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adolescenti 2°07/o8
non per essere andati dietro a favole artificiosamente inventate vi abbiamo fatto
conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, ma perché siamo
stati testimoni oculari della sua grandezza.
2pt 1, 16
Come educatori non siamo mai espressione di noi stessi: il segno della Comunità
è importante, e inoltre i cammini si condividono (Gv 17,21 “una cosa sola”)
potrà render salato? A null`altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli
uomini.
Catechesi
Scuola della Parola
Preghiera personale/ritiri spirituali
Messa infrasettimanale
Questioni concrete
Raccolta indirizzi/contatti
Quando e dove preparare gli incontri
Osservazioni
Don Stefano V.assente una proposta di tipo “caritativo” che invece andrebbe
fatta
2°posto formazione del gruppo, importante per non mollare dopo la Cresima
“ci si salva nel gruppo”; bisogna trovare il modo di coinvolgerli, di renderli
protagonisti aspetti caritativo/liturgico/sportivo
3°posto quanti gruppi e dove fare gli incontri è un problema relativo: se uno
vuole va dappertutto, soprattutto se si trova bene e ci crede.
bisogno di confrontarsi
interventi
- oratorio=punto di riferimento…
- lavorare sul gruppo: incontri personali coi ragazzi; esercitare il loro senso
critico.
LA LIBERTA'
*cos'è la libertà?
5 Ottobre – vespri alle 18.30 con tutti quelli che han dato disponibilità
all’animazione
16 Ottobre - Film:
THE TRUMAN SHOW *Peter Weir 1998*
- questione ritiri
si valuta la possibilità di una giornata insieme durante il ponte 1-4 novembre
(da definire) e si fissa un ritiro di un giorno per l’avvento il 18 novembre, al PIME
di Busto Arsizio.
- dimensione “caritativa” – per non lasciarla “disperdere” come gli altri anni
ognuno che conosca una realtà in cui è possibile “operare” riferirà a
Martino e a Luca. L’idea di base è portare i ragazzi a conoscere diversi tipi
di realtà che permetta loro di scegliere a quale eventualmente dedicarsi
- conferma delle vacanze “culturali” spostate al periodo 27-30 dicembre e
delle due giornate separate sulla neve, una per adolescenti, 18-19venni e
giovani e una “esclusiva”, come giornata speciale.
6 Novembre - scheda
Qualcuno vuol manipolare la nostra vita (libertà)
a) _____
b) _____
c) _____
d) _____
e) _____
f) _____
g) _____
h) _____
i) _____
- Il dover “piacere agli altri” coincide per te sempre con il “piacere a se stessi”?
- Credi che le risposte proposte dal nostro mondo siano effettivamente risolutive?
Non hai l’impressione che siano risposte in qualche modo “interessate” anche -
soprattutto?! - economicamente?
- Ti rendi conto della presenza di mezzi di persuasione più o meno occulti che
creano esigenze e offrono risposte per pilotare e sfruttare il nostro bisogno di
libertà e la nostra voglia di vivere per un qualche interesse? Ne sapresti indicare
qualcuno?
- queste le probabili risposte del mondo al nostro desiderio di libertà (se ne trovi
altre ..)
1) punti di incontro quasi obbligati
2) moda attenta e volubile
3) mito della moto, dell’auto
4) criteri culturali facili e attraenti
5) mito dell’efficienza, del saper fare tante cose, del corpo perfetto
6) mito del dover a tutti i costi piacere agli altri
7) idea/illusione che si possa risolvere nel possesso delle cose
8) adeguarsi a ciò che la maggioranza pensa e chiede a te?
«L'Angelo disse loro: Non temete. Ecco, io annuncio a voi una gioia grande, che è
per tutto il popolo: Oggi è nato a voi un salvatore nella città di Davide: il Cristo.
Il Signore. E questo sarà per voi il segno: troverete un bambino, avvolto in fasce e
deposto in una mangiatoia» (Le 2, 10-12).
I pastori di Natale vengono interpellati da un angelo, che li illumina con
l'abbagliante gloria di Dio, al punto che essi ne provano grande spavento.
Quel grande splendore, sovra-mondano, rende credibile l'angelo come messaggero
del cielo, gli conferisce un'indiscutibile autorità.
Con questa autorità egli ordina loro di non temere, ma di lasciarsi piuttosto
invadere dalla grande gioia che egli annuncia.
E mentre si rivolge con queste parole a quella gente povera e sbigottita, si unisco-
no a quell'angelo altri innumerevoli angeli, che intonano un «Gloria in cui viene
glorificato Dio nel più alto dei cieli e viene promessa sulla terra la pace agli
uomini che Dio ama.
«Poi», si dice, «gli angeli presero congedo da loro e tornarono in cielo».
Probabilmente quel canto era molto bello, e i pastori lo ascoltarono volentieri, e si
rammaricarono perché il concerto era già finito e gli esecutori si erano dileguati
dietro il sipario del cielo.
Forse, nascostamente però, essi erano anche un po' sollevati quando venne meno
quella straordinaria luce della gloria divina, quello straordinario suono di musica
celeste, e si trovarono di nuovo nell'abituale oscurità terrena.
Era forse sembrato loro di essere dei miseri mendicanti che all'improvviso
vengono trasferiti nel salone delle udienze di un re, addobbato sontuosamente, e
sono lieti se possono tagliare la corda senza dare nell'occhio.
Ma strano: quello stupefacente splendore del mondo celeste, che i nuovo
scomparso, ha lasciato nei loro cuori uno splendore di gioia umano, una luce di
gioiosa attesa, che è stata lasciata in essi dalla energia sovraumana delle parole
dell'Angelo, che li fa mettere in cammino verso Betlemme.
Ora essi possono voltare le spalle a tutta quell'epifanìa della gloria celeste.
Essa era solamente un punto di partenza, una messa in moiniziale, un impulso
per ciò che propriamente si intendeva..
Rimane soltanto il piccolo seme della parola che è stato posto nei loro cuori che lì
comincia a crescere come attesa, curiosità, speranza:
«Orsù, andiamo a Betlemme, a vedere quello che il Signore ci ha annunciato la
sua parola».
Essi vogliono vedere la parola che è accaduta.
Non parola dell'angelo con il suo splendore divino, questo adesso non alcuna
importanza. Bensì il contenuto della parola dell'angelo, cioè bambino, avvolto in
fasce, che giace in una mangiatoia.
La parola è accaduta, la parola che è avvenuta, la parola che non è solamente
qualcosa di detto, ma qualcosa di fatto, qualcosa che si può non solito udire, ma
anche vedere.
La parola che i pastori vogliono vedere non è dunque la parola l'angelo.
Questa era solamente annuncio, solamente Kerygma, come i si dice, solamente
indicazione.
E tutta la gloria sovramondana che doveva conferire autorità a questo annuncio
era anch'essa semplice indicazione.
Gli angeli con la loro autorità maestosa scompaiono, essi no parte del mondo
celeste; rimane solo l'accenno ad una parola fatta. Da Dio naturalmente.
Così come è Dio, ad averla annunciata attraverso gli angeli.
E adesso essi se ne vanno, il cielo alle loro spalle, e davanti il seI sulla terra.
Ma, Dio, che segno!
Non il bambino. Ma un bambino. Un bambino qualunque. Nulla di speciale.
Non un bambino che irradia una luce di gloria, come lo hanno raffigurato i pittori
devoti. Ma al contrario: uno che appare così poco glorioso. Avvolto in fasce.
Così egli non possa muoversi, se ne sta lì come incatenato nelle bende in cui la
cura di altri si è premurata di avvolgerlo.
La mangiatoia in cui giace non è a sua volta nulla di particolarmente elevato,
nulla che ricordi anche solo da lontano la gloria celeste di cui cantavano gli
angeli.
Praticamente non c'è qui nulla di minimamente degno di essere ammirato; la
meta della camminata notturna è la cosa più normale di :sto mondo, piuttosto
deludente per la sua povertà.
Ciò che è universalmente umano, ciò che è profano, non contraddistinto da nulla,
me dal fatto che questo è il segno promesso, che corrisponde alla descrizione.
I pastori credono alla parola.
La parola li distoglie dal cielo alla terra, e mentre si mettono in cammino su
questa via, dalla luce ,o l'oscurità, dallo straordinario verso l'ordinario, dalla
solitaria esperienza di Dio verso quella in mezzo agli uomini, dalla ricchezza di
lassù alla povertà di quaggiù, essi hanno la conferma: il segno corrispondente
alla descrizione.
Solo ora la loro gioia sbigottita nello splendore celeste diventa una gioia del tutto
rilassata, umana, cristiana. Perché coincide. E perché coincide?
Perché il Signore, Dio nell'alto dei cieli, ha percorso la stessa via che hanno
percorso loro: egli lascia la sua gloria alle sue spalle e va nel mondo oscuro, nella
banale figura di un bambino, nella non-libertà della costrizione e dei legami
umani, nella povertà di un presepe.
Questa è la parola avvenuta, e ancora i pastori non sanno, ancora nessuno sa
quanto in basso condurrà questa via della Parola avvenuta.
Molto più in giù, in ogni caso, nel mondano, nell'inapparente, nel profano, nella
costrizione, povertà ed impotenza di quanto possa discendere chiunque altro, al
punto che l'ultimo tratto di questa discesa non lo si potrà nemmeno più seguire.
Una pesante pietra sbarrerà l'accesso agli altri, mentre egli discenderà nella notte
oscura, nell'ultima solitudine e perdutezza dei suoi fratelli, gli uomini morti.
È dunque vero: per trovare Dio, il cristiano viene posto sulle strade del mondo,
viene inviato ai fratelli incatenati, poveri, a tutti i sofferenti, affamati, assetati,
nudi, malati, prigionieri: là è d'ora innanzi il suo posto, con tutti costoro egli deve
identificarsi, questa è la gioia grande che oggi gli viene annunciata, poiché in
questa maniera Dio ci ha mandato un salvatore.
E se noi tutti siamo i poveri e gli incatenati che hanno bisogno di liberazione,
nello stesso tempo noi tutti che abbiamo parte alla gioia della salvezza, siamo
inviati ai poveri e agli incatenati.
Ma chi è poi che cammina su questa strada, che dalla gloria di Dio conduce al
povero bambino che giace in una mangiatoia? Non certo 'uno che va a fare una
passeggiata per il proprio piacere.
Costui prende altre strade, che vanno piuttosto nella direzione opposta: dalla
miseria della propria esistenza verso un cielo ricercato, magari immaginato o
sognato, il cielo di un breve piacere, di un lungo obllo.
Dal cielo attraverso la terra giù fino agli inferi della perdutezza va solamente colui
che nel profondo del suo cuore sente un incarico a questo, e obbedisce ad una
chiamata che è più forte della sua pigrizia e della sua resistenza.
Una chiamata che ha potere pieno e autorità sulla mia esistenza, una chiamata a
cui io mi sottometto, poiché essa viene da più in alto di tutta la mia esistenza, un
appello al mio cuore, che mi richiede in tutto e per tutto, attraverso uno
splendore, nascosto, sovrano, che-volente o nolente-mi sottomette. lo forse non so
chi è colui che cosi mi prende in suo servizio.
Ma so molto bene: se io rimanessi in me stesso, se cercassi me stesso, non
troverei la pace che è promessa agli uomini cui va il beneplacito di Dio.
lo devo andar via. Devo entrare al servizio dei poveri e degli incatenati.
Perdere la mia anima, per riguadagnarla, poiché finché la trattengo, la perdo.
Questa parola inesorabile, silenziosa eppur cosi inequivocabile, mi brucia nel
cuore, non mi dà tregua.
Di là ci sono i milioni di affamati, che si dissanguano a morte per un irrisorio
salario giornaliero, depredati senza pietà come bestie.
Là ci sono i popoli condannati al massacro, le cui guerre non possono finire,
perché un qualche interesse che non è il loro è legato alla prosecuzione della loro
assenza di pace.
E io lo so: il mio discorrere di progresso e di liberazione dell'umanità viene
ripagato con risa di scherno da parte di tutte le prospettive realistiche per i
prossimi decenni dell'umanità; anzi, basta. sala che apra gli occhi e le orecchie
per udire il grido di chi è ingiustamente violentato, ma anche per udire ogni
giorno più forte il grido di coloro che sono decisi a conquistare il potere ad ogni
prezzo, che sono decisi all'odio, alla distruzione.
Le tenebre sovrastano al punto che ad uno viene meno ogni coraggio, si sta per
perdere ogni fede nel proprio compito sentito nel cuore, un compito che pure era
luce e gioia e vuole portare pace, ogni fede di arrivare davvero a quel povero
Bambino avvolto in fasce.
Che cosa potrà mai riuscire a realizzare il mio misero compito, questa goccia
d'acqua nell'imperversare dell'incendio? A che serve il mio impegno, la mia
dedizione, il mio sacrificio, la mia invocazione a Dio per un mondo che è deciso a
perdersi?
«Non temete; ecco, io annuncio a voi una gioia grande (. . .) Oggi è nato per voi il
Salvatore». Colui che come Figlio di Dio e Figlio dell'uomo ha percorso la via,
nell'obbedienza al Padre, la via che lo conduceva lontano dal Padre nelle tenebre
del mondo. Dietro di sé l'onnipotenza e la libertà, davanti a sé l'impotenza, la
costrizione, l'obbedienza. Dietro di sé lo sguardo divino dall'alto, davanti a sé
l'assurda prospettiva della morte in croce tra due malfattori.
Dietro di sé la beatitudine della vita con il Padre, davanti a sé la difficile
solidarietà con tutti quelli che non conoscono il Padre, che non lo vogliono
conoscere, che negano la sua esistenza.
Rallegratevi, perché fin là è andato Dio stesso. Con sé il Figlio ha preso la
consapevolezza di fare la volontà del Padre.
Con sé ha preso la preghiera continua che attraverso di lui sia fatta la volontà del
Padre, come nel cielo luminoso cosi nella terra oscura.
Con sé l'esultanza per il fatto che il Padre l'ha tenuto nascosto ai sapienti, ma lo
ha rivelato ai piccoli, semplici, poveri.
lo sono la via, e questa via è la verità per voi, e su questa via voi trovate la vita.
Sulla via che sono io voi imparate a perdere la vostra vita, per ritrovarla, e
crescere al di sopra di voi e della vostra menzogna, giungendo in una verità che è
più grande di voi stessi.
Agli occhi del mondo, tutto può sembrare molto oscuro, e la vostra dedizione
improduttiva e senza successo. Ma non temete! Voi siete sulla via di Dio.
«Non tema il vostro cuore: credete in Dio e credete in me!» lo cammino davanti a
voi, e vi indico la via dell'amore cristiano.
Essa va fino al fratello più lontano, più abbandonato da Dio.
Ma è la via dell'amore divino stesso! Voi siete sulla retta via.
Tutti coloro che rinnegano se stessi per portare a termine l'incarico dell'amore
sono sulla retta via. Su questa via accadono miracoli.
Miracoli nascosti che quasi nessuno nota.
Che miracolo è mai, quando si trova un bambino che è avvolto in fasce e giace in
una mangiatoia?!
Accade il miracolo che un compito, nascosto in un cuore, giunge davvero al suo
traguardo, e porta da qualche parte, dove regnava soltanto disperazione e
rassegnazione, la pace e la gioia di Dio.
Riesce ad accendere una piccola luce in mezzo al dominio delle tenebre.
Risplende la gioia in un cuore che non osava più crederei.
A noi stessi viene ogni tanto donata una conferma che la parola dell'angelo, alla
quale cerchiamo di obbedire, ci conduce là dove la Parola e il Figlio di Dio è già
uomo.
Una conferma che, nonostante il baccano e la baldoria, oggi, 25 dicembre, è
Natale, esattamente come 1969 anni fa.
Poiché Dio si è messo una volta per tutte in cammino verso di noi, e nulla, fino
alla fine del mondo, gli impedirà di arrivare a noi e di restarvi.
20 Novembre - ore 19 al centro coi ragazzi di prima abbiamo riflettuto
sul salmo 16 divisi in gruppi.
- soltanto chi si affida a Dio può trovare quella speranza che è necessaria per
avere una visione positiva della vita, anche on mezzo alle tribolazioni, persino di
fronte alla prospettiva della morte.
24 Novembre – film “..e alla fine arriva Polly” (Tina & Rossana)
27 nov – 2cor 8;9 – cosa fare concretamente per raccogliere soldi per la proposta
d’Avvento
4 dic – Testimonianza di Padre Marco
11 dic – preparazione alla confessione
18 dic – confessioni e pizzata insieme a Sciarè
5 gen – riunione educatori
27 Novembre - "così sarete ricchi per ogni generosità" e "qui non si tratta di
mettere in ristrettezza voi per sollevare gli altri, ma di fare uguaglianza"
- analisi di 2Cor 8, 1-3 e 9, 6-15
- discussione sulle modalità per raccogliere soldi per la proposta d'avvento.
22 Gennaio - Film:
OLTRE RANGOON *John Boorman, 1995 *
Rangoon, capitale di Myanmar (Birmania), stato del sud-est asiatico, confinante
con la Thailandia; vi giunge l’americana Laura, in profonda crisi per la recente – e
assurda – morte del marito e del figlio. Nel 1988, la sorella Andy la convince a
compiere un viaggio in Asia. A Rangoon durante una notte insonne, assiste ad
una manifestazione studentesca contro il regime e vede la coraggiosa leader
dell'opposizione Aung San Suu Kyi affrontare inerme i soldati. Ma c'è il
coprifuoco, ed al rientro trova un colonnello dell'esercito furioso con lei, che tra
l'altro ha perduto il passaporto.Mentre la sorella e Jeremy Watt, il capo del
gruppo dei turisti, partono, lei si reca all'ambasciata americana per ottenere il
duplicato del passaporto Laura si fa coinvolgere dalla drammatica situazione del
Paese, dove vige da venticinque anni una feroce dittatura militare che stronca con
la violenza e la tortura ogni dissenso. Diventa amica di un professore
universitario a cui la dittatura ha tolto la cattedra perché si era schierato dalla
parte degli studenti che si opponevano al regime. L’amicizia diventa una
drammatica avventura, da Rangoon arrivano notizie di una rivolta: U Aung Ko e
Sein Htoo accompagnano Laura alla stazione: qui vedendo Sein ucciso e U Aung
Ko ferito e malmenato, Laura scende dal treno e lo salva ottenendo un passaggio
su una chiatta che trasporta bambù per la capitale.Durante una sosta, in un
villaggio trova della penicillina per guarirlo ma è costretta ad uccidere un soldato
che vuole stuprarla.Giunta a Rangoon, Laura cerca di entrare all'ambasciata, ma
la polizia la riconosce e l'arresta.Liberata dai dissidenti trova rifugio con U Aung
Ko su un camion, che deve avventurosamente superare posti di blocco, ed infine
essere abbandonato.Dopo aver trovato ospitalità presso gli amici del professore
(in un campo di guerriglieri ribelli al regime) decide con loro di espatriare in
Thailandia: ora Laura potrà offrire i suoi servigi di medico.
Critica
"A sessantadue anni, il regista inglese John Boorman dirige il suo primo film
direttamente politico, di denuncia militante: ma adotta uno stile così
melodrammatico, primario, didattico, che nonostante l'impiego di Patricia
Arquette 'Oltre Rangoon' ha soltanto un valore di testimonianza."
(Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 8/10/95)
"Quanti si ricordavano di Aung San Sun? Quanti occidentali sanno della tragedia
birmana? 'Oltre Rangoon' viene a riempire questo vuoto. Riflette con chiarezza e
giustificata parzialità la storia. Gli va perdonato il conformismo narrativo: il solito
personaggio americano che entra nell'incubo della dittatura e decide la
partecipazione attiva. Gli va perdonata la strumentalità emotiva: la protagonista,
che è medico, esce dal lutto per la perdita del figlio e del marito entrando
nell'avventura politica e salvando la vita di molte persone. E' un film "dedicato
bene": alla giustizia, alla democrazia, alla tolleranza."
(Silvio Danese, 'Il Giorno', 13/10/95)
..per riflettere,,,
b) Laura… - sul piano privato è segnata e chiusa nel dolore (“Anche loro [i
birmani] erano feriti dal destino, ma capaci di sorriso forse perché non erano
soli”): che cosa e come la fa ritornare serena? - Sul piano sociale: quali sono i
momenti principali del film dove Laura cambia, prende coscienza di sé, facendole
progressivamente assumere un impegno e un rischio nei confronti della realtà
birmana? (nell’ospedale da campo, alla fine, le chiedono “Fino a quando rimane?”
e lei risponde: “per tutto il tempo necessario”).
c) Tutto il senso del film si riassume nella sequenza della manifestazione pacifica
iniziale, quella che ha come protagonista la leader Aung San Suu Kyi, principale
oppositrice del regime..in che senso?
Testimonianze..
Nel campo di Mae La, tra i profughi Karen fuggiti alle atrocità dell'esercito
birmano Ottenuto un permesso invisibile da alcune autorità, invisibili pure loro,
sono riuscito a raggiungere il campo profughi di Mae La, al confine tra Thailandia
e Myanmar, dove vivono più di 50 mila rifugiati Karen, vittime del regime militare
birmano. Le loro testimonianze sono atroci.
Testimonianze disumane. “Quando l'esercito arriva nei villaggi, gli uomini
vengono trascinati fuori dalle case, presi a calci e pugni.
Le donne vengono portate nella foresta, dove vengono stuprate, spesso da un
intero plotone”, racconta un profugo, ricordando il caso di Naw Moo Moo, una
ragazza di vent'anni, stuprata ripetutamente da quattro soldati della 246°
Divisione e poi uccisa con un colpo di pistola nella vagina.
Storie di stupri, violenze, torture. E poi i racconti dei "portatori" e degli "apri
pista": uomini e donne Karen costretti dai soldati, senza mai essere nutriti, a
portare in spalla le pesantissime casse di cibo e munizioni per l'esercito o ancor
peggio a camminare davanti ai militari sui terreni minati.
E ancora, le tante storie delle donne costrette dall’esercito ai lavori forzati, mal
nutrite e perennemente malate, molte vittime di aborti spontanei causati dalla
fatica. Ogni profugo con cui parlo ha una, due, dieci storie disumane da
raccontare. Storie che, moltiplicate per oltre 50 mila fa davvero paura.
Nessuno può varcare le recinzioni di filo spinato che costeggiano l’intero campo.
I tanti giovani che ci hanno provato, nel tentativo di raggiungere le città più vicine
in cerca di un lavoro, sono stati rispediti nelle mani dei loro carnefici in
Myanmar.
Un popolo di senza terra. Le tantissime persone che vivono qui a Mae La sono le
poche fortunate ad aver raggiunto questo campo, dove, nonostante tutto, la gente
sorride, dove si respira un’atmosfera di calore familiare e di grande solidarietà e
serenità.
Dalla prima ondata del 1995 a quella di quest'anno, causata dall' ultima offensiva
da parte del governo, i Karen hanno ricreato qui, sul lato orientale del monte che
li divide dal loro territorio, un villaggio, seppure affollatissimo, identico a quelli in
cui hanno sempre vissuto ed ora dati al fuoco dall' esercito.
Capanne e palafitte di legno e bambolo con i tetti di foglie secche fanno da
abitazioni e i negozi, parrucchieri e templi, chiese e infermerie.
Non c’è traccia di cemento. L’elettricità, rarissima, è alimentata da generatori a
benzina.
Una cosa però, qui, manca quasi del tutto: le coltivazioni. I minuscoli orticelli
familiari sembrano tristi monumenti in ricordo di ciò che, per millenni, è stata
l’attività principale di questo popolo: l’agricoltura. Non potendo più coltivare, ogni
famiglia deve arrangiarsi per sfamarsi. Le Ong, numerosissime in questa zona,
sono l’unica salvezza per queste persone.
1Sam, 3
1
Il giovane Samuele continuava a servire il Signore sotto la guida di Eli. La parola
del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. 2 In quel tempo
Eli stava riposando in casa, perchè i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non
riusciva più a vedere. 3 La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele era
coricato nel tempio del Signore, dove si trovava l`arca di Dio. 4 Allora il Signore
chiamò: "Samuele!" e quegli rispose: "Eccomi", 5 poi corse da Eli e gli disse: "Mi
hai chiamato, eccomi!". Egli rispose: "Non ti ho chiamato, torna a dormire!".
Tornò e si mise a dormire. 6 Ma il Signore chiamò di nuovo: "Samuele!" e
Samuele, alzatosi, corse da Eli dicendo: "Mi hai chiamato, eccomi!". Ma quegli
rispose di nuovo: "Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!". 7 In realtà
Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata
ancora rivelata la parola del Signore. 8 Il Signore tornò a chiamare: "Samuele!" per
la terza volta; questi si alzò ancora e corse da Eli dicendo: "Mi hai chiamato,
eccomi!". Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovinetto. 9 Eli disse a
Samuele: "Vattene a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai: Parla, Signore,
perchè il tuo servo ti ascolta". Samuele andò a coricarsi al suo posto. 10 Venne il
Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo chiamò ancora come le altre volte:
"Samuele, Samuele!". Samuele rispose subito: "Parla, perchè il tuo servo ti
ascolta". 11 Allora il Signore disse a Samuele: "Ecco io sto per fare in Israele una
cosa tale che chiunque udirà ne avrà storditi gli orecchi.
GRADUALITÀ dare il tempo ai ragazzi per appropriarsi(ci) delle cose che diciamo
3 TEMI FONDAMENTALI:- Dio educa il suo popolo
- nel fallimento Dio ti riabilita
- gradualità dell’intervento educativo
*problema “carenza educatori uomini” rischio che i ragazzi non abbiano questo
tipo di riferimento (possibili soluzioni: ciclicità temi come per gli adolescenti
anche per la 2^/3^media o ricollocazione degli educatori)
*unione ronchi centro sciarè dare specificità ad ogni luogo? È solo una risposta
sbagliata alla dispersione dei ragazzi?
positivo: carnevale e sabati sera insieme..
preghiera:
il martedì Lectio e miniritiro
il venerdì 18.3o Vespri e cena povera
la domenica 18.3o Vespri
8 Marzo - palaghiaccio
Don Ste - ho sempre vissuto la confessione non come una cosa semplice, anzi, la
trovo (ora un pò meno) qualcosa di faticoso ma necessario. Ora la vivo circa due
volte al mese, ma con meno angoscia rispetto al passato.
E' un pò una "visione a distanza" sulla mia vita che mi permette di guardarla e
analizzarla dall'alto, con un che di distacco.
Grazie ad essa e con l'aiuto del Signore torno ad essere nuovamente me stesso.
Per me il peccato è allontanarmi da quello che vorrei esser veramente, che poi è
quello che il Signore mi chiede; è allontanarmi da quello che non mi permette di
vivere le cose in un certo modo, da uomo.
La confessione diventa quindi occasione in cui Dio mi dà la forza di tornare ad
essere nuovamente me stesso.
Come confessore, invece, ho la fortuna di vivere una bellissima esperienza....
don Ste - chi confessa ha di fronte una persona che a volte racconta esperienze di
vita molto complesse, in questo senso è una responsabilità, anche perchè me lo
devo tenere per me.
Di fronte a tali esperienze, in questi 10 anni ho potuto affacciarmi sulla vita della
gente, per capirla..è diverso dal seminario.. quando esci da lì..
ma restano dei problemi..cosa suggerire? cosa dire? come muovermi?
E' capitata una volta una persona alla quale non ho potuto dare l'assoluzione
finché non mi ha dimostrato di fare qualcosa di serio per pentirsi. Si tratta di
peccati di un grande peso, tanto che gli ho chiesto di poterne parlare fuori dalla
confessione per aiutarlo meglio, se no sarei rimasto "bloccato"
don Ste - no, la guardo con più stima, soprattutto se ha difficoltà a confessarsi,
cosa che comprendo per la mia esperienza/reticenza passata. Una persona che si
apre così tanto, che si scioglie la stimo perchè mi ha dato testimonianza di grande
sincerità..capita a volte che in confessione la persona si liberi di grandi pesi, e
talvolta esca piangendo..
comunque, e non so se sia un Dono, non riesco a giudicare una persona per
quello che ho sentito in confessione, anche perchè il primo a peccare sono io..
Luca Faccin - spesso scoccia confessarsi perchè si dicono sempre le stesse cose..
don Ste - i punti deboli di una persona sono più o meno gli stessi, ed è lì che si
cade spesso; riconfessarli significa continuare a combattere...
Martina Carù - non è la stessa cosa..è molto più semplice "risolversela da soli"
don Ste - certo.. anche noi siamo uomini, è difficile rapportarsi in modo rispettoso
con la persona dell'altro sesso, ma dove c'è questo rispetto, quanto il rapporto ci
guadagna!!!
don Ste - è giusto chiedersi il perchè profondo dei propri errori, e un passo in più
è chiedersi COSA CI HA FATTO MALE? COSA MI HA FATTO SOFFRIRE? - è
questo l'indizio che abbiamo peccato.
23 Marzo – Pasqua
25 Marzo – vacanza
2
Ascoltate, popoli tutti,
porgete orecchio abitanti del mondo,
3
voi nobili e gente del popolo,
ricchi e poveri insieme.
4
La mia bocca esprime sapienza,
il mio cuore medita saggezza;
5
porgerò l`orecchio a un proverbio,
spiegherò il mio enigma sulla cetra.
6
Perché temere nei giorni tristi,
quando mi circonda la malizia dei perversi?
7
Essi confidano nella loro forza,
si vantano della loro grande ricchezza.
8
Nessuno può riscattare se stesso,
o dare a Dio il suo prezzo.
9 10
Per quanto si paghi il riscatto di una vita,non potrà mai bastare per
vivere senza fine,e non vedere la tomba.
11
Vedrà morire i sapienti;
lo stolto e l`insensato periranno insieme
e lasceranno ad altri le loro ricchezze.
12
Il sepolcro sarà loro casa per sempre,
loro dimora per tutte le generazioni,
eppure hanno dato il loro nome alla terra.
13
Ma l`uomo nella prosperità non comprende,
è come gli animali che periscono.
14
Questa è la sorte di chi confida in se stesso,
l`avvenire di chi si compiace nelle sue parole.
15
Come pecore sono avviati agli inferi,
sarà loro pastore la morte;
scenderanno a precipizio nel sepolcro,
svanirà ogni loro parvenza:
gli inferi saranno la loro dimora.
16
Ma Dio potrà riscattarmi,
mi strapperà dalla mano della morte.
17
Se vedi un uomo arricchirsi, non temere,
se aumenta la gloria della sua casa.
18
Quando muore con sé non porta nulla,
né scende con lui la sua gloria.
19
Nella sua vita si diceva fortunato:
"Ti loderanno, perché ti sei procurato del bene".
20
Andrà con la generazione dei suoi padri
che non vedranno mai più la luce.
21
L`uomo nella prosperità non comprende,
è come gli animali che periscono.
*gruppo
*comunicazione
*sessualità
*famiglia
*soldi/successo/apparire
*fede/questione di Dio
Lectio 1
Dio/Gesù, secondo questo Vangelo,ha a che fare con la mia libertà. Gesù dice che
senza la sua Parola non si può essere liberi perché non si conosce la verità. Se
uno non conosce la verità,secondo Lui,non può essere libero.
Lectio 2
C'è una schiavitù di cui non ci accorgiamo: il peccato. Il peccato ha a che fare con
la menzogna-omicidio (una persona può "morire dentro",il peccato è ciò che fa
male all'uomo). Tante volte l’uomo pensa di essere libero ma di fatto non lo è
perché non sapendo chi è e Qual è il senso della vita ( che solo il padre può
rivelare), non riesce a scegliere il suo bene e sceglie invece in base all'istinto o al
caso o ad un vago senso di bontà che non ha nulla a che fare con l'Amore vero
L’esempio di Paolo
1 Saulo era fra coloro che approvarono la sua uccisione. In quel giorno scoppiò
una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme e tutti, ad eccezione
degli apostoli, furono dispersi nelle regioni della Giudea e della Samaria. 2
Persone pie seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui. 3 Saulo intanto
infuriava contro la Chiesa ed entrando nelle case prendeva uomini e donne e li
faceva mettere in prigione.
13 Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel
giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi, 14
superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali,
accanito com`ero nel sostenere le tradizioni dei padri.
7 Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l`ho considerato una perdita
a motivo di Cristo. 8 Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla
sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato
perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare
Cristo 9 e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge,
ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da
Dio, basata sulla fede
Lectio
20 Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò
per chiedergli qualcosa. 21 Egli le disse: "Che cosa vuoi?". Gli rispose: "Dì che
questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno".
22 Rispose Gesù: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io
sto per bere?". Gli dicono: "Lo possiamo". 23 Ed egli soggiunse: "Il mio calice lo
berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia
sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio". 24 Gli altri
dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; 25 ma Gesù, chiamatili a sé,
disse: "I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi
esercitano su di esse il potere. 26 Non così dovrà essere tra voi; ma colui che
vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, 27 e colui che vorrà essere il
primo tra voi, si farà vostro schiavo; 28 appunto come il Figlio dell`uomo, che non
è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti".
19 Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: "Questo è il
mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me". 20 Allo stesso modo
dopo aver cenato, prese il calice dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel
mio sangue, che viene versato per voi".21 "Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è
con me, sulla tavola. 22 Il Figlio dell`uomo se ne va, secondo quanto è stabilito;
ma guai a quell`uomo dal quale è tradito!". 23 Allora essi cominciarono a
domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe fatto ciò. 24 Sorse anche una
discussione, chi di loro poteva esser considerato il più grande. 25 Egli disse: "I re
delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno
chiamare benefattori. 26 Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi
diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. 27 Infatti chi è più
grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io
sto in mezzo a voi come colui che serve.
Per la discussione
1. quale libertà reputi essere più importante per il nostro gruppo adolescenti?
Perché?
- la libertà di andare oltre le apparenze per incontrare in verità gli altri; la libertà
dai miei giudizi spesso spietati sugli altri: questa libertà ci permette di imparare a
cogliere ciò che di buono ha ciascuno di noi
Il Signore che ci ha creati buoni, che ha dato a tutti dei grandi talenti ci aiuta a
liberarci dalla paura di essere inferiori agli altri;
Il Signore che vuole bene a tutti ci aiuta a guardare gli altri in maniera diversa
Il Signore che mi ama per quello che sono non mi fa mai sentire solo.
1 Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere
da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è
nei cieli.2 Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te,
come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli
uomini. In verità vi dico:hanno già ricevuto la loro ricompensa.
3 Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua
destra, 4 perchè la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel
segreto, ti ricompenserà. 5 Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che
amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze per essere
visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
6 Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il
Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
per la discussione...
1.la sensazione è che oggi è più importante l'apparire in un certo modo (belli,
simpatici, sicuri di sé, capaci, ... )più che l'essere accettati per quello che si è: tu
che ne pensi?
2.Che cosa sai che si aspettano da te gli altri per essere accettato/a?
3. ti sembra di essere condizionato/a nella tua libertà da quello che gli altri si
aspettano da te?
4. riesci sempre ad essere te stesso/a quando sei con gli altri oppure ti devi
adeguare mettendoti una "maschera" per poter apparire accettabile agli occhi
degli altri?
preghiera insieme:
>servizio viveri: attivo grazie alle donazioni, alle raccolte straordinarie (natale e
pasqua), alla collaborazione col Banco per la famiglia e col carrefour. E' aperto
due volte la settimana.
>servizio guardaroba: vive delle donazioni dei cittadini; è aperto due giorni la
settimana, di cui uno per la raccolta e uno per la distribuzione.
Questi ultimi due servizi sono nati con Suor candida che già qualche anno fa si
adoperava a provvedere a questi bisogni, seppur in piccolo.
>scuola d'italiano per stranieri: l'esigenza di creare tale scuola è emersa al CdA;
molti, infatti, per trovare lavoro dovevano prima imparare l'italiano. Ora, due volte
la settimana, la scuola è aperta e ospita circa una cinquantina di persone dai 18
anni in su, diventando anche occasione di incontro tra di loro in un ambiente
dove si sentano accolti cordialmente.
non è una cosa buona quando domina su tutto il resto, quando è più forte di
quello che voglio
stare con qualcuno non è stare col corpo di qualcuno !!!
Ricky - la maggior parte delle persone ha rapporti solo per avere piacere,
dimenticandosi della persona con cui sta
Silvia b. - è colpa di modelli sbagliati
Martino - grande menzogna: vediamo questa cosa come facile, che dà sempre
piacere, ma non è detto.. per alcuni può essere un'esperienza dolorosa,
spiacevole,..
Gabriele G. - se dovessimo seguire la società attuale non ce la caveremmo più..
Martedì 27 Maggio – iniziano i lavori per l’oratorio feriale, che continuano anche
la volta successiva. (2 giugno)
2 Giugno – alcuni ragazzi sono figuranti a S.Siro per il ritiro dei Cresimati col
Cardinale
*PRIMA MEDIA
*SECONDA/TERZA MEDIA
*ADOLESCENTI
*18/19VENNI
*GIOVANI
INTERVENTI
don Franco
- Cresima/post-Cresimabisogna mettere a tema qualcosa di più radicale:
bisogna mettere in discussione quando fare la Cresima, perché alla fine
dell’anno rischia di non avere senso
- La 1^media è troppo abbinata alla 5^elementare
- Biennio 2^/3^ media si possono porre le 3 tappe in questo modo: Iscrizione
del Nome all’inizio del biennio, consegna del Padre Nostro alla fine della 2^ e
in 3^ la Professione di Fede
- Non si è tenuto conto del passaggio dal giovane all’adulto…il modello cristiano
è il cristiano adulto. Si rischia che il cammino giovanile sia una strada senza
sbocco: dopo la catechesi giovani si molla il cammino e non ci si forma
più..invece ci sono la catechesi dei giovani-adulti e degli adulti…
Pizzo
- lo sbocco è interessante, ma io non so cosa ci sia dopo…i piccoli vedono noi
grandi, ma noi grando non abbiamo esempi..
don Franco
- è nel cammino dei giovani che questa strada va “annunciata”, promossa,
invece non si fa e quindi non si prende in considerazione e il cammino di Fede
subisce una frattura
Roberto
- andrebbe riconsiderata la cesura tra l’essere giovane o adulto non solo sulla
base di “scelte definitive”, ma anche su una scelta volontaria di passare alla
formazione degli adulti
Pizzo
- come si porrà Don D? di cosa si occuperà?
Don Franco
- si divideranno i compiti lui e don Stefano
Roberta
- per gli adolescenti stasera si sono proposte troppe cose…il riscio è di farle in
fretta e male; tanti temi quest’anno sono rimasti in sospeso…
Posa
- anche per i ragazzi di 2^ e 3^ media sarebbe bello trovare dei momenti di
aggregazione che vadano al di là dell’incontro di catechismo (cita i sabati sera
degli adolescenti…)
6 Giugno alle 21.0o momento di adorazione e preghiera comunitaria in Basilica,
in particolare preghiera per le vocazioni e Don D
15 Giugno alle 10.o0 don D celebra la sua seconda messa tra noi..
a seguire pranzo per tutta la Comunità al Centro
http://bachecaado.blogspot.com/