Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1.2)
ne osserva:io di periodo nel lavoratori i
tutti da lavorate totali Ore
morti di Numero
A#
8
10
1.3)
o riferiment di e Popola:ion
anno per morti di Numero
rate atalitv 1.4)
I tre indici hanno signiIicati diversi tra loro:
L`OSHA Incidence Rate rappresenta i casi d`inIortunio e malattia per ogni 100 'anni
lavoratore. Un 'anno lavoratore corrisponde a 50 settimane/anno*40 ore/settimana,
cioe e pari a 2000 ore lavorative. Pertanto l`indice e basato su 200.000 ore di
esposizione dei lavoratori.
Talvolta l`indice e calcolato sul numero di giorni lavorativi persi, esso allora assume la
Iorma:
temporale base nella lavoratori i tutti da
lavorate amente complessiv Ore
perduti
lavoro di giorni Numero
malattie e infortuni su Basato
rate incidence OSHA
200000
1.5)
Il FAR rappresenta il numero di morti per ogni 1000 lavoratori che lavorano per tutta la
vita (ossia 50 anni, 2000 ore/anno, dunque 10
8
ore).
Al contrario dei primi due, il Fatality Rate non considera il tempo di esposizione.
Nelle tabelle successive sono riportati alcuni valori caratteristici dei tre indici per varie
attivita lavorative e non lavorative.
I dati raccolti nelle tabelle precedenti rappresentano un utile termine di conIronto per
stabilire quale sia la soglia di accettabilita del rischio. Di questo si trattera piu
diIIusamente nel seguito.
10
Tabella 1.1. A# e OSHA I.#. per attivita lavorative
Tabella 1.2. A# e O#HA I.#. per attivita non lavorative
11
1.3 Natura degli incidenti
Sempre a Iini indicativi, e di grande utilita conoscere a priori la natura quale siano tipo,
Irequenza e magnitudine degli incidenti che comunemente aIIliggono l`ingegneria di
processo. Il quadro generale e riassunto nella Tabella 1.3:
Tabella 1.3. tipologie dincidente industriale
Tipo d`incidente probabilita
d`avvenimento
Potenziale di morte Potenziale di danno
economico
Incendio Alta Bassa Intermedia
Esplosione Intermedia Intermedia Alta
Rilascio di sostanze
tossiche
Bassa Alta Bassa
Frequentemente gli scenari incidentali comportano un rilascio di sostanza pericolosa
(tossica e/o inIiammabile), del quale possono essere causa (esplosione meccanica di un
sistema) o conseguenza.
Le Iigure successive mostrano alcune statistiche sulle cause piu Irequenti d`incidenti, si
torna a ripetere che questi dati servono all`analista solo come supporto all`orientamento
nella valutazione del rischio.
igura 1.2. Cause degli incidenti in grandi impianti chimici e/o petrolchimici, negli Stati Uniti, al 1998
12
igura 1.3. Componenti associati agli incidenti in grandi impianti chimici e/o petrolchimici, negli Stati
Uniti, al1998
1.4 Determinazione del rischio globale
La valutazione del rischio provocato dalla presenza di una installazione industriale
passa attraverso l`equazione 1.1 e pertanto comporta la determinazione di probabilita di
accadimento e della magnitudo delle conseguenze associate a tutti i possibili eventi
accidentali, in quanto il rischio e additivo.
La determinazione di R consente di giudicare la tollerabilita o meno del rischio di
incidente, ossia di giudicare se l`impianto puo deIinirsi sicuro o se la sua presenza
rappresenta un rischio per l`area circostante. In quest`ultimo caso, si impone che
vengano realizzate modiIiche impiantistiche o di esercizio che riducano l`entita ad un
valore accettabile.
Va sottolineato che l`aIIidabilita delle misure di probabilita e di magnitudo e un aspetto
cruciale. In alcuni casi si possono avere incertezze anche di 1 o 2 ordini di grandezza,
con conclusioni che possono essere Iortemente Iuorvianti, nel caso di utenti non
correttamente inIormati, o volutamente ingannevoli nel caso di analisti interessati.
13
La 1.1 , Iunzione apparentemente semplice, puo assumere Iorme diverse, a seconda del
tipo di rischio che si vuole determinare. Non esiste inIatti una Iorma univoca e
universale per deIinire il rischio globale, ma e indispensabile riIerirsi a diversi indici
(misure di rischio) da conIrontare poi con criteri di tollerabilita, a seconda che si voglia
valutare, per esempio, il rischio a cui e sottoposto il singolo individuo o l`intera
popolazione, oppure il rischio che incombe sul patrimonio economico, culturale o
ambientale.
Wrischio locale
Wrischio individuale
Wrischio sociale
1.4.1 R|sch|o Loca|e:
Valore di Irequenza (annua) con cui, in un certo punto di un territorio, si puo veriIicare
il danno di riIerimento (generalmente il decesso di una persona) per un individuo
esposto 24 ore al giorno senza possibilita di Iuga e di protezione.
1.4.2 R|sch|o |nd|v|dua|e:
Valore di Irequenza (annua) con cui, in un certo punto di un territorio, si puo veriIicare
il danno di riIerimento, calcolato tenendo conto dell`eIIettiva probabilita di presenza
dell`individuo e delle possibilita di protezione (presenza di ediIici, disponibilita di DPI,
procedure di protezione).
1.4.3 R|sch|o 8oc|a|e:
Le misure di rischio sociale, o rischio di gruppo, a diIIerenza delle due precedenti, non
riguardano i singoli punti di un territorio, ma sono una misura cumulativa riIerita ad
un`area nel suo complesso. Dunque non riguardano il singolo individuo ma l`intera
popolazione esposta, ossia presente nell`area in studio. I modi piu noti di
rappresentazione sono le curve F-N.
14
igura 1.4. Esempio di curva N
1.5 Tollerabilit Dei Rischi
Dato per assunto che il 'rischio zero e raggiungibile solo eliminando le attivita
industriali o antropiche in genere, e indispensabile deIinire dei criteri per stabilire un
livello di rischio tollerabile, cioe il livello di rischio che la societa puo tollerare.
Il livello di rischio minimo rappresenta il limite che la societa e disposta,
coscientemente o no, ad accettare in conseguenza dei beneIici potenziali che potrebbero
derivare da una data attivita. Esso va visto come un valore soglia che divide i rischi
tanto bassi da poter essere ignorati da quelli che vanno analizzati, quantiIicati e ridotti.
Quale debba essere il valore di rischio tollerabile e una decisione che dipende dalla
natura del rischio, dai recettori sensibili coinvolti e da altre variabili contestuali. Un
approccio che trova vasto consenso e il conIronto con certe misure di grado di rischio di
attivita normalmente accettate dalla maggioranza della popolazione, come ad esempio
15
quelle proposte nella Tabella 1.2. Tipicamente, i rischi inIeriori a quelli di 10
-6
di
probabilita di morte prematura a causa dell`evento indesiderato sono spesso considerati
accettabili dalla maggior parte degli enti governativi preposti al controllo, perche tale
valore si conIronta positivamente con quelli di rischio connessi con le attivita umane
considerate 'normali
4
.
Gli indici di rischio maggiormente usati per ottenere valori da conIrontare con livelli di
accettabilita, sono l`indice di rischio locale e l`indice di rischio sociale.
igura 1.5. La rappresenta:ione grafica del criterio ALA#P
Tenendo conto delle normative dei vari paesi, per il rischio locale e possibile assumere
una soglia pari a 10
6
. Per il rischio sociale si Ia riIerimento a tre zone delineate sulla
base dei valori limite gia anticipati: area di rischio tollerabile, area di rischio non
4
10
-3
per Iumare un pacchetto di sigarette al giorno, 10
-4
per uso intenso di alcol, per incidenti domestici, guida di
veicoli a motore, attivita agricole, 10
-5
per guida di camion, incendi domestici, sciare, vivere sotto una diga, usare la
pillola contraccettiva, 10
-6
per sottoporsi a diagnostiche a raggi X, pescare, ecc.; 10
-7
per bere 10 litri di coca dietetica
con saccarina,
16
tollerabile, area intermedia che richiede una riduzione del rischio As Low as Reasonable
Practicable o As Large As Regulaments Permit, deIinita per questo zona di ALARP.
In Figura 1.5 si riporta un esempio dei valori di riIerimento assunti in alcuni paesi per
delimitare le zone di rischio. Da essa si desume come il rischio di un incidente che
comporti la morte contemporanea di 10 individui possa considerarsi tollerabile se ad
esso e associata una Irequenza dell`ordine di 10
6
e/y, ma come tale soglia debba essere
ridotta a 10
9
e/y, se si stima che l`incidente possa provocare 100 decessi simultanei.
1.6 Scenari incidentali
Nella letteratura si Ia riIerimento ad alcuni scenari incidentali 'tipo, che sono indicati
nella Figura 1.6.
Di seguito sono date alcune deIinizioni:
leve: (oiling Liquid expanding vapour explosion), avviene quando un recipiente
che contiene un liquido (che pero e un gas a pressione atmosIerica) in pressione
collassa, provocando la rapida depressurizzazione e conseguente evaporazione del
liquido. Questo provoca una seconda onda di pressione Iortemente distruttiva
VE: (Vapour cloud explosion) Avviene in seguito ad un repentino rilascio di vapori
inIiammabili e successivo innesco della miscela
Runaway reaction: Avviene quando in un reattore ha luogo una reazione esotermica in
Iase liquida. Se manca il controllo termico la temperatura aumenta, aumentando di
conseguenza la velocita di reazione. Il Ienomeno e autoscatenante e l`aumento di
temperatura provoca ebollizione con aumento di pressione
Flash fire: e un`improvvisa Iiammata di breve durata (pochi secondi) causata
dall`innesco di solidi, vapori o gas. E caratterizzata da un Ironte di Iiamma rapido ma
subsonico
1et fire: Avviene quando una perdita di gas combustibile e innescata, Iormando un
dardo di Iuoco
Pool Fire: Incendio di pozza, avviene quando uno sversamento di un liquido
combustibile Iorma una pozza che a seguito di un innesco s`incendia (con o senza
'boilover.
Fireball: indica il volume reso incandescente a seguito di un`esplosione (anche
nucleare) o di un incendio di una nube di gas/vapore inIiammabile
17
igura 1.6. Scenari incidentali e loro genesi.
1.7 Panorama Italiano
In Italia la compatibilita territoriale degli stabilimenti industriali di nuova realizzazione
(in ogni caso solo per quelli a rischio d`incidente rilevante
5
) e sancita dal D.M. 9/5/2001
#equisiti minimi di pianifica:ione urbanistica e territoriale per le :one interessate da
stabilimenti a rischio dincidente rilevante`
Le categorie territoriali sono suddivise in zone indicate con le lettere da A ad F a
seconda della loro destinazione d`uso come di seguito indicato.
CATEGORIA A
1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice Iondiario di
ediIicazione sia superiore a 4,5 m
3
/m
2
.
5
Sono quelli soggetti alla normativa sancita dal D. Lgs 334/99
18
2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacita di mobilita - ad esempio
ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inIeriori, ecc. (oltre 25 posti letto o 100
persone presenti).
3. Luoghi soggetti ad aIIollamento rilevante all'aperto - ad esempio mercati stabili o
altre destinazioni commerciali, ecc. (oltre 500 persone presenti).
CATEGORIA B
1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice Iondiario di
ediIicazione sia compreso tra 4,5 e 1,5 m
3
/m
2
.
2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacita di mobilita - ad esempio
ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inIeriori, ecc. (Iino a 25 posti letto o 100
persone presenti).
3. Luoghi soggetti ad aIIollamento rilevante all'aperto - ad esempio mercati stabili o
altre destinazioni commerciali, ecc. (Iino a 500 persone presenti).
4. Luoghi soggetti ad aIIollamento rilevante al chiuso - ad esempio centri commerciali,
terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, universita, ecc.
(oltre 500 persone presenti).
5. Luoghi soggetti ad aIIollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio
- ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attivita ricreative, sportive,
culturali, religiose, ecc. (oltre 100 persone presenti se si tratta di luogo all'aperto, oltre
1000 al chiuso).
6. Stazioni Ierroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri superiore a 1000
persone/giorno).
CAREGORIA C
1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice Iondiario di
ediIicazione sia compreso tra 1,5 e 1 m
3
/m
2
.
2. Luoghi soggetti ad aIIollamento rilevante al chiuso - ad esempio centri commerciali,
terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, universita, ecc.
(Iino a 500 persone presenti).
3. Luoghi soggetti ad aIIollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio
- ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attivita ricreative, sportive,
culturali, religiose, ecc. (Iino a 100 persone presenti se si tratta di luogo all'aperto, Iino a
19
1000 al chiuso; di qualunque dimensione se la Irequentazione e al massimo
settimanale).
4. Stazioni Ierroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri Iino a 1000
persone/giorno).
CATEGORIA D
1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice Iondiario di
ediIicazione sia compreso tra 1 e 0,5 m
3
/m
2
.
2. Luoghi soggetti ad aIIollamento rilevante, con Irequentazione al massimo mensile -
ad esempio Iiere, mercatini o altri eventi periodici, cimiteri, ecc..
CATEGORIA E
1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice Iondiario di
ediIicazione sia inIeriore a 0,5 m
3
/m
2
.
2. Insediamenti industriali, artigianali, agricoli, e zootecnici.
CATEGORIA F
1. Area entro i conIini dello stabilimento.
2. Area limitroIa allo stabilimento, entro la quale non sono presenti manuIatti o strutture
in cui sia prevista l'ordinaria presenza di gruppi di persone.
A ciascuna categoria territoriale e associata una soglia massima di probabilita di
accadimento tollerata che dipende dall`entita dell`eIIetto (Tabella 1.5). L`entita degli
eIIetti in Iunzione della variabile Iisica
6
si desume in via sempliIicata da quanto indicato
nella Tabella 1.4.
Tabella 1.4. rela:ione tra la probabilita tollerata e la destina:ione duso del territorio prevista dal D..
9/5/2001
6
Ossia dell`eIIetto Iisico dell`incidente sull`ambiente, per esempio intensita radiante in caso d`incendio, ecc.
20
Tabella 1.5. Soglie di pericolosita per gli effetti degli eventi incidentali
1.8 Conclusioni
L`analisi del rischio deve comprendere l`identiIicazione dello scenario di incidente, la
quantiIicazione della sua probabilita di accadimento e l`analisi delle sue conseguenze.
Una volta deIinito e quantiIicato l`eIIettivo rischio e possibile deIinire diverse opzioni
di sicurezza, quali ad esempio:
a) sviluppo di soluzioni ingegneristiche (modiIiche impiantistiche, cambio di condizioni
di processo, richiesta di componentistica di maggiore aIIidabilita, ecc.) per ridurre la
probabilita di rilascio;
b) riduzione dell`ammontare di sostanze pericolose stoccate o utilizzate nell`impianto al
Iine di ridurre la quantita rilasciabile (sicurezza intrinseca);
c) aggiunta di sistemi di monitoraggio opportunamente distribuiti per area per poter
rilevare perdite incipienti;
21
d) inserimento di valvole di intercettazione e altri sistemi di controllo per limitare livelli
pericolosi di perdite o spargimenti.
A valle dell`implementazione di tali azioni sara possibile eIIettuare un nuovo screening
degli scenari incidentali che concorrono a determinare il rischio Iinale. Se necessario, la
procedura va reiterata, Iino a quando il rischio non raggiunge una soglia
accettabile/tollerabile.
L`obiettivo di questo corso e di Iornire le basi per quantiIicare la magnitudo degli
scenari incidentali, ossia per il calcolo di uno dei due termini del prodotto della
equazione 1.1. Sara oggetto del corso di Tecnica della Sicurezza Ambientale il Iornire i
mezzi per il calcolo del primo dei termini della eq. 1.1.