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Bozza non rivista Ecco il mio intervento alla presentazione del volume La carit politica.

I parlamentari italiani commentano i discorsi di Benedetto XVI alle donne ed agli uomini impegnati nelle istituzioni civili a cura di Mons. Lorenzo Leuzzi, cappellano della Camera dei Deputati, tenutosi a Roma, presso la Biblioteca Angelica, gioved 13 giugno 2013.
Oggi tutti sono innamorati di Papa Francesco ed io tra i tanti. Abbiamo sentito una ventata nuova dello Spirito Santo. E' certamente pi facile essere attratti dal messaggio quando chi lo comunica e a sua volta attraente. Sono convinto tuttavia che la grandezza di Benedetto XVI si vedr meglio alla distanza. Solo dalla prospettiva delle storia e delle tendenze culturali di lungo periodo riusciremo a vedere pienamente la capacit che Papa Benedetto ha avuto di affrontare fino in fondo le contraddizioni della cultura moderna, valorizzandone i contributi positivi e sottolineandone al tempo stesso le contraddizioni. Ci si applica anche al mondo della politica ed un pregio di questo volume l'aver costretto tanti parlamentari a confrontarsi con il pensiero di Papa Benedetto nel suo articolarsi attraverso le tappe di un viaggio ideale che si sviluppa nel corso di circa tre anni, unendo Praga a Londra, a Berlino e infine a Milano. A me stato affidato il compito di offrire qualche ulteriore breve elemento di riflessione sul Discorso pronunciato da Papa Benedetto al Reichstag di Berlino, davanti ai membri riuniti del Bundestag e del Bundesrat (il Parlamento Federale e la Camera delle Regioni). Per chi non lo conoscesse, voglio dire anzitutto che si tratta di un discorso breve, di sole 5 pagine dattiloscritte. Un discorso breve, ma capace di enucleare alcuni degli snodi fondamentali della cultura politica contemporanea. Un primo elemento caratterizzante del discorso del Papa la rivendicazione al cristianesimo del merito di aver superato per primo l'approccio fondamentalista alla politica (e forse -almeno fino alla rivoluzione americana- di essere stato il solo a farlo). Nella storia, infatti, fino al Cristianesimo in Occidente, gli ordinamenti giuridici sono stati fondati sul riferimento a valori di carattere religioso, un diritto quindi rivelato. Contrariamente ad altre grandi religioni il Cristianesimo non ha imposto alla societ e alla stato un ordinamento derivante da una rivelazione, ma ha posto a fondamento del diritto la natura e la ragione. Incontro tra filosofia stoica (Diritto naturale: Atene) e diritto positivo della razionalit latina (Roma), naturalmente illuminati dal riconoscimento venuto da Gerusalemme che l'uomo (tutti gli uomini) e' figlio di Dio e che -come recita il salmista- l'uomo e' stato fatto poco meno degli angeli, talmente grande da essere simile a Dio. Nella prospettiva storica e pur in presenza di momentanei arretramenti, questa cultura giuridica si sviluppata attraverso il Medioevo cristiano e l'Illuminismo fino alla Dichiarazione dei Diritti Umani e alle nuove Costituzioni degli stati totalitari usciti sconfitti dalla II Guerra mondiale, portando ad una progressiva estensione del diritto di cittadinanza e alla liberazione di sempre pi ampie porzioni della famiglia umana, portata anzi, quasi per mano, a riconoscere la fratellanza di tutti gli uomini e di tutti i popoli proprio perch uguali nell'unica natura e nell'unica figliolanza. Diritto naturale e razionalit positiva: incontro di natura e ragione. Nell'ultimo mezzo secolo, tuttavia, secondo il Papa, i fondamenti del diritto, natura e ragione, vengono rimessi in discussione: si afferma fino a diventare esclusiva una concezione puramente funzionale della natura ed un'idea della ragione che confina alla sfera dell'irrazionale tutto ci che fatica a rientrare negli schemi del metodo sperimentale. L'immagine della casa senza finestre:

ripartire dall'ecologia: l'uomo e' spirito e volont, ma anche natura, "che deve rispettare e che non pu manipolare a piacere"; rispettando la ragione oggettiva che la natura manifesta, noi riconosciamo il disegno della Ragione creativa. Se questo non avviene, e quanto accade intorno a noi ce ne sottolinea ogni giorno la fatica e la complessit, le conseguenze sono immediate. Un solo esempio: se non e possibile riconoscere che esiste un diritto naturale che viene prima di ogni ideologia e prima della nostra stessa fede di appartenenza, viene a cadere anche lo sostenibilit giuridica del concetto di crimini contro l'umanit. Chi li compie infatti, spesso agisce alle leggi e alle autorit del proprio paese. Ma a chi obbedire se non esiste un diritto naturale e una un'autorit che viene prima delle leggi del paese e che deve essere vincolante per ogni coscienza? Ci alla base della definizione stessa di crimini contro l'umanit o di decisioni come il processo di Norimberga. Il mancato riconoscimento di un diritto naturale e di una ragione oggettiva che la natura manifesta, e' testimoniato anche dal dramma che attraversa la bioetica. In assenza del diritto naturale sarebbe impossibile anche la sola idea di una bioetica condivisa, di un MCD. Infatti, il riconoscimento dei diritti si fonderebbe solo sul consenso sociale, sull'accoglienza da parte della societ (diritti umani e diritti civili) e non avrebbe senso anche un lavoro parlamentare alla ricerca di un bene comune non avrebbe senso (riprender questo tema pi avanti). Questo sta diventando drammaticamente evidente nelle discussioni in corso sul GENDER (anche Istanbul !!). NON pu essere un problema relegato alla sfera privata. "In un momento storico in cui luomo ha acquistato un potere finora inimmaginabile, questo compito (di tutti, ma per quanto ci riguarda del POLITICO) diventa particolarmente urgente. Luomo in grado di distruggere il mondo. Pu manipolare se stesso. Pu, per cos dire, creare esseri umani ed escludere altri esseri umani dallessere uomini." Separazione tra diritti e doveri, per cui il desiderio si trasforma in diritto e pretende che esso venga codificato in una legge corrispondente. CASA SENZA FINESTRE: Medicina dei desideri Autodeterminazione assoluta Diritti umani e diritti civili "Diritti umani inviolabili e inalienabili, fondamento di ogni comunit umana, della pace e della giustizia del mondo" (Cost. Tedesca del 1949, cit. Ben XVI a Berlino) Cosa fare quando questi diritti sono calpestati? Obiezione di coscienza Il Comitato nazionale per la bioetica ha affrontato la questione dellobiezione di coscienza nel documento Obiezione di coscienza e bioetica, pubblicato il 30 luglio 2012, nel quale si afferma che lobiezione di coscienza in bioetica costituzionalmente fondata, costituisce un diritto della persona e risponde alla necessit di assicurare una zona di rispetto della coscienza dei singoli, anche in funzione del principio pluralista che caratterizza le democrazie contemporanee; nello stesso documento il Comitato nazionale per la bioetica ricorda che lobiezione di coscienza non soltanto una forma di protezione della coscienza individuale, ma unistituzione democratica che impedisce che le maggioranze parlamentari o altri organi dello Stato neghino in modo autoritario la problematicit

relativa ai confini della tutela dei diritti inviolabili; in questo modo lobiezione di coscienza si pone come istanza critica in un ordinamento democratico, segnando una ulteriore presa di distanza dallidea dello Stato etico come pretesa di imporre ex lege un solo punto di vista morale; Particolare rilevanza dellobiezione di coscienza in campo sanitario (bioetica e biodiritto) Ma: Vale l'obiezione di coscienza anche per il parlamentare? Sembra quasi stupefacente a questo riguardo il dibattito che abbiamo dovuto affrontare marted scorso alla Camera. L'immagine della casa senza finestre evoca anche l'attuale condizione di irrespirabilita'. Il nostro problema non forse la resistenza illegale, come per gli oppositori del nazismo, n il rischio della vita come per loro. Il nostro problema semmai lo studio e l'approfondimento, per una resistenza culturale alle ideologie dominanti e al politically correct, evitando la superficialit e disponibili a rischiare la disobbedienza alla disciplina di partito, almeno sulle opzioni di fondo. CONCLUDERE con Thomas More, riconosciuto nel 2000 da Papa Woytila come patrono dei governanti e dei politici, ma anche campione dell'obiezione di coscienza. "Signore dammi la forza di cambiare le cose che posso modificare, la pazienza di accettare quelle che non posso cambiare e la saggezza per distinguere la differenza tra le une e le altre." (Tommaso Moro 1587: Preghiere della Torre) POTREMMO TRASLARE COS : "Signore dammi la forza di oppormi a ci che nega o distorce la natura dell'uomo ed i suoi diritti di promuovere i suoi diritti per quanto in mio potere e la saggezza per distinguere quando il momento di resistere e quando possibile costruire". Argomentare, dunque, a partire dalla ragione e dal diritto naturale. Rispettare l'ordine naturale, piuttosto che manipolarlo e sovvertirlo. Lavorare per riaffermare il primato dell'uomo, l'inviolabilit della sua dignit, l'uguaglianza tra gli uomini, questo pu essere il contributo di tutti i politici cristiani perch nel mondo cresca la giustizia, che il solo fondamento possibile della pace, questa in ogni caso la nostra responsabilit. Una responsabilit comune attorno alla quale possiamo riaggregarci proprio a partire dalla difesa e dalla promozione dei diritti umani, primo dei quali il diritto alla vita: primum vivere, deinde philosophari, prima anche delle cose importanti come il lavoro, la casa o l'istruzione. Sabato e domenica, nell'ambito delle celebrazioni per l'anno della fede, si terr la manifestazione per la vita dedicata all'Evanlgelium VITAE, lEnciclica di Papa GPII che giustamente qualcuno ha definito la magna charta della dottrina sociale della Chiesa. IRENEO: la gloria di Dio l'uomo che vive! Troveremo la forza di darne testimonianza, se non scorderemo la seconda parte di questo celebre dittico: infatti, se la gloria di Dio l'uomo che vive, la vita dell'uomo la contemplazione del volto di Dio.

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