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INFORMAZIONE

FILOSOFICA FILOSOFICA
Rivista bimestrale a cura di: Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
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RELAZIONI ESTERNE

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EDITORIALE

Questo numero si apre con un omaggio a Emmanuel Levinas a un anno dalla sua scomparsa. Numerosi convegni e pubblicazioni a lui dedicati nel corso del 1996 hanno riportato in piena luce il senso profondo delleredit di pensiero che ci proviene dalla sua opera e, fortemente connessa ad essa, dalla sua vicenda biografica nel suo intreccio con la tradizione ebraica. Primato delletica il monito e insieme il programma di pensiero a cui Levinas dedica tutto il suo sforzo intellettuale e tutta la sua passione morale e civile. Uno sforzo e una passione che si concentrano e si distendono teoreticamente nel definire un ambito di riflessione e lavoro filosofico, che pur non lasciandosi costringere nei limiti della pura teoresi si pone come critica dellontologia, ricerca di un rinnovato senso dellessere, della sua giustificazione oltre la sua garanzia, e in questo trae origine e alimento insostituibile dal costante riferimento alla memoria storica, dalla volont ostinata di non dimenticare che il disumano non cessa di ritornare. Raccogliendo questo spunto, lo stesso che ha diretto il lavoro di raccolta dei materiali qui presentati, proponiamo di seguito un brano significativo, tratto da uno scritto di Levinas, tique comme philosophie premire (1982; trad. it. di F. Ciaramelli, Etica come filosofia prima , in Etica come filosofia prima , Guerini e Associati, Milano 1989, p. 58 sg.) Lumano dietro la perseveranza nellessere! Cos, dietro laffermazione dellessere che analiticamente, o animalmente, persiste nel suo essere e in cui il vigore ideale dellidentit che sidentifica e safferma e si consolida nella vita deglindividui umani e nella loro lotta vitale cosciente o inconscia o razionale - per lesistenza, dietro tutto ci la meraviglia dellio rivendicato dal volto del prossimo - o la meraviglia dellio che si sbarazza di s e teme per laltro - funge quasi da sospensione - da epoch - delleterno e irreversibile ritorno a s dellidentico e dellintangibilit del suo privilegio logico e ontologico. Sospensione della sua priorit ideale, negatrice di ogni alterit mediante lassassinio o mediante il pensiero che incorpora a s e totalizza. Sospensione della guerra e della politica che si spacciano per relazione del Medesimo allAltro. Nella deposizione da parte dellio della sua sovranit di io, nella sua modalit di io detestabile, significa letica e forse anche la spiritualit stessa dellanima, ma certamente la questione del senso dellessere, cio il suo appello alla giustificazione. Letica - come filosofia prima - significa attraverso lambiguit dellidentico che si dice io allapice della sua identit incondizionata e anche logicamente indiscernibile, autonomia superiore a qualunque criterio; ma che proprio ora, allapice della sua incondizionata identit,

pu pure confessarsi io detestabile. Lio la crisi stessa dellessere dellessente nellumano. Crisi dellessere, non perch il senso di questo verbo debba ancora venir compreso nel suo segreto semantico e faccia appello allontologia, ma poich proprio io gi mi chiedo se il mio essere giustificato, se il Da del mio Dasein non gi lusurpazione del posto di qualcun altro. Domanda che non aspetta una risposta teorica, domanda che non una richiesta dinformazioni. Domanda che fa appello alla responsabilit, la quale non un ripiego pratico che dovrebbe addolcire lo scacco del sapere incapace di eguagliare lessere. Responsabilit che non lessere sprovvisti del sapere della comprensione e della presa (prise), ma leccellenza della prossimit etica nella sua socialit, nel suo amore senza concupiscenza. Lumano il ritorno allinteriorit della coscienza non-intenzionale, alla cattiva coscienza, alla sua possibilit di temere lingiustizia pi della morte, di preferire lingiustizia subita allingiustizia commessa e ci che giustifica lessere a ci che lo garantisce. Essere o non essere - proprio questo il problema? questa la prima e lultima questione? Lessere umano consiste davvero nello sforzarsi dessere e la comprensione del senso dellessere - la semantica del verbo essere - davvero la prima filosofia che simpone a una coscienza, la quale sarebbe fin dallinizio sapere e rappresentazione, e manterrebbe la propria baldanza nellessereper-la-morte, si affermerebbe come lucidit di un pensiero che pensa sino alla fine, sino alla morte e persino nella sua finitudine - gi o ancora buona e sana coscienza che non sinterroga sul suo diritto dessere - sarebbe o angosciata o eroica nella precariet della sua finitudine? Forse che, invece, la prima questione non sollevata dalla cattiva coscienza? La cattiva coscienza - instabilit diversa da quella con cui mi minacciano la mia morte e la mia sofferenza - pone la questione del mio diritto allessere che gi la mia responsabilit per la morte di altri, interrompendo la spontaneit, senza circospezione, della mia ingenua perseveranza. Il diritto allessere e la legittimit di tale diritto non si riferiscono in fin dei conti allastrattezza delle regole universali della Legge, ma in ultima analisi, alla stregua di questa stessa legge e della giustizia, al per laltro della mia non-indifferenza alla morte alla quale-oltre la mia fine - sespone nella sua stessa dirittura il volto altrui. Che mi guardi (regarde) o meno, esso mi riguarda (regarde). Questione in cui lessere e la vita si destano allumano. Questione del senso dellessere - non lontologia della comprensione di questo verbo straordinario, ma letica della sua giustizia. Questione per eccellenza o la questione della filosofia. Non gi: perch lessere anzich nulla, ma in che modo lessere si giustifica.

SOMMARIO

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PROFILO Attualit di Levinas

47 Il caso Lyssenko 47 Filosofia araba 50 Attraverso lopera di Wittgenstein

17 SCHEDA 17 Hegel e Dilthey a Bochum

51 Lunit del pensiero di Schleiermacher

52 NOTIZIARIO 21 AUTORI E IDEE 21 Ricoeur: etica del S e dellAltro 22 Su Hannah Arendt 23 Riflessioni filosofiche in onore di Pala 23 Le origini della teologia dialettica di Barth 24 Possibilit della metafisica 25 Logica, estetica, antropologia filosofica 26 Saggi di filosofia morale 27 Dialogo sulla morale tra Oriente e Occidente 28 Filosofia e scrittura: le pratiche e i saperi 29 Rappresentanza, giustizia, potere 30 La questione dellessere in Heidegger 55 CONVEGNI E SEMINARI 55 Sulla condizione contemporanea 56 La conoscenza delle religioni 56 Largomento del sogno negli scettici 56 Etica e ambiente 57 Hegel e lestetica 57 Pensare Dio tra teologia e filosofia 58 Fenomenologia della vita 59 Etica e medicina 59 La storia nascosta: tra mito e realt 61 Verit e metodo 2 62 Cristianesimo e redenzione 31 TENDENZE E DIBATTITI 31 Identit della filosofia tedesca 31 Attualit di Croce 32 Storia e attualit della medicina 34 Filosofia della liberazione 35 Riflessioni sulla modernit 35 Controversie sulla ragione 36 Wittgenstein in Francia 37 Materia signata e materia segnica 70 CALENDARIO 39 PROSPETTIVE DI RICERCA 39 Kierkegaard negli Stati Uniti 40 Alle origini del pensiero di Herder 40 Passato e futuro della psicoanalisi 41 Elogio della filosofia francese 41 Nuove edizioni di Josef Knig 42 Etica e tradizione ebraica in Spinoza 42 Sulla pittura e lo spettacolo 43 Lopera filosofica di Alan Donagan 78 RASSEGNA DELLE RIVISTE 44 Ontologia, etica e politica in Janklvitch 45 Il pensiero nomade di Deleuze 46 Benjamin da giovane 3 85 NOVIT IN LIBRERIA 76 STUDIO 76 Leggere la Critica della ragion pura 76 La linguistica del Novecento 77 Differenti significati del positivismo 74 DIDATTICA 75 Dizionario di filosofia 63 Dio nella teologia del Novecento 63 Storia filosofica del razzismo 64 Sullintelletto 65 Il pensiero politico nel Seicento 66 Memoria, oblio, perdono 68 Dai presocratici a Platone 69 La scuola hegeliana 69 Sulla questione del metodo

PROFILO

Emmanuel Levinas

PROFILO
Organizzata dal Centro Studi filosofico-religiosi Luigi Pareyson, il 10 giugno 1996 si tenuta a Torino una giornata di studi dedicataaLereditdiEmmanuel Levinas, ad un anno dalla scomparsa del filosofo, avvenuta il 25 dicembre 1995. Il convegno ha avuto il merito di cogliere, riconoscere e arricchire le verit della filosofia levinasiana, sollecitandole, animandole e aprendole al nuovo, attraverso corrispondenze ed echi che hanno portato in primo piano un orizzonte ancora coinvolto nella crisi della metafisica. Se, in questo orizzonte, la filosofia di Emmanuel Levinas ha saputo testimoniare la possibilit di attribuire ancora un carattere di assolutezza alletica, il convegno torinese ha inteso sviluppare questa possibilit nelle sue svariate valenze. Nel suo intervento Fabio Ciaramelli ha misurato la relazione etica sulla radicale temporalit dellessere. In Levinas il tempo trova il suo senso non in un nostalgico movimento a ritroso verso uneternit immobile di un passato ormai dimenticato, ma nel dispiegarsi stesso della vita, di una vita protesa al cambiamento e alla novit. In questo tempo, che identifica e caratterizza la concretezza della situazione umana, si manifesta e si attua la relazione del soggetto con laltro. In questo tempo, che muove lesistenza attraverso lattesa e il desiderio, lalterit dellaltro, il suo apparire e il desiderio di coglierla confermano la direzione, nonch il carattere (irrecuperabile) del tempo e dellesistenza medesimi. Ma chi laltro? A questa domanda ha risposto Pier Aldo Rovatti, sottolineando come la dimensione fenomenologica del pensiero di Levinas comprenda, forsanche esiga, un momento pratico, che identifica la prospettiva etica levinasiana: nellincontro con laltro occorre abbandonare il chiuso meccanismo identificatorio, trattenendo gli affanni (e la violenza) di una assimilazione senza, per altro, soddisfazione. La scoperta dellaltro, non traducibile n consumabile in un atto del conoscere, ha osservato Rovatti, richiede una grande fatica etica, poich esige la sospensione di s a vantaggio dellalterit: nella relazione col volto altrui si realizza un legame che custodisce lassolutezza di coloro che si incontrano. Pertanto, se la necessit di porre e di garantire una relazione che non comporti il sacrificio dei termini definisce la separazione etica, sar ancora la necessit di mantenere la separazione nel legame a esprimere la modalit autentica di ogni relazione. Su questa tematica intervenuto anche Adriano Fabris con alcune annotazioni sul linguaggio come luogo in cui il legame e la totalit creati dalla parola, lontani dal dettare una supremazia, non annullano il senso profondo delle differenze. Della presenza di questo senso di separatezza nel pensiero di Levinas Fabris ha dato ulteriore testimonianza, soffermandosi sulla vicenda ebraica: qui, come in ogni altra comune esperienza etica, si racchiude la sfida di un messaggio, come quello levinasiano, che vuol valere universalmente, senza dissolvere le specificit e le particolarit. Richiamando linteresse sulla significazione della trascendenza, Ferdinando Marcolungo si soffermato sulla possibilit, Questa storia giustificatoria, che Sergio Moravia ha sciolto nel suo intervento dalle maglie levinasiane, la stessa che Levinas intende attribuire allessere; lessere infatti non si propone in unevidenza che non soffre e che non sente, ma come realt spirituale che sente il bisogno di impegnarsi in un compito. Luomo dunque, cos come lessere, si realizza in maniera etica poich, sentendo propria la vocazione a interrogarsi e a mettersi alla prova, cerca di giustificarsi. Quella di Levinas dunque una filosofia che recupera tutta la ricchezza della vita, fondando letica sullalterit dellaltro, del singolo altro. infatti il volto dellaltro a interpellare il soggetto, a farlo sentire fin dallinizio responsabile, cio scelto dal bene, prima che abbia la possibilit di sceglierlo. Per il primato delletica, ogni singolo soggetto si trova gi nella condizione di avvertire la responsabilit per laltro. Non bisogna per interpretare tale richiesta di responsabilit con limperativo di una mentalit sacrificale. La scelta sar libera: impossibile imporre laltro, il bene o la trascendenza. In questo, ha sottolineato Giovanni Ferretti, lopera di Levinas vuole essere un invito, accogliendo e traducendo quella verit soltanto accennata. La risalita verso lorizzonte etico infatti difficile e rischiosa, poich lorizzonte etico e le sue verit si offrono unicamente come traccia ed enigma, mai come fenomeno o come principio. S.N. Il 7 e l8 dicembre 1996, presso lUniversit di Parigi I La Sorbonne, il Collge International de Philosophie di Parigi, in collaborazione con Danielle CohenLevinas, ha promosso due giornate di studio sul tema: Emmanuel Levinas: Visage et Sina (Emmanuel Levinas: volto e Sina). Il convegno ha voluto essere un omaggio allopera di Emmanuel Levinas, ponendo al centro del dibattito il tema della responsabilit e delletica come filosofia prima. A partire da opere come Totalit e infinito (1961) e Altrimenti che essere o al di l dellessenza (1974), letica levinasiana pone come concetto decisivo lAltro, iscritto sul volto dellaltro come luogo di insonnia, come esperienza concreta che destina e ossessiona, che elimina le razionalit e le certezze classiche e mantiene viva uninquietudine fondamentale. Letica, che fonda lumanesimo dellaltro uomo come alternativa alla metafisica, si ricollega in Levinas alla escatologia profetica della Bibbia e costituisce la posta di una doppia e simultanea fedelt ai Greci e agli Ebrei. Se Levinas, infatti, respinge letichetta di pensatore ebreo o di pen-

Attualit di Levinas: i convegni di Torino, Parigi, Genova

Attualit di Levinas
intervengono Fabio Ciaramelli, Adriano Fabris, Giovanni Ferretti, Sergio Moravia, Bruno Moroncini

a cura di Riccardo Ruschi

implicita nelletica Levinasiana, di poter in qualche modo individuare il prodursi e il darsi della trascendenza. Questa mediazione fenomenologica compiuta dalletica intende mostrare come la trascendenza sia fonte di intelligibilit e non porsi come latto di un soggetto che risponde ad un dover essere. Letica infatti, ha spiegato Silvano Petrosino nel suo intervento, non riguarda il dover essere ma lessere; un essere che, per riconoscersi libero e per liberare letica stessa da ogni mistificante forma di ipostatizzazione, deve testimoniare della sua unicit, cosicch, la precariet assoluta dei suoi atti e la sua meravigliosa eccedenza, espressione della soggettivit in quanto unicit, divengono lorizzonte dellaccadere etico. Luomo, al contempo solo e con laltro, chiamato a cercare un senso e un contenuto al proprio vivere e agire; qui si rivela lessenza destinale delluomo in quanto soggetto singolo e insieme soggetto che vive con gli altri.
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PROFILO
satore religioso, lo studio del Talmud ha avuto sicuramente un ruolo in questo suo spostamento del discorso filosofico verso unalterit assoluta, con il prevalere delletica sullontologia. Aprendo la serie degli interventi, Jacques Derrida, che in questi ultimi due anni sta sviluppando una riflessione sui concetti di ospitalit/ostilit proprio in riferimento alla filosofia levinasiana, ha delineato la concezione etico-politica di Levinas in alcune lezioni talmudiche (Nouvelles lectures talmudiques, Ed. de Minuit, Parigi 1996), parlando di Sina come metonimia dellospitalit, come luogo offerto al popolo eletto per essere accolto e per accogliere i Comandamenti e il patto con Dio. Sina anche, per, come frontiera tra la guerra e la pace, tra Israele e le altre nazioni; come luogo di fraternit, umanit e ospitalit offerto allo straniero, che appare come il terzo, lilleit che si inserisce nel patto privilegiato tra il popolo dIsraele e Dio, ed esige dal primo la responsabilit per s come altro, ponendo la questione della giustizia. Il popolo eletto non abita a casa sua, ma ospitato e per questo deve ospitare, essendo a sua volta ospite. Come trascendenza e volto che viene accolto da Israele e accoglie nella Terra promessa e nella Torah, Dio il punto di partenza di una pace eterna, originaria, che si rivela come promessa equivoca, minacciata e minacciante, che contiene in s la guerra come determinazione negativa immanente, come traccia testimoniale della sua originariet. In Levinas, dunque, ha sottolineato Derrida, il punto di partenza la pace, laccoglimento del volto e della Legge, dello straniero e dellalterit, ospitalit dellAltro come fondamento delletica: una pace senza processo, in cui limmanenza della negativit della guerra costituisce la traccia della promessa messianico-escatologica che dice che lo stato di pace deve essere istituito. Per Levinas, ha fatto notare Derrida, il sionismo ha il compito di istituire lo Stato di David in quanto stato di pace, perseguendo un principio che al di l di un pensiero puramente politico (inadeguato) e che inventa la politica partendo dalletica e dalla Legge. Lo Stato dIsraele deve vigilare, nella promessa minacciata e minacciante della pace; deve essere fautore di un diritto cosmopolitico e proteggere la Torah, che esige quella Gerusalemme terrestre che il luogo immanente della pace promessa e compiuta, di unumanit della Torah, figura (secondo Derrida) femminile di ospitalit e dimora, in cui ci pu essere una giustizia integrale. In Politique aprs!, ha proseguito Derrida, Levinas pone la situazione reale dello Stato dIsraele in una visione della storia escatologica, fatta di interruzioni, in cui lo Stato deve avere un ruolo di responsabilit assoluta ed essere dunque ostaggio/ospite di colui che deve accogliere e ospitare (per es. il popolo palestinese). La citt messianica dove ci sar la pace, ha ribadito Derrida, non al di l della politica, ma entra nella politica come elemento trascendente che apre lo spazio politico stesso. Tra i due ordini c uno iatus, una discontinuit, un salto messianico a partire dal quale soltanto pu essere assunta una responsabilit per il terzo. La pace supera il concetto del puramente politico: occorre allora inventare un nuovo concetto, in cui si rappresenti la capacit di accoglimento e la responsabilit assoluta; occorre cio reinscrivere nello Stato ci che proprio dello Stato messianico. Nel Sina, secondo Levinas, incorporato un messianesimo strutturale, e nella rivelazione del Sina si significa il volto come inquietante interruzione messianica e non inizio, che appare senza apparire e d la Legge e il Comandamento di non uccidere, da cui ha origine la pace. Intervenendo su Dire et ddire (Dire e disdire), Paul Ricoeur ha posto il problema del rapporto tra un Detto, proprio dellontologia e dellessere, e un Dire, proprio delletica della responsabilit, come interiorit e attivit dei sensi, come sostituzione e relazione linguistica nella responsabilit per laltro, da cui pu derivare un Detto altrimenti, che si riferisce ad un altrimenti che essere. La linguistica dellontologia, fondata sulla semantica dellenunciato e sulla pragmatica dellenunciazione, ha portato, secondo Ricoeur, ad una nominalizzazione di tutte le forme del linguaggio e ad una riduzione allidentico, che ha prodotto una predominanza dellidentit sulla differenza. Levinas cerca invece ununit correlativa tra Dire e Detto, per poter arrivare ad un Detto altrimenti delletica. Nella fase preoriginaria, lArch del Dire qualcosa di diacronico, unalterit che si perde nellidentit della predicazione (nel Detto) come sincronizzazione cattiva, ma pu essere recuperata nella memoria, nella storia, nel racconto quali operazioni che sincronizzano questa diacronia attraverso il presente della presenza che prossimit dellAltro. Il pre-originario e pre-memorabile diacronia refrattaria a ogni sincronizzazione, tempo come dissociazione; ma insieme tempo sincronizzabile della memoria e della storia, memoria del rappresentabile (la presenza di Autrui), e pu darsi in una sorta di contemporaneit in cui c un recupero della differenza nella prossimit. Secondo Ricoeur, in Levinas vi un passaggio dalla nominalizzazione del Dire allattivit del Detto, una riduzione del Detto al Dire che serve per linterruzione, in cui si ha sostituzione (nella responsabilit per il prossimo) e ritorno del mondo nel Dire, che in quanto Dire altrimenti significazione del Detto. Nel volto come individuo, nellindividuo che si dice, ha rilevato Ricoeur, si pone per Levinas il problema del rapporto tra la soggettivit e la trascendenza: il Dire della soggettivit, nella proposizione indirizzata al prossimo come terzo che pone la que6

stione della giustizia, un Dire senza Detto, una demitizzazione del Detto in cui non si riconosce lessere, ma la presenza del prossimo. Il Dire della responsabilit che reclama giustizia diventa la significazione del Detto; lentrata del terzo che pone la questione della giustizia porta alla separazione tra ideologia e verit e al Detto come Detto altrimenti. Si produce cos una sincronizzazione altra rispetto alla sincronizzazione della predicazione ordinaria, punto di partenza per il discorso sul prossimo e la prossimit, in cui ha luogo la sostituzione e liperbole della passivit nei confronti dAutrui. Con una relazione dal titolo: Quand le dire revient de lexil (Quando il Dire ritorna dallesilio), in cui emersa laffinit tra la struttura della lingua ebraica e il pensiero di Levinas, Silvana Rabinovich ha affrontato il tema del Dire come linguaggio delletica di una soggettivit in esilio, separata, per cui il Dire si deve disdire. Il Dire linguaggio senza nome n proposizione, interiorit diacronica, successione indefinita del presente, non indifferenza ad Altri suscettibile di significazione, in cui la prossimit al volto istituisce il rapporto tra il Dire e il Detto. Lesilio come Gol si rivolge allesterno, da cui viene la Rivelazione come appello a partire dallesteriorit e dallesilio (Galuth) dAutrui; e proprio in questo incontro lesilio della Gol - indicato nella Cabbala dalla lettera alef, che significa linfinito, ci che non pu essere detto e si rivela nella prossimit del Dire viene trasformato dallinfinito (lalef) che ha in s in Redenzione. Intervenendo su Ce qui est du monde futur (Ci che proprio del mondo futuro), Pierre Bourez ha posto la questione del rapporto in Levinas tra letica come responsabilit e la redenzione messianica. Il Messia, portatore dellera della giustizia in cui i saggi potranno dedicarsi allo studio della Torah, arriver quando lo si aiuter a venire (con limpegno etico e il ritorno a Dio); la sua venuta, che imprevedibile ( irruzione), non eliminer il povero e lingiustizia sociale, per cui si continuer a porre il problema della responsabilit per laltro uomo. Nel corso di una storia messianica che ha visto Auschwitz e lannientamento del popolo dIsraele, bisogna, secondo Levinas, reinterrogare limpotenza di Dio; e di fronte ad un Dio fragile, impedito, addolorato e in esilio, alla sua contrazione nella Creazione, bisogna opporre la questione della responsabilit radicale delluomo allinterno di un impegno reciproco tra luomo e Dio. Proprio in questo impegno, ha osservato Bourez, si istituisce per Levinas un equilibrio tra Legge e Redenzione. Nella sua relazione dal titolo: Levinas, Heidegger et la politique Levinas, Heidegger e la politica), Giorgio Agamben ha parlato di unassunzione, nel Levinas che si confronta con Heidegger in De levasion (1935), dellessere delluomo come pura

PROFILO
vita biologica (vita nuda), come eredit biologica, il cui compito storico consisterebbe nellaprire uno spazio politico in cui la politica sia esposizione della consapevolezza dellassenza di un ergon delluomo. Invece Stphne Moss, intervenendo con la relazione Au del de la guerre: Rosenzweig e Levinas (Al di l della guerra: Rosenzweig e Levinas), vede in entrambi questi autori una meditazione sulla guerra e una conseguente critica della nozione di totalit, che nel primo porta ad una dissidenza del Me rispetto a ogni struttura di totalit (Stato, societ, collettivit), mentre nel secondo conduce ad un ripensamento approfondito dellidea di totalit e alluscita da essa nella nozione di rivelazione dellesteriorit del volto dAutrui come traccia che appartiene al dominio dellinfinito. T.T. Con il titolo significativo Per unetica della memoria, il 12 gennaio 1997, nella sede di Palazzo Ducale, il Comune di Genova, in collaborazione con il centro culturale Primo Levi, lUniversit di Roma La Sapienza e lUniversit di Genova, ha dedicato a Emmanuel Levinas una giornata di studi, presieduta da Flavio Baroncelli. Memoria, nel caso di Levinas - ha commentato Paolo Vinci, introducendo i lavori - non significa tanto conservare il passato, quanto rompere la definitivit di ci che avvenuto. Se la Bibbia, Puskin e Tolstoi rappresentano le letture cardine, gli studi condotti nelle Universit di Strasburgo e di Friburgo nel biennio 1928-29 e lanalisi della fenomenologia di Husserl, ha precisato Vinci, costituiscono le esperienze di partenza. Dal 1957 in poi, le letture talmudiche segnano invece un percorso, in cui lintera storia della filosofia viene riletta attraverso lebraismo. Ponendo laccento sul tema dellAlterit, sul nodo dellautrui e sul carattere dirompente dellincontro con laltro uomo, Vinci ha rilevato come secondo Levinas laggiramento dellAlterit sia compito abituale delluomo adulto, impegnato nella costruzione autoconservativa della propria identit. In questo orizzonte, lAltro cessa di essere tale e viene sempre sottoposto ad un rigido processo di identificazione. Nella topografia dellidentit, simile per Levinas al sistema di cicatrici di cui parla Adorno, risulta prioritario il ruolo del linguaggio, che consente il passaggio dallimmediatezza alla mediazione e nel dizionario dei nomi permette la neutralizzazione del soggetto e il controllo dellAltro. Tuttavia, ha dimostrato Vinci, per Levinas il linguaggio pu riscattarsi nella dimensione della responsabilit, secondo la specifica accezione in cui il dire o la carezza (linguaggio della prossimit) vengono prima del detto. Nel saggio dedicato a Paul Celan, in Nomi propri (1975), Levinas paragona la poesia ad una stretta di mano e, precedentemente, in Totalit e Infinito. Saggio sullesteriorit (1971), mostra come, nella traccia della carezza, il soggetto che va verso laltro uomo si ricongiunga con se stesso, affrancandosi dal peso dellidentit. Nel verso e nella carezza, il massimo di vicinanza allAltro, si delinea anche il massimo di trascendenza e di distanza, oltre la logica dellidentificazione. Proprio su Etica come filosofia prima: la sfida di Levinas alla tradizione filosofica si sviluppato lintervento di Francesco Paolo Ciglia, che ha tuttavia ricordato come lesordio del pensiero di Levinas negli anni Trenta non abbia preso le mosse dalletica. A partire da En dcouvrant lexistence avec Husserl et Heidegger (Scoprendo lesistenza con Husserl e Heidegger, 1949) sino a Totalit e Infinito. Saggio sullesteriorit, si sviluppa un percorso dal senso al nonsenso, dalla quiete rassicurante dellontologia allinquietudine di una dimensione preteoretica, colta nella tonalit del disumano e dellorrore. Per Levinas, ha osservato Ciglia, il progetto da compiere uscire dallEssere e andare oltre i confini della soggettivit, paradossalmente filtrata attraverso una serie di figure traumatiche, anti-etiche per eccellenza, come lAlterit senza volto della Morte, lEros o limpossibilit di fusione tra soggetti e il dissidio della paternit. Dopo aver sferzato il solipsismo nei suoi tratti costituitivi, ci che per Levinas resta da realizzare la costruzione di una nuova etica, in cui la disuguaglianza tra persone conduca alla responsabilit verso chi si trova in condizioni di indigenza o di disparit. La relazione di Benedetto Carucci sul tema: Le radici ebraiche dellalterit ha messo in evidenza come il tentativo di conciliare lebraismo, presunta religione dellunit, con il pensiero dellAlterit di Levinas rappresenti una falsa questione. Se infatti si rilegge con attenzione tutta la tradizione della cultura ebraica, non si pu non rilevare la costante presenza di relazioni duali, in cui i termini risultano irriducibili a ogni tentata sintesi o mediazione. Dalle letture talmudiche di Levinas, appare chiaro come la dimensione della scissione e dellalterit sia presente pure nella struttura fisica del tribunale ebraico, in cui un giudice deve essere posto sempre di fronte ad un altro giudice, nellesercizio costante dello sguardo. Nella mistica ebraica, il mondo altro rispetto a Dio, che si ritrae per consentire lesistenza delluniverso. Tra uomo e Dio non c mai inglobamento o sovrapposizione, ma costante risulta la tensione di uno spazio vuoto tra i due termini, come Levinas tematizza in Totalit e Infinito. In questo contesto, la massima punizione per il soggetto consiste nellessere riassunto e ridotto a Dio. A confermare la presenza della dualit, ha proseguito Carucci, la continua successione di discussioni nel Talmud scandita dallimpossibilit della mediazione. Sulla medesima lunghezza donda, Levinas riformula la tradizione rabbinica, proponendo una dialettica nonhegeliana, in cui vive il contrasto tra due
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punti di vista, al di fuori di ogni fusione. Sui nessi tra la tradizione ebraica e il pensiero di Levinas intervenuto Franco Camera con la relazione Linterpretazione infinita: Levinas lettore del Talmud, che ha posto in primo piano il progetto levinasiano di tradurre il particolarismo ebraico nel linguaggio universale di una filosofia che si serve di concetti. Considerando il Talmud come la fonte di cui tutte le filosofie si nutrono, Levinas risale dalle questioni rituali alla domanda filosofica fondamentale sul significato ultimo delluomo nel mondo. In Quatres lectures talmudiques (Quattro letture talmudiche, 1968) e in Du sacr au saint. Cinques nouvelles lectures talmudiques (Dal sacro al santo. Cinque nuove letture talmudiche, 1977), sviluppando un terzo livello di interpretazione della Bibbia, che segue lesegesi Michna e linterpretazione rabbinica, Levinas sostiene che se il testo talmudico un continuo combattimento intellettuale in cui i soggetti sono ascoltati non per quello che dicono ma per quello che fanno, anche linterpretazione del testo deve possedere i caratteri di libert, invenzione e audacia, evitando le decodificazioni univoche e collocandosi in quel processo di traduzione infinita che indica la trasmissione della parola di Dio. In questottica, il Talmud diviene una sorta di Lebenswelt (mondo della vita), universo di natura pre-filosofica, gamma di materiali dellesperienza, su cui si innesta la riflessione rigorosa. A questa serie di relazioni hanno fatto seguito alcune proposte interpretative sul tema: Filosofia della Morte come Filosofia della Vita. Partendo da unampia ricognizione delle lezioni tenute da Levinas alla Sorbona negli anni 1975-76, Raffaella Di Castro ha dimostrato come per Levinas la morte superi la logica binaria e consenta una realizzazione del principio del terzo escluso, in un processo in cui la vita continua nella morte e la morte presente nella vita. Di fronte a uomini ridotti a maschere mortuarie e somiglianti ad animali impagliati, compito delletica come filosofia prima conservare alla morte il suo mistero, la sua energia dirompente, contro ogni schema di assimilazione e di neutralizzazione del dolore. Pensare la morte a partire dal tempo: Levinas e Heidegger stato il percorso proposto da Paolo Vinci. Dal Fedone di Platone, prima grande trattazione del tema della morte, al pensiero contemporaneo la filosofia, secondo Levinas, ha tentato di esorcizzare langoscia di fronte al non-senso della morte con uno stoicismo sublimante. Procedendo oltre questa prospettiva, Levinas intende superare anche quella dimensione che per Heidegger caratterizza lEssere-per-la morte di ogni soggetto. Non dalla propria morte occorre partire, ma dalla morte dAltri, che ci lascia senza risposta e che ci pone di fronte ad una nonesperienza pi profonda di qualsiasi esperire, comunicandoci il linguaggio della re-

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sponsabilit. Lunicit e linsostituibilit to fin dagli anni Sessanta, Emmanuel Le- cui egli intendeva mostrare linfondatezza dellEssere-per-la morte heideggeriano rap- vinas affida dunque la propria ultima ri- - limpossibilit di essere prima - e la presentano, secondo Levinas, una cattiva flessione. Gi altre volte, parallelamente sterilit - lincapacit di generare letica, unicit, meccanismo che isola, tentando di alla pubblicazioni di opere maggiori, Levi- ovvero lautentica relazione con lAltro nel esercitare un potere su ci che toglie ogni nas aveva dato forma scritta (Quatres lec- rispetto del suo mistero e della sua distanpotere. La morte di Altri, ha osservato Vinci, tures talmudiques, 1968; Du Sacr au sa- za. Di fatto, la riflessione di Levinas sollecitando la nostra responsabilit, sostituisce int, 1977; Lau-del du verset, 1982; venuta snodandosi attraverso una doppia alletica dello scambio biunivoco, che si fonda lheure des nations, 1988) alle periodiche origine: la razionalit occidentale, la filosul dialogo, sul riconoscimento e sullamore, la conferenze tenute presso il Collegio degli sofia, da una parte, e, dallaltra, la saggezza visione della non-reciprocit, in cui lAltro intellettuali ebrei di Francia, di cui certa- ebraica, che nel Talmud, testo profetico per un fuori e la tonalit dellangoscia, ultimo mente era stato uno degli animatori pi eccellenza, trova linesauribile materia di conatus essendi, si tramuta nellaccettazione di vivaci. Alla necessit, particolarmente av- una perenne messa in discussione dellegochi non pu pi parlare con noi. Criticando la vertita, di ricostruire, dopo la tragedia della logia in nome del carattere creaturale delconcezione del continuum temporale di Hei- Sho, uno spirito e una cultura ebraiche, di lumano. Proprio questo incontro tra Gredegger, Levinas propone la diacrocia e Gerusalemme, tra razionia, la discontinuit di una relazionalit occidentale e religiosit, ne con ci che non ancora, in un Levinas ha voluto mettere in esplicito richiamo alle posizioni di scena in queste sue ultime lettuErnst Bloch. re talmudiche. Dopo la relazione del rabbino In esse viene innanzitutto posta Amos Luzzatto, La morte nella questione del rapporto tra la tradizione ebraica, il convegiudizio divino e giudizio umagno si concluso con una tavola no o, in altri termini, tra trarotonda su Etica e responsabiliscendenza e immanenza. Qui, t nella societ contemporanea. limmanenza - lottimismo delAntonio Balletto, Flavio Baronla ragione, cifra della filosofia celli, Franco Becchino e Giusepoccidentale ma anche del senso pe Momigliano, oltre ad Adriacomune - viene radicalmente no Sansa (sindaco di Genova), ridimensionata dallEtica, che hanno discusso sulla distinzione non una regione dellontolotra etica laica ed etica dellobbegia, ma il disinteresse di s che dienza. Dopo secoli di contrapnasce solo dal traumatismo del posizioni, nellepoca del postrapporto con lAltro; daltra moderno, letica laica corre il parte, lalterit della trascenrischio di convertirsi in una sorta denza non intesa nel senso di di etica della sottomissione, trauna divinit soprannaturale e ducendo il principio di responsaonnipotente, ma come profetibilit nella voce rassicurante delle smo (altrove tradotto con creanorme. Per questo, occorre rituralit), voce che richiama alla partire da Levinas, che ha semresponsabilit assoluta verso pre combattuto qualsiasi morale lAltro. Nel profetismo si racdellobbedienza in favore di una colgono i due termini del rapporresponsabilit terribile, in cui to - extra razionale ed extra filolimpegno del singolo per altri fa sofico - con la trascendenza: lalpaura e promette poche sodditerit dellaltro uomo - lo strasfazioni. Contro le morali utilitaniero, a cui devo tutto - e la ristiche e i sistemi di negoziaziotradizione straniera del Talmud. ne dellagire (da Habermas a Nellincontro tra Grecia e GeRawls), il pensiero di Levinas rusalemme, tuttavia, emerge lancia una provocazione alla soanche la questione della dimenciet contemporanea: riproblesione del politico, spesso oscumatizzare letica, evitando di rata nelle opere maggiori dalMarc Chagall, I cancelli del cimitero (part.,1917) estinguere il conflitto e la soffelaccento sullasimmetria della renza. G.A. relazione con lAltro. Il riequiriannodare il filo di una tradizione straziata librio dellasimmetria nel rapporto sociale dallolocausto, Levinas univa infatti la con- affidato da Levinas al commento del Pubblicate poco vinzione che, in particolare dopo il trauma dialogo, narrato nel Talmud, tra AlessanAttualit dopo la morte, di Auschwitz, la tragedia del popolo ebrai- dro il Macedone, allievo di Aristotele e di Levinas: una serie di tre co dovesse assurgere a metafora dellintera personificazione dello Stato, e i savi ebrei: le pubblicazioni un testo in cui riappare nella sua radicalit Nouvelles lectu- condizione umana. res talmudiques Nonostante il carattere in qualche modo largomentazione levinasiana contro la ti(Nuove letture esoterico di questi testi, che ne ha per un rannia di ogni dimensione sincronica - lo talmudiche, Ed. certo tempo limitato la diffusione, proprio stato, la storia come potere anonimo, - e in de Minuit, Parigi dal rapporto costante, anche se discreto e favore della democrazia come il minore dei 1996) raccolgo- improntato al massimo pudore, con la tra- mali a fronte dellan-archia - assenza di no scritti risalen- dizione ebraica, Levinas trae continua ispi- principio e di fondamento di un soggetto ti, il primo, al razione, facendone la fonte e, diremmo, il che sempre in ritardo su se stesso, perch 1974, gli altri due alla fine degli anni Ottanta. punto di vista a partire dal quale mettere fondato dal rapporto con lAltro - di cui la Al commentario al testo talmudico, genere alle strette quella razionalit, dominante legge ebraica portatrice. forse la radicadi scrittura tra lorale e lo scritto, collauda- del mondo e del pensiero occidentale, di lit di unobbligazione che genera solo
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unobbligazione ulteriore, fino allaccettazione inconfessabile della morte per lAltro; del rifiuto dello Stato in nome dellunica autorit non revocabile, la Torah, che conduce Levinas in queste letture a riflettere sulla discrezione, cui rivendica un ruolo fondamentale nel delicato sviluppo del pensiero, sensibile a ogni divulgazione e volgarizzazione. K.B. Con uno studio dal titolo: La filosofia di Levinas. Alterit e trascendenza (Rosenberg & Sellier, Torino 1996), Giovanni Ferretti ripercorre le opere principali di Levinas, individuando il nucleo centrale della sua filosofia nel duplice obiettivo di difendere lalterit dellAltro e di recuperare il significato autentico della trascendenza dopo la crisi della metafisica ontoteologica. La proposta teorica di Levinas di una fondazione non pi ontologica ma etica della metafisica rappresenta in tal senso una terza via rispetto allalternativa tra la riabilitazione della concezione tradizionale della metafisica e la difesa della concezione immanentistica, che ha raggiunto il suo apice nella teoria di Hegel. La filosofia di Levinas, osserva Ferretti, viene formandosi attraverso il confronto con filosofi come Husserl e Heidegger. Pur riconoscendo a Heidegger il merito di aver affermato la priorit dellintenzionalit ontologica della vita affettiva ed effettiva rispetto al primato dellintenzionalit del pensiero teoretico di Husserl, secondo Levinas lontologia heideggeriana resta tuttavia ancorata ad una visione totalizzante e onnicomprensiva dellessere. Al termine totalit Levinas contrappone quello di infinito, che implica la rottura della dimensione totalizzante attraverso lirruzione nelluomo della relazione etica con lAltro. Laltro si presenta come volto che emerge nella sua esteriorit assoluta, staccandosi dallo sfondo anonimo dellessere, per richiamare la responsabilit morale umana. Nellambito della concezione etica levinasiana il concetto di trascendenza, rileva Ferretti, assume un significato diverso da quello tradizionale, in quanto viene situato oltre lessere. Il volto dellaltro rappresenta infatti una traccia dellinfinito, in quanto indica una dimensione enigmatica che non pu essere concettualizzata secondo i parametri tradizionali ontologici. Un ulteriore approfondimento di queste tematiche offerto dallo studio di Ferdinando Luigi Marcolungo, Etica e metafisica in Emmanuel Levinas (Istituto di propaganda libraria, Milano 1995), che mostra come limportanza della filosofia di Levinas sia dovuta alla riformulazione della concezione della soggettivit in rapporto sia al pensiero moderno sia allesistenzialismo contemporaneo. Per Levinas, infatti, il soggetto non deve essere identificato con la pura conoscenza, in quanto si radica in quella sfera originaria dellesperienza che pu essere denominata interiorit incarnata. In questo, osserva Marcolungo, lintento principale di Levinas quello di opporsi alla totalit hegeliana, che assimila gli individui nellimpersonale e nel neutro, favorendo la violenza e la guerra. Nella fenomenologia di Hegel predomina infatti lidentit dellidentico e del non identico, mentre, secondo Levinas, lalterit pu essere rispettata solo nella negazione della sintesi concettuale. M.Mi. Ne Il testimone del circolo. Note sulla filosofia di Levinas (Franco Angeli, Milano 1996) Carmelino Meazza mette ulteriormente in evidenza la critica radicale di Levinas a quella tradizione di pensiero occidentale che riduce lesperienza a sapere teoretico e ad ansia metodologica, come elementi fondamentali su cui si fonda la finzione del circolo propria delle filosofie della totalit. Hegel e Heidegger, secondo Levinas, portano alle estreme conseguenze la possibilit di rendere plausibile questa finzione, riconducendo il rapporto soggetto-oggetto e tempo-essere ad una modalit dellessere; qui la riflessione sul metodo deve ridursi a metodologia per permettere il trapasso della soggettivit verso il movimento di assorbimento dellessere. Il metodo deve cos diventare spazio della manifestazione dellessere. Le filosofie del circolo, osserva Meazza, sopravvivono per Levinas solo se perdono il senso autentico della domanda su che cos lessere e sul ruolo di chi la formula. Da Rosenzweig Levinas eredita il sospetto che qui si trovi la chiave di volta delle filosofie del circolo: movimento interno che offre la matrice alla parusia dellAssoluto. Sia in Hegel, sia in Heidegger, la rappresentazione del niente riesce a velare il problema di chi sia colui davanti al quale questa recita debba rappresentarsi. Le filosofie del circolo fanno del soggetto della domanda un capitolo del movimento dellessere aprendo a due sole alternative: il blocco della teoria o lermeneutica. In Sartre, fa notare Meazza, Levinas trova un alleato nella misura in cui anche questi si pone il problema di individuare un momento dellessere che si sottragga al movimento dellessere stesso; un fra-tempo che si collochi al di l dellessere contro le dialettiche di essere e nulla. Tuttavia, Levinas contesta la libert radicale di Sartre, dove il niente diventa la matrice della temporalit e cos la finzione dialettica si ristabilisce nel tempo. Occorre invece tenere uniti nello stesso movimento levento, e la durata di questo evento, con il fatto di una separazione che viene a garantire levento dellessere. Esiste una misura che deve imporsi sul tempo secondo una verticalit estranea alla dialettica del tempo stesso e che non appartiene neppure al soggetto. Il corpo, secondo Levinas, levento concreto della relazione tra Io e S; la corporeit in un punto che anticipa lapertura dellintenzionalit e non quindi riducibile a questultima o al sapere.
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Di fronte al problema di chi guarda nel circolo dellessere e di cui necessario indurre la provenienza dallal di l dellessere, la singolarit cui giunge Levinas, osserva Meazza, libera, perch separata in modo radicale dallessere e dalla storia. Laltrimenti che essere levinasiano possibile, tuttavia, solo tramite un metodo entro cui possa accadere, un metodo che, a differenza di quello dialettico, non cancelli le ombre che il soggetto genera, bens le renda queste ancora pi evidenti. In questa prospettiva Levinas affronta lo studio del rapporto diacronico che si viene a delineare tra Dire e Detto, nellanalisi dellimminenza dellAltro e della figura del Testimone. Una ricostruzione genealogica delle tappe fondamentali del pensiero di Levinas, attraverso un confronto fra le opere giovanili e quelle della maturit, quella offerta da John Llewelyn nel volume Emmanuel Levinas. The Genealogy of Ethics (Emmanuel Levinas. La genealogia delletica, Routledge, Londra-New York 1995). Il termine genealogia usato qui in varie accezioni: in una prima richiama la definizione stessa data da Levinas alla sua ricerca; in una seconda fa riferimento a quello che pu essere definito lordine logico dei periodi di sviluppo del pensiero di Levinas; in una terza ricostruisce lordine in cui il Levinas sviluppa storicamente, da unopera allaltra, la propria concezione filosofica; infine, in una quarta, mette in evidenza il modo in cui la filosofia levinasiana si rapporta alla tradizione del pensiero filosofico, con particolare riferimento alla genealogia della morale di Nietzsche. La ricerca di Llewelyn si divide in tre parti. Nella prima sindaga la questione della scarsezza o delleccesso di fondamento dellontologia in rapporto alla sua possibilit di porsi come proto-etica, unetica nellaccezione levinasiana. A questa situazione Llewelyn risponde proponendo di affrontare la questione attraverso una lettura cronologica dei primi scritti a partire da De lvasion del 1935. Qui vengono indagati i temi della claustrofobia ontologica, della realizzazione ontica, dellannuncio del tempo e dellAltro. La seconda parte dello studio di Llewelyn si sofferma soprattutto su Totalit et infini (Totalit e infinito) del 1961, attraverso unanalisi del senso del faccia a faccia, della molteplicit dellalterit e della generazione. La terza parte analizza Autrement quetre ou au-del de lessence (Altrimenti che essere o al di l dellessenza) del 1974, con particolare attenzione per il rapporto fra libert, eguaglianza e fraternit, per lateologia e lontologia e per lagorafobia etica. Dal punto di vista di un approfondimento critico dei motivi fondamentali del pensiero di Levinas pu valere la raccolta dal titolo: Ethics as First Philosophy (Etica come filosofia prima, Routledge, New York-Londra 1995), curata da Adriaan Peperzak, che raccoglie gli atti di un convegno sullo stesso tema, tenutosi alla Loyola University di Chicago nel maggio 1993.

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Come sottolinea Adrian T. Peperzak nellIntroduzione al volume, Levinas ha pi volte sostenuto di non aver mai scritto unetica: nella definizione di etica come filosofia prima la parola etica mira a qualcosa di pi originario e radicale; indica un punto in cui la distinzione e lopposizione fra elemento etico e teoretico non possono essere n valide, n possibili. Se letica la considerazione meditata (o teoria) delletico, mentre la filosofia prima la pi originaria e radicale dimensione della teoria, allora etica e filosofia prima coincidono. Di questa concezione lopera di Levinas, osserva Peperzak, costituisce la testimonianza pi evidente. Il faccia a faccia rivela il mio essere per lAltro e linesaustibile responsabilit contenuta in questa struttura; lessere per non semplicemente un principio etico, ma il luogo di nascita, pre-originario o an-archico, di tutte le relazioni teoretiche. Per quanto il nucleo della filosofia di Levinas possa essere accostato da differenti prospettive, vi alla fine una convergenza nella relazione fra lAltro e lio. I saggi raccolti in questo volume sono suddivisi in sei sezioni: 1) descrizioni, 2) etica come filosofia prima, 3) psichismo, 4) arte, 5) religione, 6) Levinas e Benjamin. Nella prima sezione, Catherine Chalier analizza il rapporto fra filosofia ed ebraismo, con particolare riferimento allidea di responsabilit e libert, mentre Robert Gibbs mette in evidenza come il valutare la dimensione ebraica nelletica di Levinas richieda una sequenza ritmica di innalzamento e vicinanza. Charles E. Scott affronta la problematica del retroterra religioso, vista da unottica post-moderna di un filosofo non ebreo. Nella seconda sezione, Bernard Waldenfels e Hugh Miller aprono un dialogo sul concetto di responsabilit a partire da una prospettiva fenomenologica, in cui linterpretazione levinasiana delletica stravolge la tradizione consolidata. Patricia H. Werhane analizza criticamente il discorso sulletica a partire da un punto di vista analitico in cui lasserto centrale lindividuazione di una prospettiva normativa priva di costrizioni metaetiche. Elisabeth Weber concentra lattenzione sulla nozione di persecuzione, mentre, sullo stesso tema, Robert Bernasconi analizza il paradosso della struttura della responsabilit nei confronti del proprio persecutore, sottolineando come Levinas abbia sviluppato una filosofia che sorge dallesperienza non-filosofica dellessere perseguitati. Unanalisi del linguaggio viene delineata da Fabio Ciaramelli, che sottolinea come Levinas eviti i termini origine e originario e utilizzi invece pre-originario o an-archico per indicare la-priori che precede la libert e lontologia. Paul Davies indaga il linguaggio etico levinasiano in un confronto con Blanchot e Derrida. Nella terza sezione, Andrew Tallon analizza il pensiero di Levinas da un punto di vista psicologico, soffermandosi sulla fenomenologia dellaffettivit, mentre William J. Richardson delinea, da un punto di vista psicoanalitico, un confronto fra la teoria del conscio e del pre-conscio in Levinas e quella dellinconscio di Lacan. La quarta sezione si compone di un unico saggio, quello di Edith Wyschogrod, sul rapporto etica ed estetica. Nella quinta sezione, Merold Westphal analizza, attraverso un confronto con Kierkegaard, il concetto di sospensione teleologica dellelemento religioso. Da un punto di vista metodologico, Theo de Boer indaga la relazione della filosofia con la teologia e lontologia. Il saggio di Jill Robbins riaffronta il tema della responsabilit, soffermandosi sul problema della traccia, mentre Adriaan T. Peperzak e David Tracy dialogano sul significato di trascendenza. A partire da Nietzsche e Rosenzweig e dal tema della morte di Dio, John Llewelyn analizza ci che Levinas individua col termine Dio, mentre Hent de Vries delinea una gamma di posizioni, a partire dai termini adieu, dieu e aDieu, che pongono Levinas fra Kierkegaard e Derrida. La sesta sezione, infine, contiene il saggio di Rebecca Comay su alcune affinit fra le teorie di Levinas e quelle di Benjamin. M.B.

Lopera di Emmanuel Levinas ha attraversato il secolo e la sua crisi cercando incessantemente di ricondurre il rigore del discorso filosofico alla concretezza delle situazioni umane che nella loro descrivibilit fenomenologica di costituiscono la trama temporale Fabio Ciaramelli dellintelligibile. Muovendo da questa fondamentale e ricorrente esigenza di individuare un contenuto che resista alla forma e che la preceda, si pu scorgere nel desiderio dellaltro la mediazione originaria del tempo come filo conduttore del pensare levinasiano. Lordine proprio del tempo implica infatti limpossibilit dun afferramento istantaneo dellaltro, e la necessit di accedervi concretamente solo attraverso la tensione ineliminabile del desiderio. In effetti, bens vero che lintimit immediata del faccia a faccia - la relazione etica da me allaltro - costituisce per Levinas la sorgente originaria del senso, che egli nomina addirittura preoriginaria nella misura in cui essa precede lordine ontologico dellorigine articolantesi nel presente della coscienza. Tuttavia, lanteriorit o la priorit di questa immediatezza immemorabile delletica - il paradosso quasi insostenibile dun immediato al passato (Blanchot) - sempre gi turbata e quindi interrotta dallingresso del terzo - altro dallaltro - nellintimit del faccia a faccia: ingresso permanente, che costituisce lorigine stessa dellapparire, cio lorigine stessa dellorigine (Altrimenti che essere, p. 200). Il che inevitabilmente Il desiderio dellaltro
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attenua loriginaria immediatezza del faccia a faccia, la quale in tal modo si rivela strutturalmente contaminata dalla mediazione inevitabile della pluralit umana. Per accedere allaltro in quanto origine ultima o prima del senso, il pensiero di Levinas allora costretto a porre come originario il ricorso alla dimensione simbolica, nella quale la relazione etica immediata del faccia a faccia sattenua e il volto dellaltro inevitabilmente rimanda la complessit del sociale. Fin dallinizio lorigine si complica, e lingresso permanente del terzo ne scompone lintimit e listantaneit: Levinas vi riconosce la nascita latente (ibidem, p. 196) dellordine sempre indiretto e tortuoso, cio simbolico (ibidem, p. 77), del sapere. Laccesso allorigine non pu aver luogo in maniera immediata e diretta, ossia intuitiva, poich la mediazione, lintreccio e la complicazione dellorigine sono originari. Lo stesso rapporto etico da me allaltro non si d in originale - non trascende la mediazione del tempo - dal momento che la sua paradossale immediatezza ha sempre gi scavalcato i confini del presente. La temporalit del tempo senza cominciamento in un presente puro. Loriginario non mai immediato. Allora, se vero che il dire originario o pre-originario per Levinas limmediatezza immemorabile del faccia a faccia, altrettanto vero che il suo significato etico preliminare non si manifesta e non pu manifestarsi in un linguaggio pre-originario, ma sempre e comunque in un dire correlativo del detto, bench incapace di ridurvisi. Questa peripezia mediatrice del dire (ibidem, p. 9) attesta la sua temporalit, ed motivata precisamente

PROFILO dalla non-coincidenza di immediato e originario, dal sottrarsi dellimmediato alla manifestazione e dallimpossibilit di concepire il senso della manifestazione come ritorno nostalgico allimmediatezza. Tale impossibilit deriva dalla struttura concreta del tempo, dalla positivit del suo inesorabile trascorrere, dal sovrappi di senso della sua trascendenza che non costituisce in alcun modo una degradazione di una presunta immediatezza originaria. perci nellavvenimento straordinario e quotidiano (ibidem, p. 14) del dire irriducibile al detto ma inevitabilmente connesso alla mediazione del detto che si intravede ci che Levinas chiama la deformalizzazione della nozione del tempo. Nella sua concretezza fenomenologica, il tempo - come si legge allinizio delle conferenze pubblicate nel 1948 con il titolo Il tempo e laltro - non il fatto di un soggetto isolato e solo, ma la relazione del soggetto con altri (p. 8). Risulta qui decisiva lirriducibilit della relazione temporale con laltro allordine ontologico della conoscenza che aspira essenzialmente allunit di pensiero ed essere. La modalit della relazione temporale allaltro non la nostalgia dellunit - la nostalgia dellimmobile di cui il tempo sarebbe solo la messa in movimento derivata e privativa - ma il desiderio. Un desiderio che per non persegua labolizione della propria tensione grazie al raggiungimento di ci che potrebbe soddisfarlo o colmarlo, che non aspiri cio alla presunta immediatezza dellunit originaria che precederebbe il tempo, poich lideale di un essere pienamente compiuto, lideale delleternit - eterno presente, immobilit dellUno - non pu fungere da paradigma ontologico per una vita, per un divenire capaci di rinnovamento, di Desiderio, di societ (Totalit e infinito, p. 223). La trascendenza il movimento stesso di questa vita nella sua concretezza, la sua inevitabile e originaria ricorrenza temporale, movimento che perci non imita uneternit immobile che la precederebbe, nel qual caso il movimento della trascendenza sarebbe solo un movimento presunto, e si risolverebbe in un ritorno a s a partire da un esilio immaginario (ibidem, p. 284). Il carattere non-nostalgico del desiderio - che non aspira al ritorno, perch il desiderio di un paese nel quale non siamo mai nati (ibidem, p. 32) -, presuppone unesistenza autoctona e non un esilio ibidem, p. 61). Nel desiderio dellaltro, che la nostra stessa socialit [...] lIo si dirige verso Altri in modo da compromettere la sovrana identificazione dellIo con se stesso, di cui il bisogno soltanto la nostalgia (La traccia dellaltro, p. 33). Questo movimento, irriducibile al conoscere, la trascendenza stessa delletica. La temporalit del desiderio non quindi privazione, degradazione o perdita duna unit originaria, che perci stesso sarebbe fuori del tempo, e nel suo presente che non passa ne costituirebbe lorigine intemporale. Levinas rifiuta dunque lastrazione dun inizio puro del tempo nella semplicit puntuale di un istante non pi scomponibile, che, al tempo stesso originario e immediato, si situerebbe fuori del tempo, costituendone il limite intemporale. dunque la differenza fra limmediato e loriginario che deformalizza la nozione del tempo, il quale,
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prima di essere forma di ogni esperienza, la concretezza del nostro esistere, la nostra separazione dalla totalit, linsorgenza della ipseit. In questa concretezza si attuano e si manifestano la relazione e il movimento necessari allevento stesso dellessere, al suo dispiegarsi. In tal modo, la radicale temporalit del soggettivo si ripercuote sullessere in generale, e costituisce una vera e propria inversione dellordine logico dellessere che sempre gi presuppone un ordine cronologico a esso irriducibile. Di conseguenza, la necessit di risalire incessantemente a questo ordine cronologico, cio la necessit di effettuare sempre di nuovo la riduzione fenomenologica dellingenuit iniziale (Altrimenti che essere, p. 26), attesta il carattere insuperabile e irrecuperabile del tempo. Non si esce dallorizzonte del tempo. Ecco perch la rivendicazione delletica come filosofia prima avanzata da Levinas come passaggio alla dimensione etica, cio come movimento filosofico che non comincia dalletica ma che trova in essa la propria meta e il proprio esito. Lanteriorit delletica, il suo primato, attinto a posteriori, a cose fatte, aprs coup. Ma ci non vuol dire che lo stabilirsi del primato delletica si configuri come un ritorno alloriginario, alle sue presunte immediatezza e coincidenza con s, il che significherebbe pensare ancora una volta il tempo come privazione e degradazione dellunit, e il movimento della filosofia come nostalgia, mal del ritorno, Heimweh. Anteriore posteriormente ( Totalit e infinito, p. 173), letica si radica nella separazione o nella ricorrenza dellipseit: vi si radica come desiderio di ci da cui lessere separato non proviene ma verso cui si dirige. Limprevedibile novit - la trascendenza - che caratterizza la tensione del desiderio eccede ogni evidenza immediata non in virt di un limite dellintuizione umana, ma a causa del sovrappi della socialit. Limmediatezza ultima o prima del faccia a faccia, la cui intimit Levinas non smette di rivendicare, considerandola il presupposto necessario della sua interruzione o limitazione provocata dallingresso permanente del terzo, a ben vedere non poi attingibile immediatamente, ma solo attraverso un lungo itinerario di ricerca che incessantemente sottrae lalterit del volto dellaltro al suo darsi immediato nella forma che tuttavia lo manifesta, per cogliere nel faccia a faccia la parola del volto. Il volto parla: ci che disturba lordine logico della totalit, ci che nella sua immediatezza interrompe lorigine ontologica, per il fatto stesso di parlare sempre gi interno allordine originario della mediazione. Limmediatezza della relazione etica rivendicata da Levinas non accessibile immediatamente, non si lascia intuire, non si d in originale, ma gi impigliata nel reticolo originario di un ordine simbolico. Il che, a ben vedere, lungi dallindebolire la centralit del desiderio dellaltro, la conferma e lesalta, poich in fin dei conti linassumibile originariet dellaltro accessibile solo grazie al movimento senza ritorno di un desiderio irriducibile alla nostalgia, in cui si attesta lesplosione originaria dellimmediato.

PROFILO Qualche spunto di riflessione sul- sente in Totalit e infinito , se lo fino in fondo, e cosa leredit di Emmanuel Levinas, significa, propriamente, una tale presenza. soprattutto per quanto riguarda la Abbiamo gi menzionato lo scritto Fra due mondi come uno fase del suo pensiero che culmina dei luoghi del confronto esplicito di Levinas con Rosenin Totalit e infinito. Saggio sul- zweig. A esso va aggiunto, accanto alle molte citazioni lesteriorit (1961, trad. it. Milano presenti in varie opere levinasiane, il saggio intitolato Franz 1980), pu venire da una breve Rosenzweig: un pensiero ebraico moderno (tratto anchesdi analisi del suo rapporto con la filo- so da una conferenza, tenuta nel 1964 e pubblicata poi su Adriano Fabris sofia di Rosenzweig. Ci riesce rivista nel 1965 e infine nel volume del 1987 Fuori dal utile, soprattutto, se vogliamo sta- Soggetto, trad. it. Genova 1992). Fra questi due testi (elabobilire il luogo, per dir cos, in cui propriamente si colloca rati uno per il trentennale, laltro per i trentacinque anni dalla la proposta di Levinas allinterno della tradizione ebraica morte di Rosenzweig, avvenuta il 10 dicembre 1929), molte del Novecento. Infatti, fra le sono le analogie, simile la molte domande che possono struttura, uguali, addirittura, sorgere davanti alla complesrisultano numerosi passi. Il sa opera levinasiana, anzinucleo filosofico della Steltutto una richiede di essere la identificato, in Franz nuovamente sollevata: qual Rosenzweig: un pensiero lo specifico modello di ebraico moderno, nellafferebraismo a cui Levinas promarsi di un legame fra priamente si riallaccia? O, in listante vivente della vita altre parole: qual limmaumana e unEternit vivengine del pensiero ebraico che te, nellimporsi cio della egli viene a proporre? Tendimensione della religione tiamo di rispondere a queste di contro ad una concezione domande seguendo, appunfilosofica (come ad esempio to, il filo conduttore rosenquella hegeliana) in cui luozweighiano. mo risulta imprigionato nel Sono numerosi, com noto, suo sistema, destinato alla i luoghi in cui Levinas si supremazia della totalit e confronta con Rosenzweig. dello Stato (p. 57). Di conIl pi famoso di essi la seguenza, lattualit di Rodichiarazione del debito fisenzweig, ovvero il contrilosofico contratto da Levibuto che egli fornisce alnas nei confronti della Stella lebraismo contemporaneo, della redenzione (trad. it. riconosciuta nella capaciCasale Monferrato 1985) che t, incarnata dal popolo compare nella Prefazione di ebreo, di esistere a parte, Totalit e infinito (Lopposeparatamente, nella storia sizione allidea di totalit che politica del mondo; di giudici ha colpito nello Stern der care questa storia, cio di Erlsung di Franz Rosenrestar liberi nei confronti zweig, troppo spesso presendegli eventi, qualunque sia te in questo libro per poter la logica interna che li colleessere citato, p. 26). Rosenga: la pretesa, in altre paroEmmanuel Levinas zweig, tuttavia, subito afle, di essere un popolo eterfiancato, nellelenco dei no (Fra due mondi, p. 116). riconoscimenti che si trova in questo testo, per un La separatezza, intesa come rottura della totalit e come verso (esplicitamente), dallo Husserl maestro di feno- irriducibilit dellindividuo allopera (sua propria o della menologia e, per altro verso (nellimplicito), dallo storia del mondo), dunque il carattere pi proprio delHeidegger maestro di concretezza. Non paia, dal- lebraismo. Quel tratto essenziale, che gi era stato segnalatronde, troppo singolare questo accostamento di Ro- to dal giovane Hegel, viene giocato, sulla scia di Rosensenzweig alla fenomenologia. Esso gi attuato nel testo zweig, proprio contro Hegel. Ma separatezza, si badi bene, di una conferenza del 1959, poi pubblicata nel 1963 con il non vuole affatto dire qui presa di congedo da qualsiasi titolo Fra due mondi (La via di Franz Rosenzweig) (trad. forma di universalit, bens, piuttosto, attingimento (da far it. parziale in Difficile libert, Brescia 1986; cfr. p. 100: valere anche su di un piano pi prettamente politico) di una lanalisi rosenzweighiana della rivelazione, viene qui detto, diversa forma di universalit, della quale Rosenzweig, nel del tutto simile alle analisi fenomenologiche). Ci che Novecento, si fa portavoce: luniversalit dellelezione, di rimane semmai da verificare, e non da accogliere un particolarismo che esiste a beneficio di tutti (Franz acriticamente solo perch lo dice Levinas, se Rosenzweig: un pensiero ebraico moderno, p. 63). dundavvero Rosenzweig risulta (addirittura) troppo pre- que questo il senso etico della separatezza che si ritrova in Separazione e linguaggio. Tra Levinas e Rosenzweig
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PROFILO Totalit e infinito, questa lidea di separazione che in questopera viene sviluppata ad un livello pi propriamente filosofico. Consideriamo brevemente, di Totalit e infinito, proprio la parte B che, nella Sezione prima, dedicata al tema separazione e discorso. Ritornano qui, implicitamente, molti degli spunti che erano emersi dalla lettura di Rosenzweig. La separazione indica la possibilit per un ente di installarsi e di avere un suo destino proprio, cio di nascere e di morire senza che il posto di questa nascita e di questa morte nel tempo della storia universale ne contabilizzi la realt (pp. 53-54). Essa si realizza - allo stesso modo che in Rosenzweig il s si definiva nella sua chiusura meta-etica - secondo la modalit dello psichismo, che nel prosieguo dellopera verr precisato come sensibilit, elemento del godimento, egoismo. E tuttavia, proprio nello sviluppo che subito viene dato, in Totalit e infinito, alla tematica della separazione (nonch a quella, a essa inevitabilmente collegata, della relazione) iniziano a emergere sia interessanti analogie che sostanziali differenze, non solo rispetto allimpostazione rosenzweighiana, ma anche nei confronti delle posizioni assunte in proposito da altri pensatori ebrei del Novecento. Il punto decisivo del contendere diviene, qui, la questione del linguaggio. Nel linguaggio, infatti, si realizza un movimento che permette di collegare quegli elementi che, nonostante il loro legame, rimangono reciprocamente separati. Come Levinas dice, il linguaggio attua una relazione in cui i termini [della relazione] si assolvono dalla relazione rimangono assoluti nella relazione. Giacch, senza questa assoluzione, la distanza assoluta della metafisica sarebbe illusoria (p. 62). E daltronde, a ben vedere, lidea di un linguaggio in cui il rapporto si fa pur mantenendo la separazione ci che accomuna tutti i diversi sforzi della riflessione ebraica del Novecento. La necessit di garantire una relazione, senza che essa comporti il sacrificio dei termini fra loro connessi; la necessit di farlo ripensando radicalmente, sulla base di una rinnovata considerazione della parola biblica, la nozione di linguaggio, un compito che vediamo assunto sia da Cohen che da Buber, sia da Rosenzweig che dal giovane Benjamin. Nessuna delle soluzioni proposte da questi pensatori, tuttavia, accolta, in effetti, da Levinas. La via che egli percorre, cio, pur realizzando anchessa una possibilit autentica dellebraismo, risulta decisamente diversa da quella degli altri pensatori ebrei che lo hanno preceduto. Ci che in gioco, nella prospettiva aperta da Totalit e infinito, non pi soltanto il problematico nesso di separazione e linguaggio, il fatto cio che, nel discorso, si mantenga una separazione pur nel legame che la parola instaura. Ci che in gioco, pi propriamente, il senso stesso di questa separazione, la sua propria modalit. Lattuarsi, nel linguaggio, di un rapporto di separazione non si d allinterno del linguaggio, non intralinguistico, non si pone in una dimensione orizzontale (dimensione che richiede sempre, cio, un orizzonte, un contesto che la ricomprenda); essa si esplicita, piuttosto, attraverso il linguaggio al di l del linguaggio, in una dimensione verticale che mette in questione le parole stesse che la dicono, che disfa (la formulazione appunto levinasiana) le forme stesse in cui si offre nel suo farsi.
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Cos, anzitutto in Totalit e infinito, si realizza lincrocio dellorizzontalit della parola parlata, che bisogna pur sempre attraversare, con la verticalit cui ci rinvia la provenienza stessa di questa parola, in quanto parola mai completamente mia, mai dominata e dominabile, ma sempre originata in altro, in unalterit che simpone nellespressivit del suo volto. La riflessione sul linguaggio delinea dunque un nuovo senso di separazione, tradito dalle categorie usate da Cohen e da Buber, non pienamente colto neppure da Rosenzweig: la separazione di colui che si rivela insieme e prima del suo rivelarsi in parole, e che tuttavia possiede una sua espressivit - la separazione etica. Questo il punto (la distinzione fra una separazione che si attua nel linguaggio e una separazione che attraversa il linguaggio, mettendone in luce un altro senso) in cui, a ben vedere, si compie anche (tenendo conto delle dovute differenze dimpostazione) il contatto nel cuore di un chiasmo fra Levinas e Derrida. Il tema della trascendenza certamente il nucleo centrale della Trascendenza filosofia di Levinas. Come egli ed enigma stesso scrive allinizio di Altrimenti che essere, i molteplici concetti che ha elaborato come alterit, volto, infinito, temporalit, linguaggio, soggettivit, di prossimit, passivit, sostituzio- Giovanni Ferretti ne, ossessione ecc. sono funzionali al tentativo di riuscire a dire la trascendenza, sia pure in un Dire affannoso che trattiene il proprio respiro [...] dice prima di riposarsi sul proprio tema (Altrimenti che essere, p. 19). Non si tratta ovviamente pi della vecchia trascendenza metafisica, dichiarata morta da Nietzsche o superata da Heidegger, ma neppure di quella nuova forma di trascendenza teologica che cerca di farsi valere nelle pieghe della differenza ontologica predicata da questultimo; quasi che Dio potesse nuovamente pensarsi e dirsi una volta che la verit dellessere sia stata fatta emergere dalloblio in cui caduta con il pensiero occidentale. Per Levinas, infatti, la trascendenza autentica si pu dire solo se si riesce ad andare al di l dellintero piano dellessere, nel campo inesplorato ed enigmatico dellaltrimenti che essere. Ove - importante notarlo - lessere dellontologia occidentale che Levinas intende trascendere lessere che coincide con ci che si manifesta, dato che gli sarebbe essenziale il venire alla luce, il presentarsi ad una coscienza. Donde la dichiarazione programmatica che apre significativamente lopera sopra citata: Intendere un Dio non contaminato dallessere una possibilit umana non meno importante e non meno precaria di quella di trarre lessere dalloblio in cui sarebbe caduto nella metafisica e nellontoteologia (ibidem, p. 2). Due sono le vie, tra loro strettamente connesse, lungo le quali Levinas cerca di andare al di l dellessere per aprire in qualche modo il campo alla trascendenza teologica: la via dellalterit altrui e la via della soggettivit responsabile. La prima esplorata soprattutto in Totalit e infinito; la seconda soprattutto in Altrimenti che essere. Ci che le accomuna il fatto che sia lalterit altrui sia la soggettivit responsabile non si dicono in termini

PROFILO ontologici, di manifestazione o com-prensione, bens in termini di relazione etica. Altri trascendente ogni nostra presa concettuale, fino al punto di fare esplodere lo stesso orizzonte trascendentale della coscienza, perch come volto nudo e indigente ci interpella instaurando una relazione etica che non ha nulla a che fare con la comprensione o il dominio. Da parte sua, il soggetto responsabile tale solo in quanto caratterizzato dal disinteresse; un termine che Levinas scrive con stacchi, disinteresse, per sottolineare che luomo disinteressato si svincola dallambito della logica del conatus essendi propria degli esseri. La signoria della trascendenza di Altri e la gloriosa testimonianza del soggetto responsabile disinteressato costituiscono per Levinas il luogo o non luogo ultra-ontologico in cui Dio pu venire allidea; ma ci pu avvenire solo e sempre nel modo dell enigma. Una figura, questa, che domina tutto il discorso di Levinas sulla trascendenza, a partire dal celebre saggio Enigma e fenomeno del 1965. La trascendenza divina non pu infatti darsi in alcun modo come fenomeno, cio come presenza disvelata e tematizzata; essa ci visita bens nellelevatezza della trascendenza altrui o nel Dire-dedizione del soggetto responsabile, ma ce ne si pu avvedere solo quando gi irrecuperabilmente passata, come ci che ha scompigliato tutto lordine dei fenomeni dessere ma senza lasciare di s se non la traccia di tracce cancellate per sempre. Lenigma quindi un modo di manifestarsi senza manifestarsi, per semplice accenno; ci che ci visita in tal modo pu essere riconosciuto solo se si vuole, liberamente; infatti non si impone come presenza disvelata, bens come mantenendo lincognito. Nellenigma, osserva Levinas, il senso esorbitante si eclissa nella sua stessa apparizione, perde ogni luce, dato che ci che ne resta nel fenomeno lo smentisce, lo confuta, in qualche modo lo perseguita. Per questo, rifacendosi a Kierkegaard, egli dir che la verit della trascendenza non pu che essere perseguitata. Il Dio di Kierkegaard che si rivela solo per essere perseguitato e misconosciuto, che si rivela solo nella misura in cui inseguito [...] diventa il luogo stesso della verit. [...] Verit perseguitata non soltanto consolazione religiosa, ma il disegno originario della trascendenza. C una frase di Etica come filosofia prima che mi ha sempre, a ogni (ri)lettura, particolarmente colpito: Non gi perch lessere anzich il nulla, ma in che modo lessere si giustifica. Come tutte le tesi cruciali, anche quella qui indicata di sollecita a riflessioni aperte, libere Sergio Moravia dalloggettiva lettera del testo. A me interessa in primo luogo quel si giustifica. Si tratta di unespressione che, per molti, ha essenzialmente una valenza fondazionale-cognitiva: un po come se, nella frase levinasiana, il filosofo si chiedesse a quali condizioni lessere si d, o si d da pensare. Io credo per che si possa proporre anche uninterpretazioIl principio giustificazione
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ne diversa sia del verbo che dellintera frase: uninterpretazione di tipo etico. Che cosa vuol dire, nel linguaggio ordinario, giustificarsi? Vuol dire cercare le ragioni/ valori che legittimano ladozione di una certa condotta o di certe credenze. Da questo punto di vista, in Levinas la giustificazione potrebbe riguardare i princpi che permettono di cogliere e accertare lessere nella sua verit. Per, attenzione. Non va trascurato il fatto che nella proposizione in questione Levinas si interroga non sul modo in cui luomo giustifica il darsi e la verit dellessere, bens sul modo in cui lessere stesso si giustifica. Lorizzonte dunque ontologico. Purtuttavia quel verbo mi pare aprire anche ad un orizzonte, appunto, etico. come se dallessere, bench accostato con la consapevolezza della sua radicale aseit, ci si aspettasse non una pura auto-notifica del suo darsi, ma un manifestarsi secondo una prospettiva veritativa e giustificativa: dunque, in pi sensi, etica. Sotto questo profilo, il suggerimento levinasiano pare il seguente. Lessere non una res che si proponga in una sorta di impassibile e autosufficiente evidenza. , invece, un principio che deve avverarsi attraverso un certo impegno, attraverso certe modalit. L(auto)giustificazione dellessere, pertanto, si presenta nella forma dellevento, e pi precisamente dellevento etico - se vero che leticit allude ad un essere/agire che si realizza in rapporto ad un adempimento secondo giustizia. Vorrei ora fare un passo innanzi, non tanto a proposito del pensiero di Levinas quanto a partire da esso. Vorrei proporre di cogliere nel principio della giustificazione dellessere la metafora della giustificazione di un altro soggetto. La mia tesi che, pur riferendosi allessere, la frase levinasiana ci aiuta a pensare allo stesso soggetto umano. Anche luomo - soprattutto luomo - quellente che cerca di giustificarsi. Non ho, finora, mai trovato una definizione delluomo pi intensa di questa. Essa mi pare pi vera perfino di quella evocata dallimperitura domanda di Amleto. In effetti luomo non chiamato - o non primariamente, non esclusivamente - a scegliere tra lessere e il non-essere, una scelta che rischia di passare sopra la testa dei soggetti esistenti (la cui vita deve cimentarsi con altri interrogativi, forse meno estremi/fascinosi, ma certo pi legati allaspra realt intramondana, fatta spesso di vicende particolari/concrete irriducibili sia allessere che al non-essere). Luomo chiamato, invece, a ricercare delle ragioni - naturalmente in unaccezione molto peculiare del termine - del proprio operari determinato e locale. chiamato, per lappunto, a giustificarsi, cio a trovare princpi che diano una forma e un contenuto lato sensu morale al suo essere-nel-mondo e al suo con-essere con gli altri. Sia ben chiaro: cercare di giustificarsi non sinonimo di cercare la giustificazione - tanto meno di portare la giustificazione. In effetti, queste due ultime espressioni rinviano ad un orizzonte criteriologico e assiologico gi dato: cercare (o portare) la giustificazione vuol dire cercare una corrispondenza tra il nostro agire e tavole di valori gi scritti, e quindi solo da ritrovare. Invece il perseguimento del giustificarsi (dove gi la sostituzione di questo verbo al sostantivo giustificazione esprime limpegno di un agire aperto e dallesito non garantito) implica la ricerca di una giustezza etica non nota a priori entro la complessit - unlawful e amorale - della vita.

PROFILO scopre incatenato alla propria determinatezza empirica. Lindiscernibilit fra il soggetto e il suo essere mondano fa in modo che il limite sia incontrato dalluomo al suo stesso interno o che il soggetto sia limite a se stesso. Ci comporta, secondo Levinas, una nuova posizione filosofica: se la filosofia tradizionale dellOccidente, pur restando legata ad una prospettiva ontologica, cio al principio dellidentit dellessere, riconosceva tuttavia la differenza fra il soggetto e il mondo, fra la libert umana e la brutale opacit dellente, la nuova filosofia dovr caratterizzarsi per la cancellazione di quella differenza e per aver posto il limite allinterno del soggetto. Esiste questa filosofia del nostro tempo, gi stata pensata? Un anno prima, nel 1934, Levinas aveva pubbliLevinas cato un breve testo dal titolo e la filosofia inquietante: Quelques rdellhitlerismo flexions sur la philosophie de lhitlerisme (Qualche riflessione sulla filosofia dellhitlerismo, pubblicato su di Esprit e riedito in Les Bruno Moroncini Cahiers de lHerne, Parigi 1991, pp. 154-160). Lattacco ha del folgorante: la filoUno dei meriti pi grandi di sofia dellhitlerismo, vi si Emmanuel Levinas consiste afferma, una filosofia prinellaverci offerto, gi a parmaria, riguarda i fondamentire dalla met degli anni ti. Nessun dubbio che gli Trenta, la chiave concettuaenunciati del nazionalsociale per comprendere lepoca lismo siano miserabili e che in cui siamo e circoscrivere esso non sia nulla di pi che il male di cui soffre il nostro il risveglio di sentimenti elesecolo. intorno al concetto mentari. Ma il punto che di limite e al suo spostamenproprio i sentimenti elemento che si gioca fra il 34 e il tari nascondono una filoso36 la riflessione levinasiafia, cio lattitudine di unanina. Nella filosofia tradizioma di fronte al mondo e al nale, scrive Levinas nel sagproprio destino. in questo gio sullevasione (De senso, dunque, che lhitlerilvasion, 1935; trad. it. Delsmo una filosofia e mette in levasione, Reggio Emilia questione i princpi stessi 1984), ci che per il soggetto della civilt. rappresentava il limite della sua comprensione e del suo La civilt europea, scrive agire era costituito dal monLevinas anticipando i temi do o dal non io: il conflitto si dello scritto sullevasioReparti militari a un discorso del Fhrer dava sempre fra luomo e ne, si basata fino a ora lessere, mai fra luomo e se sullo spirito della libert: stesso. Anche nella lotta pi cruenta, luomo non perdeva la luomo era ritenuto capace di rinnovarsi eternamente. propria autosufficienza, non vedeva messo a rischio lideale Da questo punto di vista ci che caratterizza la civilt dellidentit di s con s. europea, secondo Levinas, lassenza di storia: il In cosa consiste il cambiamento in atto nel nostro secolo? tempo porta infatti con s lirreparabile, pone luomo Nel fatto, risponde Levinas, che il limite non affetta pi il di fronte al fatto compiuto, di fronte allo strapotere di soggetto dallesterno, ma sinsedia nel cuore stesso del suo un passato immodificabile. evidente, dal punto di essere. A essere preso nellingranaggio incomprensibile vista di Levinas, che quanto pi si resta legati ad una dellordine universale, a essere afferrato dalla mobilitazio- prospettiva ontologica, tanto pi il contrasto tragico ne totale non pi lindividuo che non ancora padrone di fra la libert e il tempo si accentua. Di conseguenza, se stesso e che, quindi, lotta contro il mondo per raggiungere secondo Levinas, contro lontologismo greco, il giuo ripristinare lautosufficienza, bens proprio la persona gi daismo apporta un messaggio di libert assoluta: per il libera e autonoma. Essa si vede consegnata irrimediabil- giudaismo la scelta gi compiuta non pu mai trasformente alla propria esistenza temporale, al proprio essere qui marsi in un destino: luomo conserva sempre una e ora. Il soggetto non pi libero di fronte al mondo, ma si possibilit di rimetterla in questione.
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Implica, insomma, il navigare a vista di un navigante che vuole ovviamente arrivare al porto, ma senza conoscere con precisione lubicazione del porto medesimo. Il principio del giustificarsi si riferisce, in conclusione, ad un tipo duomo da un lato privo di tutori celesti, dallaltro abitato dallineludibile vocazione a interrogarsi, a processarsi, a mettersi in discussione e alla prova. Come la volont di sapere, anche la volont di giustificarsi propria di quel soggetto che, nello stesso tempo, si avverte altro e diverso rispetto alla realt che sta attraversando ma che, ci nonostante, intende dare un senso al proprio viaggio e, forse, trovare anche un senso di tale viaggio.

PROFILO Il liberalismo moderno attenua solamente laspetto drammatico ed eroico di questa concezione della libert, ma ne conserva il nucleo sotto la forma della libert sovrana della ragione. Lo strappo con la civilt europea si ha soltanto quando la determinazione storico-concreta nella quale luomo si trova a essere cessa di venire concepita come meramente contingente e costituisce il fondo stesso del suo essere; quando, in altri termini, lessenza delluomo non consiste pi nella libert, ma nel suo essere corporeo. Per la nuova filosofia il corpo non pi un accidente che ci pone in rapporto con il mondo implacabile della materia, ma ci che aderisce, fino allindiscernibilit, al soggetto. Questa aderenza vale ormai per se stessa. Il biologico, quindi, con tutto quel che comporta di fatalit, non pi solo uno dei possibili oggetti della vita spirituale, ma il suo stesso cuore. Dora in poi essere uomini non consister pi nel librarsi al di sopra del mondo delle contingenze, bens nel prendere coscienza di questo incatenamento originario e ineluttabile al corpo, nellassumere e nellaccettare questo incatenamento. Questa la filosofia del nostro tempo: la riduzione della vita spirituale alla vita tout court, alla nuda vita naturale. La nota aggiunta da Levinas nel 91 per la ristampa del suo scritto svela per larcano dellattribuzione di una portata filosofica al nazismo: la vera filosofia dellhitlerismo , in realt, lontologismo heideggeriano nella misura in cui la nozione centrale che lo caratterizza quella dellessere per il quale nel suo essere ne va del suo stesso essere o, come traduce Levinas, delltre soucieux dtre, cio dellessere che ha cura dellessere, che ha dellessere nientaltro che i suoi modi dessere. Come ha notato Giorgio Agamben, che di recente ha posto lattenzione sullo scritto levinasiano del 34 (Homo sacer, Torino 1995, pp. 167-170), nella categoria della fatticit o della vita fattizia, elaborata da Heidegger gi negli anni Venti, si affermava lindiscernibilit fra la vita e le sue situazioni effettive, fra lessere e i suoi modi dessere, consumandosi in tal modo le distinzioni dellantropologia tradizionale: spirito e corpo, io e mondo, ragione e animalit. La fatticit non un nuovo nome per la contingenza secondo cui qualcosa pu essere in un modo o in un altro, ma indica il carattere deietto delluomo: il suo aver da essere il modo dessere che gli toccato dessere. La deiezione comporta, quindi, lassunzione decisa del modo dessere o della situazione effettiva in cui luomo si trova, la trasformazione, in altri termini, di ci che destino, dote e fatalit, in compito. Non questa la sede per discutere la responsabilit effettiva di Heidegger nei confronti del nazismo o la corrispondenza fra il suo pensiero e la filosofia dellhitlerismo. Quel che vorremmo suggerire, rendendo in tal modo giustizia a Levinas, che, nonostante la sconfitta storica, la filosofia dellhitlerismo, individuata dal filosofo francese nellatto della sua stessa nascita, ancora la filosofia del nostro tempo. Sotto le mentite spoglie di un umanesimo democratico che afferma il diritto illimitato delluomo a preoccuparsi della propria felicit, cio del suo modo dessere mondano e temporale, la filosofia hitleriana continua a vincere la guerra con la civilt europea. Vince spostando ulteriormente il limite: se il corpo, il biologico in quanto tale, era il limite cui era rimessa irrimediabilmente la libert umana, ora in nome di unidea stravolta della libert che ci si impegna a sfondare i limiti corporei (cfr. G. Frasca, La scimmia di Dio, Genova 1996). La manipolazione genetica in tutte le sue forme tende a cancella re i limiti biologici del corpo - nascita, morte, dolore e godimento - in vista della sua immortalit e impassibilit. Ma proprio questa libert assoluta di infrangere i limiti biologici, di andare oltre il corpo naturale e verso il corpo cibernetico e mediale, che, ben al di l del nazismo storico, consegna definitivamente luomo al proprio corpo e che conferma che il fondamento della nostra epoca poggia ancora sulla filosofia dellhitlerismo.

Nota biografica e bibliografia italiana delle opere in volume

Emmanuel Levinas (Kaunas 1906 - Parigi 1995), dopo essere stato al centro della prima diffusione della fenomenologia husserliana e dellontologia heideggeriana nella Francia degli anni Trenta, nellimmediato dopoguerra s imposto come autore di unopera filosofica originale che, animata da un costante e decisivo riferimento alla tradizione ebraica, si propone di ritrovare nelletica il senso ultimo dellintelligibilit filosofica. Se negli scritti dellimmediato dopoguerra, dedicati alla critica dellanonimato dellessere in generale che ingloba e minaccia gli esistenti (Dallesistenza allesistente del 1947 e Il tempo e laltro del 1948), il primato filosofico delletica ancora implicito, con la pubblicazione di Totalit e infinito. Saggio sullesteriorit nel 1961 che esso diventa il centro della proposta filosofica di Levinas. Attraverso il rapporto etico con laltro uomo, manifestantesi nel suo volto, il sapere filosofico si apre allunica esteriorit irriducibile allinteriorit dellio. Letica lunica possibile affermazione della trascendenza. Ma come dire questa trascendenza dellAltro che la filosofia ha inevitabilmente tendenza a imprigionare nellimmanenza dellessere? A

questo problema dedicato il secondo opus magnum di Levinas, Altrimenti che essere o al di l dellessenza (1974), in cui il linguaggio adeguato alla trascendenza si rivela del tutto irriducibile al linguaggio ontologico proprio della tradizione filosofica, e non a caso trova uninsostituibile fonte di ispirazione nel linguaggio etico-religioso. In questo senso gli scritti confessionali di Levinas, attento studioso del Talmud e attivo protagonista della ricostruzione dellebraismo dopo lo sterminio (cfr. soprattutto Difficile libert del 1963, nonch negli anni successivi i diversi volumi di letture talmudiche), hanno anchessi una decisiva portata filosofica. Dopo Altrimenti che essere - opera che ha consacrato la notoriet di Levinas e limportanza del suo pensiero - Levinas ha pubblicato numerose raccolte di saggi filosofici, tra cui va almeno segnalato Di Dio che viene allidea del 1982, che fornisce non poche integrazioni alle due opere maggiori. La traccia dellaltro. Scorciatoie, Pironti, Napoli 1979. Totalit e infinito. Saggio sullesteriorit, Jaca Book, Milano 1980.
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Quattro letture talmudiche, Il Melangolo, Genova 1982. Altrimenti che essere o al di l dellessenza, Jaca Book, Milano 1983. Nomi propri, Marietti, Casale Monferrato 1984. Etica e infinito. Dialoghi con Philippe Nemo, Citt Nuova, Roma 1984. Umanesimo dellaltro uomo, Il Melangolo, Genova 1985. Di Dio che viene allidea, Jaca Book, Milano 1986. Dallesistenza allesistente, Marietti, Casale Monferrato 1986. Laldil del versetto. Letture e discorsi talmudici, Guida, Napoli 1986. Difficile libert. Scritti sul giudaismo, La scuola, Brescia 1986. Dal sacro al santo. Cinque nuove letture talmudiche, Citt Nuova, Roma 1986. Il tempio e laltro, Il Melangolo, Genova 1987. Etica come filosofia prima (in collab. con A. Peperzak), Guerini e Associati, Milano 1989. Trascendenza e intelligibilit, Marietti, Genova 1990. Fuori dal soggetto, Marietti, Genova 1992. Su Blanchot, Palomar, Bari 1994.

SCHEDA Lo Hegel-Archiv dellUniversi- opere di Hegel persegue uno scopo coscientemente modesto, t di Bochum, fondato nel 1958 e cio depurato da ogni ideologia estranea alledizione. Seconaggregato dal 1968 allIstituto di do il modello voluto da Dilthey per ledizione delle opere di Filosofia dellUniversit di Bo- Kant, la nuova edizione si basa non su un qualsivoglia principio chum, il luogo dove viene ela- sistematico ma su un principio rigorosamente storico-evolutivo: borata la nuova edizione comple- le opere (testi a stampa e manoscritti) non vengono ordinate in ta, storico-critica, delle opere di sezioni ma cronologicamente, sulla base di uninterpretazione di Hegel, curata in collaborazione storico-evolutiva (sostenuta da metodi di statistica delle sillabe) Christoph Jamme con la Deutsche Forschungsge- della filosofia hegeliana. In base a ci si delineano di nuovo meinschaft su commissione del- grandi gruppi oggettivi (Scritti critici del periodo jenese lAccademia delle scienze del Nord-Reno - Westfalia (Dssel- ecc.). Anche questa edizione viene dunque costruita in base a dorf). La cura di questa edizione nel suo complesso seguita da ununit di lavoro filologico e filosofico, tuttavia non si tratta pi una Commissione-Hegel, appartenente in precedenza alla Deu- di sostenere con il lavoro editoriale una determinata immagitsche Forschungsgemeinschaft e attualmente allAccademia ne della filosofia hegeliana affermandola anche politicamente; renano-westfalica. I curatori dei singoli volumi sono di regola i cos - diversamente da quanto avviene ad esempio nelledizione collaboratori scientifici che lavorano alledizione, sotto la dire- di Stoccarda delle opere di Hlderlin - anche le note rinunciano zione di Otto Pggeler, presso lo Hegel-Archiv (attualmente: consapevolmente a ogni tipo di aiuto interpretativo e si limitano Friedrich Hogemann, Wolfgang Bonsiepen, Hans-Christian a indicare citazioni e letteratura citata, cos come le introduzioni Lucas, Helmut Schneider, dei curatori hanno come ogChristoph Jamme, e inoltre il getto solo la descrizione del I luoghi della filosofia dr. Khler e il dr. Gawoll). manoscritto e la storia dellorigine del testo. Questo princiLa nuova edizione delle opere pio rigorosamente storicodi Hegel, si delineata anzitutevolutivo si finora afferto in base alle carenze delle mato anzitutto per quanto edizioni precedenti, in particoriguarda il periodo jenese, lare alle insufficienze deldove - prendendo le mosse lEdizione dellassociazione da una nuova cronologia - si degli amici, che venne allesono resi possibili prospettistita dagli allievi di Hegel subive del tutto nuove sullo svito dopo la morte del maestro, e luppo del sistema di Hegel. che condizion la ricezione di Hegel fino al XX secolo. QueDei 22 volumi della I sezione sta edizione venne approntata (Opere) ne sono finora uscinella pi grande fretta, sfrutti 12; da ultimo sono apparsi tando abilmente il grande intenel 1990il vol.1 (FrheSchrifresse per Hegel. Di ci risentiten Teil I, a cura di Friedhelm rono non solo i singoli testi, ma Nicolin e Gisela Schler), il anche la concezione complesvol. 3 (Frhe Exzerpte, a cura siva. Poich lattivit di insedi F. Nicolin e G. Schler), il gnamento di Hegel a Berlino vol. 15 (Schriften und Entwra cura di Massimo Mezzanzanica divenne decisiva per la storia fe I, a cura di Friedrich Hogedegli effetti della sua filosofia, ledizione dei corsi corrisponden- mann e Christoph Jamme) e il vol. 18 (Vorlesungsmanuskripte ti costitu fin dallinizio il centro dichiarato delledizione dellas- II, a cura di Walter Jaeschke). Tra breve dovrebbe uscire il vol. sociazione degli amici. Ledizione presentava queste lezioni in 5 (Schriften und Entwrfe 1799-1808, a cura di Manfred una singolare compiutezza: non ne venne solo levigato lo stile Baum e Kurt Rainer Meist), mentre iniziata la preparazioma si compilarono fonti prime, tarde, autobiografiche e di altro ne del vol. 14 (Grundlinien der Philosophie des Rechts, a tipo, senza dare informazioni particolari circa la provenienza dei cura di Elisabeth Weisser-Lohmann) e del vol. 22 (a cura di materiali e la loro preparazione. Lopera hegeliana che, diversa- Hans-Christian Lucas e Wolfgang Bonsiepen). mente da quella, poniamo, di Kant non aveva avuto in prima Separatamente dalla I sezione delle opere verr elaborato linea una ricezione attraverso gli scritti pubblicati ma anzitutto linsieme delle Lezioni. qui che leredit dellEdizione attraverso le lezioni, doveva essere canonizzata; doveva appa- dellassociazione degli amici si fa sentire in modo pi pesante. rire pi sistematica di quanto non fosse riuscita allo stesso Hegel. Attualmente si sta ancora cercando un criterio di base per il Gli interventi redazionali e stilistici degli amici nella configu- metodo pi appropriato delledizione delle trascrizioni delle razione del testo delle opere a stampa di Hegel sono nume- lezioni berlinesi di Hegel; tuttavia certo che la compilazione e rosissimi e sono stati spesso criticati, e cos pure il loro la redazione filosofico-politica degli amici non pu essere principio della compilazione nelle lezioni e la scelta, rigida ripetuta. Se a essa vada sostituita una pubblicazione puramente nel suo insieme, dei testi. Gli allievi rendevano omaggio alla seriale di tutti i manoscritti che sono stati conservati o se sia pi finzione di lezioni che avevano una configurazione defini- vantaggiosa lintegrazione - suggerita da molte ragioni - di tiva, che per in Hegel non cera. molteplici trascrizioni dei corsi di un annata in testi dannata Facendo tesoro dellesperienza dellEdizione dellassociazione o la sintesi di diverse annate in una connessione progressiva degli amici, la nuova edizione completa storico-critica delle (come nel caso delledizione dellassociazione degli amici, solo
Lo Hegel Archiv

Hegel e Dilthey a Bochum

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SCHEDA con una pi forte considerazione del principio della differenziazione storico-evolutiva): questo un problema che non stato ancora discusso in tutti i suoi dettagli. Con una serie di edizioni preliminari di trascrizioni scelte (apparsa presso leditore Felix Meiner, Hamburg, a partire dal 1983) vengono attualmente elaborati modelli di procedimenti adeguati per ledizione delle trascrizioni dei corsi allinterno delle Gesammelte Werke. (Una prima visione dinsieme di tutto il materiale conservato relativamene ai corsi hegeliani si trova in Hegel-Studien, 26, 1991). Accanto alledizione delle opere hegeliane, la loro interpretazione costituisce il secondo punto fondamentale del lavoro dellHegel-Archiv. Una serie di convegni ha cercato di elaborare le sue condizioni interne ed esterne per i diversi campi del filosofare hegeliano. Una documentazione di questo lavoro si trova nei volumi collettanei: Homburg von der Hhe in der deutschen Geistesgeschichte, Frankfurt aber ist der Nabel dieser Erde, Mainz - Centralort des Reiches, O Frstin der Heimat! Glckliches Stutgard (Klett-Cotta, Stoccarda 1981). E anche nelle opere: Hegels Rechtsphilosophie im Zusammenhang der europischen Verfassungsgeschichte (a cura di Hans-Christian Lucas e Otto Pggeler, Frommann-Holzboog, Stoccarda 1986) e Logik und Geschichte in Hegels System (a cura di HansChristian Lucas e Guy Planty-Bonjour, Frommann-Holzboog, Stoccarda 1989). E inoltre nei volumi Kunsterfahrung und Kulturpolitik im Berlin Hegels e Welt und Wirkung von Hegels sthetik, entrambi curati da Annemarie Gethmann-Siefert e Otto Pggeler (Bonn, Bouvier, 1983/1986). Allo studio del giovane Hegel sono dedicati i volumi Mythologie der Vernunft e Weg zum System, entrambi a cura di Ch. Jamme e Helmut Schneider (Suhrkamp, Francoforte s/M. 1984-1990). Allinterno della serie Hegel-Studien Beihefte sono apparsi da ultimo gli studi di Martin Bondeli (Hegel in Bern) e di Changyang Fan (Hegels Antigone Deutung). Va inoltre menzionato lo Jahrbuch fr Hegelforschung, a cura di Helmuth Schneider. luoghi sparsi, tra cui alcune riviste di difficile reperibilit e i resoconti delle sedute dellAccademia delle scienze di Berlino. Heidegger ha ricordato come, per poter studiare i saggi sistematici di Dilthey, che non erano altrimenti accessibili, egli tornasse a casa carico dei pesanti volumi dellAccademia. Inoltre, una gran parte dellopera diltheyana non era ancora stata pubblicata e giaceva nei grandi armadi pieni di manoscritti dellabitazione berlinese del filosofo. Un compito importante degli allievi che gli erano pi vicini (G. Misch, B. Groethuysen, H. Nohl, P. Ritter) doveva dunque consistere nel rendere accessibile nella sua connessione questopera scientifica ampiamente dispersa, tanto significativa quanto stratificata. Il primo volume delledizione, fondata con questo scopo, progettata dapprima in otto e poi in dodici volumi, delle sue Gesammelte Schriften, apparve gi nel 1914. Lo scoppio della prima guerra mondiale interruppe i lavori delledizione, che prosegu solo allinizio degli anni Venti. Questa edizione in dodici volumi si concluse alla met degli anni Trenta; il volume X, contenente il testo dei corsi di etica, venne pubblicato, come previsto originariamente, solo nel 1958, a cura di H. Nohl. Se fino a quel momento ci si era preoccupati anzitutto di presentare in forma conchiusa i testi e i libri essenziali gi pubblicati - con leccezione della biografia di Schleiermacher e della raccolta Das Erlebnis und die Dichtung - a partire dal volume VII si fece ricorso in misura crescente al lascito inedito dellultimo Dilthey e lo si rese parzialmente noto. Sotto questo profilo ledizione non voleva essere unedizione completa storico-critica, ma si caratterizzava piuttosto come unedizione-officina (K. Grnder), cio unedizione con cui gli allievi tentavano di condurre lopera del maestro ad una conclusione che era rimasta preclusa allautore. Alledizione in dodici volumi segu, come singola iniziativa editoriale, la nuova edizione del Leben Schleiermachers, comprendente un tentativo di ricostruzione del proseguimento dellopera in base agli ampi materiali presenti nel lascito, a cura di M. Redecker (1966-1970), prima che per iniziativa di K. Grnder diventasse possibile proseguire il progetto delle Gesammelte Schriften, con lobiettivo primario di unutilizzazione dellintero lascito manoscritto al fine di poter ricostruire in modo il pi possibile affidabile le intenzioni filosofico-scientifiche di Dilthey. U. Herrmann raccolse anzitutto in tre volumi gli articoli sparsi, redatti da Dilthey nel corso della sua attivit di pubblicista. Mentre qui, sotto il titolo Zur Geistesgeschichte des 19. Jahrhunderts venivano raggruppati in tre volumi (usciti rispettivamente nel 1970, nel 1972 e nel 1974) testi gi editi, e cio schizzi biografici, corrispondenze letterarie, brevi saggi e recensioni, talora anonimi o firmati con pseudonimi, pubblicati da Dilthey in giornali e riviste tra il 1858 e il 1908, nei volumi XVIII, XIX e XXvenivano dati alle stampe quasi esclusivamente testi inediti (soprattutto dal primo e medio periodo della sua attivit), che portavano ad una revisione non inessenziale dellimmagine che sino ad allora si aveva di Dilthey. Con i volumi XVIII e XIX veniva intrapresa una ricostruzione genetico-sistematica della Einleitung in die Geisteswissenschaften, nella quale il volume XVIII (Die Wissenschaften vom Menschen, der Gesellschaft und der Geschichte, 1977), curato da H. Johach e F. Rodi, raccoglieva i lavori preliminari per la Einleitung. Questo volume presentava soprattutto testi di carattere gnoseologico e psicologico, legati al cosiddetto trattato del
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Quando Wilhelm Dilthey moriva, il primo ottobre 1911, a causa di uninfezione contratta durante una vacanza presso lo Haus Salegg a Seis am Schlern, nel Sud-Tirolo, era senza dubbio annoverato tra i pi stimati e influenti filosofi delle universit tedi desche. Il suo nome era per poco Hans Ulrich Lessing familiare ad un pubblico di pi ampie dimensioni, a cui egli era noto tuttal pi per la sua celebre raccolta di saggi letterari Das Erlebnis und die Dichtung (Esperienza vissuta e poesia, 1906), sulla quale si sarebbero formate intere generazioni di germanisti. Nel mondo scientifico il nome di Dilthey era legato soprattutto a opere come il Leben Schleiermachers (Vita di Schleiermacher, 1870), la grande biografia, che avrebbe fatto epoca, del pi importante fra i teologi protestanti moderni, la Einleitung in die Geisteswissenschaften (Introduzione alle scienze dello spirito, 1883), la Jugendgeschichte Hegels (Storia della giovent diHegel, 1905), il saggio Der Aufbau der geschichtlichen Welt in den Geisteswissenschaften (La costruzione del mondo storico nelle scienze dello spirito, 1910), e inoltre ad un gran numero di importanti studi e saggi di filologia, psicologia, pedagogia, poetologia, storia della letteratura e della cultura, pubblicati in gran parte in
La DiltheyForschungsstelle

SCHEDA 1875, ber das Studium der Geschichte der Wissenschaften vom Menschen, der Gesellschaft und dem Staat (Sullo studio della storia delle scienze delluomo, della societ e dello Stato), e inoltre una prima, ampia elaborazione della psicologia descrittiva (ca. 1880). Il volume XIX (Grundlegung der Wissenschaften vom Menschen, der Gesellschaft und der Geschichte, 1982), curato ancora da H. Johach e F. Rodi, intraprese il tentativo di una ricostruzione della parte sistematica del secondo volume della Einleitung in die Geisteswissenschaften sulla base dei molteplici materiali che erano stati conservati. Il volume XX (Logik und System der philosophischen Wissenschaften), infine, curato da H.-U. Lessing e F. Rodi, offriva una scelta rappresentativa della trascrizione delle lezioni diltheyane di argomento sistematico, tra laltro di quelle sulla logica e sul sistema delle scienze filosofiche, sulla logica e la teoria della conoscenza e sul sistema della filosofia, e completa cos da questo punto di vista la ricostruzione del contenuto sistematico del secondo volume della Einleitung. Mentre il lavoro che dallinizio degli anni Settanta si concretizz nel proseguimento delle Gesammelte Schriften ebbe un carattere per cos dire obbligatoriamente secondario, il filosofo di Bochum Frithjof Rodi - curatore delledizione, insieme a K. Grnder, a partire dal volume XVIII - riusc, in condizioni di grande difficolt e con un grande impegno personale, a dare alledizione delle opere di Dilthey un quadro istituzionale che rendeva possibile una programmazione a pi lunga scadenza. Cos, dal 1983 - lanno in cui, con una serie di congressi scientifici, venne ricordato il centocinquantesimo anniversario della nascita di Dilthey - il lavoro alledizione delle Gesammelte Schriften veniva sostenuto da una Dilthey-Forschungsstelle annessa allIstituto di Filosofia dellUniversit di Bochum. Questo centro di ricerca sostenuto finanziariamente dal 1985 come progetto di lunga durata dalla comunit tedesca della ricerca scientifica. Il compito essenziale di questo piccolo gruppo (sotto la direzione di Rodi lavorano al momento alledizione tre collaboratori scientifici) naturalmente, accanto allulteriore utilizzazione del lascito di Dilthey, soprattutto il proseguimento delledizione delle opere di Dilthey. Per le Gesammelte Schriften prevista unedizione in circa trenta volumi. I volumi XXI e XXII (Psychologie als Erfahrungswissenschaft, a cura di G. van Kerckhoven e H.-U. Lessing) comprenderanno i testi dei corsi e i manoscritti di Dilthey sulla psicologia. Il volume XXIII (a cura di G. Gebhardt e H.-U. Lessing) conterr il corso di Dilthey sulla storia della filosofia e lultima redazione del suo Grundriss der allgemeinen Geschichte der Philosophie. Gli studi diltheyani sulla storia della letteratura e sulla poesia verranno presentati, con il titolo Dichter als Seher der Menschheit e Das Erlebnis und die Dichtung nei volumi XXIV e XXV (a cura di G. Malsch). Il volume XXVI (a cura di G. Khne-Bertram e F. Rodi) stato concepito come integrazione al volume VII (Der Aufbau der geschichtlichen Welt in den Geisteswissenschaften) e dovr contenere, sotto il titolo Spte Fragmente zur erkenntnistheoretischen Logik und Lebensphilosophie, tutti i relativi manoscritti di carattere sistematico redatti da Dilthey a partire dalla met degli anni novanta. La conclusione delledizione sar infine costituita dalla pubblicazione, in tre o quattro volumi, della corrispondenza diltheyana, a cura di K. Chr. Khnke e H.-U. Lessing. programmata unintegrazione delledizione delle lettere con una serie di documenti sullattivit universitaria e accademica di Dilthey, e con una relazione conclusiva, che conterr anche un
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indice completo dei materiali che fanno parte del lascito. Per il mese di dicembre 1996 annunciata la pubblicazione del volume XXI, recante le Vorlesungen zur Psychologie und Anthropologie (ca. 1875-1894) e contenente una documentazione ampia, ma il meno ridondante possibile, dellattivit didattica di Dilthey a Breslavia e a Berlino, sulla base di tutte le trascrizioni che si sono conservate dei suoi corsi sulla psicologia e sullantropologia nel periodo 1875-1894. Il volume successivo (Manuskripte zur Genese der deskriptiven Psychologie, ca. 1880-1896) tenter, sulla base dei numerosi manoscritti di ricerca, una ricostruzione genetico-sistematica della psicologia diltheyana dai tardi anni settanta fino allinterruzione provvisoria, nel 1896, delle sue indagini di psicologia. Accanto al lavoro ai singoli volumi delledizione, la DiltheyForschungsstelle collabora a diverse edizioni straniere dellopera di Dilthey. Cos F. Rodi cura, con R. Makkreel, la traduzione americana (Selected Works), programmata in sei volumi, di cui ne sono usciti finora due. Stretti contatti esistono con gli studiosi che lavorano alla traduzione francese, diretta da S. Mesure e H. Wismann, di cui sono finora stati pubblicati tre volumi, e con i traduttori che progettano ledizione russa. Vi sono inoltre stretti collegamenti con traduttori e studiosi di Dilthey italiani e giapponesi. In questo senso la Dilthey-Forschungsstelle di Bochum diventata un punto di passaggio di studiosi di Dilthey tedeschi e stranieri. Qui sono a disposizione degli studiosi, tra laltro, fotocopie o prime trascrizioni di ampie parti non ancora pubblicate del lascito e una raccolta della corrispondenza finora acquisita (circa duemila lettere). Strettamente legato alla Dilthey-Forschungsstelle il DiltheyJahrbuch fr Philosophie und Geschichte der Geisteswissenschaften, curato da F. Rodi, di cui dal 1983 sono usciti nove volumi. Esso non solo una piattaforma della ricerca internazionale su Dilthey, ma anche uno spazio di discussione e documentazione su tutti gli aspetti che riguardano la teoria e la storia delle scienze dello spirito. Accanto a contributi agli studi diltheyani, alla pubblicazione e allanticipazione di testi inediti e ad una bibliografia continuamente aggiornata della letteratura secondaria su Dilthey, nello Jahrbuch si trovano studi dedicati alle pi diverse questioni filosofiche e storiche relative ad una teoria delle scienze dello spirito, e in particolare studi e documentazioni sul complesso ambito delle relazioni tra la filosofia della vita della scuola diltheyana di Gttingen e la fenomenologia. Gli ultimi volumi avevano come centro tematico Hans Lipps (vol. 6, 1989), Josef Knig e Helmuth Plessner (vol. 7, 199091), Hans-Georg Gadamer (vol. 8, 1992-93) e La psicologia di Dilthey (vol. 9, 1994-95). Nella parte dello Jahrbuch relativa alla documentazione sono state pubblicate in prima edizione, o ripubblicate dopo il loro esaurimento, opere (e lettere) di importanti autori, quali H. Lipps, M. Heidegger, J. Knig, H. Plessner, H.-G. Gadamer, J. Ortega y Gasset e J. Ritter. Lultimo volume pubblicato (10, 1996) tratta attraverso saggi e documentazioni il tema Dilthey e Kant. Accanto a ulteriori ricerche storico-sistematiche sullopera di Dilthey linteresse degli studiosi raccolti nella Dilthey-Forschungsstelle recentemente rivolto in particolare allindagine della scuola di Dilthey (Misch, Nohl, Bollnow) e ai suoi rapporti con la fenomenologia in senso ampio. I punti nodali del lavoro sono tra laltro costituiti dalle impostazioni di una logica ermeneutica in H. Lipps e in G. Misch, dalla filosofia di O.F. Bollnow, dalla filosofia dei sensi di H. Plessner, da Heidegger e dallermeneutica filosofica di Gadamer.

AUTORI E IDEE

Rne Magritte, La reproduction interdite, (1937 part.)

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AUTORI E IDEE

AUTORI E IDEE

Ricoeur: etica del S e dellAltro


Ne
LA CRITIQUE ET LA CONVICTION. ENTRETIEN AVEC FRANOIS AZOUVI ET MARC DE

(La critica e la convinzione. Intervista con Franois Azouvi e Marc de Launay, Calmann-Lvy, Parigi 1995) Paul Ricoeur accetta di svelare se stesso in un libro-intervista, il cui merito quello di ricostruirne il percorso intellettuale attraverso le opere, mostrando il filosofo impegnato ora su tematiche note, come linsegnamento o la politica, ora su tematiche decisamente nuove, come lestetica o la memoria collettiva. Sulla tematica del s e dellaltro, di cui Ricoeur ci offre uninterpretazione fondamentale, interviene Franoise Mies con uno studio dal titolo: DE LAUTRE . ESSAI DE TYPOLOGIE (SullAltro. Saggio di tipologia, Presses Universitaires de Namur, Namur 1995), in cui il tema dellalterit viene ripreso, a partire dagli insegnamenti di Ricoeur e, in particolare, di Levinas, con lintento di mettere in relazione la prospettiva puramente filosofica con quella teologica.
LAUNAY

Liberamente e con audacia, ne La critique et la conviction Paul Ricoeur parla della sua infanzia, della sua giovent, austera e dominata dai libri; ricorda la perdita dei suoi cari, in particolare il suicidio del figlio Olivier: un dolore, ripensato, accettato e combattuto, che impregner tutte le sue riflessioni sul male e sulletica. Ma la vita di Ricoeur anche lincontro con grandi personaggi della filosofia, primo fra tutti Gabriel Marcel, che lo influenzer soprattutto per la sua preoccupazione di un pensiero vivente, a cui si aggiungeranno, tra i colleghi e amici, Merleau-Ponty, Eliade, Gadamer. Tra le varie esperienze di insegnamento, a Strasburgo, alla Sorbona, e a Nanterre, quella di Chicago per Ricoeur loccasione per alcune riflessioni sul ruolo dellinsegnamento e sulla sua pratica, ma anche sul pluriculturalismo, sulla political correctness e limportanza della vita associativa,

nella quale egli vede un modo interessante di sfuggire tanto allo Stato-nazione quanto al provincialismo. In questa serie di colloqui Ricoeur coglie anche loccasione per chiarire la sua posizione nei confronti di Lacan e il rapporto tra fenomenologia e psicoanalisi, rivolgendosi in particolare allo strutturalismo (da cui la pubblicazione de La metafora viva) pur restando ostile a ogni filosofia strutturalista (da qui il dibattito con Lvi-Strauss) per via della limitata considerazione attribuita alla storia. Cos, alla questione del lettore Ricoeur dedica i tre volumi di Tempo e racconto. Questo modo di procedere, daltronde, tipico in filosofia: si pu dire che il tema del nuovo libro decentrato rispetto al precedente, ma con delle riprese di soggetti gi incontrati, gi sfiorati o anticipati attraverso soggetti precedenti. Ci che era stato un frammento diviene il nuovo quadro, la totalit. poi la volta di S come un altro, che riprende il problema dellidentit narrativa ponendo la questione dellidentit personale: chi parla, chi agisce, chi racconta ecc. Da questo percorso di pensiero restano ancora in sospeso il tema della memoria, in quanto coesione della vita al di qua della coscienza, e quello della memoria collettiva, che rappresenta linteresse attuale di Ricoeur. Per quanto riguarda lambito della politica Ricoeur considera il momento attuale intimamente contrassegnato da unambivalenza tra razionalit e violenza. In questottica, la democrazia deve innanzitutto essere pensata in rottura con lautoritarismo, nella ricerca di una fondazione non divina o trascendente; poi esclusivamente in opposizione con il totalitarismo. In Devoir de mmoire, devoir de justice (Dovere di memoria, dovere di giustizia) Ricoeur affronta il tema del diritto. Esso non si riduce n alla morale, poich implica una regola esteriore, n alla politica, poich impone la questione della legittimit che fonda la questione del potere pi di quanto non vi ci si riduca. Per Ricoeur, il diritto innanzitutto il diritto penale, che da una parte mette fine al ciclo infernale della vendetta e che, dallaltra, attraverso il processo, permette una messa a distanza dellaggressore dalla vittima. Il secondo livello del giuridico, molto pi ampio, quello del diritto civile,
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irriducibile al primo. Qui Ricoeur introduce limportante nozione di promessa, che mette in gioco parola e atto. Vi infine un terzo livello, comprendente i primi due, che consiste nella giustizia distributiva. In ambito religioso Ricoeur attualmente impegnato, parallelamente alla sua opera filosofica, in un lavoro di lettura e di meditazione dei testi biblici. Egli ha per sempre voluto distinguere i due approcci: lattitudine critica rester nel momento filosofico, poich il momento religioso non in quanto tale un momento critico; esso un momento di adesione ad una parola che si crede venire da pi lontano o da pi in alto di me. Essere religioso, osserva Ricoeur, scegliere di accettare una donazione anteriore a s. Daltro lato, necessaria una ripresa, necessario lintermediario e la distanza della scrittura, che la testimonianza della pluralit di senso. Queste riflessioni sul dono di s hanno una profonda eco etica: se, come filosofo riflessivo, Ricoeur insiste sullipseit, come pensatore religioso sensibile anche al distaccamento da s. Da qui il tema della compassione, della sollecitudine, della piet; ma anche i temi del rispetto e della complementarit nel riconoscimento dellaltro, in particolare fra giudaismo e cristianesimo, e allinterno stesso delle differenti confessioni cristiane. Per quanto riguarda infine la problematica artistica, assente nelle sue opere, Ricoeur considera larte una rappresentazione mimetica. Soprattutto la musica, tra le arti, permette di andare pi lontano nella rappresentazione, creando in noi sentimenti senza nome, assolutamente unici, formando un mood ogni volta proprio. Tutta la creazione artistica, per Ricoeur, si costituisce proprio in questa singolarit di esperienza. Ritorna di nuovo qui la dimensione etica: qualunque azione buona, qualunque attitudine coraggiosa o compassionevole, fatta perch era ci che bisognava fare in quella situazione particolare, possiede una dimensione estetica. S.D. (trad. it. di M.C.) Partendo da un brevissimo excursus sulla fortuna del concetto di altro nella storia della filosofia, di cui linterpretazione di Ricoeur rappresenta uno degli esiti recenti pi significativi, nel suo studio, De lAutre,

AUTORI E IDEE
Franoise Mies introduce il temine allotit per indicare lalterit che prende forma per differenza o per contrapposizione dallo sfondo, distinguendo due ordini di allotit: quello cognitivo o speculativo e quello della relazione duale e dialogica, i quali, a loro volta, permettono di distinguere tra individuo (lalter ego, comparabile ad altri individui) e ipseit (soggettivit, volto, distanza assoluta). Differentemente dallatteggiamento speculativo, nel rapporto personale o etico, osserva Mies, laltro mi chiama, mi provoca, mi elegge e io non ho pi il tempo per prenderne le distanze, per valutare il grado di somiglianza, per vedere in che misura i nostri diritti e i nostri doveri reciproci si equivalgono, in che misura il suo appello falso o sincero. In questo tipo di rapporto il tempo della coscienza e della riflessione vengono aboliti. Le caratteristiche dellalterit che si evidenziano nel rapporto duale sono fondamentalmente la trascendenza, la resistenza, lappello. Malgrado la sua presenza, laltro non mai evidente. Realt sfuggente, presenza che si assenta, la trascendenza dellaltro si manifesta innanzitutto come esteriorit fisica; in secondo luogo come esteriorit rispetto alla coscienza: laltro non riesce mai a essere avvolto totalmente dallo sguardo intenzionale. Infine, laltro trascendente anche rispetto al mondo e allesperienza: laltro non viene sperimentato, cos come si possono sperimentare le cose; viene conosciuto. Se in Levinas la soggettivit si costituisce come rapporto senza rapporto, attraverso laltro e per laltro, Mies propone di rileggere questa formula non solo nella direzione della responsabilit, ma anche dellamore, in cui, secondo Mies, avviene latto di elezione e, di conseguenza, il passaggio dallindividualit allipseit. Lapertura sullamore porta Mies a considerare quel rapporto con unalterit del tutto particolare che la donna. La sua mistificazione e quella del Femminile, lesaltazione della sua allotit esprimono non solo lomaggio ad un mistero, ma anche, sostiene Mies, il timore per il diverso, per ci che pu apparire una minaccia. Parlando di Femminile, Levinas preferiva parlare di Dimora - luogo di accoglienza e dolcezza - piuttosto che di Volto. Secondo Mies, invece, proprio nel rapporto duale con luomo e in particolare nella relazione erotica che si instaura un preciso momento etico, in cui affetto e parola sono sollecitati entrambi. Nella seconda parte del suo studio Mies prende in esame le cosiddette alterit analoghe, vale a dire lalterit non pi considerata come Altri (Autrui), ma come cosa, natura, male, morte ecc. Il primo tipo di alterit analoga che si offre alla riflessione quella di Dio, lunica che abbia ancora le caratteristiche del soggetto. Per gli altri tipi di alterit Mies preferisce usare il termine di htrit, come nel caso di se stessi, delle cose, della natura e del male. Del male vengono dapprima sommariamente ricordati alcuni tentativi speculativi fatti dalla filosofia per rendere ragione di questa realt. Il male, sottolinea Mies, innanzitutto un evento, un qualcosa che non era previsto e come tale presenta il carattere dellesteriorit. In secondo luogo non lo si pu interamente debellare; quindi fa resistenza. Infine il male mi caratterizza, mi individua. Lhtrit del male anche dellaltro che soffre; e io vengo toccato da questo altro che soffre, sono chiamato a rispondere. M.C. sto modo il pensiero diventa attivo e perde quella parvenza di contemplazione distaccata che caratterizza la maggior parte delle filosofie. Lo studio di Ferruccio Focher individua specificatamente nel pensiero di Hannah Arendt una ripresa del classicismo politico; in tal senso la filosofia arendtiana rappresenterebbe una ripresa dei valori e dei principi della polis greca, ripensata in unaccezione pubblica moderna aperta ad un pensiero liberale. Fanno da sfondo a questa concezione, nota Focher, pensatori come Winkelmann, Goethe e Nietzsche, che vedono nella Grecia antica lideale di civilt e vita pubblica, e i modelli latini di Cicerone e Lucano, ancora alla ricerca di una politica pensata. La ripresa arendtiana della polis, osserva Focher, consiste, da un lato, nel recupero della distinzione tra pubblico e privato e, dallaltro, nellesalazione della phronesis aristotelica, ricostituitasi nel giudizio riflettente kantiano. Per quanto riguarda la distinzione tra pubblico e privato, Arendt, sottolineando la necessit dellhomo faber , che in grado di trasformare in azione il proprio pensiero, indica nell homo politicus il modello di azione pubblica. Questi, infatti, agisce nello spazio pubblico in cui si effettua lazione libera, che si distingue dallazione necessaria in quanto rivolta alla sopravvivenza tipica dello spazio privato. La confusione tra i due piani, sottolinea Focher, ci che per Arendt produce il concetto generico di sociale, la cui distorsione ha portato ai sistemi massificati e al totalitarismo. Ma la polis greca anche caratterizzata dalla prudenza o saggezza aristotelica che, al di l della sapienza intellettualistica degli universali, consiste nel sapersi comportare con gli altri nei singoli episodi e nel particolare. In questo modo la phronesis aristotelica assume laspetto pi moderno nel concetto di gusto descritto da Kant, che individua nel senso comune e nel giudizio riflettente la capacit di relazionarsi e accordarsi con gli altri nello spazio pubblico e nellazione politica. In tal senso il modello proposto da Arendt non risale, secondo Focher, ad alcun paradigma politico in senso stretto. Ostile ai sistemi massificati come il nazismo e il marxismo, Arendt sembra accostarsi piuttosto ad una sorta di liberalismo critico in cui lazione dellindividuo viene esaltata nel suo totale spazio dazione. Per questo, riferendosi anche a Socrate e alla ricerca individuale e interiore, Arendt pone la possibilit di una dialettica tra la libert dellindividuo, principio e origine della propria analisi speculativa, e lo spazio pubblico in cui lagire intersoggettivo costituisce il punto di riferimento politico. A.S.

Su Hannah Arendt
In occasione del ventennale dalla morte di Hannah Arendt, sono stati pubblicati diversi studi sul suo pensiero, tra cui la monografia HANNAH ARENDT (Feltrinelli, Milano 1995), di Laura Boella, che analizza lopera filosofica in rapporto alla produzione politica e allimpegno attivo della pensatrice, e lo studio di Ferruccio Focher, LA CONSAPEVOLEZZA DEI PRINCIPII (Franco Angeli, Milano 1995), che individua nel pensiero di Arendt il recupero del modello politico dellet classica.

Al di l di possibili eredit heideggeriane e di echi metafisici o misticheggianti, Laura Boella individua nel pensiero di Hannah Arendt un preciso invito alla responsabilit dellazione che ha luogo nello spazio pubblico. In questo senso gli scritti di Arendt rappresenterebbero il recupero della politica nella sua accezione originaria come azione comune degli uomini nello spazio intersoggettivo. Lattenzione alla politica, osserva Boella, permette ad Arendt di comprendere che lindividuo riesce a realizzare la propria progettualit istintiva ed emotiva solo nello spazio solipsistico, mentre non in grado di agire politicamente e nellambito delle relazioni pubbliche. Il pensiero filosofico arendtiano fa tuttuno con lo spazio delliniziativa pratica e nella parabola kafkiana, fa notare Boella, Arendt individua limportanza dellazione concreta dellindividuo costretto a contrastare il passato e il futuro. Il presente lo spazio pubblico, il momento dellazione e delliniziativa che apre lindividuo alla pluralit politica e pubblica; in tal senso lesempio di Achille, pi volte riportato da Arendt, indica non tanto lergersi delleroe greco sulla massa, quanto lapertura dello spazio attivo dellindividuo allinterno della polis. Anche nello studio su Eichmann e sulla banalit del male, Arendt sembra indicare come le azioni degli individui risalgano spesso a luoghi comuni, a frasi semplici e ad azioni scontate che, in ogni caso, costituiscono lo spazio pubblico: solo in que22

AUTORI E IDEE
Riflessioni filosofiche in onore di Pala
Con il titolo: FILOSOFIA, SCIENZA, STORIA (Franco Angeli, Milano 1995) sono stati raccolti, a cura di Antonio Cadeddu, scritti di vari autori, in omaggio ad Alberto Pala nel suo settantesimo compleanno, che ripercorrendo elementi della sua attivit filosofica, incentrata principalmente su autori come Cartesio, Locke, Newton, Galilei, Marx, Gramsci e Dewey, hanno affrontato argomenti che vanno dalla questione gnoseologica al significato della prova a priori, dallesame delle questioni etiche allanalisi delle teorie linguistiche e alla considerazione di tematiche relative alla scienza.

Nel suo scritto, Oltre la strategia del ragno, Silvano Tagliabue, seguendo le analisi di Pala, mostra come, per Cartesio, la filosofia costruisca duplicati immaginari del mondo reale che si configurano come rappresentazioni della realt in modo molto simile alle favole. Nella prospettiva cartesiana, dunque, la rappresentazione ricopre un ruolo fondamentale, che pu essere collegato a quello che Dennet ha definito il teatro cartesiano, che si basa sullidea che nel cervello si trovi un luogo centrale, dove avviene lesperienza cosciente. Maria Teresa Marcialis propone, invece, nel suo saggio Dio e i talleri. Considerazioni in margine alla prova a priori di Cartesio, una lettura della prova a priori di Cartesio, in base alla quale essa scaturirebbe dallevidenza con cui nellidea di Dio si palesa la stessa esistenza divina. Pertanto, ci che dimostra lesistenza divina non linferenza logica, n il passaggio arbitrario dallambito delle idee a quello reale, ma la certezza connessa alla chiarezza e alla distinzione della conoscenza. Paradossalmente, lesistenza divina pu essere afferrata in tal senso solo attraverso lintuizione e dimostrata solo avvalendosi del procedimento analogico. La filosofia cartesiana ritorna anche nello scritto di Elisabetta Gola, Le metafore e il problema mentecorpo. Cartesianesimo ed anticartesianesimo nelle scienze cognitive e contemporanee, in cui viene messo in luce come le concezioni cognitivistiche, considerando il funzionamento mentale strettamente interdipendente con quello dellorganismo, abbandonino la teoria fondata sulla separazione tra mente e corpo. In tale prospettiva viene salvato sia il materialismo, collegato con le propriet biologiche e non con quelle matematiche, sia il mentalismo, in armonia con il funzionalismo e con la filosofia cartesiana. Nel suo saggio Newtonianesimo e scienze della mente. George Boole e le leggi del pensiero Gian Piero Storari mette in evidenza come la teoria di Boole determini una modificazione dei parametri epistemologici in relazione allesame dei fenomeni

mentali. Il fatto che Boole abbia predisposto un linguaggio formale consente, infatti, di stabilire chiaramente le relazioni tra i fenomeni mentali, senza dover ricorrere alla conoscenza della loro essenza. Secondo Storari, Boole rivela di aver compreso in modo profondo come la matematica, considerata come metodo generale di analisi dei fenomeni naturali, abbia operato allinterno della metodologia newtoniana. Nellambito delle riflessioni sulla scienza si colloca anche lo scritto di Giancarlo Nonnoi, Galilei e Pascal, idee ed esperienze, in cui viene dimostrato come laspetto fondamentale della teoria di Galileo sia costituito dallo spostamento dellorientamento esplicativo dal piano dei principi a quello delle forze, consentendo labbandono dellantico principio privativo. Come appunto mostra Michele Camerota nel suo scritto Virt calamitica: analogia magnetica e ruolo dellaria nella teoria galileiana degli argineti (1612), Galileo elabor la teoria dellanalogia magnetica per cercare di spiegare i motivi del galleggiamento di falde di materia pi pesante dellacqua. Tra gli interventi di carattere scientifico pu essere annoverato anche quello di Antonio Cadeddu, Scienza e filosofia in Francia in seguito alla diffusione della teoria darwiniana (1851-70), che mette in risalto come lintroduzione in Francia della teoria di Darwin abbia determinato un acceso dibattito, soprattutto da parte dei sostenitori della metafisica spiritualistica. Conseguenza rilevante della diffusione del darwinismo in Francia anche il legame che venne stabilendosi tra il perfezionamento della specie in rapporto alle condizioni ambientali e la tematica specificamente filosofica del progresso. Con uno scritto dal titolo: Note sulla epistolica De historia etymologica. Dissertatio di G.W. Leibniz (1712?), Stefano Gensini sottolinea come in questopera si possa prendere in esame la riflessione di Leibniz sullorigine del linguaggio. La concezione linguistica leibniziana si oppone alle teorie linguistiche che pretendono di ricondurre le diverse lingue ad un fondamento unitario, rappresentato da una lingua perfetta, sia essa quella ebraica o quella greca. Per Leibniz, le lingue hanno unorigine imitativo-analogica poich i primi uomini emisero dei suoni onomatopeici per reagire agli stimoli di una natura estranea. Ne risulta cos uninterpretazione storicistica del problema della formazione della lingua, di cui Leibniz individua il precursore in Platone. Alberto Granese mostra, invece, nel suo scritto Paul Valry e la filosofia (la filosofia del linguaggio di Paul Valry), come sia possibile ritrovare in Paul Valry una filosofia del linguaggio che tende a ricondurre i problemi filosofici ad abusi linguistici. Nella prospettiva di Valry si giunge alla conclusione paradossale che il dire poetico altamente formalizzato e astraente quasi compiaciuto della sua impene23

trabile essenzialit e delle sue virt non comunicative porta nelle vicinanze del reale pi di quanto non faccia la filosofia. Tra gli scritti dedicati a questioni etiche, quello di Paola Dess, Lincubo dellautoma, mostra come la questione del rapporto tra determinismo e libert abbia arrovellato le riflessioni filosofiche senza ottenere risultati definitivi e risolutivi, mentre quello di Pietro Melis, Morale e diritto, mette in evidenza come nellambito delle riflessioni etiche il problema principale non sia tanto quello di dimostrare se tra convenzione o natura sia pi veritiera luna o laltra interpretazione, ma di valutare le conseguenze che derivererebbero dalla negazione dei diritti naturali. Se a livello scientifico il convenzionalismo si rivela pi credibile, osserva Melis, a livello morale appare meno convincente nelle sue conseguenze in quanto dovrebbe accettare come fatto naturale che la natura distrugga se stessa. Enrico Rambaldi, invece, nel suo saggio Invidia e uguaglianza in Marx e Rawls, fa notare che se Marx si dedica di pi allanalisi degli aspetti storici delle passioni e quindi dellinvidia, lindagine di Rawls basata sulla considerazione razionale a priori della natura umana, prestandosi maggiormente a deviazioni utopistiche. M.Mi.

Le origini della teologia dialettica di Barth


Con KARL BARTHS CRITICALLY REALISTIC DIALECTICAL THEOLOGY . ITS GENESIS AND DEVELOPMENT 1909-1936 (La teologia dialettica critico-realistica di Karl Barth. Genesi e sviluppo 1909-1936, Oxford University Press, Oxford 1995) Bruce L. McCormack si propone di analizzare le origini del pensiero di Karl Barth, concentrando la sua attenzione sulla seconda edizione del Commento alla Lettera ai Romani di Paolo, nella quale Barth sostiene con grande energia la tesi dellassoluta alterit di Dio e del suo regno rispetto alluomo e al mondo empirico. Secondo McCormack, questa tesi fu suggerita a Barth dalla contemplazione della miseria e dellingiustizia sociale presenti nella Svizzera del primo dopoguerra.

La filosofia di Karl Barth generalmente collegata a quella rinascita kierkegaardiana che ebbe luogo negli anni immediatamente successivi al primo conflitto mondiale. Laffermazione dellassoluta alterit di Dio e del suo mondo rispetto allumanit e al mondo empirico e la tesi dellimpossibilit per luomo di comprendere Dio sono infatti facilmente rintracciabili anche in Kierkegaard. Ci che per caratterizza Barth la capacit di rendere particolarmente visibile il legame tra teologia e vita quotidiana. Con lintento di risalire alle origini della

AUTORI E IDEE
teologia dialettica di Barth, lanalisi di McCormack si concentra sulla prima fase dellattivit del filosofo, cio il periodo che va dal 1909 al 1936, e in particolare sulla seconda edizione del Commento alla Lettera ai Romani di Paolo di Tarso. Nel clima teologico-ermeneutico di Marburgo, che vedeva laffermarsi dellepistemologia neokantiana di Hermann Cohen, Barth sceglie di dedicarsi alla denuncia della miseria e dellingiustizia sociale del tempo; la dottrina dellassoluta alterit di Dio, osserva McCormack, deriva proprio dalla constatazione di quella miseria, che fa del mondo della storia solo un mondo di apparenza. Questa completa dicotomia tra il mondo empirico e la sua fonte divina spinge poi Barth a sostenere limpossibilit di una via epistemologica che ci porti dalluomo a Dio. Solo Dio pu permetterci questo incontro; esso avviene infatti solo nella persona di Ges, strumento scelto da Dio per rivelarsi alluomo. Escatologia come processo la definizione con cui McCormack cerca di chiarire il postulato di Barth della presenza di Dio nella Rivelazione, nel nostro sforzarci verso unumanit radicalmente nuova, dove non ci sia pi ingiustizia, come una realt nella storia e non della storia. Questa esigenza di evidenziare lassoluta alterit di Dio, sottolinea McCormack, si esprime nel fatto che per Barth Dio eterno, non infinito, in quanto linfinito rimanda sempre al finito; per la stessa ragione Egli non Causa, ma Origine. LEssere di Dio sta al di l della linea della morte, che separa luniverso della temporalit, dellumanit dalleterno. Questa completa separazione, questa distanza allorigine dellinintuibilit di Dio. Luomo non pu comprendere o rappresentare Dio; lunico modo in cui possibile avvicinarsi a Lui la Rivelazione, che dipende dalliniziativa divina e si serve di Ges come strumento. Al di l di questo luomo non pu andare, poich un Dio comprensibile sarebbe un non-Dio, il dio di questo mondo. La rivelazione di Dio devessere indiretta, velata. In nessuna delle opere posteriori la meditazione di Barth raggiunge, secondo McCormack, la forza, limmediatezza che contraddistinguono la seconda versione del Commento a Paolo. Nel decennio successivo alla sua composizione, Barth si interroga sulla vera natura della teologia, arrivando alla celebre affermazione: Come teologi dovremmo parlare di Dio. Tuttavia noi siamo umani e, come tali, non possiamo parlare di Dio. Dovremmo riconoscere sia il nostro dovere che la nostra impotenza e con questo riconoscimento dare a Dio la gloria. McCormack chiude la sua analisi con la considerazione dei primi lavori preparatori alla stesura della Dogmatica , da cui trae la difficile domanda: cosa significa essere moderni nellambito della teologia? A.R .

Possibilit della metafisica


Una proposta di rifondazione della metafisica quella contenuta ne IL
PUNTO DI PARTENZA DELLA METAFISICA

(Vita e Pensiero, Milano 1995), in cui Joseph Marchal si propone di superare i limiti formali della filosofia critica kantiana attraverso una rivisitazione dellepistemologia tomista, che riconosce un elemento oggettivo alla base della conoscenza, senza tuttavia incorrere in una qualche forma di ontologismo. Unulteriore ipotesi di ripensamento della metafisica quella che ci proviene dal volume a cura di Battista Mondin, ERMENEUTICA E METAFISICA. POSSIBILIT DI UN DIALOGO (Citt Nuova, Roma 1996) in cui vari autori analizzano il legame tra metafisica ed ermeneutica considerando questultima come il completamento necessario della stessa metafisica.

Nel suo studio Joseph Marchal si propone di individuare gli elementi comuni tra la filosofia scolastica tradizionale e la filosofia critica di ispirazione kantiana con lo scopo di fondare una nuova metafisica. Kant , osserva Marchal, dopo aver rivalutato lintelletto contro gli empiristi, difendendolo dalle critiche degli ontologisti, non seppe scorgere la continuit profonda dellintelligenza concettuale con la ragione trascendente, speculativa e pratica, approdando di conseguenza ad una forma di agnosticismo, dovuta ad una visione troppo formale e statica della conoscenza, priva di una finalit dinamica. In questa prospettiva, Fichte, attribuendo alla priori un significato non solamente formale, ma anche dinamico, introdusse un elemento necessario per correggere il trascendentalismo statico, pur rimanendo legato agli schemi del razionalismo. Secondo Marchal, invece possibile rivalutare le componenti innovative dellidealismo trascendentale, instaurando unepistemologia che, se, da un lato, rivela le pretese illusorie della ragione, dallaltro afferma la superiorit di questultima sull intelletto astrattivo. A questa esigenza pu rispondere in modo adeguato laristotelismo tomista, conformandosi alle componenti critiche della filosofia moderna. Infatti, fa notare Marchal, in ogni conoscenza oggettiva implicita una posizione dessere, che Kant non ha compreso, sostenendo che tutti i concetti umani, in quanto schemi trascendentali della materia, sono caratterizzati da un elemento fenomenico e relativo. Se loggetto diretto della conoscenza delluomo fenomenico in relazione allattivit rappresentativa, tuttavia noumenico in relazione al suo significato oggettivo. In questo modo il kantismo viene liberato dal suo agnosti24

cismo, senza tuttavia ricadere in una qualche forma di ontologismo. In tal senso, Kant non avrebbe demolito ogni tipo di metafisica, ma avrebbe solamente mostrato linconsistenza di ogni dogmatismo metafisico. Rispetto a quella kantiana, aggiunge Marchal, lepistemologia tomista rivela la sua validit nelleliminare ogni separazione tra vita e coscienza, tra attivit e speculazione; separazione che alla radice di molti problemi dellepistemologia moderna. Alla questione metafisica, e in particolare al rapporto tra metafisica ed ermeneutica, sono dedicati i contributi di vari autori presenti in Ermeneutica e metafisica. Possibilit di un dialogo. Scopo generale dei vari interventi, come indica Aniceto Molinaro nel suo scritto, Metafisica ed ermeneutica in dialogo, mostrare come lermeneutica non debba essere considerata contrapposta alla metafisica, ma ne costituisca il necessario complemento. Anche Gaspare Mura, nel suo intervento su Ermeneutica, verit, metafisica, mette in rilievo come sia necessario evitare di opporre la metafisica allermeneutica, sottolineando linadeguatezza di unermeneutica filosofica che non sappia fornire una base di verit alla stessa interpretazione. Nel suo contributo, Ermeneutica e metafisica in Aristotele, Enrico Berti mette in evidenza come nello scritto Per Ermeneios di Aristotele si possa rintracciare un vero e proprio trattato di ermeneutica, laddove vengono enucleate le condizioni che rendono possibile linterpretabilit del discorso composto da nome e verbo. Questa ermeneutica diventa metafisica classica nella misura in cui lunico vero discorso quello che esprime la realt dellessere. Daltra parte, come rileva Luigi Alici nel suo scritto Ermeneutica e metafisica in S. Agostino, Agostino che consente di attuare un collegamento tra ermeneutica e metafisica, riconoscendo una realt ordinata in senso onto-assiologico e dotata di un proprio statuto intenzionale. In Agostino, la componente ermeneutica basata su una concezione semiologica che considera il segno linguistico come signum datum e, quindi, come un fattore di legame tra la cosa e la voluntas significandi. Per questo, sottolinea Alici, lagostinismo pu raccogliere la sfida ermeneutica contemporanea, mettendo in rilievo il senso del mistero e del limite delluomo nelle sue componenti religiose e metafisiche. Nel suo intervento, Lermeneutica filosofica e teologica di San Tommaso, Battista Mondin mette in rilievo come il legame tra metafisica ed ermeneutica in Tommaso si basi sul rapporto stretto tra linguaggio, pensiero e realt: Il linguaggio significa immediatamente il pensiero e questo significa immediatamente la realt. Per Schleiermacher,

AUTORI E IDEE
come sottolinea invece Roberto Osculati nel suo scritto Ermeneutica, filosofia, teologia in Schleiermacher, lermeneutica critica e autocritica che si pone come obiettivo la libert, la storicit e la socialit. Kierkegaard, daltra parte, come mostra Mariano Fazio intervenendo su Kierkegaard: unermeneutica possibile, presenta unermeneutica basata sulla categoria del singolo che si propone di delineare il modo migliore per divenire cristiani. Per Giorgio Penzo, che interviene con lo scritto Il superuomo come maschera del divino: secondo lermeneutica di F. Nietzsche, lattivit filosofica di Nietzsche, come quella di Kierkegaard, di tipo teologico, dove, per, la fede in Dio si basa sulla demolizione di ogni fondamento, dal momento che lunico fondamento possibile il nulla. Per Vittorio Possenti, a cui si deve il saggio Ermeneutica, metafisica e nichilismo in Heidegger, lopera di Heidegger rappresenta una confessione di problematicismo ontologico intrinseco. Unontologia di natura ermeneutica che conferisca un ruolo primario allanalitica dellessere deve necessariamente accantonare il problema fondamentale della conoscenza reale dellessere. M.Mi. secolo (Franco Angeli, Milano 1996). Di un crescente interesse anche in Italia per questi autori testimonia lo studio di Giovanni Matteucci, che non si prefigge di offrire una ricostruzione storica o una riabilitazione anacronistica del pensiero ispirato a Dilthey, ma intende trovare un accesso a temi e questioni particolari, mettendo a frutto le indicazioni offerte da tale pensiero. Partendo dalla concezione diltheyana, che intende la finitezza umana non alla stregua di un dato naturale, ma come condizione storica, Matteucci indica nella poieticit, nel fatto che ogni atto umano rimanda sempre a qualcosa di ulteriore, la peculiarit dellessere umano. Mettendo in primo piano il tema delle immagini della vita, Matteucci intende caratterizzare in primo luogo lanti-intellettualismo di Dilthey, per il quale il pensiero, derivando dallo sfondo della vita, non pu pretendere di trasformare la vita in un contenuto obiettivo. Da qui lesigenza di sostituire il concetto con limmagine e di ridefinire in questo modo i rapporti tra sensibilit e intellettualit, ossia tra aisthesis e kategorein. In questa prospettiva, Matteucci giunge da una parte a discutere criticamente gli esiti della dottrina kantiana dello schematismo trascendentale e di quella del giudizio riflettente, dallaltra individua un legame tra la dottrina del significato, sviluppata da Dilthey e da Misch, e il problema di un superamento delle astrattezze della concezione kantiana della ragione alla luce della diltheyana critica della ragione storica. Nei tre capitoli che compongono la prima parte del suo studio, Matteucci analizza gli scritti di Dilthey utilizzando come filo conduttore la dottrina del significato: centrali sono qui i temi del rapporto tra estetica e logica e tra estetica e poetica, la dottrina diltheyana delle categorie della vita e il concetto mischiano del determinato-indeterminato come categoria specifica di una logica ermeneutica. La seconda parte considera alcune prospettive che si aprono a partire da quella che Matteucci definisce la riflessione logico-estetica di Dilthey. Il quarto capitolo (Logica ermeneutica e significativit), in particolare, mette in luce diversi aspetti dellesteticit del fenomeno logico; qui svolge un ruolo portante lanalisi della concezione di una logica ermeneutica sviluppata da Misch e da Hans Lipps nel corso degli anni Venti. In modo complementare, il quinto capitolo (La comprensione tra ermeneutica e critica) considera il problema della strutturazione logica del momento estetico dellesperienza. Un tema importante di questultimo capitolo la delineazione dei motivi di contrasto tra la concezione del comprendere che ha la propria origine in Hans-Georg Gadamer e una con25

Logica, estetica, antropologia filosofica


Anche in Italia si di recente sviluppato un interesse per lopera di autori come Georg Misch, Hans Lipps e Helmuth Plessner, accomunati, nella differenza delle rispettive posizioni, dal riferimento al pensiero di Dilthey. Questo interesse risulta ora documentato dagli studi di Giovanni Matteucci, IMMAGINI DELLA VITA. LOGICA ED ESTETICA A PARTIRE DA DILTHEY

(Clueb, Bologna 1995), e di Salvatore Giammusso, POTERE E COMPRENDE RE . LA QUESTIONE DELL ESPERIENZA STORICA E L OPERA DI HELMUTH PLESSNER (Guerini e Associati, Milano 1995).

Il pensiero di autori come Georg Misch, Hans Lipps e Helmuth Plessner continua a suscitare linteresse degli studiosi tedeschi. Nel corso di questi ultimi anni vi stata, da una parte, unintensa attivit di ricerca filologica, che ha condotto alla pubblicazione dei corsi di logica di Misch, del Carteggio Plessner-Knig e di alcuni scritti inediti di Knig; dallaltra questi autori, a partire dagli Studi sullermeneutica di O. F. Bollnow, sono stati e sono tuttora oggetto di saggi e di studi storico-critici, tra i quali ricordiamo qui almeno quelli raccolti da Frithjof Rodi in Conoscenza del conosciuto. Sullermeneutica del XIX e XX

cezione del comprendere mutuata dalla prospettiva diltheyana, mischiana e lippsiana di una riflessione sulla vita. A queste analisi fa riscontro lo studio di Salvatore Giammusso, che prende le mosse dalla domanda sul rapporto dellessere umano con il mondo storico. Nel tentativo di sottrarla ai rischi del relativismo e dello scientismo, questa domanda diventa quella relativa alla possibilit di una riflessione filosofica sulla storia nellet del disincanto. Il problema qui quello di determinare i concetti di storicit e di comprendere in modo da tener fermo lilluminismo storicistico, ma trovando al tempo stesso delle possibilit alternative allo scientismo e al relativismo. Nello studio di Giammusso diventa pertanto centrale il problema della significativit, in particolare quello di riscoprire una significativit non teleologica dellesperienza della storia. La parte principale di questo studio offre uninterpretazione dellantropologia filosofica di Plessner nel tentativo di mettere in luce i motivi di interesse filosofico dellopera plessneriana in rapporto ai problemi del moderno e dellesperienza storica. In tal senso appaiono rilevanti il tentativo plessneriano di sviluppare una ricerca antropologico-filosofica nella direzione di un superamento dei limiti del pensiero kantiano; il problema di fondare la scienza delluomo alla luce delle indicazioni della fenomenologia e di una filosofia della natura; la ripresa di motivi della Lebensphilosophie di Dilthey filtrata attraverso linterpretazione di Misch; linflusso della logica di Gottinga di Misch, Lipps e Knig. Plessner appare cos a Giammusso come un geniale outsider , nella cui opera si riflettono problemi e strumenti analitici dello storicismo, della fenomenologia, dellermeneutica, della Lebensphilosophie , della sociologia della conoscenza e del marxismo inteso in senso non dogmatico. Giammusso sviluppa lanalisi dellopera plessneriana in base ai tre problemi fondamentali del moderno, della storicit, del comprendere. Il primo capitolo (Il senso del moderno) considera soprattutto gli scritti che precedono lopera Die Stufen des Organischen und der Mensch (I livelli del mondo organico e lessere umano, 1928), ma offre gi una interpretazione dinsieme dellopera plessneriana, mettendone in luce limpianto storicistico di fondo. In Plessner, osserva Giammusso, coscienza storica e obiettivit scientifica non si escludono, ma si implicano reciprocamente allinterno di una considerazione filosofica della modernit che cerca strumenti per correggere alcuni aspetti patologi-

AUTORI E IDEE
Saggi di filosofia morale
In una nuova raccolta di scritti, MAKING SENSE OF HUMANITY AND OTHER PHILOSOPHICAL PAPERS (Capire lumanit e altri scritti filosofici, Cambridge University Press, Cambridge 1995), Bernard Williams approfondisce alcuni temi classici della sua riflessione morale: dallanalisi del conflitto alla critica dei sistemi morali moderni, basati su impianti riduzionistici e tendenti alla pretesa di fornire verit ultime di tipo quasi teologico. La filosofia di Williams oggetto danalisi di un volume collettaneo, curato da J.E.J. Altham e Ross Harrison, WORLD, MIND AND ETHICS. ESSAYS ON THE ETHICAL PHILOSOPHY OF BERNARD WILLIAMS (Mondo, mente ed etica. Saggi sulla filosofia morale di Bernard Williams, Cambridge University Press, Cambridge 1995), contenente anche un importante saggio di replica dello stesso Williams alle obiezioni avanzategli. A queste tematiche fa riscontro uno studio di Charles Taylor, PHILOSOPHICAL ARGUMENTS (Argomenti filosofici, Harvard University Press, Harvard 1995), in cui la dimensione morale e sociale sintreccia con una critica dellepistemologia.

Bambino eritreo

ci generati dagli stessi processi di modernizzazione. Nel secondo capitolo (La comprensione del potere) viene in primo piano lanalisi della teoria plessneriana della storicit, da Die Grenzen der Gemeinschaft (I confini della comunit, 1924) fino a Macht und menschliche Natur (Potere e natura umana, 1931), da cui emerge limportanza della corporeit nella concezione plessneriana della vita storica, unitamente al legame tra concetto di storicit ed esperienza concreta dellestraneit. Nel terzo capitolo (Il potere del comprendere) viene considerata la teoria ermeneutica di Plessner, tanto sotto il profilo antropologico, con riferimento a Die Einheit der Sinne (Lunit dei sensi, 1923) e a Die Deutung des mimischen Ausdrucks (Linterpretazione dellespressione mimica, 1925), quanto sotto quello storico. Estendendo lmbito del comprendere dalla comprensione dei testi

e delle espressioni linguistiche allintera sfera del comportamento umano e della corporeit, Plessner propone un paradigma del comprendere che, secondo Giammusso, si propone come anello di raccordo tra approccio ermeneutico e fenomenologico. Alla questione di come sia possibile trasformare il concetto di antropologia e porlo in relazione a quello di una filosofia della storia come teoria dellesperienza storica in senso pratico dedicato il quarto e ultimo capitolo (Il potere del comprendere e la comprensione del potere: la questione di unermeneutica pratica), che, intende delineare la concezione di una filosofia della storia come ermeneutica pratica, cio come fenomenologia dellesperienza storica in senso pratico. M.M.

Con Making Sense of Humanity abbiamo a disposizione unaltra raccolta di saggi di Bernard Williams, dopo quelli gi apparsi nel 1985 e nel 1993, in cui emergono in modo evidente la sua critica del pensiero morale moderno e la sua concezione della natura e delle possibilit di una vita etica. Anche in questi saggi Williams ribadisce come la filosofia morale debba rispettare la complessit dei fenomeni etici, cos come questi vengono effettivamente esperiti. La moralit rappresenta un problema non solo dal punto di vista dei contenuti, ma anche da quello della sua esistenza come dimensione di ragione pratica o di valutazione sociale. In questottica, unanalisi del conflitto morale richiede, secondo Williams, luso di una concezione psicologica realistica delle motivazioni umane; inoltre, una filosofia morale efficace deve essere in grado di render conto non solo dellelemento psicologico, ma anche di tutti i campi del sapere, in particolare della storia, da cui si pu trarre un contributo alla comprensione dellessere umano. Una delle principali obiezioni di Williams ai sistemi morali che questi si basano su impianti riduzionistici, che li portano ad analizzare concetti ad un livello troppo astratto e generico (il bene, il giusto, il dovere), imponendo cos una struttura ipersemplificata al pensiero etico che annulla la complessit dei concetti inerenti allambito delletica. Inoltre, i giudizi derivanti da un sistema morale non rientrano nel campo delle verit obiettive, in quanto la loro applicazione pratica comunque determinata dalla realt in cui vengono applicati. In definitiva, i sistemi morali si basano, secondo Williams, su una radicale distinzione fra morale

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AUTORI E IDEE
e non morale priva di fondamento: non ci sono verit etiche definitive; considerare i nostri valori come verit ultime non solo una forma di superstizione, ma un elemento di debolezza. Questi fondamentali elementi della teoria di Williams sono al centro dei nove saggi presenti nel volume collettaneo World, Mind and Ethics, dove lobiezione pi forte rivolta a Williams , in alcuni casi, quella di aver delineato una critica puramente negativa nellinterpretare la richiesta filosofica di una teoria morale sistematica come pretesa moralistica e oppressiva. A questa obiezione Williams replica, nel volume in questione, sostenendo che la distruzione filosofica delle teorie morali non deve necessariamente portare come conseguenza ad una distruzione di parte della nostra consapevolezza morale. Inoltre, osserva Williams, luso di concetti morali avviene non in base alla conoscenza della loro assoluta desiderabilit, ma deriva dalla nostra abitudine e confidenza con essi, laddove i sistemi morali pretendono di dare qualcosa di pi, fornendo il conforto di una verit ultima. In Philosophical Arguments Charles Taylor riprende temi di filosofia morale e di critica comunitaria del liberalismo a partire dalla critica del progetto epistemologico, originatosi con Cartesio e sviluppatosi fino alla fine del nostro secolo secondo due principali varianti, il razionalismo e lempirismo, la cui pretesa stata quella di fondare la conoscenza nellesperienza del soggetto individuale. La proposta di Taylor si pone invece pi vicino alle posizioni di Heidegger, Merleau-Ponty e Wittgenstein, per i quali la conoscenza il possesso di un soggetto incarnato che interagisce con altri soggetti. Per evitare tuttavia di cadere nel convenzionalismo, o in tesi vicine al soggettivismo di Foucault, Derrida o di altri esponenti del postmodernismo, Taylor sostiene che sebbene alcuni schemi concettuali ci forniscano una maggiore comprensione della realt, ci non avviene in unottica pragmatica, in quanto la loro riuscita cambia da una comunit allaltra. In Taylor la critica epistemologica correlata al discorso filosofico morale e a quello politico. Egli individua infatti uno stretto legame fra il progetto epistemologico sopra criticato e una visione atomistica della societ, in cui individui scissi costituiscono ciascuno una fonte separata di conoscenza e di valori. Questa societ permeata da una visione naturalistica delletica in cui scompaiono quelli che Taylor definisce i principi forti, per lasciare spazio ai desideri e alle volont atomistiche che di fatto si palesano nella realt sociale. Dal punto di vista politico, questa situazione conduce ad una forma di liberalismo che Taylor definisce procedurale, in cui le societ liberali non sono altro che arene in cui i privati individui sono liberi di perseguire i propri obiettivi rapportandosi gli uni con gli altri solamente tramite strutture legali e forme elitarie di politica in cui i cittadini comuni non hanno voce in capitolo. M.B.

Dialogo sulla morale tra Oriente e Occidente


Nella morale occidentale il rapporto tra il sentimento e la ragione appare problematico. Sentimenti ed emozioni, scatenate dalla presenza dellaltro o da una minaccia che ne investe lesistenza, sono spesso la vera causa che spinge lessere umano allazione. Se questo legame immediato che ci unisce agli altri appare difficilmente giustificabile a partire dalle categorie classiche del pensiero occidentale, una possibile alternativa ci viene dalla proposta di Franois Jullien in FONDER LA MORALE. DIALOGUE DE MENCIUS AVEC UN PHILOSOPHE DES LUMIRES (Fondare la morale. Dialogo di Mencius con un filosofo dei lumi, Grasset, Parigi 1996).

Si deve al filosofo cinese Mencius, allievo di Confucio, laver sviluppato una precisa me-

ditazione sul tema del fare qualcosa, allinterno della quale lenigma di un sentimento come la piet scompare. Qui lindividuo non viene infatti concepito come un qualcosa di chiuso e irrelato, ma come parte di uninterazione e di un processo: limpulso alla piet nasce dalla comune partecipazione degli uomini alla vita che, minacciata nellaltro, reagisce in me. Per Mencius, osserva Franois Jullien, la piet un punto di partenza, il germe di una possibile virt umana che si tratta di coltivare ed estendere alla totalit delle azioni. In questo senso, pur essendo una manifestazione irriflessa, pu porsi come fondamento della morale. Tuttavia, sarebbe errato interpretare questa prospettiva sullo sfondo della concezione occidentale di una volont individuale libera, che impone alle cose le decisioni della coscienza; la filosofia cinese ignora infatti ogni opposizione tra mondo e coscienza, tra desiderio e azione. Ma anche senza le nozioni di libert e di coscienza

Ritratto di Confucio, 1734

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AUTORI E IDEE
autonoma, fa notare Jullien, possibile fondare la morale nella misura in cui la tensione etica delluomo non sia in alcun modo separata dal corso del mondo e dal suo andamento. Il mondo vegetale pu essere assunto come modello del rapporto tra il soggetto e la sua umanit: si tratta di assecondare lo sviluppo naturale attraverso poche azioni, fatte al momento giusto. Jullien sceglie la forma del dialogo per mettere a confronto due differenti tradizioni culturali; la comparazione, il dialogo a distanza tra affermazioni giustapposte, sono qui intesi come mezzo per fondare un sapere e fecondare il pensiero a partire dalle differenze. La filosofia occidentale contemporanea, sulla scia delle riflessioni dei maestri del sospetto, Freud, Nietzsche e Marx, sembra avere completamente rinunciato alla ricerca dei fondamenti della morale: se Marx ha denunciato il carattere al contempo occulto e servile della morale, sempre nelle mani della classe dirigente e utile soltanto [...] a consolidare lordine costituito, Freud vede nella morale solo il risultato della costituzione del Super-Io, che in se stesso non altro che lintroiezione, durante la nostra infanzia, dellimmagine idealizzata dei nostri genitori o dei loro sostituti. Per rimettere in gioco la questione occorre, secondo Jullien, risalire alle origini della sua formulazione moderna, ovvero a quel secolo dei Lumi in cui la morale si affrancata dalla religione e anche dalla trascendenza che caratterizzava limpostazione della filosofia occidentale pre-cristiana. Per Rousseau la morale si fonda sul sentimento umano della piet; per Kant essa riposa su basi universali, mentre per Schopenhauer la morale un mistero della natura umana. Tutte queste impostazioni, fa notare Jullien, si sono rivelate insufficienti, in quanto la piet fa appello ad una concezione antropologica della morale, esponendosi cos alla diversit delle culture. Solo Kant ha cercato di definire pi rigorosamente lesigenza morale, nel suo carattere di puro a priori. In Mencius, Jullien trova ora colui che pi esplicitamente formula ci che i filosofi dei Lumi, Kant per primo, avevano abbozzato. Mencius fonda la virt morale su una reazione di insopportabilit; cos, pur concordando con i moralisti occidentali sul principio di una esigenza morale, supera le loro aporie, in quanto fonda la morale su una pratica e una spontaneit (e non su una trascendenza o unantropologia). La coscienza non parla ma si manifesta direttamente in noi, come una reazione spontanea. Essere soggetti a questa spontaneit, che ci fa correre in soccorso di un altro essere umano in pericolo, significa rispondere alla nostra unica preoccupazione, che deve essere quella di vivere nel modo pi completo possibile. Linsegnamento di Mencius, in grado di rimettere in moto la questione morale, dunque quello di riconoscere nella morale una condotta la cui costrizione non si prova se non nellimmanenza della vera vita. D.F.

Filosofia e scrittura: le pratiche e i saperi


Gli esiti della recente riflessione di Carlo Sini sono compendiati nella sua ultima opera: GLI ABITI, LE PRATICHE, I SAPERI (Jaca Book, Milano 1996), che tematizza lesperienza veritativa mettendone in luce il legame essenziale che essa intrattiene con la questione della scrittura. Anticipando elementi di quella che sarebbe stata la sua attuale ricerca, Sini, insieme a Fulvio Papi e Maurizio Ferraris, era in precedenza intervenuto in occasione di una presentazione della sua precedente opera, FILOSOFIA E SCRITTURA (Laterza, Roma-Bari 1994), alla Casa della Cultura di Milano (15 febbraio 1995).

Nella sua ultima opera, Gli abiti, le pratiche, i saperi, Carlo Sini decostruisce lesperienza filosofica, mettendone a fuoco il carattere di pratica e il legame con la questione della scrittura. Ogni verit, sostiene Sini, relativa alla sua pratica; in questo consiste la verit della filosofia. In particolare, la nozione scientifica di verit quella pertinente alla scrittura alfabetica, che opera una decontestualizzazione obiettivante del discorso, in seguito alla quale si produce il disincantamento del mondo. Quel mondo che, come Sini ha mostrato, il frutto del gesto istitutivo del grafema vocalico. La voce si caratterizza infatti, dal punto di vista fenomenologico, per il suo carattere autografico: in quanto origine e oggetto del gesto, la voce pone due poli correlativi, il s corporeo e il mondo, che non hanno un luogo se non in questo gesto. Su questo medesimo terreno si radica la questione dellintersoggettivit; essa rappresenta un fenomeno originario, non un problema da risolversi presupponendo lesistenza preliminare di un soggetto, che dovrebbe porsi in rapporto enigmatico con gli enti difformi da esso. La scrittura alfabetica dissimula il legame del parlante con il mondo: essa d luogo alla concezione relativa allesistenza di un sapere oggettivo, e universalmente valido, nonch alla prospettiva in cui la scrittura medesima appare come uno strumento, un veicolo neutro di concetti indipendenti da essa. Parlando di un precedente studio di Sini, Filosofia e scrittura (Roma-Bari 1994, Informazione filosofica nn. 17-18), Fulvio Papi vi individuava due temi decisivi: il primo quello della genealogia della metafisica; il secondo quello della ricostruzione della filosofia, attuata a partire dalla sua impossibilit attuale di ripresentarsi nei termini di pratica storica e scientifica. Nellindagine genealogica di Sini, il punto decisivo, osservava Papi, rappresentato dal momento del passaggio da una cultura orale
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ad una scritta. Qui appare la relazione che intercorre tra la pratica di scrittura e la costituzione della scienza filosofica e che consiste nellistituzione del lettore universale, losservatore pan-oramico che getta il suo sguardo sul mondo di cose, che solo in quel momento si costituiscono come tali. La filosofia di Platone, a dispetto della sua polemica contro la scrittura, costituisce il primo effetto di questa pratica, che finisce per occultarla, lasciando in evidenza il soggetto. Avvicinando la posizione di Sini a quella di Derrida, Papi rilevava la consustanzialit, in Sini, della prospettiva oggettivante propria allo sguardo scientifico e allo sguardo storico: la stessa costruzione del passato, come alienazione delloggetto della memoria, rappresenta un mettere a distanza obiettivante, che istituisce questo stesso oggetto. Questa, secondo Papi, la fine della filosofia come fine della metafisica, fine di un passato oggettivo rispetto al quale il soggetto soggetto a, costruito dalle pratiche. Per Sini, osservava Papi, stare nella filosofia rappresenta lesperienza etica della verit, ovvero il collocarsi nellapertura dellevento. Tuttavia, si verifica qui una contrapposizione eccessiva, per Papi, tra la prospettiva metafisica e quella definita dal saper abitare levento, mentre sarebbe preferibile insistere sullaspetto di evoluzione delle pratiche discorsive, e sulla contingenza delle medesime. Secondo Papi, esiste una scrittura che devasta il carattere metafisico a essa proprio; questultimo soltanto una delle sue possibilit, iscritta nelleffetto di idealizzazione che comporta una temporalizzazione del discorso. La carne del vivente, per Papi, pur nella prigionia della scrittura, tende ad un sapere di s che inobiettivabile, non tematizzabile nellastratto, nellidealizzazione. Il soggetto permane nella prigionia del linguaggio perch non pu non esistere; con ci, esso esiste nella contingenza. Individuando, in Filosofia e scrittura, una contrapposizione tra filosofia e cultura, Maurizio Ferraris rintracciava nella concezione di Sini alcuni aspetti problematici. Per il fatto che la contrapposizione tra filosofia e cultura risulta del tutto intrinseca alla filosofia stessa, Ferraris giungeva a respingere la tesi secondo la quale lermeneutica incarnerebbe una forma di filosofia che abdica alla propria specificit nei confronti della cultura, della storia, della scienza e della tecnica. Daccordo con Sini si dichiarava invece Ferraris in merito al rifiuto della banalizzazione della svolta linguistica, cio della tematizzazione dellimportanza del linguaggio banalizzante. Il pensiero dellessere , per Ferraris, unimpostazione derivativa; originaria, ovvero trascendentale, invece la questione della differenza tra essere ed ente. In quanto problema inerente la pensabilit di

AUTORI E IDEE
ogni ente, tale questione rinvia a quel raddoppiamento del trascendentale che fa s che ogni evento empirico diventi istanza trascendentale, condizione della possibilit di qualcosa. Da questo punto di vista, osservava Ferraris, lattacco alla metafisica appare poco giustificato, in quanto essa ha come suo tratto caratteristico laccentuazione del carattere trascendentale dellempirico, che rende difficile individuare un confine tra filosofia e scienza. In definitiva, la concezione di Sini si presenta, per Ferraris, come una sorta di fenomenologia dello spirito nel suo procedere dalloralit allidealit della scrittura alfabetica, vista come lorigine del pensare concettuale. Rispondendo alle obiezioni di Papi e Ferraris, Sini si dichiarava daccordo in merito ad una denuncia della finitudine del sapere filosofico, condotta allinterno del discorso filosofico. Giunto alla percezione del proprio limite, in quanto compreso allinterno di una pratica, il sapere filosofico dovrebbe far emergere dalla proprie molteplici modalit la concreta situazione del vivente. Da questo punto di vista, osservava Sini, se pur vero che lesito metafisico non lunico possibile della scrittura alfabetica, occorre tuttavia rilevare come esso ne abbia invaso, in virt delluniversale pervasivit della dimensione mediatica, la totalit degli ambiti di espressione. Il fallout della quaestio metaphysica riguarda infatti tanto la scrittura filosofica quanto quelle scientifica, politica, letteraria. In tale prospettiva, sollevare listanza della concreta situazione del vivente rischia di configurarsi, secondo Sini, come una mera dichiarazione di intenti. Centrale invece la questione del cosiddetto paradosso delle pratiche, a partire dal quale possibile rilevare il fine etico presente in Filosofia e scrittura. Nel panorama della riflessione filosofica sulla modernit, faceva notare Sini, il paradigma della reduplicazione tra il livello empirico e quello trascendentale si presenta, per il soggetto della pratica filosofica, come inevitabile: infatti la pratica filosofica che istituisce la reduplicazione, ma che, nel contempo, ce la rende visibile. Rispetto a tale riconoscimento, occorre tuttavia ammettere la necessit della scelta etica; occorre cio ammettere la necessit, da parte di un soggetto, di passare dallessere soggetto alle pratiche a essere soggetto di queste pratiche. Questo secondo soggetto, tuttavia, non si d; non esistono infatti, sottolineava Sini, due determinazioni di soggetto, bens soltanto una, quella che rimanda a unistanza che, nellesser soggetta alle pratiche, ne frequenta lorlo (cio: il proprio orlo) in una sorta di rimbalzo. A Ferraris, e con lui a Derrida, Sini contesta in particolare che si possa parlare di scrittura e di voce come di istanze singolari, luoghi originari; esse sono, invece, prodotti della scrittura alfabetica. La questione se nasca prima la razionalit greca, da cui, in un secondo tempo, sorge la scrittura alfabetica, o non piuttosto il contrario, appare gi pregiudicata, secondo Sini, dalla prospettiva della scrittura alfabetica: la razionalit greca il prodotto di determinate pratiche di scrittura, e non scorgere questo fatto, come accade in Derrida, la condizione che definisce il luogo della metafisica. F.C. do di questa questione con il quadro fondativo classico che sta ancora alla base della moderna organizzazione dello Stato e che lascia insoddisfatta la necessit di richiamarsi a unistanza superiore rispetto alle parti, la questione, come mostra Scalone, investe indubbiamente lo statuto dellodierno ordinamento politico. In questa prospettiva, lesperienza di Weimar continua a rappresentare un momento paradigmatico per la riflessione costituzionalistica non solo tedesca, ma anche italiana. Problemi di fondazione della teoria politica stanno anche al centro dello studio di Otfried Hffe (la cui edizione originale risale al 1987), secondo il quale il problema squisitamente filosofico di una legittimazione in termini di giustizia della problematica dello Stato non pu essere affatto liquidata: Contro la scienza giuridica positiva - egli afferma - occorre fondare la prospettiva morale e quindi, con laiuto di questa, assegnare dei limiti ai rapporti giuridici e politici; contro lanarchismo, invece, occorre fondare e legittimare tali rapporti. Se vero, sottolinea Hffe, che il progetto politico moderno nasce dalla crisi e dallo sgretolamento delle credenze, per cos dire, fondamentalistiche su cui si reggeva lordinamento politico tradizionale, bisogna allora contestare lassunto secondo cui la conquista politica della democrazia liberale consiste nellindifferenza riguardo alle questioni ultime e quindi nellaccantonamento del riferimento alle visioni del mondo, per situarsi nellambito pi limitato, ma pi sicuro, delle questioni penultime. In realt, precisa Hffe, anche la democrazia vive di un accordo circa le cose ultime, altrimenti non sarebbe in grado di postulare i principi basilari del suo ordinamento. Discriminante invece la separazione delle sfere, per cui ci che vale per lindividuo come questione ultima non pu valere come tale anche per lo Stato. Per giustificare la legittimit e la pertinenza della riflessione filosofica sui fondamenti del diritto e dello Stato, Hffe si ricollega alla grande tradizione della filosofia pratica, riproposta nella sua accezione pi genuinamente aristotelica. Che il problema della fondazione dellordine politico, raccolto nella metafora della citt, abbia a che fare costitutivamente con uninterrogazione di tipo etico ci che viene ribadito a pi riprese nel saggio di Attilio Franchi. La ragione politica, sostiene Franchi, non pu prescindere dallaffrontare la questione del male, in rapporto alla quale deve dar atto della sua reale capacit di fondazione. Laver accantonato la questione del male ha portato la ragione politica alla pretesa di affidare allo sviluppo materiale la soluzione di problemi che invece sono connessi alla stessa condizione esistenziale umana, ovvero alla sua natura essenzialmente morale. Il problema, precisa Franchi, di dare la giusta collocazione ai valori espressi dal

Rappresentanza, giustizia, potere


Il problema della rappresentanza, quello della fondazione del giudizio politico e quello del bene e del male in relazione allo statuto fondamentale dellagire politico sono rispettivamente al centro di tre studi: RAPPRESENTANZA POLITICA E RAPPRESENTANZA DEGLI INTERESSI (Franco Angeli, Milano 1996), di Antonino Scalone; GIUSTIZIA POLITICA. FONDAMENTI DI UNA
FILOSOFIA CRITICA DEL DIRITTO E DELLO STATO

(il Mulino, Bologna 1995), di Otfried Hffe; LA CITT ORIGINARIA. DIALETTICA DELLA RAGIONE POLITICA (Morcelliana, Brescia 1995), di Attilio Franchi. A questo gruppo di testi si possono accostare, anche se in posizione eccentrica, la riflessione offerta da James Hillman in FORME DEL POTERE (Garzanti, Milano 1996), una fenomenologia del potere nella societ contemporanea, e lo studio di Matthias Bohlender, DIE RHETORIK DES POLITISCHEN. ZUR KRITIK DER POLITISCHEN THEORIE (La retorica del Politico. Per la critica della teoria politica, Akademie Verlag, Berlin, 1995), che si sofferma sui rapporti tra retorica e politica.

Il punto nodale dello studio di Antonino Scalone, come indica Giuseppe Duso nella Prefazione al volume, si raccoglie sostanzialmente nella domanda: se caratteristica peculiare della rappresentanza moderna quella di fondare lunit del popolo, altrimenti non rinvenibile, come possibile che questa si adegui poi alle configurazioni pluralistiche, verso cui viene spinta dalle trasformazioni politiche del nostro tempo? Passando attraverso le teorie di autori quali Rudolf Smend, Hermann Heller, Max Weber, Carl Schmitt, Gerhardt Leibholz, Otto Kirchheimer e Hans Kelsen, e scendendo poi maggiormente nel merito del problema della rappresentanza degli interessi in autori quali Werner Weber, Theodor Eschenburg ed Ernst Fraenkel, Scalone individua in Joseph K. Kaiser una tappa decisiva per risolvere allinterno della sfera della cittadinanza politica la questione delle organizzazioni degli interessi. Pur nellincomponibilit di fon29

AUTORI E IDEE
dinamismo della societ industriale, senza pretendere che essi vadano a esaurire quella problematica morale, fondata sulla radicalit del male, per la quale non possono mostrare pertinenza. Da qui lesigenza, per Franchi, di ricomporre il rapporto che lega i diversi aspetti della ragione politica, quello etico-morale, quello economico, quello pi strettamente politico, quello speculativo e, in quanto si d una tensione verso la felicit o la beatitudine, quello religioso. Sui problemi delletica pubblica interviene James Hillman, secondo il quale per parlare del potere non ci si pu limitare strettamente allambito politico, senza far riferimento alla sfera delleconomia, in cui costantemente vengono esperiti rapporti di gerarchizzazione, di dominio e di subordinazione. In tal senso lo studio di Hillman intende proporre una fenomenologia della forme di potere quali vengono praticate nellambito dellagire in vista del successo economico, ovvero mostrare su quali idee si fonda la pratica del potere. I valori che configurano lesercizio moderno del potere, osserva Hillman, fanno riferimento innanzitutto alle concezioni del darwinismo sociale e hanno come motivi fondanti lidea di crescita e di efficienza, che tuttavia subiscono una progressiva erosione per via dellindifferenza costitutiva che caratterizza queste idee riguardo ai problemi di natura morale. Tra quelli che Hillman definisce stili del potere rientrano il controllo, il prestigio, lesibizionismo, la leadership, lautorit, il carisma, la persuasione, la tirannia e cos via. Lintento di Hillman allora di delineare un potere compatibile con le esigenze di realizzabilit umana universale, non sottoposto al dominio dellAltro. In questa prospettiva, amore e potere possono non essere in opposizione. Sul rapporto tra retorica e politica interviene Matthias Bohlender con Die Rhetorik des Politischen. Il libro diviso in quattro capitoli. Nel primo lautore espone il concetto di retorica e il modo in cui esso risulta rielaborato secondo diverse teorie linguistiche; nel secondo traccia un modello del rapporto tra retorica e teoria politica quale pu essere ricavato dallopera di Hobbes; nel terzo mette a confronto la diversa lettura che Carl Schmitt e Leo Strauss hanno dato del Leviatano; e nellultimo ritorna alla trattazione sistematica, con una proposta di lettura della teoria politica in quanto prassi sociale di discorso. A parte i due capitoli centrali, che vogliono essere esempi (non meramente occasionali) dellimportanza che ha la retorica allinterno di una determinata teoria politica, linteresse principale di questo studio sta indubbiamente nel suo sforzo concettuale di offrirci le basi per una lettura delle teorizzazioni politiche dal punto di vista delle strategie linguistiche e discorsive che esse mettono in campo per costituirsi e per affermarsi. G.B.

La questione dellessere in Heidegger


In SERVIRE LESSERE CON HEIDEGGER (Morcelliana, Brescia 1995) Umberto Regina individua nellessere la questione centrale che contraddistingue la filosofica di Heidegger, sottolineando come essa abbia assunto significati diversi nelle varie opere del filosofo. Particolare attenzione alla concezione religiosa di tipo manifestativo che emerge nellopera heideggeriana dedicata da Pietro De Vitiis nel suo studio dal titolo: IL PROBLEMA RELIGIOSO IN HEIDEGGER (Bulzoni Editore, Roma 1995).

Secondo Umberto Regina, in Heidegger lanalisi della questione dellessere subisce una progressiva modificazione. Inizialmente viene stabilito un legame stretto tra la comprensione e lessere, in quanto la comprensione strutturalmente comprensione dessere. La scelta, qui, non tra il comprendere e il non comprendere lessere, ma tra un comprendere che si apre alla problematicit e quindi alleccedenza e al futuro e un comprendere che solo di insistente chiusura. Successivamente, fa notare Regina, laccento si sposta dal senso dellessere alla verit dellessere, dove la verit non implica lesistenza di un valore prestabilito, ma in quanto diviene. Il suo divenire non , tuttavia, determinato dal fatto che i suoi contenuti si modificano, ma dal fatto che leccedenza propria dellessere pu essere raggiunta solamente in un percorso che sia al tempo stesso di problematizzazione e di trasfigurazione dellente. La verit, in Heidegger, il luogo in cui si determina lincontro tra il servizio ontologico cui luomo chiamato e il transitare di Dio. Si tratta, in effetti, sottolinea Regina, di una concezione operativa della verit, in base alla quale non solamente luomo, ma anche Dio viene chiamato ad agire per la verit. La successiva concezione di Heidegger dellessere, osserva Regina, si basa su una diversa definizione dellessere, secondo la quale lessere, coincidendo con il punto di vista proprio del filosofare, lo stesso incondizionato lasciar essere loggetto nel suo come e presuppone che esista un ente, cio luomo, in grado di affermare il come di ogni altro ente. Ma la vera svolta innovatrice viene compiuta da Heidegger con la pubblicazione dei Beitrge, in cui diviene centrale la storia dellessere, che non viene pi considerata come quel territorio neutrale della comprensione dellessere, ma come lambito in cui luomo chiamato a schierarsi per la verit, cio a divenire autenticamente se stesso in quanto custode e guardiano della verit. Cos, se in Essere e tempo si poteva intravedere unantropologia filosofica, in quanto lanalitica esistenziale si limitava a indagare lo spazio aperto dalla progettualit umana, nella fase successiva la storia dellessere impegna
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lessere a essere allaltezza di un progetto, costringendolo a comprendersi a partire da un altro inizio. In tale prospettiva luomo comprende che il suo essere non una componente acquisita con il solo fatto di esserci, ma un compito, quello di servire la verit, entrando cos a far parte della storia che nello stesso tempo sua e dellessere. Anche il legame tra lessere e il linguaggio si rivela differente nelle diverse fasi teoriche attraversate da Heidegger. Mentre in Essere e tempo il linguaggio si fonda sul discorso, nei Beitrge viene considerato come risposta originata da uneccedenza che si rivolge alluomo per recidere il suo legame con il prospettivismo rinunciatario. Delineare la concezione religiosa di Heidegger , invece, lo scopo che si prefigge Pietro De Vitiis, mostrando come il problema del divino venga affrontato da Heidegger in opposizione alla prospettiva dellonto-teologia che, riducendo lessere allente, identifica Dio con lessere. Ontologia e teologia, per Heidegger, si confermano e si rafforzano a vicenda, generando lonto-teologia, il cui vertice rappresentato dalla teoria hegeliana dello Spirito assoluto. Come rileva De Vitiis, la visione religiosa heideggeriana, in modo simile a quella di Schelling, pu essere definita manifestativa, in quanto afferma il primato dellesperienza di ci che si manifesta rispetto allelaborazione concettuale; in tal senso la visione religiosa pu essere accostata alla poesia, specialmente a quella di Hlderlin, il cui linguaggio dotato di una potenza evocativa in grado di generare nuove visioni. Tuttavia non pu essere risolta nella poesia, poich lapice viene raggiunto nel silenzio: il linguaggio religioso non dire qualcosa su qualcosa, ma preghiera, invocazione e rendimento di lode. Per Heidegger, osserva De Vitiis, linteriorit deve aprirsi al mistero dellessere, che inaccessibile in quanto si nasconde. Il nascondimento dellessere non va inteso come pura negativit, ma come sintomo dellinafferrabilit del divino. Infatti, lultimo Dio heideggeriano appare nello spazio abissale che si spalanca nellessere, mostrando il limite del pensiero concettuale volto alla definizione oggettiva degli enti e basato sulla relazione soggetto- oggetto. Heidegger attribuisce allessere la finitudine per non ricadere nellinfinit dellassoluto idealistico che rimane bloccato nella sua circolarit, rischiando di essere una totalit omniabbracciante. Lultimo Dio di Heidegger , quindi, un Dio del futuro, un Dio escatologico e, come rileva De Vitiis, sembra che rimandi allessere solo nellambito della possibilit. M.Mi.

TENDENZE E DIBATTITI

TENDENZE E DIBATTITI

Identit della filosofia tedesca


Dopo il 1945, molti filosofi attivi nella Repubblica Federale Tedesca si sono impegnati nella discussione dellidentit della propria disciplina, occupandosi in particolare del problema se la filosofia sia una scienza e che status abbia il suo sapere rispetto a quello delle scienze positive. Unutile ricostruzione di questo dibattito quella offerta da Martina Plmacher nel suo studio, IDENTITT IN KRISEN. SELBSTVERSTNDIGUNGEN UND SELBSTVERSTNDNISSE DER PHILOSOPHIE IN DER BUNDESREPUBLIK DEUTSCHLAND NACH 1945 (Identit in crisi. Au-

toinformazioni e autocomprensioni della filosofia nella Repubblica federale tedesca dopo il 1945, Francoforte s/M. - Berlin - Bern - New York - Parigi Vienna 1995).

sintesi delle scienze particolari (Positivismusstreit). Questo tipo di dibattiti trova il suo apice negli anni Settanta, quando viene in larga parte misconosciuto il contributo della filosofia alla costituzione dellempiricit delle singole scienze, in quanto loro modalit di accesso alla realt, e quando le politiche di sviluppo della ricerca dei governi dei Lnder tedeschi - competenti per le universit tendono a investire sempre meno fondi nello sviluppo dei dipartimenti filosofici - non da ultimo trovando motivazioni nel fatto che la filosofia sembra essere esclusa dagli sviluppi delle scienze positive. Un risveglio di fronte a questa discussione in stato di crisi venuto da quella che Christian Friedrich Gethmann ha sagacemente definito la consapevolezza che i filosofi hanno di essere listituzionalizzazione della critica alle istituzioni. R.P.

Per rispondere alla questione dellidentit scientifica della filosofia Martina Plmacher ha dovuto ripercorrere nel suo studio il confronto, da una parte, con leredit delle tradizioni filosofiche provenienti dallet dellidealismo e, dallaltra, con le rinnovate esigenze di politica culturale ed educativa, come pure con la prosecuzione delle discussioni di carattere epistemologico. Ma anche il confronto con le grandi metafisiche del Novecento, con la fenomenologia di Husserl e con il sovvertimento dellontologia tradizionale operato da Heidegger stato decisivo per chiarire i presupposti da cui sono mossi quanti si sono occupati di filosofia speculativa nella seconda met del secolo. Plmacher insiste sulla necessit di problematizzare lautocomprensione che i filosofi della Repubblica Federale hanno avuto della propria professione nel confronto con gli stimoli e le risultanze delle scienze particolari nei decenni compresi tra il 1945 e la fine degli anni Settanta. I documenti presi in considerazione a questo proposito comprendono la serie dei Deutsche Kongresse fr Philosophie e altri dibattiti svoltisi tra filosofi tedeschi dal 1946 alla met degli anni Settanta. Se negli anni Cinquanta i filosofi si considerano i tutori dellordine dellessere, negli anni Sessanta devono reagire alla radicale messa in questione della capacit attribuita alla filosofia di porre capo ad una

Attualit di Croce
Delleco di risonanza che sta caratterizzando in questi anni la filosofia di Benedetto Croce sono testimonianza diversi saggi che intendono commentare e ripensare lo storicismo e la filosofia crociana in genere. Il volume dal titolo: PER CROCE (Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1995), a cura di Raffaele Bruno, raccoglie diversi saggi di commento dellestetica, delletica e della concezione della storia in Croce. Di Janos Kelemen lo studio critico IDEALISMO E STORICISMO NELLOPERA DI BENEDETTO CROCE (trad. it. dellautore, Rubbettino, Messina 1995), che presenta il pensiero del filosofo anche alla luce di riferimenti biografici. Da questo punto di vista, unimportante integrazione della biografia crociana offerta dagli SCRITTI FILOSOFICI E CARTEGGIO CON BENEDETTO CROCE (a cura di F. Platania, Bibliopolis Napoli 1996) di Antonio Cristaldi.

Il problema dello storicismo e della temporalit ha da sempre caratterizzato gli studi critici su Croce. Con il titolo: Per Croce vengono raccolti saggi che vanno dallanalisi estetica a quella etico-politica, passando
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sempre e comunque dalla tematica storicistica. Lelemento storico pervade infatti i vari saggi: lunit di pensiero e azione si manifesta nellidentit tra particolare e universale che si realizza appieno nella storia. Il fatto individuale, come levento storico, acquista valore e identit solo allinterno dello sviluppo dello spirito che storicismo assoluto. Lelemento che maggiormente caratterizza lanalisi estetica laccento posto sul carattere intuitivo dellarte. Lunificazione di bello, estetico e artistico caratterizza larte di quellelemento indicibile e ineffabile che la separa nettamente dallambito discorsivo; per Croce, infatti, larte tale solo se posta al di l del pensiero logico e razionale, dominio della filosofia. Cos facendo, per, restano esclusi dal dominio dellarte quei caratteri, come il comico e il tragico, che non essendo intuitivi, sfuggono alla sua forma. In altre parole, se il merito di Croce consiste nellaver unificato estetico e artistico, il limite sta nellaver escluso lelemento razionale e quindi dicibile dal patrimonio artistico che, in questo modo, perde uno dei suoi caratteri fondamentali. Letica crociana viene affrontata nei saggi del volume dal punto di vista della politica e della libert: se la politica si sgancia dalla dimensione morale, come aveva capito gi Marx, e come invece avrebbe contestato Gentile, suo dominio resta solo quello dellutile economico, che si caratterizza di una netta amoralit. Altro punto nodale di Croce il suo liberalismo che in questo volume descritto in termini filosofici pi che politici. In altre parole, se Croce ha saputo teorizzare filosoficamente la libert dellindividuo contro i sistemi totalitari, lo stesso non accaduto dal punto di vista politico, dove uninterpretazione sommaria dello stato e del governo non ha posto le basi per una vera e propria teoria liberale. Lo storicismo caratterizza lo studio di Janos Kelemen, studioso ungherese che intende riproporre lattualit di Croce allinterno delle scienze umane. Dopo alcuni cenni biografici, viene delineato il rapporto di Croce con la cultura italiana del tempo e il suo interessamento per Labriola. Inizialmente, infatti, Croce, contrario alla filosofia della storia e allhegelismo in genere, sinteressa al materialismo storico ricco di concretezza e di

TENDENZE E DIBATTITI
attenzione agli eventi. Il rifiuto dello storicismo, per, conduce Croce, successivamente, a separarsi dal marxismo che pure lo aveva ispirato. Kelemen riporta Croce allhegelismo attraverso la ripresa di Kant e di Vico che diventano il punto di riferimento della filosofia crociana. Se, infatti, Kant determinante per la teorizzazione dei giudizi sintetici a priori che si manifestano nella storia dove il generale si manifesta nel particolare, Vico fondamentale nella concezione ciclica e fattuale della storia che sar ripresa e sostenuta nella filosofia dello spirito. Il carteggio tra Croce e un giovane studioso siciliano, Antonio Cristaldi, discepolo del filosofo, principalmente caratterizzato dalla vicenda esistenziale del giovane allievo che, colpito giovanissimo da nevrosi depressiva, si suicida allet di ventiquattro anni, lasciando profondamente addolorato il maestro. Il volume, dopo unintroduzione di Francesco Platania sulla storia di Cristaldi e sul rapporto con Croce, riporta due saggi del giovane in cui compaiono le sue considerazioni sulla Filosofia dello Spirito e la corrispondenza tra i due. Dalle lettere emerge, da una parte, la profonda considerazione di Cristaldi per la categoria della morale che doveva, a parer suo, fungere da elemento unificatore delle altre e, dallaltra, la convinzione di Croce di tenere ben distinte le categorie dello Spirito, del quale la morale era solamente una della quattro. A.S. La Storia del pensiero medico in occidente prende in esame il periodo che va dallantichit al medioevo, tentando di raccogliere nelle sue grandi linee il percorso intero del pensiero medico occidentale e mostrarne la complessit e le relazioni strette con la realt biologica e sociale delle popolazioni umane. Come sottolinea Mirko D. Grmek, curatore dellopera, lintento quello di proporre un quadro della figura del medico e del suo rapporto con lambiente. Il suo lavoro segue un paradigma generale attraverso le varie epoche, quello cio di misurare le proprie pratiche e la propria ricerca in funzione di quei fenomeni fino a quel momento non ancora spiegati, o lasciati al caso o alla Provvidenza, cercando di organizzare attorno a s il sensibile nella maniera pi coerente e pratica possibile, in vista della soluzione della malattia. Risulta cos che il discorso medico si venuto costruendo a partire dalla concezione che nelle varie epoche si avuto della malattia. Tra i contributi raccolti nel volume figurano un saggio di Mario Vegetti, Erasistrato ed Erofilo; uno di Gotthard Strohmaier sulla trasmissione degli scritti medici dal mondo bizantino al medioevo; uno di Jean-Noel Biraben sulle Malattie in Europa. Che la medicina abbia a che fare con un oggetto assai complesso, il funzionamento dellorganismo umano come intreccio di elementi tra loro diversi, lanima e il corpo, questo era gi evidente a Galeno. Nei suoi soli tre scritti di argomento medico - recuperati dallimponente filosofia morale distribuita in venti libri, di cui disponiamo oggi in unutile edizione in lingua francese, Lme et ses passions -, abbiamo la proposta di una fisica delle passioni, ancora dipendente dalla chimica degli umori corporali. Galeno convinto di poter ammaestrare le passioni a partire dal corpo, inaugurando una scienza che si occupa dellanima delluomo. Nella Prefazione a questi scritti, Jean Starobinskj avverte che Galeno si mantiene sempre allinterno del suo mestiere di medico: si tratta per lui della vita terrestre e della vita che conducono gli esseri umani nella societ umana, ricordando che la vita eterna non fa parte dellorizzonte precristiano di Galeno. Ne risulta una visione assolutamente moderna della scienza medica che si occupa della dimensione sociale della malattia, proponendo una propria etica che ripensa i legami tra il corpo e la psiche e tra il medico e il paziente. Nella Histoire contemporaine des medicaments Franois Chast mostra invece come lodierna farmacologia sia nata dalle idee della Rivoluzione, dallavanzamento delle scienze e dallindustrializzazione delleconomia, sostituendo con un approccio scientifico la tradizio32

Storia e attualit della medicina


Che cosa intendiamo per medicina e qual stata la sua storia? Come si pu considerare lintreccio tra anima e corpo dal punto di vista medico? Come si sviluppata fino a oggi la ricerca sulla salute perfetta? Questi alcuni degli interrogativi ai quali cercano di dare risposta cinque nuove pubblicazioni sullargomento: una raccolta di saggi, a cura di Mirko D. Grmek, dal titolo: STORIA DEL PENSIERO MEDICO OCCIDENTALE. 1. ANTICHIT E MEDIOEVO (trad. it. di M. Astrologo, C. Basso, M. Mantegazza, C. Milanesi, A.M. Senatore, Laterza, Roma-Bari 1995); uno studio di Franois Chast, HISTOIRE CONTEMPORAINE DES MEDICAMENTS (Storia contemporanea dei farmaci, Ed. La Dcouverte, Parigi 1995); una traduzione dal greco di tre brevi trattati di Galeno, presentati da Jean Starobinskj, LAME ET SES PASSIONS (Lanima e le sue passioni, Les Belles Lettres, Parigi 1995); e due saggi sullattualit medica, UN MEDECIN DANS SON TEMPS (Un medico nel suo tempo, Seuil, Parigi 1995), di Norbert Bensaid, e LA SANT PARFAITE (La salute perfetta, Seuil, Parigi 1995), di Lucien Sfez.

nale cultura delle piante mediche. Forte dei progressi della chimica del XIX secolo, osserva Chast, il farmaco ha cercato di limitare le pratiche irrazionali fino a quel momento utilizzate in medicina. Allincrocio tra luomo, le potenze divine e il prete-medico si pone il rimedio farmacologico: nucleo di ogni storia dei farmaci dunque lo sguardo delluomo sulla propria umanit e la propria posizione allinterno del cosmo. Per quanto riguarda lattualit del dibattito sulla medicina, di Norbert Bensaid, medico molto noto in Francia, scomparso nel 1994, sono stati pubblicati, a cura di Nadine Fresco e con la prefazione di Jean Daniel, gli articoli pi significativi della sua attivit di medico-pubblicista, da cui risulta unimmagine di medicofilosofo attento a non perdere di vista il malato dietro la malattia e a non ridurre il discorso medico a mero biologismo. In prospettiva futura si pone invece lo studio di Lucien Sfez, La sant parfaite, unindagine attenta e dissacrante dellultima utopia scientifica rimasta, la perfetta salute, unutopia che riguarda il corpo in tutte le sue accezioni possibili: il corpo dellindividuo, del pianeta, della societ. Nel campo della salute delluomo Sfez analizza in particolare il progetto Genoma, facendo notare come, per la prima volta nella storia dei tempi, una creatura vivente comprenda la sua origine e possa intraprendere a disegnare il suo futuro. Tuttavia, aggiunge Sfez, dietro la ricerca della perfezione delluomo biologico si nasconde una nuova forma di eugenetica, che tende a cancellare le determinazioni culturali e sociali delluomo. Nel caso della salute del pianeta Sfez fa invece riferimento alla realizzazione dellesperimento di Biosfera II nel deserto dellArizona: un sistema chiuso dove sono ricostituiti i principali ambienti del pianeta e dove otto volontari hanno vissuto isolati dallesterno, producendo essi stessi le loro risorse. Sebbene i risultati siano stati contestati, resta tuttavia lidea di una vita planetaria organizzata su base bio-macchinale, nellintento di raggiungere la migliore tecnologia per il vivente. Da ultimo Sfez prende in esame la vita artificiale degli esseri virtuali, il grande sogno delluomo di creare altri esseri di una catena evolutiva superiore. Alla base vi lidea di unidentit umana fondata sulla tecnoscienza, in una possibile fusione di reale e virtuale: un secondo Paradiso, abitato da un Adamo II, dalla salute perfetta. G.Di L.

TENDENZE E DIBATTITI

Henry Gervex, Il dottor Pan che opera allospedale Saint Louis (1885 circa, part.)

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TENDENZE E DIBATTITI
Filosofia della liberazione
Alla filosofia della liberazione e in particolare al pensiero di Enrique Dussel, del quale ricordiamo FILOSOFIA DA LIBERTAO. CRITICA E IDEOLOGIA DA EXCLUSO (Filosofia della liberazione. Critica e ideologia degli esclusi, Paulus, So Paulo 1995), dedicato il volume: TICA E A FILOSOFIA DA LIBERTAO (Etica e filosofia della liberazione, a cura di A. Lampe, Vozes, Petropolis 1995), pubblicato in occasione del 60 anniversario della nascita del filosofo argentino e del 20 anniversario della fondazione, da lui voluta, della Commisso de Estudos de Histria da Igreja na Amrica Latina.

Il volume tica e a filosofia da libertao uno strumento prezioso per lo studioso del pensiero di Enrique Dussel, perch contiene unappendice di 60 pagine con la bibliografia di Dussel fino al 1994, che permette di dare uno sguardo allampia produzione del filosofo argentino, riguardante la storia della Chiesa latino-americana, la storia latino-americana, la filosofia e letica. Inoltre una dettagliata biografia di Dussel ricostruisce la sua vicenda esistenziale dalla nascita in un piccolo villaggio della Pampa argentina alla laurea a Mendoza, agli studi europei (Madrid, Parigi, Magonza), al periodo di residenza in Israele, al ritorno in Argentina, allattentato peronista alla sua vita, fino allesilio messicano, unitamente al suo sviluppo intellettuale che va dagli studi di filosofia alla storia della Chiesa latino-americana, alla teologia della liberazione, alla fondazione della filosofia della liberazione, dalla lettura di Levinas agli studi sul pensiero economico di Marx, fino allincontro polemico con letica della comunicazione di Apel, con Ricoeur, con Rorty, con Taylor. In particolare nei confronti di Ricoeur, con il quale lunico incontro avvenuto proprio in Italia, a Napoli, nel 1991, Dussel riconosce un debito di formazione intellettuale, avendo egli frequentato le lezioni del filosofo francese nei primi anni Sessanta ed essendo stato Ricoeur uno dei primi interlocutori occidentali della filosofia della liberazione. In tutti i suoi saggi Dussel definisce una concezione altra della filosofia, a partire cio dalla realt latino-americana, che la realt delloppresso, dello sfruttato, dellescluso, ma anche la realt dellindio, del negro, del mulatto, del meticcio, cio delle vittime della civilizzazione europea. Possiamo sintetizzare tutte queste categorie in una sola e pi comprensiva categoria: lAltro. LAltro, per, non inteso soltanto in chiave teoretica e concettuale, come lesteriorit di Levinas, bens in un contesto storico, sociale, politico ed economico, qual lAmerica Latina di questultimo quarto di secolo; un continente che ha visto distruggere nel passato la propria identit culturale originaria con lapertura dei rap-

porti con lEuropa, che vede oggi negare la propria identit culturale per via del perdurare di un rapporto sproporzionato con il Primo Mondo occidentale e che, tuttavia, si pu considerare come un Altro Occidente, dal momento che la sua alterit ha comunque radici nel continente europeo. Il fine della filosofia della liberazione non si limita affatto alla realt latino-americana o ad una critica della filosofia europea; anzi, pur partendo da una determinata realt sociale, essa si pone come scopo il superamento di ogni forma di sfruttamento e di esclusione mediante lestensione della categoria dellAltro a ogni situazione di oppressione e di annichilimento. A questo scopo la critica alletica della comunicazione di Apel viene condotta da Dussel a partire da situazioni esistenziali concrete, contrapponendo alla comunit ideale di comunicazione la comunit reale di comunicazione. In fondo Dussel critica proprio la pretesa di Apel di fondare unetica universalistica. La contrapposizione tra comunit ideale di comunicazione e comunit reale di comunicazione muove dal problema della materialit dei bisogni umani. In Apel, Ricoeur, Rorty y la filosofia de la liberacin con respuestas de K.O. Apel y P. Ricoeur (Apel, Ricoeur, Rorty e la filosofia della liberazione, con una risposta di K.O. Apel, Guadalajara 1993) Dussel antepone alla questione teoretica e politica della comunit reale di comunicazione di Apel quella concreta ed economica della corporalit: Se la filosofia della liberazione parte dalla realt della miseria, della povert, dello sfruttamento, della relazione persona-persona (pratica), si istituzionalizza e si riproduce storicamente sempre a priori a partire da una struttura economica... La vita umana, la sua corporalit, non soltanto la condizione di possibilit, bens lessere stesso e lesistenza umana in quanto tale. Le forme istituzionalizzate, di cui parla Dussel, sono le forme del dominio e delloppressione, le quali soltanto formalmente sono simili a quelle democratiche, perch in realt il loro contenuto politico totalmente divergente da un ordinamento effettivamente democratico. Con uno scritto dal titolo: A tica do discurso em face do desafio da Filosofia da libertao latino-americana (in Etica do discurso e filosofia da libertao. Modelos complementares, a cura di A. Sidekum, Editora Unisinos, So Leopoldo 1994; trad. it. di M. Brumm e M. Schirone, Letica del discorso di fronte alla sfida della filosofia latinoamericana della liberazione, in Segni e comprensione, n. 23, settembredicembre 1994), Apel risponde a queste obiezioni con una presa di coscienza: La posizione degli oppressi sempre la posizione dellumanit eticamente normativa; oppure con una generica, superficiale e stizzosa accusa politica: Nonostante levidente originalit, essa subordinata alla sua faziosit etica nella misura in cui lela34

borazione teorica e pratica mette in rilievo il rischio del dogmatismo e cos anche della possibile perversione nella direzione di un terrorismo che raggiunge in forma pi sensibile gli stessi poveri; o ancora: Lunica pratica di liberazione che avrebbe senso potrebbe consistere solamente nella guerra, nella guerra civile mondiale. Dussel afferma questo in un passo importante, ma lo nega in altri, a favore di possibili riforme e anche di un possibile ricorso alletica del discorso da parte delletica della liberazione che dovr accompagnare direttamente la pratica di liberazione come sua coscientizao (costante processo di presa di coscienza) nel senso di Paulo Freire. Di altro tenore la posizione di Ricoeur: Se la critica delloppressione economica e sociale non passa attraverso la critica della dominazione politica e se si pretende di giungere alla liberazione economica attraverso qualsiasi cammino politico, ci si condanna ad una terribile vendetta della storia (Filosofia e liberazione, trad. it. di F. Schipa, in Segni e comprensione, n. 15, gennaio-aprile 1992). Ricoeur, dunque, riconosce la necessit di un primato della critica e della liberazione politiche rispetto alla denuncia e al superamento delloppressione economica. Ed proprio questo il punto che Dussel riprende da Ricoeur e dalla tradizione antica: la politica come filosofia prima. indiscutibile, infatti, il carattere politico della filosofia della liberazione, che appunto per questo suo carattere essenzialmente politico in fondo una filosofia pratica, nel senso che Dussel d al termine prassi, cio rapporto uomouomo. Misconoscere questo aspetto della filosofia della liberazione rappresenta una vera e propria mistificazione concettuale. In Apel, Ricoeur, Rorty y la filosofia de la liberacin, Dussel contrappone a Ricoeur un modello di critica della dominazione imprevisto dallermeneutica ricoeuriana: Lopposizione tra i due mondi: la prevalenza delluno sullaltro, la distruzione del mondo amerindiano a causa della conquista in nome del cristianesimo... metter in crisi il modello ricoeuriano, adatto allermeneutica di una cultura, ma non per il confronto asimmetrico tra varie culture (una dominante e laltra dominata). La categoria della dominazione e delloppressione, dunque, permette a Dussel di superare una certa chiusura dellermeneutica di Ricoeur. Allobiezione di Ricoeur circa la necessit di una liberazione politica Dussel risponde con lo studio delle opere economiche di Marx, che spinge Dussel a cercare una sintesi tra gli aspetti teologici della sua filosofia e quelli pi legati alla sfera dei rapporti materiale degli uomini. Cos il suo linguaggio si fatto pi incisivo, il suo pensiero pi pratico; e in questi ultimi anni, per la sempre pi forte assunzione della politica al centro del suo discorso, la redazione di unetica della liberazione diviene per Dussel un compito ancora pi urgente. A.I.

TENDENZE E DIBATTITI
Riflessioni sulla modernit
Ne LENIGMA DELLESISTENZA. SOGGETTO, MORALE, PASSIONI NELLET DEL DISINCANTO (Feltrinelli, Milano 1996) Sergio Moravia propone unanalisi della modernit che ad una visione restrittiva del reale contrappone una concezione linguistico-ermeneutica, fondata su un modello pluralistico della realt che non rifugge dalla sua enigmaticit e dalla sua complessit. Laffermazione dellesistenza del divenire, su cui si fonda la filosofia delloccidente, invece considerata da Emanuele Severino, nel suo studio TAUTOTS (Adelphi, Milano 1995), conseguenza del tentativo fallito di concepire lidentit dellessere senza coglierne leternit. A queste prospettive di riflessione sulla modernit si affianca, in una nuova riedizione, il saggio di Salvatore Natoli, SOGGETTO E FONDAMENTO. IL SAPERE DELLORIGINE E LA SCIENTIFICIT DELLA FILOSOFIA (Bruno Mondadori, Milano 1996), che dedica unattenzione particolare allo sviluppo della concezione del soggetto in Aristotele e Cartesio.

Ne Lenigma dellesistenza Sergio Moravia si propone di demolire lorientamento di ricerca epistemologico basato su una concezione oggettivistica e realistica della scienza e sullaffermazione di un unico modello di scientificit, che considera luomo pi agito che agente, in quanto determinato da strutture date in eterno. Di contro, Moravia delinea unimmagine delluomo alla luce di una teoria della comunicazione caratterizzata dal fatto che il soggetto non si rapporta ad un senso gi prestabilito, ma costruisce il senso in base alle sue esigenze concrete e ai suoi progetti. Nella modernit, osserva Moravia, sono prevalsi il modello materialistico-biologistico, che rapporta lessenza umana alla corporeit materiale, e quello psicologistico, che invece riconduce tutta la realt umana alla dimensione mentale. In opposizione a questi modelli Moravia intende valorizzare la prospettiva linguistico-ermeneutica, in base alla quale luomo viene definito come un essere valutante, dominato da una vocazione interrogante-ricercante. Da questo punto di vista, Nietzsche e Heidegger , accusando tutto il sistema dei valori della civilt occidentale, hanno assunto, secondo Moravia, una posizione troppo negativa, mentre necessario mantenere la memoria del passato, difendere la tensione verso il futuro, sostenere la cura dellorizzonte terrestre e concepire il senso del limite e della finitudine delluomo. In tale prospettiva, bisogna abbandonare limmagine delluomo come identit singola per affermare unimmagine

pluralistica delluomo, dove lalterit rappresenta una componente necessaria ed essenziale dellessere umano, rendendolo cosciente della propria costitutiva finitudine. Il pensiero della complessit, che si sviluppato nella filosofia contemporanea a partire dagli anni Settanta, si presenta, secondo Moravia, come un pensiero costruttivo in grado di valutare alcune coppie di termini non in modo antagonistico, ma in modo complementare. Latteggiamento critico-negativo nei confronti dellambiguit frutto di una prospettiva riconducibile al principio per cui la realt costituita da elementi determinati e classificati in modo univoco e corrisponde allidea che luomo coincida con un essere luminoso capace di dissolvere le ombre. Per Moravia, invece, lesistenza umana non pu essere compresa dalla ragione e dal logos, essendo imprevedibile e non categorizzabile. Nellaffermare la realt del divenire, la filosofia dellOccidente, osserva Emanuele Severino, cade in contraddizioni insuperabili, rivelandosi un tentativo fallito di pensare lidentit dellessente. Ritenendo che lessente, attraverso il divenire, divenga altro da s, il pensiero occidentale costretto ad affermare per assurdo lidentit dei diversi. Isolando, infatti, il soggetto dal predicato e da ogni altro soggetto necessario affermare il divenire come unica modalit con la quale il soggetto possa di nuovo entrare in relazione col predicato. Affermando invece il nesso necessario tra gli essenti, viene esclusa, per Severino, ogni possibilit che un essente abbia bisogno del divenire. In questa prospettiva il divenire non il divenire altro, ma il comparire e lo scomparire delleterno. In Soggetto e fondamento Salvatore Natoli esamina la nozione di soggetto, considerando in particolar modo le teorie di Aristotele e di Cartesio. Nella filosofia aristotelica sono compresenti, secondo Natoli, due componenti relative alla dimensione del soggetto; una connessa alla sostanza, che riguarda il sostrato, e laltra legata al divenire e alla dissoluzione della sostanza. Cos in Aristotele la centralit del soggetto si afferma contemporaneamente al suo decentramento. Come aveva gi rilevato Heidegger, Natoli attribuisce la differenza tra antico e moderno al fatto che il pensiero moderno basato sul concetto di garanzia. Infatti, nella filosofia di Cartesio , il soggetto viene identificato con un unico luogo garantito in quanto assolutamente autogarantentesi. Tuttavia, Cartesio non solo non aderisce totalmente alla modernit, ma addirittura esaspera la prospettiva aristotelica, affermando il primato della sostanza pensante. Infatti, per Cartesio, il pensiero costituisce il fondamento della verit.
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Se quindi, osserva Natoli, la tradizione aristotelica e postaristotelica ha considerato il soggetto come una sostanza individuale, la filosofia cartesiana, facendo coincidere fondamento ed egoit, trasforma il soggetto in soggettivit. In tal senso, per quanto riguarda la tematica della soggettivit, la filosofia moderna compie nel suo complesso unindagine sulla rappresentazione e sui modi della rappresentazione. M.Mi.

Controversie sulla ragione


Alcune recenti pubblicazioni richiamano sulla scena del dibattito attuale in Francia le numerose controversie e polemiche di cui lIlluminismo fu la causa e al tempo stesso il principale destinatario. Si tratta della raccolta di saggi dal titolo: AUFKLRUNG: LES LUMIRES ALLEMANDES (Afklrung: i Lumi tedeschi, Garnier-Flammarion, Parigi 1995), curata da Grard Raulet, che presenta il quadro delle maggiori dispute dellIlluminismo, a cui si affiancano una miscellanea di articoli curata da Philippe Beck e da Denis Thouard, POPULARIT DE LA PHILOSOPHIE (Popolarit della filosofia, ENS Editions, Fontenay-aux-Roses 1995), e un volume di documenti sulla questione del panteismo, a cura di Pierre-Henri Tavoillot, LE CRPUSCULE DES LUMIRES . LES DOCUMENTS DE LA QUERELLE DU PANTHISME 17801789 (Cerf, Parigi 1996).

La raccolta Aufklrung: les Lumires allemandes presenta una rassegna dei grandi temi di dibattito dellIlluminismo tedesco, quali il passaggio dal razionalismo alla critica della ragione, la questione: Che cos lIlluminismo?, leredit di Leibniz e di Wolff, la filosofia popolare; varie considerazioni sul fenomeno della tolleranza religiosa, del panteismo, della Schwrmerei (esaltazione) romantica, della massoneria; analisi della dimensione storica e politica che caratterizza il conflitto fra lo storicismo nascente e il diritto naturale, la questione del dispotismo illuminato o linterpretazione della Rivoluzione francese, lidealismo pedagogico o utopista. Popularit de la philosophie raccoglie invece una serie di contributi critici sulla filosofia dei Lumi e si concentra sul sogno di una comunicazione universale, di un sapere largamente condivisibile; in altri termini, di una filosofia popolare. La diversificazione delle esperienze, dei viaggi e degli scambi, il progresso dellempirismo, il gusto delle esperienze, il nuovo ruolo, tra le facolt, attribuito alla sensibilit rendono obsoleta la ricerca di un modello universale, perfetto, astratto, di una lingua per sa-

TENDENZE E DIBATTITI
pienti. A questo prop osito, l Encyclopdie di Diderot e dAlembert, sottolinea Vronique Le Ru nel suo contributo al volume, si dimostra una messa in opera della parola dordine diderotiana: Bisogna sbrigarsi a rendere popolare la filosofia!. Sullesigenza di popolarit della filosofia, ribadita dallo stesso Hume, si sofferma anche il contributo di Michel Malherbe, mentre sulla necessit di scrivere di filosofia in lingua volgare, sullesempio tedesco di Georg Friedrich Meier , che popolarizza il padre dellestetica A.G. Baumgarten, interviene Dominique Bourel . Linteresse di Philippe Hamou si concentra invece su Francesco Algarotti , berlinese dadozione, che con una scrittura in bilico tra filosofia mondana e volgarizzazione scientifica intendeva spiegare Newton alle dame. Ma limperativo di una popolarizzazione della filosofia in primo luogo un fatto etico, come sottolinea nel suo intervento Michle Crampe-Casnabet , che richiama la coscienza morale delluguale dignit delluomo in Rousseau e Kant. A questo proposito, JeanMarc Moullie e Michle Cohen-Halimi fanno notare nel loro intervento come limperativo di popolarizzare la filosofia, lanciato da Diderot nel suo S u llin terp re ta zio n e d ella na tu ra (1754), sia introdotto in Germania da Ernesti , teologo e professore di retorica a Leipzig, il cui programma di una urbanit filosofica diviene militantismo della popolarizzazione con Garve, rappresentante compiuto della Popolarphilosophie tedesca, come fa notare Denis Thouard. Pi enigmatica, per via del suo orientamento estetico, appare lattivit di popolarizzazione di Karl Philip Moritz , come risulta, secondo quanto ci dice Philippe Beck, dal dibattito sul Saggio sul gusto di Marcus Herz, che richiama Salomon Maimon. Il buon senso, gi presente nella filosofia di Descartes, diviene un altro dei temi maggiori della filosofia popolare; in Francia, con Filosofia del buon senso (1737) di Boyer dArgens, come ricorda Guillaume Pigeard, e in Germania con Mendelssohn, come rileva nel suo contributo Pierre-Henri Tavoillot, che cerca nel buon senso una soluzione alle aporie della ragione, rese pi drammatiche dalla querelle sul panteismo. Di fatto, per, lidealismo tedesco non riusc a farsi comprendere da tutti, malgrado i tentativi di Fichte, richiamati da Jean-Christophe Merle e da Angeline Danaux in due differenti contributi. La fine della popolarizzazione della filosofia, precisa Pierre Caussat, segnata dal passaggio dal concetto di populus, compreso come pubblico, a quello di Volk, quale si presenta gi in Herder. Il sogno di una ragione armoniosa e riconciliatrice fu seriamente messo in discussione in Germania, tra il 1785 e il 1789, dalla querelle sul panteismo, scatenata dallinterpretazione di Spinoza da parte di Jacobi. Lesistenza di un sistema razionale apparentemente auto-sufficiente e indipendente dallidea di Dio, identificato con la natura, costituiva un motivo dinquietudine per lIlluminismo, che nel suo sforzo di rendere compatibili ragione e fede veniva accusato da Jacobi di condurre inevitabilmente allateismo sistematico di Spinoza. Con il titolo: Le crpuscule des Lumires vengono raccolti i documenti che caratterizzarono questa querelle, tra cui scritti di Weizenmann, lettere di Kant, scritti poco noti di Lessing, oltre a pagine di Jacobi, Herder e Mendelssohn. Un lungo e approfondito saggio introduttivo e un ricco apparato di note accompagnano questi documenti. Disdegnando la facolt della ragione, Jacobi proponeva di operare un salto mortale, indicando il sentimento religioso come il solo capace di offrire la rivelazione immediata della realt. Con questo Jacobi suscitava in Kant la brillante domanda: Che cosa significa orientarsi nel pensiero?, in cui Jacobi veniva sconfessato senza per questo dar adito al dogmatismo di Mendelssohn. Tuttavia, lutilizzazione polemica che nella sua domanda Kant faceva di Spinoza inaugur in Germania unimportante Spinoza-Renaissance , come risulta in particolare dal dialogo di Herder Dio (1787). La querelle continu per decenni, coinvolgendo Schelling, Hegel e Schlegel e contribuendo allo scacco del progetto illuministico, almeno nella sua formulazione dogmatica. Le critiche di Jacobi a Kant nutrirono le concezioni di Fichte, Schelling, Hegel. F.M.Z. In Francia il ritardo della ricezione di Wittgenstein stato causato soprattutto alla diffidenza a lungo invalsa verso ogni corrente analitica, a cui il filosofo austriaco era stato iscritto dufficio. Di recente, invece, una certa tendenza internazionalistica del dibattito interno francese, grazie anche allopera di Jacques Bouveresse, riporta Wittgenstein in primo piano e con unottica a tutto campo che non guarda solo agli apporti sul piano logico ed epistemologico, ma al senso stesso del suo fare filosofia. In questa direzione si pongono le attese traduzioni del Quaderno blu e del Quaderno marrone (Le Cahier bleu e Le Cahier brun, Gallimard, Parigi 1996) di Wittgenstein, come pure quelle di due importanti, bench datati, saggi critici, entrambi dedicati al secondo Wittgenstein e al problema della verit e della conoscenza: Les voix de la raison. Wittgenstein, le scepticisme, la moralit et la tragdie (Le voci della ragione. Wittgenstein, lo scetticismo, la moralit e la tragedia, trad. fr. di S. Laugier, Seuil, Parigi 1996), di Stanley Cavell, e Rgles et langage priv. Introduction au paradoxe de Wittgenstein (Regole e linguaggio privato. Introduzione al paradosso di Wittgenstein, trad. fr. di T. Marchaisse, Seuil, Parigi 1996; trad. it. Torino 1986), di Saul A. Kripke. In questa situazione, lo studio di JeanPierre Cometti , Philosopher avec Wittgenstein , anchesso dedicato al secondo Wittgenstein, pi che addentrarsi nel testo wittgensteiniano se ne fa in qualche modo il difensore, mettendolo in rapporto con i tentativi di appropriazione che ne sono stati fatti sia sul versante pi propriamente analitico o pragmatistico, sia su quello ermeneutico: lo scopo dichiarato mettere in risalto, in chiara controtendenza rispetto alle filosofie contemporanee la page , loriginalit e la coerenza di un filosofo che ha sempre saputo spiazzare il lettore per la sua estraneit a ogni gergo o tecnicismo filosofico e talora alla filosofia stessa. Nel vuoto di dibattito che Cometti denuncia dopo la fine dei grandi racconti della filosofia moderna, la concezione terapeutica della filosofia avanzata da Wittgenstein simpone come un percorso che coerentemente prevede la propria autodissoluzione, una volta che gli inganni prodotti dal girare a vuoto del linguaggio siano stati chiarificati. In altri termini, precisa Cometti, la filosofia si configura per Wittgenstein come un paziente esercizio di descrizione degli usi linguistici, che non mira a costituirsi in teoria, ma a chiarificare i problemi filosofici mostrandone la contingenza e la loro precisa provenienza dai nostri usi linguistici. Come notava N. Malcom , osserva Cometti, non esiste unessenza

Wittgenstein in Francia
A lungo tenuto ai margini del dibattito filosofico francese, Wittgenstein torna oggi al centro dellattenzione svincolandosi dallipoteca che lo aveva voluto per decenni affiliato alla filosofia analitica e perci estraneo alla tradizione francese. Tra le varie iniziative editoriali si segnala il volume di Jean-Pierre Cometti, PHILOSOPHER AVEC WITTGENSTEIN (Filosofare con Wittgenstein, Puf, Parigi 1996), che ha il merito di fare chiarezza allinterno delle genealogie wittgensteiniane e insieme di porre laccento, in modo articolato, sul legame tra sfera concettuale e sfera etica che percorre tutta la riflessione del filosofo austriaco. 36

TENDENZE E DIBATTITI
dei problemi, un senso dissimulato, una verit nascosta che la filosofia abbia il compito di svelare. Anzi la filosofia, in quanto a propria volta gioco di linguaggio, caratterizzata dalla stessa contingenza di ogni altro gioco linguistico e, come ciascuno di essi, affonda in una ben determinata forma di vita, dando espressione, nei suoi crampi mentali, ad un disagio che appartiene alla sfera della vita comune, della societ. per questo che essa deve privilegiare il linguaggio ordinario come terreno di analisi; ma per lo stesso motivo che non pu pretendere, descrivendo gli usi linguistici che sono alla base dei falsi problemi filosofici, di agire sulle forme di vita che sono a essi legate. Lunico privilegio di cui si possa vantare il filosofo forse quello di aver raggiunto un modo di vedere che gli permette di dissipare le nostre confusioni grammaticali, non certo il potere di intervenire alla radice dei problemi stessi, come se bastasse cambiare opinione per trasformare il mondo. Tuttavia, sottolinea Cometti, non si deve rinvenire qui la cifra di una concezione minimalista e in ultima analisi pessimista della filosofia di Wittgenstein, ma la sua dimensione pi personale e sofferta. Il lavoro filosofico [...] prima di tutto un lavoro su di s. Significa lavorare ad una propria idea. Al proprio modo di vedere le cose. (E a ci che da esse ci si aspetta). In osservazioni come questa si cela, secondo Cometti, la chiave dellattenzione/tensione ai problemi di etica che percorre tutta la seconda fase del pensiero di Wittgenstein e che gli consente di sfuggire allalternativa obbligata della filosofia come azione su di s (secondo una linea che va da Socrate a Nietzsche) e come azione sul mondo (magari anche solo a livello di interpretazione, come Heidegger). Il lavoro su di s infatti concepibile per Wittgenstein solo come lavoro sul linguaggio, bene comune per definizione: questo particolare rapporto tra linguaggio e vita quotidiana che fonda il legame tra problemi concettuali e questioni etiche. Il senso del lavoro filosofico non certo consentirci di discutere con qualche verosimiglianza di questioni astruse, ma permetterci di pensare in modo realmente onesto sulla nostra vita e su quella altrui. Il ruolo terapeutico della filosofia dunque il frutto di uno sforzo di miglioramento di s che non rimane meramente solipsistico, ma, attraverso il legame tra linguaggio e forme di vita, gi sociale. K.B.

Materia signata e materia segnica


Fra le tendenze pi recenti della filosofia italiana del linguaggio spiccano propensioni per una semiotica materialistica, che riprenda in considerazione la materialit del segno nella sua irriducibile alterit rispetto ai processi di significazione. In questa direzione si collocano due recenti studi: MATERIA SIGNATA. SULLE TRACCE DI HJELMSLEV, HUMBOLDY E ROSSI-LANDI (Levante Editori, Bari 1996), di Cosimo Caputo, e MATERIA SEGNICA E INTERPRETAZIONE. FIGURE E PROSPETTIVE (Edizioni Milella, Lecce 1995), di Susan Petrilli. Il primo ruota intorno al concetto di materia signata di Louis Hjelmslev; il secondo valorizza gli studi semiotici di Victoria Lady Welby.

Nellampia diffusione attuale delle ricerche di filosofia del linguaggio acquista spazio una tendenza che, prese le distanze dalla linguistica strutturale e dalla propensione formale della filosofia analitica, richiama gli aspetti etici ed esistenziali della significazione, ancorandola ad una dimensione umana e materiale. Filosofi e linguisti come Charles S. Peirce, Charles Morris, Louis Hjelmslev, Michail M. Bachtin e Ferruccio Rossi-Landi sono riconosciuti promotori di una linea paradigmatica alternativa a quella formalista e strutturale. Nel suo studio, Cosimo Caputo propone una filosofia del linguaggio che propende verso una concezione fenomenologica, esistenziale ed etica della comunicazione segnica, tentando di dare consistenza ad una linea paradigmatica della filosofia del linguaggio che trova in Hjelmslev il suo centro di forza e che si protende allindietro verso Wilhelm von Humboldt e in avanti verso Rossi-Landi. A Hjelmslev Caputo ha dedicato in precedenza Il segno di Giano. Studi su Louis Hjelmslev (Milano 1986) e Su Hjelmslev. La nuvola di Amleto: segno, senso e filosofia del linguaggio (Napoli, 1993); in questultimo studio prevale lattenzione a rintracciare intorno al concetto di materia un asse culturale che consente alla filosofia del linguaggio di proporsi come luogo di incontro della ricerca conoscitiva ed etica. Nel concetto hjelmsleviano di materia Caputo riconosce il presupposto della sua concezione della linguistica come formazione di senso e di un allontanamento da una linguistica strutturale e formale. La materia del linguaggio si presenta come una classe di variabili che, nella sua alterit, eccede rispetto a ogni determinazione ontologica o logica. Riprendendo una classificazione della storia della linguistica proposta da Raffaele Simone, secondo la quale ad un paradigma dellarbitrariet (esplicitato pienamente da Ferdinand de Saussure e dalla linguistica strutturale) si contrappone un paradigma della
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sostanza, che valorizza la sostanza fonica e il processo umano di significazione, Caputo osserva che Hjelmslev procede dal paradigma dellarbitrariet al paradigma della sostanza, che mostra connessioni con il concetto di sottinteso di Bachtin, con la forma di vita di Ludwig Wittgenstein, con loggetto di Peirce. In Humboldt, fa notare Caputo, la dialettica materia-forma rinvia a unattivit spontanea del linguaggio, osservato nella sua natura spirituale e creativa e nella sua dinamica storica. Lenergeia, in una incessante dialettica con gli erga, mette in rapporto lazione del soggetto spirituale con i limiti oggettivi del materiale linguistico. In Rossi-Landi la filosofia del linguaggio assume una torsione sociale ed economica, dove determinante il concetto di lavoro, che permette di intendere le lingue come prodotti (erga) rispetto ad un linguaggio che lavora in termini materialistici e storici (energeia). Nella sua attenzione alle pratiche linguistiche del parlare comune, RossiLandi modula la materia signata alla luce di una semiosi, vista come incessante collaborazione, nella quale la dinamica di trasformazione/produzione spezza ogni identit chiusa e risolve il linguaggio nellaccadere del mondo. Con toni diversi e una maggiore attenzione al versante letterario, ma allinterno dello stesso orizzonte filosofico, si muove Susan Petrilli, con un volume in cui sono rielaborati saggi, relazioni e introduzioni prodotti fra il 1988 e il 1995. Studiosa di Charles Morris e Rossi-Landi (dei quali ha curato lepistolario in lingua inglese), Petrilli fa ruotare il paradigma semiotico della sostanza segnica attorno allopera di Victoria Lady Welby, studiosa di filosofia del linguaggio, ma anche di questioni eticosociali e pedagogiche, contemporanea di Peirce, alla quale Petrilli ha gi dedicato Significs, semiotica e significazione (Bari 1988) e Su Victoria Lady Welby. Tra significs e filosofia del linguaggio (di prossima pubblicazione per la ESI, Napoli). Intorno alla teoria del significato segnico elaborata da Lady Welby, Petrilli costruisce raccordi e confronti che motivano linterazione stretta tra materia segnica e interpretazione. In questa prospettiva vengono esaminate numerose proposte novecentesche di semiotica dellinterpretazione che, diversamente dalla linguistica strutturale di origine saussuriana, segnalano la specificit dellinterazione comunicativa umana: la dialogicit polisemica individuata da Bachtin, la semiosi illimitata di Peirce, lanalisi pragmatica del rapporto tra segni, valori e comportamenti, sviluppata da Charles Morris e poi, con un pi accentuato spessore materialistico, da RossiLandi e da Ponzio, che interagiscono con la semiotica di Welby in un reticolo in cui non mancano anche puntuali annotazioni sulla semiosi della traduzione, sui segni del silenzio e sul senso della scrittura poetica in Robert Graves. G.P.

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Sren Kierkegaard

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Kierkegaard negli Stati Uniti


Lopera di Kierkegaard attualmente al centro dellattenzione degli studiosi statunitensi. In SELVES IN DISCORD AND RESOLVE: KIERKEGAARDS MORAL -RELIGIOUS PSYCHOLOGY FROM EITHER /OR TO SICKNESS UNTO DEATH (Mettersi in discussione e trovare una soluzione. La psicologia morale-religiosa di Kierkegaard da Aut-Aut alla Malattia mortale, Routledge, Londra 1996) Edward Mooney sottolinea come nei ritratti poetico-letterari presenti nelle opere di Kierkegaard sintreccino riflessioni dialettico-filosofiche, che aprono ad una sorta di psicologia morale-religiosa calata in un contesto comunicativo. Lo studio di Sylvia Walsh, LIVING POETICALLY : KIERKEGAARDS EXISTENTIAL AESTHETICS (Vivere poeticamente: lestetica esistenziale di Kierkegaard, Penn. State Press, Pennsylvania 1995), considera invece lelemento poetico in Kierkegaard non come un qualcosa di contrapposto alle altre dimensioni, ma come una componente che deve essere rapportata allinterpretazione etico-religiosa indicata da Kierkegaard.

Secondo Edward Mooney la peculiarit dellopera di Kierkegaard risiede nel suo porsi al bivio tra unanalisi razionale e una composizione lirica, senza giungere per a unastratta teoria dellio e neppure ad una teoria dei principi morali o delle virt pubbliche. Muovendo dal rapporto tra filosofia e poesia, Mooney mostra come Kierkegaard assimili leredit kantiana di una immaginazione che unisce la libert della ragione alla creativit poetica, combinando la critica scettica col linguaggio poetico del cuore e anticipando in questo Nietzsche e Heidegger. Il cammino da Kant a Kierkegaard, attraverso Nietzsche e Heidegger, identifica una tradizione di pensiero in cui i confini tra lambito poetico, filosofico, letterario e ideologico diventano problematici, pur non cadendo in forme di irrazionalismo. Nellopera di Kierkegaard, sottolinea Mooney, agisce una ragione non teoretica e non strumentale, impegnata in un giudizio comparativo volto a dare

intelligibilit alla crescita, al cambiamento, alla transizione e alla conversione morale. In Aut-Aut, fa notare Mooney, la sfera estetica viene ricomposta da Kierkegaard in termini religioso-morali attraverso lanalisi di temi quali lamore, la creativit, il rispetto. Nella Postilla conclusiva non scientifica (1846) lidea di ripetizione e di ripresa messa in opposizione a quella platonica di reminiscenza; ne La ripresa (1843) questo concetto viene opposto invece a quello hegeliano di mediazione. Limmediatezza iniziale dellarte per Kierkegaard parallela alla seconda immediatezza dellesperienza religiosa, sebbene la sfera religiosa e quella estetica non debbano essere fuse insieme, in quanto entrambe sono forme dellimmediatezza, non sono cio mediate da un giudizio riflessivo o discorsivo. Con una formula che ricorda il movimento dellesperienza di Hegel, Kierkegaard sottolinea come la ripresa non annulli, n cancelli, la percezione iniziale ma, al contrario di Hegel, lapprofondimento del significato avviene in virt di qualcosa che trascende il primo momento. In Timore e tremore, osserva Mooney, la sospensione teleologica delletica, quella di una visione del conflitto morale basata su una deliberazione semi-legale in favore di un pi ampio e pi profondo modello di transizione. In tale prospettiva, Timore e tremore apre la discussione sulla questione dello statuto delletica e sul problema se il comando divino possa sospenderla. La Postilla conclusiva non scientifica permette invece a Mooney di delineare una serie di temi inerenti la soggettivit, come il tema della nascita e della morte, del significato della vita, della responsabilit, sviluppando un confronto con lopera di Thomas Nagel, che ha affrontato un tema parallelo a quello della Postilla conclusiva: come reintegrare la verit della soggettivit senza eliminare i diritti delloggettivit. Con lintento di rivalutare limportanza dellelemento poetico in Kierkegaard, Sylvia Walsh individua nellopera kierkegaardiana una concezione etico-religiosa della poesia, in cui la dimensione etica, estetica e religiosa della vita umana sono considerate come integrate luna con laltra, in opposizione allinterpretazione tradizionale che vede nello stadio estetico il gradino pi
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basso dei livelli della vita rispetto a quello etico e religioso. Walsh individua nel pensiero di Kierkegaard una prima fase, che si sviluppa, a partire dal 1844, da Aut-Aut fino alle Briciole di filosofia e Il concetto dellangoscia, in cui Kierkegaard parla del vivere poetico in relazione al romanticismo tedesco. A differenza di altri pensatori, come ad esempio Nietzsche, la dimensione estetica dellesistenza non posta da Kierkegaard in relazione alla creazione dellio, in accordo con una natura prestabilita, ma basata sullo sviluppo. Questa dimensione possibile solamente per lindividuo religioso, che possiede uninfinit interiore in virt della sua relazione con leterno come possibilit. Questa interiorit deve far s che una trasformazione e uno sviluppo della nostra attualit possano compiersi allinterno di un orientamento religioso. Nella seconda fase (1845-1848), in cui Walsh prende come riferimento gli Stadi sul cammino della vita e la Postilla conclusiva non scientifica, le obiezioni di Kierkegaard alla poesia diventano prevalenti, pur nel riconoscimento di un importante ruolo esistenziale dellelemento poetico. Qui Kierkegaard distingue tra autori veri e falsi: i primi hanno una visione della vita globale, attraverso la quale vedono se stessi e il mondo; i secondi dirigono semplicemente se stessi attraverso una serie di problemi, che non hanno veramente analizzato, per giungere ad una conclusione. Nella fase finale (1849-1852), che viene messa in relazione con opere specificatamente religiose, quali La malattia mortale ed Esercizio del cristianesimo, Kierkegaard, secondo Walsh, vede se stesso come un poeta della religione cristiana e considera i suoi ultimi scritti religiosi come una sorta di composizione poetica, senza tuttavia dimenticare mai limportanza primaria della realizzazione esistenziale. Da ultimo Walsh propone un confronto con le prospettive del pensiero della differenza del femminismo francese postmoderno con lobiettivo di chiedersi, attraverso Kierkegaard, se la differenza di genere possa mai fornire un adeguato senso di autoidentit, esortandoci a cogliere non le differenze, ma piuttosto gli elementi comuni della nostra umanit. M.B.

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Alle origini del pensiero di Herder
Il pensiero di Herder oggetto danalisi nello studio di Ralph Hfner, JOHANN GOTTFRIED HERDERS KULTURENTSTEHUNGSLEHRE. METHODE SEINES GESCHICHTSDENKENS (La teoria della nascita della cultura in Johann Gottfried Herder. Il metodo del suo pensiero storico, Felix Meiner, Amburgo 1995), in cui ci viene proposta unimmagine innovativa del filosofo tedesco, che insiste sul suo rapporto di continuit con la tradizione.

Comunemente conosciuto come ispiratore dello Sturm und Drang, Herder appare nella storia del pensiero come personaggio di rottura rispetto alla tradizione, se non addirittura come il fautore di un riorientamento delle forme della riflessione. Tale immagine viene smentita dalla ricerca di Ralph Hfner, che risalendo alle fonti e al metodo del pensiero storico elaborato da Herder tra il 1762 e il 1780 ne evidenzia la dipendenza da nuclei problematici tradizionali, da lui stesso semplicemente ripresi, modernizzati e riformulati. Documento chiave dello studio di Hfner costituito dal catalogo dei testi contenuti nella biblioteca privata di Herder, realizzato in occasione del trasferimento a Weimar il 21 giugno 1776. I riferimenti bibliografici contenuti nel catalogo permettono infatti unanalisi critica degli scritti postumi di Herder, in gran parte ancora inediti, che modificano linterpretazione tradizionale del filosofo come pensatore autoctono e originale, precursore dei romantici, dello storicismo e dellevoluzionismo. Di fatto, riconducendone il pensiero allantropologia, allo studio delle manifestazioni dellanimo umano, Hfner mostra come la concezione di Herder appaia ancora profondamente legata alla tradizione europea, in una sorta di modernizzazione di antiche forme di pensiero. Mostrando una notevole sensibilit per il rilievo critico del dettaglio, Hfner riconduce i contenuti degli scritti postumi di Herder a varie fonti rinascimentali e precartesiane, nonch agli scritti del mistico francese Pierre Poiret e al sensualismo francese, tra le cui produzioni spicca il saggio Phisique de la beaut (Fisica della bellezza, 1748) di Morelly, particolarmente determinante per la definizione del pensiero estetico di Herder. Non manca naturalmente nelle considerazioni di Hfner linflusso di Kant, di cui Herder frequent le lezioni universitarie a Knigsberg, scrupolosamente documentato in appendice al suo studio dalla pubblicazione di un manoscritto giovanile inedito di Herder, che risente con evidenza dellinflusso del criticismo. Linteresse storico di Herder sembra invece essersi maturato, secondo

Hfner, in seguito al rapporto con lo storico Johann Christoph Gatterer, suo collega a Gttingen. Nonostante la quantit dei dati raccolti, la ricerca di Hfner trascura tuttavia alcune fonti di importanza capitale per la comprensione del pensiero storico di Herder, come i diari dei viaggiatori del XVII e XVIII secolo o gli scritti degli illuministi scozzesi, privilegiando le fonti antiche e mancando il riferimento ai testi centrali della produzione herderiana ( Saggio sullorigine del linguaggio, Il diario del mio viaggio nel 1769, Il pi antico documento del genere umano). Herder non si limitato a modernizzare unit problematiche tradizionali, come vuole Hfner, ma ha operato una vera e propria rivoluzione al duplice livello della lingua e del repertorio formale della filosofia. La tecnica di traduzione di Herder un importante elemento indicativo del suo rapporto con le fonti. Con la traduzione e la fusione della filosofia scolastica, del sensualismo francese e dellempirismo inglese in un tedesco nuovo, attento alla creativit linguistica di Klopstock, Lessing e del giovane Goethe, Herder perviene alla definizione della lingua adeguata per la rappresentazione della storia dellanimo umano. L.R.

Passato e futuro della psicoanalisi


In uno studio dal titolo: DER ZUKUNFT DER PSYCHOANALYSE (Il futuro della psicoanalisi, Suhrkamp, Francoforte s/ M. 1995), lanalista e medico friburghese Johannes Cremerius sinterroga sulla scottante questione dello statuto scientifico della psicoanalisi. Che la discussione e il confronto critico fra i sostenitori della psicoanalisi non sia un fatto recente, ma anzi rappresenti uno dei motivi conduttori della sua storia centenaria testimoniato da un volume, a cura di Ludger M. Hermanns, dal titolo significativo: SPALTUNGEN IN DER GE SCHICHTE DER PSYCHOANALYSE (Scissioni nella storia della psicoanalisi, Diskord, Tubinga 1995).

Nel suo studio, Johannes Cremerius si domanda se attualmente la psicoanalisi sia in grado di offrire un contributo significativo allo sviluppo culturale odierno e allapprofondimento della nostra comprensione del mondo, o se invece, anche in seguito ai rivolgimenti critici e allo sforzo di autoriflessione degli ultimi decenni, si debba concludere che essa ha ormai esaurito il suo compito. Inoltre, continua Cremerius, si tratta di stabilire se nellevoluzione della disciplina prevarr laspetto medico-scientifico, op40

pure la dimensione filosofica e storicospirituale. Per parte sua Cremerius si augura che la psicoanalisi stabilisca un legame sempre pi stretto con le altre scienze umane e cerca quindi di fornire, anche attraverso un confronto con la sua storia, delle indicazioni utili per unulteriore crescita in tale direzione. In particolare, la psicoanalisi, secondo Cremerius, dovrebbe diventare una scienza normale; essa dovrebbe cio collegarsi allistituzione universitaria, al fine di rendere pi pragmatico e razionale anche lesercizio della professione. Soltanto la cooperazione con altri campi del sapere e della prassi pu rendere infatti pi concrete e circostanziate le aspettative, altrimenti astratte, riposte nella psicoanalisi, quale contributo allo sviluppo culturale e sociale delluomo. Bersaglio polemico di Cremerius lidea, sostenuta soprattutto in Francia, di una psicoanalisi come scienza istituzionalmente autonoma, senza legami con la burocrazia o lideologia scientifica dominante. Spaltungen in der Geschichte der Psychoanalyse raccoglie gli atti di un congresso che si tenuto a Berlino nellestate del 1994 e presenta una visione dinsieme delle numerose scissioni e spaccature che hanno costellato il percorso della psicoanalisi sin dagli esordi. Viene cos rievocato il drammatico rapporto tra Freud e il suo allievo prediletto, Carl Gustav Jung, che porter questultimo alla fondazione della psicologia del profondo, prima alternativa alla psicoanalisi freudiana. In altri interventi viene invece riproposta la polemica tra Freud e Ferenczi, tra Anna Freud e Melanie Klein, per giungere infine ad un esame delle differenze che caratterizzano attualmente le scuole psicoanalitiche in Germania, Austria, Francia, Stati Uniti e Sud America. Interessante notare, dagli interventi presenti nel volume, come negli studiosi di fama internazionale che hanno partecipato al congresso sia prevalsa la tendenza a conferire al dibattito e alla polemica una connotazione pi positiva che negativa. Non solo nellambito della psicoanalisi, ma anche nella mitologia e nella storia delle religioni spesso si giunge a spaccature, per impedire, o almeno attenuare, la portata di ulteriori, macroscopiche scissioni che in certi casi possono condurre alla decadenza o alla distruzione di una forma culturale. Allo stesso modo, le discussioni critiche che hanno animato la storia della psicoanalisi hanno spesso costituito delle occasioni di crescita, di autochiarificazione e di arricchimento. A.M.

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Elogio della filosofia francese
Lo studio di Michel Serres
ELOGE DE LA

(Elogio della filosofia in lingua francese, Fayard, Parigi 1995) viene a coronare il suo impegno decennale di ideatore della collana Corpus des oeuvres de philosophie en langue franaise (Corpus delle opere di filosofia in lingua francese), iniziata nel 1984 e di cui stato pubblicato proprio ora il centesimo volume, DE LUNIVERSALIT EUROPENNE DE LA LANGUE FRANAISE (Delluniversalit europea della lingua francese, Fayard, Parigi 1995), che riunisce i testi redatti in occasione di un concorso indetto dallAccademia reale di Berlino nel 1784.
PHILOSOPHIE EN LANGUE FRANAISE

Il Corpus des oeuvres de philosophie en langue franaise, attualmente diretto da Christiane Frmont, ha come obiettivo la pubblicazione di testi specificamente filosofici, mai pi riediti dopo la loro prima apparizione, ma che si rivelano interessanti perch preparano il nostro tempo, lo spiegano e ne annunciano gli esiti. Alla collana si affianca la rivista Corpus, che contribuisce a illustrarne e sostenerne le scelte. Tra non molto, con il sostegno del Ministero della Ricerca, tutte le opere sinora pubblicate saranno disponibili anche su CD-ROM. Si tratta di unoperazione volta a riscoprire e rivalutare la specificit della tradizione filosofica francofona contro la fascinazione subita dagli intellettuali doltralpe per gli esiti speculativi tedeschi e anglosassoni. Le stesse peculiarit stilistiche e argomentative della filosofia di lingua francese sono state misconosciute e sostituite con stili di pensiero estranei. Ma quali sono queste peculiarit? A parere di Michel Serres, esse vanno ricercate nel fatto che molte opere filosofiche francesi sono state scritte da non-specialisti e sono nate al di fuori dellambiente accademico: lindividuo si sostituiva alla scuola; la sua esclusione dal circuito dei professionisti era fonte e garanzia di originalit. Gentiluomini, abati, medici, militari, giornalisti, cimentandosi con la speculazione, hanno testimoniato la loro predilezione per una trasparenza di linguaggio e uneleganza di scrittura che sono state a lungo la caratteristica principale della filosofia francese. Del resto, si tratta di elementi che risalgono allopzione cartesiana per la chiarezza e la distinzione, principi che non hanno mancato di rispecchiarsi nello stile di scrittura di Descartes, contro il gergo fumoso e involuto della Scuola. Inoltre, la diffidenza nei confronti dellaccademia sfociata, in Francia, in unattitudine enciclopedica, manifestazione di una curiosit senza limiti, capace di confrontarsi con la ricchezza e la molteplicit del reale. Insomma, la filosofia francese non ha mai voluto essere una disciplina esoterica, ma un sapere per tutti e alla portata di tutti, privo di pedantismo e refrattario a concettualizzazioni troppo rigide. Sebbene si tratti di evidenti

generalizzazioni, impossibile non vedere nelle due correnti individuate da Serres quella enciclopedica, per cui tutto pu essere oggetto di riflessione filosofica, e quella della semplicit e della chiarezza nello stile espositivo - tratti rintracciabili, insieme o separatamente, nella maggior parte delle opere filosofiche francesi. Per quanto riguarda il presente, deplorando lutilizzo di un linguaggio oscuro (di provenienza per lo pi tedesca e di matrice heideggeriana), Serres dichiara la propria preferenza per stili di pensiero che riescano a rendere conto della sovrabbondanza e caoticit del mondo. Riprendere coscienza della propria provenienza, delle tradizioni autoctone, dovrebbe, secondo Serres, dare un nuovo impulso alla speculazione e non essere soltanto un lavoro di memoria e di mera conservazione. Cos, in questa ricerca delle tracce e dellinsegnamento dei padri, Serres non si limita a riproporre alla nostra attenzione, per quanto riguarda il Novecento, pensatori come Bergson o Poincar, ma anche un poeta come Charles Pguy. D.F.

Nuove edizioni di Josef Knig


La recente pubblicazione in Germania di alcune opere di Josef Knig mette a disposizione degli studiosi nuove fonti per la conoscenza del pensiero di un filosofo originale, ma ancora scarsamente noto. Si tratta delle KLEINE SCHRIFTEN (Scritti brevi, a cura di G. Dahms, Alber, Friburgo i/Br. - Monaco di Baviera 1994) e dei corsi di lezioni, DER LOGISCHE UNTERSCHIED THEORETISCHER UND PRAKTISCHER STZE UND SEINE PHILOSOPHISCHE BEDEUTUNG (La differenza logica fra pro-

posizioni pratiche e teoretiche e il suo significato filosofico, a cura di F. Kmmel, Alber, Friburgo i/Br. - Monaco di Baviera 1994), a cui si aggiunge il carteggio degli anni 1923-1933 tra Knig e Helmuth Plessner, BRIEFWECHSEL 1923 BIS 1933 (a cura di H.-U. Lessing e A. Mutzenbecher, Alber, Friburgo i/Br. - Monaco di Baviera 1994).

La filosofia di Josef Knig - affermava il suo allievo Gnter Patzig nel 1974, al momento della morte del maestro - priva di quel plusvalore ideologico che tiene vivo linteresse popolare e pubblico per la filosofia. Ancora oggi quello di Knig un nome sconosciuto al pubblico dei non specialisti. Difficile inserirlo in classificazioni di scuola: la sua ricerca si caratterizza anzitutto per la renitenza a fissare il vivo movimento del pensiero in punti di vista costituiti. Lo scarso tasso ideologico-emotivo della sua filosofia deriva, pi che da una scelta metodologica di rigore o di scientificit, dalla convinzione che la caratteristica principale dei problemi filosofici sia quella di poter essere posti e risolti in quello stesso elemento del linguag41

gio che costituisce il loro humus vitale. Il tentativo di determinare le condizioni di possibilit del discorso filosofico non in senso logico-formale, ma mettendo alla prova la capacit del discorso di esprimere una realt, costituisce il filo conduttore di tutto il pensiero di Knig, che nellinsieme si caratterizza come una serie di ricerche nellambito di confine tra logica, ontologia e filosofia del linguaggio - cos peraltro suona il sottotitolo della sua tesi di abilitazione Sein und Denken (Essere e pensare, 1936). Lapproccio descrittivo-analitico ai problemi filosofici e lindividuazione del discorso come capacit centrale dellessere umano e come oggetto dellindagine filosofica accomunano Knig a pensatori come Georg Misch, di cui fu allievo alluniversit di Gttingen, e Hans Lipps. Knig inizia la propria attivit filosofica sotto il segno della filosofia della vita diltheyana, nel senso sobrio e non ideologico conferito a questo termine da Misch. Allinflusso del pensiero misch-diltheyano si aggiungono le sollecitazioni di Husserl, di Heidegger e di Russell, fuse in un orizzonte di pensiero originale. Il suo atteggiamento di pensiero distante dalle mode e dalle ideologie si traduce in parsimonia nel pubblicare: oltre alle tesi di dottorato e di abilitazione, Knig ha dato alle stampe solo sei saggi, raccolti nel 1978 da Gnter Patzig nel volume Vortrge und Aufstze (Conferenze e saggi), e la monografia Georg Misch als Philosoph (G.M. come filosofo, 1967). Con la recente pubblicazione del carteggio con Plessner, degli scritti brevi, dei corsi sul problema della differenza tra proposizioni teoriche e pratiche, la quantit degli scritti di Knig risulta cos quasi triplicata in un colpo solo. Le Kleine Schriften raccolgono una serie di conferenze tenute da Knig negli anni Trenta e Cinquanta sulla filosofia dellesistenza, sul problema della responsabilit della scienza, sul concetto di sviluppo e su quello di metafora. Nel Briefwechsel con Plessner emerge con vivacit il rapporto di Knig con la cosiddetta Dilthey-Schule di Gottinga. Alcune lettere delineano, come osserva Frithjof Rodi nella Prefazione al volume, il contrasto tra la produttivit di Plessner, ben inserito nei meccanismi accademici, e la lentezza di Knig, una sorta di spensieratezza rispetto a se stesso, come egli stesso la chiamava. Oltre allimmagine di un Knig mediatore tra Plessner, che vive a Colonia dove ha studiato con Max Scheler, e il gruppo di Gottinga, nel quale Plessner desidera essere accolto, il carteggio offre anche una testimonianza dellinteresse suscitato dallallora giovane Heidegger e dalla sua filosofia. Di grande interesse anche la lunga lettera-saggio, pubblicata in appendice, in cui Knig analizza ampiamente e dettagliatamente il testo di Plessner, Die Einheit der Sinne (Lunit dei sensi). Con il titolo: Der logische Unterschied theoretischer und praktischer Stze und seine

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philosophische Bedeutung, Friedrich Kmmel, a cui si deve lunica presentazione organica a tuttoggi esistente del pensiero di Knig, il saggio Josef Knig. Versuch einer Wrdigung seines Werkes, ha raccolto, introdotto e commentato i manoscritti dei corsi tenuti da Knig negli anni Cinquanta su un ambito particolare della logica, la tradizionale suddivisione degli enunciati apofantici in universali, particolari e singolari, rilevando una differenza formale o radicale tra le proposizioni teoretiche (enunciati universali e particolari) e quelle pratiche (enunciati singolari). Il problema trattato in questi corsi costituisce unarticolazione del tema di fondo del pensiero di Knig, quello della specificit dellessere degli oggetti spirituali, la cui caratteristica di essere quello che sono solo in quanto vengono colti da un soggetto. Parlare di soggetto implica per gi una scelta filosofica di carattere cartesiano. In quanto si concretizza solo nei suoi effetti (come Knig mostra nel saggio Die Natur der sthetischen Wirkung - La natura delleffetto estetico), lo spirituale non pu essere ridotto ai concetti di soggetto e di oggetto. Fenomeno ambivalente, lo spirito ha sempre a che fare goethianamente con la trasposizione, lintuizione, il mutamento di forma; ci risulta non solo dallanalisi delleffetto estetico, ma anche da quella delle proposizioni pratiche. Queste si distinguono, in quanto sono strettamente intrecciate al contesto in cui hanno origine, dalle proposizioni teoretiche, che esprimono rapporti puramente concettuali. In questo Knig sembra riprendere il tentativo mischiano di fondare le forme logiche nella vita, trasformando lermeneutica della vita in quella che stata chiamata una logica ermeneutica. M.M. complessiva dellopera di Spinoza; si propone piuttosto di consentire unesperienza di comprensione delletica spinoziana come filosofia di vita, la cui meta la libert umana. Il metodo geometrico, adottato qui da Spinoza, si basa su nozioni intelligibili per se stesse, semplicemente e universalmente comprensibili, dalle quali si deducono necessariamente tutte le altre nozioni. Le varie parti di cui si compone lEtica risultano cos collegate tra loro secondo una struttura che partendo da un principio centrale, secondo il quale lessere una sostanza intesa come potenza o forza, fa derivare le altre parti. La costruzione delletica, osserva Mignini, si rivela infatti autofondativa, poich procede da alcune verit semplici ed evidenti, dalle quali vengono dedotte le altre verit. Secondo Spinoza, Dio coincide con una sostanza assoluta, unica e infinita, caratterizzata da infiniti attributi, che causa di s e insieme causa di tutto ci che presente nella natura. Luomo non si identifica con la sostanza, ma con il modo, in quanto assolutamente determinato nellessenza, nellesistenza e nellazione dalla sostanza e dalla serie infinita degli altri modi. Il fulcro della concezione etica di Spinoza, fa notare Mignini, il conseguimento da parte delluomo della libert, che coincide con lacquisizione di una vita affettiva regolata dalla conoscenza adeguata. Per Spinoza, luomo non pu raggiungere la completa liberazione dalle passioni, non potendo fare a meno dellimmaginazione; lunica libert perseguibile dalluomo quella che gli consente di avere una certa autonomia rispetto alle cause esterne, dal momento che nelluomo si troveranno sempre un certo numero di idee inadeguate. Compito principale di una dottrina etica dunque, per Spinoza, di sviluppare nelluomo la capacit di tramutare la passione in azione, perfezionando in lui la forza di autoconservazione. Per quanto riguarda il rapporto di Spinoza con la tradizione ebraica, Mino Chamla mostra nel suo studio come lebraismo spinoziano non possa essere considerato un puro fattore biografico, o un arsenale inerte di spunti filosofici, ma sia strettamente collegato con la verit nella storia, anche se per Spinoza non pu esserci storia della verit, poich non esiste un progresso evolutivo dellumanit. Nel rivolgersi alla tradizione ebraica, fa notare Chamla, Spinoza si occupa principalmente delle grandi tappe della storia ebraica, riservando particolare attenzione al conflitto teologico-politico. Lebraismo non , per Spinoza, lunico depositario della verit; esso rappresenta piuttosto unesperienza storica e spirituale. In questo, Spinoza critica in particolar modo il concetto ebraico tradizionale di elezione; critica spesso interpretata come una difesa delle componenti politiche contro quelle teocratiche e religiose, mentre per Chamla, pur senza entrare in conflitto con questa interpretazione, tuttavia possibile
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anche individuare in essa un invito indirizzato agli ebrei allemancipazione politica rispetto a tutto ci che pu ostacolare le ragioni della conoscenza. Nella sua critica dellebraismo, sottolinea Chamla, Spinoza condizionato dal suo rapporto con la tradizione in generale e quindi non pu essere ricondotto ad una semplice condanna di essa. Per Spinoza esistono essenzialmente due modalit differenti di considerare la tradizione, delle quali una pi specificamente umana e laltra, invece, orientata verso la considerazione da parte delluomo del Sommo Bene. Ci che, pertanto, dirige la considerazione spinoziana dellebraismo sempre la relazione tra la modalit umana e la sostanzialit divina. M.Mi.

Sulla pittura e lo spettacolo


Con il titolo: PENSIERI SULLA PITTURA (a cura di M. Cometa, trad. it. di J.N. de Azara, Aesthetica, Palermo 1996), viene pubblicato in edizione italiana uno scritto del pittore-filosofo Raphael Mengs incentrato sulla tematica della bellezza connessa allidea della perfezione, sul gusto inteso come capacit di scelta e sullimitazione della natura negli antichi greci. Una critica moralistica allarte dello spettacolo, fondata sullesaltazione delle passioni umane e dominata dallinganno e dalla finzione, , invece, quella che muove Rousseau nella LETTERA SUGLI SPETTACOLI (a cura di F.W. Lupi, Aesthetica, Palermo 1995), scritta in reazione alla proposta di DAlembert di aprire teatri a Ginevra.

Etica e tradizione ebraica in Spinoza


Lo studio di Filippo Mignini, ETICA. IN(La Nuova Italia Scientifica, Roma 1995), rappresenta un utile strumento per la comprensione delletica spinoziana, le cui varie parti risultano strettamente connesse secondo un percorso che va dal concetto di sostanza divina alle modalit di raggiungimento della libert umana. In SPINOZA E IL CONCETTO DELLA TRADIZIONE EBRAICA (Franco Angeli, Milano 1996) Mino Chamla analizza il rapporto tra Spinoza e la tradizione ebraica, sottolineando come nellinterpretazione spinoziana dellebraismo predomini la componente conoscitiva rivolta al Sommo Bene.
TRODUZIONE ALLA LETTURA

Lo studio di Filippo Mignini non vuole essere n unesegesi, n un commento filologico, n tantomeno uninterpretazione

Pittore-filosofo, seguace e divulgatore degli ideali di Winckelmann, Raphael Mengs rappresenta uno dei protagonisti del neoclassicismo, anche se dopo la sua morte stata trascurata la sua importanza. Le riflessioni di Mengs sulla pittura muovono dallanalisi del significato della bellezza, che deve essere riprodotta nelle opere pittoriche come scopo principale. Per Mengs, bellezza significa perfezione, manifestazione visibile dellinvisibile perfezione divina; in quanto punto indivisibile che contiene in s tutte le propriet e tutte le perfezioni, la bellezza non pu risiedere nella materia, pur essendone lanima, cio quello che rende vivi i fenomeni naturali. Di fronte alla bellezza naturale lanima umana si perde, rimanendo attratta e incantata; si tratta di un intenso rapimento, che dona alla natura un significato vitale. Ci che invece non bello per luomo rimane l come inerte, opaca materia muta nel suo mortale silenzio, incapace di parlare allanima umana. Se la bellezza costituisce il vertice subli-

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me di tutte le perfezioni, larte, per Mengs, supera la natura nella sua capacit di rappresentarla. Scopo della pittura appunto quello di imitare, di riprodurre la natura, in contrapposizione alle teorie che privilegiano la componente immaginativa e astratta. La superiorit dellarte sulla natura, come mostra Mengs, deriva dal fatto che mentre luomo costretto ad adeguarsi alla natura, poich essa offre un campione rigido e immodificabile di bellezze naturali, attraverso la forza duttile dellarte e la sua mancanza di vincoli luomo pu scegliere tra tutti gli spettacoli naturali quelli pi belli, creando una sintesi sublime della bellezza. Cos, mentre la natura condannata alla necessit di riprodurre tutti i suoi accidenti, larte manifesta libert di movimento tra le varie materie, realizzando la composizione pi vicina allideale divino della perfezione. Al gusto Mengs attribuisce, nellarte della pittura, la capacit di scegliere gli elementi pi belli della natura, facendo in modo che ciascuno di essi acquisisca il suo significato pi autentico nellarmonia nel tutto. I tre pi grandi maestri della pittura sono, per Mengs, Raffaello, Correggio e Tiziano, in quanto ognuno di essi ha saputo esprimere un aspetto importante della perfezione. Se Raffaello privilegia lespressione, che realizza nella composizione e nel disegno, Correggio sceglie il dilettevole che ritrova in certe forme e in particolar modo nel chiaro-scuro, mentre Tiziano si dedica allapparenza di verit che si manifesta soprattutto nei colori. Superiori ai moderni sono per Mengs gli antichi, in particolar modo i greci, perch mirando alla bellezza intesa come totalit seppero unire il dilettevole, lespressivo e lapparenza del colore. Nella Lettera sugli spettacoli Rousseau condanna larte dello spettacolo, che avendo come scopo principale il piacere non fa che incrementare le nocive passioni umane invece di aiutare luomo a dominarle. Il teatro, non avendo lobiettivo di cambiare i costumi e i sentimenti umani, finisce con lassecondare le tendenze istintive umane, rivelandosi in ultima analisi immorale. La condizione stessa del commediante, sottolinea Rousseau, una condizione di licenza e di immoralit, poich in essa agisce linganno. Infatti lattore, per poter esprimere pienamente la sua professione, deve essere capace di trasformarsi in qualsiasi altro uomo, anche il pi abietto, con il risultato finale di favorire la tendenza al male. Per Rousseau, dunque, il teatro solamente il palcoscenico dellinganno, della finzione e della maschera, e manifesta tutta la sua negativit nellimpedire la limpidezza e la trasparenza dei rapporti tra gli uomini. Di conseguenza, precisa Rousseau, rispondendo alla proposta di DAlembert di aprire teatri a Ginevra, sarebbe pi opportuno incentivare lattivit dei circoli gi presenti, che permettono rapporti moralmente pi sani tra gli uomini, invece di istituire spettacoli che si rivelano nocivi per la rettitudine morale e lonest delle comunit. M.Mi. errori di Locke nellidentificare idee e immagini, pur ammettendo che vi sono difficolt nellapplicare queste teorie alle moderne concezioni che mettono in relazione pensiero e linguaggio. Tra gli altri testi del primo volume troviamo un saggio del 1974, in cui vengono analizzate le tesi storicistiche, con particolare attenzione alle posizioni di Popper ; un saggio del 1978 sul dualismo cartesiano; unanalisi della prosa filosofica del periodo vittoriano, nella quale emerge lo stile di Berkeley (1968); uno scritto del 1972 sul metodo filosofico di Collingwood; un testo del 1963 sugli universali e sul realismo metafisico, in cui Donagan giunge alla conclusione che la funzione di una teoria realistica degli universali solamente negativa; due saggi (1966 e 1977) su Wittgenstein, intorno al ruolo della sensazione e al rapporto con Ryle, in cui si sostiene che la concezione della filosofia come qualcosa di non teoretico abbia prodotto risultati negativi e sia ora necessario un ritorno a Kant; infine uno scritto del 1988, inedito, sulla storia della filosofia, che tenta di tenere insieme gli approcci storici e filosofici al soggetto. Nei saggi raccolti in Action, Reason and Value viene condotta unanalisi critica della teoria dellazione di Davidson, del concetto di libert e di determinismo in Sellars e di quello di causalit e intenzione in Von Wright, della teoria dellazione di Chisholm e del concetto di persona umana, in cui Donagan mostra, sulla scorta della tradizione aristotelicotomistica, come la concezione romantica di persona implichi possibilit ipotetiche, dovute allinfluenza di Locke, che semplicemente non si possono verificare. Gli altri saggi presenti nel volume affrontano il tema etico e propongono una critica dellutilitarismo. Sebbene Donagan ritenga che Kant sbagli nel considerare in campo morale un principio formale equivalente alluniversalizzazione del principio stesso, tuttavia la valutazione della concezione kantiana stata distorta dallinterpretazione di Hegel. Seguono un saggio sulletica medica (1977) e due sulla filosofia del diritto (1984). Nel primo di questi ultimi, incentrato sul sistema accusatorio, Donagan sostiene che qualsiasi sistema sociogiuridico, in cui il sistema accusatorio e il controinterrogatorio non siano presenti, fallisce inevitabilmente nel rispetto della dignit dei suoi membri; il secondo, sul diritto di non autoincriminarsi, basato sul fatto che, sebbene sia moralmente corretto che una persona abbia il diritto legale di non incriminare se stessa, questo diritto legale non coincide tuttavia con un diritto morale. M.B.

Lopera filosofica di Alan Donagan


Unesauriente rassegna dellopera del filosofo australiano Alan Donagan, scomparso nel 1991, ci viene offerta da due volumi che raccolgono i suoi scritti fondamentali: THE PHILOSOPHICAL PAPERS OF ALAN DONA GAN . VOLUME 1: HISTORICAL UNDERSTAN DING AND THE HISTORY OF PHILOSOPHY . VOLUME 2: ACTION, REASON AND VALUE (I saggi filosofici di Alan Donagan. Vol. 1: Comprensione storica e storia della filosofia. Vol. 2: Azione, ragione e valore, University Press of Chicago, Chicago e Londra 1995). Gli interessi di questo autore spaziano dal confronto con Wittgenstein allanalisi dello storicismo, dallo studio di Spinoza e Cartesio alla filosofia del diritto, con una particolare attenzione per i temi legati alla persona e alletica.

NellIntroduzione di J.E. Malpas, curatore dei due volumi dei saggi filosofici di Alan Donagan , e nella Prefazione agli stessi di Stephen Toulmin le origini del pensiero di questo autore vengono rintracciate, agli inizi degli anni Cinquanta, allinterno del dibattito filosofico australiano, caratterizzato dalla predominanza del messaggio wittgensteiniano di Douglas Gasking, George Paul e Camo Jackson. In Historical Understanding and the history of Philosophy (Comprensione storica e storia della filosofia) emergono in particolare i quattro saggi su Spinoza. Il primo, del 1973, mostra come il concetto spinoziano di eternit non sia da intendere come qualcosa al di fuori del tempo, ma vada invece concepito come durata costante; ci ha permesso a Spinoza di sviluppare unidea di sopravvivenza individuale nella forma di una perpetua autoconsapevolezza. Nel secondo saggio, del 1980, Donagan sostiene, attraverso una ricostruzione del contesto storico, che il monismo spinoziano sia compatibile con un dualismo degli attributi, mentre nel saggio del 1981, sui concetti di sostanza, essenza e attributo, viene analizzata lobiezione di De Vries , secondo cui attributi differenti devono costituire lessenza di sostanze differenti. Infine, nel saggio del 1984, Donagan mostra come lutilizzo della nozione di idea permetta a Spinoza di evitare gli
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Pl Szinyei Merse, Coppia di innamorati (1870, part.)

Ontologia, etica e politica in Janklvitch


In traduzione italiana oggi disponibile unedizione parziale dellopera principale di Vladimir Janklvitch, IL TRATTATO DELLE VIRT (trad. it. di E. Klersy Imberciadori, a cura di F. Alberoni, introduzione di R. Maggiori, Garzanti, Milano 1996). Oltre alle parti introduttive, di carattere generale, intorno alla natura delle conoscenze morali e al rapporto fra individualit e alterit, questa edizione mette in evidenza, soprattutto, le riflessioni di Janklvitch sulla tematica dellamore e su quella della malvagit. La monografia di Giovan Battista Vaccaro, ONTOLOGIA ED ETICA IN VLADIMIR JANKLVITCH (Longo, Ravenna 1995) tenta un attraversamento dellopera del filosofo alla luce delle questioni riguardanti lontologia della finitudine, nella prospettiva della configurazione di unetica della convenzione e di una politica neocontrattualistica.

Le 1500 pagine dellopera principale di Vladimir Janklvitch, Le trait des vertus (Parigi 1971), costituiscono, insieme, unintroduzione metodologica alla riflessione etica del filosofo, un compendio del suo pensiero, ma anche, in alcune sue parti, come nota Francesco Alberoni, unesposizione tanto dettagliata di talune tematiche da poter dar luogo a pi di unopera autonoma. La

scelta delle parti tradotte nelledizione italiana si orienta invece, in particolare, oltre che sugli aspetti pi generali del pensiero di Janklvitch, sulle tematiche della malvagit e dellamore. Sulla scorta dellinsegnamento di Bergson, linteresse principale di Janklvitch rivolto, in questopera, alla descrizione dellesperienza interiore, concepita come un flusso di coscienza. Secondo Alberoni, a fondamento dellimpianto analitico del Trattato delle virt vi una concezione quantica del tempo e dellesperienza. Luomo non gode mai, per sempre e ovunque, di uno stato danimo permanente e definitivo; ogni sentimento costituisce uno stato passeggero dellesperienza interiore, la quale pu persistere in esso, oppure liberarsene. Nondimeno, ogni sentimento si presenta come assoluto, totalizzante ed esclusivo: lamore, o lodio, ci sono o non ci sono. Ci comporta che negli stati emotivi dellesperienza concreta non si dia una mediazione tra sentimenti contrastanti, bens il loro contrasto irriducibile. Per questo la sincera ammirazione, cio la predisposizione favorevole verso una persona, pu coniugarsi con una dose di malevolenza, cio di invidia. Cos accade anche nel caso dellamore: nel concreto, esso si verifica come scontro (non mediazione) fra una pulsione egoistica, che spinge allappropriazione delloggetto del desiderio, e una altruistica, che porta lio allessere per laltro. Come ricorda a questo proposito Robert Maggiori, per Janklvitch, di contro alla
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prospettiva sostanzialista, non esistono bene e male oggettivi, che qualifichino (in senso positivo o negativo) la volont, presunta come neutra; volont e intenzione sono benefiche, o sono malefiche. A partire da questa prospettiva etica, e con un accento diverso da quello dellinterpretazione di Alberoni, si apre la ricostruzione della riflessione ontologica di Janklvitch a opera di Giovan Battista Vaccaro , secondo il quale tanto la riflessione ontologica, quanto quella etica e politica si collocano, nel Novecento, nella temperie di una ricerca che potrebbe essere definita come filosofia della crisi, dominata dal rifiuto delle categorie concettuali e dello stile di pensiero che avevano caratterizzato la modernit. Lindebolimento dellontologia trova infatti un suo riscontro nellespunzione de facto, dalla riflessione etica, della tematizzazione del concetto di bene. Tuttavia, fa notare Vaccaro, il pensiero di Janklvitch procede oltre un tale ambito concettuale, nel tentativo di fornire, in ontologia come in etica, risposte in positivo alle questioni sollevate dalle filosofie della crisi. Significativamente, questo tentativo va di pari passi con quello teso a fornire, della propria riflessione, unesposizione non rapsodica (n, tantomeno, aforistica), bens, come sottolinea Vaccaro, organica e quasi sistematica. Muovendo, in campo ontologico, dallassunzione della radicale finitezza dellessere, Janklvitch procede attraverso lassolutizzazione, in ambito etico, dellirriducibilit

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della persona umana. In tal modo, osserva Vaccaro, lanalitica esistenziale riceve un presupposto sostanzialistico, e trova qui la propria fondazione. Ma la fuoriuscita dallambito delle filosofie della crisi riscontrabile, in Janklvitch, anche nella possibilit di dedurre dalla critica morale (non economica) del capitalismo le indicazioni per configurare una societ rigenerata comunistica, che sia in grado di rendere giustizia al valore assoluto della persona umana. Nel sacrificio per amore dellaltro la finitezza ontologica delluomo si riconcilia con il suo tempo e con la storia. Proprio per il fatto di trarre dalletica indicazioni concrete per lagire e, allinverso, di tener conto nellanalisi etica dellesperienza dellagire umano, non legittimo, secondo Vaccaro, individuare nellumanesimo comunista di Janklvitch una distinzione fra etica e morale: nella storia, la prima diventa fondamento della seconda, nonch supporto per limpegno politico. Supporto necessario, ma anche necessitato: non c etica senza impegno, ma non c teorizzazione valida senza la sua pratica. F.C. A unidea come questa sotteso un intento pedagogico, sottolinea Carlo Arcuri, curatore delledizione italiana, nella sua postfazione dal titolo: Le ultime lezioni sono gi state fatte, da sempre. Quando la filosofia crea dei concetti - affermano Deleuze e Guattari - il suo scopo , sempre, quello di cogliere un evento dalle cose, e dagli esseri. Ci, tuttavia, non va inteso in alcun modo come rispecchiamento delle cose nel concetto; piuttosto, come loro interpretazione che, per quanto immanente al piano delle cose stesse, crea nuovi piani di immanenza. Cos inteso, il concetto appartiene alla filosofia, e soltanto a essa. In questa prospettiva, osservano i due autori, le tre grandi forme del pensiero, arte, scienza e filosofia, sono accomunate dal tentativo di affrontare il caos pensando, in unalternativa irriducibile, o per sensazioni, o per funzioni, o per concetti. Esse si differenziano, infatti, a partire dal rapporto che intrattengono con linfinito: mentre la scienza rinuncia, nella ricerca della referenza, allinfinit, e larte, di questa infinit perduta, intende restituire unespressione, la filosofia vuole salvare linfinito dandogli consistenza, attraverso la creazione di nuovi piani di immanenza, cio di nuove realt. Per Deleuze e Guattari la funzione del concetto dunque quella di aggiungere essere alle cose, di arricchire di realt il reale, trasformandolo. La grandezza di una filosofia sta non soltanto nella capacit dei suoi concetti di cogliere eventi, ma anche, e soprattutto, nella qualit degli eventi ai quali i suoi concetti richiamano il filosofo e chi lo ascolta. Il rapporto tra il concetto (ovvero, la filosofia), da un lato, e il reale, dallaltro, ci che, secondo Deleuze e Guattari, si definisce con il termine utopia. Latto rivoluzionario in tal senso autoreferenziale, in quanto , ad un tempo, concetto ed evento. Il pensiero rivoluzionario si esplica in una dimensione che si qualifica come topologi-

Il pensiero nomade di Deleuze


Di recente traduzione italiana, lultima opera di Gilles Deleuze e Felix Guattari, CHE COS LA FILOSOFIA? (trad. it. di A. De Lorenzis, a cura e con postfazione di C. Arcuri, Einaudi, Torino 1996), riprende, tra le varie questioni che interessavano ai due autori poco prima della loro scomparsa, il tema del carattere nomadico del pensiero. Questa tematica figura anche al centro dello studio di Adelino Zanini, MODERNIT E NOMADISMO (Calusca, Padova 1995), nonch della ricostruzione complessiva del pensiero deleuzeano, compiuta da Chiara di Marco nella monografia DELEUZE E IL PENSIERO NOMADE (Franco Angeli, Milano 1995).

Lapparente genericit della domanda posta come titolo dellultima opera di Gilles Deleuze e Felix Guattari, Che cos la filosofia? in verit indice di profonda radicalit: in quanto opera ultima, sottolineano i due autori, essa ammonisce che, essendo esaurito il tempo per la pratica filosofica, occorre interrogarsi sulla sua essenza. Non che tale interrogazione non fosse presente gi nella pratica; essa, tuttavia, viene ora resa esplicita con la libert imposta dalla cosa stessa, che deve essere detta. In questa condizione, ribadiscono Deleuze e Guattari, la filosofia ritorna a essere ci che era per i Greci: un discorso damicizia, fatto per amicizia di ci che non si possiede e a cui si tende, la saggezza, e fatto tra amici, cio tra amanti della saggezza, accomunati dalla comune ricerca.
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Rne Magritte, LArt de vivre (1967, part.)

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ca, piuttosto che come cronologica: esso consiste in una deterritorializzazione del momento storico, in una sua evulsione dal continuum cronologico, al quale esso appartiene, e nella sua ricollocazione in un altro luogo, cio in unaltra storia. In questo senso, come i nomadi non hanno una storia, ma piuttosto una geografia, cos la filosofia si definisce in una configurazione spaziale, piuttosto che in una temporale: essa geofilosofia. In Deleuze e il pensiero nomade, Chiara di Marco pone laccento sullaspetto di inattualit del pensiero di Deleuze, il cui utopismo trova le proprie radici nella sua concezione della filosofia: n pura riflessione, n attivit comunicativa, ma esercizio, pratica di una razionalit critica. Questa prassi decostruttiva si sostanzia, tuttavia, in unattivit costruttiva in quanto necessit ontologica intrinseca, fondata nella natura riterritorializzante del concetto. Il rapporto nomadico della filosofia con lo spazio, sottolinea Di Marco, non consiste in una sua funzionalizzazione, quanto piuttosto in una creazione. In questa prospettiva, il pensiero nomade si definisce come unestraniazione, che un porsi altrimenti nel proprio luogo, poich solo nellimpotere a pensare levento come ci che ancora da pensare si rileva la pi alta potenza del pensiero. Lipotesi interpretativa che sorregge lanalisi di Di Marco consiste nella possibilit di leggere tutta la riflessione di Deleuze come unontologia dellevento. Essa si presenta come una filosofia non categoriale dellessere: laffermazione radicale dellunivocit dellessere deve servire a salvaguardare il carattere irriducibile della differenzialit del molteplice. Ci equivale a dichiarare limpossibilit, de jure, e lillegittimit, de facto, di gerarchizzare le differenze che il molteplice presenta, sussumendole nello schema ascensionale, ad un tempo ontologico e assiologico, prodotto dalle categorizzazioni della metafisica essenzialista. Secondo Di Marco, la valenza teoreticoesistenziale della riflessione deleuzeana appartiene non al nichilismo servile, bens a quello tragico, in quanto non si limita a lamentare la perdita della gerarchizzabilit delle differenze, ma contesta tale gerarchizzabilit affermando invece, in positivo, il polimorfismo della declinabilit dellessere univoco. Il pensiero nomadico, sottolinea Di Marco, mette in questione lunit del soggetto cartesiano, il quale si ridefinisce nel divenire, e nella molteplicit, secondo una duplice direzione: verso linterno, cio verso la cura di s, dove il soggetto si ridefinisce come desiderante, e verso lesterno, come riconoscimento del diritto politico alla differenza. Questultimo aspetto del pensiero nomadico di Deleuze e Guattari costituisce il punto focale attorno al quale ruota lo studio di Adelino Zanini, che sottolinea come per Deleuze sia decisivo, fin dal momento del confronto con lempirismo, dar conto del problema di come la mente divenga soggetto, di come possa sorgere, dalla passivit originaria, lattivit del soggetto. Per Zanini, le acquisizioni teoriche di Deleuze diventano rilevanti ai fini della fondazione della questione etica, che deve essere radicata in un tempo e uno spazio sempre presenti, in quanto (marxianamente) storicamente determinati: la questione del soggetto, in quanto problema pratico, si risolve a livello morale e politico. In Deleuze, rileva Zanini, la dissoluzione dellio non d luogo ad una metafisica dellassenza del soggetto formale, bens ad una politica dei corpi. Nel mettere a nudo la fallacia della rappresentazione singolare dellidentit personale, lapologia del desiderio, che attraversa Che cos la filosofia?, diventa, in Deleuze, esperienza schizoide di un corpo politico. Questa intende essere la risposta al problema insoluto della modernit, in cui il soggetto, diventato plurale, nellimpossibilit di essere positivamente riconosciuto come tale, si ritrae in una molteplicit di universi omogenei, caratterizzata, anzich dalla differenzialit, dalla serialit. La rivendicazione della differenza, osserva Zanini, passa in Deleuze attraverso il paradigma della costante migrazione, inteso come sottrarsi a; in questo si esprime propriamente il pensiero nomade. Di questa esperienza di sottrazione alle regole serializzanti dellorganizzazione sociale e politica Zanini sottolinea sia il carattere non cronologico, sia la sua dimensione utopica: dal momento che lessere non , in senso proprio, in nessun luogo, esso non si territorializza mai; ovvero, si territorializza sul deterritorializzato. Per questo, quella del nomade non una vera e propria migrazione; egli non passa da un punto allaltro, bens insiste, nella figura deleuzeana della ripetizione, sul medesimo punto, che si rivela un assoluto locale. F.C. tizz nel 1968 come inadeguatezza a ogni classificazione, nonch incapacit di farsi comprendere. La cornice temporale di queste lettere coincide con il periodo che va dal 1910 al 1918, anni segnati dalla politica guglielmina, dalle inquietudini sociali dellimpero e dallimpellenza della prima guerra mondiale. Nonostante ci, negli scritti di Benjamin di questo periodo non compare il riflesso di tale sfondo, mentre gi si palesa quellincapacit di appropriarsi della storia che lo caratterizzer anche negli anni successivi e che lo condurr a mediare comunque il suo rapporto con la vita attraverso la riflessione, ad affrontare i problemi indirettamente, seppur a fondo, attraverso la rappresentazione degli scrittori e lattivit ermeneutica. Solo in due occasioni il giovane Benjamin si confronta apertamente con il mondo esterno, nel rapporto con il suo essere ebreo e nel suo impegno fattivo allinterno del movimento giovanile sorto attorno a Gustav Wyneken, per il quale conduce convinte battaglie in nome di un idealistico programma di riforme dellinsegnamento e delleducazione in generale. Del suo atteggiamento nei confronti del movimento giovanile cos scrive allamica Carla Seligson nel 1913: Questa la cosa pi importante: noi non dobbiamo ancorarci a unidea precisa, anche lidea della cultura giovanile deve rappresentare solo una forma di illuminazione che possa condurre lo spirito sulla via della chiarezza; si tratta di un rifiuto netto della politica e della societ, che agli occhi di Benjamin appare come corrotta e reificata, mentre la funzione del filosofo si profila gi per lui come quella di denunciare la catastrofe e annunciare la possibile redenzione. La particolarit del rapporto di Benjamin con la contemporaneit sta anche nel fatto che per lui lorigine ebraica ha una valenza puramente astratta e indica lappartenenza a unlite di rappresentanti privilegiati dello spirito, ma non assume alcuna configurazione politica. Sotto questo rispetto Benjamin si sente molto pi vicino a Kafka, che come lui si mantenne estraneo al sionismo e si dedic in modo totale allarte, che non a quegli amici ebrei, come Scholem, pi direttamente e concretamente coinvolti dalle implicazioni storico-sociali della loro identit religiosa. Dalle lettere affiora linadeguatezza di Benjamin di fronte alla vita quotidiana e la sua predisposizione allisolamento, tanto che allet di ventidue anni scrive allamico Herbert Blumenthal: Il mio silenzio lunica caratteristica in cui i miei amici mi riconoscono; il che denota una piena coscienza della propria mancanza di definizione, della propria impotenza individuale, che si risolver in una ricerca incessante dellaffermazione personale, fino alladesione al marxismo rivoluzionario e alla fede incondizionata nella soluzione messianica della storia. I temi peculiari della sua filosofia, dal messianismo alla concezione della critica come dissolvimento dellopera nellassoluto, dal rispetto incondizionato per il Nome in ambi-

Benjamin da giovane
La figura e lopera di Benjamin viene nuovamente proposta allattenzione del pubblico tedesco con una recente edizione delle sue lettere giovanili, GESAMMELTE BRIEFE, BAND 1, 1910-1918 (Suhrkamp, Francoforte s/M. 1995), a cura di Christoph Gdde e Henry Lonitz. La raccolta aggiunge un ulteriore contributo alle prospettive di ricerca su un autore considerato inattuale dai suoi stessi contemporanei e destinato dunque a godere di fama postuma.

Le lettere raccolte e pubblicate da Christoph Gdde e Henry Lonitz offrono limmagine di un Benjamin giovane e ancora immaturo, ma gi pienamente riconoscibile nei caratteri che lo contraddistingueranno nellet matura e che Hanna Arendt stigma46

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to linguistico al rigetto di ogni forma di solidariet ipocrita, risultano dunque gi tracciati nella corrispondenza giovanile, che costituisce pertanto un valido supporto per la comprensione di uno fra i filosofi pi incompresi di questo secolo. L.R. radicale operata dalla rivoluzione. Nellevoluzionismo storico di Bogdanov, solo questa scienza nuova, questa scienza proletaria sarebbe stata in grado di descrivere in modo soddisfacente il mondo del proletariato al potere. Su un tale retroterra teorico viene ora proiettata la dottrina di Lyssenko. Di fatto, pur riproponendo invariato il testo del 76, Lecourt riesce a trasformarne completamente la problematica di riferimento, facendo del caso Lyssenko un episodio che oltrepassa la dimensione di una mera lotta di potere. La storia delle cause del lyssenkismo, per usare lespressione di Althusser, rappresenta infatti un problema epistemologico, prima ancora che politico: linteresse che gli anni di dominio politico-scientifico del lyssenkismo presentano non devessere cercato, secondo Lecourt, n nel valore scientifico della biologia lyssenkista, n nellanalisi della presa del potere da parte di un gruppo accademico, ma piuttosto nel particolare rapporto tra scienza e ideologia che vi si esprimeva e che imponeva la creazione di una scienza proletaria e laccettazione di essa da parte della comunit scientifica. La dottrina di Lyssenko contenuta nel rapporto presentato allAccademia delle scienze agricole dellURSS nellagosto 1948, nel quale veniva affrontata la situazione delle scienze biologiche in Unione Sovietica e le applicazioni allagronomia scientifica della teoria dellereditariet, in opposizione alla genetica mendeliana, accusata di render conto dellereditariet attraverso lintroduzione di elementi-vettore dei caratteri ereditari (i geni), immutabili e indipendenti dai condizionamenti ambientali, dunque metafisici. A tale genetica reazionaria, metafisica e idealista Lyssenko contrapponeva una biologia proletaria, la cui idea centrale consisteva nella possibilit di indurre mutamenti dei caratteri ereditari attraverso una modificazione delle condizioni ambientali di vita. Solo nel periodo in cui il lyssenkismo si andava affermando come dottrina di Stato, sottolinea Lecourt, lo sviluppo della biochimica e della citologia permetteva di approfondire la conoscenza della struttura cellulare e dava luogo ai primi passi nel campo della manipolazione genetica, offrendo esiti operativi alla genetica mendeliana. Cos, di fronte allimpossibilit della genetica mendeliana di intervenire sui caratteri ereditari, Lyssenko poteva presentarsi, nel corso degli anni Trenta e Quaranta, come il campione della genetica proletaria e della teoria dellereditariet dei caratteri acquisiti: leredit per Lyssenko la propriet dellorganismo vivente di esigere delle condizioni determinate per vivere e svilupparsi e di reagire in maniera definita a tali o a talaltre condizioni. Ripercorrendo lorigine agricola delle dottrine di Lyssenko, la diffusione dei suoi metodi di ingegneria agricola attraverso i kolkhoz, la progressiva elaborazione della dottrina delleredit adattativa a partire dalle posizioni di Mitchurin e la conquista da
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Il caso Lyssenko
La vicenda Lyssenko finita. La storia delle cause del lyssenkismo continua: cos scriveva Louis Althusser nella Prefazione al volume che nel 1976 Dominique Lecourt dedicava al caso Lyssenko, LYSSENKO. HISTOIRE RELLE DUNE SCIENCE PROLTARIENNE , (Lyssenko. Storia reale di una scienza proletaria, PUF, Parigi 1995), che viene ora ripubblicato con laggiunta di un saggio su Alexandr Bogdanov, dove laffermazione del lyssenkismo viene messa in relazione diretta con la teoria delle due scienze, la scienza proletaria e la quella borghese, che tanta importanza ebbe nello sviluppo del materialismo dialettico staliniano.

Pensato in origine come trattazione di un episodio particolare nello sviluppo di una scienza marxista, lo studio di Dominique Lecourt assume una dimensione pi generalmente epistemologica, sino a fare del caso Lyssenko, dei suoi sviluppi e dei suoi presupposti teorici il crocevia di unimpostazione epistemologica che trascende ampiamente il solo ambito marxista. A questo proposito risulta illuminante lo scritto posto in appendice al volume, Alexandr Bogdanov, specchio dellintellighentsia sovietica, in cui Lecourt, allievo di Althusser e di Georges Canguilhem, rintraccia nella dottrina di questo discepolo russo di Mach il fondamento teorico della distinzione tra scienza borghese e scienza proletaria. infatti una questione epistemologica quella che conduce Bogdanov a reinterpretare la nozione di esperienza, cuore del sensismo machiano, in termini di esperienza di lavoro e a definire questultimo come processo biologico di adattamento dellorganismo allambiente. A partire da tale caratterizzazione primitiva dellesperienza, la scienza diviene quindi esperienza collettiva organizzata di lavoro e le verit che essa introduce assumono valore non pi oggettivo, ma piuttosto legato alla temporalit storica. Lempiriomonismo bogdanoviano, osserva Lecourt, concepisce la verit come forma organizzatrice dellesperienza, e individua nella scienza lespressione compiuta di una particolare, e storicamente determinata, organizzazione dellesperienza di lavoro. Lintrinseco carattere classista della scienza assegna al proletariato il compito storico di definire una nuova universalit, una scienza nuova capace di produrre delle descrizioni del nuovo mondo sorto dalla trasformazione

parte dei lyssenkisti delle posizioni accademiche sino allaffermazione come genetica di Stato, Lecourt mette in evidenza come la storia del lyssenkismo sia la storia di una formazione ideologica. Da insieme di procedimenti tecnici di ingegneria agronomica il lyssenkismo diviene progressivamente un sistema ideologico che, innestandosi sulla vecchia teoria delle due scienze, si propone di fornire una biologia proletaria alla nuova agricoltura collettivista. Nel 1950, Giulio Preti portava in Italia il caso Lyssenko come possibile esempio di un confronto tra paradigmi scientifici alternativi. Oggi nellassunto ad un tempo ideologico ed epistemologico lungo il quale si svolge la vicenda del lyssenkismo che deve essere ritrovato linteresse per questa teoria delleredit adattativa, i cui capisaldi ideologici rispondevano perfettamente alle caratteristiche di una scienza proletaria. In questa situazione, fa notare Lecourt, i caratteri proletari di una dottrina poterono essere considerati canone sufficiente per sostenerne la validit scientifica. Gli esiti catastrofici dei metodi adottati da Lyssenko determinarono la fine della genetica proletaria e il ritorno agli studi, ormai irrimediabilmente compromessi, di genetica classica. Resta comunque il fatto della naturalit con cui una dottrina biologica insostenibile pot divenire ideologia di Stato. In tale rapporto tra ideologia, teoria delle due scienze e concezione della verit scientifica Lecourt situa appunto linteresse del caso Lyssenko. L.Sc.

Filosofia araba
Il mondo arabo ha prodotto essenzialmente due correnti filosofiche, provenienti dallopera di Avicenna e Averro. Alcuni recenti studi si propongono di spiegare la loro opera, anche in funzione della cultura araba contemporanea: AVERRO E LINTELLETTO PUBBLI CO (Manifesto Libri, Milano 1996), di Augusto Illuminati, che si sofferma sullimpronta razionalistica e aristotelica del filosofo; LA RAGIONE ARABA (trad. it. di A. Serra, Feltrinelli, Milano 1996), di Mohammed Abed al-Jabri, che propone il recupero della filosofia averroista per costituire una cultura democratica e tollerante in medio oriente; e LUNIVERSO DI AVICENNA (trad. it. di S. Crapiz, Ecig, Genova 1995), di Lenn E. Goodman, che affronta il pensiero avicenniano di ispirazione neoplatonica.

Ricordato quasi esclusivamente in funzione dellingresso di Aristotele in Occidente, Averro svilupp, in realt, un sistema filosofico in grado di competere con nomi pi celebri. Nel suo studio dedicato al filosofo, Augusto Illuminati descrive la figu-

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ra di Averro a partire dagli elementi biografici e procedendo poi allesposizione delle sue teorie. Limportanza di Averro, ricorda Illuminati, stata sino a ora oscurata dalle sue posizioni estremamente laiche e provocatorie. In contrapposizione al misticismo avicenniano che ben si addiceva al cristianesimo, le tesi di Averro sono caratterizzate da un forte razionalismo che, prendendo le mosse da Aristotele, rappresenta un percorso assolutamente laico e originale. Le critiche ad Avicenna, e di conseguenza al neoplatonismo cristiano, si concretizzano fondamentalmente, secondo Illuminati, in due argomentazioni che, in buona sostanza, rappresentano il fondamento del pensiero averroista. In primo luogo, Averro sostiene leternit delluniverso che, coesistente al Motore Immobile, non deriva da nessun atto creazionistico. In secondo luogo, la filosofia averroista non tiene conto dellanima individuale e predilige una sorta di Intelletto pubblico e universale che deresponsabilizza lindividuo di fronte ai grandi temi esistenziali. In questo modo, sprovvisto di unanima individuale e immortale, luomo perde la paura dellinferno e del giudizio divino ed entra di diritto in una prospettiva laica e intellettuale. Il razionalismo di Averro, e linsistenza sul metodo critico e intellettuale, costituiscono, secondo Mohammed Abed al-Jabri, il motivo della sua attualit e del suo inserimento della cultura contemporanea araba e occidentale. La ragione araba, infatti, lascia emergere, da una parte, un debito di riconoscenza al pensiero di Averro, dallaltra la speranza che proprio le sue tesi conducano il mondo arabo ad una emancipazione dal fondamentalismo verso un rinnovamento democratico. Grazie allindividuazione dei tre ordini cognitivi, lIndicazione, lIlluminazione e la Dimostrazione, che riscontrano il concetto di verit a partire dallanalisi sillogistica dei testi, Averro ha rotto lidentit araba tra fisica e metafisica, ponendo le basi per lo studio scientifico della natura. Utilizzando il sillogismo aristotelico e il metodo assiomatico, Averro ha messo in discussione il mondo mistico e gnostico di Avicenna, che imponeva un forte legame anche tra filosofia e religione. Secondo Averro, occorre controllare razionalmente ogni dogma degli antichi per potere verificare la sua attendibilit, come nel caso del concetto di emanazione o di anima individuale che, non derivando da una dimostrazione rigorosa, appaiono esclusivamente come manifestazioni di misticismo religioso. Contrapposta allo spirito averroista, la filosofia di Avicenna costituisce laltro ramo della speculazione araba. Se Averro ha influenzato i sistemi razionalistici come quello di Spinoza o di Hegel, Avicenna ha condizionato le filosofie della trascendenza da Leibniz sino a Heidegger. Come dimostra lo studio di Lenin E. Goodman, i temi affrontati da Avicenna riguardano, infatti, problemi come la libert, il tempo o leternit, visti, sempre, in funzione di unottica della trascendenza. Questo studio, utile per chiunque voglia conoscere il pensiero avicenniano nella sua globalit, presenta il contesto storico e la vita di Avicenna in relazione alla sua opera e alle sue tesi principali. Nellintento di operare una sintesi tra la filosofia aristotelica e quella platonica, Avicenna sente la necessit di conciliare la contingenza con la necessit e, quindi, leternit di Dio con la nascita del mondo. Rifiutando la coeternit di dio e universo in Aristotele, Avicenna opta per le teorie neoplatoniche sullemanazione, che rendono conto, da una parte, della permanenza e immutabilit di Dio e, dallaltra, della contingenza e imperfezione del mondo. Proprio in linea con questa distinzione, Avicenna sottolinea lindividualit dellanima, il concetto di Uomo Fluttuante, che, relativa allesistenza soggettiva delluomo, si contrappone allessenza necessaria di Dio e precede il pensiero soggettivo moderno da Cartesio in avanti. A.S. preta leliminazione di questi concetti, operata in On Denoting (Sulla denotazione, 1905), come parte di una strategia volta a salvaguardare la natura non linguistica dellanalisi delle proposizioni. Nel volume, accanto ad altri saggi sulla logica, la matematica e lepistemologia di Russell, compaiono anche due interventi sulla sua ricerca in etica e in storia della filosofia. Russell non certamente un filosofo analitico se si pone allorigine della filosofia analitica la svolta linguistica operata da Frege, e si caratterizza lintero percorso successivo come filosofia post-fregeana. Questa svolta port Frege a trasformare la sua domanda iniziale (qual la natura dei numeri) in una domanda sul significato degli enunciati che contengono numerali. Radicalmente diversa da questa era invece la posizione di Russell, che riteneva che il significato fosse, per la logica, del tutto irrilevante, e che anche quando si rese conto, grazie allinfluenza di Wittgenstein, che la logica era strettamente dipendente dal linguaggio, non prov di certo la gioia della scoperta, ma qualcosa di molto vicino alla disperazione della disillusione. Secondo Ray Monk (What is Analytical Philosophy?) non vero che la filosofia analitica sia essenzialmente post-fregeana, nel senso che, nello spirito di Frege, abbia considerato e consideri tuttora la filosofia del linguaggio come il fondamento della filosofia tutta intera. Ovviamente, se si accetta il punto di vista di Dummett, Russell non pu essere considerato un filosofo analitico, perch credeva profondamente che fra tutte le cose di cui si occupa e si deve occupare il filosofo non debba esservi il linguaggio: il filosofo si deve occupare del mondo. On Denoting stato spesso celebrato (erroneamente) alla luce del fatto che in esso Russell non si limitava a teorizzare limportanza dellanalisi linguistica, n tantomeno riteneva che il significato delle descrizioni definite fosse un significato linguistico, bens sottolineava che per il logico la nozione centrale una relazione logica, e cio la relazione di denotazione. In seguito allincontro con Wittgenstein, Russell fu costretto a cambiare idea e a riconoscere che una comprensione del linguaggio necessaria per conoscere le proposizioni della logica, ma questo non lo indusse a porre lanalisi linguistica al centro della filosofia, bens ad ammettere che la logica non aveva, suo malgrado, tutto il significato filosofico che egli le aveva originariamente attribuito. La stessa evoluzione del pensiero di Russell, osserva Monk, mostra chiaramente la sua lontananza dallo spirito post-fregeano nel senso inteso da Dummett. Dal platonismo iniziale egli passa infatti ad un accentuato psicologismo: il problema del significato, che pure sussiste, essenzialmente, in questa fase, un problema psicologico. Lo psicologismo diventa la cornice dominante nel saggio Lanalisi della mente, in cui si teorizza che la natura delle proposizioni

La vita e lopera di Russell


La tesi revisionista di Michael Dummett, secondo cui alle origini della filosofia analitica vi la svolta linguistica operata da Frege, e il ruolo di Russell tuttal pi marginale, messa a dura prova in una raccolta di saggi curata da Monk e Palmer, dal titolo
RUSSELL AND THE ORIGINS OF ANALYTICAL

(Russell e le origini della filosofia analitica, Thommes Press, Bristol 1966), che contiene gli interventi di un convegno tenutosi a Southampton nel 1995. Unutile integrazione di questo materiale la biografia di Ray Monk, BERTRAND RUSSELL: THE SPIRIT OF SOLITUDE (Bertrand Russell: lo spirito della solitudine, Cape, Londra 1996), che prende in esame della vita del filosofo dalla nascita ai primi anni del dopoguerra, ricostruendone non solo litinerario speculativo e il suo rapporto con pensatori quali Whitehead, Wittgenstein, Lawrence, ma anche la vita privata e affettiva nel suo intrecciarsi con le vicende scientifiche e teoretiche.
PHILOSOPHY

Contrariamente alle tesi di Dummett, sebbene Russell non ponesse al centro delle sue indagini lanalisi linguistica, egli deve essere considerato un filosofo analitico. A sostegno di questa tesi si pronunciano, in particolare, tra i vari saggi raccolti nel volume Russell and the Origins of Analytical Philosophy, gli scritti di Nicholas Griffin e Harold Noonan: il primo sottolinea la natura essenzialmente non linguistica della nozione di concetto denotativo contenuta nei Principles of Mathematics (Principi di matematica, 1903); il secondo inter48

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Bertrand Russel

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vada compresa nei termini della capacit della mente di formarsi immagini, ovvero di compiere una serie di atti mentali e si sostiene in modo sorprendentemente humeano, che la credenza una sensazione specifica in relazione a unimmagine. E ancor pi Russell accentua il suo psicologismo nel saggio successivo, An Inquiry into Meaning and Truth (Ricerca sul significato e la verit, 1930), polemicamente rivolto ai positivisti logici per il loro pregiudizio linguistico. Ora, a proposito di questa forma di psicologismo, Monk fa notare che se mai una dottrina filosofica ha meritato il nome di psicologia descrittiva, ebbene, proprio questa. Ma, a questo proposito, nutriamo alcune forti riserve, perch per la psicologia descrittiva nel senso del primo Husserl - che di questa fece il nucleo centrale del proprio programma filosofico proprio lo psicologismo rappresentava una caduta nello scetticismo da evitare con grande cura. Riprendendo un suo scritto recente, Was Russell an Analytical Philosopher? (Ratio, 9, 3, 1996), Monk accusa Dummett di aver trascurato nella sua interpretazione proprio la caratteristica definitoria della filosofia analitica, e cio lanalisi. Se invece si accetta questa definizione alternativa, fra le anime salve, oltre a Frege, vi sono Husserl, Meinong e lo stesso Russell, e fra i dannati vi certamente Wittgenstein. Questi infatti, osserva Monk, se da un lato teorizzava la necessit della svolta linguistica e la metteva indubbiamente in pratica, dallaltro non credeva affatto nellanalisi e cio non riteneva affatto che compito della filosofia fosse principalmente (anche se non unicamente) individuare in ogni intero complesso (proposizioni o altro) le parti elementari. Su un punto importante, tuttavia, Dummett e Monk concordano: su ci che (e deve essere) la filosofia analitica. Entrambi sottolineano lesigenza (ancora ampiamente delusa) che la filosofia (analitica) debba essere sistematica e che solo in questo senso essa possa dare un contributo essenziale ad un progetto che aspira alla ricerca della verit. Con la differenza che Dummett ritiene che il primo passo fondamentale risieda nella costruzione di una teoria sistematica del significato. E stupisce allora che egli mostri qualche incertezza sullannoverare Wittgenstein nel paradiso della filosofia analitica, dato che egli consapevole del fatto che Wittgenstein non mirava affatto alla sistematicit, n, tantomeno, alla costruzione di una teoria del significato, che potesse essere fondante per la filosofia nel suo complesso. Per Wittgenstein non aveva alcun senso cercare di fondare la filosofia su di una base scientifica. Proprio in questo ripudio della mentalit scientifica in filosofia, e nel difendere invece lidea del filosofo come di colui che ripulisce i vialetti di un parco dellimmondizia lasciata dagli altri - limmagine di Ayer - si misura tutta la distanza che corre fra Wittgenstein e lo spirito della filosofia analitica, se ve ne uno. Ma si ha anche una vaga percezione della distanza che separava Russell dal suo allievo. C.C. Il tormentato rapporto tra Russell e Wittgenstein descritto in modo efficace da Ray Monk nella biografia Bertrand Russell: the Spirit of Solitude. Russell nasce nel 1872 da una delle famiglie pi illuminate dellaristocrazia inglese, dalla quale erediter le abitudini del libero pensiero, mostrando fin da giovane una notevole intelligenza unita a dolcezza e docilit, pur nella consapevolezza della necessit della lotta per ottenere la felicit. A undici anni risale la felice scoperta di Euclide che, secondo le stesse parole di Russell, fu lesordio di una vita di intelletto e leggerezza insieme. Il bisogno della religione, osserva daltra parte Monk, caratterizz un lungo periodo della sua vita, per quanto ne ritenesse sempre inaccettabili le forme convenzionali, a cui cercava di supplire con forme religiose di sua invenzione, che tuttavia si scontravano con il suo temperamento profondamente scettico. Russell nutriva una passione particolare per le epifanie: cos avvenne per la verit della ricerca di Cartesio sullargomento ontologico dellesistenza di Dio; analogamente avvenne con Hegel. Dalla biografia di Monk emerge anche la grande onest intellettuale di Russell e la sua capacit di abbandonare una posizione una volta convinto della correttezza della concezione opposta. Dopo il lungo e faticoso lavoro sui Principia mathematica , condotto con Whitehead, Russell si accorse che le basi fondamentali di questa ricerca erano minacciate dal lavoro di Kurt Gdel; ci tuttavia non invalid completamente il suo lavoro, che permise comunque ad altri logici-matematici di sviluppare un importante teoria del calcolo. Interessante risulta, in questo contesto, la ricostruzione da parte di Monk del rapporto con Wittgenstein, inizialmente definito da Russell come un tedesco molto polemico e fastidioso, nonch un poco folle, per poi rendersi conto come questi fosse invece privo di quella falsa cortesia che interferisce con la verit. In Wittgenstein, Russell arriv a vedere una sorta di erede intellettuale, pur non rendendosi conto di quanto la sua passione teoretica fosse profondamente distruttrice. Nel 1913 Wittgenstein demol la teoria del giudizio di Russell e ci segn un momento doloroso, ma decisivo, nella vita di questultimo. Monk si sofferma anche sul rapporto che leg Russell a D.H. Lawrence e che si concluse drammaticamente con una lettera dinvettive di questultimo, al punto che per breve tempo Russell arriv addirittura a contemplare lipotesi del suicidio. Ci che permise a Russell di uscire da questo stato depressivo fu il suo impegno politico e la sua lotta contro la guerra, che gli fecero anche assumere posizioni impopolari, allorch deplor il rifiuto degli alleati di fronte alle proposte di pace tedesche; questa posizione provoc lemarginazione di Russell da parte dellambiente accademico e
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della sua classe sociale e lavversione dellopinione pubblica. Una parte importante della biografia di Monk dedicata alla vita sentimentale di Russell attraverso unampia rassegna del suo epistolario. Sebbene si professasse contrario a ogni forma di crudelt e disonest, emerge come Russell, nei suoi rapporti amorosi, fosse molto spesso falso, crudele e opportunista, nonch ferocemente geloso delle sue amanti. I piaceri dellamore, osserva Monk, trovavano del resto in Russell un riscontro con quelli della ricerca scientifica, nonostante una evidente differenza tra lonest intellettuale e lipocrisia nelle relazioni amorose: la stesura in meno di tre mesi di The Principles of Mathematics (Principi di matematica) venne da questi definita come una luna di miele intellettuale che, come tutte le lune di miele, si spense sotto la pressione della critica di Wittgenstein. M.B.

Attraverso lopera di Wittgenstein


I carteggi inediti fra Wittgenstein e i suoi interlocutori di Cambridge, pubblicati con il titolo: CAMBRIDGE LETTERS (Lettere di Cambridge, Blackwell, Oxford 1995), oltre a chiarire alcune problematiche teoriche, permettono di far emergere i rapporti ad un tempo amichevoli e conflittuali intrattenuti dal filosofo viennese con Russell, Moore ecc. Un utile strumento per attraversare lopera di Wittgenstein anche un dizionario dei termini filosofici wittgensteiniani, A WITTGENSTEIN DICTIONARY (Dizionario wittgensteiniano, Blackwell, Oxford 1995), curato da Hans Johann Glock, in cui sono presenti quasi un centinaio di voci che aiutano a far chiarezza sul suo pensiero.

Le Cambridge Letters di Ludwig Wittgenstein, curate da Brian McGuinness e Georg Henrik von Wright, presentano un interessante carteggio, fino a ora inedito, fra il filosofo viennese e i suoi corrispondenti di Cambridge: Russell, Moore, Keynes e Sraffa. Si scoprono qui elementi interessanti, come ad esempio il rischio corso dal Tractatus logico-philosophicus di non essere pubblicato se non fosse stato per lintervento e lappoggio generoso di Russell. Limportanza del rapporto con Russell, sul piano non solo della ricerca logica, ma anche dellaiuto reciproco e di una profonda amicizia, emerge chiaramente in queste lettere, che permettono anche di comprendere per quali motivi, negli ultimi anni, il loro rapporto si guast, come si pu ricavare da una lettera di Wittgenstein a Moore in cui Russell viene definito individuo spiacevole, loquace e superficiale. Del resto il carattere particolare di Wittgenstein emerge chiaramente anche con altri interlocutori: Keynes, ad esempio, vie-

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ne accusato di pensare che lamicizia con Wittgenstein non fosse altro per lui che un sistema per ottenere aiuto finanziario. La radicale onest e sincerit di Wittgenstein emerge tuttavia in ogni occasione, come nel suo giudizio sui Principia Ethica di Moore, testo fra laltro profondamente apprezzato dalla comunit di Cambridge e che viene invece definito da Wittgenstein, in una lettera a Russell, come un testo prolisso che in tre pagine dice ci che potrebbe essere espresso comodamente in mezza: un lavoro che non pu sognarsi assolutamente di essere paragonato alle opere di Frege o a quelle di Russell stesso. Queste lettere mettono anche in evidenza il senso di instabilit mentale di Wittgenstein, il suo senso di angoscia e di depressione, anche se non emergono espressamente nelle lettere motivi di un ricorso ad aiuti psichiatrici; del resto era noto lo scetticismo di Wittgenstein nei confronti della teoria di Freud. Spesso unancora di salvezza era per lui rappresentata dalla ricerca scientifica e da alcune intense amicizie, che tuttavia non impedivano momenti di profonda delusione e solitudine. A Hans Johann Glock si deve la cura e la stesura di un dizionario wittgensteiniano, nel quale vengono presi in considerazione quasi un centinaio di termini tecnici che caratterizzano lopera del filosofo; termini coniati ex novo o, se gi presenti nel dibattito filosofico, modificati radicalmente dallo studioso viennese. Il dizionario ricopre cos un importante ruolo filologico ed esegetico. Il volume contiene inoltre una biografia intellettuale di Wittgenstein e un saggio in cui vengono delineati gli elementi fondamentali delle diverse fasi del suo pensiero nella loro connessione. M.B. aspetto che Berner mette in evidenza della filosofia di Schleiermacher la critica dellimmediatezza. Lidea di sentimento in Schleiermacher un concetto la cui funzione di mettere in risalto le aporie e le contraddizioni delle teorie idealistiche della coscienza di s, che tendono a superare la finitudine della soggettivit. Per Schleiermacher il soggetto non la sua propria origine, ma si costituisce a partire da una dipendenza preliminare e in virt di un agire che parola e azione. Nei suoi discorsi e nei suoi atti individuali il soggetto si scopre, sinventa e, attraverso questindividuazione, mira alla comunit. Questo percorso restituito con grande chiarezza da Berner, che legge lermeneutica di Schleiermacher soprattutto come una logica del discorso individuale, che concerne il dialogo fra un io e un tu, laddove allinterprete lasciato il compito di ricostruire ci che stato pensato ed espresso dallautore. Per Schleiermacher non c pensiero senza linguaggio e ogni discorso dunque indirizzato, comunicato e comune. Comprendere nella sua dimensione ermeneutica dunque riconoscere laltro nella comunit: il discorso individuale rinvia ad una comunit che anche misura della ragione, e il cui orizzonte rappresenta lethos dellermeneutica. In Schleiermacher, fa notare Berner, lermeneutica non sinteressa che al senso dei discorsi, che mira a determinare rigorosamente; alla dialettica che tocca valutare il loro rapporto con lessere, domandandosi se quello che detto vero. Ermeneutica e dialettica rinviano cos luna allaltra e non possono comprendersi se non nella loro complementariet. In particolare, precisa Berner, la dialettica vuole essere tanto il metodo concreto di produzione del sapere a partire dal conflitto regolato delle pretese individuali di verit, quanto la riflessione critica sui differenti saperi costituiti. Pi volte Schleiermacher sottolinea la dimensione linguistica della dialettica; i conflitti si esprimono in un dialogo e la dialettica lorganizzazione del dialogo in vista del sapere. Nella produzione comune del sapere si costituisce nello stesso tempo la comunit dei sapienti: un noi trascendentale, una comunit storica determinata che soppianta lastrazione dellio trascendentale. Al contempo, osserva Berner, il sapere sinscrive in un divenire che tradizione, ma anche attivit critica ininterrotta. Limpulso alla conoscenza dettato in Schleiermacher dal desiderio di costituire una comunit umana diversificata. Pur evitando il ricorso ad una teoria dello spirito di tipo hegeliano, Schleiermacher, sottolinea Berner, non propone una semplice filosofia della cultura abbandonata al relativismo; la realizzazione dello spirito il compito immanente alla comunit umana. Al di l di ogni tentazione storicista, lo sforzo etico, che mira alla realizzazione della ragione nelle forme individuali e storiche, anima, secondo Berner, linsieme del progetto teorico di Schleiermacher. F.M.Z.
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Un dialogo sulla logica di Aristotele


Con il titolo: POLITIAN AND SCHOLASTIC LOGIC. AN UNKNOWN DIALOGUE BY A DOMENICAN FRIAR (Poliziano e la logica scolastica. Un dialogo sconosciuto di un frate domenicano, Olschki, Firenze 1995) Jonathan Hunt pubblica ledizione critica (con unampia introduzione) di un dialogo quattrocentesco sulla dialettica aristotelica tra due interlocutori appartenenti a due mondi contrapposti, la scolastica e la cultura umanistica. Il dialogo presenta sotto una diversa luce laristotelismo nella Firenze di Lorenzo de Medici, considerata un baluardo del neoplatonismo.

Lunit del pensiero di Schleiermacher


Il saggio di Christian Berner,
TIQUE- DIALECTIQUE- ETHIQUE LA PHILOSOPHIE DE SCHLEIERMACHER . HERMNEU -

(Cerf, Parigi 1995) senza dubbio il primo studio in lingua francese a prendere in considerazione non semplicemente lermeneutica o la teologia, ma lunit sistematica del pensiero di Schleiermacher, allo stesso titolo di Kant o di Hegel, dimostrando come esso offra unalternativa di grandi sistemi dellidealismo tedesco, pur raccogliendone la sfida.

Nel suo studio, Christian Berner ricostruisce la logica della filosofia di Schleiermacher, mostrando come in essa dialettica ed ermeneutica si integrino nella prospettiva unitaria delletica, caratterizzata dallaspirazione razionale di costituire una comunit e in questo partecipe della motivazione e del fine della stessa attivit filosofica. Un primo

Il volume a cura di Jonathan Hunt presenta ledizione critica del dialogo latino De negocio logico, del domenicano Francesco Tommaso (1445/6-1514), priore di Santa Maria Novella a Firenze. Si tratta di un commento delle Isagogge di Porfirio, largamente debitore del Liber de praedicabilibus di Alberto Magno; di fatto, il lessico, largomentazione, gli esempi sono di stampo prettamente scolastico. Linteresse maggiore di questo dialogo proviene tuttavia dal suo destinatario, Angelo Poliziano, il poeta delle Stanze e delle Syluae, uno dei primi grammatici-filologici dellumanesimo, prossimo di Lorenzo il Magnifico. Umanista raffinato, conoscitore della latinit dargento (allora non proprio di moda) e perfino del greco (una rarit per chi non era bizantino), Poliziano lesse e comment negli ultimi anni della sua vita (1490-94) le opere logiche di Aristotele, scatenando le ire dei suoi colleghi filosofi (Poliziano teneva infatti la cattedra di poetica e di retorica e non di filosofia). Il dialogo del domenicano risale allanno 1480 e mostra che linteresse per la logica aristotelica si manifest in Poliziano molto prima di quanto si pensi, sebbene lumanista vi si consacrasse solo pi tardi. Questedizione comporta almeno tre motivi dinteresse. Il primo che testimonia di un incontro e di uno scambio fra un umanista e uno scolastico; se il primo si dedica alla dialettica, il secondo dichiara apertamente la necessit di studiare sia il greco sia la retorica. Il domenicano condanna inoltre il linguaggio sottile di alcuni commentatori scolastici e propugna un discorso pi semplice, quasi familiare. Il secondo motivo concerne la figura stessa di Poliziano, i cui testi di logica sono pressoch sconosciuti e la cui lettura specifica dAristotele resta poco studiata, allorch si moltiplicano gli studi sulla sua poesia. Infine, questo dialogo testimonia che linteresse per Aristotele nellambiente umanista fiorentino non provenne solamente dallinfluenza dei greci bizantini e pi tardi da Pico (lamico della maturit di Poliziano).
F.M.Z.

NOTIZIARIO
A partire dallanalisi dellopera pi famosa di Adam Smith: La ricchezza delle nazioni , e delineando il contesto ed i processi che hanno portato alla stesura di questo lavoro, Ian Simpson Ross, con THE LIFE OF ADAM SMITH (La vita di Adam Smith, Clarendon Press, Oxford 1995), ci fornisce una biografia delleconomista scozzese. Il lavoro di Ross non per semplicemente biografico, ma ricostruisce limportanza che hanno avuto nella stesura delle opere di Smith gli interessi crescenti dei mercanti di Glasgow e degli uomini di cultura per un pensiero economico sistematico. La ricchezza delle nazioni importante inoltre per le influenze che ha avuto sulla politica britannica negli anni Ottanta del XVIII secolo, riguardo allo sviluppoi del libero commercio con la Francia, arrivando cos a costruire non solo una teoria delleconomia politica interna, ma anche una teoria dei rapporti internazionali. Ponendo attenzione alle lezioni tenute da Smith a Glasgow, Ross sottolinea come lapprocio storicistico e naturalistico fosse il medesimo sia nel campo delletica che della giurisprudenza e del linguaggio; un elemento che possibile far risalire ai teorici del giusnaturalismo del XVII secolo Grozio e Pufendorf e che va unito allinfluenza di Montesquieu. Lattenzione dedicata ai legami che intercorrono fra la vita materiale, le istituzioni politiche e la struttura sociale uneredit che lIlluminismo scozzese ha lasciato a diversi autori quali Constant, Guizot e Marx. Ross mostra limportanza che hanno avuto le Lectures on Jurisprudence (Lezioni di giurisprudenza) quale base per lelaborazione della Ricchezza delle nazioni e ricorda come questi lavori sarebbero dovuti culminare nella pubblicazione della Theory and History of Law and Government (Teoria e storia del diritto e del governo), che non venne per mai edita nonostante Smith vi avesse dedicato il resto della sua vita; Ross ricostruisce il momento in cui Smith, temendo che la pubblicazione postuma del suo lavoro incompleto potesse danneggiare la sua fama, ordin ai suoi esecutori testamentari di bruciare il manoscritto davanti ai suoi occhi. Un altro elemento importante del lavoro di Ross il ricorso puntuale alla corrispondenza edita ed inedita di Smith. Per quanto riguarda le vicende pi intime della vita dello studioso scozzese poco pu del resto essere detto, se non alcuni accenni ad alcune passioni amorose e allipocondria che affliggeva leconomista. M.B.

NOTIZIARIO

a cura di Luisa Santonocito


LOSOPHIE ET DES SCIENCES HUMAINES (International Council for

Si tenuta a Parigi il 23 e 24 novembre 1996, presso la sede dellUnesco, lAssemblea generale del CONSEIL INTERNATIONAL DE LA PHI-

Philosophy and Humanistic Studies, CIPSH). Strutturato come federazione di organizzazioni internazionali nel campo delle scienze umane, il CIPSH costituisce il massimo organo mondiale di cooperazione e assistenza in questo settore e conta fra i propri affiliati lUnione Accademica Internazionale (UAI), la Federazione Internazionale delle Societ Filosofiche (FISP), il Comitato Internazionale di Studi Storici (CISH), il Comitato Internazionale Permanente dei Linguisti (CIPL), la Federazione Internazionale delle Societ di Studi Classici (FIEC), lUnione Internazionale di Studi Antropologici ed Etnologici (UISAE), il Comitato Internazionale per la Storia dellArte (CIHA), lAssociazione Internazionale per la Storia delle religioni (IAHR), la Federazione Internazionale di Lingue e Letterature Moderne (FILLM), lUnione Internazionale di Studi Orientali ed Asiatici (UIEOA), la Societ Musicologica Internazionale (SIM), lUnione Internazionale di Scienze Preistoriche e protostoriche (UISPP), ed il Congresso Internazionale di Studi Africani (CIAF). Presente in oltre 140 nazioni, costituisce il principale partner dellUnesco nel campo degli studi umanistici. Il CIPSH pubblica la rivista Diogne. LAssemblea generale di Parigi ha nominato gli organi direttivi del Consiglio e ha provveduto a indicare le principali attivit del prossimo periodo. Alla Presidenza stato confermato Jean dOrmesson, dellAcadmie Franaise, mentre alla Segreteria generale sono stati nominati Jean Bingen (Belgio) e Luca M. Scarantino (Italia). Tra le attivit previste, la prosecuzione del progetto Endangered Languages e del World Linguistic Atlas, la prosecuzione della pubblicazione dellInternational Bibliography of Philosophy e la cooperazione con la Divisione della Filosofia dellUnesco. Il CIPSH intende inoltre rafforzare la propria collaborazione con la comunit scientifica attraverso una capillare opera di diffusione delle proprie attivit, stringendo accordi di collaborazione con istituzioni e pubblicazioni e aprendosi alla partecipazione di singoli ricercatori interessati a entrare in

contatto con le Federazioni Internazionali. Per informazioni: Luca M. Scarantino, Secrtaire gnral adj., CIPSH - Maison de lUnesco, 1, rue Miollis, 75015 Paris, France.

lo dal 1995, si terr al Castello Pasquini il 22 febbraio 1997. Istituita nel mese di agosto 1996 per volont dellAssessorato alla Cultura della Pubblica Amministrazione del Comune di Rosignano Marittimo (Antonella Musu, tel. 0586 792218) e dellAzienda di promozione Turistica di Livorno, con il patrocinio della camera di Commercio Industria e Artigianato di Livorno e della Provincia di Livorno, la nuova sezione - la cui giuria formata da Paolo Rossi, Adriano Fabris, Alfonso Iacono, Enrico Moriconi, Giovanni Manetti, Vinicio Giannotti - costituisce una svolta per il Premio che intende cos aprirsi a iniziative di pi ampio respiro verso la promozione della ricerca filosofica.

In coincidenza con il Convegno italofrancese La filosofia e il suo insegnamento tenutosi nel mese di ottobre 1996, allIstituto Banfi di Reggio Emilia, su filosofia e didattica della filosofia nei due paesi, il bollettino di maggio-agosto 1996 della Societ Filosofica Italiana (nuova serie) presenta un DOSSIER FRANCIA, a cura della stessa commissione della SFI, sui temi in discussione negli ultimi anni a proposito della didattica della filosofia in Francia. Oltre ad una completa introduzione, curata da Jean DYvoire (Bureau de coopration linguistique, Servizio Culturale dellAmbasciata di Francia in Italia), il dossier contiene interventi di A. de Monzie (Ispettore dellIstruzione Pubblica): Istruzioni del 2 Settembre 1925; N. Grataloup (Liceo JeanJaurs di Montreuil-sous-bois): La lingua al lavoro, il pensiero al lavoro; M. Tozzi (Liceo Diderot, Narbonne): Si pu didattizzare linsegnamento filosofico?; J. Muglioni (Ispettorato generale di filosofia): La lezione di Filosofia. La sezione poi su La filosofia e la sua pedagogia? - a cura di F. Best (Ispettrice generale all educazione nazionale), B. Bourgeois (Universit di Parigi I), M. Conche (professore emerito alla Sorbona), J.Dumont (professore emerito alluniversit di Lille III), J. Muglioni (Ispettorato generale di filosofia), M. Tozzi - tratta da una ricerca pubblicata in La Philosophie et sa Pdagogie (giugno 1991) a cura del Centro regionale di documentazione pedagogica di Lille. Chiudono il dossier due appendici sui programma di filosofia nelle scuole secondarie in Francia .

Un tema, una serie di saggi, una riscoperta e un inedito: questa la struttura de I CASTELLI DI YALE, la nuova rivista a periodicit annuale pubblicata da Vallecchi Editore (Firenze, 055-293477), curata da un gruppo di docenti della Facolt di Lettere e Filosofia dellUniversit di Ferrara e diretta da Giancarlo Carabelli e Mario Miegge. Newton e lApocalisse il tema del primo numero che ospita le relazioni di Giulio Giorello, Maurizio Mamiani e Mario Miegge tenute durante un seminario svoltosi allUniversit di Ferrara; seguono i saggi di Marco Bertozzi sulla teoria delle grandi configurazioni astrali nel Rinascimento, di Paolo Pullega su Note cartesiane, di Paola Zanardi su Hume e Trenchard e di Simonetta Scandellari sul costituzionalista spagnolo di fine Settecento Valentn de Foronda. La riscoperta dedicata alla traduzione italiana del saggio di geopolitica dellinglese Halford John Mackinder, Il perno geografico della storia e inedita una lunga lettera di Giacomo Casanova a Caterina di Russia. (Informazioni: Francesca Mellone, Biblioteca Ariostea, tel. 207392 e Paola Zanardi, Facolt di Lettere e Filosofia, tel. 293518).

La genesi delletica il tema del primo numero della nuova rivista BIOLOGIA E SOCIET, pubblicata da Edizioni DAntropologia (Milano, via Palma 4, tel. 02 29000672 - 58303958) e che fa capo al laboratorio di Socioantropologia dellUniversit La Sapienza di Roma. disponibile nelle librerie Feltrinelli e Universitarie a lire 3.000.

Sar un appuntamento fisso del tradizionale PREMIO LETTERARIO


CASTIGLIONCELLO: LA NUOVA SEZIONE DI FILOSOFIA, intra-

presa in via sperimentale e che prende avvio dagli incontri filosofici che si tengono a Castiglioncel-

Il 10 dicembre 1996 scomparso a New York GIORGIO TAGLIACOZZO , docente di Storia delle Idee alla New York School for Social Research, collaboratore alla Voice of America - a lui si deve il

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NOTIZIARIO
successo del programma radiofonico lUniversit per Radio Guglielmo Marconi - e artefice della diffusione del pensiero di Giambattista Vico in tutto il mondo. Convinto che il problema dellunit della conoscenza fosse, prima che una istanza filosofica, unaspirazione umana radicata nella coscienza degli esseri umani, nel 1959 Tagliacozzo elabor una prima rappresentazione arborea della conoscenza, da cui traspariva il suo interesse per la filosofia delle forme simboliche di Ernst Cassirer e di Susanne Langer. Nel 1961 lincontro con Giambattista Vico e la scoperta della sostanziale affinit delle idee fondamentali del suo Tree con quelle dellAlbero della sapienza nella Scienza Nuova (1744), lo indussero a dedicare le proprie energie alla resurrection degli studi sul filosofo napoletano. Questo avvenne attraverso la realizzazione di una serie di convegni da lui stesso organizzati - Giambattista Vico: An International Symposium (1989); Vicos Science of Humanity (1976); Vico and Contemporary Thought (1979); Vico: Past and Present (1981); Vico and Marx: Affinities and Contrasts (1983) ; Vico and Joyce (1987); la conferenza mondiale Vico a Venezia (1978) - la creazione a New York dellInstitute for Vico Studies e del periodico New Vico Studies, edito dallo stesso Institute, nonch attraverso i suoi lavori My Vichian Journay: A Cronology (New Vico Studies, 1996) e Unity of Knowledge: from Speculation to Science , determinanti per la scoperta della dendrognoseology, la nuova scienza con la quale Tagliacozzo realizz lesigenza che Vico aveva espresso sin dal tempo della prima orazione, cio di unire in un principio tutta la conoscenza umana e divina. F.R. tutti i concorsi pubblici e nellaccesso agli enti pubblici e alle amministrazioni dello Stato, ladeguamento della borsa di studio al costo attuale della vita, lapertura di un tavolo di discussione sulla revisione degli aspetti centralistici e organizzativi dei corsi di dottorato. ni, B. Salmona, P. Mazzarella, C. Lupi, T. Bugossi, P. P. Ottonello, A.M. Tripodi, R. Rossi. Subito dopo, il DISSPE ha realizzato a Roma (5-8 aprile 1995) il Congresso Internazionale M.F. Sciacca e la filosofia oggi, i cui due volumi di atti, ricchi di una cinquantina di contributi di studiosi di dieci paesi euro pei ed extraeuropei, sono imminenti presso Olschki, a cura di P.P. Ottonello; il quale inoltre dirige il periodico Studi Sciacchiani , fondato a Genova nell85, ed il cur tore anche dei due volumi della Bibliografia degli scritti di e su M.F. Sciacca dal 1931 al 1995 (Olschki, vol. I, 1996, pp. 216; il vol. II in corso di stampa: i due volumi raccolgono complessivamente oltre 7000 titoli). Lampiezza e insieme la specializzazione dellambito delle ricerche condotte dal DISSPE hanno consigliato di organizzarne la Collana di volumi - mentre prosegue la collana Categorie Europee (Ed. Japadre), il cui 36 volume, Interiorit ed ermeneutica di T. Bugossi, del 94, nonch il periodico Studi Europei (Ed. Olschki) - in diverse Sezioni: Saggi filosofici e Saggi pedagogici (Ed. Marsilio); Testi (Ed. Guerini e Associati); Atti e Bibliografie (Ed. Olschki). La sezione saggi filosofici iniziata con il volume di M.A. Raschini Thomas Mann e lEuropa (Marsilio 1994) ed proseguita con Occasioni di Mito di E. Bonessio di Terzet (ivi , 1995), con il gi citato volume platonico di Gian carlo Duranti e con Sciacca la rinascita dellOccidente (ivi , 1995) di P.P. Ottonello. La sezione Saggi pedagogici iniziata con il volume di M. Gennari Semantica della citt ed educazione . La sezione Testi costituisce la collana Eidos/Eikon, edita da Guerini e Associati, ed anchessa gi ricca di tre volumi, presto destinati ad aumentare: Sullidillio di A. Rosmini, a cura di P.P. Ottonello; Contra Husserl di L. Sestov, a cura di F. Dchet e La filosofia della composizione di E.A. Poe, a cura di E. Bonessio e Terzet. Nellimminenza del bicentenario della nascita di Rosmini (1997), il DISSPE ha pubblicato due importanti volumi: Rosmini: dialettica e poiesi, di M.A. Raschini, e Cronache rosminiane dal 1966 al 1995 di A.M. Tripodi e ha messo a punto il programma di un Congresso Internazionale su Rosmini e lenciclopedia delle scienze che si terr a Roma nel mese di ottobre 1997. P.P.O. (Cannaregio 2593, Calle Longo, Venezia, tel. 041 717940, fax 720510). Collegata in ogni senso alla casa madre di Palazzo Serra di Cassano di Napoli, la sede diretta da Umberto Curi - presenta gi un intenso calendario di appuntamenti non soltanto per la ripresa di alcuni filoni tradizionali, come il convegno di cosmologia e filosofia questanno dedicato a Lantichit del nuovo, le radici classiche nella scienza moderna e la serie di seminari di filosofia (cfr. rubrica calendario), ma anche per lapertura di nuovi terreni di riflessione, con un ciclo di incontri sul tema Nuovi scenari della comunicazione, il convegno su Il ruolo della matematica nella cultura contemporanea, il ciclo di conferenze di astronomia e cosmologia e le iniziative sul rapporto arte-filosofia, destinate ad accompagnare la Biennale di arti figurative nel prossimo mese di giugno.

IL DIPARTIMENTO DI STUDI SULLA STORIA DEL PENSIERO EUROPEO M.F . SCIACCA (DISSPE) dellUniversit di Ge-

Una protesta multimediale viene dal mondo di Internet, sottoscritta da pi di duemila dottorandi e dottori di ricerca della universit umanistiche e scientifiche italiane. Attraverso una LETTERA APERTA SULLA CONDIZIONE DEL DOTTORATO DI RICERCA IN ITALIA rivolta

alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dellUniversit della Ricerca Scientifica e Tecnologica, al Consiglio Universitario Nazionale, ai Rettorati delle Universit Italiane - il cui testo disponibile su World Wide Web allindirizzo http:// distart.ing.unibo.it/dott/ - questo particolare gruppo di ricerca, nato dallo scambio di corrispondenza su rete Internet a partire dal 9 gennaio 1996, avanza precise richieste di revisione e riconoscimento della figura del dottore di ricerca in Italia. Tra queste, la diffusione di informazioni sulla figura del dottore di ricerca presso lindustria privata, linclusione del titolo di dottore di ricerca fra quelli valutabili in

nova, composto da una ventina di docenti quasi tutti scolari e discepoli di Sciacca e diretto da Maria Adelaide Raschini, (e costituito nel 1993), ha dato vita al periodico Studi Europei edito da Olschki e diretto da Pier Paolo Ottonello che, nel suo primo volume, raccoglie tra gli altri saggi di J. Uscatescu, E. Moutsopoulos, A. Caturelli, V. Stella. Il secondo volume (1994) raccoglie gli atti delle Giornate gentiliane realizzate nell ottobre del 94, con contributi di M.A. Raschini, V. Stella, G. Semerari, A. Negri, G.M. Pozzo, F. Ravaglioli, J. Uscatescu. Il terzo volume raccoglie, nella sua prima ampia sezione, gli atti del Seminario Platonico svolto nel febbraio del 95 e imperniato sullimportante volume di Gian Carlo Duranti, Verso un Platone terzo , pubblicato come terzo della sezione Saggi filosofici della Collana del DISSPE (Venezia, Marsilio, 1995, pp. 330). intento programmatico del DISSPE dare crescente spazio specialistico, specie in Studi Europei , alle problematiche europeistiche nei loro sviluppi degli ultimi cinquantanni.Il DISSPE si costituito sulla base del Centro Interuniversitario di Ricerca per la Paideia Europea, diretto da Raschini, che ha visto collaborare studiosi di dieci universit europee e le cui ricerche sono rifluite in buona parte nei 36 volumi del la collana Categorie Europee (Ed. Japadre) usciti fra 185 e il 94, nonch nel pe riodico internazionale Filosofia oggi , fondato nel 78 da Raschini e Ottonello. Il centro ha inoltre realizzato tre congressi internazionali: Il commercio delle idee nella cultura europea (Genova, 1217 maggio 1986, atti pubblicati presso Japadre, 1987; Rosmini pensatore europeo (Roma, 26-29 ottobre 1988, gli atti sono editi da Jaca Book, 1989, pp. 462) e L universo della comunicazione: prospettive europee (Genova, 26-30 novembre 1990). In occasione del ventennale della morte di Sciacca ci si inoltre impegnati in una serie di iniziative, la prima delle quali stata la realizzazione della Cattedra Sciacca, a cadenza annuale. Del I Corso di tale Cattedra (1994) disponibile il volume degli atti: La presenza dei classici nel pensiero di Sciacca (Olschki, 1995, pp. 132), contenente scritti di M.A. Raschi-

La prima collana neo-illuminista in grado di risvegliare lintelligenza e spronare luomo di oggi a prendere coscienza di s. Si presenta cos la nuova proposta editoriale di Claudio Gallone, la collana LUOMO E LA RAGIONE , diretta da Emanuele Severino, in una edizione numerata e limitata, composta da dodici libri fondamentali per lo sviluppo dellOccidente, come li ha definiti Gallone nel corso della presentazione al Circolo della Stampa di Milano, gioved 20 febbraio. Opere rivisitate di grandi pensatori come Goethe, Manzoni, Tolstoj e Unamuno, Rosmini, Martinetti, Papini, Ardig, introvabili nelle librerie e consultabili solo nelle biblioteche, libri infine - lo stesso Severino ha affermato - di forte richiamo emotivo, come il testo che apre la collana, analisi inedita di Goethe: Il mio Dio, il mio Cristo .

la prima rivista italiana di aggiornamento bioetico ad essere pubblicata per via telematica nel mondo Internet. BIOETHICS diretta da Giovanni Berlinguer, redatta in italiano e prossimamente in inglese, visitabile sul sito http://www.srd.it/ bioethics/.

Una tavola rotonda su Che cos la verit, a cui hanno partecipato Umberto Curi, il sindaco di Venezia Massimo Cacciari, Enrico Berti, Paolo Rossi, Emanuele Severino, ha inaugurato, sabato 1 febbraio 1997, LA NUOVA SEDE VENEZIANA DELLISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI

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Mathias Grnewald, Polittico di Issenheim (1512-16, part.)

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Sulla condizione contemporanea


Nel periodo gennaio-marzo 1996, su invito dellIstituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli e dellIstituto Gramsci Veneto, Gianni Vattimo, Salvatore Natoli ed Emanuele Severino hanno tenuto a Venezia una serie di seminari, rispettivamente con i titoli: DOPO LA CRISTIANIT (29-31 gennaio 1996), ETICA DEL FINITO. LA CONDIZIONE CONTEMPORANEA TRA POST- CRISTIANIT E NEO - PAGANESIMO (5-9 febbraio 1996), IL LUOGO DEL NOSTRO TEMPO (4-6 marzo 1996).

Secondo Gianni Vattimo, la nostra epoca segnata dallannuncio nietzscheano della morte di Dio, cui corrisponde lannuncio heideggeriano della fine della metafisica. Si tratta di annunci o, meglio, di interpretazioni, capaci di aprire e insieme mostrare (non dire) la verit del nostro tempo. Il nichilismo della nostra epoca, ha osservato Vattimo, non implica tuttavia la fine di ogni esperienza religiosa: il dio che morto infatti solo quello morale, il dio garanzia teoretica, il dio dei filosofi; resta aperta, comunque, la possibilit di unesperienza del sacro. La tradizione entro cui pensiamo caratterizzata anche dallannuncio paolino della chnosis di Dio, in cui Vattimo non scorge solo il messaggio cristiano per eccellenza, ma anche la traccia archetipica della vocazione della filosofia occidentale allindebolimento di ogni ntos on metafisico. In virt della parentela che lega chnosis cristiana, morte di Dio e secolarizzazione, possibile scorgere la portata (anche) liberatoria del nichilismo. Da questo punto di vista, Gioacchino da Fiore si presenta, secondo Vattimo, come interprete decisivo del cristianesimo, scoprendo la storicit della rivelazione del divino e insegnandoci che la storia dellessere storia della salvezza. Delle tre et della storia distinte da Gioacchino sul modello trinitario - quella del Padre, in cui gli uomini vivono sotto la legge, nella schiavit e nel timore, quella del Figlio, caratterizzata da una servit filiale e dalla fede, let dello Spirito Santo, della libert e della carit - proprio la terza quella che Gioac-

chino vede come imminente e che Vattimo interpreta come liberazione in corso dello spirito ermeneutico. Al Dio paradossale e intollerante dellAntico Testamento, Vattimo preferisce infatti il dio misericordioso del Nuovo Testamento. Se sapremo sottrarci al peso della letteralit dei testi sacri e della lettera della materialit del mondo, allora entreremo nellet post-moderna dello Spirito, let del libero gioco delle interpretazioni, in cui la carit di provenienza cristiana trover debita continuit in unontologia dellevento. In un articolato attraversamento del moderno Salvatore Natoli ha proposto motivi di riflessione per una possibile etica neopagana del finito. La complessit e la pervasivit del moderno tale che risulta estremamente superficiale intendere il postmoderno come mera messa a riposo del moderno. Secondo Natoli la modernit caratterizzata da una secolarizzazione dellidea di salvezza di provenienza cristiana e da un conseguente progetto sul mondo che ha i tratti dellinfinito. Laddove per il cristianesimo Dio a farsi garante della salvezza delluomo, lepoca moderna insiste sulla possibilit di questultimo di salvarsi da s tramite la potenza della scienza e della tecnica. Richiamando tre diverse dimensioni della nozione di fine, tlos, skops ed schaton, Natoli ha mostrato come nei greci il divenire si ponga come ciclo (ripetizione) dominato dal tlos, il fine naturale, con il quale lo skops, il fine che luomo si sceglie, deve necessariamente armonizzarsi. Nei cristiani invece domina il primato dellschaton, il fine stabilito da Dio e dalla fede, in forza del quale il ciclo si spezza, irrompe il nuovo e il fine diventa il raggiungimento della fine. La storia nel senso cristiano, ha osservato Natoli, si pone come processo verso la salvezza assoluta proprio perch il dolore e la morte non vengono pi pensati come tuttuno con la natura e il suo tlos, ma come frutto del peccato originale, da cui la realizzazione dellschaton dovr riscattarci. Cos, quando luomo moderno pensa la storia in termini di progresso, verso una salvezza che egli pu darsi da s a dispetto di ogni limite naturale, lo skops umano ad acquisire il primato, prima assoggettando ogni tlos, poi, con la morte
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di Dio, imponendosi tout court come schaton. su una tale soggettivit, cartesianamente intesa come capacit di rappresentazione trasparente e spassionata e insieme come tensione verso linfinito, che fa perno, secondo Natoli, il progetto moderno di trasformare il mondo nel regnum hominis. La fine della modernit non si porrebbe dunque come dissoluzione dei suoi elementi, ma solo della sua intenzione, rimasta irrealizzata a causa della complessit e processualit del mondo messe in atto dalla modernit. Da questa genealogia del moderno Natoli sviluppa uninterpretazione del mondo contemporaneo il cui modello o opzione possibile unetica neo-pagana, caratterizzata dallabbandono del bisogno di ogni salvezza assoluta, cos come di qualsiasi pretesa di infinito. Lintervento di Emanuele Severino ha preso avvio dalla distinzione tra interpretazione e destinazione. Pur riconoscendosi in quella volont di conferire senso ai fatti che caratterizza lOccidente come dominio dellinterpretazione, Severino ha ribadito come al di l della problematicit e dellipoteticit proprie di ogni interpretazione venga alla luce dellaltro: il significare ha unarticolazione che simpone senza dipendere da alcuna volont interpretativa o arbitrario conferimento di senso. La necessit dei rapporti tra i significati appunto la loro destinazione, che peraltro mette a riposo anche ogni ingenua liquidazione dellontologia. Se oggi, ha continuato Severino, la civilt della scienza e della tecnica pu segnare in modo determinante il nostro tempo, subordinando a s ogni altra forza, innanzitutto perch la verit tramontata, anche se ci non ovvio, come superficialmente ritiene gran parte del pensiero contemporaneo. Nel pensiero greco la verit altheia, disvelamento dellessente, inteso come verit stabile e incontrovertibile: lessente appare come ci che non pu essere negato; e per indicare lo stato dellessente i greci impiegano il termine epistme. Solo comprendendo la radicalit e la grandezza dellepistme ellenica che pensa il divenire come venire dal nulla e tornare al nulla, ha osservato Severino, si pu pensare in modo non superficiale lodierno tramonto della

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verit. Lepistme come verit incontrovertibile, che anche capacit assoluta di previsione, allontana langoscia per il divenire nientificante, pur fondandosi sulla fede in un divenire che non poteva non annientare qualsiasi stabile verit. Da ultimo, Severino ha sottolineato come una critica incisiva della tecnica possibile solo se se ne porta alla luce il presupposto fondamentale: la fede in un divenire pensato come processo in cui il diveniente insieme essente e non essente. Questa la struttura decisiva dellOccidente; questa la presunta evidenza da mettere in questione. G.L.P. gione nel postmoderno ha messo in luce la situazione del mondo contemporaneo, sospeso tra serialit e insicurezza, che ha generato nuove forme religiose, caratterizzate dalla fuga dalla libert responsabile. Si diffondono infatti religioni mistiche e orgiastiche che attraverso vari surrogati e artifici hanno come scopo la dissoluzione dellidentit individuale, vissuta come troppo pesante per la sua intrinseca debolezza. A differenza delle religioni tradizionali, si pu notare qui la prevalenza della componente settaria, accompagnata da una evidente contaminazione di elementi provenienti da altre religioni. Di fronte a questo desolante panorama contemporaneo Natoli ha sollevato lipotesi alternativa del neopaganesimo, il cui modello da ricercarsi nelleroe del mondo greco: lideale neopagano si fonda sullidea della necessit di portarsi allaltezza della propria morte, assumersi la responsabilit della propria morte attraverso la riscoperta del senso della finitudine che funzionale alletica del mondo. M.Mi. morte, che non possibile seriamente ammettere di dubitare di dormire. Nel corso del seminario e in particolare nelle due ultime giornate di studio la discussione si concentrata anche sullo statuto di verit della credenza in un sogno. Al problema di distinguere fra veglia e sonno, ha dunque rilevato Cavini, pare debba aggiungersi, o almeno possa offrire una nuova prospettiva, la questione inerente allo statuto di verit delle credenze nel sogno, il che pone anche linterrogativo se si possa essere responsabili dei propri sogni, gettando una diversa luce sul problema dellidentit personale. F.M.Z.

La conoscenza delle religioni


Dal 7 febbraio al 13 marzo del 1996 si svolto alla Casa della Cultura di Milano un seminario dal titolo: Storia delle religioni, coordinato da Riccardo Massa, il cui scopo stato quello di ricostruire alcuni momenti significativi di storia delle religioni, partendo dal mondo antico e da quello primitivo fino a giungere allepoca postmoderna, nella convinzione che la formazione culturale dellindividuo non possa esimersi da una conoscenza della cultura religiosa, indipendentemente dalladesione a essa.

Etica e ambiente
Sui temi delletica ambientale, il primo marzo 1996 ha tenuto una conferenza allUniversit di Torino Sergio Bartolommei, che da tempo si dedica a tale questione.

Largomento del sogno negli scettici


Nellambito del corso di filosofia antica diretto da Andr Laks, Walter Cavini ha tenuto allUniversit di Lille, da febbraio ad aprile 1996, un seminario dedicato allargomento del sogno nella tradizione scettica, che si concluso con due giornate di studio sul medesimo tema, a cui ha partecipato anche David Seadley.

Tra gli interventi che avevano come scopo la ricostruzione delle principali forme di religione nel loro sviluppo storico, Guido Rizzi si occupato dellesperienza religiosa nel mondo antico, mentre Antonio Marazzi ha preso in considerazione le forme della religiosit nelle culture dei primitivi. Carlo Orecchia ha esaminato la religione ebraica, Massimo Campanini quella islamica, Carlo Della Casa linduismo, Flavio Poli il buddismo. Gianfranco Bonola ha invece preso in considerazione la teologia protestante del XX secolo. Tra i contributi di carattere pi decisamente filosofico, Francesco Moiso ha analizzato il significato dellermeneutica religiosa in Pareyson, sottolineando come la filosofia rimandi alla dimensione dellermeneutica religiosa una volta che si giunga alla consapevolezza che lessere coincide con la libert. Nella prospettiva pareysoniana il mondo infatti il risultato di un atto di libert con il quale Dio accetta di essere se stesso. Ma per poter accettare la radicalit di Dio, afferma Pareyson, occorre accettare la possibilit del non essere. Dio, infatti, nella creazione del mondo passato attraverso la tentazione del nulla. In questa prospettiva, ha fatto notare Moiso, la concezione di Pareyson si rivela una radicalizzazione della componente dissolvitrice del pensiero moderno, lontana da una considerazione tradizionale e confessionale dellesperienza religiosa. Lintervento di Salvatore Natoli sulla reli-

Se presso gli antichi, ha esordito Walter Cavini , la skepsis ebbe valore soprattutto di ricerca/esame sulle nostre credenze a proposito del mondo, senza tuttavia presupporre una vera e propria teoria, la dubitatio moderna entra decisamente a far parte della riflessione sulle condizioni e sulle dinamiche della conoscenza. Prendendo in riferimento passi specifici del Teeteto di Platone, della Metafisica Aristotele, delle Meditationes Prima Philosophia di Descartes e di On Certitude di Wittengstein, Cavini ha analizzato la struttura e levoluzione dellargomento scettico del sogno, riassumibile essenzialmente in questi termini: non ci sono validi motivi, argomenti o indizi, per poter distinguere la veglia dal sonno. Il problema filosofico al centro delle considerazioni di Cavini stato quello di determinare lidea di seriet dellargomento del sogno, esaminando con particolare attenzione le posizioni di Descartes, che considera il dubitare un modo per meglio acquisire una certezza, e di Wittgenstein, che invece ritiene impossibile il dubitare, affermando in alcune note, pochi giorni prima della
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Nellintrodurre un tema ancora poco noto al grande pubblico, Sergio Bartolommei ha ricordato la tradizionale esclusione dei rapporti tra uomo e non uomo dalla sfera morale. Tuttavia, dal momento in cui essa si estende a esseri umani che non sono persone, nel senso di soggetti senzienti e razionali (feti, neonati, minorati psichici, malati terminali), sembrerebbe lecito allargarla anche a enti non umani. Scartate le tesi pi radicali di coloro che pretenderebbero di concedere rilievo etico a tutto ci che esiste o che almeno dotato di vita, cos come il punto di vista ecocentrico, la proposta senziocentrica di Bartolommei (in gran parte analoga a quella di Peter Singer) include come soggetti morali tutti gli individui senzienti, e quindi anche gli animali cosiddetti superiori. A differenza delletica della responsabilit di Jonas, ci che conta non infatti la perpetuazione delle specie (e in particolare di quella umana), ma che gli esseri viventi provino la minima quantit di dolore e la massima quantit di piacere possibili. Un tale criterio della sofferenza, che affonda le sue radici nel sensismo e nellutilitarismo, altrettanto arbitrario, secondo Bartolommei, di qualsiasi altro criterio metafisico, ma appare razionalmente fondato e pi plausibile di altri (e in particolare di quello deontologico delletica cattolica); condiviso dalla cosiddetta bioetica laica per stabilire il momento dellentrata e delluscita dalla vita e si applica anche alle generazioni future. G.C.

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Hegel e lestetica
Dal 16 al 18 gennaio 1996, presso lIstituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli, Felix Duque e Vincenzo Vitiello hanno tenuto un seminario su HEGEL E LESTETICA, che ricostruendo i passaggi fondamentali della riflessione hegeliana ha messo in evidenza limpossibile conciliazione non solo di verit e arte, ma anche di verit e tecnica.

Nel suo intervento, Felix Duque si soffermato sullinterpretazione hegeliana del simbolismo e dellideale classico come forme di arte dominate da una profonda nostalgia di assoluto, nel tentativo vano di accordare fra loro forma e significato e di rappresentare adeguatamente il divino. Il simbolismo in Hegel tutto percorso da un processo interno di desimbolizzazione: nel suo rinvio ad altro da s, il simbolo testimonia unassenza; allude al divino, ma in forma inadeguata, nascosta, indecifrabile. Alla fase del simbolismo incosciente (religione di Zoroastro), data dallunit immediata di significato e forma, in cui il sensibile stesso intuito come divino, Hegel fa seguire il simbolismo fantastico (concezione indiana di Brahama), in cui lo spirito colto in modo astratto e indeterminato, sicch le forme particolari vengono gonfiate e stravolte in qualcosa di indeterminato e smisurato. Solo con la civilt egizia lassoluto viene fissato per s, come indeterminatezza in se stesso, come morte del sensibile: la piramide il simbolo di ci che si separato dalla vita, ma nella sua fissit resta muta, senza risonanza, puro involucro di uno spirito che si sottrae. Infine, nel simbolismo del sublime (mistica ebraica) lassoluto si d esclusivamente nella propria assenza. Il dio ebraico il dio del silenzio, inesprimibile nella sua infinit; esso resta ritirato in s e, privo di forma, rivela la sua sublimit nella nullit delle cose. Con il dio che si nega, ha osservato Duque, si ha la fine dellarte sacra e il cominciamento della sapienza, che con lastuzia della tecnica e della retorica (simbolismo cosciente) cerca di dare ordine al mondo. Con la fine dellarte si offre alluomo moderno la possibilit di comprendere lirredimibilit del mondo, la sua malattia. Compito delluomo occidentale infatti, secondo Duque, di restituire non solo al simbolismo arcaico, ma alla stessa classicit greca, ci che veniva esibito, senza cogliere lassenza di rapporto fra interno ed esterno. Nonostante la perfetta compenetrazione di forma e significato, nellarte classica lespansione dello spirito sulla superficie, sul marmo liscio senza impurit della statuaria, suggerisce lassenza di un centro interiore, il ritrarsi del dio. Sulla beata quiete del dio greco aleggia la malinconia per ununit superiore che, di contro alla determinatezza degli dei, lin s informe, insondabile, non riconducibile a concetto. Questa , secondo Duque, limmagine che luomo moderno, post-rivoluzionario, ha del

mondo classico: solo se posto in lontananza, lorizzonte sacro rende possibile alluomo la sua vita quotidiana. Inseguendo la logica oggettiva del testo hegeliano, Vincenzo Vitiello si interrogato sul senso profondo del sistema delle arti in Hegel e in rapporto alla confusione dellepoca contemporanea, soffermandosi in particolare sulla poesia, la forma pi alta dellarte romantica, per la sua prossimit alla nonarte, al linguaggio comune della prosa e al linguaggio scientifico. Nella poesia il significato tutto riportato allinterno e in questo ritrarsi dallo spirito si annuncia il venir meno dellarte. In Wagner a Beyreuth, ha osservato Vitiello, Nietzsche sostiene che musica e vita hanno un rapporto perfetto, compiuto e intero, poich anche la vita linguaggio. Tale continuit fra mondo uditivo e mondo visivo presente anche nel Cratilo di Platone, in cui viene descritta lidentit mitica di parola e cosa. La parola lessenza delle cose, suono che disegna la cosa, movimento che imita movimento: larte esprime lunit di io e mondo. Ma proprio con Platone larte muore: lintroduzione del linguaggio filosofico separa la parola dalla cosa. La parola del filosofo parola seconda, parola di parole, voce riflessa; essa dice laltro dal linguaggio, sicch pu dirlo solo disdicendolo, sottraendolo: limpossibilit del linguaggio originario il destino della parola di Platone. Compito della filosofia allora pensare il sublime, argomentare limpossibilit della dimostrazione stessa, limpossibilit del mondo di dirsi a se stesso. Vitiello ha proseguito affrontando il senso della proposizione speculativa allessere-nelmondo di Heidegger, dove il continuo contraccolpo fra soggetto e predicato che, pur scalzandosi a vicenda, abbisognano luno dellaltro, nega e fa risorgere continuamente la proposizione. In Wittgenstein, ha sottolineato Vitiello, il che del mondo si d solo nel come del mondo; tutto ci che noi diciamo di altro dal dire lo diciamo nel linguaggio, sicch il limite del pensare il non sapere pi nulla, lesperire la possibilit impossibile. G.F.

Pensare Dio tra teologia e filosofia


A cura del Seminario Regionale Pontificio della citt di Chieti, il 17 aprile 1996 il teologo Bruno Forte ha tenuto una conferenza dal titolo: IN ASCOLTO DELL ALTRO. PENSARE DIO TRA TEOLOGIA E FILOSOFIA. Lincontro, ha sottolineato Luigi Gentile, stato organizzato con lintento di avviare un dialogo proficuo tra la societ e le istituzioni, fra teologia e filosofia. Con lo stesso intento Vincenzo Vitiello ha tenuto allUniversit di Chieti, il 2 maggio 1996, una conferenza dal titolo: FILOSOFIA CRUCIS. 57

Partendo dalla crisi della modernit, che trova il suo principio animatore nella Rivoluzione francese, e riprendendo la conclusione della Dialettica dellIlluminismo di Horkheimer e Adorno, Bruno Forte ha definito questo secolo come il tempo dellemancipazione e della ricerca dominata dal sole della ragione, ove tutto pu essere spiegato con la fiducia nella razionalit, come gi Hegel aveva insegnato. Il sogno di libert della modernit per diventato totalitarismo, poich, parafrasando D. Bonhffer, la fiducia nella verit la si sostituisce con i sofismi della propaganda. il trionfo della maschera, ha sottolineato Forte, mentre viene meno una prospettiva di verit che salvi il senso della vita. Un esplicito richiamo a riflettere su ci che la vera domanda del nostro secolo ha indotto Forte ad affrontare la problematicit del pensare Dio sia nella manifestazione totale (sogno dellideologia moderna), sia nella revelatio biblica come manifestazione e nascondimento del vero. Nelle Lezioni sulla filosofia della religione, Hegel propone un Dio senza nascondimento, come spirito che si manifesta alla coscienza in quanto per la coscienza stessa. Bisogna allora ritornare a considerare il Dio del Nuovo Testamento, il Dio che rivelandosi si nasconde, che prima di essere Parola Silenzio. In questo, ha osservato Forte, necessario per richiamarci a quel Dio che compassionale, il Dio sofferente sulla croce, poich soltanto partendo dal dolore si pu assumere la passione della verit come fedelt al Dio vivente. Un ulteriore approfondimento di queste tematiche stato offerto dallintervento di Vincenzo Vitiello, come ha osservato nella sua introduzione Pietro De Vitiis, soffermandosi in particolare sul pensiero heideggeriano. Muovendo dallassunto di unorigine storica dellet moderna con Platone, Vitiello ha proposto una concezione del tempo come stratificazione della storia, nellesempio della concezione del cono rovesciato di Bergson. Heidegger, in particolare, ha proseguito Vitiello, con la VII sezione di Beitrge dedicata allultimo Dio, ci propone una concezione della finitezza che riguarda una Filosofia Crucis. La croce evento (Ereignis ) in relazione al grido dellabbandono del Cristo e al dopo della Resurrezione; una croce che nel tempo e che soggetta a esso, ma senza essere travolta dalla condizione della temporalit. Parafrasando i versi biblici di Paolo e Giovanni, Vitiello ha osservato come lorizzonte di resurrezione sia non soltanto delle anime che hanno creduto in Cristo, ma anche dei corpi. Riprendendo poi il capitolo VI del Libro XX di Agostino, in cui viene citato un passo giovanneo, Vitiello ha concluso che la resurrezione dellanima dellora presen-

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te, in questa nostra esistenza, mentre quella dei corpi, della carne del futuro, affidata a Cristo. Se in Hegel Dio rivelazione ( Offenbarung), in Agostino la Trinit presenta se stessa come rivelazione. Il tempo della filosofia da questo punto di vista lora del presente, il qui, dove il sapere assoluto di ogni storia accade. M.S. ler; analogo argomento ha affrontato F. Fornari (Il problema fenomenologico della individualit dellessere umano). Tra gli interventi a carattere pi spiccatamente storico-filosofico, F. Moiso (Lindividualit del vivente nel pensiero dellOttocento) ha mostrato come, in natura, la definizione dellindividualit sia altamente problematica. F. Totaro ha esplicitato la relazione che lega il piano della verit a quello della vita, sulla base della celebre esortazione di Nietzsche: Portare la verit alla vita; su Nietzsche intervenuto anche J. McGraw (Friedrich Nietzsche: Apologist and Advocate of Earthism Extraordinaire). Complementari anche due interventi su Cartesio: D. Carloni (La nozione di continuit negli scritti biologici di Descartes) ha individuato unarea tematica cartesiana sulla quale verificare la proposta di E.C. Wait (How to Wake up from Descartes Dream or the Impossibility of a Complete Reduction). Di grande pregnanza teoretica sono stati gli interventi di M. Sanchez Sorondo (Hegel: la vita fra morte e pensiero), F. Mignini (Il concetto di vita in Spinoza) e F. Voltaggio (Lirripetibilit del vivente). M. Millucci (Lattivit umana creatrice e la separabilit dei princpi: la possibilit del bene e del male) ha fatto riferimento allo Schelling del 1809; su Dilthey intervenuto invece C. Danani (La vita come enigma nel pensiero di Dilthey), mentre V. Vevere (Maurice Merleau-Pontys ontology of sight and case of philosophical autobiography: Augustines Confessions) ha proposto un confronto tra Merleau-Ponty e Agostino. Ad un filosofo contemporaneo, Elzenberg, si rivolta lattenzione di A. Nogal (The womanhood and the mainless: two kind of human nature in Elzenbergs philosophical anthropology). Orientate su Heidegger sono risultate le relazioni di I.A. Bianchi (Solipsismo, empatia, alterit. Il superamento husserliano della chiusura dellIo verso lAlterit, come garanzia di apertura al mondo) e di R. Giusti (Vita e negativit. Verso unontologia della mancanza). Riguardo alla necessit di considerare in una visione unitaria le innumerevoli manifestazioni della vita, R. Canullo (Le piante e il problema dellindividuo) ha evidenziato i problemi di individuazione che si presentano allo scienziato; mentre dallintervento di O. Ciancio e S. Nocentini (La nuova silvicoltura: implicazioni epistemologiche) numerosi interrogativi sono emersi da questioni specifiche inerenti lattuale coltivazione boschiva. J.D. van Mansfield (Goethean Phenomenology: Theory and an Application on Comparative Wheat Development) e I.R. Boersma (Understanding Nature as alive: a Challenge for Academic Education). Sul proble58

Fenomenologia della vita


Organizzato dal World Institute for Advanced Phenomenological Research and Learning, dal 18 al 20 aprile 1996, presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze Umane dellUniversit di Macerata, il I Convegno Internazionale di Filosofia, Fenomenologia e Scienza della vita ha proposto alla riflessione di studiosi provenienti da tutto il mondo il tema: FILOSOFIA , FENOMENOLOGIA DELL ONTOPOIESI DELLA VITA UMANA CREATRICE .

Nella relazione inaugurale (Il grande piano della vita. Esigenza delle scienze e della cultura), A.-T. Tymienecka, sulla scorta dellopera Atom and individuals di Rudolf Virchow, ha lanciato una duplice provocazione, proponendo, da un lato, la ripresa del dialogo tra filosofia e scienze della vita e, dallaltro, la riassunzione, da parte della filosofia fenomenologica, della sua funzione di catalizzatore sia delle diverse prospettive disciplinari in gioco nella sua ricerca sulla vita, sia delle variet metodologiche interne allo stesso ambito filosofico. Sul tema della vita in rapporto al metodo fenomenologico sono intervenuti A. Ales Bello (Hyle, corpo, vita. Archeologia fenomenologica del sacro) e D.A. Conci (Introduzione ad una Hyletica fenomenologica), mettendo in luce la duplice componente, noetica e iletica, in cui si strutturano i vissuti che stanno alla base di fenomeni culturali e religiosi. La stessa linea fenomenologica di indagine ha trovato sviluppo nelle relazioni di D.F. Castro (Erlebnis of Story), A. Calcagno (Fluctus, Gravitas and Inertia: a Phenomenological Reflection on the Relation between the Human Person and the One and Many of Life), J. Sivak (Etre dans le monde chez Husserl), S. Procacci (La complessit come punto nodale per una fenomenologia della vita), M.P. Migon (The onto-poiesis of life in A.-T. Tymienieckas phenomenology). D. Verducci (Vita e vita umana secondo Max Scheler: problemi fenomenologici di individuazione) ha rilevato le discontinuit in cui lesplicitazione del tema della vita a partire dagli Erlebnisse (vissuti) pratici sembra incorrere in un pensatore come Max Sche-

ma della casualit sono intervenuti M. Casula (Il problema dellorigine della vita per caso), che ha posto in evidenza il rischio di arbitraria e indebita sostanzializzazione della legge logica di casualit da parte di alcuni cosmologi, e R. Verolini (Un nuovo paradigma creativo: caos e libert). Il tema del tempo e quelli a esso congiunti della storia e della vita quotidiana hanno attirato lattenzione di M.L. Perri (Il mondo della vita come principio ermeneutico per la comprensione della condizione umana: funzione e limiti della vita quotidiana), che ha esplorato le possibilit ermeneutiche del concetto di quotidianit, attraverso lanalisi della trasformazione habermasiana del concetto fenomenologico di Lebenswelt (mondo della vita), e di D. Alijevova (La dynamique de la vie quotidienne). Sulla questione della temporalit sono intervenuti A. Rizzacasa (Il problema del tempo nella fenomenologia del mondo della vita), M. Nkafu Nkemkia (La nozione dell Eleng , ossia del tempo, nellesperienza originale africana), G.M. Tortolone (La struttura dellevento), K. Rokstad (On the Historicity of Understanding), R. Kulis (Life and Culture). Numerosi i contributi giunti dallarea delle scienze umane, psicologiche e sociali: L. Cedroni (Spazio etologico e mondi vitali: sul rapporto fra sistemi viventi e sistemi sociali), P. Truppia (Lo sviluppo economico come mobilitazione di risorse sociali basilari), R. Giovagnoli (La nozione di Hintergrundwissen nella teoria dellagire comunicativo), G. Morselli (Il Logos tra critica e genetica), G. Valacca (Lautopoiesi nellorganizzazione dei fenomeni vitali: un confronto fra sistemi cognitivi autonomi ed eteronomi). Interventi esplicitamente dedicati allarea delle emozioni sono stati quelli di M. Durst (Una teoria fenomenologica dellemozione e del narcisismo), L. Albertazzi (La forma delle emozioni), A. Zuczkowski (Atti linguistici e causalit emotiva nella vita quotidiana). Sono seguiti inoltre interventi di G. Boselli (Una prospettiva fenomenologica sul progettare in educazione) e di V. Borodulin e A. Vasiliev (Hopelessness: Loneliness and Problem of Consciousness). Il tema dellimmaginazione ha assunto una sua speciale rilevanza attraverso le relazioni di W. Kim Rogers (Imagining: the invention of new environments), M.A. Cecilia (Imagination and practical Creativity in Paul Ricoeur) e di P. Volont (Limmaginazione come forma di salvataggio di ci che altrimenti destinato alla cancellazione); a questo ambito si ricollegato anche il contributo di M. Shedev (La costruzione del reale nel mondo magico).

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In prospettiva epistemologica sono intervenuti K. Kloskovski (Is the essence of life a natural or philosophical problem? Methodological and epistemological notices), W.S. Haney (Logos, Science and Life: a Critique of Referential Reason) e N. Milkov (What is Analytical Phenomenology?). Numerosi i contributi a carattere letterario-artistico, come quelli di M. Kronegger (Poetic Inspiration and the Renewal of Life. Lesonge, De Vaux, La Fontaine), M. Kule (Metaphor of Light in the Human Condition), A. DominquezRey (Groundwork for ontopoetics) e O. Rossi (La vita, il genio e lopera darte). Svariati gli autori e i periodi dellarte e della letteratura sottoposti a indagine dal punto di vista della vita e della sua ontopoiesi, come negli interventi di S. Du Plock (Ontological insecurity, existential self-analysis and literature: the case of Henri James), di E. Rizzuti e D. Monda (Purezza e colpa fra manierismo e barocco), G. Fiori (Realismo e fede in trasformazione attraverso la creativit di una vita consapevole. Simone Weil - 1909-1943), D. Fabiani (Condizione umana e ricreazione della vita in letteratura. Lesempio di Paul Gadenne), C. Berthold (Stefan Zweig and the Artistic Secret), I. Gillet (Silence and Music in the Novels by J. M. G. Le Clezio). Sulla musica intervenuto V. Vasile (Phenomenological Approach on the Byzantine Music). Gli atti del convegno saranno pubblicati in lingua inglese nella collana Analecta Husserliana (Kluwer), diretta da A. -T. Tymieniecka. D.V. clamorosi successi pongono nuovi e inquietanti problemi etici, ad esempio lingegneria genetica, lintroduzione di tecnologie per la fecondazione, e cos via. Per rispondere a questi problemi, ha osservato Minazzi, non possibile rinchiudersi nei singoli specialismi; al contrario si avverte la necessit di favorire un pi ampio confronto dialogico tra le diverse competenze, soprattutto per confrontarsi sulle questioni di confine, sorte dalla pratica medica e sui suoi criteri di fondo. Mentre Giulio Giorello ha vivacemente delineato una panoramica delle maniere odierne di porre il problema del rapporto etica-medicina nella sua pi vasta connessione con limpresa scientifica, Evandro Agazzi ha mostrato come tale problema si ponga non allinterno della medicina intesa come azione tecnicamente efficace, bens in ordine ad una scelta basata su valori. Paolo Cattorini ha passato in rassegna una serie di questioni etiche che si pongono in modo stringente nellodierna pratica medica, soprattutto riguardo ai problemi estremi della vita e della morte. Fulvio Papi ha discusso invece il problema del dire il corpo sofferente, problema accantonato dalla filosofia, la quale ha sempre parlato del corpo in astratto o considerandolo in una veste gloriosa. Lorenzo Magnani ha indicato alcuni aspetti epistemologici del ragionamento diagnostico, interpretato sulla base del processo logico dellabduzione. Se per millenni il medico ha avuto una funzione sacrale e una collocazione alta, legata ai ceti superiori, dallOttocento, ha fatto notare Giorgio Cosmacini , venuto per mettendo a fuoco la sua funzione sociale, anche attraverso il problema della prevenzione e della salute pubblica. Fino al periodo fra le due guerre, ha ricordato Felice Mondella , presso il popolo il medico condotto appariva come il rappresentante della scienza e in effetti racchiudeva in s una sintesi delle conoscenze mediche (sviluppate e unificate grazie alle grandi scoperte e teorie dellOttocento). Poi si andati invece verso una progressiva specializzazione e settorializzazione delle pratiche diagnostiche e terapeutiche, centrate pi sulla biologia molecolare e su una visione riduzionistica che sulla visione dinsieme dellorganismo; mentre entrava in crisi la figura del medico come consulente della salute di ciascuno nel suo contesto familiare e sociale. Rimane comunque il fatto, ha osservato Alberto Malliani, che il medico, per intervenire correttamente sulla realt dellindividuo, deve saper compiere continuamente una sintesi tra conoscenze di vari livelli: da quello fisico-chimico a quello biologico e a quello psicologico. F.V
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La storia nascosta: tra mito e realt


A Parigi, nei giorni 27 e 28 gennaio 1996, presso lEcole Pratique des Hautes Etudes (sezione di Scienze Religiose), con il titolo LHISTOIRE CACHE. ENTRE HISTOIRE RVLE ET HI STOIRE CRITIQUE (La storia nascosta. Tra storia rivelata e storia critica) si tenuto lXI Convegno internazionale organizzato dallAssociazione Politica Hermetica, che da diversi anni sviluppa studi sul rapporto tra politica ed esoterismo in tutti i suoi aspetti.

Etica e medicina
Una nuova ed efficace testimonianza dellattuale interesse per letica applicata, e in particolare per la bioetica e letica medica, il convegno che si tenuto a Varese il 10 febbraio 1996, prima di una serie di iniziative varesine destinate ad approfondire e divulgare queste tematiche. Lintento del convegno stato di creare unoccasione di confronto tra medici, filosofi, storici, psicoanalisti, biologi, epistemologi e addirittura storici dellarte per favorire una riflessione pi articolata e approfondita su alcuni temi che, pur legati alla ricerca pi avanzata, coinvolgono potenzialmente la realt di ciascun individuo.

Come ha sostenuto il coordinatore del convegno, Fabio Minazzi, ormai indiscusso, nella pubblica opinione, il successo della medicina sul piano tecnico. Ma spesso proprio alcuni dei suoi pi

Herv Savon (Jacques-Joseph Du Guet et le figurisme) ha analizzato il figurismo, corrente di esegesi scritturale diffusasi in Francia nel XVIII secolo, a partire dalle riflessioni di Jacques-Joseph Du Guet, con lintento di opporre allesegesi storicocritica, razionalista, che studiava il testo sacro cercando di inquadrarlo in un contesto preciso, storicizzato, unesegesi figurata del testo biblico, che continuasse la tradizione dei padri della chiesa e quella medievale. Uno degli aspetti pi interessanti del figurismo, ha rilevato Savon, il suo costante riferimento a unescatologia millenarista. Tema centrale della speculazione figurista infatti quello della conversione degli ebrei al cristianesimo, condizione indispensabile, secondo la tradizione, per il nuovo avvento del Cristo sulla terra. Sempre nellambito del figurismo, Catherine Maire (Le figurisme de labb dEtemare labb Grgoire) ha ripercorso la storia di questa corrente, mettendone in evidenza la rilevanza nel contesto dei conflitti tra il tardo giansenismo e la Compagnia di Ges nella Francia del XVIII secolo. Partendo dallabb dEtemare , che vede nella storia della Chiesa una continua lotta tra errore e verit, Maire passata per Louis-Adrien Le Paige, che traspone sul piano politico il modello ecclesiologico del figurismo, fino ad arrivare all abb Gregoire, nel quale il millenarismo originario del figurismo si fonde con un tentativo di conciliazione tra gli ideali repubblicani rivoluzionari e quelli cristiani. Emile Poulat (Lucie Varga et les autorits invisibles) ha richiamato lattenzione su Lucie Varga, storica austriaca di origine ebraica, trasferitasi a Parigi alla fine degli anni Trenta, a causa del nazismo, dove entra in contatto con Lucien Febvre e la scuola degli Annales, che ha dedicato in particolare al catarismo e al nazismo le proprie ricerche storiche, introducendo il concetto di autorit invisibile. Poulat ha fatto notare come questo concetto non intendesse dare una lettura esoterizzante della storia, quanto piuttosto contrapporsi ad una storiografia basata esclusivamente su dati materiali.

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Albrecht Drer, Ges a dodici anni tra i dottori (1506, part.)

Nella tavola rotonda seguita a questi interventi Bruno Neveu ha richiamato gli scritti giovanili di Fnelon, in cui si fa spesso riferimento ad una tradizione apostolica segreta, tramandata e gestita da unlite in seno al cattolicesimo. Per delineare questa concezione, Fnelon sispira a Clemente Alessandrino, che parla di un giardino segreto come emblema della vera conoscenza. Antoine Faivre ha invece affrontato il tema dellatteggiamento che lindagine storico-critica delle correnti esoteriche deve avere nei confronti del cosiddetto perennialismo, corrente di pensiero secondo la quale tutte le tradizioni religiose ed esoteriche emanano da ununica sorgente e sono in qualche modo riconducibili a essa. Uno degli elementi caratterizzanti di questa corrente, ha osservato Faivre, lostilit sostanziale nei confronti della Modernit in tutti i suoi aspetti. Tra i suoi esponenti pi noti figurano Ren Gunon, Frithjof Schuon e Titus Burckhardt.

Jean-Pierre Laurant ha invece rilevato come lesoterista veda la storia in senso essenzialmente negativo, essendo privo di fiducia nel progresso e anzi incline a ritenere lepoca nella quale vive come unepoca di decadenza e di oscuramento dei valori tradizionali, mentre loccultista dia fiducia alla storia, leggendone gli avvenimenti come presagi di un rivolgimento prossimo e non essenzialmente negativo. Roger Dachez (Sources et fonctions de lhistoire cache chez Willermoz, dans la maonnerie du XVIIIe sicle) ha mostrato come il mito dellesistenza di una storia segreta abbia giocato un ruolo importante nel pensiero di Jean-Baptiste Willermoz, fondatore del Rito Scozzese Rettificato. Per conoscere la storia segreta e per comprendere quindi il vero senso della storia in generale, ha osservato Willermoz, necessario essere iniziati. Liniziazione dona quella conoscenza attraverso la quale tutti gli ele60

menti che nella storia sembrano essere staccati e privi di senso acquistano organicit. Non si tratta dunque di andare alla ricerca di avvenimenti storici dimenticati o rimasti ai margini, ma di offrire un sistema di interpretazione globale, inaccessibile al profano. Alla storia della pi importante tradizione millenaristica e profetica del Portogallo, il sebastianismo, tuttoggi presente, si rivolto invece Andr Coyn (Sbastianisme et Portugal). Secondo il mito sebastianista, il re portoghese Don Sebastiano, che era stato sconfitto e ucciso nella battaglia di Al-Ksar el Kebir (1578) durante una spedizione in Marocco contro i mori, non era morto realmente e sarebbe un giorno tornato per ridare al Portogallo il destino imperiale che gli era proprio. Il significato di questo mito legato al fatto che con la scomparsa di Don Sebastiano la Spagna pot stabilire la sua egemonia sul Portogallo (che dur sino al 1640). Sulla visione della storia di Raymond

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Abellio, scrittore ed esoterista francese, intervenuto Jrme Rousse-Lacordaire (Abellio et lhistoire cache). In Abellio, pi che di storia nascosta si pu parlare di storia invisibile, o di metastoria. Infatti, solo attraverso una sorta di riduzione fenomenologica di stampo husserliano, il senso della storia, il suo elemento teleologico, pu emergere. Inoltre, secondo Abellio, si possono riconoscere nella storia dellOccidente diverse fasi, che corrispondono alle fasi della vita di un individuo, secondo uno schema di ispirazione cristiana: Antichit, Era cristiana, Rinascimento, e cos via. Sulla storia della rivista Plante, nata con la pubblicazione, nel 1963, di Le matin des magiciens, di Louis Pauwels e Jacques Bergier, intervenuto JeanBruno Renard (Laventure de la revue Plante). Lamalgama di letteratura fantastica, di scienza pi o meno ortodossa, di enigmi storici, di mistero, che aveva caratterizzato il libro, fu utilizzato anche per la rivista. In seguito vennero fondati dei gruppi, i cosiddetti Ateliers Plante, sparsi sul territorio francese, allinterno dei quali venivano discussi i temi della rivista. La storia nascosta, per come viene presentata su Plante, la storia dei dati e degli elementi che sono stati rifiutati dalla scienza o dalla cultura ufficiali e che vengono qui ripresi e reinterpretati, coniugando il meraviglioso con il reale. Infine Bernard Chdozeau intervenuto sul Deuxime claircissement de la nature de la Grce (1683), di Malebranche, sinora piuttosto trascurato dalla critica, mentre Jean Borella ha affrontato la dottrina tradizionale dei cicli temporali e il suo rapporto con la concezione cristiana del tempo, basata sulla linearit. M.P. la graduale emancipazione dalla sua influenza. Le sezioni del volume mostrano in maniera esemplare i principali snodi di quella che diventata la pi influente ermeneutica filosofica del nostro secolo, dalla riflessione sul rapporto tra Hegel e Heidegger alla polemica (negli anni Settanta) condotta in nome della pretesa di universalit dellermeneutica nei confronti della critica dellideologia, con Apel e Habermas soprattutto; una polemica che indusse Gadamer a sottolineare in modo sempre pi netto (anche in seguito al confronto con le posizioni di Levinas e Ricoeur) come lermeneutica sia non solo unarte dellinterpretazione, ma il fondamento di una vera e propria filosofia pratica. Inoltre si passa dallintenso dibattito con lo storicismo (che difende dallaccusa di contraddittoriet), che in qualche modo anticipa lautocritica della metodologia di Feyerabend, al confronto con il decostruzionismo di Derrida, rispetto al quale Gadamer intende sia difendersi dallaccusa di logocentrismo metafisico, sia mostrare come il decostruzionismo non sia che la produzione della distruzione della metafisica a suo tempo intrapresa da Heidegger. Secondo Maurizio Ferraris , troppi equivoci hanno inficiato il dibattito tra ermeneutica e critica dellideologia; peraltro, Habermas stesso sembra sfuggire allinganno storicistico che condannava, n sembra sufficientemente consapevole del carattere del tutto tradizionale di criteri, quali levidenza e la chiarezza, con cui pretendeva di opporsi al presunto tradizionalismo di Gadamer. Assai pi promettente, ha proseguito Ferraris, sembra il confronto tra ermeneutica e decostruzionismo, soprattutto quando si tenga ben presente il comune fondamento fenomenologico dei due orientamenti. Richiamando la critica di Gadamer alla

Verit e metodo 2
Il 18 aprile 1996, nella sede del Dipartimento di Ermeneutica filosofica dellUniversit di Torino, in occasione della pubblicazione del volume di Hans-Georg Gadamer, Verit e metodo 2 (a cura di R. Dottori, Bompiani, Milano 1996), si tenuto un seminario sul tema: LERMENEUTICA DOPO VERIT E METODO , al quale hanno partecipato Riccardo Dottori, Maurizio Ferraris, Jean Grondin e Gianni Vattimo.

Con Verit e metodo 2 , ha spiegato Riccardo Dottori, si voluto ripercorrere, attraverso la prima presentazione italiana di saggi preparatori a Verit e metodo (1960) e di saggi della piena maturit, lintero sviluppo del pensiero di Gadamer dal 1939 al 1994, caratterizzato dal costante confronto con Heidegger e dal61

Hans-Georg Gadamer

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differenziazione estetica, quindi il suo anti-romanticismo, Ferraris ha messo in evidenza lintimo rapporto, solitamente oscurato, dellermeneutica con la fenomenologia quale descrizione immanente. questo daltronde anche il senso (fenomenologico: iscrizione della traccia) della critica che Derrida muove allermeneutica, concepita come un atteggiamento naturale gravemente limitato dal quasi esclusivo interesse per luniversalit della mediazione linguistica e dalla tendenza apologetica nei confronti del logos delluomo. Dal canto suo Jean Grondin si limitato a ricordare che questo volume di integrazioni a Verit e metodo andrebbe inteso come un fondamentale supplemento a ci che lopera del 1960 non ha potuto dire: esso evidenzierebbe, in particolare, il sempre pi critico rapporto con Heidegger, sia per quel che concerne il rapporto con la tradizione, sia per la diversa interpretazione di Platone (lapologeta del dialogo e della dotta ignoranza per Gadamer, della metafisica onnisciente per Heidegger), e non da ultimo la crescente consapevolezza circa i limiti del linguaggio e la sua impossibilit di esprimere ogni cosa. Lintervento di Gianni Vattimo ha invece preso le mosse dallesigenza di radicalizzare in senso heideggeriano lermeneutica, dopo Verit e metodo largamente diffusasi come lingua comune del dibattito contemporaneo, ma a prezzo di una perdita della sua specificit filosofica. Se vi stato un momento in cui parso indubbiamente proficuo procedere alla urbanizzazione della provincia heideggeriana, la maggiore preoccupazione odierna forse quella di ricollegare il dibattito sullermeneutica con quello sulla metafisica. La condivisibile insoddisfazione per gli esiti relativistici di molta ermeneutica contemporanea, ha rilevato Vattimo, non giustifica lintento di riportare lermeneutica alla fenomenologia, riabilitando laccezione neokantiana della filosofia come pura e semplice teoria della conoscenza (o fenomenologia), n di dissolvere lermeneutica in comunitarismo; si tratta piuttosto di ritrovare il necessario legame dellermeneutica con la storia dellessere, intesa come tramandamento e dialogo con le tradizioni. Quanto poi al confronto con il decostruzionismo, Vattimo ha insistito sia sullimpossibilit anche di Derrida di sottrarsi alla trasmissione logocentrica, sia sulla non sufficientemente radicale critica gadameriana alla metafisica, relativamente rifiutata, in definitiva, unicamente a causa dei suoi esiti scientistico-metodici. T.G. come oggetto damore, il Dio annunziato nei Vangeli, proprio in quanto costitutivamente amore, appare compromesso con il mondo nel pretendere di tenere insieme lassolutezza divina e la creazione del finito nellunicit-trinit di Dio. Tuttavia, ha fatto notare Vitiello, il pensiero trinitario pu aprirsi ad un esito diverso, nel quale Padre e Figlio, invece di comporsi in unit, risultano coinvolti in una relazione irrelante, in cui ciascuno dei due termini nellaltro come possibilit che questo non sia. Che il Figlio sia coeterno al Padre, come suggerisce Agostino nel De trinitate, non significa altro, secondo Vitiello, che lEssere, nella sua infinit, contiene la possibilit, cos come limpossibilit, che il Figlio sia, senza esserne, per, causa in senso attivo. vero invece che la seconda persona della trinit, in quanto principio della creazione, affetta lUno in uno, imponendogli la separazione dal male e incrinando cos quella dimensione di assolutezza primaria, propria di ci al di l del quale non c altro, e che pu dirsi solo di Dio prima della creazione. Si tratta, in altri termini, di riconoscere nel Figlio la cruciale affezione del Padre come causa necessaria, ma non sufficiente, e la cui origine, ovvero il suo venire allessere da uno stato di mera possibilit, rimane profondamente enigmatico. Emerge qui, ha sottolineato Vitiello, il carattere ontologicamente paradossale di quella relazione irrelante che lega due termini, per cui essa si d in due opposte configurazioni, lessere del Figlio nel Padre e lessere di questo in quello, con la possibilit, per ciascuno, di capovolgersi nellopposto. In tale cristianesimo anti-escatologico lesistenza esperita nella dimensione dellessere stato abbandonato, che il Cristo grida nellora nona, ovvero del poggiare del creato solo sullindifferenza di un Diopadre, in cui la suprema minaccia. Ne deriva, per luomo, un relazionarsi al presente e al tempo stesso un restarvi sospeso fra il mero fatto della creazione e la sua negazione: di fronte al fondarsi ultimo delle cose su nientaltro che sul loro poter non essere pi, il pensiero resta impotente. Sul piano morale, Vitiello rifiuta di assegnare una valenza regolativa al principio di speranza e riflette invece sulla libert come incondizionatezza propria di ci che sottratto alla sequenza dei fenomeni ordinati secondo il prima e il poi; uno stato che si d per luomo, in quanto ente finito, solo nella forma di una doverosit opposta alle inclinazioni naturali. Nella prospettiva di un cristianesimo senza redenzione, ci non significa che non vi scelta tra il bene e il male; ancor di pi, che la libert per la creatura solo una possibilit, la cui attuazione non da nulla garantita e resta essa stessa sospesa sul proprio non esse-

Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

Palazzo Serra di Cassano


Via Monte di Dio14, Napoli

Cristianesimo e redenzione
Dal 22 al 25 gennaio 1996, Vincenzo Vitiello ha tenuto un ciclo di seminari sul tema: CRISTIANESIMO SENZA REDENZIONE, esponendo come proprio obiettivo teoretico quello di recepire-concepire il senso cristiano dellesistenza umana come abbandono da parte del divino, in una prospettiva che esclude il momento della redenzione.

Il percorso interpretativo di Vincenzo Vitiello si snodato, a partire da Parmenide e Plotino, attraverso il pensiero trinitario e la riflessione intorno alla prova ontologica - da Anselmo a Kant -, nellintento di ricostruire il divenire delle relazioni tra leterno e il tempo, lessere e il male, allinterno di una lettura del Nuovo Testamento al di fuori del canone paolino. Secondo Vitiello lesperienza cristiana del tempo, nella misura in cui risulta estranea allidea della redenzione, si sottrae allalternativa tra la circolarit o ciclicit greca, di cui Nietzsche lultimo grande assertore, e la linearit ebraica, che alimenta un pensare a sfondo escatologico, sino a Derrida. Allopposto, la concezione pagana del tempo consiste nellesperire lattualit come ethos che luomo abita e nel quale agisce. Il mondo greco, ha osservato Vitiello, perviene con Parmenide alla rappresentazione dellEssere come uno e immobile, che destituisce di senso le mere datit della molteplicit e del movimento. La metafisica di Plotino tenta di racchiudere insieme i due lati della relazione tra lUno e le cose: il lato della differenza ontologica tra ci che positivit assoluta e lesistente, in s negativo e strutturalmente male, e il lato dellunitariet del reale, per cui lessere che nel mondo lUno stesso. In tale contesto problematico, ha sottolineato Vitiello, il cristianesimo storico, di matrice paolina, introduce la concezione della creatio ex nihilo e, soprattutto, quella del Dio-amore. Mentre la divinit greca perfetta perch racchiusa in s e muove con indifferenza le cose solo
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re. E tuttavia la coscienza della libert si accompagna ad una compiacenza di s che appartiene alluomo in quanto si scopre, pur nella messa in opera del male, pi del male stesso. L.S. luomo libero di abbandonarsi alla fede, al rischio, alla scelta, in quanto nel momento dellincontro tra luomo vivente e il Dio vivente che lindividuo d senso ai suoi giorni. In questo, ha sottolineato Forte, Bultmann viene accusato da una parte di ridurre Dio alluomo, inglobando la teologia nellantropologia, dallaltra di propagandare una teologia della solitudine, in cui luomo solo di fronte alla decisione. Diversamente, in Karl Rahner la teoria della potentia oboedentialis cerca di conciliare il primato del trascendente con lo spirito della modernit. Nellantropologia trascendentale di Rahner, ha rilevato Forte, luomo infatti costitutivamente ansia, ricerca, domanda; potenza obedenziale, una creatura aperta in direzione dellevento innovante dellauto-comunicazione di Dio nella parola, e la sua felicit pu nascere solo dallincontro tra la propria autotrascendenza e lauto-comunicazione di Dio. Anche in Rahner il no allideologia netto, come in Barth e Bultmann; per Rahner infatti luomo pu venire a compimento solo con la cristologia trascendente. Lideologia rahneriana esalta una fede senza garanzie, come perdutamente andare verso laltro affidandovisi, come sollecitazione della ragione a oltrepassare la sua soglia. Affrontando successivamente il tema dellschaton, Forte ha preso in esame la concezione di Barth della veritas in spe, non in re, nel suo arrendersi alla potenza del Dio sconosciuto. Lschaton viene riaffermato anche da Bultmann, che esalta lautonomia della dignit umana e considera la predicazione di Ges annuncio escatologico. Con la rottura di Barth e lesaltazione umana di Bultmann, ha precisato Forte, si profila nel Novecento la teoria della speranza, in cui lschaton pensato come avvento e la sua incidenza sulla condizione umana vista come altro aspetto del venire a noi di Dio. Si tratta del pensiero di J. Moltmann, per il quale lschaton la dimensione che pervade tutta la parola della fede, facendo divenire la teologia e lo stesso cristianesimo pensiero della speranza. Lultimo passo sul terreno dellschaton, ha osservato Forte, compiuto da E. Bloch, per il quale la speranza, che a prima vista sembrerebbe una categoria teologica, non altro che una proiezione delluomo, una struttura anticipante della coscienza. Il Deus absconditus, oggetto della speranza, non altro, per Bloch, che luomo absconditus, labisso che nel profondo di ogni essere umano. Il principio speranza perci una struttura dellantropologia, dal momento che luomo sempre incompiuto, aperto ad una potenzialit irrisolta e non espressa. Per quanto riguarda lesperienza della grazia, Forte ha analizzato il pensiero di Dostoevskij e di Henry de Lubac. Nelluomo dostoevskijano agisce secondo Forte una logica dei doppi pensieri, in base alla quale ogni affermazione trapassata dalla
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Dio nella teologia del Novecento


Dal 4 al 7 marzo 1996, Bruno Forte ha tenuto un seminario dal titolo: DIO NELLA TEOLOGIA DEL NOVECENTO , soffermandosi su Karl Barth, Rudolf Bultmann e Karl Rahner, artefici della svolta compiuta in campo teologico nel XX secolo.

sua negazione. Cos, in Dostoevskij la questione dellinfinito dolore che sovrasta la terra si risolve solo pensando al Dio della croce, abbandonato e spezzato; il duplice atteggiamento delluomo dinanzi al dolore (vittimismo o fuga da se stesso) si risolve in un atto coraggioso, soggettivo, e lossimoro di una concezione della bellezza come salvezza e come dannazione si risolve considerando la bellezza come trascendente, come speranza. In Henry de Lubac, ha fatto invece notare Forte, luomo fatto per Dio, nostalgia di Dio, attesa, ferita che attende il balsamo dellincontro; ma Dio libero e gratuito e si comunica alluomo secondo tali qualit. Attraverso laffermazione del Dio vivente e delluomo vivente, viene affermata la gratuit, la sorpresa della grazia che rende manifesto Dio, il novum che gratuitamente si auto-comunica alluomo. R.S.

Il XX secolo, ha esordito Bruno Forte, deve essere compreso fra lo scoppio della prima guerra mondiale e il 1989, anno in cui, con la caduta del muro di Berlino, si concretizza la fine del socialismo reale. Il Novecento, come secolo breve, che si brucia nella celerit del tempo storico, si contrappone, significativamente, alla lunga stagione ottimistica dellOttocento, dominata dal positivismo scientifico, dal culto del progresso e dal grande sistema hegeliano, oltre che dalla teologia liberale e schleiermacheriana Nellagosto del 1914, ha osservato Forte, Karl Barth matura quella svolta radicale che gli consentir di abbandonare la teologia liberale e di mostrare la vera identit di Dio, che non solo consolazione della coscienza di unanima pia, ma impossibile possibilit, sovrano, sconosciuto, totalmente altro. La svolta di Barth evidente nella seconda edizione del commento allEpistola ai Romani di San Paolo (1922) e si attua attraverso la lettura della Scrittura (in primis Paolo), di Lutero, Calvino, Kant, Dostoevskij. Testimoniando la crisi del tempo storico, oltre che della coscienza, lEpistola segna una svolta epocale, opponendo ad una teologia del s, conciliante e fiduciosa, una teologia del no, della rottura, della crisi nei confronti del mondo borghese, che fa di Barth lapologeta del baratro, del non riducibile a sistema, dellappello alla scoperta di un Dio sconosciuto: per Barth non esiste sicurezza umana (in positivo = passione ideologica; in negativo = abbandono nichilista) che possa essere anteposta a Dio. Al deus dixit barthiano, ha fatto notare Forte, i giovani leoni della teologia degli anni Venti oppongono la continuit con il moderno. Rudolf Bultmann, anzitutto, non ripudia leredit liberale ma esalta, anzi, lautonomia del pensiero umano. In accordo con Barth, egli condanna le ideologie che dispensano luomo dalla fatica del pensiero, ma rivendica il protagonismo del soggetto umano in nome della sola fides, intesa non come negazione delluomo (in senso luterano), ma come esaltazione del-

Storia filosofica del razzismo


Dall8 al 12 gennaio 1996, Alberto Burgio ha tenuto un ciclo di incontri sul tema: PER UNA STORIA FILOSOFICA DEL RAZZISMO, con lobiettivo di esplorare quei fenomeni socio-politici che possono essere ricompresi in una categoria unitaria che ha nel razzismo il suo carattere distintivo.

In apertura del seminario, Alberto Burgio ha spiegato la necessit di una storia filosofica del razzismo, sottolineando lopportunit di muovere da una definizione di razzismo come insieme di ideologie caratterizzate dalla trascrizione, in chiave naturalistica, di differenze da sempre storicamente e socialmente determinate. Di fatto, molteplici sono i conflitti tra razze diverse che alimentano vivaci discorsi sul razzismo. Tuttavia, un fenomeno multiforme come il razzismo sempre attraversato da elementi comuni: uno di questi dato dal fatto che in tutti i diversi fenomeni di tal genere si riconosce valore alle differenze che sono proprie dei vari soggetti che vengono tra loro in rapporto o in conflitto, al fine di produrre, sulla base proprio di queste differenze, delle gerarchie tra singoli o tra gruppi. Questo aspetto ha avuto inizio nel periodo di massimo sviluppo ed espansione della modernit, quale il XVIII secolo. Proprio lIlluminismo, infatti, propugnando una progressiva elevazione della figura umana e la contestuale proliferazione di interessi e spunti culturali, ha poi, daltro lato, determinato una radicalizzazione delle forme di segregazione e sfruttamento di alcune categorie di soggetti. Questa prassi consapevole della valorizzazione delle differenze, che poi lessenza propria del razzismo, , secondo Burgio, unideologia di puro stampo borghese in quanto,

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cos inteso, il fenomeno razzista ammette la negazione di princpi universalistici. In realt, uno dei lati oscuri della modernit rappresentato proprio dal fatto che essa, nonostante il continuo sviluppo e la tendenza a progredire, produce, su di un versante meno illuminato, quelle barriere che, innalzandosi tra soggetti diversi, finiscono per discriminarli. In tal senso, ha notato Burgio, il diverso colore della pelle fu, di fatto, notato e usato quale elemento di distinzione solo quando si ritenne ormai necessario individuare un criterio distintivo per quei soggetti che andavano necessariamente discriminati. Il momento somatico sarebbe dunque sorprendentemente successivo ad una originaria discriminazione gi avvenuta in base al ruolo marginale di talune categorie di soggetti, come nel caso della schiavit che, dopo il suo avvento, mise a nudo la necessit di distinguere gli schiavi, proprio quando maggiore era lespansione di teorie e princpi universalistici. Estendendo a tutti la coscienza di sentirsi uomini, la schiavit, che fino ad allora non aveva rappresentato un problema, ora necessita di cause giustificative elaborate da teorie che tendono a riconoscere pi significati, diversi tra loro, al termine uomo, originariamente sinonimo di una categoria unitaria. Il razzismo nazista, ha osservato Burgio, con la sua coda italiana durante il ventennio fascista, emerse in Germania nellambito di una ben difficile e tumultuosa convivenza fra due razze contrapposte, il problema della comunicazione fra ebrei e nazisti; per sottolineare la segregazione nella quale intendevano relegare gli ebrei, i tedeschi elaborarono un linguaggio minore, molto pi limitato e residuale, per comunicare con gli esclusi. Daltra parte innegabile che la Germania nazista dovette fare i conti con lingombrante tradizione culturale degli ebrei, che si temeva contaminasse la purezza e il presunto carattere elitario della cultura germanica; ecco perch al puro razzismo biologico si affianc un tipo di selezione culturale che doveva impedire che gli ebrei influenzassero con la loro presenza la tradizione giuridica e culturale tedesca. Queste stesse osservazioni, ha sottolineato Burgio, possono essere trasposte nel nostro paese e avvicinate al fascismo. Parte della moderna storiografia, tra cui lo stesso De Felice, sostiene di fatto che il fascismo in Italia non riusc a concepire un razzismo autonomo e convinto, ma semplicemente una soggezione ideologica del movimento italiano rispetto a quello del pi potente alleato tedesco. Secondo Burgio da imputare invece agli uomini del regime lo sforzo, peraltro non dissimulato, di creare le basi di un netto differenzialismo, testimoniato da una fiorente produzione di letteratura antropologica evidentemente razzista. R.de C.

Sullintelletto
Dal 19 al 23 febbraio 1996, Alessandro Ghisalberti ha tenuto un seminario sul tema: INTERPRETAZIONI DELLINTELLETTO NELLA FILOSOFIA DEL SECOLO XIII, mostrando come la riflessione medievale sullintelletto costituisca una chiave daccesso fondamentale per la comprensione di uno dei momenti filosoficamente pi vivi della civilt cristiana occidentale.

Il tema dellintelletto acquista una speciale importanza nella speculazione del secolo XIII, quando, sul comune terreno della filosofia aristotelica, si scontrano le culture arabo-islamica e latino-cristiana. I prodromi di un tale interesse, ha osservato Alessandro Ghisalberti, si rintracciano originariamente nellopera di Aristotele (De anima, III 5 430a 10), dove, potremmo dire, vengono poste le basi psicofisiologiche del processo della conoscenza. Analizzando la funzione intellettiva dellanima umana, Aristotele distingue un intelletto potenziale, che ha la potenzialit di essere di tutti gli oggetti della conoscenza, da un intelletto attuale, che tutti li produce; il processo del conoscere si determina come azione dellintelletto attivo su quello passivo, dove lintelletto attivo impassibile, separato, senza mescolanza e, esso solo, immortale ed eterno. I principali testimoni della tradizione aristotelica sono stati identificati da Ghisalberti, tra gli antichi commentatori greci, in Alessandro di Afrodisia (sec. II-III) e Temistio (sec. IV); tra i commentatori arabomedievali si deve invece tener conto, nelle loro interrelazioni reciproche, delle concezioni di Al-Farabi (sec. IX), Avicenna (sec. X) e Averro (sec. XII). Nel secolo XIII, attraverso le versioni dal greco e dallarabo delle opere di Aristotele e dei suoi commentatori, la speculazione araba si trapianter sul terreno della cultura dellOccidente latino, dove dar vita a originali fenomeni di sincretismo. Il primo sintomo dellincontro dellaristotelismo arabo con elementi dottrinali di ascendenza agostiniana, ha osservato Ghisalberti, rappresentato da un movimento di pensiero della prima met del secolo XIII, che tienne Gilson, lo storico francese della filosofia medievale, ha indicato con lespressione di agostinismo avicennizzante. Come esempio di questa originale commistione di dottrine valga lopera di Giovanni de la Rochelle (1238-45), che fuse insieme la dottrina della distinzione dellintelletto in agente e passivo con la gnoseologia agostiniana imperniata sul concetto dellilluminazione divina. Successivamente, nei primi decenni della seconda met del secolo (1250-1270), ha proseguito Ghisalberti, si affermer una forma pi evoluta e matura di aristotelismo: la scuola dellaverroismo latino o aristotelismo radicale, il cui caposcuola
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fu Sigieri di Brabante (1266-1277), secondo il quale si poteva giungere, attraverso luso della ragione, a conclusioni ad un tempo filosoficamente vere e teologicamente false, diverse dalle verit rivelate dalla Scrittura e dalla tradizione teologica. Cos, se da un lato si doveva riconoscere che la dottrina averroista dellunicit dellintelletto possibile risultava, alla luce della ragione, filosoficamente inconfutabile, dallaltro il dogma scritturale dellimmortalit dellanima individuale doveva in fide essere creduto vero. Secondo Alberto Magno, invece, la supposizione dellesistenza di un unico intelletto possibile insufficiente per spiegare la conoscenza del singolo uomo mediante concetti universali presenti in un intelletto separato. Da qui, ha notato Ghisalberti, la necessit di postulare, sul piano gnoseologico, ununione sostanziale tra intelletto e individuo. Ammettere lesistenza di un intelletto separato significa per Tommaso dAquino muoversi in un orizzonte speculativo platonico e non aristotelico, per il quale, invece, lanima forma del corpo, e in quanto tale parte inscindibile della sostanza sinolica. In realt, ha sottolineato Ghisalberti, la concezione aristotelica dellanima quale forma del corpo era condivisa da Averro, ma con la differenza importante che mentre lanima vegetativa e quella sensitiva sono forme del corpo a pieno titolo, lanima intellettiva invece forma del corpo solo equivocamente, in senso traslato, data limpossibilit strutturale per una sostanza intellettiva separata di unirsi ad un corpo come forma. Da queste considerazioni discende, per Tommaso, la collocazione dellanima al confine tra gli esseri corporei e incorporei, essendo ad un tempo sostanza incorporea e forma di un corpo. Per intendere come una sostanza spirituale, quale lanima intellettiva delluomo, si possa unire ad un corpo pur mantenendo una forma di sussistenza, Tommaso si valse di uno scritto particolare che circolava con il nome di Liber de causis, che secondo Ghisalberti, come Tommaso stesso dimostr, rappresenta una silloge di testi del filosofo neoplatonico Proclo (sec. V). Questo breve scritto consentiva, in effetti, di fondere istanze della metafisica plotiniana con quelle dellontologia aristotelica: lanima intellettiva, pertanto, da un lato, aristotelicamente, forma del corpo, dallaltro, neoplatonicamente, partecipe di un elemento, per il quale conosce e vuole, che non comunica con il corpo. Nellambito dellaristotelismo radicale del XIII secolo, ha proseguito Ghisalberti, un altro fecondo sviluppo della speculazione sullintelletto rappresentato dalla dottrina della felicit mentale, secondo cui luomo realizza la felicit nellesercizio dellattivit intellettuale. Significativi a questo riguardo sono Boezio di Dacia, attivo a Parigi nel periodo di Sigieri (1270-1277), e Giacomo da Pistoia, filosofo di formazione medica, che ag in Italia verso la fine del

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secolo (1290-1300). Entrambi distinguono tra una felicit terrena, conseguibile attraverso lesercizio del filosofare, vero coronamento dellattivit intellettuale, e una felicit eterna, oggetto dellimpegno teologico. Accanto a costoro merita particolare rilievo, secondo Ghisalberti, Giovanni di Jandun, che tra le attivit animiche distingue la funzione di forma sostanziale dellanima cogitativa; un elemento che, nel processo dellintellezione, si connette allattivit dellanima intellettiva separata, aprendo laccesso alla conoscenza superiore delle sostanze separate e di Dio, cui conseguirebbe il possesso della felicit. La felicit, quale fine ultimo delluomo, lo propriamente anche dello Stato, dove la felicit speculativa del singolo, a cui spetta la virt della sapienza, subordina a s quella pratica dello Stato, a cui spetta quella della prudenza. Venendo al delicato dominio della mistica, Ghisalberti ha rilevato come Alberto Magno distingua un intelletto di natura divina e separata e, per spiegare il processo di congiunzione dellanima a Dio, impieghi il concetto dellintelletto acquisito (intellectus adeptus), per il quale luomo si innalza alla conoscenza delle intelligenze superiori, preludio dellascesi mistica, in cui lintelletto realizza la condizione di intellectus assimilatus, attuando pienamente la sua natura divina. La mistica albertina, secondo Ghisalberti, va intesa nel senso della teologia mistica, ugualmente lontana da ogni forma sentimentalistica e da ogni pretesa di conoscenza totalizzante della realt; una mistica che rimanda alla scuola domenicana renana e, particolarmente, alla figura di Meister Eckhart, per il quale intelletto luce divina che, sostanzializzandosi, conferisce alluomo la possibilit di essere, vivere, intelligere. Secondo le diverse propriet dellanima, esso indipendente da spazio e tempo, identico a s, puro, operante in s, immagine; la sua natura increata e increabile, come tale; il tempio di Dio che accoglie Dio stesso nella sua nudit, privo dei veli dellessere e della bont, spoglio di tutti i nomi e le determinazioni. La via beatifica si delinea quindi in Eckhart come via allintelletto di luce, realizzantesi attraverso un processo di ritorno a s (reditio), in quanto spoliazione, denudamento, disvelamento del fondo dellessere. P.A. Jean Robert Armogathe ha iniziato con lindividuare il fondamento delle teorie politiche dello Stato moderno nei trattati sullecclesiologia riconducibili al concetto teologico della Chiesa come societas perfecta, dei quali Cajetano lautore pi importante. Armogathe ha sottolineato limportanza del dibattito fra Cajetano e i gallicani. Confutando le tesi gallicane per cui il papa possiede solo il dominium ministeriale, non la potestas, Cajetano, nei suoi scritti Auctoritas Papae et Concilii seu Ecclesiae Comparata (1511) e Apologia (1514), sostiene che la Chiesa ha origine divina e che, pertanto, anche il ministero di Pietro ha origine divina. Questo passaggio dal diritto canonico alla teologia politica comporta la natura assolutistica del potere del papa, dato che la Chiesa trae origine direttamente dalle Sacre Scritture e non dalla legge. Sul passaggio di Cajetano dalla teologia politica al pensiero politico laico, il pensiero politico gallicano del Seicento costruisce una teoria del potere assoluto del sovrano che trae le sue argomentazioni per simmetria dallargomentazione usata da Cajetano per difendere la Chiesa e la monarchia pontificia. Armogathe ha proseguito lanalisi del pensiero politico del Seicento affrontando il legame intellettuale che unisce Bellarmino, Sarpi e Hobbes e mostrando in particolare come, indirettamente, il pensiero politico del terzo sia stato influenzato dal secondo. Armogathe ha fatto rilevare che il primo punto in comune ai tre lanalisi delle Sacre Scritture. Nellinterpretare i passi 17 e da 8 a 12 del Deuteronomio sui giudici leviti in Israele, Bellarmino dice, nelle Controversie, che il papa ha il diritto di stabilire un corpus di leggi civili; per Sarpi questo potere stato dato da Dio al popolo; Hobbes, nel Leviatano, sostiene che il sommo sacerdote solo in quel tempo aveva potere civile e, pertanto, solo allora poteva nominare i giudici. Pur essendo daccordo nel voler limitare il potere del papa, ha sottolineato Armogathe, Sarpi e Hobbes differiscono per il fatto che il primo insiste sul limite che linsegnamento di san Paolo e il Concilio di Gerusalemme hanno posto al potere ecclesiastico, il secondo, come Bellarmino, pensa al potere ecclesiastico come assoluto, ma a differenza di questi ritiene che il potere assoluto si sia trasferito al sovrano civile. Hobbes e Sarpi convergono anche sullinterpretazione dellApocalisse, poich entrambi pensano a unescatologia conseguente; inoltre, nella costruzione politica di entrambi, grande importanza data alla teologia della doppia alleanza. Proseguendo la sua analisi, Armogathe ha parlato della politica dei gesuiti e dei due tipi di insegnamento della Compagnia abitualmente distinti, ma insepara65

Il pensiero politico nel Seicento


Dal 4 all8 marzo 1996, Jean Robert Armogathe ha tenuto un seminario dal titolo: IL PENSIERO POLITICO NEL SEICENTO, mostrando attraverso lanalisi delle concezioni di vari pensatori del tempo come lo Stato moderno, nella sua costruzione, abbia preso a modello la Chiesa nella sua organizzazione e nella sua codificazione.

bili: la filosofia politica da una parte, la morale pratica dallaltra. I gesuiti considerano la teoria dello Stato indivisibile dal governo delle coscienze individuali, pertanto loro precipuo compito la direzione spirituale di prncipi e sovrani. Armogathe ha quindi ricostruito i pi salienti fatti storici che determinarono la cacciata dei gesuiti dalle pi importanti corti europee, e soprattutto si soffermato sulle teorie di alcuni pensatori della Compagnia, tra i quali Mariana e Suarez. Nel suo De rege et Regis Institutio (1599), Juan de Mariana espone la sua teoria sulluccisione non solo del tiranno di usurpazione, ma anche del tiranno di esercizio. Accusata di istigare al tirannicidio, lopera fu condannata e ritirata dalla circolazione subito dopo lassassinio di Enrico IV. Tra il 1610 e il 1613 Francisco Suarez redige il Defensio fidei contro Giacomo I dInghilterra, in cui sostiene che i re scomunicati dal papa possono essere deposti o messi a morte dai loro sudditi. Nei paesi cattolici, ha ricordato Armogathe, i gesuiti hanno contribuito alla formazione del potere personale del monarca, che viene organizzato sul modello di monarchia assoluta che si era dato la Compagnia. Figura importante del Seicento, ha continuato Armogathe, Gaspare Scioppio, autore dellApologia di Machiavelli e dei Paedia politices (opera, questa, in cui non figura mai il nome del fiorentino, anche se tutto lo scritto ruota attorno a lui), il quale sostiene che luomo politico, secondo linsegnamento di Machiavelli, deve ubbidire solo alla politica in quanto scienza pubblica dellutilit; inoltre, sulla scia della tradizione ciceroniana, considera fine ultimo della politica il benessere della societ civile. A differenza dei gesuiti, che proponevano una responsabilit personale del re, Scioppio propone la responsabilit dello Stato e quindi la responsabilit della funzione del principe e non della sua persona. Se le teorie dei gesuiti hanno portato avanti la nascita dellassolutismo dello Stato moderno, il discorso machiavelliano dello Scioppio, ha evidenziato Armogathe, si pone in un certo senso come freno allassolutismo monarchico dando nuova linfa alle forze alternative allinterno dello Stato stesso. A conclusione della sua analisi, Armogathe ha parlato del concetto di gloria e della sua secolarizzazione da Bellarmino a Spinoza. Attraverso la divinizzazione del sovrano, alla gloria di Dio si sostituisce la gloria del re; la gioia dei cortigiani si sostituisce alla beatitudine dei santi. P.S.

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Nagasaki, il 10 agosto 1945, due giorni dopo il lancio della seconda bomba atomica

Memoria, oblio, perdono


Dal 15 al 19 aprile 1996, Paul Ricoeur ha tenuto un ciclo di seminari sul tema: MEMORIA, STORIA, PERDONO, incentrando la sua riflessione sul rapporto critico fra storia e natura alla luce di due figure concettuali significative: loblio e il perdono. Al tema LAMORE DIFFICILE. IL PROBLEMA DELLIDENTIT PERSONALE E LERMENEUTICA DEL S, Ricoeur ha dedicato una conferenza, tenutasi presso lUniversit Federico II di Napoli, a cui hanno preso parte, tra gli altri, G. Polara, G. Lissa, G. Cantillo, D. Jervolino, D. Gambarara, C. Penco.

Chiedersi in che modo la storia , cos come viene scritta dagli storici, interviene a titolo critico fra un eccesso e un difetto di memoria, ha esordito Paul Ricoeur, significa stabilire se sia legittimo parlare di memoria collettiva. Dal dilemma tra memoria individuale e collettiva si pu uscire, secondo

Ricoeur, attraverso la nozione, elaborata da Husserl nella Quinta meditazione cartesiana, di personalit di rango superiore, con cui si determinano entit collettive derivate, che risultano da un processo secondo di oggettivazione degli scambi intersoggettivi, a cui per analogia si pu attribuire un noi con le prerogative fondamentali di memoria. In questottica la memoria collettiva viene considerata come raccolta di tracce lasciate dagli eventi. Sulla base dellattribuzione del concetto di memoria agli individui e alle collettivit, ha proseguito Ricoeur, si possono introdurre i concetti di memoria storica e tempo storico, elaborati da Koselleck, che parla di spazio desperienza e orizzonte dattesa, dove per spazio desperienza intende linsieme delleredit del passato, per cui non c spazio desperienza senza orizzonte dattesa, mentre considera lorizzonte di attesa irriducibile allo spazio desperienza; la dialettica fra questi due poli assicura cos la dinamica della coscienza storica che a parti66

re dal sentimento di orientamento, nel passaggio del tempo, d impulso allorizzonte dattesa che tocca lo spazio desperienza. Il passaggio dalla memoria alla storia, ha osservato Ricoeur, si realizza attraverso la mediazione operata dal racconto; si avranno pertanto racconti di memoria e racconti storici. Nei racconti di memoria il racconto ordinario si mette a servizio tanto della memoria-ripetizione quanto della memoria-ricostruzione; sul primo versante si collocano i racconti fissati dai riti sociali a carattere commemorativo, mentre sul versante della ricostruzione si pongono le operazioni di conformazione, di costruzione dellintreccio, che dispongono in relazione fra loro, nello stesso tempo, la storia raccontata e i suoi protagonisti. La storia, ha proseguito Ricoeur, rompe con la memoria su un triplice paiano: documentario, esplicativo e interpretativo. Nel primo caso si ha a che fare con la storia che dipende da fonti per comprovare una evidenza documentaria; nel secondo entrano in gioco le pretese esplica-

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tive della storia miranti a costituirne lo statuto di scientificit. Nel terzo caso, invece, si ha a che fare con il fenomeno della scrittura della storia, cio della storiografia. Questi tre piani possono anche essere posti sotto i termini di: ricerca, spiegazione e scrittura. Per quanto riguarda il problema delloblio, ha continuato Ricoeur, a livello pi profondo esso riguarda la memoria in quanto conservazione del ricordo, mentre a livello pi superficiale esso riguarda la memoria in quanto rimemorazione. A livello profondo si incontrano due poli antagonisti: loblio inesorabile che si adopera a cancellare la traccia del vissuto e loblio dellimmemoriale che loblio delle fondazioni. Progredendo dal livello pi profondo a quello pi superficiale sincontra tutta una serie di forme delloblio che possono essere classificate come il passaggio dalloblio passivo a quello attivo. Una di queste figure di oblio quella denominata oblio di fuga, caratterizzata da un non voler sapere e da un non voler informarsi. Loblio selettivo importante per la costruzione dellintreccio: infatti per narrare opportuno tralasciare piccoli eventi ed episodi che non sono significativi ai fini del racconto. Il perdono, ha rilevato infine Ricoeur, una forma di oblio attivo e pertanto contrario alloblio passivo. Esso presuppone la mediazione della vittima che lunica abilitata allatto del perdono. Da un punto di vista giudiziario, il perdono implica la riabilitazione di chi commette la colpa; a esso riconducibile anche la grazia. Lamnistia, invece, ha un risvolto politico paragonabile a unamnesia istituzionale; essa si comprende solo ai fini di una riconciliazione della nazione in cui listituzione invita a fare come se levento criminoso non avesse avuto luogo. Da un punto di vista semantico, ha precisato Ricoeur, il temine perdono vicino al termine dono. Il comandamento di Ges, amate i vostri nemici, rompe con ogni calcolo e apre lispirazione di una nuova tipologia di scambio, quella secondo cui il nemico diventa amico. Il perdono difficile quello che, in qualche modo, si riconnette alla fonte dei conflitti che richiedono con insistenza il perdono. G.B.C. Richiamando lo studio di D. Jervolino (Ricoeur. Lamore difficile, Studium, Roma 1995), Ricoeur ha affrontato le difficolt che il tema dellamore genera sia nel linguaggio ordinario, sia nella trattazione filosofica. Nella pratica esistenziale lamore rischia per lo pi di essere confuso con le due componenti che si intrecciano in ogni fare umano, agire e patire. Tre atteggiamenti specifici sono interconnessi secondo Ricoeur in questa dialettica dellagire e del patire: attestazione, sospetto, responsabilit. Lattestazione la risposta positiva di un soggetto responsabile al dubbio esistenziale della propria incapacit di intervento nel mondo in cui si trova gettato, in opposizione alla minaccia di destabilizzazione rappresentata dal sospetto, sempre rinascente, di non-potere, di
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non-essere-capace. Lattribuzione, riconoscimento di una capacit di agire da parte di un terzo, ci che fa appello alla nostra responsabilit nei confronti di chi conta su di noi. Sullinterazione fra questi tre momenti, ha sottolineato Ricoeur, si fonda la costituzione di un soggetto responsabile, dalla quale dipende che qualcun altro possa continuare a contare su di lui. Il prezzo di tale costituzione la rinuncia allimmediatezza dellIo-sono, in favore di unermeneutica del s, sviluppata attraverso lanalisi di quattro gradi fondamentali di capacit: poter parlare - poter agire - potersi raccontare - potersi assumere la responsabilit morale dei propri atti. Sul piano del linguaggio, il soggetto grammaticale si fa garante di ci che afferma e di ci che fa. Sul piano della praxis, laffermazione Io posso viene presupposta come implicita in ogni segmento di qualsiasi fare intenzionale in quanto attestazione governata da un sapere non teoretico che certezza soggettiva. Al racconto Ricoeur assegna una funzio-

ne mediatrice fra capacit e incapacit umane. Dalle ceneri di una soggettivit intesa come autocertezza immediata nasce la nozione di identit narrativa, riferita ad un soggetto modesto, ma tuttavia irriducibile, costretto a cercare il proprio s attraverso le tracce mnestiche e i segni del proprio agire e del proprio patire. La struttura narrativa la mediazione originaria della comunicazione verbale capace di dare forma - e quindi un senso intelligibile - ai frammenti di esperienza che costituiscono lesistenza di ciascuno. Ma poter raccontare significa anche potere di raccontarsi e di strutturare la propria memoria; significa configurare, dare forma e senso ad un vissuto. La difficolt dellamore, ha concluso Ricoeur, nasce quindi dallincapacit, dal nonpotere, che si annida in tutti gli aspetti del nostro agire. Tra libert e determinismo, il soggetto umano deve mettere in atto una mediazione incessante: Da questo deriva la sua stessa responsabilit. Inoltre lamore di per s sovversivo; rappresenta una spropor-

Paul Ricoeur

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zione - per cos dire - ontologica, che si oppone polarmente allequilibrio della giustizia, la quale appartiene invece allordine tutto umano dello scambio. T.N. servato Gadamer, Aristotele parla di Anassagora di Clazomene, il cui pensiero da considerarsi senza dubbio una prima tappa verso il materialismo: secondo Anassagora esistono innumerevoli elementi, chiamati spermata (semina), detti da Aristotele omeomerie, dal cui incontro deriverebbe la nascita, e dalla cui separazione la morte, delle cose singole. Queste particelle, anche se mobili, non sono capaci di movimento autonomo, perci Anassagora introduce un ente come causa del movimento: una materia-pensiero, definita nous . Sottolineando che Anassagora il primo a isolare il nous da tutte le altre forme di enti che esistono, Gadamer ha messo in evidenza laspetto di percezione immediata di questa nozione: in quanto presenza dellessere nella nostra percezione il nous rappresenta una forma di immediatezza dellapparire dellessere dellente. Secondo la tradizione tramandataci da Aristotele, gli Eleati assorbono tutto nellunit dellessere, che dichiarano assolutamente immobile, negando, oltre che la generazione e la corruzione, tutte le forme di movimento. Lessere di Parmenide coincide con la corporeit, la materialit ( to pleon); essere e occupare spazio sono sinonimi. Questo duplice significato assegnato da Parmenide allessere, per cui esso ad un tempo il pieno e la realt, conduce alla proposizione che lo spazio vuoto non pu essere. Ora, ha osservato Gadamer, dato che la separazione delle cose, in virt della quale esse si presentano come variet e molteplicit, consiste nel loro essere separate mediante lo spazio vuoto, se il vuoto irreale, anche la molteplicit e il movimento delle cose singole sono irreali. In questo senso leleatismo acosmico: nel tutto-uno la verit delle cose tramontata. Da Aristotele apprendiamo per che Leucippo e Democrito da Abdera pongono come reali il pieno e il vuoto: lessere, o il pieno, sono ovviamente gli atomi, mentre il non-essere, o il vuoto, sono gli intervalli tra gli atomi. Nella dottrina dellatomismo, ha rilevato Gadamer, lunica qualit dellessere la corporeit, loccupare spazio; per rendere intelligibile la pluralit delle cose e la vicenda del loro accadimento materiale viene posto, in luogo dellunico corpo cosmico indifferente di cui parlava Parmenide, una pluralit di enti, gli atomi, separati tra loro da un non-ente, da qualcosa di incorporeo, lo spazio vuoto, al quale tuttavia deve attribuirsi una specie di essere, di realt metafisica: lillimitato, lapeiron. Il movimento degli atomi un movimento spontaneo senza principio e senza fine, come il loro essere. Nel libro IV della Fisica Aristotele critica la teoria del vuoto degli atomisti che fondano lesistenza del vuoto sullesistenza del movimento, in quanto non
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Dai presocratici a Platone


Dall8 al 12 gennaio 1996, Hans-Georg Gadamer ha tenuto un ciclo di seminari su LA TEORIA ATOMISTICA DEI GRECI E LA SUA ATTUALIT , mettendo in evidenza il rapporto significativo tra atomismo e scienza della natura e approfondendo anche altri ambiti tematici, tra cui in particolare la dialettica platonica.

La nostra conoscenza dei presocratici, ha esordito Hans-Georg Gadamer , mediata in primo luogo da Aristotele e dal suo commentatore Simplicio, in secondo luogo dalla tradizione dossografica. Linterpretazione storiografica di questi pensatori a opera di Aristotele, ha sottolineato Gadamer, non pu che avvenire in funzione delle categorie aristoteliche. Premessa implicita di tutta la filosofia ionica infatti che il fondamento dellintero processo della natura sia una materia cosmica unica, soggetta a trasformazioni, da cui scaturiscono tutte le cose particolari e in cui tutte si risolvono: larch , che Talete identifica con lacqua, Anassimene con laria e Anassimandro con linfinito, lapeiron. Tale interpretazione dellarch come materia cosmica, contenente implicitamente la premessa dellunitariet del mondo, non prescinde, secondo Gadamer, dallaristotelica causa materiale, hyle: deve esserci un ente che figuri come il movente, alla stessa stregua che deve esserci una hyle, perch possa venire generato un nuovo ente. Aristotele menziona Eraclito di Efeso, che per primo propone una riforma della vita pubblica, predicando quella legge dellordine che deve regnare tanto nella natura quanto nella vita umana. Secondo Gadamer, Eraclito deve la sua importanza al fatto che fu il primo a introdurre il concetto di anima come respiro, quindi come qualcosa che non visibile, per cui le esperienze dellanima della ragione, dellimmaginazione sono qualcosa di inosservabile. Eraclito pone come arch di tutte le cose il divenire come fuoco. Nel motto eracliteo non possiamo immergerci due volte nella stessa acqua, ha osservato Gadamer, non si pu non rilevare la presenza del concetto di identit accanto a quello del divenire. Da ci consegue che una tendenza dialettica non estranea al pensiero di Eraclito, tendenza che lo avvicinerebbe a Zenone, fondatore della dialettica. Dopo aver menzionato Empedocle e la sua dottrina dei quattro elementi, ha os-

possibile che un solo oggetto si muova, qualora il vuoto esista. Dunque, continua Aristotele, o non c per natura alcuno spostamento in nessun luogo e per nessuna cosa, oppure, se questo c, non c affatto un vuoto. Secondo Gadamer la critica aristotelica al vuoto non fondata, in quanto Democrito non intendeva il vuoto in senso matematico. Se latomismo dei greci ha un rapporto con la matematica, ha aggiunto Gadamer, questo rapporto non lo si pu intendere nel senso moderno di Galileo e Newton. La matematica greca ha sempre una valenza ontologica; ne unesemplificazione la dottrina dei pitagorici, i quali identificavano le strutture matematiche con la realt, per cui la natura era matematica; lo stesso Platone non estraneo ad un orientamento matematico. Dellinsegnamento di Platone abbiamo notizia soltanto attraverso la critica aristotelica, di cui troviamo traccia nel primo libro della Metafisica. Secondo Gadamer, il punto di partenza della critica che Aristotele volge a Platone implica una sostanziale comunanza tra i due; come nel caso della conversione ai logoi , individuabile letterariamente nel Fedone platonico, dove Platone fa compiere a Socrate un radicale distacco dai metodi incontrollati di esplorazione e spiegazione della natura, propri dei presocratici. Tanto secondo Platone quanto secondo Aristotele, il logos che dice lessere; mentre a sostenere lintero orientamento del pensiero e la formazione del concetto provvede, in Platone, lessenza del numero, in Aristotele la natura del vivente. Il numero, ha rilevato Gadamer, rimane per in Platone soltanto un modello per il compito platonico del logos dellessenza, non solo nel senso che leidos si presenta come lunit del molteplice, ma anche nel senso che pure il logos dello stesso eidos, quindi il tentativo di dire ci che costituisce sempre lessenza unitaria di qualcosa, mira alla sintesi di molte definizioni eidetiche (definizioni essenziali) nellunit di unasserzione definitoria. La dottrina platonica delluno e del due indeterminato, riferita da Aristotele e da altri, doveva esprimere il convincimento che in nessuna unit del vedere e del dire mai raggiungibile, mediante il logos, linfinitudine delle possibili spiegazioni, la sola che renda possibile la piena verit. Secondo Gadamer, il significato di ci si pu comprendere soltanto in base al modello pitagorico, nel quale domina la convinzione fondamentale che, nonostante la variet dei fenomeni, esiste una sorprendente esattezza di rapporti numerici puri, come dimostrano le armonie dei suoni e dellordine cosmico. Con Platone il sapere non pi possibile come sapiente annuncio della verit, ma si deve autenticare mediante lintesa dialogica, mediante cio lillimitata dispo-

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nibilit a giustificare e a motivare tutto quello che si dice. La dialettica platonica, nella sua indubbia derivazione dal dialogo socratico, vive della forza intrinseca allintesa dialogica, della partecipazione comprendente dellaltro e, a ogni passo del suo cammino, sostenuta dallaccertato consenso dellinterlocutore. B.M. essere compreso solo attraverso le categorie logiche della ragione. Se per gli hegeliani la storia non pu prescindere dalla filosofia, da questa non pu prescindere la teologia. Negli interventi di Rosenkranz e Schleiermacher sugli Annali possibile individuare il tentativo da parte degli hegeliani di liberare la religione da quellesasperato soggettivismo nel quale era precipitata in epoca romantica, dove lAssoluto aveva finito col perdere la propria oggettivit fino al punto di esistere solo in funzione dellio. La rinuncia alla conoscenza di Dio, alla quale il filosofo era approdato, aveva praticamente gettato luomo in una condizione di pietistico abbandono a Dio, allontanandolo dalla vita attiva. Perch la religione potesse riaffermarsi in tutta la sua centralit, era necessario invece ammettere che la sua fosse una verit comune a quella della filosofia. Emerge qui una concezione della storia della filosofia come progresso. Anche per la storia della filosofia, infatti, non si pu parlare di neutralit storica, n di oggettivit dei fatti. Ogni evento ha senso solo in relazione al ruolo che assume in ambito universale e compito del filosofo, o, pi precisamente, dello storico della filosofia, di rinvenire il significato dei fatti, che sta appunto nella loro connessione con luniversale. G.M. che, che genera un riordino del sistema del sapere in funzione della centralit dellistanza metodologica. Da questo punto di vista, ha sottolineato Oldrini, Ramo (nome italianizzato di Pierre de La Rame, 1515-1572) costituisce un caso limite delle istanze praticiste gi presenti in Melantone e nei melantoniani come in Erasmo. La sua teoria del metodo unico, la sua preoccupazione per l usus e lutilitas si ponevano alla testa del passaggio da un umanesimo inteso come pratica di un individuo esemplare ad un umanesimo inteso come pratica esemplare per lindividuo, che rendesse possibile lacquisizione di precetti e la loro messa in pratica. In Ramo troviamo una vera e propria esaltazione del fattore dellutilizzabilit pratica, per cui il metodo diviene parte integrante della dottrina. In tal guisa, Ramo si pone a met strada tra lumanesimo classico e i primi sviluppi della scienza moderna. Non a caso la sua metodologia trov largo impiego in campo storiografico e giuridico, anche se non si pu parlare di una storiografia ramista o di un diritto ramista, ma piuttosto di una congiuntura ramista, ovvero di unincidenza del ramismo, riconducibile pi a mediazioni culturali che operano trasversalmente nel Tardo Rinascimento che non direttamente ad un contributo personale di Ramo. Dopo il 1560, ha osservato Oldrini, lemergere di una pi matura esigenza metodica rafforza lesigenza di scientificit, per cui si procede verso un graduale abbandono della storia retoricizzata in vista di una verit che non risulti schiacciata sotto il peso delle convenzioni e delle convinzioni morali, mentre nel campo del diritto viene man mano abbandonato il culto della romanit e si afferma lesigenza di un diritto rivolto e diretto al presente. In tutto questo lapporto specifico del ramismo va rintracciato nella occorrenza dei tratti peculiari della dottrina di Ramo: usus, brevit, chiarezza, utilitas sono le parole chiave di una dottrina che contribuisce a preparare un nuovo clima culturale. In Francia con J. Bodin che giunge al culmine quel nesso tra metodo e finalit scientifica derivato appunto da Ramo. In Inghilterra il ramismo recluta i suoi adepti, in particolare fra i progressisti puritani di Cambridge e in parte di Oxford, svolgendo qui una funzione di rottura nei confronti di tutte le procedure dogmatiche di derivazione scolastica. Del resto la finalit pratica aveva rappresentato la maggiore aspirazione di Ramo e gli era valsa la qualifica di usuraio. Alla fine, tutto quanto nellInghilterra elisabettiana in gestazione a livello economico-sociale trova nel ramismo un adeguato riconoscimento culturale. C.T.

La scuola hegeliana
Dall8 all11 gennaio 1996, Giovanni Bonacina ha tenuto un seminario dal titolo LA SCUOLA HEGELIANA E GLI ANNALI PER LA CRITICA SCIENTIFICA, con lo scopo di analizzare la genesi e la dissoluzione della scuola hegeliana in rapporto alla storia della rivista Annali per la critica scientifica.

Attorno a Hegel si era formata una cerchia ristretta di discepoli, il cui principale organo di diffusione erano gli Annali per la critica scientifica, in cui Hegel stesso e gli hegeliani prendevano posizione sulle correnti di pensiero contrarie allhegelismo. Nella convinzione che la Germania si trovasse allepoca in una posizione di svantaggio rispetto agli altri paesi a causa dellestremo particolarismo che caratterizzava ogni aspetto della societ tedesca, la scuola hegeliana riteneva che la Germania dovesse riscattarsi dalla generale anarchia nella quale era precipitata attraverso un necessario processo di accentramento della cultura tedesca; di qui le accuse di dispotismo e settarismo che furono mosse alla scuola e in particolare a Hegel. In realt, la creazione di una scuola rispondeva allesigenza degli hegeliani di sottrarre potere alla vecchia aristocrazia tedesca, a cui imputavano la responsabilit del particolarismo politico-culturale della Germania. Gli Annali divennero cos il terreno per ampie e interessanti discussioni sulla storia, la teologia e la filosofia. Dallanalisi di questi dibattiti Bonacina ha tratto elementi per individuare un preciso intento da parte degli hegeliani di affermare il predominio assoluto della filosofia sulle altre discipline. Le recensioni di Eduard Gans, K.L. Savigny, F. Guizot e H. Hallam, cos come quelle di H. Leo su C. Schlosser, lasciano emergere una concezione della storia indissolubilmente legata alla filosofia contro una storiografia tedesca ostile alla filosofia in nome di uninsensata, quanto irrealizzabile, oggettivit della storia. Storia autentica solo quella che riesce a ricondurre il fatto storico ad un processo unitario, rappresentato dalla storia universale. Inseriti in questo modo in un progetto, i fatti non hanno valore in s, ma acquistano significato solo in relazione alla realizzazione di questo progetto universale che, in quanto tale, pu

Sulla questione del metodo


Dal 12 al 15 febbraio 1996, Guido Oldrini ha tenuto una serie di lezioni sul tema: LA DISPUTA SUL METODO NEL RINASCIMENTO ALLA LUCE DEL RAMISMO , richiamando lattenzione sulla questione del metodo in ambito rinascimentale, e mostrando come il ramismo fosse il centro nevralgico di tale questione.

Secondo Guido Oldrini possibile uscire sia dallottica della storiografia post-hegeliana, che generalmente liquida, in quanto non filosofico, tutto il XVI secolo, sia anche dallottica di Cassirer, che considera il Tardo Rinascimento europeo come un periodo privo di interesse, attraverso una pi attenta analisi delle trasformazioni in corso in questo secolo e una pi seria valutazione della possibilit che gli artefici della moderna rivoluzione scientifica (Bacon, Galilei, Descartes) abbiano rafforzato lautorit della loro impresa liquidando non solo la Scolastica, ma anche la tradizione del Rinascimento umanistico in modo sommario e alquanto superficiale. Affidandosi con cautela ai criteri della storiografia marxista, Oldrini ha identificato nello scorcio del Cinquecento i prodromi di uno sviluppo dei rapporti economico-sociali in direzione capitalista, sulla base del nesso che si stabilisce fra esigenze ideologiche nuove e sviluppo di nuove tecni69

CALENDARIO
In occasione del cinquantesimo anniversario della pubblicazione della Dialettica dellilluminismo di Max Horkheimer e Theodor Adorno, la rivista Nuova Corrente e il Goethe Institut di Genova, in collaborazione con lIstituto Italiano per gli Studi Filosofici e il Dipartimento di filosofia dellUniversit degli Studi di Genova, presentano il convegno internazionale: Per una rilettura di Theodor Adorno. Mito, mimesis e critica della cultura, il 4 e 5 aprile

CALENDARIO
Il calendario aggiornato on-line allindirizzo
http://www.infophil.it e-mail inphil@inphil.com

1997, a Genova presso lAuditorium Eugenio Montale (Largo Siri). Interventi di: A. Wellmer, La promessa di felicit e perch deve essere infranta; A. Benjamin, Adorno e il problema del razzismo contemporaneo; S. Petrucciani, La Dialettica dellilluminismo: considerazioni a partire dalla ricezione italiana; C. Wulf, Il ritorno della mimesis; C.Gentili, Lassurdo canto delle sirene. Mito, mimesis e disincanto del mondo in Adorno; R. Genovese, Mimesis e autoconservazione nella Dialettica dellilluminismo; F. Desideri, Mimesis e techne nella Teoria estetica di Adorno; J.Frchtl, Sul carattere postaffermativo della cultura; R. Wiggershaus, Arte e trauma. Lestetica di Adorno e il secolo dellestremo; D. Roberts, Arte e mito: Adorno e Heidegger; F. Jarauta, Adorno e la linea dombra della modernit. Figure e crisi di una mitologia; R. Bodei, Le ombre della ragione. Lemancipazione come mito. Gli atti del convegno verranno pubblicati sul numero 119-120 di Nuova Corrente, a cura di A. Borsari e S. Mele. Informazioni: Goethe Institut v. Peschiera, 35 16122 - Genova, tel. 010 - 8398768 fax 010 - 8398810

del mondo nellambito della fisica, della biologia, della neurologia e della matematica, le ragioni dello scarto tra le acquisizioni scientifiche e le conoscenze che sono alla base del senso comune. Relatori: E. Bellone (luned 10 febbraio 1997, ore 20,45); G. Corbellini (17 febbraio); U. Bottazzini (24 febbraio); P. Bozzi (3 marzo); A. Piazza (10 marzo); A. Sparzani (17 marzo); C. Mangione (24 marzo). Informazioni: La Casa Zoiosa, Corso di Porta Nuova 34, Milano, tel. 02 6551813, fax 6551448

a cura di Luisa Santonocito


Informazioni: ISU dellUni versit Statale di Milano, corso di Porta Romana 19; Milano, tel. 02 804545 3-4 aprile, R. Prodomo: Identit personale e statuto etico dellembrione umano; 9 aprile, E. Granaglia: Filosofia politica e politiche sociali; 10 e 11 aprile, T. Magri: La struttura dellazione morale; 17 aprile, A. Honneth: Riconoscimento e moralit; 18 aprile, E. Galeotti: Il problema del pluralismo; 22, 23 aprile, L. Sacconi: Teoria dei giochi e filosofia politica; 28-30 aprile, A. Savignano: Bioetica delle virt: la prospettiva di A. Mac Intyre; 5 maggio, V. Zanone: I liberali italiani dallUnit a oggi; 6 maggio, P. Bonetti: Elitismo e liberalismo; C. Ocone, Il liberalismo metapolitico di Croce; 7 maggio, G. Pagano: Il liberalismo tra stato e mercato: la polemica tra Croce ed Einaudi; 8 maggio, E. Marzo: Il liberalismo rivoluzionario di Piero Gobetti; 8 maggio, N. Urbinati: Il socialismo liberale di Carlo Rosselli; 9 maggio, C. Ocone: Il meridionalismo liberale; 9 maggio, P. Bonetti: Il liberalismo nel secondo dopoguerra; 12-13 maggio, R. Bodei: Privazioni di libert. Sulla preistoria del rapporto servo/ padrone; 12 e 13 maggio, A. Besussi: Giustizia e comunit; 12 e 13 maggio, G. Fiaschi: Dallautonomia alla comunicazione. Per unermeneutica filosofica della differenza; 14-15 maggio, P. Martelli: Aspetti descrittivi e normativi della teoria delle elezioni; 16 maggio, C. Amadio: Riconoscimento e politica; 20-21 maggio, E. Lecaldano: Modelli di analisi filosofica delloggettivit in etica; 22-23 maggio, R. Cubeddu: La scuola austriaca: Menger, Mises, Hayek, Rothbard; 29-30 maggio, G. Marini: Diritto internazionale e storia del mondo nel sistema hegeliano dello Spirito Oggettivo; 5 giugno 1997, Richard Rorty: Giustizia come lealt pi ampia. Informazioni: Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, via Suor Orsola 10, 80135 Napoli, tel. 081 400070- 412641

A quale paradigma si ispirer lo Stato del 2000? la domanda del VI convegno di studio della Facolt di Filosofia del Pontificio Ateneo della Santa Croce, il 27 e 28 febbraio 1997, su Politica ed Etica nella societ
del 2000/ Politics and Ethics in the Society of the Third Millennium. Partecipano : P.P. Donati, Cri-

Da febbraio a luglio 1997, allIstituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli, si tiene un corso di perfezionamento in filosofia del diritto su:
Esperienza giuridica: Scienza, storia, filosofia, diviso in tre sezioni:

Ledizione 1997 del ciclo di incontri Cosa fanno oggi i filosofi, a cura del Centro Culturale Polivalente del Comune di Cattolica e dellIstituto Italiano per gli Studi Filosofici, ha come titolo Morbus sine materia, le malattie dellanima. Intervengono: venerd 7 marzo, M. Vegetti: Le metamorfosi della malattia dellanima: da Platone a Galeno; venerd 14 marzo, B. Callieri: La questione psicosomatica; venerd 21 marzo, E. Borgna: La significazione psicopatologica e umana della malinconia; venerd 4 aprile, E. Soresi: Il cervello anarchico; venerd 11 aprile, G. Cosmacini: Il sapere della cura: corpo, mente, ambiente, societ; venerd 18 aprile, G. Zucchini: Tra patologia, normalit e salute: le sofferenze della mente; gioved 24 aprile, R. Cocchi: Lo stress come crocevia tra mente e corpo; venerd 9 maggio, U. Galimberti: La materia dellanima. Informazioni: Centro Culturale Polivalente, Comune di Cattolica, piazza della Repubblica 31, 47033, tel. 0541 967802, fax 967803

si dello stato sociale: prospettive per la configurazione della nuova societ; A. Da Re, Il bene e il giusto: una panoramica delle attuali proposte etico-politiche; H. Hude, Ci sar un fine comune della nuova societ?; R. George, Il pluralismo morale, la ragione pubblica e la legge naturale; G. Chalmeta, La societ multiculturale; R. J. Neuhaus, Chiesa e Stato nella nuova societ. Informazioni: Rev. Prof. Robert A. Gahl, Pontificio Ateneo della Santa Croce, Piazza di SantApolinnare 49, I-00186 Roma, tel.06 681641, fax 06 68164400, e-mail: gahl@mvasc.asc.urbe.it; http: www.asc.urbe.it/fil

Dialettica e razionalit alla file del XX secolo il tema del simposio

La domanda della scienza del diritto alla filosofia; La domanda della storia del diritto alla filosofia; Crisi della razionalit moderna e filosofia del diritto. Informazioni: Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, corso Vittorio Emanuele 292, tel. 081 400070-412908

In occasione della pubblicazione dei volumi La natura tra Oriente e Occidente (Luni, Milano 1996) e La polifonia estetica. Specificit e raccordi (Guerini e Associati, Milano 1997) allISU (Istituto Universitario per il diritto allo studio dellUniversit Statale di Milano) si svolto un incontro su La polifonia estetica, nuove voci italiane, con P. DAngelo, E. Franzi-

ni, G. Marchian, F. Piselli, G. Scaramuzza, R. Troncon, M. Venturi Ferraioli, S. Zecchi.

Si aperto con una tavola rotonda sulla filosofia di Robert Nozick a cui hanno partecipato lo stesso Nozick, S. Maffettone, S. Veca e A. Pizzorno, marted 4 febbraio 1997 allistituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli, il corso di perfezionamento in discipline storico-filosofiche su Filosofia civile e sociale. Questo il programma da febbraio a giugno 1997: 5-7/11-14 febbraio, R. Nozick: Oggettivit delle scienze sociali; 5-6 febbraio, S. Veca: Incertezza e teoria politica; 7/11-12 febbraio, S. Maffettone: Che cos la filosofia sociale?; 2425 febbraio, L. Pellicani: Modelli delle scienze sociali; 3-7 marzo, A. Negri: Filosofia e politica nella tradizione del pensiero meridionale; 14 marzo, A. Ferrara: Lapproccio deliberativo e il dibattito tra Rawls e Habermas; 24-25 marzo, S. Petrucciani: Marxismo e teorie politiche;

Fino a che punto il senso comune impermeabile alle concettualizzazioni scientifiche? Le sette lezioni da febbraio a marzo 1997, alla casa Zoiosa di Milano, su Le rivoluzioni copernicane incompiute analizzeranno e approfondiranno il contributo delle scienze moderne e contemporanee al formarsi di una visione

internazionale che si tiene dal 14 al 16 marzo 1997, alla Certosa di Pontignano di Siena, a cura del Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali dellUniversit di Siena e dell Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Tra gli interventi: H. Heinz Holz, Dialektische Rationalitt; M. Buhr, Vernunft Rationalitt Geschichte; A. Ged, Umstrittene Rationalitt: philosophische Bruchstellen der gegenwnigenRationalittsdebatte; D. Losurdo, Che cos la dialettica? Scorribande di uno storico; G. Prestipino, La dialettica reale: limiti e pretese; F. Valentini, La virt, il corso del mondo, la razionalit; S. Tagliagambre, Dalla dialettica della rappresentazione a quella della interazione; A. Mazzone, Libert e tempo; S. Garroni, Temi dialettici in Wittgenstein; W. Dietrich Gudopp Von Behm, Zum Begriff der Epoche; E. Brissa, Noterelle gramsciane: traducibilit e unit della cultura; N. De Domenico, Dialettiche, buon senso, finalit; G. Varnier, Aspetti metodologici e aspetti epistemologici nella Logica hegeliana; F. Gonnelli, Il progresso in Kant: una tesi di filosofia della storia?; M. Capozzi, La dialettica... non una

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CALENDARIO
dottrina della probabilit; F. Vidoni, Dialettica e pensiero scientifico: discussioni recenti. Sono previsti inoltre contributi di: F. Minazzi, A. Zanardi, A. Tosel, B. McGuinnes, J. Zeleny. Informazioni: prof. Alessandro Mazzone, Dipartimento di filosofia e scienze sociali, Universit di Siena, tel. 0577 298566
tic to Pragmatics: Problems and Theories of Reference, organizzato

Nel corso del seminario sui rapporti tra filosofia e poesia, organizzato dalluniversit degli Studi di Verona, venerd 14 marzo 1997 si tiene un incontro sul tema: Il superamento del
tragico. Forme del pensiero nella poesia contemporanea femminile. Ida Travi, Chiara Zamboni, Cristi-

na Fischer introdurranno i testi delle poetesse Marosia Castaldi, Vivian Lamarque, Giulia Niccolai. Informazioni: Ida Travi, Universit degli Studi di Verona, tel./fax 045 8005976

Dal 24 al 27 marzo 1997, allIstituto di Filosofia e Scienze dellUomo dellUniversit di Palermo, si tiene il convegno internazionale From Seman-

in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Centro Interdipartimentale di Tecnologia della Conoscenza e la Societ di Filosofia Analitica. Intervengono: A. Bonomi, Contexts of Reference; M. Di Francesco, (Self-) Reference and Personal Identity; K. Mulligan, How Perception Fixes Reference; M. La Matina, Reference from Language to languages; M. Santambrogio, Puzzling Beliefs; P. Casalegno, How to Misunderstand Kripkes Puzzle; P. Hoewich, Reference from a Deflationary Perspective; G. Rigamonti, On Quinean Semantic Indeterminacy; F. Lo Piparo, Wittgenstein and the Biological Syntax of Reference; E. Corazza, Psychologis, Socialism and Russells Principle; H. Wettstein, Direct Reference and the Later Wittgenstein; S. Schiffer, Reference and Propositional Attitudes; E. Napoli, Reports; J. Almog, I met (seek) a man; A. Voltolini, Cognitively Contentless Significance as Semantic Content; J. Berg, In Defense of Direct Belief; P. Leonardi, Direct Thoughts; J. Dokic, Some Reflections on the Notion of an Unarticulated Constituent; F. Costa, The Trouble with

Representations; gioved 27 marzo: T. Yagisawa, Naming and its Place in Reference; F. Orilia, Kripkes Puzzle and the Quasi-Nominalistic Theory of Proper Names; F. Recanati, Topics and Truth-Conditions; A. Newen, The logic of indexical thoughts. Informazioni: Alberto Voltolini, Istituto di Filosofia e Scienze dellUomo, Universit di Palermo, tel. 091 6956501

una societ multi-culturale. Informazioni: Segreteria scientifica: Maurizio Mori, tel./fax 0372 25303; Segreteria Organizzativa: Consulta di Bioetica, via Cosimo del Fante 13, tel. 02 58300423

A Milano, il 3 e 4 aprile 1997, presso la Facolt di Scienze Politiche (via del Conservatorio 7) si tiene un convegno di Studio su Etica Laica e Valori, organizzato dalla Consulta di Bioetica e dallIstituto Italiano per gli Studi Filosofici. Partecipano: C.A. Viano, Che cos letica laica?; C. Flamigni e E. Lecadano, Letica laica e il problema della vita; C.A. Defanti e D. Neri, Letica laica e il problema della morte; G. Berlinguer e J. Harris, Letica laica, la salute e la malattia; S. Veca e A. Bagnasco, Letica laica, la libert e la solidariet; P. Rescigno e S. Rodot, La concezione laica della societ e il diritto; Pietro Rossi e A. Gambino, Letica laica in

Sulla Philosophy for Children si tiene una conferenza internazionale al Kings College di Londra, il 14 e 15 aprile 1997, con: D. Camhy, The Role of Philosophy ina Pluralist Society; P. Costello, A Reply to its Critics; G. Fairbairn, Philosophy with Children: A True experience or a Flight of Fancy?; A. Fisher, Critical Thinking: The Fourth R; H.L. Freese, Imagination and Reflection: Philosophical Thought Experiments in the Context of Doing Philosophy with Children; C. McCall, A Suitable Job for a Philosopher?; K. Murris, What Are Suitable for Philosophical Enquiry with Children?. Informazioni: Dr A.J.Dale, Kings College,Phone: 0171 8732585, email:a .dale@ kc l.ac.u khttp:// www.kcl.ac.uk/kis/schools/hums/philosophy/Centre.html

RETROSPETTIVA
Presso il Dipartimento di Filosofia dellUniversit degli Studi Roma Tre, Reinhard Brand ha tenuto un ciclo di seminari su LAntropologia Pragmatica di Kant con il seguente programma: venerd 10 gennaio 1997,Introduzione alle questioni fondamentali dellantropologia; luned 13 gennaio, Il tema della follia; venerd 24 gennaio, Kant e la concezione antropologica di Pietro Verri; luned 27 gennaio,La destinazione delluomo. Informazioni: Elio Matassi, Dipartimento di Filosofia, via Magenta 5, tel. 06 491629-491629
biologie en toute libert, a

cura del centro di studi di Saulchoir in collaborazione con il Groupe de recherches en sciences et thologies Albert le Grand. Informazioni: Le centre dtudes du Saulchoir, 43 bis rue de la Glacire 75013 Parigi, tel. 0144 087197, fax 0143 310756

Filosofia della morte come filosofia della vita, Etica e responsabilit nella societ contemporanea: questi i temi affrontati nel corso del convegno Emmanuel Levinas: per unetica della memoria al centro culturale Primo Levi Genova, il 12 gennaio 1997, a cura dei dipartimenti di filosofia delle Universit di Genova e Roma (la Sapienza). Interventi di L. Malusa, F. P. Ciglia, B. Carucci, F. Camera, R. Di Castro, P. Vinci, A. Luzzatto, A. Balletto, F. Baroncelli, F. Becchino, G. Momigliano. Informazioni: Dipartimento di Filosofia, Universit di Genova, via Balbi 4, Genova, tel. 010 2099781

Per il seminario di Filosofia della Politica su I termini della politica , organizzato dallIstituto Italiano per gli Studi Filosofici e dal Collegio Siciliano di Filosofia Sociale, sabato 18 gennaio 1997, presso il Salone Chiesa SS. Salvatore di Siracusa, si svolto un incontro sul tema Politica e Verit, con R. Esposito, P. Barcellona, S. Amato. Informazioni: Collegio Siciliano di Filosofia, prof. Elio Cappuccio, tel. 0931 66544

certezza, societ aperta e integrazione; L. Sciolla: Lealt particolari e societ aperta; S. Rodot: Certezza del diritto e societ complesse; A. Dal Lago: Il multiculturalismo non esiste; M. Bovero: Habermas versus Rawls: Ma che centra il liberalismo?; M. Reale: Riflessioni sulla democrazia a partire da Fatti e norme. Informazioni: Fondazione Basso, via della Dogana Vecchia 5, Roma, tel. 06 68307516

Individual Community stato il

Su Integrazione delle societ complesse e rinnovamento del liberalismo il Dipartimento di So-

Sabato 18 gennaio 1997, presso il convento Saint-Jacques di Parigi, si tenuto un incontro su La socio-

ciologia dellUniversit di Roma La Sapienza, il Seminario di teoria critica e la Fondazione Lelio e Lisli Basso hanno promosso un convegno a Roma venerd 24 e sabato 25 gennaio alla Fondazione Basso a cui hanno partecipato G. Marramao: Democrazia deliberativa e forme del potere; F. Crespi: Integrazione senza consenso e liberalismo senza individuo; S. Maffettone: Pluralismo culturale e liberalismo filosofico; S. Veca: In-

tema del seminario dalla School of Advanced Study Philosophy, allUniversit di Londra, venerd 24 gennaio 1997: K. Graham e S. Meckled-Garcia, The Moral Status of Collectiveentities; D. Archard e A. Chitty, The Nationas Community; M. Gilbert e J. Wolff, Reconsidering the actual contract theory of Political Obligation. Informazioni: Society for Applied Philosophy, Philosophy Now stlg 4.50 Philosophy Programme Members & Staff and Students of Philosophy, Departments of Universities of London, Leeds, Oxford, Yor k; philprog@sas .ac.uk or (0171) 636 8000 ext 5105

Guerzoni, il 18 gennaio 1997, presso il teatro della Fondazione San Carlo di Modena, al secondo Anno Accademico della Scuola Internazionale di Alti Studi Scienze della Cultura. Le lezioni previste fino ad aprile 1997 sono: 27 -30 gennaio 1997, Steven Lukes (Siena): Giustizia e riconoscimento. Contenuto e confini del concetto di giustizia sociale; 17-21 febbraio , C. Wulf (Freie-Universitat di Berlino): Aisthesis -Mimesis-Alterit; 19-25 marzo, W. Schluchter (Heidelberg): Autonomy and Solidarity. Universalism and Contextualism; 1418 aprile, L. Ritter Santini (Universit di Munster): Iconologia letteraria; 21-25 aprile, G. Filoramo (Torino): Sulle tracce del sacro; 26-30 maggio, A. Palmonari (Bologna): Identit. Dimensione temporale e relazione del s. Informazioni: Fondazione Collegio San Carlo, Scuola Internazionale di Alti Studi Scienze della Cultura, via San Carlo 5, 41100 Modena, tel 059 222315

Linnovazione del sistema universitario. Verso la riforma del percorso degli studi stato lar-

gomento della lezione di apertura del sottosegretario di Stato con delega per lUniversit, Luciano

Il dipartimento di Filosofia dellUniversit di Keele organizza un ciclo di incontri seminariali a cui partecipano: il 29 gennaio 1997, H. Lafollette: Ethical Theory and Practice, Together Again; mercoled 5 febbraio, S. Houlgate; mercoled 19 febbraio, K. Hutchings: Argument and Obedience: The Janus face of Legality in Kant and Habermas; mercoled 26 febbraio, E. Garrard: On the Concept of

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CALENDARIO
Evil; mercoled 5 marzo, A. Gallois: Rationality and Externalism about Meaning; mercoled 12 marzo, J. Tate: A Sexual Paradigm; mercoled 19 marzo, P. Simons: Whitehead and the Architecture of Being; mercoled 30 aprile, R. Norman: Equality and Priority; mercoled 7 maggio, G. Micheli; mercoled 14 maggio, A. Hamilton: Intention as a Mode of Self-consciousness. Informazioni: Dr. Joise DOro, Dep. of Philosophy, University of Keele, tel. 01782 584085/583304; e-mail: pia13@cc.Keele.ac.uk niani), Alain Segonds (Direttore Generale della Casa Editrice Les Belles Lettres). Informazioni: Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Via Monte di Dio 14, Napoli, tel. 081 7641393; rivista Informazione Filosofica, viale Monte Nero 68, Milano, tel 02 55190714 Informazioni: prof.ssa Lelia Pozzi DAmico, Societ Filosofica Italiana, Milano, tel. 02 5469020 Caos e democrazia. Deleuze e la politica; F. Riccio: La possibilit del possibile. Informazioni: Salvo Vaccaro, Istituto di Filosofia e Scienze dellUomo, piazza Ignazio Florio 24, 90139 Palermo, tel. 091 6956527, fax 6956518

Il linguaggio come oggetto culturale il tema delle tre Lezioni

Italiane promosse dalla Fondazione Sigma Tau di Roma e tenute questanno da Noam Chomsky, luned 27, marted 28 e mercoled 29 gennaio 1997, al Dipartimento di Scienze Cognitive dellIstituto Scientifico San Raffaele, coordinate dal direttore del dipartimento Massimo Piattelli-Palmarini. Informazioni: Dipartimento Scienze Cognitive, Istituto Scientifico San Raffaele, via Olgettina, Milano, tel. 02 26434784, fax 26434892

I primi due seminari della serie


The Perpetual Aristotle - quattro

seminari on-line sulla logica aristotelica - sponsorizzati dalla Aldine Press, prendono il via su Internet mercoled 27 gennaio 1997 con gli Analitici Primi (J. South) e Analitici secondi (S. Carson). Informazioni: Gerald Harnett, harnett@aldinepress.com

Le opere complete di Giordano Bruno, pubblicate da Les Belles

A Roma, il 30 e 31 gennaio 1997, allAuditorium del Goethe-Institut, si svolto un convegno internazionale su Il pensiero di Karl Lwith nel centenario della nascita, a cura dellIstituto Italiano per gli Studi Filosofici, del Goethe Institut di Roma, dellUniversit di Roma Tre e del Dipartimento di Filosofia dellUniversit di Torino. Suddiviso in due sessioni - Le tappe della biografia intellettualee Motivi del pensiero di Lowith sono intervenuti: E. Donaggio, Una sobria inquetudine. Karl Lowith 1917-1928; K. Stichweh, Radicalit rovesciata: la svolta verso la Gelassenheit; W. Schwentker: Lesilio giapponese. 1936-41"; J. A. Barash, Meaning in History: il significato politico della secolarizzazione secondo Lwith; H. Braun,Il ritorno in Germania e gli anni heidelberghesi; con interventi di F. Bianco, Fedelt nella distanza. Il confronto di Lwith con Heidegger; D. Henrich, Conoscenza, scetticismo e rapporto con la natura; T. Baumeister,Il pensiero di Lwith tra nichilimo e superamento del nichilismo; H. Schndelbach, La critica dello storicismo; G. Marramao, Tempo ciclico e tempo storico; M. Riedel, La doppia prospettiva dellesilio. Germania ed Europa nel pensiero storico di Lwith. Informazioni: Goethe Institut di Roma, via Savoia 15, tel. 06 844005-1, fax 8411628, internet: htt p:/ /w w w.go e the .de /i t/r o m, email: mc1849@mclink.it

Venerd 13 dicembre, allIstituto Universitario Orientale di Napoli, R. Esposito, G. Moretto e F. Vercellone si sono discussi i volumi di S. Givone, Storia del nulla e F. Volpi, Il nichilismo, nellincontro Il nichilismo, oltre . Informazioni: Mario Agrimi, Istituto Universitario Orientale di Napoli, tel. 081 7605111

Per il ciclo Orizzonte filosofia alla Sala Convegni ISU (corso di Porta Romana 19) di Milano, mercoled 11 e gioved 12 dicembre 1996 si tenuto il convegno: Filosofia in questione: perch esiste qualcosa e non il nulla?; verit o stili della conoscenza?; esiste il bene comune?; bellezza o razionalit delle cose? Sono intervenuti: G.Giorello, M. Ferraris, S. Natoli, D.Marconi, A. Pagnini, P. Parrini, E. Lecaldano, S. Veca, L. Boella, F. Papi, C. Sini, S. Givone, A. Massarenti, R. Ruschi. Informazioni: Rivista Informazione Filosofica, viale Monte Nero 68, Milano, tel. 02 55190714/ 5519240, fax 55015245, e-mail: inphil@inphil.com

La ricerca del carattere nella fisiognomia, Ipotesi scientifiche tra Illuminismo e Romanticismo/Die Suche nach dem Charakter in der Physiognomie: Wissenschaftliche Hypothesen zwischen Aufklarung und Romantik: questo il titolo del conve-

In occasione della pubblicazione del volume Il desiderio di essere. Litinerario filosofico di Pietro Prini , a cura di D. Antiseri e D.A. Conci, il 6 dicembre, a Napoli, presso lIstituto Universitario Suor Orsola Benincasa, si tenuta una giornata di studio su
Lambiguit dellessere, a colloquio con Pietro Prini. Hanno parte-

gno organizzato dalla Facolt di Lingue e Letterature Straniere dellUniversit degli Studi di Bergamo, al Palazzo della Regione della citt di Bergamo, dal 20 al 23 novembre 1996. Relazioni di: G. Cantarutti , P. Giacomoni, J. Leerssen, R. Venuti, W. Zacharasiewicz, A. Koschorke, C. Begemann, E. Agazzi, G. Cusatelli, M. Cometa, F. Rodriguez Amaya, E. Locher, G. Mattenklott, A. Valtolina, C. Vittone, G. Fink, G. Neumann, M. Galli, T. Wirtz, C. Fischer, I. Zingner, A. Montandon, U. Persi, J. Kresalkova, G. Bohme, A. Holter, C. Schmolders. Informazioni: Facolt di Lingue e Letterature Straniere dellUniversit degli Studi di Bergamo, Irma Mancini, tel. 039 35 277811, fax 277810

Internet e le muse stato il titolo

Lettres - edizione critica integrale dei testi italiani e latini con traduzione francese a fronte - con il patrocinio dellIstituto Italiano per gli Studi Filosofici, sono state presentate mercoled 29 gennaio 1997 a Bruxelles, presso la sede del Parlamento Europeo (Salle 7 C 50, 97113 Rue Belliard). Hanno partecipato Luciana Castellina (Presidente della Commissione Cultura), Ilya Prigogine (Premio Nobel per la chimica, Universit Libre de Bruxelles), Enrique Baron Crespo (Deputato del Parlamento Europeo), Biagio De Giovanni (Istituto Universitario Orientale di Napoli, Deputato del Parlamento Europeo), Gerardo Marotta (Presidente dellIstituto Italiano per gli Studi Filosofici), Giovanni Pugliese Carratelli (Accademia dei Lincei), Giovanni Aquilecchia e Rita Sturlese (curatori delledizione critica), Yves Hersant et Nuccio Ordine (Direttore della collana), Miguel Angel Granada (Vice Presidente del Centro Internazionale di Studi Bru-

La sezione lombarda della Societ Filosofica Italiana organizza, allUniversit Statale di Milano (Aula Crociera Alta) una serie di incontri su:
Filosofia e contemporaneit nel dibattito tra le due guerre, nel

cipato: F.M. De Sanctis, M. Bianca, V. Cappelletti, L. DAlessandro, A. Masullo, V. Mathieu, G. Morra, A. Negri, M. Schiavone. Informazioni: Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, via Suor Orsola 10, Napoli, tel. 081 406702

corso del quale vengono analizzate alcune opere filosofiche significative del rapporto tra filosofia, storia e scienza: gioved 20 febbraio 1997, La crisi delle scienze europee e la filosofia trascendentale di E. Husserl, relatori V. Melchiorre e R. Panaro; 20 marzo, Tractatus logico-philosophicus di L. Wittgenstein, relatori M. Di Francesco e P. Negri; 15 aprile: La storia come pensiero e come azione di B. Croce, relatori G.Lanaro e L. Pozzi DAmico. Il corso si chiuder il 22 maggio con una tavola rotonda su Aristotelismo e Platonismo nel pensiero medioevale: testi, traduzioni, interpretazioni, relatori : M. A. Del Torre, M.T. Fumagalli Beonio Bocchieri, A. Ghisalberti, P. Pirzio.

A Palermo, il 22 e 23 novembre 1996, presso lIstituto di Filosofia e Scienze Umane della Facolt di Scienze della Formazione dellUniversit, si tenuto il convegno di studi Il secolo deleuziano. Sono intervenuti P.A. Rovatti: Nel mondo di Alice; G. Agamben: Limmanenza assoluta; F. Montanari: Esprimere limmanenza; F. Polidori: Fuori dalla filosofia; P. Fabbri: Come Deleuze ci fa segno: da Hjelmslev a Peirce; F. Berardi: Corpo senza organi e divenire planetario; S. Vaccaro: Risonanze. La macchina da pensiero Foucault-Deleuze; F. La Cecla: Deleuze era un cannibale?; P. Di Giovanni: Differenza e diversit; G. Burgio, T. Cumbo, G. Di Benedetto, M. Gebbia, S. Lucido:

del convegno tenutosi allIstituto Universitario di Lingue Moderne di Milano, il 14 e il 15 novembre 1996, a cui hanno partecipato G. Landow: Text withouth Borders on Internet; M. Ricciardi: Studenti, reti e comunit virtuali: protagonisti e nuovi ambienti; M. Yoneyama: Filosofia e Informatica; P. Ferri: Apocalittci o integrati: per una filosofia della rivoluzione digitale; L. Toschi: Lipertesto dautore. Verso una retorica del testo elettronico; C. Cazale Berrad e R. Mordenti: Libert e responsabilit del critico/editore/ermeneuta in ambiente elettronico interattivo; M. C. Vettraino Soulard: Internet et ses mythes. Informazioni: Istituto Universitario di Lingue Moderne (IULM), Milano, tel. 02 582181

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CALENDARIO

Istituto Italiano per gli Studi Filosofici


SEDE DI NAPOLI Palazzo Serra di Cassano Via Monte di Dio 14

10-13 marzo 1997 Roberto Esposito (Istituto Universitario Orientale, Napoli)


Le idee del Novecento: il totalitarismo

rito del tempo e come principio della filosofia - Il relativismo contemporaneo e linsu perabilit dei conflitti interetnici - Riflessione trascendentale e fondamento ultimo: Iautodissoluzione del relativismo e la prova apagogica - Riflessione trascendentale e ontologia; la differenza ontologica. 7-9 aprile 1997 Silvia Vegetti Finzi (Universit di Pavia)
Le idee del Novecento: inconscio

le sue radici.- Semier Lapporto di Lessing e di Herder - Levoluzione della dogma tica tra Sartorius e Storr - Influenze illuministiche nella prima formazione di Hegel. 28 aprile - 2 maggio 1997 Paul Ricoeur (Universit di Parigi X - Nanterre)
Pluralit delle lingue e problema della traduzione

ne con la rivelazione nel cammino della filosofia (San Tommaso, Kant, Hegel) - Circolarit e complementariet fra ragione e rivelazione nellapproccio contemporaneo. 19-22 maggio 1997 Lea Ritter Santini (Universit di Munster)
Mito e storia

Le interpretazioni classiche - Totalitarismo, autoritarismo, tirannide - Totalitarismo e politica - Totalitarismo e filosofia. 17-21 marzo 1997 Paolo Lucentini (Istituto Universitario Orientale, Napoli)
La tradizione ermetica nel medioevo latino

Crisi del soggetto classico ed emergenza dellinconscio - Paradossi della conoscenza e statuto della verit - Identit e femminilit. 21-23 aprile 1997 Giuseppe O. Longo (Universit di Trieste)
Le idee del Novecento: informatica

5-9 maggio 1997 John E. Murdoch (Harvard University)


Problems of newtonianism

Figure del mito e identificazione storica - Erudizione mitologica e invenzione letteraria - Miti di segregazione - Miti di elevazione. 26-30 maggio 1997 Francis Jacques (Institut Catholique de Paris)
Lorde du texte

5-9 maggio 1997 Vincenzo Vitiello (Universit di Salerno)


Ordine e differenza Vico e la fondazione epistemica della storia

Origini e natura della tradizione ermetica - Ermete Trismegisto e i Padri della Chiesa- Ermetismo eplatonismo: IAsclepius nel secolo XII - Lermetismo filosofico e magico-astrologico nei secoli XIIIXIV - Il Libro dei ventiquattro filosofi. 24-27 marzo 1997 Michael J. Petry (Universit di Rotterdam)
Franz Hemsterhuis e il pensiero europeo

Informazione e intelligenza artificiale Le radici dellinforma tica - Dal calcolatore alle reti. 21-23 aprile 1997 Giacomo Marramao (Terza Universit di Roma)
Le idee del Novecento: potere

Le interpretazioni novecentesche di Vico - Philosophia et Philologia - Il principio universale del sapere: dal verum ipsum factum alla rerum ordini conformatio Lorizzonte trascendentale della storia: Vico e Kant - Il rapporto natura-storia: Vico e Hegel. 12-16 maggio 1997 Marcello Snchez Sorondo (Pontificia Universit Lateranense)
Per un progetto di filosofia aperta alla fede

Du Linguistic turn aux Textual turn en philosophie - Trois raisons pour distinguer discours et texte - Y-a-til des univer saux de la textualit? Interrogativit et textualit - Pourquoi distinguer des types de textes: philosophiques, littraires, religieux, scientifiques.
SEDE DI VENEZIA Cannaregio 2593, Calle Longo tel 041 717940 fax 041 720510

Spinoza e i suoi critici olandesi - Newton e lIlluminismo inglese - Diderot e gli enciclopedisti francesi - Kant e i romantici tedeschi. 24-27 marzo 1997 Claudia Melica (Istituto Italiano per gli Studi Filosofici)
Lopera di Franz Hemsterhuis

Potere-dominio (M. Weber) - Poteresapere e potere-influenza (da Nietzsche a Foucault) - Potere simbolico: auctoritas e potestas. 21-24 aprile 1997 Adriano Tassi (Istituto Italiano per gli Studi Filosofici)
Filosofia e religione nellet dellAufklarung

17-21 marzo Mario Ruggenini (Universit di Venezia)


Il discorso dellaltro: ermeneutiche della finitezza

La lettura razionalistica della Scrittura e Napoli, 19-21 giugno 1997 In collaborazione con lHastings Center di New York, conferenza internazionale su The Goals of
Medicine: new perspectives for the third millennium. Interventi:

I cardini di una filosofia aperta alla fede secondo Paolo (Atti 17,22 ss) - Il fondamento dellesistenza di Dio - La dignit primaria dellessere umano come persona - Incontro della ragio-

La Lettera sullateismo di Hemsterhuis e il dibattito sul panteismo - La biblioteca privata di Hemsterhuis, la sua conoscenza scientifica e i suoi rapporti con gli scienziati italiani - La relazione con la Gallitzin: i testi pubblicati e i manoscritti a lei indirizzati (il Gallitzin Nachlab ) 1-4 aprile 1997 Emilio Hidalgo-Serna (Universit di Braunschweig)
Poesia e filosofia di Antonio Machado e Octavio Paz

Venezia, 28 febbraio - 1 marzo 1997 Presso lAula magna dellistituto Universitario di Architettura di Venezia, dal 28 febbraio al 1 marzo 1997,, si tiene il I X Convegno
veneziano di cosmologia e filosofia: Lantichit del nuovo. Le radici classiche della scienza moderna. Venerd28 febbraio: P.

luned 17 marzo, Mondo e linguaggio. Da dove comincia il discorso dellaltro; marted 18 marzo, Laltro e lassenza; mercoled 19 marzo, Laltro e lessere; gioved 20 marzo, Laltro e il tempo; venerd 21 marzo, Il Dio, la morte, la contraddizione. Dove finisce il discorso dellaltro? 7-11 aprile Carlo Sini (Universit di Milano)
Letica e la scienza

La poetica di A. Machlado: Juan de Mairena - A. Machado e la funzione filosofica della sua poesia - Larco e la lira di O. Paz La poesia conoscenza. 1-4 aprile 1997 Geminello Preterossi (Istituto Italiano per gli Studi Filosofici)
Da Hegel a Weimar

La dottrina ottocentesca dello Stato Schmitt e il duplice volto di Hegel Kelsen e il modello del diritto statuale esterno - Smend e Heller: teoria dellintegrazione e sovranit democratica. 1-4 aprile 1997 Giovanni Stelli (Istituto Italiano per gli Studi Filosofici)
Il relativismo contemporaneo e il problema del fondamento ultimo

Il relativismo contemporaneo come spi-

R. Baker, History and the Goals of Medicine; L. Nordenfelt, Health as a Goal of Medicine; R. Gillon, A tentative Model for the Goals of Medicine; J. Payne, Methode for Thinking about the Goals of Medicine; J. Burrows, A Global Perspective: Burden of Future Cancer Care; C. Defanti, Concepts of Death and the Goals of Medicine; K. Boyd, Old Age: Something to look forward to?; M. Mori, Assisted Reproduction and the Goals of Medicine; G. Sponhalz, The Influence of Human Genetics on the Goals of Medicine; Q. Renzong, The Goals of Medicine in a Multicultural Context; A. Suwandono, The Goals of Medicine and the Problkem of Developing Countries; R. De Sanctis, Medicine, Mass Media and Ethical Problems; G. Allert, Teaching the Physicians of Tomorrow; M. Marigo, Ethical Problems and Medical Education; D. Gracia, Goals of Medicine: From Theory to Practice; D. Callahan, Ends and Means in Medicine.

Bozzi, Letture sorprendenti: osservazioni fatte ora, proposizioni scritte allora; L. Accardi, Il ritardo del caso; A. Hayli, Leliocentrismo: unidea antica ripresa diciotto secoli pi tardi; C. Sini, Leternit del principio; sabato 1 marzo: S. Corradino, Lumanesimo scientifico della Compagnia di Ges nel Sei e Settecento; M. Hack, Modelli cosmologici dallantichit a oggi; L. Woltjer, Luniverso in evoluzione; L. Russo, La rivoluzione dimenticata; P. Budinich, Anticipazioni dellodierna fisica teorica nel pensiero presocratico; P. Zellini, Il logos matematico e le radici del pensiero algoritmico; G. Giorello, Pianeti ed extraterrestri in Kant; J. Luminet, Cosmologia e poesia; G. Salvini, La fisica: i grandi progressi attuali, le domande eterne.

luned 7 aprile, Hilary Putnam e il realismo scientifico marted 8 aprile, Le cose e le parole: dal Cratilo ad Alfred Kallir mercoled 9 aprile, La genealogia del conoscere gioved 10 aprile, La metafisica come analogia simbolica venerd 11 aprile, Letica del sapere. 5-9 maggio Paolo Rossi (Universit di Firenze)
La nascita della scienza moderna

luned 5 maggio, Gli ostacoli; marted 6 maggio, Le cose mai viste; mercoled 7 maggio, Filosofia meccanica, chimica, magnetica; gioved 8 maggio, Linfinito; venerd 9 maggio, Gli strumenti e le teorie. 19-23 maggio Pier Aldo Rovatti (Universit di Trieste)
Michel Foucault e la storia della follia

luned 19 maggio, Interno ed esterno; marted 20 maggio, Il silenzio e le parole; mercoled 21 maggio, Essere giusti con Freud; gioved 22 maggio, Il caso Pierre Rivire; venerd 23 maggio, La follia di Foucault.

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DIDATTICA

DIDATTICA

a cura di Riccardo Lazzari

Interventi, proposte, ricerche


Una tendenza in atto nellambito del dibattito sullinsegnamento della filosofia quella di ricercare opportune sedi di confronto e di approfondimento che, senza prescindere dagli aspetti complessivi della disciplina, consentano ai docenti di confrontarsi sul come della sua comunicazione in una situazione di carattere scolare. Un esempio di questa tendenza la recente apparizione del primo Quaderno di filosofia e didattica della filosofia, intitolato
INSEGNARE E APPRENDERE A FARE ESPERIENZE

(Giuseppe Laterza Editore, Bari 1996), promosso dalla Societ Filosofica Italiana - Sezione di Bari e curato da Mario De Pasquale. Sulla stessa linea di tendenza si pone il dibattito presente sul BOLLETTINO DELLA SOCIET FILOSOFICA ITALIANA, di cui si segnala in particolare il n. 158 (maggioagosto 1996), che ospita interventi di Sergio Cicatelli e Antonino Postorino.
DI FILOSOFIA IN CLASSE

Il Quaderno della sezione di Bari della S.F.I., che ospita interventi di M. De Pasquale, A. Gentile, F. Maurino, R. Ruggiero e M. Trombino, nato come una riflessione a pi voci su di unesperienza di insegnamento della filosofia secondo il cosiddetto Programma Brocca e vuole anzitutto rispondere allesigenza, di molti docenti, di ovviare alla mancata problematizzazione... del canale comunicativo-didattico da essi utilizzato, nellottica di promuovere una specifica ricerca teorica ed empirica nellinsegnamento della filosofia e di favorire il confronto delle idee e delle esperienze. Si trattato perci di far leva su quello stile sperimentale che sempre pi si richiede oggi a chi insegna nella scuola secondaria superiore. Del resto, come mette in luce De Pasquale, la ricerca teorica sulla didattica della filosofia non estranea al destino medesimo della filosofia: Nella nostra attivit sperimentiamo anche un modo di essere filosofi, frequentando i luoghi di confine della filosofia, le sue frontiere, nella relazione che essa instaura con la complessit del mondo in cui viviamo e con la societ civile (...). Noi docenti, nel tentativo di mediare la ricchezza della tradizione disciplinare con le nuove generazioni, ci facciamo

carico del destino della filosofia nel futuro, nel tempo dellistruzione di massa. Proprio in quanto figura di frontiera tra filosofia e societ, al docente affidata oggi una specifica responsabilit, che trova il suo ambito di attuazione in quella che si pu definire la filosofia insegnata: non si tratta di una formula per intendere un sapere gi compiuto, un insieme di conoscenze gi date che vanno passivamente trasmesse agli allievi, ma di un modo di fare filosofia che si confronta col problema del senso per laltro delle teorie filosofiche, e che pertanto non pu prescindere dal misurarsi con le voci inespresse, le istanze, i bisogni, i timori, i linguaggi, le visioni del mondo, gli stili cognitivi ed espressivi dei giovani allievi. In una parola, si tratta dellesperienza del confilosofare per i giovani con i grandi autori. A questo fine si richiede una mediazione didattica, purch essa non scada a mero tecnicismo o a espediente per rendere attraente il messaggio filosofico, ma sappia declinarsi nel senso di una esperienza di filosofia. Ci esige da un lato il passaggio da un apprendimento in classe finora basato su una filosofia raccontata attraverso il manuale o la spiegazione del docente, rispetto a cui gli studenti restano uditori passivi, ad un dialogo con i grandi autori della tradizione, nella prospettiva di confilosofare con loro attraverso i testi; dallaltro esige che il filosofare venga appreso come unattivit fruibile nella quotidianit dei contesti di vita da parte di tutti. Se peraltro vero che nel confilosofare coinvolta la totalit della persona del docente, unadeguata programmazione dellinsegnamento della filosofia non pu non tener conto di definire obbiettivi sia dellarea cognitiva sia dellarea affettiva. A questo fine viene offerto nel Quaderno, a livello esemplificativo, un protocollo degli obiettivi e delle operazioni nelle varie fasi dellattivit didattica che si svolge intorno alla lettura del testo filosofico, secondo una tassonomia a spirale che distingue, relativamente allincontro con il testo e con lautore, fra una dimensione semantica, una dimensione sintattica e un giudizio personale. Vengono poi forniti esempi di unit didattiche, che hanno trovato esecuzione presso i Licei Salvemini, Fermi e Orazio Flacco di Bari. Unaltra riflessione condotta a pi voci su questo Quaderno della S.F.I. di Bari ri74

guarda lesperienza della comunicazione secondo regole: lassunto di fondo che il problema della comunicazione non si pone soltanto entro la didattica della filosofia, ma che costituisce anche la cornice pi generale in cui situare lo stesso problema della didattica della filosofia come forma circoscritta delle pi ampie dimensioni della comunicazione. Viene inoltre fornita una griglia di obiettivi riguardanti la promozione di apprendimenti, teorici ed esperienziali, sulla comunicazione, e viene illustrato un percorso didattico, attraverso testi platonici, finalizzato a sviluppare un discorso sulla comunicazione. Altre riflessioni condotte sul Quaderno riguardano il tema della valutazione e le prospettive future inerenti alla ricerca didattica in filosofia. Sul n. 158 del Bollettino della Societ filosofica italiana la Commissione Didattica traccia un bilancio delliniziativa relativa allapertura del Bollettino agli interventi sulla didattica, e annuncia che il primo numero del 97 sar dedicato a due temi specifici: il recupero e la valutazione, sollecitando pertanto contributi in questo senso. S. Cicatelli si sofferma su Un esempio di prova strutturata per la comprensione del Discorso sul metodo di Cartesio, la cui struttura (molto semplice) consiste nel proporre allo studente, dopo la lettura integrale del testo, 60 domande a risposta chiusa con quattro alternative da somministrare in due riprese, allinterno di un percorso didattico che dura circa un mese. Pi che un semplice test, la proposta qui avanzata vuole essere quella di un completo sussidio didattico. A. Postorino avanza invece una riflessione Sulla questione didattica dei testi filosofici. Litinerario disegnato di avviamento alla lettura dei testi si articola in alcuni passi fondamentali: la presentazione della filosofia come distruzione delle certezze e, al tempo stesso, come ricerca di una certezza non suscettibile di distruzione, lanalisi delle ragioni del desiderio umano di certezza, lanalisi della risposta magico-religiosa alla domanda fondamentale e dellapproccio filosofico a essa, lavviamento alla prima forma storica della sopha come scienza dellarch e il passaggio alla lettura dei testi. Sul n. 31 di Sensate esperienze si segnala inoltre, in questo contesto di discussione, Unesperienza di lettura del testo filosofico di

DIDATTICA
Giuseppe De Lucia, relativa ad un percorso dinsegnamento condotto in una classe seconda del Liceo-Ginnasio Corradini di Thiene (Vi). Lesperienza in questione stata realizzata con la lettura del Discorso sul metodo di Cartesio: dopo la lettura in classe di sequenze di testo, si proceduto ad assegnare agli studenti lo svolgimento di particolari esercitazioni, promovendo il lavoro di gruppo e soprattutto la discussione delle risposte ai quesiti proposti. Sulla Nuova secondaria (a. XIV, n. 3, novembre 1996) troviamo un ampio approfondimento dedicato a Cartesio: A 400 anni dalla nascita. Cartesio: un filosofo da rileggere, con contributi specifici di Ettore Lojacono, Giulia Belgioso, Marta Fattori, JeanPierre Cavaill. Da un lato si conferma il riconoscimento di Cartesio tra i fondatori del razionalismo, ma dallaltro si avanza anche lesigenza sia di definire meglio questultimo, sia di documentare la ricchezza dei percorsi intellettuali del filosofo, senza appiattirla ad alcun clich storiografico. R.L. Nella Premessa al Dizionario, Paolo Rossi chiarisce come esso sia stato concepito come un primo strumento per quei giovani che iniziano un loro personale rapporto (mediato dallinsegnamento) con quel gigantesco, complicato, proliferante e affascinante oggetto che la filosofia. Proprio per questa sua finalit, il Dizionario di filosofia non intende sostituire il manuale di filosofia (tanto pi che, volutamente, non ricorrono tra le voci che lo compongono i nomi degli autori), ma punta su una lettura trasversale che fa riferimento ai temi e ai problemi, indicando la persistenza dei termini, il lento (a volte improvviso) variare dei significati e favorendo la costruzione di percorsi tematici. Questi ultimi sono agevolati sia dalla presenza di voci che si richiamano alle tradizioni filosofiche, sia da una molteplicit di rimandi posti allinterno dei singoli lemmi. Non mancano neppure rimandi ad argomenti attuali, che sollecitano linteresse dei giovani: per questo non si sono fatte mancare voci come Animalismo, Bioetica, Destra/Sinistra, Razza/Razzismo e numerose altre. Pensato come strumento per i giovani che iniziano ad avvicinarsi a questa disciplina, il Dizionario di Filosofia costituisce un aiuto pi che valido anche per tutti quegli interessati meno giovani che hanno perso di vista i concetti basilari della filosofia. In 435 pagine, pi di trecento voci offrono un panorama esauriente di quello che propone la filosofia attraverso i concetti principali, le correnti filosofiche e i percorsi tematici. Caratteristica del volume, infatti, lassenza di protagonisti del pensiero filosofico, che compaiono solo
CALENDARIO
A Palermo nei giorni 13-15 marzo 1997 si tiene il XXIV Convegno Nazionale, valevole ai fini della professione della carriera, promosso dal CIDI (Centro Iniziativa Democratica degli Insegnanti) e dalle Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori sul tema: La scuola nella societ della conoscenza - formazione, tecnologia, informazione, modelli di vita. Gioved 13 marzo, ore

Dizionario di filosofia
Costituisce un utile strumento di studio il DIZIONARIO DI FILOSOFIA (La Nuova Italia, Firenze 1996), a cura di Paolo Rossi, Bruno Mancini, Giuseppe Marini, Michela Nacci, Silvia Parigi. Diversamente dal classico dizionario, questopera offre unesposizione tematica e concettuale che prescinde dai singoli autori.

allinterno dellindice analitico, in chiusura del volume, rimandando ai concetti di riferimento, in modo da offrire una descrizione tematica e concettuale in cui le idee si muovono staccate dagli autori. Il vantaggio unanalisi anche evolutiva dei movimenti filosofici indicati a discapito della parte biografica, totalmente assente, degli autori citati. Molto interessanti, a uso scolastico, sono i percorsi tematici che riportano fedelmente lo sviluppo dei concetti. Cos troviamo, ad esempio, levoluzione del concetto di dialettica a partire da Platone, passando per Kant sino a Hegel e Marx; o quello di ermeneutica dalle interpretazioni classiche fino a quelle gadameriane. Curiosa la presenza del termine filosofia che compare in tutte le sue accezioni e interpretazioni a seconda dello sviluppo storico a cui si fa riferimento. Ampio spazio dedicato anche alla parte categoriale e terminologica, essenziale per chiunque voglia avvicinarsi alla filosofia. Troviamo cos termini come induzione e deduzione, ontologia o gnoseologia, che costituiscono il vocabolario di chiunque voglia acquisire un linguaggio filosofico corretto ed esauriente. Per quanto riguarda i contenuti, forse dedicato pi spazio alla parte teoretica a discapito di quella pratica ed estetica. Basti pensare, ad esempio, che il concetto di io analizzato in tutte le sue accezioni teoretico metafisiche, mentre la sua concezione morale messa in secondo piano. Inoltre, si nota molta attenzione alla filosofia contemporanea; Heidegger, ad esempio, uno dei filosofi pi citati. R.L./A.S.

Informazioni: G. Genga, Studium Cartello, T. 02/76006879 La Sezione novarese della SFI propone un corso di studio e di aggiornamento, valevole ai fini della professione della carriera, sul tema: Filosofia e letteratura tra 800 e 900. Inaugurato da C. Sini con una relazione sul tema: Filosofia e letteratura tra 800 e 900: introduzione alla lettura dei rapporti fra le due discpline, il corso prevede il seguente calendario: 14 febbraio: G. Barberi Squarotti, Manzoni filosofo; 25 febbraio: E. Rambaldi, Leopardi pensatore; 14 marzo: E. Fagiuoli, Nietzsche letterato; 21 marzo: S. Moravia, Pirandello filosofo; 11 aprile: S. Arcoleo, Sartre letterato e critico della letteratura; 6 maggio: G. Zaccaria, Heidegger e la poesia e si chiude il 13 maggio con un seminario sulla didattica interdisciplinare tra le Materie letterarie e la Filosofia . Informazioni: SFI - Sez. di Novara, Via Giovannetti 8, T. 0321/ 398895

9.30: La societ della conoscenza (C. Marrocchi, A.Sasso, F. Colombo, L. Gallino; E. Resta); ore 15.30: Per il progetto cultrale (S. Bonsanti, P. Fabbri, A.Oliverio, A. Ruberti, T. De Mauro); venerd 14 marzo, ore 9.30: Esigenze della societ e bisogni formativi ( G. Chinnici, G. Cerini, R. Conserva, W. Moro); ore 15.30: Gruppi di apprendimento e di confronto; sabato 15 marzo ore 9.30: Una politica per la formazione(P. Puccio, L.Violante) ; ore 15.30: Dal progetto al governo della trasformazione (L. Berlinguer, E.Coniglione); Infomazioni: Servizitalia-turismo & congressi, V.le S.Puglisi 15, 90143, Palermo, tel. 091/6250453- fax 091/ 303150

Il Centro per la formazione e laggiornamento Didattica e Innovazione Scolastica (DIESSE) propone, a partire da febbraio 1997, un corso di aggiornamento - approvato nel piano provinciale del Provveditorato agli studi di Milano -dal titolo: Percorsi paralleli. Tra i relatori: A. Ricagni, M.S. Bellada, M. Franchi, A. Caspani, G. Massone, E. Arnone, L. Polo, G. Meroni, A.M. Ferrari. Informazioni: Nicola Itri, Via Boltraffio 21, 20159 Milano, T. 02/606390 - 606377, Fax 02/6880981

L UCIM organizza a Roma nei giorni 17 - 21 febbraio il XIX Congresso nazionale sul tema: Quale progetto
culturale ed educativo alle soglie del terzo millennio? Riconosciuto dal Ministero della Pubblica Istru-

Istituzioni del pensiero laico: lesperienza giuridica il titolo del corso che si tiene a Milano a cura

dellassociazione Studium Cartello, in collaborazione con il Servizio Formazione Permanente dellUniversit Cattolica, con il seguente programma: 8 marzo: A.Santosuosso, Bioetica e diritto; 22 Marzo: F. Botturi, Modernit e giuridicit da Hobbes a Vico; 5 aprile: T.Perlini,Diritto, modernit e autonomizzazione delle sfere culturali; 19 aprile: S. Natoli, Colpa, paura, redenzione; 3 maggio: G. Spazzali, Pentimento e pentitismo; 24 Maggio: G. Feliciani, Lesperienza giuridica individuale nel diritto della Chiesa cattolica; 7 giugno: E. Rigotti, Competenzalinguistica e competenza giuridica; 21 giugno: Tavola rotonda e discussione.

Presso la sede milanese dell IRRSAE Lombardia in corso unampio progetto di formazione su La didattica della filosofia in chiave interdisciplinare. Una prima sezione gi conclusa ha visto il 13 dicembre scorso lintervento di C. Mangione sul tema: La crisi dei fondamenti della matematica, seguito da un incontro organizzativo il 9 gennaio sui temi: Filosofia e formazione (P. Zanelli e G. Molinari), Filosofia e matematica (M. Negri), Filosfia e letteratura(Gavianu), Filosofia e comunicazione (G. Sidoni). La seconda fase prevede lattivazione di seminari specifici nei mesi di febbraio-aprile 1997 su: Filosofia e letteratura, Filosofia e formazione, Filosofia e matematica. Informazioni: Silvio Restelli, IRRSAE Lombardia, Via Leone XIII 10, Milano, T. 02/ 4818331

zione allinterno del piano nazionale di aggiornamento, il convegno si articola con la seguente scansione tematica: Lunit delle culture nellet della tecnica (M. Buzzoni), Listruzione al servizio delleducazione (L. Caimi), Il ruolo del lavoro e della formazione nel processo educativo; Il rapporto fra il sistema dellistruzione e il sistema della formazione (D. Nicoli); Dal centralismo e dal decentramento alla autonomia scolastica. I riflessi a livello di ministero, di regione e di scuola(S. Pajno); La famiglia e il suo contributo al processo personale e sociale di formazione e di sviluppo. Una rilettura storica del problema; uno sguardo prospettico (G. Campanini); Valutazione dellapprendimento e valutazione dellinsegnamento per una scuola promozionale e orientativa(I. Fassin), Quale progetto culturale ed educativo alle soglie del terzo millennio (C. Checcacci). Informazioni: Domus Mariae, Via Aurelia 481, 00105 Roma, tel. 06/66000576 - 6623138 - 662494

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STUDIO

STUDIO

Leggere la Critica della ragion pura


Costituisce un valido strumento di studio lintroduzione alla lettura della kantiana CRITICA DELLA RAGION PURA (La Nuova Italia scientifica, Roma 1996) di Raffaele Ciafardone. Il volume, che affianca, nella stessa collana, due precedenti testi di introduzione alle altre Critiche kantiane, presenta gli obiettivi della prospettiva critico-trascendentale anche in riferimento alle opere pre-critiche e agli altri scritti dellepoca.

In poco pi di duecento pagine lo studio di Raffaele Ciafardone presenta e analizza i contenuti della Critica della ragion pura kantiana. Il testo strutturato in tre parti che analizzano il contesto filosofico nel quale si sviluppa il criticismo, la produzione pre-critica e, finalmente, lesposizione dellopera. Chiudono il volume una breve biografia e una bibliografia dettagliata in italiano e non. Con un linguaggio sufficientemente semplice e chiaro, Ciafardone illustra il rapporto tra il criticismo e le filosofie precedenti, evidenziando il rapporto tra la filosofia di Kant, lempirismo, il razionalismo e la filosofia illuminista. Costituisce unintroduzione anche la seconda parte del volume che analizza le opere precritiche, dagli scritti di geografia astronomica a quelli critici sulla metafisica. Largomento centrale comunque lanalisi della Critica della ragion pura, che presentata a partire dagli intenti fino alla realizzazione compiuta. Lanalisi verte principalmente sui principi del criticismo, del concetto di trascendentale e della rivoluzione copernicana, mentre poco spazio dedicato allanalisi dei giudizi, forse non considerati fondamentali. I due obiettivi dellopera, ovvero la giustificazione della fisica e la critica della metafisica, sono qui fondati a partire dal problema trascendentale e conoscitivo, che diventa il perno attorno al quale ruota questo studio. La tripartizione della Critica della ragion pura, infatti, assume qui i contorni della prospettiva gnoseologica piuttosto che scientifica. In altre parole, Ciafardone presenta Kant non tanto come il difensore del meccanicismo e della fisica newtoniana, quanto il fondatore della prospettiva critico-

trascendentale. In questo modo, lEstetica trascendentale, pi che costituire la fondazione della matematica, rappresenta lanalisi della conoscenza sensibile attraverso le forme a priori dello spazio e del tempo. Lo stesso accade per lAnalitica dove il problema del meccanicismo appena accennato per lasciare spazio alla fondazione della conoscenza intellettuale grazie alla deduzione e allo schematismo trascendentale. Diverse pagine sono dedicate allanalisi dellio penso e alla differenza tra il pensare e il conoscere. Infine, lanalisi della Dialettica sfocia nella illusoriet della ragione che fallisce di fronte ai paralogismi, alle antinomie e alla teologia. Nonostante lo scacco finale, ricorda Ciafardone, alla ragione restano le strade della pratica e dellestetica, unico campo in cui linfinito resta raggiungibile. A.S.

Differenti significati del positivismo


Nel volume dal titolo EREDI DEL POSITIVISMO. RICERCHE SULLA FILOSOFIA ITALIANA TRA 800 E 900 (il Mulino, Bologna 1996) Antonio Santucci mostra come non sia possibile fornire unimmagine unitaria del positivismo, che invece costituito da molteplici aspetti e si snoda in differenti percorsi.

Secondo Antonio Santucci il positivismo rappresenta un movimento filosofico complesso ed eterogeneo che non pu essere facilmente riducibile a formule unitarie che lo definiscano globalmente o in modo schematico, come alcune interpretazioni recenti hanno cercato di fare, considerandolo un romanticismo della scienza, legato alla teoria hegeliana, o ritenendolo caratterizzato da due dimensioni, quella umanistica e quella scientifica. Tali schematizzazioni possono essere evitate se questo movimento filosofico viene inquadrato allinterno delle coordinate sociali, come quelle capitalistiche, individuando le infrastrutture mentali su cui esso si fonda o scorgendo i legami che il positivismo stabilisce con altre concezioni filosofiche, come le teorie socialiste, marxiste, nazionalisti76

che, evoluzionistiche, psicologiche e persino idealistiche. Nel delineare il panorama filosofico del positivismo, Santucci individua da una parte, nel panorama italiano, Cattaneo e Ardig, dallaltra i naturalisti come Tomasi, Lombroso e Villari; autori che non possono essere riuniti sotto il comune denominatore dellopposizione alla metafisica, poich necessario distinguere tra quei positivisti che attribuiscono alla filosofia il compito di generalizzare i risultati di altre discipline e quelli che invece le riservavano il compito di analizzare lesperienza. Del resto, osserva Santucci, se vengono esaminati i dibattiti e ci si immerge nel vivo delle dispute del primo Novecento del positivismo, come ha sottolineato Garin , diventa difficile fissare i confini tra le revisioni positivistiche e la rinascita dellidealismo, e facili sono gli equivoci, gli scambi delle parti. Cos avvenuto che, se il compito dei positivisti era quello di rendere manifesto il senso umano della scienza, quello degli idealisti era piuttosto di chiarificare il valore scientifico della storia. Nel lungo percorso seguito da Santucci attraverso i differenti significati del positivismo emergono, inoltre, alcune tendenze paradigmatiche. Cos se Enriques considera la realt scientifica come una costruzione che implica un processo di approssimazione, identificandosi con un progetto aperto ai controlli futuri, Ardig considera fondamentale il problema gnoseologico in relazione alle teorie di Berkeley e di Hume, di Mill e degli empiriocriticisti. Daltra parte, se Ferrari si oppone alle accuse dellidealismo di collocare la psicologia nellambito del sapere e di conferirle di conseguenza una reale consistenza nella variet degli indirizzi, Labriola e altri positivisti favoriscono un incontro tra il positivismo e il marxismo attraverso lanalisi del legame esistente tra le teorie positiviste da un lato e le forze produttive e le lotte di classe dallaltro. Daltro canto, osserva Santucci, gli aspetti negativi del positivismo, come lesaltazione di un sapere totalmente empirico incapace di elevarsi alla purezza del concetto, la presenza di una concezione natura-

STUDIO
listica della storia e della politica, la prevalenza di una mentalit massonica, possono essere corretti solamente rivalutando la tradizione del pensiero italiano da Machiavelli a Vico: lesito sarebbe stato un idealismo riformato senza metafisica. M.Mi.

La linguistica del Novecento


Nel volume dal titolo: LA LINGUISTICA DEL (il Mulino, Bologna 1996) Giulio C. Lepschy propone un quadro generale di questa disciplina attraverso lesame dei suoi diversi aspetti, dalle riflessioni dei filosofi che si sono occupati di essa ai suoi rapporti con altre discipline.
NOVECENTO

Nella sua indagine della linguistica Giulio C. Lepschy ne sviscera tutte le diverse manifestazioni in rapporto alle riflessioni dei linguisti e dei filosofi che si sono occupati di questa disciplina. In primo luogo, Lepschy mostra come nella linguistica del Novecento ricopra una posizione centrale De Seaussure, le cui analisi hanno contribuito allo sviluppo delle scuole strutturalistiche a cui appartengono Benveniste, Trubeckoy e Jakobson. La componente principale di questo pensiero quella relativa allaffermazione della radicale arbitrariet del segno linguistico che si esplica nel rapporto tra significante e significato, tra parola e cosa. Tale arbitrariet esprime, secondo Lepschy, lestraneit delluomo dovuta alla sua condizione di gettatezza nel mondo, divenendo simbolo di una originaria frattura allinterno del soggetto, che si rivela una ferita insanabile per via della sua connaturata mancanza di fondamento. Tuttavia, se si valuta il significato di questa concezione allinterno della linguistica, tale arbitrariet indica la possibilit di uno studio autonomo della lingua, in quanto i segni linguistici possono essere indagati senza analizzare la loro corrispondenza con le cose reali. Unaltra corrente degna di rilievo per la linguistica del Novecento, sottolinea Lepschy, la grammatica generativa, la cui fondazione da ricondurre a Noam Chomsky e che il prodotto della fusione di due correnti della ricerca precedente, quella che accentua la creativit del linguaggio e quella propria della teoria matematica della computabilit e della ricorsivit. Lambito privilegiato di studio dei generativisti la grammatica e quindi la considerazione di quel sistema di principi che permette alluomo di riconoscere la grammaticabilit delle frasi. Tale sistema, per i generativisti, dovuto ad una capacit innata, biologicamente ereditaria, rispetto alla quale le differenze storiche tra le lingue naturali sono irrilevanti. Un settore che ha determinato molte delle riflessioni nel dibattito linguistico del Novecento quello che riguarda il rapporto

Ferdinand De Saussure

tra la linguistica e la filosofia. Cos, osserva Lepschy, se da un lato, con Croce, lidealismo ha evidenziato laspetto creativo e fantastico rintracciabile in ogni espressione linguistica, anche quella pi quotidiana, dallaltro il positivismo e il neopositivismo, ispirandosi allopera di Frege, hanno sottolineato la distinzione tra senso e significato. Particolarmente importante per le sue riflessioni sulla relazione tra la lingua e il mondo Wittgenstein, dalle cui teorie si svilupperanno quelle indagini che considerano i problemi filosofici come problemi inerenti alluso del linguaggio. Infatti, soprattutto in relazione alla seconda fase del suo pensiero caratterizzata dalle Ricerche filosofiche, si origina la filosofia analitica o linguistica che considera i paradossi filosofici come il prodotto di un uso inadeguato del linguaggio. Unaltra corrente filosofica in cui la riflessione sul linguaggio ricopre una posizione di primo piano quella ermeneutica di Gadamer, Apel e Habermas, che mostra come tutta lesperienza sia dotata di un carattere linguistico in quanto ogni comunicazione linguistica necessita di un processo di interpretazione. Lo sviluppo dellermeneutica, sottolinea Lepschy, infatti dovuto anche alle riflessioni scaturite dallincontro tra la linguistica, da un lato, e la psicoanalisi e la filosofia esistenzialistica dallaltro, che si basano sullattribuzione al linguaggio di una realt costitutiva dello stesso soggetto. Se per Lacan, infatti, linconscio struttura77

to come un linguaggio che parla al soggetto, per Heidegger il linguaggio si identifica con un dire originario che luomo deve ascoltare per ritrovare in esso il proprio essere. Inoltre, secondo Lepschy, grazie alle riflessioni linguistiche di De Seassure e di Peirce che si sviluppata la semiotica. A tale proposito, interessanti sono le distinzioni stabilite da Peirce tra il significato iconico, il simbolo e lindice, che si basano sullidentificazione non solamente del linguaggio, ma anche della societ e del mondo, con un sistema semiotico. Infine, Lepschy prende in considerazione i diversi usi del linguaggio mostrando come in questo ambito siano state sottolineate in particolar modo le componenti sociali, che hanno dato sviluppo alla linguistica sociologica, alla sociolinguistica e alla sociologia del linguaggio. Daltra parte, non mancano studi relativi al rapporto tra il linguaggio e alcuni settori di indagine psicologica, come si pu rilevare dalloriginarsi di discipline come la linguistica psicologica, la psicolinguistica e la psicologia del linguaggio. Degno di rilievo anche il rapporto tra la linguistica e la critica che si basa sulle analisi dei testi narrativi, come nelle teorie dei formalisti e nelle analisi di Propp. In questo ambito sorto il decostruzionismo di Derrida, che mette in evidenza lillusoriet dellarmonia costruttiva e della coerenza interna di un testo per far risaltare ed emergere le contraddizioni, le aporie, i paradossi che frantumano la sua presunta linearit e unit. M.Mi.

RASSEGNA DELLE RIVISTE

RASSEGNA DELLE RIVISTE

a cura di Silvia Cecchi in collaborazione con Laura Rossi e Corrado Soldato


RIVISTA DI FILOSOFIA NEOSCOLASTICA

Anno LXXXVIII, n. 1, gennaio-marzo 1996 Vita e Pensiero, Milano La dottrina dellorigine del mondo in Platone con particolare riguardo al Timeo e lidea cristiana della creazione, di G. Reale: attraverso un confronto con lopera di maggior carattere enciclopedico di Platone, si tenta di recuperare lattrezzatura concettuale necessaria per un confronto con la metafisica antica di cui Platone, a partire dal Fedone, fondatore; la sua dottrina cosmogonica, in particolare, rappresenta una vera e propria riflessione metafisica sui principi della genesi, della struttura e della finalit del cosmo. Piero Martinetti e i maestri in persona, di G. Colombo: larticolo traccia uno schizzo della Torino e dei maestri che Martinetti vi trov allinizio della sua carriera di studente di filosofia nellanno accademico 1890. Un surrettizio cambiamento di designazione di un termine: cardine della prova di Goedel della non dimostrabilit della non contraddittoriet. Riesposizione metalinguistica e considerazioni filosofiche, di F. Rivetti Barb.

li concrete e che riconduce la filosofia ai luoghi originari in cui sorge lesigenza stessa della scienza. La struttura dellorizzonticit, di R. Walton: sul concetto di orizzonte di Husserl allinterno di opposizioni che fanno da complemento allopposizione primaria tra primo piano e sfondo. Vi sono varie forme di orizzonte: interno, esterno, temporale, spaziale, di familiarit, intersoggettivo, storico, universale. Heidegger tra attesa, noia ed angoscia, di F. Di Giorgi. Aporie della concezione husserliana della temporalit, di J. Ponzio: nelle Lezioni del 1905 Husserl analizza fenomenologicamente il tempo allo scopo di eliminare il tempo obiettivo e ritrovare il tempo originario. In realt questa messa fuori causa del tempo obiettivo non si realizza, poich esso rispunta ostinatamente attraverso lanalisi fenomenologica proprio allinterno di quella coscienza che doveva esorcizzarlo, detenendo essa stessa il controllo del tempo. Questa ripresa del tempo obiettivo avviene a partire dalla differenza tra ritenzione e rimemorazione. Soggetti a verit. Foucault, Heidegger e la questione del soggetto, di D. Sparti e M. Greco: analisi di alcune delle posizioni di Foucault riguardo al soggetto nei suoi ultimi scritti in rapporto a Heidegger; sebbene entrambi affrontino il problema sulla base di una situazione in prospettiva, Heidegger mette in luce una precondizione pi fondamentale della verit, mentre Foucault offre una storia della produzione della verit, dei suoi riferimenti soggettivi e dei suoi effetti. Il gioco dei volti, di G. Cascione: la prassi linguistica viene immaginata da Wittgenstein come un coro formato dalla massa di proposizioni e nomi pronunciati incessantemente. La fondazione materialistica delleconomia politica nel pensiero di F. Quesnay , di L. Dorelli.
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Una testimonianza sulle relazioni tra Spinoza, Meyer e la societ nil volentibus arduum, di R. Bordoli.

AUT AUT

n. 275, settembre-ottobre 1996 La Nuova Italia, Firenze Tema della rivista: Dentro/Fuori. Scenari dellesclusione. Il fascicolo intende dar conto della ricerca internazionale sulle varie forme di esclusione. Attraverso interventi in materia di urbanistica, teoria politica, storia delle idee si tenta di delineare i tratti di una categoria, come quella di esclusione, che segna in modo decisivo la societ di fine millennio. Tra i vari interventi: La doppia pena del migrante, di A. Sayad; La comunit dei nemici, di S. Mezzadra; Nonpersone. Il limbo degli stranieri, di A. Dal Lago; Linsicurezza urbana in America, di A. Petrillo; LAmerica come utopia rovesciata, di L.J. Wacquant; Chi ha assassinato Los Angeles, di M. Davis; Alcune aporie delle migrazioni internazionali, di F. Gambino; Verso il fascismo democratico? Note su emigrazione, immigrazione e societ dominanti, di S. Palidda.

PARADIGMI

Anno XIV, n. 41, maggio-agosto 1996 Schena Editore, Brindisi Il metodo empirico in filosofia secondo Dewey, di G. Semerari: la questione del metodo centrale nella riflessione di Dewey e la sua definizione fa tuttuno con la definizione stessa di filosofia. Lunico metodo valido nellera delle rivoluzioni scientifica, industriale e politica non pu che essere quello empirico, che impedisce alla filosofia di scadere in un mero esercizio di retorica e fraseologia. Il metodo empirico si chiarisce poi alla luce del concetto di esperienza che il filosofo analizza nella sua onnilateralit e integrit e che si configura come esperienza reale, radicata in pratiche cultura-

RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA

Anno LI, , n. 2, 1996 Franco Angeli, Milano Come Quintiliano conobbe Crisippo, di A. Grilli: pur non essendo un cultore della filosofia, nella parte iniziale della sua Institutio oratoria, dove si occupa delleducazione del bambino e del ragazzo, Quintiliano si richiama esplicitamente a Crisippo. Lideale dellestinzione dello Stato in Fichte, di L. Fonnesu: lidea dellestinzione dello Stato come istituzione coattiva ricorrente e rappresenta una delle idee centrali della teoria fichtiana della societ. Per Fichte lo Stato si colloca in mezzo tra

RASSEGNA DELLE RIVISTE


individuo, come strumento della sua vita morale da cui questi riceve la sicurezza di fronte agli altri e ai propri bisogni naturali, e societ, intesa come reciproca comunicazione e educazione di cui lo Stato appunto mezzo. Il fine in s non pertanto luomo, ma la societ; lo Stato di conseguenza destinato allestinzione e ci rappresenta un ideale della storia umana. La possibile influenza di F. M. Zanotti nelle riflessioni filosofiche di Leopardi sul valore della conoscenza scientifica, di M. De Zan. Romanticismo leopardiano, di M.A. Rigoni: molteplici sono gli elementi che ci consentono di inscrivere il pensiero di Leopardi nellorizzonte del romanticismo europeo: la poesia come creazione ed espressione della pura soggettivit, la lirica come essenza e culmine della poesia, la natura intesa come totalit organica e vitale coglibile non mediante la ragione, ma con limmaginazione, lunit vivente tra contenuto ed espressione. Dibattito a tre voci su profezia e storia, di F. De Michelis Pintacuda, F. Papi, A.M. Iacono: recensione di M. Miegge, Il sogno del re di Babilonia. Profezia e storia da Thomas Mntzer a Isaac Newton (Milano 1995). Il Padre Athanasius, latomista canonico e lisola del giorno prima. Divagazioni sul Seicento filosofico di Umberto Eco, di G. Piaia. Marxismo e storia delle idee nella storiografia di Giuliano Gliozzi, di M. Mori. La stampa ed il Congresso del 1926, di B. Riva: il VI Congresso di Filosofia, organizzato nel 1926 a Milano dalla Societ Filosofica Italiana e presieduto da Martinetti, venne sospeso dopo tre giorni dallinizio dei lavori perch secondo le autorit esso aveva assunto un taglio politico troppo polemico nei confronti del regime. In questarticolo vengono trascritti gli undici articoli pi significativi apparsi tra il marzo e laprile del 1926 sullargomento. Enesidemo e Pirrone. Il fuoco scalda per natura (Sext, ADV. MATH. VIII 215 E XI 69), di F. Caizzi Decleva. Linterpretazione della sostanza aristotelica in Porfirio, di R. Chiaradonna. Forme di governo e proporzioni matematiche: Severino Boezio e la ricerca dellaequum ius, di M.L. Silvestre: bench Boezio non abbia dedicato alla politica alcun trattato, n abbia mai espresso un chiaro pensiero sulle istituzioni politiche, la sua intensa vita politica lascia supporre che possedesse un sostrato dottrinale e ideologico piuttosto chiaro. Larticolo tenta di rintracciare le concezioni politiche di Boezio. Viene inoltre proposto lesame di un breve passo del De Institutione arithmetica, in cui le forme di governo vengono confrontate con le proporzioni. non solo una sintesi delle posizioni precedenti, ma cerca di risolvere problemi legati alla sfera etica e antropologica messi in luce dallanalisi del desiderio. El problema de la Theory Ladenness de los juicios singulares en la epistemologa contempornea, di G.J. Zanotti.

VERIFICHE

Anno XXV, n. 2-3, aprile-settembre 1996 Trento Infinit e filosofia trascendentale. La riflessione sulla grandezza infinita in Kant, di A. Moretto: il problema filosofico dellinfinito in Kant si connette con il problema matematico della correttezza della rappresentazione dellinfinito, questione cruciale nel dibattito matematico del tempo. Larticolo prende in esame lanalisi kantiana della grandezza infinitamente grande e della grandezza infinitamente piccola, da cui emerge la non marginalit di queste riflessioni non solo per il calcolo infinitesimale e per la fondazione della matematica e della fisica, ma anche per la stessa metafisica. Lindagine kantiana sulla natura della Vernunft, di N. Mai: la natura sillogistica della ragione kantiana. Nota sul modo di tradurre Aufheben, di F. Chiereghin.

ACTA PHILOSOPHICA

Vol. 5, n. 2, luglio-dicembre 1996 Armando Editore, Roma Weber e lo spirito del capitalismo. Storia di un problema e nuove prospettive, di J.M. Burgos: unanalisi del dibattito sulla celebre opera di Weber, soprattutto intorno alle tematiche relative al rapporto tra cattolicesimo, protestantesimo e capitalismo. Il singolo kierkegaardiano: una sintesi in divenire, di M. Fazio: lintera produzione di pensiero kierkegaardiana pu essere considerata come un pensare soggettivamente il singolo, analizzato come categoria dialettica antihegeliana, come sintesi, prodotto di un divenire, come libert e attraverso i suoi stadi esistenziali. I rapporti tra scienza e metafisica, di M. Marsonet: dopo aver preso in esame la posizione del neopositivismo logico e quella di Popper e sulla base di una recente opera di E. Agazzi, larticolo fa il punto sui rapporti attuali tra scienza e metafisica, sottolineando la contiguit tra le due. Sujeto, proprio y esencia: el fundamento de la distincon aristotlica de modos de predicar, di M. Perez De Laborda.

RIVISTA INTERNAZIONALE DI FILOSOFIA DEL DIRITTO

Anno LXXIII n. 3, luglio-settembre 1996 Giuffr, Milano Domande e risposte sul problema della giustizia, di L. Bagolini. La possibilt giuridica, di G. Capozzi: la possibilit giuridica viene qui analizzata in relazione alla ragione giuridica e alla eidetica del diritto e si concentra sul tema della logica modale di Aristotele. Verso una concezione unitaria della norma fondamentale, di M.J. Falcn Y Tella: dopo aver delineato largomento relativo alle origini e allenunciazione della norma fondamentale in merito agli antefatti e allevoluzione del concetto, larticolo ne individua i principali tratti distintivi in Kelsen e Hart. Superamento della complessit attraverso la capacit di apprendimento del diritto. Ladeguamento del diritto alle condizioni del Postmoderno. Una critica alla

ELENCHOS

Anno XVII, n. 1, 1996 Bibliopolis, Napoli Platos Real Astronomy and the myth of Er, di V. Kalfas. Autopredicazione e autopartecipazione delle idee di Platone, di F. Fronterotta: viene qui presentato nelle sue linee fondamentali il problema dellautopredicazione delle idee in Platone, al centro di un ampio dibattito tra gli studiosi di formazione angloamericana.

tica y dialctica. Scrates, Platn y Aristteles, di I. Yarza. Il desiderio: precedenti storici e concettualizzazione platonica, di A. Malo: al di l dei termini impiegati e del loro significato, attraverso cui i pensatori presocratici (Omero, Anassimamdro, Eraclito, Empedocle, Antifone), trattano il tema del desiderio, emerge una continuit di pensiero tra queste varie posizioni, derivante dal riferimento a una realt di cui tutti gli uomini fanno esperienza. La posizione platonica appare
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RASSEGNA DELLE RIVISTE


teoria giuridica del discorso di J. Habermas , di K.H. Ladeur. Funzioni e senso del diritto moderno. Riconoscimento e ragione sistemica, di B. Romano: larticolo riflette sul senso e sulla funzione del diritto nel moderno alla luce dellopera di Luhmann.
AQUINAS

Anno XXXIX, n. 2, maggio-agosto 1996 Pontificia Universit Lateranense, Roma Coscienza morale e realt secondo J. G. Fichte, di W. Schrader: dopo aver analizzato largomentazione di Nietzsche e Freud circa la coscienza morale come prodotto di un sentimento soggettivo, larticolo analizza le conseguenze del dubbio sulla realt della coscienza morale alla luce della riflessione fichtiana. Il concetto di coscienza nella fenomenologia di E. Husserl e di E. Stein, di P. Schulz: a partire dalla descrizione di alcuni aspetti fondamentali della nozione di coscienza in Husserl, larticolo spiega come Stein, riprendendo tale concetto, lo utilizzi per elaborare la sua teoria della persona. Philosophy in an age of overinformation, or what we ought to ignore in order to know what really matters , di V. Hsle. The status of the dimensiones interminatae in the thomasian principle of individuation, di N.A. Morris. Identidad personal, acontecimiento, alteridad desde Paul Ricoeur , di A. Fornari.

ranea. Un confronto con il pensiero della differenza, di M. Durst. Percorsi della e nella psicoanalisi contemporanea, di L. Longhi.

DIAIMON

n. 12, gennaio-giugno 1996 Universit di Murcia Esttica y hermenutica, di H.G. Gadamer. Michel Foucault, lecteur de Platon ou lamour de beau garon la contemplation du beau en soi, di P. Catonn: Foucault mette in luce come Platone costituisca una fonte fondamentale per comprendere il fenomeno complesso e problematico della pederastia greca, in quanto non solo esperienza di formazione dellindividuo, ma anche forma elevata di erotica filosofica. On the prelude to the Timaeus and the Atlantis story, di V. Tejera: il Timeo come seguito della Repubblica. El problema del continuo en la escolstica espaola: Francisco de Oviedo (1602-1651), di M.L. Una. Berkeley: crtica de la ideas abstractas. La abstraccin como simple semntica, di L.V. Burgoa.

RIVISTA DI ESTETICA

Anno XXXVI, n. 1-2, 1996 Rosenberg & Sellier, Torino Origini del numero. Geometria, logos e computazione, di P. Zellini. Schematismo e costruzione. Il rapporto tra la matematica e la rappresentazione a priori dei concetti nella sensibilit in Kant, di A. Ferrarin: dopo aver brevemente introdotto le due diverse modalit attraverso cui lintellegibile si d nellintuizione, le ipotiposi schematiche e simboliche, larticolo si concentra sul rapporto tra schemi e costruzione matematica in Kant. Espressione intervallo. La musica nel Saggio sullorigine delle conoscenze umane di Condillac, di A. Arbo: il problema del legame tra le forme dellespressione artistica e il segno in Condillac, mettendo in luce come la musica venga qui assunta nel quadro di un esame del pensiero e delle leggi del suo funzionamento. Laffectivit chez Kant. Remarques sur lesthtique transcendantale, di D. Giovannangeli. Esistenza estetica, esistenza concettuale. I cento talleri, di P. Kobau: una riflessione sulla confutazione della prova ontologica kantiana alla luce della tensione tra dimensione estetica e dimensione logica, passivit e costruzione, tensione propria di tutti gli esistenzialismi e che permane anche allinterno dellargomentazione kantiana. Mathesis universale. Costruzionismo e metodo assoluto in Schelling, di T. Griffero: larticolo ripercorre levoluzione dal 1797 al 1805 del concetto di costruzione in Schelling con lo scopo di opporsi allaccusa mossa alla filosofia della natura schellinghiana di aver sottovalutato limporsi del metodo matematico come paradigma di ogni sapere. Queste considerazioni permettono anche di valutare lestensione alla filosofia del costruzionismo matematico e i legami che possono essere individuati tra la filosofia della natura di Schelling e le scienze del tempo. La conchiglia del Nautilo, di D. W. Thompson. Ontologia, di M. Ferrraris.

SEGNI E COMPRENSIONE

Anno X, n. 28, maggio-agosto 1996 Capone Editore, Lecce LOriente e la filosofia in Merleau Ponty, di R. Taioli. Essere nel mondo e Koinonia. Heidegger e Biswanger, di M. Bracco: essere nel mondo e koinonia come presupposti teoretici per una chiarificazione antropoanalitica del senso e della razionalit soprattutto per quanto riguarda il discorso psichiatrico. Le ragioni del conflitto, di E. Donaggio: il problema di unautochiarificazione dei criteri che orientano ogni teoria critica attraverso lanalisi delle proposte di Foucault e Habermas. Il diritto tra norma e cultura. Le vocazioni anomale con funzione produttiva, di A. Maraschio: attraverso lesame delle cosidette vocazioni anomale, finalizzate al criterio della produttivit sociale, si vuole mettere in luce come il sistema giuridico di un Paese salvaguardi alcuni diritti primari che hanno unincidenza per la collettivit. Narcisismo ed ermeneutica contempo80

A free mans worship, 1902 (El culto del hombre libre). El problema de la existencia humana en su relacin con el desrino y los ideales ticos, di I. Sancho Garca: Il culto delluomo libero uno dei due articoli fondamentali che precedono gli scritti filosofici di Russell e che propone un nuovo modo di vivere e una nuova etica. Antropologa y alteridad. De la naturaleza humana a la normalidad social, di J. Lorite Mena: lantropologia nasce come sguardo verso laltro; ci sostenuto dal ruolo decisivo e simmetrico giocato dalla medicina e dalla mitologia. Ideologa y comunicacin, di M. Milovic: larticolo si concentra sul problema della ex-Iugoslavia, sottolineando come il nuovo soggetto trascendentale e costitutivo di tipo kantiano sia diventato lo stato nazionale. La nuova soggettivit perci la soggettivit del potere, come gi aveva avvertito Foucault. La justicia en el pensamiento jurdico angloamericano contemporneo. Acotaciones crticas, di S. Rus Rufino: sul didattito sviluppatosi nel mondo anglosassone a seguito della riflessione di

RASSEGNA DELLE RIVISTE


Rawls sul tema della giustizia allinterno delle ricerche di filosofia morale e politica. jeune Heidegger, di F. Dastur: partendo dalla sua prima elaborazione giovanile -la Dissertazione del 1914 sulla teoria del giudizio di Wundt, Maier, Brentano, Marty e Lipps si ripercorre litinerario che conduce Heidegger ad accogliere e difendere la posizione husserliana del giudizio in quanto dotato di natura logica di contro allo psicologismo. Len soi husserlien la lumire de la doctrine trascendantale du jugement, di E. Rigal: una riflessione sula Logica formale e trascendentale di Husserl, che mostra come il platonismo - e quindi la nomologia - delle Ricerche logiche non venga negato dalla fenomenologia trascendentale, il cui scopo permane la fondazione sullin s, in quanto soggettivit trascendentale, di unidea di sapienza universale. Tale fondazione porta allontologia a priori universale, che ripropone il concetto di a priori materiale elaborato nelle Ricerche. Concept, Jugement et forme srielle, di F. Capeillres: la filosofia delle forme simboliche come logica delle relazioni in Cassirer, oltre il problema delle funzione concettuale di Sostanza e Funzione. La doctrine du jugement correct dans la philosophie de F. Brentano, di J.- C. Gens: La specificit del contributo di Brentano consiste non tanto nella riforma della sillogistica aristotelica quanto nel ricondurre continuamente la proposizione logica al giudizio, ovvero alla sogettivit che pure non comporta una scelta psicologista. La difesa della teoria non predicativa e non proposizionale del giudizio. Thorie du jugement ngatif, di A. Reinach: fenomenologo vissuto tra Otto e Novecento, cresciuto alla scuola di Husserl, di cui fu assistente, Reinach dedica la sua riflessione al chiarimento del significato di Sachverhalt, per prendere posizione, accanto al maestro, nella controversia tra Brentano e Meinong sul tema del giudizio. Nellapplicare gli esiti di tale riflessione teorica ad ambiti non propriamente logici, quali la prosa teorica, letteraria e storica, Reinach sembra delineare una teoria generale degli atti linguistici. male nel mondo che si ricollega alle riflessioni di Kant e dei filosofi dellIdealismo tedesco. La moralit et le mal dans les Principes de la philosophie du droit de Hegel, di P. Soual: la natura e la fenomenologia del male morale nella riflessione hegeliana sulletica e il diritto. Il male morale come possibilit costitutiva del libero soggetto pensante che, negando lautentico Assoluto (il Bene), sceglie di assolutizzarsi ponendosi come s arbitrario e coscienza malvagia; una concezione non priva di analogie con il tema biblico del peccato di superbia. Le jeu de lathisme dans le Theophrastus redivivus, di H. Ostrowiecki: la definizione di opera visceralmente atea e anti-cristiana rende veramente giustizia allanonimo manoscritto seicentesco Theophrastus redivivus? Soffermandosi sullapparente contraddizione tra il palese ateismo del frontespizio e del primo dei sei trattati (quello sugli dei) e laperta professione di cristianesimo del Proemium larticolo intende dimostrare come la stessa struttura dialogica dellopera e lanalogia di alcuni temi con i dogmi cristiani della caduta e della redenzione evidenzino nel Theophrastus non tanto una posizione di mero ateismo, quanto un tentativo di esercitare liberamente la razionalit naturale fondata sui sensi contro legemonia dellapologetica tradizionale. Les Lectures traversires de Louis Marin, di J.-P. Cavaill: lermeneutica dell attraversamento nellultima opera di Louis Marin.

ARCHIVES DE PHILOSOPHIE

vol. 59, n. 2, aprile-giugno 1996 Beauchesne, Parigi Husserl et Merleau-Ponty: la prose bourdonnante du monde , di P. Kerszberg: partendo dallipotesi di unincomprensione radicale allorigine di ogni comunicazione e criticando il modello della comprensione tentativo pi o meno riuscito di colmare un vuoto determinato, il confronto tra Husserl e Merleau-Ponty diviene la base per una riabilitazione dellessenza del suono e del rumore come veicolo originario di comunicazione. Merleau-Ponty lecteur et critique de Bergson. Le statut bergsonien de lintuition, di A. Clair: nella sua lettura di Bergson Merleau-Ponty oppone due concezioni dellintuizione, una come simpatia e coincidenza, la ricettivit, laltra come comprensione e costituzione, lattivit. Latto dellintuizione richiede la correlazione di entrambe. Le retour a lorigine de ltat, di T. Berns: analisi dei Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio III-1, riguardante la nascita violenta dello stato. Sur la justification des droits de lhomme, di E. Picavet: sulla legittimazione giuridica e sul riconoscimento da parte dello Stato dei tradizionali diritti delluomo a partire da premesse derivanti esclusivamente da unanalisi politica, scevra da particolari valori morali o religiosi.

REVUE DES SCIENCES PHILOSOPHIQUES ET THEOLOGIQUES

Tomo LXXX, n. 3, luglio 1996 J. Vrin, Parigi Conscience et humanit selon Husserl, di S. Brton: il rapporto fra la fenomenologia generale di Husserl e la riflessione politica attraverso lanalisi di Y. Thierry sul soggetto politico e sulla coscienza umana come intenzionalit epocale che apre allintersoggettivit. La riduzione trascendentale come punto di partenza del pensiero politico. Le monde et labsence de loeuvre, di J.-Y. Lacoste: a partire da Essere e tempo di Heidegger, larticolo si propone di riflettere sullopera darte come alternativa al mondo delle cose. Lopera darte, infatti, sottratta alla temporalizzazione, gode di un privilegio ontofanico in quanto evento della verit che rimanda al cuore stesso del progetto fenomenologico: il cominciamento non di un mondo costituito, ma della sua possibilit. Friedrich Schlegels Theory of an alterna-

REVUE DE METAPHYSIQUE ET DE MORALE

n. 3, settembre 1996 A. Colin, Parigi Tema della rivista: Le jugement. La monstration, unique mode de donation de la priori chez Wittgenstein, di Ch. Chauvir: una rilettura del Tractatus di Wittgenstein sul tema delle propriet logiche (a priori) del linguaggio, che sono solo ostentabili, mostrabili nel linguaggio stesso, rendendo del tutto inutile una teoria dei tipi logici. Una medesima posizione assunta da Wittgenstein nella seconda fase del suo pensiero: le propriet essenziali del linguaggio si mostrano entro le regole grammaticali. Ltude des thoeries du Jugement chez le

REVUE PHILOSOPHIQUE DE LA FRANCE ET DE LETRANGER

n. 2, aprile-giugno 1996 PUF, Parigi Tema del fascicolo: Mal moral et atheisme. Le mal moral, pierre de touche de lontologie: monisme idel et dualisme rel du sens de letre, di R. Lamblin: etica e ontologia e rapporto tra ragione, libert e natura allinterno di una riflessione sulla presenza del
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RASSEGNA DELLE RIVISTE


ting principle prior to his arrival in Jena (6 august 1796), di E. Behler: lanalisi della posizione polemica di Schlegel rispetto a Jacobi e alla sua opposizione alla ragione come strumento di conoscenza e veicolo dellateismo e del nichilismo. Alle Wahrheit ist relativ, alles Wissen symbolisch - Motive der Grundsatz-Skepsis in der frhen Jenaer Romantik (1796), di M. Frank. Hlderlins frhe Fichte-Kritik und ihre Wirkung auf den Gang der Ausarbeitung der Wissenschaftslehre, di V. Waibel: a partire dallepistolario Hlderlin-Hegel si ripercorre la critica originaria alla concezione fichtiana dellIo assoluto presente nella Dottrina della scienza. partecipazione, forzatamente imperfetta, delluomo, tramite la fede e la Rivelazione, alla conoscenza che Dio ha di S e del mondo. Du logos intermdiaire au Christ mdiateur chez les Pres grecs, di G. Remy: sul tema del Cristo come mediatore tra Dio e luomo e autore del loro riconciliarsi nellevento dellincarnazione, come viene affrontato nella tradizione della Patristica orientale, da Ireneo a Cirillo di Alessandria. Etudes sur les crits johanniques , di L. Devillers: breve rassegna di studi critici sul Vangelo di Giovanni. Approches du Moyen Age tardif, di S.T. Bonino: serie di recensioni di testi relativi alla situazione degli studi filosofici e teologici nel tardo medioevo (XIV-XV sec. ). Di particolare interesse i temi della ricezione della filosofia e della politica di Aristotele e della diffusione del tomismo. di rapporto con lalterit. Cartesio, per, insiste sulla impossibilit di formulare giudizi scientifici sul tema delle scelte umane come esito della libert individuale. Lesthtique musicale de Descartes et le cartsianisme, di B. Van Wymeersch: lestetica cartesiana nella sua evoluzione da una filosofia delloggettivo a una del soggettivo e del gusto personale (la musica nella sua risonanza emozionale nel soggetto) come dimensione metarazionale. Le cogito bloui ou la nose sans nome, di M. Dupuis: la rilettura del cogito cartesiano alla luce della riflessione di Levinas. Il cuore dellispirazione metafisica che guida la fenomenologia radicale di questultimo consiste nella concezione dellInfinito di Cartesio, alla luce della creazione delle verit eterne, della presenza nel cogito dellidea di infinito e del superamento del cogito stesso.

REVUE INTERNATIONALE DE PHILOSOPHIE

n. 3, settembre 1996 Presse Universitaire de France, Groeninghe (Belgio) Tema della rivista: Le premier romantisme allemand (1796). John Mc Dowells Mind and world, an early Romantic epistemology, di A. Bowie: sul legame teoretico tra Mc Dowell e il pensiero di Novalis, Schlegel e Schleiermacher a partire dal concetto di incondizionato-illimitato-assoluto e da quello di un Io consapevole, preceduto da uno stato, al quale si accede solo indirettamente, sospeso fra un passato da ricordare e un futuro sconosciuto (eternal lack). Lopera di Mc Dowell, Mind and world, tradisce inoltre la componente idealrealistica del suo pensiero, in accordo con Schelling e forse anche con una rilettura di Hegel. Der Klagenfurter Herbert-Kreis zwischen Aufklrung und Romantik, di W. Baum: lanalisi delle componenti filosofiche illuministiche e pre-romantiche del circolo di Herbert attraverso una rilettura storica (gli influssi rivoluzionari) e teoretica (Kant, Reinhold, Fichte).

LES ETUDES PHILOSOPHIQUES

gennaio-giugno 1996 PUF, Parigi


REVUE DE PHILOSOPHIE DE LOUVAIN

Tomo 94, n. 2, maggio 1996 Institut Suprieur de Philosophie Louvain La Neuve Tema della rivista: Descartes - Le quatrime centenaire (1596-1996). Lanalyse cartsienne et lordre des raisons, di B. Timmermans: Il metodo di ricerca cartesiana viene messo in relazione a quello analitico inaugurato da Galeno, ripreso in seguito da Hooke e indirettamente commentato da Kant. Ma questa ipotesi di lettura si scontra con quella di Vuillemin, il quale, nel sottolineare il carattere asimmetrico dellordine cartesiano, ricorda che in Cartesio lanalisi interviene al cospetto di un ordine turbato e confuso, mentre, quando esso viene scoperto o costruito, Cartesio lascia spazio alla sintesi. De la libert absolue, di O. Depr: sulla teoria cartesiana della creazione delle verit eterne, in rapporto alle metafisiche sottese e fondative e con unanalisi delle posizioni di Leibniz e Spinoza in merito e alle pi recenti critiche di Jonas. Du bons sens le mieux partag..., di D. Lories: sul rapporto tra il concetto cartesiano di bons sens e quello di phronesis contenuto nellEtica a Nicomaco di Aristolele: in entrambi i casi si assiste al tentativo di porre in rapporto particolare e universale al cospetto della contingenza situazionale; inoltre, nel giusto mezzo entrambi i concetti individuano la misura delle virt etiche; infine, entrambi sono relativi al piano sia intellettuale, sia morale, istituendo una possibilit
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Il numero della rivista dedicato alla figura e allopera di Cartesio, nel quattrocentesimo anniversario della sua nascita (1596-1996). Vengono inoltre pubblicati due articoli relativi allontologia di Christian Wolff e alla critica di Hegel alla concezione wolffiana dellessere. Le rfrent dialectique dans les Regulae, di A. Robinet: le Regulae ad directionem ingenii di Cartesio nel contesto della fioritura degli studi logici e dialettici del XVI sec. ispirati alla Dialectique di Pierre de La Rame. Logique, mathmatique et ontologie: La Rame prcurseur de Descartes, di G. Jamart: su Pierre de La Rame come esponente di spicco di quella tradizione antiscolastica e antiaristotelica tra Cinquecento e Seicento in cui si inscrivono le Regulae di Cartesio. Il progetto cartesiano della mathesis universalis e la Dialectique di La Rame presuppongono entrambi il ragionamento matematico come paradigma del pensare e partono dalla prossimit tra pensiero e scienza matematica per elaborare una ontologia della relazione antitetica alla metafisica sostanzialista di derivazione aristotelica. La philosophie cartsienne et lhypothse de la pure nature, di L. Renault: la lettera a Silhon sulla conoscenza razionale del divino come spunto per evidenziare, negli scritti cartesiani, la coesistenza di una noetica filosofica e di una noetica teologica e per sottolineare la

REVUE THOMISTE

n. 3, luglio-settembre 1996, Edizioni dei Domenicani, Tolosa Le savoir thologique chez Saint Thomas , di J.P. Torrell: prima parte di uno studio sulla sacra doctrina di Tommaso dAquino, un insieme di teologia e di studio delle Sacre Scritture, che si configura come scienza delle cose divine, come sapere finalizzato alla contemplazione della verit prima, derivante dalla

RASSEGNA DELLE RIVISTE


plausibilit dellappartenenza di Cartesio a quella tradizione della pura natura (Suarez e Caetano), secondo cui il desiderio naturale di conoscere Dio pienamente soddisfatto, nelluomo, dai poteri e dalle prerogative della sola ragione individuale. Lunit de la science et son objet. Descartes et Gassendi: deux critiques de laristotelisme, di T. Bedouelle: il confronto tra le Exercitationes paradoxicae adversus Aristoteleos di Gassendi e le Regule di Cartesio dimostra che mentre Gassendi, muovendosi in una prospettiva scettica, resta comunque tributario di Aristotele, Cartesio attua una autentica trasformazione dei concetti aristotelici che lo porta a elaborare una dottrina filosofica del tutto nuova e originale. La thrapeutique de Descartes dans les Remedia et vires medicamentorum, di V. Aucante. Descartes et la fortune, di J.-C. Bardout: la fortuna, in Cartesio, il nome proprio di quellaltro che lio esperisce come libera soggettivit che resiste a ogni tentativo di oggettivazione e che, nella sua natura di soggetto pensante dotato di libert e dunque irriducibile, nel suo agire, a norme etiche universalmente condivise, si pone come imprevedibilit e impermeabilit al criterio conoscitivo dellevidenza. La fortuna, dunque, come ci che, nel mondo nelle relazioni umane, ostacola ogni forma di sapere metodico e garantisce, in un certo senso, dalla tentazione del razionalismo assoluto. Gouvernement de soi et contentement , di J.-P- Marcos: legocentrismo infantile (principio del tutto dovuto), alimentato dalla benevolenza degli adulti, per Cartesio modello di un comportamento ispirato allillusione che il mondo sia fatto a misura del desiderio dellio e allignoranza di quella correlazione tra realt e alterit che sola consente al soggetto, nellesperienza del confronto con i desideri dellaltro, di prendere coscienza dellindisponibilt del reale alle pulsioni del proprio volere. Uscire dallinfanzia diviene cos limperativo di unetica dellauto-limitazione del desiderio in cui lintelletto, sostituendo la fede nella Fortuna con la fede nella Provvidenza e ricercando un saggio equilibrio tra morale dellazione efficace e morale dellaccettazione, perviene a una esatta conoscenza del possibile come presupposto essenziale della piena soddisfazione di s. Arnauld, les ides et les verits ternelles, di D. Moreau: la critica di Huygens e Lamy, seguaci della teoria malebranchiana della visione delle verit in Dio e dellunivocit tra conoscere divino e umano, porta Arnauld, in particolare nella Dissertatio bipartita e nelle Rgles du bon sens, ad avvicinarsi, con originalit, alla dottrina cartesiana della creazione delle idee eterne. Ide, peinture et substance, di D. Dauvois: la teoria cartesiana del conoscere, con particolare riguardo al rapporto tra le idee e le loro cause, riletta metaforicamente in relazione allesperienza della pittura. Descartes est-il un penseur critique? Quelques rflexions, di C. Bouriau: partendo dalla rilettura neo-kantiana di Cartesio, larticolo sottolinea come, evidenziando i vincoli che la sensibilit pone allesercizio della razionalit e anticipando le soluzioni di Kant alle prime due antinomie della ragion pura (grandezza del mondo e numero delle parti della materia), la speculazione del filosofo francese riveli una innegabile dimensione critica, intesa come superamento del dogmatismo metafisico o razionalistico reso possibile dallindividuazione dei limiti che si oppongono alle pretese conoscitive della ragione individuale. Lvidence en rgle: Descartes, Husserl et la question de la mathesis universalis, di G. Olivo: linterpretazione husserliana di Cartesio tende a radicalizzare lapparente contraddittoriet delle nozioni cartesiane di metodo e di mathesis universalis, che ora sembrerebbero fondate e quasi assorbite dalla metafisica (garanzia divina della veridicit delle conoscenze), ora precederebbero la metafisica, distinguendosi apertamente da essa. Lattenta lettura delle Regulae, delle Meditationes e del Discours sur la mthode consente invece di evidenziare come, anche nel ricorso a Dio quale garante delle conoscenze chiare e distinte, Cartesio resti fedele a una concezione della priorit del metodo e della mathesis come non riducibili, n subordinabili alla speculazione metafisica. Le tournant discursif: de la vrit mtaphysique la vrit dans lordre du discours , di P. Larralde: partendo dallinterpretazione di Heidegger della metafisica moderna (e cartesiana in particolare) come oblo dellessere, larticolo si propone, rileggendo la dottrina del cogito come scoperta dellessere, di elaborare una prospettiva filosofica neocartesiana che, rinunciando a qualsiasi alternativa radicale alla speculazione della modernit, recuperi comunque lesigenza heideggeriana. Ontologie et logique dans linterprtation hgelienne de Christian Wolff; di C. Bouton: per Hegel, lontologia di Wolff rappresenta il compimento della metafisica dellidentit di essere e pensiero inaugurata da Cartesio, ridotta per a mera e astratta elencazione di concetti e di determinazioni. Lobiettivo della
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Scienza della logica di Hegel diviene cos quello di recuperare, inverandola, lessenza noetica dellontologia wolffiana, dimostrando lidentit tra pensiero ed essere in modo concreto, necessario ed esaustivo. La dfinition de lexistence comme le complement de la possibilit et les rapports de lessence et de lexistence selon Christian Wolff, di J. Ecole.

IDEE (Anno XI; n. 31. 32, gennaio-ago-

sto 1996, Milella, Lecce) presenta un intervento di D. Mansueto su Figura sola: il diagramma secondo Deleuze, una breve discussione sulla monografia di Deleuze, Francis Bacon. Logica della sensazione (Quodlibet, Macerata 1995), con particolare riferimento allo strumento di analisi del diagramma utilizzato da Deleuze.
DISCIPLINE FILOSOFICHE (Anno VI, n.

1, 1996, Vallecchi, Firenze) nella sezione Hermeneutika figura una serie di interventi sul tema: Ermeneutica e psicoanalisi; nella sezione Analitika il tema : Il problema della rappresentazione della conoscenza nel dibattito tra cognitivismo e connessionismo.
IL CANNOCCHIALE (n. 1-2, gennaio-

agosto 1996, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli) presenta un numero monografico su Largomentazione misura delle filosofie, a cura di G. Traversa. Se ogni posizione filosofica contiene e presuppome necessariamente una struttura argomentativa, si pone allora il problema di misurare la differenza tra le varie posizioni con il criterio dellargomentazione, sostanziale per la filosofia stessa.
RAGION PRATICA (Anno IV, n. 6, Edi-

zioni Compagnia dei Librai, Genova): alla luce dellimportanza centrale che da un tempo va assumendo il problema del precedente giudiziale, la rivista propone una sezione dedicata a I giudici e il precedente, a cura di M. Taruffo. Segnaliamo inoltre vari interventi su Kelsen, la pace, la guerra.
INTERSEZIONI (Anno XVI, n. 2, agosto

1996, Il Mulino, Bologna) presenta un fascicolo monografico su Le donne nella storia e nella cultura .
FILOSOFIA OGGI (Anno XIX, n. 75,

luglio-settembre 1996, LArcipelago, Genova) presenta un intervento di J. M. Trigeaud: Le mythe du hros et lesthtique de la justice.
FILOSOFIA E TEOLOGIA (Anno X, n. 2,

maggio-agosto 1996, Edizioni Scientifi-

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che Italiane, Napoli) presenta un articolo di A. Ghisalberti su Vita e logos dallantichit al medioevo e un intervento di F. Moiso su La vita come pluralit senziente. La scuola stahliana e il suo influsso sulla filosofia del secondo Settecento.
QUADERNI DI SCIENZA POLITICA

(Anno III, n. 2, agosto 1996, Giuffr, Milano) contiene un intervento di R. Biorcio su Comunicazione elettorale e identit: note sulla transizione italiana.
TEOLOGIA (Anno XXI, n. 2, giugno 1996, Glossa, Milano) pubblica un articolo di P. Colombo su Nietzsche ed il Cristianesimo.

storicismo, neostoricismi, dedicato al movimento critico comparso sulle scene accademiche statunitensi alla fine degli anni Settanta e confluito, insieme al decostruzionismo, nel vasto panorama della tradizione poststrutturalista. I caratteri dellapproccio neostoricista sono i seguenti: una visione complessa del rapporto tra storia speciale (arte, letteratura) e storia generale; linteresse per le fonti marginali ed extraletterarie apparentemente insignificanti; lapproccio interdisciplinare; lidea della storia come narrazione analizzabile con gli strumenti classici della critica letteraria.
FENOMENOLOGIA E SOCIET (Vol.

TEORIA (Anno XVI, n. 1, 1996, ETS,

Pisa) presenta un fascicolo monografico sul tema: Heidegger, Nietzsche e il nichilismo contemporaneo. I contributi qui riportati costituiscono parte degli interventi tenuti da G. Campioni, A. Fabris, F. Volpi al convegno Heidegger e Nietzsche (La Spezia, 23-24 marzo 1995), a cui hanno partecipato anche P. A. Rovatti e M. Ruggenini. Compare inoltre un intervento di W. Mller Lauter sullinterpretazione heideggeriana di Nietzsche.
RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA

RIVISTA ROSMINIANA (Anno XC, n. 3, luglio-settembre 1996, Sodalitas, Stresa) presenta tra gli articoli Il silenzio nella vita di Rosmini, di L. Cristellon, e Rosmini e Maine de Biran, di M. Fabris. PROSPETTIVA PERSONA (Anno V, n.

15, giugno 1996, Andromeda, Teramo) presenta un intervento di B.A. Andreola su Mounier e lAmerica latina.
HERMENEUTICA (1996, Morcelliana,

XIX, n. 1-2, 1996 Rosenberg & Sellier, Torino) dedica il fascicolo a Charles Taylor, filosofo canadese importante esponente del comunitarismo e del neoaristotelismo anglosassone. Lo scopo che la rivista si propone di offrire una serie di letture critico-esegetiche trasversali dellopera di Taylor con particolare rifermento al nucleo filosofico contenuto nella sua pi importante opera Radici dellIo.
CENOBIO (Anno XLV, n. 3, luglio-set-

(Anno LI, n. 3, 1996, Franco Angeli, Milano) dedica il fascicolo allesame di alcuni aspetti del pensiero e dellopera di Cartesio, in ricordo del quarto centenario della nascita, e allo studio di momenti del cartesianesimo e di fasi significative della sua fortuna tra Sei e Settecento.
REVUE DES ETUDES AUGUSTINIENNES (n. 42/1, 1996) pubblica larticolo:

Brescia) presenta un fascicolo monografico dal titolo: Rileggere Bonhoeffer, che richiama lattenzione su un pensatore asistematico e incompiuto, la cui domanda radicale: che ne oggi del Cristianesimo pone la questione dellessere con o contro Cristo in un interrogare che risente profondamente dellinfluenza di Nietzsche.
LINGUA E STILE (Anno XXXI, n. 3, settembre 1996, il Mulino, Bologna) presenta un saggio di P. Garavaso su Significanza cognitiva e contenuto di pensiero nella nuova teoria del riferimento che prende le mosse da un dibattito allinterno della filosofia del linguaggio contemporanea che vede alcuni nuovi teorici del riferimento impegnati a controbattere una critica proveniente dai neofregeani, secondo cui la nuova teoria del riferimento non pu costituire una semantica adeguata perch non spiega i problemi messi in luce da Frege sulla significanza cognitiva del linguaggio. In particolare, viene qui presa in esame la posizione di Wettstein sulla questione della significanza cognitiva. Segnaliamo inoltre laticolo: Il tempo come condizione che permette al linguaggio di dire ogni cosa. Un modello di spazializzazione del tempo, di P. Perconti, che tratta del ruolo omogeneo del tempo nellarticolazione cognitiva prelinguistica e nellarticolazione del linguaggio. STUDI DI ESTETICA (Anno XXIV, n. 13, 1996, Clueb, Bologna) presenta un numero monografico dal titolo: Neo-

tembre 1996, Lugano, Svizzera) presenta un fascicolo contenente gli Atti del convegno di Montagnola (22-23 settembre 1996) su La teoria critica di Max Horckhimer.
IRIDE (Anno IX, n. 18, agosto 1996, Il

Mulino, Bologna) presenta tre sezioni dedicate ai seguenti temi: Patologie del sociale, Destra e destre, Soggettivit e modernit. In particolare si segnala: Patologie del sociale. Tradizione ed attualit della filosofia sociale , di A. Honneth, in cui vengono descritti i compiti della filosofia sociale in rapporto alla filosofia politica e alla filosofia morale; La crisi del sapere moderno , di P. Alheit, che affronta, nella consapevolezza della non esistenza di una scienza pura e neutrale e del rischio di uno scientismo irresponsabile, il problema della responsibilit fondamentale nella scienza per le conseguenze del lavoro scientifico. Nella sezione Destra e destre compaiono contributi che mettono in luce lesistenza di una destra liberista (S. Veca: Sulla destra e i suoi pincipi ), di una conservatrice (D. Cofrancesco: Qual la destra che manca in Italia ), di una radicale e metapolitica (M. Revelli: La nuova destra ). Nella sezione Soggettivit e modernit prosegue la pubblicazione di interventi sulla questione della soggettivit con riflessioni sul legame sociale per un soggetto contingente, sulla produzione della soggettivit in un mondo dominato dai mass media, sulla permanenza del mito nella societ moderna.
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Un pome philosophique de lAntiquit tardive: De pulchretudine mundi, di F. Dalbeau, che riporta unanalisi formale e contenutistica del famoso testo del XVI capitolo del Liber viginti sentientiarum, De pulchretudine mundi , attribuito ad Agostino, identificando motivi di carattere culturale che permettono di ricondurre lopera al contesto filosofico della tarda antichit: la teoria dei quattro elementi; lanalisi aristotelica delle coppie di contrari (caldo/freddo e secco/ umido); la concezione delle qualit binarie come sfondo dellarmonia universale del Timeo.
REVUE DES QUESTIONES SCIENTIFIQUES (Tomo 167, n. 1, 1996, Socit

Scientifique, Bruxelles) presenta, tra laltro, un articolo dal titolo: De louverture de lhomme et du monde: rflexions sur la tecnique, les sciences et la rligion, di J. Fennema, che tratta della progressiva autonomia della tecnica dalluomo, richiamando il ruolo decisivo della tecnica nella guida dello sviluppo sociale e nelle trasformazioni della vita e del pensiero, come pure della scienza. Lauspicio quello di una teologia della natura capace di una nuova trasparenza, emergente non pi dal linguaggio cosale, ma dal silenzio, dallascolto ermeneuticamente inteso.

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A.A.V.V. Giordano Bruno: note filologiche e storiografiche - I giornata Luigi Firpo: 3 marzo 1994 L.S. Olschki, aprile 1996 pp. 61, . 25.000 Gli interventi presenti in questo libro sono: Bruno ieri e oggi di Michele Ciliberto, I dialoghi italiani (variet di varianti) di Giovanni Aquilecchia, Il Bruno di Luigi Firpo di Diego Quaglioni. A.A.V.V. Kant politico a duecento anni dalla Pace perpetua: Convegno della Societ italiana di studi kantiani presso la scuola normale superiore di Pisa Istituti editoriali, giugno 1996 pp. 733, . 10.000. A.A.V.V. Almanacco di filosofia 96 Periodici culturali, aprile 1996 pp. 280, . 20.000 Questa rivista raccoglie i seguenti scritti: I compiti della filosofia di Norberto Bobbio, Nicola Abbagnano e Antonio Banfi, Passione democratica e routine degli interessi di Jurgen Habermas e John Rawls, la gente per bene a erigere le ghigliottine di Adama Michnik e Isaiah Berlin, Linvenzione dellindividuo di Massimo Cacciari, La legge della comunit di Roberto Esposito, Nascita, orgasmo e politica di Adriana Cavarero, Il tragico della libert di Sergio Givone, Comune presenza di Ren Char, Martin Heidegger, Dio, lornamento di Gianni Vattimo ecc. Abba, Giuseppe Quale impostazione per la filosofia morale LAS, giugno 1996 pp. 329, . 35.000 In questo libro lautore, confrontando in modo sistematico i principali interlocutori della filosofia morale, trae la conclusione che letica della vita buona e delle virt, specialmente nella versione tomista, non cos sprovveduta come si ritiene, in quanto pu rispondere alle obiezioni e alle istanze alternative riscontrando a volte aporie e incongruenze di cui esse sono inconsapevoli. Abbagnano, Nicola Esistenzialismo positivo Taylor, giugno 1996 pp. 47, . 16.000. Abelardus, Petrus Lettere di Abelardo e Eloisa introduzione di M.T. Fumagalli Beonio Brocchieri; trad. e note di Cecilia Scerbanenco Rizzoli, giugno 1996 pp. 535, . 20.000 In questo libro si trova un documento eccezionale su unepoca alle soglie del mondo moderno. Adorno, Theodor Probleme der Moralphilosophie a cura di Th. Schrder Suhrkamp, maggio 1996 pp. 320, DM 68. Agazzi, Evandro Das Gute, das Bse und die Wissenschaft. Die ethische Dimension des wissenschaftlich-technologischen Unternehmung Akademie-Vlg., aprile 1996 pp. 344, DM 64. Alker, Hayward R. Rediscoveries and Reformulations: Humanistic Methodologies for International Studies Cambridge UP, giugno 1996 pp. 450, UK 17.95 Questo testo fornisce una concezione della metodologia che sta alla base degli studi internazionali. Lautore si pone di fronte a una sfida: integrare gli stili di ricerca positivisti e falsificazionisti nelle investigazioni umanistiche e interpretative. Alliez, Eric Deleuze, philosophie virtuelle Sinthlabo, maggio 1996 pp. 55, F 40 stato da sempre rimproverato a Deleuze di non essere lautore di una filosofia originale, perch egli commenta, e di non essere

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maggio 1996 pp. 225, DM 68 Seguendo gli approcci sintetici dei presocratici, del Rinascimento e del Romanticismo, scienziati, filosofi ed esperti di scienze dello spirito si sono uniti, allo scopo di avviare un discorso comune sulla natura, che oltrepassi i confini delle singole discipline. Audretsch, J. - Mainzer, Kl. (a cura di) Wieviele Leben hat Schrdingers Katze? Zur Physik und Philosophie der Quantenmechanik Spektrum, maggio 1996 pp. 320, DM 48. Aul, Joachim Schopenhauer-Bibliographie. Mikrofiche-Ausgabe. Stand: Juli 1995 Hnsel-Hohenhausen, aprile 1996 2 microfiche (pp. 136), DM 80 Si tratta di unedizione su microfiche della bibliografia su Schopenhauer, aggiornata al luglio 95. Axelos, Kostas Mtamorphoses: clture-ouverture Hachette-Pluriel, aprile 1996 pp. 192, F 49 Partendo dal lungo percorso che ha condotto dalla mitologia arcaica attraverso la tradizione greco-romana e quella giudaico-cristiana fino alla tecnologia ultramoderna, si sviluppano le grandi metamorfosi del mondo. Allepoca delluniversalizzazione della tecno-scienza a che punto, allinterno di questa evoluzione, si situa lEuropa? Che cosa accaduto della fine dellarte? Per tutti gli interessati alla materia. Badiou, Alain - Cigolani, Patrick -Vauday, Patrick et al. (a cura di) Jean Borreil: la raison de lautre pref. di M. Matieu e P. Vermeren LHarmattan, aprile 1996 pp. 207, F 120 Il libro mostra i cammini filosofici ai quali ha attinto Jean Borreil o Joan Borell (19381992) e presenta un testo inedito su Samuel Beckett. Per tutti gli interessati alla materia. Brthlein, Karl Der Analogiebegriff bei den griechischen Mathematikern und bei Platon a cura di Josip Talanga Knigshausen & Neumann, aprile 1996 pp. 197, DM 68. Baruzzi, Arno Philosophie der Lge Wiss. Buchges., aprile 1996 pp. 220, DM 49,80 La menzogna sembra appartenere al comportamento umano. La biologia infatti indica che le vite mentono e che questo significa e implica una lode della menzogna. Se la natura una cultura della menzogna, come si mette la situazione per luomo, con la sua libert da e rispetto alla menzogna? Bausi, Francesco Nec rethor neque philosophus: fonti, lingua e stile nelle prime opere latine di Giovanni Pico della Mirandola: 1484-87. L.S. Olschki, giugno 1996 pp. 213, . 48.000. Beaufret, Jean Parmnide, Le pome PUF, maggio 1996 pp. 112, F 49 Il luogo del Poema di Parmenide sicuramente la trascendenza, ma non quella trascendenza evasiva che, da Platone in poi, metafisicamente nostra, ma una trascendenza che non sar da nessuna parte pi evidente che qui. Il volume presenta anche ledizione bilingue greco e francese dei frammenti del Poema. Di livello universitario. Becker, Thomas Die Hegemonie der Moderne. Zur Neubestimmung politischer Romantik im Naturrecht Kants und Hegels pref. di Dietmar Kamper Olms, aprile 1996 pp. 221, DM 58.

uno storico della filosofia, perch non ha mai fatto altro che del Deleuze. Lautore scopre, nella nozione cos discussa del virtuale, loperatore, a partire dal quale possibile produrre una sorta di eterogenesi del pensiero deleuziano. Per tutti gli interessati. Aminrazavi, Mehdi Suhrawardi and the School of Illumination Curzon Press, maggio 1996 pp. 220, UK 12.99 La tela dei miti e del simbolismo nella filosofia di Shihab al-Din Yahya Suhrawardi esprime chiaramente la sua teoria della conoscenza, che rappresenta un importante tema della scuola di pensiero ishraqi. Questopera si propone di mostrare Suhrawardi come un pensatore che ha tentato di conciliare il discorso razionale e la purificazione interiore. Amtmann, Rolf Sinn und Sein. Mensch und Gott in der europischen Philosophie Grabert, maggio 1996 pp. 448, DM 68. Antiseri, Dario La tolleranza e i suoi nemici pref. di Giorgio De Finis Il mondo 3, giugno 1996 pp. 62, . 8.000 In questo saggio Antiseri cercando le motivazioni etiche e conoscitive del pregiudizio, della violenza e dellintolleranza, giunge alla conclusione dellimpossibilit di trovare un fondamento logico ai principi etici come ai comportamenti umani. Antiseri, Dario - Conci, Domenico Antonino (a cura di) Il desiderio di essere: litinerario filosofico di Pietro Prini contributi di Dario Antiseri et al. Studium, maggio 1996 pp. 360, . 42.000 In questo libro sono raccolti alcuni saggi di diversi autori sul pensiero di Prini in occasione del suo ottantesimo compleanno. In un arco storiografico di ispirazione neoplatonico-cristiana sono illustrate criticamente le interpretazioni che il Prini ha dedicato a Plotino, a Rosmini, alla storia dellesistenzialismo nel suo complesso e in modo particolare a Gabriel Marcel. Archard, David (a cura di) Philosophy and Pluralism Cambridge UP, maggio 1996 s.pp., UK 14.95 In un mondo di diversit - culturali, religiose, morali, filosofiche - la questione che preoccupa coloro che hanno collaborato a questo volume se lesistenza della differenza - ovvero della pluralit - porti inevitabilmente alla conclusione che non pu esistere ununica verit, nemmeno nelle questioni morali. Aristotele Potique pref. di Philippe Beck Gallimard, maggio 1996 pp. 162, F 55 Nei testi che ci sono pervenuti, Aristotele propone unanalisi dei principali generi letterari: lepopea, la commedia e, soprattutto, la tragedia. Questo testo stato e

rimane uno dei riferimenti dobbligo per ogni studio della letteratura. Per tutti gli interessati alla materia e di livello universitario. Aristotele The Politics and the Constitution of Athens a cura di Stephen Everson Cambridge UP, giugno 1996 pp. 296, UK 6.95 Questa raccolta degli scritti politici di Aristotele fornisce un resoconto de La politica e mostra il rapporto tra questo testo e i suoi studi in qualit di storico costituzionale. Viene anche presentata la costituzione di Atene, per contrastare gli aspetti empirici e teorici della scienza politica di Aristotele. Aristoteles, 384-322 B.C. Retorica testo critico, trad. e note a cura di Marco Dorati introd. di Franco Montanari Mondadori, giugno 1996 pp. 396, . 15.000 In questo libro Aristotele affronta sia laspetto teorico che quello pratico della retorica. Della retorica, intesa come tecnica della persuasione vengono trattati tutti gli aspetti: dalla logica alluso delle metafore e dei motti di spirito, dallo stile del discorso ai modi per determinare negli ascoltatori gli atteggiamenti e gli stati danimo pi favorevoli. Armellini, Serenella Le due mani della giustizia: premialit del diritto come problema filosofico Giappichelli, maggio 1996 pp. 189. . 26.000 In questo libro vengono trattate le seguenti tematiche; le ricompense in Hobbes, il premio in relazione al rapporto uomo-societ nel riformismo italiano, la natura delluomo e la premialit del diritto, la premialit del diritto tra scienza e filosofia, considerazioni sul feticismo della legge e lo stato punitivo tra premialit e la promozionalit del diritto. Armstrong, D.M. - Martin, C.B. - Place, U.T. Dispositions: A Debate Routledge, maggio 1996 pp. 208, UK 40 Si tratta di un esteso dialogo fra tre famosi filosofi sui molti problemi connessi alle inclinazioni naturali, che sono a loro volta legati ad altri aspetti come la natura della mente, la materia, i concetti generali, le leggi della natura e la relazione causaeffetto. Arrington, Robert Glock, Hans-Johann Wittgenstein and Quine Routledge, giugno 1996 pp. 272, UK 35 Questo studio accomuna due dei pi importanti filosofi del XX secolo. I due pensatori vengono paragonati e le opinioni dei commentatori sul loro rapporto mostrano profonde differenze. Arzt, Th. et al. (a cura di) Philosophia naturalis. Beitrge zu einer zeitgemen Naturphilosophie Knigshausen & Neumann,

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Becker, U. - Feldmann, Kl. Jihannsen, Fr. (a cura di) Sterben und Tod in Europa. Wahrenehmungen - Deutungsmuster Wandlungen Neukirchener Vlg., maggio 1996 pp. 240, DM 48 Questo volume fornisce una rassegna della ricerca sul morire e sulla morte nella teologia, la sociologia, la psicologia, la medicina, la storia, la pedagogia e la filosofia. Beckmann, J.P. (a cura di) Philosophie im Mittelalter. Entwicklungslinien und Paradigmen. Wolfgang Kluxen zum 65. Geburtstag Meiner, maggio 1996 pp. 476, DM 49,80 Si tratta della seconda edizione di questo volume, dedicato a Wolfgang Kluxen, in occasione del suo sessantacinquesimo compleanno. Behrens, Roger Pop, Kultur, Industrie. Zur Philosophie der populren Musik Knigshausen & Neumann, aprile 1996 pp. 175, DM 38. Bellissima, Fabio Consequentia mirabilis: una regola logica tra matematica e filosofia L.S. Olschki, aprile 1996 pp. 231, . 45.000 In questo libro vengono analizzate alcune tematiche relative alla logica; la scoperta di Girolamo Cardano, i ritrovamenti di Clavio, le controversie in Belgio, la logica di Geulincx e la teologia dei Gesuiti, lapoteosi in Gerolamo Saccheri, la fase critica di Wolff, lanalisi di Lambert e le critiche di Bolzano, la riscoperta moderna della logica di Giovanni Vailati e lanalisi della nuova logica. Benjamin, Andrew What is Abstraction? Academy Editions, aprile 1996 pp. 68, UK 8.95 Questo testo fa parte della serie What is; affronta la questione dellastrazione, una delle scuole pi significative e influenti della critica moderna ed esamina le attuali tendenze di pensiero presenti in questo settore. Il testo destinato agli studenti del primo anno di filosofia e arte. Berman, David George Berkeley: The Man and his Religious Philosophy Clarendon Press, aprile 1996 pp. 242, UK 11.99 Il testo fornisce un quadro completo della vita e del pensiero di George Berkeley, integrando la sua filosofia e la sua religione. Berkeley si rivela essere un pensatore umano profondo e non un idealista virtuoso. Bernasconi, Robert Heidegger in Question: The Art of Existing Humanities Press, aprile 1996 pp. 288, s.pr. Bernasconi indaga, nel contesto del pensiero di Heidegger, su un certo numero di questioni di rilievo: un serie di saggi analizza il rapporto tra la politica di Heidegger e il suo pensiero e le ulteriori possibilit, aperte da questo rapporto, negli scritti di Arendt, Gadamer, Levinas e Derrida. Bernet - Kern - Marbach Edmund Husserl. Darstellung seines Denkens Meiner, maggio 1996 pp. 246, DM 48 Si tratta della seconda edizione ampliata di questopera. Bernhardt, Uwe Vom Anderen zum Selben. Fr eine anthropologische Lektre von Emmanuel Levinas Bouvier, aprile 1996 pp. 288, DM 82 Gli aspetti etici e teologici della filosofia di Levinas hanno suscitato una vivace discussione in ambito internazionale, a partire della fine degli anni Ottanta. Questo volume propone invece una lettura antropologica di Levinas. Bernstein, Richard Hannah Arendt and the Jewish Question Polity Press, maggio 1996 pp. 240, UK 12.95 Questo libro si propone di mostrare che molti dei temi pi significativi del pensiero di Hannah Arendt hanno origine dal confronto con la questione ebraica. Avvicinandosi al lavoro maturo di Hannah Arendt da questo punto di vista, il lettore raggiunge una piena comprensione delle sue idee principali. Bertola, Francesco La Bellezza dellUniverso Il poligrafo, aprile 1996 pp. 126, . 30.000 Filosofi e astrofisici, storici della scienza e artisti si interrogano in questo libro sulle questioni relative al rapporto tra lambito estetico e quello scientifico . Come aveva mostrato Feyerabend, a parit di condizioni una teoria bella (semplice, intuitiva, formalizzabile ed elegante) preferibile a unaltra priva di tali requisiti. Questo ragionamento pu essere applicato anche allambito della cosmologia, con il risultato di parlare di bellezza delluniverso. Bertrand Russell The Imprisoned Self vol. I: Phantoms of the Dusk a cura di Raymond Monk Jonathan Cape, aprile 1996 pp. 600, UK 20 Questo volume dellautobiografia di Bertrand Russell copre i primi cinquantanni della sua vita: linfanzia, le sue prime opere, comprendenti Principia Mathematica, i suoi rapporti con Ottoline Morrell e Joseph Conrad, la sua insolita vita sessuale, la sua obiezione di coscienza alla Prima Guerra Mondiale e i suoi viaggi allestero. Beutin, Wolfgang Zur Geschichte des Fridensgedankens seit Immanuel Kant von Bockel, maggio 1996 pp. 200, DM 68. Bickmann, Claudia Differenz oder das Denken des Denkens. Topologie der Einheitsorte im Verhltnis von Denken und Sein im Horizont der Transzendentalphilosophie Kants Meiner, aprile 1996 pp. 428, DM 168. Biolo, Salvino (a cura di) Filosofi cattolici a confronto con il pensiero moderno: Rosmini, Newman, Blondel. Contributi del 49 Convegno del Centro di studi filosofici di Gallarate - aprile 1994. Rosenberg & Sellier, giugno 1996 pp. 302, . 48.000 Il libro raccoglie diversi contributi che mettono in evidenza come il pensiero cattolico non debba essere rigettato per la sua dipendenza dogmatica dalla verit ma rivalutato in quanto dotato del senso della storia che gli consente di collocarsi allinterno di una tradizione da svolgere, accettando con disponibilit critica ogni nuova proposta che valida in quanto vera secondo lordine dellessere. Blumenberg, Hans Arbeit am Mythos. Ein Gedenkbuch Suhrkamp, maggio 1996 pp. 704, DM 35 C qualcosa di irrisolto nellambito del mito: la corrente visione della storia come un unico percorso dal mito al logos era poco seria. questo che mostra Arbeit am Mythos, nellanalisi funzionale delle forme del mito e nella loro ricezione, nellelaborazione e nella categorizzazione delle rappresentazioni sulla propria origine e sullessere originario, che luomo via via si costruito. Boethius, Anicius Manlius Torquatus Severinus, Consolazione della filosofia introd., trad., note, apparati di Luca Orbetello Rusconi, giugno 1996 pp. 307, . 21.000 La Consolazione presenta due temi nodali; lanalisi sui veri e falsi valori e il Bene sommo; la natura del libero arbitrio e la compossibilit della prescienza divina. Bhler, Arno Das Gedchtnis zur Zukunft. Anstze zu einer Fundamentaltheologie der Freiheit bei Martin Heidegger und Aurobindo Ghose Passagen-Vlg., aprile 1996 pp. 368, DM 78. Bhme, Gernot Idee und Kosmos. Platons Zeitlehre. Eine Einfhrung in seine theoretische Philosophie Klostermann, aprile 1996 pp. 168, DM 68. Bord, Andr Plotin et Jean de La Croix Beauchesne, aprile 1996 pp. 264, F 180 Per Plotino lapice lestasi, per Jean de La Croix non che un incidente di percorso, aleatorio. Per gli specialisti della materia. Bornedal, Peter Speech and System Museum Tusculanum, maggio 1996 pp. 533, s.pr. Questopera propone la tesi secondo cui la scrittura creativa e la filosofia emergono come forme specifiche di giochi del linguaggio, che sono distinte dal discorso, cos come esso viene usato in forma intercomunicativa tra gli individui. Peter Bornedal tratta del pensiero, del discorso e dei sistemi. Bornet, Grard Die Bedeutung von Sinn und der Sinn von Bedeutung. Auf dem Weg zu einem gemeinsprachlichen Wrterbuch fr formale Philosophie Haupt, aprile 1996 pp. 246, FRS 42. Borsche, T. (a cura di) Klassiker der Sprachphilosophie von Platon bis Noam Chomsky C.H. Beck, aprile 1996 pp. 520, DM 78 La svolta rispetto alla lingua nella filosofia del secolo che si sta concludendo ha portato alla domanda: fino a che punto la filosofia stata, gi dai suoi inizi, filosofia della lingua? Eminenti esperti dimostrano, in ventiquattro contributi, perch nella filosofia viene data unimportanza determinante ai problemi della lingua. Bouchindhomme, C. - Rochlitz, R. (a cura di) Habermas, la raison, la critique Cerf, maggio 1996 pp. 238, F 140 Si tratta di una serie di tributi che si situano nella prospettiva di un dibattito critico con Habermas, condotto su basi vicine alle proprie concezioni e ricollocato intorno alla sua teoria del diritto e della democrazia. Per tutti gli interessati alla materia. Braun, Lucien Iconographie et philosophie: essai et dfinition dun champ de recherche - vol. I Presses universitaires de Strasbourg, maggio 1996 pp. 404, F 208 La filosofia stata ed presente in seno allo sviluppo socio-culturale delle societ sotto forma di idee o dottrine, ma anche sotto forma di immagini. Questultime si rapportano sia ai promotori della filosofia sia alle allegorie che traducono a loro modo la potenza dellinterrogazione (o della proposizione) della filosofia. Per gli specialisti della materia. Braybrooke, David Social Rules: Origin, Character, Logic, Change Westview Press, aprile 1996 pp. 352, UK 48.50 Questo testo rappresenta un tentativo di raggiungere un compromesso tra le illustrazioni storiche e le argomentazioni teoretiche e di mettere in relazione tra di loro i punti di vista riguardo le regole sociali adottati dagli avvocati, gli antropologi, i sociologi e gli economisti. Breil, Reinhold Kritik und System. Die Grundproblematik der Ontologie Nicoli Hartmanns in traszendentalphilosophischer Sicht Knigshausen & Neumann, aprile 1996 pp. 312, DM 68 Breil, nella sua tesi di abilitazione allinsegnamento universitario, dimostra, in ogni singolo capitolo, che i principi ontologici relativi allargomento di quel capitolo hanno bisogno di motivazioni differenti e poi trasforma questo assunto, utilizzando una sistematicit filosofico-trascendentale. La pretesa di fornire la motivazione finale, accampata dallontologia, viene respinta e lontologia viene costruita sulla base di uneccellente critica metafisica. Brose, Karl Friedensphilosophie und Friedenserziehung von Kant bis Adorno Vlg. Die Blaue Eule, maggio 1996 pp. 216, DM 29. Buroker, Jill Vance Antoine Arnauld and Pierre Nicole: Logic or the Art of Thinking Cambridge UP, aprile 1996 s.pp., UK 13.95 Questopera tratta gli argomenti della logica, del linguaggio, della teoria della conoscenza e della metafisica e fornisce la risposta del cattolicesimo giansenista eretico ai punti di vista ortodossi cattolici e protestanti riguardo alla grazia, al libero arbitrio e ai sacramenti. Cacialli, Liliana Tutto scorre e tutto rimane. Eraclito e Parmenide. Ed. Poli, aprile 1996 pp. 79, L. 15.000 Il pensiero di Eraclito, considerato dalla tradizione filosofo delleterno divenire, e il pensiero di Parmenide, considerato invece filosofo dellessere immobile, trovano in questa analisi una possibile conciliazione, lasciando emergere nuove ipotesi interpretative. Campanella, Tommaso De libris propriis et recta ratione studenti syntagma a cura di Armando Brissoni Rubbettino, maggio 1996 pp. 100, . 10.000 In questa opera Tommaso Campanella si propone di ricostruire la propria autobiografia intellettuale fornendo anche indicazioni essenziali per intendere il suo pensiero. Canfield, John Routledge History of Philosophy: Philosophy of the English-speaking World in the Twentieth Century. Meaning. Knowledge and Value - vol. X Routledge, maggio 1996 pp. 400, UK 55 Il decimo volume di questa serie che si concentra sulla storia della filosofia discute argomenti come la filosofia del linguaggio, la metafisica, letica, la filosofia della legge, la filosofia politica e la filosofia femminista. Capozzi, Gino Saggi di etica: giuridica e politica ESI, aprile 1996 pp. 245, . 38.000 Attraverso linterrogazione dei pi famosi filosofi antichi e moderni, Platone e Aristotele, Kant e Hegel nel loro dialogo con alcuni maestri del pensiero europeo sia filosofico (Croce e Gentile, Dilthey, Husserl, Heidegger) sia giuridico (Kelsen, Schmitt, Romano), i saggi di questo libro ripropongono i problemi del rapporto di etica e politica, del diritto con la morale e con la politica, dello Stato come sistema politico e ordinamento giuridico per approdare a una filosofia che si sta sviluppando attualmente (il praxeologismo). Cappelrn, N.J. - Deuser, H. (a cura di) Kierkegaard Studies Yearbook de Gruyter, maggio 1996 pp. 575, DM 178 Si tratta di una fonte di documentazione sui

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contributi alla ricerca, le conferenze e le nuove edizioni dellopera di Kierkegard, curata dal Kierkegaard Research Centre di Copenhagen. Caputo, Cosimo Materia signata: sulle tracce di Hielmslev, Humbolt e Rossi Landi intr. di Augusto Ponzio Levante, giugno 1996 pp. 167, . 20.000 In questo libro lautore analizza i vari significati di materia; per Hyelmslev la materia leccedenza della scienza del linguaggio, per Humbolt attivit formatrice e per Rossi-Landi un continuo esserealtro senza ritorno alla tesi o allessenza originaria. Cardwell, Mike The Complete A-Z Psychology Handbook Hodder & Stoughton, aprile 1996 pp. 320, UK 8.99 Il volume contiene tutta la terminologia e il materiale importante per il corso di studio del Livello A della facolt di Psicologia. Il libro organizzato in ordine alfabetico e permette riscontri incrociati, in modo da facilitarne luso e da renderlo un manuale di ripasso. Carr, Brian (a cura di) Morals and Society in Asian Philosophy Curzon Press, maggio 1996 pp. 260, UK 37.50 Questa raccolta, basata sul primo convegno della European Society for Asian Philosophy, analizza temi della tradizioni filosofiche indiane, cinesi, giapponesi e islamiche, sia antiche che moderne. Cartesio Oeuvres compltes a cura di C. Adam e P. Tannery Vrin, maggio 1996 pp. 8560, F 800 Questedizione riprende quella del 1900 e comprende, oltre alle opere scientifiche e filosofiche di Cartesio, anche la sua corrispondenza. Per gli specialisti della materia. Cartesio Philosophische Schriften in einem Band Meiner, maggio 1996 pp. 534, DM 39,80 Si tratta delledizione bilingue curata da L. Gbe, H. Springmeyer e H.G. Zekl, che presenta anche unintroduzione di R. Specht e lo scritto di Ernst Cassirer, Descartes Wahrheitsbegriff. Cassirer, Ernst Eloge de la mtaphysique pref. di Jol Gaubert trad. dal tedesco di Jaen Carro collaborazione di Jol Gaubert Cerf, maggio 1996 pp. 172, F 175 Durante il suo soggiorno in Svezia, nel 1933, Cassirer inizia una discussione con A. Hgerstrm, uno dei principali rappresentanti della filosofia svedese. Il libro, sotto forma di dialogo filosofico, traccia i contorni di un vero trattato sistematico, dimostrando non solo la possibilit, ma anche la necessit di compiere il dovere kantiano della costituzione critica della metafisica come scienza. Per gli specialisti della materia. Castelli Gattinara, Enrico Epistemologia e storia: un pensiero allapertura nella Francia fra le due guerre mondiali F.Angeli, giugno 1996 pp. 265, . 38.000 In questo libro viene descritto lintreccio che negli anni fra le due guerre mondiali ha permesso a filosofi, epistemologi e storici di influenzarsi reciprocamente determinando unapertura culturale e originando posizioni teoriche sino ad allora inedite. Cattorini, Paolo La morte offesa: espropriazione del morire ed etica della resistenza al male EDB, maggio 1996 pp. 244, . 32.000 Tra le tematiche analizzate in questo libro si rileva lanalisi di alcuni significati della legittima opposizione che luomo produce nei confronti della morte, cercando di strapparle sempre maggior terreno. Loffesa arrecata al morire nella forma dellespropriazione medica, dellaccanimento tecnologico e nella svalutazione del tempo della malattia e loffensiva che luomo ha da sempre dichiarato e cercato di realizzare nei confronti della morte sono due tratti, luno illegittimo, laltro doveroso, che spiegano alcuni ambigui atteggiamenti della societ contemporanea riguardo alla fine della vita. Cavalier, Robert - Covey, Preston Anderson, David The Right to Die?: the Dax Cowart Case. An Ethical Case Study on CD-ROM CD-ROM (for network use) Routledge, maggio 1996 s.pr. Questo CD-ROM presenta il caso di Dax Cowart, la cui lotta per morire, dopo un grave incidente, mise in risalto i dilemmi etici e medici riguardanti il diritto dellindividuo a morire. Lutente vede e sente Dax stesso e quelli che lo circondano e cos prende parte alla formulazione della difficile decisione. Chamla, Mino Spinoza e il concetto della tradizione ebraica F.Angeli, maggio 1996 pp. 222, . 34.000 Chamla analizza il rapporto tra Spinoza e la tradizione ebraica sottolineando come nellinterpretazione spinoziana dellebraismo predomini la componente conoscitiva rivolta al Sommo Bene. Chappell, Tim (a cura di) The Plato Reader Edinburgh UP, aprile 1996 pp. 320, UK 14.95 Il volume presenta la nuova traduzione di quarantasei passaggi-chiave tratti dalle opere di Platone. Vengono trattati tutti gli aspetti centrali della filosofia di Platone; il testo corredato di note e rimandi incrociati. Il libro consente di leggere e comparare i passi collegati tra di loro, ma che si trovano in dialoghi diversi. Chiusano, Lido Commento a Ugo Spirito Bibliotheca, giugno 1996 pp. 85, . 15.000 Questo libro ripropone con qualche rimaneggiamento gli scritti che erano raccolti nel libro Filosofia e dintorni dello stesso autore, il cui saggio dapertura incentrato sulla fine dellautocoscienza e sulla prospettiva axiologica secondo Spirito. Chiusano, Lido Letture filosofiche Bibliotheca, giugno 1996 pp. 157, . 15.000 In questo libro sono contenute diverse letture filosofiche tra le quali si evidenziano: il neopositivismo nellinterpretazione di Giorgio Fano, lateismo di Frederich Nietzsche, ontologia e storia in Husserl, dalla psicoanalisi alla cibernetica, lermeneutica restauratrice di Paul Ricoeur, Voltaire, la Bibbia, il male, unantologia kantiana ecc. Clemens, Detlef Gnther Anders. Eine Studie ber die Ursprnge seiner Philosophie Haag & Herchen, aprile 1996 pp. 152, DM 28. Coates, John The Claims of Common Sense: Moore, Wittgenstein, Keynes and the Social Sciences Cambridge UP, aprile 1996 s.pp., UK 30 Attraverso un esame del pensiero di Moore, Ramsey, Wittgenstein e Keynes, questo testo analizza limportanza delle idee portate avanti dai filosofi di Cambridge tra le due guerre, in particolare per le scienze sociali riguardanti il senso comune, i concetti vaghi e il linguaggio quotidiano. Coelln, Harmann von Von den Gtern zu den Werten. Versuch einer Kritik aller Wertphilosophie Vlg. Die blaue Eule, aprile 1996 pp. 300, DM 66. Cognetti, Giuseppe Larca perduta: tradizione e critica del moderno in Ren Gunon pref. di Mariano Bianca A. Pontecorboli, maggio 1996 pp. 294, . 28.000 In questo libro viene analizzata lapertura di Ren Gunon allorizzonte della Tradizione. La critica del filosofo al Moderno non si riduce affatto a una condanna moralistico-passionale che si rifugia in una difesa del passato nostalgica e inconcludente. Essa iscritta, invece, in unermeneutica che coglie la necessit, il senso e il compito del moderno. Compagnoni, Francesco (a cura di) Etica della vita: bioetica, vita, morte, malattia, tossicodipendenza, sessualit, psichiatria, risorse, professione, ricerca San Paolo, maggio 1996 pp. 311, . 26.000 In questo libro vengono presentati i temi essenziali della bioetica facendo riferimento alle pi importanti parole-chiave che consentono di esprimere tutti gli aspetti principali di questo campo. Coniglione, Francesco Nel segno della scienza: la filosofia polacca del Novecento F.Angeli, maggio 1996 pp. 346, .48.000 Questo libro costituisce il primo tentativo di offrire un quadro complessivo della filosofia polacca che ha fatto della discussione della razionalit scientifica e dei metodi delle scienze il terreno privilegiato su cui le varie concezioni del mondo (da quella cattolica al marxismo) hanno riflettuto trovando il modo di dialogare e di riconoscere i propri torti e i meriti altrui in nome della scienza. Copeland, Jack (a cura di) Logic and Reality: Essays on the Legacy of Arthur Prior Clarendon Press, giugno 1996 pp. 576, UK 50 Si tratta di una raccolta di saggi scritti da filosofi, logici, matematici ed esperti di informatica che celebra lopera del famoso filosofo Arthur Prior. Gli argomenti discussi spaziano dalla natura della logica stessa a intelligenti sistemi informatici in grado di ragionare. Copjec, Joan Radical Evil Verso, maggio 1996 pp. 288, UK 13.95 Questo libro - basato sul concetto del male radicale, un male che si trova al cuore della problematica etica - si concentra sulla moderna nozione politica del male, cos come viene formulata da Kant, come viene prefigurata da Machiavelli e pi tardi sviluppata da Schelling. Costa, Vincenzo La generazione della forma: la fenomenologia e il problema della genesi in Husserl e Derrida Jaca Book, aprile 1996 pp. 191, . 28.000 Mentre alcune interpretazioni considerano la fenomenologia di Husserl una semplice metafisica della presenza individuando il nucleo dellinteresse di Derrida per essa nellatteggiamento decostruttivo, invece questo libro si propone di mostrare lesistenza di un doppio movimento nel discorso di Derrida sulla fenomenologia e allo stesso tempo di una tensione tra origine e divenire. Quindi, si suggerisce una certa impossibilit per il pensiero del segno e della scrittura di abbandonare la fenomenologia. Cottingham, John Descartes: Meditations on First Philosophy: With Selections from the Objections and Replies Cambridge UP, aprile 1996 s.pp., UK 7.95 Le Meditazioni di Cartesio, uno dei testi-chiave della filosofia occidentale, lo scritto cartesiano che stato oggetto di pi studi. Questa traduzione basata su tutti i testi cartesiani disponibili e presenta i suoi principali scritti di metafisica in un inglese chiaro e moderno. Coudert, Allison P. Anne Conway: the Principles of the Most Ancient and Modern Philosophy Cambridge UP, aprile 1996 s.pp., UK 12.95 Ledizione completa e annotata delle opere di Conway include unintroduzione che le situa nel loro contesto storico e filosofico e fornisce una cronologia della sua opera e una bibliografia. Cozzoli, Leonardo Il linguaggio senza nome: estetica, analogia e belle arti in Kant prefazione di Silvestro Marcucci Clueb, giugno 1996 pp. 190, . 25.000 Scritto da un giovane brillante ricercatore prematuramente scomparso, il libro affronta alcuni dei temi cruciali dellestetica di Kant analizzando sia lambito storico che quello teorico. Nel primo capitolo viene posto il problema della bellezza della natura, della bellezza del cosmo colta attraverso il linguaggio del sentimento. Nel secondo capitolo vengono considerati i temi della purezza dellestetico, del giudizio del gusto, della classificazione delle belle arti. Infine, nellultimo capitolo, vengono trattati i temi dellanalogia e del simbolo. Crisaldi, Antonio Scritti filosofici e carteggio con Benedetto Croce: 1945-1947 a cura e con un saggio introduttivo di Francesco Platania Bibliopolis, maggio 1996 pp. 165, . 25.000 Presentazione, la grande luce, la piccola e grande storia, la lunga confessione, lincontro a Napoli, la conciliazione di Antonio, lultimo messaggio di Croce, la Sicilia di Antonio. Crisciani, Chiara Larte del sole e della luna: alchimia e filosofia nel Medioevo Centro italiano di studi sullalto Medioevo, giugno 1996 pp. 354, . 65.000 In questo libro viene esaminata lintroduzione dellalchimia in Occidente, lalchimia nella cultura scolastica, e vengono esposte le dottrine e correnti nellalchimia latina. Vengono, inoltre, presi in considerazione i testi e le rappresentazioni e vengono presentate anche alcune interpretazioni dellalchimia. Cristofolini, Paolo Spinoza, chemins dansLEthique trad. dallitaliano di Lorand Gaspar PUF, aprile 1996 pp. 128, F 45 Si tratta di sette itinerari, sette punti di vista e differenti conclusioni relativi a un approfondito confronto con Letica , che portano a una nuova visione, insieme complessa e trasparente, di questopera. Cunningham, Suzanne Philosophy and the Darwinian Legacy Univ. Rochester Press, aprile 1996 pp. 272, UK 25 Lautrice sostiene che esiste una difficolt inerente alle teorie della percezione e della mente della filosofia analitica e della fenomenologia; tale difficolt causata dallesclusione del contributo di Darwin allevoluzione. Cunningham, ricercando le ragioni di questostacolo, critica le teorie della percezione puramente cognitive e il funzionalismo della macchina. DAnna, Vittorio Il denaro e il terzo regno: dualismo e unit della vita nella filosofia di Georg Simmel Clueb, aprile 1996 pp. 156, . 20.000 Lautrice mostra come nella complessa riflessione di Simmel prevalga un motivo; quello della ricerca del terzo regno al di l della contrapposizione di soggettivit individuale e soggettivit logica. Se nellopera Filosofia del denar o il d ualis mo go vernato d a unistanza di unit, nella filosofia della vita lunit passa per il dualismo. De Crescenzo, Luciano Ordine e disordine

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NOVIT IN LIBRERIA
Mondadori, giugno 1996 pp. 154, . 25.000. De Finis, Giorgio De Sanctis Ricciardone, Paola La filosofia e lo specchio della cultura. La scienza in antropologia tra seduzione e repulsione Il mondo 3, giugno 1996 pp. 78, . 10.000 Il libro si propone di realizzare la comunicazione tra lingue e culture diverse anche se lo sforzo di traduzione molto difficile. Quesa ricerca accomuna antropologi, filosofi e storici della scienza una volta venuta meno lidea aristotelica della corrispondenza tra linguaggio e realt. De Ruvo, Vincenzo I valori morali Levante, maggio 1996 pp. 426, . 42.000 In questo volume lautore esamina le antropologie e le proposte etiche, storicamente elaborate dalla filosofia, attraverso la sua prospettiva realistica che mira ad affermare contro ogni riduzionismo, la complessit e lintegralit dellessere umano e del suo agire, la pienezza viva del Reale. Debray, Regis Media Manifestos Verso, aprile 1996 pp. 192, UK 12.95 Questo volume propone una nuova sottodisciplina della scienza umana, la mediologia. Prospetta un nuovo modo di analizzare e considerare i media, partendo dalla citt-stato e arrivando fino a Internet. Vengono anche esaminate le opere di Roland Barthes, Umberto Eco, C.S. Peirce e Marshall McLuhan. Deleuze, Gilles Fluchtlinien der Philosophie a cura di F. Balke e J. Vogl W. Fink, maggio 1996 pp. 280, DM 48 Considerando che questopera non si presenta come il programma di una scuola n come il contenitore per alcune idee-guida, la questione da porre riguarda, non in ultima istanza, il corso della linea labirintica (Foucault) che attraversa le opere, cos diverse tra di loro, di questo filosofo. Deleuze, Gilles Pricls et Verdi: la philosophie de Franois Chtelet Minuit, aprile 1996 pp. 32, F 30 Si tratta della ristampa di questo testo, presentato in occasione di due giornate in cui filosofi, giornalisti, musicisti e attori rendevano omaggio a Franois Chtelet. Per gli specialisti della materia. Deleuze, Gilles - Guattari, Felix What is philosophy? Columbia UP, aprile 1996 pp. 256, UK 14 Questa monografia analizza la concezione filosofica degli autori e sviluppa il loro concetto dei rapporti tra filosofia, scienza e arte. Prende anche in considerazione il rapporto tra la filosofia e la storia dello sviluppo sociale e culturale in Occidente. Di Cesare, Donatella Die Sprache in der Philosophie von Karl Jaspers Francke, maggio 1996 pp. 110, FRS 30. Di Francesco, Michele Introduzione alla filosofia della mente Studi superiori Nis, aprile 1996 pp. 223, . 28.500 Questo libro si propone di esaminare la tematica relativa al rapporto tra mente e corpo che fino dallepoca classica stata analizzata dai filosofi. Partendo dalla riflessione dei filosofi classici, quindi, lautore giunge a considerare alcuni dei principali problemi filosofici posti dalla filosofia contemporanea, come la questione del rapporto tra concettualizzazione scientifica e visione ordinaria dellio. Diethe, Carol Nietzsches Women - Beyond the Whip s.ed., maggio 1996 pp. 177, DM 120 Il libro esamina perch ci siano cos tante donne prominenti nella generazione di Nietzsche; tutte conoscevano la famosa citazione da Zarathustra: Andate dalle donne, non dimenticate la frusta! e, nonostante questo, ammisero con riconoscenza linflusso esercitato da Nietzsche sulla loro vita e le loro opere. Molte donne, infatti, lo consideravano un misogeno. Doepke, Frederick C. The Kind of Things: A Theory of Personal Identity Based on Transcendental Argument Open Court, maggio 1996 pp. 288, UK 17.50 Cosa siamo? Questopera affronta lenigma dellidentit personale tramite una teoria generale dellidentit e si dichiara a favore di una visione del s opposta a quella di Hume e Parfit e pi in sintonia con quella di Kant e del senso comune. Lautore fa uso di argomenti trascendentali nel corso della sua considerazione di questi temi. Domanskj, Juliusz La philosophie, thorie ou manire de vivre?: les controverses de lAntiquit la Renaissance Ed. universitaires de Fribourg-Cerf, maggio 1996 pp. 126, F 120 Questopera, che raccoglie quattro conferenze tenute presso il Collge de France nel 1990, espone e analizza il processo che ha condotto la filosofia a perdere poco a poco la sua componente praticista, ovvero la sua dimensione di modo di vivere, a favore di un percorso filosofico soprattutto teorico e astratto. Per gli specialisti della materia. Drring, Eberhard Karl R. Popper: Die offene Gesellschaft und ihre Feinde. Ein einfhrender Kommentar UTB, maggio 1996 pp. 147, s.pr. Dufresnois, Huguette - Miquel, Christian La philosophie de lexil LHarmattan, maggio 1996 pp. 165, F 95 Questo saggio tenta di pensare alla condizione e al destino delluomo, sottoponendo la nozione del soggetto e il credere al me a una decostruzione, allo scopo di ritrovare una visione contemporaneamente tragica e dionisiaca di un essere umano aperto improvvisamente al flusso del mondo e decentrato rispetto a se stesso. Per tutti gli interessati alla materia. Dumoncel, Jean-Claude Philosophie deleuzienne et roman proustien Zyx, maggio 1996 pp. 128, F 95 La storia esemplare raccontata da Alla ricerca del tempo perduto, contiene una lezione di filosofia che spett a Gilles Deleuze trarre. Questo libro pu essere preso sia come una spiegazione del pensiero deleuziano partendo dalla storia prostiana, sia come unesegesi di Proust, partendo dagli strumenti concettuali riuniti da Deleuze. Di livello universitario. Dyson, A.E. The Fifth Dimension Macmillan Press, maggio 1996 pp. 368, UK 40 In questopera, A.E. Dyson definisce la quinta dimensione come il nostro infinito momento di coscienza. Egli studia le opere di Eschilo, Sofocle ed Euripide, le due grandi preghiere di Cristo e la Sua proclamazione del regno e le tradizioni mistiche, a sostegno della sua teoria. Ebeling, Hans Das andere Gesetz. Letzte Philosophie und die Lehre vom Einen Knigshausen & Neumann, maggio 1996 pp. 128, DM 26 Laltra legge ci che altro rispetto alla leggittimit e la regolarit della fisica, della tecnica e della politica. Considerata come qualcosa a s stante, laltra legge in primo luogo ci che altro nella metafisica; questo significa quindi anche lasciar dietro di s il diritto, letica, lestetica, per fare in modo che si possa scorgere ci che profondamente altro: il fine ultimo e unico di Sein e Sollen, quindi lUno stesso. Eigen, Michael Psychic Deadness Jason Aronson, maggio 1996 s.pp., UK 31.95 Molte persone cercano aiuto perch un senso di morte pervade la loro esperienza e li conduce spesso a mezzi disperati per liberarsene. Questo libro mostra che cosa significhi sopportare e combattere con questa morte psichica, giorno per giorno, seduta dopo seduta. Elshtain, Jean Bethke Augustine and the Limits of Politics Univ. Notre Dame Press, aprile 1996 pp. 176, UK 17.95 Si tratta di unanalisi del pensiero e dellopera di SantAgostino. Questo studio presenta la posizione di SantAgostino contraria allarroganza della filosofia, collegandolo in questo modo alle ultime correnti del pensiero moderno, comprendenti anche Wittgenstein e Freud. Evagrio, Pontico Gli otto spiriti della malvagit: Sui diversi pensieri della malvagit tr. e note di Francesca Moscatelli San Paolo, giugno 1996 pp. 122, . 24.000 Lopera di Evagrio, monaco vissuto nel VI secolo, un sistema grandioso che unisce etica, psicologia, teologia, filosofia, ascesi e mistica in un itinerario ascensionale che conduce allincontro diretto con Dio attraverso una purificazione successiva delle passioni. In questo libro vengono presentate le sue riflessioni sugli otto spiriti della malvagit che hanno determinato la dottrina dei sette vizi capitali. Fadini, Ubaldo (a cura di) Adorno, Canetti, Gehlen - desiderio: conversazioni sulle metamorfosi delluomo Mimesis, aprile 1996 pp. 107, . 20.000 In questo libro viene individuato un elemento comune tra le concezioni di Adorno, Canetti e Gehlen che concerne laffermazione del carattere sovversivo dellesistenza almeno in termini di possibilit. Falcioni, Daniela Natura e libert in Kant: una interpretazione del progetto Per la pace perpetua (1795) presentazione di Reinhard Brandt Bulzoni, aprile 1996 pp. 204, . 25.000 Lautrice analizza in questo libro il trattato di Kant del 1795 Per la pace perpetua mostrando come il progetto filosofico kantiano implichi una messa in politica del diritto in quanto si rivolge alla politica intesa come dottrina del diritto da mettere in pratica. Farley, Wendy Eros for the other: Retaining Truth in a Pluralistic World Penn State Press, maggio 1996 pp. 264, UK 13.50 Questopera analizza il problema di come le pretese di verit e le norme etiche possano sopravvivere al crescente e radicale riconoscimento del carattere storico, culturale, pluralista e spesso ideologico dellesperienza umana. Farrell, Frank B. Subjectivity, Realism and Postmodernism Cambridge UP, maggio 1996 s.pp., UK 12.95 Questo volume sulla filosofia angloamericana si concentra su come la filosofia ha confutato le nozioni di soggettivit, della mente e del linguaggio. Gli argomenti sono collocati nel contesto storico e in particolare sono messi in relazione alla filosofia medioevale e allidealismo tedesco. Fausto, Ruy Sur le concept de capital: ide dune logique dialectique LHarmattan, maggio 1996 pp. 87, F 60 Il libro presenta la logica, studiata attraverso unanalisi del concetto di capitale e della critica marxiana alleconomia politica. Fechtrup, H. - Schulze, Fr. Sternberg, Th. (a cura di) Aufklrung durch Tradition. Symposion der Josef Pieper Stiftung zum 90. Geburtstag von Josef Pieper, Mai 1994 in Mnster Lit, aprile 1996 pp. 176, DM 29,80 Il volume si basa sul simposio, tenuto dalla Josef Pieper Stiftung a Mnster, nel 1994, in occasione del novantesimo compleanno di Josef Pieper. Fenner, David E.W. The Aesthetic Attitude Humanities Press, maggio 1996 pp. 208, UK 29.95 Latteggiamento estetico - lo stato percettivo che consente allagente di sperimentare gli oggetti esteticamente - ha acquistato unimportanza crescente a partire dallIlluminismo. E stato confutato soltanto nel XX secolo. Questo libro passa in rassegna le importanti teorie di atteggiamento estetico e le critiche relative. Fenu, Carlo Maria Il problema della creazione nella filosofia di Rosmini Edizioni Rosminiane Sodalitas, aprile 1996 pp. 142, . 20.000 In questo libro lautore esamina il problema della creazione nella filosofia di Rosmini considerando il valore gnoseologico e quello ontologico della dottrina della creazione e lanalitica dellatto creativo. Ferrari, Massimo Ernst Cassirer: dalla scuola di Marpurgo alla filosofia della cultura L.S. Olschki, aprile 1996 pp. 343, . 69.000 In questo libro vengono esaminati; la genesi e struttura dellErkenntnisproblem, Cassirer e la Critica del giudizio, linterpretazione della teoria della relativit, la fondazione delle scienze dello spirito, le fonti leibniziane della Filosofia delle forme simboliche, la logica dellorigine e la filosofia del linguaggio e la filosofia della cultura (dal metodo trascendentale alla filosofia antropologica). Ferraro, Giuseppe Il poeta e la filosofia: filosofia morale e religione in G. Leopardi. Saggio di interpretazione Filema, aprile 1996 pp. 137, . 16.000 Ferraro ripercorre in questo libro la storia della critica leopardiana da Croce a Severino, riproponendo il senso del nullismo di Leopardi come anticipazione del nichilismo nietzscheiano. Dopo aver considerato gli effetti della malattia del nulla e del mal dessere delluomo, lo studio si conclude con una suggestiva analisi su la luna e la letteratura come approdo simbolico al primitivo e al semplice. Lultrafilosofia citata da Leopardi non oltre la filosofia ma la filosofia che va oltre in quanto pensiero rivolto allinfinito, fuori da ogni calcolo, dentro lassociazione del vissuto. Festa, Roberto Cambiare opinione: temi e problemi di epistemologia bayesiana Clueb, maggio 1996 pp. 326, . 40.000 In questo libro viene lautore esamina lapproccio bayesiano allanalisi del metodo scientifico dedicando particolare attenzione alla cinematica dellopinione cio allanalisi bayesiana del cambiamento razionale di opinione nella scienza. Lautore si propone di mostrare come la teoria bayesiana sia in grado di offrire soluzioni relativamente semplici a molti problemi di carattere metodologico. Feuerbach, Ludwig Entwrfe zu einer neuen Philosophie a cura di W. Jeaschke e W. Schuffenhauer Meiner, maggio 1996 pp. 193, DM 36. Ficino, Marsilio Meditations on the Soul: Selected Letters of Marsilio Ficino

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a cura di Clement Salaman Shepheard-Walwyn, aprile 1996 pp. 250, UK 12.95 I problemi che assillavano la mente umana nel Rinascimento erano gli stessi con cui ci confrontiamo oggi. Questa selezione di lettere di Marsilio Ficino copre una vasta gamma di argomenti e offre un panorama del pensiero rinascimentale. Fiorani, Eleonora Il mondo senza qualit: per una geo-filosofia delloggi Lupetti, aprile 1996 pp. 233, . 30.000 Lautrice analizza in questo libro prendendo in considerazione i dibattiti epistemologici e filosofici attuali, il tema relativo al legame tra il vivente e lambiente reale. Nella sua prospettiva il soggetto viene incorporato nell essere vivente attraverso lindividuazione di un collegamento tra il nuovo sapere emerso dalla biologia e la neurofisiologia e filosofi europei gi esperti in queste correnti trasversali come Piaget, Wittgenstein e Merleau-Ponty. Gensini, Stefano - Gola, Elisabetta Storari, Gian Pietro (a cura di) Derive 1995: quaderno di semiotica e filosofia del linguaggio Cuec, aprile 1996 pp. 233, . 25.000 Tra gli scritti raccolti in questo libro relativi al rapporto tra semiotica e filosofia del linguaggio si evidenziano; Corpo e linguaggio: spunti per una riunficazione del visibile e dellinvisibile di Felice Cimatti, Matematica e linguaggio: il lavoro di approfondimento logico-linguistico dalla Befriffsschrift ai Grundgesetze di Roberto Cocco, Il problema dellebraico nella corrispondenza leibniziana del 1696-97 di Stegano Gensini, Tre modelli di produzione della voce: Ippocrate, Aristotele, Galeno di Patrizia Laspia, Materiali per un lessico critico-linguistico di G.W. Leibniz: il termine Analogia di Cristina Marras. Fischer, Kuno ber den Witz. Ein philosophischer Essay Klpfer und Meyer, maggio 1996 pp. 150, DM 32. Flynn, Bernard Political Philosophy at the Closure of Metaphysics Humanities Press, aprile 1996 pp. 248, s.pr. Si tratta della critica alle opere dei filosofi politici a partire dalla prospettiva indicata dagli ultimi scritti di Merleau-Ponty e dalla filosofia politica di Lefort. Lanalisi si ispira alle opere di Heidegger, Lacan e della tradizione fenomenologica. Fontenelle, Bernard le Bouvier de Oeuvres comlptes - vol. VII Fayard, aprile 1996 pp. 530, F 295 Lopera raggruppa gli scritti di Fontanelle in qualit di segretario della Acadmie des Sciences, le sue polemiche relative alle scoperte scientifiche del suo tempo e alcuni scritti filosofici. Per tutti gli interessati alla materia. Foti, Veronique M. (a cura di) Merleau-Ponty: Difference, Materiality, Painting Humanities Press, maggio 1996 pp. 304, UK 35.95 Il volume presenta una raccolta di dottrine americane ed europee su tre aspetti fondamentali del pensiero di Merleau-Ponty (1908-1961): il problema della differenza nel pensiero heideggeriano del dopo-guerra e post-strutturalista, la tematizzazione della materialit e lontologia e la teoria della pittura. Fournier, Emmanuel Croire devoir penser Eclat, aprile 1996 pp. 133, F 80 Pensare senza saperlo. Camminare senza saperlo. N sapere come fare a camminare o a pensare. Sorprendersi della mancanza di sapere. E sorprendersi di poter sapere senza sapere di sapere, senza avere coscienza di sapere. Si tratta di uninterrogazione sul sapere che si declina senza coniugarsi. Di livello universitario. Frank, Daniel Judah Halevi a cura di Arthur Hertzberg Peter Halban, giugno 1996 pp. 176, UK 7.99 Judah Halevi (c1075-1141), filosofo e poeta spagnolo, fu uno degli ebrei eminenti nel mondo medioevale mediterraneo. Franzini, Elio Estetica: i nomi, i concetti, le correnti B. Mondadori, giugno 1996 pp. 456, . 48.000 Il testo si divide in due parti; la prima parte una presentazione dei principali momenti della storia della disciplina dallantichit ai giorni nostri, la seconda parte, invece, una ricostruzione completa e approfondita delle categorie chiave e dei principali problemi dellestetica. Froment-Meurice, Marc Cest--dire: potique de Heidegger Galile, aprile 1996 pp. 217, F 185 La poetica di Heidegger si fa in nome dellessere, si basa cio anche sul nome, perch il poeta avrebbe la vocazione di nominare ed a questo proposito che sarebbe il testimone dellessere. Questo saggio non si limita alla poesia, ma si occupa anche del suo ritiro dalla politica, si interessa dellarte, che Heidegger affronta con uno spirito diverso, uno spirito che lo porterebbe al di l di se stesso. Di livello universitario. Frost, Mervyn Ethics in International Relations: A Constitutive Theory Cambridge UP, maggio 1996 s.pp., UK 14.95 La maggior parte delle domande sulla politica internazionale sono di carattere etico. Tuttavia, alletica viene riservata una posizione marginale allinterno degli studi accademici dei rapporti internazionali. Questo volume esamina le ragioni fornite per giustificare questa posizione e conclude che esse non reggono a un esame accurato. Frowen, Stephen F. Hayek: Economist and Social Philosopher: A Critical Retrospect Macmillan Press, aprile 1996 pp. 320, UK 45 Questo volume fornisce un giudizio critico delle ampie prospettive presenti nelle famose opere di Hayek come economista e filosofo sociale; contiene inoltre articoli sulle prime opere di Hayek nel campo delleconomia monetaria. Fuhrmann, Manfred Cicero: And the Roman Republic Blackwell Publishers, aprile 1996 pp. 256, s.pr. Questa biografia di Cicerone indirizzata a un pubblico di non specialisti, comprendente coloro che non hanno conoscenze di prima mano delle lingue classiche. Il volume presenta un coerente resoconto non solo della personalit di Cicerone, ma anche del retroterra politico e culturale del suo tempo. Furuta, Hirokiyo Wittgenstein und Heidegger. Sinn und Logik in der Tradition der analytischen Philosophie Knigshausen & Neumann, aprile 1996 pp. 164, DM 38. Gadamer, Hans-Georg Le problme de la conscience historique a cura di Pierre Fruchon Seuil, aprile 1996 pp. 90, F 79 Con coscienza storica bisogna intendere la coscienza della storicit di tutto ci che presente e la relativit di ogni opinione. Lapparizione di tale presa di coscienza , verosimilmente, la rivoluzione pi importante manifestatasi dallinizio dellepoca moderna. Il volume raccoglie cinque conferenze tenute in francese nel 1958 alluniversit di Tolosa. Per tutti gli interessati alla materia. Gadamer, Hans-Georg Verit et mthode: les grandes lignes dune hermneutique philosophique tr. dal tedesco e a cura di P. Fruchon, J. Grodin, G. Merlio Seuil, aprile 1996 pp. 534, F 170 Si tratta della traduzione integrale del testo definitivo, che rappresenta la totalit del primo tomo delle Gesammelte Werke, apparse in Germania nel 1986. Una prima edizione abbreviata di questo testo era gi stata pubblicata dalle edizioni Seuil nel 1973. Di livello universitario e per la ricerca specialistica. Gaeta, Giancarlo, Bettinelli,Carla Del Lago Alessandro Vite attive: Simone Weil, Edith Stein, Hannah Arendt Lavoro, maggio 1996 pp. 89, . 12.000 In questo libro vengono esposti le filosofie di tre donne (Weil, Stein e Arendt) per mostrare come lessere donna produca delle differenze nelle modalit del pensare e proponga una specificit che previene il pericolo di imprigionarsi in forme di pensiero e di azione standardizzate. Gaetano, Raffaele Beati se non sanno la loro miseria: formazione e primi sviluppi del concetto di natura nella filosofia di Leopardi prefazione di Jolanda Capriglione introduzione di Elio Matassi Periferia, maggio 1996 pp. 134, . 15.000 Il taglio prevalentemente filosofico di questo libro non trascura lanalisi dei testi letterari. Esso prende in esame un periodo particolarmente interessante dellopera leopardiana, quello della crisi giovanile e delle cosiddette conversioni Gagliardi, Francesco Loggettivit in Kant Bibliotheca, giugno 1996 pp. 126, . 10.000 In questo libro lautore esamina il problema delloggettivit nella filosofia kantiana mostrando come esso implichi essenzialmente lanalisi di due punti. Il primo riguarda il modo nel quale la ragione possa giungere alla rappresentazione dellambito oggettivo attraverso il quale viene delineata lessenza di un oggetto in quanto oggetto e il secondo concerne quale genere di oggetti possa venire determinato sulla base di tale ambito oggettivo. Gardeva, Peter Platons Phaidon. Interpretation und Bibliographie Knigshausen & Neumann, aprile 1996 pp. 46, DM 32. Gargano, Antonio I sofisti, Socrate, Platone Citt del Sole, maggio 1996 pp. 102, . 7.000 Gaubert, Jol La science politique dErnst Cassirer: pour une refondation symbolique de la raison pratique contre le pythe politique contemporain Kim, maggio 1996 pp. 112, F 105 Mobilitando le risorse de La filosofia delle forme simboliche , Cassirer rifonda progressivamente, negli anni Trenta, la filosofia, aprendola alla considerazione dellagire; il filosofo si mette quindi egli stesso a diagnosticare il male dei nostri tempi e lo reputa rilevate ai fini di una quasi-decadenza della funzione simbolica, dovuta al ritorno di un pensiero mitico, consolidato attraverso una razionalit tecnica. Di livello universitario. Geertz, Clifford Feyerabend, Paul K. Anti-anti-relativismo. Clifford Geertz Contro lineffabilit culturale/ Paul K. Feyerabend introduzione di Giorgio De Finis il mondo, giugno 1996 pp. 78, . 12.000 In questo libro Clifford combatte la sua battaglia contro il demone del relativismo. Daltra parte, Fereybend definisce il relativismo una chimera poich esso presuppone degli universi chiusi e autonomi che possono determinare una interruzione della comunicazione. Genosko, Garry Guattari Reader Blackwell Publishers, aprile 1996 pp. 232, UK 14.99 Questo volume fornisce un resoconto del versante pi politico di Felix Guattari, documentando i suoi interventi in conflitti politici particolari allinterno dellEuropa contemporanea. Il testo si rivolge a chi lavora nellambito o a cavallo tra gli ambiti politico, filosofico, semiotico, psicoanalitico, sociologico e degli studi culturali. Gensler, Harry Formal Ethics Routledge, aprile 1996 pp. 224, UK 12.99 Il pi importante principio etico la cosiddetta regola doro: tratta gli altri come desideresti essere trattato. Concentrandosi su questo dettame, lo studio mostra che i principi fondamentali delletica sono molto simili ai principi della logica e forniscono una solida base per il pensiero etico. Ghersi, Luciano Lessere e il tessere Loggia de Lanzi, aprile 1996 pp. 294, . 25.000 Il filo conduttore di questo libro pantagruelico il filo della tessitura che intesa insieme arte, artigianato, tecnica, codice culturale ecc. Giamblico Vie de Pythagore a cura e tr. dal greco di Luc Brisson, Alain Segonds Belles lettres, aprile 1996 pp. 336, F 135 Questa biografia di Pitagora riguarda tre grandi ambiti di interesse: la filosofia, la storia delle scienze e lesoterismo. Il biografo Giamblico, nativo dellattuale Siria (290-325 ca. d. C.) fu uno dei pi grandi filosofi del Neo-platonismo. Per tutti gli interessati. Gioberti, Vincenzo Pensieri numerati a cura di Giulio Bonafede Cedam, aprile 1996 pp. 159, . 25.000 In questo libro vengono presentate le meditazioni giovanili di Vincenzo Gioberti che mettono in rilievo linizio della sua attivit di scrittore basata su una notevole lettura attinta prima alla Biblioteca del liceo Mandralisca, poi alla Biblioteca della Fondazione Mandralistica. Gioberti manifestava gi la sua concezione filosofica basata sulla distinzione tra infinito in atto proprio della mente divina e infinito potenziale proprio della mente umana che determina una riflessione sulla potenza conoscitiva delluomo. Girgenti, Giuseppe Il pensiero forte di Porfirio: mediazione tra henologia e ontologia aristotelica introduzione di Giovanni Reale Vita e pensiero, giugno 1996 pp. 348, . 26.000 In questo libro vengono analizzate lhenologia neoplatonica, linterpretazione porfiriana di Platone e Aristotele, e la concezione porfiriana dellUno e la sua ricostruzione della struttura del reale. Glasersfeld, Ernst von Radikaler Konstruktivismus. Ideen, Ergebnisse, Probleme pref. di Siegfried J. Schmidt Suhrkamp, aprile 1996 pp. 288, DM 48 Si tratta di unanalisi delle opere di pensatori fondamentali per la storia della filosofia, che hanno sviluppato idee che sono state basilari per filosofia e su cui stato edificato il pensiero costruttivista. Gloy, K. (a cura di) Natur- und Technikbegriffe. Historische und systematische Aspekte Bouvier, maggio 1996 pp. 312, DM 68 In questo volume - sotto forma di ricerche autonome sulla storia del concetto di natura e di tecnica, sulle domande intorno alla possibilit di conoscenza della natura e su aspetti teorico-linguistici, teoretico-conoscitivi, etici e politici - viene tracciato quellarco che va dal mito alla magia, passando per il meccanicismo e lIdealismo, arrivando fino alla molteplicit del discor-

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NOVIT IN LIBRERIA
so odierno allinterno delle scienze naturali e della filosofia. Goddman-Thau, E. - Daxner, M. (a cura di) Bruch und Kontinuitt. Jdisches Denken in der europischen Geistesgeschichte Akademie-Vlg., aprile 1996 pp. 258, DM 98. Godfrey-Smith, Peter Complexity and Function of the Mind Cambridge UP, maggio 1996 pp. 320, UK 30 Questopera si propone di spiegare il rapporto tra lintelligenza e la complesssit ambientale e, cos facendo, di collegare la filosofia della mente a temi pi generali, riguardanti il rapporto tra organismo e ambienti, e a uno schema generale di spiegazioni esternaliste. Golomb, Jacob Nietzsche and Jewish Culture Routledge, giugno 1996 pp. 288, UK 40 Questa raccolta di saggi analizza il rapporto reciproco tra Nietzsche e la cultura ebraica. Il libro organizzato in due parti: la prima esamina gli atteggiamenti di Nietzsche verso gli ebrei e lebraismo, la seconda analizza linflusso di Nietzsche sugli intellettuali ebrei. Gottfried, Gabriel sthetischer Witz und logischer Scharfsinn. Zum Verhltnis von wissenschaftlicher und sthetischer Weltauffassung Palm & Enke, aprile 1996 pp. 26, DM 18. Granada, Miguel A. El debate cosmolgico en 1588: Bruno, Brahe, Rothmann, Ursus, Roslin Bibliopolis, giugno 1996 pp. 165, . 25.000. Grange, Juliette La philosophie dAuguste Comte: science, politique, religion PUF, aprile 1996 pp. 448, F 198 Il nome di Comte messo in relazione con la filosofia della scienza che fa riferimento al positivismo. Ma il comtismo deve essere riscoperto: il pensiero di Comte si sforza di realizzare lambizione filosofica di riunire i saperi e di porre le basi per letica, la politica e la religione. Al di l di uno scientismo sorpassato, il comtismo permette di pensare a una filosofia della fine della filosofia. Di livello universitario. Grant, Edward Planets, Stars, and Orbs: The Medieval Cosmos, 1200-1680 Cambridge UP, maggio 1996 s.pp., UK 17.95 Questopera descrive la concezione medioevale del cosmo, cos come veniva considerata dai teologi scolastici e dai filosofi naturali nelle universit dellEuropa occidentale dal XIII al XVII secolo. Grethlein, Th. - Leitner, H. Inmitten der Zeit. Beitrge zur europischen Gegenwartsphilosophie. Festschrift fr Manfred Riedel Knigshausen & Neumann, maggio 1996 pp. 646, DM 86. Groenen, Marc Leroi-Gourhan: essence et contingence dans la destine humaine pref. di Marc Richir De Boeck-Wesmael, maggio 1996 pp. 185, F 125 Andr Leroi-Gourhan, instancabile pensatore delluomo, si rivelato essere il costruttore dellantropologia globale. La grande originalit del suo sistema si basa sul fatto che egli si rif alla biologia, alletnologia e alla preistoria. Oggigiorno, il suo pensiero alimenta le ricerche in numerose discipline. Per gli specialisti della materia. Groheim, M. (a cura di) Leib und Gefhl. Beitrge zur Anthropologie Akademie-Vlg., aprile 1996 pp. 306, DM 98. Grosseteste, Robert On the Six Days of Creation: A Translation of the Hexaemeron Oxford UP, aprile 1996 pp. 380, UK 30 Questa traduzione integra il testo latino dellHexaemeron di Dales e Gieben. Fornisce un resoconto dellunit della cultura medioevale, dove lo studio di Dio include lo studio del mondo intero. Si rivolge agli studenti e agli specialisti di filosofia, teologia e letteratura medioevali. Guglielmo di Occam Somme de logique - parte II a cura e tr. dal latino di Jol Biard TER, maggio 1996 pp. 242, F 189 Il volume rappresenta un momento decisivo della conclamazione dei principi dellanalisi sematica, che verranno poi sviluppati da un gran numero di filosofi nel XIV secolo. La logica di Occam, unopera fondamentale per comprendere il pensiero degli ultimi secoli medioevali, rompe con ogni visione di un sistema cosmologico di rinvii simbolici, in cui il mondo esso stesso un linguaggio. Guyer, Paul Kant and the Experience of Freedom: Essays on Aesthetics and Morality Cambridge UP, giugno 1996 pp. 467, UK 12.95 Questa raccolta di saggi si propone di trasformare il nostro modo di concepire sia lestetica che letica di Kant. Guyer mostra che, al centro della teoria estetica di Kant, il disinteresse per il gusto diventa unesperienza di libert e quindi un indispensabile complemento della moralit stessa. Hacker, P.M.S. Wittgenstein: Mind and Will: Philosophical Investigations an Analytical Commentary on the Philosophical Investigations vol. IV Blackwell Publishers, aprile 1996 pp. 752, UK 74.95 Si tratta del quarto e ultimo volume del commento alle Investigazioni filosofiche di Wittgenstein. Come i volumi precedenti, il testo consiste di saggi filosofici e di esegesi. I nove saggi analizzano i temi pi importanti di questa parte dellopera. Han, Byung-Chul Heideggers Herz. Zum Begriff der Stimmung bei Martin Heidegger W. Fink, aprile 1996 pp. 160, DM 48 Con il concetto di umore, lautore rivela lo strato portante della filosofia di Heidegger. Nellumore, che rimane al di qua rispetto alle affermazioni psicologiche e antropologiche, si rivela un qui che non connotato dal punto di vista metafisico. Hardwick, Charley D. Events of Grace: Naturalism, Existentialism, and Theology Cambridge UP, maggio 1996 pp. 350, UK 37.50 Inserendosi nella tradizione teologica liberale, iniziata con Schleiermacher, questo testo dimostra che la fede cristiana pu essere pienamente compatibile con una visione scientifica del mondo. Heintel, Erich Gesammelte Abhandlungen vol. V: Zur praktischen Vernunft 1, Zum Begriff der Freiheit, des Handelns und der Ethik Frommann-Holzboog, aprile 1996 pp. 435, DM 98. Heintel, Erich Gesammelte Abhandlungen vol. VI: Zur praktischen Vernunft 2, Zum Begriff der Geschichte, der Politik und der Erziehung Frommann-Holzboog, aprile 1996 pp. 440, DM 98. Hemming, Ralf Individuum. Soziogenese und kommunikative Kompetenz. Zur Bestimmung und Kritik sozialtheoretischer Implikationen im Habermasschen Theorieentwurf Pro-Universitatte-Vlg., maggio 1996 pp. 126, DM 69. Hogrebe, Wolfram Societa teutonica. Profile der Frhromantik und das Elend der deutschen Geselligkeit Palm und Enke, maggio 1996 pp. 32, DM 18. Hohmann, J.S. (a cura di) Beitrge zur Philosophie Eduard Sprangers Duncker & Humblot, maggio 1996 pp. 394, DM 148. Hhn, H.-J. Krise der Immanenz. Religion am Ende der Moderne Fischer Taschenbuchvlg., maggio 1996 s.pp., DM 34 Filosofi, studiosi di religione e sociologi si occupano delle questioni fondamentali della permanenza dellelemento religioso in opposizione alle spinte di secolarizzazione radicali degli ultimi tre secoli. Hubbert, Joachim Auf dem Rcken eines Tigers in Trumen versunken. Einfhrung in Nietzsches philosophische Kulturkritik Brockmeyer, aprile 1996 pp. 104, DM 29,80. Hbsch, Stefan Philosophie und Gewissen. Beitrge zur Rehabilitierung des philosophischen Gewissensbegriffs Vandenhoeck & Ruprecht, aprile 1996 pp. 286, DM 80 Linsicurezza in questo campo viene ricondotta da Hbsch al fatto che il concetto di coscienza stato svincolato dal contesto della riflessione filosofica ed comparso allorizzonte della costruzione della teoria scientifica. Hughes, G.E. - Cresswell, M.J. A New Introduction to Modal Logic Routledge, aprile 1996 pp. 448, UK 13.99 La logica modale la logica della necessit e della possibilit; diversamente rispetto alla logica non-modale, essa codifica le strutture che rappresentano come le cose potrebbero essere e come di fatto sono. Questo testo guida i lettori attraverso i sistemi pi importanti di logica del predicato modale con identit. Ivanhoe, Philip J. (a cura di) Chinese Language, Thought and Culture: Nivison and his Critics Open Court, maggio 1996 pp. 392, UK 18.50 Questa raccolta di saggi scritti da sinologi, storici e filosofi confuta e amplia lopera di David Nivison, i cui contributi spaziano dalla filosofia morale, alla riflessione religiosa, alla storia del pensiero alla lingua cinese. Nivison risponde a ogni saggio. Janich, Peter Konstruktivismus und Naturerkenntnis. Auf dem Weg zum Kulturalismus Suhrkamp, maggio 1996 pp. 320, DM 22,80. Jay, Martin The Dialectical Imagination: A History of the Frankfurt School and the Institute of Social Research, 1923-1950 Univ. of California Press, aprile 1996 pp. 415, UK 10.95 Si tratta di una storia della Scuola di Francoforte e del suo impatto, nei primi anni della sua esistenza, sulla cultura tedesca e statunitense. Questedizione include una nuova prefazione che contiene riflessioni sullattualit e limportanza, ai giorni nostri, delle opere della Scuola di Francoforte. Jeannire, Abel Les prsocratiques Seuil, aprile 1996 pp. 224, F 65 Si tratta di uno studio su alcune delle principali figure che emersero nel periodo tra il VI e il V secolo a.C.: Talete, Anassimandro, Anassimene, Senofane, Pitagora, Eraclito, Parmenide, Anassagora, Democrito... Per tutti gli interessati alla materia. Joly, Jacques La nature selon Ando Shoki Maisonneuve et Larose, maggio 1996 pp. 528, F 210 Lautore, tramite la nozione di shizen, ci offre un quadro di come gli ambienti intellettuali giapponesi dellepoca Tokugawa abbiano potuto concepire il problema dei rapporti tra la natura e la cultura. Per tutti gli interessati alla materia. Kanitscheider, Bernulf Im Innern der Natur. Philosophie und moderne Physik Wiss. Buchges., maggio 1996 pp. 244, DM 68 Il libro presenta la concezione del mondo delle scienze naturali, cos come essa si presenta nella riflessione filosofica. Lautore si pone lo scopo di raggiungere un naturalismo generale, che comprenda anche lesistenza dellessere umano e il suo orientamento verso il mondo della vita. Kant, Immanuel Kant: the Metaphysics of Morals tr. e a cura di Mary Gregor Cambridge UP, aprile 1996 pp. 252, UK 10.95 Questo volume contiene due parte: la Dottrina del diritto, che si occupa dei diritti che la gente ha o pu acquisire e la Dottrina della virt, che si occupa delle virt che la gente dovrebbe acquisire. Questa traduzione include note sulla terminologia kantiana, spesso difficile e poco accessibile. Kaufmann, Matthias Rechtsphilosophie Alber, maggio 1996 pp. 320, DM 99. Kellerer, Christian Die Befreiung des abendlndischen Denkens Stroemfeld, maggio 1996 pp. 675, DM 48 Kellerer presenta, nel suo libro, una teoria dello sviluppo del processo culturale occidentale che sia avvincente che divertente da leggere. La bellezza del libro risiede nel fatto che in esso vengono intrecciate conoscenze psicologiche, filosofiche e tecnicoscientifiche. Kemmerling, A. - Schtt, H.-P. (a cura di) Descartes nachgedacht Klostermann, maggio 1996 pp. 208, DM 38 I contributi originali, raccolti in questo volume, tematizzano i diversi aapetti della metafisica, della teoria della conoscenza e della filosofia dello spirito cartesiane, che vengono ancora interpretate non correttamente nella cerchia degli esperti di filosofia classica. Kemmerling, Andreas Ideen des Ichs. Studien zu Descartes Philosophie Suhrkamp, aprile 1996 pp. 200, DM 18,80. Kerger, Henry Wille als Reiz. Die psycho-physischen Grundlagen der Lehre Nietzsches vom Willen zur Macht Knigshausen & Neumann, maggio 1996 pp. 240, DM 48 Le affermazioni di Nietzsche sul rapporto tra i processi psicologici e fisiologici, nelle quali Nietzsche formula lipotesi di una volont unica, vengono collocate e presentate qui nel contesto in cui furono espresse. Keshen, Richard Reasonable Self-esteem McGill Q UP (UCL), maggio 1996 pp. 232, UK 10.95 Lautore, in questa sua rassegne sulla filosofia dellautostima, sviluppa e difende lidea di unautostima ragionevole, un concetto basato su un ideale di ragionevolezza, e conclude che gli individui che pensano a se stessi nei termini di questo paradigma vivranno vite pi felici e pi soddisfacenti. Kessler, H. (a cura di) kologisches Weltethos im Dialog der Kulturen und Religionen Wiss. Buchges., aprile 1996 pp. 290, DM 58

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Instaurando un dialogo tra esperti appartenenti a diverse culture e religioni, il libro cerca di raggiungere un accordo su atteggiamenti fondamentali e princpi ecologici ed etici che hanno unimportanza mondiale. Kessler, H. (a cura di) Sokrates, Geschichte, Legende, Spiegelungen H. Leins, aprile 1996 pp. 296, DM 34 Gli otto contributi a questo volume, che fa parte degli Sokrates-Studien II, si dedicano ad analizzare le interpretazioni che, nel corso del tempo, sono state date della figura di Socrate. In piccolo, queste interpretazioni rispecchiano per anche tutta la storia della filosofia. Kim, Jaegwon Philosophy of Mind Westview Press, maggio 1996 pp. 224, UK 13.50 Questa rassegna - concepita come libro di testo per studenti universitari laureandi e laureati, ma adatta anche a filosofi esperti e a lettori nuovi allargomento - esamina, traccia delle mappe e interpreta la filosofia della mente. Klemme, Heiner F. Kants Philosophie des Subjekts Meiner, maggio 1996 s.pp. , DM 148. Kobusch Th. - B. Mojsisch (a cura di) Platon. Seine Dialoge in der Sicht neuer Forschungen Wiss. Buchges., aprile 1996 pp. 296, DM 68 Laspetto nuovo di questo volume rappresentato dal fatto che i singoli dialoghi di Platone vengono analizzati da rappresentanti delle diverse scuole. Attraverso i nuovi approcci, vengono aperte al lettore nuove prospettive sulla filosofia platonica. Koslowski, P. Ethics of Capitalism and Critique of Sociobiology Springer, maggio 1996 pp. 142, DM 98 I due saggi raccolti nel libro si occupano di due argomenti: la teoria etica dellordine economico e la critica alla sociobiologia e alla sua teoria dellevoluzione. I due saggi sono commentati da James B. Buchnam. Koslowski, P. (a cura di) Die spekulative Philosophie der Weltreligionen. Ein Beitrag zum Gesprch der Weltreligionen im Vorfeld der Expo 2000 Hannover Passagen-Vlg., aprile 1996 pp. 50, DM 14,80. Kramer, Rolf Ethik des Geldes. Eine theologische und konomische Verhltnisbestimmung Duncker und Humblot, maggio 1996 pp. 136, DM 86. Krmer, S. (a cura di) Bewutsein. Philosophische Beitrge Suhrkamp, maggio 1996 pp. 272, DM 19,80. Kremer-Marietti, Angle La raison cratrice: moderne ou post-moderne Kim, aprile 1996 pp. 192, F 135 Quando la ragione moderna si avventur con ottimismo lungo le vie della scienza e della tecnica, sembra che da essa si sia distaccata come unaltra ragione, una sua figlia primogenita. Oramai per le innovazioni e il divenire caratterizzano un mondo sempre pi complesso, davanti al quale lessere umano prova un crescente senso di perplessit. Di livello universitario. Kristjcnsson, Kristjcn Social Freedom: The Responsibility View Cambridge UP, aprile 1996 s.pp., UK 32.50 In questopera, Kristjcn Kristjcnsson offre unanalisi critica dei principali elementi della teoria della libert negativa: la natura degli ostacoli e delle costrizioni, il peso degli ostacoli e il rapporto della libert con il potere e lautonomia. Kronegger, Marlies (a cura di) Life - the Human Quest for an Ideal: 25th Anniversary Publication Book II Kluwer, maggio 1996 pp. 360, UK 98 Questa raccolta di saggi - preceduta da un esame dellallegoria nellestetica e della metafisica dellontopoiesis della vita - si apre con Tymieniecka, la quale propone la misura aurea come lideale che lumanit dei nostri giorni chiede e per cui lotta. Khn, R. Leben als Bedrfen. Eine lebensphnomenologische Analyse zu Kultur und Wirtschaft Physica-Vlg., maggio 1996 pp. 247, DM 90 La cultura non la creazione di opere letterarie, ma unauto-elevazione della vita originario-fenomenologica. Nella situazione di bisogno, la soggettivit assoluta dellessere umano riceve questa vita e la vuole anche riconoscere in tutto. Questo processo determinante anche per leconomia. Kummer, Christian Philosophie der organischen Entwicklung Kohlhammer, maggio 1996 pp. 271, DM 36. Lamettrie, Julien Offray de Machine Man and other Writings tr. e a cura di Ann Thomson Cambridge UP, a prile 1996 s. pp., UK 12.95 Julien Offray de Lamettrie, lautore dellUomo macchina (1747), era uno dei pi convinti materialisti del XVIII secolo. Questa traduzione presenta questo testo, insieme ad altri scritti. Il volume descrive anche le conseguenze morali scandalose che egli trasse dal suo materialismo. Lange, Ernst Michael Ludwig Wittgenstein Logisch-philosophische Abhandlung. Ein einfhrunder Kommentar in den Tractatus Akademie-Vlg., aprile 1996 pp. 156, DM 18,80. Lao-tzu Tao Te Ching: The Book of the Way Kyle Cathie, aprile 1996 pp. 128, UK 5.99 Il manuale cinese classico sullarte di vivere di Lao-tzu, esamina la condizione di base dellessere vivi e fornisce consigli che tendono a far raggiungere lequilibrio e nuove prospettive, partendo da uno spirito sereno e generoso. La traduzione di Stephen Mitchell, si propone di mantenere il sentimento di grazia e profonda saggezza delloriginale. Laurent, Alain Du bon usage de Descartes Maisonneuve et Larose, aprile 1996 pp. 128, F 98 Il libro intende far rivisitare con simpatia un aspetto un po trascurato ma importante dellopera di Cartesio: la sua morale individualista di portata universale che completa e corona la riflessione scientifica e metafisica. Il volume quindi un testo di divulgazione dellopera di Cartesio. Lawton, Clive Celebrating Caribbean Young Library, giugno 1996 pp. 48, UK 7.50 Il libro fa parte di una serie che analizza il modo di vivere di altri popoli. Lautore descrive le celebrazioni caraibiche, si occupa anche di abiti e di costume, di cibo, religione e include testi sacri e luoghi di culto, nascita, morte e matrimonio, le feste e le celebrazioni con il loro calendario e la lingua caraibica. Lawton, Clive Celebrating India Young Library, giugno 1996 pp. 48, UK 7.50 Il libro fa parte di una serie che analizza il modo di vivere di altri popoli. Lautore descrive le celebrazioni indiane, si occupa anche di abiti e di costume, di cibo, religione e include testi sacri e luoghi di culto, nascita, morte e matrimonio, le feste e le celebrazioni con il loro calendario e la lingua indiana. Lee, Patrick Abortion and Unborn Human Life Catholic UP USA, aprile 1996 pp. 168, UK 11.95 Questo volume affronta la questione morale dellaborto: sempre moralmente giusto procurare un aborto, aiutare a procurarlo o eseguirlo? Il testo passa in rassegna le principali argomentazioni filosofiche a favore della permissibilit morale dellaborto e ne confuta i diversi punti argomentativi. Leibniz, Gottfried Wilhelm von Des Freiherrn von Leibniz Theodicee, das ist von der Gte Gottes, Freiheit des Menschen und vom Ursprunge des Bsen, mit verschiedenen Zustzen und Anmerkungen vermehrt von Johann Christoph Gottscheden (1744) a cura di H. Horstmann Akademie-Vlg., maggio 1996 pp. 600, DM 136 Questa nuova edizione si basa su quella commentata da Gottsched nel 1744, con tutti gli allegati da lui allora pensati; contiene un elenco dei nomi, corredata di note e ha una post-fazione delleditore. Lenk, Hans et al. Ethik in der Wirtschaft. Chanchen verantwortlichen Handelns Kohlhammer, aprile 1996 pp. 210, DM 40. Lesch, W. (a cura di) Naturbilder - kologische Kommunikation zwischen sthetik und Moral Birkhuser, aprile 1996 pp. 344, FRS 48 La percezione dellambiente naturale viene determinata dalle rappresentazioni della natura trasmesse dalla cultura, la cui conoscenza importante per la concezione e lagire ecologici. Il libro fornisce una chiave dingresso a settori dellattuale ricerca sullambiente scientifica e culturale. Ci che accomuna tutti i contributi la questione delle rappresentazioni della comunicazione ecologica. Lewis, Gordon Existence in Black: An Anthology of Black Existential Philosophy Routledge, giugno 1996 pp. 288, UK 12.99 Questo studio, basandosi su fonti della filosofia e della letteratura africana, analizza alcuni temi centrali dellesistenzialismo, cos come vengono presentati nel contesto di ci che Franz Fanon ha identificato come lesperienza vissuta del nero. Lohnstein, Horst Formale Semantik und natrliche Sprache. Einfhrung und Lehrbuch Westdt. Vlg., aprile 1996 pp. 280, DM 46 Lautore fornisce una presentazione completa e sintetica dei concetti teorici e dei processi di analisi correnti e introduce, capitolo dopo capitolo, alla teoria degli insiemi, alla logica delle affermazioni e dei predicati, alla teoria dei tipi, al calcolo del Lambda, alla semantica temporale e alla logica modale, fino ad arrivare alla logica intensionale. Il libro comunica anche i fondamenti tecnici della semantica formale. Lugo, Luis E. Sovereignity at the Crossroads?: Morality and International Politics in the Post-Cold War Era Rowman & Littlefield, aprile 1996 pp. 208, UK 18.50 Lopera analizza i problemi del mondo dopo la guerra fredda: la lotta etnica e nazionale, la proliferazione delle armi nucleari e il terrorismo. Lautore, adottando una prospettiva filosofico-morale, si rif a una tradizione di riflessione politica cristiana allo scopo di considerare la politica internazionale sotto laspetto morale. Lutz, B. (a cura di) Metzler-Philosophen-Lexikon Metzler, aprile 1996 pp. 954, DM 39,80 Si tratta di unedizione speciale, la seconda, di questo volume, che stato ampliato e attualizzato. Macmurray, John Interpreting the Universe Humanities Press, aprile 1996 pp. 112, UK 9.95 Questopera dimostra che il filosofo John Macmurray ha posto le basi dellidea che i filosofi debbano imparare a pensare allazione, il che presuppone una partecipazione alla vita reale, e non uno studiare il puro s pensante, per il quale il mondo un oggetto. Mai, Katharina Die Phnomenologie und ihre berschreitungen. Husserls reduktives Philosophieren und Derridas Spur der Andersheit M & P, aprile 1996 pp. 340, DM 45. Mainzer, K. Thinking in Complexity. The Complex Dynamics of Matter, Mind and Mankind Springer, aprile 1996 pp. 350, DM 58 Il libro, in questa sua seconda edizione ampliata, fornisce unampia rassegna sullimportanza della complessit e dellevoluzione nella natura e nel mondo moderno. Vengono fornite argomentazioni in favore di una visione del mondo integrativa e olistica che saranno certamente interessanti per la generazione contemporanea, con i suoi ideali filosofici. Malusa, L. - Campodonico, A. (a cura di) Jacques Maritain: riflessioni su una fortuna F.Angeli, maggio 1996 pp. 159, . 24.000 Il volume si propone un bilancio critico del pensiero di Jacques Maritain inquadrandolo nel suo tempo, confrontandolo con altri del novecento e valorizzando alcuni aspetti meno conosciuti e tuttavia fondamentali nella sua opera. Le tematiche trattate dai diversi specialisti riguardano in particolare larticolazione maritainiana dei gradi del sapere, dalla metafisica alla dottrina della conoscenza, dalla problematica epistemologica alla teologia filosofica, dalletica alla filosofia politica. Manilius, Marcus Il poema degli astri: Astronomica Mondadori, giugno 1996 pp. 384, . 48.000. Marchetti, Laura Il fanciullo e langelo: sulle metafore della redenzione Sellerio, maggio 1996 pp. 271, . 35.000 Tra le tematiche trattate in questo libro si rilevano: visioni del fanciullo o dellOrigine, pulsioni originarie e origine del progresso, il Fanciullo Divino e il mito dellEterno Ritorno, visioni dellangelo o della Leggerezza, il Doppio angelico e lidentificazione proiettiva buona. Marcuzzi, Max Les corps artificiels: peur et responsabilits Aubier, aprile 1996 pp. 256, F 98 Lautore analizza le dottrine riguardanti il corpo nel corso della storia della filosofia. Ne risulta che il corpo diventato un oggetto di culto che si occupa ormai solo di se stesso. Marcuzzi si interroga sui rischi di ammettere solamente lesistenza dei corpi, indipendenti dallincorporeo. Per tutti gli interessati alla materia. Maritain, Jacques La philosophie de la nature: essai critique sur ses frontires et son objet pref. Louis Chammings Tqui, aprile 1996 pp. 167, F 80 In questa nuova edizione ampliata della sua opera, Jacques Maritain mostra che, contrariamente alle scienze della natura, la filosofia della natura costituisce anche una saggezza, nella misura in cui essa esercita, a un livello che le proprio, lo sguardo con intento ontologico, che la rapporta e la ricollega alla metafisica. Per tutti gli interessati.

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Martelli, Michele Gramsci: filosofo della politica Unicopli, aprile 1996 pp. 203, . 26.000 Dopo il crollo del socialismo reale esteuropeo e la crisi radicale del comunismo come teoria e prospettiva storica il ripensamento e la reinterpretazione della gramsciana Filosofia della prassi diventa uno dei punti obbligati per chiunque voglia tentare un bilancio critico del movimento comunista del XX secolo di cui Gramsci una delle coscienze pi alte e problematiche. Martin, C.J.F. An Introduction to Medieval Philosophy Edinburgh UP, giugno 1996 pp. 144, UK 11.95 Lautore guida gli studenti attraverso i problemi intellettuali del pensiero medioevale, spiegando i principali argomenti da Agostino dIppona al XVI secolo. Enfatizzando i rapporti tra ragione e fede, lautore mostra che i filosofi medioevali considerarono il loro ruolo come lo sviluppo di una tradizione. Martin, Mike W. Loves Virtues Univ. Press of Kansas, maggio 1996 pp. 224, UK 11.95 Questopera esamina perch i valori morali abbelliscono e rinforzano i rapporti erotici e matrimoniali. Lautore lancia una sfida al cinismo rispetto al matrimonio, pur rimanendo sensibile agli innumerevoli problemi che le coppie si trovano ad affrontare; il suo approccio allamore matrimoniale sia tradizionale che moderno. Marx, Karl Misre de la philosophie a cura di Jean Kessler Payot, aprile 1996 pp. 240, F 72 Nel 1847, in occasione di una polemica con Proudhon, Marx - in questo testo, scritto direttamente in francese - regola i conti con una certa idea del socialismo e delleconomia. Criticando il socialismo piccolo-borghese, egli precisa le sue tesi e ne propone una versione molto accessibile. Masters, Roger D. Machiavelli, Leonardo, and the Science of Power - vol. III Univ. Notre Dame Press, aprile 1996 pp. 384, UK 26.50 Lautore di questo testo sostiene che il pensiero di Machiavelli rende accessibile la saggezza antica alla condizione moderna (e post-moderna) e che la sua comprensione della natura umana superiore a quella di Hobbes, Locke, Rousseau, Marx o Mill. Viene anche documentato il suo rapporto con Leonardo da Vinci. Masullo, Aldo Metafisica: storia di unidea Donzelli, giugno 1996 pp. 316, . 38.000 Quesro libro analizza lo sviluppo della metafisica mostrando come il problema fondamentale sia quello di recuperare ci che di divino rimasto nellumano, i diversi simboli attraverso i quali gli uomini riescono a orientarsi entro la pluralit dellesperienza. La metafisica cos si rivela essere la logica generale delle misure. Mathieu, Vittorio Orfeo e il suo canto: scritti (1950 -1993) prefazione di Guglielmo Gallino S. Zamorani, maggio 1996 pp. 166, . 36.000 I saggi raccolti in questo libro scritti nel corso di quarantanni coprono lintero arco della riflessione filosofica di Mathieu. Si tratta di una ripresa in chiave contemporanea della filosofia di Plotino. Moravia, Sergio Lenigma dellesistenza: soggetto, morale, passioni nellet del disincanto Feltrinelli, maggio 1996 pp. 256, . 40.000 In questo libro Moravia propone il mistero dellesistenza senza fornire soluzioni definitive ma ponendo le domande pi urgenti per luomo occidentale nel suo essere-nelmondo. Per Moravia luomo passionale ma anche morale pu perseguire una giustificazione laica alla propria esistenza, o addirittura una forma di salvezza, ricercando e costruendo sempre nuovi valori, sempre nuove forme di comprensione tra lio e laltro. Mattei, Jean-Franois Platon et le miroir du mythe de lge dor lAtlantide PUF, aprile 1996 pp. 344, F 148 La filosofia platonica, tesa tra il mito e la ragione, la recita e largomentazione, la persuasione e la certezza, nasce anche come mitologia, intrecciando in maniera indissolubile i due percorsi attraverso i quali il mondo accede alla parola. Di livello universitario. McDermott, Robert A. The Essential Steiner: Basic Writings of Rudolph Steiner Floris Books, aprile 1996 pp. 464, UK 11.99 Si tratta di unintroduzione agli scritti principali di Rudolph Steiner, che ha avuto un importante influsso sulleducazione, la letteratura, larte, la scienza e la filosofia contemporanee. Il libro narra della vita e delle opere di Steiner e lo mette in relazione alle principali tradizioni di pensiero. McInerny, Ralph Aquinas and Analogy Catholic UP USA, giugno 1996 pp. 178, UK 31.95 De nominum analogia di Cajetan introduce unargomentazione spuria che non si ritrova in Tommaso dAquina. Questo testo indica che la fonte della confusione dovuta alla non comprensione da parte di Cajetan di un testo tratto dal Commento alle sentenze di Aquino e mostra quanto sia fuorviante questa distinzione. McIntyre, Lee C. Laws and Explanation in the Social Sciences: A Defense of Nomological Explanation in the Study of Human Behavior Westview Press, aprile 1996 pp. 184, UK 33.50 Ponendosi come obiettivo unanalogia con le scienze naturali, questo libro si prefigge di mostrare che le barriere dellindagine nomologica allinterno delle scienze sociali non sono generate da fattori appartenenti unicamente allindagine sociale, ma che derivano da una serie di problemi molto comuni che si prospettano ogni volta che si indaga in modo scientifico. Meyer, Lutz John Rawls und die Kommunitaristen. Eine Einfhrung in Rawls Theorie der Gerechtigkeit und die kommunitaristische Kritik am Liberalismus Knigshausen & Neumann, maggio 1996 pp. 128, DM 32. Miquel, Christian La qute de lexil: pratique de lexil LHarmattan, maggio 1996 pp. 86, F 70 E possibile ritrovare in un modo pratico lesilio interiore che esiste in ognuno di noi e che viene abitualmente occultato dalle molteplici forme sociali, giochi di potere e di forza che regolano lindividuo? Questo lobiettivo del libro, che si propone di dimostrare come il sentimento e la ricerca dellesilio possano essere riscontrati sia in una citt che in unavventura amorosa. Per tutti gli interessati alla materia. Mittelstaedt, Peter Die Zeitbegriffe in der Physik. Physikalische und philosophische Untersuchungen zum Zeitbegriff in der klassischen und relativistischen Physik Spektrum, maggio 1996 pp. 192, DM 49,80. Monaldi, Marcello Storicit e religione in Hegel: strutture e percorsi della storia della religione nel periodo berlinese ETS, giugno 1996 pp. 252, . 18.000 Lautore intende contrapporsi alla tradizionale interpretazione della filosofia hegeliana come teoria dello Stato assoluto mostrando come il concetto che domina la Fenomenologia dello spirito sia quello della libert, di una libert che sempre inciampa negli accidenti della storia e sempre si solleva su se stessa e su tutto si eleva. Montaleone, Carlo La cultura a Milano nel dopoguerra: filosofia e engagement in Remo Cantoni Bollati Boringhieri, aprile 1996 pp. 251, . 38.000 In questo libro lautore esamina la figura poliedrica di Remo Cantoni considerando la sua critica al fascismo, la sua adesione al comunismo e il suo successivo abbandono del comunismo in nome di un umanesimo critico insofferente ai dogmi della nuova mitologia marxista. Montaleone evidenzia come nella concezione filosofica di Cantoni predomini lidea che il Logos non si incarni e che quindi, il mondo degli uomini rappresenti unopera aperta. Montet, Danielle Archologie et gnalogie: Plotin et la thorie platonicienne des genres J. Millon, aprile 1996 pp. 272, F 170 Lungi dal contribuire a una lettura troppo semplicemente idealista di Platone, il testo di Plotino potrebbe confermare un approccio fenomenologico al pensiero platonico, di cui non ancora stata misurata tutta la fecondit. Di livello universitario. Moore, F.C.T Bergson: Thinking Backwards Cambridge UP, aprile 1996 s.pp., UK 10.95 Il volume analizza la filosofia di Henri Bergson (1859-1941), mostrando la sua importanza per la filosofia contemporanea. Lautore discute una serie di argomenti, comprendenti il riso, la natura dellesperienza del tempo e suggerisce che lintelligenza e il linguaggio dovrebbero essere visti come un prodotto pragmatico dellevoluzione. Morresi, Ruggero Argomentazione e dialettica: tra logica hegeliana e nouvelle rhtorique Calamo, aprile 1996 pp. 131, . 24.000 In questo libro vengono trattate; la dialettica e la teoria dellargomentazione, le figure della differenza, la neoretorica e la neodialettica, la dialettica e retorica in Hegel e Perelman, lhegelismo e le tecniche dellargomentazione. Morris, Paul Rosenzweig a cura di Arthur Herztberg Peter Halban, giugno 1996 pp. 176, UK 7.99 Franz Rosenzweig (1886-1929), il teologo ebreo tedesco, viene considerato il pensatore religioso pi profondo dellepoca moderna. Mulhall, Steven Routledge Philosophy Guidebook to Heidegger and Being and Time Routledge, maggio 1996 pp. 216, UK 6.99 Questo volume guida il lettore attraverso la complessit del pensiero di Heidegger in Essere e tempo, collocando lopera nel suo contesto, sia allinterno del progetto filosofico di Heidegger, che nel filone della storia della filosofia. Vengono anche presi in considerazione la vita di Heidegger e il suo ambiente. Naud, Gabriel 1600-1653 De fato: ristampa anastatica delledizione Joh. Beverovicii Epistolica quaestio, de vitae termino, fatali an mobili? Lugduni Batavorum 1639 a cura di Anna Lisa Schino Conte, aprile 1996 pp. 104, . 70.000. Nicolas, Simonne Mtaphysique: sens et amour de la ralit Tqui, aprile 1996 pp. 164, F 70 Che cos la metafisica, come nasce e si sviluppa? Simonne Nicolas, professoressa di filosofia e metafisica, mostra la liberazione che porta la metafisica a chi ne comprende linsegnamento. Per tutti gli interessati. Notker der Deutsche von St. Gallen De Categoriae. Boethius Bearbeitung von Aristoteles Schrift Kategoriai. Konkordanzen, Wortlisten und Abdruck der Texte nach den Codices Sangallensis 818 und 825 a cura di E. Firchow Schebaron de Gruyter, maggio 1996 pp. 1243, DM 680 La traduzione in antico alto tedesco della versione di Boezio delle Categorie di Aristotele fu redatta nel 1000 d.C.. Questimportante opera sulla logica fu utilizzata come libro di testo. Questedizione la presenta in due volumi. Ommerborn, Wolfgang Die Einheit der Welt. Die Qui-Theorie des Neo-Konfuzianeres Zhang Zai (1020 bis 1077) Grner, aprile 1996 pp. 349, DM 125. Onfray, Michel La sculpture de soi: la morale esthtique LGF, maggio 1996 pp. 219, F 40 La filosofia di M. Onfray si esprime nel suo rapporto con i filosofi, colti nella loro vita, quella vita che spetta a ciascuno di noi costruire, farne unopera darte, secondo il desiderio di Nietzsche. Questo deve avvenire preferibilmente seguendo la logica di espansione dei corpi e dei piaceri, attraverso la quale unetica pu dirsi anche estetica. Per tutti gli interessati. Onyefulu, Ifeoma One Big Family: Sharing Life in an African Village Frances Lincoln, aprile 1996 pp. 32, UK 9.99 Nei villaggi nigeriani, le persone sono legate dal loro ogbo , o dal loro essere divisi per et, che unisce i bambini e le bambine della stessa et. In questo libro, una bambina piccola racconta i diversi ogbo e ci che essi implicano: i lavori domestici, il prendere decisioni e il diverstimento. Orabona, Michele Paul Ricoeur: esistenzialismo ed ermeneutica in un filosofo moderno. In appendice: 50 voci del vocabolario ermeneutico-fenomenologico-esistenziale prefazione di Paolo Manzelli Ripostes, aprile 1996 pp. 125, . 22.000 Orabona in questo libro riuscito a delineare un avvicente dibattito a pi voci al centro del quale si colloca la meditazione di Paul Ricoeur, riguardante le relazioni tra le teorie del significato e della struttura cognitiva del linguaggio e la filosofia dellesistenza. Orsucci, Andrea Orient - Okzident. Nietzsches Versuch einer Loslsung vom europischen Weltbild de Gruyter, aprile 1996 pp. 406, DM 198 Scorrendo lindice, si trovano trattati questi argomenti: la lettura filologica e gli studi etnologici sul periodo di concezione di Umano troppo umano; le affermazioni sui greci stranieri (die fremden Griechen ); letnologia e la scienza della religione negli scritti di Nietzsche degli anni Ottanta; Nietzsche e lantisemitismo della sua epoca. Osborne, Richard Eastern Philosophy for Beginners Icon, aprile 1996 pp. 176, UK 7.99 Linteresse per la filosofia orientale antica cresciuto negli ultimi anni, poich il malcontento nei confronti del materialismo ha allontanato molte persone dal pensiero occidentale. Questo libro descrive il pensiero orientale, da Confucio a Buddha, dallIslam al Tao e spiega le differenze tra queste correnti di pensiero e la filosofia occidentale. Ott, Konrad Vom Begrnden zum Handeln. Aufstze zur angewandten Ethik Attempo-Vlg., aprile 1996 pp. 260, DM 39.

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Ottonello, Pier Paolo Sciacca: la rinascita dellOccidente Marsilio, aprile 1996 pp. 154, . 28.000 Lautore mostra come Sciacca da Platone ad Agostino e Rosmini, attraverso il travaglio del pensiero moderno e contemporaneo ricostruisca la strada maestra della metafisica dellintegralit concepita come lunico fondamento dellautentico progresso della persona in tutte le sue dimensioni, dellintera totalit del sapere, della pienezza delle realizzazioni pratiche e morali. Outhwaite, William The Habermas Reader Polity Press, giugno 1996 pp. 340, UK 13.95 Si tratta di unintroduzione esaustiva agli scritti di J. Habermas, dallinizio degli anni Sessanta fino ai giorni nostri. Il libro diviso in sette sezioni che si occupano delle aree principali dellopera di Habermas. Ogni sezione contiene unintroduzione e una scelta di brani significativi tratti dalle principali opere. Padovese, Luciano La vita umana: lineamenti di etica cristiana San Paolo, maggio 1996 pp. 343, . 30.000 Questo volume parla della vita umana cercando di aiutare il lettore a comprendere quale dominio sulla vita deve esercitare ogni uomo e ogni donna del mondo. Panza, Marco - Roero, Clara Silvia (a cura di) Geometri, flussioni e differenziali: osservazioni sul rapporto tra tradizione e innovazione nella matematica del Seicento La citt del sole, aprile 1996 pp. 551, . 52.000 Questo libro rappresenta il prodotto di una ricerca in comune che si propone di mettere in discussione lo stereotipo storiografico in base al quale la nascita del calcolo infininitesimale sia il risultato di un capovolgimento repentino e netto allinterno della matematica classica. Paradisi, Riccardo (a cura di) Julius Evola: mito, azione, civilt Il cerchio, giugno 1996 pp. 110, . 25.000 Questo libro un omaggio a Evola ed stato concepito nel ventennale della sua morte. Esso rappresenta anche uno strumento di documentazione in quanto sono raccolti presupposti e punti di vista diversi in onore di Evola che stato Maestro di tante generazioni antagoniste al mondo moderno. Paradosso: quadrimestrale di filosofia Nuova serie Il Cardo, aprile 1996 pp. 126, . 20.000 In questa rivista sono raccolti i seguenti scritti; Forme e senso di Carlo Sini, i luoghi, la tecnologia, la politica di Stefano Rodot, la sanzione delle mura. Sulla genealogia della Citt nel lessico giuridico di Vico di Gennaro Carillo, piano e progetto di Vittorio Gregotti, citt formata: atopicit e appartenenza di Margherita Petranzan, Sprawi, atteggiamento scomposto, sobborgo caotico, citt futura estesa da Boston ad Atlanta di Roberto Masiero, Venezia salva. Per una filosofia della conservazione di Marco Biraghi, dove finisce lEuropa di Sergio Givone ecc. Parmenide Fragments du Pome de Parmnide PUF, aprile 1996 pp. 198, F 198 Sotto linflusso di Anassimandro, Parmenide radicalizza il pensiero di Eraclito: come tuto ci che al mondo, il mondo stesso in balia della potenza universale e annientante del tempo. Resta per ci su cui il tempo non ha presa: non ci che il mondo ha, ma il fatto stesso che esso labbia. In Parmenide, il logos ci fa cogliere la verit eterna dellessere. Per tutti gli interessati. Pasini, Enrico Corpo e funzioni cognitive in Leibniz F.Angeli, maggio 1996 pp. 237, . 34.000 In questo libro lautore intende mostrare sulla base di testi di Leibniz in gran parte inediti che Leibniz possiede oltre a una teoria metafisica della percezione come corrispondenza espressiva degli stati delle sostanze, anche una compiuta interpretazione fisiologica dei processi percettivi come corrispondente corporeo degli stati percettivi dellanima. Pellecchia, Fausto La libert tentata: margini delletica kantiana Biblioteca, maggio 1996 pp. 150, . 25.000 In questo libro vengono esaminate alcune questioni relative alletica kantiana; la natura del male, limpossibilit del diavolo e la rimozione del male, la libert come potere e potenza, linattualit dellimperativo categorico, il dettato dellimmaginazione. Peterson, Donald Forms of Representation Intellect Books, giugno 1996 pp. 192, UK 14.95 Lautore si occupa dellinflusso sulla comprensione, lintuito, la competenza e la conoscenza avanzata delle forme di rappresentazione che usiamo. Il libro si rivolge a questioni quali: esistono dati che siano liberi da forme di rappresentazione? Le forme di rappresentazione possono essere complete o sono sempre limitate? Petit, Jean-Luc Solipsisme et intersubjectivit: quinze leons sur Husserl et Wittgenstein Cerf, maggio 1996 pp. 235, F 150 Partendo da diversi testi tratti dallHusserliana, il volume invita il lettore a superare il pregiudizio, secondo il quale Husserl si sarebbe chiuso nel suo solipsismo chimerico, diversificandosi quindi rispetto alla filosofia analitica di Wittgenstein. Il confronto tra i due pensatori permette di sviluppare una teoria che ha le sue radici nel senso dellessere allinterno dellintersoggettivit della vita pratica. Per gli specialisti della materia. Pezzella, Mario (a cura di) Lo spirito e lombra: i seminari di Jung su Nietzsche saggi di Mario Pezzella et al. Moretti & Vitali, maggio 1996 pp. 113, . 20.000 Questo volume contiene i seguenti scritti: la potenza dello spirito di Mario Pezzella, un percorso sdoppiato di Fulvio Salza, la visione del funambolo di Dario Squilloni, lo spirito della maschera di Giorgio Concato e Dioniso nelle opere di Jung di James Hillman. Piccolini, Sabina e Rosario (a cura di) Lo specchio dellalchimia/ 9 trattati alchemici scelti e tradotti da Sabina Piccolini, Rosario Piccolini Mimesis, giugno 1996 pp. 281, . 35.000 In questo libro sono raccolti alcuni trattati sullalchimia di John Daustin, di Ferrari, di George Ripley, di Denys Zachaire, di Giovanni Pontano e di Arnaldo Da Villanova. Pieper, Josef Werke in acht Bnden vol. IV: Schriften zur philosophischen Anthropologie und Ethik. Das Menschenbild der Tugendlehre a cura di B. Wald Meiner, aprile 1996 pp. 432, DM 96. Pinkard, Terry Hegels Phenomenology: The Sociality of Reason Cambridge UP, aprile 1996 s.pp., UK 13.95 La fenomenologia dello spirito una delle opere pi lette, ma anche pi oscure di Hegel. Il volume offre un commento dettagliato delle opere di Hegel e fornisce un resoconto filosofico indipendente della teoria generale della conoscenza, della cultura e della storia presentate nella Fenomenologia. Pisani, A. - La Greca, C. La concezione aristotelica della necessit Giannini, maggio 1996 pp. 47, . 10.000 Il volume contiene i due scritti: Due concetti della necessit di A. Pisani e Necessit di unalternativa di C. La Greca. Plutarchus 45-125 ca. A.D. Lesilio introd., testo critico, trad. e commento a cura di R. Caballero, G. Viansino M. DAuria, aprile 1996 pp. 119, . 30.000 Viene presentato il testo Lesilio di Plutarco con lintroduzione e la considerazione della tradizione manoscritta. Plutarchus, 45 -125 A. D. Le bestie sono esseri razionali introd., testo critico, trad. e commento a cura di G. Indelli M. DAuria, aprile 1996 pp. 138, . 30.000 Viene presentato il testo di Plutarco Le bestie sono esseri razionali con lanalisi dellargomento, dei motivi e della struttura dellopera. Inoltre, vengono presi in considerazione la tradizione manoscritta e i criteri editoriali. Plutarchus, 45 ca. - 125 A.D. La curiosit introd., testo critico, trad. e commento a cura di Lionello Inglese M. DAria, giugno 1996 pp. 171, . 40.000. Poiri, Franois - Levinas, Emmanuel Emmanuel Levinas: essais et entretiens Actes sud, maggio 1996 s.pp., F 45 Si tratta di un testo che fornisce chiarimenti sullopera e il percorso del grande filosofo, morto nel 1955. Il libro contiene anche un lungo entretien , realizzato nel 1986. Per tutti gli interessati alla materia. Poma, Iolanda Le eresie della fenomenologia: itinerario tra Marleau-Ponty, Ricoeur e Lvinas ESI, maggio 1996 pp. 102, . 15.000 In questo libro lautrice mostra come le filosofie di Marleau-Ponty, Ricoeur e Lvinas rappresentino lo sviluppo eretico della fenomenologia di Husserl. In questa prospettiva il soggetto viene ora indagato come realt opaca nel cui fondo nascosta unoggettivit, che pur essendo propria del soggetto, a esso si sottrae costituendolo. Prini, Pietro La filosofia cattolica italiana del Novecento Laterza, maggio 1996 pp. 269, . 30.000 In questo libro Prini fornisce la prima interpretazione complessiva del cattolicesimo filosofico italiano del Novecento da Papini a Buonaiuti, da Varisco a Bontadini, da Del Noce a Capograssi, analizzando come la filosofia cattolica abbia affrontato il problema dellautonomia della ragione e dellinteriorit della fede. Privitera, Walter Il luogo della critica: per leggere Habermas presentazione di Franco Crespi Rubbettino, giugno 1996 pp. 78, . 10.000 In questo libro lautore mostra come nel pensiero di Habermas solo su una base che uscita dalle barriere di classe e che si liberata dalla stratificazione sociale e dallo sfruttamento possa svilupparsi pienamente il potenziale di un pluralismo culturale. Putallaz, Franois-Xavier Insolente libert: controverses et condamnations au XIII sicle Ed. universitaires de Fribourg-Cerf, aprile 1996 pp. 338, F 175 Il volume affronta la questione delle rivendicazioni della libert nel Medioevo, attraverso pensatori come Siger de Brabant, Etienne Tempier, Pierre de Jean Olivi, Henri de Gand o Godefroid de Fontaines. Per gli specialisti della materia. Radice, Roberto La Metafisica di Aristotele nel 20 secolo: bibliografia ragionata e sistematica con la collaborazione di M. Andolfo et al. presentazione di Giovanni Reale Vita e pensiero, giugno 1996, pp. 734, . 75.000. Rapp, Chr. (a cura di) Aristoteles - Die Substanzbcher der Metaphysik Akademie-Vlg., maggio 1996 pp. 312, DM 29,80 I contributi qui raccolti rispecchiano diversi punti di vista e riflettono i rispettivi livelli di ricerca, in modo da fornire una base di lavoro desunta direttamente dalla ricerca e che si adatta sia alla discussione in sede seminariale che allo studio personale di questo complesso tema. Rawlinson, Mary (a cura di) Derrida and Feminism: Recasting the Question of Woman Routledge, aprile 1996 pp. 256, UK 12.99 Questa raccolta di saggi riunisce diversi importanti contributi che propongono prospettive, disparate tra di loro, sul significato dellintersezione tra le idee di Derrida e il femminismo. Reiger, R.A. (a cura di) Reference in Multidisciplinary Perspective. Philosophical Object, Cognitive Subject, Intersubjective Process Georg Olms, aprile 1996 pp. 764, DM 198. Rescher, Nikolas Studien zur naturwissenschaftlichen Erkenntnislehre Knigshausen & Neumann, maggio 1996 pp. 198, DM 48 Come si distinguono le conoscenze scientifiche dallaltro sapere umano? Come si arriva a conoscenze di questo tipo? Che ampiezza e che profondit possono raggiungere? Il volume si articola intorno a queste domande e a questioni affini, si occupa del metodo della ricerca scientifica, prende in considerazione limportanza di questultima in quanto disciplina cognitiva e analizza i limiti che le sono propri. Resnik, Salomon Sul fantastico Bollati Boringhieri, giugno 1996 pp. 206, . 38.000 Resnik si propone di esaminare lenigma dellopera darte considerando limpatto estetico come incontro, sospresa, domanda, dialogo e apertura di senso. Rex Li A Theory of Conceptual Intelligence: Thinking, Learning, Creativity, and Giftedness Praeger Publishers, maggio 1996 pp. 256, UK 43.95 Questo volume, analizzando la ricerca sullintelligenza a partire dalla fine del XIX secolo, propone la nozione dellintelligenza concettuale: lintelligenza umana il risultato del pensiero e dellapprendimento atraverso i concetti. Lautore traccia lo sviluppo dei concetti ed esamina come lapprendimento conduca allintelligenza e alla creativit. Richter, Ewald rsprngliche und physikalische Zeit Duncker & Humblot, aprile 1996 pp. 177, DM 98. Ricken, Fr. (a cura di) Philosophen der Antike 2 voll. Kohlhammer, aprile 1996 pp. 240 a vol., DM 29 a vol. Ringleben, Jochim Die Krankheit zum Tode von Sren Kierkegaard Vandenhoecke & Ruprecht, aprile 1996 pp. 320, DM 98 Una delle opere pi importanti del XIX secolo viene spiegata in maniera chiara, mostrandone labile costruzione a livello di pensiero e chiarendo la complessit delle singole affermazioni. Il volume contiene anche una parte di commento e note che illustra accuratamente

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il contesto storico e di pensiero in cui nata lopera. Riordan, James The Songs my Paddle Sings Pavilion, aprile 1996 pp. 128, UK 14.99 Si tratta di una raccolta di storie riraccontate che rivelano le credenze e la cultura degli Indiani dAmerica e che includono favole morali e racconti della creazione e della grande inondazione. Il libro celebra la storia degli Indiani dAmerica e confuta le precedenti descrizioni degli Indiani come selvaggi. Risso, Alessandra I modi di amare Sophia: la paideia strutturale del dialogo platonico La nuova Italia, giugno 1996 pp. 158, . 18.000 Questo studio nasce dallintento di accordare unattenzione globale ai dialoghi platonici che vengono letti tenendo conto della complessit non solo dei messaggi che vi prendono corpo ma anche delle modalit espressive, degli stili di scrittura che li costruiscono. In tal modo lintero dialogo si rivela strumento e stimolo di paideia. Robinet Andr Aux sources de lesprit cartsien, laxe La Rame-Descartes: de La Dialectique de 1555 aux Regulae Vrin, aprile 1996 pp. 316, F 320 Se i rapporti tra le Regulae e le loro fonti antiche o medioevali sono stati trattati bene, la loro collocazione nellambito immediato lascia un po a desiderare. Ecco perch questo studio consiste nel prendere come punto di riferimento la Dialettica francese di La Rame e nel tracciare lasse critico e speculativo che lega La Rame a Cartesio. Di livello universitario. Rogozinski, Jacob Kanten: esquisses kantiennes Kim, aprile 1996 pp. 192, F 130 I saggi qui raccolti si propongono una rilettura dellopera del filosofo, che Rogozinski affronta a partire dai suoi Kanten: dalle sue zone di frontiera o dalle sue delimitazioni, trascurate dai commenti tradizionali. Di livello universitario. Rmelt, Josef Vom Sinn moralischer Verantwortung. Zu den Grundlagen christlicher Ethik in komplexer Gesellschaft Pustet, aprile 1996 pp. 192, DM 32. Ronchi, Rocco La scrittura della verit: per una genealogia della teoria Jaca Book, giugno 1996, pp. 125, . 22.000 Lautore analizza il significato della filosofia mostrando come essa da Platone a Hegel si sia autocompresa come scienza della verit che ha per oggetto ci che non tramonta mai e che costringe perci in modo uguale gli uomini. Lautore evidenzia come la filosofia non avrebbe potuto diventare potente se non si fosse anticipatamente riflessa nello specchio della scrittura. Pertanto, mettendo a contatto campi dindagine e ricerche che finora hanno proceduto diversamente, delinea una genealogia dell atteggiamento teoretico. Rondoni, Davide - Santori, Antonio (a cura di) La sfida della ragione: testi di Piero Bigongiari et al. Guaraldi, maggio 1996 pp. 95, . 10.000 In questo libro, partendo da prospettive e da tradizioni intellettuali diverse, gli interventi presenti convergono nel definire la ragione come la pi laica e la pi aperta possibile. Ropohl, Gnther Ethik und Technikbewertung Suhrkamp, aprile 1996 pp. 376, DM 27,80. Rosas, Alejandro Kants idealistische Reduktion. Das Mentale und das Materielle im traszendentalen Idealismus Knigshausen & Neumann, aprile 1996 pp. 196, DM 49. Rossetti Livio, Bellini Ornella (a cura di) Linconscio e i percorsi della coscienza ESI, aprile 1996 pp. 124, . 20.000 Questo libro si propone di analizzare il significato della riflessione sullinconscio in relazione allemergere della coscienza prima della razionalizzazione compiuta da Freud. Prende in considerazione il rapporto tra conscio e inconscio di Dafni e Cloe, la teoria leibniziana delle piccole percezioni, la coscienza in Carabellese e i condizionamenti inconsci che si esercitano sul docente. Rossi, Paolo et al. (a cura di) Dizionario di filosofia La nuova Italia, giugno 1996 pp. 453, . 27.000. Rozza Del Sassello, Edino Teatro dei diversi cervelli epistemologici contemporanei e mercato delle idee M. Pacini Fazzi, giugno 1996 pp. 66, . 24.000. Ruggenini, Mario Il discorso dellaltro (ermeneutica della differenza) Il saggiatore, maggio 1996 pp. 205, . 34.000 In questo libro lautore mostra come lermeneutica, deposte le pretese assolute della metafisica, interroghi laltro che si rivela e si nasconde nellessere finito delluomo, nel rapporto dellesistenza del mondo, nel necessario esistere di ciascuno in relazione con altri nel linguaggio. Ru, Hans Gnther Religiser Glaube und modernes Denken. Religion im Spannungsfeld von Naturwissenschaft und Philosophie Knigshausen & Neumann, aprile 1996 pp. 160, DM 29,80 Partendo dalla prospettiva della scienza della natura e della filosofia, che cosa pu essere detto riguardo alla questione se, nel corso dellevoluzione, il fenomeno dello spirito umano o della coscienza umana rappresentino o meno un candidato plausibile allimmortalit in senso religioso? Russell, Bertrand Foundations of Geometry Routledge, giugno 1996 pp. 240, UK 40 Questo testo fornisce sia una comprensione delle basi del pensiero filosofico di Bertrand Russell che unintroduzione alla filosofia della matematica e della logica. Il libro analizza i diversi concetti di geometria e le loro implicazioni filosofiche e contiene anche una visione dinsieme dello sviluppo della geometria. Russell, Bertrand Mortals and others: American Essays 1931-1935 Routledge, giugno 1996 pp. 192, UK 9.99 Si tratta di una raccolta di saggi e di reportage che si occupano di unampia gamma di temi. Il libro mostra il lato serio e quello meno serio della personalit e dellopera di Bertrand Russell. I lettori di ogni livello vengono cos introdotti al pensiero di Russell. S.A. A Journey into Consciousness: Exploring the Truth behind Existence Barry Long Books, aprile 1996 s.pp., UK 11.95 Queste due cassette sono pensate per riaprire la mente alla coscienza, attraverso una serie di esercizi. Salem, Jean Dmocrite: grains de poussire dans un rayon de soleil Vrin, aprile 1996 pp. 415, F 198 Poesia del discontinuo che la luce dellintelletto rischiara, verit di ci che mobile e minuscolo: latomismo di Democrito porta sicuramente a sognare. Fisica generale, astronomia, teoria della conoscenza, psicologia e medicina, antropologia ed etica: non c niente di cui egli non parli... Di livello universitario. Santucci, Antonio Eredi del positivismo: ricerche sulla filosofia italiana tra 800 e 900 il Mulino, aprile 1996 pp. 361, . 48.000 Siccome non pi possibile una definizione univoca del positivismo soprattutto in seguito ai significati assunti nella filosofia italiana tra la fine del secolo scorso e gli anni successivi al primo conflitto mondiale, questo libro si propone di eliminare gli stereotipi presenti e di porre nuove domande. Sasso, Gennaro Tempo, evento, divenire il Mulino, maggio 1996 pp. 388, . 50.000 In questo libro vengono affrontate i temi del tempo, dellevento e del divenire attraverso lesame delle opere di Platone, Agostino, Aristotele, Kant, Hegel, Bergson, Husserl e Heidegger. Lautore propone una strada diversa da quella della filosofia occidentale attraverso una critica della metafisica evitando di svelare il senso del tempo, dellevento e del divenire entro il quadro delle cosiddette concezioni unitarie della realt. Sautet, Marc Les femmes? De leur mancipation Latts, aprile 1996 pp. 298, F 79 Lautore, che un filosofo, elabora delle domande sullemancipazione della donna e fa rispondere ai grandi filosofi classici, partendo dalle loro opere. Si esprimono cos Confucio, Platone, Aristotele, Agostino, Avicenna, Hume, Schopenhauer... Marc Sautet sintetizza poi i vari punti di vista. Per tutti gli interessati alla materia. Savigny, Eike von Wittgensteins Philosophische Untersuchungen. Ein Kommentar fr Leser vol. II, brani 316-693 Kloster, maggio 1996 pp. 380, DM 78 Si tratta della nuova edizione, ampliata e completamente rinnovata, di questo commento. Scarre, Geoffery Utilitarianism Routledge, aprile 1996 pp. 240, UK 12.99 Questo testo, passando in rassegna lo sviluppo storico e la situazione attuale delletica utilitaristica, sostiene che mentre lutilitarismo pu anche non essere considerato uninfallibile dottrina morale, le sue posizioni sono importanti e restano ancora significative oggi. Scheppke, K. - Tichy, M. (a cura di) Das Andere der Identitt. Ute Guzzoni zum 60. Geburtstag Rombach, maggio 1996 pp. 230, DM 29,80. Schlanger, Jacques Un art, des ides LHarmattan, maggio 1996 pp. 255, F 140 Si tratta di un libro che cerca di cogliere la nozione di idea. Come produrre unidea, come conservarla, esprimerla, comunicarla agli altri? Lautore esamina poi loggetto ideale, cio un oggetto fatto di idee e di collegamento di idee e dei suoi artigiani, i filosofi e i metafisici. Per tutti gli interessati alla materia. Schleiermacher, Friedrch E.D. On Religion: Speeches to its Cultured Despisers tr. di Richard Crouter Cambridge UP, aprile 1996 s.pp., UK 12.95 Questo testo, scritto quando Schleirmacher era coinvolto nel Romanticismo tedesco e nella critica alla filosofia morale e religosa di Kant, lespressione dellapologetica cristiano-protestante del periodo moderno e mostra le tensioni tra la concezione della religione romantica e illuminista. Schmid, Michael Rationalitt und Theoribildung. Studien zu Karl Poppers Methodologie der Sozialwissenschaften Ed. Rodopi, aprile 1996 pp. 339, FOL 100 Il volume ricostruisce e critica i consigli che K. Popper d, nelle sue opere, alla filosofia delle scienze sociali. Schneewind, J.B. (a cura di) Reason, Ethics, and Society: Themes from Kurt Baier, with his Responses Open Court, aprile 1996 pp. 392, UK 17.95 Questa raccolta di dieci saggi, che si occupano tutti delle tematiche trattate da Baier nelle sue opere recenti, rappresenta un manuale di The Rational and the Moral Order. Gli autori sono famosi filosofi morali contemporanei. Il libro contiene anche la risposta di Baier alle loro critiche. Schnelle, Helmut Die Natur der Sprache. Die Dynamik der Prozesse des Sprechens und Verstehens de Gruyter, maggio 1996 pp. 671, DM 98. Schockenhoff, Eberhard Naturrecht und Menschenwrde. Universale Ethik in einer geschichtlichen Welt Grnewald, aprile 1996 pp. 320, DM 48 Esistono dei diritti umani che hanno una base comune e valgono per tutte le culture e tutte le religioni? E come possibile dimostrare razionalmente i fondamenti di questi diritti? Schumacher, Ralph Realitt, synthetisches Schlieen und Pragmatismus. Inhalt, Begrndung und Funktion des Realittsbegriffs in den Theorien von Chrales S. Pierce in der Zeit von 1865-1878 Beltz Athenum, aprile 1996 s.pp., DM 98. Sedmak, Clemens Kalkl und Kultur. Studien zur Genesis und Geltung von Wittgensteins Sprachmodell Ed. Rodopi, aprile 1996 pp. 317, FOL 95. Seibert, Thomas Geschichtlichkeit, Nihilismus, Autonomie. Philosophie(n) der Existenz M & P, aprile 1996 pp. 452, DM 55. Seifert, Josef Sein und Wesen Winter, maggio 1996 pp. 551, DM 148. Sgalambro, Manlio La morte del sole Adelphi, maggio 1996 pp. 230, . 40.000 Vagando tra gli imponenti relitti della storia della filosofia Sgalambro risale alla celebrata conversione del vero nel certo che si compie con Cartesio e riconosce nei passi successivi la graduale cancellazione dellunilateralit scandalosa del vero. La transizione dallilluminismo allidealismo appare allora come il passaggio da un tentativo di guardare il mondo senza terrore a una risoluzione di abolire il mondo stesso. Nella seconda met dellOttocento si sviluppa la morte del sole, condannato dalla termodinamica. Shanker, S.G. Routledge History of Philosophy: Philosophy of the English-speaking World in the Twentieth Century -1: Logic, Mathematics and Science vol IX Routledge, maggio 1996 pp. 400, UK 55 Questo nono volume della serie che si concentra sulla storia della filosofia, discute, insieme al decimo volume, la filosofia di lingua inglese del XX secolo. In questo tomo, vengono presentate la logica, la matematica e la scienza.

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Sharples, R.W. Stoics, Epicureans and Skeptics Routledge, maggio 1996 pp. 144, UK 10.99 Questo studio esamina le principali dottrine degli stoici, degli epicurei e diverse tradizioni scettiche nellarco di tempo che va dalla morte di Alessandro il Grande nel 323 a.C. al 200 d.C. circa. La discussione organizzata per argomenti piuttosto che per scuole, in modo da portare alla luce i problemi che sottostanno alle diverse teorie. Shore, Brad Culture in Mind: Meaning Construction and Cultural Cognition Oxford UP, aprile 1996 pp. 416, UK 25 Questo ritratto etnografico della mente umana utilizza studi su casi avvenuti sia nelle societ industrializzate che in quelle in via di sviluppo, per giungere alla conclusione che i modelli culturali sono necessari al funzionamento della mente umana. Silverman, Hugh J. (a cura di) Texts and Dialogues: Merleau-Ponty on Philosophy, Politics, and Cultural Understanding Humanities Press, aprile 1996 pp. 232, s.pr. Il testo contiene saggi, interviste e scambi del filosofo francese del XX secolo, Maurice Merleau-Ponty, proposti nella versione inglese. Questo testi sono accompagnati dalla valutazione dellattivit filosofica di Maurice Merleau-Ponty e da unintroduzione del curatore. Sini, Carlo Gli abiti, le pratiche, i saperi Jaca Book, giugno 1996 pp. 98, . 22.000 Sini, partendo dallanalisi del gesto della voce come origine dellautocoscienza, esamina la verit della parola filosofia e il suo rapporto con altri saperi. Sinnott-Armstrong, Walter (a cura di) Moral Knowledge?: New Readings in Moral Epistemology Oxford UP, aprile 1996 pp. 368, UK 17.50 Si tratta di una raccolta di saggi sul tema della conoscenza morale. Ogni saggio propone un punto di vista rappresentativo nel campo dellepistemologia morale. Si discute anche di scetticismo morale, contrattualismo, progettismo, scetticismo femminista e pragmatismo. Siorvanes, Lucas Proclus Edinburgh UP, giugno 1996 pp. 300, UK 35 Questo studio analizza tutti gli aspetti di Proclo, includendo anche la religione, la matematica, la fisica, lastronomia e la poesia. Lautore si propone di fornire unintroduzione accessibile allopera di questo filosofo, tradizionalmente considerato difficile. Sloterdijk, P. (a cura di) Augustinus Diederichs, maggio 1996 pp. 48, DM 48 Il volume presenta brani scelti e commentati da K. Falsch, tratti dalle opere di SantAgostino. Solterdijk, P. (a cura di) Kant pres. di G. Schulte Diedrichs, aprile 1996 pp. 448, DM 48 Il volume contiene una serie di brani di Kant, scelti e presentati da G. Schulte. Solterdijk, P. (a cura di) Leibniz pres. di Th. Leinkauf Diedrichs, aprile 1996 pp. 448, DM 48 Il volume contiene una serie di brani di Leibniz, scelti e presentati da Th. Leinkauf. Sontag, Susan Under the Sign of Saturn Vintage, aprile 1996 pp. 224, UK 6.99 Si tratta di una raccolta di saggi sul rapporto tra idee morali ed estetiche. Il libro riunisce alcune delle migliori opere critiche della Sontag degli anni Settanta, su argomenti che vanno da Walter Benjamin a Antonin Artuad, Elias Canetti e Leni Reifenstahl. Sorrentino, Vincenzo La politica ha ancora un senso?: saggio su Hannah Arendt Ave, giugno 1996 pp. 132, . 19.000 In questo libro vengono analizzati; il totalitarismo, lo spazio della politica, le condizioni della libert, i limiti dellagire politico, il pensiero e la banalit del male, Amor mundi. Sousa, Ranald de Die Rationalitt des Gefhls Suhrkamp, aprile 1996 pp. 460, DM 68 In questampia ricerca, de Sousa dimostra che ci che spesso sembra irrazionale, cio la testarda indipendenza del sentire, consente linfinita razionalit dellintelligenza umana. Lintelligenza ha un effetto solo quando valuta allinterno delle poche alternative che vengono scelte emotivamente. Spahn, Christine Phnomenologische Handlungstheorie. Edmund Husserls Untersuchungen zur Ethik Knigshausen & Neumann, maggio 1996 pp. 280, DM 78 Lautrice dimostra che la costituzione di unetica scientifica, intesa come il tentativo di considerare parallele logica ed etica, sempre stata una delle principali preoccupazioni di Husserl. Spencer, Lloyd Hegel for Beginners Icon, aprile 1996 pp. 176, UK 7.99 Il testo rappresenta unintroduzione alle opere di Hegel e documenta il suo influsso fino ai giorni nostri, fornendo nuove prospettive sui dibattiti contemporanei e postmoderni riguardo alle meta-narrative e alla fine della storia. Aiuta anche a capire Marx, Lacan, Sartre e Adorno. Spini, Giorgio Galileo, Campanella e il divino poeta il Mulino, maggio 1996 pp. 90, . 16.000 In questo libro Spini esamina il caso Galileo attraverso una rilettura attenta del materiale disponibile, comprese talune fonti di solito trascurate dagli studiosi, quali il commento di Campanella alle poesie di papa Barberini e le confidenze di Galileo ai giovani scolopi che lo assistettero negli ultimi anni. Cos Spini mostra come Galileo ebbe tra i suoi sostenitori anche credenti di profonda fede e fu avversato da scienziati dindirizzo aristotelico notoriamente irreligiosi. Spinoza, Benedict de Ethics Penguin, giungo 1996 pp. 192, UK 7.99 Questopera di Spinoza, pubblicata per la prima volta in unedizione del 1677, un tentativo sistematico di capire la natura di Dio, il rapporto tra mente e corpo, la psicologia umana e il modo migliore di vivere. Stadler, Friedrich Studien zum Wiener Kreis. Ursprung, Entwicklung und Wirkung des logischen Empirismus im Kontext Suhrkamp, aprile 1996 pp. 900, DM 98 Questo libro offre, nella sua prima parte, una ricerca completa, sia dal punto di vista della storia della scienza che da quello sistematico, sul Circolo di Vienna. Nella seconda parte, che documentaristica, viene fornito per la prima volta un quadro bio-bibliografico del centro e della periferia del Circolo di Vienna. Stewart, Jon (a cura di) The Hegel Myths and Legends North Western UP (UCL), aprile 1996 pp. 350, UK 16.95 Questa raccolta di saggi mira a trattare i diversi miti e leggende su Hegel e a smitizzarli. Stewart, Robert M. (a cura di) Readings in Social and Political Philosophy Oxford UP, aprile 1996 pp. 496, UK 22.50 Questantologia della filosofia sociale e politica riunisce esaurienti brani tratti dalle opere classiche e importanti contributi recenti, molti dei quali non sono facilmente consultabili. Linteresse si concentra sulle correnti liberali del pensiero politico occidentale moderno. Striker, Gisela Essays on Hellenistic Epistemology and Ethics Cambridge UP, maggio 1996 s.pp., UK 13.95 Le dottrine delle scuole ellenistiche - epicurei, storici e scettici - hanno certamente avuto un influsso formativo sul pensiero successivo. Questa raccolta di saggi incentrata su questioni-chiave di epistemologia ed etica, dibattute dai filosofi greci e romani del periodo ellenistico. Stubenberg, Leopold Consciousness and Qualia John Benjamins, maggio 1996 pp. 220, FOL 80 Si tratta di uno studio della coscienza qualitativa, di cui esempi caratteristici sono: il dolore, le esperienze del colore, dei suoni ed esperienze affini. La coscienza viene analizzata come possesso di qualia. Taroni, Paolo Assoluto: frammenti di misticismo nella filosofia di Francis Herbert Bradley Cooperativa libraria e di informazione, maggio 1996 pp. 204, . 24.000 In questo libro Taroni presenta il pensiero filosofico di Bradley inquadrandolo allinterno della corrente idealistica anglo-sassone e individuando la sua componente mistica. Cos lautore mostra come il sostrato filosofico inglese conferisca alla teoria mistica di Bradley una componente scettica ed empirica. Taubes, Jacob Vom Kult zur Kultur. Bausteine zu einer Kritik der historischen Vernunft. Gesammelte Aufstze zur Religionsund Geistesgeschichte pref. e commento di A. e J. Assmann, W.-D. Hartwich e W. Menninghaus W. Fink, aprile 1996 pp. 250, DM 48 Nel volume vengono analizzati la legge, la storia, il messianesimo; la gnosi e le sue conseguenze; la teologia dopo la svolta copernicana; la religione e la cultura. Theunissen, Michael Vorentwrfe von Moderne. Antike Melancholie und die Acedia des Mittelalters de Gruyter, maggio 1996 pp. 56, DM 24 Il volume si basa sulle interpretazioni dei due testi fondamentali, che rappresentano il tentativo di riassumere i dibattiti, durati nei secoli, su questo argomento: la trattazione della Melanchologia nella scuola di Aristotele e lanalisi dellAcedia di Tommaso dAquino. Tommaso dAquino Summa contra gentiles Summa gegen die Heiden vol. III, parte 2 a cura di K. Allgeier Wiss. Buchges., aprile 1996 pp. 408, DM 89. Tommaso dAquino Summa contra gentiles Summa gegen die Heiden vol. IV a cura di M. Hilmar Wrmer Wiss. Buchges., aprile 1996 pp. 4596, DM 118 Ledizione di questopera di Tommaso dAquino si conclude con questo quarto volume. Viene qui presentata per la prima volta la versione latina e tedesca del testo. Tommaso dAquino Commentary on the Book of Causes Catholic UP USA, maggio 1996 pp. 258, UK 13.50 Tommaso dAquino considerava il Libro della cause come una derivazione dagli Elementi di teologia di Proclo. Questo commento unopera filosofica distinta, che fornisce unampia visione del suo approccio al pensiero neo-platonico e funge da guida alla sua metafisica. Tommaso dAquino De la verit: question 2 (la science en Dieu) a cura e tr. di Serge-Thomas Bonino pref. di Ruedi Imbach Ed. universitaires de Fribourg-Cerf, maggio 1996 pp. 622, F 290 Nel XIII secolo, alcune dottrine metafisiche e noetiche dei commentatori ebrei e musulmani minacciavano seriamente la fede cristiana nellonniscieza divina, il fondamento immediato del dogma della provvidenza universale. Per gli specialisti della materia. Tugnoli, Claudio Ragione e tradizione: come e perch insegnare filosofia Francisci, giugno 1996 pp. 177, . 25.000 Questo libro si rivolge a chi pensa che dovrebbe imparare la filosofia ma anche a chi crede di poterla insegnare. Tymieniecka, Anna-Teresa Life in the Glory of its Radiating Manifestations Kluwer, maggio 1996 pp. 592, UK 134 Scavando la fenomelogia della vita e della condizione umana porta alla luce il logos della vita nella sua interazione armonizzante. Questa raccolta rivela il campo dellontopoiesis della vita, attraverso unauto-individualizzazione della vita, che la chiave del suo labirinto (Tymieniecka). Vaassen, Bernd Die narrative Gestalt(ung) der Wirklichkeit. Grundlinien einer postmodern orientierten Epistemologie fr die Sozialwissenschaftler Vieweg, maggio 1996 pp. 249, DM 100 Assunzioni di base, ormai acquisite da parte della conoscenza scientifica perdono rapidamente la lora forza argomentativa nel corso del discorso post-moderno. In questo volume, ci si preoccupa soprattutto di postulare principi per un nuovo orientamento e di renderli adatti alla discussione. Valdinoci, Serge La traverse de limmanence: europanalyse ou la mthode de la phnomenologie Kim, aprile 1996 pp. 384, F 210 Lautore, constatando il decadimento del corpus, inizialmente greco, del pensiero in Europa e la determinazione del caos, considerato positivo dalle scienze forti, colloca la sua azione allinterno del progetto di ricostituire un corpus gerarchico e propone un percorso immanente e autonomo che generalizzi i primi lineamenti di un pensiero positivamente caotico, presente nelle riflessioni dei mistici. Di livello universitario. Valenti, Cesare (a cura di) Quaderni di Pensiero e societ Bibliotheca, giugno 1996 pp. 111, . 20.000. Vattimo, Gianni Credere di credere Garzanti, maggio 1996 pp. 107, . 15.000 In questo libro Vattimo propone la sua interpretazione della dimensione religiosa individuando nellincarnazione di Cristo la secolarizzazione del principio divino e nell ontologia debole. La trascrizione del messaggio cristiano. Cos Vattimo si considera anarchico non violento e decostruttore ironico delle pretese degli ordini storici, sempre guidato dal principio di carit verso gli altri. Vergely, Bertrand La philosophie Milan, aprile 1996 pp. 64, F 15 Attraverso i suoi stupori, le sue domande e le sue critiche, la filosofia non ha smesso di

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esplorare - attraverso la natura, Dio, la coscienza, la libert o la storia - ci che costituisce la ricchezza della condizione umana. Questopera si rivolge a chi vuole scoprire la filosofia o, semplicemente, avere spiegazioni su termini come metafisica, dialettica o verit. Per adolescenti (a partire dai tredici anni) e per tutti gli interessati. Virno, Paolo Miracles, virtuosit et Dj vu: trois essais sur lide du monde tr. dallitaliano di Michel Valensi Eclat, aprile 1996 pp. 155, F 87 Il primo di questi tre saggi consacrato al contenuto di tutta la filosofia della storia: lidea di una fine. Il secondo parte dai sentimenti che proviamo quando pensiamo al mondo nel suo insieme. Il terzo cerca di trovare delle parolechiave (come intelletto, esodo, amicizia) che consentano di pensare a delle nuove teorie politiche. Vuilleman, Jules Necessity or Contingency?: The Master Argument and its Philosophical Solutions Cambridge UP, aprile 1996 s.pp., UK 14.95 Analizzando lArgomento di Epitteto, questo testo sostiene che la forza dellargomentazione non proviene solo da considerazioni puramente logiche e modali, ma dalla nostra esperienza del tempo. Walter, Katya Tao of Chaos: DNA and the I Ching Unlocking the Code of the Universe Element Books Ltd, giugno 1996 pp. 288, UK 4.99 I Ching cinesi e il codice genetico hanno somiglianze sorprendenti e in questo libro Katya Walter analizza la loro unione nella teoria moderna del caos. Lautrice conclude che I Ching anticiparono il codice binario di Leibniz di oltre 3000 anni. Katya Walter giunge anche a rivelare lordine fondamentale delluniverso. Ward, Julie Feminism and Ancient Philosophy Routledge, aprile 1996 pp. 256, UK 12.99 Questopera fornisce una valutazione delle discussioni dei filosofi antichi a proposito della donna e spiega quali punti di vista del passato possono essere utili alla teoria femminista di oggi. I passi antologici vanno dalla filosofia greca classica fino al periodo ellenistico, includendo anche Platone e Aristotele. Weis, Kurt (a cura di) Was ist Zeit? Entwicklung und Herrschaft der Zeit in Wissenschaft, Technik und Religion Akademie Vlg. Hofbauer, aprile 1996 pp. 280, DM 29,80. Weisch, Wolfgang Vernunft. Die zeitgenssische Vernunftkritik und das Konzept der trasversalen Vernunft Suhrkamp, aprile 1996 pp. 944, DM 34,80. Weizscker, Viktor von Gesammelte Schriften vol. IV: Der Gestaltkreis. Theorie der Einheit von Wahrnehmen und Bewegen a cura di D. Janz, W. Rimpau, W. Schindler et al. Suhrkamp, aprile 1996 pp. 608, DM 68. Welte, Bernhard Wahrheit und Geschichtlichkeit a cura di B. Casper e I. Feige Knecht, maggio 1996 pp. 224, DM 42 Si tratta di una pubblicazione tratta dalle opere postume di Welte. Werkmeister, W.H. Martin Heidegger on the Way a cura di R.T. Hull ed. Rodopi, maggio 1996 pp. 193, FOL 125 Si tratta della pubblicazione del manoscritto di Werkmeister, da lui lasciato incompiuto al momento della sua morte. In un lasso di tempo di trentasei anni, lautore scrisse nove articoli e compil diverse rassegne riguardanti le sue scoperte. Allet di novantanni, Werkmeister si accinse di nuovo a scrivere unopera che avrebbe dovuto unificare il pensiero di Heidegger. Willett, Cynthia Maternal Ethics and other Slave Moralities Routledge, giugno 1996 pp. 256, UK 13.99 Questanalisi rivela il modo in cui le soggettivit materne servono come critica della ragione strumentale, cio come le madri, negre e altre schiave della storia stiano trasformando la cultura repressiva che in occidente assume il nome di ragione. Williams, Bernard Descartes. Das Vorhaben der reinen philosophischen Untersuchung Beltz Athenum, maggio 1996 s.pp., DM 48. Williams, John Tyerman Pooh and the Philosophers Mandarin, giugno 1996 pp. 184, UK 5.99 Questo libro si propone di dimostrare che tutta la filosofia occidentale dai cosmologi agli esistenzialisti, pu essere ritrovata nelle pagine di Winnie Pooh lorsetto e La strada di Pooh. Lautore mostra come il Grande orso spiega le idee profonde di grandi pensatori come Platone e Kant. Williams, Michael Unnatural Doubts: Epistemological Realism and the Basis of Skepticism Princeton UP, aprile 1996 pp. 410, UK 14.95 Il testo una polemica contro lidea di epistemologia nella sua concezione tradizionale. Lautore sostiene che la conoscenza del mondo costituisce un tipo di conoscenza teoricamente coerente, le cui potenzialit devono essere difese, considerando come premessa una dottrina profondamente problematica che egli chiama realismo epistemologico. Wirkus, Bernd Deutsche Sozialphilosophie in der ersten Hlfte des 20. Jahrhunderts Wiss. Buchges., maggio 1996 pp. 468, DM 98 Diversamente rispetto ad altre discipline filosofiche, non esiste nessuna monografia che riguardi la storia delle problematiche della filosofia sociale. Con questo volume - in cui la filosofia viene presentata come forma di pensiero centrale per lepoca moderna e in cui questa disciplina viene misurata sulla base dei suoi ambiti problematici e delle posizioni che la caratterizzano - si vorrebbe rimediare a questo vuoto. Wisser, Richard Philosophische Wegweisung. Versionen und Perspektiven Knigshausen & Neumann, maggio 1996 pp. 472, DM 98. Woodfield, Richard Gombrich on Art Manchester UP, aprile 1996 pp. 256, UK 40 Il volume discute dellopera di Gombrich sullarte e la psicologia. Dei saggi esaminano diversi aspetti, tra i quali figurano le dispute sullarte e lillusione, la socio-bilogia dellarte, Il senso dellordine e il primitivismo contemporaneo. Anche Gombrich ha contribuito con un articolo, Quattro teorie dellespressione artistica. Zacca-Reyners, Nathalie Le monde de la vie vol. II: Schtz et Mead Cerf, maggio 1996 pp. 105, F 59 Quali sono gli ambiti della coesione sociale? Che ruolo hanno il linguaggio e linterazione nella costruzione di immaginari comuni? Molte domande rinviano al concetto di mondo della vita e vengono esaminate secondo i contributi di Schtz e Mead. Per tutti gli interessati. Zacca-Reyners, Nathalie Le monde de la vie vol. III: Aprs le tournant smiotique Cerf, maggio 1996 pp. 125, F 59 Allincrocio tra lermeneutica filosofica di Gadamer e la pragmatica universale di Habermas, il concetto di mondo vissuto, che viene qui riformulato, pu contribuire allintelleggibilit della vita in comune, in contesti profondamente pluri-culturali. Per tutti gli interessati. Zamora, Jos A. Krise - Kritik - Erinnerung. Ein politisch-theologischer Versuch ber das Denken Adornos im Horizont der Krise der Moderne Lit, maggio 1996 pp. 512, DM 78,80. Zecchi, Stefano (a cura di) Le arti e le scienze il Mulino, aprile 1995 pp. 300, . 34.000 Questo libro raccoglie alcuni saggi di diversi autori che si propongono di analizzare il complesso rapporto tra arte e scienza a partire dalla classicit, periodo in cui la parola arte coincideva con la parola tecnica e indicava una particolare capacit di collegare cose, immagini e parole evidenziando la qualit e la bellezza per giungere al periodo attuale nel quale viene affermata la distinzione tra arte e scienza. Zhengyuan Fu Chinese Legalists: The Earliest Totalitarians M. E. Sharpe, aprile 1996 pp. 176, UK 19.95 Questo studio si occupa dei Legalisti, unantica scuola della filosofia cinese, che perfezion la scienza dellarte del governo. Consente di avvicinarsi allo stile del discorso legalista ed evidenzia la sua influenza sulle istituzioni e le pratiche di governo cinesi. Ziegler, Leopold Der europische Geist. Die neue Wissenschaft. Zwei vergessene Schriften H. Leins, aprile 1996 pp. 226, DM 34 Leopold Ziegler (1881-1958), che ai suoi tempi era uno dei filosofi tedeschi pi importanti, viene ormai nominato poco. Gli si fa un torto, in quanto in grado di fornire la risposta a domande importanti per il nostro presente. Questo il motivo per cui gli si restituisce la parola, tramite questi suoi due testi. Zimmerman, Michael J. The Concept of Moral Obligation Cambridge UP, maggio 1996 s. pp., UK 35 Questo testo sviluppa e difende unanalisi del concetto dellobbligo morale. Lautore si mantiene neutrale rispetto alla competitivit tra le concrete teorie dellobbligo, sia che esse assumano carattere consequenzialista che deontologico; egli cerca di formulare nuove soluzioni per una serie di problemi filosofici. Zubiria, Martin Die Teleologie und die Krisis der Principien Georg Olms, aprile 1996 pp. 234, DM 47,80.
(Biblio. it. di M.Mi.; trad. it. di L.T.)

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