori in
molto minor
non
faccia.
per la storia
dell'antichit
rovine
d'
industrie fiorenti
uomini
liberi (1).
Ma
conda ogni guerra antica non deve impedirci di spingere pi addentro lo sguardo per studiarne gli effetti
meno apparenti
strarne
le
ma
pi importanti
non
Per
illu-
delle guerre
persiane.
Ho
Dove
p. e.
il
Mazzini)
di
Maratona
respinto
1'
(1)
Per quanto
mento umanitario
da ragioni ovvie
impossibilit di attuarlo in
il
principio
fondamentale del
quello
di-
da Senofonte Cyrop.Wl 5, 73: 6piIjiT0i(; iic; eariv, xav -rroXeMovTUJv XvTuuv evai koI t aii)|uaTa tujv v rr) irXei
G.
xai
r xpruuara.
16
De
242
d"ogni
Ma
pi
secolo
XIX
sembra cedere
e
il
pi scettica dei
diversi.
assai
Gi
sull'eroismo
a
nella
lotta
si
comincia
fare
qualche riserva
s'
che
"
morendo
si
sottrasse
il
da
morte
mentre
sacrific volontariamente,
ma
sol-
pag con
dal
la
morte l'errore
di
essersi lasciato
circondare
alla
nemico,
narrazione
"
tradizionale,
sacrifizio di
,
Leonida
un
fatto
degno
di
Don
Chisciotte
(l).
Cos RuEHL Literar. Centralblatt 1877 nr. 33 p. 1095. Che Leonida non abbia avuto la possibilit di ritirarsi la opinione del Beloch Gr. G. I 872, 1 il quale peraltro non avrebbe dovuto allegare il Xyerai con cui
(1)
'
'
Hekod. vii 220 racconta la cosa: perch il XyeTai si riferisce solo al dubbio se quelli che si ritirarono lo abA me non par biano fatto no col consenso di Leonida. dubbio che la occupazione delle Termopile con poche
forze, nella
il passo ai Persiani, uno commessi in questa guerra dai Greci errore scusabile, poich non avendo mai fatto la guerra in grande, dovevano pur imparare a proprie spese come si faccia; ma d'altro canto non vedo nessuna ragione seria perch Leonida non sia rimasto deliberatamente sul posto dopo risaputo dell'aggiramento e mi sembra pure indubitato che il suo sacrifizio fu di non poco van-
speranza di chiudere
taggio nella causa della libert: entro questi limiti mi accordo col Delbrueck Geschichte der Kriegskunst I^ (Berlin
1908) p, 76 segg.,pur non condividendo punto la sua opinione che Leonida abbia mirato col suo sacrificio a co-
243
a
do-
comincia
mandare
vittoria
tra dei
critici
se poi proprio
si
debba ascrivere
i
Greci,
(1).
il
vin-
si
osserva,
non
Lidi e
ai
Persiani,
a praticare la
la loro lettera-
La
dif-
per rispondere
si
deve
stabilire
come
sa-
rebbero andate
le
Or
nimenti
reali,
difficilissima
pu sembrar quella di studiar gli avvenimenti possibili. E e' chi condanna addirittura per principio
tentativi di questo genere.
"
Le questioni
si
(dice p.
e. il
posta:
Che cosa
volgere
Persiani,
si
fosse rivolto
peloponnesiaco:
contro la quale
v.
anche
Busolt
Griech. Geschichte
p.
686
n.
1.
E anche
la ipotesi del
p.
308 seg.
di osserva-
244
verso occidente e
stioni
Romani,
tali
quedel
sou
vane
(1).
Ma
le
questa
asserzione
Man-
zoni
So bene quanto
ci
sia
d'incerto e d'arrischiato
si pas-^a
una
si
ipotesi.
per
lo
stesso e V unico
mezzo
di cui
Il
possa
servii'e,
e si serva a ragione, la
prudenza.
dannoso)
implica necessariamente
paragone
;
pi o
meno
solo
uno
possibile
giacch non
non sarebbe cosa ragionevole, ma non pu ueppui-e venii'e in mente a nessuno di chiamare utile o dannoso un fatto, senza che fare altrimenti avi-ebbe
portate o peggiori o migliori
conseguenze
(2).
Ci
mostra che
tali ricerche
non
solo possono,
ma debbono
somma
cautela, da chiunque
come
scienza.
e
,
Ora
un fenomeno costante
ripetutamente osse
un popolo ne
,
soggioga
ti'a
un
e
altro
di
civilt diseguale
si
determina
vinti
vincitori
uno scambio
di
di elementi di ci-
vilt
ed
una specie
noto
Greci a
Roma.
ma
anche
tamente
progresso della
(1)
J
Storia
dell'Europei
durante
la rivoluzione
francese
(1890) 11.
(2)
La
245
cui
momento
in
,
una
il
dominio romano
Per
citare
un letterato un esempio, la
scrittori
che
pensatori
e fors'anche
conquista romana
non diede
scrittori
Mosco, che
pensatori di poco
o di pochissimo conto
di
Diodoro
Agirlo
la
(1).
Il
che
le
il
dominio
straniero
abolendo
libert
tarp
ali
vuota, dacch
lon-
tanamente a togliere
Greci di Sicilia
la
libert di
si
trattava
soprattutto
tra
due
civilt
messe
in
immediato
starsi,
contatto
dalla
conquista.
Per illustrare
che
di
colare di cui ci
occupiamo
(2).
(1)
V. su tutto ci
il
Historisclie Zeitschrift
il
'
problema della
assai
pii
fine
antica approfondito
recenti,
p.
e.
che non
des
in altri scritti
Seeck
Geschichte
p.
Un-
tergangs
der antiken
Welt
(Berlin 1897)
270 segg.
L. M. Hartmann La rovina del mondo antico (trad. ital. Torino-Roma 1904) o persino E. Meyer WirthschaftUche Entanckelung des Altertums, 'Jahrbb.fur National okonomie'
l'imbarbarimento
sotto
un aspetto
al-
quanto diverso.
246
Quando un
opere
tecnica
deve
i
superare
non
altro
in
perfezione di
di scienza
i
uomo
sa che, s'egli
non
fa progredire la
sua disciplina,
involgere
suoi
volumi
serviranno
soltanto
ad
quiclquid
un impulso costante
ci che
si
a far
sempre meglio.
Ma quando
soltanto
di
di far
ma
divulgare
come
e
si
dice
le
son
giunti
col
raccoglie pi
meglio manca
con
ci stesso
perdendo
rimane stazionari o
ai
decade.
cos
appunto avvenne
essi
Greci da quando
pi intellettuali tra
gredire
ma
da maestri, da interpreti
rante vincitore.
Un fenomeno analogo
sia in altro
modo,
della
i
si
sottomissione
eguale,
civilt
Grecia
Persiani
in
analogo
non
perch
Romani erano
tutto a
possesso di una
rispondente al
medesima radice protoaria, che soltanto aveva raggiunto un grado meno elevato di svolgitata
sulla
mento,
ma
vecchie
civilt
persiana, portando
orientali
di elementi
nella
lo
civilt
ne avrebbe arrestato o
tardato
svilujjpo
ad ogni
247
assai
rimediabile
dandogli un indirizzo
al
meno
pii
libero, assai
meno conforme
il
zioni arie.
N
,
si
dica che
rilassato
perch
il
mi par
di
fenomeno
ho cercato
dal
d'
additar alcuna
tra
maggiore o
minore
indipendenza
paesi di conquista.
Ma
la
d'
importanza gravissima.
agli
inizi
L' Italia
al
pari
in
della
Grecia
della storia
:
appar divisa
un
territorio
Roma, ve
n'
erano
non meno
di quarantasette.
difficili,
smercio
ami
della
giustizia
si
difficilissima,
perch
estradizione
consideravano come
lesivi
modo
un misfatto
Roma
prima che
si
fosse concordato
un comune piano
r et micenea,
tale
di
l'
difesa.
Italia
nell' et
origini
di
Roma. Quando
tario,
civile.
i
la storia
dell'antichit
chiude, agli
sostituito
248
Or
antica
del
deve
radici
se la civilt
diifuse
gett
si
salde
nel bacino
;
Mediterraneo,
ma
di
Roma,
la
pax Romana
che ne fu
l'effetto
era,
pei
immenso
beneficio e
come
tenessero
zione
della
veniva riconosciuta.
si
benefica
effettu
essenzialmente
guerra.
dire che
mai presa
di
mira come
delle
loro
guerre.
Antemne
s'
al
confluente
e
di
Crustumerio
di
Genina
poca
distanza di
l,
non
d'iniziare
quella
di
conquiste che
sul
guidarono
e
le
aquile
romane
sul Reno,
Danubio
sull'Eufrate.
Ma
che
lor
volta
si
fusero
in
grandi Stati,
quali, finalmente, a
massima dalla conquista, altri invece, come, per citare un esempio, la lega achea, ripetevano la loro origine
solo indirettamente dalla guerra
,
in
quanto
cio
si
Ma pu
di
gimento
riali
mate-
formare
nell' anti-
249
minimi
erano in grado di
soddisfare
alle
civilt progredita.
La
quando
si
pren-
dano a disaminare
Non
duopo
trattenerci
sulla
e
prosperit economica
sugi' incrementi
che
ri-
Ma
purtroppo
la
pace non
soltanto
Calila,
una
efficacia
il
benefica.
pace di
si
che chiuse
veduto
sorgervi maeil
stoso
con
le
Parte-
mentre
i
alle
Dionisie
e alle
Lenee
si
rappresentavano
,
capolavori d'Euripide,
la
di
Sofocle e di Gratino
mentre
eloquenza di Pericle
e
Protagora ed Anassapesse
facevano
e lontani
intravvedere a chi
pensare
nuovi
bitare
du-
del
discutere
monie
del
cosmo.
tanta luce di
operosa,
si
una mente ordinatrice le arNessuno avrebbe pensato che fra progresso ; in mezzo a quella pace cos
la
preparava
Macedonia,
siasi
rendeva fatale
zione.
pace perch
e
si
rila-
sciassero
legami morali
dalla
tra
Atene
gli Ioni,
che
s'erano
liberati
Da una
pericolo
parte gli
del
al-
ateniesi,
dimentichi del
dominio
ere-
straniero e adagiandosi in
una
fallace sicurezza,
250
guadagno immediato
e,
Ate-
niesi
pel
momento
di
dal timore
sfruttare
guerre
persiane, credettero
poter
essi
avevano
il
pi piena
che
abbia
antichit,
la
debbono
assicurare
gli
abitanti
si
dalle
invasioni barbariche, ed
entro
confini
giu-
come
Spagna,
come
della
difesa
della
Britannia
di
cosi
di
comuni-
commerci
,
ten-estri fra
lontane
nel Mediterraneo
la pirateria,
su
cui viene
accuratamente repi'essa
mercantile.
fiorisce la
marina
E come
si
talch qualunque
subito
cosa
si
scriva o
ai
pensi a
della
Roma
od in Atene
conosciuta
ritania.
confini
Caledonia o
della
Mau:
Siffatta
pace
ordinata
ha
indotto
Teodoro
famosa
Mommsen
"
scrivere
Dato che una volta un angelo del Signore dovesse bilanciare se il territorio dominato da Severo Antonino allora od oggi sia stato governato con maggiore
intelligenza od umanit, se civilt e benessere da allora
in generale
abbiano progredito
il
o a
declinato, molto
dubbio
se
giudizio
sarebbe
favore
del
pre-
251
A questa
e
Ma
dell'
indubitato
che vi
in Africa
fors'ancbe in
fino
Europa che
dal declinare
impero romano
i
conosciuto
e civile.
benefizi d'un
Ora su questo
Costantino
l'
impero
si
riordina
prepara
alle ul-
talle
mente modificata
arti belle
che
si
pu appena riconoscere:
Roma
al
tutto
lo
spirito
meno
presso tutti
popoli
dell'
im-
non ostante
altri
la
gravezza
delle
al
imposte
la
severit
provvedere senza
difficolt.
Ora
io
non
vorrei gi dire
stata
cagionata
dalla pace
ma non
v'
dubbio
(2),
dell' et
imperiale
non cagion
nella
la
Di vero
beramente
grande
pace
interna
ed esterna
gli
li-
loro lavorio
mentre una
il
punto
in cui la
compagine
(1)
(2)
Rom. Geschichte V^
p.
5.
Claudia
l'im-
guerric-
sempre impegnati.
0=i9
cominciava a sgretolarsi
pensare ad un rimedio
le
quando non
solo v'era
un rimedio, ma
classi dirie
trovarlo
di
ten-
in
cui le
le
disperdono
i
lo
Stato rischia
divenire
inetto ad assolvere
germi di
predominava
la
l'im-
la
pubblica tutte
le
energie.
la
per ci che
daglia,
riflette
guerra,
rovescio
della
me-
e dal
sangue
s parecchi
germi
di rovina.
Neli
quella
unione
il
Romani soggiogando
Greci, troncarono
la
piccoli proprietari
il
centrale, che
e
formavano
pii
ncciolo degli
eserciti
romani
Telemento
i
in
campi
di
parte dopo
le
armi torna-
rono
vita
inetti
di
campagnuoli,
cos
decadde
il
ceto
medio
(1)
p. 17
253
campo
di lotta tra
Non
lo Stato
effetti delle
Roma
sieno
stati
rovinosi per
romano
mondo
antico in generale;
effetti
ma
acciden-
speciali
cui
si
combatterono
cui
Romani
e
si
per
l'esistenza (1)
un popolo pi
Senonch
effetto
le
incivilito,
ma men
bene ordinato e
dotato in misura
assai
minore
di spirito guerresco.
rovinoso
dente dal
modo come
la
intendevano
pra-
ticavano la guerra:
diffusione
della schiavit.
il
La
vero
disumana che fu
e
cancro del
mondo
era
antico,
altro
risale all' et in
e in cui allo
si
sinonimo di nemico
al
nemico non
rico-
nosceva alcun
bara
versi
gli
effetti
;
diritto.
Omero
gli
si
uccidevano
,
gli
uomini,
si
davano
alle
i
fiamme
fanciulli
edifiz
si
le
donne
Poi
sebbene
il
diritto
di
(1)
Su questa tensione
II
di
forze v. p.
e. la
mia Storia
il
dei
Romani
di
202 seg.
sulla
(2)
E fondamentale
E.
schiavit
antica
piccolo
scritto
Meyer Die
1898).
(3)
I
uvei,
I
593 seg.: vpae; inv KTeivouoi, ttXiv xe irp ^aTKva x'aXXoi fi^cuai paOu^duvou^ xe -fuvatKac;.
254
gueiTa
si
prigionieri di guerra
l'uso
che non
si
riscattavano
rimase
ci posto, s'in-
dove trovava
condizioni favorichiesta di
ossia
specialmente
mano
anzi, se la
sufficiente di schiavi,
mezzi anche
pii
odiosi,
come
la pirateria.
Cos
si
ac-
cumularono centinaia
statistica,
e migliaia di schiavi.
i
se
anche
pi recenti scrittori di
in Grecia ed in
Roma
(1),
una gravissima
facile
il
riper-
pensare a quali
possesso incondi-
parlante
instrumentum vocale
come
la si
li-
chiamava,
la cui tutela e
,
mitatissima
maggior parte
gli
abiti
disumani
schiavi
dovevano necessariamente
liberi (2).
ci spiega
potessero
dominare
despoti
sanguinari
Ci spiega pure
come
(Leipzig 1886)
Beloch Die Beiolkerung der griech.-roinischen Welt p. 84 segg. 403 seg. 413 segg. (2) V. su ci molte osservazioni assennate pressoWALLON Histoire de Vesclavage dans Vantiquit 11'^ (Paris 1879)
(1)
p.
325 segg.
(3)
S'intende bene
che non
la.
255
diritto criminale
romano
al
pene pi ripugnanti
erano prima applicate
ci contribuisce
si
in generale
spiegare la mostruosa
corruzione
che
qaella
in
cui
la
popolazione
schiava di
effetti
Roma
fu pi numerosa. Perniciosi
come
gli
nomici.
bcntenza
Vero
che
comune che
nella
la
abbia
bero
ucciso
(2).
Grecia ed
Roma
il
lavoro
di
li-
Per
Grecia infatti
documenti
Delo
stesso
mente
di dire
che la schiavit
spieghi
il
i
fatto
dell'autorit dispotica;
suoi peggiori
diverse, p.
e.
nel-
degni in qualche
(1)
modo
Come
noto,
questa tendenza
ad accostare agli
al
penale
si
afferma chiaramente
41, 11), per
tempo
di
origini
p.
stesse
dell'impero. Cf.
Si
Mommsen
bene
ri-
Rom. Strafrecht
1082 segg.
spiega
assai
manendo nell'ordine d'idee che son venuto svolgendo come al tempo stesso, d'altra parte, la legge prendesse
ad occuparsi
degli
con
di
cui-a
schiavi,
i
tanto
di
quanto
p.
3 segg.
Gdiraud La main-d'ceuvre
'
industrielle
dans
os-
mie
Riv. di
filol.
'
XXX
256
abbondante
e
la
mano
tavia
come
in
Roma una
ogni
modo
Ora per fermo questo fenomeno non si sarebbe manifestato con tanta intensit e non avrebbe avuto una cos terribile efficacia
lo stesso, della classe abbiente.
negli
ordinamenti
politici
(1).
senza la schiavit
Riassumendo
tribu in larga
al
progresso del
la
ai
mondo
pace
popoli
di
antico con-
ma
il
anche
la
guerra:
la
pace procacciando
e
benessere
nelle
;
economico
scienze,
dando
lettere
,
loro
agio
,
progredire
nelle
sia col
la
nelle arti
nelle industrie
la
guerra
sia
alla
salvando
dalla assimilazione
immobile
maggior monarchia
pace nell'antichit,
orientale.
Ma
per
le
condizioni
tra
tavano anche
traeva con s
effetti
sommamente
i
La guerra
in
le
la
schiavit,
condi-
economiche furono
tali
si
da pei'met-
scompagn
e dispersione
(1)
in
mezzo ad
Zar
Soziaip.
Aufstze
257
e
pro-
fonda,
come
meno
moderna
e cristiana di
effetti malefci
rimuoche la
pace
e la
guerra ebbero
nell' antichit.
Per
ci che con-
umanitario, la schiavit
come
effetto
della
prigionia
giori
malanni
che
affliggessero
ma
della
pace,
perch non
sia
volte
anche nella
societ
moderna, conviene
gli
prima
egoismi indivi-
(1)
Fk.
di questo
mio saggio
'
pubblicata
n.
Berliner
pliil.
Wochenschrift
1907
che esempio tipico delle recensioni fatte senza capir nulla degli scritti cui si riferiscono, mi attri42
p. 1336,
neten Friedens
dass der moderne Zustand des bewaffmit seltenen und kurzen Kriege die Vorziige von Krieg und Frieden vereinigt ohne die ihnen im Altertum anhaftenden Uebel '. Non ho mai detto ne
buisce la opinione
'
il
suo stu-
materialismo storico mentre ammetto che i Romani in molte guerre combatterono per l'esistenza: quasich la lotta d'uno Stato per l'esistenza vada giudicata alla stregua della definizione biologica
di questa lotta; o quasich,
lecito dissentire dal
(sia
anche ammesso
ci,
non
sia
materialismo storico, che tutto riduce pure in ultima istanza) a fenomeni economici, a chi
com' naturale, del fattore economico nello
fatti della vita sociale.
i
tien conto,
spiegare
G-
De
17
258
duali e di classe,
nell'interesse di tutti
si
sacrifizio
il
non
veda
l'utilit
sacrifizio
posteri,
anche
e glorioso,
ma
Ad
popoli
dovere
giovani
io
il
l'azione.
gli
Ed
insegnamenti
noi le ragioni dei fatti sociali e gli esempi delle generazioni che vi hanno preceduto per esserne migliori,
saprete avvicinare in
modo
insperato
all'
effettuazione
sguardo.
APPENDICE
Intorno
al
materialismo storico.
Unsere Zeit
ist beherrscht von Triebe nach Schlagworten
dem
und von dem Wahne etwas zu wissen und eine Erscheinung zu begreifen wenn sie mit Schlagworten
um
sich wirft.
E. Meyer.
"
il
cercar
d'argomentare contro
formale
che
sta
fondamento
ricerca social^
Il
ma-
terialismo storico
la
un metodo
Questo principio
di
affatto indipendente
singoli
avvenimenti so-
"Il
materialismo
storico
(scrive
Benedetto
Croce) non e
della
storia,
(1)
260
dello
storico
(1)
esso
un canone
d'interpretazione
e
"
trover
come in ogni altro canone lo storico vi un semplice istrumento che gli pu essere
e
il
(2).
Non
si
interpretazioni
v'ha di pi
e
il
contraddicono scambievolmente,
certo
ma
pongono, n
pi
sfugge
ad
essi
stessi (3),
chiare
pi
il
ripetute
fondatori
(4).
Marx
non
si
e l'Engels
Ci
evidente
soprattutto
rispetto
alla
dottrina
dello
Stammler. L'Engels
sul
infatti
stanca di insistere
materiali-
fondamento empirico
della
concezione
fondamento empirico
gloria contrapponendolo
enumera
egli stesso
(1)
Materialismo
Ibid. p.
storico ed
economia
marxista, 2* ed.
(1907) p. 22.
(2)
100.
cit.
Croce op.
p.
109 segg.
Non
ma-
Del
libro,
materialismo
storico'
P.
1897) p. 354 n. 2, " ist nur eiue Umschreibung und Erklilrung des Marxismus
schichte als Sociologie I (Leipzig
in
verschiedenen Wendungen.
,.
desselben
APPENDICE
gli
261
XIX
in cui la prevalenza
s
del fattore
economico era
(a parere suo) di
evidente
che indussero ad
un nuovo esame
tutta la storia
per cercarvi
se,
prevalenza del
economico che
ma
a
tempi presenti
(cos
sembrava affermare.
costrinsero
la
nuovi
fatti
l'Engels) (1)
sottoporre a nuova
e allora si di-
disamina
tutta
mostr
che
tutta la
precedente, ad eccezione
classe
e
che codeste
classi
le
quali
il
si
combattono a vicenda
produzione e di scambio
dizioni
economiche
della loro
che pertanto la
in ciascun caso
forma
tutta la
politiche
fiche o
soprastruttura
delle
istituzioni
giuridiche e
,
come pure
il
filoso-
N meno
vi-
gorosamente
pirico della
deve
appropriarsi
forme
di
sviluppo, rintrac-
loro
intimo
legame.
Solo
dopo
compiuto
reale
si
movimento. Se
materia
rispecchia idealmente
(nelle
nostre
fare
rico-
struzioni),
con
(2).
Ed
questo fonda-
(1)
262
mento empirico voleva appunto alludere il Marx quando scriveva quella frase sul cui significato si tanto discusso, che cio l'ideale per lui non era altro se non il materiale trasportato e tradotto nel cervello umano.
Ma
anche
la
due
non avevano punto inteso di proporre un semplice canone d'interpretazione storica da ma,
neggiare
con
somma
cautela e
cui
come
a tutti
un valore
approssi-
il
essere
dalla
coscienza
come
scoperta
della
al socialismo
(1);
inoltre esso d
scientifico,
rivelandolo,
come
e
l'effetto
della
lotta
tra
il
due
classi
proletariato,
la soluzione
si
che
conflitto
avi'
nell'avvenire.
se
Ora non
voglia
vede
come
rico
fatto
ci sia possibile,
non
vi
si
il
ammettere
nel
che nella
"
mente
e
materialismo sto-
abbia
colto
che
ha di essenziale
del
storico
,
visto la legge
suo
reale
proce-
dere
(2).
Non
vorrei
peraltro
(1)
Cos
il
Marx
p.
Oekonomie herausg.
e
Kactskt
1907)
lv;
quasi
con
le
stesse parole
p. 33.
Gextilk Ln
filosofia
di
Marx
APPENDICE
luce
263
quanto
discostino
ho inteso
aiFatto di
e
negare n all'una n
all'altra
una
ragione d'essere
una relativa
e
giustificazione.
Perch
questo
per l'appunto di
chiarirsi e di svolgersi;
perch
germi
di
Marx.
Il
il
difetto
si
di questi scritti
sta nell'
adattamento
della
(che
talora
riduce ad
un accozzamento)
indagine
empirica
Da
ci nasce la insanabile
conduce
"
a fare
un a priori
(1):
di
ci
che
si
empirico,
deve rimettere
onde
contenuto e
il
valore
come di principio che trascende l'esperienza e che si desume unicamente dall'analisi dei concetti (2). N poteva mancare d'altra parte che, avvertendo come non la pura analisi dei
filosofico
quella
dottrina
ma
sosi
credesse
di
risolverla
in
un
ammonimento
a tener
reali
su quelle condizioni
come
Gentile op. cit. p. 46. Stammler loc. cit.: Seine Richtigkeit (del principio fondamentale del materialismo storico) kann sonach aucli nur durch Zergliederung der Grundbegriffe, die wir
(1)
(2)
verwenden
an einander geschehen.
2G4
Non
peraltro
ma-
buon giuoco
ai difensori di
quella dottrina
si
lascino
di
guidare
spirito
parte. Infatti
di
combatte partendo
dall'esame
singoli
fatti
storici
non manca
la
chi sia
cui ragione
;
desume dall' analisi dei concetti e se si movendo dall'analisi dei concetti, facile opporre cbe essa ba un fondamento empirico. In realt non sembra cbe possa considerarsi se non come una pura abeirazione una dottrina intorno all'intercombatte
la
quale pretenda
di
sot-
Un
tempo si riputava la filosofia ancella della teologia, e non era bene peggio assai per sarebbe ridurre la storia ad ancella di una filosofia ed imporle una interpretazione dei fatti che essa non sia in grado di verificare: una tale interpretazione sarebbe, per ci
:
stesso, antistorica.
Ma, data
qual
la verificabilit del
materialismo storico, in
alla
modo deve
arduo
procedersi
verifica?
anche
per la
Lo
famosa
li-
1'
altra limi-
se
non
in
una
sulla
evoluzione
del
socialismo
dalla utopia
APPENDICE
265
blicate
ne' suoi
ultimi anni,
alle
"
potenze
ideolo-
giche
,,
dalle con-
di
movimento
prime
e
una
facolt
d' interferire
nei
rigide
e
non
(1)
Manca
detto
cos
neWAtiti-Duhring
parentesi,
(Stuttgart
citare
1907).
sia
tra
impossibile
questo
libro,
per cura
(p. v) di
Il
pen-
modo
pii
Kant,
in
delle cose
un dato momento una infinita serie di stati successivi perche una serie infinita non pu esser comcon successive
sintesi.
'
piuta
Also
(conclude)
ist
cine
Anfang der Welt eine notwendige Bedingung ihres Daseins Quindi (suona la traduzione italiana p. 36) una serie infinita di mondi non possibile se non a condizione che l'universo avesse avuto un principio (2) Alludo soprattutto alle due ben note lettere del 21 settembre 1890 e del 2-5 gennaio 1894 pubblicate nel Sozialist. Akademiker a. 1895 n. 19 e 20. Su di esse V. Bernstein Die Voraussetzungen des Sozialismus tmd die
'.
'
'.
'
^^
l'eccellente
phischen
iind
sociologischen
Masaryk Die philosodes Marxismus 104 segg. Non mi sembra invece che
libro del
Grandlageii
266
esit
ad affermare che nel dar forma a questa dottrina non si era sulle prime tenuto il debito conto di tutti i momenti che insieme col fondamentale, l'economico, hanno parte nei fenomeni storici. Dopo ci da non
pochi scrittori
nere
stein
socialisti o semisocialisti
in
ispecie
te-
come
,
l'erede
intellettuale
la
interdipendenza
scambievole
fenomeni
punto che
la riduzione di
viene
in
suo
significato
il
suo va-
Vi hanno poi
eerto
di quelli
;
non
la
male
soltanto
della
quando
forma
si
nega
pro-
esplicitamente
l'attivit
riducibilit
etica della
umana
alla
continua
a farla,
alte
proposito
dal
Croce,
" all'
ego
carpam dell'aneddoto
fratesco
(2).
infatti
assegnata
il
passo
del
Kapital
III
(Hamburg
1904)
p. 325 secondo cui la base economica di tutta la costruzione sociale " durch zahllos verschiedne empirische
Umstande
Naturbedingungen
Racenverhltnisse,
u.
s.
von
w. unend-
und Abstufungen in der Erscheinung nur durch Analyse dieser empirisch gegebnen Umstande zu begreit'en sind ,. Non vedo che con queste frasi si esca necessariamente dalla cerchia
zeigen kann, die
dei fattori materiali.
(1)
dell'ortodossia
marxistica la critica
che
delle
et
dottrine
del Bernstein fa
iiqie
san cri-
(2j
APPENDICE
267
questa
fatti
so-
sia pui-e in
E
tura
del
vi
ha
di pi.
Il
principio
della interdipendenza
stati
gi
prima
sto-
Marx
e senza far e
capo
in
alle
in teoria
rica (1).
applicati
pratica
indagine
dell' antichit
che,
esitano ad accettarli,
dal
ripetono
Engels,
e
il
loro
Marx
dall'
ma
da
da Rodolfo di Gneist
il
soprattutto
Boeekh ha per
Vico, per non
il
di
fino
al
Montesquieu
ed
al
Ma
ad ogni
modo
Boeckh
ha teoricamente
come
la scienza del-
perci
dopo
essersi
nutrito
Boeckh o del
a
studiar
la
leggendo
che
"
chi
si
faccia
dopo
esser
passato attraverso
gli
le lezioni della
socialista,
come
un miope
l'essersi
(1)
si
trovano
Nel rilevare in che consista la novit del marxismo pienamente d'accordo i seguaci che diremo
avversari risoluti
come il Kadtsky 1. cit., con come Carlo F. Ferraris nel suo libro
e lo
materialismo storico
Stato
(Palermo 1897). V.
ivi
268
fornito di
Boeckh
sia
,
:
(1).
Non
che
il
no
zione di tutti
posizione
centrale
ai fattori
umana
il
presso
il
Boeckh non
giunti per
traccia. e
Ma egli
in realt
precursore di
alti-i
quegl' indirizzi
metodi
son
un lungo
circuito attraverso
marxismo,
perandolo.
il
E
(2),
cos che
mentre
al
fondamento economico
d'Atene
Roma
non
si
suoi libri
come
Napoleone
la
cadde perch
la
ovvero che
d'
conquista romana fu
l'effetto della
formazione
una
il
democrazia nazionale
scoperte dei
e mercantile (4 j.
Queste
e simili
mostrano che
nuovo
nel
il
modo
che deve
(1)
Croce op.
cit. p.
27.
(2)
p.
398 seg.
Geschichtsaitffassegj^.
G. Kracse
Die Entivickelung
sing bis
(4)
errore
Xsopol La
tJu'orie
(Paris 1908)
427 segg.
APPENDICE
269
supposti filosofici del Mai'x e dell'Engels (1) e in particolare del materialismo metafsico
teorico.
non ha che un
il
interesse
materia-
il
moderno
;
movimento
si
ma
materialismo storico
meno
di franchezza rinne;
conoscenza;
perch
terpretazione psicologica
presuppone
(2).
,
Ma
se
non
di
inutile,
pu
lo
storico
prima
alla
forma economica
lo storico che
la labilit
da questo punto
lasci
di vista, per
non
si
guidare da preconcetti,
delle
dottrine
materialistiche
appare
evi-
(1)
ftr
V. il saggio che ne d Benno Erdmann Jahrbuch Gesetzgebung XXXI (1907), 3 p. 1 segg. (2) V. SiMMEL Die Prohleme der Geschichtsphilosophie
'
'
p. e.
der Geschichte
ah
Sociologie
p.
Der moderne Materialismus ah Weltanschauung iind Geschichtsprincip (Leipzig 1904) p. 86 segg. V. anche le osservazioni del BocGL Revue de mtaphysique et de
'
morale
'
XVI
270
dente.
le
La
societ
umana
anche
norme
la ri-
alle altre
eminentemente antistogiuridiche
di
poich
in
coesistenza
politiche
primordiale.
Norme
forme
da
e di
produzione, di
consumo
corpo,
se
sono inscindibili,
come materia
forma della
Ma
a quei
il
spassionato
fe-
nomeno
il
il
fenomeno religioso
:
infatti es-
senzialmente primitivo
"
Non pu
il
contestarsi (scrive
Durkheim)
che
in
origine
la
fattore
economico
rudimentale,
mentre
e
vita
religiosa al contrario
lussureggiante
invadente.
Del resto
le religioni
sviluppo economico
a modificarsi
momento
mangano sostanzialmente invariate; e assai meno pronte a mutare e meno atte a cagionar mutamenti pi.
(1)
Nell'aver
messo
ci
chiaramente
dello
in
luce sta
il
Revue philosophique
'
XLIV a897)
Cfr.
APPENDICE
tardi,
271
anche se
si
cui vivono
modifica profondamente.
la storia delle
Marx
e l'Engels si
una
seria
dimostrazione
del
asserto
che
essi
modo
il
appena
percettibili,
lentissimo
si
affermano; e pure
si
i
carattere d'assoluta
il
pre-
sentano,
del
loro manifestarsi
e dello spazio
li
come trascendenti
limiti
tempo
distingue recisamente da
sia
pure
una
immu-
tabile
un
principio
direttivo
della
nostra
operosit
pratica,
dall'esser ritenuto
creando
modo
nel
genti
riore,
la
ricchezza
d modo
alla personalit
e
umana
di
affermarsi
dinanzi alla
ciale.
coscienza
di
Non
cetto morale,
la
sua
al
fattore
al
economico,
valore
qualunque
giudizio
faccia
intorno
di dati concetti
aggiunga che
fenomeni
economici, lo
i
fenomeno economico,
in-
(11 Cfr. p.
e.
R. EucKEN
Reli-
88 segg.
272
momento
etico
ci
riconoscono
non pochi
riduzioni
in
scrittori
(1).
Ma
analisi
prescindendo
da
queste
ultima
Tate
o,
noscere
nessun
tutto
ipote-
economico spetta
il
mate-
com'
chiaro,
mezzo che
a
a\^enimenti
che ne
toporre
disamina
pretendere
accurata
spiegazioni
propongono
ridicolo
il
Certamente sarebbe
tesi
aver abbattuto la
piti
matese
rialistica ('intesa in
questo senso
limitato),
in
fattore
visibile,
fattori.
Ma
il
pu prepararsi
dimostra
giudizio definitivo.
sieno
E
le
frat-
tanto
si
quanto
avventate
fatti
,
sintesi
avevano spesso
o che
,
e superficiale
peggio,
quanto
sia inoltre
poco solido
e
il
il
fondamento empirico
valore
la
si
di quella dottrina
le
si
esagerato
che
torto
attribuisce
anche quando
consideri
come semplice
sussidio
spesso ad
ci)
Labriola
pubbL da
APPENDICE
fico
273
della
quelli che
sanno
d'esser
:
degni
di
ci
spiacevole
sarebbe peraltro
lasciare
a codesta
consapevole
della
sua
inettitudine
ad
argomentare,
alla
discorrendo
della
mondo
antico, presi in
esame (sopra
possibile,
232) nel
modo
cortese che,
rispetto a
quando mi
soglio
usare per
me
stesso, le osservazioni
messe innanzi da
uno
antiche.
Per
la
mente
solo
alla
ne valesse la pena,
lasciato
forma personale
lo scrittore
mi costringa
dare
mie
parole
Ora
secondo
questo
la
causa in ultima
riduce "all'insufficiente
sviluppo
di
forze
produttive,
che
tende a spostare
(p.
152)
detto
non
press" a
poco
come
egli
asserisce
non
senza
(1)
Alludo all'opuscoletto
di
E.
Ciccotti
La
filosofa
della
guerra
e la
guerra alla
titolo
filosofa
(Milano
1905),
malamente ricopiato da un ben noto volume del Marx, con uno stile lutolento da disgranon vi manca neppure l'acdare quello dell' 'Asino
cui l'A. sotto
un
'
d saggio di cenno obbligato al saci-ifizio origenico una erudizione e d'una logica pari alla sua cortesia.
G.
De
18
274
audacia
nella
replica
(p.
4),
ispirata
di
evidentemente
i
al desiderio, errori,
troppo naturale,
rimangiare
propri
siffatta
ma
asserzione
"
in
la
guerra
presenta come un
(p.
questa ve-
assai
;
imprecisa ed
infelice,
una
ma supponendo
che
l'
autore
produttive
tal
in
un grado
la
insufficiente di sviluppo. In
senso
ho inteso
brevemente,
ma
esattamente;
Non
o
son
meno dicono
scrittori
socialisti.
Fesjjres-
Kautsky
(1).
"
La prima cagione
di
ci
insufficienza
che
serve al nutrimento
pastorizia
ci
agricoltura e
sono
pi
Ma
il
sopravviene con
possesso di rice difesa dalla
,.
chezze
La guerra
rapina, e tale
in sostanza
Come
talit
si
vede
lo
si
rispecchia in queste
men-
stile
Tornando
ancora
il
allo
cui
alludo, ne
le
chiarir
parole da lui
(1)
gart 1906)
101.
APPENDICE
275
usate altrove
derio
la radice della
e si
potrebbe anche
dire, in
bisogno
sforzo,
problema
ripete
(p. 208).
(le
poco
diversamente
egli
tauto-
che
"
lo
sviluppo
insufficiente
della tecnica
delle
non permetteva
soddisfazione
di svol-
gere sino
alla
pi
amjjia
dei
"
propri
che una
appro-
tivamente
ad ogni
altro
Dove
il
del resto
non
si
saprebbe mai
lo svi-
ammirare abbastanza
teva
l'altro
uno sviluppo
sufficiente
produzione
mancava:
i
che
sempre
pi
istanza
La guerra, dicono dunque una rapina destinata cienza della produzione. Ora
patriottiche
socialisti,
in
ultima
insuffi-
a sopperire
alla
idealit
zioni personali
cuoprono
combattono
e
magari cagioni
le
profonde,
quell'asserto
ha senso
"
ne ha importanza
la verifica.
Ma
se alla
specie di
ultima istanza si ricorre come a una Deus ex machina per trovarvi uno scampo a
di
rischia
276
pure euristica, e
scientifica.
Se nel
stata
determinata
apparentemente
realmente
il
prin^
afferma,
senza
o quelle am-
hanno
"
magari
nelle
ideologie
che,
formatesi
della pro-
come soprastrutture
duzione da secoli e
delle condizioni
secoli,
reali
han dato
si
riduce l'asser-
di ricchezze cagio-
di forze produttive, si
gli
un pretesto
arbitraria
per mettere
nella
carta
il
Perch, del
al
resto, prescin-
dendo
dalla
riduzione
,
generale e dallo
spiacevole
gergo
le
socialista
solo
mico;
verit notissima.
"
Senonch come diceva bene Paolo Guiraud (1), una generazione d" uomini si rende rarissimamente
,
conto
dell'ufficio
ma
questo
avvenire
.
spesso
il
contrario di ci che
ri-
essa voleva
d'un avvenimento
reali,
cause
o peggio
di
debbano
essere
della
stessa
natura
(1)
p. 293.
APPENDICE
quelli (1).
277
il
un
fatto
non pu essere
con
fatti
il
se
non
di
avvenne
e sul raffronto
cui
modo
la
si
nostra
esperienza
dall' eflPetto
immediata.
alla
guisa
procede
causa
fisiche;
solo
in
queste pu darsi
non
la
alla
sua genesi.
di
Ad
dagli
ogni
modo
alle
vera
via
risalire
effetti
quando si voglia da quel che tien dietro ad un avvenimento risalire a ci da cui esso
mentre
procede,
effetti,
il
si si
parte,
chi
effetti
degli
morte
di
lire:
fatti
d'ordine
fatto pu-
un
ramente meccanico
si
sbaglierebbe d'assai
movendo
dalla
dalla
intensit,
le
cose
mu-
quando
le
forze fisiche
non abbiano
nel fatto
una azione
a caso da
cosi diretta
(1) Il
chiaro
Guiraud non s' mai sognato di dir ci e si vede quando cita, a documentare la sua asserzione, le
Romani che
al
li
condussero senza
278
fondere
la
del
sasso
tirato
con
un innocente capriccio
sia
di fanciullo.
Parimente
di
assai difficile
Alessandro
Magno
grave
di
effetti
in
ellenistico;
ma
questi
malattia
della
morte
del
pure della
Sicilia
guerra
mossa
effetto
da Cartagine
principale
il
Greci di
nel
410
fu
sorgere nel-
isola della
monarcbia militare
affatto
di Dionisio.
Or
certo,
prescindendo
sotto cui
la
si
dagli
"
ingannevoli
le
miraggi
possono dissimulare
cagioni dei
fatti,
ai
Si-
celioti
la
brama o
il
bisogno
delle
o r interesse di
Sicilia, al
posto
una robusta monarchia militare atta a l'esistere straniero come sarebbe privo di senso comune il
:
dire
che
la
.Francesi dichiararono
il
guerra nel 70
Prussia fosse
proposito di com-
un
la
ultimo esempio,
la diffusione e
il
trionfo del
Cristia-
che s'arricchisse
merc
le
ma
nella
mira
di conseguire le ricchezze
questa terra
r impulso consapevole o inconsapevole per cui, predicando la rinuncia a quelle ricchezze, Paolo ed i suoi
compagni
Chiesa
della
;
d'
efficacia
e
che
della
ebbero negli
fede
animi
le
parole del
"
Nazzareno
forte della
operosa e inconcussa
(1).
pi
morte
ohe ispirarono
(1)
APPENDICE
279
Pertanto dagli
di
un avvenimento non
essi
pu indursi
cause
;
senz' altro
e
che
ad
somiglino
gli
le
sue
anzi queste,
non
soltanto
ingannevoli
al tutto
siibbiettivi,
sono sovente
eflPetti.
le
plici e notissime.
L'una
im-
mediata
suo
della
dipendenza
:
scambievole
dei
fenomeni
il
psichici pi disparati
fatto che
e
L' altra
Se per una
concatenazione di cause
d' effetti
1908
non
sul
luogo ove
la
scossa fu pi terribile
effetti del ter-
una
che
al fanciullo di cui
parlavamo
li
ispir di tirare
un
sasso,
non
di
si
fosse
1'
trovato
accanto
un
infelice
padre
forse
famiglia,
effetto del
solo
quello di provocare
Se
che
in
determinagiovanile
il
rono
la
morte
dei
Alessandro
Magno
et
allora
nuovo
Ales-
Macedoni in
Oriente, la
effetti
morte
d'
pari
ad un me-
affatto di
diffusione
del
Cristianesimo
sn-hichte
280
Adunque
fetti
generale
un
fatto storia
cagiona
solo
gli
efsi
che
realmente
ha nella
perch
verifica in
delle quali
non
sol-
sul
modo
e sulla ne-
non
di
ci che realmente
contrario di ci
la
l'essere
uomini determinati
preciso
disfatta
la
cui personalit
altra
riscontro
in
personalit
nazione
quali che
pu generare
in taluni
un senso
di
rigenerare
la
patria;
altri
estiinsecare la loro
il
profonda amarezza
e la loro
speranza o
loro dispealtri
poderosa;
odiare accanitamente
il
mente
e
al vincitore
altri
i
arricchire, spogliando
i
morti o derubando
vincitori
vi fossero
vinti.
Se presso
il
stati
precisamente in quel
dei
mistici
momento non
si
dico
tali
gi
e
in
generale
o
,
dei ladri,
vili
,
quei
artisti,
quei
ribelli,
anarchici,
diversi.
Ma
il
conoscere
le
APPENDICE
281
nascere presso
un popolo
realt
,
ipotetico
in
bens
per quelli
che ha avuto in
verificata e
nella
storia della
Gerusalemme
il
per
superiorit militare,
bisogno
d'espansione e simili.
cattivit di Babilonia
Ma
non hanno fatti analoghi dalla ripercussione che ebbero neir anima del popolo ebreo e per essa dalla loro
efficacia nella storia religiosa dell'umanit.
i
Parimente
citt
Galli incendiarono
distrussero
molte altre
oltre
Roma;
e invece di
Roma,
se
giungevano un paio
avrebbero forse
di decenni
prima
nell' Italia
centrale,
assalire Ve.
le
ca-
-Roma
furono
sina
e
le
stesse per
ne
conquistarono
Ma
la
battaglia
con ci
la ricerca delle
modo del loro accadimento mono una importanza storica che moltissimi fatti
assusimili
non hanno per la ripercussione che ebbero nell'animo dei Romani, pel proposito che ad essi inspirarono di
trasformare
i
loro
ordini
Roma
valore
del
mondo.
ora
il
Ed
"ielle
lettore in
grado
di apprezzare
il
"Se dunque
della
civilt
il
pieno rigoglio
greca
grembo degli avvenimenti maturati dalle guerre persiane e puniche, che accumularono nelle mani del
popolo vittorioso
le
282
e che resero
possibile
su quella
civile;
se cos,
causa in ultima
nell'insuffi-
e in niente la si trova
meglio che
ragione
apparente,
.
il
necessario
Qui
vi
veramente
;
un
discreto
li
numero
e d'en-ori di fattC'
il
ma
lascer
da parte
perch
lettore colto
li
riconosce senz'altro da
s,
sia
mano.
Ad
ogni
modo
si
gli Ateniesi
dopo
le
Greci per
contro la straniero
strinsero in
contro
barbari
le
l'indi-
usarono a proprio
comune,
Non
qui
il
luogo di studiare
modo
ri-
dalla ricchezza
gli
per
lo
sfruttamento
che
Ateniesi
propri
alleati
non potrebbe
pi
scrittori
essere
pi
meschina, pi insufficiente e
che, secondo
l'
unilaterale;
,
e dire
uso di
siffatti
sentata
come
che
la cosa
pi sicura ed evidente.
invece
buona parte d'indole assai pi elevata. La rotta del Gran Re, l'erede di tutti i potentissimi imperi orientali, diede ai Greci una fiducia illimitata in s, nella
APPENDICE
propria
283
civilt,
riemp special-
mente
di qui
di
la lancia e col
il
mondo
moto
ellenico
di
moto
politico,
le
Maratonomachi
avevano
combattuto
le
battaglie
come sempre,
ed
fenomeni
politici, intellettuali
economici
ragioni
ed a ragioni economiche
fu
anche pi che a
politiche
dovuto
l'accentrarsi
ad
Atene
di qui
nella seconda
met
del secolo
e della operosit
artistica
della
nazione.
e
Ma
intellettuale
si
politico
susse-
guito
alle
guerre
degli
persiane
presenti
e
come sopra,
struttura
effetti
economici
pi
Ma
del- resto
per scoprire
non c' bisogno di questo giro vizioso come e perch si siano iniziate le guerre
di esse
debbono indubi-
tatamente cercarsi nella ribellione degli Ioni e soprattutto nell'intervento dei Greci della madrepatria a loro
difesa.
Con
la
deliberazione
venti navi
tualmente principio
grande lotta
Si
sarebbe
Pu
darsi
bench non
se
ne veda la ne-
(1)
Herod.
97: aOxai hi
ai ve<;
"EWriai T Ko pap^poiffi.
284
eessit, e
sumere un aspetto
Ma
ad ogni modo
Ora perch
la luce del
intervennero
chiaro
come
sole
e persin l'autore di
della luce, se
a rileggere Erodoto
urbanamente
infatti
vi
il
il
critico
(p.
in
cui cominci
i
col dire
loro congiunti
quelle
semt; ma dopo
le
tosto al buono,
enumerando
Spartani
immense
che
se
dovizie
della
e della Siria
sarebbero state
e
se,
preda
degli
intervenivano
accenn perfino
ai tesori
prendendo
la
quale
Lacedemoni
chezza
avrebbero
potuto
competere per
anche
la ric-
con Zeus.
ri^jet lo stesso
discorso.
vero, alla
parentela
di
Atene
con
ma
questo solo in
affare.
Come
non
resistere
miraggio?
della
Il
popolo ateniese
per imFrigia,
esit
punto
delle
padronirsi
ricchezze
Lidia,
della
di Susa.
Non
:
avvedendosi di
cosa tanto
palese,
chi scrive
ha
dimostrato aperta"
mente quanto
egli difetti di
due cose
,
il
senso stosi
(p. 19j.
Non
pensi
(1)
49-50.
APPENDICE
d'attenuare
285
il
questo
racconto erodoteo
sarebbero
se
"
lambiccature di criticastro
riuscisse
(p.
26)
che
pur vi
si
quanto
ai particolari,
non
con
ci
menomata
Mi sono indotto
bando perfino
sono scritte
,
,
riassumere
il
gergo in cui
come documento
ripetere
cio
insuperata
acrisia.
senza
qui
ci
che
tutti
sanno intorno
alla genesi
in
Erodoto
e alla
elaborazione
artistica
cui
Erodoto
la sottopose,
mi contenter di allegare le lambiccature con cui un criticastro non attenua gi il valore del di ci proprio non v' bisogno racconto erodoteo, ma dimostra che questo non ha valore alcuno.
"
il
criticastro) che
cepite nel
450-440
av.
Cr.,
dopo
;
vittorie prolungatesi
ma
Fino
alla battaglia di
Maratona
il
nome
dei
Medi
era
in
e
i
viso.
Discorrere
d'
una
facile
marcia sopra
Susa
tempo
aver
una prova
Aristagora
gli
pu
assai
probabilmente
(1) Ossia,
286
avversari
dei
BICERCHE
Persiani
1>I
STORIA ANTICA
sul
campo
di
battaglia,
ma
anche questo nel 502 sar stato ritenuto l'audace speranza di uno che chiede aiuto piuttosto che Fapprez-
zamento
si
di
un prudente osservatore
. Il
criticastro che
(1).
esprime in
modo
cvii
Dopo
che
i
mi
trattenessi ancora
sulle frasi
con
il
Greci non
Esaminiamo
degli Ioni sotto
piuttosto
il
quali
fossero
le
condizioni
delle
abbracciava
secondo
Caria,
la Licia, la
Samo.
Di
Il
tributo che
kgr. 33,tOO)
all'anno.
citt
tale
somma
ma
i
Caii ed
Liei
si
pu desumere
i
dal con-
Lidi che
di
300
talenti.
Per giu-
un termine
gli Ateniesi
paragone
la
fornito
da quello che
circa
met
del secolo
riscotevano
dai distretti
26,196) ossia
Ora
in
quel tempo la
(1) (2)
II
eh.
XXXV.
'
Mi fondo
I
sui
computi
'
alleati
fase.
d'Atene negli
del
Beloch
(Roma 1891)
p.
99 segg.
APPENDICE
287
mano
;
della
Persia
e inoltre le ricche e
Lesbo
pi tributo
danno una
E
,
gli Ateniesi,
badi, presentandosi
far jiagare la
come
specie
liberatori
cui prosperit
dopo
dopo
che, liberate
commerciali
con l'interno
,
dell'Anatolia.
convien
dimenticare che
fuori
secolo
la
floridezza
che
ebbero
al
tempo
di
paga-
vano
della
agli
Ateniesi non
meno
il
simo,
esso
pi
che
il
Gran Re dava
d'ordine
in
cambio di
gli
non
la sola sicurezza
Ateniesi,
ma
vantaggi
economico
che
gli
Ateniesi
non potevano
che
assicurare,
E non
il
merc
solo
sostituirono
fa
ai Lidi;
ma
anzi
la
le
prestazioni
erano
sudditi (1);
(1)
Su
ci V. in specie
E.Meyer
288
ma
ci
gravami,
per citt che di diritto o di fatto godevano una tal quale autonomia come
minori.
le
citt greche,
di
gran lunga
sudditi
E anche
si
al servizio militare
dei
non
sembra che
nariamente
cosa
e
non
i
straordi-
con moderazione
n trattavasi, pare, di
che
Lidi non
si
nuova, perch
impossibile,
alleate in mi-
sura tanto
piti
e
alla
come quella
conquista del-
ausiliari
citt
greche
il
il
dominio
di tiranni.
di regoli,
nome
si
Di fatto
avevano
le
Persiani
limitarono a riconoscere
dominio
(2);
altrove
possono
certo
aver favorito
III p.
79 segg. Per la prima satrapia v. Posseldt Quae Asiae mhioris orae occidentalis suh Dareo fuerit condicio
(Regimonti 1879)
sottoposti l'essere
p.
53 segg.
Non deve
le
dimenticarsi
il
generale
due
provincie
della
Lidia e della Ionia con la Caria sotto un solo satrape risiedente in Sardi, v. Krumbholz De Asiae minoris trapis Persicift (Lipsiae 1883, diss.) p. 16 segg.
(1) (2)
Herod.
171. II
1.
Ili
1.
Meyer
si
Cos certo a
Samo
nel
Chersoneso.
fosse
APPENDICE
usurpazioni
289
che
(1)
sicui'a
ci avvenisse
sempre
dappertutto; e
al
le
tirannidi ad
a. Cr. al
500
senvi-
goreggiava presso
Greci,
se
perci
(2),
si
reggevano
non
solo in
masdelle
ma
quelli
particolarmente
delle
classi
il
popolari
meno
contro
loro sostegno
ambizioni e
di tutto
Te-
non solo arbitrario il discorrere di decadenza economica della Ionia prima della ribellione, ma non si vede come e perch potesse
nuto conto
ci,
il
mica che
di
ci
moneta non meno che dalle contromarche impresse dai banchieri ioni sulle monete imperiali (4).
(1)
Ne abbiamo
:
notizia
esplicita per la
sola
Cuma.
d
Heracl. poi. 11
XetaBai
KOpoq KaTaXuaa<;
iroiriaev.
Una
lista
dei
principali tiranni
Herod. IV 138.
(2)
d'Istieo:
Ci dice esplicitamente Erodoto IV 137 per bocca J<; vOv fiv i Aapeov ^Kaorot; axuv xupav-
ore
aTq
fifiXXov
(3)
|V\iXri<'i^v
oi<;
xupavveueoBai.
fa,
Ne
Erodoto
(4)
1
28
almeno per Mileto, testimonianza esplicita Kox xv axv xpvov r\ MiXrixoq axt'i
:
et
romaines
II
p.
Gr.
De
19
290
KICEKCHE
DI
STORIA AKTICA
dei
La prudente mitezza
Persiani
verso
le
citt
domate
le
Artaferne
satrape di Sardi),
gli
satrape risposto
se, disse
Ecateo,
bene
le citt
tributo
(1) si
Questa notizia
fece
agli
di
Diodoro
bene con
Il
da Erodoto
satrape
non
mente
tributo
di
delle
varie
citt
misura
prima.
qui
noter
parentesi
che
Eforo.
modo
non poteva
infatti apparire in
una luce
di
cos benevola ad
un Greco
del secolo
IV pieno
come era, al pari del suo maestro Isocrate, lo storico Cuma. Inoltre impossibile che un simile apoftegma s'inventasse dopo le guerre persiane, quando la
di
(1)
(2)
25, 4.
le
,uv
Che
Tbe
42:
Kapra
Toicri 'luuai
YveTO totoi>
ToO ^reoq.
APPENDICE
ribellione
291
degli
la
costituiva
sioni attribuite
ad Ecateo. Scende da
ci,
Ecateo
pari
gli
sono
da Erodoto
Possediamo, oltre
la
documento insigne
minuta che
Persiani rivolgevano al benessere economico delle regioni soggette dell'Asia Minore nella famosa lettera di
(2).
"
Io
ti
lodo (scrive
il
bonifichi la
mia
terra,
trasportando
somma
gratitudine
ti
sar
Ma
mia verso
ti
i
gli di,
diversamente
poich tu
obbligasti
contadini sacri
(1)
Come
critici
trascurare
ohe
le
segue
immediatamente
Kax
si
verso
moltitudine dei non cittadini) tjv tioXitiLv -aeibx] YKpuTTT|uevoc; qpevoq Tv gjUTTpooeev xpvov Kmpv IXaPev, fiepouq EeppYn' ^i b ttv opiXoTiMiav xoq
la
,
hoXouc; ri^euQpuuaav
|ua\Xov PouX)H6voi
f|
toc, oKTOii;
T:f\c,
^e-
TobcOvai
Tf)<;
XeuSepiai;
si
Tot<;
Xeuepoit;
iroXiTeiac;
chiaro che ci
riferisce
presso Tirinto da Cleomene. Da ci possono trarsi varie conseguenze di non poca importanza, come cercher di
mostrare altrove.
(2)
des
292
rando
la disposizione de'
la verit
il
dio
che tutta
ci
dice ai Persiani
e
Questa lettera
sfruttamento
Non uno
si
efifettu,
di
liberazione dalla
meno
la
brama
ma
i
cagion
la
insurrezione la
un principe straniero
del quale
de'
suoi servi,
s
d"
un principe a fronte
avevano
disinteressate,
una guarentia nelle sue innegabili, e non del tutto buone disposizioni verso i sudditi, ma non in norme di diritto riconosciute per mezzo di
Greci, e
le testi-
monianze
secondo
citate
dimostrano che
tal
concessione rimase
in vigore anche
le
dopo
la
loro leggi;
ma
anche
per
mezzo
di convenzioni,
che s'avesse
al
modo
di
difendere
tempo
dei Lidi,
ma
per
questo e per la profonda diversit di costumi, di coltura e di religione, pel contrasto nazionale
insomma
non attenuato da diuturne relazioni d'amicizia e di commercio quali s'erano avute coi Lidi, tra la signoria dei Lidi e quella dei Persiani v'era pei Greci una
differenza profonda che ci mette materialmente innanzi
(1)
Herod.
UI.
169.
APPENDICE
agli ocelli
293
il
simile
a tutte
siano con la
ti'a la moneta aurea di Creso monete elleniche (1) e il darico persua superba impronta barbarica del Gran
Re armato
insorgere;
d' arco.
e,
il
Da
ci
furono
di
gli
Ioni indotti ad
la
vinti,
invece
ricuperare
libert,
perdettero
disperata
rili,
benessere
le
economico.
,
Ma
la
loro
lotta
ste-
loro
il
sventure
lungi
dall' essere
ravvivando
degli
il
sentimento
contro
i
nazionale prepararono
Persiani e la
vittoria
l'unione
e
Elleni
con essa
tamente non
scoletti
scrivevano
si
allora in
in
cui
deridesse
dirette
come romanticismo
a
la
preparazione di guerre
e
le
difendere la libert
la
pancia di chi
combatteva.
rattere
Le guerre puniche non nacquero da impulsi di cacos ideale come quelli che cagionarono le
persiane
;
guerre
tuttavia
in Sicilia che le
mo-
materia-
lismo
storico, nella
forma brutale
in
cui sovente
qui con
una inconseguenza stridente, dopo aver io, fondandomi sulle sue diil
chiarazioni esplicite, gli attribuisco codesta tesi, dimostra poi col fatto
gliela,
contraddittore
che,
attribuendole
ho inteso a
dovere
il
sue
so-
dopo aver
tesori
Ionia,
miravano
conquistare
Siria
e
della
della
di
Susa, cerca di
(1)
li 1
p.
227 segg.
294
dimostrare
il
movente immediato
guadagni che
il
della
guerra
panica fossero
si
lauti
popolo l'omano
Sicilia.
se ne
Polibio
"
non vogliamo
il
dir letto
concede
il
"E
senato
posta dell'alleanza
test
;
Ma
il
popolo,
danneggiato
guerre
ristoro,
pre-
maniera
met-
tendogli
innanzi
il
consoli, insieme
la
secondo
il
gi
detto
guerra
recava
Stato,
che
ne sarebbe
toc-
cato
privatamente
.
l'aiuto
Ora
che,
dopo
saggi
di
metodo da
lui
dati,
il
mio avversario
tica,
faccia bene
ben
ed
naturale
,
ed
anzi
degno
di lode:
materialismo storico. Che pi? Non rimane che fare un atto di fede. Esaminando peraltro il passo di Polibio,
scritto
facile dimostrare
ci
preoccupa
di
ha
lo
valore
di
quello gi
citato
Ne
anzitutto
evidente la tendenza.
La
deliberazione
definitiva in-
torno
all'
Fu
seguita in
come
si
come
se al senato
la
risoluzione presa
dalla
proposito di lavare
i
macchia
dell'
mamertina
senatori e
APPENDICE
darne
il
295
(1).
carico
popolaccio e
alla
sua avidit
E pure che
il
senato chiaro
non
si
dai comizi
ma
di
proposta messa
d'
v'
di
pii:
non pu
effetti
presumibili, perch
l'
semplicemente
citt libera
;
di
accettare
il
alleanza
of-
da una
che se
agli
il
pericolo di guerra
doveva
senato,
apparire
chiaro
mettere
il
popolo
sul-
l'avviso era
pii
nei
comizi,
dei
ap-
parrebbe insensato
modo
:
di procedere
il
coman-
quale
si
sjjiega solo
Roma. Ci
risulta tanto
fatti
da un frammento vaticano
(2).
Ed
poi singolarissimo
al
ragionamento attribuito
da
Polibio
popolo ro-
mano:
deve intendersi
non gi
piccole
dalla pace
e dal godersi
fatte,
sfruttare le
non
conquiste
ma
senza
acume
singolare
spirito
(1)
Ihne Rom.
Geschichte
\-
32
n.
1.
i
VoN Armim
'
Hermes
'
XXVII
296
profetico,
doveva presumersi non meno aspra n lunga Quale invece potesse essere per
sentimento
si
davvero
terminata
il
del
aspramente contesa
la
s'
indusse
a di-
mani
facile a superare.
Certo, sconfitti
lerone,
i
presso
Messina
Cartaginesi e re
s facile
i
preda
la
con
le
suoi
campi
s'inizi
coltivati
E
il
diremmo
il
loro
Ma
nel
vittoria ed
che
ebbe
non potevano
si
davvero
prevedersi,
quando neppure
credere che potesse evitarsi, nonch la guerra con Siracusa, anche quella con Cartagine.
chi conosca
di Polibio
i
quindi evidente,
critica,
che la fonte
Arista-
della
far
N poteva
Polibio
Fabio
Pittore
cui
egli
qui
senza
dubbio
nel
attingeva,
scrivendo
fatti,
pi
delle
di
due
generazioni
dette
dopo quei
senato e nel
senza che
si
parole
comizio
avessero
rendiconti
fededegni,
quando
Cartagine
insi
guerre con
E
dover
con
ci
sono al termine
il
sesruire
critico
APPENDICE
schiavit
297
nel
mondo
:
antico
sulla
l'impero
romano
il
lettore che
zione le dimostrazioni
precedenti
che
lunga pace
contribu alla
opinione
;
di
valentuomini
poco importa
scritti di
dalla sua
degli
critico
per deridermi
Mi
le
un paio
primato
d'esempi
suo metodo
i
la
Romani conquistarono
E prima
si
do-
manda burbanzosamente
del periodo
il
contraddittore. Se
tratta
immediatamente precedente,
per
quanto
il
lascio
ai
romanzieri
d'indicare la cagione di
se,
il
come
quando
innanzi
Ad
critico, la lotta
per l'esistenza
tutto
la
suo
per
l'
significato
biologico
lotta
umana, una
questo,
come
si
vede,
un
ridicolo
come
298
che
ai
manchi nessuno
stata superata
sere
dopo essere
Roma
nella lotta
Ma
incorre dopo ci
:
errore
frasi
ingiuriose, circondandone
,
la
che non
pu avvenire
elementi di
ci-
civile, e
quindi ha
e
e chi
non
civile
prescindendo
dalle
ridicole
il
mostra
di
d'
non avere
elementi
di
pi
civilt
lontano
tra
sentore
dello
scambio
Greci e Orientali
dopo la conquista dell'Oriente per opera d'Alessandro Magno, scambio che si continu dopo la conquista romana e s'appunt in quella orientalizzazione dell' impero romano che uno dei fatti capitali della
storia
antica.
dimenticata
parimente
1'
efficacia
della civilt
tale (1)
;
romana
sul pi civile
dimenticato
meno
fatti
civili
Celti, Iberi e
mio con-
Cfr.
(Leipzig 1891).
APPENDICE
299
traddittore ignora.
la
dopo
ci
ben pu perdonarglisi
il
soltanto contro di
me: poich
solo
modo
in cui,
senza addarsene, a
me
ed
ai
pu
rendere onore.
ni.
A'
MIEI ;CRITICI
IX.
Attilio
De Marchi,
in
intitolata
DI
romana
(1),
e restrizioni
ai criteri cui
mi sono attenuto
s'
Romani
pre-
analizzando la tradizione.
Ma
forse
il
critico cortese
ed erudito
non
indugiato
abbastanza
la
sulle
legittimit di
le
mio
libro.
Quando Fabio
a
Pit-
per primo,
intorno al 200,
gli
scrivere
una
storia
di
Roma,
oltre
scrittori greci
che gli
notizie
fornivano
origini
scarsissime e piene
secoli di
coli
Roma,
egli
non poteva
Che
(1)
Rendiconti
dell'Ist.
Lombardo
'
serie II voi.
XLI
304
documenti per
a"
miei critici
antichi
in
pu
cagione di
all' inil
questa
cendio gallico.
stesso che
i
Ma
fatto
modo
revocarsi in dubbio:
altri faccia
non
cose
si
tratta d'induzioni
che Livio od
d' affermazioni
intorno
a
cose
passate,
(2).
ma
di
intorno
presenti
Queste
affermazioni
regia e pel
V. Di fatto
citazioni
documenti
come
il
corazza di Corsi
ben rare;
qualche volta
allegano
falsificati.
le registrazioni dei
come
si
desume da argomenti
mitici
ed era apocrifa
compaiono
quali
personaggi
come Romolo.
il
Siffatte falsificazioni
i
avevano gi svegliato
non nascondono
si
pre-
iDontefici pel
IV
:
secolo.
e
Tutto
peterlo
ci notissimo
non mi
ai
ancora
una volta
di
lettori
De Marchi
sottratti
'
non tornasse
dazione
a parlare
archivi
(p.
preziosi
283) e di una
re-
pure sommaria, di
(p.
atti, ininterrotta,
bench lacunosa
serzioni siffatte
non
ma sono in
il
cumenti
al
De Marchi che
(1) Liv.
VI
1,
2.
Plut. Nuni.
1.
305
popolo
foro
che
incideva
le
questo
contrapporre
di
pretesi
state,
archivi.
ma non
modo da
divenire
il-
mente nascosta sotterra mostra con un esempio palpabile come i documenti autentici sparissero, mentre
se
gistrati,
dica,
per
l'et
sec.
difetto
Dopo
tante
ri-
pu
desumere due
tore.
secoli
il
dopo l'invasione
riguardo
alla
gallica
vero che
trario.
Ma
solo
per
da
lui
sia
smi-
surato da indurlo
dire
chieder persino
che
cosa potr
un
critico,
uso
mila
una nuova
Murat, dei
20
ripeteron a poca
distanza d'anni
G.
tentativi
come
quelli del
De
dell' a?itic7iit.
.306
a'
miei critici
fratelli
il
Bandiera
e del Pisaeane.
ti'a
Ma
De Marchi che
non troppo
Se
cos
,
sapranno assai
la
:
e le
Emanuele
I,
IT o di
Giuseppe Garibaldi.
gli
se gli
risehier d'ottenere,
come
s' visto
da
smentire
il
fallaci
On
parler de sa gioire
alla storia
ci
Roma
se,
fossero
No che
che
fond
Roma
o su
Eppure, quando
ci
facile a
d'osservar gravemente a
difesa
della
tradizione
non
giusto
"
il
sospetto
diffidente verso
di
meravighoso,
di poesia, di ec-
non manca
307
Eoma
e
l'
che
la realt poetica,
,.
eroico
l'eccezionale
vi
abche,
bondi
conforme
esercito
Fiesole
e
fu
distrutta
da un
comandato da Cesare
da Cicerone,
e Firenze,
critico
idei
avrebbe modo d'osservare, seguendo criteri De Marchi, che il ricordo del giorno pauroso della
i
distruzione poteva essere stato affidato dai Fiesolani e dai Fiorentini superstiti ai figli e da questi ai figli
che trattasi d'immagini che possono trase incancellabili per molte generazioni, cos come vive e incancellabili sono per chi stato
figli,
dei
mettersi vive
spettatore dei fatti. Ma in conclusione, quando provato che. la tradizione orale non va esente da errori
assai gravi, e
ziali
dei racconti,
particolari,
ma
so se
il
raccogliere tranquillafatti
qualche
secolo
possa
conciliarsi
con
la
scienza e la critica.
Maggior valore
che
epici
il
della
mezzo
della epopea.
vero
voglia
sa che carmi finnici, le cui origini risalgono sino al secolo, non sono stati raccolti dalla bocca del popolo se non nel secolo XIX (1); e la epopea stosi
Ma
IX o
rica serba,
e le
che
ha per tema
la battaglia
(sec.
di
s'
Kosowo
comin-
XIV),
(1)
il
riassunto del
ser
CoMPARETTi
voi.
Mem. dell'Accademia
(1890).
dei Lincei
Vili p.
IV
308
ciata
A.'
MIEI CRITICI
iscritto
fissare
per
solo
nel
sec.
XVII
ed
anch'essa solo nel stata raccolta compiutamente in cui si conserva resto del serba epopea XIX (1). La s'altera e trasma Kosowo, di rotta della il ricordo mostra con Marco, principe del immagine la figura e quanto fonte questa anche usata vada cautela quale
sia
delfuor di luogo qui come sempre l'avventatezza l'affermare o del negare (2).
annalisti roTali erano pertanto le fonti di cui gli ci danno Dionisio mani disponevano. Ora se Livio e
cionondimeno per la storia di Roma anteriore cendio gallico un'ampia narrazione prammatica,
giustificato
il
all'in-
ben
sia
certo infatti
orale, nessun che nessun documento, nessuna tradizione a Dionisio di e Livio a permettere poteva carme epico
narrar la vita
politica
con
tanti particolari e
capiparte che son del senato e di conciliaboli privati di ma incredibile la sisenza dubbio pure invenzioni;
tutta tranquillit di trenta si parla a ogni passo con o fatti prigionieri sa caduti uomini o di sessantamila
campo
di
battaglia
si
vedono,
dopo
disfatte
di
Hoinet V. su di essa un cenno succoso presso Drerup segg. 24 (Miinchen 1903) p. l'elt freno efficace alla tendenza ad esagerare
(1) (2)
Un
mento
carmi epici pu trovarsi (anche se non ne paiono accettabili senzi Bdiek Le qualche temperamento) nei due volumi di J.
storico dei
concetti fondamentali
309
atti alle
immensa congerie
adoperarsi
se
di no-
per rico-
struire la storia
certezza o con probabilit risalgono a documenti autentici o all'epopea popolare, tenuto conto, s'intende,
del
;
valore
diversissimo
di
queste
due
categorie
di
fonti.
Mi par
bisogno
questa
d'
E
il
c'
una
difesa
nei
casi
particolari
cui
di
diffidenza
mi rimprovera
i
De Marchi. Ad
del 407 tra
negoziati
si
Eomani
e Veienti
"
di cui
non
essersi conservata
posito chiede
"
se
Romano
non
si
su
particolari simili
sarebbe meravigliato
il
al
Livio,
quale,
dubbio,
cura
non
deesset si
qua ad
verum via inquirentem ferrei: mine fama rerum standum esty uhi certam derogai veiustas fidem (1). Parimente io
scrissi
si
conservasse do-
De Marchi
dice che
che
si
conservava;
che
ma
tal
sicurezza
da fede
da
scienza
se,
come
s'
ricordi
(1)
Vn
6,
6.
Cfr. la
mia Storia
dei
Romani
38.
310
a'
miei critici
degli anteriori all'incendio gallico erano, a confessione pere se autentici sempre non antichi, scarsissimi e
tempo
gerando:
publicis
literis
(1).
lo stesso
il
caso pei
critici,
ri-
con molti
tengo essere
De Marchi
dice
che
matematicamente dimostrato
tavole
censorie
anteriori all'incendio gallico son false, dalla vanit famigliare ci avvisa che sono stati inventati
falsi trionfi e falsi
quando Cicerone
consolati,
il
di due censori, senza mile la falsificazione dei falsificazione supquesta cui vagliare le ragioni per
nomi
una fede
assai
maggiore
Ma
per
si
se
il
diffidare
della
tradizione
pu
il
giustificarsi
V, non passa
dei fatti
di
seguo quando
"
protragga
il
all'et delle
guerre sannitiche?
Perch
(mi chiede
nel
De Marchi)
il
avvenuti in
Roms
il
321
dopo
il
disastro
nato verso
al terror( racconto da qualche vecchio contemporaneo impos none ma facile, molto di quei giorni? . Non sibile
potevi che Fabio ricordasse quel che, decenne, qualch da del 321 avvenimenti agli intorno avere udito affatt vecchio d'ottanta o di novanta anni. Impossibile
oralmente notizia fed per che gli fosse trasmessa senato. Cert di ci che si discusse allora in
degna
quelle adi nessun senatore che avesse partecipato a Non moli nanze sopravviveva quando egli nacque.
(1)
De
legib.
HI
20, 46.
311
facile poi,
bile,
che
si
Fabio,
come
altrove
dipende
dall'annalistica
dell'et
sillana.
Ma
queste
ed
una
critica
tanto
fidente
comoda
in
tali
quanto poco
possibilit,
scientifica
quella
che,
dizione.
non discute partitamente i dati della traOra in un punto capitale la tradizione par qui
cio
ritiene
che
la
Di
lo
fatto,
sgombero
allegavano
diritti
citt
che
niti,
San-
d'armi
una colonia
che
romana non
Inoltre la rivincita
immediata
Romani
e
Cursore
pu
argomenti
collega
strettamente. Ora
strettamente vi
si
sulla
opportunit di
diritto di
non poche
difficolt
che accre-
scono
il
sospetto.
De Marchi che un
la
falsario
si
sarebbe qui
te-
come
312
In realt
i
a"
miei critici
falsari
le
di
rappresentare
cose in un dato
della verisimiglianza, e
Se valesse
Van-
autentici
autentici
gli
perch,
di
come
tanto
gli
uni e
gli altri
per questo
ri-
un paragone.
si
Ad
i
ogni
del
modo
dubbi intorno
in
ai pretesi
avvenimenti
esaminino
321
tornano
certezza
quando
ai
Numantini
di
animi in
Roma
perch
si
del
futuro
poco scru-
Licinio Macro,
riconsegna
mostrare come a
dare in
mano
ai
tempo della pace caudina per maggior ragione si sarebbe dovuto Numantini il futuro tribuno. Con
sospetti o falsi organicamente
mo-
mento
nullo
d'esser dato in
il
mano
ai
ai Sanniti,
il
a fine di render
Romani un nuovo
s
:
pretesto
offre
guerra. Ora
anche
di per
tale
aneddoto
tra altro
che non
popolo
e l'autore
nemico,
non
c'era bisogno di
le
novamente
313
siffatti
non
si
sa
orale
torno a
scita.
la
Ma, quel che pi monta, se sospetta o falsa rottura immediata della pace del 321, la rivincita
romana e la consegna dei tribuni, la sciocca commedia di Postumio non pu non ridursi all'occhio del critico a una semplice caricatura annalistica. E invece di fermarsi in vaghe considerazioni intorno alla remota possibilit
meglio
le
discutere a fondo
critici
seguendo
il
Nissen
(1)
indegno
di
fede
il
Ma, mi avverte
fines,
il
De Marchi,
sunt
certi
denique
che
ed
"
eccessivo
hanno
fa
V Ariosto
Turpino
,.
Ora
il
tradizione
romana pi antica abbonda di falsificanon son rimaste ignote neppure agli antichi. Persino il buon Livio ha ricosulla storia
zioni e che codeste falsificazioni
sia
astenuto dal
E un
legato
Caudina
(2).
Coetaneo di
(1)
Rheinisches
dei
4.
Museum
II
XXV
(1870) p.
segg. Cfr. la
mia Storia
(2)
Romani
311 segg.
4, 6.
Liv.
AppiAy. Samn-
314
a'
miei cpaTicT
le
abbondanti
ai Licini
Tuberone allegare a favore delle loro asserzioni contraddittorie intorno ai nomi dei consoli d'uno stesso anno gli stessi libri lintei (1). E si approssima alla
certezza
rinvenuti
negli
su cui
ci
rende
alquanto
perplessi
citata
di
testimonianza di
trattato
si
un
concluso
noti,
Questo trattato,
le favole,
deve
probabilmente tra
si
perch trattati
difficile
concludevano, ed
revocare
dubbio
lonia in
in
tal
hi
(3j:
si
Ardea
et storica (4), e se
fosse ridotta
tardi
in
mia
frase su Licinio
Macro
la
credo, giustificata, e
al
sarebbe stato
trovarne
greca
sono
al tutto
disformi
da
1.
7, 10.
11.
(4) Liv.
XXVII
XXIX
5. II
15, 5.
(5) Cfr. I p.
8 n. 2 e
115
n. 2.
12S*
315
a
critica
i
grafia
dati
romana,
sottoporne
aprendo
con quello su Licinio Macro, mentre procede naturalmente da considerazioni al tutto diverse. Anche qui del resto il De Marchi par s'immagini che io giudichi a
caso
d'Aristotele
di
come
storico,
mentre forse
pur mi-
me
in Italia, e sia
nimo
il
valore
delle
lo
mie
ricerche,
ha studiato per
questo rispetto
Stagirita.
Ad
ridursi
ogni
modo
con cui
che
i
designano
gli
Elleni ha
formazione
gli Italici,
come
in
T'induzione che
formato in
si
non
che
dessero
il
nome
nome con
di Deucalione,
desumessero
Ma
rici,
l'Epiro
strarlo.
anche solo
dubbio.
il
Ma
poi,
badiamo,
se la testimonianza
(1)
(2)
V-
44.
353
a.
316
dell'Epiro
a'
miei critici
un millennio innanzi a
tradizionalista
il
lui.
Ora non
c',
si
credo, anabbiato
sia
barie
testimonia contro
la veridicit di
gli Elleni
prima
Ma
se
non
camente dei Grai, da cui Graike aveva preso nome una regione della Beozia. Vicino alla Graike erano Eretria e Calcide, le due citt d'Eubea donde salparono
i
fondatori di
Cuma, che
ci
coloni di
Cuma
por-
in parte,
il
nome
di Grai e che,
suffissi
ag-
pi usitati in
formare
gli
etnici, gl'indigeni se
i
ne servis-
pretesi Greci
e a
che
nome
d' Elleni
non
loro
come Tucidide di dire non avevano un nome nazionale, nome pi antico, al modo stesso
dal frigio
Pelope
i
il
nome
del
il
Peloponneso,
si
trovarono indotti
Greci a cercare
(1) I
.3,
2.
317
chiamassero in origine
nome
dato loro
al
nome
di cui igno-
ricer-
nomi;
e faceva
alti'e
almeno da
lui.
Si sa,
gava come
gli Ateniesi,
sebbene autoctoni,
come
la ca-
bellicoso
polemarco
con
(2),
Ma, tornando
che
contrasta
l'
alla storia
la
romana,
volte
il
trova,
il
De Marchi
verso la
dei testi a
sospettosa
ditfidenza
tradizione
uso che
alcune
faccio
tesi.
In realt
o
distinguere nella
probabilmente risale
o certamente
non
vi risale,
il
e nella
gli
stessa tradizione
fissata dall'epopea
separare
elementi storici da
quelli
mitici
e io l'ho condotta
con
criteri
tanto diversi
da quelli
(1) noto che il nome antichissimo di Apia con cui Peloponneso sarebbe stato designato prima di Pelope (per la prima volta menzionato da Eschilo) desunto da
il
un interpretazione errata d'un verso d'Omero, dove quel vocabolo semplicemente mi epiteto adoperato nel senso
di lontano
(1
270).
TToX. 3, 2,
cfr.
fr. 1
(2) 'AGriv.
Blass.
318
usati nei
libri
a'
miei critici
di cui
la storia dello
Schwegler
vigliare
se,
abbandonato
in
me
stesso,
in
mazione.
Ma
non mi paiono
Cos
tali
De Marchi.
dell'et regia
citai in
volendo
provare
che
le
conquiste
mezzo ad
argomenti alcuni
testi di Cice-
rone
di Dionisio per
dimostrare se non
i
altro
quel
Eomani.
"
Ma
quel che
il
De
qui
Marchi
(p.
281,
n.
2), se
non
si
ammette che
.
a loro
la
obiezione
(vera o
strettissimo do-
vere di critico
od opposte. Altro
inconcussa,
altro
quello
d'
pieno
contrasto
nessuno
fin
qui ha
mai revocato in dubbio un principio critico di tanta evidenza. Con lo stesso dii'itto mi tassa il De Marchi d'incoerenza perch ho citato Livio per provare che la denominazione di consoli non era in uso nel 450.
(1)
Certo ad ogni
pii
sicura
dello
Schwegler
romana
rende
i
pi antica:
tanta la chiarezza
ci
suoi criteri,
mentre
come
i
quelli di E. Pais,
319
[nfatti
come
il
sostituirsi nell'uso
ritenere
come ho
mia Storia
(I p. 403, n. 2),
punto in
queir anno
e
secondo
il
la tradizione
furono
compiute
correva.
nelle
quali
titolo
di console
non
ri-
IL
Chiarita cos la natura e
il
Roma
antichissima,
di
necessit
per
le
d'ogni
e
uogo, ad
le
leggende medievali su
Roma
gli
impliamenti medievali
ifficio
martiri;
ed
piti
comuni
dar
il
mito etimologico.
a rintracciare nei
badiamo
che
prima
altri
di
mano
,
ne ha fatto
e
bisogna
sapei'e
che
gli
il
;osa
N
;
dubito
che
ma non mi
spiego
;he
zioni
i
dopo aver proceduto in tal modo, proponga obiecome quella che muove a proposito del mito
i
critici,
320
a'
3riEI
CRITICI
armato d'un pugnale che portava una leggenda etimologica destinata a spiegare il cognome Ahala dei Servili. Ma " non riesco a comprendere (osserva il De Marchi, p. 27) la posdi C.
Servilio Aliala
sotto l'ascella
sibilit
e,
diciamolo
pure
per spiegare un
.
cognome
del Late-
non pi singolare
nulla di singolare.
i
Il
nome
e
non ha proprio
pivi
Ma
la
una ragione
pazzo
fanta-
stica.
si
vomitata avrebbe
bisogna
da
preso
Nerone
che questo
imperatore
il
luogo
la
nome da
,
latet
rana
(1).
Senonch
le
e chi
alle
accetta
premesse,
che
si
acconci
conseguenze.
riconoscersi
senza la
Converr
possibi"
voglia
di
dubbio
com-
plessa e strana
nome non
pii sin-
golare di tanti
di
si
altri,
Nerone
e di tutti gli
collegano.
di
Parimente
nome
di
Vespasiano non
ha nulla
genda
dovuta
a
Pure
la
leg-
lo spiega
singolare malattia J
certe
che gli
si
si
di
una inven
mai,
si
complessa
strana
se altra
(1)
Graf Roma
evo
I
nella
memoria
e nelle
immaginazioni
del\
Medio
(2)
Graf
S96.
321
e le
vespe
la bizzarra eti-
formino
miti eti-
problema
Ahala
pone a questo modo o ritenere che la leggenda sia dovuta a un mito per nulla pi strano di tutti gli
altri miti
il
fatto
di
documenti
n di carmi po-
polari
(che
questi
qui non
si
v' traccia),
ma
per
che
il
C.
Servilio,
per
aver
portato
sotto
nome
Ma
cano numerosi
altri indizi.
ha una
pugnale
che di Servilio fa
il
di Cincin
nato.
Poi
veramente
cognome
"
Ascella
pu
occasione
dall' aver
il
come,
portato
l'ascella,
Servilio
Infine
si
incertissima
Vera
al
un luogo
la
in
Roma
detto
Equimelio;
ma
dubbio se
suolo
maggior
(
1).
Anche pi manchevole parmi l'analisi che il De Marchi fa della leggenda di Mucio Scevola. Poich scevola si diceva un amuleto che veniva posto al collo dei bambini, l'etimologia del cognome dei Muci pare non offra
(1)
Gr.
Romani
II
15 seg.
21
De
322
alcun dubbio
"
il
a'
miei critici
(1).
Ma
solo
il
Roma
venisse
cognome a un
larissima.
Anzitutto
sanno quanto
cognomi.
Il
il
Roma
ep-
pure
anche
nell'et
dato
nome
;
ai soli
Scipioni;
era d'uso comune, eppure ha dato cognome Ahala e la spada era d' uso comune, e non trovo nei Fasti alcun cognome che ne derivi; e d'uso comune era \\ ])ilum, e non ve ne ravviso
l'ascella
origine al solo
nessuno che
sia tratto
da quest'arma.
Ma
"
anche pi
Resta a do-
mandare perch il popolo interpretando quel cognome mancino sentisse il bisogno di fabbricare una leggenda che divenne una delle piti diffuse e vigorose leggende nazionali. Il popolo? Fosse un erudito arzigogolatore di etimologie e di genealogie! ma non
nel senso di
il
tasia
Qui
il
De Marchi non
si
della
importanza che
la falsa etimologia,
non escogitata
lingue, nel
dagli eruditi,
riflessione
ma
primitiva, ha
vita
delle
il
Ad
ogni
modo
Roma
l'arco di
Nerva
ne
a
nell'
arca di No, e
il
nacque
diluvio
(1)
Vairo
<c
l vii
Q';
323
caratteri-
Roma
stico
N meno
pure in
Roma
si
il
ed Achilleo, che
chiama
la
da un nome personale
altri
nomi
simili titidus
de Fasciola.
Qui
appigliata
alla
gli
fascia
cingeva
ivi
la
gamba
di
sarebbe caduta
presso, mentre
il
conducevano
di
al supplizio.
Naturalmente a creare
,
mito da
il
nome
ma
per aver
del popolo,
la lotta
memoria:
venuta, la pre-
dicazione e
martirio di S. Pietro.
il
vedasi perci
dire
con qual
"
fondamento
De Marchi possa
la
che
interpretando
si
come
io faccio
leggenda di Scevola
irrazionale
tende a sostituire
un meraviglioso
.
un meraviglioso razionale
a spiegare
il
Si tende invece
soltanto
mente
al
formarsi di
il
d'ammettere
Roma
nei
con-
come
partiil
caso
particolare
di
Scevola
tanto
piii
mai
mancino o
falsa
come
nome
(1)
(jKAF
Roma
I p.
85 seg.
324
a'
miei critici
ci sui
E
che
soffermiamoci
il
dopo
Tarquin.
si
Ho
detto
miglianza
Tarquin.
loro
il
qui
della
negar tutta
in s nulla
badi,
non ha
con
altri
fatti
fondamento
plessi
della
identit
casuale
di
due
nomi
di
come dinanzi
.
un
difetto
di
ragione
suffi-
ciente
Ma
egli
in tutto e
i
miei criteri
dimenticato
pre-
lettore, riassumerli di
nuovo.
non
IDoi
dire impossibile,
quin
fosse
ricordata
documenti
i
scritti.
Quando
pretesa
venuta
dei
Tarquin
dall'
Etruria
Roma
450
anni.
Bisogna aver
fatto assai
alterazioni
secolo
le
leggende, ad
che
una tradizione
i
lennio dopo
fatti,
il
per
mezzo
Marchi
della scrittura,
notissimo
riconosciuto
da
tutti
che
inconcusse
Magno. Ed
poi
un razionalismo
critico da
me sempre
i
IN DIFESA
DELLA CRITICA
325
ci
sono
stati
il
Grote
meno
in-
quando
si
leggende
che
ci
guidare da
siffatti
la tradizione
su Fidi
avendo nulla
"
assurdo
n di contraddittorio
anzi
,
innestandosi
le
con
fatti di piti
sicura affermazione
come
storica.
buone
dovrebbe
di
senz'altro ritenersi
conforme a verit
della
Che poi
due nomi
leggende
sul
fondamento
questa
fatta
omofonia casuale
da
di lingue diversissime
di
noto
esemp
di
Capua buona
volont
tutta
prova
arrabbiati
non
si
certo
V ottimo De
ma
taluno di costoro,
dichiarasse disposto
Capys
mi
troverei
una
cre-
monumentale manca un argomento veramente apodittico. Ma non v'ha tradizionalista di mente sana
(1.)
(.li
Histori/ of Grecce p. II eh. XVI. Questo capitolo ricco buon senso dovrebbe esser meditato da' nostri critici.
326
il
a'
miei critici
stata fondata
dal
secolari
che
appartengono
di
allo stesso
Ora
e
e
Romolo da
nel
Marte
schiava
da
Rea
Silvia
di
dalla
divinit
manifestatasi
niuno
Non
si
saprebbe perch pi
meno
di seriet perch
gli antichi
,
meraviglioso e sostidi-
tuendo,
vinit.
p.
si
il
tradizione Tarquinio
stabilitosi
in realt
un Greco, Demarato,
per
mandato allo stesso modo e non trovandosi nessun documento che conforti pi l'una parte che l'altra di questo racconto, una critica non molto logica quella
di certuni che sti'alciano
dalla
tradizione
in questo
,
ci
che
caso la pro-
Tarquinio
lasciano
da parte
prudentemente
infatti,
il
Esii
si
s'
s"
avvedono
pur
riluttanti,
che Tarquinio
fece venir
da
nome
da
ma non
avvedono che,
la
venuta
quella
citt,
leggenda
citt,
ma
appare come
un
la
casualit pi
altre pre-
signitcativa
In effetto questa,
come tante
327
tese
conferme di leggende,
uso in
Nomi
In
simili a quelli in
Roma
riscontrano frequen-
e in particolare in Etruria.
si
epi-
noi
noti
prenome
n
ci
del
secondo re di
Roma,
Numa
Pompilio;
origini
non distrussero
fiche,
delle relazioni di
commercio
e di
guerra
gli
del
uni sugli
in Cere,
Etruschi
dominio di
col
nome
Tarchna equivalente
arbitrio cercarsi
a quello di Tarquinio
non pu senza
dei
della provenienza
re di
di
Roma
che
quel
nome
l'
dalla
ipotesi
citt
Tarquin, pur
quando
chna
di
si
respinga
di
Cere vogliono
riconoscere
discendenti dei
altro
il
argomento
stesso
di
che
il
fatto
lotte
il
"
doveva contrastare
lotte
fra
for-
e contrastarvi lo stesso
amor proprio
Tarquini
,
Certo
che
,
le
ed
Etruschi
se
anche
sono
come
io ritengo
storiche,
romana.
il
Ma
Su-
modo quando
si
narrava di Tarquinio
non importa
se questo
nulla poteva
origine etrusca.
e
moltissime
leggende
antiche
medievali hanno
ed
noto che
a popoli
in lotta
perenne
coi
328
Greci
quali
gli
a'
miei critici
Iapigi
si
sono
attribuite
origini
d'un
mito
etimologico,
come
Argo
Ippio;
le
favole come contrarie al non di rado quei popoli se ne hanno raccolte essi stessi.
siffatte
Avevo
che
ai
Tarquin
si
attribu
d'
appunto per
introdotto
a
la loro pretesa
origine etrusca
le
avere
Roma
dall'
Etruria
insegne regie, la
bulla aui*ea e la
tendermi
il
alcune insegne del potere regio romano appaiono etrusche in monumenti etruschi . Egli non s'avvede che non ho punto inteso di negare 1' origine etrusca di
quelle
insegne
da
me
solo
sciuta (I p.
457);
parendomi
assai
dubbio che
come
se
ne ascrivesse la
grandi costru-
importazione a Tarquinio.
zioni attribuite ai Tarquin della loro origine etrusca
,
poi le
in
ed
ai giudizi
fondati
sull'esame
dei
il
permetta
ragioni.
gli etiologici.
sicuri
e di
tenta di
romana muovermi
pii
antica,
il
De Marchi
i
si
con-
obiezioni
che a tutti
miti etio-
329
i
logici potrebbero
come
le
che
loro vestimento
et
pi antica
le attinenze
di
st'pe,
di coltura e di
commercio con
gli Ioni
spiegano
moda
mentre
di
dorico
donne spartane portavano il chitone lana che non poteva fermarsi alle spalle
le
senza fibule.
verso
Ma
la spiegazione
ovvia
di
questo
di-
modo di vestire non bastava alla fantasia polare. E si narr che nella guerra tra Atene
Egina,
disfatti
po-
ed
dal
nemico
irritate
r
e
isola,
le
un
donne
disastro
e
u volendo
un
solo,
avevano ucciso
gli
con
per
fibule
onde
Ateniesi
togliei-
loro di
mano
un'
arma
1'
sero
della
il
chitone ionico
il
quale non
richiedeva
uso
fibula (1).
storia
Nessuno certo potr prendere per questo mito non privo di qualche sentore di
poesia.
Ma
ad accettarne
il
a rigor di logica
De Marchi.
la
quale argomenta
una costumanza romana fosse cos ovvia come io dico, gli antichi non avrebbero fabbricato un mito apposta per spiegarla (p. 272). Dovremo dunque anche nel caso delle
contro di
me
che
se
ragione
d'
la
spiegazione ovvia
(si
sa,
non sempre
accettare
la
quel
che
pi semplice pi vero) e
se
la
mitica;
perch
spiegazione ovvia
(1)
Herod.
87.
330
fosse
la
a'
miei critici
vera,
gli
antichi
appositamente un mito.
tali
conclusioni,
alla
stessa stregua
come
essendo vietato
esenti
andar
nella citt
cocchio,
fossero
da
tal divieto le
matrone
Farmi
si
bene
dal
le
Romani per
famiglia
donne
nella
nella
non
Greci.
Oppone
vero;
il
De
ci
privilegio
edilizia
"
costituiva
.
atto di vera
importanza sociale ed
Ed
ma
non
pi
toglie
punto
in
relazione col
a rendersene
meno
ogni
di
facilit
che
s'incontra
ragione.
Ad
qui
modo
la
agli
antichi,
narr che
le
matrone romane
cratere
loro
ori
alla
citt
perch se ne facesse
il
come dono votivo ad Apollo delfico dopo la presa di Vai. Il De Marchi trova questo racconto probabilissimo, e non vede perch si debba supporre che sia un semplice mito etiologico. Certo nel racconto in s non v' nulla d" assurdo. In s
aureo destinato
dico
:
che
se
si
tien
tombe etrusche parr credibile che con la preda di Ve non si mettere insieme tant'oro da dedicarne un
metalli preziosi nelle
Delfi senza ricorrere alla carit femminile.
poi che
poco
riuscisse a
cratere in
Pi grave
ci
consei'va
un racconto
(1) Liv.
.50.
Storia dei
Romani
II
148.
331
sarebbe
stato
conferito
alle
contribuito al riscatto di
Roma
;
quindi
intomo all' origine di quell'uso non s'aveva alcun documento n del resto si saprebbe come in tanta scarsezza di documenti anteriori all'incendio gallico si fosse conservato un senatusconsulto
da
ritenere
che
antichissimo
in
tal
pi'oposito.
orale conservasse
di
e
particolari
un paio
il
delle fonti
il
fatto, e
for-
abbiamo
il
diritto di
presupporre che
si
tratti
donne
ateniesi.
sono
interpretazione
di
monumenti
Sar bene
il
ci-
tarne
alcuni
d' origine
medievale
perch
lettore
ho
leggende romane.
che, chiedendo
nota
vendetta
mentre
proba-
muove
alla
(2j.
Questa leggenda
nata
un uso
che
la
storiella dei
due
filosofi
Fidia
strade
e Prassitele
passeggiavano
ignudi
per
le
di
Roma
a fine
(1)
(2)
DioD.
XIV
93.
II
Graf Roma
3 segg.
832
a'
miei critici
vanit del
d'indurre al disprezzo
si
delle
mondo
si
(Ij: e
la origine nelle
due statue
vedono
fa-
che
due statue
si
fosse
Ma
ogni stu-
sa
non ha bisogno
;
nome
a preferenza di
un
pii
singolare
"
sarebbe lo stesso
il
logo
P. Delehaye)
dal
portato
terreno
vento
caduto
in
(2l.
n
dal
collocata,
(1)
citt
I
di
Roma
(trad.
(2)
Il
64 seg. Graf
tolti
Roma
141 seg.
Le leggende agiografiche
Da questo
parecchi degli esemp citati nel prebene notare che io non adopero la parola
il
P.
Dela
fantastico in cui
ha parte
tendo invece un racconto fantastico con cui la immaginazione popolare ha cercato di render ragione di fatti di qualsiasi specie un fenomeno naturale, l'origine d'un
:
nome
o d"un istituzione,
una rappresentanza
figurata.
333
accanto,
la
come
ancilla
lisulta
da
una
Sul
iscrizione
postavi
Domini.
sarcofago
era
rappresentato
il
che
come tante
Santa Eusebia
e le sue
tagliarono
raffigurata
il
si
santa
fu
nella
sua
sepoltura
naso
mozzo (1). Or qui un tradizionalista, argomentando a un dipresso come il De Marchi a proposito della
statua di Orazio Coclite, potrebbe dire che
dalla statua
^
il
trapasso
mal compresa
alla
un mistero
di
(p.
tratta
identificazione
altri
ma
di
"
ideazione
che presuppone
il
ben
dere
veri-
un moncone
che non
si
sa a ehi
ferire
non era
si
trattasse
tagli
il
naso
il
ma
dopo che
il
la
leggenda
Per fortuna
e si
il
sarcofago
conservato,
pu vedersene
il
la riproduzione presso
,
Le Blant
di
(2j,
busto vi
artifi-
cialmente, ed per di pi
e
un busto non
monaca
Coclite.
neppure
di donna,
ma
(1)
(2)
Sarcophages chrtiens de
II
545.
334
a'
miei critici
tale statua
si
ascriveva
si
gioso, di
modo
che
e
destini di
Roma
dove
si
potessero illuminarla
raggi
la
del
sole (1).
E
le
si
ci
nome che
dava.
noto
infatti
che
coelite
equivale
a ciclope (2) e
vuol dir monocolo, e che l'occhio unico caratteristico delle divinit solari.
si
Quando una
ha perduto
si
divinit solare
umanata,
la
come
Licurgo
(4),
da
altri indizi,
son
due divinit
in
antichi
legislatori.
quindi
da ritenere che
la statua d'
Orazio Coclite
rappresentasse una di
siffatte divinit.
Perch
la
im-
fosse attribuita ad
un Orazio
il
pare
in
origine
il
come rappresentante
di render ragione.
nume
Pu
una
de-
Men
il
mezzo
dio
od
eroe
,
Horatos
di cui parola in
un passo
di Dionisio
(1)
Gell.
n.
A. IV
5.
Pais
St. di
I
Roma
I 1,
472 segg.
Cfr. la
(2) (B) (4j
mia
Storia dei
Romani
.
448.
VII 71.
2.
Val. Max. VI 5
ext.
3.
Aeliax. T^ if.XIII23.
o35
mente
sendo
corrotto
(1).
Ma
checch
si
che
quell' eroe
rimase
per
d'un
occhio
deve
credersi
abbia
radice
se
per questa
difficile
ebbe
origine
una parte
proceda
1'
del mito,
non
,
gambe
,
propria delle
il
arcaiche
altra parte
Il
particolare
che la posa della statua avrebbe dovuto essere interpretata ragionevolmente in altro
ma
per
l'
ap-
di miti
monumenti
e d'induzioni
come
pi
di
abbastanza
La
alle
leggenda di
elevato
il
S. Eleuterio riferisce
belve, le quali,
la voce,
alzarono
tutte
piede
destro.
!
"
Veramente strana
(osserva
si
questa
maniera
di
lodare Iddio
(2).
sagace quanto
bene,
prudente)
Ma
dinanzi
mi pare, supponendo che lo scrittore abbia avuto un quadro bizantino, dove una immagine era
da
diversi
circondata
da sinistra verso di
lei .
Anche pi
istruttiva per
(^>j.
Giovanna
Di questa
(1)
Ant. Boni.
V
'
14.
"
(2)
(3)
Studi e testi
'
VI
p. 145.
ToMASsETTi
Bull, archcol.
comunale
'
XXXV
(1907)
p.
82 segg.
33'^
a'
miei critici
favolosa Papessa
^i
mostrava in
diligeva
via
di
Roma
al
S.
la
statua, di-
rimpetto
il
alla basilica di S.
corteo papale
che
si
Laterano deviava
Giovanni. Era
la
dall'
ultimo
tratto
della
statua d"una divinit femminile diademata, dal nobile aspetto matronale, che allattava pudicamente un bam-
bino ignudo.
la
E
il
a quella
statua
per
l'appunto deve
al
sua origine
il
papato d'igno-
trona la quale
allatti
pudicamente,
il
timore n di vergogna,
di
ma
senza
comune con una donna che cerea angosciosamente di celare la sua colpa e muore tra le doglie del parto. Ma chi facesse una osservazione cos ovvia, sul genere di quelle che il De Marchi propone intorno alla
statua di Orazio Coclite, mostrerebbe
di
dimenticare
gli antichi
che
questi
miti
non
s'interpre-
fantasia
che s'interpretassero.
De Marchi,
"
tanto pi
,
un mito
etiologico
quando
la
Roma
il
e la
un ponte
le
di legno,
Su-
di
il
nemico pu
minacciare la
ostili
i
citt.
schiere
fanti
romani
si
battaglie
o per difenderlo
Qui siamo
in pieno terreno
un terreno
337
.
che
ben
di
si
eroica
Ora pare
d' acil
quasi
incredibile
che
il
De Marchi mi
fraintenda al
punto
me
Dopo
si
romana
rifletteva
gli
ricordo
trasfi-
Etruschi
cui
le
tutte.
l'una
dopo
aggiungo, quasi
con
le stesse
parole
Il
doveva corrispondere
che
legno....
dovevano naturalche pi
sia
mente tentare
casione
gli
Etruschi;
non
inverisimile
si
preso
attribuito
il
vano mdagare
sia
si
segnalato
Romani ed Etruschi De Marchi pare mi attribuisca l'opinione che le leggende sorgono a caso, come germofunghi, mentre il mio modo di gliano dal terreno
In sostanza
il
i
credevo
che trasparisse
genda ha bisogno d'un sostrato, d'un sottosuolo quasi da cui prenda alimento pel suo sviluppo. Sostrato
delle
fatto piti
un cenno,
la vivace
reminiscenza del-
effonde
il
e la
E
S.
la
singolare leg-
De
838
a"
miei critici
memoria
dionale.
la
salva
Pisa
dallo
pu
esser
nata
da una
statua di matrona
Chinziea (1);
le lotte
i
ma
naturalmente
il
suo presupposto
son
contro
come come
sti'ato
quella di
quella di Clelia
De
Marcili
con
d'Orazio Coclite,
n che
dobbiamo astenerci
i
indagare
come
si
sian formati
racconti che
li
non posso accettare co' suoi particolari il racconto dOrazio Coclite, non davvero perch " mi faccia paura ammettere la possibilit di fortunataun eroe storico che come Pietro Micca hanno per tema.
se
mente per
storica
la
(?)
Io ho
sempre
un
dal
comune;
il
critico
pu solo richiedere che quanto pii si allontana dal comune tanto pi un fatto sia assodato per mezzo
serio
di testimonianze fededegne.
del resto
il
fatto
d'uno
o
;
almeno non
certo
non era
(1)
Ghirardi.m
segj.
'
ser.
voi.
(1892)
p.
539
339
comune nell'antica Roma; che senza di ci i Romani non avrebbero conquistato il mondo. Ma ho
fuori del
spesso
stretto
dovere
ripeter
ancora
che
il
conservarsi
e sia
per
secoli
mediante
la tradizione orale,
pure
fissata
un
cisa di particolari
e di
come
Orazio Coclite
leggenda
del-
sommamente
inverisimile per
non
dire addi-
rittura impossibile.
Con
la
ci
chiarito
mia
analisi del
Orazio Coelite.
il
singolare
del resto
vilio
di
ragione
ad un Orazio
.
si
cercasse allacciare e
E non
tratta
ragionevole
si
pensare ad un
di
un cognome
unicamente
al
cognome
il
Coclite
appartiene
critico
mito, e quindi
procedimento
da seguire nel
Rimane a
falsifi-
p.
304. 312).
Uno
dei
modi
stesso
d'uno stesso
motivo o d'uno
dere
pu accamemoria e
340
a'
miei ckitici
ri-
associano e s'incore.,
porano
pi sbiaditi, quando, p.
o
al
al
martiiio d'un
santo pi celebre
racconto
d'
originariamente a un mar-
meno
illustre o
ad un combattimento pi oscuro.
consapevolmente, per colmare
Pu
le
povero
un agiografo rimpolpi la sua storia d'un martire dimenticato desumendo da una passione a lui nota tormenti, minacele, miracoli e perfino nomi di Ijersecutori o un annalista per non tediare il lettore con la nuda notizia che si combatt sotto Chiusi o che fu proposta una legge agraria, vi aggiunga tran;
quillamente particolari
battaglia o dalle
attinti
dal
racconto
di
altra
agitazioni
popolari tra
cui in altri
tempi
e
si
reduplicazioni.
Un
compilatore
due
scrittori,
con particolari
un
gli
qualche
discrepanza nella
cronologia,
uno
stesso
fatto; e
tra le
si
converrebbe scegliere
veiit,
remota da
pensa che
due
fatti di-
versi e narra
ticolari lo stesso
tico che
si
due
fatti
due nomi
riferiti
dalla tradizione
l'altro.
danno lungo
il
venuto
zione
di ricordarne
alcune (sopra
p. 229).
Ma anche
qui
sia trasmessa.
Quando,
p. e.,
torno
al
quale
le notizie
341
morte
eoi tor-
una passione
menti
e
stessi
che
si
e l'ar-
gomento caro
pedisce che
stessi
ai tradizionalisti
due
tre
martiri
abbiano
sofferto gli
tormenti e fatto
affini
molto
di valore.
Qualche cosa
e di
ha da dire
romana
buona parte del IV. A costituirla, i documenti autentici non possono avere contribuito che in misura
scarsissima
;
e vero
che
la
sostanza
ma
poche
desunte da
i
documenti
colori
tolte le
vivaci
dell'epica, risi
copia di notizie
probabilit
che
debbono
con grande
da
in
alterazioni o da
E come sappiamo
di
dobbiamo esser disposti ad attribuire alla reduplicazione una parte larghissima nel formarsi della pseudostoria romana
ampliamenti per via
reduplicazione,
antica: tanto
pi
che
nemmeno
pu andare esente da reduplicazioni. Basta inuno sguardo all' epopea omerica o al Kalewala
conto
pi
o
di
per rendersi
nel ripetere,
stessi
quanto l'epopea
si
compiaccia
meno
motivi.
nella
tutt'
tradi-
notizia
dal
insieme
tramandate allo stesso modo, mi par che faccia come quel tale di cui narra a proposito d'una cosa simile il Costanzi, che voleva far
342
a'
miei critici
derivare l'imperativo
si
greco rptOye da
e
si
qpeO ye.
Certo se
isola questa
la
forma
governano
formazione
si
siffatta
spiegazione non
Ma
che
rispondervi?
il
Non
vorrei
De Marchi com-
batte la
l'assedio posto a
Roma
^
dai
una
infelice e sbiadita
il
reduplicaera
Gianicolo
era
per
imminente
dicata ripetutamente
zioni contro
come punto
Ma,
strategico in opera-
Roma
se vero
quel
che
siamo
immensa
scarsezza di do-
cumenti
anteriori
all'
estrema-
mente
del
stesso
difficile
si
476
conservasse
e la
colorito
scialbo
che
gli annalisti,
Abbiamo quindi ogni ragione di supporre come hanno immaginato a poca didi dirci che
menticando persino
fu ricostruita) e
nell'intervallo la citt
volte l'in-
carmi
che
celebravano
Porsenna
gli
eroi
romani
lo
Senonch
stesso
vi
sono
De Marchi
"
un
far vio-
lenza ai fatti
Tale sarebbe
Il
il
agraria Licinia-Sestia.
De Marchi non
d la pena
IJT
343
di ribattere gli
argomenti
me
ri-
putiamo una
lista
falsificazione fabbricata
da qualche anna-
ricopiando
"
una
legge
ci
lo
ma
si
contenta di
additare
forse
metodi
alquanto comodi
spicci.
Ad
gli
discutiamo
non lieve gli pare " la notiziola che ci d Livio sulla condanna inflitta a Licinio stesso dal pretore M. Popilio Lenate per avere eluso la legge sua con una finzione legale "Una tal notizia (egli scrive), cos come data da Livio, asciutta, senza commenti ai quali ben poteva prestarsi, col nome del magistrato giudicante, mi ha tutta l'aria di notizia attinta a fonte genuina molto pii che non pu ritenersi foggiata nell'officina di un glorificatore del gran cittadino democratico . E qui mi perdoner
,.
:
il
De Marchi
se gli osserver
di
punto
Che
se
non
autentica,
il
primo
n quest'ultima notizia
pu revocarsi
evidentemente
non
in qualit d'edile.
Ma
gli edili
in
un caso
si-
mile potevano
che doveva
esser vo-
popolo
onde
in
siffatti
le
frasi
diem
dicere,
midtam
344
inrogare, a pud
a'
miei critici
popnlum accusare. Non che il termine damnare detto d'un edile sia al tutto inaudito ma certo che nel passo di Livio manca quel che potrebbe
;
la
designazione del
magistrato giudicante e
al caso.
il
Inoltre
si
non
sappiam
punto che
di
siffatte
multe
edilizie
conservasse
un
registro, o
almeno
;
consultato
dagli annalisti
che
conservasse
memoria
doni
solo dai
inflitte in-
nalzavano
gli
edili
sicch
di
tali
fatto pi
manca
un
indizio prezioso.
il
pu
citarsi
come contrassegno
d'autenticit
N nome
M. Popilio
Lenate
console nel 359, nel 358, nel 350 e nel 345 non era
certo edile nel 357; e neppure poteva rivestire quella
carica nel 357 del
il
M. Popilio Lenate,
che
fu
figlio,
precedente,
trattarsi di
un
altro
M. Popilio Lenate
le
il
ogni contezza.
Ma
innumerevoli
falsificazioni
annalisti svegliano
tura a M.
Popilio Lenate
solo
perch questi,
al consolato, era la
come
senza
mostra
la
plebe nel
alla
momento
in cui
plebei furono
sia,
ammessi
magi-
giudizio
non
lo
stamente osserva
cinio
fra gli
il
De Marchi,
costui
glorificatori
di Li-
Stolone.
Ma
annalisti
altro
che
sarebbe
345
politici
uua sorte
tra
uomini
pi
De Marchi non
L'uno
"
necesgli
che se
au-
nalisti
dimostrarne
la fal-
dove
attinge-
vano
tesi
del
tempo
,.
Ma
si
abbiamo gi pi volte
riducessero questi pre-
qualche
lista
di magistrati,
qualche an-
notazione di pontefici,
testo di legge.
qualche
Con
tali archivi,
anche se
gli
vi
si
facevano
annalisti
romani
non si son mai curati di fare, dimostrare la falsit di un documento doveva essere quasi impossibile, tanto
pi poi che
i
documenti erano
si
scritti in
un
latino ar-
stentava a capire.
dovrebbe dimenticarsi
s'aveva a procacciarsi
il
testo da
me
gi citato, dove
Ma
non
fossero,
come
certo
donde potesse
trarsi
prova della
falsit
annalista.
noto,
ad
esempio,
quanto
abbia
goduto
esprimendo
il
noscimento di Lui
come
proposta
il
che in senato
nonostante
parere imperiale.
facile
pur nessuno
talch
346
a'
miei cpaTici
fabbricare
le lettere
di Pilato che
avrebbero indotto in
Ma
riali
del resto
fiducia
nella
falsi
diplomi impe-
bolle
pontificie fabbricate in
una et
riusciti
non
ad acquistar
gnarci
ci'edito.
Temo
dovremmo
rasse-
decretali
una fortuna
come immeritata.
le falsifica-
aver
lasciato (stando al
De Marchi) troppe
una
Mi fermo
ajjpena a notare
sec.
IV, anche se
che. a
estremamente
annalista
dell'
80
circa av.
come
Licinio Macro,
s'ac-
farsi
un'idea che
verit.
E, prescindendo
da
ci,
la
l'ax-go-
dona-
una
reputarla autentica.
De nome
il
Marchi,
"
rendeva assai
e
per-
petuarsi
d'una tradizione
audace una
,.
falsificazione
Possono
per-
347
sono disposti
le
altro
che
ad
roga-
romana pi
che,
antica, e
pochi; e quelli
usando
decretali
col
nome
del
Papa
a cui eran
gelasiana de recipiendis
non ve ne
sar nessuno.
Mi pare d'aver chiarito cos in che stia il difetto De Marchi. Il mio erudito contradi
dittore studia
miti
etimologici,
miti
etiologici, le
romana
e
come
gli
alle
se
non vi fossero
altri
tempi condurrebbero
le
pi strane etimo-
leggende
medievali e l'au-
tenticit degli
isolando
romana dal
di
tutt'insieme
corrente tradizionale
cui fanno
la
d'averne
di
dimostrato
storicit
quando
gli sia
fatti
avvenuto
riscontrar
nell'et
storica
esemp di
apparentemente meno
in
inverisimili.
Cos
quel
io
razionalismo critico di
mi
fa carico
che
delle fonti.
Quando da
)48
a"
miei critici
fosse
indagare come
tarda che
il
di riconoscer sicui-amente
come
tali.
Dei
criteri di ve-
ma
in
una
notizia travinti,
Albani
non
merita
alcuna
fiducia, conveniva,
prescindendo dalla
negata,
movendo
dalla
verisimiglianza,
dalla
conve-
Son
commettendovisi
si
rischia
come
il
De Marchi. Ma
qualche
mana pi
antica.
X.
Per rintuzzare
l'acrisia
^^\
T
TTgpavTOv
XP'lLta
Pietro
*
Bonfante
in
un
articolo
pubblicato
col titolo
"
nella
(2)
Ten-
prende ad
la
(1)
divei'sa e
Questo saggio fu dato alla luce in una forma un po' con diverso titolo nella Rivista italiana di
'
XII (1908) fase. XII p. 777 segg. Dopo la nota inserita dalla redazione della Rivista a p. 815 e dopo la replica del Bonfante ibid. p. 815 segg. non era pili possibile naturalmente serbare sempre all'articolo
sociologia'
a.
'
'
la
intonazione
la
prima
al
pi di piccole aggiunte
s'intende, intatte
non ho creduto ingombrare il Le argomentazioni son rimaste, della replica del Bonfante si tien
(p.
420
segg.).
XII
fase. II p.
219 segg.
350
mia Storia
a"
miei critici
dei RoiHCuii.
Non metterebbe
forse
il
conto
in
sione
perch
alle
le
stamente
della
foglie
che
il
vento
brumale
e
disperde
famosa
similitudine
omerica
il
perch quando
il
altri usi
Bon-
fante, l'assalito
alla scienza
dovrebbe
ed a s stesso.
Ma non
del
rettifi-
materia
teressante
il
tendenze che ho pi vivacemente combattute, ritenendole esiziali alla seriet e al progresso degli studi storici
:
il
dilettantismo.
Non
esita infatti
il
Bonfante ad
imitare coloro che scrivono di storia senza una cognizione sufficiente delle fonti e dei sussidi moderni, con
con
la pretesa di
mostrare genialit
in aria, che
dimostrano
note
marginali
ch'egli vien
facendo all'uno o
al-
l'altro
Ma
convien
Non
solo
il
dilettantismo del
Bonfante
si
ma,
Or
anche su questa mancanza di riguardi mi par che sia bene richiamare l'attenzione del lettore. vero ch'egli
cerca di giustificarla
Storia dei
accusandomi
di
assumere nella
,.
Romani
" il
351
(scrive egli di
me)
in
una
ma
"
di quella
il
sempre
"
certa
,
,,.
Tuta sempre
erronea
gli
Pi dubbie espressioni, pi
quasi
soccorrono
mai
Qui
mio
"
libro.
Non
dei
Romani
,
:
in cui
come
"
"
possibile ,
pu darsi
ficile 3,
sembrerebbe
frasi
tico
ho
l'ipetuto fino
al
tedio
efficace
rendevo con esse pi monotona e meno mia esposizione. Molte volte, vero, ho creduto che le mie conclusioni fossero probabili o
curandomi
la
se
certe.
Ma
chiaro che se
di poter
la probabilit
certezza,
storia dei
una
vera,
la
che mi suggerisca
Bonfante, anche
ipotesi op;
ziato indicarli e
intende, a
scientifico.
questi
libri
potevo
riconoscere
Non mi
se avessi
mancato
il
umilt.
Che
mancato, non
certo
Bonfante
teoria
"
potrebbe
rimproverarmene.
egli
tutti
ha
sempre
diritto
sostenuto
sua
sul
testa,
mento nel
al
romano.
il
l'umilt
esula
poi
suo elegante
frasario di causi-
S':i2
a"
miei critici
Qui
egli risolve
diversamente da lui
il
critico si
in
quegli
con
una scortese
daDe mie.
ogni passo
poi
egli
mi accusa
non
inconsapevolezza, limitatezza
mi
comodo,
di
pormi
modo
inverosi-
appena bisogno ho
di quelle che
citato nel
mio
libro
non ricoiTono
ma
di
i-e-
Sicch
quando
egli
mi
rinfaccia
"
lo studio
ispira
lascio al lettore di
stesso
una cons
di
cui egli
mi ha dato
discorrendo del
mio
mia
libro,
impedirebbe
coscienza di
me Ad
di pronunciare.
retta
studioso,
ho tutto
tratta
il
diritto di protestare
e ostile
vivamente
il
contro
fante
il
con cui
Bon-
mi
solo libro
italiano
sono ricercate
il
scientificamente le cagioni ed
narrato criticamente
modo deUa
riduzione d'Italia
ad unit sotto
il
primato di Roma.
353
nella introduzione
il
mio me-
critico
si
sbriga in due
dei
primo
capitolo della
Storia
Romani,
me
seguito nell'analisi
giustificativi
fornisce
il
gli
elementi
Non
s'avvede
neppure
il
Bonfante che
secolo av. Cr.
sul
IV
formata nel
modo
vi
popolare e
hanno avuto parte relativamente cos larga l'epopea i documenti indigeni antichissimi e cos
elleniche, convien ritenere
d E. Pais e cercare
di
come ho procurato di mostrar praticamente soprattutto al capo XY. In un articolo sui metodi recenti negli studi storici non poteva
verit che v' contenuto,
dimostrar meglio
di cos l'autore,
quanto
sappia ben
mezzo, egli
s'aff'retta
suo di-
fetto di critica.
Ho
non pochi
'^
altri
argomenti,
;
uno che
"
il
Bonfante trova
sorprendente
ossia che
il
un'antichit
falsario
si
sa-
rebbe con ogni verisimiglianza tradito facendo principiare la sua lista nella notte dei tempi,
delle sacerdotesse di
Gr.
come
la serie
Era Argiva
(I p. 2). Il
Bonfante
23
De
354
a'
miei ciuTici
oppone
della
"
tempi
troppo
(p.
remota
"^
l'
origine
repubblica romana
223). Qui
sorpren-
dente
solo
il
noto
tradizione
509
i
le
5u9
se-
cominciano
Fasti consolari.
Un
falsario
dunque
condo
la critica del
Fasti perch
le
origini
della
il
Bonfante mostra
son
di
sapere
che
e.,
i
anticipazioni
siffatte
colo VII o tutt'al pi airVIII, sono stati riportati tempo della migrazione dorica o perfino a quello
al
di
Teseo.
s,
per quanto
metodo Pi grave
di
dilet-
fi-etta
penna
egli fraintende
presenta
quindi
al
lettore, tra
mio
indirizzo, in
modo non
nella
rispondente
storia
(I p.
alla
verit.
Ho
pari
detto
chiaro
mia
77)
che
il
popolo
di
indoeuropeo
tutte
le
fin
proba-
bilmente
complesso
e di
al
nazionalit
dalle
ori-
moderne
gini
da ritenere vi
brachicefali
e
Arii
biondi e
ci
bruni,
dolicocefali.
vede da
che
come di una d'un poma come antropologico, nel senso razza elementi disparati formata d' nazione d' una polo o e che poi s' scissa in altre nazioni. Che se il Bonfante crede d'insegnarmi come ora il problema delle
non ho
inteso
di
lingue
si
separi
355
me
due problemi,
inteso
aria,
una
mie teorie
che infine
vento;
Ma non
elementi
bisogna capirle,
della
primi
filologia
il
comparata.
nulla, proprio
nulla ne sa purtroppo
mi
che
ho studiato)
"
si
riduce ad un
(pag. 223).
mitato di voci
Or
un giuoco da
glotto-
hanno speso Bopp, Schleicher, G. Curtius, Ascoli, Brugmann. Con un numero limitato di voci infatti nessun uomo di scienza ha mai costituito una unit linguistica l'inglese, per esempio, ha comune col francese un numero stragrande di voci, e pur nessuno ha pensato di farne una lingua,
;
si
morfologia
sintassi tra
le
lingue arie,
analogie nel
loro
che
si
riducono a
radici
comuni.
poi
il
critico
e.
un
certo punto p.
ac-
cusandomi
di
aver trascurato
le relazioni tra
Umbri,
egli
234).
Con
ci
mostra
(sia detto
il
tra paren-
d'aver letto
assai
disattentamente
mio
libro.
a'
miei critici
la posizione
dove
isolata
dialetti italici
il
latino a
fronte
di
rp;t;:a'iLte:ai .a.:
latna dovrebbe
'
Forse >al|ngu.
to sa-
essere classificata
come un dmle
popolo e del d.ameraavere un sigmficato Lttodel Lazio potrebbe e etnologuo non un valore storico e Mterario,
bemoomente
wlsco,
"o
come a un dipresso
la
pospone
dell at-
te ^ella classificazione Ecco: se assorbito dal ion.co .. iaW ellenici rimane docunessun non sopravvivesse a Hnlua latina d si conoscesse non se n letterario,
linguistica generale de
!l n eirafico :r androne n
a, l'ipotesi si
potrebbe forse
^^'^^^I
arra, campate iletta di ipotesi potrebbe and e c,ualcosa ipotesi valgano ff. te cbe documenta
avr
lode di genialit.
Ma
iu
realt essa
crni.tica
di
paiiarne
i^^i
..-.te
13
e nella
drammatica, a
Zt::;';^:;;
gravissima ragione
e- -sostitu.
^:rt:::trrci::rrr-^^^
To
nico
:trdatoapprezzarel-importanza_di.uesta^e
che non
fonetiche, simili peculiarit """J' e discrepanze tra 1 attico ron le tenui e recenti
-"7,^ io
1
mI
triste di vedere
le
a:
quattro venti
Roiai
1 p.
104 segg.
357
son
le
Tornando
deduzioni
agli Arii,
il
degne
delle
premesse
che
Bonfante ne
qui
egli
nota che
"
evidentemente
sedotto dalla
aria primitiva
occi-
desumendone
dentale
tico
europea
di
arii,
mostra
antichissimi
entrambi, da cui
Veda. Che se
le
caratteristiche
dell'Ario
il
appare
grado
Italiano
dell'
Inglese
le
d'oggi
le
che
il
potuto scambiare
une con
altre,
quanto
tendo
l'unit
aria
da
un
"
direi
se
si
attaglia
di
punto
al
caso mio
ho
fatto nulla
simile; in secondo
modo
dimostrerebbe
n di storia. I Mes-
sicani,
come
noto,
per
l'elemento
spagnuolo
trovarvi le
Spagnuoli
sono
massima Iberi latinizzati dai loro conquistatori italici pivi civili. Tra gli Argentini poi e gli Indoeuropei
v' differenza assai
meno profonda,
gli
ond'essi
si
vantano
non
torto
d'essere
Anglosassoni dell'America
non
pie-
358
a"
miei ckitici
l'ele-
mento indiano
tutti sanno.
e assai
maggiore
il
contingente ario
Ma
le sa
il
Bonfante?
poich
egli si
mie
i
teorie.
Ma
forse
ha voluto
dire che
arii
Latini,
Greci,
Germani
come
Messicani. Qual-
cosa di simile
linguistica.
ci
da rispondere che
si
le
lingue non
e
cambia a piacere
i
che
Latini
nulla hanno di
tinizzazione
comune con
Iberi.
"
degli
Perci
appunto
e
io,
non
con ingiusto
malcelato
conto di teorie
il
cui
punto
le
di
partenza l'ignoranza
teoi'ie
quali
Continua poi
sattezze
le
il
mie
quale
Dice
p. e.
'"
significativo
il
modo
io
col
elimino
la teoria
Arii alFEuropa.
non
la
"
elimino
punto,
anzi
le
faccio
una con-
cessione
oltre la
steppe
"
Ma
v' di peggio: io
(il
eli-
mino
'^
la
Russia meridionale
e
la
a verit)
parola
lin-
patrimonio
egli
mi
fa
con
che
359
gli altri
dipendono
dal
non conoscere n
in
da
me
delle
citati
particolare
quelli
dello
rimandato. Pur
maggiore
lar-
ghezza di
greca
il
non faccia p. e. nella sua storia Beloch, era mio dovere limitarmi a qualche
quel che
cenno
che discutono in
modo
dute pi
si
accostano
io se le
alle
mie
come
al
il
Kretschmer.
e
Che colpa ho
di J.
Schmidt essendo
ignote
Bonfante, egli
non
mie
domma
Prima
cau-
di tutto io
somma
tela di espressione
che,
non la dommatica asseveranza appunto perch non molto informato dei problemi
usa
di cui discorre,
assumere
il
Bonfante;
poi
sono
ri-
mente dagli
Arii, e
ad opere
bens
;
possono
farsi
d'un
argomen-
la
Ma
la patria
il
critico)
non
certamente la Battriana
No
ho detto
teoria
appunto
e
che
la
che mai pu
mia
il
360
*
a"
miei critici
la
Al riguardo
il
mi concede con
consueta
italia-
nit di frase
Bonfante
unit
esser vera la
i
mia asserzione
gli sarei grato
ario-semitica.
del suffragio, se
non
stesso ogni
valore
mostrandosi
cos
"
digiuno
di
ilologia.
Ma
se
come
tica
,,
vi trovo ben naturale che, sprezzante degli argomenti, divadire sostituisca il Bonfante queste che potremmo
stirpi semitiche,
Arabia
ma
che
proven-
Bonfante, del resto, per dimostrare ad ogni passo ad quanto mi fraintenda, m'attribuisce di non credere
nna
Europa
e
;
(p. 225).
Invece
la
paleolitica
la
neolitica,
ho
persin
dedicato
un mezzo
capitolo
inoltre
reputo
che anaria la civilt delle terremare, e, riconoscendo non anche nell'Europa storica v'erano parecchi popoli
arii
come
gl'Iberi,
negato
che
Liguri e gli Etruschi, non ho mai questi avessero una propria civilt che
i
solo in parte
e
si
meho dato infine una parte larghissima agl'influssi nello dell'Oriente arii non diati ed immediati dei popoli
svolgimento della
civilt europea.
qui rispetto
all'Oriente sar
bene notare
che
al
il
con,
ma
contrasto
,
"
Se-
miti.
Dove innanzi
tutto
da avvertire che
poca
361
Bonfante
alle
al
un
tiro,
sue pa-
ma
probabilmente contro
e retorico.
tale
checch egli
e
perch
Veda, l'Avesta
la filosofia indiana
la
possono
essere messi in
un
fascio con
cosmogonia babilochi
nese
con
la
mosaica
solo
da
non conosca n
e
filosofia
n queste cosmogonie,
che
il
non avverta
la strettissima attinenza
mondo
iranico ha col
dir
e
i
:
mondo europeo pu
non
lo
conosco
Quanto
al
pernio
della
mia
;
storia,
fante
ma
certo
come vorrebbe far credere il Bonho messo in luce quanto abbia avuto
Sicilia
:
e qui
il
Bon-
ho seguito l'esempio
secolo
maggioii
storici
del
XIX, Arturo
un'imporOriente e
enfasi re-
io dessi
ha
al contrasto tra
"
mi biasima
la sua
(p.
frate
ha avuto
come proposizione dipendente di un periodo sulla ci. non v' punto d'enfasi e molto
d'enfasi religiosa. Inoltre
meno
altri,
ritenendo
e.
con molti
che la
per
le
ragioni addotte p.
dal
Hommel,
civilt egiziana
e
che quindi
l'incivilimento
gli
umano,
e
g'
il
quale ha assai
Aztechi
Incas menzionati
ma
pel
tramite
fonda sulle
se
il
Bonfante
362
li
a'
miei critici
copiosa letteratura che ne tratta,
ignora
ignora
la
non
cjuesta
scagliato
una scusa che lo giustifichi dall'avermi enfaticamente la non bella insinuazione con(1).
E
sapi
procediamo.
italici
Non
le
ritenuto
e Iapigi
con
popolazioni
Sabelli.
del
versante
adriatico
egli
mi chiede
nione
rho
indicato
arie
molto chiaramente. Le
(2),
messapiche sono
come
e
ammesso
il
general-
mente dopo
il
la piena
Helbig,
il
Kretschmer
il
Eibezzo.
Ma
oppone
.
Bonfante,
in
Una
possono ricavare
le
sue
affinit.
il
Come
mero
ci
Bonio se
e
ad un nu-
limitato di voci.
di
partendo
da
premesse che
condanna
anzi
di
io
prenderne cognizicme,
lavori senza elementi
s'immagina
Bonfante che
giustificativi ?
il
Bonfante mi
fa ripe-
(1) A scanso d'equivoci, sar bene avvertire standomi entro questi limiti alle dottrine dei panbabilonisti. non intendo affatto di accettare tasie etnografiche del Hommel ne le bizzarre
ne
le fan-
teorie del
Winckler
lonesi.
('2)
sulla antichissima
'
Weltanschauung
'
dei Babi-
Sforili dei
Romani
p. 168.
363
da un critico onesto, L. Bloch (1), il quale, pur riconoscendo che do sempre ragione in modo obiettivo delle
mie
teorie, trova
Ed ha
io
ragione in fondo;
ma
i
non
sa
con quali
critici
scrivendo
ho da
fare
miei conti.
Tornando all'argomento,
reliquia: ne conosciamo
radici e alcuni suffissi, che
del siculo
abbiamo qualche
vocaboli, alcune
latino.
cio
alcuni
italico.
E poich
gl'Ita-
fin
abbiamo
Ma, dice
il
Bonfante,
le reliquie
il
ario o anario
Il
latino peraltro
non ha
un fondo
come
il
che
si
Sicani.
ad ogni
modo non
in
imprudentemente
mostra
la
sua scarsezza
d'informazione, e soprattutto
rispettasse
un poco
di
Ma
fanno
degno riscontro
alle
sue
cognizioni
del
filologiche
;
le cognizioni archeologiche
Bonfante
che
"
e di
ranno
incredibili.
Egli
asserisce
qui
gli og-
getti di stile
(1)
'
Liter. Centralblatt
'
o64
a'
miei ciutici
fa venuti
li
da Creta
.solo a
si
fabbricassero
sit fra
molte
e
i
categorie di vasi
micenei
cretesi
scoperti
della
in
Messapia
contemporanei vasi
tarda
et minoica.
meglio usa
il
cranio
questo notissimo
me come
diffu-
non ha nulla da
si tratta.
fare
con
Perch
gli abi-
dei loro crani con la questione se gli Italici son passati dall'Italia
dosi a popolazioni
non
arie,
durante
l'et del
ferro o
aharie, di cui
il
Bonfante mi rimprovera
non tener
mio
libro, che
e d'origine iberica
Sardi e
Corsi
(1),
anari e forse
d'origine ligure
Elimi
(2).
E
le
menzione
hanno avuto da me a
archeologici cui
il
suo luogo
tradizioni
fatti
sua disat-
n menzione n
vi collega,
fantasie
che
il
Bonfante
come
(1)
p.
74.
11.5.
(2) I
p. 96.
365
simbolico
il
critico)
Iberi,
due penisole,
l'italica e l'iberica,
nelle
isole
adiacenti
(p.
226).
Si
istorica dell'Italia
notevolmente
diversa
da quella
prima
atti-
nenze che
si
non
tali
da toglierle
come
un
non
naturalmente da tutto
ci
prio
quel che
il
Bonfante dice
ozioso
due penisole.
notare
Ma
dalle
ad
ogni
modo
e
perfino
il
che
caratteristiche
antropologiche
co-
muni
Spagnuoli
trae
ad
altri
popoli del
relazioni
se
Mediterraneo
nulla
si
sulle particolari
come nulla
ne
ri-
cava
p.
e.
sulle particolari
Iberi e Oschi
ai'rischia
il
tra
Iberi e Messap.
citare, senza
E dopo
ci si
critico a
averlo
riscontrato,
un verso d'Esiodo dove " i Liguri sarebbero rappresentati come una delle tre grandi stirpi barbariche che
gravitano insieme
agli
Etiopi e gli
se
Sciti
intorno al
mondo
ellenico
Ecco:
(1)
p. 3 segg.
366
tato gli Etiopi
a"
miei cuitici
rome una
ellenico,
intorno al
mondo
come il Bonfajite poco versato in geografia. In realt, in un verso di cui non conosciamo il contesto, di un poema attribuito ad Esiodo che non si sa qual fosse (1),
erano enumerati, senza nessun accenno a gravitazione.
Etiopi, Liguri e Sciti. Se nei
versi
precedenti e
si
se-
altri
popoli, se
trattasse
comune
il
costumanza non
tore con
ci
dato detemiinare.
il
veda
let-
Bonfante rinfacciarmi
si
trae.
di
Con argomentazioni cos piene di errori e sensi non si distrugge una ipotesi fondata
relazioni col neolitico,
contro-
sull'accu-
come
quella che
ho presentato
ipotesi del
egli
mia
storia.
Anche questa
resto
il
prenda
me
usata a pro-
mente, come
Liguri
sono forse
abneno
delle genti
onde
s'
formato
popolo ligure
si
Riviera
tico
fin dall'et
c^uando poi
il
cri-
aggiunge che
"
dei Liguri
dell'autore verso
mediterranea
(li Fr.
tt-
TTTlUOXfOlJC.
(2)
St.
p.
367
paleolitici liguri
mi son semplicescritti
mente attenuto
istorica,
alla
geologica e pre-
Arturo
Issel.
II.
Dopo
italiana,
il
il
Bon-
quello
della
origine
degli
Etruschi.
Ma
:
ai lettori.
Non
pro-
problema etrusco
blema che non pu esser trattato con la leggerezza e disinvoltura con cui lo prendono i dilettanti, ma con
cautela di critica, precisione e pienezza di dati
:
non
pu
risolversi nell'ambito
delle
solo
mio
Premette egli
ma
in
compenso
ricca d'ine-
manca
ogni prova
marsi
erudizione di seconda
mano
pescata in buona
che
le
quel che
e dei
in
maggior numero
Romani
radersi
penetrato tra
cumoni
tizie
sicure
che
la origine lidia
la
368
egualmente
ai
a"
miei critici
ai greci (1)
un
nome
Lidi
madornale, e
scolaretti di ginnasio
si
sanno che
parola
greca
che
collega con
iriuiruu.
Per mezzo
la orientale.
di
questa
descrizione
cosi
peregrina,
il
Bonfante intende
con
di-
Egli non
i
mi
si
passi
il
termine,
massa grigia e come non difficile trovare, tra popoli che hanno dottrine od arti sommamente diverse, attinenze con una dottrina qualsiasi e
una specie
di
una
di
tutto
hanno
ad esempio,
tra
gli
il
gran nu-
Etruschi. Ora,
dimostrarsi
punto che
loro
Greci
dei
Romani:
solo
pare
che
alle
dee
non
sia,
gli Arii, e ci
molto diverso.
gli
Ma
checch ne
divinit.
Era
facile
anche in
Similmente perch
(1)
Hekod.
94.
369
moni
"
il
mondo
sotterraneo, facile
ascrivere ad essi
del pari agevole
concezioni orientali
e tranquillo
lo
se
il
loro
come l'Hades
gli
Etruschi un popolo
delle
i
naturale
Arii
s^
che
nel
mancar
con
doti peculiari
;
degli
il
incontrino
tutti
parentela pi
E non
es.
basta:
coi
confronti
del
Bonfante
;
sono
fatti
spessissimo
egli dimentica
ad
che presso
Grreci
dell'et
micenea l'amore
del
fasto
e
non era
al,,
quanto
impregnata
di
motivi
orientali
tanto che in
con rappresentazioni di
certo che
di
chimere o simili
certo che
mostri, tanto
imitati
da modelli
quanto
Bonfante
le
il
logia.
Molto spesso
costruzioni o
prodotti artistici
la si-
cui
il
l'arte
etrusca,
compaiono
al
in
momenti
assai
onde potremmo
tempo
ora ca"
i
Etruschi,
ma non
il
Ed
pisco
perch
pi
De
21
370
si
a"
miei CRITIf
affacciano slegati
nei
diversi
capitoli
dell'opera
,.
poi
un guazzabuglio :>enza critica n cronologia? E c' un elemento orientale che io ho veramente conalle
forme
il
"
omesso
e disprezzato ,,
sotto tutti
climi. Perch,
ad esempio, non
sa-
primato della
pirateria circa
Che se stando al Bonfante questo primato accomuna gli Etruschi coi Lidi, bene notare che i Lidi da quando ci appaiono nella storia sono
300
av.
Cr.?
proprie (1)
un popolo continentale, il quale non ha neppure navi sicch a un caso la loro sarebbe una pira;
teria teiTestre.
"
Difficile
il
Meneptah
non
bens
Ramsete
e
si
,.
Vera-
mente una
esiste,
Meneptah
Ramsete
III
quindi non pu
essere
e
;
celebre. Esiste
di
una
iscrizione di
Meneptah
i
un paio
Ramses
Thuirsa
ma
studiato
negano risolutamente
che
si
meno ne dudopo
bitano assai.
l'atto
il
Peraltro chi
oser pi dubitarne
il
testo
neppur
di lontano,
come
,
positato
esse sul
modo
verbo
di richiamarle
di
ha giurato intorno ad
cita
neanche?
(1)
Herod.
17.
371
Con
filologo
fosse
"
dimostrata
cente
(sic)
etrusche e la
re-
iscrizione lemnia
Ed
a questo
punto
le iscrizioni
non provano
:
incomprensibili
1"
invece
in-
tra
eti'usco
il
lemnio, che
sono Tnno e
l'altro incomprensibili
pure che ne
filologi va-
archeologo. Dice
mentre
le
terremare sono
della
documento pi
le
caratteristico
tombe
a ca-
mera non
si
connettono con
une
e delle altre
il
conoscendo
materiale e
(jrsell.
dimostrazioni
dell'Undset,
E dopo
di
ci egli osa
al
lettore
e
sufficiente
molti
errori,
malintesi
sofismi
cui
il
mio
contraddittore
ha cosparso
degli
la
Etruschi.
sulla
Ed
bene no-
questione non
(1) Il
Bonfante
cita qui la
mia
Storia
p.
123 segg.
:
lo ripudio
gyo
v'
a'
ilIEI
CBITICI
che le sue sviste; e di molche, racimolandoli qua e argomenti tissimi tra fa il piisenta con maggiore enfasi, l, il Bonfante veramente difensore nessun conto clie meritano un Gustavo Korte. Il combattuta, me da tesi della serio in gi'ado d'mneppure peggio che il Bonfante non in favore adducono si tendere le argomentazioni che
altro di originale
gli
provenienza europea
di
quel popolo.
L'unica prova
cosa pu lignificare un questo dato (scrive): ma che l'autore pu addurn. n n'ha, ve dato unico Tnon cumulo schiacciante di elementi che
altri)
di fronte al
orientale e richiamano parlano in favore della civilt tutto abbiamo visto a che all'origine lidaV ,. Innanzi
""
quel
detratti
cumulo
crii
schiacciante
d'elementi
l'
si
ridur-a,
un
indizio,
alfabeto n-.n
Gl'indigeni
dell'
greci introdussero col alfabeti alfabeti: pi tardi si dubita, (^h ne>suna ci di dal calcidese:
diversissimi
nessuno pu
chiaro le iscrizioni.
Alinore. Contro
dall
Asia
un argomento
attinenza tra gli Etruschi davvero questa o quella pretesa popolo pi o meno orientale. e l'uno o l'altro che il Boninoltre vari altri argomenti
Ma
vi
hanno
fante
dimentica. Dionisio di con molta disinvoltura Etruschi e Lidi, aftra \licarnasso ne^a la parentela nella hngua, disparit grande fermando correr tra essi ^ e del suo raffronto religione: nelle istituzioni, nella nella Stoi'ia dei Ronon da far poca stima (scrivevo quando ancora si potevano mani) poich egli viveva
due popoli,
e,
Minore
e a
Roma, non
Forse
il
gli era
mancato agio
si
di studiarli
(I p. 129).
Bonfante non
gomento perch
la
mette di apprezzarlo.
era diversa dalla lida?
le
Non
si
lui
lingue
come
si
soprabiti?
Un
colo
altro
argomento contro
Ignota
Etruschi
se-
era
infatti al logogi'afo
lido Xanto,
non poteva
come
la
di
cui
valgono alcuni
scrittori italiani
poco versati in
filologia
ha luminosamente
questi e
il
provato l'autenticit
moltissimi
fante
;
di
quell'opera. Ignora
la
altri
argomenti contro
sua
tesi
Bonsuo
e fa bene,
la serenit del
atto di fede.
Non
del
etrusca
suo metodo.
Ditficile
il
non scorgere
esclamaj
eemia per lo
meno ad un popolo
,.
salito dal
il
mare, non
Difficile piuttosto
non scorleggenda
gere
come interpretando
il
a questo
i
modo
la
pelasgiea
tari
e di
Bonfante
critica.
dimentica
c'
si
canoni pi elemenregione
di
Italia
della
Non
quasi
ad
es.,
le
Pelasgi;
ma
chi
mare ?
374
A*
MIEI CRITICI
Non
tica,
il
contento
di
crilet-
tore
rizia
della
ma
''
Ho
scritto (1)
Pu
nati
dal
lato esteriore
etrusca
vi
sopra
erano pene-
tutta
la
mente,
abbiano
oppressori
orientali
delle colonie
"La
informa-
novello
trati esteriormente!
non mi
,,,
attribuisca la bella
frase
penetrati
io
esteriormente
dico ad
es.,
come
infir-
che
le
critiche
del
Bonfante sono
mate
dalla sua
scarsissima
preparazione archeologica
filologia, ci
e soprattutto dalla
vuol proprio
la
italiana
ha
il
mio
gli
pongo
la
Ma
egli
al
Bonfante, ed
non pu separarsene senza una chiusa veramente il degna di tutto ci che precede. Avevo scritto che
''
olandese
in
ma
al
progresso
a
degli
'
Italici
(2).
Il
e,
Bonfante
non
riesce
intendere la
"
comparazione
nellac.
(1)
Storia dei
I
Bomani
458.
129.
(2) Ibid.
p.
875
esatta
essa
si
pu
ritenere
quanto
.
quella celebre
Qui
egli
riesca
finalmente
capire di che
si
se-
colo
XVII
XVIII, senza
alcuna decadenza nei propri ordini interni, perch crebbero in potenza, usufruendo meglio
latenti, le nazioni vicine.
le
proprie energie
Etruschi, dopo
i
Similmente
volte
gli
aver
superato
il
piii
delle
il
in
guerra
popoli
secolo VI, a
un
e
certo punto
d'allora in
cessarono di vincere
come
giorassero
i
loro ordinamenti,
ma
semplicemente perch
il
popoli vicini
della deca-
forse la pi
,
tra Celti,
Romani,
e'
appena bisogno
quale
inoltre
mio
di
critico
il
gran
lunga pi formida-
di
quella
coalizione
altre
realmente storiche:
storia
e
cos,
a caso nella
antica,
quelle
a
stringevano
attorno a
Roma
e,
attorno
guerra punica,
(1)
si
rimasta delusa.
376
pretesa
a'
miei critici
antietrusca di quanto
se poi
le
confederazione
un
ele-
fante maggiore di
il
secondo
Bonfante
confederati, incendiate
pi opulente
abitanti
citt etrusche,
scannarono
massa
gli
da
Melpo a Capua, allora pur troppo del popolo etrusco non sarebbe rimasto quasi vestigio, perch sarebbero periti a sud di Melpo e a nord di Capua tutti gli
abitatori delle citt della Etruria centrale,
i
quali vi-
ceversa, tolti
come
gli
Etruschi so-
pravvissero e continuarono ad
civile anche nella Etruria padana e nella campana. Ma, pur prescindendo dalla esagerazione retorica della frase,
colori
il
Bonfante
da alcuni
trae
(di
seconda
e
mano,
il
da credere)
cui
passi
di
Livio
di Plinio
valore,
come
che accusa
me
d'esser retrogrado
perch respingo la
manda:
cifico
"
non
si
vide pi sino
al
al-
mongole
che
egli
da paragonare
pa-
tramonto dell'Olanda?
la
pu rispondersi
sullo
espri-
mendo
che
il
speranza
messo sotto
accompagnate da
dei superstiti
stragi di
popoli e inselvatichimento
altri
non mancano
numerosi
caduta
ben pi
il
Bon-
alla
dell'impero
romano
lamento
in Britannia?
Avrebbe
Gregorio
fatto assai
meglio a leggere
il
le epistole di
Magno
in cui
si
descrive quel
377
ebbe
soffrire
dai
Langobardi, anzich
popoli confinanti
la
Agamen-
ITI.
Dopo aver
il
fatto
cos
incredibile
logia e dell'archeologia,
venendo
(p.
alla storia di
di
Roma
Bonfante mi rimprovera
del
"
234)
del
conto
geniale
indirizzo
Pais
secondo cui
secolo
cos
ebbe origine
a
il
popolo
il
romano-
quale
cominci
mostrare
suo valore
non male (1) L'errore di E. Pais cos ^rave che documentarlo mediante citazioni precise. Storia di Roma
I 1, p.
625:
'
colo
conquistarono
altipiano
Quelle genti sabine che sui finire del V semolta parte del Lazio e la stessa
Roma'. P. 626:
dell'
'Le
stirpi
438
a.
C,
si
dall'altro
conquistavano
le
Lazio.
Gli
uni
gli altri
superarono
e
Roma,
con questi
sabelle
'.
delle
stirpi
nelle
pianure
delle
Puglie
e della
Messapia
P.
629
Con
l'arrivo
della
stirpe sa-
bina che ricaccia gli Etruschi sulla riva destra del Tevere, che lotta per la conquista di Fidene e poi di Veio,
scorgiamo finalmente
del
i primi albori della vera storia di Roma'. Anche altrove E. Pais insiste sulla fresca origine
popolo romano-sabello,
2 p. 716.
378
conclusione
si
a'
miei critici
tutta
intera la critica che fa
appunta
precisamente per
ci,
Rivista di filologia
(1),
libro
dirla
col
geniale indirizzo
e
pur avendo
messo
in chiaro a
tempo
luogo
le
ragioni che
mi
ri-
guardi son
fraintesi,
giover metterli
da un canto.
del popolo
ticolare
il
romano
spetti
gine
contemporaneamente
mai
re,
avuto
dirsi
pu
che nulla
il
senza
romano da una
dai Saes-
romano non pu
Per
di pi, se
il
essere
stato se
non l'elemento
latino.
Roma
e
fosse stata
appunto debbono
polo campano.
Ma
poi, del
posteriori
tutti
documenti
latini
(1)
XXVTH
in specie a p. 445.
379
anteriori
i
agii
V:
Fasti,
piia
trattato di Cassio,
dei
;
consoli Furio e
e inoltre che tutti
riti
a tempi anteriori
alla
met del
di
debbano
Ho
cercato nella
mia
minute
i
documenti alcuni,
elementi
Fasti e
trattato di Cassio,
anche per
quanto
Se
i
sia destituita di
loro
prima parte,
il
se
in arcaici
caratteri latini
chiaro
che
il
un popolo non
bellica.
etrusco-sabello,
ma
ma
nuta ad abbattere
proposto.
il
egli lo
ha
mostra con
la-
piena sicurezza
tini
Roma
citt
latina
sec.
s'
con magistrati
e a nulla
almeno
IV.
dalla
met
del
V;
hanno
Pais
approdato
sec.
gli sforzi
con cui
tentato di riferirla al
costruito
Con
ci
l'intero
edifizio
dal
d'
sulla
sistematica
ogni
documento
e d'ogni
dimostrato assai
meno
solido
delle
ch'egli
combatteva.
la
mentre cos
ci ch'egli
stabilita
apoditticamente
fallacia di
modo
pi sicuro che
il
metodo
di quell'analisi fallace.
diritto
adoperato un
380
a'
miei critici
metodo
Roma
dussero a grado
a grado alla
non osando
sbri-
il
metodo
il
resultati della
di
mia indagine,
s'
contentato
Bonfante
tre frasi di
su
Ma
in-
d'un libro
ha mostrato
di
non potere
essenziale.
Mi fermer
alla lega
La
storiografa
romana
lega
(cos
il
Bonfante) tende a
in
dalle origini
una posizione
segue in
il
De
Sanctis...
sostanza la tradizione
critico,
per usare
le
le
non com.
prende
mie teorie n
Io ritengo che
Roma, non
di
mai
dai
Latini se
non
con
lotta,
fosse
dal
vincolo
della
confederazione sacra
bana
dal
di
a cui partecipava,
prima d'averne
la presi;
e poi
tempo
di
primo, un trat-
tato con
una confederazione
(1)
(2)
p.
328 segg.
i<igg.
II
pag. 96
PER RINTUZZARE
l' ACRISIA
381
e
Quindi allorch
il
traccie del-
Roma
letto
con attenzione
d'
libro
di
cui fa
la
critica)
che son
accordo con
e
lui.
Solo, ignorando io
la
quando sorse
zione la citt
partecipasse a questa
il
critico osserva
non
es-
sere improbabile
"
che
il
nome
di
Roma
nella
il
Da
ci
egli
non conosce
ha dato
il
Beloch
parit
(2).
con piena
e
i
di
diritto tra
Romani da un
stabilisce
lato
nelle
in
cui
si
che
guerre comuni
fra
i
contraenti.
slegate n piti profonde, sebbene
le
Non meno
un
po'
pi copiose, sono
venuto
in
niente di
e
considerar
tutt'
insieme
e
importanti
non ha fatto neppur cenno delle pi nuove come quella sull' ordinamento
,
le
traccie
di
pretesi
errori
(che
(1)
(2)
Bund
p.
177
segs'.
195 seg.
382
di ravvisarne,
si
a'
miei cjiiTici
come
se avesse
messo
col
il
fraintendermi,
evoluzione lontanissimo
triviali
dal
mio
il
in
omaggio
237).
negheremmo
la rivoluzione
francese e anche
"
le
due rivoluzioni
inglesi
(p.
Il
ho
Romani
I p. 399),
cio
una
un popolo in condizioni tanto pricome il romano della fine del secolo VI pel quale non esisteva altra legge che gli usi tramandati
mitive
,
dai maggiori
il
punto
essenziale del
mio ragionamento,
riesce facile al
Continua poi
il
Bonfante a criticare
mie osservai
altri
come
il
di con-
che
disprezzo
per
le fiacche
Romani manifestavano
dei propri ultimi re
disprezzo per la
memoria
propri ultimi re
ultimo
re),
non
certamente
secondo
delitti,
come
la tradizione
di
Tieste,
nel-
l'avversa, ci rappresentato
catore.
sulle
come un magnanimo
pec-
Ed
leggenda
origini
pacifiche
della
383
epici,
poteva
leggenda
di Tarquinio,
anzi
ho
epopea
tico
un malinteso, il crimi rimproveri d'avere ascritto origine s tarda a questa tradizione, mentre pure, combattendo la ipercritica di E. Pais, ho affermato in modo reciso la origine remota di tutte in massima le piti
popolare
(2).
poco
piih.
belle
leggende dell'antica
all'
Roma
ne ho ascritto la
elaborazione
epopea
popolare.
Senonch
il
Bon-
di riputar persino
questa la critica
(3),
mi rimprovera
poi, fraintendendomi,
non ritener molto antiche le leggende sui Tarquini, quali potrebbero avere un ncciolo di verit , e non si ricorda pi che Bruto pel Pais un dio e Tarle
quinio non
si
sa
colli
di
si
il
Roma
faccia,
com'
egli
vuol che
geniale indirizzo
popolo romano-sabello avrebbe avuto origine nella seconda met del secolo V, indirizzo di cui severamente
mi rimprovera
di
non tener conto, tutti i problemi connon meno che quelli tra Roma ed il Lazio cambiano in:
teramente aspetto
come non pu
parlarsi di parte-
V non
esisteva, cos
non
(1) I p.
(2) I
399.
p. 398. 408.
1.
(3)
P. 223 n.
384
a"
miei critici
pu
j^arlarsi
il
chia, e
Ad
dire
mio
critico
io
IV
si
del pari,
ma
I^ii
antichis-
di
ma
n la prima n
seconda spiegano
regio
disprezzo
il
romano
critico
del
nome
,
due
;
senti-
menti che
mio
confonde
di
non
,
io
il
primo
anche
nell'
amore
libert
vivissimo in un
non
ebbero re o non
di
ebbero,
stando
alla
tradizione,
ragione
;
odiarli,
come
le
Siracusani
e gli
Ateniesi
le
i
il
secondo
trov
monarchie
Paolo
ellenistiche,
dopo che
di
Romani ebbero
e
visto
Perseo
trionfo
Emilio
Prusia in atto
su-
di liberto dinanzi al
scitare
Roma
dei
sentimenti
a quell'orgoglioso
disprezzo
Greci
per
il
cerimoniale
la
persiano
di
vita
ad Alessandro
Magno. Ed
chiarissimo
gli
punto n poco
in repubblica
non avvenisse
Roma
una volta
il
Bonfante
il
suo
PEPv
RINTUZZARE l'aCRISIA
385
quando
narchia
Tiberio
mo-
ebbe tanta
efficacia
da produrre l'eccidio di
.
S'intende
Superbo. La uccisione di
opportunamente di|ondere
non
del
modo
non
legale
il
dovuta ad un malinteso
il
diadema.
che
Il
Bonfante mostra
di
non conoscere
la
critica
di
(1).
il
Ma
checch
si
debba
era
il
dirsi del
diadema,
noti,
sconosciuto,
il
come
Roma,
e
mondo
ellenistico,
lo cingesse,
neppure
il
dopo
di Cesare,
Su-
re,
perch
gli
la
origini del
della
consolato siano an
alla
caduta
di
monarchia
sul
una
consedi
guenza
necessaria
quella
declinare
essa
il
monarchia;
ritto
e ignora,
di-
per
della
ereazione
ipotesi
i
di
i
magistrati nuovi.
consoli
o,
ISTel
discutere la
mia
il
che
come
dice-
vano in origine,
(p.
pretori, fossero
,
244
seg.),
sempre leggero
ed
(1)
G.
De
25
386
a"
miei rr.iTici
impertinente, assume
argomento
lonia
di
dall'analogia
deirantichissima coordinata
sul-
Ostia,
che
pure
dev'essersi
i
pretori precisamente
si
son tre
sian
(1).
Non
il
proposti
campo
diarchia
s'
consolato
romano
delle magistrature
ed mira-
par questa:
in et storica
consoli avevan
un
collega,
il
titolo.
ma
fasti pretorii,
s'ati
precisamente come
tribuiva
al
la creazione dei
primi consoli
509 perch
in quell'anno
cominciavano
fasti consolari;
designato con
il
la
stessa
nuovo
pre-
gine
tre,
quante erano
le
trib
romulee,
che av-
(1)
Storia
liti
Bomani
p.
405
ii.
2.
387
di
del
collegio
una differenziazione
ci
il
un
dei
superiori
"
un fenomeno
di dare
un
altro solo
esempio
di
nelle
magistrature
il
numero
"
qui lo
si
]pu
romana non
ignota la
dualit
grossa,
essere
seri
dei re
dandomi
del retrogrado in
tutti
dimentica
i
ormai riconosciuto da
e
quasi
e
critici
Romolo
Remo
di
Romolo
non
numero
com-
collegio consolare.
S'immagina natu-
ralmente
lit
il
Bonfante
che
il
romano
cervello di Giove
perch io ho
modo
formato a poco a poco questo concetto singolarissimo, non mi risparmia il suo biasimo. Della collegialit del
resto egli
l'essenza,
ponendo
la
sua
sta
caratteristica
nell'intercessione,
mentre l'essenza
freno.
non ne
che
il
tutta la sua
si
388
"
a'
miei critici
del pensiero
di
giuridico
prendere
solo la espressione
come
formata a
Roma
pensiero
giuridico.
Ed
verissimo
accettato,
che
il
principio
della intercessione,
una volta
ha avuto larga
sarebbe af-
ma come
quali
la
contutela o la cura
man mano
mano
mente
creati
che
si
crearono, e al
diritto privato,
man
venne regolandone
nell'
lenta-
Che invece
e stabilito
anno 509
fossero
due consoli
ma
che
dovesse aver
pu
primitive
la
colpisce
morte
ridicola
ed antistorica del
romano
non
si
Bonfante,
il
quale,
tiene dallo
la
scagliarmi
"
un'ultima ingiuria,
dicendo che
mia frase
e
rivela
vita
della
natura
(1)
417.
389
dei
(p.
246).
il
assicurarsi
tende invece in
modo da
due cose
di cui
non
ho detto verbo. Io ho inteso dir semplicemente che i contadini romani del 500 non potevan formulare un
principio
hentis e trarne
s le
conseguenze rispetto
,
scambievole
dei
due consoli
n mai
indipendente
la
commenti la frase del Bonfante perch commenti il lettore (1). Poco felice anche il Bonfante nelle considerazioni che fa sulla denominazione del console, che, come ho
lascio senza
detto nella
mia
n
Ma
"
io,
De
Sanetis
potremmo
sentenziare su
questa materia
critico (p.
di filologia
mi avverte con
Ecco:
i
insolita
cautela
il
245).
ch'egli
dopo
saggi
:
dati di
fuori
di
dubbio
(3)
non
saprei
peraltro
perch in
(1)
p. 403.
richiamo ancora
molate spesso
po' ardito)
nelle
fonti
pi
torbide,
il
Bonfante
si
un
ma
da
me
Kretschmer
o col Pianta.
390
a"
miei
CT.ITIf'I
un
filologo (1).
poich
egli,
al solito,
non
riu-
scito
capire
il
fondamento
della
mia
asserzione,
Uno
si
non potendo essere casuale, o co7isulere proviene da consul o il consul ha nome dal covsnlere: tertium non datur. E poich la prima ipotesi non ammissibile, non rimane che la seconda (2). Quanto al momento in cui il supremo magistrato ro-
mano
Bonfante ap,
pellandosi
crede di
come giudice competente a Varrone dove trovar indicato tale titolo " come originario
agli altri
,
cumulativamente
Qui
v"
prima
di tutto
fa
il
un
errore di fatto
non
pi
Ma
poi
il
critico
il
ufficiale
secondo cui
spunta
(sic)
dopo
vuol
quel magistrato
gravissima per
di E.
chi,
seguendo
riferire
le
il
"
geniale indirizzo
Pais, dovesse
secolo.
del
IV
(1) Per acquetare gli scrupoli del Bonfante non sar male osservare che questa etimologia adottata anche dagli editori del Thesaurus IV p. 562 (consul) oh officium consulendi senatus nomen traxis.se videtur a consulere. (2j S'intende che, proponendo questa ipotesi, non ho punto inteso di definire la questione della origine prima
:
De
l.
l.
80.
391
prova
che
due consoli
il
il
pretore portavano
cio di strateghi
;
un
con
:
tempo
cui
i
lo stesso titolo,
nome
Greci
li
designano
tutti e tre
ed naturale
Graeca
sunt,
non leguntur.
come
di fatto
,
si
non
riesce
e
neppure ad intendere
in che consista
pro-
pu quindi ben perdonarglisi se, perduta la proclama che " una caratteristica non sua pazienza felice del metodo dell'autore il porsi degli inutili
blema,
,
problemi
(p.
per
Il
risolverli
in
un modo
inverosimile
246
1.
bello
problema, che
non
esiste,
propone
in
tendo
che
Roma
dittatura
Del resto
accumula non
es.,
che
il
avvede che
cosa
il
I
Come non
scorgei'e
si
scambiano mdifferentemente....
tosto
non esprimono se non un capo unico V . E qui piutcome non scorgere che il critico non sa neppure
il
che
unico,
ma un membro
vero,
ma
appunto
perch
i Romani non avevano nel loro diritto pubblico un termine per designare l'unico magistrato sujDremo
casi
rimanevano
esitanti
(1) I
p.
420 segg.
392
tra
a'
due inesattezze,
il
(juella
di
un magistrato
il
ordinario
titolo di dittatore
un magistrato unico
il
Asserisce poi
critico
che
il
re ve-
non
(1),
eletto dal
credo col
Mommsen
si
un errore;
Gli
una
ipotesi
campata
ci
in aria.
mentre
invece non
ha nulla
bilit
Riconosce
la possi-
non erronea,
certo arbitraria
nessun
la dittatura latina
Non
si
esclu-
sivamente
al dittatore
(1) Singolarissimo che il Bonfante mi rimprovera di non tener conto della serie di dati che indussero il Rubino ed il Mommsen a stabilire che " il sistema primitivo , di Roma era la designazione da parte del predecessore. Non ho tenuto conto di questi dati perch il loro scarso valore stato dimostrato appunto dal Mommsen. il quale nello Staatsrecht P 579 asserisce precisamente il contrario di quel che il Bonfante gli fa dire, ossia dichiara di rite-
siifatta
designazione
trat-
Bonfante
possa
accusarmi
di fraintendere le
teorie altrui.
393
la
il
nel
IV
il
i
Xon
romana,
ma
si
che
sa,
la lega
sia
come un ritorno temporaneo alla monarchia inoltre non vede la piena analogia che ha con la dittatura
latina quale, secondo
ci
non
la forza della
quando gli Stati laziali si reggevano a monarchia, e non v'erano in essi dittatori. Se intorno al 500 troviamo dittatori e nella lega e in qualche citt latina, non potendo nelle citt essere che recenti ossia posteriori alla
le citt
poich la
dittatura
ci
abbiamo
il
pi antico esempio
in origine e
Roma, legittima l' ipotesi che fosse, fino al momento in cui venne imitata da
il
Roma,
in
che ha
ipotesi
tempo ha
di
il
guerra
si
davano
altre
leghe.
Questa
istituzione la quale,
romana senza bisogno di supporre che quella non certo al Bonfante ma a un uomo dappoco come Niccol Machiavelli appariva singolarissima venisse fuori da un giorno all' altro nel momento del bisogno come un fungo dopo un giorno
dittatura
, ,
di pioggia.
E
nelle
finalmente
frasi
mi
fraintende ancora
il
critico
al
quando,
di
tribunato
394
(p.
a'
miei critici
esser difficile che gli ordinamenti
238),
mi oppone
plebeo
si
del
Comune
chi
i
Ho
mente
zioni,
ma non ho mai
;
pacifica
il
contrario
E
le
quanto
alla ipotesi
che
tribuni
si
colleghino
con
d'aver messu
in chiaro che
le
erano
e quindi
trib urbane nel V secolo non vi non potevano avere tribuni (2). Tutti i
le
loro case in
in
Roma. E che
Roma, dove pi
ma-
quali
,
Roma dovevano
,
recarsi
ad esempio per
la
leva,
mi pare supposizione cosi naturale che solo al Bona lui che viceversa nulla fante pu parer singolare
,
Prendiamo
ora
ad
esame
alla
le
osservazioni
che
il
mio
critico
contrappone
diffusa
tra
cultori di
storia
romana
(1)
si
Storia dei
Romani
il
li p.
31.
Qui,
come
di
regola,
guarda bene
ficare
Bonfante nella sua replica dal rettiquelle sue asserzioni sul conto mio che ho dimo-
strato all'evidenza
(2)
li
non rispondenti
AUertums
li
al vero.
p.
230.
p.
(3)
Gi'schichfe dcs
512 segg.
395
i
ci
soccorre l'analogia di
un popolo
lo
cui or-
strettamente
Stato
ai
romani,
ori-
Invece per
ammettere
e
romano
n archeologica n filologica,
la tradizione
manife-
stamente lo esclude.
sul suolo di
"
certo,
dice
piti
il
Bonfante, che
Roma
e del
si
Lazio
minato, pi razze
zione
sono sovrapposte
il
adombra chiaramente
(p.
cozzo
dei
al
che
si
fuoco etnico
della Penisola
238).
Sul
suolo
di
Roma
si
vera-
mente, non
sovrappoil
non sappiamo
abitato
infatti
suolo
di
Roma
sia
,
stato
e
od abitabile
prima
dell' et eneolitica
non
vi si rinvenuto in
N
dai
il
minio etrusco,
Latini
fin
dominato
dirsi
il
dagli
della storia,
pu
vaga;
ma
e
se
pur
le si
essa
non pu applicarsi
lasciarono
che
Campania, dove
durature
di s
si
scontrarono
traccie
le
Etruschi e Greci.
,
Ad
ogni
,
modo
se
non
nel suolo di
Roma
si
dominato, pi razze
son sovrapposte.
Ma
,
il
critico
la
non
si
Roma
E
come non
la
di Chicago.
chiaramente adombrato
vari popoli che
si
dalla
tradizione
sulle
cozzo dei
scontrarono
396
a"
.miei critici
Roma
non
la critica
temperata che
derla,
egli deride
ma
tradizione tutto
una conquista
collocarla
sabellica di
E. Pais
nella
neiritalia meridionale; e
sia
vedemmo quanto
tale ipo-
tesi
remota dal vero. Con molta urbanit mi rinfaccia poi il Bonfante di ammettere " per comodo della mia tesi storicamente
inutile
una serrata
del patriziato.
tutti (e
Or questa
tutti,
serrata
del patriziato
ammessa da
non
le
non
mio modo di vedere sulle origini del ammettono che vi fossero ricevute o popatriziato tessero ricevervisi genti nuove fino al principio dell'et repubblicana e poi non pi sino al declinare della repubblica. E tra quelli che implicitamente 1" ammetcondividono
,
il
stesso
coerenza
mostra altrove
fa
che sia
quando
comodo
alla
sua
lascio
ad
altri l'uso
l'ingresso
romano
se
il
(p.
243).
critico,
si
patriziato
in
et
storica
casta
chiusa, ci
spiega in due
modi: o supponendo che sia nato dalla conquista e che i conquistatori non abbiano poi voluto dare a
nessun altro parit
quale
di
diritto
o supponendo che
di
si
mezzo
una
serrata, la
badiamo
solo
di
397
serrata
fa
Or questa quando
,
d'
analogie
sicure
dunque a priori a
essendo
estrema-
non
solo
ma
mente inverisimile che Roma abbia avuto origine dalla conquista, dobbiamo accoglierla cme la pi probabile. A conferma della origine relativamente tarda del patriziato
Ma
'
critico)
l'ammissione alla
pu parere dimenticando che le prime conquiste della plebe non sono anteriori al secolo V, per modo che la
tradizione, la quale ciualche ricordo ne
ha conservato,
ci
plebe coincide
il
declinare dell'assemblea
curiata e
il il
sostituirvisi per
la
egli allega
i
da principio, avve-
amsi
assemblea curiata
di spiegare
avvertendo
non
c'
bisogno
un fenomeno che
E
in
le
storie di conquiste
di
civilt
il
av-
venute
primitive
le
non dir
conosce solo
il
Bonfante),
;
ma
contrario
;
e qui
il
398
a'
miei CKtTICI
Comune romano
e che proba-
patrizi.
Le
curie poi
tiene per
di
genti
ammessi proprio
nel
momento
vinti
vinti stessi,
un
evidente controsenso.
E veniamo
Il
Roma
e le citt italiche.
io attribuisca all' et
romana
citt
la
creazione
di
uno Stato
superiore alla
(p.
251).
mai per
che
i
la
Un errore si grave non m' passato mente. Ho detto, ed tutt'altra cosa (1),
di
conciliare
Stato
problema diedero
la
il
una organizzazione
festo (2)
ma
piut-
Ed
errore mani-
ma
relazioni tra
orientali le
ho parlato soltanto delle Or da quale degli Stati avrebbero imitate gli Stati moderni? Dalio
ad ogni modo
Comune
e Stato.
li)
(2)
Storia dei
Romani
li
431.
il
Bonfante
ma
anche
hanno
tuzioni
moderne
romano.
399
il
greche e fenicie
quali,
fu ignoto fino ai Tolemei? domin in generale le citt suddite per mezzo di tii-annelli o regoli, i
liberi nelle cose interne
al
,
Comune
pienamente
erano poi
responsabili
davanti
mento
sua erudizione,
il
ferma a trattare
Roma;
Il
pivi
tardi
un municipio
quindi
dello Stato
romano.
Beloch suppose
(titolo
che
fosse
un miinicipimn foecleratum
ad Aricia
e
attribuito
solo
nelle
epigrafi
i
solo a
primordi
teoria e
fraintendendo
"
il
Beloch
la difende
con un
Gabii
argomento che
non ha risposta
latina.
ossia
,
che
Io credo che
fosse
pur
in
risposta;
ma
non scomparve
a farne parte
continu
tempi
di Cicerone (1).
Non
partecip, vero,
ma
Nomento ed
quindi
non pu davvero ricavarsene che quando quella federazione fu stretta Gabii fosse
un Comune
dello Stato
(1)
Pro Piane.
9,
23.
400
a"
miei critici
quando Gabii
avesse
il
diveniss>-
che
titolo di
municipium foederatum una pura e semplice ipotesi. Quanto al municipio federato di Capena, prima di tutto
non sappiamo
titolo
poi
il
suo
nella
pu
spiegarsi
assai
bene
col
De Rossi
ipotesi, cui
che quel
Comune
Dunque, esclama
mio
critico.
"
il
municipio di Ca.
con s stesso!
il
11
De Rossi
si
Bonfante
fa-
l'altra
municipium Captena foederatum, non per dire che Capena era federata con s stessa il che assurdo,
,
ma
che
di
suoi
cittadini
i
come
un municipium, pu
Arida
dato
che un municijnwn
Quanto
che
retorica
al
la
ratum
d'
di
una
espressione
Cicerone
),
la
sua
Roma
Ferie Latine.
Dunque esclama
''
il
critico
iure do-
al diritto sacro! .
.
esclusivamente
i
non
vi mis'io,
albana,
almeno
nome,
;
sconfinas-
poi dove un
uno
ius foederis,
qualunque
sia
Targomento
(Ij
Phil.
Ili
6,
15.
401
mutano
fante, di
"
Ma
nella creazione di
il
un Bon-
quale
piuttosto la
in realt la creazione di
un municipio non
che
il
fosse per
dice,
l'appunto
ossia
il
contrario
di quel
Bonfante
r aggregazione
allo
foederata
Tuscolo
citt
in et storica
municipio
si
distingue dalla
federata
precisamente perch
,
la
condizione di
di quello dalla
legge
titolo
di
municipia foederata
dato
Capena ed
municipio dal
le peculiarit
;
pi caratteristiche delre-
l'ordinamento municipale
per ho creduto di
del
Forse
a questa
ipotesi
Beloch voleva
alludere il Bonfante, dove dice che sono ingiusto col mio maestro quando mi propongo di valutare le sue pi originali induzioni (p. 220). Protesto vivamente
le teorie
;
me
ne allontano
e al
Ma
al
non
v'
ha ombra
di
ingiustizia.
il
Ingiustizia
Bonfante, quando,
come il Beloch il punto di partenza della storia di Europa nella diffusione degli Arii. Per mostrare del resto come il Bonfante nella sua critica
G.
pongono
De
26
402
metta gi quel che
alla
a''
MIEI CRITICI
penna, contrapporr
davvero
Beloch
per
e le mie,
il
quale
al
conlibro
mio
una certa
parzialit
le dottrine
alla
le asserzioni
infondate
il
sparse
nel-
N mette
conto di rilevarle
Prima peraltro
di passare al
campo
del du-itto
storia (2)
la ipotesi
comune
sua
orisi
atrio
romano deriva
dalla capanna, ho
la
ritenere
che esso
debba invece
capanna
capanna
mentre
dalla
la
si
continuerebbe
tanandomi
cos
Bonil
frainteso
Pa-
anzi
d'
aver
tolto
cortile
il
camere
ta-
ma non
la conil
con
le
abitazioni dei
origine
della
casa orien-
secondo
lui
dei
Eomani,
di
di cui io discorro).
cessa
essere
capanna
e diventa casa
unicamente
perch un
muro
(1)
L.
Bloch
'
Litt.
Centralblatt
'
1908
p.
1665.
(2) TI
51.S seg.
PEF.
RIN'TUZZAKE l'aCP>ISIA
403
tutto le varie
un
Data
la
forma
di adsi
quadrangolare delle
dossarle
al
capanne
si
trova
comodo
e
piti
limite
dell' area....
naturale che
stabile a
mente
gli
ambienti attorno
ad un'area o cortile
il
posto pi eminente, in
di pi
conforme
e
stria
umana
simili
della tettonica se
e
non
il
riconoscere
il
dell'atrio
italico in
forme
(1).
Che
il
e l'atrio dal
in
modo
fante
pi esplicito
non
Mi
fa poi dire
il
Bonanche
arbitrarie
le relazioni
mana
relazioni
che
mente
romana
e la
micenea,
il
che
uti-
perch
si
tolga a questo
il
modo ogni
veda
il
alla teoria,
come
critico aflferma,
lettore.
Ho
mia
di
si
tuzioni militari di
Roma
discostandomi assai da ci
Roma
e nei
non
avvede neppure
"
mio
critico;
e tuttavia
(1)
'
'
ser.
voi.
XI
p.
474 segg.
404
dito
,
a'
miei critici
lo
Romani
(p.
239).
il
mio
ho
critico,
avrei tolto
Ora
io
fatto precisamente,
come dovevo, raffronti antichi e moderni; n colpa mia se il Bonfante nella sua pertinace disattenzione non ha visto che confrontando l'ordinamento romano
con quello ateniese dell'et soloniana
strato
classi
(1)
ho
dimo-
come
povere fossero in
Roma immensamente
nell' antichit
superiori
non
stata
mai
classica
co-
misura
badiamo
che nel
in cui
IV
non
confronto
con
le
societ primitive
in
cui
tutti
sono guerrieri,
il
Bonfante
III secolo,
Roma,
la
IV
il
non era menomamente una societ primitiva, in cui tutti fossero guerrieri. Quanto poi allo sforzo compiuto da Pisa e da Genova nelle loro lotte non l'ho, vero, come mi suggeparagonato con quello dei Romani risce il critico, perch i ragguagli non si fanno sulle
,
frasi,
ma
sulle cifre;
purtroppo
il
Bonfante sa
"
dirci
pricciante
cui
il
non
si
ragguaglio impossibile e
dirlo raccapricciante
retorica (popolazione,
numero
delle
vi
campagne, numero
presero parte).
(1) II p.
201.
405
IV.
La
parte
meno
felice dello
scritto del
Bonfante
che
e
si
quella
egli
La conoscenza che
il
ha
sa di
diritto
privato romano,
insieme
con
la
privato e pubbKco,
lingua
greca,
con l'usuale
quando
gli
mano
fa s che la sua
audacia
nell'
affermare
cose
non abbia pi limiti. un vero dogmatismo fanatico da far impallidire la famigerata rbies
logorum.
cos
theo-
Tutta
la
Ma
che sa
il
Bonfante
dovunque
solo
il
egli lo
quando afferma che non esiattico le servit (p. 251). Ora questo, abbia preso, un grave errore non
:
diritto attico
e reali (1),
ma
gli antichi
di diritto
notarono quel che il moderno professore romano sembra dimenticare, che la legge
le
servit
prediali
tradotta
di cui per
buona
(1)
V. Beauchet Droit
2}>'iv
de la Ep.
athniennc III
p.
p.
191 segg.
406
ventura
a'
miei critici
testo (1).
conservato
il
Che
se
dopo
in
ci
il
Bonfante
totalmente
ignota,
si
pu osservare che
che ad ogni
realt
quella della usucapione una questione assai controA'ersa tra gli ellenisti, e
modo
tale
molti stuistituto in
diosi ritengono
noto
ed uno
il
miglior conoscitore
il
Beauchet. ritiene
regime dotale
asserzioni
attico sostanzialmente
conforme
al
sue
alle
non
singolarissimo poi
ti'a
i
affinit
due popoli
stret-
mentre ve ne sono
fa
non
sistematicamente
blico
ad Atene come a
Roma
sono come a
Eoma
con
e
file
uffici
non
solo vi
una
vi
strettissima
e trib,
alle
ma
sono
altres
le
Atene
e
file
file
corrispondenti
trib
romulee,
ioniche,
corrispondenti alle
trib
serviane, le
clisteniche.
Non
Bonfante discorre
di
una magistratura
suo
*"
articolo
gli
avvenga
di
di
La creazione
(egli scrive a
della pretura, p.
244
e
un tempo
fi)
Gai. Big.
I.
407
meno
Atene
dei pi naturali
,
lo stesso
presso
un popolo pi
i
agile
parlante una
come posteil
riori e subordinati
d'indovinello, perch
nove arconti,
di cui qui
Bon-
ma
egli
momento, accanto
lemarco
,
furono creati
tesmoteti
mente
rare
cex'to re,
alla giurisdizione.
critico d'igno-
che
in origine, e in
un
e del
polemarco, perch
costi-
un
collegio
poi
altri
tesmoteti non
,
arconti
per quanto
;
poi
nome
proprio
si
quello di tesmo-
che
il
singolo
e
tesmoteta
diceva in genere
infine che la desi
appunto tesmoteta
polare e recente
magistrati,
si
non arconte;
di carattere po-
di fatto, arconti
chiamandosi
i
tutti
spiega benissimo
come
nove magistrati
i
maggiori fossero detti dal popolo per antonomasia Bonfante chiama con singolare eleganza
l'agilit del
meno con
com'
la
creazione
del
dei consoli.
egli fa
.
il
diritto ro-
mano
problemi concernenti
la
genesi delle
istituzioni,
malamente:
le istituzioni
408
vute
dal
cielo
a'
miei critici
si
spiegano con
dubbie analogie
mano
coi
di popoli
hanno
Romani
in cui
e cos la storia
di-
romano
cessa d'essere
,
venire
un vacuo formalismo
e le
perde di vista
degli istituti
scolastiche
realt,
per
le esteriorit
formule
la sostanza
giuridici:
campo aperto
a futili questioni
dogmatismo. In
ceppo
ario, posti
doveva
di fatto vi fu
nello
svolgimento
della
del diritto
come
in tutte le manifestazioni
vita
Qui
fante.
si
spuntano tutte
le
dal critico
daremo esempio
il
prendendo
questione in cui
Bonfante ha recato
un
istituto
come
il
e la
colosa.
Ora
in
Grecia
la
ci
p. es., al legislatore di
in origine
questo testamento
(1);
dubbio non pi
,
con
,
le pa-
perch
greco greco
Il
anche
se
non
tutti
romanisti lo intendono.
testamento greco
manchi
(1)
[Demosth.]
XLYI
14.
V. la mia
'AtGi'c;
p.
210 segg.
409
testamento
istitu-
la genesi del
romano,
essenza consiste
appunto nella
zione di erede.
Chiudendo
questa argomen-
com-
ne dimentica la sostanza,
la
il
Bonfante ha immaginato
sia in origine
il
testamento
una
de-
lazione di sovranit.
Mi duole
s
di
dovermi trattenere
e s pro-
fondamente, mi
si
permetta
la parola, antistorica.
Ma
bene che
il
formalismo giuridico.
Ora prima
di tutto
il
che vi siano pi
trasmissione, di
figli
la
sovranit
permanere del
:
non
si
sostanza
profondamente
disformi
e basta
questo a
;
senza
Bonfante sono
il
capi di famiglia,
diritto
ai
capi
dei
la supposizione ar-
Romani designassero
a successore non
il
il
primogenito,
ma
il
pi favorito o
pi degno non
si
modo
modi
nei
della
preminenza
nonostante
primitivi
d'
le
uno
tra
figli.
Vi
stessi
del
comizi
calati e quello
410
a"
?riEi
CRITICI
la
aver
contrapposto
questo
il
schermaglia di
ogni
frasi,
Bonfante
a
la
modo
esso
perch
l'unico
modo
di
si
nomina
gruppo
te-
di
la teoria
un esempio mirabile
il
giurista,
quale
dimentica di aver
si
poco
prima escluso
che
alla
primogenitura
della eredit.
giurisi)rudenza etnologica,
dona-
modi
di designazione
quanto
si
la desi-
gnazione
per parte
al
del predecessore
appella
il
con
molta disinvoltura
quale
me
nel sostenere in
modo
la
reciso dal
punto
comparato
alla testamen-
taria (1).
Ma
il
Bon-
fante ne trae
mento, che
la
famiglia sia
un vero
proprio organismo
(1)
II
197 se?g.
411
il
geneticamente
Stato;
polverizzamento dei
dal confondere
della
primitivi organismi
la realt della vita
astrattezza
formula.
Bonfante
il
gruppo non
il
scinde
allora
organismo politico
primissime, non
di famiglie.
passato
momento
delle origini
il
pii la
gruppo
Ma
Che
stato
non possano
con
essere originari
tal
nella
umanit
sostenuto
copia
d'argomenti da etnologi ed
io
antropologi da non
aver
bisogno di giustificarmi
pro-
anche
il
Post,
compiuto
fante,
lo studio
Bon-
sempre poco
male informato,
quello che
il
asserisce,
ma
della
ncciolo
sul
matrimonio
(1),
raccoglie dati,
tali
da
cui
si
primitivi nella
umanit (2). Or se cos e se l'uomo non pu neppur pensarsi fuor della societ, par chiaro che debbasi ammettere presso la umanit primitiva,
conforme ad analogie fornite dal regno animale, l'orda
Ci posto.
(3).
(1)
schaft der
und
18.
Ehe (Oldenburg
1875).
(2)
(3)
Grundriss
ScHAEFFLE Ball
Korpers
412
a'
miei critici
il
germe
il
Stato
s'
pu
e deve
ritenersi
che
precisamente
progredire del-
l'organismo
dell'orda
della famiglia.
momento
si
Qualunque cosa pensi dell" ordinamento famigliare primitivo, non dubbio che non primitiva la famiglia patriarcale,
che la famiglia preceda lo Stato. quindi tal famiglia e la gente che ne procede
ritenuti
vanno
organismi
posteriori
allo
Stato
sorti nello
Che
se perci
vediamo
in
meno remota
il
nel-
nella
forma a quella
dello Stato,
ma
svolgentesi di regola in
un campo
non
questa giurisdizione
il
politica.
Ha
quindi torto
e,
Bonfante
ricorrendo in
mancanza
"
di
alla retorica, di
rimproverarmi
tichit
germaniche
funzioni
romane
e di
diritto
comparato
"
nego
le
politiche
della
famiglia,
non senza
io
sia
e cortesia:
fiero
,.
le
naturalmente un secolo
fa
non
si
aveva nessuna
idea.
Quando
il
Sumner Maine
famiglia
come
ritener
il
germe
si
potesse
funzione
padre
di famiglia.
Ma
413
dello
il
punto
di partenza
della
formazione
nel
Stato,
anzi
uffici
un organismo formatosi
conseguenze,
e
da
ci trarre le
trarle,
sia
il
primo a
riconoscendo che
fami-
non
esercita in
si
un
campo
non
Il
un gravissimo equivoco,
danno
di siffatta
denominazione
come
vedere
doveri
il
diritti e
doveri politici,
""
Come
(Ij
Del resto
lo stesso
;
improprio e riconosceva ci esplicitamente il Mommsen, pur tenendo fermo alla vecchia teoria che la
stica
famiglia fosse
'
il
germe
Die sogenannte Hausgerichtsbarkeit ist ein Widerspruch im Beisatz und dem romischen Recht ebenso unbekannt
wie den Neuei-en gelufig;
die
Gericbtsbarkeit
beruht
ist,
wie der
(io
von derjenigen des Eigenthmers ubar scine Habe '. Ve poi appena bisogno di dire che sarebbe arbitrario allegare a favore
della pretesa
414
a'
miei critici
mio contraddittore)
significasse farne
un organo
1'
dello
Stato,
come
se
uno
non
sia stato
unit
della famiglia
ci
le pre-
ha verso
cittadini e
citta-
verso
lo
Stato
ne' suoi
ri-
guardi
come questo
lasciar
dirsi
bene da non
;
pu
Bonfante per
come nebbia
delle
al vento,
Conseguenza ineluttabile
pologiche
umanit conobbe
fin
monio
al
e famiglie patriarcali,
ed io allora
mi inchiner
finch questo
le
Ma
sue dot-
giuridiche
sono
irte
di contraddizioni, anzi di
mi
citi
il
Sumner Maine,
il
coraggio di sostenere.
Questa
il
alla
colpo
libro,
mio
perch
il
una
letteratura,
415
(1).
che
quale dev'essere
il
Bonfante
affatto
sconosciuto,
perch
mio avversario che ogni violenza di forma si me non avrebbe osato di trattare con
rischia di ricadere su chi se lo per-
un disprezzo che
mette
schi viventi.
le teorie del
storici
tede-
pologiche,
Ma, prescindendo qui affatto dalle premesse antronon chi non veda che la questione della origine delle genti romane si collega e anzi si immegenti
gli
ma solo di una aristocrazia, la quale non dagli antichi, ma dalla speculazione giuridica moderna
Stato,
Vedemmo
delle
che
vi
elassi
sociali,
sendo indubitatamente la origine della aristocrazia ateniese degli Eupatridi, la perfetta analogia
tra
Yvri
Una prova
gravissima
della origine
recente delle
con
uffici
di ca-
vi sia stato
mai,
meno con
i
la pretesa
esistenza
autonoma.
come mostra
il
loro stesso
nome
(1)
416
di arconti.
i
a'
miei critici
tal proposito
non
male ricordare
ci
libri di diritto
romano non
namente immaginari.
luculento
E
il
mio contraddittore un
tra-
quando afferma
r/eitis
traccia
i
di
que-*
princip'
Romolo fece il senato dimenticando che e?-i appariscono come i capostipiti delle genti future 1 e poi che, come tutti sanno, le istituzioni di Romn.
di cui
(
meno
arbitrariamente di raffigurarsi
qual poteva
essere la origine
prima
tempo.
pi serio
il
il
Calpo
e
figlio di
Xuma, ovvero
latino
a lulo
se
il
il
figlio
d"Ene
nulla
importa
al
naturalmente
equivalente
nomi da uno
padre
^2).
designava
il
riesce meglio
il
critico
ad infirmare
1'
altro ar-
gomento
del
Meyer
riassume ma-
frase, in
modo da
Ho
caratteristica delle genti patrizie la conoscenza esatta delle relazioni di parentela che legano
i
loro
membri;
(1)
Vedasi l'eccellente
dissertazione
dello Staafk
De
.origine
gentium patriciarum
(2) Su questi nomi, che Kretschmer Emleitung in die Geschichte der p. 353 segg.
417
due o
tre
generazioni, e
non
ser-
bandosi
notizia
precisa
della
parentela al di l dei
le
genti
mano
della parola.
questo
il
vero, che
non , come dimostrato, per es., dal Meyer, basta al mio assunto. E ci spiega come riteniamo diversi affatto dalle genti patrizie romane quei gruppi
che, presso popoli che vivono in condizioni
veramente
primitive, sono o
si
Inetto
corre
volta
al
il
Bonfante
alla
di
combattere
e,
gli
argomenti,
ri-
solito
retorica
prescegliendo questa
:
una figura
familia
preterizione
"
nulla
poi dico
con
la
Stato
fa
bene a non
dii'ne nulla,
perch
la
composizione
da quella della
e in
clienti
non son
gentiles,
ha di comune
composizione della
il
pater-
punto
di vista giuridico
e infine
la giurisdizione
il
manca
alla gente;
perch
e le
procedere
conseguenze
Nulla infine
occupa.
"
conclude
il
un
almeno
.
entro
il
nome
lo
di Stato
stesso,
avrebbe
27
De
418
fatto
ci
a"
miei critici
bene
il
con
Gefolgschaften
germanico come le eterie del diritto greco. La sua avversione alla provenienza ellenica di istituzioni romane trae fuor di strada il Bonfante anche
del diritto
Dato,
dallo
svii
come gi dicemmo
stesso ceppo
ario,
che
che
Greci
si
staccarono
del
le
condizioni
loro
Ro-
mani
e solo
li
resero pi civili
pi
miti, logico
Roma
barbaro
che in
et storica
era
scomparso
Roma
ai
dove
la legge
mi pare,
di
man-
cando
la
traccia
leggi
comiziali
in tal materia,
alle dodici
ascriversi
sull'
le
Oriente pi culto,
ma
dispotico
da cui derivano
Vj,
c'entra questo
tazione.
valgono ad infirmare
argomen-
Pura
frase altres
liberi
degli
uomini
la
turale, ingenita o
almeno primordiale
popolo libero;
e quindi
perch
tortura dei
la libert stessa
;
quindi
di popoli
liberi in
quanto
tali
Romani furono un
popolo,
libero
di
dando
419
un
vargli,
del diritto.
quando voglia scrivere scientificamente di storia Avevo notato che il codice decemvirale rila patria potest
"
conosceva illimitata
perch
il
senso
era
Non
so (oppone
il
tore
non avverta
che, ci
posto,
senso giuridico e
morale in
potest
(p.
Roma non
non
seg.).
stata
247
Evidentemente
romano
e del diritto
inglese riesce
servirei
un indovinello
apprezzare
il
per
senso
dell'et in
cui
stata
promulgata,
ma non
davvero
delle et
molto posteriori
e vecchie
mantengono
in vigore, e
e
non sempre
in
modo
fior
puramente nominale,
di
senno potrebbe
analisi
dell' articolo
del
profonda
contumelie che
il
ciitico
mi ha
mi onorano), ma per
di
lo spettacolo triste
giudizio
spettacolo triste
cui
egli
stesso
d rilievo con
la violenza
,
meno che
diritto
sciatta.
E mi
pai'e a
ogni
modo
d'avere
il
di
concludere
che
la
tesi
della sua
di
Roma
420
e d'
a'
miei critici
della
Europa,
,
quella
altre
Etruschi
le
della
formazione lenta
graduale
Roma
e della origine
mia Storia
il
dei
Romani
n
a
di
questi, n di quelli.
inutile che io
;
mi fermi
perch
parole.
fatti hannc'
cedono
(v.
sopra
'^
p.
349)
avi-ei forse
taciuto se la
sociologia
r<
dazione della
Rivista
Italiana
di
di
fica nelle
contro di
me
correre; naturale
che
si
con
queste
armi, in difett
certo
d'armi migliori, mi
combatta.
Ma
non
lecito
rispondere col silenzio a chi usandole accetta di trincerarsi dietro l'impunit assicuratagli da
una direzione
di rivista.
Entra
il
Bonfante
difesa
in
materia
(p.
che la mia
intorno alla
.
una
"
confessione
Non
solo
ho invece mantenuto
ma
anche quel-
421
sostenuta,
l'avevo
che
il
sofistico censore,
di
trascurando gli
altri
ben
e
piii
mira.
Ho
in che ne
forza
ho
una confessione? il critico, che ho qui accusato chiaramente, sebbene in forma cortese, di non aver capito nulla, di ben facile contentatura o forse ha voluto mostrare con un altro esempio che
metodo
(sopra
si,
854).
Questa
Confessione
di
Ho
detto che
il
Bonfante frantende
gravemente
io
le
ne parli
come d'una
e
Nega
perch
"
il
problema
delle lingue
domi a
non
averli
distinti, v.
sopra p. 355)
(p.
816j.
Ma
appunto parlando
propaggini
del
delle
popolo
ario,
il
mostra
chiaro
il
Bonfante
razza aria,
anzi
d'avermi
attribuito
concetto
d'una vera
professato,
o
ho esplicitamente respinto
ci,
dopo che
abbia scritto
ogni
una ventina
teorie,
di volte egli
a proposito delle
mie
che non
riferiscono ad
e
una razza
aria,
il
(Ij
Storia dei
Romani
p.
77.
422
a'
miei critici
tende
scritto
persino
Cjuel
che
nell'articolo
precedente
i
b.'.
su di me; ed naturale.
Ma
miei
i
concetti
glottodi
non
ancor
giunto
"
capirli.
Dice
infatti
allontanarsene in quanto
nei
popoli pi remoti dal centro l'elemento anaro preponderi e la lingua sia stata propagata
arianizzati,
da popoV
non da Arii ,. E non si avvede neppure cht non reputiamo escluso ci in generale u io n quelli con cui mi trovo d'accordo in massima nel formulare
il
problema
il
ario. p.
e.
lo Schrader,
il
Kretscbmer.
gli
il
Hirt,
Meyer.
Ne ho
recato
i
persino
i
esempi
io
Sardi,
e si sa che
lo
Ma
quando
la
si
riscon-
mana
che
che
ha
reso
arie la Corsica,
Sardegna,
la
ha
arianizzato
la
le
Lidia
ed
assurdo supporre
meno numeroso
zione anaria pi
si
sarebbe
fitta e
pi incivilita
si
desume
Franchi
Peggio poi supporre che quando un popolo camlii la sua lingua, come p. e. i Bulgari hanno scambiato la loro lingua ugro-finnica con una lingua slava, il mutamento si limiti alla grammatica e al lessico e non
si
rispecchi
nella
religione,
nel
diritto,
nell'arte.
423
si
popoli
nuove sedi
me-
di popoli
parlanti
lingue
deve prendersi
aria
si
come
il
Ma
da
lui spacciata
attribuita a Giovanni
il
Sclimidt, e
pure che
816).
solamente
Qui
per grave
che
sia,
uno
di
Ramses
che non
esiste,
dimenticando
(2).
l'iscri-
un verso
sopra
stirpe che
mondo
il
Se questo non
'?
errore,
perch non
allega
verso d'Esiodo
negato
nostri
ai
mentre nei
bronzo delle
gli oggetti di
prove che
terremare son
varie
pa-
falsificazioni?
gine.
Ma non
coi-agfo-io.
giova ripetere
ammirare
il
suo
(1)
(2)
Storia dei
Eomani
loc.
cit.
ha voluto alludere a Ramses II, dimenticando che questi nulla ha avuto a fare coi Thuirsa.
se (che peggio)
424
a'
miei critici
mentre
nessuna di quelle
sulla
vanta, chi
queri-
competenti
muova da un equivoco
come
lui
cosa ignota.
v' di
il
:
e le
prove ne sono
(1).
state raccolte
E
il
vero
frantendendo
Moe
da
comuni
al
greco
al
latino o al
germanico
di
lituano
rappresentassero
tutto quanto
comune
Schmidt
speci-
comune tra esse nei vocaboli, oltre al fondo comune a tutte in massima le lingue arie (2 Ed
).
grave errore
le teorie del
Modestov
di
glottologia.
Ma
il
Modestov non
s'
mai avvisato
aiia,
di
negare
a
le aflinit
riducendola
un numero
per commettere un
(1)
'
Studi
storici
per
l'antichit
classica
'
(1908)
p.
128 segg.
(2)
1907) p. 259.
425
Meillet); le affinit
,
(1).
Non
ci,
al
Modestov, bens
Bonfante spetta
il
vanto
punto fondamentale
tantc fatica
della ciuestione,
per spie-
gargli
una cosa a tutti notissima. In modo non meno barbaro egli ha franteso
si
il
Bral
a cui
il
fondo anario
le
da cui
il
Bonfante ha desunto
come
voca-
Modestov
(2),
euroi)ea e che ci
si
mascapir
Ma
il
lettore
colto
si
mai
al
mio contraddittore,
esiste), oltre il
il
lui
non
fondo
un fondo anario
la
parentela
discu-
sul
serio
(1)
Op.
cit.
p. 267.
426
tela sia
a"
yiiTA
CRITICI
col
auario
di
quella lingua.
E dopo
ci
non
jier
il
una qualche cognizione delle leggi fonetiche e chi. come il Bonfante, non ne ha nessuna, non potr mai accettare o respingere a cuore tranquillo una etimologia, per quanti
ziati ,
"
fede;
pellegrinare
dall'uno
scienza
all'altro
uomo
pi o
meno
illustre,
giova in
studiare e ra-
gionare.
Amena
Dissi che
al pari di questi
fisica...
si
ed
ac-
ma
anche
ad accogliere
un
tra la ragione e
il
sentimento, un
coraggio
oculato,
un
affetto se
reno alla
vita,
un profondo sentimento
le
del bello
(1).
a poco
conquistare
357) che questa caratteristica desunta quasi per intero da Omero e dai Veda. No, dice il Bonfante,
perch io non parlo
"
che di superiorit
degli
(2).
Arii
il
e,
sen-
(1)
Storia dei
Romani
p.
77 seg.
soli
(2) Io
Veda.
non
che
vi
(p.
817).
vi
Son
pii
erx'ori
non
non
dimestichezza del
Bonfante con
la
etnografia.
Poi
mirabile la logica
Omero
e dai
Veda
perch,
Come
:
vede,
il
trebbe
venire.
filar
meglio
questa forse
logica
dell'avil
Peggio poi
che
egli
il
Ho
parlato
non gi
sentimento
della
rin-
ho
il
venuto
la
si
cui
possesso
tratta, e
allora
utilmente la discussione.
l'altro
gravissimo errore
assurda
supposi-
la
il
dialetti italici
Il
ma
letterario.
i
Bonfante
miei richiami, dallo scorrere qualche grammatica itao qualche raccolta d'iscrizioni.
lica
E immagina
da
quindi
che la congettura
messa innanzi
uno
che
insieme
con l'osco
si
428
a"
yiiRi
CRITICI
si
muni
gravissime peculiarit
il
peligno,
il
il
marrucino,
comune
dialetto
di
il
avere un'idea molto contusa di geografia ehi non capisce che se pur nel Sannio
si
un
Camsi
pania, assurdo
tratti
persino
ridicolo
supporre
al
che
umbro
fatta
glottologi
pi riputati
meglio
non
la
stimano
poi che
ne discuta.
si
E sembra
:
unit latino-sabellica
italici.
Non
sua cautela in
e la sicurezza
p.
367)
intorno alla
Bonfante ha
la fronte
ora di pro-
mia
altri,
tesi,
bene ricordarlo,
quella della
provenienza
europea
tuttora,
con molti
il
da due
il
Pi-
gorini e
Helbig.
E
;
ci dico
forte del-
l'autorit di nessuno
ma
dopo
a proposito di
il
una questione
tra
discussa tra
competenti,
combattono
veri
uomini
di scienza
non
vi
sono n vincitori n
vinti.
429
col-
serenit
che
renda
degni
:
di
lui,
prendervi
che discorin
un solo
poche
il
co-
una
si
che
,
,
la
derivazione d
vi
pompa
e
Ora
dei
ha
un lucanologo che
derivare
il
nome
pu
pompa
origine etrusca.
Ma
chi
propone
siffatte
etimo-
logie mostra di
di filologia; e chi le
meno che
nulla.
Quando
armato
di tanta dottrina,
ammettono
valentissimi
la
la civilt etrusca,
,
sono,
come
le
si
archeologi
solo a riso.
non muove
a sdegno,
ma
Ed
naturale
che se io allego
asserzioni di
dall'alto
.
uno
di
condanni
"
della sua
inconsapevolezza
serio che
il
come
gratuite
S'immagina
sul
Helbig o
il
come
di
egli fa;
come
quelli
Giovanni
gi se ne
avesse qualche
terramaricoli
non conoscevano
di
l'altro
appena credibile
Ma
reputati,
l'origine
orien-
Etruschi
il
'
ormai dottrina
salda
Cos
sentenzia
di
uno
43<>
a'
miei critici
si
cui
metodo,
se
metodo pu dirsi, notoriamente la negazione non del metodo critico del Pais soltanto, ma d'ogni critica. Or dopo aver esaltato la critica del Pais come la critica
per eccellenza (sopra
p.
perch ne respingo
le
esorbitanze,
mente
persino lo
si
Bonfante quanto
scientifica.
N meno
detto che
il
fa ci palese in
quel
che
segue.
di
Avevo
alcuni
degli argomenti addotti dal Bonfante con maggiore enfasi in favore della
Risponde gravemente
sprezza alcun dato
818) che
il
Korte
:
"
non
io
di-
E siamo
d'accordo
ma
non
ho parlato
far credere
di dati.
il
diritto
voglia
Bonfante
che
vero o no che
il
ci
non
E
Il
vero o
diffe-
no che
renza tra
riti
Korte
non argomento di distinzione etnica e ammette che le tombe a camera e quelle a pozzo possano spettare a uno stesso popolo (2). N ci allego per farmi forte
dell'autorit sua,
ma
il
Bonfante
ne ha letto qual-
vi)
In
Pauly-Wissowa
'
Real-Encyclopadie
'
VI
p. 759.
431
accusato
di
V'ha
di peggio.
Il
Bonfante m'aveva
respingere l'origine lida degli Etruschi per un solo indizio, quello dell'alfabeto.
Ho
notato
(sopra p. 372)
molte
altre
prove
ne ho
me
sostenuta; e non
mi son
al-
ma
dere
una
tale
origine.
Ora,
controversa
discutibili,
possano
tali
mie
argomentazioni
parer
il
ben naturale;
se
ma
quale,
come
avessi parlato ad
"
un muro, ha
il
co-
di concludere sulla
Il
la ridicola
formidabile
forse la pi spaventosa
.
Egli non
sa che in
sempre pi
meno contro
fatto, salvo
hanno
gli
i
tregue pi o
oi'igini
i
meno
lunghe, non
solo
Etruschi dalle
nici,
al
secolo V,
ma
Latini,
Fe-
gli Ebrei,
i
da barbari,
le
Romani
coi
senonch tra
semplici
lotte
popoli
finitimi e le spaventose
Celti,
quali combatterono
la
potenza
romana
nell'Italia
media,
Sanniti
che
la
conquista-
greca
Cuma
430
fossero intorno al
le
relazioni tra
Cuma
i
Capua,
probabile
ohe quando
Celti
432
secondo
a'
miei critici
la tradizione e
i
secondo
la verisimiglianza,
i
deb-
Romani anzich
barbari.
il
E, preparlai-e
d'una coalizione per cui cadde nel Lazio, nella Came nell'Emilia, fatti
il
(1)
come
si sa,
sono
disformi.
Ma
gi
i
il ci'itico. i
almeno
Una
intesa vi fu tra
Latini e
non
altro
ma un
Latini e
contro gl'invasori
un
diecimila
uomini.
questa sarebbe
"
S,
coraggio
il
Bonfante
una
mericamente
poleone
I;
"
soggiacque Na-
mezza
di
Dalmazia
e
la
conduceva milizie
Prussia n
altri termini,
mentre u
,
.
la
Russia
In
obbligato
a riconoscere
coalizione
che
la
il
critico
chela importanza
(1)
Una
svista,
Ma
il
PEK EINTUZZAKE
di essa
L'AC'Pa.SIA
433
vada intesa
in relazione
non
era)
la
coalizione anti-
etrusca, di leghe
una
lo
citt,
una
trib,
uno
Stato,
in po-
tenza la
la storia
la trib,
Stato, la
nazione
assalita,
i
miei
lettori col
darne
gli
esempi ad
essi,
come
a ogni perdi
quattro
un inerme
"
numericamente,
,
non
territorialmente,
critico?
Il
quale del resto assai male conosce la storia delprimitiva se trova che questa pretesa lega di" il
l'Italia
strusse
seme
nella
Lom-
sopravviveva al tempo d'Augusto. ManCampania smentiscono quella volata retorica le monete etrusche d'Irnthi non meno delle iscrizioni etrusco-campane. Osa poi il critico soggiungere che non conviene paragonare c^uesta pretesa distruzione
citt etrusche
tova. Nella
con
le
mano
non certo
di antica civilt,
distruzioni
vaste
di
frase profonda,
dove con
la
che
la civilt in
tempo
stesso saggio di
me-
De
28
434
cando persino
la
a'
miei critici
cronologia della conquista romana La civilt etrusca oltre TApennino, che del resto non fu punto distrutta, era, come tutti sanno, giovanissima al tempo deirinvasione celtica
della Britannia.
:
datava cio
della
et
del
da meno
di
due
di civilt
paragone della
romana,
sia
accompagnata da
di
centri
di
vecchia
civilt
paragonabili
le
sia
pur lontanamente a
quelle che
accompagnarono
barbariche nell'impero
romano
e in parti-
di Plinio
colori retorici
"*
con
cui
descrive
questa
immane
i
strage d'Etruschi
il
da Melpo a Capua
le
e su
quali fonda
paragone con
invasioni mongoliche.
il
solito
No
che
certo,
quando
si
l'Apennino
che
fu
per 'davvero
celtizzata.
Ma
in
eleganza
,
prei
Aveva
asserito
il
Bonfante che
seguendo
dovremmo negare
la rivo-
435
ammetto
il
formarsi lento
ma
tra
tenuto conto
cui
visse
il
il
condizioni di fatto
popolo di Roma.
alla repubblica,
quello che
punto pi controverso,
il
382), era
VI un popolo
altra
in condizioni pri-
mitive, per
cui
non vigeva
legge
si
trovava certo
grado
di darsi di
il
nuovi.
Se
cusa
doveva
popolo francese e
l'in-
glese al
tempo
i
i
quanto
vero secondo
miei criteri
codeste rivoluzioni
si
do-
vrebbero negare.
si
Ma
egli tace
prudentemente
di ci e
la
passione mi
fa
velo
questo
perch
la
fu
(\m,
professata
da tutti
tempi
.,.
Or
mentre
egli sguscia
il
un
Di
fatto
tutti o quasi
il
tempi che
passaggio
ma
rivoluzionario
Darwin ammetteva mutamenti bruschi, quantunque non desse loro la importanza che hanno nella teoria delle mutazioni del De Vries, e lo stesso Spencer ammetteva che vi fossero governi
composti nati spontaneamente e gradualmente e
nati a
altri
un
tratto.
Pu
del resto
il
436
a'
miei critici
vecchio Hegel;
ma
chi
si
nutrito della
egli,
fi-
losofia hegeliana
distinguendo
quello dello
tra
lo
sviluppo degli
organici
accumulando
le resistenze
le forze e
il
Pi
dalla
oltre inventa
il
mia
me
la ascrive e
(p.
si
lettore a
mie spese
819
di
seg.,
ma
al
gero che
si
conf
tanto
bene
seriet
suo articolo.
pretore era,
quando
registrarsene
nomi
e si
cominci poi a
nomi
Non
,
solo io
ma ho
affermato reci-
samente tutt'altro
veramente grave,
i
in piena
buona
fede. Io
ho detto
che
mine
di quell'et era gi
avvenuta
mia replica
al
il
con.
egli
non
(1)
Storia dei
Romani
p.
405. 414.
437
ha creduto bene
dispensarsi
didi
tesi
382
segg.).
Lasciando da parte
cui
le
in
con
il
r amenit
delle
sue impertinenze
il
ha forse
magistrato
il
voluto
Bonfante scusare
(1),
difetto
di qualsiasi ar-
gomento
veniamo
critico
romano
dall'
(p.
249).
,
ac-
Lungi
ignorarla
non ho
dei
mancato
genesi
di farne
(2).
Mommsen a tenerla come il " sistema primitivo di Roma . anche questa un'accusa remota da verit. Il Mommsen al paii di me, lungi
dati che indussero
come
" il
sistema primitivo
di
Roma, respinge
espli-
p.
392).
1)
tendere.
di frasi conclude
si
il
critico
greco
E non
si
cordo
anche
il
io
spiegare
come ha avuto
Bonfante no.
Storia dei
Romani
p.
355.
438
a'
miei critici
Il
Bonfante invece
(il
si
con-
Mommsen
con
lui
quale nega la
(p.
"
in sostanza
d'
accordo
che V ammette
820).
Ed
Mommsen
ammette, atteso
lui,
almeno
in sostanza,
un modo
indiretto
forma
"
pu
che
in sostanza
le
due teorie
sono conformi.
Ma
egli
modo anche
la dot-
il
non
come possa
tradizione
che la
qualche
modo
fede
esage-
possono attribuirsi
evidente che
alla
si
sembra
nomina del re di forme che si riferivano, alla nomina del console; che se poi si prende a fronte della tradizione una posizione diversa da quella che oggi assume in generale la critica, allora evidente che valersene per correggerla non nei particolari, ma nella sostanza, attribuendo al re quel diritto di nomina del
successore che la tradizione gli nega e ascrive invece
all'interr, sostituire del pari l'arbitrio alla ricerca
439
Insiste
ancora
il
Bonfante nell'aserivere
allo
Stato
Stato
romano non
Comune
Ora veramente parla invece di cosa che coij. quelle relazioni non ha che vedere " di agglomerazione di nazioni e provincie con la sua capitale . Agglomerazione siffatta v' anche, e pi ampia e pi ordinata,
nell'impero di
del resto
Roma,
al
tempo,
p.
e.,
di Traiano.
Ed
"
una agglomerazione
capitale
.
di nazioni
con
la
sua
plica meglio al
l'impero persiano,
pitale,
al
ma
re.
gran
lo
con
Stato orientale
il
Fa d'uopo che
al
ri-
achea
(1) ?
Ma
tornando
proposito
(1)
Tanto
il
e citt in
si
Grecia
da
trovare
non cedettero
alla
niche
al
giogo
comune
'
(p.
240).
Sarebbe
impossibile
scempio maggiore.
440
delle relazioni tra
il
a'
miei ceitici
e Stato, attorno a cui cerca
Comune
bene che
e
egli
mostrasse
come
negli
il
Stati
orientali,
l'Egitto
la Persia
ad
esempio,
Comune
ha
municijjio
nell'impero romano
il
Comune
nello
romano
regni
e,
non gi
gli antichi
ellenistici,
in particolare
regno
pergameno
il
nell'im-
pero seleucidico,
fondamento
greca
(1).
comunale
Quanto
alla Persia,
sudditi
non
vi
hanno
diritti, e
;
neppure
le citt, sicch
l'arbitrio
citt
domina sovrano
qualche
soggette
autonomia,
il
vuole
spesso,
come ho
regolo,
dominio un tiranno
obbligato coi
Comune non
risale
che
all'
et eli
quanto
stempera in unj
di
due termini
ma
in
somma
nulla
ha
comune con
moderno. Del
eguale cai'atteristica,
e di Traiano,
un vigoroso
(1)
mondo greco
p.
abbia su questo lato del diritto pubblico ellenistico quello del mio scolaro Pietro Ghigne,
miglior lavoro
che
si
troppo presto
diletti,
Comuni
441
Stato
moderno
e nel
romano,
in possesso di diritti,
pur
sovrani
ma
son tanto
le
piti
relazioni tra
imperatore
singoli cittadini
la
cose
chiarisce
romano
hoc
enim
Inter reges
gentium
et
imperatores
Romanorum
(1).
rator vero
poi
un equivoco
simo a noi
s
il
dire che
il
sia quello
della
del-
l'antichit;
ma
Governo e il Comune. E noto income da Diocleziano in poi diminu a grado a grado l'autonomia effettiva dei Comuni e cess il rile relazioni tra il le
ambite cariche
comunali
fitto
si
dello Stato.
(1)
Registrum XI
n. 4.
442
a'
miei ckitici
Comune
come
i
il
Comune
romano; quando
tutti
nostri stessi
quando
sanno come
il
con-
dairumaneCo-
Ma
forse attribuendo
una
assurda a
"
il
ha voluto soprattutto
medievale italiano
il
Comune
mio concetto
e d'aver
Comuni medie-
(1)
il
romanista
inaudita, da
non
mO'^
con molti
dal
Mommsen
che
il
resultato de
'
nie-
den romischen Rechtsbchern, hat insbesondere durch diese mchtig und zum Theil segensreich auf diejenige Entwickelung von Staat und Gmeinde eingewirkt, welche das Fundament unserer Cidergelogt wie es
ist in
1,
772).
443
contenter
del
di dire a scanso
differisce in
Comune
:
medioevo
un
e
Comune moderno
in
diritti
ma
che
Comuni, come
italiano
,
ogni
storico
del
diritto
mancano studiosi rispettabilissimi (e poco importa se non sono nelle grazie del Bonfante), i quali in vari modi difendono, in tutto o
tuttora controversa, e non
in parte,
colare
il
il
concetto
secondo cui
per
modo
le
circo-
stanze lo permettessero, a
acute
di
ci
A. Solmi
il
Bonfante nulla sa
Torna
il
Bonfante quanto
del
ai viunicijyct
"
foedenita a
discorrere
suo argomento
senza risposta
per
(1)
della
questione
e
pu
Pivano Stato
e.
Chiesa
VII.
Le associazioni in Italia aranti le origini del Comune (Modena 1898). Sulle dottrine de' suoi predecessori v. p. e. a
p.
50 seg.
444
cui Gabii andrebbe
a"
miei critici
crmsiderata
come
tale
ossia
il
che
pii
suo
Ho
;
quanto
citato da
Catone che
non prova non ne faceva parte neppur Preneste che non era certo municipio romano. Se dopo ci, invece di discutere, dice olimpicamente, non senza taluno degli usuali giuochi di parole, che all' argomento ' il De
500 non v'era inclusa
;
ma
questo
nulla perch
Sanctis
non risponde
si
pu chiedere
se egli sia pi
Aggiungendo
che
il
(1).
Se
si
mi
solo passo
modo
perch
io
mi
di-
di
Ed
documento
citato
fonda
ha messo
il
di recente in
dubbio l'autenticit)
la contro:
che io ho difesa:
altri-
menti o
lenza
o,
si
critica
per eccel-
(1) I p.
380
n. II p.
4ol n.
2.
445
non
egli
avi'ebbe
mancato
mie
aggiunge sul significato delle parole municijyium Capena foederatum non il caso di replicare ho dimostrato che l'interpretazione data dal De Bossi non
:
offre,
dif-
ficolt
offre
Vero
si
che
il
Bonfante
(e
giova
non conosca
gli scritti
De Rossi
non
d' esser
pi
competente di
lui in
Ma
di
questa
competenza
prima
di farvi
assegnamento.
ad ogni
modo
seria
non sono
se
non
Ma
egli v'in-
siste, e
non
pi
il
Nel framGallia
ai
mento
atestino, regolandosi le
condizioni della
Cisalpina
dopo
si
il
Traspadani,
menziona
li
vir
isve
Ora
cittadinanza
dei
dell'
89
del
l'attribuzione
diritti
municipali
sortivi
a fora
conci-
liabida
di
cittadini
romani
per
effetto delle
assegnazioni vintane.
E
di
Cr.
indegna
pur
discussione,
il
non
(2),
dubbio,
come ha veduto
(1)
tra altri
Mommsen
11.
p. 180.
(2)
446
l'accenno al foedus
al
A*
MIEI CRITICI
allude agli ordinamenti anteriori
in
si
meno
p.
e.,
in un'altra regione,
non mancarono
che
avevano
ai
ex foedere
canto
duumviri o quatuorviri,
senso
si
ci chiarisce in che
Quanto
simulacro di
della
"
argomento che
venzione
il
con-
sacrosanta tra
si
Roma
le fonti
rebbe qualcosa se
il
sancta vacatioiS); o se
la
dalla istituzione di
un municipio
la definisce
"
egli ha,
istituzione di
assai errata se
sovrana
ma
pui
menandogli buona
inesatto
:
tale interpretazione,
anche questo
alla
(1) Sarebbe sottigliezza opporre che il foedus non si occupava in generale degli ordinamenti delle citt alleate. Bastava infatti che fosse guarentito a una citt di con-
ex foedere.
(2)
Bruns Fontes V 18
lin.
93.
3.
103.
(8) Liv.
XXVII
38.
XXXVI
447
sovranit
e
si
spoglia
della
inoltre
il
cordando
a
prima appartenente
confisca a qualche
Roma
sia
in
territorio
che
si
Mi aveva apposto
non
capire in
il
il
i
critico
libri
di
non leggere o
(p. 221).
di
generale
che cito
Non
mio
al-
pensa
Bonfante a
smentita
ritirare
asserzione
libro (1);
da
molti
onesti
del
ma non
sa documentarla se
non rilevando
sono stato
"
che
"
forse contro le
mie intenzioni
rela-
sulla teoria
del
Patroni intorno
alla
origine
domiis.
Prima
di tutto, fosse
accusa del
non
nel
si
parole.
Ma
mio
libro
teorie
non dico gi
"
solo
del Patroni,
ma
Mommsen
relazione
non
e in
ma
del
modo
di vedere
mio:
(1)
Ne
'
Buch
Bi
nella
Hist. Zeitschrift
'
CI (1908)
p.
cos A. Bauer
vollkommenen Kenntniss und vollem Verstndnis ftr alles was die deutsche Wissenschaft auf dem Gebiet
romischer Gescliichte
ffeleistet
hat
'.
448
a"
miei cpaTici
debito
di lealt e di
domus
di fatto
dal Patroni
il
mi allontanare
maggiormente,
da sperare che
di
Bonfante smetter
cercare nel mio testo riassunti non mi son mai pensato di dare
la
parte che
la sua
finta
eonceme
il
diritto privato.
Monumentale
la
qui
non
:
ignoranza di
pii
moderni
monumentale l'audacia nel far passare agli occhi dei profani, in piena buona fede e per la sola ragione gi addotta, come ' errori elementari di " pericoloso dilettante , dottrine che diritto d' un hanno il suffragio di giuristi eminenti. Comico , tra numerosi e gravi errori che documenter subito, il i tono borioso; comicissima, dopo il suo brutale assalto precedente e la mia prima risposta che a tutti parve, com'era, assai moderata, la magnanima dichiarazione
anche
che scrive
"
(p.
823 j.
esi"
greco non
stono
le
servit.
un
che
"
traccie di servit
449
che
ci
riconosciuto da tutti
"
persino
dal
dallo
stesso
Beauchet
tore
citato per
equivoco
:
mio contradditfalso
Tutto
ci falso
nel diritto
che ne
manchino
sia
falso
che
il
mancarne
"
traccie sia
il
Beauchet
(scrive
il
da
me
Nul doute
al dile
prdiales (ta-
par
le
fait
de
l'
Rome
(1).
E dopo
aver
presumersi l'esistenza di
traccie ejffettive che
ma
ve ne hanno
alle servit
"
ces servile
droit
mme admis
d'autres en raison
Veniamo
ritto
al
(2). E non c' bisogno di commenti. mio preteso equivoco. Seguendo la ter-
propriet
per legge, e
perch, secondo
"
il
y a
v-
empch
de faire
le
soit
par la
loi,
soit
par
le fait
de
homme
sur
permis par
droit naturel
(3).
si
(1)
athnienne
III p.
(2)
Beauchet Hip. 157. Per citare solo un altro esempio, anche nel miglior lavoro che s'abbia sulla propriet
(3)
G-.
De
29
450
tra quelli che
a'
miei critici
hanno
ficata
:
fondamentale dell'Elvers
la questione che
il
occupa
la distinzione
non ha importanza. Se
di-
ritto
le servit di via, di
non ammettesse
poich
le
quali le includessero
ma
ricono-
come
come era nelle forme e nel contenuto dei non ammettesse la creazione contrattuale di
si
le
limitazioni
le-
Il
arrossito di rivolgere al
Guiraud
le
contumelie che
'
di-
Die romische
Servitutenlehre
...
(Marburg 1856):
s.
Es
g. Legalservi-
mit
dem Eigenthum
eines andern
wenig mit dem Charakter einer Realservitut unvertraglich sein solite wie mit dem eines Usufructs, der dodi nach der Meinung aller ohne scine Natur zu verandern ein gesetzlicher sein kann, diese Eigenthumsbeschrnkungen
der vollig gleichen Structur wegen
servituten zuweisen konnte
in varie serviti
i iter,
e
'.
dem Gebiete
der Real-
Del
essenziali(cfr.
Karlowa
essere,
quale doveva
private,
rico-
451
corrispondenti.
il
resto a seguire
verbali, solo
la
giurista in
spargere
uno
solo e gravissimo
ma
non
s'
il
Beauchet da
me
modo
non solo
di quelle create
E debbo
citare
i
il
;
Beauchet o
mi sarebbe grato
farsi,
i
i
discutere
testi greci
testi
ma
ci col
Bonfante non pu
non essendo
egli in
il
grado
(e
d" intenderli.
Per
romanisti
che conoscono
greco
di
lentissimi), invece
ripetere
argomentazioni del
contenuto d'una
senso pi stretto)
del
il
questa
nella
atti
parola
nel
pu consistere
proprio
fondo
che
della
sarebbero
propriet
faccia
contrari
ad
una
del
limitazione
vicino,
legale
nell'interesse
impedire che
altri
contro
l'interesse
della
propriet nostra
ci
che
gli
sarebbe lecito in
pu
che la legge
accorda
sul
muro
"
divisorio,
di
come
trae da
(1).
una
iscrizione
pergamena
se
recente sco-
perta
poich la clausola
non convengano
(1)
Prott
KoLBE
|LxriT6
'
p.
47
)ui^
Eouaia b ^otuj
Itt
to<; koi-
voq Toixouq
KaTapXTTTeiv
XKo
}jir]Qv
uf,
ireiaujaiv
xoq Kupiouq.
452
altrimenti
coi
a'
miei critici
proprietari
non
v'
ragione di cre-
propriet,
abbiamo
ragione di ritenere
fissare
per analogia
zioni
la
che
il
appunto nel
queste limita-
(tolto
natura inalienabili)
servit
legge desse
modo
merc
in generale di costituire
convenzionali
citata.
E torniamo
chet
al
il
al
Beau-
conforme
Bonfante
un equivoco mio, anzi un mio "errore elementai'e , perch il Beauchet l'iconosce la differenza che v' per questo risi^etto tra il diritto romano e il greco, e io
solo,
confondendo
il
ho meritato ampiamente
risparmia.
anzi
un
"errore elementare
ed smisurato;
.
ma
spetta uni-
camente
al
romanista
che
e di
si
dimostra
digiuno a un
"
:
tempo
di diritto
greco
lingua francese
Le
il
seul
Beauclas-
Rome
sique
(1).
i
limiti
dell'incredibile.
Ho
di-
che
"
quella della
usucapione nel
che ad ogni
modo
fosse
ben nota
la
usucapione in
fondandosi
(1)
(2) (3)
Op.
cit.
p.
247.
Archidam.
Leges XII
26.
p.
954
e.
Dopo aver
mobili
trattato della
usu-
capione per
rispetto ai beni
aggiunge Platone
453
Come
e
si
vede, io
non
vi
ho
i
che
vi
abbiano
studiosi,
si
sono
real-
mente
Fr.
mi
coi ci
basti citare
Hoffmann
il
Caillemer
al
(2),
quali
con-
viene
Lipsius
(H).
Se
Bonfante
non
piace, se
il
la pigli
con
le
stelle
fatto
di bronzo;
me
ad
affermare
una
il
verit
indisputabile
colmo del
sa
la
il
ridicolo.
greco che
ignota.
Pu
solo disputarsi se
d'un
istituto
da
qualche
:
citt greca. Io
la
questione
dico
semplicemente che
fante) esiste;
la
ma
a ogni
modo non
chi
piti
Ma
diritto greco,
proclama
il
Ora
s'egli
Xuupiujv
jav ouriffeiLv
xe Trje
;
(mediante
ci
la
usucapione)
dall'ordina-
oK
'or'
iuqpiaPr)Tr|ai(;
ma
egli
dipende
ed ha creduto necessario di rilevare come in questo caso non era ammessa la usuca anzi caratteristico
che
pione
in Grecia
(1)
Beitrge
p.
und
r'in.
Rechts
(Wien 1870)
(2) (3)
24.
Prescription p. 7 seg.
p.
673
n.
524.
454
a'
miei critici
gistrazioni pubbliche
di
al
tempo
Caronda o
di
Solone
cbe perci
le
leggi di Solone
la
e di
usucapione,
vien fatto di
domandare
La
re-
uno
certi
di
come dimostrano, con alcune un passo di Aristotele Teofrasto (8) ma non era in uso neppure
;
iscri-
(2)
ed
allora
in Atene. V'era
limiti
in
paragonarvisi
che
si
il
registro
in
della
imposta
della
della
centesima
pagava
occasione
compra-vendita di fondi.
sfuggivano tutti
in altro
i
Ma
siffatta
registrazione
si
facevano
i
modo,
:
dovevano essere
quali
di
gran lunga
registro
pi
frequenti
alcuni
frammenti epigrafici
lungi dal sostituire
in
modo
un documento
della pro-
priet e per di pi
cialissimi (5).
si
riferiva solo
Se
le
(1)
Un
Dareste Haussoulliee et Reinach Inscr. Jiiridiques grecquesl]). 105. Anche pi nodiamo, per
di
Teno,
tevole peraltro
il
48 segg.
Stob. Fiorii.
XLIV
22, 2.
denza,
come
riconosciuto
trascrizione
[vaypacpr])
;
non era
generale
nel
mondo
esso
(4)
ellenico
anzi,
comune.
784-788 e
5 p. 193 seg.
(5)
455
meno
era
presso
Greci
dell'et
classica,
al
agevole
tempo
di
imposta
Il
esistesse.
il
dubbio se
Bonfante
altri e jDer
me,
il
testa-
mento
sia.
mediante una
dei testamenti
Bonfante mi oppone
.
"
la
massa
greci su papiri
Or
certo questi
secondo
il
il
diritto
romano.
o
Ma
egli
pone neppure
Gli
problema
il
se fossero
potessero
essere testamenti
secondo
senza esporsi
legge,
me
intorno al testo
ingiuriarmi. Gli
di quella
pa,re,
ne
trae
partito
le
per
perch
a.
queste son
s'immagina che
al diritto attico
(da
e
ferisce
non poco)
Cr. avesse
o potesse
norme
condizioni
economico-sociali
ellenistico.
senza
paragone
diverse dell'Egitto
diritto sia
Anche qui mostra dunque di ritenere che il un insieme di formole astratte, indipendenti
IP p. 77*, di cui accetto su questo punto le opinioni. Quanto sia complessa la questione che giuristi poco eruditi come il Bonfante credono risolvere con un tratto di penna pu vedersi da Hermann-Thalheim LeJirb. der griech.
Eechtsalterthumer p. 75
n.
1.
456
dalla struttura
a"
miei critici
societ, ossia dila
mentica che
forma della
se
dopo
ci
egli
mi
attribuisce
stessa minestra
legati, eredit,
dona-
zioni
Ho
codice
,
stessa minestra
testamento
equivoco.
ellenistico, e
Risum
teneatis
Cos ignaro
del resto
il
un
al
diritto
attico
ho
il
trattato
ampiamente intorno
al
testamento secondo
come
perch
la
si
al-
Atene
natm-a
di
questo istituto
(1).
il
A
un
Bonfante
in
non
mai
"
grado
di afferrare
concetto altrui.
Dissi
che
staccatisi
(1) 'At9i'<;.
La
visibile
confusione
che
il
Bonfante
fa
di V.
messo
in evidenza
come
'
il
testamento
loni greci e
popoli
ai quali e
possibile
una indagine
',
in questo importantissimo
campo
La
457
doveva
es-
nello
svolgimento del
della vita spi.
come
in tutte le manifestazioni
Il
Bonfante
Se se
trova affliggente
"
il
ne
affligge,
Come vede
ho
si
perch
Bonfante
disponga
che secondo
diritto
il
mio modo
vole
non pu
non eccezionale
e raris-
consuetudinario
ma
ci
non
toglie
che lo stesso pi'imitivo diritto romano debba avere ed abbia col diritto greco molteplici attinenze.
le
Frantese
mie parole,
facendo
tra
"
una
sola
minestra
delle
attinenze inevitabili
due
vivendo
essi in
di cui conviene
gli anti-
Romani erano inferiori in civilt agli Australiani del sud-ovest; come poi ci si concili con quel ch'egli immagina sul loro diritto primitivo, non gli vien
chissimi
neppure in mente
non in
teoria,
il
diritto
458
vita sociale. Nella
a'
miei cr.iTici
del Palatino della cosi detta
Roma
non certo da parcome del resto lo stesso diritto non era fissato per mezzo di leggi scritte. Ma nell'VIII e nel VII secolo in Italia una plastica ed una ceramica primitiva non
grande arte o
di letteratura scritta
lare,
mancavano, ed
la
il
mia stona se non vi ha imparato neppur questo. Non mancavano neanche canti e danze sacre basti
:
accennare
ai
Salii palatini e ai
i
carmi
saliari;
n erano
re-
probabilmente ignoti
carmi
verso
epici.
A
,
questa et
mota deve
risalire
il
saturnio
verso che ha
di altri
e
primitiva
popoli arii e in
la
Oltre l'arte
una religione; ed essa riconosceva come dio supremo luppiter ossia lo stesso Zeus padre che il dio supremo
letteratura,
i
Romani
mento
affini
popoli
Roma
del Palatino
sono
anche
Ribellandomi
s'era
al
tono
spavaldo
la
volgare con
cui
permesso
di
combattere
mia teoria
sulla origine
gli
sostanzialmente
la
teoria
precisamente
la
mia,
ci
il
Mejer
la
sua storia
del-
argomenti desunti
la
dalla
precedente et
micenea
quanto
il
letteratura
Il
mondo
greco.
De
459
il
cazione al
mondo romano
fatto.
Il
di errori di
Bonfante.
temendo
di
divenii*
il
Storia
deV Antichit,
il
che
ha
Meyer ne ha
scritto
conducendo
la storia di
Roma
(1),
fino alla
met
del secolo
svolti
TV
saprebbe che
gli
dal
concernere solo la
generale al
Meyer
il
(2);
oc-
cupata per ci
che concerne
mondo
;
greco,
al
per
ro-
ci che concerne
mondo
stato io
primo ad applicarla
(3_).
(Ij
Sitzungsber.
il
Al-
Jahres-
bericht
p.
f.
di
ibid. p.
(3)
212 seg.
so ancora
se citando
p.
Non
lo scritto dello
Staaff (sopra
Bonfante
460
a"
miei critici
il
Bonfante mi accusa
di
n^
conoscere
dersi
il
il
metodo
deve inten
J
n
non conoscendolo
romano
fino
primi elementi
con sicura
tendendo
sci'ittori
filologi,
archeologi. Assodare
fatti
mediante una
critica
che
e
capricciosamente tra
negazioni di E. Pais e
le
abbia.
Valersi di se-
conda mano
ti'attato degli
di testi
e di
argomenti
allegano
il
di cui si discorre.
sistematicamente e
quelli che
il
gli scrittori
:
che
si
combattono
il
si
il
Mommsen come
di
Beauchet.
diritto
Korte come
d"un popolo
ludibrio di
mostrar
prescindere
affatto
Tra questo
mostrava
il
metodo
un tempo
cui
d'attenersi
lo
Bonfante) e
il
metodo mio,
e,
fondamento
studio coscienzioso
le
per quanto
possibile,
pieno di tutte
antica,
moderni
che
le
hanno
illustrate, giudichi
il
lettore imparziale.
XI.
Polemica
spicciola.
scrisse nella
"
Rivista ita-
(a.
esaltando
modestamente,
storico,
secondo
il
suo
costume,
le
proprie doti di
me
cortesemente copriva di
a far inserire nel
contumelie, tacqui e
"
mi tenni pago
(a.
me
stesso
non
gli avrei
la-
sciata al Ferrer
cotti a pubblicare
incoraggi
professore
Ettore
Cicvol-
un opuscoletto
della
la
in cui con
una
garit
di
forma degna
sopra
povert
del
pensiero
addentava rabbiosamente
e di
mia operosit
di scienziato
maestro
(v.
p.
278). Tacqui
sentendomi a
di che la im-
Dopo
altri a
seguirne
l'e-
sempio: tra
Ettore Pais
quali
(1).
(1)
'
Studi
storici
per l'antichit
classica
'
(1908)
p.
132 segg.
462
silenzio,
a'
miei riuTici
che
il
ma
indefessaItalia;.
studiosi
Ma
ora in Italia
il
Movendo
talora
dai criteri
n risparmiando-i
ingiurie
i
scambievoli
un sentimento comune
avversione
per
al
anima
miei denigratori,
la pi-ofonda
me onde uomo
vorrebbero ridotta
il
a tutti dimenticare
di scienza si
ritenga
Ora
certo io avrei
amato
storo con
un dignitoso
che
d'indagini
scientifiche,
scritti
tempo ribattendo a
tavia
il
tut-
ieri,
potrebbe
oggi
parere
Xon
mio
il
diritto,
ma
anche mio
con
cui
diverso
si
riguardo
fuori
quasi sempre
l'opera
discute e
e
apprezza
il
d'Italia
mia
(Ij,
chiamar giudice
pubblico tra
me
(1)
le
sue
un am'
A. Grenier,
.Journal
solo apparente.
11
sig.
alla
francese,
Roma
in
cui
Baouss-Rouss
'
sono presi per un uomo o per una citt (v. Journal des Savants 1909 p. 46), si discorre di guerre degli Equi lungo un fiume Algido, che non esiste, si nega per me'
galomania italiana il dominio etrusco su Roma (io ammetto un dominio etrusco di circa un secolo, I 450), si afferma fin dall'et regia la supremazia dei Romani sul-
POLEMICA SPICCIOLA
e quelli che
si
463
me
e de'
miei
verso
scritti
le
perch,
da
loro teorie e
Roma
perch
primo in
dezza di
Italia
della
gran-
Roma ho
rintracciare
scientifica-
mente
e di additare le cagioni.
Non
pei'der
il
il
lettore di-
impudenza
miei
di
veri
teppisti
della
critica.
Degli credo
pagine
precedenti.
E
"
solo
Ferrer.
Quando venne
e
alla luce
il
Grandezza
decadenza di
Roma
mentre
gazzet-
me
al
IV
mette che
otto
(ne ho
lo Stato
romano
nove volte pi esteso della computato l'estensione a soli 900 km*., riducendo le cifre accolte generalmente dagli altri critici) e si accetta la storicit di Tito Tazio o persin di Romolo. Infine lo storico di cui parla il sig. Grenier un discepolo di
E. Pais e al
secolo),
tempo
Vi
ste.sso
il
(stupete gentes
sig.
!) pii
conser-
quindi
equivoco di persona.
di
la mia.
signor
Roma
che
464
tieri lo
A*
MIEI CKITICI
coprivano
d'incenso,
credetti
mio dovere
di
il librC'
aveva destato
il
e di
mettere in guardia
(1).
dilettantismo
clie
dell'autore
quel
Fui
forma meno
scientifica ripeterono
le
molti
altri.
per
la
diede
il
non poteva avere nel periodico filologico scrissi, la mia recensione raggiunse l'efi'etto
l'ammirazione pel Ferrer in limiti
tali
che l'indirizz
pr^;
da
lui seguito
non potesse pi
riuscir pericoloso al
Italia.
questo soltant
X
il
di lui se
silenzio
mi
fosse
pennesso
gli
altri
ora
che
ho
E
il
quanto
che
plica alla
mia recensione,
erudito, di
uomo
titolo
il
di
l'intonazione
egli
conte-
ben conto
di
che
scriveva,
agidi-
collera e dalla
soi'pi'esa
per la
voce
umanamente
assai scusabile.
Ma
modo
di
dell*
evidente
il
vantaggio
mi d
;
lo
stato
d'animo in cui
e desideroso
increse
j
non
inaspi'ire
sciosa, risoluto a
non
allargarla in alcun
modo,
non
(1)
'
Bollettino
di
filologia
classica
'
a.
Vili (1901-2)
n.
12 p. 274 segg.
POLEMICA SPICCIOLA
y sia costretto a forza,
465
mi
limiter a rispondere, in
alle ar-
forma quanto
ingiurie di cui
Il
gomentazioni con
cui
vuol giustificare
dileggi e le
mi
fa segno. io facessi al e
Ferrer era
di
Grandezza
decadenza
Roma
non
si
esterne
come
mentre
chiaro
la
grandezza stessa di
Roma
e
rimane
al
tutto
inespli-
cabile.
guerre
anteriori a Cesare
ha trattato brevemente,
il
non
c'
che
dire
tuttavia
se
trattar
ne
tratti scientificamente.
"
Ma
il
peggio
{sic)
c[uel
si
che vien
poi:
Nella
narrazione
spiegata
raccontano
il
Ponto
l'Armenia
e le conquiste di
Pompeo
qual
in Oriente.
Ora
occupano
spiegare
di storia antica
sanno che
non
possibile di
per
ragione
Roma
Mitridate
Non
possibile
di
piuttosto
di
spiegare
come mai un
la
cultore
Roma,
mezzi
di cui di-
sponeva
sono sufficientemente
con-
suppergi
sulle
non
ci
mancano cenni
i
loro
loro commerci.
il
quel
che
Ferrer poco
documenti
Ponto
e della Siria
Di Posidonio
infatti
30
De
466
a'
miei CRlTirl
passato attraverso
"
le
at-
penne
et
dei vincitori
ci
do-
siano pervenuti
i
Siria
e
le
tarda
ellenistica,
libri dei
Maccabei
Antichit
giudaiche
di
Giuseppe
Flavio,
Abbiamo
le altre
Romani su
Romani.
Miti'idate
come
che
sono
occupati seriamente di storia romana hanno tutti cercato invece di renderne ragione. Quelle colonne d'Ercole
della
scienza
esistono
soltanto
nella
frase
del
egli
che
della grandezza di
"
Roma
a cui intitola
il
suo
libro.
Come potevo
io
risolvere
un problema
il
insolubile
signor
di
De
Sanctis
critica,
mi
Il
Pompeo, Augusto
problema
ne studia
veramente insolubile,
ma
il
non
ho
citato tale
da far dubitare se
Ferrer quando
la scriveva si facesse
un concetto
della
importanza dei
Roma
che
si
propone
d'illustrare.
il
suo volume
non pensava
vere
interamente
a
lui,
cos.
Romani
lo
su
Mitridate
si
dovrebbe
il
probabilmente secondo
"
scrittore all'essere
suo impero
gi
disfatto
dalla
voluttuosa
civilt
dell'Oriente
ellenizzato
(p.
369j.
POLEMICA SPICCIOLA
Feci osservare nella
frasi
467
son
vuote
le
difetto
economia
pubblica
del
una spiegazione
.
scientifica,
ma una
il
"
riflessione
personale
siamo
d'accordo; perch
rimprovero
al lettore,
riflessione per-
sonale
di
poi,
come ebbi
delle
gi
maggiori
i
romane:
barbarie
Roma
vizi della
il
(p. 7).
Ma
Ferrer non avrei dovuto trattenermi perch essa non va considerata come una spiegazione. No? Si trattava forse anche qui di una " riflessione personale ,
sebbene soggiungesse
popoli pi
loro
il
,
.
subito:
"
e perci
vizi
vinse
della
tanti
civilt
civili,
ma
dal
indeboliti dai
in un'altra edizione
Ferrer separi
codeste
il
"
riflessioni
il
personali
perch non
corra
rischio che
lettore
non bene informato possa prenderle troppo sul serio. Guglielmo Ferrer del resto non riuscito a trovare
le
141)
ai trecento-
nano
al
il
le fonti.
intorno
Ma
"
giusto
sul
sarebbe
serio
i
rimpro-
trecentoraila
uomini
468
del
a'
miei critici
primo esercito
son
non
come pu
il
facilmente
In sostanza
Ferrer
vera
confessa
di
sapendo
non
vera.
Io
:
non
e
avrei
mai osato
di esser
con
lui tanto
severo
quando ha
non
la
diceva
perch
attenuerebbe
menoma-
si
trattava di
il
un punto per
del resto
poco prima che le vicende della guerra mitridatica hanno avuto un'importanza capitale nell'atteggiamenio
di quella borghesia mercantile alla cui storia dedi-
cato precisamente
ziale
il
essendi
ragioni
si
dell'andamento
quanto
qui cade
in
acconcio
osservazione.
Guglielmo
uccisi
Ferrer
d'aver
in
Italiani
da
Mitridate
Asia
(1).
sua difesa
Ferrer
n di ci
gli
darei biasimo,
se
(1)
Le
fonti ne
IX
La esagerazione
Kornema.ns
'
dell'ultimo
computo
f.
e riconosciuta
da
tutti, v.
negli
'
.Jahrbiicher
Meyer
ibid.
XV
(1898) p. 62.
Anche
il
primo
" :
buon
diritto notato
a ragione
tal
proposito
alle derartige
'
Sensations(Geschichte
Kriegfikmist
319).
POLEMICA SPICCIOLA
469
concludendo
critica
egli
non
asserisse
rimane solo
la correzione
sulla colonia di
Fermo.
Perci
non
lo stima erroi-e, o lo
ha introdotto di proposito.
stoi'ia
"
molte pagine di
riflessioni personali
critici
commerciale degl'Italiani in
il
Ferrer conclude
moi
strano che egli non ritiene errore o ha lasciato di proposito pur l'altra gravissima svista d'aver detto che
tribuni militari al
di mille
tempo
238)
;
di Cesare erano
comandanti
uomini
delle
p.
assai perdonabile se
non
scriveva
gli
ordinamenti militari.
questo
poi contribuirebbe
rendersi
ragione
Credo
d'aver
dimostrato
con ci
al lettore
che la
il
che mi parve
non
giustifica, spiega,
appunto per
anche di
la
sua debolezza,
Il
le
lettore
ha avuto agio
il
delle
armi che
Ferrer
prima di proceder
istruttivo.
oltre,
assai
Avevo detto che presso i Greci e i Romani il lavoro schiavo era pi a buon mercato del lavoro libero. Questa infatti la opinione comune degli studiosi di storia antica. Cito a caso
due
tra
pi
la
illustri
schiavit
(1).
Beloch
Edoardo Meyer
(.1)
Meyer Die
Sklarerei
ini
Alteri tini
(Dresden 1898J
470
a"
miei critici
il
FerrerC'
eonif
e dire,
i
non trovi di meglio che presentarla al lettore " un enorme sproposito del signor De Sanctis
con molto spirito, che cos
ghieri
arricchiti
i
la
pensano soltanto
dro-
che
vanno a
si
Roma
a vedere
il
Co-
losseo o
dovrebbe
al
Ma
piuttosto
da
credere
trasci-
semplicemente che
nare dalla foga
lo scrittore si sia
lasciato
via che,
delle
quella
Allo stesso
modo
da spiegare come
egli
mi
accasi
e di coscienza e di
Terrore da
lui
ed oscuro
figlio
contadini.
L'errore
comparati-
vamente
equestre, ed era
una famiglia
non
censo equestre,
Ma
fosse
come
ho segnalato,
una
bella pretesa
p.
33
' :
und
leisten wenig....
Die freien Arbeiter, die sich anbieten, sind teuer Die Industrie aber braucht mglichst
sind. Das ist die Wurzel, konomischer Bedeutung erEine Conwachsen ist Beloch Bevulkerutig p, 504 currenz mit der billigen Sklavenarbeit war fur den freien L. M. Hartmann La rovino del', Arbeiter unmoglich
Hand
zu
'
'.
mondo
POLEMICA SPICCIOLA
quella che l'autore d'una recensione sia
471
obbligato ad
enumerare
del
libro
che
prende ad
respingerne in massima
il
metodo
d'averlo
le
conclusioni.
sempre
posito.
oppormi
il
Ferrer
lasciato
di pro-
Non meno
lisposta
quando si form il triumvirato si fosse proposto realmente, come dice il Ferrer, di istituire tra i Romani una democrazia alla greca
"
capeggiata
(sic)
il
da tre Perieli
"
(p.
448),
non sarebbe
mai divenuto
padrone di Roma.
d'arbitraria recisione di
e poi difende
il
suo as-
Ora pu parlarsi
di recisione arbitraria
il
quando
;
il
una de-
non
ingiuriare me,
inesatto
o,
riconosca
d'essersi
espresso in
modo
il
come
si
ha tradito
suo pensiero, e
e
i
rimangi
la
sere trascritto
degno
d'es-
che egli
Sanctis)'?
mi oppone
"
Chi glie lo ha
detto fai
De
?
cui
modare per
ricle fu
il
poco
le
meno
lo Spirito Santo.
Me
lo
ha detto
il
472
a'
miei critici
potere. Il po-
un voto contrario
tere di Cesare, di
il
Pompeo
e di
Crasso
si
fondava non
d'un popolo
libero, bens,
come
corruzione.
essere
o potesse
altrimenti,
forme
il
Ferrer grida
"
non pu
e
essere prosuperfi-
nemmeno una
.
conoscenza
dell' et di
Cesare
delle
lotte de'
suoi partiti
non
vi son
dogmi,
come me,
tutto
tiene per
primo do-
non ho ricercato
sero seri,
ma
solo, assai
pi modestamente, se fosse
il
Ferrer
n quel
ch'egli
il
tale
da far cambiare
mio giudizio in questo proposito. Anche piti notevole mi pare quest'altro esempio del suo modo di difendersi. Avevo notato che il Ferrer riesce assai infelicemente quando tenta di penetrar nella
coscienza dei vari personaggi, che
la
"
gli
uomini sotto
:
sua penna
il
si
vorresti
di
criticare
suo giudizio
mano
come una statua di Dedalo . Citavo Lucullo che per lui dopo essere stato un orgoglioso conservatore, un
uomo
lebre
sem-
vana arte
di diventar ce-
218), diviene a
254),
per
dopo come un generoso, intrepido e raffinato ellenista (p. 256 seg.).- Ricordavo poi Cesare che a pag. 362 un uomo " nervoso, ma n pavido n
POLEMICA SPICCIOLA
temerario, che vedeva
i
473
e
li
pericoli
temeva troppo, ma non si smarriva mentre invece a p. 376 la sua indole " era una strana oscillazione ritmica
di
temerit
di
prudenza,
per la
quale poco
ridiventava
prudente, anche se
,.
degna
Ferrer
in
che non
si
deve vivere
storia antica
;
come
il
in
un
museo
Benissimo
ma
ci
modo del
tutto contraddittoi'io
mentre
la spiegazione semplicis-
il
la stessa pre-
consolato abbiamo
brevissimi cenni
dando
ai
mi-
nimi particolari
maggior
ricava sola-
mente che Lucullo era alquanto pi retto di molti suoi contemporanei non senza macchia, perch, ad es.,
:
la via a Mitridate,
non
del partito.
Che
un puro
e
sudditi
474
e
a"
miei critici
seppe
pai'te
come pochi
dei
altri
e
angherie
sicch lo
e
pubblicani
estorsioni
dei
il
soldati:
stranissimo muin
tamento che
Ferrer
dipinge
cui vede
'"
un
per
nove
E dopo
fa
il
ci
al
punto che pi
del suo vo-
ne
Tema
ha
lume
nale e mercantile e
l'efificacia
avuto sui
mondo. Per
di
conquista re-
mana
mocrazia
sulle rovine
.
una federazione
di aristo-
crazie agricole
accanita che ne
il
Mi
>
non averne capito la idea fondamentale, che a me parsa, come del resto era dett> anche nella prefazione (p. x), appunto questa: ma, a
accusa, vero, di
fondamentale
accusa solo
pur non voglia dirsi che l'idea non l'ha capita neppur lui, mi fa tale perch ho detto di non averne trovato nel
la
suo volume
il
ma ha
gli
fornito, per
quanto non ve
la
craticamente
(1).
Das Rom, das die Welt erobert hat. in der daher die Aristokratie Ripeto ancora una volta n die Fiihrung behauptete scanso di equivoci che non cito questi passi del Meyer
(1)
Op.
cit. p.
30:
'
'.
POLEMICA SPICCIOLA
475
dovuto
classe
i
il
'"
Questa
Roma sembra
mio pensiero,
la
la
il
Non
voglio per
sia
momento
Il
discutere
tutto ci.
Ma
poniamo che
della
vero.
fatto
che la conquista
Corsica,
della
Sardegna,
della
Liguria,
Gallia
le
pi
difficili
pi im-
continuazione
tanto
necessaria
quanto relativamente
tempo
di
principi o dei
primi
e lenti
progressi
quella
classe che
ha
istituito la
sgretolata
Il
limit ad
una
politica d'insi
mut
donia
in
politica
di
conc[uista,
dimenticare
e della
che lo
sfruttamento della
si
Sicilia, della
Spagna
Macearisto-
governo
cratico.
si
del resto
il
taglia di
Pidna
fino al 133,
d'altri
ma
solo
per mostrare
ammesse da
tutti.
476
su 200 consoli,
sole
a'
miei critici
di
Il
non meno
(1).
159 furono
fatto
presi tra
26 famiglie nobili
fatto, e nulla
vale a distruggerlo.
L' impero
stato
fondato dalla
aril'ef-
federazione delle
stocraticamente, anzi
^'
cagione.
si
mondo
al
-y
dominio romano
scrive
stata narrata da
uno
stoiico
il
con-
<
quale denel
'
ordinamenti
di
Roma
momento
in cui la conquista
Polibio, o, che
il
<',
libro VI,
sia stato
fondato dopo la
i
suoi
quando
la federasi
zione
and
in
guerra sociale,
con-
tinu a seguire n pi n
meno
l'indirizzo di prima,
ma d un
(p.
con-
Cesare
"
il
ix)
che in
prevalse
quell'et
la politica conquistatrice di
il
Roma
MediteiTaneo in
Come
Roma
il
prevalse definitivamente
almeno
il
un
secolo prima,
predominio romano, e
(1)
1
Neumasn
p. 30.
POLEMICA SPICCIOLA
477
in Gallia, in avver-
in-
almeno da quando i Romani posero piede Spagna e nella penisola balcanica. Messo
dell'errore, risponde
il
tenza
tivamente allude
delle
alla sconfitta
Ponto
e la
repubbliche
estera
celtiche,
politica
prevalse
definitivamente
vuol
dir
solo
che
poi la pohtica
che. essen-
Aggiunge
romano;
e questo,
tra pa-
non
alla
vero: un mare
esista
pu divenire austriaco
austriaca.
anche senza
che
una nazionalit
E
la
quanto
fi-ase
civilt orientale,
procura di giustificar
la
Spagna,
la Tracia) e
staccando arbitrache
era
poi,
riamente dalla
si
civilt orientale
d'allora,
certi
noti,
una
civilt ellenistica,
pena
di
d'esegesi che
ricorda gli
artifizi di certi
il
tenere intatto
vogliono.
Ma non
mostrare come
a lasciar
il
Ferrer
non
tanto,
cadere,
almeno
al nulla,
ad attenuare di molto,
il
da ridurlo quasi
conquista romana
la
formae
romane
nell'et pre-
cedente
la Siria,
grandi Stati
civili,
Cartagine, la Macedonia e
e ri-
mentre
in piena
minori regni
elleni-
Roma, senza
sforzi di
alla
guerra che
somigliassero
neppur lontanamente
guerra
478
guire
nell'et
di
a"
miei critici
Cesare n pi n
meno
la
si
politica
stessa di
atteneva.
Procedettero in ci
nori quanto
i
Romani con
riguardi
tanto mi-
la
precedente
s'era
praticato in
misura larghissima in
Sicilia, nella
nell'Africa e nell'Asia. Frattanto all'interno invece di instaurarsi, cessati gli sconvolgimenti della guerra sociale e della guerra civile sillana, ordine e libert,
dopo
al-
guerre
civili
si
ebbe
la
restaurazione
del-
l'ordine,
ma accompagnata
il
non abbia
fatto
ma
citore.
romanesimo riusc nella sostanza definitivamente vinAi due principi che gl'Italici ribelli s'erano
bilmente da Siila
alleati,
Sanvi-
non
avrebbero potuto in
gliere a
alcun
modo
"
Roma
il
lianizzare lo Stato
quindi
chiaro perch
governo a quel
l'OLEJUCA SPICCIOLA
479
jiiccolo
gruppo
di
toglierlo al quale
gli
predominio romano
guerra
di
battaglia
dove fossero
i
elementi
reali
i
di
pertinaci tra
ribelli,
possi-
assodati
mostrano come
la
tinuato prevalere
romanesimo
alla
impotenza
nuova
e sociale
dell'Italia,
la politica,
zarria.
non
si
gli Italiani avrebbero abbandonato pu citarsi solo come una interessante bizNon neppur necessario notare del resto che tratta d'una nuova espansione, ma del naturale
e necessario
proseguimento
vittoriosa
e la
di
quella
espansione
che
gi procedeva
la
nel
guerra sociale
e
civile sillana
avevano solo
i
mo
fatti,
mentaneamente
me un
un popolo
son
energie vitali,
anche se frattanto
intellet-
modo
nel caso
particolare poi
mato nel modo pi evidente dal rapido dissolversi nel romanesimo delle loro civilt e nazionalit dopo la
guerra sociale. Questi sono
a dir vero
gli
apprezzamenti miei, e
se si diverte a farli
480
sostenere
A*
MIEI CRITICI
!
intorno
ai
una
discussione
tal
scientifica
fatti
che io apprezzo in
modo.
il
guerra sociale.
137 segg.); ed
senso
tale in
moderno
"
della parola
ci
se
nessun senso,
Il
troveremo
cordo.
notai e
eentro
della
ribellione a
Roma (come
io
come
in fatto )
un
vi
forte
sano
medio
il
ceto
In sostanza
sono errori
lasciati
considerazioni
13ersonali che
diverso
da quello
e,
che
queste confessioni,
curo,
mi par che
sia
la
del contendere.
IL
Apparentemente
critici,
assai pi
calmo
misurato
d'altri
comincia
Ettore Pais a
discorrere
della
mia
e
storia
l
l'A.
non
da parte
li
sostituisce
POLEMICA SPICCIOLA
ed opposte
.
481
In realt,
la tradizione, cos
neppur mai
e
occhi chiusi.
i
Sempre ne discuto
sottopongo a critica
il
dati.
Ma
Pais mi
muove
mancato
nome
Romani
(I p. 455).
fatti.
Anzi-
si
hanno non
altri dati tradizionali che ci rappresentano la maromana innanzi alle guerre puniche come d'assai poco momento. Quindi, posto che io avessi respinto la notizia di Teofrasto, avrei non sostituito alla tradizione
pochi
rina
ipotesi
"
diverse ed opposte
il
ma
scelto
fi'a
asserzioni
critico
:
contraddittorie,
che
la
salvoch, secondo
sia invece
tizie
che
si
Ma
v' di pi.
Non ho punto
opposta.
erano
zione,
cittadini
romani:
una interpretazione di quel passo la ipotesi che egli abbia detto romane le navi agillee come tutti chiamano austriache le navi del Lloyd varate a Trieste e in cui la ciurma non parla altra lingua che l'italiano. A ci si aggiunga che i Greci non distinguevano molto nettamente fra Etruschi e Romani, come mostra Aristosseno di Taranto, un contemporaneo
solo
;
ma
8, 2.
De
31
482
di
a"
miei ckitici
Teofrasto,
prima
tempo Tirreni o Romani (1). Vedasi quindi con quale diritto il Pais mi accusi in questo caso di non tener conto della tradizione e di
Greci, erano divenuti al suo
sostituirla
L'alti-o
rici nai
con
"
,.
caso dove io
anche
tutti
i
piti istrut-
tivo.
particolari
dell' esercito
romano
particolari pervenutici
sannitiche.
E
,
,
il
tiva
"
luce la mia
critica
dice
d'un periodo
particolari di
perfettamente storico
guerre,
ma
persino sospetta
d'
il
Beloch, critico
la
un punto
capitale
come quello
Si sa di fatto, e
romano accampato
tra le
dizione orale;
si
sa
pure
che uso
diretto
di
fonti
modo
si
pote-
vano trovar notizie diffuse in tal proposito, il che non sicuro, passando ai poco scrupolosi annalisti latini,
venendo contaminate con tradizioni indigene
valore,
di
scarso
di
si)
XIV
p. 682.
POLEMICA .SPICCIOLA
sere la forma
genviina.
483
si
Siech non
alla
sospet-
tando dei
iDarticolari
mentre
pienamente
ai
propositi da
me
Ma
secondo
il
Pais
io,
"
un esame minuto
della
mia
che
in pic-
critico e talora
prendo
mosse da codesti stessi numerosa schiera dei nostri acritici si sogliono battezzare col nome di ipercritici . Ora io ho dichiarato ad ogni pagina, per non dire ad ogni linea del mio libro, che muovo da criteri al tutto diversi da quelli dei nostri acritici. E se non avessi
spesso, per
non
chiarito
ci
abbastanza
io
stesso, lo
avrebbero
pur
cieca
con
la
hanno
si
assalito
il
dinanzi a cui
fosse
d'
agitato
proverarmi perci
loch, ciata
incongruenza
metodicamente
dal
Niebuhr,
Mommsen,
libro fu
dal
Beloch,
da
E.
Meyer pu
mio
ho professato sempre
ipotesi
pii
la
trascui-ate
dagli
epigoni,
mi
Mommsen,
strato
serio di cose
romane
non ho
esitato a
484
a"
miei critici
di follia faceva
stoltamente
sua
(1).
di-
di
mi
ha insegnato,
rizzo stesso e
le
il
l'indi-
metodo
delle
finalmente mi trovo legato pi che da affinit di singole opinioni, dalla tendenza a porre nello stesso
i
i
modo
problemi
storici e
moti
intellettuali che
il
Molto diverso
re di
mio sentimento
colli
rispetto all'indi-
Egli ha insegnato
che
sette
Roma
dio,
son sette
i
un
che
Fasti
consolari
le
son
falsificati
nella
loro
trattato cas-
siano tra
Roma
Lazio, che
Roma
il
non
della
si
sa
popolo romano-
sabello,
contemporaneamente
p.
occupazione sabellica
che ciuanto vien narl'et regia e pel
Campania (sopra
377),
romana per
sec. fino
sabellica
falsificazione
anticipazione,
che son
copiosissimi
romana
del
V. Tutto
ci
me
modo
e
indiretto
silenzi
ma
l'ora
dei riguardi
dei
(1)
V.
'
il
mio articolo
ibid.
'
Riv. di
filo-
logia del
XXVIIl
mia necrologia
Mommsen
XXXII
POLEMICA SPICCIOLA
passata.
485
veda
il
lettore onesto se io
mi
discosti
dal
un
certo senso,
egli
mi era
V e IV
secolo,
per concludere,
le
il
mersi
Orazio
della
con
parole
di
W.
Chi
combina non
si
Coclite
con
Vulcano,
Coriolano
con un dio
guerra,
gi
Minucio
terreno
con Eracle
Mrjvuxric,
muove
si
sul
della ipotesi
la
scientifica,
ma
non
dove
(1).
"
indagine
scientifica
pu
seguirlo
il
Ma, continua
egli
Pais,
talora,
come, ad
e
es.,
rispetto
Roma
Capua
(II p. 270),
De
Sanctis)
non
si
Con
quelle relazioni;
ma
in realt
mana
del
combattermi
perch molti
hanno prima
di lui
e ritenuto
come me che
nel
Campani,
(1)
(Leipzig
riserve
1909) p. 75.
Entro quali
limiti e con
quali
possano accettarsi le opinioni del Pais su Orazio Coclite ho cercato di mostrare sopra p. 334 seg. V. anche a p. 521.
(2)
Rom. Geschichte
II
III
133 seg.
La letteratura
Romani
286
n. 1.
486
prima
di
soci, fossero
a"
miei cp.itici
degno
versi
predecessori qui
strani
Pais
il
"
sotto
il
velame
delli
asserisca a s
vanto
di
sua storia di
proverata da
Roma
altri.
giustamente
gli stata
rim-
perch egli ha
che Capua
suoi
la
predecessori,
sua
opinione
la
fin
dopo
veda
guerra
in luce
messo
il
nella
mia
storia l'inverisimiglianza.
egli
lettore
mi accusi copertamente
ad un suo
ferisce
al Pais,
il
mio
pro-
Da
ci
il
critico as-
serire che
vi nell'autore la pi spiccata
tendenza
Sif-
con tutte
le
mie
forze.
Roma
e
il
Pais,
ho
citato
insegnamenti
della
cui erudizione
mi son giovato
(2).
tanto
(1) Storia di
(2)
Il
Roma
es.
2 p. 229 segg.
cita quasi
sia
Pais ad
non
POLEMICA SPICCIOLA
rilevare
4S7
anche
che
modo
di vedere altrui,
quando sarebbe
mentale
met del secolo V, non ho nei>pur fatto parola (sopra p. 378), pur mostrando a tempo e luogo come tutt'altre e ben pi antiche sieno le origini dei Eomani. Pari-
mente ho
si
v'ha di originale
mio
libro, che
il
sec.
s'
avve-
duto in alcun
modo
di c|uanto le
diritto
dif-
e sulla religione
feriscano da quelle
predecessori.
Ho
sempre
insinuazioni
non v'hanno nel mio libro mai, n mai come quelle di cui abbonda, in ispecie
la
mia Storia
mio
dei
Romani
"
un'opera di compilazione di
e pi esplicitamente che e
il
fatti e di teorie
gi note
libro
"
una selezione
del Be
un collegamento
Mommsen,
loch, di E.
),
etc.
"
Rendiconti dei
tal
(1).
Travisando inconsciamente a
il
segno
la verit,
Pais
a divedere quanto
il
furore di
mio
e
libro talune
sue teorie lo
sia
quanto meschina
ristrettissimo
la
sua
cui
del
campo
sopra accennavo.
(1) Ser.
voi.
XVII (1908)
p. 68.
488
a'
miei critici
nomi senza neanche pensare a quel che gli veniva alla penna altrimenti si sarebbe avveduto che era affatto fuor di luogo parlare del Busolt e del Niese. Ai
;
se
un
libro di storia
il
romana;
e viceversa
nep-
pure accorto
lettura
che egli
ha
fatto del
mio
libro,
Nie-
buhr
e lo
Schwegler.
poich
il
v'ha nella mia storia d'originale, giover che glielo additi io stesso.
soli
tentativi,
che
io
sappia,
stati fatti
dati
della
e
Modestov
vivamente rimproverato
cos,
gli
mi sembra,
la riprova
pi evidente
della
origi-
nalit mia.
su
tal
fon-
damento
dubbio,
la etnografia
e
largamente, di teorie
congetture
del
sin-
Mommsen,
mata a
tifiche:
ma
la
mia
lo
tesi nella
tre tesi
meno
quale
assorte la
di proposizioni scienla
che
pretesa
stirpe ibero-ligure
che
le
nostra penisola
sono
POLEMICA SPICCIOLA
dirsi
489
il
negarmi
vanto d'aver
tentato,
e
non perdonando a
fatica
me
per
la
prima
della
in
ogni sua
parte
etnografia italiana
pu
solo chi
non
il
sa.
la storia interna di
Roma. Rispetto
tana.
a questa, scrive
Pais,
"
VA. segue
allon-
Mommsen,
altre volte se ne
egli
Ma
evidentemente in tutto ci
non ha avuto
.
Ed
scriva
cos.
Attesa
la
sua
mentalit, egli
non era
tesi
:
in
grado
l'im-
portanza
interna di
delle
su
le
cui
Roma
che
genti cio
non son
gli
ele-
ma
si
son for-
che
le istituzioni
repubblicane
Roma
procedono
;
in
lenta e graduale
Non
nuove come
e coerente
l'ultima.
Ma
il
primo tentativo
un'ampia
ricostruzione
romano
analoghi
che ora ho
studiato
fatto io
criteri
l'antichissimo
Quindi se pur
alle
non
di
rado
pi
meno m'accosto
teorie
del
Mommsen o
diritto
nuova
gran
il
parte
tutto
e
disformi
Mommsen
confortata
anche
questa
che la
modo
di
vedere del
Mommsen,
490
a'
miei CKiTICl
con ogni
cura
assai
le
lio
dalle
opinioni
comunemente
ricevute, di trarre
romane,
trib
le
rustiche e urbane,
queste con
si
tribunato.
vit delle
lare
i
Ben
mie
vedendo
concetti
crol-
su vieti
anti-
del diritto
assalito accu-
sandomi
di
394 segg.
Pais
mi accusa
sulla
vi
non
Ed
mie teorie
critico)
religione
romana:
di
stupii-e
"
in
esse (scrive
non
grande novit
vedute ne di resultati
il
Or
il
fa qui
veramente
Pais di-
Mi
sia
succeduto o
si
no
mi proponevo, non
pu
onestamente disconoscere che osso rappresenta un tentativo originale di storia della religione
a criteri
romana
ispirato
moderni
ho accettate
alla cieca,
ma
vagliate e
discusse, adot-
di
nessuno
tra
miei
ma nuova
nella
sua
Roma
i
pei secoli
e IV.
Lungi
POLEMICA SPICCIOLA
491
non facevo che tornare all' indirizzo seguito dal Niebuhr e poi in generale abbandonato dai critici. Ma per accusare di servilit a fronte del Xiebulir le mie
ricostruzioni e la
mia
critica dei
romana
del
Xiebuhr
nome.
nelle
questo
modo
ricostruzione
della
storia
esterna di
pu
linee
dirsi
linee
principali novissima,
Mommsen
cui
dal
Niebuhr,
che
ma
dalla
tradizione,
da
sostanzialmente
per
la storia
esterna
allontanarci.
La novit
critico che
dell'opera
mia
sta
oltrech in molte
osservazioni
particolari,
nuovo
fondamento
assodavo
storia
ho dato
scrutandone
pi recenti
le relazioni
con
le
vicende della
interna e confrontando
studi
del
sidio dei
statistici,
potenza
ro-
mana
Roma
ebbe
man mano ad
la storia
romana
del
Mommsen
giovandomi
piti recenti,
storia antichissima di
*
Roma. Ho sbagliato ? Pu darsi. Si distrugga questa storia romana del De Sanctis, se cosi sbagliata come si dice (scrive Benedetto C'roce)(2)
:
ma
si
provveda a sostituirla
jjeraltro
con un'altra
Per so-
stituirla
(1)
V.
il
mio
articolo nel
'
'
1909
p.
126
(2)
seofg.
205 segg.
(1908) p. 391.
'La Critica' VI
492
la
a"
miei critici
mio tentativo:
segno di dire
il
lettore
ha
Il
quale
mi frantende
al
il
mio
libro
una
trame motivo per biasimarmi d"aver parlato largamente, come faccio, delle origini dei dogmi e dei culti e non [s'avvede che il mio
storia politica e di
;
libro
mira a studiare
e
nella sua
integrit
dirsi
la vita del
popolo romano,
chit di
pu tanto poco
una semplice
la storia dell'anti-
Oltre al dar
ma
derle.
ricerche
d'archeologia
preistorica,
mi
"
l'asserzione
che
la
parte
che
W. Helbig
ebbe
in
questi
studi fu di divulgare
le teorie del
Pigoiini
Xon ho mai
gli scritti
detto che
fossero
sulla
lavori di divulgazione
del
Helbig
civilt
villanoviana, sui
con cui
s'
divulgazioni di
Ho
terremare
(1)
che
Die
ha soprattutto
i
merito
risultamenti
delle insi
come
vede,
da quel che
ai
il
Pais mi fa dire.
il
"
argomentazioni intorno
scrive)
Siculi.
Il
De
Sanctis (egli
nel
soste-
non trover
l'antico
ttitti
concordi
con
lui
nere
che
storico
che
(1)
p.
120
n. 4.
POLEMICA SPICCIOLA
Siculi eran Liguri perch
il
493
nome
pugnale (siculo
che erano Arii
Certo se
eia
una etimologia
metodo.
"
di cos
gravemente
i
contro
i
il
scritto che
Siculi e
stessa
Sicani
veniente
dalla
radice e
l'altra
del
nome
locale
uso presso
Greci di Sicilia
(1).
Come
si
vede, nella
eit dei
mia ai'gomentazione per dimostrare l'italiSiculi, l'etimologia da sica non entra per nulla.
gli
argomenti di
con quelle
nit del
fornite
sui
da
scrittori di lui
pi
menziono
la affi-
nome
si
la italicit
ma come una
litengano
di
i
congettura del
Mommsen,
italica,
il
che,
quando
Siculi
una
tribii
nulla
"
impedisce
accettare.
Ma, soggiunge
il
Pais.
De
Sanctis in questo
chia-
il
nome
bens con
il
Certamente se
essere di-
che
il
Pais
(1)
p.
98 seg.
494
predilige
a'
miei critici
sottigliezze,
perch
c<:)nver-
Ma
ad ogni
Greci
il
modo
anzi
i
il
coi
Siculi fu immediato,
dell' isola
il
Siculi furono
primi popoli
che
e
conoscessero, perch
come
si
sa
commercio
perci che
si
mo-
di tutto
il
sponda orientale
dell" isola.
i
nome
di Siculi
non
Siculi stessi
davano
tesi
quando s'iniziarono le loro relazioni coi Greci, iporemota d'ogni verisimiglianza e non degna d'essere
esame.
Il
presa in serio
bello poi
questo
si
che
il
mostra come
me
con
ai
riti
nome
Mommsen,
ritiene
che Ellanico e
racconto
di
quegli
antichi
i
scrittori
quali
come
avessero cacciato
teoria del
Sicch la
accolta
Mommsen
degna
e
d'essere
segnalata al
biasimo
dei
dotti.
Fa d'uopo
Altrove
il
travestimento
del
delle
mie
teorie
diviene
"
nella recensione
bito pure (scrive
storia
Pais
alquanto grottesco.
il
Duper
gravemente
essere
critico)
che
cultori di
seria
troveranno
che
le
argomentazione
della
valle
provare
palafitte
' :
del
Po furono
rasoio
la
hanno riscontro
Messapi
il
rasoio
uno
Con
tale criterio
anche
e tutti
si
popoli
il
d'Occidente che
stando a
Teopompo
radevano
POLEMICA SPICCIOLA
tale
495
etnografico tutti
il
tatuaggio o
radono
baffi .
ar-
gomentazione
il
prodotto
della
fantasia
di
Ettore
(1) in tut-
modo.
dovendosi
eneolitici;
ma
nell'incivili-
mento
in et storica
agl'Italici
il
primato dell'incivilimento
gli
Etruschi,
come
Rezia.
ci si
aggiunga che
la
civilt
etrusca,
strettamente
piamo
Questo
che
il
fondamento della
delle
ipotesi
da
me
il
proposta
dai
popoli
terremare sieno
provenuti gli
carattere
Etruschi.
Or presentandola,
degli
della
nel confrontare
altri,
e le attitudini
uni e degli
dopo
d'aver fonda-
discorso
zione
disciplina
delle
citt,
che
sembra
terremare aver
hanno,
i
tenuto
conto
del
diverso
due popoli
(1) I p.
123 segg.
496
nella cura
a'
miei critici
del corpo.
veda
il
lettore
onesto se io
pur lontanamente abbia inteso di asserire cbe due popoli pel solo
uso
di radersi
stesso
gruppo
etnico.
si
Contro
travolgimento delle
mie
teorie,
con cui
tenta di coprir
me
e
di
vergogna
a
e di ridicolo,
vivissimamente protesto
di scienza,
mi rivolgo
vivacit
tutti gli
uomini
anche
a
me
quelli
che io
ho
libro.
Poich
se, ci
mento
stanza
fosse consapevole,
non
vi sarebbe parola
:
abbacredo,
grave per
condannarlo
e se ^
come
inconsapevole, d segno di
rende
tifiche.
il
ci'itico
inetto a disputare
Ed
"
bene
si
noti, a
documentare un'altra
le
come
di
,,
argomenta-
me
la
avere
scx'itto
quando
io
sostenuto
esser gli
Etruschi
di terra, che la
da
Dionisio
di
Alicarnasso e nei
tempi moderni
stata
combattuta
da quanti
si
formarono un chiaro
letteraria
.
tradizione
rispar-
miare
non sar
coltura che
un
citare, allegano
volentieri (1).
Noto peraltro a
(1)
'
La
e
teoria
sugli
'
De
Sanctis in
Atene
Roma
POLEMICA SPICCIOLA
giustificazione del Ducati che
497
suo scritto
non
v' nel
gli
alle
Sa per
esempio
"
il
Ducati
se
che
della
Reti Livio
.
non poteva
Ed
certo scusabile
pato di critica storica, egli giura sulla fede di tradizioni orali fissate
fatti
s'immagina che
concernenti
li
le
consultasse.
Ma
non
Dopo
pigli
'^
ci
ben naturale
padre
della
Ducati
venerando
storia
suU' origine
degli
Etruschi, e non
meno
mia argo-
mentazione in
Il
"
tal
realt
p.
il
punto
come
Medi
la di-
scendenza dalla
maga Medea
(2),
li)
(2)
Herod.
Herod.
'
I 62.
si
fanno
alla testimonianza di
CosTANZi
sero
Ausonia
Yvnoioi
II (1908) p. 187.
cordo peraltro nel ritenere che 'se anche gli Etruschi fosLidi
Ka
tGa^evec;
,
sarebbe
naturalissimo
che Xanto
non avesse ne
di loro
De
498
a'
miei critici
Il
avuto
ancora
tempo
d'
informarsi
letteratura
moderna intorno ad Erodoto, non sa naturalmente che se molto valore hanno le descrizioni di ci che Erodoto vide, nessuno ne ha la sua critica dei racconti che ^li
sono
stati trasmessi
:
in
modo
,
che la scienza
recen-
tissima trova
molto a
ridire
non gi
teorie etnografiche,
ma persino nella
piti
si
nessuno
"
quale per
esempio creda
tano alla realt
della storia
,
pur
i
solo che
approssimino di lonil
computi
che
venerando padre
Ma
la
ingenua
inesperienza
quando
egli
mi rimprodif-
Eppure (nota
retore
egli
gravemente)
espresso dal
V esatto
giudizio
sul
Dionisio
nere in
medesimo De Sanctis avrebbe dovuto teguardia questi (sic) e non indurlo ad accettare
come genuina la notizia, che ben d'altro lato faceva comodo alla sua idea sugli Etnischi ,. Or qui prote-
Italia
al
IX
secolo,
sarebbe
a Xanto,
tanto
che
fosse
rimasta
ignota
quanto che
bile la opinione di 0.
nuignum
s.
v.
Non
Mller {Etrusker
Tirreni, che
il
provenienza dei Tirreni dalla Lidia a un mito etimologico fondato sulla somiglianza del loro nome con quello di
Tyrrha.
Infatti la grafia
pi
genuina
'
di
quest'ultimo
nome
Cf.
'
III
(1878) p. 55 segg.
'
POLEMICA SPICCIOLA
sterei
499
con tutte
le forze conti'O la
insinuazione contenuta
chiaro che
il
nell'ultimo inciso, se
non
fosse
Ducati
non
veva.
s'
di ci che scri-
avveduto che
altro
egli
il
valore
quando
riferisce
ha quando
di
fatto.
Si
pu dubitare ad esempio
all'ordinamento
di quel ch'egli
;
serviano;
ma
e simil-
mente
di ci che,
vissuto in Alicarnasso e in
Roma,
c' ras
non
Dopo
essersi
mostrato
critica,
disi
non
pu
non cono-
letteratura
dell'argomento di cui
mi redarguisce cosi perch mi allontano da tutti i dotti " nel non riguardare la cremazione come rito essenziahiiente ario e con ci mostra di non
;
avere
alcuna contezza di
scritti
fondamentali intorno
come
per
quelli
Much
(3) a
cui
questo rispetto
:
m'attengo;
in
ma
compenso ha
(1)
Il
CosTANzi mera.
cit.
il
p.
195
n.
2 mette in chiaro
sulla lingua
come
sia
vano allegare
Reallexikon
der
indogennanischen
Altertumskunde
(Hamburg
(3)
1901) p. 80 seg.
p.
p.
33 segg.
500
Beloch, dove pure
a'
miei critici
si
considera
come
il
posteriore e sedella
condario
zione
(1),
tra
gli
Arii di Grecia
rito
al
crema-
Ducati;
ma pu
tra
dotti.
Tra queste
che
gli
il
portato
;
con
dall'Oriente
alfabeto calcidese
si
poich
(non essendo
lecito
pensare che
tratti di
una
svista) essa
deve collegarsi
orientali
od azzurri
dia
scoperte di cui
speriamo che
saggio.
il
Ducati
ci
cora
Tornando al un altro
esempio.
Il
mia
asserita
'
di
Tarpeio
riprende
severamente
la leggera affer-
mazione con un
io
di
un
ha afi'ermato che
impossibile lo scambio
e
.
nelle
sillabe
si
medie
di
un p
es.
dimenticando che ci
riscontra ad
in hir])us ed hircus,
popina
e coquina
(2).
In realt
soltanto a chi
scientifica
;
e per di pi
son
il
tanto
lontano dall'aver
che ne ho
Pais accenna,
la
proposta del
modo:
Un
si
rappresentato
mai
in parole latine
salvo che
(1)
Griech. Geschichte
'
116.
'
(2)
p. 306.
POLEMICA SPICCIOLA
portate [come
501
latinisti,
non
la-
mentre
di
.
Tarqiiinius.
di
Viceversa
il
Roma, mentre
originario
il
nome
sca
. .
Che
come
p, bi-
pochi passaggi di
in guttu-
italici
gutturale
seguente
(coquo,
sa
(1).
questa
argomentazione
frantendendola,
nulla
le
opporre
nota
di
Pais e tuttavia,
d una
leggerezza
che
ri-
cade
quella
sulle
migliori
Stolz,
dello
scientifiche,
come
questo
svolta
modo
la dottrina della
meglio su
lui
stesso
che
alcuna
contezza.
L'effetto stesso che
travolgimenti
rag-
giunge
il
modo
la
alienissima dal
frase
,,
:
siero
mio sentimento. Egli recide ad esempio non v' ombra di penper protestare contro la mia acrimonia " che
"
nell'opera di Livio
mi spinge pure
Ora
vole,
talvolta a maltrattare
gli
antichi
,.
quelle
come,
isolate,
il
avesse veduto
il
mio
Ho
inteso dire,
e
contesto
i
(2),
critica
(1)
Mastarna in
Storia dei
'
Klio
'
JI
(1902) p. 103.
(2)
Romani
p.
38 segg.
502
che
i
a"
miei critici
fatti egli
non
modo
.
di fare
(come ho
pur detto)
"
E
"
al
Pais riesce
assai diflBcile di
si
comprendere come
del
le
mie asserzioni
provenisse
ci
concilino
contesto.
dall'avere
l'arte,
Che
un
Pais
di
concetto
le
molto confuso
che
per chiarire
meditare
queste
tica,
Benedetto Croce
Il
la fantasia;
ma
esso
al
mondo
si
so-
gnato
le
nette distinzioni e
A
lei
ci l'arte
non giunge,
ha per
non pu
mutili
elevarla di grado
il
(1).
troppo severo,
si
che non
assai
di
arbitrariamente,
favorevole
quello del Pais. Mentre io ritengo che a Livio facessero difetto cognizioni
positive,
studio
diligente, in-
gegno speculativo,
gli
riconosco
buon
senso, padro
umano, caldo
senso
suol
dirsi
trova
esagerato ci che
liviano e nel
(dice)
intorno al magistero
"
d'arte
tempo
stesso
le
considerazioni
morali
sono
sempre ispirate da un
.
. .
falso sentimento
una creazione
difettosa.
Lo sviluppo meraviglioso
non
esiste per Livio ....
le
grafica ....
(1)
'
La
Critica
'
VI (1908)
p. 339.
POLEMICA SPICCIOLA
e se per caso ....
gli
503
un sinromana cade quasi sempre in grossolani errori ... non fa che un lavoro di selezione empirica fra i diversi annalisti 1) Con molta prolissit insomma Ettore Pais, dicendo in sostanza appunto quel che dico io stesso quanto ai difetti di
vien fatto di accennare ad
storia
;
Livio, assai
meno
di
me pone
in
evidenza
singola-
liviana.
anche qui
opinioni
come
dimenticando o rinnegando
l'opei'a sua,
sdegnosamente
si
le
quando
d per avventura
che
le
difenda anch'io.
non possa
Pais
;
farsi
tema
la
di discussione, perch la
filosofia del
come
egli
non ne ha
servazioni che
filosofici
mi
propri
ci egli
contrappone con
l'altezza di pensiero
"se
e
nosciuto
tali limiti
di rimuoverli
non
vi
(1)
Storia di
Roma
p.
83 segg.
504
superstizione
siano
i
a'
miei critici
Come
io
ma
solo
ho invitato a
cercarli,
Pais condanna
evidentemente in generale
caratteristica pi
moderna
dal
Locke
in poi.
Ora
di vista
stimarsi, ad
ragione
;
li
avrebbe
si
supei-ati.
questo non
il
mio avviso
ma, checch
"
ammettendo un
si
superstizione
Che poi
scenza
la nostra
conoscenza
e in particolare la cono-
storica,
prescindendo
da' suoi
limiti
formali,
dalla
natura dei
noscere
sione.
tali
limiti,
non
neppure argomento
di discus-
E
il
,
come
testo
se avesse creduto
bene
di
egli scriveva.
Ma
si
le
al
Pais per
deprimere
al pistolotto anticlericale
unzione del
dai
" Il
De
Pais)
fondamento
il
Decalogo
.
Prima
il
di tutto,
Pais,
respinge
deride
il
manifesti
POLEMICA SPICCIOLA
505
devotamente
mostri
in
nome
della
il
"
nostra
religione.
Poi
controversia sulla essenza della religione cristiana, suscitata dal noto scritto del
Harnack. Tutte
le tesi
che
hanno svolto
la sicurezza di chi
il
appiglia
fondamento del
Pais della con-
il
N meno
ignaro
tinenze tra
il
Vangelo giovanneo
il
se definisce senz'altro
Vangelo come un
frutto della
si
coscienza semitica
,.
Il
vede
cristiano o del
essere esteriore,
ma
(sic)
interiore
il
x'egno di Dio.
"
non Anche
fon-
meno
che
il
damento morale
di Stato di
uomini
dottrine
Roma
va spesso ricercato
un
altro Semita,.
vene
(1),
di
Zenone
sono
di
il
i
Cizio,
il
fondatore
dello
Stoa
poco importa
interamente greci
presupposti
gli elementi
(2).
morale stoica
di altezza di pensiero
di
(1)
I
pag. 49.
(2)
hellen.
Zeitalters
li
p.
125 segg.
506
sentimento pone
pare, di
il
MIEI CRITICI
quando, bramoso,
menomarsi
debbo avere
scritta la
mia
storia solo ad
uso dei
se-
Provvidenza da Dante
Solo nei seminari
si
al
Vico.
potranno leggere
magistrali vo-
come Duchesne
buona non
"
in repubblica
Ma
la
a taluno po-
sembrare che
bandiera dell'anticlericalismo
la
a coprire
er-'
che
abbondano
nella recensione
del Pais.
III.
Ed
fiche,
ora,
le
disquisizioni filoso-
con cui
male vedere
se la
la
somma
da giustificare
la
severit cui
il
non approvi
tratterr
egli
;
suo me-
todo o
sue dottrine.
etnografiche,
Mi
soprattutto su
prescelto
questioni
avendo
stesso
piti
n originali, n or-
Ascrive
italica dei
il
Pais
con
altri
origine epirota
alla trib
Chones, perch ha un
e
nome
"
affine a quello
dei
Chaones dell'Epiro
perch
Acheruntia e Pan-
POLEMICA SPICCIOLA
desia sono nomi schiettamente chaonici che
in varie
Italici
507
si
trovano
piarti
(1).
Ora Acherusia
Pandosia non
sono
e l'altro in
in Grecia. Il ri-
il
loro
i
influsso,
sa,
il
primo
di essi
si
rinviene
e d'Epiroti
non
doveva
poi
famosa
di vapori sulfurei,
diffusi
come
e
per motivi
i
son tanto
o
nei paesi
cristiani
nomi
di valle d'Inferno
di
l'altro
una
ricca terra
bene,
chiam
un'isola
i
dove sarebbe
trario trasportare
Chaoni dell'Epiro.
d' affidarsi d'
pure
il
Pais che
invece
il
ad
argomenti
quale
o
si
incerti,
mettesse
conto
investigare
se la civilt
,
si
no
Ed
vero che
razione esplicita di
tioco
di
uno
i
scrittore
del secolo V,
Anaffini
Siracusa, che
Coni erano
Enotri
(1)
Ricerche storiche
508
quindi agl'Itali
(1).
a'
miei critici
Ma
lui
non a
alla
formazione e alla
Il
espansione
successiva
dell'
piccolo Stato
ridionale
occupava
il
man mano
giunse a formare
a Taranto
il
fin
(2).
bene
quella estensione
il
valore di quelle
l'egni di
Latino o di Menelao.
Ma
un passo di Dionisio, sicch in sostanza il grande Stato che comprendeva tutta l'Italia meridionale da Pesto a
Taranto
gli
si
(3).
di tutti
il
nome
dei
pu
essere
tanto
casuale
quanto
oUfiaai yp to, xnouc; to(1) Ap. Strab. vi p. 255 Touq XOJvai; OlvuuTpiKv evoc KaTaKoa,uou|u6vov.
:
(2) (3)
Ibid. p. 16.
come
il
251,
il
fiume Lao e
I
Metapontio.
Dionisio
d'Alicarnasso
74,
citando
le notizie
a spiegazione del termine Italia che vi ricorreva r]\f Tre 'IxaXia i^ tto Tpavxoq xp\ TToaeibujviaq TiapdXio^.
Ma
mostra all'evidenza che non d'Antioco il quale .sapeva benissimo del resto che quelle citt non esistevano al tempo di Morgete.
il
confronto con
Strabone
POLEMICA SPICCIOLA
dimenticare nel valutarla che
il
509
dei Choni
ci
nome
Non
v'
dubbio
tanto
che
le
ipotesi
vituperate
dal
non
non
solo
ma
ad ogni
resto,
come vedemmo,
comune
come
il
egli assai
a torto accusa
me
di fare.
la teoria
che
Pais pro"
gli
da vari elementi
quali
alcuni sono
leggendari
storico l'elemento
indigeno
nomi
di
Segesta e di Erice,
parrebbe di
stii'pe
il
ligure
(2); storico
pure l'elemento
ci
focese; mitico
troiano.
Ora tutto
quale
in
Tucidide
non
si
detto
nel
suo
testo,
ci
pervenuto,
:
non
e
si
narra invece
il
nome
si
dissero
un paese
limitrofo al
da
Pocesi reduci
Si pu, volendo,
ma
bisognerebbe informare
si
questo caso
e
il
lettore che
tratta di congettura
propria
non
di
(1)
Storia di Sicilia
p. 124.
(2)
Op.
cit.
p. 129.
510
a"
miei CEITICI
un dato
di fatto (1).
somiglianza
che
liguri,
gli
non gi
Sicani,
concordi nel ritenere d'origine non ligure e di provenienza diversa da quella degli Elimi.
dei
Il
particolare poi
soassi
Focesi migrati
tra
le
gli
Elimi
grandemente
mirano
e
spetto,
come
tutte
leggende che
a
ad
segnare
origine
greca
popoli
non greci
che
Ad
le
ogni
d'esser rilevata
qui la coe-
renza del Pais. Nel respingere brutalmente che nella tradizione hanno un
solido
di
conget-
fondamento
assai
pi
quelle
"
sui
accettando
rischio
in
niche,
fon-
Sicilia
trovarono
le
ceneri del
al
(2).
tutto sbagliata
ma
poich
anzich
trarre
di
argomento per
l'Orsi
alla
dalla
tomba
Minosse, dovrebbe
dar
mano
i
l'
ricerca
duci leggendari
di
dopo
assedio
Troia.
stirpi
il
diverse
abbandonarla
(3).
(1) Thuc. vi 3: Tpubiuv Tivq ... nopoi to<; ZikovoTi; oiKHoavTeq |LinavT<; |Uv 'EXu)noi KXri6r)aav, irXei^ ' avTujv 'EpuE Te Ktt 'EyeoTa irpoaEuvdJKrioav aTOq kq
<I)ujKu)v Tivc;.
(2)
'
'
(1908) p. 140.
(3)
geografiche p. 89 n. 2.
POLEMICA SPICCIOLA
511
uno
storico che in
ignorando
il
ha rinfacciato
Cos
fatti linguistici,
che
son la nostra pi
,
(1).
senza
egi
ha detto che
Messap
liberava
identit
illirici.
Ed
i
ecco
come
si
l'
Erodoto comprovante
"
Questo passo
si
d'Erodoto in cui
origine
dizione.
ai
d una
contradgente,
comune contiene
Perch
infatti
se
stesso
,
una
ai
Cretesi
una
sola
Messap
di
da un
lato, agli
Iapigi dall'altro?
la
(3).
Qui prima
tutto
da segnalare
ingenuit
dell'
etnologo. Se-
guendo il suo criterio converr negare che appartengano per la pi parte alla stessa stirpe i popoli dell'America del Sud. Perch infatti
Messicani da un lato,
Chileni dall'altro?
critico
gli
Spagnuoli,
una
ai
mostra
di
d'Erodoto
tratta evi-
un popolo
l'
solo.
Non
c'
aspetto archeolo-
(1)
Einleitung
in
die
Geschichte
der griech.
Sprache
p. 272.
(2)
aaniou(;, vT
(B)
Mea-
512
a'
miei critici
il
pretende che
critico
Messap fossero
di
non
dal
intravveduto neppur
lontano.
Questa
sabello,
il
e l'altra sulla
trove
(1),
son
le
pi importanti
Ma non
a credere che
dove minore
tendendo
testi nel
modo
piti bizzarro.
Ausoni-Opici (2):
proprio
solo nella
mente
e
dell'interprete.
gli
poveri
in
an-
antichi
non
hanno
nessuna colpa
Sanniti e
questa
che Q. Marcio
s"
impadron
"
Non
(IX
13).
Pais
si
ricava
chiaramente
che
gli
Apuli
di
(1)
(2)
Sopra
p.
377 segg.
e geografiche p.
Ricerche storiche
Yl p. 1329
liJKOuv
Kttl
6,
2 segg. Aristotele
degli
polii.
detto dei
confini antichissimi
Enotri-Itali,
confini)
aggiunge
che
(oltre,
com' chiaro,
questi
irpTepov
b
TTpc; Ti^v
t \xiv -rrpq Tr)v Tuppriviav 'OttikoI ko vOv Ka\o|avoi ty\v irujvuiuiav AOoovec;, t 'loTTUYiav Kai tv 'lviov Xijvec;, t^v koAgu
nvriv ZipTiv
f\aav b ko
Xujveq
OtvujTpo T Y^voq.
(3)
Presso Plin.
n. h.
XXXIV
23.
POLEMICA SPICCIOLA
stesso genere degli
513
ossia
abitatori
Infatti
di
"
Luceria
che
dopo aver detto che il console Papirio pervenerat Arpos per omnia pacata Samnitium, magis iniuriis et odio quam beneficio ulto
fossero Sanniti
(1).
populi Romani, vi
pestate
in
si
aggiunge
vicatim
nam
Samnites ea tem-
montibiis
hahitantes campestria et
fere
locis
simili
genere,
:
ipsi
montani
atque
agrestes depopulabantur
una
altro
barbaramente franteso.
non lungi da
poich per
Oxibii e
Narbonese
oltre le Alpi ed
Varo
il
(3).
il
Ma
console Opimio
Pais ha
degli
coraggio di sostenere
i
che
"
veri confinanti
,
Anamari erano
Liguri
Oxibii e Deciati
il
o in parte
"
territorio di costoro
da Opimio
la
ai Marsigliesi,
lo
era
(4).
Fa d'uopo
(1)
e della
Magna
Grecia p. 374.
(2)
(3)
PoLYB. Il 84,
Stkab.
5.
il
IV
202,
da Polibio.
Ricerche storielle
il
stessa nota
39, 4)
i
non
.
esita a credere
si
un
"
errore liviano
Si tratta
soltanto
un
non
riuscito
chiaro dal
contesto
ad inten{Han...
gentis eius
expu33
De
514
a'
miei critici
commentare queste
e della Liguria
Piemonte
rasa^.
Eidotte
al
giudicare d'etimologie.
stanzi (1) l'asserzione
"
Impagabile
e certo
chiama
il
Co-
del
Modestov che
che
il
con
due nomi
forse
il
si
impagabile
tale etiar-
sulla
etnografia
e
italiana
solo
sussidio
della
il
tradizione
della filologia.
una colonia
e
ionica
Secondo
ogni
probabilit (essa
Terina)
"
una
di
citt, la
1.
:
quale era
altrimenti
il
come espone
p. es.
il
Weissexborn ad
senso.
Colgo questa
di
anche
l'errore
Appiano
a
ci-
tate, p.
(6.
e.
479 segg., non che un errore del critico. Appiano 49) dice che dopo ia distruzione di Perugia suoi nuovi fondatori sostituirono ad Era come divinit
poliade Efesto,
all'incendio
:
il
cui
tempio era
il
solo sopravvissuto
Dione XLVIIl
secondo cui
vinare al lettore.
(l
'Studi storici'
131.
POLEMICA SPICCIOLA
ebbero
la loro origine
515
il
in
nome
se
di
i
mar
soli,
non
per lo
meno
fra
primi a solcare
mari
dell'Occidente
(1).
Un
altro esempio,
esame uno
al-
antiche leggende.
cune divinit
d' et
di cui s'era
venuto obliterando
il
culto
Tale
il
Romani
siffatta trase in
Acca
Ma
altro
di,
ammettere
la possibilit di
questo
umanarsi degli
altro ritener
certo o probabile
non quando
nome
o
vi
del personaggio
che umano,
sieno prove di
mondo umano
nel di-
vino.
Senza
una almeno
di queste
condizioni, ogni
di probabilit (2).
Or
caso
di
,
quei
spesso
qualche momento,
uomini ricordati
(1)
(2)
I p.
165.
leggende romane
'
v. le
mie
osservazioni nel
p.
N.
S.
VII (1909)
209 segg.
Gr.
De
33*
(16
.V
MIEI CRITICI
dalla tradizione,
delle
per dare
di essi
ogni costo
del formarsi
leggende su
Marte
di Corioli
eppure prettamente
umano
il
suo
le
nome
non
v'
alcuna traccia, e
nel
mondo
le
chiedono
regno degli
Senonch
la
tradizione
gli
d per
madre
il
nome
se
qui non
dei
buon senso
i
critici raffinati
come
una
per
il
non pu
il
ipostasi di
l'altra
ci
vecchio Marte, e
di
Varrone dove
saliari
carmi
Vola-
minia
fi);
gliore, differisce
alquanto da Volumnia
(2).
rispondersi
a siffatte argomentazioni ?
e
Nulla,
Che pu se non
modo
dio,
il
un
casi
come quello
la figura
mentre
nome ha
riscontro pieno
scere
nomi divini, il Pais non vuol saperne di riconoun antico iddio, sebbene molti riscontri abbia
(1)
De
l.
l.
IX
61.
I
(2) Storia di
Roma
p.
501 seg.
POLEMICA SPICCIOLA
tuste: coerente
le
517
nel combattere
Ad
tra
0,
i
modo
le
come barbaramente
e
questo
termine,
gli
oichisti;
ma
dar la prova
assai difficile
di valore
neppur
Ora fondatore
il
Reggio
fu,
secondo Dionisio
di Alicarnasso (2),
sano perch
al
nome sembra
Pais
quello di
nome
trova
il
In questo
il
nome
della
dea Artemide
mente con abbondanza d'erudizione sul culto d'Apollo e di Artemide in Reggio (4). Nel combatter le arbitrarie deificazioni del Pais
gli
pure
una parvenza
che
(5).
assai
vaporosa,
Minucio
(|urivuTri<;)
sarebbe, nientemeno,
Non
v'
oggi l'attenzione del lettore anche sull'esempio umoristico d' Artimde trasformato in
Diana
(6).
(1)
'
Studi
italiani
di
filologia
classica
'
VII
p.
(1899)
p.
433 segg.
Ant. Bom.
XIX
2.
II' 587 V. 59. Con ci cadono dubbi proposti dal Cobet Observationes criticae et palaeographicae ad Dionysii H. antiquitates (Leiden 1877>
DiTTENBERGER SylloQe
p. 215.
(4)
Romani
ci
il
II
16 n.
5.
il
E dopo
Pais ha
coraggio
di
vituperare
618
Credo
d'
a'
miei critici
aver
documentato gi sufficientemente
il
la
Pais
si
accinto allo
(ser-
Ma
lievi,
lettore,
(1)
mostrer come
prepara-
Con
la
il
Pais intorno a un
"
asserirebbe
"
{Ricerche p. 481).
Non dimenticher
l'
yKOc
xfiq iaxopiac;
al
segno di dargli
la meritata risposta.
Ma
vorrei che
si
finisse
una buona
liberamente
gli errori
di
in tal
modo. Ermanno Peter mi rimprovera di soverchia vaghe le osservazioni del vivacit perche ho chiamato
'
'
('
'
1908
p. 888).
Ed
il
espressione,
come non
esiter a rico-
Ma
ha un'idea
a getto costante
italiani ?
Pais
versa
su tutti
gli
archeologi
iesti.
Qui dar solo un saggio delle sue congetture sui fXa dir fXuuvoc; fr. 104 Mueller ToO AiTvri(; ko 'Tinpou, egli propone di leggere ko toO Mdpou {Storia della Sicilia p. 233 n. 1) e s'iuimagina sul
(1)
Presso Hellan.
..
sei'io
di nota
'PuiriKfn;
(!)
la
a K KpnTir; (op.
l'antico
p.
192
e quella di
correggere
12 agli Ar-
nome
di AlZeioi attribuito
da Dionys.
E
:
quindi assai
dei testi
(Ricerche storiche
geografiche p. 138 n. 1)
essa
non ha
con
la sua nulla di
comune.
POLEMICA SPICCIOLA
stata fondata
519
(1);
dai
servi
dei
Lacedemoni
e di-
"
contrad-
Locresi Epize-
sia
.della
G-recia,
nondimeno
li
Lacedemoni abitatori del Peloponneso . A questa conclusione non s'acqueta il Pais e dopo un altro verbosissimo simulacro d'analisi critica,
ad interpretare
la leggenda. Gli
par cio che essa alluda, per Locri come per Taranto,
al succedersi di
il
due gruppi
e
di
migratori provenienti
,
il
secondo dalla
Grecia centrale
di trattenersi su
Non
cui
prete, con
Ma
tutte
Chiunque
primi
elementi di
questa lingua
si
ma
donne
la
libere,
mentre
Locresi
atti
alle
armi guerreggiavano
(2).
in
Messenia come
alleati di
Sparta
contraddi-
ci)
(2)
6''
9 seg.
oi
AoKpol
(che militavano
Messene) kot
Trp(;
yevoGai auvriSeaxpav f| Toq 5 pxn^ vpa<;. toTc; b -aapQvoic, ko luciXXov, 6 Kal Tf\(; HavaaxaeuK; atriov Yyovev.
Tac,
YuvaiE
up^ oiKxaq
520
a'
5IIEI CRITICI
servi spar-
ma
allo
.,
scrittore
mo-
derno
con
"
grave supercilio
ne
critica le
asserzioni.
Per dare un ultimo esempio dei metodi del Pais, esaminiamo che maniera di prove egli adduca a confortare la sua tesi sulla falsit dei documenti
romani
il
,
cumenti
recente
Fasti consolari
articolo
scritto di
un
pieno
del
confusione e scarso di
inesattezze e
logica, ove
abbondano
resto
con-
sua storia di
Roma
(1).
vero che
tal
dei
Fasti qualche
dubbio, pu
futili
Pais
coi
argomenti che
Uno
desume, come
principio
noto,
fin dal
nomi
di
dacch se fossero
stati
composti
in
et
si
pi
recente, in
cambio
d'inserirvi
le
questi nomi,
mene
zioni di famiglie
nei secoli
il
successivi.
oppone
Pais. Sp.
Larcio
(1)
'
'
ser.
voi.
XVII (1908)
p.
33 segg.
POLEMICA SPICCIOLA
521
il
compagni
Sublicio.
nit solare
di
Orazio
Coclite
nel
difendere
ponte
Se
"
vero
per lo
siano
figure
storiche
suoi
compagni
37)
Qui
Coclite
osserviamo
ha avuto
sosia egli
divinit
334);
ma
la
inferii-e
di qui
che
stesso
una
papessa
Giovanna perch
la
Pienamente assodato
leggenda
e
in
pea
e la
pi ancora
speculazione an-
mitiche
onde
contro
dall'essere
associati a Orazio
sia
Coclite,
ammesso
si
una
divinit solare,
nulla
trae
dalri-
la storicit di
Larcio e d'Erminio,
come
l'essere
associati
nei
Amazzoni
a fa-
nulla
si
trae
contro
la
storicit
di
Alessandro e di
Pompeo. Curioso
per
il
poi
come
e
il
il
Pais argomenti
i
Larcii solo
501,
e
il
498
490
Ermin
si
solo pel
506
come
che
egli
alleghi
di
il
"
carattere
e
schiettamente
(p.
etrusco
dei
nomi
Larcio
d'Erminio
se
37).
Ammesso
nulla
fin
;
minio, abbastanza
non
ne trae proprio
romano
Roma, sarebbe
Roma
efi'etto
non mancano
522
punto) nomi
pecca contro
a Sp. Cassio
:
a'
miei critici
italici
in Etruria. Pii
il
gravemente ancora
dice
la logica
"
Se
sospetto se
.
genuina
la
menzione
se
Leggende peraltro
ma
che
cosa ha da fare ci con la attendibilit della loro menzione nelle liste dei consoli, degli arconti o degli stra-
teghi
Che ha da
fare
il
leggende
pi antichi martirologi
L'osservazione
Fasti ora
i30
'?
che alcune
genti
figurano nei
come plebee non prova proprio nulla contro la veracit dei Fasti. Anche in piena et storica famiglie plebee e patrizie hanno lo stesso gentilizio, e cos a buon diritto i Claudi figurano nei Fasti ora come patrizi, ora come plebei. Senonch, osserva il Pais, i cognomi di Camerinus, Vescellinus, Auruncus,
patrizie ora
come
Siculus,
Sulpici,
i
Cassi,
Comini,
Cieli,
gli
Aquill,
Furi,
sulle
in-
Sicini,
non indicano
affatto
trionfi
romani
ci
fanno
Lazio
e delle
regioni etrusche e
volsche.
di territorio soggetto a
Roma
secolo.
Noi abbiamo
liste
falsificazione letteraria
(1).
Le mille volte
(1)
Mera.
cit.
p. 38. Alle
cognomi si confronti la critica assennata che ne MoMMSEN Rum. Forschnngen II 291 segg-
POLEMICA SPICCIOLA
stato
523
i
notato
che
Pasti primitivi,
come
i
documenti
ascri-
soli gentilizi
che
ai
cognomi, aggiunti pi
stessa
tardi,
:
non pu
versi
la
ammesso pure
riferiti
poi
erroneasi
mente
le
a'
tro-
vassero nella
genti
redazione pi
Che
tra
dal-
romane ve ne
fossero
provenienti
citt
latine
detto in
modo
non
fosse
il
Pais che
cittadini o
anche
i
soli patrizi
altro che
pre-
clude
in
ogni
Roma
grande
vero
citt.
Ma
loreteso
anzi,
eolleghino con
come nomi
aveva
talit
o d'interessi
gli
che
di
Tusci
o con
abitanti
da conoscenza che
essa vantasse
di
qualche
terra
da
donne
d'altri
Non
cosa
il
ed ben poca
gentilizi,
Pais
" i
Fasti
di
della repubblica
romana erano
,
di assai
(p. 39).
dubbio valore
524
i
a"
miei critici
ma
voli (1). Ci
non prova nulla contro l'autenticit socome le notevoli varianti che abbiamo
liste
pervenuteci
un medesimo
valore.
Ma
ad ogni
modo
in
consoli
tichit,
come
sono
fondo
varianti
di
poco momento
delle
quanto
dazioni,
pii insiste
sulla indipendenza
varie
re-,
tanto
il
pii
mi pare
mostri
Una
delle
pi
il
Pais
mena
che
pi scalpore che,
Pisone, o meglio
il
come Livio
testo
di
ci
avverte, Calpurnio
Calpurnio
Pisone
i
Livio aveva
del
ti'a
le
consolati
307
e del 306,
dei
Fasti
degli
arconti
ateniesi
dal
man-
Pu
due
degli annali di
Calpurnio di cui
ragrafi.
si
(1) Liv. II
21 (ad
a.
496)
tanti errores
inplicant tem-
porum rationem
apud alios ordinatis magistratihus, ut nec qui consules secundum quos nec quid quoque anno actum sit, in tanta vetustate non rerum modo sed etiam auctorum diyerere possis.
aliter
POLEMICA SPICCIOLA
Infine,
al
525
"
dir
del
Pais,
Fasti
a.
al pari di
Livio
C. L. Caecilius
il
Denter
pretore che
un anno
(p.
Arezzo
il
39).
Qui
iDrima di tutto
degno
di
il
nota
co-
Pais tratta
questioni
il
piti
gravi.
La
menzioni
e Polibio
invece secondo
da
un pretore,
lo
pu
applicarsi parimente ad
sole (2).
Che
anzi,
Mommsen,
il
racconto
polibiano presuppone
che
il
per l'appunto
scrittore pi
eilio
il
autorevole,
Fasti
menzionano L.
Cefedespie-
meno
degna che
mostrato
pu
assai
agevolmente
garsi mediante
il
una
falsificazione annalistica,
come ha
da esclu-
Mommsen,
285 un
si
Del resto
se
che improbabile
Fasti
si
avevano,
come
notorio
ed ammesso
Ma
questa e
(1) Perioch.
12
bello
db
eis
cum
legionibus caesus
(2) II
(3)
19, 8.
II p.
Rom. Forschungen
366 segg.
526
a"
miei critici
son del
come
le
s'in-
comune
in generale
con
la questione dell'au-
passo
mente
come
il
di ricostituire
testo
d'uno scrittore
antico,
quello
maggiore o
minore
bene
le
Ed
sano dare
contrario,
si
meno
di
l'una e dell'altra
redazione,
ma
negare
del
tutto
dopo
la
met
del secolo
si
secolo
si
met
di
il
documenti
scritti
il
prima
di nascere.
Per questo
appunto
esservi
stata
l'anno
civile e l'anno
luni-so-
ognuno pu
le
liste
Per questo
eponimi (come
fin dalla
secolo
sorgere in et pi
rebbe, culturali
d'eiDonimi
;
per interessi,
come
di-
mentre
in
evidente
che eponimia e
la stessa
il
liste
hanno
le
Roma
di
e in
Grecia
ori-
significato:
n vale
con-
magistrati dei
Comuni medie-
POLEMICA SPICCIOLA
vali,
527
si
il
mito ormai
sfatato
della
distruzione pienissima
dei
Non
deve
dubitarsi
secondo
i
lui
"
della
esplicita
commentari dei
pontefici
perirono nell'incendio,
(p. 60).
Ora
il
Questa solamente
intangibile,
documenti
un
documento pontificio del 390 in cui si dicesse che ma solo perch tutti i documenti anteriori eran periti senza un atto di fede in questa asserzione di Livio pre;
cumento
lico.
pontefici
commentari prima
tempo non
a lui o
dei
si
alle
sconosciuti
originali
commentari
cendio gallico
non
ai
si
non pu trarsene null'altro quando ammetta una tradizione orale genuina sui parfino
ma
primi
annalisti e da
essi
fedelmente
trasmessa a
discussione
(1).
il
Pais, che
(1)
Non diversamente va
cui
quell'ignoto Clodio di
328
MIEI CKITICI
antichissima di
Roma,
secoli
di questo particolare
il
sia
genuino ricordo.
Ed
mirabile la sicurezza
mentre
si
sa soltanto che
ogni anno
pontefici,
dal
tempo
nevano
anno
della
al
prima punica o
eoi
nomi
la
dei
notevoli di
ciascun
permette
bench
i
minima induzione
documenti che
onde erano
costituiti
(1).
essi
poca
un
Pais
(p.
68) accusi di
me
perch
sujjpongo che
prima ancora
fossero
in
366
a.
C. vi
Roma
Di
fatto, egli
osserva,
genere
vi fossero
sapeva Cicerone
al
pari di
Clodio
una spiegazione semplicistica di carattere puramente congetturale. Quante falsificazioni genealogiche ricorrono nella storia medievale, che nessun incendio gallico pu
giustificare
I
bene
riferisce
unica-
mente
(1)
singolare
come
ne ha
si
scritto
molto assennatamente
classica
'
il
Cantarelli
'
Rivista di
filologia
XXVI
(1898)
p. 2f)9 segg.
PfiLEMICA SPICCIOLA
529
tori e
non
di
tre,
la
mia
teoria
dei
"
condurrebbe essa
contenenti le
Fasti
dei
i
due colleghi
,.
che
consoli
cominciarono
ad
essere
registrati
da
quando ebbero origine; ma appunto ho detto chiaro che ebbero origine, a mio avviso, assai prima del 500
e che la
inegualit
si
dei
poteri
tra
pretori, per
cui
quello che
ferioi'e agli
occup
di sola giurisdizione
rimase inl'esercito,
altri
non
pi
recente
declinare
della
monarchia
Questi
s'
il
quando
annui.
N molto
me
ma
e di Licinio.
del resto,
di
poich
l'opinione
che alla
monarchia succedesse
punto
in bianco
una diarchia
pii ac-
annua
colta da nessuno,
non vedo
consolare
precedesse
annua
si
o comandanti
Ed
poi ridi-
me
il
quale conforme
alle
fin
verso
il
tre magistrati
il
terzo pretore
alla
mantenne sino
di
repubblica
il
carattere
di
magistrato epoquesta
consoli.
nimo
eponimia.
Eponimi
erano veramente
soli
530
ossia
a'
miei critici
cui
erano
si
soli
magistrati ordinari da
gli
comu-
nemente
si
datavano
anni.
nome
del pre-
lista
dei
gli
anni precedenti,
"
condurrebbe
alla
l'et
anche per
E
dere.
fatto
potrebbe continuarsi.
Ma
credo che
il
gi detto
basti al
mio assunto e mi permetta ormai di concluEd , ben s'intende, questa mia conclusione afobbiettiva e impersonale, talch mi frantendecredesse di trovarvi raccolti
i
i
miei
punti che
mi par
d'avere assodato
di dire
Pais e di negare p.
al
primo
Roma,
al
futuri
un vano
non pu
per
sui
riuscire che
sui
si
sofisticare
o per
dissertare
monumenti
POLEMICA SPICCIOLA
perde di vista
della storia;
531
la realt della vita non s'intende nulla quando si cerca di scrivere storia senza studiare a fondo monumenti e documenti, non si scrivono che romanzi. Possano i giovani studiosi italiani evitare questi errori. Se non rimarr del tutto inutile
l'opera
da
me
spesa
nell'additarli
nel mettere in
guardia
me
Piccola Biblioteca
di
Scienze Moderne
iii-12.
Eleganti volumi
1897 di astronomia Zaotti-Biakco, In cielo. Saggi 4* edizione, 1906 pIthrein 11 Socialismo umano. Con figure B.ZZ..za . difetti del corpo
L.
.
2,50
2,50
fi:
S.^x,^S?Tl^2^.
Atto;no
all'Italia
preistorica.
Co^
5 1901 Con figure Rxzf/4rFrS di' storia naturale. edizione, 1907 feUcit della 2^ ^^^^.^ LoMBKOs;, Il noUema dommn MoKAsso, Uomini e ^dee del (sequestrato). ioo i898 J^^; ^ Uaix t. dt economiche ^ ^sMisT^r, Le dottrine
\
8-
9.
HuGUES,
Oceanogrra/irt
1898
10. Featt,
11. 12.
18.
19.
sole -IS^'^ Zanotti-Bianco, Nel regno del i moderno Tkoilo, Il misticismo 1899 l'arte greca. Con figure Jekace La ginnastica e fe"nine?-m9 o maschi nasce ReveTi^i, pLh si Spaiai, La genesi sociale del fenomeno '^^'^fr'Q^^H^,^ Con 9U gure contemporanea. Vecchj e D'Adda, La marina 1899 ^ 1899 De Sanctis, I sogni edizione!" eaizione,^ la vita Evans, Come prolungare
(ionna
intona
^_ ..''
(,
lyy
'.
.
5 5
De Lact
3
3
20.
2 edizione
4
1907
.
"
teoria dei bisogni 23. Tkivero, }^^^ rinascimento educativo 24. Vitali, Il 1^^^ del tempo 25. DisA, Le previsioni 1^"}^ contemporanea 26. Tarozzi, La virtii lyuu scienza ricreativa 27. Strafforello, La i"" ^ Tprndenza delle nazioni latine Q^T>r.r 28. e sociali . le sue idee economiche r.V.ron. 29.
ILmm,
Con
iqa ^^^^
figuie
'
'
.. 1900
'
La
- 19^
2 3 2 3
K^A^r
30. De Roberto, I/'^r^' alimenti vigilanza igienica degli 31. bLcioni, La 1^^^ simbolismo Il 32. Marchesini, nautica . , , 33. Naselli, Meteorologia sud del nord e italiani del 34, NicEFORo, Italiani
19^1
,.-..
'
- 1901
-.qai
4 4 2,50 4
3,50 2,50 5
t/
Torino.
Piccola Biblioteca di Scienze
Moderne
. .
2* edizione, 1901 35. ZoccoL.1, Federico Nietzsche 36. Loria, Il capitalismo e la scienza 1901 37. OsBOEN, Dai Greci a Darwin 1901
L. 4
(esaurito).
.
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Moderne
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Baldwin, L'intelligenza
Cappelletti,
figure
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Uomini rappresentaiivi
1904
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190.
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Romano,
La
jjsicologia pedagogica
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1906
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3,50 o o 5 5 3,50
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Torino.
Moderne
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I volumi di questa serie esistono pure elegantemente legati in NB. tela con fregi artistici, con nna lira d'aumento sul prezzo indicato.
Torino.
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