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Vivo a Capri sempre una frase che suscita interesse, se ci si rivol ge a qualcuno che abita altrove. Oh, davvero?

? Che fortuna! la risposta che il pi delle volte segue questa affermazione. E facile capire perch noi capresi siamo ritenuti fortunati: il mare, la tranquillit, la bellezza dei paesaggi, la sensazione di vivere lontani dal caos delle grandi citt, sono i motivi pi ovvi. In realt per, pi che fortunata, mi capitato spesso di sentirmi confinata a vivere su questa isola cos piccola, limitata dalle poche opportunit che ha da offrire (soprattutto ai giovani), costretta a frequentare gli stessi posti, vedere sempre le stesse persone. Ma nonostante ci mi rendo conto che questo posto, al pari delle grandi citt, ha un gran potere: riesce a radunare, pur in uno spazio cos ristretto, persone provenienti da tutto il mondo. Dagli immigrati in cerca di lavoro ai ricchi signori stranieri, dalle tranquille famiglie in vacanza ai gruppi di turisti giapponesi, Capri diventa, soprattutto in estate, un mix di culture e nazionalit diverse. grazie a questo fenomeno se, negli anni, abbiamo subito tante contaminazioni culturali che hanno reso questisola pi ricca e interessante. Trovo che questo sia il vantaggio pi grande di vivere qui, e unottima opportunit per conoscere persone da tutto il mondo e venire a contatto con culture diverse pur senza allontanarsi da qui. Spesso per, soprattutto noi giovani, ci limitiamo a osservare il viavai di turisti come se appartenessimo a due mondi diversi. Sono una parte integrante dellisola, fondamentale per il suo sviluppo, ma li vediamo quasi come ununica massa impersonale con la quale, il pi delle volte, i contatti si limitano a un semplice scambio di informazioni. Eppure sarebbe cos interessante confrontarsi con persone provenienti dalla parte opposta del mondo, scambiarsi opinioni e racconti, che mi chiedo perch siamo cos restii a farlo. Onestamente non credo che, da parte nostra, ci siano pregiudizi nei confronti degli stranieri. Siamo stati abituati a crescere in un ambiente multiculturale, e voglio credere che abbiamo imparato a non diffidare degli stranieri solo in quanto tali. Piuttosto, che in qualche modo ne temiamo il confronto. Alcuni di noi sono stati cresciuti con la convinzione che viviamo i una realt privilegiata, ma ovattata. Quasi come se vivessimo in una sorta di realt a parte, e il mondo accadesse lontano da qui. Anche se in realt non proprio cos, rimasta la credenza che chi viene da fuori ne sappia sempre un po pi di noi, che venga da una realt in cui accadono molte pi cose, e credo che questo ci metta un po in soggezione. Cos, per un motivo o per un altro, forse semplicemente per timidezza o per pigrizia, contribuiamo noi stessi a creare un muro che ci separi dal resto del mondo, mentre potremmo sfruttare questoccasione : prendendo spunto da quello che succede allestero, confrontando il nostro stile di vita con quelli stranieri, magari potremmo trarre ispirazione per rinnovare e migliorare un po lisola in cui viviamo, che ferma e che purtroppo sembra invecchiare sempre di pi.

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